Le aree protette. la pianificazione e. Questo fatto costituisce un momento



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Rubrica Aree Protette Titolare della rubrica: GIOVANNI CAFIERO documenti del territorio SI APRE, A PARTIRE DA QUESTO NUMERO, UNA RUBRICA CHE TRATTERÀ DI ESPERIENZE RELATIVE AL TEMA: Le aree protette Tra approcci di analisi multidisciplinare ed esperienze di pianificazione Verranno inoltre introdotti temi inerenti al dibattito scientifico in corso sulla materia. La rubrica è aperta ai lettori, esperti del settore, che vorranno presentare esperienze alle quali hanno partecipato a diverso titolo. Si apre, a partire da questo numero della rivista, una rubrica specifica che intende trattare, soprattutto dal punto di vista dell approccio scientifico, il tema della pianificazione delle aree protette in Italia, con il contributo di alcune esperienze parallele all estero. Dopo il varo della Legge quadro nazionale (n. 394 del 1991), le Regioni hanno faticosamente avviato con tempi, articolazioni ed intendimenti di base alquanto differenziati, lo sviluppo dell attività di individuazione dei territori la cui gestione delle trasformazioni è demandata alla istituzione delle Aree protette attraverso gli enti di gestione creati appositamente. Parallelamente, sono state istituite in successione un gran numero di aree protette statali e sono stati costituiti i relativi enti di gestione. Tenendo presente le differenze, anche notevoli, tra regione e regione, in quanto a procedure stabilite con apposita legge ed in quanto alla considerazione della politica delle aree protette quale elemento strutturale per la programmazione, la pianificazione e la tutela del territorio, si è giunti negli ultimi due anni circa, ad un consistente avvio, ed in alcuni casi completamento, delle operazioni di pianificazione delle aree protette. Questo fatto costituisce un momento di estrema importanza sicuramente sul piano politico per l avvio concreto e generalizzato della formazione degli strumenti programmatori di base, ma soprattutto, e lo vogliamo segnalare in questa rubrica, per l occasione fornita sul piano disciplinare di mettere in pratica e verificare nelle diverse situazioni, quanto fino ad oggi si era esclusivamente teorizzato o applicato parzialmente in alcune occasioni specifiche. Nella considerazione della pianificazione quale complesso processuale di azioni coordinate integrate e/o cronologicamente sequenziali, uno spazio rilevante viene assunto dalla fase delle indagini e delle analisi e dalle successive operazioni di sintesi propedeutiche alla redazione dei piani. Appare interessante, per chi scrive, poter finalmente leggere in parallelo metodologie diverse utilizzate per la pianificazione di ambiti territoriali raffrontabili per caratteri, o piuttosto metodologie analoghe per ambiti territoriali dalle caratteristiche differenti; e ciò non tanto per giungere ad una 32 definizione univoca della metodologia, ma piuttosto per contribuire a fare chiarezza sui diversi approcci utilizzati per affrontare la problematica. Parlare di pianificazione di aree protette evoca, già di per sé, l utilizzo di un approccio multidisciplinare, descritto, decantato, teorizzato e talvolta applicato in alcune esperienze di pianificazione del territorio, le quali hanno spesso avuto un carattere episodico, a causa anche della natura dei piani che ne ha condizionato fortemente lo sviluppo e l applicazione. Esistono tuttavia riferimenti importanti rispetto ai quali sarà utile rapportarsi nello sviluppo dell analisi dei diversi casi. L occasione del processo generale di pianificazione delle aree protette, con la realizzazione delle indagini multidisciplinari necessarie per la conoscenza delle risorse e dei fenomeni ad esse collegate che interessano i territori in oggetto, costituisce un momento altrettanto importante di valutazione dei diversi approcci anche, e soprattutto, in relazione ai diversi caratteri delle aree ed al contesto entro le quali sono situate. M.A.

RUBRICA AREE PROTETTE La pianificazione del sistema di aree naturali protette di RomaNatura Giovanni Cafiero Fig. 1 - Comune di Roma (parziale) - Le aree protette regionali gestite dall Ente RomaNatura Se si concepisce la pianificazione territoriale come disciplina e come funzione pubblica volte a operare scelte razionali e coordinate di uso del territorio, allora si deve riconoscere il ruolo essenziale delle indagini scientifiche preliminari alla redazione del Piano. Le ricerche scientifiche devono indagare le risorse territoriali e le loro interrelazioni al fine di garantire una prospettiva di sviluppo durevole ed equilibrata. Nel caso delle aree protette vi è una esigenza primaria di conservazione e rinnovamento delle risorse naturali, minacciate da uno sviluppo insediativo distorto ed irrazionale. Vi è anche l obiettivo, esplicitato nella legge quadro regionale sulle aree naturali protette, di applicare metodi di gestione territoriale in grado di integrare l uomo con l ambiente. L obiettivo, che esprime l ambizione di sperimentare principi innovativi ed esperienze pilota di gestione sostenibile del territorio, è tanto più ambizioso e significativo in quanto riferito ad una grande area urbana che ha subito una crescita impetuosa e disordinata nel corso degli ultimi cento anni. Questa breve premessa contribuisce a chiarire il significato culturale del programma generale per la redazione dei Piani delle aree naturali protette gestite da RomaNatura, Ente Regionale per la pianificazione e gestione delle aree protette di Roma. Tale programma ha previsto una separazione tra la fase di raccolta e accumulazione delle conoscenze e la fase di redazione dei piani. Questa scelta ha garantito la indipendenza delle indagini permettendo la costituzione di un notevole patrimonio di conoscenze sulle risorse naturali dell area romana. Tale patrimonio ha così acquistato un valore autonomo. Esso è attualmente utilizzato per la valutazione di progetti di intervento che investono le aree di Roma- Natura ed avrà un ruolo essenziale per il monitoraggio delle dinamiche ecologiche e territoriali. Il programma ha previsto cinque settori di ricerca: flora e vegetazione, fauna e zoocenosi, beni culturali e paesaggio, geologia ambientale 1, sviluppo socioeconomico. Gli studi hanno visto impegnati oltre cento ricercatori con il coor- 33

Fig. 2 - Riserva dell Insugherata: carta geomorfologica Agente morfodinamico gravità Corona di frana Probabile corona di frana Corpo di frana Propabile corpo di frana Probabile conoide detritico Scarpata gravitativa Area soggetta a movimenti gravitativi diffusi Agente morfodinamico Acque correnti Superficie di terrazzo fluviale Orlo di terrazzo fluviale Solco di ruscellamento concentrato Area soggetta ad erosione spondale Valle a V Agente morfodinamico Morfotettonica Paleosuperficie strutturale Scarpata strutturale Agente morfodinamico Antropico Scarpata per taglio di versante Scarpata per riporto (rilevati) Muro o terrazzamento antropico Area adibita a discarica Area di spianamento Cava attiva 34 dinamento scientifico di illustri studiosi: il prof. Carlo Blasi (flora e vegetazione), il prof. Marco Bologna (fauna e zoocenosi), la prof.ssa Vittoria Calzolari (beni culturali e paesaggio), il prof. Renato Funiciello (geolitologia), il prof. Giuseppe Capelli (idrogeologia), il prof. Giuseppe Bigi (cartografia e geomorfologia). Il tema dello sviluppo socio-economico è stato studiato dall Istituto Guglielmo Tagliacarne. Il programma di ricerca è stato caratterizzato dal preventivo inquadramento delle indagini sulle aree protette di competenza di RomaNatura all interno di un più vasto ambito di riferimento territoriale. Tale riferimento è stato individuato nel territorio del Comune di Roma anche in relazione alla missione istituzionale dell Ente 2. La fase di inquadramento si è sostanziata nella produzione di una Carta di uso del suolo e dei caratteri della vegetazione 3, di una Carta dei caratteri paesaggistici, di una Carta geologica, di Carte idrologiche, idrogeologiche e delle acclività. Per le carte al 50.000 si è utilizzata la Carta tecnica regionale 1:50.000 su base 1991. L inquadramento territoriale si è inoltre giovato di una Carta fitoclimatica in scala 1:100.000 che costituisce l aggiornamento e l approfondimento per il territorio romano della Carta del fitoclima regionale in scala 1:250.000 4. La cartografia elaborata per l intero territorio comunale costituisce, oltre che un valido inquadramento geografico delle singole aree protette, un materiale tecnico di estremo interesse per la valutazione delle previsioni urbanistiche comunali o di programmi e piani provinciali e regionali nel quadro di auspicabili attività di cooperazione interistituzionale. Nel quadro delle ricerche per i piani delle aree protette, le carte generali han-

RUBRICA AREE PROTETTE no costituito il riferimento per una valutazione del valore strutturale e sistemico delle componenti territoriali, della rappresentatività e rarità dei valori naturalistici e paesaggistici rilevati. Le Carte di dettaglio hanno indagato alla scala 1:10.000 le aree protette più estese, con approfondimenti al 5.000 per le aree protette di minore ampiezza e maggiore frammentazione. La base topografica è stata aggiornata a partire dalla Carta Tecnica Regionale sulla base di foto aeree ottenute da un nuovo volo effettuato nel luglio 1999. La cartografia è restituita in formato vettoriale. Nella prima fase del lavoro è stata prodotta una carta di uso del suolo e della vegetazione secondo la legenda Corine Land Cover. La carta ha costituito, insieme con le carte tematiche in scala 1:50.000, l informazione di base comune ai gruppi di lavoro. La disponibilità di una prima lettura dell uso del suolo consentirà inoltre di monitorarne nel tempo la evoluzione e la estensione della vegetazione. Successivamente alle operazioni di fotointerpretazione per la lettura degli usi del suolo ed a partire da una indagine sulla letteratura e sulla cartografia tecnica consolidata sono state effettuate indagini sul campo e ulteriori valutazioni dalle foto aeree 99 finalizzate alla definizione dei diversi tematismi. In una fase intermedia le attività di coordinamento hanno garantito l interscambio delle prime elaborazioni cartografiche prodotte dai diversi settori delle ricerche: attività essenziale al fine di garantire la integrazione delle informazioni, premessa indispensabile per la valutazione evolutiva e qualitativa delle componenti territoriali. Geologia ambientale Il settore della geologia ambientale, coordinato per il Dipartimento di Scienze geologiche della Università di Roma Tre da Renato Funiciello, Giuseppe Bigi e Giuseppe Capelli, ha offerto informazioni essenziali sulle caratteristiche strutturali, sui fenomeni di modellazione del suolo e sul funzionamento del ciclo delle acque, ed 35 ha costituito una delle basi su cui hanno poggiato le valutazioni delle ricerche naturalistiche. Le informazioni di carattere geolitologico e idrogeologico hanno svolto un ruolo essenziale nella identificazione del fitoclima e delle invarianti ambientali che determinano i principali fattori evolutivi delle componenti naturalistiche e che definiscono le tappe di evoluzione potenziale in assenza di pressione antropica cui tenderebbero gli ecosistemi. Le informazioni di geologia ambientale hanno inoltre fornito spiegazioni di ordine strutturale delle rilevazioni vegetazionali e fitosociologiche ed a quelle faunistiche e zoocenotiche. A differenza di quanto è avvenuto nello sviluppo urbano recente 5, la vegetazione riflette la struttura del sottosuolo. E emerso, ad esempio, come l alto strutturale che parte da Cesano e si affaccia sulla valle del Tevere all altezza di Monte Mario, corrisponda a un ambiente del tutto particolare per clima e vegetazione. Si è potuto identificare così un cuneo di penetrazione nell area urbana che attraverso i Parchi dell Insugherata e di Monte Mario, introduce un clima fresco all interno della città e svolge un importante funzione termoregolatrice anche a vantaggio della comunità urbana. L incrocio delle informazioni di geologia ambientale con le indagini e le valutazioni fitoclimatiche e naturalistiche effettuate ha consentito la prima verifica scientifica del ruolo di un raggio di penetrazione della ruota verde 6 della città di Roma, costituita dall insieme delle aree naturali protette e dalle aree dell agro romano. Le indagini geomorfologiche hanno evidenziato le modellazioni conseguenti alle attività dell uomo, i fenomeni gravitazionali in atto o potenziali e la presenza di paesaggi incompiuti, conseguenza di attività di escavazione svoltesi in epoche storiche o recenti. Sulla base dei risultati delle indagini geomorfologiche potranno essere valutati i necessari interventi di difesa del suolo e individuate le aree a rischio, non idonee ad attività di servizio e fruizione. Particolarmente approfonditi sono risultati anche gli studi idrogeologici. Le cartografie prodotte hanno sottolineato le caratteristiche peculiari di ciascuna area protetta, evidenziando le linee isofreatiche, gli affioramenti delle formazioni a bassa permeabilità (Monte Mario), le aree di esondazione (Valle dell Aniene). Dal confronto con dati e cartografie storiche, anche recenti, è emerso che l espansione urbana ha provocato l interramento di un reticolo idrografico perenne, che nei settori d alveo prossimi alla città era sorgivo, cancellando e dissipando una grande risorsa del territorio. In molte aree di RomaNatura sono tuttavia conservati settori di alveo ancora sorgivi, come nell area di Malafede o del Laurentino. Acque sorgive, talvolta a carattere termale, sono anche nel Parco dell Appia, nella zona della Caffarella, ma anche al Labaro e alla Magliana, nonostante le forti escavazioni. I confronti delle serie storiche delle trivellazioni, dei sondaggi e dei principali punti d acqua hanno rivelato un generalizzato spreco di una risorsa la cui naturale abbondanza ha costituito uno degli elementi fondanti della storia degli insediamenti umani nella valle del Tevere. In alcuni casi, come nell area di Decima Malafede, che purtuttavia conserva ancora una grande ricchezza di acque, gli abbassamenti della falda risultano talmente ingenti ed il loro progredire così rapido da mettere a rischio il mantenimento del fitoclima esistente e far sorgere - in assenza di idonei provvedimenti - preoccupanti interrogativi sul futuro del patrimonio naturalistico anche nella adiacente area di Castel Porziano. Gli impoverimenti delle falde 7 dovuti a uno sfruttamento intensivo e disordinato delle risorse idriche hanno portato al prosciugamento di numerose sorgenti e comportano nel medio periodo una modifica delle condizioni ambientali per l intero ambito territoriale posto tra le pendici del vulcano laziale, il litorale romano e la città di Roma.

Fig. 3 - Riserva dell Insugherata: carta dei caratteri strutturali e delle relazioni 36

RUBRICA AREE PROTETTE LEGENDA: Carta dei caratteri Strutturali e delle relazioni I piani dei parchi di RomaNatura dovranno garantire la tutela delle risorse idriche invertendo la tendenza allo spreco o alla distruzione che caratterizza in modo preoccupante lo sviluppo urbano recente. Una strategia di uso sostenibile veramente efficace dovrà riguardare l intero comprensorio territoriale e corrispondere alle indicazioni legislative - ad oggi largamente inapplicate - di una gestione integrata del ciclo delle acque. Il monitoraggio di questi fenomeni a distanza di tempo consentirà di stabilire se le politiche di gestione dell acqua - fino ad oggi del tutto indifferenti ad ogni valutazione e bilancio di lungo periodo - saranno compatibili con i principi di sostenibilità ambientale e se saranno in grado di garantire il mantenimento di una risorsa essenziale per i bisogni delle generazioni di un futuro anche prossimo. Flora, vegetazione ed ecologia del paesaggio Le ricerche hanno confermato che Roma dispone di un patrimonio vegetazionale straordinario arricchendo le valutazioni quantitative sia con l aggiunta di nuovi dati che con un insieme di valutazioni qualitative che hanno permesso di tracciare le possibili linee evolutive del patrimonio floristico e vegetazionale 8. Nell area romana si concilia la presenza di una grande metropoli con la sopravvivenza di una flora ricchissima e poco influenzata da specie esotiche e invasive (come invece accade nelle città centroeuropee). Ben 10 habitat del territorio romano sono infatti riconosciuti di interesse comunitario grazie al loro elevato potenziale di biodiversità: un abbondanza dovuta alla varia combinazione dei valori medi 37 mensili di temperatura e precipitazioni che permette di avere nel territorio romano ben 4 diversi ambiti climatici, da quello tipicamente mediterraneo delle circoscrizioni del settore costiero a quello collinare del settore nordoccidentale. La complessità del clima, aggiunta a quella del substrato geologico, della morfologia e delle caratteristiche del suolo, favorisce la presenza di un elevato numero di habitat che si riflette a sua volta in un elevata diversità della flora e della fauna. L insieme delle aree protette oggetto dello studio ospita circa 900 specie vegetali, di cui 140 circa solo tra le legnose (pari al 30% circa dell intera flora legnosa nazionale) ed 8 tra le querce, con il cerro (Quercus cerris), il farnetto (Q. frainetto), la sughera (Q. suber), la pseudosughera (Q. crenata), la farnia (Q. robur), la roverella (Q. pubescens), il leccio (Q. ilex) e la rovere (Q. petraea); la grande diversificazione ambientale determina inoltre la presenza di almeno 50 tipi di vegetazione, tra cui ben 13 tipi di bosco. Le indagini effettuate sotto la responsabilità scientifica di Carlo Blasi hanno preso l avvio dalla ricognizione degli usi del suolo e dei caratteri della vegetazione attraverso la predisposizione della Carta delle fisionomie vegetali e dell uso del suolo in scala 1:10.000. A partire dalla lettura della distribuzione attuale della vegetazione e della copertura del suolo è stata elaborata una Carta della qualità ambientale, utile per la definizione di interventi gestionali e per il monitoraggio dei cambiamenti nel tempo. I giudizi sulla qualità ambientale sono stati formulati sulla base di tre parametri: 1) valore biogeografico della vegetazione (tipicità, rarità, rappresentatività); 2) vicinanza alla tappa matura, con riferimento alla naturale evoluzione nelle condizioni climatiche, pedologiche e geologiche esistenti; 3) numero di specie rilevate (parametro di biodiversità). Da una valutazione sintetica delle conoscenze dirette e indirette così

Fig. 4 - Riserva dell Insugherata: carta delle serie di vegetazione 38

RUBRICA AREE PROTETTE LEGENDA: Carta delle serie di vegetazione dell Infernaccio nella Tenuta dei Massimi e l area dell Inviolatella nella Riserva della Marcigliana. Di notevole interesse sono anche le zone umide residue nelle aree protette, prima fra tutte quella della Cervelletta nella Riserva dell Aniene e gli stagni di Decima Malafede. I numerosi rilevamenti hanno consentito di verificare come il generale depauperamento delle falde e delle sorgenti e la pressione antropica che ne è la causa non hanno impedito la conservazione, spesso in aree abbandonate, di acque connotate da una inaspettata qualità biologica. accumulate sono derivate le due cartografie di sintesi: la Carta delle unità di paesaggio, utile per la suddivisione del territorio in base alle diverse vocazioni ambientali e di fruizione, e la Carta delle serie di vegetazione, che permette di rappresentare contemporaneamente sia la vegetazione reale che quella potenziale. Fauna e zoocenosi Le ricerche faunistiche ed ecologiche, sviluppate dal mese di febbraio al mese di ottobre del 1999 sotto la responsabilità scientifica di Marco Bologna, sono finalizzate ad ottenere un quadro significativo delle presenze e dello status delle specie animali nelle diverse aree protette gestite da RomaNatura. Le indagini sono state svolte su numerosi gruppi campione per poter testare le diverse strategie ecologiche in gruppi faunistici particolarmente significativi come indicatori. 9 Sono stati coinvolti nelle indagini oltre 30 ricercatori, specialisti dei diversi gruppi faunistici indagati. Per ognuna delle aree protette gestite da RomaNatura è stato composto un volume e sono state predisposte le necessarie cartografie faunistiche. Per ogni gruppo tassonomico analizzato si è ottenuto un elenco delle specie, un analisi zoosociologica, un individuazione di specie ed aree di particolare interesse faunistico. Inoltre in ognuna delle aree individuate sono stati proposti una serie di interventi per riqualificare la fauna e per la gestione delle specie e degli habitat. Numerosi sono stati i ritrovamenti inattesi segnalati dagli zoologi sia tra i vertebrati che tra gli invertebrati. 10 Numerose sono state anche le segnalazioni di invertebrati di notevole interesse conservazionistico. 11 Altrettanto numerosi i luoghi di particolare interesse faunistico segnalati dagli specialisti spesso coincidenti con complessi forestali ben conservati, come la Macchia della Capocotta, la Sughereta di Vallerano e la Macchiagrande di Trigoria a Decima Malafede, il bosco 39 Beni culturali e valori storico paesistici Lo studio del paesaggio e dei beni culturali presenti nelle aree protette di RomaNatura, coordinato da Vittoria Calzolari, ha consentito di mettere in relazione i valori naturalistici rilevati negli altri studi disciplinari con la storia ed i segni degli insediamenti umani. La ricerca è partita da una analisi a scala 1:50.000 dei caratteri paesistici prevalenti nel territorio del comune di Roma che ha fornito il quadro delle relazioni tra paesaggio e sviluppo insediativo ed ha restituito la struttura fisionomica del territorio. Lo studio di dettaglio delle singole aree protette ha comportato una rilettura della carta degli usi del suolo, redatta secondo la leggenda Corine Land Cover. Gli usi del suolo sono stati valutati secondo criteri paesaggistici e di qualità o degrado degli spazi aperti. Si è operata una classificazione, comprendente anche i servizi e delle infrastrutture, più orientata quindi alla pianificazione. Sono inoltre state indagate le relazioni esistenti o potenziali: accessibilità delle aree parco, continuità e discontinuità con aree esterne e tra diversi ambiti dell area protetta. Sono stati individuati i luoghi panoramici e le direttrici visuali. Sono stati segnalati gli elementi di conflittualità e valutate le caratteristiche di permeabilità dei margini delle aree protette. Al fine di fornire una conoscenza più

articolata e dettagliata dei valori storico-architettonici è stata effettuata una schedatura comprendente edifici realizzati fino alle prime decadi del XX secolo. I singoli elementi sono stati poi studiati attraverso l esame delle carte storiche, ricerche bibliografiche e di archivio e di documentazione in possesso del Comune di Roma tra cui la Carta dell Agro Romano. L analisi delle singole aree protette ha consentito una lettura integrata e di dettaglio del territorio e dei valori storico paesistici. Le cartografie hanno restituito anche il regime vincolistico del territorio 12 e il collegamento con le singole schede dei beni storico architettonici. Particolare attenzione è stata dedicata allo studio dei confini dei parchi, individuando tra gli accessi e i percorsi possibili i più pregevoli e i più visibili, evidenziando le fratture che spezzano la continuità dell ambiente e del paesaggio e ipotizzando interventi e ampliamenti. Lo studio ha suggerito l individuazione dei caratteri preminenti delle singole aree protette e del loro ruolo potenziale nel contesto territoriale (connessione con aree agricole e grandi spazi aperti, innalzamento del grado di naturalità, etc.). Si è infine ipotizzata una articolazione in ambiti territoriali paesistici costruiti mediante una lettura sintetica delle componenti naturalistiche e fisionomiche, degli usi del suolo, della permanenza dei segni storici sul territorio. La valutazione si differenzia dalle ipotesi di unità di paesaggio formulate nell ambito della ricerca sulla vegetazione ed ecologia del paesaggio, in quanto non si limita a valutare gli aspetti ecologici (vegetazione, suolo, clima) ma include gli usi storici e recenti del territorio, formulando ipotesi complessive Valorizzazione economica Le analisi delle potenzialità economiche e delle aspettative dei cittadini, condotte dall Istituto Tagliacarne, forniscono importanti elementi per definire la strategia di gestione dei parchi naturali di Roma. L indagine svolta sulla cittadinanza ha individuato tre categorie principali: la categoria degli utilizzatori, ossia coloro che risiedono nelle vicinanze dell area verde e vi si recano tutti i giorni, generalmente a piedi; la categoria dei frequentatori, ossia coloro che raggiungono l area verde nel fine settimana, almeno una volta al mese, per portare i bambini e che si aspettano attrezzature per lo sport, come i percorsi per le biciclette, ma anche eventi e visite guidate; i visitatori, che mostrano propensione turistica a godere delle bellezze paesaggistiche della campagna romana. Le aree protette da RomaNatura hanno caratteristiche e potenzialità diverse. Nello studiarne la vocazione economica e sociale, l Istituto G. Tagliacarne ha operato una suddivisione orientativa. Una prima categoria comprende le riserve che per tipo di localizzazione, per dimensione e per la presenza di importanti attività economiche al loro interno possono essere definite parchi agricoli. Si tratta in particolare delle Riserve Naturali di Decima Malafede, Marcigliana e Insugherata. Una seconda categoria, denominata parchi cittadini, comprende le aree che presentano caratteristiche o potenzialità più vicine a quelle che si riscontrano nelle ville storiche e, in generale, nelle aree adibite a verde pubblico. Si tratta della Riserva Naturale del Parco dell Aniene, del Parco Regionale Urbano di Aguzzano, della Riserva Naturale di Monte Mario e della Riserva Naturale Laurentino Acqua Acetosa. Una terza categoria comprende le aree in cui sono presenti vocazioni composite e pertanto definita parchi misti. In tale categoria ricadono la Riserva Naturale della Tenuta dei Massimi, il Parco Regionale Urbano del Pineto, la Riserva Naturale della Tenuta di Acquafredda e la Riserva Naturale della Valle dei Casali. 40 Il processo di pianificazione e regolamentazione Successivamente al completamento delle ricerche l Ente Regionale RomaNatura ha affidato, dopo l espletamento delle procedure di appalto, il servizio di pianificazione e regolamentazione delle 9 aree protette, mantenendo un ruolo di coordinamento e di indirizzo tecnico e scientifico. Lo scopo è di assicurare la corrispondenza dei piani e dei regolamenti con le finalità strategiche e gli obiettivi generali delle aree protette; di utilizzare al meglio nella redazione del piano le informazioni accumulate dall Ente nei primi anni di gestione (attività di promozione e fruizione, proposte pervenute, richieste di nulla osta, monitoraggio e sorveglianza, etc.); di favorire l integrazione con le politiche settoriali e di finanziamento e la compatibilità con la pianificazione operata da altri Enti territoriali; valutare la coerenza dei singoli piani nel sistema di aree protette di RomaNatura; assicurare la qualità gestionale del piano. La verifica di una corretta interpretazione ed utilizzo delle ricerche viene garantita non solo dalle relazioni di accompagnamento redatte dai rispettivi responsabili scientifici ma anche attraverso specifici momenti di valutazione in itinere, come previsto nel bando di gara. L incarico prevede la redazione di una proposta preliminare di piano da valutarsi da parte dell Ente e la successiva redazione del piano definitivo. Analogamente avviene per la redazione del regolamento. Il servizio tecnico appaltato prevede inoltre l assistenza alle procedure di consultazione preliminare previste dall Ente e la assistenza nell espletamento delle procedure di controdeduzione alle osservazioni del piano dell area protetta. Per le procedure di consultazione si prevede la organizzazione di udienze pubbliche e la apertura di uno sportello di ricezione di osservazioni collaborative che costituiranno i dossier delle consultazioni pubbliche, con valore di elaborati del processo di piano.

RUBRICA AREE PROTETTE Le consultazioni pubbliche saranno integrate da consultazione bilaterali e da attività di collaborazione interistituzionale relative a temi territoriali o settoriali di particolare complessità. Per quanto attiene la forma piano e i valori innovativi attesi, questi ruoteranno intorno al binomio qualità gestionale e rigore scientifico. Il Piano conterrà una sorta di parco progetti, costituito da schede di intervento comprendenti anche valutazioni finanziarie. Nella costruzione del parco progetti si valuterà l assetto proprietario delle aree e la propensione dei proprietari alla realizzazione delle previsioni del piano. Tutto ciò al fine di facilitare le decisioni attuative. I progetti riguarderanno prioritariamente i seguenti settori: accessibilità, viabilità e infrastrutture, attrezzature e servizi con funzione sociale; interventi di restauro, risanamento e miglioramento ambientale e paesistico; interventi di restauro, risanamento e miglioramento naturalistico; interventi di recupero e risanamento del reticolo idrografico; interventi di recupero e valorizzazione del patrimonio storico - artistico; interventi di difesa del suolo. Nella gestione del piano sarà riservato un ruolo decisivo alle conoscenze acquisite con le ricerche preliminari, di cui potrà inoltre essere previsto un aggiornamento periodico. Il ruolo attribuito a tale patrimonio di conoscenze - non si esaurisce nella fase preliminare al piano. Le ricerche forniscono un insieme di informazioni da allegare al piano, per la valutazione dello stato di attuazione delle sue previsioni e per la verifica di proposte anche non contenute e non previste nel parco progetti allegato in fase di approvazione. Questa procedura consentirà di coniugare la esigenza di flessibilità del piano con l esigenza di controllo e di verifica degli effetti complessivi delle trasformazioni, evitando la tradizionale successione delle varie fasi del processo di pianificazione (pianificazione generale, pianificazione attuativa). GIOVANNI CAFIERO Architetto - Consulente Roma NOTE 1) La conoscenza dei substrati geologici (geolitologia), del sistema delle acque superficiali e sotterranee (idrologia e idrogeologia), dei fenomeni di modellazione del suolo (geomorfologia), costituiscono premessa indispensabile per comprendere il carattere evolutivo del territorio e i suoi elementi invarianti. 2) RomaNatura gestisce tutte le aree naturali protette interamente comprese nel territorio del Comune di Roma. 3) Per la redazione della Carta al 50.000 dell uso del suolo è stata utilizzata la legenda Corine Land Cover di I e II livello per le superfici artificiali, le aree agricole, i corpi e corsi d acqua, di III e IV livello per le aree forestali e seminaturali. Per le carte di dettaglio 1:10.000/5.000 si è utilizzato il IV livello. 4) Carlo Blasi, Fitoclimatologia del Lazio, tip. Borgia, Roma, 1994. 5) Analisi preliminari condotte all interno del Grande Raccordo Anulare, mostrano che Roma è cresciuta senza tenere conto del proprio sottosuolo, distribuendo il suo abitato in maniera indifferente rispetto alle 4 grandi categorie geologiche (litotipi) in cui è suddivisa l area romana. 6) L immagine simbolo della ruota verde (green wheel), un cerchio con raggi di penetrazione, è stata da me proposta nel 1996 nell ambito del lavoro preparatorio per la variante al PRG di Roma (maggio 1997) per identificare la specificità del sistema ambientale romano rispetto all immagine tradizionale delle green belts europee. 7) Nell area Sud - Est del Parco di Decima Malafede il livello delle acque nel sottosuolo è sceso, nell arco degli ultimi vent anni dai 5 ai 15 metri. In aree vicine (Pomezia, Marino, 41 CastelGandolfo, Ciampino) sono riscontrabili anche abbassamenti fino a cento metri. 8) Vedi anche Celesti Grapow L., Petrella P.,Atlante della Flora di Roma, editore Argos, Roma, 1995. 9) Sono state indagate tutte le classi dei vertebrati, mammiferi, uccelli, rettili, anfibi, pesci, e numerosi gruppi di invertebrati, quali chilopodi, lepidotteri, numerose famiglie di coleotteri ed il macrobenthos. 10) La salamandrina dagli occhiali, un anfibio endemico della penisola italiana frequente nei boschi misti e freschi del settore appenninico nella Riserva dell Insugherata; l ululone a ventre giallo, un piccolo rospo anch esso poco comune nella nostra regione e per lo più confinato in piccole zone umide delle montagne appenniniche nella Riserva di Decima - Malafede; lo spinarello, un piccolo pesce dal ventre rosso brillante, che occupa le risorgive presenti nel parco del Pineto e della Riserva dell Aniene; i numerosi rapaci diurni visti volteggiare e nidificare nelle aree protette tra cui il nibbio bruno e il falco pecchaiolo presenti nei boschi di Trigoria e di Capocotta e la poiana nella Marcigliana e nella Tenuta dei Massimi. 11) La rara farfalla zerynthia polyxena, trovata con due popolazioni isolate al Pineto e all Insugherata e il coleottero onthophagus semicornis della Marcigliana, elemento molto raro e di cui si conoscono pochi reperti in Italia. 12) Vincolo archeologico monumentale ex L.1089/39, vincolo paesistico ex L.1497/39, vincolo relativo ai boschi e ai corsi d acqua ex D.P.R.431/85 e vincolo del Piano delle Certezze