Composti metallici in terapia e diagnostica. 2



Documenti analoghi
Metalli in medicina. L utilizzo dei metalli in medicina ha radici ben antiche. Il ferro ed il

LE RADIAZIONI. E = h. in cui è la frequenza ed h una costante, detta costante di Plank.

Paleontologia. Archeologia. Radioisotopi. Industria. Biologia. Medicina

RADIAZIONI RADIAZIONI IONIZZANTI RADIAZIONI IONIZZANTI

LA CHIMICA IN MEDICINA NUCLEARE

EMISSIONE E ASSORBIMENTO DI LUCE DA PARTE DELLA MATERIA

Monossido d azoto NO (Nitric Oxide) Messaggero del segnale cellulare. Molecola regolatoria nel sistema nervoso centrale e periferico

Il nucleo degli atomi

La radiochirurgia tramite Gamma Knife Informazioni per i pazienti

COS'E' UN IMPIANTO FOTOVOLTAICO E COME FUNZIONA

Campi magnetici. in terapia fisica

Capitolo 7 Le particelle dell atomo

SEBASTIANO FILETTI. Dipartimento di Medicina Interna e Specialità Mediche. Università di Roma Sapienza, Roma

Tratto dal libro Come vivere 150 anni Dr. Dimitris Tsoukalas

LA CORRENTE ELETTRICA

Com è fatto l atomo ATOMO. UNA VOLTA si pensava che l atomo fosse indivisibile. OGGI si pensa che l atomo è costituito da tre particelle

Lo sviluppo del cancro è un processo complesso che coinvolge parecchi cambiamenti nella stessa cellula staminale. Poiché tutte le cellule staminali

Spettrometria di massa

La TC. e il mezzo di. contrasto

NUOVE ENERGIE nella Scuola 4 DICEMBRE, 2012

PET. Radionuclidi più utilizzati nella PET. Elemento prodotto T 1/2 in minuti primi B5 20 C6 10 N7 2 F 9 O8 110

Corso acceleratori per la produzione di radioisotopi: Progetto impianto produzione radioisotopi

Energia nelle reazioni chimiche. Lezioni d'autore di Giorgio Benedetti

Con il termine elettrosmogsi designa il presunto inquinamento derivante dalla formazione di campi elettromagnetici (CEM) dovuti a radiazioni

INTERVENTO DI CLAUDIA RICCARDI PLASMAPROMETEO - Dipartimento di Fisica Università degli Studi di Milano - Bicocca

STUDI SU MATERIALE GENETICO

Spettrofotometria. Le onde luminose consistono in campi magnetici e campi elettrici oscillanti, fra loro perpendicolari.

LA RADIOATTIVITA. Nel caso degli isotopi dell idrogeno: Nel caso degli isotopi del Carbonio:

Determinazione della composizione elementare dello ione molecolare. Metodo dell abbondanza isotopica. Misure di massa esatta

GESTIONE DELLA SICUREZZA NEI REPARTI DI DIAGNOSTICA DI MEDICINA NUCLEARE CON SORGENTI RADIOATTIVE NON SIGILLATE

Applicazioni tecnologiche del campo magnetico

4. Conoscere il proprio corpo

Corso di laurea in Fisica A.A Fisica Medica. 7 Terapia con Adroni

Sistema di diagnosi CAR TEST

LA DIAGNOSTICA MOLECOLARE E I TUMORI DEL SANGUE

Genova TIPOLOGIE DI LAMPADE

Polimeri semiconduttori negli OLED

April 11, Fisica Nucleare. Monica Sambo. Sommario. Introduzione. Radioattivitá. Fisica del nucleo. Bibliografia. Esempio. Raggi emessi Esempio

Ricerca farmacologica priclinica e clinica

L energia nucleare La radioattività

Tecniche di microscopia

FIACCHEZZA, STANCHEZZA, MALESSERE MORALE. Carenza di ferro molto diffusa e spesso sottovalutata

CONOSCERE IL PROPRIO CORPO

SCUOLA PRIMARIA CURRICOLO DI SCIENZE CLASSE PRIMA. INDICATORI COMPETENZE ABILITA CONOSCENZE 1. Esplorare e descrivere oggetti e materiali

Le proprietà periodiche degli elementi LA LEZIONE

Bocca e Cuore ooklets

Aifm Associazione Italiana di Fisica Medica

Classificazione dei Sensori. (raccolta di lucidi)

Analisi e diagramma di Pareto

È importante quindi conoscere le proprietà chimiche dell acqua. Le reazioni acido base sono particolari esempi di equilibrio chimico in fase acquosa

TEST BIOLOGIA 1 ANNO ABEI Da inviare a connesso@alice.it entro e non oltre il 6 novembre 2015

Capitolo 2 Caratteristiche delle sorgenti luminose In questo capitolo sono descritte alcune grandezze utili per caratterizzare le sorgenti luminose.

La radioattività e la datazione al radio-carbonio

Metodi di datazione di interesse archeologico

Regole della mano destra.

Grandezze fisiche e loro misura

Alberto Viale I CROMOSOMI

SERVIZIO DI REUMATOLOGIA

IL TUMORE DELLA PROSTATA

Le Biomolecole I parte. Lezioni d'autore di Giorgio Benedetti

Sicurezza nel Laboratorio: Radiazioni ionizzanti

Gli ormoni sessuali e il differenziamento cerebrale. In che modo?

10) Se ad una soluzione aumentiamo la temperatura cosa succede? Dire quale delle seguenti affermazioni è corretta.

Tecniche di Prototipazione. Introduzione

L APPARATO CIRCOLATORIO

Scuola Media Piancavallo 2

Biomarkers per la diagnosi precoce di tumori

Analisi di Controllo di un Acqua Minerale Naturale

Lampade per illuminazione esterna: Lampade a Induzione Lampade al Sodio Alta Pressione Lampade a Led

Il rischio cancerogeno e mutageno

Cambiamento climatico. EMISSIONI DI GAS SERRA: Cosa ha contribuito in maniera significativa alla loro riduzione?

Il sistema monetario

IL PROCESSO DI FABBRICAZIONE (sviluppo nuovo prodotto)

Uso di base delle funzioni in Microsoft Excel

C). Quindi, con la spettroscopia NMR, le informazioni sulla struttura molecolare vengono dedotte osservando il comportamento dei nuclei atomici.

15. Antico gioco russo

USO DIAGNOSTICO E DI COMPLESSI METALLICI

La candela accesa. Descrizione generale. Obiettivi. Sequenza didattica e metodo di lavoro. Esperimenti sulla crescita delle piante

P.Volpe. Dip. Chim. Generale e Organica Applicata. Università di Torino

Profilassi e terapia in caso di emergenze nucleari. Marco Chianelli, MD, PhD. Regina Apostolorum Hospital Rome, Italy

LA TRASMISSIONE DELLE INFORMAZIONI QUARTA PARTE 1

Ufficio Scolastico Regionale per l Abruzzo. Rapporto dal Questionari Studenti

IO NE PARLO. DIARIO DELLA TERAPIA per annotare i farmaci e i progressi

Sintesi dei risultati

CAPITOLO 8 LA VERIFICA D IPOTESI. I FONDAMENTI

Dimensione di uno Spazio vettoriale

La genetica è la disciplina che si occupa della trasmissione dei caratteri ereditari Si divide in:

Classe 3 D Bucci Arianna Evangelista Andrea Palombo Leonardo Ricci Alessia Progetto di Scienze a.s. 2013/2014. Prof.ssa Piacentini Veronica

Polipi precancerosi. Circa il 50% delle persone dai 60 anni in su avrà nel corso della vita almeno 1 polipo precanceroso di 1 cm o più di diametro.

ELEMENTI DI DI OTTICA E FISICA NUCLEARE INSEGNAMENTO COMPLEMENTARE (9 CFU) PER:

Appendice III. Competenza e definizione della competenza

SCIENZE SCUOLA PRIMARIA

Formazione dei Lavoratori sulla Sicurezza sul Lavoro. il Rischio Amianto

In entrambe le sezioni vi sono domande a scelta multipla e domande aperte.

Interferenza e diffrazione

Dalla Diagnostica per Immagini all Imaging Molecolare

SCUOLA PRIMARIA STATALE 3 CIRCOLO G. CAIATI

Usando il pendolo reversibile di Kater

ASPETTI TERMODINAMICI DEI SISTEMI BIOLOGICI

Tesina di scienze. L Elettricità. Le forze elettriche

Transcript:

Composti metallici in terapia e diagnostica. 2 Altri composti metallici con proprietà antitumorali Composti antiartritici di oro Composti per la radiodiagnostica e radioterapia

Composti di titanio con proprietà antitumorali I composti di Ti destarono interesse a partire dal 1979, quando si riconobbero gli effetti antitumorali del cloruro di titanocene. Questo composto potrebbe essere attivo nei confronti di tumori gastrointestinali e della mammella. Un composto interessante è anche il complesso cis-dietossibis(1-fenilbutano-1,3-dionato)titanio(iv), (b), che è sotto esame in Germania per aver mostrato effetti promettenti sul cancro del colon. Questo composto può essere preparato mediante la reazione: [Ti(OR) 4 ] + 2 Hdichetone [Ti(dichetonato) 2 (OR) 2 ] + 2 ROH

Composti di rutenio con proprietà antitumorali Un altro metallo di interesse negli ultimi anni è il rutenio. I complessi di Ru(II) con dimetilsolfossido (DMSO) sono stati studiati ampiamente e fra questi il derivato cis- [RuCl 2 (DMSO) 4 ](c) ha mostrato una attività marginale nei confronti della leucemia P388, ma è attivo nei confronti di altri tumori. Più interessanti sono i complessi di Ru(III) del tipo HB[RuCl 4 B 2 ], dove B è una base tipo imidazolo o pirazolo che, oltre a coordinarsi al metallo producendo le specie ottaedriche complesse, nella sua forma protonata agisce anche da controione. In figura d è rappresentato il complesso dell indazolo, un buon agente anticancerogeno in tumori colonrettali che, al pari del cisplatino, pare danneggiare il DNA unendosi a N(7) dei residui G. Si deve notare che i derivati di rutenio appaiono essere più efficaci nel trattamento di metastasi che in quello di tumori primari

Composti antiartritici di oro L artrite reumatoide è una infiammazione dei tessuti che circondano le articolazioni provocata da enzimi idrolitici dei lisosomi. L uso di composti di oro per curare questa importante affezione umana (crisoterapia) risale ai lavori di Forestier nel 1935 e continua a essere una pratica medica consueta. Si adoperano a questo scopo normalmente tiolati di Au(I) [AuSR] n, nei quali il metallo ha una coordinazione lineare S-Au-S e che in generale hanno natura polimerica. Lisosoma è un organello circondato da membrana presente nelle cellule eucariotiche che contiene una batteria di enzimi idrolitici la cui funzione è di digerire il materiale ingerito e di riciclare i componenti cellulari. Il rilascio extracellulare di tali enzimi determina la rottura dei tessuti circostanti. Di tutti i prodotti provati nel corso delle ultime decadi soltanto due hanno uso clinico negli U.S.A.: il tiomalato di oro e sodio (miocrisina) e l aurotioglucosio (solganol)

Composti antiartritici di oro In Europa viene utilizzato anche il tiopropanolsolfonato di oro e sodio (alocrisina). L unico farmaco di seconda generazione è il trietilfosfina(2,3,4,6-tetra-o-acetil-β-1- D-tiopiranosato-S)oro(I) (auranofin), che è un composto monomerico. A differenza degli altri composti terapeutici di oro che vengono somministrati per via parenterale, esso viene somministrato per via orale Il legante fosfina facilita la penetrazione del composto attraverso la membrana cellulare, ma entrambi i leganti dell oro vengono rapidamente persi in vivo. Sebbene il suo inserimento nella farmacopea abbia destato un grande interesse, l analisi statistica dei suoi effetti mostra che esso è alquanto meno efficace dei tiolati iniettabili.

Malgrado l ampio uso clinico di buona parte di questi complessi di oro, il loro meccanismo di azione antiartritica continua a essere in buona misura una incognita, probabilmente perché dopo la loro somministrazione l oro che essi contengono si disperde per tutto l organismo invece di concentrarsi su una o poche molecole bersaglio. Tuttavia negli ultimi anni i loro effetti terapeutici hanno cominciato a essere messi in relazione con la presenza di metaboliti che compaiono sistematicamente nei pazienti trattati con crisoterapia: [Au(CN) 2 ] - e Au(III). E da notare che in soluzione acquosa Au(I) è instabile, disproporzionando in Au(0) e Au(III). Leganti che stabilizzino Au(I) in acqua sono quindi essenziali per l azione farmacologica del metallo. D altra parte Au(III) è un forte ossidante e quindi potenzialmente tossico.

Composti per la radiodiagnostica e radioterapia La medicina nucleare moderna suole essere divisa in due parti: a) una che tratta il paziente con radionuclidi emettitori di radiazione γ o di positroni con l obiettivo di ottenere immagini a partire dalla radiazione che poi esce dal corpo (radiazione interna) e compiere la diagnosi clinica; b) un altra che, con la somministrazione di radionuclidi che emettono particelle α o β, procura di sviluppare procedimenti che sfruttano queste particelle nella terapia del cancro o di altre malattie. Esistono, in aggiunta, tecniche di immagine che usano radiazione esterna, come i raggi X o la risonanza magnetica (MRI), che utilizzano composti inorganici come agenti di contrasto e sono perciò potenziali obiettivi di studio in bioinorganica. I primi composti per la diagnostica furono quelli che rendevano i tessuti opachi ai raggi X quali BaSO 4. Pur essendo Ba 2+ uno ione molto tossico, la bassa solubilità di BaSO 4 permette la sua completa escrezione.

Radiodiagnostica Nella pratica ospedaliera attuale hanno raggiunto ampia diffusione due tecniche di radioimmagine: la gammagrafia e la tomografia di emissione positronica (PET). La prima utilizza composti che contengono un nuclide radioattivo emettitore γ e una camera capace di rivelare questo tipo di radiazione (gamma camera). N.B: I raggi γ sono più penetranti sia della radiazione α che β, ma sono meno ionizzanti. (Per ridurre l intensità dei raggi γ del 50% è necessario uno spessore di 1 cm di Pb). La PET da parte sua richiede la somministrazione (normalmente per via endovenosa) di un composto marcato con un emettitore di positroni (radiazione β + ). Quando questo positrone emesso da un organo del paziente incontra un elettrone entrambe le particelle si annichilano e al loro posto compaiono due fotoni di 511 kev che si spostano in direzioni opposte. Detti fotoni vanno a urtare, praticamente nello stesso tempo, rivelatori posti a coppie formando un angolo di 180 e questa informazione può essere processata per produrre una immagine tridimensionale dell emettitore [J. Chem. Ed. 71 (1994) 830].

Radiodiagnostica Perché un agente di radioimmagine compia adeguatamente la sua funzione deve possedere alcune caratteristiche fondamentali. La prima ha a che fare con la sua vita media (t 1/2 ). Questa deve essere sufficientemente lunga da permettere la sintesi e la manipolazione del composto che deve agire da radiofarmaco, la sua diffusione nel corpo fino a raggiungere l organo la cui immagine si desidera ottenere e la sua eliminazione dagli altri organi e tessuti, perché non interferisca al momento di prendere l immagine. Deve, inoltre, essere sufficientemente breve perché il radiotracciante non permanga un tempo più lungo del necessario nell organo, provocando una irradiazione dello stesso non necessaria. Questa proprietà fa sì che organi diversi richiedano nuclidi differenti. Per esempio i radiofarmaci impiegati in gammagrafie cardiache hanno vita media breve perché raggiungono l organo rapidamente. Nel campo della cardioimmagine in gammagrafia l isotopo 99m Tc (tecnezio = artificiale) rispetta tutti i requisiti citati. E un emettitore γ con una energia di 140 kev, un tipo di fotoni che è dentro l intervallo di registrazione usuale (100-250 kev) delle camere γ. Ha un t 1/2 di 6 h, sufficiente per preparare il composto marcato, raggiungere i tessuti cardiaci e registrare l immagine esponendo il paziente alla minima radiazione.

Schema di un generatore di 99 Mo / 99m Tc Viene preparato a partire da 99 Mo mediante il processo: 99 MoO 4 2-99m TcO 4 - + β - (Il nuclide 99 Mo, con t 1/2 = 67 h, viene a sua volta preparato per bombardamento con neutroni dell isotopo 98 Mo) Questo consiste di una colonna piena di allumina che porta adsorbito il molibdato, 99 MoO 4 2-. Il pertecnetato 99m TcO 4 -, che si va formando in modo continuo a misura che la reazione nucleare procede, viene eluito con siero fisiologico. La conccntrazione di 99m TcO 4 - nell eluato non supera normalmente il valore di 10 9 M. ( 99 Tc decade a 99 Ru, emettendo β -, con t 1/2 di 2.12x10 5 anni)

Preparazione del tecnezio Queste soluzioni possono essere trasformate in un complesso utile aggiungendo un riducente (quale tiosolfato, Sn(II), ecc.) e un legante appropriato. Per esempio, il radiofarmaco usato per captare immagini del miocardio in gammagrafia, cardiolite, [ 99m Te(CNR) 6 ] + (a, R = CH 2 C(CH 3 ) 2 OCH 3 ) può essere ottenuto per mezzo della reazione, in presenza di SnCl 2 : 99m TcO 4 - + RNC (eccesso) [ 99m Te(CNR) 6 ] + e probabilmente la sua incorporazione in questa specifica parte del muscolo cardiaco è dovuta al fatto che esso, per la sua natura cationica, utilizza le vie di penetrazione del potassio.

Questa tecnica necessita di distinti composti a seconda dell organo che deve essere esplorato. Così, l ottenimento di immagini del cervello implica l uso di agenti capaci di superare la barriera ematoencefalica e ciò significa, in termini generali, un carattere moderatamente idrofilo e l assenza di carica elettrica come si ha nel caso di neurolite (b), un complesso di ossotc(v) ed etilencisteina diestere, nel quale il metallo è pentacoordinato e il legante ha perso tre protoni producendo pertanto un composto neutro. Un composto di Tc impiegato per ottenere radioimmagini renali è un ossotc(v) complessato con mercaptoacetiltriglicina (c), che ha una carica globale mononegativa e un gruppo COOH libero, importante, a quanto pare, per l evoluzione metabolica del composto. Tutti questi composti del tecnezio appartengono a quelli che vengono denominati usualmente agenti di immagine di prima generazione.

Radiofarmaci di tecnezio La domanda di farmaci più specifici ha portato allo sviluppo degli agenti di II generazione, che sono stati prodotti unendo al radionuclide (direttamente o indirettamente attraverso un legante bifunzionale) una molecola biologica, per dare origine a un complesso biconiugato che mostra una alta affinità per un recettore presente nella zona di cui si cerca l immagine. Per esempio, la perdita del trasporto di dopammina nel cervello ha un ruolo importante in varie malattie neurologiche (p.e., il Parkinson). Si sa che la cocaina (fig. e) è capace di bloccare questi centri di trasporto. Pertanto, se si vuole ottenere una immagine dello stato di un cervello, una buona strategia può essere l unione di un agente di radioimmagine a una molecola il più possibile somigliante alla cocaina, perché in questo modo il nuovo radiofarmaco probabilmente si accumulerebbe nei centri di trasporto della dopammina disponibili. L idea è stata messa in pratica utilizzando il complesso di tecnezio in figura d, che provato nell uomo ha mostrato in effetti un accumulo selettivo nelle aree cerebrali ricche di siti di trasporto di dopammina.

Sebbene 99m Tc sia il radionuclide più utilizzato in radioimmagine, sono stati provati molti altri radiometalli e alcuni sono stati introdotti nella pratica di gammagrafia e PET. Esempi sono 67 Ga, 111 In e 201 Tl, quest ultimo ampiamente utilizzato nella diagnostica di tumori di cervello, osso, mammella o tiroide, sebbene il suo uso iniziale abbia avuto a che fare con le immagini cardiache, campo nel quale è stato rimpiazzato dal tecnezio. Il recente sviluppo di camere di gammagrafia che consentono immagini tridimensionali (single photon emession computerized tomography, SPECT), basate sulla ricostruzione con computer di una serie di immagini piane prese dalla camera gamma mentre essa ruota intorno al paziente, sta rendendo sempre più estesa la diversificazione fra questa tecnica e la PET. L uso con fini terapeutici nel trattamento dei processi cancerogeni è un altro importante aspetto applicativo dei radionuclidi. La terapia del cancro utilizza attualmente tre procedure: chirurgia, chemioterapia e radioterapia. Quest ultimo metodo, quando si usa radiazione esterna, ha il problema che esso può influenzare non solo il tessuto canceroso, ma anche i tessuti circostanti, e questo tipo di danni è difficile da eliminare e da predire. Perciò sono interessanti in radioterapia i procedimenti che permettono di ridurre la radiazione incidente sui tessuti sani, sensibilizzando le cellule tumorali e canalizzando su di esse la dose della radiazione.

In tal senso un metodo che soddisfa questi principi di irradiazione selettiva del tessuto malato potrebbe, almeno ipoteticamente, essere sviluppato somministrando un isotopo che emetta particelle molto energetiche (α o β o elettroni Auger) e che sia assorbito selettivamente dal tumore. In questo modo gli effetti distruttivi rimarrebbero confinati alle cellule tumorali. Attualmente si hanno in uso clinico solo tre composti che contengono rispettivamente 89 Sr, 153 Sm e 186 Re; è da dire che tutti fanno uso di nuclidi emettitori di particelle β e, inoltre, tutti vengono impiegati per ridurre il dolore nei casi di metastasi ossea. Il composto di renio che ha formula [ 186 ReHEDP] (dove HEDP è un anione dell acido idrossietilendifosfonico) viene preparato riducendo il perrenato, 186 ReO - 4, con SnCl 2 in presenza di un eccesso dell acido citato. La struttura del complesso non è conosciuta in dettaglio, ma le sue soluzioni probabilmente contengono oligomeri e polimeri nei quali il metallo è coordinato con gli atomi di ossigeno dell anione. Probabilmente il legante serve, data la sua affinità per il Ca 2+, a unire il radioisotopo con la idrossiapatite delle facce dell osso che sono in fase di sviluppo [Hegg et al. Acc. Chem. Res. 32(1999) 1053].

Terapia con cattura neutronica Una tecnica terapeutica in uso adopera una via alternativa apparentemente più complicata, ma altamente efficace: si tratta della cosiddetta terapia con cattura neutronica (TCN). Questa tecnica è basata sul fatto che certi nuclidi, radioattivi o non, sono capaci di assorbire neutroni lenti, o termici, la cui energia (0,025 ev) è incapace di ionizzare i componenti di un tessuto. Tuttavia, in seguito all assorbimento di questi neutroni i nuclei diventano instabili e subiscono fissione producendo particelle altamente energetiche, che sono letali per i sistemi biologici, ma che hanno corta portata, e perciò i loro effetti possono essere molto localizzati. Pertanto, se si dispone di uno di questi nuclidi inseriti in un tessuto tumorale e questo viene bombardato con neutroni termici, la radiazione generata in situ dovrebbe distruggere soltanto le cellule cancerose. Un esempio significativo di TCN utilizza 10 B. Questo nuclide, che non è radioattivo, rappresenta il 20% del boro naturale. Quando viene bombardato con neutroni lenti esso subisce la trasformazione: 10 B + n 11 B 4 He + 7 Li + 2,79 MeV (6 %) 11 B 4 He + 7 Li + γ (0,48 MeV) + 2,31 MeV (94 %) Cioè esso si trasforma in un nuclide (ionizzato) di 4 He e un altro di 7 Li e un fotone di radiazione gamma. L energia di 2,31 ev ceduta in aggiunta viene assorbita sotto forma di energia cinetica dalle particelle prodotte. Queste, a causa del loro raggio e contenuto energetico, percorrono un cammino di approssimativamente 9-10 µm, equivalente alla dimensione di una sola cellula.

Rappresentazione schematica di un esperimento di terapia mediante cattura neutronica con un composto di 10 B. Il problema, con questa tecnica, è di disegnare i composti di 10 B capaci di accumularsi selettivamente nei tessuti tumorali per concentrare in essi la radiazione. Di fatto, le condizioni più importanti che questi composti devono soddisfare sono: i) raggiungere concentrazioni di 10 B nei tumori nell intervallo 20-35 µg; ii) dare un rapporto di concentrazione tumore:tessuto normale fra 3 e 5; iii) avere una bassa tossicità.

Composti di 10 B Come nel caso dei derivati anticancerogeni del platino, la TCN con 10 B è passata lungo la sua storia (inizi negli anni 50) attraverso diversi composti che possono essere classificati in generazioni. Così quelli di prima generazione (figura a) sono l acido p-carbossifenilboronico (PCPB) e gli anioni borano [B 10 H 10 ] 2- e [B 10 H 12 ] 2- che, a differenza degli idruri neutri hanno una notevole stabilità chimica e idrolitica. La sperimentazione clinica di questi composti fu un completo insuccesso e fu al punto di frenare lo sviluppo della TCN a causa dell aumento di mortalità dei pazienti a seguito della irradiazione neutronica. Probabilmente ciò fu dovuto al fatto che la concentrazione degli agenti nel sangue era più grande che nel tumore e questo danneggiava l endotelio vascolare del cervello [Soloway et al., Chem. Rev. 98 (1998)1515].

Composti di 10 B Gli unici composti attualmente in uso clinico appartengono alla seconda generazione (figura b). Essi sono ancora un derivato dell acido fenilboronico (BPA) e un anione borano funzionalizzato con un gruppo solfidrile ([B 12 H 11 SH] 2-, BSH). Il trattamento di topi, ai quali era stato impiantato nel cervello il glioma F98 (tumore del sistema nervoso centrale), usando la tecnica TCN con BPA e BSH combinati per catturare i neutroni produsse un 25% di guarigioni e rappresenta il primo caso di successo nella lotta a questo virulento tumore.

Lo sviluppo di composti della terza generazione procede utilizzando la strategia della chimica biconiugata, cercando l unione di composti di 10 B con diverse molecole, soprattutto con quelle che possano condurre ad una unione diretta con il DNA, in modo che l irradiazione neutronica conduca principalmente alla distruzione dei nuclei delle cellule cancerose. Bisogna dire, infine, che i composti di boro convenientemente marcati con un radionuclide possono essere utilizzati con un duplice obiettivo; da una parte per analizzare la propria evoluzione biologica in prove precedenti il loro uso in TCN e, dall altra, per sfruttare la loro stabilità in ambienti biologici, dove pare che non vengano scoperti dai sistemi enzimatici, e rendere stabile il sistema generatore della immagine. [vedi E. Hawthorne et al. Chem. Rev. 99 (1999) 3421].