Investimenti nel settore idrico i e depurativo, tra urgenza di risanamento e opportunità per le imprese Giorgio Zampetti Responsabile scientifico di Legambiente
L Italia è uno dei Paesi più ricchi di acqua ma ancora oggi non riesce a risolvere il problema della disponibilità della risorsa idrica, soprattutto nei mesi più caldi dell anno Premessa breve ma necessaria 1/4
Non è più solo il Sud ad essere investito dalle crisi idriche, ma il problema ha coinvolto negli anni passati anche il Nord Italia, abituato a risorse idriche considerate inesauribili. L ultima emergenza idrica che ha coinvolto il bacino del Po è stata nel 2007 L acqua è un bene comune da preservare, nella qualità oltre che nella quantità, di cui dobbiamo assumerci la responsabilità come cittadini. Ma c è cèancora molta strada da fare per avviare a soluzione i problemi del ciclo delle acque per noi più rilevanti e ancora irrisolti. Premessa breve ma necessaria 2/4
A partire dalla qualità dei corpi idrici i i (dati Ispra Annuario dei dati ambientali 2010): Lo stato di qualità buono stando ai dati riportati, è raggiunto solo dal: 39% delle acque sotterranee dal 46% circa dei fiumi dal 44% dei laghi italiani i e mancano solo tre anni alla scadenza dell obiettivo europeo per cui tutti i corpi idrici significativi devono raggiungere g il livello di qualità buono. Premessa breve ma necessaria 3/4
Passando poi ai problemi relativi al servizio idrico: - ancora oggi 18 milioni di cittadini (pari al 30% del totale) scaricano i loro reflui nei fiumi, nei laghi e nel mare senza depurazione; - 9 milioni di abitanti (pari al 15% del totale) non sono serviti dalla rete fognaria; - mancano politiche di efficienza e risparmio, a partire dal riuso delle acque reflue depurate per l irrigazione e nelle lavorazioni industriali; - il 33% dell acqua potabile si perde nelle reti colabrodo di trasporto e distribuzione; - a volte l accesso all acqua è razionato e la distribuzione nelle case è irregolare, soprattutto nei mesi estivi; - l acqua ha un costo mediamente basso che non ha disincentivato gli sprechi specialmente in agricoltura e nell industria. Premessa breve ma necessaria 4/4
Nel settore civile, l aggiornamento al 2009 pubblicato nel marzo 2011 dall Istat ci parla di un incremento dei consumi, rispetto al 1999, del 2,6%, arrivando a prelevare 9,1 miliardi di m3, circa 152 m3/abitante. Un incremento che dimostra come siamo ancora lontani dall attuazione di una seria politica di efficienza e risparmio idrico in questo settore. Il nostro Paese si classifica così ai primi posti in Europa superando, ad esempio, la Spagna (127 m3), il Regno Unito (113 m3) e la Germania (62 m3), dove nelle case si consuma meno della metà dell acqua rispetto all Italia. Tra le città che consumano di più troviamo capofila Monza (248), seguita da Lodi (234) e Milano (228) (fonte: Ecosistema Urbano di Legambiente) Acqua in città consumi, il record dell Italia
Un aspetto che contraddistingue il sistema dei prelievi e dei consumi delle acque nel settore civile è quello della dispersione delle reti di distribuzione. Secondo i dati Istat nel 2008 si è registrato, a livello nazionale, una perdita di oltre un terzo di acqua potabile. Le maggiori i dispersioni sono in Puglia, Sardegna, Molise e Abruzzo, dove per garantire l erogazione di 100 litri di acqua, ne occorrono circa 80 in più, e le più basse in Lombardia, a Trento e a Bolzano. Acqua in città perdite di rete
La Direttiva 1991/271/CE sul trattamento delle acque reflue urbane prevedeva che entro il 1998 quelle prodotte dagli agglomerati urbani con più di 10.000 abitanti che scaricano in aree sensibili venissero adeguatamente raccolte e trattate. Due anni dopo questo requisito si sarebbe dovuto estendere anche alle acque di dei centri urbani con oltre 15 mila abitanti iche scaricano in aree non sensibili. Termine ultimo per adeguarsi ai requisiti europei era stato fissato a fine dicembre 2005 A molti anni di distanza l'italia si trova con un sistema ancora deficitario e con l'ennesima procedura d infrazione aperta a suo carico dalla Commissione i europea (70% di copertura nazionale del servizio i ) Gli agglomerati coinvolti sono 159 in 14 regioni (Abruzzo, Calabria. Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Lombardia, Marche, Piemonte, Puglia, Sicilia, Trentino Alto Adige, Umbria, Valle d Aosta e Veneto. Acqua in città depuratori cercasi
Il forte aumento di reti fognarie non allacciate ad impianti di depurazione, si stima siano circa il 20% del totale (Utilitatis-Anea, 2009), può essere considerata una delle concause dell inquinamento dei corsi d acqua. Oltre il 70% delle fogne scorre in reti miste in cui vengono raccolte insieme gli scarichi civili (acque nere e grigie) e le acque meteoriche (acque bianche) con un forte aumento di portate della condotta in caso di intense precipitazioni con gravi problemi per il funzionamento del sistema di depurazione. Anche le fogne perdono i reflui urbani (anche a causa di reti fognarie colabrodo), zootecnici e l agricoltura sono la causa della contaminazione da nitrati delle acque potabili, per i quali ancora oggi sono previsti limiti troppo permissivi dalla normativa (50 mg/l). Acqua in città fognature inefficaci e inquinanti
Ma gli obiettivi di qualità si raggiungono se accanto ad un buon servizio di fognatura e depurazione si avvia anche una seria politica di tutela quantitativa della risorsa garantendo una quantità d acqua utile alla vita degli ecosistemi e non solo ai nostri fabbisogni: 1) aumento delle portate in alveo attraverso l applicazione del DMV 2) riduzione dei prelievi e dei consumi idrici. Ridurre i prelievi per tutelare la risorsa idrica
Risorse disponibili in Italia: 52 miliardi di m 3 Prelievi: Agricolo: 20-25 miliardi di m 3 Civile: 9 miliardi di m 3 Industria/energia: 15 miliardi di m 3 (fonte: Irsa-CNR) questo era nel 1999 quanto ne rimane oggi per l ambiente? Serve un bilancio idrico aggiornato
Perché gli obiettivi di quantità e qualità delle e acque siano rispettati è necessario attuare non semplici programmi di opere di depurazione, ma Piani strategici articolati in azioni che coinvolgono diversi attori (pubblici e privati) e puntano a: - Ridurre i prelievi anche attraverso la diffusione di pratiche di riutilizzo - Ridurre i carchi inquinantii ricorrendo anche a misure innovative e efficaci nei confronti del carico inquinante: riqualificazione del reticolo di bonifica per trattenere gli inquinanti, fitodepurazione, ecc Fonte: Consorzio di bonifica Dese Sile (Ve) Piani strategici e innovativi!
Ad oggi gli investimentii iprogrammati assommano a circa 64miliardi di euro, previsti nei prossimi 30 anni circa 2,1 miliardi all anno Gli interventi previsti riguardano prevalentemente i servizi di depurazione e fognatura (queste ultime rappresentano oltre il 65%) e il settore acquedottistico i (soprattutto nelle regioni i meridionali) Però i Piani d Ambito non sembrano tener conto di quanto previsto dalle direttive comunitarie, a partire dalla 2000/60, che indica tra gli indirizzi prioritari quello della riduzione dei consumi e impone precisi obiettivi di qualità per le risorse idriche da raggiungere nei prossimi anni. (elaborazione Istituto di ricerche Ambiente Italia su dati dei Piani d Ambito) Una nuova politica di gestione del Servizio idrico integrato
Ma si sta già delineando, in maniera sempre più evidente, la necessità di affiancare agli interventi tradizionali quali quelli del completamento delle reti e del loro efficientamento, interventi innovativi per adeguare il nostro paese al quadro normativo comunitario, i applicando una gestione sostenibile delle acque a partire dalle città: 1. Riduzione dei prelievi, estendendo politiche di risparmio a tutti gli usi civili (non solo quelli domestici) 2. Restituzione all ambiente dell acqua utilizzata nel minor tempo e con la migliore qualità possibile 3. Separazioni delle acque di scarico grigie e nere per migliorare l efficienza dll della depurazione e per favorire politiche liih di riutilizzo ili dll delle acque 4. Ridurre l impermeabilizzazione del suolo. Oggi esistono tecniche e materiali che permettono lo sviluppo urbano garantendo le caratteristiche di permeabilità e soprattutto favorendo la laminazione delle acque. Un problema non solo di quantità della risorsa ma anche di sicurezza dei cittadini Una nuova politica di gestione del Servizio idrico integrato
Verso una green economy dell acqua L auspicata trasformazione delle politiche idriche nel nostro Paese deve mettere in campo un profondo rinnovamento che coinvolga pubbliche amministrazioni, aziende del settore, il mondo dell edilizia, edilizia, dell urbanistica e i cittadini che eserciteranno un ruolo sempre più determinante e attivo nella gestione della risorsa Una trasformazione che rappresenterebbe una vera opportunità in termini non solo economici ma anche occupazionali. Si stima che a fronte i un investimento i ipotizzato i di 27 miliardi di euro nei prossimi i dieci i anni si potrebbero creare oltre 45.000 posti di lavoro per dieci anni (fonte: Istituto di ricerche Ambiente Italia) Ma come reperire le risorse? Una nuova politica di gestione del Servizio idrico integrato
Tariffa: deve essere definita una tariffazione progressiva che tenga conto delle condizioni economiche e sociali degli utenti, scoraggi i grandi consumi e che preveda l attuazione del full cost recovery al fine di: 1) farsi carico dei relativi costi, 2) imputare agli utilizzatori appropriate quote di pagamento del servizio, 3) scoraggiare usi impropri e sprechi, 4) attuare il fondamentale principio p chi inquina paga, 5) Farsi carico anche dei costi esterni ambientali dell utilizzo della risorsa. Tasse di scopo o fiscalità generale: possibilità di attingere anche a tasse di scopo o alla fiscalità generale per affrontare situazioni locali l particolarmente svantaggiate, come quelle più marginali o interessate da gravissimi problemi di inquinamento diffuso, e per gli adeguamenti infrastrutturali più urgenti della rete. Spunti per il sistema di finanziamento
Regolamenti edilizi e applicazione del 55% per la riqualificazione degli edifici dal punto di vista idrico: Alcuni provvedimenti utili: 1) )qualificazione del sistema idrico entri a pieno titolo nella ristrutturazione delle città, dai regolamenti edilizi, 2) rendere obbligatorio, per tutte le nuove costruzioni, la separazione tra le acque nere, che vanno in fognatura, e acque bianche e grigie da riciclare per usi domestici e civili non potabili 3) estendere l applicazione del 55% di detrazione fiscale prevista dalla finanziaria 2007 alle ristrutturazioni energetiche del patrimonio edilizio, anche ai privati e ai condomini i che vogliano riqualificare le proprie abitazioni i i dal punto di vista idrico. Spunti per il sistema di finanziamento
Grazie per l attenzione Giorgio Zampetti Responsabile scientifico di Legambiente g.zampetti@legambiente.it www.legambiente.it