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2 Introduzione Con l approvazione delle legge n. 190 del 6 novembre 2012 Disposizioni per la prevenzione e la repressione della corruzione e dell illegalità nella pubblica amministrazione, pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale n. 265 del 13 novembre 2012, sono state introdotte misure per la prevenzione ed il contrasto del fenomeno corruttivo e sono stati individuati i soggetti preposti ad adottare iniziative in materia. Premesso che l attività di prevenzione della corruzione rappresenta un processo i cui risultati si giovano della maturazione dell esperienza e si consolidano col tempo, la redazione e l adozione del Piano di Prevenzione triennale rappresenta lo strumento attraverso il quale sono individuate e definite le strategie prioritarie per la prevenzione ed il contrasto della corruzione. Il Piano non si configura come un attività compiuta, con un termine di completamento finale, bensì come un ventaglio di strumenti finalizzati alla prevenzione che vengono progressivamente affinati, modificati, perfezionati o sostituiti in relazione al feedback ottenuto dalla loro applicazione. I contenuti del Piano triennale per la prevenzione della corruzione La legge disciplina i contenuti dei Piani (art. 1, comma 9) da adottare dagli enti pubblici con particolare riferimento ai seguenti aspetti: individuazione delle attività nell ambito delle quali è più elevato il rischio di corruzione, anche raccogliendo le proposte dei dirigenti, elaborati nell esercizio delle competenze previste dal decreto legislativo n. 165 del 30 marzo 2001; previsione, per le attività individuate come maggiormente a rischio di corruzione, di meccanismi di formazione, attuazione e controllo delle decisioni, idonei a prevenire il rischio di corruzione; previsione di obblighi di informazione nei confronti del Responsabile della prevenzione della corruzione, chiamato a vigilare sul funzionamento e sull osservanza del Piano; monitoraggio del rispetto dei termini previsti dalla legge o dai regolamenti per la conclusione dei procedimenti; monitoraggio dei rapporti tra l amministrazione e i soggetti che con la stessa stipulano contratti o che sono interessati a procedimenti di autorizzazione, concessione o erogazione di Piano per la prevenzione della corruzione Pagina 2 di 13

3 individuazione specifici obblighi di trasparenza. Le attività maggiormente esposte alla corruzione In sede di prima stesura del Piano triennale per la prevenzione della corruzione sono individuate quali attività nell ambito delle quali è più elevato il rischio di corruzione quelle di cui al comma 16 dell art. 1 della legge 190/2012 ed in particolare le seguenti: le attività relative al rilascio di autorizzazioni o concessioni; le attività nelle quali si sceglie il contraente per l affidamento di lavori, forniture e servizi, anche con riferimento alla modalità di selezione prescelta ai sensi del codice dei contratti pubblici relativi a lavori, servizi e forniture di cui al D.lgs. 12 aprile 2006, n. 163; le attività che prevedono la concessione o l erogazione di sovvenzioni, contributi, sussidi, ausili finanziari, nonché l attribuzione di vantaggi economici di qualunque genere a persone ed enti pubblici e privati; le attività relative a concorsi e prove selettive per l assunzione del personale e progressioni di carriere di cui all art. 24 del D.lgs. n. 150 del 2009; Gli obblighi di trasparenza La trasparenza dell attività amministrativa, che costituisce livello essenziale delle prestazioni concernenti i diritti sociali e civili ai sensi dell articolo 117, secondo comma, lettera m), della Costituzione, secondo quanto previsto all articolo 11 del decreto legislativo 27 ottobre 2009, n. 150, è assicurata mediante la pubblicazione, nei siti web istituzionali delle pubbliche amministrazioni, delle informazioni relative ai procedimenti amministrativi, secondo criteri di facile accessibilità, completezza e semplicità di consultazione, nel rispetto delle disposizioni in materia di segreto di Stato, di segreto d ufficio e di protezione dei dati personali. Nel sito web istituzionale dell A.S.L. della provincia di Pavia sono pubblicati o sono in corso di pubblicazione (al riguardo si fa riferimento a quanto previsto dal Programma per la trasparenza e l integrità adottato con decreto del Direttore Generale n 103/DGi del 28 marzo 2013) anche i relativi bilanci e conti consuntivi, nonché i costi unitari di realizzazione delle opere pubbliche e di produzione dei servizi erogati ai cittadini. Le informazioni sui costi sono pubblicate sulla base di uno schema tipo redatto dall Autorità per la vigilanza sui contratti pubblici di lavori, servizi e Piano per la prevenzione della corruzione Pagina 3 di 13

4 forniture, che ne cura altresì la raccolta e la pubblicazione nel proprio sito web istituzionale al fine di consentirne una agevole comparazione. L A.S.L. della provincia di Pavia assicura i livelli essenziali di cui sopra con particolare riferimento ai procedimenti di: a) autorizzazione o concessione; b) scelta del contraente per l affidamento di lavori, forniture e servizi, anche con riferimento alla modalità di selezione prescelta ai sensi del codice dei contratti pubblici relativi a lavori, servizi e forniture, di cui al decreto legislativo 12 aprile 2006, n. 163; c) concessione ed erogazione di sovvenzioni, contributi, sussidi, ausili finanziari, nonché attribuzione di vantaggi economici di qualunque genere a persone ed enti pubblici e privati; d) concorsi e prove selettive per l assunzione del personale e progressioni di carriera di cui all articolo 24 del citato decreto legislativo n. 150 del Le stazioni appaltanti possono prevedere negli avvisi, bandi di gara o lettere d invito che il mancato rispetto delle clausole contenute nei protocolli di legalità o nei patti di integrità costituisce causa di esclusione dalla gara. L A.S.L. della provincia di Pavia provvede, altresì, al monitoraggio periodico del rispetto dei tempi procedimentali attraverso la tempestiva eliminazione delle anomalie. I risultati del monitoraggio sono consultabili sul sito web istituzionale. Sul sito web sono pubblicate anche le retribuzioni dei dirigenti ed i tassi di assenza e di maggiore presenza del personale (art. 21, legge 69/2009). L indirizzo di posta elettronica certificata cui il cittadino può rivolgersi per trasmettere istanze ai sensi dell articolo 38 del testo unico delle disposizioni legislative e regolamentari in materia di documentazione amministrativa, di cui al Decreto del Presidente della Repubblica 28 dicembre 2000, n. 445 e successive modificazioni e ricevere informazioni circa i provvedimenti e i procedimenti amministrativi che lo riguardano è il seguente: protocollo@pec.asl.pavia.it L A.S.L. della provincia di Pavia, nel rispetto della disciplina del diritto di accesso ai documenti amministrativi di cui al capo V delle legge 7 agosto 1990, n. 241 e successive modificazioni, in materia di procedimento amministrativo, ha l obbligo di rendere accessibili in ogni momento agli interessati, tramite strumenti di identificazione informatica di cui all articolo 65, comma 1, del codice di cui al decreto legislativo 7 marzo 2005, n. 82 e successive modificazioni, le informazioni relative ai provvedimenti e ai procedimenti amministrativi che li riguardano, ivi Piano per la prevenzione della corruzione Pagina 4 di 13

5 comprese quelle relative allo stato della procedura, ai relativi tempi e allo specifico ufficio competente in ogni singola fase. Le stazioni appaltanti sono in ogni caso tenute a pubblicare sul sito web istituzionale in formato digitale standard aperto, la struttura proponente; l oggetto del bando; l elenco degli operatori invitati a presentare offerte; l aggiudicatario; l importo di aggiudicazione; i tempi di completamento dell opera, servizio o fornitura; l importo delle somme liquidate. Entro il 31 gennaio di ogni anno, tali informazioni, relativamente all anno precedente, sono pubblicate in tabelle riassuntive rese liberamente scaricabili in un formato digitale standard aperto che consenta di analizzare e rielaborare, anche a fini statistici, i dati informatici. L A.S.L. della provincia di Pavia trasmette, in formato digitale, tali informazioni all Autorità per la vigilanza sui contratti pubblici di lavori, servizi e forniture, che le pubblica nel proprio sito web in una sezione liberamente consultabile da tutti i cittadini, catalogate in base alla tipologia di stazione appaltante e per regione. L Autorità individua con propria deliberazione le informazioni rilevanti e le relative modalità di trasmissione. Entro il 30 aprile di ciascun anno, l Autorità per la vigilanza sui contratti pubblici di lavori, servizi e forniture trasmette alla Corte dei Conti l elenco delle amministrazioni che hanno omesso di trasmettere o pubblicare, in tutto o in parte, le informazioni in formato digitale standard aperto. Per formato di dati aperti si devono intendere almeno i dati resi disponibili e fruibili on line in formati non proprietari, a condizioni tali da permettere il più ampio riutilizzo anche a fini statistici e la ridistribuzione senza ulteriori restrizioni d uso, di riuso o di diffusione diverse dall obbligo di citare la fonte e di rispettarne l integrità. Il Programma triennale per la trasparenza e l integrità dell Azienda Sanitaria Locale della provincia di Pavia contiene indicazioni dettagliate circa tempi, modalità e strumenti con i quali l Azienda stessa intende favorire la trasparenza e l integrità della propria azione amministrativa. La formazione. Uno strumento per prevenire il rischio di corruzione L Azienda Sanitaria Locale della provincia di Pavia redige il piano annuale di formazione inerente le attività a rischio di corruzione. Attenzione prioritaria deve essere dedicata all adozione di idonee iniziative di formazione Piano per la prevenzione della corruzione Pagina 5 di 13

6 rivolte al Responsabile della prevenzione della corruzione e ai dirigenti competenti per le attività maggiormente esposte al rischio di corruzione (cfr Linee di indirizzo del Comitato interministeriale per la prevenzione e il contrasto della corruzione e dell'illegalità nella pubblica amministrazione - d.p.c.m. 16 gennaio 2013). Il piano di formazione comprende quanto segue: materie oggetto di formazione corrispondenti alle attività a maggiore rischio di corruzione nonché le materie relative ai temi della legalità e dell etica; indicazioni relative ai dipendenti e ai dirigenti che svolgono attività nell ambito delle materie sopra citate; grado di informazione e di conoscenza dei dipendenti nelle materie/attività a rischio di corruzione; metodologie formative, prevedendo la formazione applicata ed esperienziale (analisi dei rischi tecnici) e quella amministrativa (analisi dei rischi amministrativi); ciò con vari meccanismi di azione (analisi dei problemi da visionare, approcci interattivi, soluzioni pratiche ai problemi, ecc.); individuazione dei docenti; monitoraggio sistematico delle iniziative di formazione e dei risultati acquisiti. Le attività formative devono essere distinte in processi di formazione base e di formazione continua per aggiornamenti, azioni di controllo durante l espletamento delle attività a rischio di corruzione. Il Responsabile della prevenzione della corruzione, con la definizione del piano di formazione, assolve la definizione delle procedure appropriate per selezionare e formare i dipendenti destinati ad operare in settori particolarmente esposti alla corruzione (ultimo periodo comma 8, art. 1, legge 190/2012). I meccanismi di attuazione e controllo delle decisioni finalizzati a prevenire il rischio di corruzione La pubblicazione delle informazioni relative ai procedimenti amministrativi, nel sito web dell A.S.L. della provincia di Pavia, costituisce il metodo fondamentale per il controllo, da parte del cittadino e/o utente, delle decisioni nelle materie a rischio di corruzione disciplinate dal presente Piano. L Azienda Sanitaria Locale della provincia di Pavia comunica al cittadino, imprenditore, utente che chiede il rilascio del provvedimento autorizzativo, abilitativo, concessorio oppure qualsiasi altro provvedimento o atto: il responsabile del procedimento, il termine entro il quale sarà Piano per la prevenzione della corruzione Pagina 6 di 13

7 concluso il procedimento amministrativo, l e il sito web dell A.S.L.; nel predetto sito web dell A.S.L., comunicato ai soggetti sopracitati, sono resi pubblici i dati più rilevanti riguardanti i procedimenti amministrativi relativi alle loro attività. Tutti i cittadini e gli imprenditori che si rivolgono all Azienda Sanitaria Locale della provincia di Pavia per ottenere un provvedimento o un atto devono rilasciare una dichiarazione ove si impegnano a: - comunicare il proprio indirizzo di posta elettronica al quale poter inviare e.mail; - non offrire, accettare o richiedere somme di denaro o qualsiasi altra ricompensa, vantaggio e beneficio sia direttamente che indirettamente tramite intermediari al fine del rilascio del provvedimento autorizzativo oppure abilitativo oppure concessorio o al fine di distorcere l espletamento corretto della successiva attività o valutazione da parte dell Amministrazione; - denunciare immediatamente alle Forze di polizia ogni illecita richiesta di denaro o altra utilità ovvero offerta di protezione o estorsione di qualsiasi natura che venga avanzata nei confronti di propri rappresentanti o dipendenti, di familiari dell imprenditore o di eventuali soggetti legati all impresa da rapporti professionali; - comunicare ogni variazione delle informazioni riportate nei certificati camerali concernenti la compagine sociale; - autorizzare l utilizzo dei propri dati personali per i fini istituzionali dell Azienda Sanitaria Locale della provincia di Pavia; - indicare eventuali relazioni di parentela o affinità sussistenti tra i titolari, gli amministratori, i soci e i dipendenti degli stessi soggetti e i dirigenti e i dipendenti dell A.S.L. della provincia di Pavia. Stante l obbligo di prevenire i possibili rapporti illeciti tra privato e pubblico ufficiale, i dirigenti dei settori nei quali è più elevato il rischio di corruzione prevedono specifici vademecum ove sia codificata l azione del pubblico ufficiale ed identificato il procedimento amministrativo, garantendo la certezza del rispetto dei tempi procedimentali e rispettando scrupolosamente le seguenti modalità: l esecuzione dei regolamenti, protocolli e procedimenti disciplinanti le decisioni nelle attività a rischio corruzione, deve essere preceduta dalla redazione della lista delle operazioni da eseguirsi, ove sia indicato l iter del procedimento amministrativo la lista delle operazioni indica, per ciascuna fase procedimentale: a) le norme da rispettare e l interpretazione giurisprudenziale b) il responsabile unico del procedimento c) i tempi di ciascuna fase del procedimento e i tempi di conclusione del procedimento il Direttore di Dipartimento/U.O.C. competente per materia verifica periodicamente la corretta esecuzione di quanto previsto da regolamenti, protocolli e procedimenti disciplinanti le decisioni nelle attività a rischio corruzione ed informa il Responsabile della Piano per la prevenzione della corruzione Pagina 7 di 13

8 I compiti del Responsabile della prevenzione della corruzione Al Responsabile della prevenzione della corruzione, individuato ai sensi dell art. 1, comma 7 della legge 190/2012, sono assegnati i seguenti compiti: elaborare la proposta di Piano triennale per la prevenzione della corruzione; individuare e definire procedure appropriate per selezionare e formare i dipendenti destinati ad operare in settori particolarmente esposti alla corruzione. Il Responsabile provvede anche: alla verifica dell efficace attuazione del Piano e della sua idoneità, nonché a proporre la modifica dello stesso quando sono accertate significative violazioni delle prescrizioni ovvero quando intervengono mutamenti nell organizzazione o nell attività dell amministrazione; alla verifica, d intesa con i dirigenti competenti (Direttore dell U.O.C. Risorse Umane e Organizzazione e Direttori dei Dipartimenti aziendali), dell effettiva rotazione degli incarichi negli uffici preposti allo svolgimento delle attività nel cui ambito è più elevato il rischio che siano commessi reati di corruzione; ad individuare il personale da inserire nei programmi di formazione sui temi dell etica e della legalità. In caso di commissione, all interno dell amministrazione, di un reato di corruzione accertato con sentenza passata in giudicato, il Responsabile della prevenzione della corruzione risponde ai sensi dell articolo 21 del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, e successive modificazioni, nonché sul piano disciplinare, oltre che per il danno erariale e all immagine della pubblica amministrazione, salvo che provi tutte le seguenti circostanze: - di avere predisposto, prima della commissione del fatto, il Piano per la prevenzione della corruzione; - di aver verificato, in accordo con i dirigenti competenti (Direttore dell U.O.C. Risorse Umane e Organizzazione e Direttori dei Dipartimenti aziendali), la rotazione degli incarichi negli uffici esposti al rischio di corruzione; - di aver individuato il personale da formare sui temi della legalità e dell etica; - di aver vigilato sul funzionamento e sull osservanza del Piano. La sanzione disciplinare a carico del responsabile non può essere inferiore alla sospensione dal servizio con privazione della retribuzione da un minimo di un mese ad un massimo di sei mesi. In caso di ripetute violazioni delle misure di prevenzione previste dal Piano, il responsabile risponde ai sensi dell articolo 21 del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, e successive Piano per la prevenzione della corruzione Pagina 8 di 13

9 modificazioni, nonché, per omesso controllo, sul piano disciplinare. Entro il 15 dicembre di ogni anno, il Responsabile della prevenzione della corruzione pubblica sul sito web dell Azienda Sanitaria Locale una relazione recante i risultati dell attività svolta e la trasmette alla Direzione aziendale. Nei casi in cui la Direzione aziendale lo richieda o qualora il dirigente responsabile lo ritenga opportuno, quest ultimo riferisce sull attività. I compiti dei dipendenti e dei dirigenti Il vertice aziendale impartisce indirizzi ed istruzioni affinché sia assicurato che tutte le unità organizzative forniscano il loro apporto collaborativo al responsabile della prevenzione (cfr Circolare 1/2013 del Dipartimento della Funzione Pubblica). Per assicurare un certo grado di effettività delle istruzioni, le modalità operative del raccordo sono dettagliate nelle pagine seguenti. Occorre richiamare l attenzione sul fatto che con recenti modifiche normative è stato innovato il testo dell articolo 16 del D. Lgs. n. 165 del 2001, il quale disciplina le funzioni dei dirigenti. In particolare, con il D. Lgs. 27 ottobre 2009, n. 150 e il D.L. 6 luglio 2012, n. 95, convertito in legge n. 135 del 2012, sono state introdotte tre lettere nell ambito del comma 1 dell articolo, attribuendo ai dirigenti specifiche competenze in materia di prevenzione della corruzione. Gli attuali commi 1-bis), 1-ter) e 1-quater) prevedono che i dirigenti 1-bis) concorrono alla definizione di misure idonee a prevenire e contrastare i fenomeni di corruzione e a controllarne il rispetto da parte dei dipendenti dell ufficio cui sono preposti; 1-ter) forniscono le informazioni richieste dal soggetto competente per l individuazione delle attività nell ambito delle quali è più elevato il rischio corruzione e formulano specifiche proposte volte alla prevenzione del rischio medesimo; 1-quater) provvedono al monitoraggio delle attività nell ambito delle quali è più elevato il rischio corruzione svolte nell ufficio a cui sono preposti, disponendo, con provvedimento motivato, la rotazione del personale nei casi di avvio di procedimenti penali o disciplinari per condotte di natura corruttiva. Con le nuove norme è stata quindi affiancata l attività del Responsabile della prevenzione con l attività dei dirigenti, ai quali sono affidati poteri propositivi e di controllo e sono attribuiti obblighi di collaborazione, di monitoraggio e di azione diretta in materia di prevenzione della corruzione. Dall esame del quadro normativo, risulta, pertanto, che lo sviluppo e l applicazione delle misure di prevenzione della corruzione sono il risultato di un azione sinergica e combinata dei singoli Piano per la prevenzione della corruzione Pagina 9 di 13

10 responsabili degli uffici e del responsabile della prevenzione, secondo un processo bottom-up in sede di formulazione delle proposte e top-down per la successiva fase di verifica ed applicazione. I dipendenti destinati a operare in settori e/o attività particolarmente esposti alla corruzione, i responsabili delle posizioni organizzative, i dirigenti con riferimento alle rispettive competenze previste dalla legge e dai regolamenti vigenti, attestano di essere a conoscenza del Piano per la prevenzione della corruzione approvato con Decreto del Direttore generale dell A.S.L. e provvedono all esecuzione di quanto in esso previsto per le parti di rispettiva competenza; essi devono astenersi, ai sensi dell art. 6 bis legge 241/1990, in caso di conflitto di interessi, dall adottare pareri, valutazioni tecniche, atti endoprocedimentali e provvedimenti finali, segnalando tempestivamente ogni situazione di conflitto, anche potenziale. La violazione, da parte dei dipendenti dell amministrazione, delle misure di prevenzione previste dal Piano costituisce illecito disciplinare. Per l attuazione delle attività ad alto rischio di corruzione, i dirigenti dei settori interessati (Direttori di Dipartimento, U.O.C., U.O.S.) presentano entro il mese di giugno 2013 un piano preventivo dettagliato al Responsabile della prevenzione della corruzione. Tale piano, fra l altro, contiene valutazioni, elaborate di concerto con il dirigente dell U.O.C Risorse umane e Organizzazione, circa la definizione dei criteri atti ad assicurare la rotazione dei dipendenti nei settori di competenza. I dipendenti che svolgono le attività a rischio di corruzione, relazionano, con decorrenza dal 1 giugno 2013, trimestralmente al dirigente di riferimento (Direttore di Dipartimento, U.O.C. U.O.S.) circa il rispetto dei tempi procedimentali e circa qualsiasi anomalia accertata, indicando, per ciascun procedimento nel quale i termini non sono stati rispettati, le motivazioni in fatto e in diritto di cui all art. 3 della legge 241/1990, che giustificano il ritardo. I dirigenti provvedono, con decorrenza dal 1 giugno 2013, mensilmente al monitoraggio periodico del rispetto dei tempi procedimentali e alla tempestiva eliminazione delle anomalie, i risultati del monitoraggio e delle azioni espletate sono consultabili nel sito web istituzionale dell Azienda Sanitaria Locale. I dirigenti (Direttori di Dipartimento, U.O.C., U.O.S.), con particolare riguardo alle attività a rischio di corruzione, informano, con decorrenza dal 1 giugno 2013, tempestivamente e senza soluzione di continuità il Responsabile della prevenzione della corruzione, in merito al mancato rispetto dei tempi procedimentali, costituente fondamentale elemento sintomatico del corretto funzionamento e rispetto del Piano per la prevenzione della corruzione e di qualsiasi altra Piano per la prevenzione della corruzione Pagina 10 di 13

11 anomalia accertata costituente la mancata attuazione del presente Piano, adottando le azioni necessarie per eliminarle oppure proponendo al Responsabile della prevenzione della corruzione, le azioni sopra citate ove non rientrino nella competenza normativa, esclusive e tassativa dirigenziale. I dipendenti (selezionati dai dirigenti dei settori interessati) opportunamente formati, nel rispetto della disciplina del diritto di accesso ai documenti amministrativi di cui al capo V della legge 7 agosto 1990, n. 241 e successive modificazioni, in materia di procedimento amministrativo, rendono accessibili, con decorrenza dal 1 giugno 2013, in ogni momento agli interessati, tramite strumenti di identificazione informatica di cui all articolo 65, comma 1, del codice di cui al decreto legislativo 7 marzo 2005, n. 82 e successive modificazioni, le informazioni relative ai provvedimenti e ai procedimenti amministrativi, ivi comprese quelle relative allo stato della procedura, ai relativi tempi e allo specifico ufficio competente in ogni singola fase. I dirigenti (Direttori di Dipartimento, U.O.C., U.O.S.) attestano, con decorrenza dal 1 giugno 2013, il monitoraggio mensile del rispetto del sopra citato criterio di accesso agli interessati delle informazioni relative ai provvedimenti e ai procedimenti amministrativi, ivi comprese quelle relative allo stato della procedura, ai relativi tempi e allo specifico ufficio competente in ogni singola fase. Il dirigente dell U.O.C. Risorse Umane e Organizzazione comunica al Dipartimento della Funzione Pubblica per il tramite degli organismi indipendenti di valutazione (Nucleo di Valutazione delle Prestazioni) tutti i dati utili a rilevare le posizioni dirigenziali attribuite a persone, interne e/o esterne alle pubbliche amministrazioni, individuate senza procedure pubbliche di selezione. I dati forniti confluiscono nella relazione annuale al Parlamento di cui all articolo 36, comma 3, del D.Lgs. n. 165 del 2001 (cfr. art. 1, comma 39, legge 190/2012). Il dirigente dell U.O.C. Risorse Umane e Organizzazione ha l obbligo di contenere, ai sensi di legge, gli incarichi dirigenziali a contratto nella misura massima di percentuale dei posti effettivamente coperti della dotazione organica della qualifica dirigenziale; indica, con decorrenza dal 1 giugno 2013, a tal fine costantemente al Responsabile della prevenzione della corruzione, gli scostamenti e le azioni correttive anche mediante strumenti in autotutela. Le stazioni appaltanti inseriscono nei bandi di gara o lettere di invito che il mancato rispetto delle clausole contenute nei protocolli di legalità o nei patti di integrità costituisce causa di esclusione dalla gara (art. 1, comma 17, legge 190/2012). Ciascun Direttore di Dipartimento/U.O.C. propone, entro il 30 aprile di ogni anno, al Piano per la prevenzione della corruzione Pagina 11 di 13

12 Responsabile del Piano per la prevenzione della corruzione, il piano annuale di formazione della propria direzione, con esclusivo riferimento alle materie inerenti le attività a rischio di corruzione individuate nel presente Piano e l elenco dei dipendenti da inserire nei programmi di formazione di cui all art. 1, comma 1 della legge 190/2012. La proposta deve contenere: - materie oggetto di formazione; - indicazioni relative ai dipendenti e ai dirigenti che svolgono attività nell ambito delle materie sopra citate; - indicazioni inerenti il grado di informazione e di conoscenza dei dipendenti nelle materie/attività a rischio di corruzione; - metodologie formative: prevedendo se sia necessaria la formazione applicata ed esperienziale (analisi dei rischi tecnici) e/o quella amministrativa (analisi dei rischi amministrativi); le metodologie devono indicare i vari meccanismi di azione formativi da approfondire (analisi dei problemi da visionare, approcci interattivi, soluzioni pratiche ai problemi, ecc.). Il dirigente presenta entro il mese di gennaio 2014 ed entro il mese di gennaio di ogni anno successivo, al Responsabile della prevenzione della corruzione, una relazione dettagliata sulle attività poste in merito alla attuazione effettiva delle regole di legalità o integrità indicate nel Piano per la prevenzione della corruzione nonché i rendiconti sui risultati realizzati, in esecuzione del Piano triennale della prevenzione. I Direttori di Dipartimento/U.O.C. monitorano, anche con controlli sorteggiati a campione tra i dipendenti adibiti alle attività a rischio di corruzione disciplinate nel presente piano, i rapporti aventi maggior valore economico (almeno il 10%) tra l amministrazione e i soggetti che con la stessa stipulano contratti o che sono interessati a procedimenti di autorizzazione, concessione o erogazione di vantaggi economici di qualunque genere, anche verificando eventuali relazioni di parentela o affinità sussistenti tra i titolari, gli amministratori, i soci e i dipendenti degli stessi soggetti e i dirigenti e i dipendenti dell amministrazione e presentano, con decorrenza dal 1 giugno 2013, trimestralmente una relazione al Responsabile per la prevenzione della corruzione. I compiti del Nucleo di Valutazione delle Prestazioni Il Nucleo di Valutazione delle Prestazioni verifica la corretta applicazione del Piano della prevenzione della corruzione da parte dei dirigenti. Piano per la prevenzione della corruzione Pagina 12 di 13

13 La corresponsione della indennità di risultato dei Responsabili delle posizioni organizzative, dei dirigenti e del Responsabile della prevenzione della corruzione, con riferimento alle rispettive competenze, è direttamente e proporzionalmente collegata alla attuazione del Piano triennale per la prevenzione della corruzione dell anno di riferimento. Responsabilità Il Responsabile della prevenzione della corruzione risponde nelle ipotesi previste ai sensi dall art. 1, comma 12, 13 e 14 della legge 190/2012. Con riferimento alle rispettive competenze, costituisce elemento di valutazione della responsabilità dei dipendenti, dei responsabili della posizioni organizzative e dei dirigenti, la mancata osservanza delle disposizioni contenute nel presente Piano per la prevenzione della corruzione. I ritardi degli aggiornamenti dei contenuti sugli strumenti informatici (sito web sono sanzionati a carico dei responsabili dei servizi, dei Direttori di Dipartimento, dei Direttori di U.O.C. e U.O.S. (cfr. comma 33, legge 190/2012). Per le responsabilità derivanti dalla violazione del codice di comportamento, si rinvia all art. 54 del D. Lgs. 165/2001 (cfr. art.1, comma 44, legge 190/2012); le violazioni gravi e reiterate comportano l applicazione della sanzione di cui all art quater, comma 1 del D. Lgs. 165/2001 (cfr. art. 1, comma 44, legge 190/2012). Piano per la prevenzione della corruzione Pagina 13 di 13

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