Linee guida relative al modello di gestione del servizio educativo domiciliare per la prima infanzia per la Regione Basilicata

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Linee guida relative al modello di gestione del servizio educativo domiciliare per la prima infanzia per la Regione Basilicata 3

PREMESSA Le presenti linee-guida consistono in raccomandazioni operative per l implementazione e la gestione del servizio educativo domiciliare per la prima infanzia, sviluppato a valle della sperimentazione realizzata in tre comuni lucani (Brindisi di Montagna, Miglionico e Castronuovo di Sant Andrea) nell ambito del progetto Proposta e sperimentazione di modelli innovativi di servizi di cura per l infanzia da implementarsi nei comuni lucani con popolazione inferiore ai 3.000 abitanti. L elaborazione delle linee guida, oltre i risultati della sperimentazione, ha tenuto conto della normativa esistente per la definizione e l attuazione delle politiche in materia di prima infanzia e di servizi socio-educativi nel territorio lucano, e della comparazione delle modalità di realizzazione ed erogazione dei servizi educativi domiciliari nei diversi contesti regionali italiani. Finalità del documento è quella di favorire il consolidamento e/o la replicabilità/riproducibilità, del servizio anche in altre aree, simili per aspetti socio-economici e per la configurazione della domanda, a quelle oggetto dell intervento sperimentato nell ambito del progetto. 3

NORMATIVA DI RIFERIMENTO Le norme fondamentali di riferimento per la definizione e l attuazione delle politiche in materia di prima infanzia e di servizi socio-educativi nel territorio lucano sono costituite da: - Statuto regionale (approvato con Legge 22 maggio 1971 n. 350), art. 5. La Regione, nel quadro delle proprie competenze, come definite anche dal Titolo V della Costituzione, opera per rendere effettivi il diritto allo studio e al lavoro assicurando la piena occupazione, la valorizzazione di tutte le risorse umane e materiali e la tutela dei diritti dei lavoratori, della donna, dell infanzia e degli anziani ; - L.R. n. 6 del 4 maggio 1973 - Determinazione dei criteri generali per la costruzione, la gestione e il controllo degli asili-nido, di cui all art. 6 della legge statale 6 dicembre 1971 n. 1044 ; - Legge n. 285 del 28 agosto 1997 - Disposizioni per la promozione di diritti e di opportunità per l infanzia e l adolescenza ; - D. Lgs. n. 112 del 31 marzo 1998 Disposizioni per la realizzazione del sistema integrato di interventi e servizi sociali ; - L.R. n. 45 del 14 aprile 2000, recante Interventi a favore della famiglia; - D. Lgs. n. 308 del 2001 Regolamento concernente Requisiti minimi ed organizzativi per l autorizzazione all esercizio dei servizi e delle strutture a ciclo residenziale e semiresidenziali, a norma dell art. 8 della L. 8 novembre 2008, n. 328 ; - Regione Basilicata - Piano Socio Assistenziale 2000/2002; - L.R. n. 4 del 14 febbraio 2007 Rete regionale integrata dei servizi di cittadinanza sociale ; - D.G.R. 01-10-2007, n. 1318 Legge Regionale n. 6 del 4/5/1973 Piano di assegnazione di contributi ai Comuni per la gestione e funzionamento degli asili nido Proposta al Consiglio regionale anno 2007; - D.G.R. 27-04-2007, n. 573 Accordo di Programma Quadro in materia di Politiche di Solidarietà Sociale Approvazione Avviso Pubblico Potenziamento e adeguamento delle infrastrutture e dei servizi socio-educativi per l infanzia e la famiglia Incremento dei posti disponibili negli asilo-nido della Regione Basilicata; 4

- D.G.R. 14-05-2007, n. 659 Approvazione delle proposte regionali relative ai programmi Operativi 2007-2013 a valere sui Fondi FESR e FSE; - Decisione della Commissione europea 07-12-2007, n. C (2007) 6311 Adozione del programma operativo per l intervento comunitario del Fondo europeo di sviluppo regionale ai fini dell obiettivo Convergenza nella Regione Basilicata in Italia; - D.G.R. 04-03-2008, n. 262 Presa d atto delle decisioni della Commissione europea N.C. (2007) 6311 del 7 dicembre 2007 che adotta il Programma Operativo per l intervento comunitario del Fondo Europeo per lo Sviluppo Regionale ai fini dell obiettivo Convergenza nella Regione Basilicata in Italia; - D.G.R. 06-08-2008, n. 1278 Approvazione Piano di Azione per il raggiungimento degli obiettivi di servizio del Quadro Strategico Nazionale (2007-2013) ; - D.G.R. 22-09-2008, n. 1206 Intesa per la realizzazione per l anno scolastico 2008/2009 di un offerta di servizi educativi destinati ai bambini di età compresa tra i 24 e i 36 mesi, ai sensi dell accordo quadro Conferenza Unificata del 20 marzo 2008, art. 2; - D.G.R. 21-11-2008, n. 1883 Fondo per le politiche per la famiglia di cui alla legge 27 dicembre 2006, n. 296, art. 1, comma 1259 - Integrazione del PIANO DI SVILUPPO DEL SISTEMA INTEGRATO DEI SERVIZI SOCIO EDUCATIVI PER LA PRIMA INFANZIA della Regione Basilicata, in attuazione dell intesa sancita in Conferenza Unificata del 14 febbraio 2008. - Piano Straordinario di intervento per lo sviluppo del sistema territoriale dei servizi socio educativi ; - D.G.R. 25-11-2008, n. 1924 Attuazione del Piano di azione per il raggiungimento degli obiettivi di servizio del QSN 2007/2013 - Obiettivo II. Incremento dell offerta di servizi socio-educativi per l infanzia, nuove Sezioni primavera ; - D.G.R. 27-02-2009, n. 265 Integrazione al Piano di azione per il raggiungimento degli obiettivi di servizio del Quadro Strategico Nazionale 2007/2013. Quantificazione delle risorse finanziarie da destinare alle azioni ivi identificate; - D.G.R. 05-05-2009, n. 744 Programma Operativo FESR Basilicata 2007-2013 - Asse VI Inclusione Sociale - Attivazione dei Piani di Offerta Integrata di Servizi a valere sull Obiettivo Specifico VI.1 Potenziamento e qualificazione della rete regionale dei servizi volti alla promozione dell inclusione sociale ; - Nomenclatore Interregionale Degli Interventi e Servizi Sociali - Approvato dalla Conferenza delle Regioni e delle Province autonome il 29 ottobre 2009. - D.G.R. 16/10/2010, n. 1610 Intesa Conciliazione tempi di vita e di lavoro. 5

DEFINIZIONE DEL SERVIZIO Il Servizio educativo domiciliare per la prima infanzia rientra nella categoria LB2 Servizi integrativi per la prima infanzia previsti dal Nomenclatore interregionale degli interventi e dei servizi sociali del 2009, nel quale si fa espresso riferimento a servizi e interventi educativi realizzati in contesto familiare 1. Trattasi di un servizio di accoglienza per un numero ridotto di bambini (max 7 bambini), da realizzarsi all interno di un ambiente domestico adeguato, sicuro e attrezzato al gioco e alla vita di relazione degli stessi. Il Servizio educativo domiciliare per la prima infanzia è un servizio innovativo e flessibile che intende rispondere ai bisogni delle famiglie dei/delle bambini/e della fascia di età 0-3 anni e, in virtù delle sue caratteristiche, particolarmente adatto in località a bassa densità di popolazione con servizi destinati ad un numero esiguo di utenti. Il servizio accoglie i bambini senza alcuna discriminazione, indipendentemente dalle condizioni bio psico sociali. Il Nomenclatore interregionale degli interventi e dei servizi sociali, approvato dalla Conferenza delle Regioni e delle Province autonome il 29 ottobre 2009, classifica gli interventi e i servizi sociali in due macrocategorie: a) asilo nido o - meglio - nido d infanzia, come Servizio rivolto alla prima infanzia (0-3 anni) per promuovere lo sviluppo psico-fisico, cognitivo, affettivo e sociale del bambino e offrire sostegno alle famiglie nel loro compito educativo, aperto per almeno 5 giorni e almeno 6 ore al giorno per un periodo di almeno 10 mesi all anno. Rientrano sotto questa tipologia gli asili nido pubblici, gli asili nido aziendali e i micro-nidi e le sezioni 24-36 mesi aggregate alle scuole dell infanzia ; b) servizi integrativi: In questa categoria rientrano i servizi previsti dall art. 5 della legge 285/97 e i servizi educativi realizzati in contesto familiare. In particolare: spazi gioco per bambini dai 18 ai 36 mesi (per max 5 ore); centri per bambini e famiglie; servizi e interventi educativi in contesto domiciliare. 6

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CARATTERISTICHE DEL SERVIZIO Luogo familiare Ambiente domestico, o con connotazione di ambiente domestico, che accoglie un numero ridotto di bambini. Flessibilità Flessibilità come diversificazione dell offerta e/o personalizzazione della stessa, commisurata in entrambi i casi alle esigenze reali della famiglia ma anche alla necessità di ridurre al minimo il rischio di isolamento della stessa. La dimensione ridotta del servizio, infatti, permette di favorire la sua flessibilità in termini di offerta differenziata in base alle esigenze, di possibilità di coprire gli imprevisti, di mettere a disposizione, da parte del personale educativo, un tempo diverso da quello offerto dai servizi standard. La flessibilità è resa possibile, altresì, dalle modalità libere di accordo circa la durata e la frequenza del bambino. Personalizzazione Il clima domestico facilita una modalità educativa a dimensione familiare in cui il personale educativo conosce le caratteristiche del bambino e ha la possibilità di costruire una relazione con lui vicina al modello materno, ma anche capace, da una parte, di stimolare la socializzazione con altri bambini in una dimensione ridotta, dimensione ideale per il bambino molto piccolo, e dall altra intervenire sui processi educativi e cognitivi. Agilità Essendo un servizio che si può svolgere in locali di dimensione ridotta e che sfrutta spazi esistenti, si verifica una immediata fruibilità ed un ridotto rischio di impresa in quanto non vi sono investimenti importanti sia di immobili che di ristrutturazione. Si determina così una ottimizzazione degli spazi e delle funzioni. 8

REQUISITI DEL SERVIZIO Sede della struttura Il Servizio educativo domiciliare per la prima infanzia può essere realizzato presso una casa o appartamento classificato come civile abitazione. Il servizio potrà essere, pertanto, erogato presso: - l abitazione di un educatore o altra abitazione di cui abbia disponibilità; - l abitazione di una mamma che, oltre i propri figli, accoglie quelli di altri genitori; - un ambiente messo a disposizione da istituzioni o organizzazioni del territorio, purché mantenga la connotazione di ambiente domestico e abbia requisiti e dotazioni di civile abitazione. La struttura che ospita il servizio deve garantire le seguenti caratteristiche: - licenza di abitabilità; - condizioni di stabilità in situazioni normali ed eccezionali, in conformità a quanto previsto dalle norme vigenti; - requisiti igienici minimi previsti dai Regolamenti locali d igiene e dalle normative nazionali e regionali vigenti in materia di edifici di civile abitazione; - condizione di sicurezza degli impianti elettrici, termici ed idraulici, anche di prevenzione incendi, nei casi previsti dalla legge; - adattabilità alla presenza di disabilità fisica, secondo quanto stabilito dal D.P.R. n. 503/1996; - essere preferibilmente articolata su un unico livello; - non essere collocata ai piani interrati o seminterrati. 9

Al fine di permettere l erogabilità delle prestazioni previste, la struttura dovrà garantire la disponibilità di: - uno spazio autonomo con lavandino e fasciatoio; - un servizio igienico adeguato all uso dei bambini; - uno spazio interno da destinarsi in modo esclusivo all ospitalità dei bambini; - un locale cucina dotato di idonee attrezzature per la cottura, il riscaldamento e la conservazione dei cibi; - la dotazione di un telefono in modo da assicurare la possibilità di immediata comunicazione in caso di bisogno; - la presenza di un adeguato impianto di riscaldamento; - attrezzature in grado di qualificare l ambiente educativo come contesto di vita, di gioco, di relazione, di apprendimento (a puro titolo esemplificativo: box, passeggini, seggiolini, lettini, tavolini e sedioline, materiale vario che in parte può anche essere reperito dalle famiglie che usufruiscono del servizio, se ne hanno la disponibilità); - arredi e attrezzature in grado di garantire la sicurezza dei bambini (a puro titolo esemplificativo: eliminazione degli spigoli, inaccessibilità agli oggetti pericolosi, schermatura delle prese di corrente ecc.). L idoneità della struttura ospitante deve essere certificata mediante una relazione tecnica a firma di un consulente tecnico (ingegnere) a seguito di un sopralluogo. Le condizioni igienico-ambientali e l adeguatezza degli spazi messi a disposizione dalla struttura domiciliare devono essere attestate dal comune di riferimento, congiuntamente alla ASL. 10

Spazi della struttura L abitazione o la sede, con i requisiti di civile abitazione, deve avere minimo mq. 6 pro capite, destinati esclusivamente ai bambini. Nel caso di bambini della fascia di età compresa tra 0 e 18 mesi lo spazio interno deve essere di mq. 7 pro capite (giustificato dalla necessità di spazio per eventuali box, passeggini ecc.). Al fine di assicurare questo requisito possono essere adottate soluzioni organizzative tali da utilizzare spazi della casa adattati volta per volta alla funzione che devono svolgere (es.: un grande soggiorno può essere utilizzato per il servizio durante la giornata e tornare ad essere soggiorno la sera o quando non è più in funzione il servizio stesso). È preferibile che ci sia, nelle adiacenze, uno spazio esterno utilizzabile sia per il gioco che per le attività all aperto. 11

Ricettività La ricettività massima del servizio educativo in contesto domiciliare è fissata in numero di 7 posti-bambino. In caso di presenza di bambini con disabilità o in gravi situazioni di disagio può essere rivisto il numero degli iscritti. Modalità di accesso Qualora il numero delle domande fosse superiore al numero dei posti effettivi, la selezione può avvenire secondo un regolamento preventivamente approvato da ciascun Comune. 12

Servizi generali offerti Il servizio educativo in contesto domiciliare può offrire anche servizio di mensa, riposo e visita medica. Con riferimento alla mensa, essendo l attività ubicata in normali strutture abitative e non avendo caratteristiche di un servizio di ristorazione collettiva, non necessita di autorizzazione sanitaria ai sensi dell art. 2 Legge 30 aprile 1962, n. 283 Modifica degli artt. 242, 243, 247, 250 e 262 del T.U. delle leggi sanitarie approvato con R.D. 27 luglio 1934, n. 1265: Disciplina igienica della produzione e della vendita delle sostanze alimentari e delle bevande. Le fasi di preparazione e somministrazione pasti dovranno rispettare le corrette norme di prassi igieniche. In particolare il servizio mensa deve adottare tabelle dietetiche approvate dall azienda sanitaria locale. Relativamente al servizio di riposo, è necessario disporre di uno spazio idoneo attrezzato al riposo per i bambini che ne manifestino la necessità. Per la migliore tutela della salute e del benessere dei bambini all interno del servizio, deve essere previsto l intervento di un pediatra che supporterà il personale educativo attraverso un piano di visite e di assistenza in caso di bisogno. Calendari ed orari In coerenza con le caratteristiche di flessibilità del servizio, il calendario e l orario giornaliero sono concordati con i singoli gruppi di familiari. In caso di permanenza consecutiva del bambino nella struttura per più di 5 ore devono essere garantiti i servizi di mensa e riposo. Le ore giornaliere non possono, in ogni caso, superare le n. 8 ore. 13

Figure professionali coinvolte Non essendoci, allo stato attuale, un esplicito riferimento legislativo relativo ad un unico, specifico e riconosciuto curriculum formativo si definisce che l attività deve essere condotta da personale educativo e di supporto in possesso di specifiche competenze: - personale educativo in grado di presidiare le aree di attività inerenti la progettazione e la gestione di attività educative, ludiche, di socializzazione rivolte a bambini da 0 a 36 mesi, il monitoraggio della salute e di situazioni di sofferenza/disagio relazionale del bambino e l applicazione delle procedure di cura; - personale di supporto in grado di presidiare le aree di attività inerenti la cura e la pulizia degli spazi, delle attrezzature e dei materiali, il supporto alle attività degli educatori comprese le attività educative, ludiche, di socializzazione e di cura di bambini da 0 a 36 mesi. Il possesso di tali competenze deve essere comprovato da titoli di studio adeguati e/o dalla partecipazione, con esito positivo, ad adeguati corsi professionalizzanti e da specifiche pregresse esperienze professionali e di tirocini presso servizi pubblici e privati per la prima infanzia. Formazione del personale Il personale educativo, oltre ad un adeguata formazione di base, deve poter fruire di una formazione permanente in servizio, nonché di una formazione su ambiti specifici che consenta un intervento coerente in particolare nei casi di bambini con disabilità o in situazione di difficoltà. Rapporto numerico tra personale e bambini Si ritiene adeguato un rapporto numerico tra personale educativo e di supporto e bambini di 2:7. Si sottolinea pertanto la necessità di garantire la compresenza di minimo n. 2 unità, di cui n. 1 di tipo educativo e n. 1 di supporto. 14

Assicurazione Sia il personale educativo che i bambini devono essere assicurati per infortunio e responsabilità civile durante il periodo di erogazione del servizio (non solo all interno dell abitazione ma anche durante le eventuali trasferte o le attività all aperto). 15

Organizzazione del servizio (processi di gestione, controllo e monitoraggio) Per attivare il servizio, il personale educativo deve predisporre un progetto educativo individualizzato, elaborato tenendo conto dei tempi specifici di crescita di ogni bambino, e che definisca gli interventi e la metodologia adeguati allo sviluppo del bambino. Le attività offerte devono essere molteplici e tenere sempre conto del livello di sviluppo psicomotorio del bambino, attraverso un lavoro quotidiano di osservazione diretta da parte del gruppo di lavoro. A tal fine la figura educativa deve dotarsi di adeguati strumenti di osservazione e valutazione propedeutici al piano educativo individualizzato. Il progetto educativo deve essere presentato alle famiglie per una condivisione delle finalità del medesimo. Il servizio deve, inoltre, prevedere momenti di incontro periodici con le famiglie. L accesso delle famiglie ai locali ospitanti il servizio deve essere garantito per l affidamento e il ritiro, nonché ogni qualvolta risulti necessario, nel rispetto degli orari di apertura e chiusura del servizio. Il servizio deve dotarsi, inoltre, di un sistema di monitoraggio e valutazione basato su una posizione costruttiva tesa a sostenere la qualità delle attività offerte e l impatto delle stesse sul singolo bambino. Attraverso l ausilio di appositi strumenti (check list, questionari, schede ecc.), il personale educativo deve rilevare periodicamente il livello di soddisfazione delle famiglie che usufruiscono del servizio. 16

INDICAZIONI DI SISTEMA A livello di sistema territoriale, bisogna prevedere l attribuzione di funzioni di coordinamento e monitoraggio a supporto del Servizio educativo domiciliare per la prima infanzia. A tali funzioni dovrebbero essere attestati compiti di indirizzo e sostegno tecnico al lavoro degli operatori (anche in rapporto alla loro formazione permanente); di monitoraggio e valutazione della qualità dei servizi; di raccordo tra i servizi educativi, sociali e sanitari (con particolare riferimento alla verifiche di idoneità delle sede, al servizio di visite mediche ecc.). Sostenibilità economica del servizio educativo domiciliare per la prima infanzia Il servizio educativo domiciliare per la prima infanzia può essere realizzato presso una casa o un appartamento classificato come civile abitazione, purché i locali possiedano i requisiti minimi indicati dalla normativa in termini di sicurezza degli impianti e di adattabilità, qualora si intenda ospitare bambini portatori di handicap. Molti sono i fattori che influenzano la sostenibilità economica del servizio. Basti pensare che la scelta o meno di organizzare un vero e proprio servizio mensa influisce sui costi e sulle autorizzazioni necessarie allo svolgimento delle attività. Ipotizzando, dunque, un servizio base per massimo 7 bambini, in cui non sarà offerta la mensa i costi da sostenere riguardano: - L allestimento dei locali e la messa in sicurezza - I costi degli operatori - Il materiale di consumo - Le coperture assicurative 17

Allestimento dei locali e Sicurezza Per allestimento dei locali si intende l acquisto di arredi e attrezzature necessarie per il pieno svolgimento delle attività. Rientrano, dunque, in questa categoria non solo i tavoli in plastica, le sedie, i cuscini e i lettini, ma anche tutti i materiali e i giochi per l intrattenimento dei bambini. Indicativamente la spesa media per gli arredi e le attrezzature va da un minimo di 1.000 euro ad un massimo di 1500 euro. A queste si dovrà aggiungere una quota pari almeno a 500 euro per la messa in sicurezza dei locali e per la formazione in materia destinata agli operatori. Il pieno rispetto della normativa in materia di sicurezza, infatti, non fa riferimento solo all adeguamento strutturale attraverso l utilizzo di paraspigoli, dei copri prese e degli altri accorgimenti necessari vista la presenza di bambini da 0 a 3 anni, ma prevede anche una formazione specifica rivolta al personale coinvolto. Il personale, infatti, dovrà essere in grado di rispondere prontamente ad ogni eventuale necessità, anche in termini di primo soccorso. Se a queste si aggiungono 1000 euro necessari in media per l apertura di Partita Iva, dell iscrizione CCIAA e delle altre autorizzazioni necessarie all avvio dell attività, si può ipotizzare che l investimento iniziale ammonta mediamente intorno ai 3000 euro. Gli operatori Cosi come esplicitato in precedenza, mancando un riferimento legislativo unico che fornisca indicazioni precise circa il coinvolgimento del personale educativo, attraverso i dati emersi dalla sperimentazione, si ravvede la necessità di coinvolgere, in un servizio che ospita massimo 7 bambini, almeno due figure professionali. Il costo annuale indicativo del personale coinvolto, con riferimento alla categoria D1 CCNL per le cooperative sociali, va da 40.000 euro per servizio attivo 30 ore settimanali, 5 ore al giorno per 6 giorni a settimana, ai 50.000 euro per un servizio attivo per 38 ore settimanali, ponendo dunque un impegno part time degli operatori. 18

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Materiale di consumo e coperture assicurative Gli altri costi di gestione da considerare nel momento in cui si intende investire nell avvio di un servizio educativo domiciliare sono legati alle utenze e a tutte le attrezzature rientrati nella categoria del materiale di consumo vale a dire matite, colori, fogli e altri materiali di intrattenimento. Per le coperture assicurative, invece, la spesa è chiaramente legata al numero dei bambini partecipanti, quindi in definitiva si può dedurre che per le altre spese di gestione annualmente saranno necessari intorno ai 5.000 euro. Il costo di gestione annuale Dall analisi della sostenibilità economica fornita si evince che un servizio educativo domiciliare per l infanzia, attivo per 30 ore settimanali, ha un costo di gestione annuale che si aggira intorno ai 45.000 euro. Per l erogazione di 38 ore settimanali, invece, i costi si attestano intorno ai 60.000 euro. Qualora il costo orario risultasse completamente a carico delle famiglie, la gestione annuale di un servizio educativo che ospita sette bambini si realizza con un costo orario pari a circa 5 euro/ora per bambino. 20

Considerazioni Il costo che incide maggiormente sulla spesa di gestione del servizio educativo domiciliare è sicuramente legato agli operatori. Tuttavia è impensabile affidare 7 bambini ad una sola persona considerando che potrebbero presentarsi casi in cui in per una qualsiasi emergenza uno dei due operatori debba assentarsi. Detto questo è possibile trovare uno spazio d azione che permetta di contenere i costi, individuando una struttura che si occupa di servizi all infanzia sul territorio con cui stringere accordi per l affiancamento alla mamma con un operatore qualificato. Ma questa è solo una delle numerose possibilità: in regione Lombardia, ad esempio, è possibile stringere accordi con le associazioni di volontariato che si impegnano a fornire il proprio supporto in termini di risorse umane per affiancare la mamma operatrice. 21

Premessa... 3 Normativa di riferimento... 4 Definizione del servizio... 6 Caratteristiche del servizio... 8 Requisiti del servizio... 9 Sede della struttura... 9 Spazi della struttura... 11 Ricettività... 12 Modalità di accesso... 12 Servizi generali offerti... 13 Calendari ed orari... 13 Figure professionali coinvolte... 14 Formazione del personale... 14 Rapporto numerico tra personale e bambini... 14 Assicurazione... 15 Organizzazione del servizio (processi di gestione, controllo e monitoraggio)... 16 Indicazioni di sistema... 17 Sostenibilità economica del servizio educativo domiciliare per la prima infanzia... 17 Allestimento dei locali e Sicurezza... 18 Gli operatori... 18 Materiale di consumo e coperture assicurative... 20 Il costo di gestione annuale... 20 Considerazioni... 20 22

Coordinamento: Dipartimento Presidenza della Giunta Ufficio di Programmazione Via Vincenzo Verrastro, 4-85100 Potenza (PZ) dr. Francesco Pesce mail: francesco.pesce@regione.basilicata.it dott.ssa Maria Carmela Toce mail: maricarmenla.toce@regione.basilicata.it Dipartimento Salute e Sicurezza Ufficio Gestione terzo settore, Enti no-profit e Concessione benefici economici Via Vincenzo Verrastro, 9-85100 Potenza (PZ) dott.ssa Lucia Colicelli mail: lucia.colicelli@regione.basilicata.it dott.ssa Giusi Vitacca mail: gvitacca@regione.basilicata.it On line: www.regione.basilicata.it entra nella sezione Temi e scegli Conciliazione Famiglia - Lavoro soggetto attuatore RTI Istituto pilota - consorzio meta

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