RELAZIONE EX ANTE DEL MONITORAGGIO DELLE COLONIE DI CHIROTTERI

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1 PROGETTO LIFE+ 08 NAT/IT/ Gypsum. Azione A.2 Monitoraggio ex ante ed ex post delle colonie di chirotteri RELAZIONE EX ANTE DEL MONITORAGGIO DELLE COLONIE DI CHIROTTERI DICEMBRE 2012 A cura di: Ruggieri Antonio, Thea Mondini, Alessandra Peron, Fabio Suppini, Melissa Rosati, Roberto Calzolari, Massimo Bertozzi; in collaborazione con Francesco Grazioli. 1

2 INDICE 1. Introduzione 2 2. Materiali e metodi.3 3. Risultati 9 4. Conclusioni.47 2

3 1. INTRODUZIONE In Emilia Romagna le aree carsiche gessose costituiscono circa l 1% del territorio e comprendono un mosaico di habitat di interesse comunitario strettamente interconnessi; custodiscono una flora ed una fauna molto diversificate, in quanto legate a tipici microclimi ed habitat determinati dai fenomeni carsici. Nelle evaporiti triassiche e messiniane della regione sono presenti differenti e caratteristici aspetti del carsismo superficiale e sotterraneo con i maggiori sistemi carsici attualmente noti in Italia. Alle aree carsiche ed in particolare all habitat delle grotte, sono associate molte specie di chirotteri: nei siti interessati dal progetto sono presenti almeno 19 specie, tutte incluse nella Direttiva Habitat (8 sono incluse nell allegato II). I chirotteri sono quindi animali vulnerabili e la ricchezza specifica degli affioramenti gessosi mette in evidenza il significativo contributo che le grotte nei gessi danno alla conservazione della biodiversità regionale ed alla Rete Natura Nell ambito dell Azione A2 del Progetto Life+ 08 NAT/IT/ Gypsum è stato realizzato il monitoraggio dei chirotteri troglofili in 6 Siti di Interesse Comunitario (Direttiva Habitat). L indagine (realizzata nel periodo: estate 2010 inverno 2011) ha contribuito ad aumentare la conoscenza della chiroterofauna troglofila sotto l aspetto qualitativo e quantitativo, a comprendere nel dettaglio la fenologia circa l uso dei rifugi ipogei ed a progettare gli interventi di protezione di grotte naturali e cavità artificiali. CARTA DEI SITI NATURA 2000 COINVOLTI NEL PROGETTO 3

4 2. MATERIALI E METODI I monitoraggi sono stati effettuati in due distinti periodi dell anno: tarda primavera estate ed in tardo autunno inverno, evitando frequenze di monitoraggio maggiori di due all anno per il controllo delle colonie riproduttive e svernanti. Sono state ispezionate diverse tipologie di rifugio: cavità naturali e artificiali (grotte, ex-cave, rifugio bellico), ma anche edifici e ponti. Il rilevamento bioacustico dei chirotteri, è stato realizzato in prossimità degli ingressi e nei principali ambienti di foraggiamento/abbeverata (nel raggio di circa 5 km dai siti di rifugio). Sono stati raccolti solo i dati ritenuti di maggiore importanza ai fini del progetto (evitando l utilizzo di tecniche di cattura che avrebbero comportato ed un eccessivo disturbo). Per il monitoraggio invernale complessivamente sono state controllate 46 cavità: 18 nei Gessi Bolognesi, 3 nei Gessi di Zola Predosa, 1 nei Gessi di Onferno, 12 nella Vena del Gesso Romagnola, 6 nei Gessi Triassici e 6 nei Gessi Messiniani. Altre cavità sono state controllate nel periodo estivo, alla ricerca di rifugi e colonie di riproduzione. Il monitoraggio è stato eseguito operando in stretta collaborazione con gli speleologi che hanno contribuito in modo volontario. I siti ipogei indagati, sono oggetto di una cartografia tematica. La tempistica di realizzazione delle indagini e la metodologia utilizzata hanno tenuto conto delle indicazioni tecniche contenute nelle Linee guida per il monitoraggio dei Chirotteri: indicazioni metodologiche per lo studio e la conservazione dei pipistrelli in Italia. (Agnelli et al Quad. Cons. Natura, 19, Min. Ambiente Ist. Naz. Fauna selvatica). TABELLA 1: Elenco delle aree oggetto di studio SIC SIC SIC-ZPS SIC IT CA' DEL VENTO, CA' DEL LUPO, GESSI DI BORZANO (Reggio Emilia) IT GESSI TRIASSICI (Reggio Emilia) IT GESSI BOLOGNESI, CALANCHI DELL'ABBADESSA (Bologna) IT GESSI DI MONTE ROCCA, MONTE CAPRA E TIZZANO (Bologna) SIC-ZPS SIC IT VENA DEL GESSO ROMAGNOLA (Bologna-Ravenna) IT ONFERNO (Rimini) 4

5 La Tabella 2 elenca le cavità ritenute particolarmente importanti per la chirotterofauna regionale, scelte sulla base del formulario di candidatura approvato e sulla base di segnalazioni relative alla presenza di chirotteri (anche da parte dei gruppi speleologici). TABELLA 2: Stazioni di monitoraggio Il colore evidenzia le cavità che sono oggetto dell Azione C1 (chiusura di grotte naturali e cavità artificiali) del Progetto Life+ Gypsum SIC IT CA' DEL VENTO, CA' DEL LUPO, GESSI DI BORZANO Tana della Mussina di Borzano - ER-RE 002 Tana della Mussina di Montericco - ER-RE 012 Risorgente del Rio Groppo - ER-RE 667 Buco a monte della Mussina di Montericco - ER-RE 298 Inghiottitoio di Ca' Speranza - ER-RE 138 Tana della varina - ER-RE 336 IT GESSI TRIASSICI Risorgente I del rio Vei - ER-RE 212 Risorgente II del rio Vei - ER-RE 213 Tanone grande della gacciolina - ER-RE 154 Tanone piccolo della gacciolina - ER-RE 200 Risorgente in sin. del Rio Canalaccio - ER-RE 584 Pozzi di Monte Carù - ER-RE 203 SIC-ZPS IT GESSI BOLOGNESI, CALANCHI DELL'ABBADESSA Inghiottitoio dell'acquafredda - ER-BO 003 Risorgente dell'acquafredda- ER-BO 004 Grotta della Spipola - ER-BO 005 Buco dei Buoi - ER-BO 029 Buco del prete santo- ER-BO 275 Buco del Belvedere- ER-BO 006 Grotta del Farneto- ER-BO 007 Grotta del Coralupo - ER-BO 092 Grotta Carlo Pelagalli - ER-BO 425 Grotta Serafino Calindri - ER-BO 149 Buco delle lumache - ER-BO 037 Grotta Novella - ER-BO 287 Grotta Silvio Cioni - Ferro di cavallo - ER-BO 008 Buco delle gomme - ER-BO 056 5

6 Pozzo presso il Pozzo di S. Antonio - ER-BO 276 Monte Croara (ex Cava IECME) Cava presso la grotta del Farneto (ex cava Fiorini) ex Cava Ghelli SIC IT GESSI DI MONTE ROCCA, MONTE CAPRA E TIZZANO Grotta Michele Gortani - ER-BO 031 Galleria di cava sotto Monte Rocca Meandro presso la Grotta Michele Gortani SIC-ZPS IT VENA DEL GESSO ROMAGNOLA Grotta della Befana -ER-RA 850 Inghiottitoio a ovest di Ca Siepe - ER-RA 365 Grotta del Re Tiberio- ER-RA 036 Sistema Carsico Rio Stella-Rio Basino - ER-RA 101 Grotta della Lucerna - ER-RA 831 Cava SPES Grotta Tanaccia - ER-RA 114 Buco I di Monte Mauro - ER-RA 125 Buco del Noce - ER-RA 107 Cava di Monte Tondo (Saint Gobain) Grotta grande dei Crivellari -ER-RA 398 Grotta I di Ca Boschetti -ER-RA 382 SIC IT ONFERNO Grotta di Onferno - ER-RN 456 Il monitoraggio ha consentito: - d individuare siti di rilevante interesse conservazionistico ed eventuali fattori di minaccia o disturbo; - di compiere una valutazione su composizione specifica e consistenza dei popolamenti di pipistrelli presso i roost. 6

7 Modalità di svolgimento delle indagini Rilievo diretto dei chirotteri in grotta - Il conteggio diretto (a vista) degli esemplari isolati o in piccoli gruppi, ed il conteggio attraverso riprese fotografiche degli esemplari in colonie numerose, sono state le metodologie utilizzate per ottenere una stima della consistenza numerica delle popolazioni di Chirotteri presenti nelle aree oggetto d indagine. A questo scopo è risultato particolarmente importante il conteggio delle colonie riproduttive e svernanti. Queste indagini hanno consentito l individuazione dei principali siti di svernamento, di transizione e riproduttivi presenti nei Siti Natura 2000 inclusi nel progetto. Il rilevamento è stato eseguito contemporaneamente in molte cavità per conoscere la distribuzione e lo status della specie troglofile non fessuricole. Il censimento degli esemplari ibernanti è stato effettuato nei due periodi invernali (Dicembre - Febbraio) con un solo rilevamento per cavità, in modo da minimizzare il disturbo; per le colonie riproduttive, sono stati effettuati uno o due rilevamenti durante la stagione estiva (Maggio - Agosto), per ciascuno dei siti oggetto di studio. I rilevamenti sono stati eseguiti ogni volta in un periodo limitato di tempo per evitare doppi conteggi. I risultati ottenuti sono stati condizionati negativamente dal fatto che nelle aggregazioni cospicue di esemplari risulta possibile il conteggio dei soli individui disposti sulla superficie esterna, mentre sfuggono al censimento gli esemplari degli strati inferiori; il numero degli esemplari direttamente osservabili non è inoltre in rapporto costante con il numero reale di esemplari presenti (somma degli esemplari osservabili e di quelli nascosti) poiché il livello di aggregazione varia (ad esempio in rapporto alla temperatura). Contemporaneamente all attività di censimento è stato effettuato anche il rilevamento bioacustico nelle aree in prossimità delle cavità indagate. Rilevamento fotografico - Il principale vantaggio nell impiego di questa tecnica è stato quello di ridurre il tempo di permanenza degli operatori all interno dei roosts, minimizzando di conseguenza il disturbo; ciò risulta particolarmente importante soprattutto per specie sensibili come Rhinolophus ferrumequinum e R. hipposideros. Dove erano presenti colonie riproduttive le indagini sono state effettuate dopo l involo serale degli adulti e restando nel roost solo il tempo strettamente necessario, al fine di evitare eccessivo stress alle madri e gravi danni ai piccoli. Per rendere questa metodologia ancora meno invasiva il gruppo di lavoro ha operato utilizzando camere ad infrarossi abbinate a riflettori con filtro IR. 7

8 Georeferenziazione su cartografia speleologica e cartografia tecnica dei dati raccolti - I dati raccolti durante le attività di monitoraggio sono inseriti all interno di un GIS. Per ogni grotta è stato utilizzato come base il rilievo della cartografia speleologica georeferenziato dal Servizio Geologico Sismico e dei Suoli nel sistema UTM fuso 32 nord sul quale è stato posizionato un layer di punti rappresentanti gli individui e le colonie di pipistrelli; per ogni punto sono stati inseriti i seguenti attributi: sito del monitoraggio (area oggetto d indagine), data di rilevamento, specie, numero d individui, presenza di colonie svernanti e/o riproduttive, tipologia della cavità indagata (cavità naturale o artificiale). Nella tabella del layer contenente le grotte indagate sono stati aggiunti i campi relativi a minacce e interferenze specifiche rilevate. Indagine bioacustica ripetuta in stazioni/transetti campione - L identificazione bioacustica tramite bat-detector con registrazione digitale degli ultrasuoni consente di effettuare molte osservazioni senza alcun impatto sui chirotteri e permette di rilevare specie che volano anche a quote relativamente alte; è stato eseguito mediamente un rilevamento per ogni sito particolarmente importante per i chirotteri, da postazioni fisse nei pressi delle cavità e lungo transetti in ambienti di caccia, in modo da valutare l utilizzo del territorio da parte delle varie specie. I rilevamenti sono stati effettuati nelle cavità naturali e artificiali soggette alle azioni C1 e C3 del Progetto Life+ 08 NAT/IT/ Gypsum, e, per meglio comprendere l uso delle aree di alimentazione la cui identificazione rappresenta un obiettivo strategico del monitoraggio, è stato svolto un rilevamento bioacustico. Tale rilevamento è stato effettuato grazie all impiego del bat detector Pettersson D1000X, strumento in grado d intercettare gli ultrasuoni emessi dagli animali mediante uno speciale microfono e di abbassarne la frequenza in modo da renderli udibili all orecchio umano, convertendoli cioè in un intervallo di frequenza compreso fra 20 Hz e 20 khz. Le emissioni sonore raccolte sono poi state scaricate su un computer tramite la versione 4.03 del programma Bat Sound (Pettersson Elektronik, Uppsala). Le registrazioni sono state campionate a Hz, 16 bits, in mono e a 512 pt. FFT con una Hamming window di analisi. Con il bat detector in modalità di espansione temporale (Time-Expanded) si ha una trasformazione dei segnali ultrasonori molto vantaggiosa in quanto la struttura del segnale è completamente conservata e si presta ad analisi dettagliate. Inoltre, si opera su un ampia banda e si rilevano tutti i passaggi di Chirotteri indipendentemente dalla frequenza degli impulsi. Sebbene i segnali ottenuti siano analizzabili, un problema di fondo di questa modalità di rilevamento è che è impossibile espandere con continuità: un campione di un certa durata viene espanso, secondo un fattore 10, e durante la fase di output non è possibile acquisire ed elaborare nessun altro segnale. Questo riduce il tempo in cui il bat detector è effettivamente operante. L utilizzo del bat detector è una tecnica di monitoraggio che è complementare alle altre tecniche utilizzate nell indagine ed inoltre consente di effettuare molte osservazioni senza alcun impatto sui 8

9 Chirotteri. E un metodo d indagine non invasivo e, anche se di recente applicazione e in continuo progresso, consente di distinguere un certo numero di specie di Chirotteri. I richiami delle varie specie sono, infatti, abbastanza diversi fra loro e consentono l identificazione di alcune delle principali specie senza alcun impatto sugli animali studiati. L analisi acustica della chirotterofauna risulta utile per determinare le diverse specie criptiche caratterizzate da una differente frequenza di massima energia degli impulsi di ecolocalizzazione, ma da identici caratteri morfologici (Pipistrellus pipistrellus e P. pygmaeus). Tuttavia l efficacia del bat detector nel rilevare la presenza di Chirotteri dipende da numerose variabili, tra cui la sensibilità dello strumento, l intensità del segnale, la struttura dell habitat in cui si effettua il rilevamento, la distanza tra sorgente e ricevitore e le loro rispettive posizioni. Per tale motivo, durante le operazioni di campo, l ascolto dei suoni è sempre accompagnato, per quanto possibile, dall osservazione diretta dell animale rivolgendo particolare attenzione alla colorazione della pelliccia, alle dimensioni, alla sagoma, all altezza e al tipo di volo e ad altre caratteristiche del comportamento utili all identificazione. I rilevamenti sono stati svolti in prossimità degli ingressi delle cavità ipogee interessate dall indagine e in punti adiacenti, caratterizzati da differenti tipologie ambientali, per poter valutare l utilizzo del territorio da parte dei Chirotteri. L indagine con il bat detector è stata svolta da punti fissi e la permanenza in ogni postazione d ascolto è stata di circa 1 ora in prossimità dei vari ingressi degli ipogei e di circa 30 minuti nei siti adiacenti. I rilievi sono stati svolti durante le ore di massima attività dei Chirotteri, ovvero subito dopo il tramonto, per circa 2-3 ore. In questo modo si sono potuti osservare gli esemplare lasciare le cavità monitorate, seguendo particolari corridoi di volo, per poi ritrovarli successivamente nelle aree circostanti gli ipogei in fase di spostamento e/o durante l attività di caccia. I dati di ogni rilevamento sono stati annotati su apposite schede, successivamente informatizzate in tabelle di Excel. Una volta scaricati i dati sul computer, sono stati visualizzati gli spettrogrammi dei suoni e si è svolto un iniziale riconoscimento delle varie specie in base alla forma del segnale ed alla frequenza di massima energia. 9

10 3. RISULTATI Di seguito vengono riportati i dati e le analisi dei risultati ottenuti per ogni specie o gruppi di specie (nel caso dei Myotis) rilevate sia durante il monitoraggio invernale, sia in quello estivo. Nella descrizione delle specie viene utilizzato lo schema proposto nella bozza del Piano d azione per i chirotteri del Piemonte (Patriarca E., Debernardi P., Toffoli R., 2012) per uniformare i dati demografici. Note relative alle tabelle delle cavità: Le cavità sotterranee evidenziate con lo sfondo colorato sono interessate all Azione C.1 Chiusura di grotte naturali e di cavità artificiali ad esse connesse NR: cavità non rilevata durante la campagna di monitoraggio ND: nessun dato relativo alle specie presenti nella cavità DP: dato parziale, qualora sia stata fatta una stima approssimativa A: adulto senza distinzione di sesso F: femmina M: maschio G: giovane nato NC: classe di età non conosciuta 10

11 Rhinolophus ferrumequinum (Schreber, 1774) Rinolofo maggiore, ferro di cavallo maggiore Regioni biogeografiche in cui la specie è segnalata Alpina, continentale e mediterranea. Distribuzione attuale in Emilia Romagna Distribuita nel complessivo territorio regionale. Specie prioritaria di cui è stata rilevata la presenza come svernante presso numerose grotte e cavità artificiali, localizzate nel territorio di tutti i sei SIC indagati. La maggior parte degli individui si concentra in poche cavità sotterranee, dove forma importanti colonie invernali con una consistenza numerica di oltre un centinaio di esemplari. Molte cavità ospitano generalmente solo pochi individui. Durante l estate, la specie occupa un numero ridotto delle cavità indagate e generalmente con singoli o pochi esemplari, e probabilmente maschi. La specie trova rifugio soprattutto in edifici abbandonati dove occupa il sotto tetto o altre stanze purchè ci siano strutture di appiglio (travi del solaio). Durante il monitoraggio è stata individuata un unica nursery posta in un abitazione abbandonata nel SIC Gessi Triassici. La specie è facilmente censibile sia in ibernazione, sia in riproduzione, poiché gli individui non si incuneano mai nelle fessure ma restano sempre appesi alle volte e alle pareti del rifugio. Si alimenta tra la vegetazione ripariale e nelle zone aperte con siepi e boschetti. Dati demografici attuali (inverni 2010/2011 e 2011/2012) nei SIC interessati dal LIFE GYPSUM N siti di svernamento indagati: 46 N totale esemplari svernanti noti (inverno 2010/2011): 1741 N totale esemplari svernanti noti (inverno 2011/2012): 1470* * non rilevata ex Cava IECME N siti di svernamento noti ospitanti da 0 a 9 esemplari: 36 N siti di svernamento noti ospitanti da 10 a 49 esemplari: 3 N siti di svernamento noti ospitanti 50 o più esemplari: 7 N massimo di esemplari censiti in ciascun sito di svernamento noto ospitante 50 o più esemplari: 52, 53, 152, 179,177,425,

12 SIC IT CA' DEL VENTO, CA' DEL LUPO, GESSI DI BORZANO Inverno Inverno 2010/ /2012 Tana della Mussina di Borzano - ER-RE Tana della Mussina di Montericco - ER-RE Risorgente del Rio Groppo - ER-RE Buco a monte della Mussina di Montericco - ER-RE Inghiottitoio di Ca' Speranza - ER-RE Tana della varina - ER-RE NR TOTALE 1 0 Nel territorio del SIC Ca del Vento Ca del Lupo, Gessi di Borzano, sono situate diverse grotte di cui solo una, la Tana della Mussina di Borzano è inserita nell Azione C1. Tale cavità risulta importante soprattutto durante tutte le fasi di svernamento e di swarming. assai nota e di facile accesso è sia da speleologi sia da persone senza competenza speleologica. Le prime sale, di facile percorribilità sono interessate da un turismo speleologico organizzato dal Centro di Educazione Ambientale di Borzano sia da accessi non controllati. Le specie presenti di maggior rilevanza conservazionistica sono il Rinolofo maggiore e il rinolofo minore. Tra le cavità indagate è quella che conta un maggiore numero complessivo di effettivi, benché siano inferiori alla decina. Relativamente al Rhinolophus ferrumequinum è stata segnalata la presenza invernale di un singolo individuo. Questa specie non è mai stata rilevata nelle altre grotte indagate. Esternamente ai confini del SIC, in località La Fornace di Vezzano sul Crostolo, alle pendici del Monte del Gesso sono presenti cave di gesso dismesse ove l attività estrattiva è al momento sospesa. Non inserite nel progetto LIFE+, non sono state oggetto della campagna di monitoraggio a causa del mancato interessamento della proprietà e per la pericolosità del sito; tuttavia potrebbero svolgere un ruolo rilevante per la chirotterofauna, similarmente al ruolo fondamentale che svolgono le cave abbandonate degli altri SIC. SIC IT GESSI TRIASSICI Inverno 2010/2011 Risorgente I del rio Vei - ER-RE Risorgente II del rio Vei - ER-RE 213 NR 3 Tanone grande della gacciolina - ER-RE Tanone piccolo della gacciolina - ER-RE Risorgente in sin. del Rio Canalaccio - ER-RE NR Pozzi di Monte Carù - ER-RE NR TOTALE Inverno 2011/

13 Nel territorio del SIC Gessi Triassici sono presenti numerose grotte, nessuna delle quali inserita nell Azione C1 del progetto LIFE+. Per il monitoraggio invernale sono state scelte le grotte con maggior sviluppo e su indicazione del gruppo speleologico reggiano (GSPGC). Il sistema carsico dei Tanoni della Gacciolina è accessibile attraverso due differenti ingressi, il Tanone Grande della Gacciolina e il Tanone Piccolo della Gacciolina; le due grotte sono attualmente connessi da un cunicolo scavato dagli speleologi. Il sistema, completamente percorso da un torrente sotterraneo, costituisce una tipica ansa ipogea. Nel suo sviluppo è caratterizzata da una successione di ampie sale di crollo collegate tra loro da laminatoi e passaggi attraverso frane. Tali ambienti presentano un differente microclima, in grado di soddisfare alle diverse esigenze ecologiche delle varie specie. Il sistema ha una rilevante importanza soprattutto durante le fasi di svernamento e swarming per almeno 7 specie di chirotteri. Il Tanone Grande della Gacciolina ospita una colonia invernale di circa 180 esemplari di Rhinolophus ferrumequinum, rappresentando quindi uno dei maggiori siti per lo svernamento della specie dell intera regione Emilia Romagna. Le altre grotte indagate vengono utilizzate dalla specie in modo più marginale, contando solo pochi individui. SIC-ZPS IT GESSI BOLOGNESI, CALANCHI DELL'ABBADESSA Inverno Inverno 2010/ /2012 Inghiottitoio dell'acquafredda - ER-BO Risorgente dell'acquafredda- ER-BO Grotta della Spipola - ER-BO NR Buco dei Buoi - ER-BO NR Buco del prete santo- ER-BO NR Buco del Belvedere- ER-BO NR Grotta del Farneto- ER-BO Grotta del Coralupo - ER-BO Grotta Carlo Pelagalli - ER-BO NR Grotta Serafino Calindri - ER-BO Buco delle lumache - ER-BO NR Grotta Novella - ER-BO Grotta Silvio Cioni - Ferro di cavallo - ER-BO 008 NR 0 Buco delle gomme - ER-BO NR Pozzo presso il Pozzo di S. Antonio - ER-BO NR Monte Croara (ex Cava IECME) 179 NR Cava presso la grotta del Farneto (ex cava Fiorini) 9 9 ex Cava Ghelli TOTALE

14 Nel territorio del SIC Gessi Bolognesi, Calanchi dell Abbadessa sono presenti numerosi complessi carsici. Al Sistema carsico denominato Acquafredda-Spipola fanno capo sette grotte principali collegate: Inghiottitoio dell Acquafredda, Risorgente dell Acquafredda, Pozzo presso il Pozzo si S. Antonio (PPP), Buco dei Buoi, Grotta della Spipola, Buco del Prete Santo, Buco del Belvedere. Seppure in diverso modo, queste cavità risultano di rilevante importanza durante tutte le fasi del ciclo biologico per numerose specie di chirotteri. Tuttavia in inverno il Rhinolophus ferrumequinum appare poco frequente, in quanto l intero complesso ospita poche decine di individui. La Grotta della Spipola (cavità che non rientra nell Azione C1 del progetto) è attualmente protetta con struttura bat-compatibile, che dispone di due fessure orizzontali, tali da permettere il passaggio dei pipistrelli in volo. Tale cavità è caratterizzata da un importante attività di turismo speleologico, in quanto è visitabile con accompagnamento di una guida del Parco. Gli esemplari in svernamento sono presenti lungo il percorso turistico da almeno 8 anni. Il monitoraggio invernale rileva anche per tutte le altre grotte naturali indagate una bassa frequenza del Rhinolophus ferrumequinum, spesso riconducibili a singoli o pochi esemplari. A differenza delle grotte, le cavità artificiali attraggono la maggior parte della popolazione invernale di Rhinolophus ferrumequinum. Sono tutte vecchie cave di gesso dismesse la cui coltivazione in sotterraneo, condotta con il metodo a camere e pilastri, ha creato un complesso ipogeo di notevole estensione e sviluppato su più livelli. I sopralluoghi effettuati mostrano che queste cavità sono utilizzate da diverse specie durante l anno: periodo estivo, autunnale ed invernale. La Cava Croara, localizzata a sud del Monte Croara (di cui ne era esercente la società IECME) risulta il sito di svernamento più importante per la specie dell intero territorio del SIC. Il monitoraggio dell inverno 2010/2011 ha evidenziato la presenza di 179 individui. Seppure con un numero inferiore di individui, dell ordine di qualche decina di esemplari, anche la ex Cava Ghelli, riveste una notevole importanza per la specie. Da quanto detto sopra, queste cave assumono un importanza centrale nel contesto della conservazione e della gestione della chirotterofauna regionale. SIC IT GESSI DI MONTE ROCCA, MONTE CAPRA E TIZZANO Inverno Inverno 2010/ /2012 Grotta Michele Gortani - ER-BO NR Galleria di cava sotto Monte Rocca Meandro presso la Grotta Michele Gortani ND ND TOTALE Nonostante la relativa ridotta estensione dell affioramento gessoso del SIC Gessi di Monte Rocca, Monte Capra e Tizzano, la grotta Michele Gortani rappresenta uno dei più importanti e sviluppati complessi carsici della regione, con circa 2 km di sviluppo complessivo. 14

15 La cavità presenta un punto d accesso. I rilevamenti sono stati effettuati nel punto d ingresso utilizzato per le attività speleologiche ed all interno della cavità per buona parte del suo sviluppo: data la complessità del sistema sono stati controllati siti noti per la presenza dei chirotteri. Il Rhinolophus ferrumequinum appare poco rappresentato, con solo pochi individui svernanti. La dismessa Cava di Gessi posizionata ai piedi del Monte Rocca contiene gallerie con sviluppo chilometrico. Ha una rilevante importanza durante le fasi di svernamento e swarming per numerose specie di chirotteri. È utilizzata anche durante il periodo estivo. In inverno ospita una colonia di Rhinolophus ferrumequinum di alcune decine di individui (52 esemplari nell inverno 2010/2011). Dati pregressi rilevano la presenza del Rhinolophus ferrumequinum durante il periodo invernale nel Meandro presso la Grotta Michele Gortani. Mancano dati per il periodo di monitoraggio del LIFE+. SIC-ZPS IT VENA DEL GESSO ROMAGNOLA Inverno Inverno 2010/ /2012 Grotta della Befana -ER-RA Inghiottitoio a ovest di Ca Siepe - ER-RA Grotta del Re Tiberio- ER-RA NR Sistema Carsico Rio Stella-Rio Basino - ER-RA NR Grotta della Lucerna - ER-RA Cava SPES Grotta Tanaccia - ER-RA Buco I di Monte Mauro - ER-RA NR Buco del Noce - ER-RA Cava di Monte Tondo (Saint Gobain) Grotta grande dei Crivellari -ER-RA 398 NR 1 Grotta I di Ca Boschetti -ER-RA 382 NR 3 TOTALE Nel SIC Vena del Gesso romagnola, la specie è presente con il maggior contingente numerico, oltre 1250 esemplari conteggiati durante il monitoraggio invernale 2010/2011. Il minor numero di esemplari conteggiati nel successivo inverno 2011/2012 è attribuibile alla mancata indagine nel Sistema Carsico Rio Stella-Rio Basino, per l eccessivo rischio legato all instabilità della struttura. Il Sistema Carsico Rio Stella-Rio Basino (ER-RA 101) è un sito di straordinaria importanza per la conservazione dei chirotteri perché ospita la più grande colonia svernante di Rhinolophus euryale della Regione Emilia Romagna, con oltre un migliaio di esemplari, oltre a diverse centinaia di esemplari fra Rhinolophus ferrumequinum e Rhinolophus hipposideros. 15

16 Il monitoraggio effettuato nell inverno 2010/2011 ha rilevato la presenza di 425 esemplari di Rhinolophus ferrumequinum. Questo complesso carsico ha il maggior sviluppo conosciuto per l intera Vena del Gesso Romagnola. La grotta Buco del Noce, è caratterizzata da un ampia sala, a cui si accede calandosi direttamente dall ingresso esterno, ed è frequentata soprattutto da esemplari del genere Rhinolophus, in particolare Rhinolophus ferrumequinum. L importanza della grotta è da attribuire in gran parte alla presenza di un relativamente alto numero di esemplari in svernamento. Sono infatti presenti in inverno un numero variabile fra circa 100 e 150 esemplari di Rhinolophus ferrumequinum (una delle tre maggiori concentrazioni di svernanti della specie, conosciute per l area del SIC), oltre ad alcuni Rhinolophus hipposideros, tutti localizzati nella volta della sala sopracitata Il monitoraggio effettuato nell inverno 2010/2011 ha rilevato la presenza di 152 esemplari di Rhinolophus ferrumequinum. La grotta Tanaccia è l unica visitabile al pubblico, con accompagnamento di una guida, all interno del Parco Regionale della Vena del Gesso Romagnola. La Tanaccia è sito di svernamento per appartenenti al genere Rhinolophus, in particolare per Rhinolophus hipposideros e Rhinolophus ferrumequinum. Il monitoraggio invernale del Rhinolophus ferrumequinum mostra un calo numerico nel secondo inverno (da 42 esemplari per l inverno 2010/2011 a 5 per quello successivo); ciò potrebbe essere messo in relazione alla proporzionale crescita di presenze rilevate contemporaneamente nel vicinissimo Buco del Noce, ipotizzando così un possibile alternato utilizzo dei due ipogei (entrambi oggetto di tutela del presente Progetto LIFE+). Le restanti grotte naturali del SIC, oggetto di monitoraggio, per Rhinolophus ferrumequinum, hanno un importanza minore come sito di svernamento, poiché ospitano solo pochi individui durante l inverno. La cava SPES, situata nella gola del Tramosasso presso Tossignano, finalizzata all attività estrattiva del gesso, è stata in parte coltivata in sotterraneo condotta con il metodo a camere e pilastri. Attualmente dismessa, questa cava è un ipogeo di origine artificiale che riveste una rilevante importanza della Vena del Gesso Romagnola per la presenza di ampi accessi e vasti vuoti interni non comuni nel contesto carsico dell area. Ospita diverse specie di chirotteri, tra le quali il Rhinolophus ferrumequinum è quella con la maggiore consistenza numerica raggiungendo in inverno oltre 70 esemplari. Non inserita nell elenco delle cavità dell Azione Cl del LIFE+, la cava di gesso di Monte Tondo presso Borgo Rivola (di proprietà Saint Gobain), attualmente prosegue l attività estrattiva del gesso a cielo aperto con la coltivazione sviluppata a gradoni. La precedente coltivazione in sotterraneo, condotta con il metodo a camere e pilastri, ha creato un complesso ipogeo di notevole estensione e sviluppato su più livelli. Questa cava ha attratto la quasi totalità di Miniotteri, in passato presenti nelle altre cavità naturali del SIC, ed ospita la colonia numericamente più importante di Rhinolophus ferrumequinum con 940 individui conteggiati nell inverno 2011/

17 Tale cava assume quindi un importanza centrale nel contesto della conservazione e della gestione della chirotterofauna regionale. SIC IT ONFERNO Inverno 2010/2011 Grotta di Onferno - ER-RN Inverno 2011/2012 Nel territorio del SIC Onferno, è presente un'unica cavità sotterranea, la Grotta di Onferno, caratterizzata da due accessi, inferiore e superiore. Attualmente l ingresso basso è protetto con struttura non bat-compatibile. Questo ipogeo ha una rilevante importanza durante le fasi di svernamento e riproduzione per numerose specie di chirotteri. Tuttavia il Rhinolophus ferrumequinum appare poco rappresentato; la consistenza numerica risulta di pochi individui, 10 nell inverno 2010/2011. Tale cavità è caratterizzata da un importante attività di turismo speleologico, in quanto è visitabile con accompagnamento di una guida della Riserva di Onferno. MONITORAGGIO ESTIVO SIC IT CA' DEL VENTO, CA' DEL LUPO, GESSI DI BORZANO estate 2010 composizione Tana della Mussina di Borzano - ER-RE M TOTALE 1 Nel territorio del SIC Ca del Vento Ca del Lupo, Gessi di Borzano, nel periodo estivo è stato rilevato un unico esemplare maschio di Rhinolophus ferrumequinum nella Tana della Mussina di Borzano. Attualmente non vi sono conoscenze di rifugi estivi o nursery, considerata anche la difficoltà di accedere agli edifici presenti nel territorio del SIC, spesso situati su terreni privati recintati. I pochi manufatti accessibili non hanno evidenziato alcuna traccia di presenza della specie (ad es. cumuli di escrementi). Durante il rilevamento bioacustico con bat-detector, lungo transetti e punti di ascolto, la specie non è mai stata contattata, valorizzando l ipotesi che la specie nel SIC sia da considerarsi rara. SIC IT GESSI TRIASSICI Rigugio estate 2011 composizione Casa della Valle A + 62 G Castello (Vologno) 3 3 M Ca' della Ghiaia 4 4 M TOTALE

18 Nel SIC Gessi Triassici il monitoraggio estivo è stato indirizzato soprattutto alla ricerca di rifugi estivi e colonie riproduttive focalizzando l attenzione su edifici abbandonati, ponti e alcune grotte che per la loro conformazione ed esposizione erano state valutate sufficientemente calde. Il territorio indagato è stato esteso oltre i confini del SIC. Durante la ricerca è stata individuata una colonia riproduttiva in un edificio abbandonato in località Casa della Valle (comune Villa Minozzo -RE), situata in val Lucola, esternamente ai confini del SIC. Costruito su un versante in movimento, l edificio è in precarie condizioni di stabilità, presentando attualmente crolli nei muri perimetrali, lunghe fessurazioni nelle pareti e parziali cedimenti dei solai. La nursery ha composizione mista con la presenza di, Rhinolophus hipposideros e Myotis emarginatus. Per quanto riguarda Rhinolophus ferrumequinum, durante il sopralluogo effettuato il 10/07/2011 sono stati conteggiati 165 esemplari (103 adulti e 62 giovani). Con ogni probabilità, questa nursery è formata dagli stessi individui che in inverno rifugiano nel Tanone Grande della Gocciolina, grotta che linearmente dista 1,76 Km dall edificio. Il monitoraggio, eseguito nell estate 2011, ha consentito l individuazione, di altri due edifici abbandonati in funzione di rifugio estivo per esemplari maschi di Rhinolophus ferrumequinum: il castello di Vologno, con 3 individui e l edificio abbandonato in località Ca' della Ghiaia, con 4 individui. Nel mese di luglio, pochi esemplari (probabilmente tutti maschi) rifugiano nel Tanone Grande della Gacciolina. SIC-ZPS IT GESSI BOLOGNESI, CALANCHI DELL'ABBADESSA Nel SIC Gessi Bolognesi, Calanchi dell Abbadessa il monitoraggio estivo con controllo diretto è stato condotto solo su alcune cavità: Cava presso la grotta del Farneto (10-20/06/2011), ex Cava Ghelli (27/07/2011), Grotta della Spipola (21/06/2011) e Risorgente dell Acquafredda (15/07/2011). In nessuna di queste cavità sono stati osservati esemplari di Rhinolophus ferrumequinum. Durante la campagna di rilevamento bioacustico dell estate 2011 all ingresso delle cavità, il Rhinolophus ferrumequinum è stato rilevato solo in tre occasioni: alla Grotta del Farneto con 3 contatti (10/06/2011), al Pozzo presso il Pozzo di S. Antonio con 23 contatti (11/07/2011) e alla Cava presso la grotta del Farneto con 1 contatto (14/07/2011). Non si ha evidenza della presenza di colonie riproduttive nelle cavità sotterranee sia naturali sia artificiali all interno del SIC. Anche l utilizzo come rifugio estivo appare poco rilevante. IT GESSI DI MONTE ROCCA, MONTE CAPRA E TIZZANO estate 2011 Galleria di cava sotto Monte Rocca 3 TOTALE 3 18

19 Durante il monitoraggio estivo nel SIC Gessi di Monte Rocca, Monte Capra e Tizzano, il controllo diretto della Galleria di cava sotto Monte Rocca ha rilevato la presenza di pochi esemplari di Rhinolophus ferrumequinum.tale dato viene confermato dal rilevamento bioacustico eseguito all ingresso della cavità, il 22/07/2011, allorché i contatti relativi alla specie sono stati 3. Quindi la cava ha un utilizzo relativamente modesto come rifugio estivo, mentre assume maggiore importanza nella fase di swarming. SIC-ZPS IT VENA DEL GESSO ROMAGNOLA estate 2011 Cava SPES 2 TOTALE 2 Nel SIC della Vena del Gesso Romagnola il monitoraggio estivo è stato indirizzato soprattutto alla presenza della specie nelle cavità sotterranee. Il sopralluogo effettuato il 06/07/2011 rileva la presenza di 2 esemplari nella dismessa Cava SPES. 19

20 SIC IT ONFERNO Nel SIC Onferno il monitoraggio estivo è stato effettuato con controllo diretto in grotta, condotto in tre giornate di rilievo (21/06 06/07 30/07/2011). Relativamente al Rhinolophus ferrumequinum non è stato rilevato alcun esemplare a vista. Anche il rilievo bioacustico all uscita del roost non ha rilevato alcun contatto. La Grotta di Onferno è quindi utilizzata da Rhinolophus ferrumequinum soprattutto per lo svernamento. 20

21 Rhinolophus hipposideros (Bechstein, 1800) Rinolofo minore, ferro di cavallo minore Regioni biogeografiche in cui la specie è segnalata Alpina, continentale e mediterranea. Distribuzione attuale in Emilia Romagna Distribuita nel complessivo territorio regionale. Dati demografici attuali (inverni 2010/2011 e 2011/2012) nei SIC interessati dal LIFE GYPSUM N siti di svernamento indagati: 46 N totale esemplari svernanti noti (inverno 2010/2011): 472 N totale esemplari svernanti noti (inverno 2011/2012): 455 N siti di svernamento noti ospitanti da 0 a 9 esemplari: 33 N siti di svernamento noti ospitanti da 10 a 49 esemplari: 11 N siti di svernamento noti ospitanti 50 o più esemplari: 2 N massimo di esemplari censiti in ciascun sito di svernamento noto ospitante 50 o più esemplari: 59, 202. Specie prioritaria di cui è stata rilevata la presenza come svernante in quasi tutte le grotte e cavità artificiali, localizzate nel territorio dei sei SIC indagati. Durante la fase di ibernazione gli individui restano ad una certa distanza l uno dall altro, diversamente da come spesso si verifica nelle altre specie di Rinolofi. Nei rifugi invernali svernano isolatamente o formando piccoli gruppi di pochi esemplari. Un unico sito di svernamento situato nel SIC Vena del Gesso Romagnola, ospita una colonia di oltre 200 esemplari, risultando probabilmente la più importante della Regione Emilia Romagna. In estate, la specie occupa un numero ridotto delle cavità indagate e generalmente con singoli o pochi esemplari; ambienti ipogei con temperature sufficientemente elevate sono utilizzate come rifugi di riproduzione. Tuttavia la maggioranza delle colonie riproduttive individuate durante la campagna di monitoraggio sono situate in edifici abbandonati dove occupano il sotto tetto o altre stanze ove sono disponibili strutture di appiglio (travi del solaio). Le nursery sono formate da poche femmine fino a qualche decina. La specie è facilmente censibile sia in ibernazione, sia in riproduzione, poiché gli individui non si incuneano mai nelle fessure ma restano sempre appesi alle volte e alle pareti del rifugio. Foraggia tra il fogliame di siepi e boschetti. 21

22 SIC IT CA' DEL VENTO, CA' DEL LUPO, GESSI DI BORZANO Inverno Inverno 2010/ /2012 Tana della Mussina di Borzano - ER-RE Tana della Mussina di Montericco - ER-RE Risorgente del Rio Groppo - ER-RE Buco a monte della Mussina di Montericco - ER-RE Inghiottitoio di Ca' Speranza - ER-RE Tana della varina - ER-RE NR TOTALE 12 9 Nel territorio del SIC Ca del Vento Ca del Lupo, Gessi di Borzano, sono situate diverse grotte di cui solo una, la Tana della Mussina di Borzano è inserita nell Azione C1. Tale cavità risulta importante soprattutto durante tutte le fasi di svernamento e di swarming. assai nota e di facile accesso è sia da speleologi sia da persone senza competenza speleologica. Le prime sale, di facile percorribilità sono interessate da un turismo speleologico organizzato dal Centro di Educazione Ambientale di Borzano sia da accessi non controllati. Le specie presenti di maggior rilevanza conservazionistica sono il Rinolofo maggiore e il rinolofo minore. Tra le cavità indagate è quella che conta un maggiore numero complessivo di unità, benché inferiori alla decina. Rhinolophus hipposideros è la specie relativamente più abbondante. La specie, in inverno, utilizza la maggior parte delle grotte indagate, ma sempre con pochi esemplari. Esternamente ai confini del SIC, in località La Fornace di Vezzano sul Crostolo, alle pendici del Monte del Gesso sono presenti cave di gesso dismesse ove l attività estrattiva è al momento sospesa. Non inserite nel progetto LIFE+, non sono state oggetto della campagna di monitoraggio a causa del mancato interessamento della proprietà e per la pericolosità del sito; tuttavia potrebbero svolgere un ruolo rilevante per la chirotterofauna, similarmente al ruolo fondamentale che svolgono le cave abbandonate degli altri SIC. SIC IT GESSI TRIASSICI Inverno 2010/2011 Risorgente I del rio Vei - ER-RE Risorgente II del rio Vei - ER-RE 213 NR 0 Tanone grande della gacciolina - ER-RE Tanone piccolo della gacciolina - ER-RE Risorgente in sin. del Rio Canalaccio - ER-RE NR Pozzi di Monte Carù - ER-RE NR TOTALE Inverno 2011/

23 Nel territorio del SIC Gessi Triassici sono presenti numerose grotte, nessuna delle quali inserita nell Azione C1 del progetto LIFE+. Per il monitoraggio invernale sono state scelte le grotte con maggior sviluppo e su indicazione del gruppo speleologico reggiano (GSPGC). Annoverando complessivamente poco più di una decina di esemplari, la popolazione invernale di Rhinolophus hipposideros risulta piuttosto esigua, ciò considerando che in estate sono stati rilevati oltre un centinaio di individui. Il sistema carsico dei Tanoni della Gacciolina è accessibile attraverso due differenti ingressi, il Tanone Grande della Gacciolina e il Tanone Piccolo della Gacciolina; le due grotte sono attualmente connessi da un cunicolo scavato dagli speleologi. Il sistema, completamente percorso da un torrente sotterraneo, costituisce una tipica ansa ipogea. Nel suo sviluppo è caratterizzata da una successione di ampie sale di crollo collegate tra loro da laminatoi e passaggi attraverso frane. Tali ambienti presentano un differente microclima, in grado di soddisfare alle diverse esigenze ecologiche delle varie specie. Il sistema ha una rilevante importanza soprattutto durante le fasi di svernamento e swarming per almeno 7 specie di chirotteri. Rhinolophus hipposideros è localizzato soprattutto nel Tanone Piccolo della Gacciolina, dove in parte trova rifugio in un ramo laterale dell antro iniziale. Le altre grotte indagate vengono utilizzate dalla specie in modo più marginale, contando solo pochi individui. SIC-ZPS IT GESSI BOLOGNESI, CALANCHI DELL'ABBADESSA Inverno Inverno 2010/ /2012 Inghiottitoio dell'acquafredda - ER-BO Risorgente dell'acquafredda- ER-BO Grotta della Spipola - ER-BO NR Buco dei Buoi - ER-BO NR Buco del prete santo- ER-BO NR Buco del Belvedere- ER-BO NR Grotta del Farneto- ER-BO Grotta del Coralupo - ER-BO Grotta Carlo Pelagalli - ER-BO NR Grotta Serafino Calindri - ER-BO Buco delle lumache - ER-BO NR Grotta Novella - ER-BO Grotta Silvio Cioni - Ferro di cavallo - ER-BO 008 NR 4 Buco delle gomme - ER-BO NR Pozzo presso il Pozzo di S. Antonio - ER-BO NR Monte Croara (ex Cava IECME) 0 NR Cava presso la grotta del Farneto (ex cava Fiorini) 2 3 ex Cava Ghelli 3 0 TOTALE

24 Nel territorio del SIC Gessi Bolognesi, Calanchi dell Abbadessa, nella fase di ibernazione Rhinolophus hipposideros occupa la maggior parte delle cavità indagate. Tuttavia la presenza in ogni sito è riconducibile a singoli o pochi esemplari, che complessivamente raggiungono circa 70 unità. Poiché la specie tende a distribuirsi sul territorio piuttosto che concentrarsi in poche cavità, la stima della popolazione invernale è probabilmente sottostimata, in quanto non tutte le cavità del SIC sono state monitorate. Al Sistema carsico denominato Acquafredda-Spipola fanno capo sette grotte principali collegate: Inghiottitoio dell Acquafredda, Risorgente dell Acquafredda, Pozzo presso il Pozzo si S. Antonio (PPP), Buco dei Buoi, Grotta della Spipola, Buco del Prete Santo, Buco del Belvedere. Seppure in diverso modo, queste cavità risultano di rilevante importanza durante tutte le fasi del ciclo biologico per numerose specie di chirotteri. L intero complesso ospita circa la metà degli esemplari svernanti di Rhinolophus hipposideros. La Grotta della Spipola (cavità che non rientra nell Azione C1 del progetto) è attualmente protetta con struttura bat-compatibile, che dispone di due fessure orizzontali, tali da permettere il passaggio dei pipistrelli in volo. Tale cavità è caratterizzata da un importante attività di turismo speleologico, in quanto è visitabile con accompagnamento di una guida del Parco. Gli esemplari in svernamento sono presenti lungo il percorso turistico da almeno 8 anni. Nel territorio del SIC, sono presenti alcune cavità artificiali utilizzate da diverse specie durante l anno: periodo estivo, autunnale ed invernale. Sono tutte vecchie cave di gesso dismesse la cui coltivazione in sotterraneo, condotta con il metodo a camere e pilastri, ha creato un complesso ipogeo di notevole estensione e sviluppato su più livelli. A differenza del congenere Rhinolophus ferrumequinum, che durante l inverno si concentra in questi rifugi, Rhinolophus hipposideros è presente con pochi esemplari, mostrando una preferenza per le grotte naturali. SIC IT GESSI DI MONTE ROCCA, MONTE CAPRA E TIZZANO Inverno Inverno 2010/ /2012 Grotta Michele Gortani - ER-BO NR Galleria di cava sotto Monte Rocca 1 0 Meandro presso la Grotta Michele Gortani ND ND TOTALE 23 0 Nonostante la relativa ridotta estensione dell affioramento gessoso del SIC Gessi di Monte Rocca, Monte Capra e Tizzano, la grotta Michele Gortani rappresenta uno dei più importanti e sviluppati complessi carsici della regione, con circa 2 km di sviluppo complessivo. La cavità presenta un punto d accesso. I rilevamenti sono stati effettuati nel punto d ingresso utilizzato per le attività speleologiche ed all interno della cavità per buona parte del suo sviluppo: data la complessità del sistema sono stati controllati siti noti per la presenza dei chirotteri. 24

25 Nell inverno 2010/2011 Rhinolophus hipposideros sono stati rilevati 20 esemplari. La dismessa Cava di Gessi posizionata ai piedi del Monte Rocca contiene gallerie con sviluppo chilometrico. Ha una rilevante importanza durante le fasi di svernamento e swarming per numerose specie di chirotteri. È utilizzata anche durante il periodo estivo. Tuttavia, Rhinolophus hipposideros è scarsamente rappresentato, essendo stato rilevato un singolo individuo in ibernazione. Dati pregressi rilevano la presenza del Rhinolophus hipposideros durante il periodo invernale nel Meandro presso la Grotta Michele Gortani. Mancano dati per il periodo di monitoraggio del LIFE+. SIC-ZPS IT VENA DEL GESSO ROMAGNOLA Inverno Inverno 2010/ /2012 Grotta della Befana -ER-RA Inghiottitoio a ovest di Ca Siepe - ER-RA Grotta del Re Tiberio- ER-RA NR Sistema Carsico Rio Stella-Rio Basino - ER-RA NR Grotta della Lucerna - ER-RA Cava SPES 2 2 Grotta Tanaccia - ER-RA Buco I di Monte Mauro - ER-RA NR Buco del Noce - ER-RA Cava di Monte Tondo (Saint Gobain) ND ND Grotta grande dei Crivellari -ER-RA 398 NR 24 Grotta I di Ca Boschetti -ER-RA 382 NR 11 TOTALE Nel SIC Vena del Gesso Romagnola, la specie è presente con il maggior contingente numerico, 330 esemplari conteggiati durante il monitoraggio invernale 2011/2012. Si deve tuttavia considerare il mancato apporto degli esemplari presenti nel Sistema Carsico Rio Stella-Rio Basino, che non è stato indagato, per l eccessivo rischio legato all instabilità della struttura. Il Sistema Carsico Rio Stella-Rio Basino (ER-RA 101) è un sito di straordinaria importanza per la conservazione dei chirotteri perché ospita la più grande colonia svernante di Rhinolophus euryale della Regione Emilia Romagna, con oltre un migliaio di esemplari, oltre a diverse centinaia di esemplari fra Rhinolophus ferrumequinum e Rhinolophus hipposideros. Il monitoraggio effettuato nell inverno 2010/2011 ha rilevato la presenza di 27 esemplari di Rhinolophus hipposideros. Questo complesso carsico ha il maggior sviluppo conosciuto per l intera Vena del Gesso Romagnola. 25

26 L ampio complesso carsico di Ca Siepe è il più importante sito di svernamento per la specie Rhinolophus hipposideros conosciuto all interno dell area del SIC in indagine. Il numero di esemplari rilevati si aggira intorno alle 200 unità, concentrati soprattutto nelle prime centinaia di metri di sviluppo della grotta, entrando dall inghiottitoio a ovest di Ca Siepe, l ingresso oggetto di intervento di chiusura con apposito cancello. La grotta Buco della Befana ospita un numero di chirotteri svernanti complessivamente non altissimo, rispetto ad altre grotte della Vena del Gesso Romagnola. La colonia invernale di Rhinolophus hipposideros contando poco oltre 40 individui, è la seconda per importanza numerica del SIC. La grotta Tanaccia è l unica visitabile al pubblico, con accompagnamento di una guida, all interno del Parco Regionale della Vena del Gesso Romagnola. La Tanaccia è sito di svernamento per appartenenti al genere Rhinolophus, in particolare per Rhinolophus hipposideros e Rhinolophus ferrumequinum. Il monitoraggio invernale di Rhinolophus hipposideros mostra una consistenza numerica piuttosto costante, attestandosi poco sotto 40 unità. Le restanti grotte naturali del SIC, oggetto di monitoraggio, per Rhinolophus hipposideros, hanno un importanza minore come sito di svernamento, poiché ospitano solo pochi individui durante l inverno. La cava SPES, situata nella gola del Tramosasso presso Tossignano, finalizzata all attività estrattiva del gesso, è stata in parte coltivata in sotterraneo condotta con il metodo a camere e pilastri. Attualmente dismessa, questa cava è un ipogeo di origine artificiale che riveste una rilevante importanza della Vena del Gesso Romagnola per la presenza di ampi accessi e vasti vuoti interni non comuni nel contesto carsico dell area. Tra le diverse specie di chirotteri presenti, Rhinolophus hipposideros è numericamente poco rappresentata. Non valutabile l importanza per la specie della cava di gesso di Monte Tondo presso Borgo Rivola (di proprietà Saint Gobain) per mancanza di dati. SIC IT ONFERNO Inverno 2010/2011 Grotta di Onferno - ER-RN Inverno 2011/2012 Nel territorio del SIC Onferno, è presente un'unica cavità sotterranea, la Grotta di Onferno, caratterizzata da due accessi, inferiore e superiore. Attualmente l ingresso basso è protetto con struttura non bat-compatibile. Questo ipogeo ha una rilevante importanza durante le fasi di svernamento e riproduzione per numerose specie di chirotteri. Nel periodo d indagine, Rhinolophus hipposideros con circa 60 unità, rappresenta la specie numerosa. Questa colonia invernale è la seconda come importanza numerica dell intero territorio dei gessi in Emilia Romagna. Tale cavità è caratterizzata da un importante attività di turismo speleologico, in quanto è visitabile con accompagnamento di una guida della Riserva di Onferno. 26

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