deagostini.com PER TUTTE LE INFORMAZIONI SULLE OPERE DE AGOSTINI L ammiraglia della flotta del Re Sole COSTRUISCI LA

Dimensione: px
Iniziare la visualizzazioe della pagina:

Download "deagostini.com PER TUTTE LE INFORMAZIONI SULLE OPERE DE AGOSTINI L ammiraglia della flotta del Re Sole COSTRUISCI LA"

Transcript

1 10

2 COSTRUISCI LA L ammiraglia della flotta del Re Sole Pubblicazione edita da De Agostini Publishing S.p.A. n. 10 Direzione Editoriale: Barbara Schwartz Coordinamento redazionale: Giuliano Donati Direttore Marketing: Valentina Bramati Product Manager: Marina Zanotti Consulenza di Marketing: Francesco Losco Coordinamento iconografia: a cura dei Servizi Editoriali Iconografici Realizzazione: milanoedit s.r.l. Redazione: Maurizia Musanti Progetto grafico: Creo sas, Marco Matricardi Impaginazione: Camillo Sassi Testi: Carlo Cavaletto, archivio Associazione Modellisti Navali Magellano ( Tavole tecniche: Lubra 2008 Ediciones Altaya, S.A De Agostini Editore S.p.A. Novara 2016 De Agostini Publishing Italia S.p.a Registrazione presso il Tribunale di Novara n. 431 del 18/11/2009 Iscrizione al ROC n del 24/11/2000 Direttore responsabile: Pietro Boroli De Agostini Editore: Novara, via G. da Verrazano 15 Redazione: Novara, corso della Vittoria 91 Referenze fotografiche: archivio Carlo Cavaletto, archivio Associazione Modellisti Navali Magellano, DeA/A. Dagli Orti, DeA/G. Dagli Orti, DeA Picture Library ISSN: PER TUTTE LE INFORMAZIONI SULLE OPERE DE AGOSTINI deagostini.com

3 MANOVRE Le manovre Manuale di architettura navale SCHEDA 104 Igrandi vascelli cercavano di catturare la forza propulsiva del vento offrendo alle correnti d aria la maggior superficie velica possibile. Le vele, come spiegato in precedenza erano appese all alberatura: tutto l insieme che prendeva il nome di armo velico doveva essere sostenuto e doveva poter essere manovrato dal ponte della nave. Per assolvere a queste due funzioni, l armo velico era completato da una grande quantità di funi più propriamente cime, di svariate dimensioni. Tutti le cime fisse, quali sartie, stragli e paterazzi, venivano chiamate manovre dormienti; tutte quelle che scorrevano attraverso bozzelli o cavatoie con puleggia, quali drizze, bracci, imbrogli o caricamezzi venivano invece denominate manovre correnti: questo tipo di manovre venivano tirate o lascate per poter governare il vascello. La scoperta della propulsione velica La ricerca per abbinare nel modo più funzionale possibile gli alberi e le vele ha avuto inizio con le imbarcazioni primitive, ma prosegue ancora oggi basandosi su sofisticati strumenti di calcolo e materiali innovativi. Probabilmente il primo marinaio della storia non aveva idea del perché la pelle di un animale appesa a un tronco d albero facesse andare più in fretta la sua barca e solo con il trascorrere dei secoli e la scoperta del principio della propulsione velica, i costruttori si impegnarono a ricercare per le loro vele forme e stili che consentissero di muoversi meglio e più rapidamente. Le pelli di animale vennero quindi sostituite con materiali più maneggevoli quali papiro, lino, lana e, infine, stoffa tessuta. Diventando più grandi le imbarcazioni, anche le vele aumentarono di dimensione e vennero assemblate cucendo insieme più strisce di tela, materiale rivelatosi ideale per la sua robustezza. Per rinforzare la vela e sopportare anche i venti più forti, lungo il bordo venne applicata una corda e negli angoli furono ricavati degli occhielli, che mantenevano la stoffa ben tesa. Per tenere spiegate le vele vennero adottati pali di legno (in seguito di ferro), chiamati pennoni. Questi, a loro volta, venivano tenuti sospesi su altri pali, gli alberi. L insieme di alberi e pennoni, con i relativi boma e picchi, venne chiamato crociame. Manovre dormienti e correnti Per tenere riunito e ben saldo il crociame, i mastri costruttori idearono le manovre dormienti, fra le quali rientravano gli stragli, che fissavano gli alberi longitudinalmente, e le sartie e i paterazzi, che li fissavano trasversalmente. Per consentire ai marinai di salire sull albero per ammainare o spiegare le vele, vennero p In questa riproduzione della Belle Poule si coglie l estrema complessità del sistema di manovre correnti e dormienti. fissate alle sartie delle scale di corda chiamate griselle. Il crociame e le vele venivano governati mediante cime, dette manovre correnti, che muovevano i pennoni e le vele non solo verso l alto e il basso, ma anche secondo differenti angolazioni, in modo da sfruttare al meglio la forza del vento e imprimere la giusta direzione all imbarcazione. Con l aumentare delle dimensioni della nave, aumentarono pure le dimensioni delle vele e il peso dei pennoni; la spinta del vento di conseguenza diventava maggiore, fattore che costrinse ad adottare blocchi di legno dotati di carrucole i bozzelli per ridurre la quantità di sforzo necessaria a vincere le resistenze di tutti questi elementi. Per assicurare le estremità di tutte le manovre correnti, le navi più antiche usavano pezzi di legno sagomati le bitte e le caviglie. In seguito, quando l apparato di navigazione divenne più complesso e si resero necessari molti più elementi di aggancio per le estremità delle manovre, furono introdotte le caviglie, elementi di ritegno inseriti in fori praticati su cavigliere e pazienze: grazie alle caviglie gli equipaggi poterono gestire più agevolmente anche le manovre dei grandi pennoni più alti. 413

4 TAVOLA 269 GRANDI VASCELLI, GRANDI VELE 414 I vascelli catturavano la forza del vento offrendo alle correnti d aria la maggior superficie velica possibile.

5 IL COMPLESSO SISTEMA DELLE MANOVRE TAVOLA 270 Uno scorcio dell intricato sistema di cime che costituivano le manovre correnti e dormienti. 415

6 LE MANOVRE NELLA ZONA DEL COLOMBIERE La complessità del sistema delle manovre si coglieva soprattutto nella zona del colombiere, in cui erano più fitte. TAVOLA

7 MANOVRE Manuale di architettura navale Le manovre dormienti SCHEDA 105 Com è stato anticipato, le manovre dormienti o fisse assolvevano il compito di mantenere salda l alberatura dell imbarcazione che, durante la navigazione, doveva essere perfettamente in grado di resistere alle forze derivanti dall azione del vento sulle vele e alle oscillazioni dello scafo provocate dal moto ondoso. Perché a ciascun albero fosse garantita la stabilità necessaria, occorrevano almeno tre tipi di sostegno: le sartie, i paterazzi e gli stragli erano i semplici cavi di canapa o di metallo che, tenuti in tensione per mezzo di appositi dispositivi detti arridatoi, assolvevano a questo fondamentale compito. Le sartie e i paterazzi Le sartie erano le manovre fisse che sostenevano gli alberi lateralmente, corredavano ogni tronco d albero e da esso prendevano il nome. In corrispondenza dei fusi maggiori erano previste le sartie di trinchetto, di maestra e di mezzana (vedi tavola 273). Questi cavi partivano dall estremità superiore degli alberi (colombiere) e terminavano sulle lande dei parasartie posti sulle murate perché quanto più ampio era l angolo che si formava tra le sartie e gli alberi, tanto maggiore era la resistenza che questi potevano opporre al rollio e al vento. La prima sartia era tesa al traverso del suo albero ovvero esattamente sulla linea dell albero, mentre le altre verso poppa si aprivano a ventaglio, disposizione che era destinata a equilibrare lo sforzo degli stragli. Sui secondi tronchi vi erano poi le sartie di parrocchetto, di gabbia e di contromezzana. Esse erano fissate in prossimità delle crocette e venivano tese sulle rigge delle coffe sottostanti. Le sartie degli alberi minori si dividevano in sartiole di velaccino, sartiole di velaccio e sartiole di belvedere, partivano dai rispettivi incappellaggi ed erano fissate sulle rigge delle crocette. Al di sotto delle coffe di trinchetto e di maestra venivano intrecciati tra le sartie alcuni cavi, per conferire loro maggiore tensione: questa operazione prendeva il nome di trilingaggio delle sartie. p Questa dettagliata riproduzione di fleuta olandese mostra chiaramente il corredo di manovre dormienti. Oltre che dalle sartie e dalle sartiole, gli alberi di gabbia e gli alberetti erano sorretti da altri cavi laterali, detti paterazzi; anch essi facevano capo alla sommità dei rispettivi alberi ed erano tesi direttamente sulla murata, a poppavia delle sartie del fuso maggiore. Come le sartie, anche i paterazzi prendevano il nome dall albero a cui erano incappellati. Gli stragli Gli stragli erano manovre dormienti che tenevano saldi gli alberi della nave lavorando in senso longitudinale e da proravia, opponendosi al movimento del beccheggio. Gli stragli erano uniti, mediante un collare, alla testa degli alberi ed erano posizionati sopra le incappellature delle sartie. Come per le sartie, anche l angolo formato dagli stragli e dai rispettivi alberi doveva essere quanto più ampio possibile per garantire la migliore stabilità: come ben illustrato nella tavola 272, la zona di fissaggio della loro estremità inferiore era spesso posizionata oltre l albero da cui partiva lo straglio, andando verso prua. Ogni tronco d albero era sostenuto da uno straglio che da esso prendeva nome, come illustrato nella tavola 274: accanto agli stragli di trinchetto, di maestra e di mezzana vi erano gli stragli di parrocchetto, di gabbia e di contromezzana e gli straglietti di velaccino e controvelaccino, di velaccio e controvelaccio, di belvedere e controbelvedere. Ciascun cavo partiva dal suo incappellaggio all estremità superiore del tronco a cui era ancorato ed era fissato alla base del tronco dell albero situato immediatamente a proravia. Alcuni stragli potevano anche essere rinforzati con manovre di dimensione inferiore dette controstragli. Altri cordami degli alberi A queste manovre si affiancavano un certo numero di paranchi, incappellati sulla testa degli alberi, che possono essere compresi fra le manovre dormienti: insieme ad altre manovre relative agli alberi verranno descritti nelle prossime pagine. 417

8 MANOVRE DORMIENTI Le sartie, i paterazzi e gli stragli erano le manovre dormienti che tenevano saldi gli alberi opponendosi alle forze del vento e del moto ondoso. TAVOLA

9 SCHEMA DELLE SARTIE DI UN VASCELLO Sartie maggiori di trinchetto 2 Sartie maggiori di maestra 3 Sartie maggiori di mezzana 4 Sartie di parrocchetto 5 Sartie di gabbia 6 Sartie dell albero di contromezzana 7 Sartie di parrocchetto di bompresso 8 Sartie/sartiole di velaccino 9 Sartie/sartiole di velaccio 10 Sartie/sartiole di belvedere 11 Sartiole di controvelaccino 12 Sartiole di controvelaccio TAVOLA

10 SCHEMA DEI PATERAZZI E DEGLI STRAGLI DI UN VASCELLO 1 Paterazzi dell albero di parrocchetto 2 Paterazzi dell albero di gabbia 3 Paterazzi dell albero di contromezzana 4 Paterazzi/paterazzetti dell albero di velaccino 5 Paterazzi dell albero di velaccio 6 Straglio dell albero di trinchetto 7 Straglio dell albero di parrocchetto 8 Straglio dell albero di velaccino 9 Straglio dell alberetto di controvelaccino 10 Straglio dell albero di maestra 11 Straglio dell albero di gabbia 12 Controstraglio dell albero di gabbia 13 Straglio dell albero di velaccio 14 Straglio dell albero di mezzana 15 Straglio dell albero di contromezzana TAVOLA

11 MANOVRE Manuale di architettura navale Incappellaggio delle manovre dormienti Le manovre dormienti venivano applicate al proprio albero impiegando un metodo detto incappellaggio, che consisteva nell appenderle alla parte alta dell albero, nella zona del colombiere, aldisopra delle barre costiere della coffa e delle crocette. Prima di eseguire l incappellaggio veniva spalmata di catrame la zona interessata e, sulle barre costiere, venivano posti dei cuscini imbottiti e foderati di tela catramata oppure fatti di corda e sagomati ad anello. Prime manovre: caliorne e candelette Le manovre dormienti venivano sistemate secondo una disposizione ben definita detta guarnitura. Le prime manovre che s incappellavano sul tronco basso degli alberi erano le colonne delle caliorne e delle candelette cavi di diametro uguale a quello delle sartie, ma molto più corti di queste che si trovavano sistemate a coppie su ciascun lato. Il cavo raddoppiato formava due parti disuguali: la più lunga (circa un quarto della sartia) era disposta dietro. Il doppio cavo veniva riunito con una legatura piana ricoperta con una benda per proteggerlo dallo strofinio e dalla pioggia che, infiltrandosi, poteva farlo marcire. La gassa formata dalla legatura abbracciava il colombiere e poggiava sul cuscino. Le colonne venivano bendate e rivestite di cuoio in corrispondenza dell incappellaggio, ed erano interamente fasciate di comando. Sulla cima di ciascuna colonna veniva formata una gassa impiombata con una redancia di ferro. Il primo paio di colonne incappellate era quello di sinistra, seguito da quello di dritta (vedi tavola 276 e 277). Le caliorne appese alle colonne erano dei paranchi con bozzelli a tre occhi che servivano per imbarcare o sbarcare barche, lance, ancore, alberi e pennoni; le candelette o candelizze erano invece paranchi meno potenti a due soli occhi e servivano a manovrare pesi minori e ancore, all arridamento delle sartie basse ecc. Quando le caliorne e le candelette non erano in uso, venivano disposte lungo la parte interna delle sartie. p Dettagliatissima riproduzione dell incappellaggio delle manovre su un albero della Sans Pareil. SCHEDA 106 Seconde manovre: sartie maggiori Dopo le colonne venivano posate le sartie basse o maggiori, confezionate con cavipiani di prima qualità, poiché era essenziale che queste si allungassero il meno possibile in maniera tale da limitare l arridamento, difficile da eseguire in mare a causa del rollio pressoché continuo. Le sartie venivano tagliate a coppie, ciascuna formata da un solo cavo raddoppiato al centro, così come era stato fatto per le colonne. Veniva quindi eseguita una fasciatura di comando per una lunghezza uguale a metà larghezza della coffa, mentre la gassa veniva protetta come le colonne. Di solito, la prima sartia prodiera veniva fasciata su tutta la sua lunghezza a causa dello strofinio del pennone basso, della vela e delle manovre della vela stessa. II primo paio di sartie era incappellato a sinistra, sopra la gassa delle colonne incappellata a dritta; sistemato questo primo paio, s incappellava il secondo paio a dritta e così di seguito. Quando tutte le sartie erano a posto, l incappellatura dell albero basso di trinchetto consisteva di parecchie gasse sovrapposte sopra i cuscini. Le gasse dovevano essere ben compresse l una sull altra, in modo che non rimanesse spazio vuoto tra loro. Ultima fase: lo straglio Per concludere veniva installato lo straglio un grosso cavo torticcio formato da tre cavipiani. Lo straglio s incappellava sul colombiere dell albero basso con un ampia gassa, detta collare, che abbracciava gli incappellaggi delle colonne e delle sartie oltre alle barre costiere. La cima opposta al collare scendeva davanti, dove veniva fissata per mezzo di un corridore e di due bigotte a canali. Per posizionarlo si formava il collare, facendo passare la cima inferiore dello straglio attraverso un occhio praticato nella cima opposta, che risaliva fino a incontrare una specie di rigonfiamento, detto pigna di straglio (vedi tavola 276). Sopra il collare dello straglio s incappellava quello del controstraglio, che era di grossezza e forma simili allo straglio, salvo per la posizione a dritta della pigna. 421

12 TAVOLA 275 SCHEMA SEMPLIFICATO DI INCAPPELLAGGIO DI SARTIE E STRAGLI Straglio Sartie 422

13 ORDINE DI INCAPPELLAGGIO DELLE MANOVRE DORMIENTI TAVOLA 276 Pigna Controstraglio Straglio Colonne Gassa Sartie 423

14 TAVOLA 277 DISPOSIZIONE DEGLI INCAPPELLAGGI VISTA DA PRUA VISTA DA DRITTA Colonne 3 5 1ª 2ª 6 PRUA 4 Sartie SARTIA 1 2 Gassa VISTA DALL ALTO 424 Straglio

15 MANOVRE Sartie e griselle Dopo l incappellaggio, le sartie venivano tesate e fissate alla parte bassa della nave: sui parasartie per il tronco d albero maggiore e sulle coffe per il tronco d albero di gabbia. Le sartie, sia quelle basse sia quelle di gabbia, potevano essere in numero pari ma anche dispari per ciascun lato del vascello: se erano pari, scendevano verso il basso sempre a coppie, alternando prima sinistra e poi destra; se invece erano dispari, fintanto che esistevano coppie, scendevano sempre a sinistra e destra, mentre la sartia singola veniva posta per ultima mediante l incappellaggio illustrato nella tavola 278. Come venivano arridate Sull estremità inferiore della sartia era posta una bigotta di dimensioni analoghe a una che le corrispondeva sul parasartie: grazie alle due bigotte la sartia poteva essere arridata. Su molte navi, la prima sartia degli alberi bassi poteva essere arridata anche mediante un paranco formato da due bozzelli tripli. Il tratto di sartia libero abbracciava la bigotta lungo la sua gola ed era assicurato da una prima legatura sull incrocio del cavo eseguita a filo della bigotta a cui seguivano due legature piane (vedi tavola 280). Le bigotte di sartia e le bigotte sul parasartie erano sempre parallele a una distanza variabile tra 1,3 e 1,6 metri. La procedura per arridare le sartie era complessa e richiedeva l intervento di molte persone: prima di riunire le bigotte con il cavo detto corridore, infatti, le sartie venivano tesate mediante un paranco che le manteneva in posizione fintanto che il corridore non era passato in tutti i fori delle bigotte. Questa operazione era necessaria perché le bigotte non avevano carrucole al loro interno e il corridore passava semplicemente negli occhi di ciascuna di esse, entrando in contatto direttamente con il legno. p Due uomini dell equipaggio del Sans Pareil si arrampicano sul tronco di un albero usando le griselle. I passaggi del corridore Una volta tesate le sartie, il corridore veniva fermato contro la faccia interna della bigotta superiore quella di sartia all altezza dell occhio posteriore, con un nodo detto a piè di pollo. Quindi il corridore scendeva e attraversava l occhio posteriore della bigotta inferiore, risaliva verso l occhio mediano di quella superiore, la attraversava e così di seguito, procedendo Manuale di architettura navale SCHEDA 107 sempre da dietro in avanti. Dopo essere passato alternativamente per tutti gli occhi, il corridore imboccava da ultimo l occhio anteriore della bigotta inferiore, e dopo essere stato fortemente tesato, risaliva verso la sartia. Veniva infine avvolto sulla legatura dell incrocio diverse volte e la sua cima era assicurata mediante una legatura di comando sulla sartia stessa (vedi tavola 280). Le griselle Le sartie venivano quindi guarnite con le griselle che fungevano da scale per i marinai ed erano eseguite con le medesime modalità per tutte le sartie, sia basse sia alte. Le griselle erano formate da spezzoni di sagola scura disposti trasversalmente alle sartie a una distanza di 35/40 cm gli uni dagli altri. Ciascuna di queste sagole era unita alle due sartie estreme mediante una legatura (cucitura) di cordino sottile, eseguita tra un occhiello della grisella e la sartia. L unione delle griselle con le sartie intermedie avveniva mediante nodi parlati. La prima grisella inferiore era spesso sostituita da un gradino in legno chiamato tarozzo, che serviva principalmente per mantenere sartie e paterazzi a distanza regolare (vedi tavola 279). Vista la distanza tra le due bigotte di una sartia, a cui andava sommata la loro legatura, la prima grisella delle sartie basse cominciava abbastanza in alto: era questo il motivo per cui si adoperavano delle scale di corda. Sui vascelli erano anche previste sartie di fortuna, destinate a rinforzare le sartie stesse. Si trattava di grossi cavi di solito già usati che venivano impiegati, uno per lato, sugli alberi bassi. Le sartie di fortuna erano parti occasionali dell attrezzatura e venivano messe in opera soltanto quando le sartie erano abbastanza deteriorate e quando si doveva abbattere il bastimento in carena. Le manovre degli alberi alti Per sistemare le manovre dormienti sui tronchi degli alberi alti poiché questi dovevano poter essere montati e smontati era necessario adottare particolari accorgimenti rispetto agli alberi bassi. Gli espedienti consistevano perlopiù nel dotare le crocette di cuscini di legno dolce, foderati di pelle o di tela catramata, su cui poggiare le sartie: in questo modo anche le manovre potevano essere rimosse oppure tesate senza difficoltà. 425

16 TAVOLA 278 SARTIE DEGLI ALBERI BASSI Gassa della sartia singola realizzata per cucitura Gassa della sartia singola realizzata per impiombatura Sartia doppia cucita Sartia di fortuna impiombata Sartia doppia impiombata e rivestita di comando 426

17 SARTIE DEGLI ALBERI DI GABBIA SCHEMA DI LEGATURA DELLE GRISELLE TAVOLA 279 Schema di realizzazione di un nodo parlato Nodo parlato già eseguito Cucitura Gassa Tarozzo 427

18 TAVOLA 280 La sartia viene unita dopo essere passata intorno alla bigotta (1) e viene poi legata (2) SCHEMA DELL UNIONE DELLE BIGOTTE 1 2 TRAMITE IL CAVO CORRIDORE Corridore Nodo a piede di pollo VISTE DALL INTERNO DELLA NAVE Giro del corridore tra le bigotte Fissaggio del corridore Bigotta di sartia Bigotta di parasartia GLI ARRIDATOI NEL TEMPO Prima del XVIII secolo Metà del XVIII secolo XVIII/XIX secolo XVIII/XIX secolo XIX secolo 428 PER TESARE PER ARRIDARE DEFINITIVAMENTE

19 MANOVRE Gli stralli o stragli Gli stralli o stragli erano manovre dormienti, disposte verso prua, che sostenevano gli alberi. Questi cavi erano incappellati sul colombiere mediante una specie di cappio corsoio stretto in una gassa detta occhio o gassa dello straglio. Il cavo era trattenuto nell occhio mediante il bottone o pigna, ossia un rigonfiamento realizzato avvolgendo e poi fasciando filaccia e stoppa. La gassa e un tratto dello strallo stesso venivano poi fasciati per proteggerli dagli sfregamenti, come illustrato nella tavola 282. Lo strallo dell albero di maestra Era la manovra dormiente più importante della nave. Fino al XVI secolo era arridata al piede dell albero di trinchetto mediante arridatoi con bigotte a tre occhi o con un paranco semplice e con un collare che abbracciava l albero di trinchetto (vedi tavola 281). Per poter disporre di un punto di fissaggio più robusto, lo strallo venne fissato direttamente allo scafo, sulla cima del dritto di prua o al tagliamare; raramente invece questa manovra venne connessa al piede dell albero di bompresso. Dal Seicento, il fissaggio era eseguito con un grosso bozzello a quattro vie o una bigotta a canali. Con un cavo veniva preparato un collare, detto collare di straglio, ripiegato su se stesso in modo tale da formare una specie di grosso anello ovale allungato. All estremità del collare si fissava un altro bozzello a quattro vie, simile a quello dello strallo, o una bigotta a canali e fra i due bozzelli si passava il cavo per arridare lo strallo. Il collare abbracciava l albero di trinchetto e l altra estremità veniva agganciata direttamente alla struttura prodiera della nave. Lo strallo di trinchetto Incappellato alla testa dell albero di trinchetto, prima del XVI secolo era arridato all estremità dell albero di bompresso, poi a metà circa dell albero stesso. Il fissaggio avveniva tramite un collare simile a quello dello strallo di maestra e con un arridatoio con bozzelli a quattro vie o con bigotte a canali. Manuale di architettura navale p Incappellaggio e struttura di strallo e controstraglio dell albero maestro. La freccia rossa indica lo strallo, quella gialla il controstraglio. SCHEDA 108 Lo strallo di mezzana Incappellato al relativo albero, poteva essere arridato in tre modo diversi. Il primo consisteva nel fissare l arridatoio con bigotte a canali a un collare assicurato al piede dell albero di maestra. Il secondo prevedeva il fissaggio dello strallo mediante un arridatoio con bigotte a tre occhi attaccato sul ponte del cassero, il cui collare era fissato a un anello assicurato al ponte stesso. Il terzo modo, adottato in prevalenza sulle navi inglesi, prevedeva che lo strallo passasse attraverso una redancia fissata al piede dell albero di maestra per poi essere arridato tramite una coppia di bigotte o con un paranco fissato sul ponte. Anche lo strallo di contromezzana, istituito dopo il Cinquecento, veniva incappellato al colombiere dell albero di belvedere ed era arridato sulle prime due sartie poppiere dell albero di maestra. In questo caso, per suddividere gli sforzi, veniva fissato mediante un gioco di paranchi che formavano una specie di complessa ragnatela rimasta in uso, in forme diverse in base alle tradizioni delle varie nazioni, fin oltre il Lo strallo di parrocchetto Apparve sulle navi a partire dal XVI secolo ed era arridato con arridatoi a bigotte a tre occhi. Tra il 1600 e il 1750 circa, fintanto che fu in uso l alberetto di parrocchetto di bompresso, questo strallo era arridato al bompresso con un complicato paranco costituito da molteplici bozzelli, stroppati a diversi collari fissati al bompresso (vedi tavola 283). Controstragli o falsi stragli Intorno al XVIII secolo, vennero introdotti i controstragli, ossia cavi supplementari per rinforzare gli stralli. I controstragli erano costruiti e arridati allo stesso modo degli stralli e incappellati sempre con una gassa a bottone. Questi due tipi di manovre erano spesso tenuti insieme con un cavo più sottile, avvolto a zigzag (vedi tavola 282), detto serpentello. Tale legatura aveva lo scopo di far resistere i cavi ai colpi dei cannoni avversari, in modo che non cadessero sulla coperta e colpissero l equipaggio. 429

20 TESATURA DEGLI STRALLI A B C D Strallo Trinchetto Bompresso Bigotta Collare TAVOLA 281 A = Continentale XVII secolo B = Inglese prima del 1690 C = Inglese tra il 1690 e il 1775 D = Inglese dopo il

21 INCAPPELLAGGIO DELLO STRALLO Collare TAVOLA 282 Pigna Occhio Controstraglio Strallo Strallo FASI DI REALIZZAZIONE DELLA PIGNA Serpentello Controstraglio Bigotte Strallo Collare 431

22 TAVOLA 283 STRALLI NEI VASCELLI CON ALBERO DI CIVADA Spagna Spagna 1640 Spagna Francia - Spagna Francia - Spagna Francia Francia 1640 Inghilterra Inghilterra Inghilterra Inghilterra Inghilterra

23 MANOVRE I paterazzi Manuale di architettura navale SCHEDA 109 Tutti i tronchi d albero superiori e solo quelli, non gli inferiori, gli alberi di gabbia e gli alberetti, venivano mantenuti in posizione da manovre laterali dette paterazzi che si aggiungevano alle sartie. Il compito di queste manovre dormienti era determinante, perché assicuravano la tenuta delle teste degli alberi di gabbia e di velaccio in maniera più efficace delle sartie e permettevano anche di costruire crocette e coffe meno pesanti. I paterazzi, che erano incappellati ai rispettivi alberi e arridati direttamente al bordo laterale della nave, esattamente come le sartie, potevano essere distinti in ordinari (ossia arridati con bigotte) e volanti (ossia arridati con paranco). Questo genere di manovre, così come è stato detto in altri casi, assumeva il nome degli alberi cui era applicato. A partire da prua, quindi, vi erano i paterazzi di parrocchetto, velaccino e controvelaccino che sostenevano l albero di trinchetto; i paterazzi di gabbia, velaccio e controvelaccio per l albero maestro; infine, i paterazzi di contromezzana e belvedere per sorreggere l albero di mezzana. I paterazzi dell albero di parrocchetto Potevano essere in numero di due o tre per ciascun lato. Il paterazzo prodiero era volante, ossia doveva poter essere arridato o lascato con un paranco secondo necessità; nella fase di incappellaggio i paterazzi volanti di sinistra erano posizionati per primi al disopra dell ultima sartia di gabbia. Ciascuno di loro era fermato all albero mediante un collare costituito da una gassa impiombata, e per tutta la loro lunghezza erano fasciati di comando poiché continuamente sottoposti agli effetti dello strofinio dei pennoni durante le manovre effettuate per issarli e calarli. Spesso, per migliorarne la funzionalità, venivano spostati verso l esterno dello scafo, mediante buttafuori montati sulle coffe, sospinti in fuori con un paranco, grazie a cui il paterazzo assumeva una maggior stabilità. I paterazzi volanti erano arridati con un paranco fissato sul parasartie, dietro la terza bigotta dell albero basso. Sul parasartie di questo modello si nota come i paterazzi siano arridati con bigotte di dimensioni inferiori a quelle delle sartie. La freccia rossa indica il paterazzo volante. Dopo i paterazzi volanti venivano incappellati i paterazzi ordinari di sinistra, poi quelli di dritta. Questi paterazzi venivano arridati mediante bigotte a corridore, analogamente alle sartie. I paterazzi dell albero di velaccino e di controvelaccino Ne erano previsti due, uno per lato, erano volanti e scendevano fino al parasartie di trinchetto, fra la sesta e la settima bigotta, dove erano arridati con un paranco dedicato. Il collegamento sul parasartie era uguale a quello dei paterazzi di parrocchetto. Anche quelli di controvelaccino erano uno per lato, ordinari e arridati come quelli di velaccino. I paterazzi dell albero maestro Incappellati e arridati in maniera analoga a quelli del trinchetto, ne differivano solo per la posizione in cui erano arridati ai parasartie: essa, infatti, dipendeva dalle dimensioni dei parasartie e dal numero delle sartie. I paterazzi dell albero di mezzana e contromezzana Quelli dell albero di mezzana erano incappellati e arridati in modo simile ai due alberi precedenti, mentre per il contromezzana erano due ordinari per lato. La prima coppia era posizionata generalmente a dritta e non vi erano paterazzi volanti. Talvolta, però, la prima sartia prodiera era arridata come un paterazzo volante (cioè con un paranco), portando così il numero dei paterazzi a tre per lato. 433

24 TAVOLA 284 PATERAZZI DELL ALBERO DI TRINCHETTO Paterazzi di controvelaccino Paterazzi di velaccino Paterazzi di parrocchetto 434

25 PATERAZZI DELL ALBERO DI MAESTRA TAVOLA 285 Paterazzi di controvelaccio Paterazzi di velaccio ARRIDATOIO A PARANCO Paterazzi di gabbia 435

26 TAVOLA 286 PATERAZZI DELL ALBERO DI MEZZANA Paterazzi di belvedere ARRIDATOIO A BIGOTTE Paterazzi di contromezzana 436

27 MANOVRE Manuale di architettura navale Le trinche del bompresso SCHEDA 110 p Su questa raffinata riproduzione del Sovereign of the Seas sono visibili le trinche doppie che uniscono il bompresso allo scafo. Poiché il bompresso era inclinato e in una posizione ben diversa rispetto agli altri alberi, il suo fissaggio sullo scafo necessitava di legature particolari chiamate trinche che ne garantissero la stabilità. Questo albero, infatti, era particolarmente sensibile agli effetti del beccheggio e poco a quelli del rollio, ma serviva a sostenere numerose vele che verranno analizzate dettagliatamente in seguito. Come si ricorderà, il piede del bompresso era saldamente fissato nella sua scassa, ricavata al disotto del ponte di coperta ed era sostenuto da diversi pezzi dell ossatura ma, se si eccettua la controruota, non era connesso a nessun elemento e non poteva essere collegato allo sperone, che aveva uno spessore ridotto poiché formato da pezzi d ossatura leggera. Tutta la sezione sporgente del bompresso, oltre ad appoggiare sulla ruota, doveva quindi essere unita e fissata al corpo del vascello mediante le trinche, che per il tipo di sostegno che esercitavano possono essere assimilate alle sartie. Struttura delle trinche Le trinche erano formate da parecchi giri di grossi cavi: generalmente si usavano cavibuoni perché la loro lunghezza era più stabile e non dovevano essere riciclati da vecchi cavi. L uso del cavobuono era un accorgimento determinante in quanto il bompresso doveva essere perfettamente immobilizzato nella sua posizione e l operazione di trincatura doveva essere effettuata con il bel tempo per evitare di bagnare i cavi. Se questi fossero stati bagnati, infatti, avrebbero potuto allungarsi una volta asciutti. Esecuzione delle trinche La prima trinca che veniva effettuata era quella esterna, cioè la più avanzata, in quanto se si fosse iniziato con quella interna, al momento di eseguire l altra il bompresso poteva abbassarsi facendo allentare i giri della prima. Il numero delle spire del cavobuono era variabile; generalmente se ne eseguivano undici, sebbene alcuni costruttori preferissero servirsi di cavi 437

28 TAVOLA 287 TRINCHE DEL BOMPRESSO SU UN VASCELLO DEL 1720 Bompresso Trinche Legature Sperone Sedi per le trinche 438

29 MANOVRE Manuale di architettura navale SCHEDA 110 p Il bompresso dell Ambitieux, più inclinato rispetto a quello delle navi del XVII sec., mostra oltre alle trinche anche le legature. più grossi eseguendo così sei oppure otto giri. La procedura per tendere e stirare correttamente ciascun giro di trinca consisteva nel mantenere il bompresso il più aderente possibile allo sperone: per fare ciò veniva applicato alla testa del bompresso un notevole peso un ancora o una lancia in modo da abbassarlo verso la ruota. Il cavo della trinca veniva fissato al bompresso mediante un nodo scorsoio che rimaneva nascosto sotto l albero. Sul bompresso venivano inchiodati alcuni tacchetti che impedivano ai vari giri del cavo di scivolare verso il basso. I giri di cavo passavano tutti davanti al nodo scorsoio eseguito all inizio. La fune scendeva poi verso la parte anteriore della sede ricavata sullo sperone, ossia in direzione obliqua, e veniva infilata nella sede da sinistra a destra, per poi risalire da questo lato verso il bompresso, passando davanti al nodo o al giro di trinca precedente. La trinca scendeva nuovamente nella sede dello sperone subito dietro il primo giro e così di seguito: alla fine tutte le spire risultavano anteposte le une alle altre cominciando dalla prima, mentre quelle nella sede ricavata sullo sperone erano tutte posposte le une alle altre e tutte dietro alla prima. I giri di cavo venivano stretti fortemente tutti assieme, fra il bompresso e lo sperone, usando l eccedenza del cavo stesso; la legatura veniva poi assicurata con nodi mezzi parlati ben stretti. Talvolta la trinca esterna contava un giro in più di quella interna: questo veniva eseguito in maniera identica alle altre spire eccetto il primo passaggio nella sede sullo sperone che veniva effettuato da destra a sinistra. Le trinche nel tempo Mentre nelle marinerie olandese, inglese e francese la trinca del bompresso rimase a lungo l unica manovra dormiente a contrastare le varie forze che esercitavano una trazione verso l alto o che tendevano a sradicare l albero dalla sua posizione sul piano orizzontale, nella marineria spagnola i venti, o sartie del bompresso, erano già in uso nella seconda metà del Cinquecento e le marinerie nordiche le introdussero solo verso la fine del Seicento e quasi contemporaneamente apparvero le briglie : lo sviluppo di queste due manovre verrà analizzato dettagliatamente nelle prossime tavole. La trinca unica era più comunemente usata nel Settecento, mentre nel secolo precedente e particolarmente sulle grandi navi si trovava generalmente la trinca doppia. Nel Seicento l uso di questa attrezzatura era dettato dalle mode e non da esigenze o regole ben precise: quando veniva usata la trinca doppia, infatti, i giri di cavo erano sei o sette e quando era singola i giri potevano variare da otto a dieci o undici. 439

30 TAVOLA 288 EVOLUZIONE DELLE TRINCHE DOPPIE TRINCATURA degli inizi del 1600 TRINCATURA intorno al 1630 TRINCATURA fra il 1650 e il 1680 TRINCATURA fra il 1690 e il

31 MANOVRE Trilingaggio e rigge o sartie di rovescio Manuale di architettura navale SCHEDA 111 queste veniva a trovarsi il tronco dell albero e inoltre, in questa posizione, avrebbero impedito la manovra di salita e discesa del pennone basso. Una volta posizionati i tossi, si eseguivano le branche di trilingaggio, impiegando un lungo cavo fissato sull ultima sartia di destra al disotto dei tossi; questo cavo veniva poi passato a sinistra dove riuniva l ultima e la penultima sartia sinistra, ritornava a destra dove avvolgeva la seconda e la terza sartia posteriori e così via fino alla fine delle sartie, ad esclusione delle prime due. Il cavo, dopo essere giunto alla terza sartia di sinistra avanti, ritornava indietro, seguendo lo stesso percorso per terminare sulla penultima sartia di destra, in maniera tale da garantire che almeno tre di questi cavi potessero essere riuniti tra loro. Per garantire una perfetta tenuta, le branche dovevano essere ben tese: per ottenere ciò venivano eseguip Sulla ricostruzione del Bounty oggi attrazione per turisti è visibile il trilingaggio dell albero di mezzana (ovale rosso in foto). Il trilingaggio era un metodo di legatura che utilizzava le sartie maggiori come elemento di sostegno e ritenuta delle sartie di gabbia. La sequenza delle operazioni Il trilingaggio era costituito da corti pezzi di cavo o di legno, chiamati tossi, di dimensione uguale alle sartie maggiori che venivano posizionati uno all interno e uno all esterno di esse (vedi tavola 290). Se i tossi erano realizzati in cavo, venivano bendati e fasciati ed erano fissati alle sartie con legature eseguite con comando. Questi elementi erano disposti orizzontalmente, quindi paralleli al bordo della coffa e distanti da essa di una misura quasi pari all altezza del colombiere del tronco d albero inferiore. I tossi incrociavano tutte le sartie maggiori ad eccezione delle prime due, in quanto in corrispondenza di 441

32 TAVOLA 289 IL TRILINGAGGIO DELLE SARTIE Stroppo in ferro per le sartie di gabbia Rigge o sartie di rovescio Branche di trilingaggio Tosso Sartie 442

33 MANOVRE Manuale di architettura navale SCHEDA 111 p Particolare degli stroppi di bigotta con anello e dell aggancio delle sartie di rovescio sull albero di mezzana dell Aurore. te delle doppie legature che riunivano due o tre branche e di conseguenza le sartie di destra e di sinistra in particolare le prime sul davanti venivano a trovarsi più ristrette in questa zona. Il fissaggio finale Terminato il trilingaggio venivano sistemate le rigge o sartie di rovescio, che servivano a fissare le sartie di gabbia e nello stesso tempo a formare una rete con le sartie maggiori che consentiva di salire in coffa. Nelle piccole aperture rettangolari praticate lungo il bordo della coffa veniva inserito lo stroppo di ferro delle bigotte di gabbia che venivano arridate esattamente come quelle delle sartie maggiori. Lo stroppo era munito di una sporgenza che formava una specie di anello che attraversava la coffa; all anello veniva agganciata la riggia che era formata da un semplice pezzo di cavo munito di un gancio a becco d anatra nel cui occhio passava la riggia addoppiata: questa veniva poi fissata vicino a ciascuna sartia mediante un nodo collo tondo e due legature fatte sui tossi. Come per le sartie, anche la prima riggia era interamente fasciata di comando mentre le altre lo erano soltanto in corrispondenza del doppino impegnato nell occhio del gancio. Se le rigge erano semplici si eseguiva una impiombatura sotto l occhio del gancio mentre il fissaggio sul tosso rimaneva invariato. Anche le rigge, così come le sartie erano completate con le griselle che permettevano agli uomini di raggiungere la coffa; le griselle erano effettivamente collegate con quelle delle sartie maggiori. L albero di gabbia Anche le sartie di gabbia erano dotate di trilingaggio che serviva per dare appiglio alle sartiole di velaccino e con il quale si formavano le rigge; il trilingaggio veniva eseguito circa un metro e mezzo sotto la crocetta di velaccino. I tossi erano semplici e situati esternamente alle sartie; il trilingaggio in questo albero veniva formato da una o due branche soltanto. 443

34 TAVOLA 290 SEQUENZA DELLE OPERAZIONI PER IL TRILINGAGGIO Branche di trilingaggio Tossi 444

35 MANOVRE Manuale di architettura navale Evoluzione dei trilingaggi SCHEDA 112 p Un primo piano sulle sartie di rovescio (frecce azzurre) e gli stroppi di bigotta di gabbia (frecce bianche) dell Aurore. dei trilingaggi è segnalato per la prima volta da un documento inglese datato 1623 L impiego che ne descrive la funzione e la forma, anche se, naturalmente, non si può escludere che questo genere di manovre venisse utilizzato anche in periodi antecedenti a questa data. È invece interessante constatare che su parecchi modelli navali conservati nei musei, in particolare inglesi e datati tra gli inizi del Seicento e il primo trentennio del Settecento, si trova installato un secondo trilingaggio, posto all incirca a metà altezza delle sartie. Trilingaggio alto e basso Come spiegato in precedenza, il trilingaggio alto serviva a contrastare la trazione verso l esterno delle rigge; mentre il trilingaggio basso veniva usato per ten- In questo modello della Sans Pareil si può apprezzare l ottima fattura del trilingaggio. 445

36 EVOLUZIONE DEL TRILINGAGGIO TAVOLA 291 Trilingaggio alto XVII secolo Trilingaggio alto prima metà del XVIII secolo Trilingaggio alto seconda metà del XVIII secolo Trilingaggio basso Trilingaggio alto XIX secolo 446

37 MANOVRE Manuale di architettura navale SCHEDA 112 p L ovale rosso mette in evidenza le sartie di gabbia (le manovre subito sopra le bigotte della coffa) e le griselle della Renommée. dere le sartie verso l interno, aumentandone così la tensione. Si ritiene che questa manovra venisse usata quando le condizioni del tempo non permettevano di tendere saldamente le sartie con l apposito paranco. Va sottolineato che i cavi di canapa erano piuttosto sensibili alle variazioni climatiche e inoltre si allungavano molto durante la loro vita. Una nave con le sartie nuove, attrezzata in un porto del nord Europa, si ritrovava con le manovre allentate quando navigava in acque tropicali: si consideri che uno straglio di maestra doveva esser accorciato di circa tre metri dopo il primo viaggio e un altro taglio era necessario dopo il secondo. Verso il 1730, il trilingaggio basso fu abolito come manovra permanente dalla Marina inglese; rimase tuttavia in uso come sistema per tendere le sartie basse verso l interno prima di fissare il trilingaggio alto, in modo che questo restasse poi ben teso. Alcune fonti documentali sostengono che il trilingaggio basso potrebbe non essere mai stato montato permanentemente e lo considerano come una manovra d emergenza. Fonti iconografiche mostrano un altro uso del trilingaggio basso, soprattutto nella marineria francese: prima di un azione di guerra veniva montata una rete tra le sartie dei due lati all incirca all altezza del vecchio trilingaggio basso che aveva lo scopo di riparare gli uomini sul ponte dalla caduta di pezzi dell attrezzatura. Imbrigliatura Si trattava di una specie di controtrilingaggio eseguito provvisoriamente sotto il trilingaggio. Era formata da un cavo che incrociava di traverso la nave passando fra le sartie maggiori di ciascun lato per avvicinarle forzatamente mediante un paranco. L imbrigliatura veniva allestita per sostituire le sartie maggiori quando queste risultavano eccessivamente allentate. 447

38 TAVOLA 292 IMBRIGLIATURA Trilingaggio alto Trilingaggio basso Imbrigliatura 448

39 MANOVRE I marciapiedi Manuale di architettura navale SCHEDA 113 Su questo modello la cima che costituisce il marciapiede è connessa al pennone con staffe metalliche (freccia rossa). La struttura del marciapiede è ben visibile sul pennone dell albero di trinchetto della Renommée (frecce gialle). Per fornire un appoggio ai piedi dei gabbieri impegnati a slegare o ad ammainare le vele per chiuderle su stesse, operazioni che necessitavano di raggiungere le varee dei pennoni o comunque di allontanarsi dal fuso dell albero, venivano installati dei cavi molto robusti, detti marciapiedi (vedi tavola 293). Queste cime, fatte di canapa e dal XVIII secolo di metallo, erano fissate per una estremità sulla varea dei pennoni e con l altra al centro di questi. Per sostenerle venivano impiegate delle staffe o reggitoi, che pendevano dai pennoni fissati ad apposite guide (vedi tavola 294). Introduzione dei marciapiedi La prima volta in cui viene attestato l impiego dei marciapiedi sulle navi inglesi è intorno al 1540, periodo in cui si iniziò a serrare le vele basse senza calare i pennoni sul ponte: prima di tale data, infatti, tutte le attività svolte sulle vele avvenivano abbassando il pennone, operazione notevolmente pericolosa che richiedeva tempi lunghi. Nelle marinerie continentali, invece, la comparsa dei marciapiedi viene menzionata da F. Dassié nel 1677 (L Architecture Navale) e dal Dictionnaire de marine Desroches del 1687: entrambi i testi citavano anche le staffe e Dassié descriveva pure il sistema per tendere i marciapiedi mediante due bigott che rimase in uso sulle navi inglesi fino alla metà del Settecento. Dopo quel periodo ogni marciapiede venne fissato al pennone con una legatura; sulle navi continentali, invece, è probabile che il sistema fosse rimasto in uso per un periodo più lungo, perché il francese D. Lescallier lo citava ancora nel 1791 (Traité pratique du gréement des vaisseaux et autres bâtiments de mer). Introduzione sui pennoni di gabbia e di terzo ordine Non si conosce, invece, la data in cui furono introdotti i marciapiedi sui pennoni di gabbia e sui pennoni del terzo ordine (velacci e controvelaccio) anche se è certo che vennero impiegati quasi contemporaneamente all adozione di queste attrezzature. Si ipotizza che la loro comparsa sia divenuta necessaria quando vennero introdotti i terzaruoli, un sistema per diminuire la porzione di vela esposta al vento di cui si tratterà in seguito. Considerando la conformazione dell alberatura di un vascello, e in particolare la struttura dei pennoni, si deduce che i marinai serrassero e slegassero le vele stando semplicemente seduti a cavalcioni del pennone, mentre per poter liberare i terzaruoli non c era altra alternativa se non di dotare i pennoni stessi di marciapiedi su cui appoggiare i piedi. Sui pennoni di velaccio, comunque, i marciapiedi erano privi delle staffe, tranne che nelle navi di notevoli dimensioni. In conclusione, non è possibile affermare che i marciapiedi fossero presenti sugli alberi di gabbia e di terzo ordine prima del 1680: solo in quella data, infatti, si trovano chiaramente menzionati da J. Lees (The masting and rigging of English Ship of War) sulle navi inglesi, mentre pochi anni dopo, nel 1687, il Desroches deduce che fossero presenti solo sulle vele di gabbia; a sostegno dell adozione vicina al 1680 vi è anche il fatto che i terzaruoli comparvero sulle vele di gabbia verso il

40 I MARCIAPIEDI, STRUTTURE DI APPOGGIO PER LE ATTIVITÀ DEI GABBIERI TAVOLA

41 Marciapiede STRUTTURA DEI MARCIAPIEDI Pennone Staffa TAVOLA

42 TAVOLA 295 ELEMENTI COSTITUTIVI DEI MARCIAPIEDI Staffa Marciapiede Guida di fissaggio della staffa Staffa Staffa fissata direttamente nella varea del pennone 452

43 MANOVRE Le manovre correnti Manuale di architettura navale SCHEDA 114 Con queste pagine ha inizio la trattazione di un argomento particolarmente ampio e complesso riguardante l attrezzatura di un vascello armato con vela quadra: le manovre mobili, denominate correnti. Questo termine indica il complesso di cime, catene e cavi, in genere dotato di bozzelli e rinvii, destinato a muovere gli elementi dell attrezzatura velica e quindi a issare, orientare o ammainare vele, bandiere, antenne, picchi e pennoni. Le manovre correnti prendevano nomi differenti a seconda dei compiti svolti o della parte che muovevano ed erano connesse in piccola parte alla manovra dei pennoni e delle aste e per la maggior parte alla gestione delle vele. Si distinguevano così, le drizze, gli amantigli e i bracci per i pennoni, e, per le vele, le mure, le scotte, gli imbrogli, le boline, le ritenute del boma e gli ostini del picco. Tutte queste manovre verranno descritte e illustrate dettagliatamente in base alle funzioni che svolgevano e seguendo l ordine logico con cui venivano utilizzate. Lo spettacolare intrico di manovre correnti sul galeone Manila, realizzato da Carlo Galanti. Le drizze, gli amantigli e i bracci Le drizze o fionchi erano cavi semplici, ghie o paranchi fissati al centro dei pennoni o agli angoli superiori delle vele. Servivano ad alzare e abbassare pennoni, picchi, antenne, vele e bandiere. Prendevano il nome dal pennone o dalla vela a cui erano collegati. Gli amantigli o mantigli erano cime di canapa destinate a sorreggere le estremità dei pennoni per mantenerle in posizione orizzontale. Si tratta di manovre correnti nel caso dei pennoni volanti di velaccio e di controvelaccio, dormienti nel caso dei pennoni fissi, cioè i pennoni maggiori e di gabbia. Nelle vele auriche e nelle rande erano in genere correnti e sostenevano picchi e boma. I bracci erano manovre a paranco fissate alle varee dei pennoni che avevano il compito di imprimere ai pennoni stessi, e di conseguenza alle vele che vi erano fissate, l orientamento necessario alle differenti andature del vascello. I bozzelli dei bracci erano spesso provvisti di stroppi con un lungo penzolo, il bracotto, fissato alle estremità dei pennoni. Le mura, le scotte, gli imbrogli, le boline e le ritenute del boma Le mura erano funi che tiravano verso prua e sopravvento le estremità inferiori, dette bugne, di una vela. Nelle vele quadre venivano poste in tensione alternativamente, a seconda del lato da cui proveniva il vento, mentre una scotta teneva tesata sottovento e verso poppavia l altra bugna. Se il vento proveniva da poppa, le mure non erano in tensione e la vela veniva regolata solo dalle scotte. Nelle vele di taglio la mura era in pratica la legatura che assicurava l angolo inferiore prodiero in coperta, sul bompresso o sul boma (presso l albero). Le scotte erano cavi assicurati alle bugne che servivano a tenere in tensione una vela verso il basso e verso poppa. Nelle vele quadre erano due, ai due angoli inferiori, e lavoravano in opposizione alle mure. Le scotte delle vele quadre superiori passavano in apposite cavatoie con puleggia ricavate nella varea dei pennoni delle vele inferiori. Nelle vele di taglio la scotta era fissata all angolo inferiore poppiero; quella della randa veniva infilata in una cavatoia con puleggia posta all estremità del boma. Gli imbrogli erano cavi semplici o ghie fissati alle vele che venivano utilizzate per avvilupparle e raccoglierle sui pennoni, sottraendole in gran parte, quando occorreva, all azione del vento. Le boline erano un insieme di cavi che tiravano a prua il lato verticale posto sopravvento di una vela quadra al fine di presentarla al vento in maniera meno obliqua possibile quando si navigava di bolina. Le ritenute del boma erano due paranchi formati da altrettanti bozzelli posti alla base del boma per tenerlo tesato verso il basso e regolarne l escursione; gli ostini del picco erano delle funi che servivano a orientare lateralmente il picco. 453

44 TAVOLA 296 MANOVRE CORRENTI VISTE DA PRUA Amantigli/mantigli Bracci Caricamezzi Bracci Caricaboline Caricamezzi Bracci Caricaboline Caricamezzi Scotte Mura 454

45 MANOVRE CORRENTI VISTE DA POPPA TAVOLA 297 Amantigli/mantigli Bracci Imbroglio Amantigli Bracci Imbroglio Amantigli Bracci Imbroglio Scotte Mura 455

46 TAVOLA 298 MANOVRE CORRENTI - DRIZZE DEI PENNONI Drizza del pennone di velaccio Cavatoie ricavate direttamente sull albero Drizza del pennone di gabbia Drizza del pennone maggiore Paranchi delle drizze 456

47 MANOVRE Le drizze dei trevi Com è stato anticipato, le manovre correnti impiegate per collocare o abbassare i pennoni in termini tecnici issare e alare erano chiamate drizze. Oltre alle drizze vi erano altre manovre che servivano a migliorare la funzionalità dei pennoni: i sospensori, le trozze, gli amantigli e i bracci. Manuale di architettura navale SCHEDA 115 Diverse manovre per compiti svariati Quando i pennoni erano stati issati nella posizione definitiva venivano sostenuti dai sospensori; quindi, poiché la forza esercitata dal vento sulle velature tendeva ad allontanare i pennoni dagli alberi, si ricorreva alle trozze per mantenerli aderenti ai fusi. Per consentire ai pennoni di rimanere orizzontali rispetto al livello del mare erano impiegati gli amantigli, e, infine, per far sì che queste parti dell alberatura assumessero l inclinazione migliore per sfruttare le correnti d aria erano impiegati i bracci. Vari tipi di drizze Le drizze erano una manovra semplice con diverse varianti sviluppatasi a seguito delle evoluzioni dell attrezzatura velica nelle varie nazioni e nel corso del periodo preso in esame dal Manuale. Per issare o alare il pennone maggiore di ciascun albero venivano impiegate le drizze dette del trevo, mosse dall argano. Una questione tutt oggi dibattuta riguarda il periodo compreso fra il XVII e il XVIII in cui le drizze del trevo presentavano una forma differente nella marineria inglese rispetto a quelle usate dalle flotte franco-olandesi: da documenti spagnoli dell epoca, infatti, risulta evidente che le attrezzature delle drizze spagnole erano identiche a quelle inglesi e se ne deduce quindi che sulle navi inglesi non sia mai stata usata l attrezzatura francese. Gli inglesi abbandonarono presto il tipo di drizza più antico (disegno a sinistra, tavola 299) mentre nel continente il tipo franco-olandese restò in uso per un periodo molto più lungo, per poi essere sostituito dal tipo inglese più recente (disegno al centro, tavola 301) con qualche variante. In Inghilterra il sistema più antico cessò di esser usato verso il 1640 per il naviglio minore, e verso il 1660 per le navi più grandi. In Francia e Olanda, questa evoluzione avvenne circa un secolo più tardi. La drizza del pennone dei trevi su un vascello del XVII sec. Nel cerchio sono racchiusi i paranchi di drizza a tre vie. Struttura delle drizze La drizza vera e propria era in realtà il filo di un grosso paranco e per issare il pennone basso ne occorrevano due. Nel periodo più recente venivano posti due bozzelli a tre occhi - detti taglie - sotto la coffa, su ciascun lato delle barre costiere; i loro stroppi con una lunga coda stringevano una redancia di ferro che permetteva di legarli intorno all incappellatura dell albero basso. La lunghezza degli stroppi delle taglie di drizza doveva essere calcolata in maniera tale che i pennoni bassi potessero essere issati fino all altezza del trilingaggio. Gli stroppi erano interamente fasciati di comando. Le altre due taglie di drizza erano poste sul pennone basso, a una distanza di circa 1,30 m l una dall altra; queste taglie di drizza a tre occhi erano posizionate sul pennone in maniera tale che le cavatoie fossero disposte longitudinalmente rispetto alla lunghezza del vascello. Lo stroppo di ciascuna di esse era formato da due stroppi ordinari di lunghezza tale da consentire alle drizze di trovarsi una accanto all altra nella zona di fissaggio, da qui venivano poi riunite mediante una legatura eseguita alla stessa altezza della taglia: questo sistema permetteva di formare due rami che abbracciavano la sagoma del pennone su cui venivano poi fissate. Anche questi stroppi erano fasciati di comando e veniva poi eseguita una legatura sull estremità di ciascun ramo per ravvicinare i doppini e formare così un piccolo occhio da cucitura. La drizza girava intorno all albero basso e veniva fissata sull incappellatura di esso mediante un occhio con la cima impiombata, in cui poteva essere o meno impegnata una redancia. Le drizze scendevano poi lungo l albero e venivano quindi fissate su grandi tacchetti a corna posti sull albero basso. 457

48 DRIZZE PRIMITIVE DEL TREVO PARTE ALTA PARTE ALTA Testa di moro Cavatoie sulle maschette Drizza Drizza Pennone Pennone Drizza DRIZZE DEI TREVI XVI-INIZI DEL XVII SEC. TIPO SPAGNOLO E ANSEATICO Paranco DRIZZE DEI TREVI FIN OLTRE METÀ DEL XVIII SEC. TIPO FRANCO-OLANDESE Bittone della drizza PARTE BASSA COMUNE AI DUE SISTEMI TAVOLA

49 EVOLUZIONE DELLA DRIZZA DEL TREVO DRIZZA INGLESE DEL TAVOLA 300 Drizza Drizza DRIZZA INGLESE DEL DRIZZA INGLESE DEL Drizza Drizza 459

50 TAVOLA 301 DRIZZE DEI TREVI ALL INGLESE Taglia Paranco Drizza DRIZZA DEI TREVI ALL INGLESE NELLA VERSIONE CONTINENTALE FORMATA DA PARANCHI DOPPI Tacchetti Taglia Taglia TAGLIA A TRE VIE DEI PARANCHI DI DRIZZA INGLESI DAL 1670 AL 1810 Paranco Drizza 460 DRIZZA DEI TREVI ALL INGLESE NELLA VERSIONE CONTINENTALE FORMATA DA PARANCHI TRIPLI

51

52

53 Balaustra della balconata superiore Istruzioni di montaggio SCHEDA mm A 5 7 A Balaustra della balconata superiore 2. Decorazioni floreali 3. Colonnine di babordo del balcone 4. Colonnine di tribordo del balcone 5. Bozzelli da 4 mm 6. Filo d ottone 1 mm 7. Colonnine delle finestre dello specchio di poppa 8. Cannoni della terza batteria 104A Recupera un avanzo di listello di noce da 2x4 mm e accorcialo per creare il parapetto del castello di prua (A). Incolla il listello in modo che sporga di 12 mm rispetto all ultima colonnina e centralo bene sulle altre e sulla fascetta vicino alla gru di capone (freccia rossa). Dipingi la fascetta dello stesso colore usato per il parapetto del ponte di coperta. B C 104B Segui la stesa procedura per realizzare il parapetto sull altro fianco. D 104C Taglia un altro pezzo di listello di noce da 2x4 mm lungo tanto da coprire le colonnine poste fra le due gru di capone. Questo parapetto va incollato sotto i due pezzi sistemati nella fase A e B e ben centrato sulle colonnine. E 104D Recupera un pezzo di listello di noce da 2x7 mm lungo tanto da coprire quello che hai appena incollato. Applicalo su di esso con la colla, in modo che si trovi a filo dei parapetti laterali. Smussa un po gli angoli esterni del listello indicati dalle frecce rosse usando carta abrasiva a grana finissima. 104E Recupera i raccordi del corrimano (fascicoli 89, 90 e 91). Incollane uno per parte sotto l estremità dei listelli applicati nella fasi A e B, come mostra la foto. 207

54 104 F G 104F Prendi un avanzo di listello di noce da 2x5 mm e taglia un pezzetto lungo circa 5 mm. Arrotonda un lato a semicerchio usando la lima. Incollalo all estremità del corrimano in modo che copra il raccordo. H 104G Ripeti la stessa operazione anche dall altro lato. I 104H Usa un punteruolo sottile per praticare otto fori equidistanti fra loro (quattro da un lato e quattro dall altro) sulla zona del ponte del casseretto evidenziata dalla foto. Questi forellini serviranno per applicare le colonnine da 8 mm. J 104I Recupera le colonnine fornite con i fascicoli 96 e 100. Incollane otto nei forellini come mostra la foto. K 104K Ecco come si presenta la tua Soleil Royal al termine di questa sessione di montaggio. Tieni da parte con cura i pezzi rimasti perché ti serviranno in futuro J Usa gli avanzi di listello di noce da 2x4 mm per realizzare i due parapetti per il casseretto (sono lunghi circa 40 mm). Ricorda che devi dipingere tutti gli elementi che stai aggiungendo man mano sulla nave.

55 Istruzioni di montaggio SCHEDA 105 Mantelletti, colonnine e decorazioni A D B 4 7 D C B C Mantelletti 2. Colonnine da 8 mm 3. Colonnine decorative delle balconate 4. Colonnine da 10 mm 5. Cornici decorative delle cannoniere 6. Anellini 2 mm 7. Cannoni della terza batteria B A 105A Recupera le plance di legno fornite nei fascicoli 82 e 100. Estrai con il tagliabalsa le due mensole evidenziate nella fotografia e uno dei due pezzi contrassegnati con la lettera A. Leviga tutto con carta a grana fine. A C A A 105B Prima incollare i pezzi, osserva la sequenza fotografica. Quindi applica le due squadrette ai lati del pezzo A. Usa anche la prossima foto per verificare la correttezza dell assemblaggio. A D 105C Appoggia l insieme ottenuto nella fase B sulla parte laterale della balconata superiore, in modo che sia allineato con l estremità di poppa del bordo della balconata (tratteggio rosso). Usa il tagliabalsa per eliminare un tratto delle cinte, e liberare la zona fra le squadrette, quindi incolla il pezzo A. E B A C D 105D Recupera la plancia fornita con l uscita 100 ed estrai con il tagliabalsa i pezzi B, C e D. Appoggia il pezzo B sulle squadrette come mostra l immagine. Rifila, se necessario, il bordo di A, in modo che B tocchi appena il capodibanda. 105E Immergi per qualche minuto in acqua tiepida i pezzi C e D perché diventino più flessibili. Assorbi l eccesso d acqua e incollali sullo scafo, nella posizione evidenziata dalla foto. È possibile che si debbano rifilare ulteriormente le cinte per fare spazio ai pezzi C e D. 209

56 105 F G 105F Usa una lima piatta per eliminare l eccedenza del pezzo D che sormonta l elemento A. Muovi l attrezzo nel verso del legno. H 105G Realizza la stessa sequenza di operazioni da B a F, per corredare della bottiglia anche l altro fianco della nave. I 105H Usa un lisciatoio piccolo per sagomare la base delle balconate in modo che, una volta applicate le balaustre, queste risultino parallele allo specchio di poppa. Prima di cominciare il lavoro, osserva bene le foto successive. J 105I Recupera le plance di legno fornite con i fascicoli 102, 103 e 104. Estrai il pezzo più grande da ciascuna delle tre plance e levigalo con carta abrasiva a grana fine. Dipingi quindi una delle superfici di ogni pezzo con vernice blu oltremare. K 105K La sessione di lavoro è così terminata. Tieni da parte i pezzi avanzati in modo da recuperali con facilità quando ti occorreranno J Utilizza della colla a presa rapida per applicare le tre balaustre sulle rispettive balconate (la faccia dipinta dev essere rivolta verso l interno): tieni presente che la più lunga va sistemata sulla balconata inferiore e la più corta su quella superiore.

57 Parasartie di trinchetto, decorazioni e cannoni Istruzioni di montaggio SCHEDA 106 A 5 6 C 4 7 A B B A 1. Parasartie di trinchetto 2. Bozzelli da 4 mm 3. Decorazioni delle murate 4. Coroncine decorative delle murate 5. Listello di ramino da 2x2x300 mm 6. Cannoni della prima e seconda batteria 7. Scudi decorativi delle murate B 106A Recupera la plancia fornita con il fascicolo 103. Estrai con il tagliabalsa tutti i pezzi e levigali con carta abrasiva a grana fine. C A A A B B C 106B Dipingi una delle superfici di ogni pezzo esattamente quella che mostra la foto con il blu oltremare. Aspetta che il colore sia perfettamente asciutto. D 106C Prendi uno dei due pezzi A e incollalo sul fianco della balconata intermedia, in modo che la superficie colorata si trovi rivolta verso lo scafo. E B 106D Usa una lima piatta per eliminare un po di materiale e incurvare il bordo dell ultimo tratto del fianco della balconata, in modo che il pezzo B vi si adatti perfettamente. 106E Incolla uno dei due pezzi B (la faccia colorata dev essere sistemata verso lo scafo) sul bordo della balconata che hai appena sagomato. Ripeti le stesse operazioni sull altro fianco del vascello. 211

58 106 F G G D D E F D E F 106F Recupera la plancia fornita con il fascicolo 102. Estrai tutti i pezzi, levigali e dipingi in blu oltremare una delle due facce, come mostra la foto. Recupera anche la plancia fornita con il fascicolo 95 ed estrai i due pezzi F. H 106G Prendi uno dei due pezzi D che hai dipinto e incollalo sul bordo laterale della balconata inferiore. Passa la lima piatta sull ultimo tratto della balconata per incurvarla leggermente. I E F 106H Recupera uno dei due pezzi F e incollalo nella zona evidenziata dalla foto. Questo pezzo deve risultare ben aderente alla parte inferiore della balconata (osserva anche la foto seguente per definire la posizione corretta). J H 106I Prendi ora il pezzo E (con la superficie colorata rivolta verso l interno) ed esegui con la lima gli aggiustamenti necessari per farlo combaciare perfettamente con la zona inferiore della balconata. K 106K Ecco come si presenta il vascello al termine di questa sessione di lavoro. Tieni da parte il materiale avanzato in attesa di impiegarlo in futuro. H J Recupera la plancia fornita con il fascicolo 104 ed estrai tutti i pezzi. Levigali e dipingi una delle due superfici con il blu oltremare. Incolla due pezzi H, con la faccia colorata verso l interno, ai due lati della balconata superiore, come indica la foto.

59 Istruzioni di montaggio SCHEDA 107 Parasartie di maestra e decorazioni varie A Parasartie di maestra 2. Decorazioni della murata 3. Paranchi da 4 mm 4. Coroncine delle murate 5. Listello di ramino da 2x2x300 mm 6. Profili dorati delle cannoniere 7. Scudi dorati delle murate 107A Usa un lisciatoio con carta abrasiva a grana molto fine per levigare tutto il profilo delle balconate ed eliminare le eccedenze di materiale che sporgono dalla sagoma. C B 107B Leviga anche le fasce posteriori della balconate in modo che risultino perfettamente lisce. D 107C Recupera i pezzi rettangolari che si trovano sulle plance fornite con i fascicoli 102, 103 e 104. Incollane uno al centro della balaustra di ciascuna balconata, come mostra la foto. E 107D Prima di eseguire le operazioni descritte di seguito, osserva le foto delle fasi da E a J. Prendi dello stucco per modellismo e applicalo su tutte le zone di giunzione dei pezzi che compongono le balconate. Usa una spatola per evitare di spargere il prodotto anche sullo scafo. 107E Quando lo stucco è perfettamente essiccato, adopera un pezzetto di carta abrasiva a grana finissima per rendere omogenee tutte le superfici. Per arrivare anche nelle zone meno accessibili puoi servirti di una limetta per unghie. 213

60 107 F G 107F Quando tutte le superfici risultano ben levigate, elimina la polverina con un pennello asciutto. È molto importante che non rimangano né residui né eccedenze di stucco in nessuna zona, soprattutto dove il legno rimarrà del suo colore naturale (per sapere dove, vedi le foto I, J e K). H 107G Stendi una mano di turapori trasparente sulle balconate. Quando la vernice è asciutta, passa nuovamente la carta abrasiva a grana finissima su tutto l'insieme e togli la polverina con un pennello asciutto. I 107H Dipingi in blu oltremare le zone evidenziate nella foto, facendo attenzione a non colorare il resto dello scafo. 107I Stendi tanti strati di vernice quanti ti sembrano necessari per ottenere un risultato soddisfacente. J K 107K Ecco come si presenta la tua Soleil Royal al termine di questa sessione di lavoro. Tieni da parte con cura i materiali avanzati perché li impiegherai nei prossimi montaggi J Comincia a dipingere le murate basandoti sulla foto qui sopra e sulla successiva. Attento a non colorare le cinte.

61 Paranchi e lande Istruzioni di montaggio SCHEDA 108 A Paranchi da 4 mm 2. Squadrette per parasartie 3. Lande 4. Cornici delle finestre laterali 5. Filo d ottone 0,5 mm 6 Bigotte da 4 mm 0,75 mm B 108A Recupera la chiesuola della campana e la campana fornite con il fascicolo 69. Prendi un avanzo di listello di noce da 5x5mm e ricavane due segmenti da 20 mm. Incolla un segmento a ciascuna estremità dell archetto come mostra la foto. C 108B Recupera un altro pezzetto di listello di noce da 2x5 mm e ricavane due segmenti, uno da 17 e l altro da 7 mm. Incolla il più corto ben centrato sopra il più lungo e smussa le estremità con una lima tonda come indica l immagine. Pratica un foro da 0,75 mm di diametro al centro dei pezzi. D 108C Prendi un chiodini per creare il batacchio della campana. Introducilo all interno e premi sul fondo della campana in modo che il gambo del chiodino fuoriesca dalla parte opposta per circa 2 mm. Sfilalo e cospargi il gambo di colla, quindi inseriscilo di nuovo nella campana e premilo nel foro che hai praticato sul supporto realizzato nella fase B. E 108D Fai scivolare il supporto dentro la chiesuola, fino a fargli toccare i bordi dell archetto. Se sforza troppo, ritoccalo alle estremità, quindi fissalo in posizione con due punti di colla a presa rapida. 108E Incolla la chiesuola ben centrata sul bordo del ponte di castello. Prendi un punteruolo e pratica 5 fori equidistanti su ciascun lato del bordo, come mostra la foto. 215

62 108 F G 108F Recupera dieci colonnine da 10 mm e deponi una goccia di colla sul perno della base di ognuna di esse. Inserisci un elemento in ciascun foro, aiutandoti con una pinzetta a becchi ricurvi. H 108G Recupera un listello di noce da 2x5 mm e usalo per realizzare i corrimano del parapetto del cassero. Fissa i due listelli ai lati della chiesuola e fai in modo che non tocchino il capodibanda del ponte. Verniciali quindi con la stessa tinta usata per gli altri accessori del ponte. I 108H Recupera degli avanzi di montanti e dei listelli da 1x4 mm per realizzare i gradini della scaletta. Usa questi elementi per creare due scalette ciascuna con due gradini larghi 10 mm. Poi colora tutto con la stessa finitura impiegata finora. J 108I Incolla una delle scalette sulla passerella di sinistra. K 108K Ecco come si presenta la tua Soleil Royal al termine delle operazioni proposte finora. Tieni da parte i materiali avanzati perché li impiegherai a tempo debito J Incolla l altra scaletta dall altro lato, come mostra l immagine qui sopra.

63 Parasartie di mezzana Istruzioni di montaggio SCHEDA 109 A Parasartie di mezzana 2. Bigotte da 4 mm 3. Bigotte da 5 mm 4. Listello di ramino da 2x2x300 mm 5. Catena 6. Chiodini 109A Recupera otto delle bitte che hai realizzato seguendo le istruzioni dei fascicoli precedenti. Dipingi le teste con la stessa tonalità di rosso che avevi utilizzato per i mantelletti, quindi lasciale da parte ad asciugare. C 48 mm B 109B Applica quattro bitte sul ponte di castello, seguendo le distanze indicate nella foto. Per fare ciò, usa la punta di un trapanino da modellismo per creare l invito, quindi premi nell invito il chiodino che sta alla base della bitta. 109C Fissa altre quattro bitte sull altro lato del castello, allineandole alle prime (vedi il tratteggio). E D 109D Colora di rosso tutte le teste delle bitte, dei bittoni, dei montanti delle cavigliere e delle pazienze posti sul castello. Attento a non macchiare il tavolato. 109E Usa della vernice nera opaca per colorare il fondo delle cannoniere di tutte le batterie e della poppa. In questo modo otterrai un effetto di profondità che sarà ancora più evidente quando applicherai le cornici dorate. 217

64 109 F G 109F Dipingi analogamente anche le cannoniere della paratia di prua. H 109G Quando il nero si sarà essiccato, stendi della vernice rossa con un pennellino sottilissimo sui bordi interni delle cannoniere. Fai attenzione a non sporcare con questo colore il fondo delle cannoniere e lo scafo. I 109H Recupera i profili circolari delle cannoniere forniti nei fascicoli da 87 a 91. Levigali con della carta abrasiva a grana finissima e coprili con del turapori. Attendi che la vernice sia perfettamente essiccata, quindi dipingili con l oro. J 109I Incolla i cerchi negli appositi alloggiamenti vuoti sulle balauste laterali del ponte del castello. Se sforzano troppo, allarga leggermente lo spazio eliminando un po di materiale con leggeri passaggi di lima. K 109J Inserisci altri profili circolari nelle balaustre laterali dei ponti del cassero e del casseretto. 109K Una volta terminata la sessione di lavoro, metti da parte ciò che hai avanzato per trovarlo facilmente quando verrà il momento di utilizzarlo. 218

65 Mantelletti e lande Istruzioni di montaggio SCHEDA 110 A Bigotte da 4 mm 2. Bigotte da 5 mm 3. Mantelletti 4. Lande 5. Cannoni della prima e seconda batteria B 110A Estrai dalla plancia tutti i mantelletti; levigali con carta abrasiva a grana fine. Componi i mantelletti incollando il pezzo più piccolo su quello più grande, come indicato anche nel fascicolo 91 e dipingili con la stessa tonalità di rosso. Mettili da parte perché si asciughino bene. C 110B Recupera tutte le decorazioni dello specchio di poppa: le colonnine delle finestre, i profili delle finestre, le colonne ornamentali dello specchio, le decorazioni più piccole e le coroncine. Indossa dei guanti per non macchiarti le dita e, con un pennellino, stendi del bitume di Giudea su tutta la superficie dei pezzi, come mostra la foto. D 110C Prima che il bitume si sia essiccato, sfrega ogni pezzo con uno straccio asciutto e pulito: il bitume deve rimanere solo nelle zone incavate, in modo da conferire a queste maggior profondità e aumentare l effetto di rilievo della decorazione. E 110D Ecco come si presentano le decorazioni trattate con il bitume rispetto a quelle ancora dorate. Dopo aver colorato tutti i pezzi con il bitume lasciali da parte finché non sono del tutto asciutti. 110E Afferra con un paio di pinzette uno dei profili delle finestre divise in quattro parti e stendi sul retro una sottile striscia di colla a presa rapida. Posiziona la finestra dove indica la freccia rossa nella foto: nell apertura superiore della paratia di bompresso. Incolla quindi un altra finestra identica a fianco della prima. 219

66 110 F G 110F Recupera le 4 colonnine di separazione delle finestre della balconata superiore di poppa. Stendi una sottilissima striscia di colla su ciascuna e applicale ben centrate nello spazio evidenziato dal tratteggio rosso. Fai attenzione a non eccedere con la colla per evitare che debordi dai pezzi. H 110G Incolla allo stesso modo altre dodici colonnine: sei nella balconata intermedia e altrettante in quella inferiore. Come indicano le frecce bianche nella foto, le colonnine alle estremità devono seguire l inclinazione dello specchio di poppa. I 110H Recupera un avanzo di listello del primo fasciame. Ricavane due segmenti di lunghezza analoga a quella evidenziata nella foto e incollali a filo di bordi laterali dello specchio. Dipingili con lo stessa tonalità di blu usata per lo scafo. J 110I Recupera le colonnine più lunghe che hai ricevuto e incollale sopra i listelli appena sistemati. La base delle colonnine deve essere appoggiata al tavolato della balconata e la colonnina dev essere inclinata come quelle delle finestre. K 110K Al termine di questa sessione di montaggio la tua Soleil Royal è corredata dei primi elementi decorativi dello specchio di poppa. Tieni da parte il materiale avanzato perché lo utilizzerai in futuro J Ecco un altra inquadratura dello specchio che è appena stato completato con le colonnine.

67 Polena e mastre d albero Istruzioni di montaggio SCHEDA 111 A Decorazioni per la balaustra delle balconate 2. Polena 3. Mastre d albero 14 mm 4. Mastra d albero 12 mm B 2 mm 111A Pratica un foro da 2 mm al centro del fondo di ciascuna cannoniera: in queste sedi alloggerai i cannoni. C 111B Recupera tutti i profili dorati delle cannoniere e trattali con del bitume di Giudea, come è stato spiegato nelle fasi B e C della scheda 110. Applica quindi su ogni pezzo della colla a presa rapida e incolla un profilo su ciascuna cannoniera della terza batteria. D 111C La foto mostra uno dei fianchi del vascello corredato delle 14 cornici dorate. Applicane altrettante sull altro lato. E 48 mm 14 mm 35 mm 111D Recupera quattro cornici dorate per le finestre (quelle divise in quattro parti) e incollale, rispettando le distanze indicate nella foto, sui lati delle balconate di poppa. 111E Prendi i parasartie di mezzana forniti con il fascicolo 109. Estrai i due pezzi dalla plancia e levigali con carta a grana fine. Usa una limetta o il tagliabalsa per creare alcune tacche su un lato di uno dei parasartie come evidenziato dalla foto. 221

68 111 F G 1 mm 111F Recupera un avanzo di listello di ramino da 2x2 mm e incollalo sul lato su cui hai creato le tacche. Levigalo con il lisciatoio per dargli la forma evidenziata dal tratteggio rosso. 111G Leviga di nuovo tutto il pezzo e trattalo con vernice turapori. Poi con il trapanino da modellismo (punta da 1 mm) esegui dei forellini in corrispondenza delle tacche della fase E. H I 45mm 111H Incolla il parasartie sul fianco della Soleil, rispettando le distanze e la posizione evidenziata dalla foto: il pezzo deve poggiare sulla cinta al disotto dell ultima cannoniera tonda. 111I Recupera la plancia di squadrette fornita con il fascicolo 108 ed estrai quattro pezzi. Levigali con carta a grana fine e incollane due sul parasartie, in modo che tocchino lo scafo, usando come riferimento la foto. Dipingili con il turapori. J K 111K Ecco come si presenta il tuo vascello al termine di questa sessione di lavoro. Tieni da parte le decorazioni che sono avanzate per impiegarle a tempo debito J Ripeti le fasi da E a I per applicare il secondo parasartie di mezzana sullo scafo. Metti da parte la polena: in seguito ti verrà spiegato come trattarla per conferirle una patina di antico.

69 Decorazioni varie Istruzioni di montaggio SCHEDA 112 A Decorazioni della balaustra della balconata 2. Colonnine lavorate della balconata inferiore 3. Cannoni della prima e seconda batteria B 112A Recupera le due cornici per le finestre fornite con il fascicolo 108. Trattale con del bitume di Giudea e attendi che siano asciutte. Reggi una cornice con le pinzette e appoggiala sulla cinta, dove mostra la foto. C 112B Crea con il cutter due tacche ai lati del pezzo per definirne la posizione. Toglilo e taglia il pezzetto di cinta compreso fra le tacche, quindi incolla la finestra. D 112C Prepara un po di tempera azzurra per simulare i vetri delle finestre laterali delle balconate. Usa la stessa tonalità che hai adoperato per le finestre dello specchio. E 13 mm 45 mm 112D Recupera i parasartie di trinchetto allegati al fascicolo 106 e preparali come quelli di mezzana nel fascicolo 111. Pratica dei forellini distanziati come mostra la foto. 112E Incolla un parasartie per ciascun lato dello scafo, nella posizione evidenziata dalla foto grande. Recupera anche una delle due mastre d albero più grandi allegate al fascicolo 111 e incollala sull apertura corrispondente del ponte di castello mostrata nella foto di dettaglio. 223

70 112 F G 112F Estrai 10 squadrette dalla plancia fornita nell uscita 108 e incollane 5 per ciascun parasartie dove indicano le frecce. H 112G Recupera 4 coroncine e 2 decorazioni a quattro braccetti. Incollale come mostra la foto, creando una composizione identica per ciascun lato. Se serve scalfisci leggermente le cinte con il tagliabalsa per creare maggior spazio per le decorazioni. I 112H Prendi altre due decorazioni a quattro braccetti e incollane una per lato, vicino al parasartie di mezzana, come evidenziato dalla freccia rossa nell immagine. J 112I Recupera le due mastre d albero avanzate; incolla la più larga sull apertura del ponte principale e quella più stretta sull apertura del cassero. Stendi del turapori su tutti gli elementi di legno che hai montato in queste fasi. K 112K Ecco come si presenta la tua Soleil Royal al termine di questa sessione di montaggio. Tieni da parte i materiali avanzati in attesa di impiegarli in futuro J Prendi la decorazione di poppa fornita con il primo fascicolo. Trattala con del bitume di Giudea come hai fatto per le altre decorazioni metalliche. Quindi incollala sullo specchio, in modo che la sua base tocchi la parte superiore delle finestre della balconata superiore (freccia rossa nella foto).

71 Decorazioni varie e bigotte Istruzioni di montaggio SCHEDA mm 12 mm 12 mm 8 mm 8 mm 8 mm 12 mm 12 mm A mm 12 mm 12 mm 1. Decorazioni laterali di supporto 2. Scudi della balconata inferiore 3. Decorazione della balconata intermedia 4. Bigotte da 5 mm 5. Decorazioni laterali delle balconate 6. Pilastrini delle balconate B 113A Recupera i parasartie di maestra e il listello di ramino da 2x2 mm forniti con il fascicolo 107. Estrai dalla plancia i due pezzi e realizza prima le tacche, poi applica il listello e quindi crea i forellini alle distanza indicate nella foto. C 113B Incolla un parasartie nella posizione indicata dalla foto: i forellini distanziati di 8 mm devono essere verso poppa e l estremità anteriore del parasartie deve toccare la zona della balaustra indicata dal cerchio rosso. D 113C Recupera quattro squadrette, levigale e incollale sul parasartie, dove mostrano le frecce rosse nell immagine. E 113D Incolla quindi anche il secondo parasartie di maestra sull altro fianco della nave, orientandolo in modo che i forellini distanziati di 8 mm siano rivolti verso poppa. Applica le ultime quattro squadrette e proteggi tutto con il turapori. 113E Recupera tre coroncine e due decorazioni a quattro braccetti. Trattale con del bitume di Giudea e quando sono asciutte incollale sul fianco del vascello, posizionandole come mostra la foto. 225

72 113 F G 113F Prendi tutti gli scudi coronati e trattali con il bitume di Giudea. Elimina l eccedenza con uno straccio pulito e asciutto e lasciali asciugare perfettamente. H 113G Incolla sei scudi in ciascuno degli spazi compresi fra due cannoniere rettangolari della zona poppiera, come mostra la foto. Ripeti l operazione dall altro lato. I 113H Incolla altri due scudi sulla parete laterale della balconata intermedia e di quella inferiore. Fai la stessa cosa sull altro lato del vascello. J 113I Recupera la polena fornita con il fascicolo 111 e dipingila d oro. Attendi che sia asciutta. K 113J Stendi del bitume di Giudea su tutta la superficie ed elimina l eccedenza con uno straccio pulito e asciutto. Metti da parte la polena in attesa che sia ben asciutta. 113K Ecco come si presenta la tua Soleil Royal al termine di questa sessione di lavoro. Metti da parte i pezzi avanzati in attesa di utilizzarli. 226

73 Decorazioni varie Istruzioni di montaggio SCHEDA 114 A 1. Ornamento della finestra di sinistra 2. Soli di poppa 3. Corona floreale 4. Bozzelli da 4 mm 5. Colonnine balconata 6. Ornamento del coronamento di sinistra 7. Scudi dorati delle murate B 114A Recupera una delle matassine di filo d ottone da 1 mm di diametro fornite in precedenza. Svolgi il filo e tendilo; taglia con il tronchesino due pezzi lunghi 180 mm. Disponi un segmento alla volta sul piano di lavoro e fallo rotolare sotto a un pezzo di legno piatto finché non è perfettamente diritto. 114C Prendi i due segmenti che hai preparato e uniscili tra loro usando della colla a presa rapida. In questo modo otterrai un profilo modanato con cui adornerai le balconate dal vascello. C 114B Lucida il filo con una spugnetta abrasiva (vanno bene anche quelle per lavare le stoviglie). Passa la spugna nel senso indicato dalla freccia per non storcerlo. D E 114D Dal profilo che hai ottenuto ricava due segmenti da 54 mm ciascuno. Poi con una pinza a becchi piatti piega a 90 due tratti da 2 mm a ciascuna estremità di ognuno dei due segmenti. 114E Incolla il primo pezzo a filo del bordo della balconata superiore e il secondo su quello della balconata intermedia, come indicano le frecce rosse. 227

74 114 F G 114F Prendi l avanzo del profilo modanato e prepara un terzo segmento da 66 mm, piegandone sempre le estremità a 90. Incollalo a filo del bordo della balconata inferiore. H 114G Taglia dalla matassina ancora due pezzi da 100 mm, raddrizzali e lucidali. Incollali fra loro e tagliali a metà. Prendi ognuno dei due segmenti e piegalo con le pinze in modo da adattarlo agli angoli della balconata; quindi incolla i pezzi e concludi la modanatura della balconata superiore. I 114H Prendi dalla matassina altri due segmenti lunghi 95 mm e uniscili con la colla. Piega una delle estremità tenendola premuta sul bordo posteriore dell anca di destra. 114I Piega anche l altra estremità premendola sul bordo anteriore; quindi incolla il profilo con la colla a presa rapida. J K 114K Ecco come si presenta il tuo vascello alla fine di questa sessione di lavoro. Tieni da parte gli elementi che non hai utilizzato per il futuro J Prepara un altro profilo seguendo la stessa procedura e incollalo sull anca di sinistra.

75 Decorazioni varie Istruzioni di montaggio SCHEDA 115 A Ornamento della finestra di destra 2. Soli di poppa 3. Corona floreale 4. Bozzelli da 4 mm 5. Colonnine balconata 6. Ornamento del coronamento di destra 7. Scudi dorati B 115A Ripeti le fasi A, B, e C della sequenza di montaggio della scheda 114 e realizza due profili modanati lunghi circa 40 mm, usando sempre la matassina d ottone da 1 mm di diametro. Incolla i due profili a contatto delle finestre della balconata superiore, come indicano le frecce. C 115B Prepara un altro profilo modanato lungo 140 mm; piegalo seguendo la sagoma della parte laterale della balconata intermedia, quindi incollalo con adesivo a presa rapida. D 115C Componi un altro segmento doppio di filo d ottone, lungo 50 mm circa. Premilo sul parapetto della balconata intermedia, taglia l eccedenza quindi incollalo. E 115D Con altri due profili, lunghi rispettivamente 150 (foto grande) e 50 mm (foto piccola), borda il parapetto della balconata inferiore. Ripeti le operazioni proposte fin qui per profilare con le modanature d ottone l altro lato delle balconate. 115E Recupera, dai pezzi avanzati dall uscita 105, le colonnine ornamentali delle balconate. Invecchiale con bitume di Giudea, quindi disponile a intervalli regolari sulla parete della balconata superiore, in modo che tocchino la modanatura, come indicano le frecce rosse nella fotografia. 229

76 115 F G 115F Recupera dai pezzi avanzati dalle uscite 103 e 104 le colonnine di babordo e di tribordo della balconate. Trattale con bitume di Giudea; quindi incollane 4 sulla parete destra della balconata superiore, in modo che tocchino la modanatura (frecce rosse). Recupera altre 3 colonnine ornamentali e applica anche queste a intervalli regolari, come indicano le frecce gialle. H 115G Applica gli stessi elementi sulla parete sinistra della balconata superiore (frecce gialle). Spostati quindi su quella intermedia e incolla tre colonnine di tribordo e altrettante di babordo, inclinandole come indicano le frecce rosse. I 115H Recupera altre cinque colonnine di tribordo e incollale come indicano le frecce rosse: tre sulla balconata intermedia e due su quella inferiore. Applica nello spazio compreso fra le due colonnine della balconata intermedia una delle decorazioni fornite con il fascicolo 112 (freccia gialla), cercando di allineare la base di tutti e tre i pezzi. J 115I Osserva con attenzione la foto e procurati tutti i pezzi che vedi indicati dalle frecce. Corica il vascello sul piano di lavoro per lavorare più agevolmente, quindi incolla le decorazioni a intervalli regolari sui parapetti della balconata intermedia e inferiore. K 115K Ecco come si presenta il vascello al termine di questa sessione di lavoro. Conserva i materiali avanzati, per impiegarli in futuro J Incolla un ultima colonnina di tribordo (freccia gialla) dove il parapetto della balconata inferiore incontra lo scafo del vascello. Quindi applica nello spazio compreso fra questa e la colonnina già presente due decorazioni a forma di sole. Ripeti le fasi da H a J per rifinire con le decorazioni anche l altro fianco della nave.

77

78

Come Realizzo uno Straglio Giampiero Ricci

Come Realizzo uno Straglio Giampiero Ricci Un po di teoria... Il nostro Amico Gianpiero Ricci ha postato sul forum Scuoladimodellismo.com una sequenza passo-passo della tecnica da lui utilizzata per realizzare un Straglio. Come potrete vedere,

Dettagli

STRUTTURA DELLA NAVE

STRUTTURA DELLA NAVE STRUTTURA DELLA NAVE CASSERO Sulle navi, il cassero è una sovrastruttura (cioè una struttura sopraelevata rispetto al ponte di coperta) che si estende parzialmente per la lunghezza della nave, ma totalmente

Dettagli

Realizzazione alberi Enrico Pilani

Realizzazione alberi Enrico Pilani Gli alberi dei velieri sono oggetti complessi ben diversi dai cilindri piu o meno rastremati che si vedono spesso sui modelli. Con questo articolo illustro la realizzazione di alberi per una nave inglese

Dettagli

deagostini.com PER TUTTE LE INFORMAZIONI SULLE OPERE DE AGOSTINI L ammiraglia della flotta del Re Sole COSTRUISCI LA

deagostini.com PER TUTTE LE INFORMAZIONI SULLE OPERE DE AGOSTINI L ammiraglia della flotta del Re Sole COSTRUISCI LA 11 COSTRUISCI LA L ammiraglia della flotta del Re Sole Pubblicazione edita da De Agostini Publishing S.p.A. n. 11 Direzione Editoriale: Barbara Schwartz Coordinamento redazionale: Giuliano Donati Direttore

Dettagli

8.2 SCHIFAZZO DI CABOTAGGIO

8.2 SCHIFAZZO DI CABOTAGGIO 8.2 SCHIFAZZO DI CABOTAGGIO Nel trapanese lo schifazzo era adibito al trasporto delle merci, i più piccoli detti di riviera o di piccolo cabotaggio, armati con un solo albero, in un ambito comprendente

Dettagli

deagostini.com PER TUTTE LE INFORMAZIONI SULLE OPERE DE AGOSTINI L ammiraglia della flotta del Re Sole COSTRUISCI LA

deagostini.com PER TUTTE LE INFORMAZIONI SULLE OPERE DE AGOSTINI L ammiraglia della flotta del Re Sole COSTRUISCI LA 8 COSTRUISCI LA L ammiraglia della flotta del Re Sole Pubblicazione edita da De Agostini Publishing S.p.A. n. 8 Direzione Editoriale: Barbara Schwartz Coordinamento redazionale: Giuliano Donati Direttore

Dettagli

Costruisci la CONSTITUTION

Costruisci la CONSTITUTION USS 12 ostruisci la ONSTITUTION ISTRUZIONI DI MONTAGGIO SHDA 111 225 Le vele di straglio di gabbia e trinchettina V3. Vela trinchettina V4. Vela di straglio di gabbia V3 V4 79 75 68 57 111 Monta i quattro

Dettagli

Il vento è il movimento di una massa d'aria atmosferica da un'area con alta pressione (anticiclonica) ad un'area con bassa pressione (ciclonica)

Il vento è il movimento di una massa d'aria atmosferica da un'area con alta pressione (anticiclonica) ad un'area con bassa pressione (ciclonica) Il vento è il movimento di una massa d'aria atmosferica da un'area con alta pressione (anticiclonica) ad un'area con bassa pressione (ciclonica) Durante le ore notturne, gli stati d'aria inferiori a contatto

Dettagli

deagostini.com PER TUTTE LE INFORMAZIONI SULLE OPERE DE AGOSTINI L ammiraglia della flotta del Re Sole COSTRUISCI LA

deagostini.com PER TUTTE LE INFORMAZIONI SULLE OPERE DE AGOSTINI L ammiraglia della flotta del Re Sole COSTRUISCI LA 9 COSTRUISCI LA L ammiraglia della flotta del Re Sole Pubblicazione edita da De Agostini Publishing S.p.A. n. 9 Direzione Editoriale: Barbara Schwartz Coordinamento redazionale: Giuliano Donati Direttore

Dettagli

Come costruire le vele-complete Franco Fissore

Come costruire le vele-complete Franco Fissore Prima di tutto un po di teoria. Come tutti sappiamo la trama di una tela è fatta da fili di cotone intrecciati, di conseguenza il telaio che costruisce la tela porrà dei fili orizzontali e dei fili verticali,

Dettagli

deagostini.com PER TUTTE LE INFORMAZIONI SULLE OPERE DE AGOSTINI L ammiraglia della flotta del Re Sole COSTRUISCI LA

deagostini.com PER TUTTE LE INFORMAZIONI SULLE OPERE DE AGOSTINI L ammiraglia della flotta del Re Sole COSTRUISCI LA 12 OSTRUISI LA L ammiraglia della flotta del Re Sole Pubblicazione edita da De Agostini Publishing S.p.A. n. 12 Direzione Editoriale: Barbara Schwartz oordinamento redazionale: Giuliano Donati Direttore

Dettagli

TARTANA LIGURE GEMMA DEI COSTRUTTORI DANIELE E ANGELO VASSALLO

TARTANA LIGURE GEMMA DEI COSTRUTTORI DANIELE E ANGELO VASSALLO Franco Fissore TARTANA LIGURE GEMMA 1863-1885 DEI COSTRUTTORI DANIELE E ANGELO VASSALLO ANCRE 2009 Edita da ANCRE 75, avenue George V 06000 Nice COLLEZIONE ARCHEOLOGICA NAVALE FRANCESE (Coll. Franco Fissore)

Dettagli

L alberatura delle navi (parte 3^)

L alberatura delle navi (parte 3^) L alberatura delle navi (parte 3^) Cari amici Inserisco queste note di precisazione per evitare spiacevoli inconvenienti. Come ripetutamente detto, gran parte di quello che inserisco nei miei articoli

Dettagli

Circolo Velico Tivano

Circolo Velico Tivano Dove Brevae Tivanosoffiano alternandosi in un balletto infinito sud/nord nella stupenda baia di Parèdi Valmadrera,un miglio in direzione NW dalla città manzoniana. Usate soprattutto per il trasporto delle

Dettagli

Come costruire le vele di Franco Fissore

Come costruire le vele di Franco Fissore Come costruire le vele di Franco Fissore Prima di tutto un po di teoria. Come tutti sappiamo la trama di una tela è fatta da fili di cotone intrecciati, di conseguenza il telaio che costruisce la tela

Dettagli

Progetto ascuoladivela

Progetto ascuoladivela Progetto ascuoladivela ITT Marie Curie a.s. 2015-2016 FONDAMENTI SULLA CONDUZIONE DELLE IMBARCAZIONI A VELA I fondamenti sulla conduzione delle imbarcazioni a vela 1 LA SICUREZZA LO SCAFO (nomenclatura)

Dettagli

Guida per le regolazioni

Guida per le regolazioni Guida per le regolazioni Responsabile tecnico Quantum SDG Italia per la classe 420 Giacomo Fossati Quantum Sail Design Group Italia: via Mons. L. Marinetti, 8 16043 Chiavari (GE) Giacomo Fossati: +39 3346724232

Dettagli

Rigging and Re-rigging di un boma Proctor e del sistema per sparare il tangone George Szabo Quantum Sails, San Diego

Rigging and Re-rigging di un boma Proctor e del sistema per sparare il tangone George Szabo Quantum Sails, San Diego Rigging and Rerigging di un boma Proctor e del sistema per sparare il tangone George Szabo Quantum Sails, San Diego Quando prendo una nuova barca, faccio alcune modifiche al boma e al sistema dello sparatangone

Dettagli

SCIENZE E TECNOLOGIE APPLICATE SETTORE MARITTIMO

SCIENZE E TECNOLOGIE APPLICATE SETTORE MARITTIMO SCIENZE E TECNOLOGIE APPLICATE SETTORE MARITTIMO MODULO : UNO UNITA : TRE SCAFI IN ACCIAIO La necessità di costruire navi sempre più grandi e con una certa rapidità, ha portato ad abbandonare il legno

Dettagli

CORSO ISTRUTTORE I LIVELLO 3 modulo TEORIA E TECNICA DELL IMBARCAZIONE A VELA

CORSO ISTRUTTORE I LIVELLO 3 modulo TEORIA E TECNICA DELL IMBARCAZIONE A VELA CORSO ISTRUTTORE I LIVELLO 3 modulo TEORIA E TECNICA DELL IMBARCAZIONE A VELA Centratura Variazione CV Variazione CD assetto trasversale equipaggio (e longitudinale) Variazione inclinazione assetto longitudinale

Dettagli

Abbiamo accolto di buon

Abbiamo accolto di buon Il 470 secondo Zandonà e Trani Vincitori del Campionato Mondiale 2003, Gabrio Zandonà ed Andrea Trani rappresentano uno dei migliori equipaggi 470 a livello mondiale. Ecco nei minimi dettagli come attrezzano

Dettagli

VELA ALARE A PROFILO VARIABILE CON SISTEMA AUTORADRIZZANTE

VELA ALARE A PROFILO VARIABILE CON SISTEMA AUTORADRIZZANTE VELA ALARE A PROFILO VARIABILE CON SISTEMA AUTORADRIZZANTE Brevettata da: EZIO MORANDI via Stazione 13 38068 ROVERETO ( Italia ) Tel + 39-0464-422503 FAX + 39-0464-487707 Tel. mobile + 39-348-2251091 LEGENDA:

Dettagli

AMON Suggerimenti per il LUNA ROSSA release 2 del 15 maggio 2009

AMON Suggerimenti per il LUNA ROSSA release 2 del 15 maggio 2009 AMON Suggerimenti per il LUNA ROSSA release 2 del 15 maggio 2009 Attenzione sono dei miei personali (Dario) suggerimenti iniziali dopo aver visto alcune imbarcazioni Luna Rossa. Non vogliono essere delle

Dettagli

Dettagli costruttivi. Limitazioni geometriche e Armature

Dettagli costruttivi. Limitazioni geometriche e Armature Dettagli costruttivi Limitazioni geometriche e Armature Travi: limitazioni geometriche Travi emergenti: b 200 mm Travi basse: b b pil +2H t /2 b 2b pil Travi emergenti e a spessore: b/h 0.25 ZONE CRITICHE

Dettagli

PROTEZIONE DALLE CADUTE HOME

PROTEZIONE DALLE CADUTE HOME PROTEZIONE DALLE CADUTE DISPOSITIVI DI ANCORAGGIO DISPOSITIVI DI ANCORAGGIO PRINCIPI GENERALI NEI LAVORI IN QUOTA QUALORA NON SIANO STATE ATTUATE MISURE DI PROTEZIONE COLLETTIVA È NECESSARIO CHE I LAVORATORI

Dettagli

del 27 maggio 1949 (Stato 10 dicembre 2002)

del 27 maggio 1949 (Stato 10 dicembre 2002) Ordinanza concernente le misure da prendere per prevenire gli infortuni nell edilizia in caso d impiego di ponti sospesi a piattaforma mobile per lavori di intonacatura, pittura, ecc. 832.312.14 del 27

Dettagli

Regato da nove anni nella

Regato da nove anni nella METEOR: UN MONOTIPO RICCO DI IDEE NELL ATTREZZATURA Il Meteor è un monotipo cabinato tutto italiano, ad eccezione del progetto, che nonostante l età conta centinaia di appassionati che adottano soluzioni

Dettagli

Tessilmarket s.r.l. Divisione

Tessilmarket s.r.l. Divisione Telaio a tensione T11 Fig. 1 Questo Kit contiene: - un pettine liccio (1) - due navette piatte (2) - due tondini di legno con due tacche (3) - un tondino di legno con quattro tacche (3) telaio a tensione

Dettagli

L'evoluzione dell'affusto dei cannoni navali ( circa) Cesani Carlo

L'evoluzione dell'affusto dei cannoni navali ( circa) Cesani Carlo In generale siamo soliti vedere l'affusto dei cannoni navali di questo periodo come una robusta carretta con quattro ruote, le ruote anteriori più grandi di quelle posteriori per compensare il bolzone

Dettagli

Scale portatili. Le scale portatili sono di 3 tipi: - Semplici - Ad elementi innestati - Doppie (o a sfilo)

Scale portatili. Le scale portatili sono di 3 tipi: - Semplici - Ad elementi innestati - Doppie (o a sfilo) SCALE PORTATILI Scale portatili DEFINIZIONE Attrezzatura di lavoro costituita da due montanti paralleli, collegati tra loro da una serie di pioli trasversali incastrati ai montanti e distanziati in uguale

Dettagli

Formazione della cordata su ghiacciaio e sistema di legatura con i nodi a palla

Formazione della cordata su ghiacciaio e sistema di legatura con i nodi a palla Formazione della cordata su ghiacciaio e sistema di legatura con i nodi a palla Esistono due tipi di cordata: la cordata da 2 e da 3 persone. La cordata più consigliata è quella composta da tre elementi

Dettagli

SCALE A PIOLI D.Lgs. 81 / 2008 Art. 113, Allegato XX - Norma UNI EN 131 parte 1 e 2

SCALE A PIOLI D.Lgs. 81 / 2008 Art. 113, Allegato XX - Norma UNI EN 131 parte 1 e 2 SCALE A PIOLI D.Lgs. 81 / 2008 Art. 113, Allegato XX - Norma UNI EN 131 parte 1 e 2 ISTRUZIONI CHE DEVE RILASCIARE IL COSTRUTTORE Descrizione della scala e dei suoi elementi; Indicazioni sul corretto utilizzo;

Dettagli

Carrellino per la cassetta Tethford

Carrellino per la cassetta Tethford Carrellino per la cassetta Tethford La cassetta Tethford, quando viene svuotata, pesa poco meno di 20Kg, un bel peso, poi, a volte, dalla piazzola del campeggio al punto di svuotamento, c è da fare parecchia

Dettagli

Navi in Bottiglia Parte 06 Andrea Moia

Navi in Bottiglia Parte 06 Andrea Moia Preparazione delle Vele Oggi vediamo come ho costruito le vele della mia goletta. Prima però vediamo come ho messo gli stralli per il fiocco e la trinchettina, facendo dei fori sull'albero di prua per

Dettagli

IL MANUALE DEI NODI A CURA DI: SERGIO PELLIZZIERI REPARTO EDELWEISS - AGESCI ROMA

IL MANUALE DEI NODI A CURA DI: SERGIO PELLIZZIERI REPARTO EDELWEISS - AGESCI ROMA IL MANUALE DEI NODI 1 a EDIZIONE 2014 A CURA DI: SERGIO PELLIZZIERI REPARTO EDELWEISS - AGESCI ROMA 131 - WWW.REPARTO131.ALTERVISTA.ORG I NODI INDICE I NODI DI ARRESTO... 4 IL NODO SEMPLICE... 4 NODO SAVOIA

Dettagli

Soluzione con foro asolato. Soluzione con bozzello ( il giro di nastro nero serve per fare spessore ed evitare che il tangone batta sul boma)

Soluzione con foro asolato. Soluzione con bozzello ( il giro di nastro nero serve per fare spessore ed evitare che il tangone batta sul boma) Sparatangone x FJ Lo sparatangone su FJ può esser montato in più modi a seconda della spesa e della praticità, sulle mie barche ho utilizzato 3 sistemi differenti per il bozzello sull albero e vi andrò

Dettagli

Fanali notturni delle navi

Fanali notturni delle navi Fanali notturni delle navi I fanali descritti in questa pagina sono estratti dal Regolamento Internazionale per prevenire gli abbordi in mare. I fanali delle navi devono essere accesi dal tramonto all'alba.

Dettagli

Manuale di. regolazione base Bimare Zero /

Manuale di. regolazione base Bimare Zero / regolazione base Bimare Zero / Manuale di Con questa semplice guida avrete la possibilità di settare al meglio il vostro Bimare Zero,ovviamente si tratta di settaggi di base, passibili di notevli variazioni

Dettagli

Harley-Davidson FLSTF Fat Boy

Harley-Davidson FLSTF Fat Boy TM Harley-Davidson FLSTF Fat Boy Harley-Davidson FLSTF Fat Boy INDICE Harley-Davidson FLSTF Fat Boy - Guida al montaggio Fase 66: La trasmissione 4 Fase 67: Le sospensioni posteriori Fase 68: Il sistema

Dettagli

N.S. del Rosario Feluca 1759

N.S. del Rosario Feluca 1759 Franco Fissore N.S. del Rosario Feluca 1759 2017 Monografia scala 1 36 Pubblicato da A.N.C.R.E. - 130 avenue de Gairaut - Allèe des citronniers Casa Solea 06000 NICE www. Ancre.fr COLLEZIONE ARCHEOLOGICA

Dettagli

PENNONI DELL ALBERO MAESTRO DISEGNO A GRANDEZZA NATURALE (SCALA 1:84)

PENNONI DELL ALBERO MAESTRO DISEGNO A GRANDEZZA NATURALE (SCALA 1:84) PENNONI DELL ALBERO MAESTRO L albero maestro della HMS Victory L albero maestro del tuo modello PENNONE DI VELACCIO 6 17 44 mm 6 3 mm 4 mm 3 mm DEL PENNONE 99 mm PENNONE DI GABBIA 264 mm 66 mm 99 mm IL

Dettagli

È un nodo di giunzione, serve infatti per unire due cime dello stesso

È un nodo di giunzione, serve infatti per unire due cime dello stesso Nodo piano È un nodo di giunzione, serve infatti per unire due cime dello stesso diametro e dello stesso materiale; anche nel Pronto Soccorso per legare i bendaggi a fascia triangolare. Si scioglie anche

Dettagli

Tessilmarket s.r.l. Divisione

Tessilmarket s.r.l. Divisione T08 L Telaio da campionatura professionale. Manuale di istruzioni. Pag. 1 di 8 Nomenclatura. 1. Passetta 2. Verghe d incrocio 3. Ganci 4. Cordino Nylon fine 5. Cordino Nylon grosso 6. Due navette piatte

Dettagli

Bordo Libero. Carlo Bertorello

Bordo Libero. Carlo Bertorello Bordo Libero Carlo Bertorello 2015-16 1 -Il bordo libero, la marca di bordo libero e le linee di carico E fondamentale, per la sicurezza della nave, che l immersione non superi un certolimiteinmododagarantireunacongruadistanzatralasuperficiedelmareed

Dettagli

b) Teoria dell elica

b) Teoria dell elica b) Teoria dell elica L elica e le sue caratteristiche L elica è l organo propulsore di una barca che si muove a motore. L elica, girando, spinge l acqua indietro e imprime allo scafo una spinta in avanti.

Dettagli

Il Dinghy 12 Qualche Termine

Il Dinghy 12 Qualche Termine Il Dinghy 12 Qualche Termine Con riferimento al REGOLAMENTO PER LA COSTRUZIONE E LA STAZZA DINGHY 12P. in vigore da gennaio 2005 a dicembre 2008 1.3. - Puntale Puntale - Elemento centrale di sostegno posto

Dettagli

Luca Dubbini Marco Tito Bordogna

Luca Dubbini Marco Tito Bordogna Luca Dubbini Marco Tito Bordogna Prima di iniziare a veleggiare è importante capire come funziona una vela e i principi secondo i quali viene generata la sua forza propulsiva. La conoscenza di alcune nozioni

Dettagli

Il flauto dolce. Corpo

Il flauto dolce. Corpo Il flauto dolce Gli obiettivi del nostro lavoro Conoscere il flauto dolce. Capire come funziona e come si utilizza. Imparare le posizioni delle note sullo strumento. Utilizzarlo per eseguire semplici brani

Dettagli

USCITE DIDATTICHE (nodi e materiali)

USCITE DIDATTICHE (nodi e materiali) USCITE DIDATTICHE (nodi e materiali) I materiali portati in uscita possono permetterci di affrontare difficoltà impreviste che si siano presentate lungo il percorso, ma anche di affrontare in sicurezza

Dettagli

Diego e' un orsetto simpatico e goloso. Il suo pancino... non ci sta' piu' nel golfino! Diego l'orso sara' un amico... per sempre!

Diego e' un orsetto simpatico e goloso. Il suo pancino... non ci sta' piu' nel golfino! Diego l'orso sara' un amico... per sempre! L orsetto Diego Progetto realizzato da maude Diego e' un orsetto simpatico e goloso. Il suo pancino... non ci sta' piu' nel golfino! Diego l'orso sara' un amico... per sempre! L orsetto Diego OCCORRENTE

Dettagli

SCIENZE E TECNOLOGIE APPLICATE SETTORE MARITTIMO. Nella costruzione di un imbarcazione in legno, il primo pezzo che viene impostato è: LA CHIGLIA

SCIENZE E TECNOLOGIE APPLICATE SETTORE MARITTIMO. Nella costruzione di un imbarcazione in legno, il primo pezzo che viene impostato è: LA CHIGLIA Sottochiglia SCIENZE E TECNOLOGIE APPLICATE SETTORE MARITTIMO MODULO : UNO UNITA : DUE Part.2 SCAFI IN LEGNO Nella costruzione di un imbarcazione in legno, il primo pezzo che viene impostato è: LA CHIGLIA

Dettagli

Telai in ghisa grezzi. Telaio di un pianoforte a coda

Telai in ghisa grezzi. Telaio di un pianoforte a coda Telaio Detto anche piastra, rappresenta la struttura interna che, grazie alla grande resistenza e flessibilità, regge saldamente la tensione delle corde dando potenza e brillantezza a un pianoforte. È

Dettagli

Il 5 Febbraio 2008 il M.I.U.R. ha sottoscritto il protocollo di intesa con la Federazione Italiana Vela particolarmente significativo e gradito

Il 5 Febbraio 2008 il M.I.U.R. ha sottoscritto il protocollo di intesa con la Federazione Italiana Vela particolarmente significativo e gradito Il 5 Febbraio 2008 il M.I.U.R. ha sottoscritto il protocollo di intesa con la Federazione Italiana Vela particolarmente significativo e gradito poiché la F.I.V. si è fatta promotrice di progetti didattici

Dettagli

Le disavventure di un modellista troppo perfezionista

Le disavventure di un modellista troppo perfezionista Le disavventure di un modellista troppo perfezionista Per soddisfare la richiesta di mia sorella di possedere un modello della nave scuola Amerigo Vespucci da me realizzato, ho pensato bene di regalarglielo

Dettagli

Navi in Bottiglia Parte 03 Andrea Moia

Navi in Bottiglia Parte 03 Andrea Moia Costruzione Scafo Riprendiamo il nostro percorso. In questo numero vedremo la costruzione dello scafo e le varie tecniche che si possono utilizzare per imbottigliare un bel modello di nave! Prima di partire

Dettagli

maestro dei nodi di Ivan Mastrosimone - disegni di Jean Claudio Vinci

maestro dei nodi di Ivan Mastrosimone - disegni di Jean Claudio Vinci maestro dei nodi Ho un nodo alla gola, tutti i nodi vengono al pettine e altri modi di dire ma ogni esploratore e guida che si rispetti, quale nodo pensa subito di avere alla gola? Un parlato, sicuramente!

Dettagli

S2/ S3 / S4 (attuale S2) attrezzatura per vela. Istruzioni di montaggio

S2/ S3 / S4 (attuale S2) attrezzatura per vela. Istruzioni di montaggio S2/ S3 / S4 (attuale S2) attrezzatura per vela Attrezzatura completa per vela S2/S3/S4 composta da: 1 vela di prua (fiocco) con cavo di drizza 1 randa (vela aurica) 1 albero (3 parti) 1 picco (2 parti)

Dettagli

Consigli sull uso della sua scala : generalità

Consigli sull uso della sua scala : generalità Consigli sull uso della sua scala : generalità Scale e scalette sono degli attrezzi per accedere ad una certa altezza. Invece, ponteggi e trabattelli sono dei mezzi che permettono di lavorare in quota.

Dettagli

SalisiKuro SISTEMI ANTICADUTA. Progettazione e realizzazione di pali, piastre, ganci in inox a catalogo e/o specifici. Assistenza alla posa in opera

SalisiKuro SISTEMI ANTICADUTA. Progettazione e realizzazione di pali, piastre, ganci in inox a catalogo e/o specifici. Assistenza alla posa in opera SalisiKuro SISTEMI ANTICADUTA Progettazione e realizzazione di pali, piastre, ganci in inox a catalogo e/o specifici Assistenza alla posa in opera Progettazione schema di montaggio Formazione per addetti

Dettagli

Giavellotto. Verifica attrezzi

Giavellotto. Verifica attrezzi Giavellotto Verifica attrezzi Caratteristiche Verifica attrezzi Il giavellotto è composto di tre parti: una testa, un fusto ed una impugnatura di corda. - Il fusto deve essere solido o cavo (vuoto) e deve

Dettagli

D opo avere fatto regate per anni

D opo avere fatto regate per anni CONTENDER: VELOCE ED ACROBATICO Nato in Australia nel 1967, il Contender è lungo 4,87 metri, largo 1,24 e pesa 83 kg con una randa da 11 mq. Questo singolo sta anche vivendo un momento di forte espansione

Dettagli

Come realizzare della rete di Franco Fissore

Come realizzare della rete di Franco Fissore Come realizzare della rete di Franco Fissore Vogliamo illustrare qui l antica arte di tessere le reti. Un arte nata ancor prima che l uomo imparasse a navigare. Crediamo, con queste note, di far cosa gradita

Dettagli

LIVELLATRICE TIPO 300L-400L. Per trattori con potenze da 100/180 cavalli TELAIO PROGETTATO COSTRUITO E CALCOLATO FINO A 300 CAVALLI

LIVELLATRICE TIPO 300L-400L. Per trattori con potenze da 100/180 cavalli TELAIO PROGETTATO COSTRUITO E CALCOLATO FINO A 300 CAVALLI LIVELLATRICE TIPO 300L-400L Per trattori con potenze da 100/180 cavalli TELAIO PROGETTATO COSTRUITO E CALCOLATO FINO A 300 CAVALLI Dati Informativi : Livellatrice trainata con predisposizone a comando

Dettagli

Programma di Esercitazioni Marinaresche

Programma di Esercitazioni Marinaresche Programma di Esercitazioni Marinaresche Docente Enzo Guasti Classe formale Prima A Corso Istituto Tecnico Nautico Anno Scolastico 2009/10 Programma svolto Informazioni Generali Lo studio delle esercitazioni

Dettagli

Per appesantire l'estremità di una corda, o per evitare che essa fuoriesca da un anello o da una carrucola, o per fare una corda per arrampicata.

Per appesantire l'estremità di una corda, o per evitare che essa fuoriesca da un anello o da una carrucola, o per fare una corda per arrampicata. Nodo semplice È la base di molti altri nodi più complessi. Nodo del cappuccino Per appesantire l'estremità di una corda, o per evitare che essa fuoriesca da un anello o da una carrucola, o per fare una

Dettagli

SEGA CIRCOLARE indicatori

SEGA CIRCOLARE indicatori coltello divisore montato - coltello divisore montato ad idonea distanza dalla lama - coltello divisore montato ad una altezza di 1-2 mm inferiore rispetto a quella della lama coltelli divisori (in dotazione)

Dettagli

CONTENUTO Le cime Elementi di un nodo Le caratteristiche dei nodi marinari Gli otto nodi fondamentali

CONTENUTO Le cime Elementi di un nodo Le caratteristiche dei nodi marinari Gli otto nodi fondamentali CONTENUTO 6 1. LE caratteristiche principali DEI NODI 6 1.1 Le cime 7 1.2 Elementi di un nodo 10 1.3 Le caratteristiche dei nodi marinari 11 1.4 Gli otto nodi fondamentali 12 2. I NODI FONDAMENTALI 12

Dettagli

DINNER SAILING REGATTA BANDO DI VELEGGIATA

DINNER SAILING REGATTA BANDO DI VELEGGIATA DINNER SAILING REGATTA BANDO DI VELEGGIATA Sabato 19 Settembre 2015 1. ORGANIZZATORE: Assagenti 2. CLASSI AMMESSE: cabinati a vela di lunghezza superiore a mt 7. Imbarcazioni di lunghezza variabile da

Dettagli

CAMPO DELL INVENZIONE

CAMPO DELL INVENZIONE RIASSUNTO Dispositivo a sospensione progressiva (100) per la ruota posteriore (15) di un motoveicolo comprendente: - almeno una forcella (2) comprendente almeno una prima estremità (21) fulcrata al telaio

Dettagli

costruisci lo spitfire Fasi 11-20

costruisci lo spitfire Fasi 11-20 Fasi -20 2 Fasi Indice Pezzi Pagine - Centina alare 2 - Centina alare 5 - Centina alare 6-5 - Listelli di legno da x5x00 mm - Centina alare 2 2 - Centina alare 2 - Centina alare 6-8 - Listelli di legno

Dettagli

Gruppo Modellistico Sestese

Gruppo Modellistico Sestese Gruppo Modellistico Sestese Sesto San Giovanni (MI) La VELA LATINA di Enrico PILANI STORIA La vela latina o più propriamente alla trina cioè triangolare era già conosciuta dai romani esiste infatti un

Dettagli

COSTRUISCI LA STELLA POLARE

COSTRUISCI LA STELLA POLARE Uscita Data Allegati 1 06/08/2016 2 20/08/2016 3 27/08/2016 4 03/09/2016 5 10/09/2016 COSTRUISCI LA STELLA POLARE I raccoglitori dei fascicoli sono disponibili in edicola contestualmente alle uscite 20

Dettagli

Evolution Bench. Design unico - Precisione

Evolution Bench. Design unico - Precisione Evolution Bench Design unico - Precisione ISTRUZIONI Grazie per aver scelto Keencut Evolution Bench. Ci siamo impegnati al massimo per offrirvi un prodotto tecnico di precisione con la garanzia di molti

Dettagli

IL T IN DETTAGLIO

IL T IN DETTAGLIO FASE 69 IL T-34-85 IN DETTAGLIO Le sospensioni del carro armato sono indipendenti una dall altra, con molle cilindriche elicoidali. Delle sospensioni fanno parte dei componenti che congiungono il corpo

Dettagli

MISURE GENERALI DI SICUREZZA NELL UTILIZZO DELLE SCALE. Relazione Coordinamento Regionale Cpt Lombardia

MISURE GENERALI DI SICUREZZA NELL UTILIZZO DELLE SCALE. Relazione Coordinamento Regionale Cpt Lombardia MISURE GENERALI DI SICUREZZA NELL UTILIZZO DELLE SCALE Relazione Coordinamento Regionale Cpt Lombardia Prima dell uso Il personale addetto all uso della scala deve essere stato: valutato idoneo alla mansione

Dettagli

L.Lanceri - Dinamica della barca in acqua e nel vento 1

L.Lanceri - Dinamica della barca in acqua e nel vento 1 04-06-2009 L.Lanceri - Dinamica della barca in acqua e nel vento 1 (fluido-)dinamica della barca nell acqua e nel vento Livio Lanceri Dip. di Fisica - Università di Trieste INFN - Sezione di Trieste Trieste,

Dettagli

I l 2.4 è nato a Stoccolma nel 1983

I l 2.4 è nato a Stoccolma nel 1983 2.4mR: LA MINI CLASSE METRICA Assomiglia in tutto e per tutto ai famosi 12 metri Stazza Internazianale, ma è lunga poco più di quattro metri e viene portata da un solo uomo: è il 2.4mR, la più piccola

Dettagli

AC100 Manuale della costruzione Versione Integrale Rivista e Corretta - Ottobre 2010

AC100 Manuale della costruzione Versione Integrale Rivista e Corretta - Ottobre 2010 AC100 Manuale della costruzione Versione Integrale Rivista e Corretta - Ottobre 2010 Parte I (scafo) Questa descrizione é dedicata a tutti coloro che vorrebbero iniziare la costruzione di un modello di

Dettagli

Attrezzatura di MINIMA obbligatoria: come riportato nel campo successivo in un sacchetto personale si dovrà portare il seguente materiale:

Attrezzatura di MINIMA obbligatoria: come riportato nel campo successivo in un sacchetto personale si dovrà portare il seguente materiale: Oggetto SACCHETTO PERSONALE ISL B-01 Attrezzatura di MINIMA obbligatoria: come riportato nel campo successivo in un sacchetto personale si dovrà portare il seguente materiale: - 1 cordino, di diametro

Dettagli

Dispositivo per coltelli SVM-45

Dispositivo per coltelli SVM-45 Dispositivo per coltelli SVM-45 COLTELLI Lunghezza minima della lama 60 mm. COLTELLI A DOPPIA IMPUGNATURA DA INTAGLIATORE Posizionamento della macchina Nota Per l affilatura di coltelli regolare il banco

Dettagli

SCHEDA 2A: ADEGUAMENTO DEI TRATTORI A CINGOLI MODELLO FIAT 120C E SIMILI (60C, 70C, 80C, ECC.)

SCHEDA 2A: ADEGUAMENTO DEI TRATTORI A CINGOLI MODELLO FIAT 120C E SIMILI (60C, 70C, 80C, ECC.) SCHEDA 2A: ADEGUAMENTO DEI TRATTORI A CINGOLI MODELLO FIAT 120C E SIMILI (60C, 70C, 80C, ECC.) Nel presente documento sono illustrati gli elementi meccanici necessari alla costruzione della struttura di

Dettagli

MICRO MAGIC International Regole di Classe

MICRO MAGIC International Regole di Classe MICRO MAGIC International Regole di Classe Versione 5 (1 Gennaio 2011) (traduzione italiana) Trovate il regolamento internazionale nel sito http://www.micromagic.info Premessa Queste regole sono state

Dettagli

Gambe forti per camminare sicuri

Gambe forti per camminare sicuri Gambe forti per camminare sicuri Partecipate anche voi! Forza ed equilibrio aumentano la sicurezza nella quotidianità. Maggiori informazioni su /instabile Allenamento su una base instabile Forza ed equilibrio

Dettagli

Pressatura e Impiombatura PERSONALIZZAZIONE DI FUNI METALLICHE. A bordo e a terra

Pressatura e Impiombatura PERSONALIZZAZIONE DI FUNI METALLICHE. A bordo e a terra SVB Specialist for Yacht & Boat Equipment Gelsenkirchener Str. 25-27 D - 28199 Brema Tél. +39 0694806238 email: info@svb-marine.it www.svb-marine.it Pressatura e Impiombatura PERSONALIZZAZIONE DI FUNI

Dettagli

Montaggio. Disimballare la macchina. Pneumatici Montare le ruote motrici posteriori utilizzando i dadi ad aggetto installati sui mozzi.

Montaggio. Disimballare la macchina. Pneumatici Montare le ruote motrici posteriori utilizzando i dadi ad aggetto installati sui mozzi. Istruzioni per il montaggio 9689995/BZ7C e 9689996/BZ4C Equipaggiati con uno dei seguenti gruppi di taglio: 96899945 TRD6B Gruppo di taglio Tunnel Ram 96899946 TRD7B Gruppo di taglio Tunnel Ram 96899950

Dettagli

Manuale illustrato delle Regole di Rotta e della procedura per le proteste

Manuale illustrato delle Regole di Rotta e della procedura per le proteste Ezio Fonda Manuale illustrato delle Regole di Rotta e della procedura per le proteste Regolamento di Regata 2017-2020 VERSIONE RIDOTTA Le Regole di Regata on-line: http://www.eziofonda.it Ezio Fonda 2017-2020

Dettagli

Distaccamento Volontari Caselle Torinese Le coperture

Distaccamento Volontari Caselle Torinese Le coperture 3.4.7 Le coperture Le coperture hanno la funzione di proteggere i fabbricati dalle intemperie (acqua, neve, vento), per cui sono formate da superficie piane (falde) coperte da un manto impermeabile, e

Dettagli

NELLA SOCIETA FEUDALE: Abbigliamento

NELLA SOCIETA FEUDALE: Abbigliamento LA VITA QUOTIDIANA NELLA SOCIETA FEUDALE: Abbigliamento La moda era molto importante nel Medioevo in quanto era dai vestiti che si riconoscevano gli appartenenti alle diverse classi sociali. Abbigliamento

Dettagli

FASE PAG. Gruppo della leva del cambio. Il condotto dell airbox. Il supporto della carena. La presa d aria della carena IN COLLABORAZIONE CON

FASE PAG. Gruppo della leva del cambio. Il condotto dell airbox. Il supporto della carena. La presa d aria della carena IN COLLABORAZIONE CON Pack 15 PG. FSE 55 Gruppo della leva del cambio 167 56 Il condotto dell airbox 170 57 Il supporto della carena 173 58 La presa d aria della carena 176 IN COLLBORZIONE CON IN COLLBORZIONE CON Progettazione

Dettagli

Classificazione delle Navi. Corso di Architettura Navale Prof.Salvatore Miranda

Classificazione delle Navi. Corso di Architettura Navale Prof.Salvatore Miranda Classificazione delle Navi 1 Aliscafi Unità sostenute al disopra della superficie dell acqua da forze idrodinamiche di portanza generate da superfici alari poste a prua e a poppa Velocità di servizio 28-45

Dettagli

IMBRACATURA SOLLEVAMENTO E MOVIMENTAZIONE BLOCCO

IMBRACATURA SOLLEVAMENTO E MOVIMENTAZIONE BLOCCO IMBRACATURA SOLLEVAMENTO E MOVIMENTAZIONE BLOCCO 1 di 9 Misure preventive / soluzioni Le operazioni di movimentazione dei blocchi di marmo o granito comportano i seguenti rischi: -Schiacciamento causato

Dettagli

Modifiche apportate alla versione. pubblicata sul Sito della Classe il 20/12/2008

Modifiche apportate alla versione. pubblicata sul Sito della Classe il 20/12/2008 Pag 6 Modifiche apportate alla versione pubblicata sul Sito della Classe il 20/12/2008 NB: Paragrafi e termini in rosso sono cancellati; in azzurro sono aggiunti 14 - Misure e tolleranze Nel caso dei segni

Dettagli

AC100 Manuale della costruzione Parte XIII

AC100 Manuale della costruzione Parte XIII AC100 Manuale della costruzione Parte XIII (centraggio statico e dinamico) Il Centraggio Statico della barca impiega diversi parametri partendo dai vari Centri, linea al galleggiamento, baglio, superfici

Dettagli

SCHEDA 10A: ADEGUAMENTO DEI TRATTORI A CINGOLI MODELLO FIAT 1355 E SIMILI

SCHEDA 10A: ADEGUAMENTO DEI TRATTORI A CINGOLI MODELLO FIAT 1355 E SIMILI SCHEDA 10A: ADEGUAMENTO DEI TRATTORI A CINGOLI MODELLO FIAT 1355 E SIMILI Il presente documento è stato realizzato nell ambito dell attività di ricerca prevista: dalla convenzione stipulata dalla Regione

Dettagli

MECCANICA. Laboratorio GRU E MEZZI ELEVATORI. Costruzioni da 1 a 35

MECCANICA. Laboratorio GRU E MEZZI ELEVATORI. Costruzioni da 1 a 35 Laboratorio 4 5 6 7 8 9 0 4 5 6 7 8 9 0 4 5 6 7 8 9 0 di i MECCANICA GRU E MEZZI ELEVATORI Costruzioni da a 5 Sovrapposizione di due barre Sovrapposizione di barre con due chiodini Congiunzione di barre

Dettagli

Il flauto dolce. Unità didattica di Educazione Musicale. Classe prima. Corpo

Il flauto dolce. Unità didattica di Educazione Musicale. Classe prima. Corpo Il flauto dolce Unità didattica di Educazione Musicale Classe prima Gli obiettivi del nostro lavoro Conoscere il flauto dolce. Capire come funziona e come si utilizza. Imparare le posizioni delle note

Dettagli