Gli invasi Artificiali e la gestione Angelo Felli ISPRA Istituto Superiore per la Protezione e Ricerca Ambientale Ing. Angelo Felli 11 Febbraio 2013 1
Parte prima: Ing. Paola Galliani Invasi artificiali, la loro classificazione, competenza del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, elementi conoscitivi sul loro dimensionamento. benefici indotti sul territorio. Parte seconda: Ing. Angelo Felli Interrimento degli invasi artificiali. Progetti di gestione. Ing. Angelo Felli 11 Febbraio 2013 2
Sommario Interrimento degli invasi artificiali. Alcune definizioni. L interrimento degli invasi in Italia. Progetti di gestione. Inquadramento normativo. Contenuti del progetto di gestione. La gestione dei sedimenti. Fluitazione. Rimozione tramite dragaggi. Ing. Angelo Felli 11 Febbraio 2013 3
Introduzione: schema definizioni tecnico-normative volume di invaso volume morto volume utile di regolaz. originaria intersezione tra paramento di monte e piano di campagna Ing. Angelo Felli 11 Febbraio 2013 4
Competenze invasi artificiali Ing. Angelo Felli 11 Febbraio 2013 5
Interrimento degli invasi artificiali. Alcune definizioni. Grado di interrimento percentuale del serbatoio: il rapporto, espresso in percentuale, tra il volume di interrimento presente nell invaso ed il corrispondente volume di invaso al tempo iniziale. GI% = (V V Ti ) INT ΔT 100 Ing. Angelo Felli 11 Febbraio 2013 6
Interrimento degli invasi artificiali. Alcune definizioni. Tasso percentuale medio annuo di Interrimento o perdita di capacità di invaso è il rapporto tra il volume di interrimento medio annuo e il volume d invaso al tempo iniziale. TI% = (V INT V ) Ti medio annuo 100 Ing. Angelo Felli 11 Febbraio 2013 7
Due esempi significativi Diga di Quarto 100.00% 90.00% 80.00% 70.00% 60.00% 50.00% Grado di Interrimento 40.00% 30.00% 20.00% 10.00% 0.00% 01/01/1920 01/01/1930 01/01/1940 01/01/1950 01/01/1960 01/01/1970 01/01/1980 01/01/1990 01/01/2000 01/01/2010 Grado di interrimento % Anni di esercizio Ing. Angelo Felli 11 Febbraio 2013 8
Due esempi significativi 100.00% Diga di Comunelli Grado di interrimento % 90.00% 80.00% 70.00% 60.00% 50.00% 40.00% 30.00% 20.00% 10.00% Grado di Interrimento 0.00% 01/01/1960 01/01/1970 01/01/1980 01/01/1990 01/01/2000 01/01/2010 Anni di esercizio Ing. Angelo Felli 11 Febbraio 2013 9
L interrimento degli invasi in Italia. E stata effettuata una stima dell entità complessiva dell interrimento dei grandi serbatoi italiani : campione di n 285 serbatoi pari a circa il 52% del (543) parco totale corrispondenti ad un volume complessivo di invaso potenziale di 7, 35 miliardi di m3 pari a circa il 55% del volume totale di invaso potenziale di tutte le grandi dighe italiane (13,35 miliardi di m3). Stima dell interrimento complessivo pari a circa 4.000 Mm3 (4 miliardi di m3) corrispondente al 30% del volume totale originario degli invasi. Ing. Angelo Felli 11 Febbraio 2013 10
L interrimento degli invasi in Italia. Ing. Angelo Felli 11 Febbraio 2013 11
Progetti di gestione. Inquadramento normativo. Legge 319/76 (legge Merli) sulla tutela delle acque dall inquinamento. Articolo 40 Decreto legislativo 152/1999. Decreto Ministero dell Ambiente 30 giugno 2004. Articolo 114 Decreto Legislativo 152/2006. Articolo 43 del D.L.201/2011 convertito con L.214/2011 decreto salva Italia Ing. Angelo Felli 11 Febbraio 2013 12
Progetti di gestione. Inquadramento normativo. Legge 319/76 (legge Merli) sulla tutela delle acque dall inquinamento. Lo scopo era di regolamentare gli scarichi industriali. In un interpretazione restrittiva della legge anche gli scarichi delle dighe sono stati assimilati agli scarichi industriali. Il limite del liquido allo scarico di 80 mg/l che di fatto era incompatibile con i valori che solitamente si riscontrano sia durante le piene naturali dei corsi d acqua e sia in occasione dell apertura degli scarichi di fondo per effettuare possibili operazioni di spurgo e disinterro, come fino ad allora erano state effettuate, con concentrazioni superiori di oltre due ordini di grandezza. Ing. Angelo Felli 11 Febbraio 2013 13
Progetti di gestione. Inquadramento normativo. Articolo 40 Decreto legislativo 152/1999. Riconosce che gli scarichi delle dighe non devono essere assoggettati alla disciplina degli scarichi industriali e che le operazioni di svaso, sghiaiamento e sfangamento sono finalizzate ad "assicurare il mantenimento della capacità di invaso. Impone al gestore la predisposizione di un Progetto di gestione dell invaso da sottoporre a parere preventivo dalla regione competente. Stabilisce che il progetto di gestione debba essere redatto sulla base di criteri che saranno definiti, successivamente, dal Ministero dell Ambiente e dal Ministero delle Infrastrutture. Ing. Angelo Felli 11 Febbraio 2013 14
Progetti di gestione. Inquadramento normativo. Decreto Ministero Ambiente 30 giugno 2004. Stabilisce che: Il gestore predisponga il Progetto di Gestione, e lo presenti alla regione, per l approvazione previo parere preventivo dell'amministrazione competente a vigilare sulla sicurezza dell'invaso e dello sbarramento. Il Progetto di gestione e' finalizzato a definire il quadro previsionale delle operazioni di svaso, sfangamento e spurgo per assicurare il mantenimento della capacità utile dell'invaso e per garantire il funzionamento degli organi di scarico e di presa. Le operazioni di svaso, sfangamento e spurgo devono essere eseguite tutelando la risorsa idrica ed in conformità alle e prescrizioni contenute nei piani di tutela delle acque e nel rispetto degli obiettivi di qualità dei corpi idrici interessati e nel rispetto della normativa ambientale. Ing. Angelo Felli 11 Febbraio 2013 15
Progetti di gestione. Inquadramento normativo. Articolo 114 Decreto legislativo 152/2006. Ribadisce le indicazioni già formulate nel vecchio Decreto legislativo 152/1999. Stabilisce che il progetto di gestione debba essere redatto sulla base di criteri che saranno definiti, successivamente, dal Ministero dell Ambiente e dal Ministero delle Infrastrutture. Stabilisce che, in attesa della definizione dei nuovi criteri, i gestori che abbiano necessità di rimuovere i sedimenti, possano seguire i criteri di cui al decreto del 30 giugno 2004. A oggi i nuovi criteri non sono stati ancora definiti. Ing. Angelo Felli 11 Febbraio 2013 16
Progetti di gestione. Inquadramento normativo. Comma 9 articolo 43 del D.L.201/2011 convertito con L.214/2011 decreto salva Italia. Stabilisce che: i concessionari o i richiedenti la concessione di derivazione d acqua da grandi dighe, che non abbiano ancora redatto il progetto di gestione dell invaso ai sensi dell articolo 114, del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, sono tenuti a provvedere entro il 31 dicembre 2012. Questa prescrizione vale per le grandi dighe mentre, per le restanti, si resta in attesa dei criteri di cui all Articolo 114 Decreto legislativo 152/2006 Ing. Angelo Felli 11 Febbraio 2013 17
Progetti di gestione. Contenuti CARATTERIZZAZIONE DI BASE Piano operativo A Piano operativo B Piano operativo C Piano operativo N Ing. Angelo Felli 11 Febbraio 2013 18
Caratterizzazione di base Descrizione geografica del territorio e ubicazione invaso Descrizione dello sbarramento Caratteristiche del bacino idrografico Caratterizzazione dell invaso Caratterizzazione del corpo idrico di valle Programma generale delle attività di svaso/ sfangamento Effetti potenziali sull ecosistema e misure di mitigazione Piano delle manovre sistematiche Ing. Angelo Felli 11 Febbraio 2013 19
Piano operativo modalità operative di sfangamento; monitoraggio pre, durante e post operazione; misure di mitigazione; piano delle comunicazioni. Ing. Angelo Felli 11 Febbraio 2013 20
Gestione dei sedimenti Asportazione di materiale: operazione di sfangamento o sghiaiamento che utilizza sistemi di pompaggio o di dragaggio. Fluitazione: operazione di sfangamento che fa esitare a valle, prevalentemente a bacino vuoto, il materiale solido sedimentato, trascinato o disperso nella corrente idrica, attraverso gli organi di scarico di fondo. Ing. Angelo Felli 11 Febbraio 2013 21
Asportazione di materiale Dragaggio e Scavo Dragaggio: rimozione dei sedimenti avviene tramite l impiego di draghe, classificate in meccaniche ed idrauliche Le prime utilizzano apparati per lo scavo meccanico (fresatura, sgretolamento ed incisione della roccia o dei sedimenti più compatti); le seconde i sistemi di aspirazione che risucchiano sedimenti e materiali incoerenti con pompe. Scavo: Lo scavo viene condotto attraverso l impiego di una ascavatore e richiede l allontanamento delle acque che può essere realizzato tramite: palancole; strutture di contenimento; deviazione temporanea o permanente del fiume e/o corpo idrico; Ing. Angelo Felli 11 Febbraio 2013 22
Asportazione di materiale esempi di Dragaggio Draga meccanica a benna Ing. Angelo Felli 11 Febbraio 2013 23
Asportazione di materiale esempi di Dragaggio Benna convenzionale Ing. Angelo Felli 11 Febbraio 2013 24
Asportazione di materiale esempi di Dragaggio A sinistra draga a benna a tenuta stagna e a destra draga a benna con braccio articolato Ing. Angelo Felli 11 Febbraio 2013 25
Asportazione di materiale esempi di Dragaggio Draga idraulica Ing. Angelo Felli 11 Febbraio 2013 26
Asportazione di materiale esempi di Dragaggio Draga idraulica turbosoffianti Ing. Angelo Felli 11 Febbraio 2013 27
Fluitazione Scarico di fondo Ing. Angelo Felli 11 Febbraio 2013 28
Fluitazione Scarico di fondo Ing. Angelo Felli 11 Febbraio 2013 29
Fluitazione Misurazione in continuo del solido sospeso opacità acque Ing. Angelo Felli 11 Febbraio 2013 30
Fluitazione Misurazione tramite coni imhoff Ing. Angelo Felli 11 Febbraio 2013 31
Gestione dei sedimenti inquadramento normativo La normativa europea, recepita in Italia, per i sedimenti dragati, due CER Codici Europeo Rifiuti 17 05 05* fanghi di dragaggio, contenente sostanze pericolose 17 05 06 fanghi di dragaggio, diversa da quella di cui alla voce 17 05 05 La stessa normativa stabilisce che : L inclusione di una sostanza o di un oggetto nell elenco non significa che esso sia un rifiuto in tutti i casi. Pertanto, anche in relazione alla qualità del sedimento, abbiamo due possibilità operative: I sedimenti sono rifiuti = Smaltimento in discarica. I sedimenti non sono rifiuti = utilizzo Ing. Angelo Felli 11 Febbraio 2013 32
Gestione dei sedimenti Possibilità di utilizzo dei sedimenti dragati procedure semplificate (DM 5 febbraio 1998 e s.m.i.); procedure cessazione della qualifica di rifiuto (rif. art. 184-ter d.lgs 152/2006 come modificato dall art. 12 del d. lgs 205/2010); sedimenti spostati all'interno di acque superficiali purché non pericolosi, sono esclusi dall'ambito di applicazione della normativa rifiuti. (rif. comma 3 art. 185 d.lgs 152/2006 come modificato dall art. 13 del d. lgs 205/2010); Sottoprodotto (rif. art. 184-bis d.lgs 152/2006 come modificato dall art. 12 del d. lgs 205/2010) Ing. Angelo Felli 11 Febbraio 2013 33
Procedure Semplificate (DM 5 febbraio 1998 e s.m.i.); caratteristiche: materiale composto da limi, argille, sabbie e ghiaie con contenuto in acqua <80%, non pericoloso*, idrocarburi totali <30 mg/kg SS, PCB <0,01 mg/kg SS, IPA <1 mg/kg SS, pesticidi organoclorurati <0,01mg/kg SS, coliformi fecali <20 MPN in 100 ml; salmonelle assenti in 5000 ml; attività di recupero: formazione di rilevati e sottofondi stradali; esecuzione di terrapieni e arginature, utilizzo per riprofilare porzioni della morfometria della zona d'alveo; recupero è subordinato all'esecuzione del test di cessione UNI 10802; quantità massime di rifiuti recuperabili 500 tonnellate/anno; quantità massime messe a riserva 38.940 tonnellate/annue. * rif. art. 5 DM 5 aprile 2006 n. 186 Ing. Angelo Felli 11 Febbraio 2013 34
Procedure cessazione della qualifica di rifiuto (rif. art. 184-ter d.lgs 152/2006 come modificato dall art. 12 del d. lgs 205/2010); Un rifiuto cessa di essere tale, quando è stato sottoposto a una operazione di recupero, incluso il riciclaggio e la preparazione per il riutilizzo, e soddisfi i criteri specifici, da adottare nel rispetto delle seguenti condizioni: a.la sostanza o l'oggetto è comunemente utilizzato per scopi specifici; b.esiste un mercato o una domanda per tale sostanza od oggetto; c. la sostanza o l'oggetto soddisfa i requisiti tecnici per gli scopi specifici; d.l'utilizzo della sostanza o dell'oggetto non porterà a impatti complessivi negativi sull'ambiente o sulla salute umana. L'operazione di recupero può coincidere con la verifica delle predette condizioni. Ing. Angelo Felli 11 Febbraio 2013 35
SOTTOPRODOTTO a. la sostanza o l'oggetto è originato da un processo di produzione, di cui costituisce parte integrante, e il cui scopo primario non è la produzione di tale sostanza od oggetto; b. è certo che la sostanza o l'oggetto sarà utilizzato, nel corso dello stesso o di un successivo processo di produzione o di utilizzazione, da Parte del produttore o di terzi; c. la sostanza o l'oggetto può essere utilizzato direttamente senza alcun ulteriore trattamento diverso dalla normale pratica industriale; d. l'ulteriore utilizzo è legale, ossia la sostanza o l'oggetto soddisfa, per l'utilizzo specifico, tutti i requisiti pertinenti riguardanti i prodotti e la protezione della salute e dell'ambiente e non porterà a impatti complessivi negativi sull'ambiente o la salute umana. Ing. Angelo Felli 11 Febbraio 2013 36
GRAZIE PER L ATTENZIONE Ing. Angelo Felli 11 Febbraio 2013 37