Nuovo regime fiscale per organizzazioni di volontariato e associazioni di promozione sociale
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- Pietro Adamo
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1 1 TERZO SETTORE Nuovo regime fiscale per organizzazioni di volontariato e associazioni di promozione sociale Il regime forfetario per le attività commerciali svolte da OdV e APS di Paolo Duranti 12 FEBBRAIO 2018 Dopo avere illustrato le disposizioni generali del regime scale degli enti del terzo settore, si approfondiscono le norme recate dal Capo II del Titolo X del D.Lgs. 3 luglio 2017, n. 117 (codice del terzo settore), dedicate alle organizzazioni di volontariato e alle associazioni di promozione sociale, con particolare attenzione al regime forfetario per le attività commerciali svolte da tali enti, valevole sia ai fini delle imposte dirette, che ai fini IVA. SOMMARIO: INTRODUZIONE ORGANIZZAZIONI DI VOLONTARIATO ASSOCIAZIONI DI PROMOZIONE SOCIALE ATTIVITÀ COMMERCIALI DI ODV E APS: REGIME FORFETARIO Introduzione La riforma del terzo settore (contenuta nel D.Lgs. 3 luglio 2017, n. 117) introduce un nuovo regime tributario per le organizzazioni di volontariato (OdV) e le associazioni di promozione sociale (APS), distinto dalle regole scali che andranno a disciplinare tutte le altre tipologie di enti non pro t. In particolare, si prevede la possibilità per tali tipologie di enti non profit di optare per un regime forfetario, valevole sia ai fini delle imposte dirette che con riferimento all'iva. Nel prosieguo si illustrano le caratteristiche di tale regime, le condizioni prescritte ai ni dell'accesso al medesimo, nonché gli adempimenti posti in capo all'ente. Organizzazioni di volontariato Per le organizzazioni di volontariato si considerano non commerciali le seguenti attività: Attività Condizioni per essere considerate non commerciali
2 Attività di interesse generale (di cui all'art. 5 del D.Lgs. n. 117/2017) Attività convenzionate Sono comprese in tale tipologia le attività accreditate, contrattualizzate o convenzionate con: le Pubbliche amministrazioni di cui all'art. 1, comma 2, del D.Lgs. 30 marzo 2001, n. 165; l'unione europea; le Pubbliche amministrazioni straniere; altri organismi pubblici di diritto internazionale. Devono essere svolte a titolo gratuito o dietro versamento di corrispettivi che non superano i costi effettivi. A tale fine, si deve tenere conto anche degli apporti economici degli enti pubblici. Attività di ricerca scientifica di particolare interesse sociale Vendita di beni acquisiti da terzi a titolo gratuito (a fini di sovvenzione) Tali attività devono essere: svolte direttamente dagli enti la cui finalità principale consiste nello svolgere attività di ricerca scientifica di particolare interesse sociale, sempre che tutti gli utili siano interamente reinvestiti nelle attività di ricerca e nella diffusione gratuita dei loro risultati e non vi sia alcun accesso preferenziale da parte di altri soggetti privati alle capacità di ricerca dell'ente medesimo e ai risultati prodotti; oppure affidate dagli enti di cui sopra ad università e altri organismi di ricerca che la svolgono direttamente in ambiti e secondo le modalità indicate dal D.P.R. 20 marzo 2003, n Tali attività devono essere svolte senza l'impiego di mezzi organizzati professionalmente per fini di concorrenzialità sul mercato. La vendita deve essere curata direttamente dall'organizzazione, senza alcun intermediario. Cessione di beni prodotti dagli assistiti e dai volontari Tali attività devono essere svolte senza l'impiego di mezzi organizzati professionalmente per fini di concorrenzialità sul mercato. La vendita dei prodotti deve essere curata direttamente dall'organizzazione di volontariato, senza alcun intermediario. Somministrazione di alimenti e bevande in occasione di raduni, manifestazioni, celebrazioni e circostanze simili Tali attività devono essere svolte senza l'impiego di mezzi organizzati professionalmente per fini di concorrenzialità sul mercato. Questi eventi devono necessariamente rivestire carattere occasionale.
3 Per espressa previsione normativa, sono esenti da IRES i redditi degli immobili destinati in via esclusiva allo svolgimento di attività non commerciali da parte delle OdV. Associazioni di promozione sociale Per le associazioni di promozione sociale si considerano non commerciali le seguenti attività: Attività Attività svolte nei confronti dei propri associati La legge ricomprende in tale ambito anche le attività svolte nei confronti di: - familiari conviventi degli associati; - associati di altre associazioni che svolgono la medesima attività e che per legge, regolamento, atto costitutivo o statuto fanno parte di un'unica organizzazione locale o nazionale; - enti composti in misura non inferiore al 70 per cento da enti del terzo settore. Condizioni per essere considerate non commerciali Non si considerano commerciali, neppure se effettuate verso pagamento di corrispettivi specifici, qualora siano svolte in diretta attuazione delle finalità istituzionali dell'ente. Vendita di beni acquisiti da terzi a titolo gratuito (a fini di sovvenzione) Cessioni di proprie pubblicazioni, anche a terzi Tali attività devono essere svolte senza l'impiego di mezzi organizzati professionalmente per fini di concorrenzialità sul mercato. La vendita deve essere curata direttamente dall'organizzazione, senza alcun intermediario. Per essere considerate non commerciali ai fini della tassazione diretta, la legge richiede che dette pubblicazioni siano comunque cedute: prevalentemente agli associati e ai loro familiari (purché conviventi), dietro il pagamento di corrispettivi specifici; in attuazione degli scopi istituzionali. Si considerano invece commerciali (ai fini delle imposte sui redditi): CESSIONI DI BENI NUOVI PRODOTTI PER LA VENDITA SOMMINISTRAZIONI DI PASTI (*) EROGAZIONI DI ACQUA, GAS, ENERGIA ELETTRICA E VAPORE PRESTAZIONI ALBERGHIERE E DI ALLOGGIO
4 PRESTAZIONI DI TRASPORTO E DI SERVIZI PORTUALI E AEROPORTUALI PRESTAZIONI DI DEPOSITO GESTIONE DI MENSE E DI SPACCI AZIENDALI (*) ORGANIZZAZIONE DI VIAGGI E SOGGIORNI TURISTICI (*) PUBBLICITA' COMMERCIALE GESTIONE DI FIERE ED ESPOSIZIONI COMMERCIALI TELECOMUNICAZIONI E RADIODIFFUSIONI CIRCOLARI (*) La norma ha introdotto una deroga per le associazioni di promozione sociale comprese tra gli enti di cui all'art. 3, comma 6, lett. e), della legge 25 agosto 1991, n. 287 (mense aziendali e spacci annessi ai circoli cooperativi), iscritte nell'apposito registro e le cui finalità assistenziali siano riconosciute dal Ministero dell'interno. Per tali enti, infatti, la somministrazione di alimenti o bevande effettuata presso le sedi in cui viene svolta l'attività istituzionale da bar ed esercizi similari, nonchè l'organizzazione di viaggi e soggiorni turistici, non si considerano commerciali - ancorchè effettuate a fronte del pagamento di corrispettivi specifici - in presenza delle seguenti condizioni: si deve trattare di attività strettamente complementare a quelle svolte in diretta attuazione degli scopi istituzionali ed effettuata nei confronti degli associati e dei familiari conviventi degli stessi; per lo svolgimento di tale attività non ci si avvalga di alcuno strumento pubblicitario o comunque di diffusione di informazioni a soggetti terzi, diversi dagli associati. Come per le organizzazioni di volontariato, anche per le associazioni di promozione sociale sono esenti da IRES i redditi degli immobili destinati in via esclusiva allo svolgimento di attività non commerciali. Attività commerciali di OdV e APS: regime forfetario Come accennato nelle premesse, l'art. 86 del codice del terzo settore (D.Lgs. 3 luglio 2017, n. 117) introduce un nuovo regime forfetario per le organizzazioni di volontariato e le associazioni di promozione sociale, applicabile s u opzione con riferimento alle attività commerciali svolte. Nel prospetto che segue si riporta la relativa disciplina. IL NUOVO REGIME OPZIONALE RISERVATO A ODV E APS Condizioni per l applicazione del regime forfetario Nel periodo d'imposta precedente occorre avere percepito ricavi (ragguagliati al periodo d'imposta) per un importo non superiore a euro.
5 Manifestazione dell opzione Nella dichiarazione annuale o nella dichiarazione di inizio attività (ex art. 35 del D.P.R. 26 ottobre 1972, n. 633). Nella dichiarazione l'ente comunica di presumere la sussistenza del requisito di cui sopra (ricavi non superiori a euro). Coefficiente di redditività (da applicare all'ammontare dei ricavi percepiti) Organizzazioni di volontariato: 1 per cento; associazioni di promozione sociale: 3 per cento. Norme applicabili in caso di opzione per il regime forfetario In caso di adozione del regime forfetario non si applicano: gli studi di settore (di cui all'art. 62-bis del D.L. 30 agosto 1993, n. 331, convertito, con modificazioni, dalla legge 29 ottobre 1993, n. 427); i parametri (di cui all'art. 3, comma 184, della legge 28 dicembre 1995, n Finanziaria 1996); gli ISA - indici sistematici di affidabilità (di cui all'art. 7-bis del D.L. 22 ottobre 2016, n. 193, convertito, con modificazioni, dalla legge 1 dicembre 2016, n. 225). Si ricorda che la legge di bilancio 2018 (legge 27 dicembre 2017, n. 205) ha disposto il rinvio di un anno - e quindi al 2019 (con riferimento all anno d imposta 2018) - dell entrata in vigore degli ISA. Conservazione della documentazione Esoneri Fatto salvo quanto riportato infra in tema di esoneri, l'ente è comunque tenuto a conservare - ai sensi dell'art. 22 del D.P.R. 29 settembre 1973, n i documenti ricevuti ed emessi. In caso di adozione del regime forfetario, l'ente non è tenuto alla registrazione e alla tenuta delle scritture contabili. Non è obbligatorio operare le ritenute alla fonte di cui al Titolo III del citato D.P.R. n. 600/1973. Ritenute alla fonte E' comunque obbligatorio indicare nella dichiarazione dei redditi il codice fiscale del percettore dei redditi per i quali, all'atto del loro pagamento, non è stata operata la ritenuta, nonché l'ammontare dei redditi stessi. Dichiarazione dei redditi Deve essere presentata. A tale fine, si applica il D.P.R. 22 luglio 1998, n Adempimenti obbligatori Per le operazioni per le quali l'ente è debitore dell'iva, è obbligatorio: emettere la fattura; versare l'imposta entro il giorno 16 del mese successivo a quello di effettuazione delle operazioni. Sono inoltre obbligatori i seguenti adempimenti:
6 numerazione e conservazione delle fatture di acquisto e delle bollette doganali; certificazione dei corrispettivi; conservazione dei relativi documenti. Esoneri Fatto salvo quanto prescritto supra, le OdV e le APS che adottano il regime forfetario sono esonerate dai seguenti obblighi: versamento dell'iva; tutti gli altri obblighi previsti dal D.P.R. n. 633/1972; certificazione di cui all'art. 2 del D.P.R. 21 dicembre 1996, n Casistica In caso di opzione per il regime forfetario, ai fini IVA si applicano le seguenti norme: OPERAZIONE DISCIPLINA Cessioni intra-ue Art. 41, comma 2-bis, del D.L. 30 agosto 1993, n. 331, convertito, con modificazioni, dalla legge 29 ottobre 1993, n. 427 Acquisti intra-ue Art. 38, comma 5, lett. c), del D.L. n. 331/1993 Servizi ricevuti da soggetti non residenti Artt. 7-ter ss. del D.P.R. n. 633/1972 Soggetti non residenti IVA Importazioni (1) Esportazioni (1) D.P.R. n. 633/1972 (2) (1) Nonchè alle operazioni assimilate. (2) Fermo restando il divieto di applicare l'art. 8, commi primo, lett. c), e secondo, del decreto IVA. Rivalsa (art. 18 del D.P.R. n. 633/1972) Non viene esercitata. Detrazione Per le operazioni indicate nella tabella che precede, l'ente non può portare in detrazione l'iva assolta, dovuta oppure addebitata sugli acquisti. Si tenga presente inoltre che, per effetto del passaggio dalle regole ordinarie di applicazione dell'iva al regime forfetario, si dovrà procedere alla rettifica della detrazione (di cui all'art. 19-bis del D.P.R. n. 633/1972) nella dichiarazione dell'ultimo periodo d'imposta di applicazione delle regole ordinarie. Analogamente nel caso inverso (passaggio dal regime forfetario alle regole ordinarie). Ultima liquidazione Nell'ultima liquidazione relativa al periodo d'imposta in cui è stata applicata l'iva: va computata anche l'imposta relativa alle operazioni, per le quali non si è ancora verificata l'esigibilità, di cui all'art. 6, quinto comma, del decreto IVA e all'art. 32-bis del D.L. 22 giugno 2012, n. 83, convertito, con modificazioni, dalla legge 7 agosto
7 2012, n. 134; può essere portata in detrazione l'iva relativa agli acquisti effettuati in vigenza dell'opzione di cui all'art. 32-bis del richiamato D.L. n. 83/2012, i cui corrispettivi non sono stati ancora pagati. E' possibile chiedere il rimborso dell'eccedenza detraibile che emerge dalla dichiarazione IVA relativa all'ultimo periodo d'imposta in cui l'imposta è stata applicata secondo le regole ordinarie. In alternativa al rimborso, è ammessa la compensazione. Opzione per la tassazione secondo le regole ordinarie Cessazione del regime forfetario Pur in presenza del regime forfetario, l'ente può optare per: l'applicazione dell'iva nei modi ordinari; l'applicazione delle imposte sui redditi nei modi ordinari; l'applicazione delle imposte sui redditi secondo la disciplina dettata per gli altri enti non profit (in particolare, per il regime forfetario previsto dall'art. 80 del codice del terzo settore). Modalità Tale opzione - efficace per almeno un triennio - deve essere manifestata attraverso la prima dichiarazione annuale da presentare successivamente alla scelta operata. Trascorso il periodo minimo di permanenza nel regime ordinario, l'opzione resta valida per ciascun periodo d'imposta successivo, fino a quando permane la concreta applicazione della scelta operata. Detto regime speciale cessa di avere applicazione a partire dal periodo d'imposta successivo a quello nel corso del quale viene meno anche una soltanto delle condizioni prescritte per l'accesso al medesimo. Riferimenti normativi: D.Lgs. 3 luglio 2017, n. 117, artt. 5 e DOCUMENTI SUGGERITI Il nuovo regime tributario degli enti del terzo settore: le imposte dirette 05 FEBBRAIO 2018 Argomenti trattati
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