Archeologia del Cinema/Pre cinema



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Transcript:

Archeologia del Cinema/Pre cinema Le origini del cinema si potrebbero far risalire addirittura al tempo dei Faraoni o nei vasi Greci dove si può osservare come le rappresentazioni non sono altro che scansioni di un movimento, di una azione: scrivere in movimento. Vaso greco, conservato al British Museum, con la raffigurazione della raccolta delle olive. Fin dai tempi più antichi gli uomini hanno manifestato il desiderio di rappresentare il mondo e di raccontare storie attraverso la proiezione di immagini in movimento. Risalgono a un tempo molto remoto i primi spettacoli di ombre (o Ombre Cinesi), che ebbero la loro genesi in Estremo Oriente e si diffusero poi anche in Europa nel XIX secolo. Figure bidimensionali venivano retroilluminate proiettando la loro ombra su schermi o teli bianchi. Nelle costruzioni più sofisticate queste figure erano, completamente o in parte, in materiale metallico e snodate in più punti per rendere possibile il movimento attraverso particolari meccanismi. Lo spettacolo assomigliava a quello delle odierne marionette, anche se l'ambiente, l'atmosfera in cui si svolgeva la rappresentazione (una grande sala buia) creava un alto grado di partecipazione emotiva. Il successo fu tale che, al Palace Royal di Parigi, nel 1784, fu aperto da F.S. Seraphin un teatro stabile per spettacoli di ombre. Contemporaneamente le immagini dei protagonisti dei suoi spettacoli venivano riprodotte, stampate su carta e vendute come giochi per i bambini, i Seraphin per l'infanzia, fabbricati a Epinal, Nancy e Metz. Nonostante la precisione e l'abilità raggiunte nella costruzione delle sagome, la proiezione nel teatro d'ombre permetteva la visione solo dei contorni delle figurine intagliate. Ma già da parecchi anni si studiavano le proprietà delle lenti e come queste potessero essere usate per rendere più incisive e nitide le proiezioni di piccole immagini dipinte su lastre di vetro. Ciò diede origine a un altro grande e famoso spettacolo con le immagini, popolarissimo nel secolo scorso: la proiezione con la lanterna magica. Ma la prima prova concreta di immagini animate o immagini luminose proiettate attraverso un artificio naturale, ottico è avvenuto con l invenzione della camera oscura. Ombre Cinesi 1

Nel 1515 Leonardo da Vinci, studiando la riflessione della luce sulle superfici sferiche descrisse una camera oscura che chiamò Oculus Artificialis (occhio artificiale). La Camera Oscura vede la sua nascita grazie al lavoro di un inventore Italiano, Giovanni Battista della Porta, che nel 1589 proietta per la prima volta in una stanza buia immagini animate a colori: alcuni comici stavano al di fuori di una sala immersa nel buio e nella quale vi era un foro su cui erano state poste delle lenti colorate, le immagini dei comici erano così proiettate con luce solare sulla parete opposta; la rappresentazione era poi accompagnata da musiche e rumori vari. Camera Oscura Magiae Naturalis Questo è lo schema delle lenti concave e convesse che permisero a Giovanni Battista della Porta di raddrizzare l immagine della Camera Oscura per la proiezione. Nel 1659 Christiaan Huygens, un protestante Olandese, inventò la Lanterna di Paura o Lanterna Magica : Le lanterne avevano come obiettivo una lente semplice. Le più rudimentali utilizzavano come fonte di luce una candela, mentre altre funzionavano ad alcool, a gas o a petrolio. La lanterna proiettava immagini dipinte a mano su appositi vetrini, che potevano raffigurare personaggi, paesaggi, ma anche attraverso la successione di diversi vetrini brevi storie. Potremmo paragonare l'effetto prodotto da questo apparecchio a quello che si può ottenere oggi con un proiettore per diapositive. Anche le lanterne magiche hanno una piccola storia scientifica : una storia basata su principi di ottica, sulle proprietà della luce e delle lenti e sugli effetti che si possono ottenere dalle 12 combinazioni di queste ultime. I primi studi sulla camera oscura sono di Leonardo da Vinci (1452 1519). Egli la descrive nel Codice Atlantico come una piccola scatola buia in grado di catturare immagini. Negli anni successivi altri 2

studieranno e analizzeranno questo fenomeno ottico, approfondendone la ricerca e fissandone leggi e principi. Sembra che la prima lanterna sia stata costruita nel 1646 dal gesuita Athanasius Kircher (1602 1680). Essa viene descritta, insieme a vari studi sulle proprietà delle lenti, nel suo libro Ars Magna Lucis et Umbrae. La lanterna, oltre che oggetto di studio, fu considerata in un primo tempo uno strumento didattico che poteva aiutare i docenti durante le loro lezioni. Dopo breve tempo anche il mondo dello spettacolo si interessò a questa strana macchina che permetteva la dilatazione delle dimensioni e dei confini delle immagini che vi venivano inserite. Fu così che, accompagnate da colonne sonore e racconti spesso fantastici, le proiezioni con la lanterna magica diventarono, nella prima metà dell'ottocento, un vero e proprio spettacolo d'intrattenimento. In seguito alcune lanterne, sono state modernizzate. Il cavalier Marmi, sostituendo l'originaria fonte luminosa con una lampadina e dotando la lanterna di un motorino per lo scorrimento automatico delle immagini, ha trasformato questo semplice strumento di proiezione, in un efficiente proiettore. Con il passar del tempo anche i vetrini vennero notevolmente migliorati e resi mobili tramite congegni a cinghia e a cremagliera, al fine di riprodurre, durante la proiezione, l'illusione del movimento. La Lanterna Magica divenne ben presto uno degli strumenti più spettacolari di intrattenimento e si diffuse rapidamente in tutto il mondo. Lanterna Magica Nel 1790 la lanterna Magica si sposta su rotaie e, con l uso di uno schermo o su uno schermo di fumo, nasce la Fantasmagoria uno spettacolo che era ispirato dalla Dance of Death di Hans Holbein il Giovane, ma che si diffonde poi in tutto il 19 secolo grazie a Robert Houdin. Fantasmagoria È evidente come, sin dall'antichità, il fenomeno della persistenza sull'occhio delle impressioni prodotte dalla luce sia stato un costante oggetto di studio. L immagine attraverso la camera obscura c era ed era a portata di mano. Però, bisognava copiarla con la matita e riempire, poi, i bordi tracciati, con i colori. Sarebbe stato davvero formidabile poter rendere fissa questa immagine sulla carta e sui fogli da disegno, senza l intervento della mano dell artista! Questo deve essere stato, il vero sogno di tanta gente se, in un 3

certo periodo della storia, troviamo decine di persone impegnate nelle ricerche per fermare quella immagine del sole senza l intervento dell artista. Il Taumatropio può essere considerato il primo giocattolo ottico. Fu costruito per primo da Fitton nel 1825 e si diffuse in Inghilterra a partire dal 1826. E' un semplice giocattolo basato sulla illusoria sovrimpressione ottica che si crea tra due immagini disegnate sulle due facce di un dischetto che viene fatto girare rapidamente su se stesso mediante elastici o cordicelle. Il taumatropio effettivamente non presenta nessun tipo di movimento, ma semplicemente trasforma due diverse immagini in una nuova immagine grazie ad "una illusoria identificazione". Si tratta del primo passo di un lungo cammino: la materializzazione in gioco del fenomeno della persistenza dell'immagine sulla retina dell'occhio, fenomeno alle origini della comprensione dell'illusione del movimento. Il taumatropio più famoso, che è stato ripresentato dalla sua invenzione fino ai giorni nostri, è quello dell'uccellino dentro la gabbia: da una parte del disco è disegnato l'uccellino, dall'altra la gabbia, nella macchina girando si vede l'uccellino dentro la gabbia. Naturalmente è necessario raggiungere una certa velocità nella rotazione di questo disco perché altrimenti la terza immagine che è data dalla somma delle altre due non è visibile. Vi state chiedendo come ciò sia possibile? Il segreto è presto svelato: il nostro cervello è in grado di trattenere in memoria per qualche attimo l'immagine di un oggetto anche dopo che questo è scomparso alla nostra vista. La retina, posta in fondo al bulbo oculare, invia al cervello l'immagine; questo la memorizza per circa 1/16 di secondo e se, immediatamente dopo, davanti ai nostri occhi passa una seconda immagine, per effetto della persistenza le due si fondono. Taumatropio Nel 1826 dopo il peltro e il rame, Niépce utilizzò, per le sue eliografie, così venivano chiamate, il rame argentato che dopo l esposizione, veniva fatto passare sopra vapori di iodio. Questi avevano il potere di togliere ogni traccia di bitume fino a scoprire il metallo sul quale, appunto, questo era stato steso. I vapori annerivano l argento mentre le parti protette dal bitume rimanevano chiare. Una delle prime eliografie eseguita da Niepce nel 1829 stendendo bitume di giudea su vetro 4

In questo periodo ricerca fotografica fece passi da gigante e riuscì nel 1839 con il Dagherrotipo (così fu chiamata subito l immagine su metallo messa a punto da Daguerre) a catturare le immagini in movimento su delle pellicole impressionabili. Ma chi era Daguerre? Louis Jacques Mandé Daguerre, dominato fin dall infanzia dalla vocazione per la pittura, non aveva saputo resistere alla vita di impiegato di ufficio dove le aspirazioni paterne lo avevano confinato ed abbandonato il paese natale per tentare la grande avventura di Parigi divenne allievo di un famoso scenografo e ne seguì le orme acquistando ben presto perizia e fama. L 11 luglio 1822 aprì al pubblico uno spettacolo assolutamente nuovo per quell epoca e pieno di sorprese e di illusioni: il Diorama che fece furore per diciassette anni, fino a quando il 3 maggio 1839, un incendio lo distrusse in meno di due ore. Il Diorama era una sala circolare capace di contenere 350 persone. Lo spettacolo consisteva nella presentazione, su una piattaforma girevole, di vedute dipinte su tele di cotone trasparenti. Queste erano disposte prospetticamente su una profondità di 15 20 metri. Ogni quadro poteva raggiungere la lunghezza di 22 metri e la larghezza di 14 ed era illuminato in modo da ottenere un gioco di ombre e di chiaroscuri capaci di riprodurre con fedeltà incredibile tutti gli effetti della luce in natura, cioè rappresentare, per esempio, un paesaggio o un interno immerso nel sole splendente o nella nebbia o nella penombra del crepuscolo. La Stroboscopia e la Fotografia ben presto si fusero insieme. Nel 1830, la Ruota di Faraday, dal nome dell'inventore, nasce nell'ambito di studi fisici e consiste in una ruota dentata che, fatta girare velocemente davanti a uno specchio, presenta un'incredibile fenomeno ottico. L'immagine riprodotta sul disco che si va a riflettere sullo specchio, vista attraverso le fessure, non solo non si annulla con il veloce movimento circolare, ma appare addirittura immobile. Al tempo della sua invenzione la ruota di Faraday fu sfruttata soprattutto nell'ambito fisico e fu diffusa per l'illusione ottica che riusciva a creare. Il Fenachistoscopio (1831) e' la prima vera "movie machine". Per la prima volta, infatti, con esso viene creata l'illusione del movimento. L'apparecchio, elaborato nel 1832 dal fisico belga Joseph Ferdinand Plateau, e' costituito da un disco ruotante di cartone con delle immagini in circolo, e delle fessure attraverso cui guardare queste immagini in uno specchio. L'occhio manda al cervello la prima immagine quando la fessura passa davanti alla nostra pupilla; viene così memorizzata la prima immagine. Dopo la prima immagine passa il cartoncino nero che produce un attimo di buio, per cui il nostro cervello ha il tempo di memorizzare la prima immagine, ripassa davanti una seconda fessura che ci dà la possibilità di vedere una seconda immagine; che ha una piccola variazione rispetto alla prima nel movimento che viene rappresentato nel disco. Il nostro cervello ha memorizzato la prima, ha avuto un attimo di pausa, vede la seconda, le collega, vede la trasformazione, ce la fa percepire e noi avvertiamo il movimento. Naturalmente non vengono memorizzate tante immagini, per cui una volta dimenticatala prima immagine viene tenuta in memoria la seconda, quando il cartoncino nero ripassa davanti al nostro occhio; poi terza fessura, terza immagine, collegamento fra la seconda e la terza immagine e nuovamente visione del movimento. E da considerare il precursore del cinema moderno, la scoperta fu quella della legge sulla quale si fonda la visione la proiezione del film", questo gli valse, ad opera di alcuni autori, il magniloquente titolo di "Grand pere du cinema". 5

Fenachistoscopio Nel 1833 nasce lo Stroboscopio, un apparecchio consimile al "fenachistoscopio" di Plateau realizzato dall'austriaco Simon R. Stampfer, professore di geometria applicata del Politecnico di Vienna. Proprio per la sua formazione scientifica, Stampfer orienta l'utilizzazione del suo disco stroboscopio verso l'analisi e la ricostruzione di movimenti meccanici (ad esempio sistemi di ingranaggi) e per ricerche nel campo della fisica. Elaborato da William George Horner col nome di Daedalum nel 1833 si sviluppa lo Zootropio. Si tratta di un cilindro perforato ai suoi bordi con aperture regolarmente distanziate. Ogni disegno tracciato all'interno negli spazi situati tra le fessure sarà visibile attraverso le fessure opposte. Se questi disegni riproducono le fasi successive di un'azione, si otterrà il medesimo effetto di movimento che si ha col disco del fenachistoscopio davanti allo specchio. Non si ha bisogno di avvicinare l'occhio all'apparecchio: quando gira, sembra trasparente e parecchie persone insieme possono ammirare il fenomeno. Zootropio Nel 1860 una nuova ondata di ricerca approda ad un principio importante della cinematografia: l invenzione di un piatto fotosensibile o di nastri che possono essere spostati ad intermittenza di fronte ad un obiettivo, questo grazie alla scoperta del disco otturatore (Henry Du Mont, 1861; Louis Ducos du Hauron, 1864). Il Flip Book (1868) o Kineograph, inventato da Linnet, potrebbe essere considerato il prototipo del "cartone animato". La parola flip book letteralmente significa "libro che scorre". E' un semplice giocattolo composto da una serie di immagini disegnate su cartoncini rettangolari. I disegni, come quelli del fenachistiscopio e 6

dello zootropio, sono disegnati in successione, riprendono cioè un movimento in sequenza. Facendo scorrere il piccolo libricino fra le dita, i disegni, grazie all'interruzione provocata dal salto, appaiono in movimento; si riproduce lo stesso effetto che si otteneva con il movimento dei dischi del fenachistiscopio e con i tamburi degli zootropi. Flip Book Nel 1872 il fotografo inglese Eadweard Muybridge (negli Stati Uniti) ottenne i negativi della prima successione di cavalli al galoppo utilizzando un'ingegnosa apparecchiatura: lungo una pista su cui correvano alcuni cavalli erano sistemate ventiquattro cabine, delle camere oscure nelle quali ventiquattro operatori dovevano preparare, a un determinato segnale, ventiquattro lastre di collodio umido. Una volta caricati i ventiquattro apparecchi, si lanciavano i cavalli sulla pista, e questi si fotografavano da soli spezzando i fili disposti sul percorso. Cavalli al galoppo Nel 1874, l'astronomo francese Pierre JC Janssen è riuscito a fotografare le varie fasi del passaggio di Venere tra il Sole e la Terra su un disco sensibile. Il Prassinoscopio (1877)e' un'elaborazione dello zootropio. E' stato inventato e costruito dal francese Emyle Reynaud. Il movimento delle figure viene reso da un tamburo centrale, poligonale fatto a specchi, uno per ogni immagine. Le immagini virtuali vengono viste nel centro del tamburo riflesse negli specchietti. Lo strumento venne successivamente venduto e venne dato il nome di "Teatro Prassinoscopio". 7

Prassinoscopio Nel 1882 Il cannone fotografico dell astronomo Pierre JC Janssen ispirò il fisiologo Etienne Jules Marey, che perfezionò il proprio Fucile Fotografico (o cronofotografo) allo scopo di ottenere fotografie che mostrassero il volo degli uccelli, stimolato dal lavoro fatto da Muybridge, costruì il "fucile fotografico". Potevano essere fatte in un secondo dodici esposizioni su una piastra che era mossa periodicamente per una distanza determinata da un meccanismo ad orologeria. Oltre alla versione a lastre, come abbiamo detto, fu costruita anche una versione a pellicola con un incremento del numero di "fotogrammi" impressionati al secondo; nella suddetta versione il Cronofotografo (o anche Fucile Fotografico) riusciva ad impressionare sino a 100 fotogrammi al secondo. Fucile Fotografico Forte del proprio successo, Reynaud negli anni successivi apporta continue modifiche al suo prassinoscopio, con l'obiettivo di trasformarlo in una forma di spettacolo godibile da un pubblico più numeroso, composto non più solo da bambini disposti ad accontentarsi delle ripetizioni incessanti dovute all'inevitabile brevità delle strisce di carta disegnate. Nasce così il Teatro Ottico, brevettato il 14 gennaio del 1889, ma la cui prima proiezione, Un bon bock (Un buon boccale di birra), si era svolta l'anno precedente di fronte a un gruppo di amici a casa di Reynaud. Questo nuovo strumento ha le stesse caratteristiche di base del prassinoscopio, ma con alcune importanti differenze: il numero degli specchi aumenta, le immagini non sono più disegnate su una breve striscia di carta ma su una vera e propria pellicola in tela che si svolge e riavvolge attorno a due bobine, e sono convogliate su uno schermo tramite un proiettore. 8

Teatro Ottico Il Mutoscopio e' una piccola macchina inventata dall'americano Herman Casler nel 1889 e utilizzata per produrre il movimento: prendendo ispirazione dal meccanismo del kineograph di Linnet sistemò i foglietti con le immagini attorno ad una ruota che inserì in una scatola di metallo munita di visore con lente d'ingrandimento. La ruota veniva mossa tramite una manovella e i foglietti scorrendo davanti alla lente, offrendo il loro spettacolo. Il successo del mutoscopio fu dovuto anche al fatto che le immagini di Casler riproducevano episodi della realtà, recitati da attori, e fu tale che furono allestite sale per mutoscopi dove la gente si recava per sbirciare, dentro i visori, episodi di vita quotidiana. Alla fine del secolo XIX ebbero grande successo in Europa e America anche altri tipi di mutoscopi dal funzionamento semplicissimo. Una serie di vignette che rappresentavano i momenti successivi di una stessa situazione erano disposti attorno a un cilindro con l'asse disposto orizzontalmente. Facendo ruotare il cilindro per mezzo di una manovella i cartoncini passavano rapidamente sotto un dente, e grazie al consueto fenomeno della persistenza delle immagini, le figure delle vignette apparivano in movimento. Mutoscopio Nel 1891 fu Edison a far giungere il cinema ad una svolta, creando il formato 35mm con quattro paia di perforazioni ogni fotogramma. Edison, assieme all'inglese Dickson, si occupò del Cronofotografo di Marey e lo perfezionò introducendo l'impiego di pellicole di celluloide perforate. Il Pedemascopio (1892) di Richard Pilkington e' una variante del taumatropio. E' composto da un cartoncino rettangolare con un disegno su ciascuna faccia che veniva fatto ruotare velocemente avanti e indietro con un angolo di 180. Con il pedemascopio è possibile simulare un movimento in due fasi: classico esempio ne è l'atleta che alza ed abbassa le braccia e allarga e riunisce le gambe. 9

Pedemascopio Il Kinetoscopio (1893) di Edison è un congegno per vedere immagini su pellicola da 35 mm. Questa si muove continuamente sotto l'apertura per la visione, mostrando 46 immagini al secondo che sono illuminate a intermittenza da una lampadina fissata sotto la pellicola e un otturatore rotante. Le pellicole fotografiche in celluloide perforate diventano per la prima volta reperibili commercialmente. Queste sono della massima importanza nello sviluppo dell'apparato cinematografico; successivamente diventeranno lo standard per la misura delle immagini e la perforazione. Kinetoscopio In tutto il mondo si moltiplicarono le proiezioni cinematografiche. Nessuna però ottenne il successo del Cinematographe dei fratelli Lumiere, che iniziarono i loro spettacoli il 28 dicembre 1895 al Gran Café del Boulevard Des Capucines. I Fratelli Lumiere assieme al padre, che avevano una fabbrica di prodotti fotografici a Lione, avevano già effettuato precedentemente altre proiezioni sperimentali. Figlio di Antoine Lumiere, fratello di Auguste, con il quale condivide l'invenzione del cinematografo, Louis Lumiere vive in un'epoca di grandi mutazioni tecnologiche e culturali. La percezione dello spazio e del tempo, nel periodo che va dal 1880 allo scoppio della prima guerra mondiale, si trasforma irreversibilmente. Non a caso la nuova invenzione viene vista dai Lumiere soprattutto come innovazione tecnologica, strumento per rappresentare la realtà della classe borghese della Belle Epoque, prima ancora che come spettacolo. La famiglia, il lavoro, la quotidianità, trovano nelle prime pellicole dei Lumiere un veicolo di propaganda sociale. La tecnica fotografica di Louis Lumiere era molto raffinata. Egli aveva una capacità che superava di gran lunga la maggior parte degli altri fotografi di quel tempo, soprattutto per la maestria nel comporre l'inquadratura. Il suo primo film, che possiamo considerare anche il primo spot pubblicitario della storia del cinema, è La Sortie Des Usines (l'uscita dalla fabbrica): camera fissa e lunga sfilata dei lavoratori della loro fabbrica che escono dallo stabilimento di Lione. Ricordiamo che i Lumiere sono proprietari assieme al padre 10

della più importante fabbrica di pellicole d'europa. In testa gli operai e alla fine i padroni su una carrozza, seguiti da un usciere che chiude i battenti. Fra le opere del chimico e industriale di Lione, che assieme al fratello Auguste brevettò il Cinematographe nel 1895, ricordiamo Il Pranzo del Pupo, Il Vaso dei Pesci Rossi, Lite fra i Bimbi, La Demolizione di un Muro. Un vero e proprio album di vita familiare che diventa, con il passare del tempo, un documento sulla vita di una ricca famiglia francese dell'epoca. I suoi due film più famosi sono L'Arrivée d'un Train (l'arrivo di un treno) e L'Arrosseur Arrosé (l'innaffiatore innaffiato). 11