ITALIA: RAGAZZE 2 G (intervento finale per il progetto SMARTNET 30 maggio 2014)



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ITALIA: RAGAZZE 2 G (intervento finale per il progetto SMARTNET 30 maggio 2014) di Giuliana Cacciapuoti Un sondaggio Istat ci dice con chiarezza che il 72,1% della popolazione italiana è favorevole al riconoscimento alla nascita della cittadinanza italiana alle nuove nate e ai nuovi nati nel nostro paese. (Istat 2011). E necessario e strategico per l Italia riformare la legge sulla cittadinanza, e questo è stato uno dei temi portanti del progetto SMARTNET. La Commissione Affari Costituzionali della Camera, 17 maggio 2014u.s., ha approvato un testo base di riforma delle norme che consentono agli stranieri l acquisizione della cittadinanza italiana. La riforma, nel suo percorso, sarà sicuramente oggetto di modifiche e, prima di una approvazione del testo definitivo, probabilmente occorrerà, fonte della stessa Camera dei deputati, attendere la prossima legislatura. Ma se la riforma della legge di cittadinanza è una ineludibile priorità, decisivo è il tema culturale e di governance della società italiana: dare valore e pieno riconoscimento alle seconde generazioni e in particolare al ruolo delle ragazze e donne. Si tratta di un progetto ambizioso, certo ma decisivo nel pensare al nostro paese nel Terzo Millennio. Essere italiane non vuole più dire solo essere omogenee dal punto di vista etnico, religioso, culturale: essere italiane, oggi, significa affermare in ogni sede la presenza paritaria di genere, ancora prima di ricordare che la stessa nuova identità nazionale è complessa, spesso plurima, culturalmente variegata. Le ragazze di seconda generazione registrano successi formativi nel percorso scolastico, oggi un significativo numero di ragazze, frequenta l università e si laurea brillantemente. La loro proposta come nuove cittadine costituisce un modello di relazione anche per tutto il mondo 2G, nel nostro paese, riuscendo a conciliare aspetti peculiari dell essere cittadina italiana senza rinunciare alle origini e ai riferimenti propri della cultura delle radici familiari, e al tempo stesso proponendosi esse stesse come soggetti promotrici del cambiamento. Il percorso e il lavoro delle donne e ragazze è uno dei più complessi ma una sfida importante perché è una delle più grandi opportunità di crescita e cambiamento per il nostro paese per ripartire e ritornare a essere in sintonia col mondo che cambia e si evolve.

E chiaro allora perché nel parlare dell Italia e delle italiane del futuro non possiamo fare a meno di dedicare la riflessione conclusiva di SMARTNET alle donne e alle ragazze di seconda generazione protagoniste attive e partecipi di questo cambiamento. La prospettiva di genere nella società italiana non è esaltante. Su 136 paesi di tutto il mondo l Italia occupa la 71 ma posizione( media generale) nell INDEX INEQUALITY GENDER GAP ma scende all 89ma posizione per la stima di salario medio guadagnato dalle donne, dove n.1 sono il Lussemburgo Norvegia Singapore e Svizzera e il 136 è la Repubblica Dominicana ma al 69 è la Spagna, nazione omologabile all Italia, e sono 27ma Lituania e 29ma Croazia, per citare due nuove nazioni da poco entrate nell UE. Dura lex per le donne italiane ancor più per le donne immigrate le madri delle nostre 2G. Le donne, da diversi anni ormai, costituiscono più della metà della popolazione straniera regolarmente presente nel nostro paese. Secondo i dati ISTAT (2011) dal 2007 al 2011 le lavoratrici immigrate sono aumentate del 65,8%, rispetto al 39,8% degli uomini. In molte delle comunità straniere si registra una maggiore presenza femminile che maschile: i valori del rapporto oscillano, in particolare, fra i 25 uomini ogni 100 donne tra gli ucraini e le 83 donne ogni 100 uomini tra i rumeni. È alta anche la percentuale di donne sudamericane presenti sul territorio nazionale e che costituiscono la prima fase migratoria rispetto ai loro connazionali di sesso maschile Ai motivi che spingono le donne a emigrare, oltre a quelli di tipo economico, culturale, per cercare rifugio politico, in comune con gli uomini, se ne aggiungono altri tipicamente femminili che vanno dal ricongiungimento familiare al matrimonio con un connazionale precedentemente immigrato al desiderio di emancipazione. La Campania si colloca al secondo posto per abitanti e al primo per densità abitativa in Italia. Ha il più alto indice di natalità d'italia e oggi vanta la più alta percentuale di popolazione giovane, sia italiana che immigrata. La regione Campania fin dagli inizi degli anni Ottanta con la prima storica presenza della comunità immigrata capoverdiana, si è caratterizzata per la presenza percentualmente maggioritaria di popolazione femminile, tanto da venire definita una regione rosa. Questa caratteristica è rimasta immutata fino ad oggi, non solo per la presenza di donne dall est Europa come nel resto d Italia, anche per una presenza significativa di donne provenienti dall area del Medio Oriente e Nord Africa, dovuta in particolare ai ricongiungimenti familiari.

Tutti gli stereotipi di genere anzi di più! La distanza culturale è segnata anche dagli stereotipi che vengono connessi alla figura della lavoratrice immigrata e che vorrebbero l esistenza di pretese «vocazioni culturali» (Scrinzi, 2004), secondo le quali le asiatiche, e in particolare le filippine, ad esempio, sarebbero più adatte come collaboratrici domestiche che badanti e, viceversa, le centro-sudamericane e le altre donne dell Est europeo più indicate per l assistenza domiciliare. La cosiddetta «specializzazione etnica» (Fullin, Reyneri, Vercelloni, 2009) viene incentivata anche dalle reti relazionali grazie alle quali si è trovata occupazione. I network di connazionali, infatti, pur facilitando l ingresso in Italia, limiterebbero anche il destino professionale delle lavoratrici, contribuendo di fatto a confinarle solo in determinate occupazioni. Se le madri si sono sacrificate per le figlie e i figli le nuove generazioni, che hanno avuto qui un percorso educativo vogliono cambiare le loro prospettive. E per questo che la sfida delle donne, delle giovani donne e delle 2G è tanto significativa e complessa. La specificità femminile dell immigrazione è stata spesso trascurata. L Immaginario dell immigrazione è di fatto maschile l uomo é all origine della catena migratoria Eppure lo abbiamo appena detto che in Italia e nella ns regione in particolare non è così. Significativo l apporto culturale presenza di donne non scevro da conflitti Perché se è positivo l apporto CULTURALE innovativo che confrontarsi con realtà diverse comporta., e la società che si dice moderna e plurale deve essere capace di riconoscere questo segno e di farne un valore, la presenza e il confronto con l altro che in questo caso è altra, pone al centro un elemento non neutro : il corpo delle donne. In questo caso anche corpo migrante, che mostra evidenti differenze nella sua rappresentazione e nelle sue espressioni culturali e che si evidenzia in ogni espressione della vita quotidiana e reale però comune a tutte le donne: la cura del sé la salute I disagi la gravidanza il parto e/o l aborto la cura dei figli e le crisi culturali rispetto a ciascuna di questi snodi cruciali. E ancora le crisi sociali rispetto alla presenza di un corpo migrante nelle case (donne collaboratrici familiari e badanti)

La solitudine e l isolamento anche in uno spazio fisico di chi vive e lavora in casa Tutti temi che impongono un ripensamento e una chiave di lettura che la prospettiva di genere può indicare. Non è un caso che in questi anni le donne italiane migranti 2g donne anziane adulte mature ragazze si siano sentite in Italia spaesate: lo spaesamento, un sentimento che indica la distanza tra la l Italia femminile reale e l Italia femminile descritta dall immagine corrente e dai linguaggi più diffusi. Compresi i vocabolari in uso nella pubblicità, nel giornalismo, nella politica. A una pressione così forte, molte di noi hanno reagito ponendosi una domanda. di chi fossero le italiane e in particolare le nuove italiane. Sono domande a cui non è stata data, sinora, una risposta esaustiva, netta, precisa, perché nessuno sinora ha stilato il necessario, indispensabile catalogo delle italiane. Un catalogo che ridia dignità, rispetto e complessità alle italiane reali: ragazze, studentesse, precarie, lavoratrici, impiegate, operaie, insegnanti, professioniste, disoccupate, sottoccupate, imprenditrici, contadine, casalinghe, badanti, madri, figlie, adolescenti, vecchie, malate, disabili, povere. Di fronte a questo primo, banale, parzialissimo elenco, il ritratto delle italiane del Terzo Millennio si fa d un tratto più dettagliato, le singole persone riguadagnano la propria tridimensionalità, le protagoniste del quadro riprendono il proprio spessore quotidiano. La tridimensionalità e lo spessore con i quali, ogni mattina, si svegliano, si preparano, escono di casa, vanno a lavorare, sognano, si innamorano, ridono, soffrono. Le nuove italiane. Le nuove italiane, però, non sono solo migranti: sono le seconde generazioni, sono il frutto prezioso delle coppie miste, sono la rappresentazione di un corpo femminile che non è più possibile raccontare e descrivere in maniera tutto sommato omogenea, come succedeva prima. Essere italiane non vuole più dire essere omogenee dal punto di vista etnico, religioso, culturale. Essere italiane, oggi, significa dover declinare la propria identità nazionale come una identità complessa, spesso plurima come una vera speranza e motore di cambiamento. E per questa ragione che pensando alla società del domani e a chi saranno i nuovi cittadini e cittadine, per sapere chi davvero saranno tutte le italiane del futuro in primo luogo occorre definire collettivamente, per le donne, in prima persona, nuovi spazi politici e privati,nuovi modelli nella sfera pubblica e privata. Le nuove italiane in questa alleanza di genere e generazionale possiedono una marcia in più ci danno aiuto e molto ci offrono. Fatima Mernissi nel indicare la principale difficoltà delle donne rispetto all Islam sottolinea la presenza di Hudud i LIMITI inviolabili che separano la comunità musulmana dal resto del mondo e poi

gli uomini dalle donne la vita privata e la vita pubblica il mondo di dentro e il mondo di fuori il pubblico e il privato.è chiaro che occorre rovesciare gli schemi e non chiudersi nei limiti delle proprie certezze nei propri punti di riferimento culturali. La cultura delle donne ha spirito per attraversare confini, per conoscere luoghi poco frequentati o ignoti, accogliere includere e condividere nuovi spazi di cittadinanza, la ragione che ha guidato SMARTNET durante questi nostri incontri e confronti, sempre non temendo come fanno sempre tutte le donne, di attraversare e annullare i confini, dando alle nuove generazioni di donne G2 non sono una cittadinanza giuridica ma una vera cittadinanza in una società culturalmente e spiritualmente paritaria.