RELAZIONE EX POST DEL MONITORAGGIO DELLE COLONIE DI CHIROTTERI

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1 DI FABIO SUPPINI & C. Organizzazione per la promozione e la difesa di Animali e Ambiente VIA J. F. KENNEDY ,CASTEL SAN PIETRO TERME (BO) Tel. e Fax PROGETTO LIFE+ 08 NAT/IT/ Azione A.2: Monitoraggio ex ante ed ex post delle colonie di chirotteri RELAZIONE E POST DEL MONITORAGGIO DELLE COLONIE DI CHIROTTERI DICEMBRE 2015 A cura di: Alessandra Peron, Antonio Ruggieri, Francesco Grazioli, Thea Mondini, Fabio Suppini.

2 Realizzazione a cura di: NATURALE S.N.C. di Fabio Suppini & C., via J. F. Kennedy, Castel San Pietro Terme (BO) Rilevatori: Alessandra Peron SIC IT Ca del Vento, Ca del Lupo, Gessi di Borzano SIC-ZPS IT Gessi Bolognesi, Calanchi dell Abbadessa SIC IT Gessi di Monte Rocca, Monte Capra e Tizzano SIC-ZPS IT Vena Del Gesso Romagnola SIC IT Onferno Antonio Ruggieri - SIC IT Ca del Vento, Ca del Lupo, Gessi di Borzano SIC IT Gessi Triassici Francesco Grazioli SIC IT Ca del Vento, Ca del Lupo, Gessi di Borzano SIC-ZPS IT Gessi Bolognesi, Calanchi dell Abbadessa SIC IT Gessi di Monte Rocca, Monte Capra e Tizzano SIC-ZPS IT Vena Del Gesso Romagnola SIC IT Onferno Thea Mondini SIC-ZPS IT Gessi Bolognesi, Calanchi dell Abbadessa SIC IT Onferno Fabio Suppini SIC-ZPS IT Gessi Bolognesi, Calanchi dell Abbadessa SIC IT Gessi di Monte Rocca, Monte Capra e Tizzano SIC IT Onferno Foto di copertina: Esemplare di Myotis bechsteinii in volo (Foto di F. Grazioli). 2

3 Indice 1. Abstract Introduzione.5 3. Il progetto Life+ 08NAT/IT/ Area di studio Metodologia di indagine Risultati Azione C1 - Chiusura di grotte naturali e di cavità artificiali ad esse connesse Azione C3 - Interventi di riqualificazione e disostruzione di doline, inghiottitoi e grotte Cavità importanti per la conservazione dei Chirotteri Azione C6 - Posa di bat box e bat board Considerazioni e conclusioni generali del Progetto Life Prospettive post Life Bibliografia Esemplare di Rhinolophus ferrumequinum in volo (Foto di F. Grazioli). 3

4 1. Abstract Il Progetto Life+ 08NAT/IT/ ha lo scopo di tutelare e gestire, sul medio e lungo periodo, gli habitat associati ai principali geositi carsici della Regione Emilia Romagna ed importanti siti di rifugio per i chirotteri troglofili. Nello specifico tale Progetto consiste nella realizzazione di una serie di interventi di tutela diretta della chirotterofauna e dell ambiente gessoso in generale, oltre a presupporre l acquisto di superfici di proprietà privata e numerose attività di divulgazione. A termine di tale Progetto, 26 cavità ipogee saranno protette con appositi cancelli o recinzioni, 27 siti saranno stati ripristinati e/o riqualificati e 466 rifugi artificiali per uccelli e pipistrelli saranno posizionati sul territorio. La presente relazione espone i risultati dell attività d indagine svolta (Azione A2). Essa, oltre all obiettivo di ottenere dati ed informazioni utili per valutare l impatto sui chirotteri degli interventi di conservazione attuati, ha considerato, come prioritario, l utilizzo di tecniche a basso impatto, per ridurre al minimo il disturbo alle colonie di pipistrelli monitorate nel corso degli anni del Progetto Life+. Le indagini, effettuate in fase di post operam, hanno interessato un totale di 34 cavità ipogee, fra quelle sottoposte a chiusura e/o riqualificazione, come previsto dall Azione C1 e C3 del Progetto, e quelle ritenute importanti per il contributo alla conservazione dei Chirotteri della Regione. In totale sono state svolte 41 ore di registrazioni con il bat detector, 60 ore e 32 minuti di riprese video presso gli ingressi delle cavità indagate e 52 sopralluoghi all interno di esse alla ricerca di nursery ed individui in svernamento, con l obiettivo di valutare eventuali cambiamenti quali/quantitativi nella chirotterofauna frequentante i siti oggetto di indagine. Le indagini svolte presso le cavità sottoposte a chiusura (Azione C1) non hanno evidenziato impatti negativi diretti sulla chirotterofauna a breve termine. La bonifica e la disostruzione delle cavità ipogee hanno consentito di rendere nuovamente disponibili potenziali rifugi per i chirotteri, fattore senz altro positivo per la conservazione della chirotterofauna continuamente minacciata dalla perdita di roost idonei. Le azioni di conservazione attiva della chirotterofauna, attuate nell ambito del Progetto Life+, quali la bonifica e/o chiusura di cavità ipogee e la posa di nidi artificiali, necessitano di opere di manutenzione e controllo. E quindi necessario impostare una corretta gestione delle risorse per mantenere le strutture realizzate funzionali al loro scopo e per evitare impatti negativi sulla fauna. E fondamentale proseguire il monitoraggio delle popolazioni di chirotteri presenti nei siti oggetto del Progetto per meglio comprendere le dinamiche presenti in Regione e valutare la presenza e/o comparsa di impatti negativi nel lungo periodo delle opere realizzate a protezione delle cavità ipogee, così da apportare tempestivamente adeguate modifiche. Particolare attenzione sarà richiesta nel controllo delle cavità ipogee bonificate, ma non protette con apposito cancello, per evitare che si ripetano gli eventi di abbandono di rifiuti urbani e/o pericolosi. Risulta, inoltre, importante proseguire l attività di sensibilizzazione del pubblico e degli stakeholders sul delicato argomento della conservazione dei pipistrelli e delle gravi conseguenze derivanti da azioni di disturbo di questi animali presso i loro rifugi e dell inquinamento ambientale. 4

5 2. Introduzione In Emilia Romagna le aree carsiche gessose costituiscono circa l 1% del territorio e comprendono un mosaico di habitat di interesse comunitario strettamente interconnessi. Tali habitat presentano una flora ed una fauna molto diversificate, in quanto legate a peculiari microclimi determinati dai fenomeni carsici. Nelle evaporiti triassiche e messiniane della Regione sono presenti differenti e caratteristici aspetti del carsismo superficiale e sotterraneo con i maggiori sistemi carsici attualmente noti in Italia. Le aree carsiche sono notoriamente caratterizzate da un alta sensibilità, e quindi vulnerabilità, e da una bassa resilienza, per cui la frequentazione incontrollata e non consapevole di tali siti da parte dell uomo è un importante fattore di minaccia. Inoltre, alle aree carsiche ed, in particolare, all habitat delle grotte, sono associate molte specie di chirotteri, anch essi molto sensibili al disturbo e quindi considerati animali vulnerabili. La distruzione e perturbazione degli ambienti di rifugio, rappresenta infatti una delle principali minacce per i pipistrelli, soprattutto se si verificano durante le fasi critiche del ciclo biologico di questi animali (periodo riproduttivo e svernamento). Figura 2.1: Affioramento gessoso nel SIC IT Gessi di Monte Rocca, Monte Capra e Tizzano (Foto di F. Grazioli). La presente relazione espone i risultati ottenuti nelle attività di indagine svolte sulla chirotterofauna presso le cavità ipogee oggetto di intervento nell ambito del Progetto Life+ 08 NAT/IT/ In pratica, tale relazione si riferisce all Azione A2 del Progetto (monitoraggio ex post delle colonie di chirotteri) con cui si è cercato di valutare l impatto sui chirotteri degli interventi di conservazione attuati ed, in particolare, dell Azione C1, ovvero la chiusura di grotte naturali e di cavità artificiali ad esse connesse. Nell area di indagine risultano infatti presenti almeno 22 specie, tutte incluse nella Direttiva Habitat (di cui 9 incluse nell allegato II) ed esse sono una ricchezza specifica degli affioramenti gessosi e mettono in evidenza il significativo contributo che le grotte nei gessi danno alla conservazione della biodiversità regionale ed alla Rete Natura

6 3. Il Progetto Life+ 08NAT/IT/ Il Progetto Life+ 08NAT/IT/ nasce nel 2010 con lo scopo di tutelare e gestire, sul medio e lungo termine, gli habitat associati ai principali geositi carsici dell Emilia Romagna ed importanti siti di rifugio per i pipistrelli troglofili. Esso è cofinanziato dall Unione Europea e coinvolge direttamente due Parchi Regionali (Gessi Bolognesi, Vena del Gesso Romagnola), il Parco Nazionale Tosco-Emiliano e due Province (Reggio Emilia e Rimini). Il Progetto consiste nella realizzazione di una serie di interventi di tutela diretta (riqualificazione di cavità, posa di cancelli, taglio di vegetazione, impianto di arbusti, posa di rifugi artificiali, rinaturalizzazione di zona umida salmastra, creazione di barriere, ecc..), presuppone l acquisto di superfici di proprietà privata e prevede varie attività divulgative. In particolare, per quanto riguarda la chirotterofauna, il Progetto si articola in varie fasi: - Da giugno 2010 a dicembre 2011= attività di indagine preliminare per l individuazione dei siti di intervento. Nel corso del 2010/2011 è stata attuata una campagna di rilevamenti diretti e indiretti presso diversi roost ipogei nei Siti Natura 2000 dell Emilia Romagna interessati dal Progetto Life+. In particolare, sono stati effettuati accurati controlli presso numerose cavità carsiche ed alcune gallerie di cave dismesse, al fine di raccogliere importanti informazioni quali/quantitative, su scala regionale, che hanno consentito di fare le prime valutazioni sulla consistenza e importanza chirotterologica dei siti. I dati raccolti e la loro analisi sono serviti ad orientare la realizzazione di cancelli di protezione dei siti ipogei più fragili e importanti (grotte/gallerie), oltre a stabilire modalità di gestione delle cavità carsiche favorevoli ai pipistrelli. Tale attività è stata svolta dal gruppo di lavoro composto da specialisti del settore con la collaborazione degli speleologi aderenti a vari gruppi della Federazione Speleologica Regionale. - Da gennaio 2012 a dicembre 2013= progettazione e compimento degli interventi di conservazione. Tra il 2 e 4 anno del Progetto sono stati pianificati ed attuati gli interventi di conservazione attiva previsti dal formulario del Progetto, seguendo le indicazioni tecniche di guide e manuali specifici. Parte degli interventi, quali la riqualificazione e/o chiusura delle cavità ipogee, è stata realizzata degli speleologi aderenti a vari gruppi della Federazione Speleologica Regionale dell Emilia Romagna. Sono, inoltre, state posizionate strutture artificiali (bat box e bat board) presso aree boschive per favorire la presenza di specie forestali ed acquistate aree agricole o gessose da privati cittadini per creare zone tampone ed aumentare la tutela degli habitat di interesse oggetto del Progetto Life. - Da gennaio 2014 a giugno 2015= attività di indagine per valutare gli impatti positivi o negati degli interventi eseguiti. Nel corso del 2014 è stata attuata una campagna di rilevamenti diretti e indiretti presso diversi roost ipogei interessati dall Azione C1 del Progetto Life+ 6

7 . In particolare, sono stati effettuati accurati controlli presso le cavità carsiche e le gallerie di cave dismesse chiuse con appositi cancelli o barriere, al fine di raccogliere importanti informazioni quali/quantitative per valutare l impatto degli interventi attuati. Tale attività è stata svolta dal gruppo di lavoro composto da specialisti del settore con la collaborazione degli speleologi aderenti a vari gruppi della Federazione Speleologica Regionale. Figura 3.1: Attività di bonifica (Azione C3) dell Inghiottitoio superiore di Castel dei Britti (Foto da Archivio GSB-USB). Figura 3.2: Bat night (Azione D6) presso il SIC IT Gessi di Monte Rocca, Monte Capra e Tizzano (Foto di F. Grazioli). Figura 3.3: Realizzazione di recinzioni per la tutela di habitat vulnerabili (Azione C5) (Foto di A. Noferini). 7

8 4. Area di studio Il Progetto Life+ 08NAT/IT/ si sviluppa su 6 siti di Natura 2000 (Tab. 4.1 e Fig. 4.1), tutte aree caratterizzate dalla presenza del gesso, minerale prezioso che consente la formazione di complessi sistemi carsici in cui trovano rifugio numerose specie di chirotteri. L attività di indagine a cui si riferisce la presente relazione è stata svolta principalmente presso 5 di tali siti, in quanto nel SIC IT Gessi Triassici, in provincia di Reggio Emilia, non sono stati previsti interventi di chiusura di cavità ipogee (Azione C1); tale area è stata tuttavia interessata dal posizionamento di rifugi artificiali per chirotteri e dal loro successivo controllo. Tabella 4.1: Elenco dei Siti Natura 2000 oggetto del Progetto Life+ 08NAT/IT/ SIC IT CA DEL VENTO, CA DEL LUPO, GESSI DI BORZANO (Reggio Emilia) SIC IT GESSI TRIASSICI (Reggio Emilia) SIC-ZPS IT GESSI BOLOGNESI, CALANCHI DELL ABBADESSA (Bologna) SIC IT GESSI DI MONTE ROCCA, MONTE CAPRA E TIZZANO (Bologna) SIC-ZPS IT VENA DEL GESSO ROMAGNOLA (Bologna-Ravenna) SIC IT ONFERNO (Rimini) Figura 4.1: Carta dei Siti Natura 2000 oggetto del Progetto Life+ 08NAT/IT/

9 I 6 siti di Natura 2000, interessati dal Progetto Life+ 08NAT/IT/000369, risultano particolarmente interessanti ed importanti per ciò che riguarda la chirotterofauna. Dalla ricerca bibliografica svolta e dall attività di indagine preliminare (Azione A2 - Monitoraggio ex ante delle colonie di chirotteri), ovvero durante il biennio 2010/2011, il gruppo di lavoro incaricato ha rilevato numerose specie di chirotteri (Tabella 4.2), fra cui anche quelle inserite nell Allegato II della Direttiva Habitat. Tabella 4.2: Specie di chirotteri rilevate nei Siti Natura 2000 durante la fase ante operam del Progetto Life+ 08NAT/IT/ Specie (in azzurro le specie inserite nell Allegato II della Dir.92/43/CEE) SIC IT Ca' del Vento, Ca dellupo, Gessi di Borzano SIC IT Gessi Triassici SIC-ZPS IT Gessi Bolognesi, Calanchi dell Abbadessa SIC IT Gessi di Monte Rocca, Monte Capra E Tizzano SIC-ZPS IT Vena del Gesso Romagnola Rhinolophus euryale Rhinolophus ferrumequinum Rhinolophus hipposideros Myotis bechsteinii Myotis blythii Myotis capaccinii Myotis daubentonii Myotis emarginatus Myotis myotis Myotis mystacinus Myotis nattereri Pipistrellus kuhlii Pipistrellus nathusii Pipistrellus pipistrellus Pipistrellus pygmaeus Nyctalus lasiopterus Nyctalus leisleri Nyctalus noctula Hypsugo savii Eptesicus serotinus Plecotus auritus Plecotus austriacus Miniopterus schreibersii Barbastella barbastellus Tadarida teniotis SIC IT Onferno 9

10 5. Metodologia di indagine La presente relazione si riferisce alle indagini svolte nella fase di post operam del Progetto Life+ 08NAT/IT/ Tale Progetto, fra i vari interventi di conservazione attuati, ha previsto la realizzazione dell Azione C1, ovvero Chiusura di grotte naturali e di cavità artificiali ad esse connesse, intervento finalizzato alla tutela diretta dell habitat 8310 e delle colonie di chirotteri troglofili che lo frequentano, mediante la posa di opportuni cancelli che ostacolano l accesso di persone non autorizzate e, allo stesso tempo, permettono il passaggio dei chirotteri e di altre specie animali. Sulla base dei rilievi effettuati sulla chirotterofauna presente nelle cavità ipogee in fase di ante operam sono state date indicazioni specifiche relative alla modalità di chiusura delle stesse. Tali chiusure sono state poi realizzate grazie alla collaborazione ed allo sforzo degli speleologi aderenti a vari gruppi della Federazione Speleologica Regionale dell Emilia Romagna. Gli stessi speleologi hanno anche attuato l Azione C3, ovvero Interventi di riqualificazione e disostruzione di doline, inghiottitoi e grotte ; cavità che sono state individuate durante la fase preliminare del progetto tramite una ricerca capillare sul territorio dei 6 Siti Natura 2000 coinvolti. Le cavità sottoposte a questo intervento sono circa 27 ed in passato sono state usate come microdiscariche o chiuse in modo inappropriato dal proprietario per evitare vandalismo e/o incidenti. Oltre alla tutela dell habitat gessoso, il Progetto Life+ 08NAT/IT/ ha previsto l Azione C6, ovvero Posa di bat box e bat board, intervento che ha visto l acquisto e l installazione di almeno 466 nidi artificiali presso aree idonee, individuate nei 6 Siti Natura 2000 coinvolti nel Progetto. La posa di tali strutture è stata effettuata dal gruppo di lavoro, con anche la partecipazione del personale delle aree protette, del volontariato ambientale locale (GEV, scout) e dei proprietari dei fondi. Durante le indagini previste in fase di post operam del Progetto, si è provveduto a controllare l utilizzo da parte della fauna, ed in particolare dei pipistrelli, dei nidi artificiali installati. Tuttavia, l attività di indagine del post operam si è concentrata maggiormente sulle cavità sottoposte ad intervento o ancora in fase progettuale, a causa di ritardi e/o per il mancato accordo con i proprietari privati dei siti. Tale decisione è stata presa in quanto è necessario valutare l impatto diretto sulla ricca chirotterofauna che utilizza le cavità sottoposte a chiusura. Infatti, nel caso in cui si verifichi un impatto negativo, sarà necessario apportare adeguate modifiche alla struttura posizionata, in modo che funga da protezione e non da ostacolo. E fondamentale evitare l abbandono del roost (rifugio) da parte dei pipistrelli, data la scarsità di siti idonei e la fragilità di questi animali. La tempistica di realizzazione delle indagini e la metodologia utilizzata hanno tenuto conto delle indicazioni tecniche contenute nelle Linee guida per il monitoraggio dei Chirotteri: indicazioni metodologiche per lo studio e la conservazione dei pipistrelli in Italia (Agnelli et al Quad. Cons. Natura, 19, Min. Ambiente Istituto Nazionale Fauna Selvatica). 10

11 In particolare, sono stati svolti una serie di sopralluoghi all interno delle cavità ipogee interessate dal Progetto per verificare che le colonie riproduttive e gli svernanti, rilevati durante la fase ante operam, fossero presenti nonostante le modifiche apportate agli ingressi dei siti e, ovviamente, per stimarne la consistenza così da poter valutare eventuali impatti negativi degli interventi eseguiti. E stato inoltre svolto un rilevamento bioacustico dei chirotteri in prossimità degli ingressi delle cavità oggetto del Progetto, per valutare eventuali modifiche qualitative nella frequentazione da parte della chirotterofauna. Contestualmente a tale attività di rilevamento, è stata installata una videocamera con funzione IR (o in alternativa una macchina fotografica appositamente modificata per l IR o il contapipistrelli elettronico ideato nel corso del Progetto Life+ 08NAT/IT/ ) presso la chiusura installata all ingresso delle cavità, con lo scopo di realizzare un filmato dei transiti degli animali così da verificare eventuali difficoltà nel passaggio. Il monitoraggio è stato eseguito operando in stretta collaborazione con gli speleologi che hanno contribuito in modo volontario ed i dati raccolti sono stati organizzati in un data base cartografico che utilizza anche le informazioni del Catasto speleologico dell Emilia Romagna. Di seguito si approfondiscono le tecniche di indagine attuate: Rilievo diretto dei chirotteri in grotta - Il conteggio diretto (a vista) degli esemplari isolati o in piccoli gruppi, ed il conteggio attraverso riprese fotografiche degli esemplari in colonie numerose, sono le metodologie utilizzate per ottenere una stima della consistenza numerica delle popolazioni di Chirotteri presenti nelle aree oggetto d indagine. A questo scopo è risultato particolarmente importante il conteggio delle colonie riproduttive e degli svernanti presenti nelle cavità sottoposte ad intervento o di notevole interesse per la conservazione di questi animali. Tale rilevamento è stato eseguito in base alle segnalazioni acquisite durante la prima fase del Progetto ed è stato svolto sia per conoscere la distribuzione e lo status delle specie troglofile non fessuricole, che per avere la conferma del riutilizzo del roost dopo le opere realizzate. Figura 5.1: Ingresso del gruppo di lavoro e degli speleologi nella Grotta Michele Gortani (ER BO 31) per il rilevamento della chirotterofauna (Foto di F. Grazioli). 11

12 Per ciascuno dei siti oggetto di studio il rilevamento delle colonie riproduttive è stato eseguito con uno o due sopralluoghi durante due stagioni estive (Giugno - Luglio 2014 e 2015), mentre il rilevamento degli ibernanti è stato effettuato nell inverno 2014/2015 (Dicembre - Febbraio) con un solo rilevamento per cavità, in modo da minimizzare il disturbo. I rilevamenti sono stati eseguiti ogni volta in un periodo limitato di tempo per evitare doppi conteggi. I risultati ottenuti sono stati condizionati negativamente dal fatto che nelle aggregazioni cospicue di esemplari risulta possibile il conteggio dei soli individui disposti sulla superficie esterna, mentre sfuggono al censimento gli esemplari degli strati inferiori. Il numero degli esemplari direttamente osservabili non è, inoltre, in rapporto costante con il numero reale di esemplari presenti (somma degli esemplari osservabili e di quelli nascosti) poiché il livello di aggregazione può variare (ad esempio in rapporto alla temperatura). I monitoraggi sono stati effettuati in due distinti periodi dell anno: tarda primavera - estate ed in tardo autunno - inverno, evitando frequenze di monitoraggio maggiori di due/tre all anno per il controllo delle colonie riproduttive e degli svernanti. I rilevamenti sono stati in parte limitati anche dalla disponibilità degli speleologi e da fenomeni di svuotamento e frane che hanno interessato alcune cavità, rendendo l attività di indagine non sicura per gli operatori. Per il monitoraggio delle nursery complessivamente sono state controllate 9 cavità: 5 nei Gessi Bolognesi, nessuna nei Gessi di Zola Predosa, 1 nei Gessi di Onferno, 3 nella Vena del Gesso Romagnola, nessuna nei Gessi Triassici e nessuna nei Gessi di Borzano. Per il monitoraggio invernale complessivamente sono state controllate 22 cavità: 11 nei Gessi Bolognesi, 1 nei Gessi di Zola Predosa, 1 nei Gessi di Onferno, 8 nella Vena del Gesso Romagnola, nessuna nei Gessi Triassici e 1 nei Gessi di Borzano. Sono stati raccolti solo i dati ritenuti di maggiore importanza ai fini del Progetto, evitando l impiego di tecniche di cattura che avrebbero comportato un eccessivo disturbo agli animali. Figura 5.2: Sopralluogo presso la Risorgente dell Acquafredda (ER BO 004) per il rilevamento della chirotterofauna (Foto di F. Grazioli). 12

13 Rilevamento fotografico e video - Contestualmente ai sopralluoghi diretti, sono stati svolti i rilievi fotografici ad alta risoluzione delle colonie più numerose per consentire il conteggio degli esemplari. Per quanto riguarda le colonie riproduttive, si è provveduto ad effettuare i rilevamenti dopo l involo serale degli adulti, restando nel roost solo il tempo strettamente necessario alla realizzazione delle immagini, poi analizzate in un secondo tempo. Questa tecnica consente di evitare eccessivo stress alle madri e gravi danni ai piccoli, in quanto si riduce di molto il tempo di permanenza degli operatori all interno dei roosts, minimizzando di conseguenza il disturbo. Ciò risulta particolarmente importante soprattutto per specie sensibili come Rhinolophus ferrumequinum e R. hipposideros. Figura 5.3: Rilievo fotografico della colonia di chirotteri in svernamento presso il Buco del Noce (ER RA 107) (Foto di F. Grazioli). Inoltre, sono stati svolti dei rilevamenti video/fotografici presso le strutture installate negli ingressi delle cavità oggetto del Progetto, per valutare eventuali impatti negativi sul transito della fauna ed, in particolare, dei chirotteri. Gli strumenti impiegati per questo tipo di rilevamento sono: videocamera con funzione IR abbinata ad illuminatori con filtro IR, macchina fotografica appositamente modificata per l IR e contapipistrelli elettronico (data-logger realizzato per questo Progetto). Tale strumentazione è stata utilizzata, anche contemporaneamente, per massimizzare l efficacia nell acquisizione dei dati di transito o, in alternativa, è stata scelta quella più opportuna al tipo di varco da indagare ed alla posizione dello stesso all interno o all esterno della cavità. Tutto ciò è stato fatto minimizzando il disturbo ai pipistrelli e valutando accuratamente la posizione in cui mettere la strumentazione per non interferire con l attività degli animali e preservare la loro incolumità. 13

14 Figura 5.4: Installazione, presso la Grotta di Onferno (ER RN 456), per il rilievo fotografico automatico in IR dei chirotteri in transito da tale ingresso (Foto di F. Grazioli). Figura 5.5: Installazione, presso la Buca della Madonna (ER RA 742), per il rilevamento video in IR dei chirotteri in transito da tale ingresso (Foto di F. Grazioli). I rilevamenti video/fotografici sono stati svolti in un totale di 21 cavità: 5 nei Gessi Bolognesi, 1 nei Gessi di Zola Predosa, 1 nei Gessi di Onferno, 13 nella Vena del Gesso Romagnola, 1 nei Gessi di Borzano e nessuna nei Gessi Triassici in quanto nel sito non era previsto alcun intervento dell Azione C1. 14

15 I rilevamenti video/fotografici sono stati svolti a partire dal tramonto per una durata minima di almeno 1.30h per ogni cavità (in media le registrazioni ottenute hanno una durata di 2h). I filmati ottenuti sono stati visionati con il programma VLC media player che permette di rallentare la velocità di riproduzione, consentendo così agli operatori di osservare meglio gli eventi registrati. Alcuni filmati sono stati visionati da studenti dell Università di Bologna e saranno oggetto di tesi di laurea. Indagine bioacustica - L identificazione bioacustica tramite bat-detector con registrazione digitale degli ultrasuoni consente di effettuare molte osservazioni senza alcun impatto sui chirotteri. I rilevamenti bioacustici sono stati effettuati presso gli ingressi delle cavità naturali e artificiali soggette all Azione C1 del Progetto Life+ 08 NAT/IT/000369, mediamente è stato eseguito un rilevamento per ogni sito nel periodo estivo ed autunnale dell anno 2014 e nella primavera del In particolare, sono state indagate un totale di 27 cavità: 9 nei Gessi Bolognesi, 3 nei Gessi di Zola Predosa, 1 nei Gessi di Onferno (2 ingressi), 13 nella Vena del Gesso Romagnola, 1 nei Gessi di Borzano e nessuna nei Gessi Triassici in quanto nel sito non era previsto alcun intervento dell Azione C1. Tale rilevamento è stato effettuato grazie all impiego del bat detector Pettersson D1000, strumento in grado d intercettare gli ultrasuoni emessi dagli animali mediante uno speciale microfono e di abbassarne la frequenza in modo da renderli udibili all orecchio umano, convertendoli, cioè, in un intervallo di frequenza compreso fra 20 Hz e 20 khz. Le emissioni sonore raccolte sono poi state scaricate su un computer tramite la versione 4.03 del programma Bat Sound (Pettersson Elektronik, Uppsala). Le registrazioni sono state campionate a Hz, 16 bits, in mono e a 512 pt. FFT con una Hamming window di analisi. Con il bat detector in modalità di espansione temporale (Time-Expanded) si ha una trasformazione dei segnali ultrasonori molto vantaggiosa in quanto la struttura del segnale è completamente conservata e si presta ad analisi dettagliate. Inoltre, si opera su un ampia banda e si rilevano tutti i passaggi di Chirotteri indipendentemente dalla frequenza degli impulsi. L utilizzo del bat detector è una tecnica di monitoraggio che è complementare alle altre tecniche utilizzate nell indagine ed inoltre consente di effettuare molte osservazioni senza alcun impatto sui Chirotteri. E un metodo d indagine non invasivo e, anche se di recente applicazione e in continuo progresso, consente di distinguere un certo numero di specie di Chirotteri. I richiami delle varie specie sono, infatti, abbastanza diversi fra loro e consentono l identificazione di alcune delle principali specie senza alcun impatto sugli animali studiati. L analisi acustica della chirotterofauna risulta utile per determinare le diverse specie criptiche caratterizzate da una differente frequenza di massima energia degli impulsi di ecolocalizzazione, ma da identici caratteri morfologici (Pipistrellus pipistrellus e P. pygmaeus). Tuttavia l efficacia del bat detector nel rilevare la presenza di Chirotteri dipende da numerose variabili, tra cui la sensibilità dello strumento, l intensità del segnale, la struttura dell habitat in cui si effettua il rilevamento, la distanza tra sorgente e ricevitore e le loro rispettive posizioni. Per tale motivo, 15

16 durante le operazioni di campo, l ascolto dei suoni è sempre accompagnato, per quanto possibile, dall osservazione diretta dell animale rivolgendo particolare attenzione alla colorazione della pelliccia, alle dimensioni, alla sagoma, all altezza e al tipo di volo e ad altre caratteristiche del comportamento utili all identificazione. Figura 5.6: Illustrazione schematica dei sonogrammi di segnali di ecolocalizzazione di differenti specie di Chirotteri. Sono inoltre illustrate le differenti fasi dell emissione in base all attività svolta dal pipistrello (da Hill & Smith, 1984). I rilievi sono stati svolti durante le ore di massima attività dei Chirotteri, ovvero subito dopo il tramonto, per circa 2 ore. In questo modo si sono potuti osservare gli esemplare lasciare le cavità monitorate, seguendo particolari corridoi di volo. I dati di ogni rilevamento sono stati annotati su apposite schede, successivamente informatizzate in tabelle di Excel. Gli ultrasuoni rilevati sono stati quindi analizzati da operatori qualificati per arrivare a classificarne la specie d appartenenza, qualora possibile, o semplicemente identificarne il Genere, nel caso di specie difficilmente distinguibili come, per esempio, i Myotis spp.. In particolare sono stati analizzati alcuni dei principali parametri acustici: frequenza di inizio, frequenza di fine, frequenza di massima energia, durata dell impulso e intervallo temporale fra due impulsi consecutivi. Tali parametri sono stati confrontati con quelli indicati nella letteratura di riferimento per determinare le specie o generi rilevati. La determinazione si basa sulle attuali conoscenze di letteratura (Barataud, 2012 e Russ, 2012). Una volta ottenuta la classificazione dei suoni, è stata valutata l attività delle varie specie di Chirottero rilevate presso le cavità indagate. In particolare, l attività dei pipistrelli (bat activity) è calcolata come il numero di passaggi di Chirotteri registrati per ora di tempo di rilevamento ed è espressa come passaggi/ora (Lloyd, Law & Goldingay, 2006). Con il termine passaggio si intende un impulso sonoro composto da più segnali di ecolocalizzazione successivi ed emessi dallo stesso individuo. 16

17 Controllo delle bat-box e bat-board - terminata la posa dei rifugi artificiali è stato svolto un primo controllo dell utilizzo di tali strutture già in fase di ante operam. Il controllo è stato poi ripetuto durante il post operam per valutare l effettivo utilizzo da parte dei pipistrelli delle strutture messe a disposizione a distanza di 2 anni. L ispezione si è svolta mediante l utilizzo di una scala per raggiungere le cassette nido e di una telecamera specializzata con camera allungata estensibile e flessibile per osservarne il contenuto all interno. In questa fase si è inoltre provveduto alla pulizia delle cassette. I rilevamenti sono stati svolti nel periodo primaverile/estivo del 2013, nell estate del 2014 e nell autunno del Figura 5.7: Attività di controllo del contenuto dei rifugi artificiali per pipistrelli ed uccelli, installati nell ambito del Progetto Life+, presso giovani aree boscate ed in punti strategici per la sensibilizzazione del pubblico verso la conservazione di questi animali (Foto di F. Grazioli). Georeferenziazione su cartografia speleologica e cartografia tecnica dei dati raccolti - I dati raccolti durante le attività di monitoraggio sono inseriti all interno di un GIS. Per ogni grotta è stato utilizzato come base il rilievo della cartografia speleologica georeferenziato dal Servizio Geologico Sismico e dei Suoli nel sistema UTM fuso 32 nord sul quale è stato posizionato un layer di punti rappresentanti gli individui e le colonie di pipistrelli. Per ogni punto sono stati inseriti i seguenti attributi: sito del monitoraggio (area oggetto d indagine), data di rilevamento, specie, numero d individui, presenza di colonie svernanti e/o riproduttive, tipologia della cavità indagata (cavità naturale o artificiale). Nella tabella del layer contenente le grotte indagate sono stati aggiunti i campi relativi a minacce e interferenze specifiche rilevate. 17

18 6. Risultati Le indagini svolte in fase di post operam hanno interessato un totale di 34 cavità ipogee (Tab. 6.1), fra quelle sottoposte a chiusura come previsto dall Azione C1 del Progetto Life+ e quelle ritenute importanti per il contributo alla conservazione dei Chirotteri della Regione. In totale sono state svolte 41 ore di registrazioni con il bat detector, 60 ore e 32 minuti di riprese video presso gli ingressi delle cavità indagate e 52 sopralluoghi all interno di esse alla ricerca di nursery ed individui in svernamento con l obiettivo di valutare eventuali cambiamenti quali/quantitativi nella chirotterofauna frequentante i siti oggetto di indagine. Tabella 6.1: Elenco delle cavità oggetto del Progetto Life+ e relativi rilievi svolti in fase di post operam. Cavità indagate in fase post-operam Azione Rilievo diretto / fotografico Rilievo video / fotografico Rilievo bioacustico SIC-ZPS IT GESSI BOLOGNESI, CALANCHI DELL'ABBADESSA Cavità chiusa per evitarne Buco II delle Candele - C l'interramento, ma non vi può ER-BO 46 essere il passaggio della fauna Cava presso la Grotta del Lavori di chiusura della cavità C Farneto in svolgimento Ex Cava Fiorini (riapertura di cavità naturale Lavori di chiusura della cavità C1-C presso cava Gessi Emiliani di in svolgimento Farneto) Cavità non sottoposta a Ex Cava Ghelli \ chiusura, ma di interesse conservazionistico per i Chirotteri Grotta Coralupi - ER-BO 92 \ Cavità non sottoposta a chiusura, ma di interesse conservazionistico per i Chirotteri Grotta del Buco delle Selci - ER-BO 877 C Grotta del Farneto - ER-BO 7 \ Grotta della Spipola - ER-BO 005 Grotta delle Pisoliti - ER-BO 550 Grotta dell'ottantennale - ER-BO 878 \ C C Grotta Novella - ER BO 287 \ Inghiottitoio dell'acquafredda - ER-BO 003 C Note Cavità chiusa per evitarne l'interramento, ma non vi può essere il passaggio della fauna Cavità non sottoposta a chiusura, ma di interesse conservazionistico per i Chirotteri Cavità non sottoposta a chiusura, ma di interesse conservazionistico per i Chirotteri Lavori di chiusura della cavità in svolgimento Chiusura della cavità effettuata senza indagine preliminare Cavità non sottoposta a chiusura, ma di interesse conservazionistico per i Chirotteri 18

19 Inghiottitoio superiore di Castel dei Britti - ER BO 570 Monte Croara (ex Cava I.E.C.M.E.) Pozzo della Cava Gessi Emiliani (Osteriola) Pozzo presso il Pozzo di S.Antonio - ER-BO 276 C C C \ Rifugio bellico C Grotta del Fabbro - ER BO 76 \ Risorgente dell Acquafredda (Siberia) - ER-BO 004 Risorgente di Castel dei Britti - ER-BO 416 Galleria di Cava sotto Monte Rocca Grotta Michele Gortani - ER-BO 031 Meandro di Cava presso la Grotta M. Gortani Grotta di Onferno - ER-RN 456 (2 ingressi) Tana della Mussina di Borzano - ER-RE 002 C C1-C SIC IT GESSI DI MONTE ROCCA, MONTE CAPRA E TIZZANO C C \ C1 4 SIC IT ONFERNO 3 Ing. Sup. 1 Ing. Inf. 2 Ing. Sup. 2 Ing. Inf. SIC IT CA' DEL VENTO, CA' DEL LUPO, GESSI DI BORZANO C Dolina del Pomo C SIC-ZPS IT VENA DEL GESSO ROMAGNOLA Buca della Madonna - ER-RA 742 C Buco del Noce - ER-RA 107 C Cava di Monte Tondo (Saint Gobain) \ Cava SPES C Ing. 1 2 Ing. Inizialmente inserita fra le cavità da sottoporre a chiusura, ma successivamente solo bonificata Chiusura della cavità non ancora attuata a causa del mancato accordo con i proprietari privati Lavori di chiusura della cavità in svolgimento Cavità non sottoposta a chiusura, ma di interesse conservazionistico per i Chirotteri Lavori di chiusura della cavità in svolgimento Cavità non sottoposta a chiusura, ma di interesse conservazionistico per i Chirotteri Lavori di chiusura della cavità in svolgimento Chiusura della cavità non ancora attuata a causa del mancato accordo con i proprietari privati Chiusura della cavità non ancora attuata a causa del mancato accordo con i proprietari privati Cavità non sottoposta a chiusura, ma di interesse conservazionistico per i Chirotteri La chiusura collocata presso l'ingresso inferiore è stata divelta da uno smottamento del terreno e successivamente ripristinata Lavori di chiusura della cavità non ritenuti necessari Chiusura della cavità effettuata senza indagine preliminare Cavità non sottoposta a chiusura, ma di interesse conservazionistico per i Chirotteri 19

20 Grotta della Befana - ER-RA 850 Grotta della Lucerna - ER-RA 831 Grotta della Tanaccia - ER-RA 114 Grotta grande dei Crivellari - ER-RA 398 Grotta I di Ca' Boschetti - ER-RA 382 C C C C C Grotta III di Ca Boschetti C Grotta sotto Ca Castellina - ER-RA 521 C Inghiottitoi Rio Stella - ER-RA 385 C1-C Inghiottitoio a ovest di Cà Siepe - ER-RA 365 C Risorgente Rio Basino - ER-RA 372 C1-C Totale rilievi per metodologia Chiusura della cavità effettuata senza indagine preliminare Chiusura della cavità effettuata senza indagine preliminare Stato popolazione generale L attività di indagine, in fase di post operam, si è concentrata sulle cavità sottoposte ad intervento o ancora in fase progettuale. Per tale motivo non è possibile valutare la dinamica di popolazione complessiva rilevata nel corso del Progetto Life+. Infatti, la notevole discrepanza che risulterebbe dai dati sarebbe da imputare, almeno in parte, ad un monitoraggio non omogeneo: non tutte le cavità ipogee sono state ugualmente indagate in entrambe le fasi del Progetto e nelle due stagioni di rilevamento. Inoltre, il censimento attraverso la conta diretta/fotografica nei roost invernali è un metodo appropriato per i Rinolofidi e il Miniottero, specie che si appendono liberamente alla volta delle cavità sotterranee, come indicato in Guidelines for Surveillance and Monitoring of European Bats (Battersby, 2010). Pertanto, la stima della popolazione di queste specie di chirotteri nelle aree gessose dell Emilia Romagna gode di una buona approssimazione, mentre appaiono alquanto sottostimate le popolazioni delle specie prevalentemente fessuricole (Myotis spp. e Plecotus spp.) difficilmente contattabili in grotta. Una valutazione quali-quantitativa della popolazione svernante di chirotteri nelle aree gessose dell Emilia Romagna è, quindi, da riferire al monitoraggio ante operam del Progetto ( ), come riportato in tabella 6.2. In tabella 6.3 si riportano i dati del monitoraggio in fase di post operam del Progetto, relativi alle cavità sottoposte ad intervento o ancora in fase progettuale. 20

21 Tabella 6.2: Esemplari rilevati attraverso conteggi simultanei negli inverni 2010/2011 e 2011/2012 (fase di ante operam del Progetto Life+ ). Inverno 2010/2011 SIC IT IT IT IT IT IT Totale N cavità ipogee ispezionate esemplari Eptesicus serotinus Miniopterus schreibersii No Data Myotis spp DP Myotis blythii/myotis myotis Plecotus spp Rhinolophus euryale Rhinolophus ferrumequinum Rhinolophus hipposideros Inverno 2011/2012 SIC IT IT IT IT IT IT Totale N cavità ipogee ispezionate esemplari Eptesicus serotinus Miniopterus schreibersii Myotis spp Myotis blythii/myotis myotis Plecotus spp Rhinolophus euryale Rhinolophus ferrumequinum Rhinolophus hipposideros Tabella 6.3: Esemplari rilevati attraverso conteggi simultanei negli inverni 2012/2013, 2013/2014 e 2014/2015 (fase di post operam del Progetto Life+ ). Inverno 2012/2013 SIC IT IT IT IT IT IT Totale N cavità ipogee ispezionate esemplari Eptesicus serotinus Miniopterus schreibersii 0 0 No Data Myotis spp Myotis blythii/myotis myotis Plecotus spp Rhinolophus euryale Rhinolophus ferrumequinum Rhinolophus hipposideros Inverno 2013/2014 SIC IT IT IT IT IT IT Totale N cavità ipogee ispezionate esemplari Eptesicus serotinus Miniopterus schreibersii Myotis spp Myotis blythii/myotis myotis Plecotus spp Rhinolophus euryale Rhinolophus ferrumequinum Rhinolophus hipposideros

22 Inverno 2014/2015 SIC IT IT IT IT IT IT Totale N cavità ipogee ispezionate esemplari Eptesicus serotinus Miniopterus schreibersii Myotis spp Myotis blythii/myotis myotis Plecotus spp Rhinolophus euryale Rhinolophus ferrumequinum Rhinolophus hipposideros Ruolo dei roost Nell ambito della fase di post operam del Progetto Life+, sono state indagate 25 cavità ipogee che ricoprono il ruolo di rifugio invernale e/o di sito riproduttivo per diverse specie di pipistrelli dell Allegato II della Direttiva Habitat. Applicando i criteri di gerarchizzazione proposti da Agnelli et al. (2004) (Tab. 6.4), attualmente almeno 15 delle cavità ipogee indagate, fra siti di svernamento e roost riproduttivi, risulterebbero di interesse nazionale e, sicuramente, tra quelli più importanti della Regione Emilia Romagna per la conservazione dei chirotteri (Tab. 6.5). Tabella 6.4: Criteri per la valutazione dei roost di particolare interesse conservazionistico per i Chirotteri, proposti a livello nazionale da Agnelli et al. (2004). CLASSE N N SPECIE SPECIE ESEMPLARI A 4 Qualsiasi 50 B 3 Qualsiasi 100 C 2 Tutte, tranne se entrambe fra: P. kuhlii, H. savii, P. pipistrellus e P. pygmaeus 150 D 1 M. punicus e specie All. II Dir. 92/43/CEE tranne M. schreibersii 50 E 1 M. schreibersii e tutte le specie non citate nella riga precedente tranne: P. kuhlii, H. savii, P. pipistrellus e P. pygmaeus 200 Tabella 6.5: Roost di interesse conservazionistico, indagati nell ambito del Progetto Life+. Cavità ipogea Classe SIC IT GESSI TRIASSICI Tanone grande della gacciolina - ER-RE 154 A SIC-ZPS IT GESSI BOLOGNESI, CALANCHI DELL'ABBADESSA Inghiottitoio dell'acquafredda - ER-BO 003 A Grotta della Spipola - ER-BO 005 A Monte Croara (ex Cava IECME) A Ex Cava Fiorini B SIC IT GESSI DI MONTE ROCCA, MONTE CAPRA E TIZZANO Galleria di cava sotto Monte Rocca A 22

23 SIC-ZPS IT VENA DEL GESSO ROMAGNOLA Inghiottitoio a ovest di Ca Siepe - ER-RA 365 Sistema Carsico Inghiottitoi Rio Stella - ER-RA 385 / Risorgente Rio Basino - ER-RA 372 Grotta della Lucerna - ER-RA 831 Buco del Noce - ER-RA 107 Grotta Tanaccia - ER-RA 114 Cava SPES Cava di Monte Tondo (Saint Gobain) Grotta di Onferno - ER-RN 456 SIC IT ONFERNO B A B C D D B A Inizialmente, prima delle opere realizzate dal Progetto Life+, solo 7 cavità presentavano una chiusura che impedisse totalmente, o in parte, l ingresso al personale non autorizzato. Di esse, solo la Grotta della Spipola (ER BO 005) ha una struttura a protezione dell ingresso già progettata in base alle esigenze delle specie di chirotteri presenti. Le restanti 6, invece, presentavano cancelli non bat-compatibili, ovvero poco permeabili al transito della fauna troglofila, o facilmente valicabili dall uomo e quindi non funzionali alla protezione del sito. Delle 15 cavità di particolare interesse conservazionistico per la chirotterofauna, 4 non sono state oggetto di alcun intervento del Progetto. Si tratta principalmente di ambienti di cava di proprietà privata (Cava di Monte Tondo della Saint Gobain, Galleria di Cava sotto Monte Rocca, Monte Croara con la ex Cava I.E.C.M.E.) e del Tanone Grande della Gacciolina (ER RE 154). Le restanti 10 cavità sono state protette con cancelli adeguati alle esigenze delle specie rilevate durante le indagini svolte in fase ante operam. Lo stesso è stato fatto per altri 13 siti ipogei di minore importanza, per un totale di 26 cavità protette in modo compatibile con la frequentazione della fauna troglofila. I risultati delle indagini svolte in fase di post operam nell ambito del Progetto Life+ 08 NAT/IT/000369, vengono presentati suddivisi nei principali campi d intervento di conservazione attuati: Azione C1 Chiusura di grotte naturali e di cavità artificiali ad esse connesse, Azione C3 Interventi di riqualificazione e disostruzione di doline, inghiottitoi e grotte ed Azione C6 Posa di bat box e bat board 6.1 Azione C1 - Chiusura di grotte naturali e di cavità artificiali ad esse connesse L intervento di chiusura di cavità ipogee è finalizzato alla tutela diretta dell habitat 8310 e delle colonie di chirotteri troglofili che lo frequentano, mediante la posa di cancelli che impediscono l accesso di persone non autorizzate, ma che consentono il passaggio della fauna. 23

24 La chiusura di ogni sito è specifica e individuata fra le migliori soluzioni progettuali in base alla frequentazione della cavità da parte dei chirotteri, al ruolo biologico che essa riveste ed ai rischi per l incolumità delle persone. Ogni intervento ha tenuto conto dei risultati delle indagini effettuate in fase ante operam e delle indicazioni tecniche riportate da Tony Mitchell-Jones, Zoltán Bihari, Matti Masing & Luísa Rodrigues in Protecting and managing underground sites for bats (2007). Nella maggior parte dei casi, sono stati posizionati cancelli a griglia con sbarre orizzontali distanziate fra loro di cm e sbarre verticali poste ad almeno 60 cm l una dall altra. Le cavità ipogee frequentate da Miniopterus schreibersii sono state invece protette da alte recinzioni poste a distanza dall accesso data la sensibilità di questa specie per ogni forma di restrizione all accessibilità. Da formulario del Progetto, è prevista la chiusura di 18 grotte naturali (10 km di ipogeo protetto) e di 5 cavità artificiali (6 km di gallerie protette), per un totale di 23 cavità (Tab. 6.6). Tuttavia, data le particolari difficoltà di ordine tecnico, logistico e pratico di tale azione, sono state apportate modifiche nella scelta delle cavità da proteggere (Tab.6.6) e si sono verificati dei ritardi causati dal mancato accordo con i proprietari privati ed iter burocratici. Ad oggi i lavori sono stati conclusi in 20 cavità, di cui 19 naturali ed 1 artificiale. Inoltre, sono stati già approvati i progetti per la chiusura di altre 6 cavità (2 grotte naturali e 4 cavità artificiali), i cui lavori inizieranno a breve. Per quanto riguarda la Dolina del Pomo, già sottoposta all intervento di riqualificazione (Azione C3), l azione C1 è risultata superflua, mentre per altre 3 cavità, probabilmente, non si effettuerà l intervento a causa del mancato accordo con i proprietari privati. Tabella 6.6: Elenco delle cavità oggetto dell Azione C1 del Progetto Life+ e successive modifiche. Cavità C1 da Formulario Cavità C1 effettive Note Pozzo dei Modenesi - ER-BO 68 Cava presso la grotta del Farneto - SIC-ZPS IT GESSI BOLOGNESI, CALANCHI DELL'ABBADESSA Grotta del Buco delle Selci - ER-BO 877 Cava presso la grotta del Farneto Ex Cava Fiorini (riapertura di cavità naturale presso cava Gessi Emiliani di Farneto) Grotta delle Pisoliti - ER-BO 550 Grotta delle Pisoliti - ER-BO 550 Inghiottitoio dell Acquafredda - ER-BO 003 Inghiottitoio superiore di Castel dei Britti - ER-BO 570 Monte Croara (ex Cava I.E.C.M.E.) Rifugio bellico Risorgente dell Acquafredda (Siberia) - ER-BO 004 Inghiottitoio dell Acquafredda - ER-BO 003 Buco II delle Candele - ER-BO 46 Pozzo della Cava Gessi Emiliani (Osteriola) Rifugio bellico Risorgente dell Acquafredda (Siberia) - ER-BO 004 Modifica dovuta ad un maggiore significato conservazionistico della cavità. Chiusura conclusa Lavori di chiusura della cavità in svolgimento Lavori di chiusura della cavità in svolgimento Lavori di chiusura della cavità in svolgimento Chiusura della cavità conclusa Modifica dovuta ad un maggiore significato conservazionistico della cavità. Chiusura conclusa Modifica dovuta al mancato accordo con i proprietari privati. Lavori di chiusura della cavità in svolgimento e senza indagine preliminare Lavori di chiusura della cavità in svolgimento Lavori di chiusura della cavità in svolgimento 24

25 Risorgente di Castel dei Britti - ER-BO 416 Grotta dell Ottantennale - ER-BO 878 SIC IT GESSI DI MONTE ROCCA, MONTE CAPRA E TIZZANO Modifica dovuta al mancato accordo con i proprietari privati. Chiusura della cavità conclusa, senza indagine preliminare Galleria di Cava sotto Monte Rocca - Chiusura della cavità non ancora attuata a causa del mancato accordo con i proprietari privati Grotta Michele Gortani - ER-BO 031 Grotta Michele Gortani - ER-BO 031 Chiusura della cavità conclusa Grotta di Onferno - ER-RN 456 (2 ingressi) Tana della Mussina di Borzano - ER-RE 002 SIC IT ONFERNO Grotta di Onferno - ER-RN 456 (2 ingressi) SIC IT CA DEL VENTO, CA DEL LUPO, GESSI DI BORZANO Tana della Mussina di Borzano - ER-RE 002 Dolina del Pomo - SIC-ZPS IT VENA DEL GESSO ROMAGNOLA Chiusura della cavità conclusa. La barriera collocata presso l'ingresso inferiore è stata divelta da uno smottamento del terreno e successivamente riposizionata Chiusura della cavità conclusa Lavori di chiusura della cavità non ritenuti necessari - Buca della Madonna - ER-RA 742 Chiusura della cavità conclusa, senza indagine preliminare Modifica dovuta ad un maggiore Buco I di Monte Mauro - ER-RA 125 Buco del Noce - ER-RA 107 significato conservazionistico della cavità. Chiusura conclusa Cava SPES Cava SPES Chiusura della cavità conclusa Grotta della Befana -ER-RA 850 Grotta della Befana -ER-RA 850 Chiusura della cavità conclusa, tuttavia si è verificata una frana che ha interessato l'area della cavità Grotta della Lucerna - ER-RA 831 Grotta della Lucerna - ER-RA 831 Chiusura della cavità conclusa Grotta della Lucerna - ER-RA 831 Grotta della Tanaccia - ER-RA 114 Chiusura della cavità conclusa - Grotta I di Ca Boschetti - ER-RA 382 Chiusura della cavità conclusa Risorgente dei Monteroni - ER-RA 370 Grotta del Re Tiberio - ER-RA 36 Grotta sotto Ca Castellina - ER-RA 521 Grotta III di Ca Boschetti - ER-RA 846 Grotta grande dei Crivellari - ER-RA 398 Grotta sotto Ca Castellina - ER-RA 521 Modifica dovuta al rifiuto dei proprietari dell'ingresso della cavità. Chiusura conclusa senza indagine preliminare Modifica dovuta ad un maggiore significato conservazionistico della cavità. Chiusura conclusa Chiusura della cavità conclusa senza indagine preliminare in quanto completamente occlusa dal terreno Inghiottitoi Rio Stella - ER-RA 385 Inghiottitoi Rio Stella - ER-RA 385 Chiusura della cavità conclusa Inghiottitoio a ovest di Ca Siepe - Inghiottitoio a ovest di Ca Siepe - Chiusura della cavità conclusa ER-RA 365 ER-RA Risorgente Rio Basino - ER-RA 372 Chiusura della cavità conclusa Si sottolinea il fatto che per le cavità ipogee, indagate in fase ante operam del Progetto, nel SIC IT Gessi Triassici (Reggio Emilia) non sono state previste chiusure e che quindi, in fase 25

26 post operam, non è stato svolto alcun rilevamento. Tuttavia si conferma la presenza della colonia invernale nel 2014, su segnalazione del gruppo speleologico reggiano GSPGC. * Tabella 6.7: Risultati qualitativi delle indagini svolte in ante e post operam presso le cavità oggetto dell Azione C1 del Progetto Life+. Cavità in cui non è stato rilevato alcun esemplare di Chirottero. Dato di presenza rilevato in fase di ante operam Dato di presenza rilevato in fase di ante operam e confermato in post operam Dato di presenza rilevato in fase di ante operam e non confermato in post operam Nuovo dato di presenza rilevato in fase di post operam Barbastella barbastellus (Schreber, 1774) Eptesicus serotinus (Schreber, 1774) Nyctalus leisleri (Kuhl, 1817) Hypsugo savii ( Bonaparte, 1837) Miniopterus schreibersii (Kuhl, 181) Pipistrellus pygmaeus (Leach, 1825) Myotis spp. Myotis bechsteinii (Kuhl, 1817) Inghiottitoio dell'acquafredda - ER-BO 003 Grotta dell'ottantennale Grotta del Buco delle Selci - ER-BO 8 * Buco II delle Candele - ER-BO 46 * Rifugio bellico Risorgente dell Acquafredda - ER-BO 004 Grotta delle Pisoliti - ER-BO 550 Pozzo della Cava Gessi Emiliani (Osteriola) * Cava presso la grotta del Farneto Ex Cava Fiorini Grotta Michele Gortani - ER-BO 031 Grotta di Onferno - ER-RN 456 Tana della Mussina di Borzano - ER-RE 002 Grotta della Lucerna - ER-RA 831 Buco del Noce - ER-RA 10 Inghiottitoio a ovest di Cà Siepe - ER-RA 365 Risorgente Rio Basino - ER-RA 32 Inghiottitoi Rio Stella - ER-RA 385 Cava SPES Grotta della Tanaccia - ER-RA 114 Grotta della Befana -ER-RA 850 Grotta grande dei Crivellari - ER-RA 398 Buca della Madonna - ER-RA 42 Grotta I di Ca' Boschetti - ER-RA 382 Grotta III di Ca' Boschetti - ER-RA 846 * Grotta sotto Cà Castellina - ER-RA 521 * SIC-ZPS IT GESSI BO LO GNESI, CALANCHI DELL'ABBADESSA SIC IT GESSI DI MONTE ROCCA, MONTE CAPRA E TIZZANO Myotis blythii (Thomes, 1857) Myotis myotis (Borkhausen,1797) Myotis capaccinii (Bonaparte,1837) SIC IT O NFERNO Myotis daubentonii (Kuhl, 1817) Myotis emarginatus (E.Geoffroy, 1806) Myotis mystacinus (Kuhl, 1817) Myotis nattereri (Kuhl, 1817) Nyctalus lasiopterus (Schreber, 1780) SIC IT CA' DEL VENTO, CA' DEL LUPO, GESSI DI BORZANO SIC-ZPS IT VENA DEL GESSO ROMAGNOLA Nyctalus noctula (Schreber, 1774) Pipistrellus kuhlii (Kuhl, 1817) Pipistrellus nathusii (Keyserling et Blasius, 1839) Pipistrellus pipistrellus (Schreber, 1774) Plecotus spp. Plecotus auritus (Linnaeus, 1758) Plecotus austriacus (Fischer, 1829) Rhinolophus euryale Blasius,1853 Rhinolophus ferrumequinum (Schreber, 1774) Rhinolophus hipposideros (Bechstein, 1800) Tadarida teniotis (Rafinesque, 1814) 26

27 Nel complesso, le indagini svolte in fase di post operam presso le cavità sottoposte a chiusura (Azione C1 del Progetto) non hanno evidenziato impatti negativi diretti sulla chirotterofauna a breve termine (Tab. 6.7). Nella maggioranza dei casi in cui la presenza, rilevata in fase di ante operam, non è stata confermata con le indagini del post operam, si tratta di specie contattate con il bat-detector nell ambiente circostante il sito indagato e quindi non sempre frequentanti la cavità oggetto dell Azione C1 del Progetto. In alcuni di questi casi, l identificazione si è fermata a livello generico, invece che specifico, in quanto la qualità del dato raccolto non ha consentito un adeguato livello di certezza. Si conferma, quindi, la bontà dell intervento attuato, ma si evidenzia la necessità di una continua manutenzione delle strutture installate per mantenerle funzionali ed evitarne l occlusione da parte della vegetazione e/o da materiale inerte. Di seguito si riportano i risultati per singola cavità indagata. Note relative alle tabelle che seguono: Le specie evidenziate con lo sfondo azzurro sono inserite nell Allegato II della Direttiva Habitat. NR: cavità Non Rilevata durante la campagna di monitoraggio. ND: Nessun Dato relativo alle specie presenti nella cavità. DP: Dato Parziale, qualora sia stata fatta una stima approssimativa della quantità di esemplari osservati o non sia stato possibile completare il sopralluogo della cavità per motivi di sicurezza. Dato di presenza non confermato. ER BO 3 - Inghiottitoio dell Acquafredda SIC di appartenenza: SIC-ZPS IT Gessi Bolognesi, Calanchi dell Abbadessa Comune: Pianoro Località: Croara Proprietà dell ingresso: Proprietà Pubblica. Descrizione della cavità: Grotta di massima importanza e di rilevanza generale. Si tratta di una cavità complessa con numerosi accessi, vari livelli fossili ed ampi ambienti di frana (Fig. 6.1, 6.2). Fa parte del complesso Spipola - Acquafredda e presenta uno sviluppo reale di m con un dislivello totale di 88 m. Figura 6.1: Rilievo cartografico speleologico dello Inghiottitoio della Acquafredda (ER BO 3). 27

28 Figura 6.2: Proiezione cartografica speleologica dell Inghiottitoio dell Acquafredda (ER BO 3). Descrizione della chiusura: Il cancello è formato da due elementi ed è realizzato da angolari e barre di acciaio saldati ed imbullonati tra loro ed infissi mediante resina chimica nella roccia. La base è stata cementata per evitare lo scalzamento dell opera in seguito allo scorrimento delle acque del Rio Acquafredda. La struttura è stata installata nell ottobre del 2013 ad opera dei volontari del GSB-USB (Gruppo Speleologico di Bologna - Unione Speleologica di Bologna) (Fig. 6.3 e 6.4). Figura 6.3: Chiusura dell Inghiottitoio dell Acquafredda (ER-BO 3) realizzata con il Progetto Life+ (Foto di F. Grazioli). 28

29 Figura 6.4: Speleologi al lavoro durante la posa del cancello presso l Inghiottitoio dell Acquafredda (ER BO 3) (Foto di F. Grazioli). Chirotteri: Dalle indagini svolte nel corso del Progetto, applicando le varie tecniche di monitoraggio previste dal protocollo operativo, la cavità e l area limitrofa ad essa risultano frequentate dalle seguenti specie di Chirotteri: Specie della Regione Emilia-Romagna Ante operam Post operam Rhinolophus euryale Blasius,1853 Rhinolophus ferrumequinum (Schreber, 1774) Rhinolophus hipposideros (Bechstein, 1800) Barbastella barbastellus (Schreber, 1774) Eptesicus serotinus (Schreber, 1774) Hypsugo savii (Bonaparte, 1837) Myotis spp. Myotis bechsteinii (Kuhl, 1817) Myotis blythii (Thomes, 1857) Myotis capaccinii (Bonaparte,1837) Myotis daubentonii (Kuhl, 1817) Myotis emarginatus (E.Geoffroy, 1806) Myotis myotis (Borkhausen,1797) Myotis mystacinus (Kuhl, 1817) Myotis nattereri (Kuhl, 1817) Nyctalus lasiopterus (Schreber, 1780) Nyctalus leisleri (Kuhl, 1817) Nyctalus noctula (Schreber, 1774) Pipistrellus kuhlii (Kuhl, 1817) Pipistrellus nathusii (Keyserling et Blasius, 1839) Pipistrellus pipistrellus (Schreber, 1774) Pipistrellus pygmaeus (Leach, 1825) Plecotus spp. Plecotus auritus (Linnaeus, 1758) Plecotus austriacus (Fischer, 1829) Miniopterus schreibersii (Kuhl, 1817) Tadarida teniotis (Rafinesque, 1814) 29

30 Molto probabilmente Eptesicus serotinus, Hypsugo savii, Nyctalus noctula, Pipistrellus kuhlii e Pipistrellus pipistrellus sono esemplari di passaggio nell ambiente circostante l ingresso della cavità indagata e rilevati con il bat-detector. L indagine bioacustica, svolta in fase di post operam, conferma la composizione specifica della chirotterofauna che frequenta la cavità ipogea rilevata prima dello svolgimento dei lavori (Tab. 6.8). Tabella 6.8: Risultati dell indagine bioacustica svolta in fase ante e post operam presso l ingresso dell Inghiottitoio dell Acquafredda (ER BO 3). Specie individuate Agosto 2010 Ante operam [indice di attività (passaggi/h)] Settembre 2010 Luglio 2011 Settembre 2011 Post operam [indice di attività (passaggi/h)] Giugno 2014 Settembre 2014 Eptesicus serotinus Hypsugo savii Myotis daubentonii Myotis myotis / Myotis blythii Myotis spp Nyctalus noctula Pipistrellus kuhlii Pipistrellus pipistrellus Plecotus spp Rhinolophus euryale Rhinolophus ferrumequinum Rhinolophus hipposideros Figura 6.5: Esemplare di grande Myotis, fotografato con macchina fotografica IR, in transito presso l Inghiottitoio dell Acquafredda (Foto di F. Grazioli). L Inghiottitoio dell Acquafredda risulta una cavità di rilevante importanza per la ricca chirotterofauna che vi risiede. Viene utilizzata sia durante le fasi di svernamento e swarming, periodo dell anno in cui tale cavità viene maggiormente frequentata dai pipistrelli, che come rifugio estivo. Tuttavia, non è mai stata rilevata alcuna nursery durante i sopralluoghi nel periodo estivo (Tab. 6.9). 30

31 Tabella 6.9: Risultati dei rilevamenti diretti svolti in fase ante e post operam presso l Inghiottitoio dell Acquafredda. Specie osservate nei rilevamenti diretti Estate 2010 Inverno 2010/11 Ante operam (numero esemplari) Primavera 2011 Inverno 2011/12 Inverno 2012/13 Primavera 2013 Post operam (numero esemplari) Inverno 2014/15 Myotis bechsteinii (Kuhl, 1817) Myotis blythii (Thomes, 1857) / Myotis myotis (Borkhausen,1797) Myotis emarginatus (E.Geoffroy, 1806) 11 ND Myotis spp Plecotus spp. 1 Rhinolophus ferrumequinum (Schreber, 1774) Rhinolophus hipposideros (Bechstein, 1800) Si rimanda alla relativa cartografia per la distribuzione puntuale degli esemplari rilevati lungo lo sviluppo della cavità indagata nei vari anni di indagine. Nello specifico, il rilevamento degli svernanti nell inverno 2014/2015 è stato svolto accedendo dal P.P.P., proseguendo fino alla Staffa e poi alla Sala del Fantasma. Esso conferma le specie già riscontrate in fase ante operam, con quantità numeriche per lo più costanti. Di particolare interesse è l individuazione di colonie di piccoli Mytois, specie tipicamente fessuricole (Fig. 6.6 e 6.7). Tali dati, inoltre, confermano le presenze rilevate durante le indagini svolte nel 2005, in cui è stata impiegata la tecnica di cattura temporanea dei pipistrelli con mist-net. In questa precedente indagine erano stati catturati vari esemplari di Myotis emarginatus, Myotis bechsteinii e Myotis nattereri in uscita dall Inghiottitoio dell Acquafredda. Figura 6.6: Una delle colonie di Myotis emarginatus in ibernazione presso l Inghiottitoio dell Acquafredda. (Foto di F. Grazioli) Figura 6.7: Esemplare di Myotis bechsteinii in ibernazione presso l Inghiottitoio dell Acquafredda. (Foto di F. Grazioli) 31

32 Dall analisi del filmato della durata di oltre 3 ore, realizzato a giugno 2014 con una videocamera con funzione IR, si comprende che la struttura installata risulta permeabile al transito dei chirotteri ed assolve alla funzione di proteggere l ambiente ipogeo in questione. In particolare, sono stati osservati 17 transiti (6 in uscita e 11 in entrata) durante i quali gli esemplari utilizzano agevolmente la feritoia più grande, anche se, in alcuni casi viene utilizzata la feritoia alla base con qualche difficoltà. Il filmato conferma un utilizzo più sporadico di questa cavità nel periodo estivo, rispetto all elevata attività riscontrata nel periodo autunnale (fase di swarming) ed alla buona occupazione invernale. La permeabilità della chiusura nel periodo di swarming, in cui si sono rilevati 800/900 passaggi di entrata e uscita per notte, non è stata tuttavia verificata a causa delle cattive condizioni meteorologiche. Figura 6.8: Esemplari di piccoli Myotis, fotografati con macchina fotografica con funzioni IR, in transito presso il cancello dell Inghiottitoio dell Acquafredda (Foto di F. Grazioli). Minacce presenti: Minacce specifiche rilevate in Ante Operam [minacce riferite a tutte le specie] - Distruzione e perturbazione habitat per specie troglofile: la minaccia si concretizza nella distruzione di affioramenti rocciosi in cui sono presenti fenomeni carsici che ospitano colonie di pipistrelli troglofili ovvero dalla distruzione di siti ipogei artificiali (cave in galleria, miniere, cantine,...) e naturali, spesso con la volontaria chiusura degli accessi per ragioni di sicurezza; il disturbo può derivare anche dalla pratica speleologica e, soprattutto dalla frequentazione occasionale e dalla turisticizzazione dei siti ipogei naturali e artificiali. - Afflusso antropico presso l ingresso: la frequentazione da parte dell uomo dell area presso l ingresso del roost può causare disturbo ai chirotteri soprattutto nella fase di attività. Minacce specifiche rilevate in Post Operam [minacce riferite a tutte le specie] Grazie all installazione del cancello è ora possibile gestire l accesso e quindi l afflusso di persone alla cavità. Non è più possibile accedere al sito se privi di chiave. La presenza del cancello consente di impedire e/o limitare la fruizione a tale cavità nei periodi in cui i Chirotteri sono più sensibili al disturbo. Minaccia persistente 32

33 - Alpinismo, scalate, speleologia: la speleologia e in minore misura la pratica di arrampicare in siti rocciosi possono disturbare colonie in riproduzione o svernamento. Il fenomeno è particolarmente impattante nei siti ipogei con nursery. - Miglior accesso ai siti: interventi che facilitano l accessibilità a siti poco protetti (ad es. grotte, rifugi bellici, ponti, gallerie, manufatti idraulici,...) in cui sono presenti colonie di pipistrelli, possono favorire anche se involontariamente il disturbo fino a determinarne l abbandono. - Evoluzione della biocenosi (processi naturali): occlusione dei corridoi di volo che conducono agli ingressi delle cavità di rifugio. - Occlusione naturale: occlusione dell ingresso del roost da parte di materiale si trasporto solido derivante da smottamenti o da attività antropica. - Inquinamento (acqua, suolo, aria)-abbandono di materiali: riduce la quantità delle prede per varie specie di chirotteri e può dare luogo a fenomeni di intossicazione e bioaccumulo. - Fotografie e riprese nei siti di rifugio o lungo i corridoi di volo dei chirotteri: la fotografia e la ripresa (anche se con trappole IR) è un potenziale disturbo alle colonie e agli esemplari, va dunque valutata con attenzione la sua finalità, la metodica e l epoca,... - Catastrofi naturali (generico): crollo di siti ipogei (gallerie, rifugi bellici, edifici, ) dovuti a varie ragioni come anche ondate eccezionali di maltempo possono localmente distruggere o danneggiare fortemente colonie di chirotteri di importanza comunitaria. - Introduzione di malattie (per specie animali): alcune malattie possono colpire popolazioni/specie di chirotteri rimaste fino ad oggi indenni. In Europa è comparsa la sindrome del naso bianco (White Nose Syndrome, WNS), oltre alla problematica sanitaria rappresentata dalla rabbia, mai riscontrata nel nostro paese che comunque non può ritenersi indenne dal potenziale problema. Tale malattia ha il principale risvolto sulla salute pubblica e l opinione pubblica. - Clima culturale : la chirotterofauna risente negativamente dei diffusi pregiudizi e di paure irrazionali, cause profonde della difficile convivenza Grazie all installazione del cancello è ora possibile gestire l accesso e quindi l afflusso di persone alla cavità. Non è più possibile accedere al sito se privi di chiave. La presenza del cancello consente di impedire e/o limitare la fruizione a tale cavità nei periodi in cui i Chirotteri sono più sensibili al disturbo. Grazie all installazione del cancello è ora possibile gestire l accesso e quindi l afflusso di persone alla cavità. Non è più possibile accedere al sito se privi di chiave. La presenza del cancello consente di impedire e/o limitare la fruizione a tale cavità nei periodi in cui i Chirotteri sono più sensibili al disturbo. E necessaria la periodica manutenzione della vegetazione presso l ingresso per evitarne la chiusura. E necessaria la periodica manutenzione con rimozione dei detriti, soprattutto dopo forti piogge. Minaccia persistente Grazie all installazione del cancello è ora possibile gestire l accesso e quindi l afflusso di persone alla cavità. Non è più possibile accedere al sito se privi di chiave. La presenza del cancello consente di impedire e/o limitare la fruizione a tale cavità nei periodi in cui i Chirotteri sono più sensibili al disturbo. Minaccia persistente in quanto dovuta a fenomeni naturali. Grazie all installazione del cancello è ora possibile gestire l accesso e quindi l afflusso di persone alla cavità. Non è più possibile accedere al sito se privi di chiave. La presenza del cancello consente di impedire e/o limitare la fruizione a tale cavità nei periodi in cui i Chirotteri sono più sensibili al disturbo ed è inoltre possibile far attuare protocolli preventivi per evitare la diffusione di malattie. Minaccia persistente nonostante la notevole attività di sensibilizzazione svolta nell ambito del progetto. 33

34 con l uomo. Analogamente risente della scarsa cultura naturalistica e dell ignoranza sui temi della conservazione dei pipistrelli. Considerazioni e indicazioni gestionali: Il cancello è permeabile al flusso della fauna troglofila, ma persistono alcune criticità che determinano la continua necessità di effettuare manutenzione alla struttura installata per mantenere libero il passaggio. Si è già infatti verificata l occlusione parziale del cancello a causa dell accumulo di rami e fango portati dal Rio Acquafredda, con conseguente deviazione del corso d acqua e creazione di un nuovo passaggio. Grazie alla tempestiva azione degli speleologi e degli operatori incaricati delle indagini, la struttura è stata disostruita e la nuova via creatasi, chiusa con ciottoli. E quindi fondamentale: Evitare l occlusione dell ingresso da materiali di trasporto solido (detriti di frana dovuta alla naturale instabilità della roccia, materiale fangoso, massi, ciottoli e detriti vegetali quali tronchi d albero, rami, ecc ) con periodici controlli ed azioni di manutenzione. Evitare la distruzione/occlusione dei corridoi di volo utilizzati dai chirotteri in uscita dalla cavità e/o come area di foraggiamento (creazione di barriere, taglio della vegetazione che occlude l ingresso, ecc ). Monitorare nei prossimi anni l eventuale impatto delle strutture installate a protezione della grotta sulla chirotterofauna del sito: impatti, frequenza di entrata/uscita, abbandono, modifica dell utilizzo della cavità, ecc... Monitorare negli anni la stabilità e sicurezza del roost. Data la ricca chirotterofauna frequentante l Inghiottitoio dell Acquafredda ed il diversificato utilizzo della cavità nei vari periodi dell anno è necessario controllare e regolamentare gli accessi alla cavità: L ingresso alla cavità deve essere consentito solo se accompagnati dal personale del gruppo speleologico di riferimento per l area in cui è sita la grotta. E necessario vietare/limitare l accesso alla cavità nel periodo invernale (novembre-febbraio), se non per scopi scientifici e/o di monitoraggio. E necessario vietare/limitare l accesso alla cavità nel periodo estivo (giugno-agosto) qualora venga segnalata la presenza di nursery, se non per scopi scientifici e/o di monitoraggio. In caso di frequentazione della cavità nei periodi sensibili per i chirotteri, è necessario valutare attentamente i percorsi ipogei per evitare la perturbazione delle colonie ed adottare tutte le più moderne indicazioni e strumentazioni per mitigare il disturbo arrecato. Evitare il disturbo diretto con riprese fotografiche, uso di flash, lampade e altri dispositivi d illuminazione utilizzando dispositivi con luce IR. Seguire il protocollo per la prevenzione della WNS (White Nose Syndrome) ed in generale adottare le principali misure per la prevenzione delle patologie infettive a carico dei chirotteri. Svolgere il monitoraggio delle patologie infettive nelle colonie di chirotteri. Sensibilizzare il mondo speleologico sui temi della conservazione e tutela dei chirotteri (potrebbe essere utile posizionare cartelli/pannelli che illustrino lo scopo della misura di protezione installata) 34

35 E inoltre necessario: Evitare interventi che facilitano l accesso al sito come la creazione di sentieri e piste nei pressi della cavità. Controllare la fruizione nell area in prossimità degli ingressi della cavità. Controllare e prevenire gli atti vandalici. Prevenire l inquinamento delle acque e del suolo nei pressi della cavità. Incentivare le pratiche agricole estensive, privilegiando l agricoltura biologica. Conservare le formazioni forestali diversificate e connesse tra loro. Monitorare degli inquinanti bioaccumulabili. ER BO Grotta dell Ottantennale SIC di appartenenza: SIC-ZPS IT Gessi Bolognesi, Calanchi dell Abbadessa Comune: San Lazzaro di Savena Località: Buca di Gaibola Proprietà dell ingresso: Proprietà Pubblica. Descrizione della cavità: La Grotta dell Ottantennale è una cavità ipogea di recente scoperta (maggio 2012), è tuttora in fase di esplorazione e per ora ha raggiunto uno sviluppo di oltre 150 m ed un dislivello di 40 m. Si tratta di una grotta a pozzi che presenta concrezioni interessanti e vari meandri. Descrizione della chiusura: Il cancello, posizionato nell ambito del Progetto Life+, è costituito da una grata in acciaio composta da una cornice su cui sono saldati elementi orizzontali a sezione cilindrica (Fig. 6.9). Tale struttura è sorretta da putrelle in acciaio, ed ha lo scopo di protegge l accesso a raso della cavità da cadute accidentali e di impedire l accesso a persone non autorizzate. Attorno al cancello sono stati posizionati vari tronchi con lo scopo di segnalare la presenza della cavità, di proteggere la struttura posizionata, oltre che per limitare l accumulo di detriti e materiale di riporto su di essa. La struttura installata consente comunque il passaggio della fauna troglofila ed è stata posizionata nell autunno del 2014 ad opera dei volontari del GSB-USB (Gruppo Speleologico Bolognese - Unione Speleologica Bolognese). La chiusura dell ingresso della Grotta dell Ottantennale è stata una scelta presa in corso d opera, in sostituzione della chiusura della Risorgente di Castel dei Britti (ER-BO 416), e per tale motivo non è stata svolta l indagine preliminare in fase ante operam. Nonostante l assenza di dati relativi alla chirotterofauna del sito o di note ecologiche di rilievo, è sorta la necessità di mantenere accessibile alla fauna la cavità in questione ed allo stesso tempo di mantenere le condizioni di sicurezza per evitare incidenti di origine antropica. Ciò ha fatto sì che si prendesse in esame la sua importanza solamente in un secondo tempo. Con il monitoraggio post operam, svolto nella primavera del 2015, si è quindi verificata la funzionalità della chiusura realizzata e si è provveduto a colmare, almeno in parte, la lacunosa conoscenza relativa a tale cavità di recente scoperta. 35

36 Figura 6.9: Chiusura della Grotta dell Ottantennale realizzata nell ambito del Progetto Life+ (Foto estrapolata dalla ripresa video IR fatta da F. Grazioli). Chirotteri: Dalle indagini svolte nel corso del Progetto, applicando le varie tecniche di monitoraggio previste dal protocollo operativo, la cavità e l area limitrofa ad essa risultano frequentate dalle seguenti specie di Chirotteri: Specie della Regione Emilia-Romagna Rhinolophus euryale Blasius,1853 Rhinolophus ferrumequinum (Schreber, 1774) Rhinolophus hipposideros (Bechstein, 1800) Barbastella barbastellus (Schreber, 1774) Eptesicus serotinus (Schreber, 1774) Hypsugo savii (Bonaparte, 1837) Myotis spp. Myotis bechsteinii (Kuhl, 1817) Myotis blythii (Thomes, 1857) Myotis capaccinii (Bonaparte,1837) Myotis daubentonii (Kuhl, 1817) Myotis emarginatus (E.Geoffroy, 1806) Myotis myotis (Borkhausen,1797) Myotis mystacinus (Kuhl, 1817) Myotis nattereri (Kuhl, 1817) Nyctalus lasiopterus (Schreber, 1780) Nyctalus leisleri (Kuhl, 1817) Nyctalus noctula (Schreber, 1774) Pipistrellus kuhlii (Kuhl, 1817) Pipistrellus nathusii (Keyserling et Blasius, 1839) Pipistrellus pipistrellus (Schreber, 1774) Post operam 36

37 Pipistrellus pygmaeus (Leach, 1825) Plecotus auritus (Linnaeus, 1758) Plecotus austriacus (Fischer, 1829) Miniopterus schreibersii (Kuhl, 1817) Tadarida teniotis (Rafinesque, 1814) Dalla scoperta della cavità, solo gli speleologi hanno avuto accesso al sito; questi riportano che durante il primo sopralluogo non sono stati osservati pipistrelli, mentre l estate successiva è stato rilevato un unico esemplare di Ferro di cavallo minore (Rhinolophus hipposideros). Nel maggio del 2015 è stato svolto l unico rilevamento riguardante la Grotta dell Ottantennale. Ciò è stato determinato dal fatto che ormai il tempo a disposizione per le attività di campo del Progetto era a termine. E stato quindi effettuato un rilevamento bioacustico con il bat-detector e, contemporaneamente, una ripresa video con la videocamera IR per ottimizzare i tempi (Fig. 6.10). Figura 6.10: Attività di indagine presso la Grotta dell Ottantennale (Foto di F. Grazioli). Dall indagine bioacustica, con il bat-detector, risulta che l area è frequentata da almeno 5 differenti specie (Tab. 6.10). Tuttavia, per ciò che riguarda la frequentazione della cavità, sembrerebbe dovuta alla sola presenza del Ferro di cavallo minore (Rhinolophus hipposideros), dato confermato anche dalle riprese video all infrarosso. Ciò verifica anche la segnalazione degli speleologi risalente a prima della posa del cancello. 37

38 Tabella 6.10: Risultati dell indagine bioacustica svolta in fase post operam presso l ingresso della Grotta dell Ottantennale. Specie individuate Post operam [indice di attività (passaggi/h)] Maggio 2015 Myotis spp Pipistrellus pipistrellus(schreber, 1774) 6.00 Rhinolophus euryale Blasius, Rhinolophus ferrumequinum (Schreber, 1774) 3.33 Rhinolophus hipposideros (Bechstein, 1800) Dall analisi del filmato, della durata di 1h e 30 minuti, realizzato con una videocamera IR, si comprende che vi sono solo 2 esemplari di Ferro di cavallo minore che compiono un continuo andirivieni prima di oltrepassare definitivamente il cancello. Ciò spiega l elevato indice di attività registrato con il bat-detector per questa specie. Con i pochi dati raccolti, la struttura installata risulta comunque permeabile al transito dei chirotteri ed assolve alla funzione di proteggere l ambiente ipogeo in questione. Si consiglia, comunque, di continuare a monitorare la cavità ed il relativo cancello per verificarne la reale funzionalità. Si suppone che la Grotta dell Ottantennale non fosse disponibile ai chirotteri prima dell intervento degli speleologi e che quindi la loro scarsa presenza, rilevata durante le indagini, sia anche dovuta alla non conoscenza da parte degli animali di questo nuovo disponibile roost. L area circostante sembra essere ben frequentata dai chirotteri (almeno 4 differenti specie registrate con il batdetector), essendo una zona boschiva caratterizzata dalla presenza di numerose cavità ipogee naturali. Si consiglia quindi di continuare a monitorare la cavità, nella speranza di una maggiore occupazione del rifugio da parte dei chirotteri, per una verifica della funzionalità e permeabilità del cancello in caso di maggiori flussi. Minacce presenti: Minacce specifiche rilevate in Ante Operam [minacce riferite a tutte le specie] - Distruzione e perturbazione habitat per specie troglofile: la minaccia si concretizza nella distruzione di affioramenti rocciosi in cui sono presenti fenomeni carsici che ospitano colonie di pipistrelli troglofili ovvero dalla distruzione di siti ipogei artificiali (cave in galleria, miniere, cantine,...) e naturali, spesso con la volontaria chiusura degli accessi per ragioni di sicurezza; il disturbo può derivare anche dalla pratica speleologica e, soprattutto dalla frequentazione occasionale e dalla turisticizzazione dei siti ipogei naturali e artificiali. Minacce specifiche rilevate in Post Operam [minacce riferite a tutte le specie] Grazie all installazione del cancello è ora possibile gestire l accesso e quindi l afflusso di persone alla cavità. Non è più possibile accedere al sito se privi di chiave. La presenza del cancello consente di impedire e/o limitare la fruizione a tale cavità nei periodi in cui i Chirotteri sono più sensibili al disturbo. Tale cavità è un nuovo potenziale roost, ora disponibile alla frequentazione della fauna grazie all attività degli speleologi. 38

39 - Afflusso antropico presso l ingresso: la frequentazione da parte dell uomo dell area presso l ingresso del roost può causare disturbo ai chirotteri soprattutto nella fase di attività. - Alpinismo, scalate, speleologia: la speleologia e in minore misura la pratica di arrampicare in siti rocciosi possono disturbare colonie in riproduzione o svernamento. Il fenomeno è particolarmente impattante nei siti ipogei con nursery. - Miglior accesso ai siti: interventi che facilitano l accessibilità a siti poco protetti (ad es. grotte, rifugi bellici, ponti, gallerie, manufatti idraulici,...) in cui sono presenti colonie di pipistrelli, possono favorire anche se involontariamente il disturbo fino a determinarne l abbandono. - Evoluzione della biocenosi (processi naturali): occlusione dei corridoi di volo che conducono agli ingressi delle cavità di rifugio. - Occlusione naturale: occlusione dell ingresso del roost da parte di materiale si trasporto solido derivante da smottamenti o da attività antropica. - Inquinamento (acqua, suolo, aria)-abbandono di materiali: riduce la quantità delle prede per varie specie di chirotteri e può dare luogo a fenomeni di intossicazione e bioaccumulo. - Fotografie e riprese nei siti di rifugio o lungo i corridoi di volo dei chirotteri: la fotografia e la ripresa (anche se con trappole IR) è un potenziale disturbo alle colonie e agli esemplari, va dunque valutata con attenzione la sua finalità, la metodica e l epoca,... - Catastrofi naturali (generico): crollo di siti ipogei (gallerie, rifugi bellici, edifici, ) dovuti a varie ragioni come anche ondate eccezionali di maltempo possono localmente distruggere o danneggiare fortemente colonie di chirotteri di importanza comunitaria. - Introduzione di malattie (per specie animali): alcune malattie possono colpire popolazioni/specie di chirotteri rimaste fino ad oggi indenni. In Europa è comparsa la sindrome del naso bianco (White Nose Syndrome, WNS), oltre alla problematica sanitaria rappresentata dalla rabbia, mai riscontrata nel nostro paese che comunque non può ritenersi indenne dal potenziale problema. Tale malattia ha il principale Minaccia persistente, anche se poco probabile in quanto la cavità, sita in Zona A del Parco, è difficilmente individuabile. Grazie all installazione del cancello è ora possibile gestire l accesso e quindi l afflusso di persone alla cavità. Non è più possibile accedere al sito se privi di chiave. La presenza del cancello consente di impedire e/o limitare la fruizione a tale cavità nei periodi in cui i Chirotteri sono più sensibili al disturbo. Grazie all installazione del cancello è ora possibile gestire l accesso e quindi l afflusso di persone alla cavità. Non è più possibile accedere al sito se privi di chiave. La presenza del cancello consente di impedire e/o limitare la fruizione a tale cavità nei periodi in cui i Chirotteri sono più sensibili al disturbo. E necessaria la periodica manutenzione della vegetazione presso l ingresso per evitarne la chiusura. E necessaria la periodica manutenzione con rimozione dei detriti o altro data la natura a pozzo della cavità. Minaccia persistente, anche se poco probabile in quanto la cavità, sita in Zona A del Parco, è difficilmente individuabile. Grazie all installazione del cancello è ora possibile gestire l accesso e quindi l afflusso di persone alla cavità. Non è più possibile accedere al sito se privi di chiave. La presenza del cancello consente di impedire e/o limitare la fruizione a tale cavità nei periodi in cui i Chirotteri sono più sensibili al disturbo. Minaccia persistente in quanto dovuta a fenomeni naturali. Grazie all installazione del cancello è ora possibile gestire l accesso e quindi l afflusso di persone alla cavità. Non è più possibile accedere al sito se privi di chiave. La presenza del cancello consente di impedire e/o limitare la fruizione a tale cavità nei periodi in cui i Chirotteri sono più sensibili al disturbo ed è inoltre possibile far attuare protocolli 39

40 risvolto sulla salute pubblica e l opinione pubblica. - Clima culturale : la chirotterofauna risente negativamente dei diffusi pregiudizi e di paure irrazionali, cause profonde della difficile convivenza con l uomo. Analogamente risente della scarsa cultura naturalistica e dell ignoranza sui temi della conservazione dei pipistrelli. preventivi per evitare la diffusione di malattie. Minaccia persistente nonostante la notevole attività di sensibilizzazione svolta nell ambito del progetto. Considerazioni e indicazioni gestionali: Il cancello è permeabile al flusso della fauna troglofila, ma persistono alcune criticità che determinano la continua necessità di effettuare manutenzione alla struttura installata per mantenere libero il passaggio. E quindi fondamentale: Evitare l occlusione dell ingresso da materiali di trasporto solido (detriti di frana dovuta alla naturale instabilità della roccia, materiale fangoso, massi, ciottoli e detriti vegetali quali tronchi d albero, rami, ecc ) con periodici controlli ed azioni di manutenzione. Evitare la distruzione/occlusione dei corridoi di volo utilizzati dai chirotteri in uscita dalla cavità e/o come area di foraggiamento (creazione di barriere, taglio della vegetazione che occlude l ingresso, ecc ). Rimozione della vegetazione che potrebbe bloccare l ingresso alla cavità senza compromettere l utilizzo dei corridoi di volo utilizzati dai chirotteri per accedere al roost (restando al riparo dai predatori). Monitorare nei prossimi anni l eventuale impatto delle strutture installate a protezione della grotta sulla chirotterofauna del sito: impatti, frequenza di entrata/uscita, abbandono, modifica dell utilizzo della cavità, ecc... Monitorare negli anni la stabilità e sicurezza del roost. Data la scarsa conoscenza e la possibile variazione nell utilizzo della cavità da parte della chirotterofauna frequentante l area circostante la Grotta dell Ottantennale (vista la sua recente scoperta, disponibilità e potenzialità di rifugio) è necessario controllare e regolamentare gli accessi alla cavità: L ingresso alla cavità deve essere consentito solo se accompagnati dal personale del gruppo speleologico di riferimento per l area in cui è sita la grotta. E necessario vietare/limitare l accesso alla cavità nel periodo invernale (novembre-febbraio), qualora vengano segnalati esemplari in svernamento, se non per scopi scientifici e/o di monitoraggio. E necessario vietare/limitare l accesso alla cavità nel periodo estivo (giugno-agosto) qualora venga segnalata la presenza di nursery, se non per scopi scientifici e/o di monitoraggio. In caso di frequentazione della cavità nei periodi sensibili per i chirotteri, è necessario valutare attentamente i percorsi ipogei per evitare la perturbazione delle colonie ed adottare tutte le più moderne indicazioni e strumentazioni per mitigare il disturbo arrecato. Evitare il disturbo diretto con riprese fotografiche, uso di flash, lampade e altri dispositivi d illuminazione utilizzando dispositivi con luce IR. Seguire il protocollo per la prevenzione della WNS (White Nose Syndrome) ed in generale adottare le principali misure per la prevenzione delle patologie infettive a carico dei chirotteri. 40

41 Svolgere il monitoraggio delle patologie infettive nelle colonie di chirotteri. Sensibilizzare il mondo speleologico sui temi della conservazione e tutela dei chirotteri E inoltre necessario: Controllare la fruizione nell area in prossimità dell ingresso della cavità. Controllare e prevenire gli atti vandalici. Prevenire l inquinamento delle acque e del suolo nei pressi della cavità. Incentivare le pratiche agricole estensive, privilegiando l agricoltura biologica. Conservare le formazioni forestali diversificate e connesse tra loro. Monitorare degli inquinanti bioaccumulabili. ER BO Buca delle Selci (Grotta Macete) SIC di appartenenza: SIC-ZPS IT Gessi Bolognesi, Calanchi dell Abbadessa Comune: San Lazzaro di Savena Località: Croara Proprietà dell ingresso: Proprietà Pubblica, acquistata tramite l Azione B2 del Progetto LIFE+. Descrizione della cavità: La Buca delle Selci è una cavità ipogea di recente scoperta (maggio 2012), molto interessante dal punto di vista geologico, ma di piccole dimensioni. Si tratta di un inghiottitoio occluso da materiale clastico, portato dallo scorrimento dell antico torrente che ha dato origine alla dolina della Spipola. Descrizione della chiusura: Il cancello, posizionato nell ambito del Progetto Life+, è costituito da una portello ermetico in acciaio, di forma circolare, che chiude completamente la luce del passaggio (Fig. 6.11). La chiusura del Buco delle Selci va a sostituire l intervento previsto da formulario al Pozzo dei Modenesi (ER-BO 68); tale modifica è dovuta ad un maggiore significato conservazionistico della cavità scelta da un punto di vista speleologico. Figura 6.11: Chiusura della Buca delle Selci realizzata nell ambito del Progetto Life+ (Foto GSB-USB). 41

42 La struttura è stata installata a novembre del 2013 ad opera dei volontari del GSB-USB (Gruppo Speleologico Bolognese - Unione Speleologica Bolognese) in seguito alle opere di scavo per la disostruzione ed il ripristino dell ipogeo chiusosi in passato per l accumulo di detriti(fig. 6.12). I volontari hanno poi provveduto a posizionare un tubo in corrugato per proteggere l ingresso della cavità dal pericolo di crollo e ostruzione da parte di nuovo materiale inerte(fig. 6.13). A tale scopo è stato scelto di porre un portello, invece che una grata. Tale scelta, ovviamente, prelude un qualsiasi possibile utilizzo da parte della fauna troglofila e, quindi, anche da parte dei pipistrelli. Per tale motivo la Buca delle Selci non è stata oggetto di indagine da parte del gruppo di lavoro. Figura 6.12: Volontario del GSB-USB durante gli scavi di ripristino della Buca delle Selci (Foto GSB-USB). Figura 6.13: Volontari del GSB-USB durante la posa del tubo corrugato presso l ingresso della Buca delle Selci (Foto GSB-USB). 42

43 ER BO 46 - Buca II delle Candele SIC di appartenenza: SIC-ZPS IT Gessi Bolognesi, Calanchi dell Abbadessa Comune: San Lazzaro di Savena Località: Croara Proprietà dell ingresso: Proprietà Pubblica, acquistata tramite l Azione B2 del Progetto LIFE+. Descrizione della cavità: La Buca delle Candele è una cavità ipogea catastata dal GSB (Gruppo Speleologico Bolognese) nel 1993, con uno sviluppo di 31 m ed un dislivello di -14 m. Si tratta di una cavità occlusa da materiale inerte che si apre nei pressi di formazioni gessose erose dall acqua a formare colonne alte quasi 10 m (erosione a candela) (Fig. 6.14). Figura 6.14: Volontario del GSB-USB durante il sopralluogo presso l ingresso occluso della Buca II delle Candele (ER-BO 46) (Foto GSB-USB). Descrizione della chiusura: Il cancello, posizionato nell ambito del Progetto Life+, è costituito da una portello ermetico in acciaio, di forma circolare, che chiude completamente la luce del passaggio (Fig. 6.15). La chiusura della Buca delle Candele (ER-BO 46) va a sostituire l intervento previsto da formulario all Inghiottitoio di Castel dei Britti; tale modifica è dovuta ad un maggiore significato conservazionistico della cavità scelta da un punto di vista speleologico. 43

44 Figura 6.15: Chiusura della Buca delle Candele (ER-BO 46) realizzata nell ambito del Progetto Life+ (Foto di F. Grazioli). La struttura è stata installata a novembre del 2013 ad opera dei volontari del GSB-USB (Gruppo Speleologico Bolognese - Unione Speleologica Bolognese) in seguito alle opere di scavo per la disostruzione ed il ripristino dell ipogeo chiusosi in passato per l accumulo di detriti (Fig. 6.16). I volontari hanno poi provveduto a posizionare un tubo in corrugato per proteggere l ingresso della cavità dal pericolo di crollo ed ostruzione da parte di nuovo materiale inerte(fig. 6.17). A tale scopo è stato scelto di porre un portello, invece che una grata. Tale scelta, ovviamente, prelude un qualsiasi possibile utilizzo da parte della fauna troglofila e, quindi, anche da parte dei pipistrelli. Per tale motivo la Buca delle Candele non è stata oggetto di indagine da parte del gruppo di lavoro. Figura 6.16: Volontario del GSB-USB durante gli scavi di ripristino della Buca II delle Candele (ER-BO 45) (Foto GSB-USB). Figura 6.17: Volontari del GSB-USB durante la posa del tubo corrugato presso l ingresso della Buca delle Candele (ER-BO 46) (Foto GSB-USB). 44

45 Rifugio Bellico SIC di appartenenza: SIC-ZPS IT Gessi Bolognesi, Calanchi dell Abbadessa Comune: San Lazzaro di Savena Località: Gaibola Proprietà dell ingresso: Proprietà privata. Descrizione della cavità: L ex rifugio bellico è posto in una proprietà privata ed è costituito da un tunnel artificiale, a forma di U, scavato in uno strato compatto di sabbie gialle. Il rifugio presenta due punti d accesso (Fig. 6.18), che si aprono a breve distanza fra loro, in una zona a confine con le aree gessose ed all interno di un bosco ceduo situato lontano dalla zona urbana e quindi difficilmente raggiungibile. Tale cavità, di breve estensione, è stata utilizzata come rifugio in periodo di guerra, mentre oggi è abbandonato e poco frequentato dall uomo. Il rifugio bellico è stato portato all attenzione dell Ente dallo stesso proprietario, in quanto vi ha osservato alcuni esemplari di pipistrello. Da controlli successivi, si è verificata la presenza di una piccola colonia riproduttiva di Rhinolophus hipposideros, specie inserita in Allegato II della Dir. 92/43/CEE. Figura 6.18: Uno degli ingressi del Rifugio Bellico (Foto di F. Grazioli). Essendo di proprietà privata, il Parco dei Gessi Bolognesi e Calanchi dell Abbadessa ha sottoscritto un accordo di lunga durata che impegna le parti contraenti; in particolare i proprietari sono tenuti ad accettare la realizzazione e la permanenza dei manufatti, mentre l Ente deve realizzare e mantenere efficienti le chiusure attraverso interventi di manutenzione ordinaria e/o straordinaria. 45

46 Descrizione della chiusura: I cancelli a protezione degli ingressi dell ex rifugio bellico saranno caratterizzati da profilati orizzontali, in acciaio inox satinato, le cui barre saranno distanziate 15/20 cm. Tali strutture saranno agganciate a supporti in legno per adattarle alla morfologia dei due ingressi. L opera, oltre a proteggere la cavità per la salvaguardia dei chirotteri, garantirà le condizioni di sicurezza per evitare incidenti di origine antropica. Per ora l intervento non è ancora stato compiuto, in quanto vi era l intenzione di appaltarlo contemporaneamente a quelli previsti presso le cava di gesso in disuso presenti nel bolognese. Tuttavia, per non ritardare ulteriormente la sua realizzazione, si procederà in modo indipendente con i vari progetti. La chiusura a protezione dell ex rifugio bellico ha richiesto uno specifico progetto e varie autorizzazioni ed accordi, e sarà realizzato a breve. In fase di post operam del Progetto Life+ si è continuato il controllo della cavità in oggetto, nonostante non sia stata fatta l opera, per raccogliere dati più esaustivi sulla colonia riproduttiva. Data la ridotta estensione del sito, e quindi il facile controllo degli esemplari presenti, di fatto sono stati svolti solo controlli diretti per il rilevamento della nursery già nota. Negli anni d indagine non sono stati effettuati altri tipi di rilevamento, in quanto considerati superflui o comunque di disturbo agli animali, date le ridotte dimensioni del roost. Chirotteri: Dalle indagini svolte nel corso del Progetto, svolgendo i controlli ed i conteggi diretti degli esemplari presso il roost, la cavità risulta frequentata dalle seguenti specie di Chirotteri: Specie della Regione Emilia-Romagna Rhinolophus euryale Blasius,1853 Rhinolophus ferrumequinum (Schreber, 1774) Rhinolophus hipposideros (Bechstein, 1800) Barbastella barbastellus (Schreber, 1774) Eptesicus serotinus (Schreber, 1774) Hypsugo savii (Bonaparte, 1837) Myotis bechsteinii (Kuhl, 1817) Myotis blythii (Thomes, 1857) Myotis capaccinii (Bonaparte,1837) Myotis daubentonii (Kuhl, 1817) Myotis emarginatus (E.Geoffroy, 1806) Myotis myotis (Borkhausen,1797) Myotis mystacinus (Kuhl, 1817) Myotis nattereri (Kuhl, 1817) Nyctalus lasiopterus (Schreber, 1780) Nyctalus leisleri (Kuhl, 1817) Nyctalus noctula (Schreber, 1774) Pipistrellus kuhlii (Kuhl, 1817) Pipistrellus nathusii (Keyserling et Blasius, 1839) Pipistrellus pipistrellus (Schreber, 1774) Pipistrellus pygmaeus (Leach, 1825) Plecotus auritus (Linnaeus, 1758) Plecotus austriacus (Fischer, 1829) Miniopterus schreibersii (Kuhl, 1817) Tadarida teniotis (Rafinesque, 1814) Ante operam 46

47 La cavità risulta utilizzata da un unica specie, il Rhinolophus hipposideros, tuttavia, trattandosi di una colonia riproduttiva di una specie inserita in Allegato II della Dir. 92/43/CEE, assume un importante significato per la conservazione di questa specie e della chirotterofauna in generale. I sopralluoghi diretti (Tab. 6.11) sono stati effettuati solo nel periodo estivo per verificare la presenza continuativa della colonia riproduttiva di Rhinolophus hipposideros (Fig. 6.19) e per contarne il numero di individui, così da iniziare ad ottenere informazioni utili per comprenderne la dinamica e l evoluzione della popolazione. Tabella 6.11: Risultati dei rilevamenti diretti svolti in fase ante presso l ex rifugio bellico. Specie osservate nei rilevamenti diretti Estate 2010 Ante operam (numero esemplari) Estate 2011 Rhinolophus hipposideros (Bechstein, 1800) 8 13 Estate giovani + 4 adulti Estate giovani + 13 adulti I dati raccolti mostrano un leggero incremento delle presenze del Ferro di Cavallo Minore, e soprattutto degli esemplari riproduttivi. Ovviamente ci vorranno anni per comprendere se la colonia osservata sia effettivamente in fase di crescita o stabile. Nonostante ciò, è fondamentale proteggere tale cavità da eventuali disturbi e/o minacce in quanto i chirotteri, in genere, presentano una notevole fedeltà al rifugio e tornano nei siti utilizzati negli anni precedenti. Figura 6.19: Nursery di Rhinolophus hipposideros presso l ex Rifugio Bellico nel 2015 (Foto di F. Grazioli). 47

48 Il filmato realizzato a luglio 2011, con una fotocamera con funzioni IR e della durata di circa 2 ore, mostra l utilizzo di uno solo dei due ingressi della cavità. Nello specifico sono stati osservati 11 eventi di uscita e 19 eventi di entrata. All imbrunire, gli animali si aggirano in prossimità dell uscita senza però lasciare il roost e, probabilmente, si tratta dell attività di light sampling per verificare le condizioni esterne e valutare il giusto momento per lasciare il rifugio. Dopo di che, è stato osservato un numero maggiore di entrate rispetto alle uscite ed è quindi possibile che i chirotteri escano dal vicino ingresso alternativo. Nell approcciarsi al rifugio gli esemplari osservati volano a circa 20 cm dal suolo o compaiono dall alto nell inquadratura, in entrambi i casi l ingresso nella cavità avviene attraverso la zona centrale del passaggio. Minacce presenti: Minacce specifiche rilevate in Ante Operam [minacce riferite a tutte le specie] - Distruzione e perturbazione habitat per specie troglofile: la minaccia si concretizza nella distruzione di affioramenti rocciosi in cui sono presenti fenomeni carsici che ospitano colonie di pipistrelli troglofili ovvero dalla distruzione di siti ipogei artificiali (cave in galleria, miniere, cantine,...) e naturali, spesso con la volontaria chiusura degli accessi per ragioni di sicurezza; il disturbo può derivare anche dalla pratica speleologica e, soprattutto dalla frequentazione occasionale e dalla turisticizzazione dei siti ipogei naturali e artificiali. - Afflusso antropico presso l ingresso: la frequentazione da parte dell uomo dell area presso l ingresso del roost può causare disturbo ai chirotteri soprattutto nella fase di attività. - Alpinismo, scalate, speleologia: la speleologia e in minore misura la pratica di arrampicare in siti rocciosi possono disturbare colonie in riproduzione o svernamento. Il fenomeno è particolarmente impattante nei siti ipogei con nursery. - Miglior accesso ai siti: interventi che facilitano l accessibilità a siti poco protetti (ad es. grotte, rifugi bellici, ponti, gallerie, manufatti idraulici,...) in cui sono presenti colonie di pipistrelli, possono favorire anche se involontariamente il disturbo fino a determinarne l abbandono. - Evoluzione della biocenosi (processi naturali): occlusione dei corridoi di volo che conducono agli ingressi delle cavità di rifugio. - Occlusione naturale: occlusione dell ingresso del roost da parte di materiale si trasporto solido derivante da smottamenti o da attività antropica. - Coltivazione: specifico per colture intensive. Può portare ad eccessiva semplificazione del sistema ed inquinamento diffuso. - Gestione forestale: la gestione forestale può essere non favorevole ai chirotteri forestali che utilizzano il bosco come ambiente di rifugio e/o habitat di caccia. - Inquinamento (acqua, suolo, aria)-abbandono di materiali: riduce la quantità delle prede per varie specie di chirotteri e può dare luogo a fenomeni di intossicazione e bioaccumulo. - Fotografie e riprese nei siti di rifugio o lungo i corridoi di volo dei chirotteri: la fotografia e la ripresa (anche se con trappole IR) è un potenziale disturbo alle colonie e agli esemplari, va dunque valutata con attenzione la sua finalità, la metodica e l epoca,... - Instabilità del sito: aumento dell instabilità del roost dovuto alla natura della roccia, alle passate lavorazioni di cava, alla presenza delle radici della vegetazione soprastante e all acqua d infiltrazione. - Catastrofi naturali (generico): crollo di siti ipogei (gallerie, rifugi bellici, edifici, ) dovuti a varie ragioni come anche ondate eccezionali di maltempo possono localmente distruggere o danneggiare fortemente colonie di chirotteri di importanza comunitaria. 48

49 - Introduzione di malattie (per specie animali): alcune malattie possono colpire popolazioni/specie di chirotteri rimaste fino ad oggi indenni. In Europa è comparsa la sindrome del naso bianco (White Nose Sindrome, WSN), oltre alla problematica sanitaria rappresentata dalla rabbia, mai riscontrata nel nostro paese che comunque non può ritenersi indenne dal potenziale problema. Tale malattia ha il principale risvolto sulla salute pubblica e l opinione pubblica. - Vandalismo: la frequentazione umana incontrollata di roost che ospitano colonia può causare la morte di esemplari o l allontanamento. La minaccia si concretizza in vario modo, con disturbo, accensione di fuochi, ecc... Il vandalismo può essere rivolto a manufatti quali nidi artificiali, cancelli, cartelli, ecc... - Clima culturale : i chirotteri risentono negativamente dei pregiudizi e di paure irrazionali che causano la difficile convivenza con l uomo. Allo stesso modo risentono della scarsa cultura naturalistica e dell ignoranza sui temi della loro conservazione. Considerazioni e indicazioni gestionali: Dal momento che il cancello a protezione del Rifugio Bellico deve ancora essere posizionato, le seguenti indicazioni dovranno essere aggiornate una volta eseguiti i controlli post operam. Sarà, quindi, necessario concludere l iter di monitoraggio previsto dal formulario del Progetto per poter verificare la bontà dell intervento realizzato e la sua permeabilità alla transito della fauna. La chiusura della cavità necessiterà, sicuramente, di manutenzione per mantenere libero il passaggio e l accesso. E quindi fondamentale: Valutare l eventuale impatto delle strutture installate a protezione della cavità sulla chirotterofauna del sito: impatti, frequenza di entrata/uscita, abbandono, modifica dell utilizzo della cavità, ecc... Evitare l occlusione dell ingresso da materiali di trasporto solido (detriti di frana dovuta alla naturale instabilità della roccia, materiale fangoso, massi, ciottoli e detriti vegetali quali tronchi d albero, rami, ecc ) con periodici controlli ed azioni di manutenzione. Evitare la distruzione/occlusione dei corridoi di volo utilizzati dai chirotteri in uscita dalla cavità e/o come area di foraggiamento (creazione di barriere, taglio della vegetazione che occlude l ingresso, ecc ). Monitorare negli anni la stabilità e sicurezza del roost. Dato l importante ruolo del Rifugio Bellico, per il Rhinolophus hipposideros, come sito riproduttivo è necessario controllare e regolamentare gli accessi alla cavità: L ingresso alla cavità deve essere consentito solo se accompagnati dal personale del gruppo speleologico di riferimento per l area in cui è sita la grotta. E necessario vietare/limitare l accesso alla cavità nel periodo invernale (novembre-febbraio), qualora venga utilizzato come sito di svernamento, se non per scopi scientifici e/o di monitoraggio. E necessario vietare/limitare l accesso alla cavità nel periodo estivo (giugno-agosto) se non per scopi scientifici e/o di monitoraggio. In caso di frequentazione della cavità nei periodi sensibili per i chirotteri, è necessario valutare attentamente i percorsi ipogei per evitare la perturbazione delle colonie ed adottare tutte le più moderne indicazioni e strumentazioni per mitigare il disturbo arrecato. 49

50 Evitare il disturbo diretto con riprese fotografiche, uso di flash, lampade e altri dispositivi d illuminazione utilizzando dispositivi con luce IR. Seguire il protocollo per la prevenzione della WNS (White Nose Syndrome) ed in generale adottare le principali misure per la prevenzione delle patologie infettive a carico dei chirotteri. Svolgere il monitoraggio delle patologie infettive nelle colonie di chirotteri. Sensibilizzare il mondo speleologico ed il pubblico sui temi della conservazione e tutela dei chirotteri visto che la cavità, attualmente, non è protetta. E inoltre necessario: Evitare interventi che facilitano l accesso al sito come la creazione di sentieri e piste nei pressi della cavità. Controllare la fruizione nell area in prossimità degli ingressi della cavità. Controllare e prevenire gli atti vandalici. Prevenire l inquinamento delle acque e del suolo nei pressi della cavità. Elaborare le indicazioni gestionali volte a mantenere e incrementare la biodiversità e favorevoli alla fauna minore e all entomofauna (mantenimento di alberi cavitati in piedi, legname a terra, mantenimento di una struttura diversificata, ecc...). Incentivare le pratiche agricole estensive, privilegiando l agricoltura biologica. Conservare le formazioni forestali diversificate e connesse tra loro. Riqualificazione dell agroecosistema tramite il mantenimento e ripristino degli elementi del paesaggio agrario tradizionale (siepi, filari, fossi, banchine inerbite, maceri e specchi d acqua, ). Monitorare degli inquinanti bioaccumulabili. ER BO 4 - Risorgente dell Acquafredda SIC di appartenenza: SIC-ZPS IT Gessi Bolognesi, Calanchi dell Abbadessa Comune: San Lazzaro di Savena Località: Siberia Proprietà dell ingresso: Proprietà Pubblica, acquistata tramite l Azione B2 del Progetto LIFE+. Descrizione della cavità: Grotta di massima importanza e di rilevanza generale. Si tratta di una risorgente storica del complesso carsico Spipola - Acquafredda, attualmente fossile in quanto intercettata dai lavori di estrazione di gesso della Cava Ghelli. La grotta è stata compromessa strutturalmente, oltre che idrologicamente, dalla vicina cava. La cavità presenta 2 ingressi, uno principale a 93 m s.l.m. e uno secondario, a pozzo, a quota 107 m s.l.m.. La Risorgente dell Acquafredda, denominata anche Siberia, presenta uno sviluppo reale di 235 m con un dislivello totale di 18.2 m (Fig. 6.20). All interno si possono osservare segni evidenti dell utilizzo della cavità, da parte dell uomo, come rifugio in tempi passati. 50

51 Figura 6.20: Rilievo cartografico speleologico della Risorgente dell Acquafredda (ER BO 4). L intervento di riqualificazione e protezione dell ingresso presuppone la disponibilità dell area, recentemente oggetto di successione, e si è quindi pensato di effettuare una proposta d acquisto per arrivare ad un accordo con gli eredi. Descrizione della chiusura: L intervento per la protezione dell ingresso della Risorgente dell Acquafredda prevede la pulizia ed il taglio della vegetazione per la realizzazione di una strada di accesso provvisoria, con successivo ripristino delle aree a fine lavori. Dopo di che si effettuerà il controllo, pulizia e disgaggio delle pareti soprastanti l imbocco e lo scavo/demolizione di blocchi di gesso allo scopo di effettuare il ripristino dell accesso al piano della risorgiva, come riportato nella documentazione storica. I blocchi di gesso rimossi per il ripristino dell ingresso verranno sistemati in loco per favorire la posa della recinzione e limitare l accesso alle persone non autorizzate. Seguirà la messa in opera di recinzione e cancello pedonale. Tali strutture sono composte da profilati circolari in acciaio inox satinato, chiusi all estremità superiore ed alti 2.00 m, con infissione all interno del cordolo di cemento armato. Le barre sono distanziate di 12 cm nel corpo costituente la recinzione, e di 10 cm nel cancello pedonale. Quest ultimo presenta anche dei profilati rettangolari orizzontali di rinforzo. Per ora l intervento non è ancora stato compiuto, ma sono stati fatti i sopralluoghi necessari per la progettazione delle opere di ripristino e di chiusura della cavità. La struttura progettata, oltre a proteggere la cavità per la salvaguardia dei chirotteri, garantirà le condizioni di sicurezza per evitare incidenti di origine antropica. I lavori inizieranno a breve dal momento che la proposta fatta dall Ente Parco agli eredi dell area è stata accettata. In fase di post operam del Progetto Life+ si è continuato il controllo della cavità in oggetto, nonostante non sia stata compiuta l opera, per raccogliere dati più esaustivi sulla chirotterofauna frequentante la Risorgente dell Acquafredda. 51

52 Chirotteri: Dalle indagini svolte nel corso del Progetto, applicando le varie tecniche di monitoraggio previste dal protocollo operativo, la cavità e l area limitrofa ad essa risultano frequentate dalle seguenti specie di Chirotteri: Specie della Regione Emilia-Romagna Rhinolophus euryale Blasius,1853 Rhinolophus ferrumequinum (Schreber, 1774) Rhinolophus hipposideros (Bechstein, 1800) Barbastella barbastellus (Schreber, 1774) Eptesicus serotinus (Schreber, 1774) Hypsugo savii (Bonaparte, 1837) Myotis spp. Myotis bechsteinii (Kuhl, 1817) Myotis blythii (Thomes, 1857) Myotis capaccinii (Bonaparte,1837) Myotis daubentonii (Kuhl, 1817) Myotis emarginatus (E.Geoffroy, 1806) Myotis myotis (Borkhausen,1797) Myotis mystacinus (Kuhl, 1817) Myotis nattereri (Kuhl, 1817) Nyctalus lasiopterus (Schreber, 1780) Nyctalus leisleri (Kuhl, 1817) Nyctalus noctula (Schreber, 1774) Pipistrellus kuhlii (Kuhl, 1817) Pipistrellus nathusii (Keyserling et Blasius, 1839) Pipistrellus pipistrellus (Schreber, 1774) Pipistrellus pygmaeus (Leach, 1825) Plecotus spp. Plecotus auritus (Linnaeus, 1758) Plecotus austriacus (Fischer, 1829) Miniopterus schreibersii (Kuhl, 1817) Tadarida teniotis (Rafinesque, 1814) Ante operam L indagine svolta indica che vi sono almeno 11 specie che frequentano l area in prossimità della Risorgente dell Acquafredda e di queste solo i Rinolofidi sono stati osservati direttamente all interno della cavità. Molto probabilmente, anche i piccoli Myotis utilizzano il sito come rifugio, ma, date le abitudini fessuricole, sono difficilmente individuabili durante i sopralluoghi diretti. Le altre specie (Eptesicus serotinus, Hypsugo savii, Myotis daubentonii, Myotis myotis, Pipistrellus kuhlii, Pipistrellus pipistrellus, Plecotus spp. e Miniopterus schreibersii) sono state rilevate con il bat-detector nelle vicinanze dell ingresso della cavità indagata (Tab. 6.12). Durante i rilevamenti bioacustici sono stati osservati numerosi esemplari, appartenenti alle varie specie segnalate, foraggiare nel bosco antistante l ingresso della cavità. Probabilmente si tratta di animali provenienti dalla vicina Cava Ghelli che, seguendo la vegetazione, giungono in tale zona, sita in prossimità di un parcheggio illuminato e quindi ricca di entomofauna. Inoltre, sono stati osservati alcuni esemplari di Ferro di Cavallo Minore, usciti dalla Risorgente dell Acquafredda, rimanere appesi ad uno sperone di gesso alcuni minuti prima di allontanarsi definitivamente dalla cavità. Per tale motivo l attività rilevata nel 2014 risulta maggiore rispetto agli anni passati. 52

53 Tabella 6.12: Risultati dell indagine bioacustica svolta in fase ante operam presso la Risorgente dell Acquafredda. Punto di rilevamento Ingresso Ambiente Specie individuate Luglio 2010 Ante operam [indice di attività (passaggi/h)] Giugno 2011 Settembre 2011 Luglio 2014 Myotis sp Rhinolophus ferrumequinum Rhinolophus hipposideros Eptesicus serotinus Hypsugo savii Miniopterus schreibersii Myotis myotis Myotis daubentonii 6.75 Pipistrellus kuhlii Pipistrellus pipistrellus Plecotus sp I sopralluoghi diretti (Tab. 6.13) sono stati effettuati solo nel periodo invernale, data l assenza di dati pregressi riferiti al periodo estivo. I dati raccolti mostrano una presenza stabile del Ferro di Cavallo Minore, seppur con un numero esiguo di esemplari. Nonostante ciò, è fondamentale proteggere tale cavità da eventuali disturbi e/o minacce in quanto i chirotteri, in genere, presentano una notevole fedeltà al rifugio e tornano nei siti utilizzati negli anni precedenti. Tabella 6.13: Risultati dei rilevamenti diretti svolti in fase ante presso la Risorgente dell Acquafredda (ER BO 4). Specie osservate nei rilevamenti diretti Ante operam (numero esemplari) Inverno 2010/11 Inverno 2011/12 Inverno 2012/13 Rhinolophus ferrumequinum (Schreber, 1774) 1 Rhinolophus hipposideros (Bechstein, 1800) Nel giugno 2011 è stata fatta una prima ripresa video, con videocamera dotata di funzione IR, della durata di oltre 3 ore e 15 minuti, all interno della cavità. Tale video mostra il movimento dei pochi animali presenti a livello della parte iniziale della Risorgente dell Acquafredda. Per tale motivo non è esplicativo per valutare l utilizzo dell ingresso sottoposto a chiusura. Nell agosto 2014 è stato ripreso dall esterno l ingresso inferiore della Risorgente dell Acquafredda, con una videocamera con funzione IR, per valutare l utilizzo di tale varco da parte della chirotterofauna. Nelle oltre 2 ore e 15 minuti di ripresa, sono stati filmati 38 eventi di uscita e 25 eventi di entrata, si potrebbe, quindi, ipotizzare il transito di almeno 13 esemplari. Tuttavia, è probabile che gli animali presenti in questa cavità siano in numero inferiore di quello osservato, in quanto bisogna considerare anche la possibilità che i pipistrelli siano rientrati dall ingresso superiore adiacente, non ripreso nel filmato. Inoltre, dalla ripresa video effettuata, si rileva la presenza di un gatto domestico che si sofferma, in prossimità dell ingresso indagato, per alcuni minuti. Tale fenomeno è stato osservato anche durante il rilevamento bioacustico svolto un mese prima. 53

54 Minacce presenti: Minacce specifiche rilevate in Ante Operam [minacce riferite a tutte le specie] - Distruzione e perturbazione habitat per specie troglofile: la minaccia si concretizza nella distruzione di affioramenti rocciosi in cui sono presenti fenomeni carsici che ospitano colonie di pipistrelli troglofili ovvero dalla distruzione di siti ipogei artificiali (cave in galleria, miniere, cantine,...) e naturali, spesso con la volontaria chiusura degli accessi per ragioni di sicurezza; il disturbo può derivare anche dalla pratica speleologica e, soprattutto dalla frequentazione occasionale e dalla turisticizzazione dei siti ipogei naturali e artificiali. - Afflusso antropico presso l ingresso: la frequentazione da parte dell uomo dell area presso l ingresso del roost può causare disturbo ai chirotteri soprattutto nella fase di attività. - Alpinismo, scalate, speleologia: la speleologia e in minore misura la pratica di arrampicare in siti rocciosi possono disturbare colonie in riproduzione o svernamento. Il fenomeno è particolarmente impattante nei siti ipogei con nursery. - Miglior accesso ai siti: interventi che facilitano l accessibilità a siti poco protetti (ad es. grotte, rifugi bellici, ponti, gallerie, manufatti idraulici,...) in cui sono presenti colonie di pipistrelli, possono favorire anche se involontariamente il disturbo fino a determinarne l abbandono. - Evoluzione della biocenosi (processi naturali): occlusione dei corridoi di volo che conducono agli ingressi delle cavità di rifugio. - Occlusione naturale: occlusione dell ingresso del roost da parte di materiale si trasporto solido derivante da smottamenti o da attività antropica. - Gestione forestale: la gestione forestale può essere non favorevole ai chirotteri forestali che utilizzano il bosco come ambiente di rifugio e/o habitat di caccia. - Inquinamento (acqua, suolo, aria)-abbandono di materiali: riduce la quantità delle prede per varie specie di chirotteri e può dare luogo a fenomeni di intossicazione e bioaccumulo. - Inquinamento luminoso: l illuminazione di aree esterne rappresenta una potenziale minaccia per tre motivi: danneggia l entomofauna locale in quanto attrae insetti sottraendo prede al contesto circostante e anche ai chirotteri meno lucifughi; agevola i predatori (rapaci diurni e notturni) che possono specializzarsi nella predazione in aree illuminate; determina una frammentazione degli habitat in quanto alcune specie evitano le zone illuminate. Tale impatto è molto forte se si verifica in corrispondenza di un area di collegamento o corridoio ecologico (corso d acqua, viale, filari, etc...). - Fotografie e riprese nei siti di rifugio o lungo i corridoi di volo dei chirotteri: la fotografia e la ripresa (anche se con trappole IR) è un potenziale disturbo alle colonie e agli esemplari, va dunque valutata con attenzione la sua finalità, la metodica e l epoca,... - Instabilità del sito: aumento dell instabilità del roost dovuto alla natura della roccia, alle passate lavorazioni di cava, alla presenza delle radici della vegetazione soprastante e all acqua d infiltrazione. - Catastrofi naturali (generico): crollo di siti ipogei (gallerie, rifugi bellici, edifici, ) dovuti a varie ragioni come anche ondate eccezionali di maltempo possono localmente distruggere o danneggiare fortemente colonie di chirotteri di importanza comunitaria. - Introduzione di malattie (per specie animali): alcune malattie possono colpire popolazioni/specie di chirotteri rimaste fino ad oggi indenni. In Europa è comparsa la sindrome del naso bianco (White Nose Sindrome, WSN), oltre alla problematica sanitaria rappresentata dalla rabbia, mai riscontrata nel nostro paese che comunque non può ritenersi indenne dal potenziale problema. Tale malattia ha il principale risvolto sulla salute pubblica e l opinione pubblica. - Predazione da parte di animali domestici: gli animali domestici, in particolare i gatti, che hanno accesso ai roost, quali soffitte, tetti, scantinati, legnaie, bat boxes, etc.., possono effettuare una 54

55 pesante predazione presso le colonie. - Vandalismo: la frequentazione umana incontrollata di roost che ospitano colonia può causare la morte di esemplari o l allontanamento. La minaccia si concretizza in vario modo, con disturbo, accensione di fuochi, ecc... Il vandalismo può essere rivolto a manufatti quali nidi artificiali, cancelli, cartelli, ecc... - Clima culturale : i chirotteri risentono negativamente dei pregiudizi e di paure irrazionali che causano la difficile convivenza con l uomo. Allo stesso modo risentono della scarsa cultura naturalistica e dell ignoranza sui temi della loro conservazione. Considerazioni e indicazioni gestionali: Dal momento che la recinzione a protezione della Risorgente dell Acquafredda deve ancora essere posizionata, le seguenti indicazioni dovranno essere aggiornate una volta eseguiti i controlli post operam. Sarà, quindi, necessario concludere l iter di monitoraggio previsto dal formulario del Progetto per poter verificare la bontà dell intervento realizzato. L opera realizzata non dovrebbe presentare problematiche legate alla permeabilità al transito della fauna, trattandosi di una recinzione posta ad ampia distanza dall ingresso della cavità. Tuttavia, necessiterà, sicuramente, di manutenzione per mantenere libero il passaggio e l accesso. E quindi fondamentale: Valutare l eventuale impatto delle strutture installate a protezione della cavità sulla chirotterofauna del sito: impatti, frequenza di entrata/uscita, abbandono, modifica dell utilizzo della cavità, ecc... Evitare l occlusione dell ingresso da materiali di trasporto solido (detriti di frana dovuta alla naturale instabilità della roccia, materiale fangoso, massi, ciottoli e detriti vegetali quali tronchi d albero, rami, ecc ) con periodici controlli ed azioni di manutenzione. Evitare la distruzione/occlusione dei corridoi di volo utilizzati dai chirotteri in uscita dalla cavità e/o come area di foraggiamento (creazione di barriere, taglio della vegetazione che occlude l ingresso, ecc ). Monitorare negli anni la stabilità e sicurezza del roost. Dato l importante ruolo della Risorgente dell Acquafredda, per, anche se pochi, esemplari di Rhinolophus hipposideros, come sito di svernamento è necessario controllare e regolamentare gli accessi alla cavità: L ingresso alla cavità deve essere consentito solo se accompagnati dal personale del gruppo speleologico di riferimento per l area in cui è sita la grotta. E necessario vietare/limitare l accesso alla cavità nel periodo invernale (novembre-febbraio) se non per scopi scientifici e/o di monitoraggio. E necessario vietare/limitare l accesso alla cavità nel periodo estivo (giugno-agosto), qualora venga segnalata la presenza di nursery, se non per scopi scientifici e/o di monitoraggio. In caso di frequentazione della cavità nei periodi sensibili per i chirotteri, è necessario valutare attentamente i percorsi ipogei per evitare la perturbazione delle colonie ed adottare tutte le più moderne indicazioni e strumentazioni per mitigare il disturbo arrecato. Evitare il disturbo diretto con riprese fotografiche, uso di flash, lampade e altri dispositivi d illuminazione utilizzando dispositivi con luce IR. Seguire il protocollo per la prevenzione della WNS (White Nose Syndrome) ed in generale adottare le principali misure per la prevenzione delle patologie infettive a carico dei chirotteri. 55

56 Svolgere il monitoraggio delle patologie infettive nelle colonie di chirotteri. Sensibilizzare il mondo speleologico ed il pubblico sui temi della conservazione e tutela dei chirotteri vista la vicinanza della cavità al centro abitato. Sensibilizzare il pubblico sull impatto degli animali domestici sulla fauna selvatica. In casi particolari è possibile realizzare interventi di messa in sicurezza da parte di possibili predatori domestici. E inoltre necessario: Evitare interventi che facilitano l accesso al sito come la creazione di sentieri e piste nei pressi della cavità. Controllare la fruizione nell area in prossimità degli ingressi della cavità. Controllare e prevenire gli atti vandalici. Prevenire l inquinamento delle acque e del suolo nei pressi della cavità. Controllare le cause dell inquinamento luminoso nelle aree esterne ed all interno delle cavità e mitigarne gli effetti, nel rispetto della normativa vigente. Elaborare le indicazioni gestionali volte a mantenere e incrementare la biodiversità e favorevoli alla fauna minore e all entomofauna (mantenimento di alberi cavitati in piedi, legname a terra, mantenimento di una struttura diversificata, ecc...). Incentivare le pratiche agricole estensive, privilegiando l agricoltura biologica. Conservare le formazioni forestali diversificate e connesse tra loro. Riqualificazione dell agroecosistema tramite il mantenimento e ripristino degli elementi del paesaggio agrario tradizionale (siepi, filari, fossi, banchine inerbite, maceri e specchi d acqua, ). Monitorare degli inquinanti bioaccumulabili. ER BO Grotta delle Pisoliti SIC di appartenenza: SIC-ZPS IT Gessi Bolognesi, Calanchi dell Abbadessa Comune: San Lazzaro di Savena Località: Croara Proprietà dell ingresso: Proprietà Pubblica. Descrizione della cavità: Grotta di media importanza speleologica, il cui ingresso è un pozzo carsico che si apre a raso terra. Attualmente l ingresso è chiuso da un portello in lamiera, incernierato ad una struttura in cemento, opera realizzata nel febbraio del 1972 dall Unione Speleologica Bolognese (USB), che tuttavia non consente il passaggio della fauna (Fig. 6.22). Per tale motivo la Grotta delle Pisoliti è stata inserita fra le cavità oggetto dell Azione C1 del Progetto Life+, con l obiettivo di rendere accessibile, più facilmente, alla fauna un potenziale roost. La cavità presenta uno sviluppo reale di 147 m ed un dislivello totale di 56 m (Fig. 6.21), al suo interno racchiude interessanti concrezioni di gesso e termina con un sifone a Z, non percorribile dall uomo e che probabilmente la collega alla vicina Grotta della Spipola. 56

57 Figura 6.21: Rilievo cartografico speleologico della Grotta delle Pisoliti (ER BO 550). Figura 6.22: Ingresso della Grotta delle Pisoliti (ER BO 550) (Foto di F. Grazioli). 57

58 Descrizione della chiusura: Il progetto per la chiusura della Grotta delle Pisoliti prevede lo svolgimento di uno scavo per la demolizione delle vecchie fondamenta e la regolarizzazione del piano gessoso su cui poggerà l opera. La nuova struttura sarà un pozzetto composto da elementi prefabbricati, realizzati con calcestruzzo resistente ai solfati, ed una chiusura in ghisa 60x60 cm. Inoltre, il manufatto sarà completato con aperture 30x15 cm, per il passaggio dei pipistrelli, poste nella parete verticale della parte che sporge dal piano del terreno. L opera, oltre a proteggere la cavità, consentirà un più facile accesso ai chirotteri, garantendo comunque le condizioni di sicurezza, data la natura a pozzo dell ipogeo. La chiusura a protezione della Grotta delle Pisoliti ha richiesto uno specifico progetto, già approvato, e sarà realizzato a breve. Per ora, infatti, l intervento non è ancora stato compiuto, in quanto vi era l intenzione di appaltarlo contemporaneamente a quelli previsti presso le altre cavità del bolognese. Tuttavia, per non ritardare ulteriormente la sua realizzazione si procederà in modo indipendente con i vari progetti. In fase di post operam del Progetto Life+ non sono stati compiuti i controlli e le indagini previsti dal protocollo operativo, in quanto la chiusura a protezione della cavità non è bat compatibile e non consente il transito della fauna. Chirotteri: Dalle indagini svolte nel corso del Progetto, la cavità risulta frequentata dalle seguenti specie di Chirotteri: Specie della Regione Emilia-Romagna Rhinolophus euryale Blasius,1853 Rhinolophus ferrumequinum (Schreber, 1774) Rhinolophus hipposideros (Bechstein, 1800) Barbastella barbastellus (Schreber, 1774) Eptesicus serotinus (Schreber, 1774) Hypsugo savii (Bonaparte, 1837) Myotis bechsteinii (Kuhl, 1817) Myotis blythii (Thomes, 1857) Myotis capaccinii (Bonaparte,1837) Myotis daubentonii (Kuhl, 1817) Myotis emarginatus (E.Geoffroy, 1806) Myotis myotis (Borkhausen,1797) Myotis mystacinus (Kuhl, 1817) Myotis nattereri (Kuhl, 1817) Nyctalus lasiopterus (Schreber, 1780) Nyctalus leisleri (Kuhl, 1817) Nyctalus noctula (Schreber, 1774) Pipistrellus kuhlii (Kuhl, 1817) Pipistrellus nathusii (Keyserling et Blasius, 1839) Pipistrellus pipistrellus (Schreber, 1774) Pipistrellus pygmaeus (Leach, 1825) Plecotus auritus (Linnaeus, 1758) Plecotus austriacus (Fischer, 1829) Miniopterus schreibersii (Kuhl, 1817) Tadarida teniotis (Rafinesque, 1814) Ante operam 58

59 La cavità risulta utilizzata da un unica specie, il Rhinolophus hipposideros, di cui è stato osservato un unico esemplare durante un sopralluogo, nel periodo autunnale, degli speleologi coinvolti nel Progetto. Tale esemplare, probabilmente, ha attraversato il sifone che collega la Grotta delle Pisoliti alla vicina Grotta della Spipola. Inoltre, dalle indagini bioacustiche, con il bat-detector, risulta che l area circostante è frequentata da almeno 5 differenti specie: Hypsugo savii, Nyctalus noctula, Pipistrellus kuhlii, Myotis blythii e Myotis myotis, anche se rilevate con pochi contatti nel bosco in prossimità dell ingresso. Dal momento che la Grotta delle Pisoliti non è attualmente disponibile direttamente ai chirotteri, si ipotizza che in futuro, una volta realizzata la nuova chiusura a protezione della cavità, la presenza di tali animali possa aumentare. L area circostante, infatti, sembra essere ben frequentata dai chirotteri (almeno 5 differenti specie registrate con il bat-detector), essendo una zona boschiva caratterizzata dalla presenza di numerose cavità ipogee naturali. Si consiglia di ripetere l indagine, una volta eseguiti i lavori di chiusura della Grotta delle Pisoliti, per verificare la permeabilità della struttura installata e valutare la presenza di eventuali impatti negativi sulla chirotterofauna presente, sperando in un uso maggiore della cavità da parte della fauna. Minacce presenti: Minacce specifiche rilevate in Ante Operam [minacce riferite a tutte le specie] - Chiusure degli accessi alle cavità naturali e artificiali con strutture non bat-compatibili: strutture che impediscono oppure ostacolano il passaggio dei chirotteri, quali reti metalliche, fili di ferro, teli di plastica, posizionate all ingresso, cancelli con barre verticali, griglie a maglia fine, murature piene, filo spinato, etc e presenza di cavi e fili metallici nelle gallerie lungo possibili corridoi di volo. - Distruzione e perturbazione habitat per specie troglofile: la minaccia si concretizza nella distruzione di affioramenti rocciosi in cui sono presenti fenomeni carsici che ospitano colonie di pipistrelli troglofili ovvero dalla distruzione di siti ipogei artificiali (cave in galleria, miniere, cantine,...) e naturali, spesso con la volontaria chiusura degli accessi per ragioni di sicurezza; il disturbo può derivare anche dalla pratica speleologica e, soprattutto dalla frequentazione occasionale e dalla turisticizzazione dei siti ipogei naturali e artificiali. - Afflusso antropico presso l ingresso: la frequentazione da parte dell uomo dell area presso l ingresso del roost può causare disturbo ai chirotteri soprattutto nella fase di attività. - Alpinismo, scalate, speleologia: la speleologia e in minore misura la pratica di arrampicare in siti rocciosi possono disturbare colonie in riproduzione o svernamento. Il fenomeno è particolarmente impattante nei siti ipogei con nursery. - Miglior accesso ai siti: interventi che facilitano l accessibilità a siti poco protetti (ad es. grotte, rifugi bellici, ponti, gallerie, manufatti idraulici,...) in cui sono presenti colonie di pipistrelli, possono favorire anche se involontariamente il disturbo fino a determinarne l abbandono. - Evoluzione della biocenosi (processi naturali): occlusione dei corridoi di volo che conducono agli ingressi delle cavità di rifugio. - Occlusione naturale: occlusione dell ingresso del roost da parte di materiale si trasporto solido derivante da smottamenti o da attività antropica. 59

60 - Coltivazione: specifico per colture intensive. Può portare ad eccessiva semplificazione del sistema ed inquinamento diffuso. - Gestione forestale: la gestione forestale può essere non favorevole ai chirotteri forestali che utilizzano il bosco come ambiente di rifugio e/o habitat di caccia. - Inquinamento (acqua, suolo, aria)-abbandono di materiali: riduce la quantità delle prede per varie specie di chirotteri e può dare luogo a fenomeni di intossicazione e bioaccumulo. - Fotografie e riprese nei siti di rifugio o lungo i corridoi di volo dei chirotteri: la fotografia e la ripresa (anche se con trappole IR) è un potenziale disturbo alle colonie e agli esemplari, va dunque valutata con attenzione la sua finalità, la metodica e l epoca,... - Instabilità del sito: aumento dell instabilità del roost dovuto alla natura della roccia, alle passate lavorazioni di cava, alla presenza delle radici della vegetazione soprastante e all acqua d infiltrazione. - Catastrofi naturali (generico): crollo di siti ipogei (gallerie, rifugi bellici, edifici, ) dovuti a varie ragioni come anche ondate eccezionali di maltempo possono localmente distruggere o danneggiare fortemente colonie di chirotteri di importanza comunitaria. - Introduzione di malattie (per specie animali): alcune malattie possono colpire popolazioni/specie di chirotteri rimaste fino ad oggi indenni. In Europa è comparsa la sindrome del naso bianco (White Nose Sindrome, WSN), oltre alla problematica sanitaria rappresentata dalla rabbia, mai riscontrata nel nostro paese che comunque non può ritenersi indenne dal potenziale problema. Tale malattia ha il principale risvolto sulla salute pubblica e l opinione pubblica. - Vandalismo: la frequentazione umana incontrollata di roost che ospitano colonia può causare la morte di esemplari o l allontanamento. La minaccia si concretizza in vario modo, con disturbo, accensione di fuochi, ecc... Il vandalismo può essere rivolto a manufatti quali nidi artificiali, cancelli, cartelli, ecc... - Clima culturale : i chirotteri risentono negativamente dei pregiudizi e di paure irrazionali che causano la difficile convivenza con l uomo. Allo stesso modo risentono della scarsa cultura naturalistica e dell ignoranza sui temi della loro conservazione. Considerazioni e indicazioni gestionali: Dal momento che il cancello a protezione della Grotta delle Pisoliti deve ancora essere posizionato, le seguenti indicazioni dovranno essere aggiornate una volta eseguiti i controlli post operam. Sarà, quindi, necessario concludere l iter di monitoraggio previsto dal formulario del Progetto per poter verificare la bontà dell intervento realizzato e la sua permeabilità al transito della fauna. La chiusura della cavità necessiterà, sicuramente, di manutenzione per mantenere libero il passaggio e l accesso. E quindi fondamentale: Valutare l eventuale impatto delle strutture installate a protezione della cavità sulla chirotterofauna del sito: impatti, frequenza di entrata/uscita, abbandono, modifica dell utilizzo della cavità, ecc... Evitare l occlusione dell ingresso da materiali di trasporto solido (detriti di frana dovuta alla naturale instabilità della roccia, materiale fangoso, massi, ciottoli e detriti vegetali quali tronchi d albero, rami, ecc ) con periodici controlli ed azioni di manutenzione. Evitare la distruzione/occlusione dei corridoi di volo utilizzati dai chirotteri in uscita dalla cavità e/o come area di foraggiamento (creazione di barriere, taglio della vegetazione che occlude l ingresso, ecc ). Monitorare negli anni la stabilità e sicurezza del roost. 60

61 Dato l utilizzo sporadico della Grotta delle Pisoliti da parte di Rhinolophus hipposideros (specie inserita in Allegato II della Direttiva 92/43/CEE) come sito di svernamento è necessario controllare e regolamentare gli accessi alla cavità: L ingresso alla cavità deve essere consentito solo se accompagnati dal personale del gruppo speleologico di riferimento per l area in cui è sita la grotta. E necessario vietare/limitare l accesso alla cavità nel periodo invernale (novembre-febbraio) se non per scopi scientifici e/o di monitoraggio. E necessario vietare/limitare l accesso alla cavità nel periodo estivo (giugno-agosto), qualora venga segnalata la presenza di nursery, se non per scopi scientifici e/o di monitoraggio. In caso di frequentazione della cavità nei periodi sensibili per i chirotteri, è necessario valutare attentamente i percorsi ipogei per evitare la perturbazione delle colonie ed adottare tutte le più moderne indicazioni e strumentazioni per mitigare il disturbo arrecato. Evitare il disturbo diretto con riprese fotografiche, uso di flash, lampade e altri dispositivi d illuminazione utilizzando dispositivi con luce IR. Seguire il protocollo per la prevenzione della WNS (White Nose Syndrome) ed in generale adottare le principali misure per la prevenzione delle patologie infettive a carico dei chirotteri. Svolgere il monitoraggio delle patologie infettive nelle colonie di chirotteri. Sensibilizzare il mondo speleologico ed il pubblico sui temi della conservazione e tutela dei chirotteri. E inoltre necessario: Evitare interventi che facilitano l accesso al sito come la creazione di sentieri e piste nei pressi della cavità. Controllare la fruizione nell area in prossimità dell ingresso della cavità. Controllare e prevenire gli atti vandalici. Prevenire l inquinamento delle acque e del suolo nei pressi della cavità. Elaborare le indicazioni gestionali volte a mantenere e incrementare la biodiversità e favorevoli alla fauna minore e all entomofauna (mantenimento di alberi cavitati in piedi, legname a terra, mantenimento di una struttura diversificata, ecc...). Incentivare le pratiche agricole estensive, privilegiando l agricoltura biologica. Conservare le formazioni forestali diversificate e connesse tra loro. Riqualificazione dell agroecosistema tramite il mantenimento e ripristino degli elementi del paesaggio agrario tradizionale (siepi, filari, fossi, banchine inerbite, maceri e specchi d acqua, ). Monitorare degli inquinanti bioaccumulabili. Cavità del Sistema Calindri - Osteriola - Cava Gessi Emiliani a Farneto SIC di appartenenza: SIC-ZPS IT Gessi Bolognesi, Calanchi dell Abbadessa Comune: San Lazzaro di Savena Località: Osteriola Proprietà dell ingresso: Proprietà privata. 61

62 Descrizione della cavità: L ingresso dalla cavità ipogea, oggetto dell Azione C1 del Progetto Life+, in località Osteriola, si apre a pochi metri dal ciglio di Via Calo Jussi, fra le recinzioni di due proprietà private (Fig. 6.23). Tale cavità fa parte del Sistema carsico Calindri ed è in parte occlusa da materiali di scarto dell attività estrattiva della vicina Cava Fiorini. Già in passato, le opere di scavo hanno provocato la distruzione di alcune cavità naturali site nella zona. Figura 6.23: Ingresso della Cavità presso la località Osteriola. Descrizione della chiusura: Il progetto per la chiusura della Cavità presso la località Osteriola prevede la regolarizzazione del piano su cui poggerà l opera. La struttura sarà un pozzetto composto da elementi prefabbricati, realizzati con calcestruzzo resistente ai solfati, ed una chiusura in ghisa 60x60 cm. Inoltre, il manufatto sarà completato con aperture 30x15 cm, per il passaggio dei pipistrelli, poste nella parete verticale della parte che sporge dal piano del terreno. L opera, oltre a proteggere la cavità, consentirà l accesso ai chirotteri, garantendo comunque le condizioni di sicurezza, data la natura dell ipogeo e la sua vicinanza alla strada. La chiusura di questa cavità ha richiesto uno specifico progetto, già approvato, e sarà realizzato a breve. 62

63 Essendo di proprietà privata, l Ente gestore del sito ha sottoscritto un accordo di lunga durata che impegna le parti contraenti; in particolare i proprietari sono tenuti ad accettare la realizzazione e la permanenza dei manufatti, mentre l Ente deve realizzare e mantenere efficienti le chiusure attraverso interventi di manutenzione ordinaria e/o straordinaria. Per questa cavità non sono stati compiuti i controlli e le indagini previsti dal protocollo operativo, in quanto la decisione di proteggere tale cavità, tramite l Azione C1 del Progetto Life+, è stata presa in corso d opera e le tempistiche non hanno consentito lo svolgimento delle attività di campo. Per tale motivo non si hanno informazioni sulla chirotterofauna frequentante l ipogeo in questione. Si consiglia, quindi, di effettuare le indagini necessarie, una volta eseguiti i lavori di chiusura della cavità, per verificare la permeabilità della struttura installata e valutare la presenza di eventuali impatti negativi sulla chirotterofauna presente. Minacce presenti: Minacce specifiche rilevate in Ante Operam [minacce riferite a tutte le specie] - Distruzione e perturbazione habitat per specie troglofile: la minaccia si concretizza nella distruzione di affioramenti rocciosi in cui sono presenti fenomeni carsici che ospitano colonie di pipistrelli troglofili ovvero dalla distruzione di siti ipogei artificiali (cave in galleria, miniere, cantine,...) e naturali, spesso con la volontaria chiusura degli accessi per ragioni di sicurezza; il disturbo può derivare anche dalla pratica speleologica e, soprattutto dalla frequentazione occasionale e dalla turisticizzazione dei siti ipogei naturali e artificiali. - Afflusso antropico presso l ingresso: la frequentazione da parte dell uomo dell area presso l ingresso del roost può causare disturbo ai chirotteri soprattutto nella fase di attività. - Alpinismo, scalate, speleologia: la speleologia e in minore misura la pratica di arrampicare in siti rocciosi possono disturbare colonie in riproduzione o svernamento. Il fenomeno è particolarmente impattante nei siti ipogei con nursery. - Miglior accesso ai siti: interventi che facilitano l accessibilità a siti poco protetti (ad es. grotte, rifugi bellici, ponti, gallerie, manufatti idraulici,...) in cui sono presenti colonie di pipistrelli, possono favorire anche se involontariamente il disturbo fino a determinarne l abbandono. - Evoluzione della biocenosi (processi naturali): occlusione dei corridoi di volo che conducono agli ingressi delle cavità di rifugio. - Occlusione naturale: occlusione dell ingresso del roost da parte di materiale si trasporto solido derivante da smottamenti o da attività antropica. - Coltivazione: specifico per colture intensive. Può portare ad eccessiva semplificazione del sistema ed inquinamento diffuso. - Gestione forestale: la gestione forestale può essere non favorevole ai chirotteri forestali che utilizzano il bosco come ambiente di rifugio e/o habitat di caccia. - Inquinamento (acqua, suolo, aria)-abbandono di materiali: riduce la quantità delle prede per varie specie di chirotteri e può dare luogo a fenomeni di intossicazione e bioaccumulo. - Fotografie e riprese nei siti di rifugio o lungo i corridoi di volo dei chirotteri: la fotografia e la ripresa (anche se con trappole IR) è un potenziale disturbo alle colonie e agli esemplari, va dunque valutata con attenzione la sua finalità, la metodica e l epoca,... - Instabilità del sito: aumento dell instabilità del roost dovuto alla natura della roccia, alle passate lavorazioni di cava, alla presenza delle radici della vegetazione soprastante e all acqua d infiltrazione. 63

64 - Catastrofi naturali (generico): crollo di siti ipogei (gallerie, rifugi bellici, edifici, ) dovuti a varie ragioni come anche ondate eccezionali di maltempo possono localmente distruggere o danneggiare fortemente colonie di chirotteri di importanza comunitaria. - Introduzione di malattie (per specie animali): alcune malattie possono colpire popolazioni/specie di chirotteri rimaste fino ad oggi indenni. In Europa è comparsa la sindrome del naso bianco (White Nose Sindrome, WSN), oltre alla problematica sanitaria rappresentata dalla rabbia, mai riscontrata nel nostro paese che comunque non può ritenersi indenne dal potenziale problema. Tale malattia ha il principale risvolto sulla salute pubblica e l opinione pubblica. - Vandalismo: la frequentazione umana incontrollata di roost che ospitano colonia può causare la morte di esemplari o l allontanamento. La minaccia si concretizza in vario modo, con disturbo, accensione di fuochi, ecc... Il vandalismo può essere rivolto a manufatti quali nidi artificiali, cancelli, cartelli, ecc... - Clima culturale : i chirotteri risentono negativamente dei pregiudizi e di paure irrazionali che causano la difficile convivenza con l uomo. Allo stesso modo risentono della scarsa cultura naturalistica e dell ignoranza sui temi della loro conservazione. Considerazioni e indicazioni gestionali: Dal momento che l opera a protezione della cavità presso la località Osteriola deve ancora essere realizzata, le seguenti indicazioni dovranno essere aggiornate una volta eseguiti i controlli post operam. Sarà, quindi, necessario svolgere l iter di monitoraggio previsto dal formulario del Progetto per poter verificare la bontà dell intervento realizzato e la sua permeabilità alla transito della fauna. La chiusura della cavità necessiterà, sicuramente, di manutenzione per mantenere libero il passaggio e l accesso. E quindi fondamentale: Valutare l eventuale impatto delle strutture installate a protezione della cavità sulla chirotterofauna del sito: impatti, frequenza di entrata/uscita, abbandono, modifica dell utilizzo della cavità, ecc... Evitare l occlusione dell ingresso da materiali di trasporto solido (detriti di frana dovuta alla naturale instabilità della roccia, materiale fangoso, massi, ciottoli e detriti vegetali quali tronchi d albero, rami, ecc ) con periodici controlli ed azioni di manutenzione. Evitare la distruzione/occlusione dei corridoi di volo utilizzati dai chirotteri in uscita dalla cavità e/o come area di foraggiamento (creazione di barriere, taglio della vegetazione che occlude l ingresso, ecc ). Monitorare negli anni la stabilità e sicurezza del roost. Data l assenza di informazioni sull utilizzo, da parte dei chirotteri, della cavità, oggetto di chiusura, sarà necessario approfondire la questione e colmare le lacune di conoscenza, oltre a controllare e regolamentare gli accessi alla cavità stessa: L ingresso alla cavità deve essere consentito solo se accompagnati dal personale del gruppo speleologico di riferimento per l area in cui è sita la grotta. E necessario vietare/limitare l accesso alla cavità nel periodo invernale (novembre-febbraio), qualora vengano rilevati esemplari in svernamento, se non per scopi scientifici e/o di monitoraggio. E necessario vietare/limitare l accesso alla cavità nel periodo estivo (giugno-agosto), qualora venga segnalata la presenza di nursery, se non per scopi scientifici e/o di monitoraggio. 64

65 In caso di frequentazione della cavità nei periodi sensibili per i chirotteri, è necessario valutare attentamente i percorsi ipogei per evitare la perturbazione delle colonie ed adottare tutte le più moderne indicazioni e strumentazioni per mitigare il disturbo arrecato. Evitare il disturbo diretto con riprese fotografiche, uso di flash, lampade e altri dispositivi d illuminazione utilizzando dispositivi con luce IR. Seguire il protocollo per la prevenzione della WNS (White Nose Syndrome) ed in generale adottare le principali misure per la prevenzione delle patologie infettive a carico dei chirotteri. Svolgere il monitoraggio delle patologie infettive nelle colonie di chirotteri. Sensibilizzare il mondo speleologico ed il pubblico sui temi della conservazione e tutela dei chirotteri. E inoltre necessario: Controllare la fruizione nell area in prossimità dell ingresso della cavità. Controllare e prevenire gli atti vandalici. Prevenire l inquinamento delle acque e del suolo nei pressi della cavità. Elaborare le indicazioni gestionali volte a mantenere e incrementare la biodiversità e favorevoli alla fauna minore e all entomofauna (mantenimento di alberi cavitati in piedi, legname a terra, mantenimento di una struttura diversificata, ecc...). Incentivare le pratiche agricole estensive, privilegiando l agricoltura biologica. Conservare le formazioni forestali diversificate e connesse tra loro. Riqualificazione dell agroecosistema tramite il mantenimento e ripristino degli elementi del paesaggio agrario tradizionale (siepi, filari, fossi, banchine inerbite, maceri e specchi d acqua, ). Monitorare degli inquinanti bioaccumulabili. Cava del Farneto SIC di appartenenza: SIC-ZPS IT Gessi Bolognesi, Calanchi dell Abbadessa Comune: San Lazzaro di Savena Località: Farneto Proprietà dell ingresso: Proprietà Pubblica, nello specifico appartiene ai Comuni di San Lazzaro di Savena e Bologna ed alla Provincia. Descrizione della cavità: La Cava del Farneto fu aperta nel 1958, l estrazione del gesso avveniva in superficie ed in galleria, e cessò l attività estrattiva nel La cavità artificiale si apre alla base degli affioramenti che si alzano dal fondovalle Zena verso Ronzano, creando dorsali pronunciate che ricalcano le principali banconate gessose. In tale settore gli strati presentano giaciture fortemente inclinate con immersione a nord. Negli anni, l attività estrattiva ha avuto ripercussioni sui sistemi carsici naturali della zona. In particolare, ha intercettato la Grotta Carlo Pelagalli (ER BO - 425) (Fig. 6.24) ed ha determinato una grave instabilità dell affioramento gessoso in cui è sita, con conseguenti frane e caduta di massi. I dissesti indotti dalla Cava del Farneto hanno provocato, nel 1991, il crollo dell accesso 65

66 storico dell omonima Grotta del Farneto che oggi è stata messa in sicurezza e presenta un nuovo ingresso grazie a fondi pubblici e contributi della Fondazione Carisbo. Figura 6.24: Rilievo cartografico della Grotta Carlo Pelagalli (ER BO 425) con l ingresso dalla Cava del Farneto. La Cava del Farneto è una cavità artificiale caratterizzata da una forte instabilità. L ingresso, che si apre ai piedi della parete gessosa, in mezzo alla boscaglia, è parzialmente protetto da una rete paramassi ed è soggetto a fenomeni di riempimento da parte di colate di fango che scendono dal versante roccioso durante le forti piogge (Fig. 6.25). Tale ingresso è oggetto dell Azione C1 del Progetto Life+, data la pericolosità del sito ed il facile accesso, la cavità si apre, infatti, a poca distanza dal piazzale sottostante la Grotta del Farneto, nonché dalla Strada Provinciale 36 - Via Carlo Jussi. Figura 6.25: Ingresso principale della Cava del Farneto, oggetto dell Azione C1 del Progetto Life+ (Foto estrapolata dalla ripresa video IR fatta da F. Grazioli). 66

67 Descrizione della chiusura: La Cava del Farneto verrà protetta da una recinzione di rete metallica plastificata, lunga circa 60 m ed alta 1,5 m. Tale recinzione, posta a ampia distanza dall ingresso della cavità, presenterà un cancello pedonale per consentire l accesso al sito del personale autorizzato. La rete verrà fissata a paletti in ferro a T, distanziati fra loro di 2 m, ed infissi al suolo. L opera, oltre a proteggere la cavità per la salvaguardia dei chirotteri, garantirà le condizioni di sicurezza per evitare incidenti di origine antropica. Per ora l intervento non è ancora stato compiuto, in quanto vi era l intenzione di appaltarlo contemporaneamente a quello previsto presso la ex cava di Monte Croara (Cava I.E.C.M.E.). Tuttavia, per non ritardare ulteriormente la sua realizzazione si procederà in modo indipendente con i due progetti. La chiusura a protezione della Cava del Farneto ha richiesto uno specifico progetto e varie autorizzazioni ed accordi, e sarà realizzato a breve. In fase di post operam del Progetto Life+ si è continuato il controllo della cavità in oggetto, nonostante non sia stata fatta l opera, per raccogliere dati più esaustivi sulla chirotterofauna frequentante la Cava del Farneto. Data l instabilità del sito, e quindi l eccessivo rischio per gli operatori, di fatto non sono stati svolti i controlli diretti per il rilevamento degli svernanti e delle eventuali nursery. Negli anni d indagine sono stati comunque ripetuti i rilevamenti bioacustici presso l ingresso della cavità e sono state effettuate le riprese IR con l apposita videocamera. Chirotteri: Dalle indagini svolte nel corso del Progetto, applicando alcune delle tecniche di monitoraggio previste dal protocollo operativo, la cavità e l area limitrofa ad essa risultano frequentate dalle seguenti specie di Chirotteri: Specie della Regione Emilia-Romagna Rhinolophus euryale Blasius,1853 Rhinolophus ferrumequinum (Schreber, 1774) Rhinolophus hipposideros (Bechstein, 1800) Barbastella barbastellus (Schreber, 1774) Eptesicus serotinus (Schreber, 1774) Hypsugo savii (Bonaparte, 1837) Myotis spp. Myotis bechsteinii (Kuhl, 1817) Myotis blythii (Thomes, 1857) Myotis capaccinii (Bonaparte,1837) Myotis daubentonii (Kuhl, 1817) Myotis emarginatus (E.Geoffroy, 1806) Myotis myotis (Borkhausen,1797) Myotis mystacinus (Kuhl, 1817) Myotis nattereri (Kuhl, 1817) Nyctalus lasiopterus (Schreber, 1780) Nyctalus leisleri (Kuhl, 1817) Nyctalus noctula (Schreber, 1774) Pipistrellus kuhlii (Kuhl, 1817) Pipistrellus nathusii (Keyserling et Blasius, 1839) Pipistrellus pipistrellus (Schreber, 1774) Pipistrellus pygmaeus (Leach, 1825) Ante operam 67

68 Plecotus spp. Plecotus auritus (Linnaeus, 1758) Plecotus austriacus (Fischer, 1829) Miniopterus schreibersii (Kuhl, 1817) Tadarida teniotis (Rafinesque, 1814) L indagine bioacustica svolta indica che vi sono almeno 13 specie che frequentano la Cava del Farneto (Tab. 6.14). Di queste, molto probabilmente, Nyctalus noctula è l unica che non utilizza la cavità come rifugio, in quanto si tratta di una specie legata principalmente agli ambienti forestali, ma che è stata contattata con il bat-detector. Tabella 6.14: Risultati dell indagine bioacustica svolta in fase ante operam presso la Cava del Farneto. Specie individuate Agosto 2010 Settembre 2010 Ante operam [indice di attività (passaggi/h)] Giugno 2011 Luglio 2011 Settembre 2011 Luglio 2014 Eptesicus serotinus Hypsugo savii Miniopterus schreibersii Myotis daubentonii 1.33 Myotis myotis Myotis spp Nyctalus noctula 2.67 Pipistrellus kuhlii Pipistrellus pipistrellus Plecotus spp Rhinolophus euryale Rhinolophus ferrumequinum Rhinolophus hipposideros Dai dati raccolti, si osserva un differente utilizzo della Cava del Farneto da parte della chirotterofauna. Se in autunno si rilevano principalmente i Rinolofidi, il Miniottero ed i piccoli Myotis, in estate i contatti sono maggiormente distribuiti fra le varie specie, con picchi di attività dei Pipistrellus spp.. La cava del Farneto risulta, quindi, una cavità di rilevante importanza durante tutte le fasi del ciclo biologico dei chirotteri (svernamento, swarming e fase riproduttiva) per numerose specie fra cui alcune inserite in Allegato II (Rhinolophus euryale, Rhinolophus ferrumequinum, Rhinolophus hipposideros, Myotis myotis, Miniopterus schreibersii ) e IV della Dir. 92/43/CEE. Tuttavia, data l instabilità del sito e l elevato rischio per gli operatori, non sono stati svolti i sopralluoghi diretti per il controllo e l effettivo conteggio degli animali in svernamento o in fase riproduttiva. L unico dato disponibile ed indirettamente legato alla Cava del Farneto sono le presenze rilevate presso la Grotta Carlo Pelagalli dagli speleologi del GSB-USB (Gruppo Speleologico Bolognese - Unione Speleologica Bolognese) (Tab. 6.15). 68

69 Tabella 6.15: Risultati dei rilevamenti diretti svolti presso la Grotta Carlo Pelagalli (ER BO 425). Specie osservate nei rilevamenti diretti Grotta Carlo Pelagalli (numero esemplari) Inverno 2010/11 Inverno 2011/12 Myotis spp. 1 Rhinolophus ferrumequinum (Schreber, 1774) 2 Rhinolophus hipposideros (Bechstein, 1800) 5 7 Dall analisi dei filmati realizzati in fase ante operam del Progetto Life+, realizzati a luglio 2011 ed ad agosto 2014, con una videocamera IR, presso l ingresso della Cava del Farneto, si comprende come gli animali attraversano liberamente il varco della cavità. In particolare, nel 2014, nel filmato della durata di circa 2 ore e mezza, è stato osservato il transito di almeno 25 esemplari e, in totale, sono stati rilevati 82 eventi di uscita e 74 di entrata. I chirotteri transitano liberamente attraverso l ingresso della cavità. Spesso si osservano trenini composti da 3-4 esemplari, ma più facilmente si vedono i singoli individui volare dentro e fuori. In alcuni casi si è visto che gli esemplari inseguono degli insetti che volano nei pressi della cavità, ciò significa che la zona antistante il rifugio è anche utilizzata come sito di foraggiamento. Gli esemplari osservati volano al di sopra della rete paramassi, installata a protezione dell ingresso, per poi uscire. Tuttavia, date le grandi dimensioni del varco indagato, la ripresa effettuata non è ottimale per l osservazione puntuale degli esemplari in volo, con il calare della luce, infatti, è stato più difficoltoso l individuazione degli animali in transito. Inoltre, dalla ripresa video effettuata, si rileva la presenza di un gatto domestico che si sofferma, in prossimità dell ingresso indagato, per alcuni minuti. Si consiglia di ripetere l indagine, una volta eseguiti i lavori di chiusura della cavità, per verificare la bontà dell intervento realizzato. L opera realizzata non dovrebbe presentare problematiche legate alla permeabilità al transito della fauna, trattandosi di una recinzione posta ad ampia distanza dall ingresso della cavità. Tuttavia è bene valutare la presenza di eventuali impatti negativi sulla chirotterofauna presente nel sito. Minacce presenti: Minacce specifiche rilevate in Ante Operam [minacce riferite a tutte le specie] - Interventi presso cave abbandonate: le cave di roccia in zone carsiche non più coltivate sono siti di rifugio per i chirotteri troglofili. Un sito estrattivo abbandonato con gallerie deve ritenersi a priori importante per la chirotterofauna troglofila e va valutato attentamente ogni intervento di messa in sicurezza (cancellate agli ingressi, interventi di sistemazione e messa in sicurezza, ecc.) così come pure una eventuale ripresa delle attività di coltivazione. - Distruzione e perturbazione habitat per specie troglofile: la minaccia si concretizza nella distruzione di affioramenti rocciosi in cui sono presenti fenomeni carsici che ospitano colonie di pipistrelli troglofili ovvero dalla distruzione di siti ipogei artificiali (cave in galleria, miniere, cantine,...) e naturali, spesso con la volontaria chiusura degli accessi per ragioni di sicurezza; il disturbo può derivare anche dalla pratica speleologica e, soprattutto dalla frequentazione occasionale e dalla turisticizzazione dei siti ipogei naturali e artificiali. - Afflusso antropico presso l ingresso: la frequentazione da parte dell uomo dell area presso l ingresso del roost può causare disturbo ai chirotteri soprattutto nella fase di attività. 69

70 - Alpinismo, scalate, speleologia: la speleologia e in minore misura la pratica di arrampicare in siti rocciosi possono disturbare colonie in riproduzione o svernamento. Il fenomeno è particolarmente impattante nei siti ipogei con nursery. - Miglior accesso ai siti: interventi che facilitano l accessibilità a siti poco protetti (ad es. grotte, rifugi bellici, ponti, gallerie, manufatti idraulici,...) in cui sono presenti colonie di pipistrelli, possono favorire anche se involontariamente il disturbo fino a determinarne l abbandono. - Collisione con cavi e fili metallici in particolare riferito alle cave: è una potenziale minaccia in quanto gli animali possono avere collisioni e riportare ferite anche mortali. - Evoluzione della biocenosi (processi naturali): occlusione dei corridoi di volo che conducono agli ingressi delle cavità di rifugio. - Occlusione naturale: occlusione dell ingresso del roost da parte di materiale si trasporto solido derivante da smottamenti o da attività antropica. - Coltivazione: specifico per colture intensive. Può portare ad eccessiva semplificazione del sistema ed inquinamento diffuso. - Gestione forestale: la gestione forestale può essere non favorevole ai chirotteri forestali che utilizzano il bosco come ambiente di rifugio e/o habitat di caccia. - Inquinamento (acqua, suolo, aria)-abbandono di materiali: riduce la quantità delle prede per varie specie di chirotteri e può dare luogo a fenomeni di intossicazione e bioaccumulo. - Fotografie e riprese nei siti di rifugio o lungo i corridoi di volo dei chirotteri: la fotografia e la ripresa (anche se con trappole IR) è un potenziale disturbo alle colonie e agli esemplari, va dunque valutata con attenzione la sua finalità, la metodica e l epoca,... - Instabilità del sito: aumento dell instabilità del roost dovuto alla natura della roccia, alle passate lavorazioni di cava, alla presenza delle radici della vegetazione soprastante e all acqua d infiltrazione. - Catastrofi naturali (generico): crollo di siti ipogei (gallerie, rifugi bellici, edifici, ) dovuti a varie ragioni come anche ondate eccezionali di maltempo possono localmente distruggere o danneggiare fortemente colonie di chirotteri di importanza comunitaria. - Introduzione di malattie (per specie animali): alcune malattie possono colpire popolazioni/specie di chirotteri rimaste fino ad oggi indenni. In Europa è comparsa la sindrome del naso bianco (White Nose Sindrome, WSN), oltre alla problematica sanitaria rappresentata dalla rabbia, mai riscontrata nel nostro paese che comunque non può ritenersi indenne dal potenziale problema. Tale malattia ha il principale risvolto sulla salute pubblica e l opinione pubblica. - Predazione da parte di animali domestici: gli animali domestici, in particolare i gatti, che hanno accesso ai roost, quali soffitte, tetti, scantinati, legnaie, bat boxes, etc.., possono effettuare una pesante predazione presso le colonie. - Vandalismo: la frequentazione umana incontrollata di roost che ospitano colonia può causare la morte di esemplari o l allontanamento. La minaccia si concretizza in vario modo, con disturbo, accensione di fuochi, ecc... Il vandalismo può essere rivolto a manufatti quali nidi artificiali, cancelli, cartelli, ecc... - Clima culturale : i chirotteri risentono negativamente dei pregiudizi e di paure irrazionali che causano la difficile convivenza con l uomo. Allo stesso modo risentono della scarsa cultura naturalistica e dell ignoranza sui temi della loro conservazione. Considerazioni e indicazioni gestionali: Dal momento che la recinzione a protezione della Cava del Farneto deve ancora essere posizionata, le seguenti indicazioni dovranno essere aggiornate una volta eseguiti i controlli post operam. Sarà, quindi, necessario concludere l iter di monitoraggio previsto dal formulario del Progetto per poter 70

71 verificare la bontà dell intervento realizzato. L opera realizzata non dovrebbe presentare problematiche legate alla permeabilità al transito della fauna, trattandosi di una recinzione posta ad ampia distanza dall ingresso della cavità. Tuttavia, necessiterà, sicuramente, di manutenzione per mantenere libero il passaggio e l accesso. E quindi fondamentale: Valutare l eventuale impatto delle strutture installate a protezione della cavità sulla chirotterofauna del sito: impatti, frequenza di entrata/uscita, abbandono, modifica dell utilizzo della cavità, ecc... Evitare l occlusione dell ingresso da materiali di trasporto solido (detriti di frana dovuta alla naturale instabilità della roccia, materiale fangoso, massi, ciottoli e detriti vegetali quali tronchi d albero, rami, ecc ) con periodici controlli ed azioni di manutenzione. Evitare la distruzione/occlusione dei corridoi di volo utilizzati dai chirotteri in uscita dalla cavità e/o come area di foraggiamento (creazione di barriere, taglio della vegetazione che occlude l ingresso, ecc ). Rendere evidenti i cavi (di guardia, stralli, conduttori, ) mediante spirali o altro. Monitorare negli anni la stabilità e sicurezza del roost. Data la ricca chirotterofauna frequentante la Cava del Farneto ed il diversificato utilizzo della cavità nei vari periodi dell anno è necessario controllare e regolamentare gli accessi alla cavità: L ingresso alla cavità deve essere consentito solo se accompagnati dal personale del gruppo speleologico di riferimento per l area in cui è sita la grotta. E necessario vietare/limitare l accesso alla cavità nel periodo invernale (novembre-febbraio), se non per scopi scientifici e/o di monitoraggio. E necessario vietare/limitare l accesso alla cavità nel periodo estivo (giugno-agosto) qualora venga segnalata la presenza di nursery, se non per scopi scientifici e/o di monitoraggio. In caso di frequentazione della cavità nei periodi sensibili per i chirotteri, è necessario valutare attentamente i percorsi ipogei per evitare la perturbazione delle colonie ed adottare tutte le più moderne indicazioni e strumentazioni per mitigare il disturbo arrecato. Evitare il disturbo diretto con riprese fotografiche, uso di flash, lampade e altri dispositivi d illuminazione utilizzando dispositivi con luce IR. Seguire il protocollo per la prevenzione della WNS (White Nose Syndrome) ed in generale adottare le principali misure per la prevenzione delle patologie infettive a carico dei chirotteri. Svolgere il monitoraggio delle patologie infettive nelle colonie di chirotteri. Sensibilizzare il mondo speleologico ed il pubblico sui temi della conservazione e tutela dei chirotteri visto che la cavità, attualmente, non è protetta. Sensibilizzare il pubblico sull impatto degli animali domestici sulla fauna selvatica. In casi particolari è possibile realizzare interventi di messa in sicurezza da parte di possibili predatori domestici. E inoltre necessario: Controllare la fruizione nell area in prossimità dell ingresso della cavità. Controllare e prevenire gli atti vandalici. Prevenire l inquinamento delle acque e del suolo nei pressi della cavità. 71

72 Elaborare le indicazioni gestionali volte a mantenere e incrementare la biodiversità e favorevoli alla fauna minore e all entomofauna (mantenimento di alberi cavitati in piedi, legname a terra, mantenimento di una struttura diversificata, ecc...). Incentivare le pratiche agricole estensive, privilegiando l agricoltura biologica. Conservare le formazioni forestali diversificate e connesse tra loro. Riqualificazione dell agroecosistema tramite il mantenimento e ripristino degli elementi del paesaggio agrario tradizionale (siepi, filari, fossi, banchine inerbite, maceri e specchi d acqua, ). Monitorare degli inquinanti bioaccumulabili. Cava Fiorini SIC di appartenenza: SIC-ZPS IT Gessi Bolognesi, Calanchi dell Abbadessa Comune: San Lazzaro di Savena Località: Osteriola Proprietà dell ingresso: Proprietà Pubblica, acquistata tramite l Azione B2 del Progetto LIFE+. Descrizione della cavità: La Cava Fiorini è localizzata nell affioramento gessoso che si estende tra la Buca del Budriolo e il fondovalle Zena. La giacitura della stratificazione è sub verticale e ciò si osserva facilmente grazie agli scavi effettuati dall attività estrattiva del passato. L attività estrattiva è stata svolta dalla ditta Fratelli Fiorini e dal 1977 il Comune di San Lazzaro di Savena ha vietato l escavazione in galleria, consentendo solo l attività a cielo aperto, ponendo così fine allo sfruttamento degli affioramenti gessosi. Figura 6.26: Ingresso principale della Cava Fiorini, inquadrato dall interno (Foto di F. Grazioli). 72

73 In passato, le gallerie di cava sono state spesso frequentate per il ritrovamento di grandi cristalli di gesso limpido secondario, di oggetti litici usati dall uomo nel Paleolitico medio e superiore, di numerose testimonianze dell Età del Rame ed anche per i resti di un ghiottone, un mustelide che attualmente vive solo nelle regioni più settentrionali dell Europa e dell Asia. La cava si compone di vari livelli, ognuno costituito da gallerie di grandi dimensioni, parallele fra loro e la cui volta è sostenuta da grossi piloni di gesso. La cavità è caratterizzata da una forte instabilità e presenta numerosi segni di cedimento con caduta di massi e svuotamenti di argilla. La Cava Fiorini presenta diversi ingressi: il primo porta ad una breve galleria che si collega al ramo principale tramite un passaggio verticale; il secondo ingresso (Fig. 6.26), che porta alla sezione più estesa della cava, è seguito da un breve tratto in cui si può osservare il crollo che ha originato l apertura del terzo ingresso che si affaccia su una ricca e fitta vegetazione. Descrizione della chiusura: Inizialmente, la Cava Fiorini non era prevista dal Formulario del Progetto, tuttavia, nel corso delle indagini preliminari, è stata individuata una cavità carsica occlusa, negli anni 70, con materiali eterogenei provenienti dall attività estrattiva dei cavatori. Si è quindi deciso di effettuare l intervento di recupero del pozzo carsico naturale, previa apposita progettazione. La Cava Fiorini verrà protetta da una recinzione di rete metallica plastificata, lunga circa 70 m ed alta 1,5 m. Tale recinzione, posta a ampia distanza dagli ingressi della cavità, presenterà un cancello pedonale per consentire l accesso al sito del personale autorizzato. La rete verrà fissata a paletti in ferro a T, distanziati fra loro di 2 m, ed infissi al suolo. L opera, oltre a proteggere la cavità per la salvaguardia dei chirotteri, garantirà le condizioni di sicurezza per evitare incidenti di origine antropica. In fase di post operam del Progetto Life+ si è continuato il controllo della cavità in oggetto, nonostante non sia stata fatta l opera, per raccogliere dati più esaustivi sulla chirotterofauna frequentante la Cava Fiorini. Nonostante l instabilità del sito ed il rischio per gli operatori, sono stati svolti alcuni controlli diretti per il rilevamento degli svernanti. Negli anni d indagine sono stati, inoltre, ripetuti i rilevamenti bioacustici presso gli ingressi della cavità. Chirotteri: Dalle indagini svolte nel corso del Progetto, applicando le varie tecniche di monitoraggio previste dal protocollo operativo, la cavità e l area limitrofa ad essa risultano frequentate dalle seguenti specie di Chirotteri: Specie della Regione Emilia-Romagna Rhinolophus euryale Blasius,1853 Rhinolophus ferrumequinum (Schreber, 1774) Rhinolophus hipposideros (Bechstein, 1800) Barbastella barbastellus (Schreber, 1774) Eptesicus serotinus (Schreber, 1774) Hypsugo savii (Bonaparte, 1837) Myotis spp. Myotis bechsteinii (Kuhl, 1817) Myotis blythii (Thomes, 1857) Myotis capaccinii (Bonaparte,1837) Ante operam 73

74 Myotis daubentonii (Kuhl, 1817) Myotis emarginatus (E.Geoffroy, 1806) Myotis myotis (Borkhausen,1797) Myotis mystacinus (Kuhl, 1817) Myotis nattereri (Kuhl, 1817) Nyctalus lasiopterus (Schreber, 1780) Nyctalus leisleri (Kuhl, 1817) Nyctalus noctula (Schreber, 1774) Pipistrellus kuhlii (Kuhl, 1817) Pipistrellus nathusii (Keyserling et Blasius, 1839) Pipistrellus pipistrellus (Schreber, 1774) Pipistrellus pygmaeus (Leach, 1825) Plecotus spp. Plecotus auritus (Linnaeus, 1758) Plecotus austriacus (Fischer, 1829) Miniopterus schreibersii (Kuhl, 1817) Tadarida teniotis (Rafinesque, 1814) L indagine svolta indica che vi sono almeno 13 specie che frequentano la Cava Fiorini e di queste, molto probabilmente, Nyctalus noctula è l unica che non utilizza la cavità come rifugio, in quanto si tratta di una specie legata principalmente agli ambienti forestali, ma che è stata contattata con il batdetector. Tabella 6.16: Risultati dell indagine bioacustica svolta in fase ante operam presso gli ingressi della Cava Fiorini. Ingresso 1 ingresso 2 ingresso 3 ingresso Specie individuate Ante operam [indice di attività (passaggi/h)] Giugno 2011 Ottobre 2011 Luglio 2014 Eptesicus serotinus Hypsugo savii Miniopterus schreibersii Myotis sp Pipistrellus pipistrellus Rhinolophus hipposideros Eptesicus serotinus 1.85 Hypsugo savii Miniopterus schreibersii Myotis myotis / Myotis blythii Myotis sp Nyctalus noctula 0.92 Pipistrellus kuhlii Pipistrellus pipistrellus Plecotus spp Rhinolophus euryale 2.77 Rhinolophus hipposideros Rhinolophus ferrumequinum Eptesicus serotinus Miniopterus schreibersii

75 Dai dati raccolti, si osserva un differente utilizzo della Cava Fiorini da parte della chirotterofauna. Se qualitativamente le specie presenti nella cavità, nei diversi periodi dell anno, risultano pressoché le stesse, si assiste ad una forte variazione in termini di numero di esemplari rilevato. Le specie registrate con il bat-detector sono numerose e molto attive (Tab. 6.16), sia in estate che in autunno, presso i vari ingressi indagati. Dato confermato anche dall analisi delle registrazioni video, realizzate con un apposita videocamera con funzioni IR, nel corso del La Cava Fiorini risulta, quindi, una cavità di rilevante importanza durante tutte le fasi del ciclo biologico dei chirotteri (svernamento, swarming e fase riproduttiva) per numerose specie fra cui alcune inserite in Allegato II (Rhinolophus euryale, Rhinolophus ferrumequinum, Rhinolophus hipposideros, Myotis myotis, Myotis blythii e Miniopterus schreibersii ) e IV della Dir. 92/43/CEE. Data l instabilità del sito e l elevato rischio per gli operatori, i sopralluoghi diretti, per il controllo e l effettivo conteggio degli animali in svernamento o in fase riproduttiva, sono stati spesso interrotti senza percorrere tutte le gallerie della cava (Tab. 6.17). Per tale motivo, non è stata individuata la colonia svernante di Miniotteri nell inverno 2012/2013 ed il numero dei Rinolofidi, degli ultimi tre anni d indagine, non può essere considerato completo. Tabella 6.17: Risultati dei rilevamenti diretti svolti in fase ante operam presso la Cava Fiorini. Specie osservate nei rilevamenti diretti Inverno 2010/11 Ante operam (numero esemplari) Estate 2011 Inverno 2011/12 Inverno 2012/13 Inverno 2013/14 Inverno 2014/15 Eptesicus serotinus (Schreber, 1774) 1 Miniopterus schreibersii (Kuhl, 1817) 732 DP Rhinolophus ferrumequinum (Schreber, 1774) 9 9 DP 2 DP 4 Rhinolophus hipposideros (Bechstein, 1800) 2 3 La presenza di Miniopterus schreibersii all interno della Cava Fiorini (Fig. 6.27), soprattutto durante il periodo invernale, è stata rilevata durante le indagini preliminari del Progetto grazie alla presenza di un abbondante cumulo di guano. La cavità in oggetto presenta caratteristiche idonee all occupazione da parte del Miniottero; ha, infatti, ampi accessi e vasti vuoti interni. Tale dato assume una particolare importanza nel quadro provinciale, tuttavia, non aiuta a risolvere la questione su dove migrino e trovino rifugio i Miniotteri, che sono presenti durante la stagione invernale, ma che sono praticamente assenti durante l estate. Infatti, i rilevamenti estivi di questa specie sono relativamente scarsi rispetto ai contingenti invernali. La presenza diretta ed estiva di Miniopterus schreibersii è stata accertata soltanto per due cave dismesse (Cava Fiorini e Cava Ghelli), dove è stata stimata, in entrambi i siti, un numero di circa 50 esemplari. Inoltre, attualmente, non è stata scoperta alcuna colonia riproduttiva in provincia di Bologna. 75

76 Figura 6.27: Colonia svernante di Miniopterus schreibersii presso la Cava Fiorini nell inverno 2014/2015 (Foto di F. Grazioli). Si consiglia di ripetere l indagine, una volta eseguiti i lavori di chiusura della cavità, per verificare la bontà dell intervento realizzato. L opera realizzata non dovrebbe presentare problematiche legate alla permeabilità al transito della fauna, trattandosi di una recinzione posta ad ampia distanza dagli ingressi della cavità. Tuttavia è bene valutare la presenza di eventuali impatti negativi sulla chirotterofauna presente nel sito. Minacce presenti: Minacce specifiche rilevate in Ante Operam [minacce riferite a tutte le specie] - Interventi presso cave abbandonate: le cave di roccia in zone carsiche non più coltivate sono siti di rifugio per i chirotteri troglofili. Un sito estrattivo abbandonato con gallerie deve ritenersi a priori importante per la chirotterofauna troglofila e va valutato attentamente ogni intervento di messa in sicurezza (cancellate agli ingressi, interventi di sistemazione e messa in sicurezza, ecc.) così come pure una eventuale ripresa delle attività di coltivazione. - Distruzione e perturbazione habitat per specie troglofile: la minaccia si concretizza nella distruzione di affioramenti rocciosi in cui sono presenti fenomeni carsici che ospitano colonie di pipistrelli troglofili ovvero dalla distruzione di siti ipogei artificiali (cave in galleria, miniere, cantine,...) e naturali, spesso con la volontaria chiusura degli accessi per ragioni di sicurezza; il disturbo può derivare anche dalla pratica speleologica e, soprattutto dalla frequentazione occasionale e dalla turisticizzazione dei siti ipogei naturali e artificiali. - Afflusso antropico presso l ingresso: la frequentazione da parte dell uomo dell area presso l ingresso del roost può causare disturbo ai chirotteri soprattutto nella fase di attività. - Alpinismo, scalate, speleologia: la speleologia e in minore misura la pratica di arrampicare in siti rocciosi possono disturbare colonie in riproduzione o svernamento. Il fenomeno è particolarmente impattante nei siti ipogei con nursery. - Miglior accesso ai siti: interventi che facilitano l accessibilità a siti poco protetti (ad es. grotte, rifugi bellici, ponti, gallerie, manufatti idraulici,...) in cui sono presenti colonie di pipistrelli, 76

77 possono favorire anche se involontariamente il disturbo fino a determinarne l abbandono. - Collisione con cavi e fili metallici in particolare riferito alle cave: è una potenziale minaccia in quanto gli animali possono avere collisioni e riportare ferite anche mortali. - Evoluzione della biocenosi (processi naturali): occlusione dei corridoi di volo che conducono agli ingressi delle cavità di rifugio. - Occlusione naturale: occlusione dell ingresso del roost da parte di materiale si trasporto solido derivante da smottamenti o da attività antropica. - Coltivazione: specifico per colture intensive. Può portare ad eccessiva semplificazione del sistema ed inquinamento diffuso. - Gestione forestale: la gestione forestale può essere non favorevole ai chirotteri forestali che utilizzano il bosco come ambiente di rifugio e/o habitat di caccia. - Inquinamento (acqua, suolo, aria)-abbandono di materiali: riduce la quantità delle prede per varie specie di chirotteri e può dare luogo a fenomeni di intossicazione e bioaccumulo. - Fotografie e riprese nei siti di rifugio o lungo i corridoi di volo dei chirotteri: la fotografia e la ripresa (anche se con trappole IR) è un potenziale disturbo alle colonie e agli esemplari, va dunque valutata con attenzione la sua finalità, la metodica e l epoca,... - Instabilità del sito: aumento dell instabilità del roost dovuto alla natura della roccia, alle passate lavorazioni di cava, alla presenza delle radici della vegetazione soprastante e all acqua d infiltrazione. - Catastrofi naturali (generico): crollo di siti ipogei (gallerie, rifugi bellici, edifici, ) dovuti a varie ragioni come anche ondate eccezionali di maltempo possono localmente distruggere o danneggiare fortemente colonie di chirotteri di importanza comunitaria. - Introduzione di malattie (per specie animali): alcune malattie possono colpire popolazioni/specie di chirotteri rimaste fino ad oggi indenni. In Europa è comparsa la sindrome del naso bianco (White Nose Sindrome, WSN), oltre alla problematica sanitaria rappresentata dalla rabbia, mai riscontrata nel nostro paese che comunque non può ritenersi indenne dal potenziale problema. Tale malattia ha il principale risvolto sulla salute pubblica e l opinione pubblica. - Vandalismo: la frequentazione umana incontrollata di roost che ospitano colonia può causare la morte di esemplari o l allontanamento. La minaccia si concretizza in vario modo, con disturbo, accensione di fuochi, ecc... Il vandalismo può essere rivolto a manufatti quali nidi artificiali, cancelli, cartelli, ecc... - Clima culturale : i chirotteri risentono negativamente dei pregiudizi e di paure irrazionali che causano la difficile convivenza con l uomo. Allo stesso modo risentono della scarsa cultura naturalistica e dell ignoranza sui temi della loro conservazione. Considerazioni e indicazioni gestionali: Dal momento che la recinzione a protezione della Cava Fiorini deve ancora essere posizionata, le seguenti indicazioni dovranno essere aggiornate una volta eseguiti i controlli post operam. Sarà, quindi, necessario concludere l iter di monitoraggio previsto dal formulario del Progetto per poter verificare la bontà dell intervento realizzato. L opera realizzata non dovrebbe presentare problematiche legate alla permeabilità al transito della fauna, trattandosi di una recinzione posta ad ampia distanza dall ingresso della cavità. Tuttavia, necessiterà, sicuramente, di manutenzione per mantenere libero il passaggio e l accesso. E quindi fondamentale: Valutare l eventuale impatto delle strutture installate a protezione della cavità sulla chirotterofauna del sito: impatti, frequenza di entrata/uscita, abbandono, modifica dell utilizzo della cavità, ecc... 77

78 Evitare l occlusione dell ingresso da materiali di trasporto solido (detriti di frana dovuta alla naturale instabilità della roccia, materiale fangoso, massi, ciottoli e detriti vegetali quali tronchi d albero, rami, ecc ) con periodici controlli ed azioni di manutenzione. Evitare la distruzione/occlusione dei corridoi di volo utilizzati dai chirotteri in uscita dalla cavità e/o come area di foraggiamento (creazione di barriere, taglio della vegetazione che occlude l ingresso, ecc ). Rendere evidenti i cavi (di guardia, stralli, conduttori, ) mediante spirali o altro. Monitorare negli anni la stabilità e sicurezza del roost. Data la ricca chirotterofauna frequentante la Cava Fiorini ed il diversificato utilizzo della cavità nei vari periodi dell anno è necessario controllare e regolamentare gli accessi alla cavità: L ingresso alla cavità deve essere consentito solo se accompagnati dal personale del gruppo speleologico di riferimento per l area in cui è sita la grotta. E necessario vietare/limitare l accesso alla cavità nel periodo invernale (novembre-febbraio), se non per scopi scientifici e/o di monitoraggio. E necessario vietare/limitare l accesso alla cavità nel periodo estivo (giugno-agosto) qualora venga segnalata la presenza di nursery, se non per scopi scientifici e/o di monitoraggio. In caso di frequentazione della cavità nei periodi sensibili per i chirotteri, è necessario valutare attentamente i percorsi ipogei per evitare la perturbazione delle colonie ed adottare tutte le più moderne indicazioni e strumentazioni per mitigare il disturbo arrecato. Evitare il disturbo diretto con riprese fotografiche, uso di flash, lampade e altri dispositivi d illuminazione utilizzando dispositivi con luce IR. Seguire il protocollo per la prevenzione della WNS (White Nose Syndrome) ed in generale adottare le principali misure per la prevenzione delle patologie infettive a carico dei chirotteri. Svolgere il monitoraggio delle patologie infettive nelle colonie di chirotteri. Sensibilizzare il mondo speleologico ed il pubblico sui temi della conservazione e tutela dei chirotteri visto che la cavità, attualmente, non è protetta. E inoltre necessario: Evitare interventi che facilitano l accesso al sito come la creazione di sentieri e piste nei pressi della cavità. Controllare la fruizione nell area in prossimità degli ingressi della cavità. Controllare e prevenire gli atti vandalici. Prevenire l inquinamento delle acque e del suolo nei pressi della cavità. Elaborare le indicazioni gestionali volte a mantenere e incrementare la biodiversità e favorevoli alla fauna minore e all entomofauna (mantenimento di alberi cavitati in piedi, legname a terra, mantenimento di una struttura diversificata, ecc...). Incentivare le pratiche agricole estensive, privilegiando l agricoltura biologica. Conservare le formazioni forestali diversificate e connesse tra loro. Riqualificazione dell agroecosistema tramite il mantenimento e ripristino degli elementi del paesaggio agrario tradizionale (siepi, filari, fossi, banchine inerbite, maceri e specchi d acqua, ). Monitorare degli inquinanti bioaccumulabili. 78

79 ER BO Risorgente di Castel dei Britti SIC di appartenenza: SIC-ZPS IT Gessi Bolognesi, Calanchi dell Abbadessa Comune: San Lazzaro di Savena Località: Castel dei Britti Proprietà dell ingresso: Proprietà privata. Descrizione della cavità: Grotta di media importanza speleologica, rilevata dal Gruppo Speleologico Bolognese (GSB) ed attualmente occlusa da un opera muraria realizzata dal proprietario del terreno. La Risorgente di Castel dei Britti si apre ai piedi della rupe selenitica sulla quale sorge la chiesa di San Biagio e l antico borgo dell omonima frazione di Castel dei Britti. All interno della cavità, che ha una lunghezza di oltre 200 m ed un dislivello superiore ai 18 m (Fig. 6.28), scorre un rio sotterraneo che si attiva tumultuosamente durante i periodi piovosi. Figura 6.28: Rilievo cartografico speleologico della Risorgente di Castel dei Britti (ER BO 416). Essendo di proprietà privata, il Parco dei Gessi e Calanchi dell Abbadessa dovrebbe sottoscrivere un accordo di lunga durata che impegna le parti contraenti. Nello specifico il proprietario sarebbe tenuto ad accettare la realizzazione e la permanenza dei manufatti, mentre l Ente dovrebbe realizzare e mantenere efficienti le chiusure attraverso interventi di manutenzione ordinaria e/o straordinaria. Tuttavia, il proprietario dell area ha manifestato perplessità e contrarietà alla realizzazione dell intervento di ripristino e riqualificazione della Risorgente di Castel dei Britti e della successiva messa in sicurezza, tanto che ha negato al gruppo di lavoro di svolgere le indagini previste dal protocollo operativo. Data la contrarietà del proprietario dell area, non è stato ancora predisposto un progetto per la Risorgente di Castel dei Britti e, dal momento che la cavità risulta completamente occlusa, non sono state svolte le indagini relative alla chirotterofauna. 79

80 Minacce presenti: Minacce specifiche rilevate in Ante Operam [minacce riferite a tutte le specie] - Chiusure degli accessi alle cavità naturali e artificiali con strutture non bat-compatibili: strutture che impediscono oppure ostacolano il passaggio dei chirotteri, quali reti metalliche, fili di ferro, teli di plastica, posizionate all ingresso, cancelli con barre verticali, griglie a maglia fine, murature piene, filo spinato, ecc e presenza di cavi e fili metallici nelle gallerie lungo possibili corridoi di volo. - Distruzione e perturbazione habitat per specie troglofile: la minaccia si concretizza nella distruzione di affioramenti rocciosi in cui sono presenti fenomeni carsici che ospitano colonie di pipistrelli troglofili ovvero dalla distruzione di siti ipogei artificiali (cave in galleria, miniere, cantine,...) e naturali, spesso con la volontaria chiusura degli accessi per ragioni di sicurezza; il disturbo può derivare anche dalla pratica speleologica e, soprattutto dalla frequentazione occasionale e dalla turisticizzazione dei siti ipogei naturali e artificiali. - Instabilità del sito: aumento dell instabilità del roost dovuto alla natura della roccia, alle passate lavorazioni di cava, alla presenza delle radici della vegetazione soprastante e all acqua d infiltrazione. - Afflusso antropico presso l ingresso: la frequentazione da parte dell uomo dell area presso l ingresso del roost può causare disturbo ai chirotteri soprattutto nella fase di attività. - Alpinismo, scalate, speleologia: la speleologia e in minore misura la pratica di arrampicare in siti rocciosi possono disturbare colonie in riproduzione o svernamento. Il fenomeno è particolarmente impattante nei siti ipogei con nursery. - Miglior accesso ai siti: interventi che facilitano l accessibilità a siti poco protetti (ad es. grotte, rifugi bellici, ponti, gallerie, manufatti idraulici,...) in cui sono presenti colonie di pipistrelli, possono favorire anche se involontariamente il disturbo fino a determinarne l abbandono. - Evoluzione della biocenosi (processi naturali): occlusione dei corridoi di volo che conducono agli ingressi delle cavità di rifugio. - Occlusione naturale: occlusione dell ingresso del roost da parte di materiale si trasporto solido derivante da smottamenti o da attività antropica. - Coltivazione: specifico per colture intensive. Può portare ad eccessiva semplificazione del sistema ed inquinamento diffuso. - Gestione forestale: la gestione forestale può essere non favorevole ai chirotteri forestali che utilizzano il bosco come ambiente di rifugio e/o habitat di caccia. - Inquinamento (acqua, suolo, aria)-abbandono di materiali: riduce la quantità delle prede per varie specie di chirotteri e può dare luogo a fenomeni di intossicazione e bioaccumulo. - Fotografie e riprese nei siti di rifugio o lungo i corridoi di volo dei chirotteri: la fotografia e la ripresa (anche se con trappole IR) è un potenziale disturbo alle colonie e agli esemplari, va dunque valutata con attenzione la sua finalità, la metodica e l epoca,... - Catastrofi naturali (generico): crollo di siti ipogei (gallerie, rifugi bellici, edifici, ) dovuti a varie ragioni come anche ondate eccezionali di maltempo possono localmente distruggere o danneggiare fortemente colonie di chirotteri di importanza comunitaria. - Introduzione di malattie (per specie animali): alcune malattie possono colpire popolazioni/specie di chirotteri rimaste fino ad oggi indenni. In Europa è comparsa la sindrome del naso bianco (White Nose Syndrome, WNS), oltre alla problematica sanitaria rappresentata dalla rabbia, mai riscontrata nel nostro paese che comunque non può ritenersi indenne dal potenziale problema. Tale malattia ha il principale risvolto sulla salute pubblica e l opinione pubblica. - Possibile vandalismo: la frequentazione umana incontrollata di roost che ospitano colonie di chirotteri può causare la morte di esemplari o l allontanamento. La minaccia si concretizza in 80

81 vario modo: disturbo, accensione di fuochi, ecc... Il vandalismo può essere rivolto a manufatti quali nidi artificiali, cancelli per il controllo degli accessi, cartelli, ecc ). - Clima culturale : la chirotterofauna risente negativamente dei diffusi pregiudizi e di paure irrazionali, cause profonde della difficile convivenza con l uomo. Analogamente risente della scarsa cultura naturalistica e dell ignoranza sui temi della conservazione dei pipistrelli. Considerazioni e indicazioni gestionali: Dal momento che l intervento di ripristino e riqualificazione della Risorgente di Castel dei Britti e la successiva messa in sicurezza devono ancora essere effettuati, le seguenti indicazioni dovranno essere aggiornate, qualora il proprietario cambiasse idea e consentisse lo svolgimento delle opere, ed una volta eseguiti i controlli post operam. Sarà, quindi, necessario concludere l iter di monitoraggio previsto dal formulario del Progetto per poter verificare la bontà dell intervento realizzato e la sua permeabilità alla transito della fauna. La chiusura della cavità necessiterà, sicuramente, di manutenzione per mantenere libero il passaggio e l accesso. E quindi fondamentale: Valutare l eventuale impatto delle strutture installate a protezione della cavità sulla chirotterofauna del sito: impatti, frequenza di entrata/uscita, abbandono, modifica dell utilizzo della cavità, ecc... Evitare l occlusione dell ingresso da materiali di trasporto solido (detriti di frana dovuta alla naturale instabilità della roccia, materiale fangoso, massi, ciottoli e detriti vegetali quali tronchi d albero, rami, ecc ) con periodici controlli ed azioni di manutenzione. Evitare la distruzione/occlusione dei corridoi di volo utilizzati dai chirotteri in uscita dalla cavità e/o come area di foraggiamento (creazione di barriere, taglio della vegetazione che occlude l ingresso, ecc ). Monitorare negli anni la stabilità e sicurezza del roost. Una volta ripristinato l ingresso, attualmente chiuso, della Risorgente di Castel dei Britti sarà necessario controllare e regolamentare gli accessi alla cavità: L ingresso alla cavità deve essere consentito solo se accompagnati dal personale del gruppo speleologico di riferimento per l area in cui è sita la grotta. E necessario vietare/limitare l accesso alla cavità nel periodo invernale (novembre-febbraio), qualora venga utilizzata come sito di svernamento, se non per scopi scientifici e/o di monitoraggio. E necessario vietare/limitare l accesso alla cavità nel periodo estivo (giugno-agosto), qualora venga segnalata la presenza di nursery, se non per scopi scientifici e/o di monitoraggio. In caso di frequentazione della cavità nei periodi sensibili per i chirotteri, è necessario valutare attentamente i percorsi ipogei per evitare la perturbazione delle colonie ed adottare tutte le più moderne indicazioni e strumentazioni per mitigare il disturbo arrecato. Evitare il disturbo diretto con riprese fotografiche, uso di flash, lampade e altri dispositivi d illuminazione utilizzando dispositivi con luce IR. Seguire il protocollo per la prevenzione della WNS (White Nose Syndrome) ed in generale adottare le principali misure per la prevenzione delle patologie infettive a carico dei chirotteri. Svolgere il monitoraggio delle patologie infettive nelle colonie di chirotteri. 81

82 Sensibilizzare il mondo speleologico ed il pubblico sui temi della conservazione e tutela dei chirotteri. E inoltre necessario: Controllare la fruizione nell area in prossimità dell ingresso della cavità. Controllare e prevenire gli atti vandalici. Prevenire l inquinamento delle acque e del suolo nei pressi della cavità. Elaborare le indicazioni gestionali volte a mantenere e incrementare la biodiversità e favorevoli alla fauna minore e all entomofauna (mantenimento di alberi cavitati in piedi, legname a terra, mantenimento di una struttura diversificata, ecc...). Incentivare le pratiche agricole estensive, privilegiando l agricoltura biologica. Conservare le formazioni forestali diversificate e connesse tra loro. Riqualificazione dell agroecosistema tramite il mantenimento e ripristino degli elementi del paesaggio agrario tradizionale (siepi, filari, fossi, banchine inerbite, maceri e specchi d acqua, ). Monitorare degli inquinanti bioaccumulabili. ER BO 31 - Grotta Michele Gortani SIC di appartenenza: SIC IT Gessi di Monte Rocca, Monte Capra e Tizzano Comune: Zola Predosa Località: Gesso Proprietà dell ingresso: Proprietà privata. Descrizione della cavità: Grotta di massima importanza e di rilevanza generale. Si tratta di una cavità con ingresso a pozzo e che è stata in parte demolita dall attività d estrazione di una cava di gesso e che per questo presenta vari crolli ed altri fenomeni d instabilità. La cavità ha uno sviluppo reale di m con un dislivello totale di 45 m. Essendo di proprietà privata, l Ente gestore del sito ha sottoscritto un accordo di lunga durata che impegna le parti contraenti; in particolare i proprietari sono tenuti ad accettare la realizzazione e la permanenza dei manufatti, mentre l Ente deve realizzare e mantenere efficienti le chiusure attraverso interventi di manutenzione ordinaria e/o straordinaria. L opera, oltre a proteggere la cavità per la salvaguardia dei chirotteri, garantisce al proprietario del terreno le condizioni di sicurezza per evitare incidenti di origine antropica. Descrizione della chiusura: Il cancello è una semplice barra in acciaio, incernierata alla roccia e posta trasversalmente alla prima strettoia di accesso alla cavità. L opera, oltre a proteggere la cavità per la salvaguardia dei chirotteri, garantisce al proprietario del terreno le condizioni di sicurezza per evitare incidenti di origine antropica. La struttura è stata installata nel novembre del 2013 ad opera dei volontari del RSI (Ronda Speleologica Imolese) (Fig e 6.30). 82

83 Figura 6.29 e 6.30: Chiusura della Grotta Michele Gortani (ER-BO 31) realizzata nell ambito del Progetto Life+ dai volontari del RSI (Foto Archivio RSI). Chirotteri: Dalle indagini svolte nel corso del Progetto, applicando le varie tecniche di monitoraggio previste dal protocollo operativo, la cavità e l area limitrofa ad essa risultano frequentate dalle seguenti specie di Chirotteri: Specie della Regione Emilia-Romagna Ante operam Post operam Rhinolophus euryale Blasius,1853 Rhinolophus ferrumequinum (Schreber, 1774) Rhinolophus hipposideros (Bechstein, 1800) Barbastella barbastellus (Schreber, 1774) Eptesicus serotinus (Schreber, 1774) Hypsugo savii (Bonaparte, 1837) Myotis spp. Myotis bechsteinii (Kuhl, 1817) Myotis blythii (Thomes, 1857) Myotis capaccinii (Bonaparte,1837) Myotis daubentonii (Kuhl, 1817) Myotis emarginatus (E.Geoffroy, 1806) Myotis myotis (Borkhausen,1797) Myotis mystacinus (Kuhl, 1817) Myotis nattereri (Kuhl, 1817) Nyctalus lasiopterus (Schreber, 1780) Nyctalus leisleri (Kuhl, 1817) Nyctalus noctula (Schreber, 1774) Pipistrellus kuhlii (Kuhl, 1817) Pipistrellus nathusii (Keyserling et Blasius, 1839) Pipistrellus pipistrellus (Schreber, 1774) Pipistrellus pygmaeus (Leach, 1825) 83

84 Plecotus spp. Plecotus auritus (Linnaeus, 1758) Plecotus austriacus (Fischer, 1829) Miniopterus schreibersii (Kuhl, 1817) Tadarida teniotis (Rafinesque, 1814) Molto probabilmente Eptesicus serotinus, e Pipistrellus kuhlii sono esemplari di passaggio nell ambiente circostante l ingresso della cavità indagata e rilevati con il bat-detector. L indagine bioacustica, svolta in fase di post operam, non conferma completamente la composizione specifica della chirotterofauna che frequentava la cavità ipogea rilevata prima dello svolgimento dei lavori (Tab. 6.18). Ciò potrebbe essere dovuto al fatto che l attività di campo è stata effettuata a giugno e non ripetuta in seguito. Infatti, osservando i dati relativi alla fase di ante operam, si comprende che non tutte le specie sono contattabili in tutte le stagioni o sessioni d indagine. Il rilevamento bioacustico conferma la sola presenza di Rhinolophus hipposideros nella cavità indagata, tuttavia si sottolinea che l attività è stata interrotta per monitorare anche un meandro artificiale che si apre a poca distanza, così da ottimizzare l uscita in campo. Poi, sono stati svolti altri tentativi di rilevamento della cavità, ma la folta vegetazione che caratterizza l area, l instabilità meteorica ed il calare della notte, non hanno consentito all operatore di individuare l ingresso della cavità. Tabella 6.18: Risultati dell indagine bioacustica svolta in fase ante e post operam presso l ingresso della Grotta Michele Gortani (ER-BO31). Specie individuate Ante operam [indice di attività (passaggi/h)] Post operam [indice di attività (passaggi/h)] Agosto 2010 Settembre 2011 Ottobre 2011 Giugno 2014 Eptesicus serotinus 4.00 Myotis sp Pipistrellus kuhlii Plecotus spp Rhinolophus euryale 1.00 Rhinolophus ferrumequinum Rhinolophus hipposideros Della Grotta Michele Gortani si sono raccolte scarse informazioni anche per ciò che riguarda le presenze degli svernanti. Ciò è dovuto principalmente all instabilità della cavità, non sicura per gli operatori, esposti ad un eccessivo rischio. Di fatto, anche le informazioni sugli svernanti della fase ante operam sono dati dalle sole segnalazioni del gruppo speleologico CVSC (Tab. 6.19). Tabella 6.19: Risultati dei rilevamenti diretti svolti in fase ante operam presso la Grotta Michele Gortani (ER-BO31). Specie osservate Ante operam Post operam (numero esemplari) (numero esemplari) nei rilevamenti diretti Inverno 2010/11 Inverno 2014/15 Rhinolophus ferrumequinum (Schreber, 1774) 3 NR Rhinolophus hipposideros (Bechstein, 1800) 20 NR 84

85 Dati i problemi di sicurezza e le difficoltà nel posizionare l attrezzatura presso il cancello installato, senza creare intralcio al passaggio della fauna, le riprese video con videocamera con funzione IR sono state effettuate all ingresso naturale della Grotta Michele Gortani (Fig. 6.31). Figura 6.31: Posizionamento della strumentazione per effettuare la ripresa video con videocamera IR presso la Grotta Michele Gortani (ER-BO 31) (Foto di F. Grazioli). Dall analisi del filmato, della durata di oltre 2 ore e 30 minuti, realizzato a giugno 2014 con una videocamera IR, si comprende che la struttura installata è permeabile al transito dei chirotteri ed assolve alla funzione di proteggere l ambiente ipogeo in questione. In particolare, è stato osservato il transito di almeno 20 esemplari, con 14 eventi di uscita e 34 di ingresso. Interessante osservare che la maggioranza degli individui ripresi in ingresso, planano per tutta la lunghezza del pozzo, per poi sparire battendo le ali. La cavità risulta comunque di rilevante importanza, soprattutto in fase di svernamento, per i Rinolofidi, specie inserite in Allegato II della Dir. 92/43/CEE. Minacce presenti: Minacce specifiche rilevate in Ante Operam [minacce riferite a tutte le specie] - Distruzione e perturbazione habitat per specie troglofile: la minaccia si concretizza nella distruzione di affioramenti rocciosi in cui sono presenti fenomeni carsici che ospitano colonie di pipistrelli troglofili Minacce specifiche rilevate in Post Operam [minacce riferite a tutte le specie] Grazie all installazione del cancello è ora possibile gestire l accesso e quindi l afflusso di persone alla cavità. Non è più possibile accedere al sito se privi di chiave. La presenza 85

86 ovvero dalla distruzione di siti ipogei artificiali (cave in galleria, miniere, cantine,...) e naturali, spesso con la volontaria chiusura degli accessi per ragioni di sicurezza; il disturbo può derivare anche dalla pratica speleologica e, soprattutto dalla frequentazione occasionale e dalla turisticizzazione dei siti ipogei naturali e artificiali. - Afflusso antropico presso l ingresso: la frequentazione da parte dell uomo dell area presso l ingresso del roost può causare disturbo ai chirotteri soprattutto nella fase di attività. - Alpinismo, scalate, speleologia: la speleologia e in minore misura la pratica di arrampicare in siti rocciosi possono disturbare colonie in riproduzione o svernamento. Il fenomeno è particolarmente impattante nei siti ipogei con nursery. - Miglior accesso ai siti: interventi che facilitano l accessibilità a siti poco protetti (ad es. grotte, rifugi bellici, ponti, gallerie, manufatti idraulici,...) in cui sono presenti colonie di pipistrelli, possono favorire anche se involontariamente il disturbo fino a determinarne l abbandono. - Gestione forestale: la gestione forestale può essere non favorevole ai chirotteri forestali che utilizzano il bosco come ambiente di rifugio e/o habitat di caccia. - Evoluzione della biocenosi (processi naturali): occlusione dei corridoi di volo che conducono agli ingressi delle cavità di rifugio. - Occlusione naturale: occlusione dell ingresso del roost da parte di materiale si trasporto solido derivante da smottamenti o da attività antropica. - Inquinamento (acqua, suolo, aria)-abbandono di materiali: riduce la quantità delle prede per varie specie di chirotteri e può dare luogo a fenomeni di intossicazione e bioaccumulo. - Fotografie e riprese nei siti di rifugio o lungo i corridoi di volo dei chirotteri: la fotografia e la ripresa (anche se con trappole IR) è un potenziale disturbo alle colonie e agli esemplari, va dunque valutata con attenzione la sua finalità, la metodica e l epoca,... - Catastrofi naturali (generico): crollo di siti ipogei (gallerie, rifugi bellici, edifici, ) dovuti a varie ragioni come anche ondate eccezionali di maltempo possono localmente distruggere o danneggiare del cancello consente di impedire e/o limitare la fruizione a tale cavità nei periodi in cui i Chirotteri sono più sensibili al disturbo. Minaccia persistente, anche se poco probabile in quanto la cavità è difficilmente individuabile. Grazie all installazione del cancello è ora possibile gestire l accesso e quindi l afflusso di persone alla cavità. Non è più possibile accedere al sito se privi di chiave. La presenza del cancello consente di impedire e/o limitare la fruizione a tale cavità nei periodi in cui i Chirotteri sono più sensibili al disturbo. Grazie all installazione del cancello è ora possibile gestire l accesso e quindi l afflusso di persone alla cavità. Non è più possibile accedere al sito se privi di chiave. La presenza del cancello consente di impedire e/o limitare la fruizione a tale cavità nei periodi in cui i Chirotteri sono più sensibili al disturbo. Minaccia persistente. E necessaria la periodica manutenzione della vegetazione presso l ingresso per evitarne la chiusura. E necessaria la periodica manutenzione con rimozione dei detriti. Minaccia persistente. Grazie all installazione del cancello è ora possibile gestire l accesso e quindi l afflusso di persone alla cavità. Non è più possibile accedere al sito se privi di chiave. La presenza del cancello consente di impedire e/o limitare la fruizione a tale cavità nei periodi in cui i Chirotteri sono più sensibili al disturbo. Minaccia persistente in quanto dovuta a fenomeni naturali. 86

87 fortemente colonie di chirotteri di importanza comunitaria. - Introduzione di malattie (per specie animali): alcune malattie possono colpire popolazioni/specie di chirotteri rimaste fino ad oggi indenni. In Europa è comparsa la sindrome del naso bianco (White Nose Syndrome, WNS), oltre alla problematica sanitaria rappresentata dalla rabbia, mai riscontrata nel nostro paese che comunque non può ritenersi indenne dal potenziale problema. Tale malattia ha il principale risvolto sulla salute pubblica e l opinione pubblica. - Clima culturale : la chirotterofauna risente negativamente dei diffusi pregiudizi e di paure irrazionali, cause profonde della difficile convivenza con l uomo. Analogamente risente della scarsa cultura naturalistica e dell ignoranza sui temi della conservazione dei pipistrelli. Grazie all installazione del cancello è ora possibile gestire l accesso e quindi l afflusso di persone alla cavità. Non è più possibile accedere al sito se privi di chiave. La presenza del cancello consente di impedire e/o limitare la fruizione a tale cavità nei periodi in cui i Chirotteri sono più sensibili al disturbo ed è inoltre possibile far attuare protocolli preventivi per evitare la diffusione di malattie. Minaccia persistente nonostante la notevole attività di sensibilizzazione svolta nell ambito del progetto. Considerazioni e indicazioni gestionali: Il cancello è permeabile al flusso della fauna troglofila, ma persistono alcune criticità che determinano la continua necessità di effettuare manutenzione alla struttura installata per mantenere libero il passaggio. In passato la cavità si è già varie volte occlusa a causa dell accumulo di rami e terra, dato l ingresso a pozzo e, solo grazie all azione degli speleologi, è stata più volte disostruita. E quindi fondamentale: Evitare l occlusione dell ingresso da materiali di trasporto solido (detriti di frana dovuta alla naturale instabilità della roccia, materiale fangoso, massi, ciottoli e detriti vegetali quali tronchi d albero, rami, ecc ) con periodici controlli ed azioni di manutenzione. Evitare la distruzione/occlusione dei corridoi di volo utilizzati dai chirotteri in uscita dalla cavità e/o come area di foraggiamento (creazione di barriere, taglio della vegetazione che occlude l ingresso, ecc ). Monitorare nei prossimi anni l eventuale impatto delle strutture installate a protezione della grotta sulla chirotterofauna del sito: impatti, frequenza di entrata/uscita, abbandono, modifica dell utilizzo della cavità, ecc... Monitorare negli anni la stabilità e sicurezza del roost. Dato il diversificato utilizzo della cavità nei vari periodi dell anno è necessario controllare e regolamentare gli accessi alla cavità: L ingresso alla cavità deve essere consentito solo se accompagnati dal personale del gruppo speleologico di riferimento per l area in cui è sita la grotta. E necessario vietare/limitare l accesso alla cavità nel periodo invernale (novembre-febbraio), se non per scopi scientifici e/o di monitoraggio. E necessario vietare/limitare l accesso alla cavità nel periodo estivo (giugno-agosto) qualora venga segnalata la presenza di nursery, se non per scopi scientifici e/o di monitoraggio. In caso di frequentazione della cavità nei periodi sensibili per i chirotteri, è necessario valutare attentamente i percorsi ipogei per evitare la perturbazione delle colonie ed adottare tutte le più moderne indicazioni e strumentazioni per mitigare il disturbo arrecato. 87

88 Evitare il disturbo diretto con riprese fotografiche, uso di flash, lampade e altri dispositivi d illuminazione utilizzando dispositivi con luce IR. Seguire il protocollo per la prevenzione della WNS (White Nose Syndrome) ed in generale adottare le principali misure per la prevenzione delle patologie infettive a carico dei chirotteri. Svolgere il monitoraggio delle patologie infettive nelle colonie di chirotteri. Sensibilizzare il mondo speleologico sui temi della conservazione e tutela dei chirotteri E inoltre necessario: Evitare interventi che facilitano l accesso al sito come la creazione di sentieri e piste nei pressi della cavità. Controllare la fruizione nell area in prossimità dell ingresso della cavità. Controllare e prevenire gli atti vandalici. Prevenire l inquinamento delle acque e del suolo nei pressi della cavità. Elaborare le indicazioni gestionali volte a mantenere e incrementare la biodiversità e favorevoli alla fauna minore e all entomofauna (mantenimento di alberi cavitati in piedi, legname a terra, mantenimento di una struttura diversificata, ecc...). Incentivare le pratiche agricole estensive, privilegiando l agricoltura biologica. Conservare le formazioni forestali diversificate e connesse tra loro. Monitorare degli inquinanti bioaccumulabili. ER-RN Grotta di Onferno SIC di appartenenza: SIC IT Onferno Comune: Gemmano Località: Onferno Proprietà dell ingresso: Proprietà Pubblica Descrizione della cavità: Grotta di massima importanza e di rilevanza generale. La Grotta di Onferno è una delle cavità più note al grande pubblico e, nonostante le indicazioni di sospensione delle visite per la conservazione della chirotterofauna e l instabilità del sito, è oggetto di turismo speleologico organizzato dal centro visita della Riserva Naturale Orientata di Onferno. L ipogeo è di facile accesso e percorrenza, presenta un ingresso superiore a 325 m s.l.m. ed uno inferiore, ha uno sviluppo reale di 850 m ed un dislivello totale di 80 m (Fig. 6.32). Entrambi gli ingressi sono protetti da cancelli, non del tutto idonei al passaggio dei chirotteri, soprattutto per quanto riguarda il Miniottero, specie sensibile ad ogni tipo di restrizione del passaggio. Nello specifico, il cancello superiore è stato oggetto di varie modifiche: inizialmente vi era un cancello a griglia quadrata fitta con un unico passaggio nella parte superiore (Fig. 6.33), inadeguato all uscita dei chirotteri dalla grotta in quanto si verificavano numerosi decessi di individui sub-adulti di Miniottero per impatto contro le rocce (Martinoli A. et al., 2007), successivamente sostituito da un cancello a barre orizzontali (Fig. 6.34). 88

89 Il complesso carsico presenta un meandro attivo, numerose concrezioni calcaree e varie sale. In particolare, vi è la grande Sala Quarina e la Sala del Guano in cui vi sono formazioni a mammelloni tra le più grandi d Europa. Figura 6.32: Rilievo cartografico speleologico della Grotta di Onferno (ER RN 456). Figura 6.33: Iniziale chiusura dell ingresso superiore della Grotta di Onferno (Martinoli A. et al., 2007). Figura 6.34: Chiusura dell ingresso superiore della Grotta di Onferno posizionata successivamente e sostituita dal Progetto Life+ (Foto estrapolata dalla ripresa video IR fatta da F. Grazioli). 89

90 Descrizione della chiusura: L intervento, realizzato nell ambito del Progetto Life+, ha interessato entrambi gli ingressi della cavità in esame ed ha richiesto uno specifico progetto da parte dello Studio Associato di Geologia Spada e varie autorizzazioni ed accordi. Le opere sono state realizzate nel 2012 da una ditta individuata tramite un bando pubblico indetto dalla Provincia di Rimini. Nello specifico, presso l ingresso superiore della Grotta di Onferno è stata realizzata una palizzata in elementi metallici tubolari verticali, posti a semicerchio rispetto l accesso, considerando una distanza di svariati metri dallo stesso per consentire linee di volo ottimali ai rapidi volatori come i Miniotteri ed i Grandi Myotis, la cui presenza nel periodo riproduttivo all interno della grotta è la vera peculiarità del sito(fig. 6.35). Presso l accesso inferiore della Grotta di Onferno, utilizzato principalmente durante le visite turistiche speleologiche, è stato realizzato un cancello, in elementi metallici tubolari, che impedisse l accesso pedonale sfruttando la morfologia del punto di installazione, pur lasciando libero lo spazio di manovra ai chirotteri (Fig. 6.36). Le strutture posizionate permettono un agevole passaggio dei pipistrelli in volo ed impediscono l accesso alle persone, in tal modo, oltre a proteggere l ipogeo ed i chirotteri, creano le condizioni di sicurezza per evitare incidenti di origine antropica, vista la facile accessibilità di questo sistema carsico. Figura 6.35: Chiusura dell ingresso superiore della Grotta di Onferno (ER-RN 456) realizzata nell ambito del Progetto Life+ (Foto di F. Grazioli). 90

91 Figura 6.36: Chiusura dell ingresso inferiore della Grotta di Onferno (ER-RN 456) realizzata nell ambito del Progetto Life+ (Foto estrapolata dalla ripresa video fatta da F. Grazioli). Nel febbraio 2015, il GSB-USB (Gruppo Speleologico Bolognese - Unione Speleologica Bolognese) ha rilevato, durante un sopralluogo, il verificarsi di una frana che ha interessato l ingresso inferiore della cavità, ed in particolare, ha divelto l opera realizzata nell ambito del Progetto Life+ (Fig. 6.37). A luglio 2015, è stato ripristinato il sentiero e riposizionato il cancello divelto, grazie alla disponibilità di fondi provenienti dalla Regione Emilia-Romagna. Con l indagine svolta nel post operam si vuole verificare la funzionalità e bontà dell intervento effettuato, per evitare ripercussioni negative sulla ricca chirotterofauna frequentante la cavità in questione. Figura 6.37: Risultato di una frana verificatasi in prossimità dell ingresso inferiore della Grotta di Onferno (ER-RN 456) (Foto di F. Grazioli). 91

92 Chirotteri: Dalle indagini svolte nel corso del Progetto, applicando le varie tecniche di monitoraggio previste dal protocollo operativo, la cavità e l area limitrofa risultano frequentate dalle seguenti specie di Chirotteri: Specie della Regione Emilia-Romagna Ante operam Post operam Rhinolophus euryale Blasius,1853 Rhinolophus ferrumequinum (Schreber, 1774) Rhinolophus hipposideros (Bechstein, 1800) Barbastella barbastellus (Schreber, 1774) Eptesicus serotinus (Schreber, 1774) Hypsugo savii (Bonaparte, 1837) Myotis spp. Myotis bechsteinii (Kuhl, 1817) Myotis blythii (Thomes, 1857) Myotis capaccinii (Bonaparte,1837) Myotis daubentonii (Kuhl, 1817) Myotis emarginatus (E.Geoffroy, 1806) Myotis myotis (Borkhausen,1797) Myotis mystacinus (Kuhl, 1817) Myotis nattereri (Kuhl, 1817) Nyctalus lasiopterus (Schreber, 1780) Nyctalus leisleri (Kuhl, 1817) Nyctalus noctula (Schreber, 1774) Pipistrellus kuhlii (Kuhl, 1817) Pipistrellus nathusii (Keyserling et Blasius, 1839) Pipistrellus pipistrellus (Schreber, 1774) Pipistrellus pygmaeus (Leach, 1825) Plecotus auritus (Linnaeus, 1758) Plecotus austriacus (Fischer, 1829) Miniopterus schreibersii (Kuhl, 1817) Tadarida teniotis (Rafinesque, 1814) Le attività d indagine confermano la composizione specifica della chirotterofauna che frequenta la cavità ipogea rilevata prima dello svolgimento dei lavori. Fanno eccezione solo Nyctalus noctula e Pipistrellus pipistrellus la cui presenza, oltre a Eptesicus serotinus, Hypsugo savii e Pipistrellus kuhlii, è legata ai siti di foraggiamento circostanti la cavità e, molto probabilmente, si tratta di esemplari di passaggio rilevati con il bat-detector. Il mancato rilevamento di alcune specie può essere imputabile al fatto che in fase ante operam le indagini bioacustiche sono state effettuate anche nelle zone aperte circostanti, mentre, nel post operam, ci si è concentrati solo sugli ingressi, oggetto dell Azione C1 del Progetto. Per quanto riguarda Myotis nattereri e Plecotus austriacus, sono specie segnalate in passato (Martinoli A. et al., 2007), ma difficilmente osservabili e contattabili. Queste due specie non sono state rilevate specificatamente, ne in fase ante operam, ne in post operam, tuttavia M. nattererii è ascrivibile al gruppo Myotis spp. dei rilevamenti bioacustici. In fase di post operam sono state svolte 2 differenti sessioni di registrazioni con il bat-detector, della durata di circa 1 ora ciascuna, per ogni ingresso della cavità, per ottenere una panoramica più 92

93 completa dell utilizzo delle strutture installate nell arco della fase di attività dei pipistrelli. L indagine bioacustica (Tab 6.20 e 6.21), oltre a confermare la composizione specifica della chirotterofauna frequentante la Grotta di Onferno, mostra una parziale variazione dell utilizzo dei due ingressi da parte delle differenti specie. Nello specifico, si osserva un aumento del transito degli animali attraverso l ingresso superiore, soprattutto per ciò che riguarda i Grandi Myotis ed i Miniotteri. Specie individuate Tabella 6.20: Risultati dell indagine bioacustica svolta in fase ante e post operam presso l ingresso superiore della Grotta di Onferno. 12 Maggio Maggio 2010 Ante operam [indice di attività (passaggi/h)] Agosto 2010 Ottobre 2010 Giugno Luglio Luglio 2011 Settembre 2011 Post operam [indice di attività (passaggi/h)] 5 Luglio 2014 Settembre 2014 Eptesicus serotinus Hypsugo savii Miniopterus schreibersii Myotis myotis/myotis blythii Myotis myotis 2.00 Pipistrellus Kuhlii Rhinolophus euryale Rhinolophus ferrumequinum Rhinolophus hipposideros La forte differenza fra l attività dei chirotteri registrata nelle due fasi del Progetto è probabilmente dovuta ai differenti periodi ed orari di rilevamento ed al fatto che gli esemplari rimangono in prossimità delle strutture, effettuando un continuo andirivieni dentro e fuori la cavità, prima di allontanarsi definitivamente verso i siti di foraggiamento. Tabella 6.21: Risultati dell indagine bioacustica svolta in fase ante e post operam presso l ingresso inferiore della Grotta di Onferno. Specie individuate Ante operam [indice di attività (passaggi/h)] Giugno 2010 Luglio 2011 Settembre 2011 Post operam [indice di attività (passaggi/h)] 5 Luglio Luglio 2014 Eptesicus serotinus Hypsugo savii Miniopterus schreibersii Myotis sp Myotis myotis/myotis blythii Myotis myotis 8.00 Myotis blythii Pipistrellus kuhlii Rhinolophus euryale Rhinolophus ferrumequinum 3.53 Rhinolophus hipposideros

94 La grotta di Onferno rappresenta un sito di elevata importanza conservazionistica a livello regionale e nazionale, in quanto rifugio per numerose specie di chirottero (Tab 6.22). In particolare, quattro specie vi si riproducono stabilmente (Miniopterus schreibersii, Myotis myotis, M. blythii, Rhinolophus euryale) formando colonie numerose, mentre due specie di Rinolofidi (Rhinolophus hipposideros, R. ferrumequinum) utilizzano la grotta per lo svernamento. Tabella 6.22: Risultati dei rilevamenti diretti svolti in fase ante e post operam presso la Grotta di Onferno. Specie osservate nei rilevamenti diretti Ante operam (numero esemplari) Post operam (numero esemplari) Estate 2010 Inverno 2010/11 Estate 2011 Inverno 2011/12 Inverno 2013/14 Estate 2014 Inverno 2014/15 Miniopterus schreibersii giovani giovani giovani Myotis blythii / Myotis myotis giovani giovani Rhinolophus euryale DP giovani Rhinolophus ferrumequinum Rhinolophus hipposideros Spring 2015 Estate giovani 57 giovani 76 giovani In fase post operam è stato svolto un unico rilevamento diretto per il conteggio degli svernanti ed il controllo delle nursery, per anno d indagine. In particolare, i conteggi degli individui costituenti le colonie riproduttive sono stati svolti da foto ad alta definizione, scattate dopo l involo serale degli adulti per evitare un eccessivo disturbo e la caduta dei piccoli. Ciò significa che, ai valori dei nuovi nati riportati in tabella, si aggiungono altrettante femmine riproduttive (considerando solo parti singoli), gli individui non ancora in fase riproduttiva e gli individui di sesso maschile che spesso frequentano i grandi cluster. La grande colonia riproduttiva mista di Miniopterus schreibersii, Myotis myotis e Myotis blythii, si trova nella Sala Quarina (Fig 6.38), mentre la nursery di Rhinolophus euryale (Fig. 6.39) è nell area prossima all uscita superiore, caratterizzata da ambienti fossili e di crollo attrezzati con scale in acciaio, o anch essa nella Sala Quarina. La Sala Quarina costituisce nella Grotta di Onferno un unicum in quanto presenta una serie di condizioni microclimatiche e strutturali che non si rinvengono in altri punti della cavità. Per tale motivo, quindi, nonostante il disturbo causato delle visite guidate, questi animali continuano necessariamente a concentrarsi in tale zona. Anche la colonia di Rinolofidi in riproduzione subisce indubbiamente il disturbo del passaggio di visitatori/ricercatori. In passato, infatti, la colonia utilizzava zone difficilmente accessibili e meno soggette al disturbo, mentre oggi, con l interdizione dell utilizzo del tratto a monte della Sala Quarina alle visite turistiche, la nursery si presenta lungo il percorso attrezzato. Le colonie riproduttiva di Myotis myotis/myotis blythii e di Rhinolophus euryale mostrano una stabilità nel numero dei nuovi nati o una leggera tendenza di crescita. La variazione numerica che si osserva, invece, nella popolazione di Miniopterus schreibersii nel corso degli anni d indagine può essere dovuta, in parte, ad una maggiore o minore compattezza e stratificazione delle colonie a seconda dell andamento climatico della stagione. 94

95 Figura 6.38: Nursery mista di M. schreibersii, M. myotis e M. blythii presso la Grotta di Onferno nel luglio 2015 (Foto di F. Grazioli). Figura 6.39: Nursery di Rhinolophus euryale presso la Grotta di Onferno nel luglio 2015 (Foto di F. Grazioli). 95

96 Durante il periodo invernale la Grotta di Onferno viene utilizzata principalmente dai Rinolofidi e sporadicamente da qualche esemplare di Miniottero. Gli esemplari in ibernazione formano piccoli gruppetti o si presentano isolati lungo tutto il percorso della cavità. Durante l inverno, gli individui di Miniottero, che compongono la colonia riproduttiva, utilizzano come sito di svernamento un tunnel ferroviario in disuso nello Stato di San Marino. Sono state effettuate 4 differenti riprese video con una videocamera IR: a giugno 2014 della durata di 2h e 45 minuti presso l ingresso superiore, a luglio 2014 con la realizzazione di 1h e 40 minuti di filmato presso l ingresso inferiore, a settembre 2014 con un video di 1h di durata ed a giugno 2015 con un video di 2h e 35 minuti di durata presso l ingresso superiore della cavità. Dall analisi dei filmati si comprende che le strutture installate risultano permeabili al transito dei chirotteri, anche in presenza di forti flussi di passaggio degli animali, ed assolve alla funzione di proteggere l ambiente ipogeo in questione. In particolare, a giugno 2014 sono stati osservati 407 eventi totali, di cui 265 di uscita e 142 di entrata, presso l ingresso superiore della Grotta di Onferno. In questo periodo si è assistito ad un continuo andirivieni degli animali, con transiti di singoli individui e/o gruppetti di 2-3 esemplari. Nel filmato di luglio 2014, realizzato presso l ingresso inferiore della cavità, sono stati rilevati eventi totali, di cui di uscita e 50 di entrata. Presso l ingresso inferiore si assiste all uscita in massa degli animali, principalmente di Miniotteri, con ondate continue di esemplari. A settembre 2014, è stato osservato il transito di almeno 102 esemplari presso l ingresso superiore della cavità ed in totale sono stati rilevati 113 eventi in uscita e 11 in entrata. L attività rilevata in questo periodo dell anno è meno frenetica e gli esemplari spesso costeggiano la parete per allontanarsi dalla cavità Nel giugno 2015 è stata ripetuta l indagine con videocamera IR presso l ingresso superiore della cavità, tuttavia i passaggi registrati sono molto inferiori: solo 70 eventi di uscita e 36 di entrata. La minore attività degli esemplari, rispetto l anno precedente, potrebbe essere dovuta alle condizioni climatiche differenti del periodo. Minacce presenti: Minacce specifiche rilevate in Ante Operam [minacce riferite a tutte le specie] - Chiusure degli accessi alle cavità naturali e artificiali con strutture non bat-compatibili: strutture che impediscono oppure ostacolano il passaggio dei chirotteri, quali reti metalliche, fili di ferro, teli di plastica, posizionate all ingresso, cancelli con barre verticali, griglie a maglia fine, murature piene, filo spinato, ecc e presenza di cavi e fili metallici nelle gallerie lungo possibili corridoi di volo. - Collisione con cavi e fili metallici: è una potenziale minaccia in quanto gli animali possono avere collisioni e riportare ferite anche mortali. Minacce specifiche rilevate in Post Operam [minacce riferite a tutte le specie] Grazie al Progetto Life+ sono state installate chiusure compatibili con il passaggio dei chirotteri e, in particolare, del Miniottero. Minaccia persistente, in quanto all interno della cavità sono presenti cavi sospesi, necessari per le attività di messa in sicurezza e manutenzione. 96

97 - Distruzione e perturbazione habitat per specie troglofile: la minaccia si concretizza nella distruzione di affioramenti rocciosi in cui sono presenti fenomeni carsici che ospitano colonie di pipistrelli troglofili ovvero dalla distruzione di siti ipogei artificiali (cave in galleria, miniere, cantine,...) e naturali, spesso con la volontaria chiusura degli accessi per ragioni di sicurezza; il disturbo può derivare anche dalla pratica speleologica e, soprattutto dalla frequentazione occasionale e dalla turisticizzazione dei siti ipogei naturali e artificiali. - Instabilità del sito: aumento dell instabilità del roost dovuto alla natura della roccia, alle passate lavorazioni di cava, alla presenza delle radici della vegetazione soprastante e all acqua d infiltrazione. - Afflusso antropico presso l ingresso: la frequentazione da parte dell uomo dell area presso l ingresso del roost può causare disturbo ai chirotteri soprattutto nella fase di attività. - Visite ricreative in cavità naturali/artificiali: le visite guidate speleologiche ed altre attività ricreative possono costituire una potenziale fonte di disturbo per la chirotterofuna troglofila di un sito (luci, rumori, abbandono di materiali, alterazione dell habitat, ) potendo causare l abbandono del roost. - Alpinismo, scalate, speleologia: la speleologia e in minore misura la pratica di arrampicare in siti rocciosi possono disturbare colonie in riproduzione o svernamento. Il fenomeno è particolarmente impattante nei siti ipogei con nursery. - Miglior accesso ai siti: interventi che facilitano l accessibilità a siti poco protetti (ad es. grotte, rifugi bellici, ponti, gallerie, manufatti idraulici,...) in cui sono presenti colonie di pipistrelli, possono favorire anche se involontariamente il disturbo fino a determinarne l abbandono. - Evoluzione della biocenosi (processi naturali): occlusione dei corridoi di volo che conducono agli ingressi delle cavità di rifugio. - Occlusione naturale: occlusione dell ingresso del roost da parte di materiale si trasporto solido derivante da smottamenti o da attività antropica. - Coltivazione: specifico per colture intensive. Può portare ad eccessiva semplificazione del sistema ed inquinamento diffuso. Grazie all installazione del cancello è ora possibile gestire l accesso e quindi l afflusso di persone nella cavità. Non è più possibile accedere al sito se privi di chiave. La presenza del cancello consente di impedire e/o limitare la fruizione a tale cavità nei periodi in cui i Chirotteri sono più sensibili al disturbo. Minaccia persistente, nonostante i lavori di messa in sicurezza della cavità. Minaccia persistente, essendo l ingresso della cavità in prossimità di una strada e data la notorietà della Grotta di Onferno come meta turistica. Grazie all installazione del cancello è ora possibile gestire l accesso e quindi l afflusso di persone alla cavità. Non è più possibile accedere al sito se privi di chiave. La presenza del cancello consente di impedire e/o limitare la fruizione a tale cavità nei periodi in cui i Chirotteri sono più sensibili al disturbo. Grazie all installazione del cancello è ora possibile gestire l accesso e quindi l afflusso di persone nella cavità. Non è più possibile accedere al sito se privi di chiave. La presenza del cancello consente di impedire e/o limitare la fruizione a tale cavità nei periodi in cui i Chirotteri sono più sensibili al disturbo. Grazie all installazione del cancello è ora possibile gestire l accesso e quindi l afflusso di persone nella cavità. Non è più possibile accedere al sito se privi di chiave. La presenza del cancello consente di impedire e/o limitare la fruizione a tale cavità nei periodi in cui i Chirotteri sono più sensibili al disturbo. E necessaria la periodica manutenzione della vegetazione presso l ingresso per evitarne la chiusura. E necessaria la periodica manutenzione con rimozione dei detriti. Minaccia persistente. 97

98 - Gestione forestale: la gestione forestale può essere non favorevole ai chirotteri forestali che utilizzano il bosco come ambiente di rifugio e/o habitat di caccia. - Inquinamento (acqua, suolo, aria)-abbandono di materiali: riduce la quantità delle prede per varie specie di chirotteri e può dare luogo a fenomeni di intossicazione e bioaccumulo. - Fotografie e riprese nei siti di rifugio o lungo i corridoi di volo dei chirotteri: la fotografia e la ripresa (anche se con trappole IR) è un potenziale disturbo alle colonie e agli esemplari, va dunque valutata con attenzione la sua finalità, la metodica e l epoca,... - Catastrofi naturali (generico): crollo di siti ipogei (gallerie, rifugi bellici, edifici, ) dovuti a varie ragioni come anche ondate eccezionali di maltempo possono localmente distruggere o danneggiare fortemente colonie di chirotteri di importanza comunitaria. - Introduzione di malattie (per specie animali): alcune malattie possono colpire popolazioni/specie di chirotteri rimaste fino ad oggi indenni. In Europa è comparsa la sindrome del naso bianco (White Nose Syndrome, WNS), oltre alla problematica sanitaria rappresentata dalla rabbia, mai riscontrata nel nostro paese che comunque non può ritenersi indenne dal potenziale problema. Tale malattia ha il principale risvolto sulla salute pubblica e l opinione pubblica. - Possibile vandalismo: la frequentazione umana incontrollata di roost che ospitano colonie di chirotteri può causare la morte di esemplari o l allontanamento. La minaccia si concretizza in vario modo: disturbo, accensione di fuochi, ecc... Il vandalismo può essere rivolto a manufatti quali nidi artificiali, cancelli per il controllo degli accessi, cartelli, ecc ). - Clima culturale : la chirotterofauna risente negativamente dei diffusi pregiudizi e di paure irrazionali, cause profonde della difficile convivenza con l uomo. Analogamente risente della scarsa cultura naturalistica e dell ignoranza sui temi della conservazione dei pipistrelli. Minaccia persistente. Minaccia persistente. Grazie all installazione del cancello è ora possibile gestire l accesso e quindi l afflusso di persone nella cavità. Non è più possibile accedere al sito se privi di chiave. La presenza del cancello consente di impedire e/o limitare la fruizione a tale cavità nei periodi in cui i Chirotteri sono più sensibili al disturbo. Minaccia persistente in quanto dovuta a fenomeni naturali. Grazie all installazione del cancello è ora possibile gestire l ingresso e quindi l afflusso di persone alla cavità. Non è più possibile accedere al sito se privi di chiave. La presenza del cancello consente di impedire e/o limitare la fruizione a tale cavità nei periodi in cui i Chirotteri sono più sensibili al disturbo ed è inoltre possibile far attuare protocolli preventivi per evitare la diffusione di malattie. Minaccia persistente nonostante la notevole attività di sensibilizzazione svolta nell ambito del progetto. Minaccia persistente nonostante la notevole attività di sensibilizzazione svolta nell ambito del progetto. Considerazioni e indicazioni gestionali: I cancelli, che hanno lo scopo di ridurre ed impedire ogni forma di disturbo antropico, sono permeabili al flusso della fauna troglofila. Tuttavia, persistono alcune criticità che determinano la continua necessità di effettuare manutenzione alle strutture installate per mantenere libero il passaggio e l accesso. Si sottolinea, infatti, che l opera realizzata per l ingresso inferiore della Grotta di Onferno è già stata divelta da una frana, verificatasi a febbraio 2015, e, grazie a fondi 98

99 forniti dalla Regione Emilia-Romagna, fortunatamente è già stata ripristinata. Ciò denota la natura instabile del territorio in cui si opera e la necessità di continua manutenzione per il ripristino e/o mantenimento di condizioni favorevoli alla conservazione della chirotterofauna. E quindi fondamentale: Evitare l occlusione dell ingresso da materiali di trasporto solido (detriti di frana dovuta alla naturale instabilità della roccia, materiale fangoso, massi, ciottoli e detriti vegetali quali tronchi d albero, rami, ecc ) con periodici controlli ed azioni di manutenzione. Evitare la distruzione/occlusione dei corridoi di volo utilizzati dai chirotteri in uscita dalla cavità e/o come area di foraggiamento (creazione di barriere, taglio della vegetazione che occlude l ingresso, ecc ). Mantenere agibili i corridoi di volo utilizzati dai chirotteri all ingresso e all interno delle cavità, attraverso la rimozione di cavi e reti metalliche, teli di plastica, filo spinato, ecc Monitorare nei prossimi anni l eventuale impatto delle strutture installate a protezione della grotta sulla chirotterofauna del sito: impatti, frequenza di entrata/uscita, abbandono, modifica dell utilizzo della cavità, ecc... Monitorare negli anni la stabilità e sicurezza del roost. La Grotta di Onferno assume un importanza centrale nel contesto della conservazione e della gestione della chirotterofauna, anche in relazione al suo utilizzo a fini turistici, quindi con una fonte di disturbo in atto che deve essere tenuta costantemente sotto controllo. Data la ricca chirotterofauna frequentante la cavità ed il suo diversificato utilizzo nei vari periodi dell anno è necessario controllare e regolamentare gli accessi alla cavità: L ingresso alla cavità, per visite turistiche o altro, deve essere consentito solo se accompagnati dal personale del gruppo speleologico di riferimento per l area in cui è sita la grotta o dalle guide autorizzate. Applicare i limiti già individuati dal Regolamento della Riserva in termini di numero massimo di visitatori ed ore di visita. E necessario vietare/limitare l accesso alla cavità nel periodo invernale (novembre-febbraio), se non per scopi scientifici e/o di monitoraggio. E necessario vietare/limitare l accesso alla cavità nel periodo estivo (giugno-agosto), se non per scopi scientifici e/o di monitoraggio. In caso di frequentazione della cavità nei periodi sensibili per i chirotteri, è necessario valutare attentamente i percorsi ipogei per evitare la perturbazione delle colonie ed adottare tutte le più moderne indicazioni e strumentazioni per mitigare il disturbo arrecato. Nello specifico, durante il periodo invernale è molto importante che la fruizione avvenga in modo da evitare al massimo il disturbo degli animali ibernati. In tale fase è indispensabile che le guide segnalino ai visitatori la delicatezza della fase dell ibernazione e devono, in ogni caso, informare i visitatori di non toccare, illuminare intensamente e fotografare gli esemplari. Appare palese, tuttavia, che se gli animali si stabiliscono sul percorso di visita frequentato giornalmente da comitive, significa evidentemente che l impatto è contenuto. Nello specifico, il percorso ipogeo di visita deve iniziare dall ingresso inferiore e, nel periodo estivo, devono prescrittivamente concludersi prima della Sala Quarina, evitando il disturbo alle nursery presenti nelle zone successive della cavità. 99

100 Evitare di effettuare le visite guidate durante la fase di uscita serale dei pipistrelli dalla grotta, ossia il periodo di circa un ora successiva al tramonto: si tratta infatti di un momento in cui è bene garantire la massima tutela e tranquillità circa l utilizzo del roost. Il visitatore deve essere dotato di caschetto speleologico munito di illuminazione frontale a led. Evitare il disturbo diretto con riprese fotografiche, uso di flash, lampade e altri dispositivi d illuminazione utilizzando dispositivi con luce IR. Seguire il protocollo per la prevenzione della WNS (White Nose Syndrome) ed in generale adottare le principali misure per la prevenzione delle patologie infettive a carico dei chirotteri. Svolgere il monitoraggio delle patologie infettive nelle colonie di chirotteri. Sensibilizzare il mondo speleologico ed i visitatori sui temi della conservazione e tutela dei chirotteri (potrebbe essere utile posizionare cartelli/pannelli che illustrino lo scopo della misura di protezione installata). E inoltre necessario: Controllare la fruizione nell area in prossimità degli ingressi della cavità. Controllare e prevenire gli atti vandalici. Prevenire l inquinamento delle acque e del suolo nei pressi della cavità. Elaborare le indicazioni gestionali volte a mantenere e incrementare la biodiversità e favorevoli alla fauna minore e all entomofauna (mantenimento di alberi cavitati in piedi, legname a terra, mantenimento di una struttura diversificata, ecc...). Incentivare le pratiche agricole estensive, privilegiando l agricoltura biologica. Conservare le formazioni forestali diversificate e connesse tra loro. Riqualificazione dell agroecosistema tramite il mantenimento e ripristino degli elementi del paesaggio agrario tradizionale (siepi, filari, fossi, banchine inerbite, maceri e specchi d acqua, ). Monitorare degli inquinanti bioaccumulabili. ER RE 2 - Tana della Mussina di Borzano SIC di appartenenza: SIC IT Ca del Vento, Ca del Lupo, Gessi di Borzano Comune: Albinea Località: Castello di Borzano Proprietà dell ingresso: Proprietà privata. Descrizione della cavità: Grotta di massima importanza e di rilevanza generale. Si tratta di una cavità che presenta già un cancello al suo interno per impedire l accesso ai non autorizzati alla parte più profonda dell ipogeo. Presenta uno sviluppo reale di 727 m con un dislivello totale di 35 m (Fig. 6.40). Tale cavità è stata oggetto di scavi archeologici molto interessanti, è assai nota e di facile accesso sia per gli speleologi, che per persone senza competenza speleologica. Le prime sale, di facile percorribilità sono interessate da un turismo speleologico organizzato dal Centro di Educazione Ambientale di Borzano, ma anche da accessi non controllati. 100

101 Figura 6.40: Rilievo cartografico speleologico della Tana della Mussina di Borzano (ER RE 2). Essendo di proprietà privata, l Ente gestore del sito ha sottoscritto un accordo di lunga durata che impegna le parti contraenti; in particolare i proprietari sono tenuti ad accettare la realizzazione e la permanenza dei manufatti, mentre l Ente deve realizzare e mantenere efficienti le chiusure attraverso interventi di manutenzione ordinaria e/o straordinaria. L opera, oltre a proteggere la cavità per la salvaguardia dei chirotteri, garantisce al proprietario del terreno le condizioni di sicurezza per evitare incidenti di origine antropica. Descrizione della chiusura: Il nuovo cancello, posizionato nell ambito del Progetto Life+, è costituito da 4 barre orizzontali, in acciaio, incernierate direttamente nella roccia e con chiusure indipendenti l una dall altra (Fig. 6.41). La struttura è stata installata nell ottobre del 2014 ad opera dei volontari del Gruppo Speleologico-Paletnologico Gaetano Chierici in sostituzione del cancello preesistente. Figura 6.41: Nuova chiusura della Tana della Mussina di Borzano (ER-RE 2) realizzata con il Progetto Life+ (Foto del Gruppo Speleologico- Paletnologico Gaetano Chierici ). 101

102 Chirotteri: Dalle indagini svolte nel corso del Progetto, applicando le varie tecniche di monitoraggio previste dal protocollo operativo, la cavità e l area limitrofa ad essa risultano frequentate dalle seguenti specie di Chirotteri: Specie della Regione Emilia-Romagna Rhinolophus euryale Blasius,1853 Rhinolophus ferrumequinum (Schreber, 1774) Rhinolophus hipposideros (Bechstein, 1800) Barbastella barbastellus (Schreber, 1774) Eptesicus serotinus (Schreber, 1774) Hypsugo savii (Bonaparte, 1837) Myotis spp. Myotis bechsteinii (Kuhl, 1817) Myotis blythii (Thomes, 1857) Myotis capaccinii (Bonaparte,1837) Myotis daubentonii (Kuhl, 1817) Myotis emarginatus (E.Geoffroy, 1806) Myotis myotis (Borkhausen,1797) Myotis mystacinus (Kuhl, 1817) Myotis nattereri (Kuhl, 1817) Nyctalus lasiopterus (Schreber, 1780) Nyctalus leisleri (Kuhl, 1817) Nyctalus noctula (Schreber, 1774) Pipistrellus kuhlii (Kuhl, 1817) Pipistrellus nathusii (Keyserling et Blasius, 1839) Pipistrellus pipistrellus (Schreber, 1774) Pipistrellus pygmaeus (Leach, 1825) Plecotus auritus (Linnaeus, 1758) Plecotus austriacus (Fischer, 1829) Miniopterus schreibersii (Kuhl, 1817) Tadarida teniotis (Rafinesque, 1814) Ante operam Molto probabilmente Hypsugo savii, Pipistrellus kuhlii e Pipistrellus pipistrellus sono esemplari di passaggio nell ambiente circostante l ingresso della cavità indagata e rilevati con il bat-detector. Le restanti specie, anch esse rilevate durante le registrazioni bioacustiche, utilizzano il sito come rifugio estivo e/o temporaneo (Tab. 6.23). Tale informazione viene confermata anche da dati pregressi, raccolti durante le indagini svolte per conto della Regione Emilia Romagna. Nell ambito dell approfondimento delle conoscenze sulla biodiversità dei Siti della Rete Natura 2000, è stata effettuata una cattura con mist net presso l ingresso della Tana della Mussina di Borzano a fine agosto In tale occasione sono stati catturati 7 esemplari: 2 Rhinolophus ferrumequinum (un maschio ed una femmina), 4 Rhinolophus hipposideros (2 maschi e 2 femmine) ed 1 Eptesicus serotinus. Da sottolineare che 2 di questi esemplari erano giovani, nati pochi mesi prima. L indagine bioacustica è stata svolta solo in fase ante operam dal momento che l installazione del nuovo cancello è avvenuta solo a ottobre 2014 e non è stato possibile ripetere i rilevamenti a causa di tempistiche ridotte e dell inattività degli animali. 102

103 Tabella 6.23: Risultati dell indagine bioacustica svolta in fase ante operam presso l ingresso della Tana della Mussina di Borzano (ER RE 2). Specie individuate Ante operam [indice di attività (passaggi/h)] Luglio 2011 Settembre 2014 Eptesicus serotinus Hypsugo savii 1.00 Myotis sp Pipistrellus kuhlii 4.00 Pipistrellus pipistrellus 9.00 Rhinolophus ferrumequinum Rhinolophus hipposideros La forte differenza fra l attività dei chirotteri registrata nelle due uscite è sicuramente dovuta all utilizzo di due differenti modelli di bat-detector. I rilevamenti svolti nel luglio 2011 sono stati effettuati con un D240 collegato ad un registratore digitale; con tale strumento il tempo in cui il bat-detector è effettivamente operante è ridotto in quanto durante la fase di output non è possibile acquisire ed elaborare nessun altro segnale. Nel settembre 2014, invece, è stato utilizzato un D1000 in cui è stato impostato l auto-salvataggio dei files, ciò ha notevolmente ridotto la perdita di tempo legata alla registrazione dei suoni trasformati con l espansione temporale ed ha quindi consentito di rilevare un maggior numero di passaggi. La Tana della Mussina di Borzano risulta, comunque, una cavità importante per la ricca chirotterofauna che vi risiede. Viene utilizzata sia durante le fasi di svernamento e swarming, che come rifugio estivo. Tuttavia, non è mai stata rilevata alcuna nursery durante i sopralluoghi nel periodo estivo (Tab. 6.24), stagione in cui sono stati osservati solo pochi esemplari di Rhinolophus hipposideros presenti nelle prime sale della cavità. Tabella 6.24: Risultati dei rilevamenti diretti svolti in fase ante e post operam presso la Tana della Mussina di Borzano. Specie osservate nei rilevamenti diretti Estate 2010 Ante operam (numero esemplari) Inverno 2010/11 Estate 2011 Inverno 2011/12 Post operam (numero esemplari) Inverno 2014/15 Rhinolophus ferrumequinum (Schreber, 1774) 1 1 Rhinolophus hipposideros (Bechstein, 1800) DP 5 Il rilevamento svolto nel febbraio del 2015 è l unica attività d indagine effettuata dopo la posa della nuova struttura a protezione della cavità. Il controllo degli svernanti, effettuato con l aiuto del Gruppo Speleologico-Paletnologico Gaetano Chierici, è purtroppo parziale in quanto l esplorazione della cavità è stata interrotta a causa dell impossibilità di percorrere un tratto completamente allagato. Tuttavia, queste poche osservazioni fatte, consentono di confermare che la struttura posizionata nell ambito del Progetto Life+ è permeabile al transito dei chirotteri. Alcuni dei pochi esemplari di Rhinolophus hipposideros osservati in svernamento erano, infatti, oltre il nuovo cancello (Fig. 6.42). 103

104 Figura 6.42: Esemplare di Rhinolophus hipposideros in ibernazione, presso la Tana della Mussina di Borzano, rilevato nell inverno 2014/2015 (Foto di A. Ruggieri). A inizio settembre 2014 è stato realizzato un filmato, della durata di circa 2 ore, con una videocamera con funzione IR in prossimità dell ingresso della Tana della Mussina di Borzano (Fig. 6.43). Purtroppo, l opera a protezione della cavità è stata realizzata solo il mese successivo e non è stato possibile ripetere l indagine a causa di tempistiche ridotte e dell inattività degli animali. Non è quindi stata verificata la permeabilità del nuovo cancello tramite le riprese video. In particolare, è stato osservato il transito di almeno 64 esemplari, nello specifico vi sono stati 119 eventi in uscita e 81 in entrata. Tuttavia, non si può affermare che tali animali varchino la strettoia in cui è stata posata la struttura di protezione. E possibile che gli animali utilizzino anche solo le prime sale della cavità. Il filmato realizzato è comunque molto utile, in quanto mostra un maggiore utilizzo della cavità da parte dei chirotteri, rispetto ad i pochi esemplari osservati durante i sopralluoghi diretti. Ciò significa che molti esemplari non vengono rilevati ed è possibile che si tratti di specie fessuricole e quindi difficilmente osservabili. Date le poche informazioni raccolte in fase di post operam, si consiglia di ripetere le indagini per verificare la bontà dell intervento realizzato e valutare la presenza di eventuali impatti negativi sulla chirotterofauna presente nel sito. 104

105 Figura 6.43: Ingresso della Tana della Mussina di Borzano (Foto di F. Grazioli). Minacce presenti: Minacce specifiche rilevate in Ante Operam [minacce riferite a tutte le specie] - Distruzione e perturbazione habitat per specie troglofile: la minaccia si concretizza nella distruzione di affioramenti rocciosi in cui sono presenti fenomeni carsici che ospitano colonie di pipistrelli troglofili ovvero dalla distruzione di siti ipogei artificiali (cave in galleria, miniere, cantine,...) e naturali, spesso con la volontaria chiusura degli accessi per ragioni di sicurezza; il disturbo può derivare anche dalla pratica speleologica e, soprattutto dalla frequentazione occasionale e dalla turisticizzazione dei siti ipogei naturali e artificiali. - Afflusso antropico presso l ingresso: la frequentazione da parte dell uomo dell area presso l ingresso del roost può causare disturbo ai chirotteri soprattutto nella fase di attività. - Visite ricreative in cavità naturali/artificiali: le visite guidate speleologiche ed altre attività ricreative possono costituire una potenziale fonte di disturbo per la chirotterofuna troglofila di un sito (luci, rumori, abbandono di materiali, alterazione dell habitat, ) potendo causare l abbandono del roost. Minacce specifiche rilevate in Post Operam [minacce riferite a tutte le specie] Grazie all installazione del cancello è ora possibile gestire l accesso e quindi l afflusso di persone alla cavità. Non è più possibile accedere al sito se privi di chiave. La presenza del cancello consente di impedire e/o limitare la fruizione a tale cavità nei periodi in cui i Chirotteri sono più sensibili al disturbo. Minaccia persistente Minaccia persistente solo per il primo tratto della cavità, in quanto, grazie all installazione del cancello è ora possibile gestire l accesso e quindi l afflusso di persone alla cavità. Non è più possibile accedere al sito se privi di chiave. La presenza del cancello consente di 105

106 - Alpinismo, scalate, speleologia: la speleologia e in minore misura la pratica di arrampicare in siti rocciosi possono disturbare colonie in riproduzione o svernamento. Il fenomeno è particolarmente impattante nei siti ipogei con nursery. - Miglior accesso ai siti: interventi che facilitano l accessibilità a siti poco protetti (ad es. grotte, rifugi bellici, ponti, gallerie, manufatti idraulici,...) in cui sono presenti colonie di pipistrelli, possono favorire anche se involontariamente il disturbo fino a determinarne l abbandono. - Evoluzione della biocenosi (processi naturali): occlusione dei corridoi di volo che conducono agli ingressi delle cavità di rifugio. - Occlusione naturale: occlusione dell ingresso del roost da parte di materiale si trasporto solido derivante da smottamenti o da attività antropica. - Inquinamento (acqua, suolo, aria)-abbandono di materiali: riduce la quantità delle prede per varie specie di chirotteri e può dare luogo a fenomeni di intossicazione e bioaccumulo. - Fotografie e riprese nei siti di rifugio o lungo i corridoi di volo dei chirotteri: la fotografia e la ripresa (anche se con trappole IR) è un potenziale disturbo alle colonie e agli esemplari, va dunque valutata con attenzione la sua finalità, la metodica e l epoca,... - Catastrofi naturali (generico): crollo di siti ipogei (gallerie, rifugi bellici, edifici, ) dovuti a varie ragioni come anche ondate eccezionali di maltempo possono localmente distruggere o danneggiare fortemente colonie di chirotteri di importanza comunitaria. - Introduzione di malattie (per specie animali): alcune malattie possono colpire popolazioni/specie di chirotteri rimaste fino ad oggi indenni. In Europa è comparsa la sindrome del naso bianco (White Nose Syndrome, WNS), oltre alla problematica sanitaria rappresentata dalla rabbia, mai riscontrata nel nostro paese che comunque non può ritenersi indenne dal potenziale problema. Tale malattia ha il principale risvolto sulla salute pubblica e l opinione pubblica. impedire e/o limitare la fruizione a tale cavità nei periodi in cui i Chirotteri sono più sensibili al disturbo. Grazie all installazione del cancello è ora possibile gestire l accesso e quindi l afflusso di persone alla cavità. Non è più possibile accedere al sito se privi di chiave. La presenza del cancello consente di impedire e/o limitare la fruizione a tale cavità nei periodi in cui i Chirotteri sono più sensibili al disturbo. Grazie all installazione del cancello è ora possibile gestire l accesso e quindi l afflusso di persone alla cavità. Non è più possibile accedere al sito se privi di chiave. La presenza del cancello consente di impedire e/o limitare la fruizione a tale cavità nei periodi in cui i Chirotteri sono più sensibili al disturbo. E necessaria la periodica manutenzione della vegetazione presso l ingresso per evitarne la chiusura. E necessaria la periodica manutenzione con rimozione dei detriti. Minaccia persistente Grazie all installazione del cancello è ora possibile gestire l accesso e quindi l afflusso di persone alla cavità. Non è più possibile accedere al sito se privi di chiave. La presenza del cancello consente di impedire e/o limitare la fruizione a tale cavità nei periodi in cui i Chirotteri sono più sensibili al disturbo. Minaccia persistente in quanto dovuta a fenomeni naturali. Grazie all installazione del cancello è ora possibile gestire l accesso e quindi l afflusso di persone alla cavità. Non è più possibile accedere al sito se privi di chiave. La presenza del cancello consente di impedire e/o limitare la fruizione a tale cavità nei periodi in cui i Chirotteri sono più sensibili al disturbo ed è inoltre possibile far attuare protocolli preventivi per evitare la diffusione di malattie. 106

107 - Clima culturale : la chirotterofauna risente negativamente dei diffusi pregiudizi e di paure irrazionali, cause profonde della difficile convivenza con l uomo. Analogamente risente della scarsa cultura naturalistica e dell ignoranza sui temi della conservazione dei pipistrelli. Minaccia persistente nonostante la notevole attività di sensibilizzazione svolta nell ambito del Progetto. Considerazioni e indicazioni gestionali: La permeabilità al transito della fauna troglofila del nuovo cancello installato presso la Tana della Mussina di Borzano è solo in parte confermata dalle poche osservazioni svolte in fase di post operam. Sicuramente persistono alcune criticità che determinano la continua necessità di effettuare manutenzione alla struttura installata per mantenerne le funzionalità ed il passaggio libero. E quindi fondamentale: Valutare l eventuale impatto delle strutture installate a protezione della cavità sulla chirotterofauna del sito: impatti, frequenza di entrata/uscita, abbandono, modifica dell utilizzo della cavità, ecc... Evitare l occlusione dell ingresso da materiali di trasporto solido (detriti di frana dovuta alla naturale instabilità della roccia, materiale fangoso, massi, ciottoli e detriti vegetali quali tronchi d albero, rami, ecc ) con periodici controlli ed azioni di manutenzione. Evitare la distruzione/occlusione dei corridoi di volo utilizzati dai chirotteri in uscita dalla cavità e/o come area di foraggiamento (creazione di barriere, taglio della vegetazione che occlude l ingresso, ecc ). Monitorare negli anni la stabilità e sicurezza del roost. Data la ricca chirotterofauna frequentante la Tana della Mussina di Borzano ed il diversificato utilizzo della cavità nei vari periodi dell anno è necessario controllare e regolamentare gli accessi alla cavità: L ingresso alla cavità deve essere consentito solo se accompagnati dal personale del gruppo speleologico di riferimento per l area in cui è sita la grotta. E necessario vietare/limitare l accesso alla cavità nel periodo invernale (novembre-febbraio), se non per scopi scientifici e/o di monitoraggio. E necessario vietare/limitare l accesso alla cavità nel periodo estivo (giugno-agosto) qualora venga segnalata la presenza di nursery, se non per scopi scientifici e/o di monitoraggio. In caso di frequentazione della cavità nei periodi sensibili per i chirotteri, è necessario valutare attentamente i percorsi ipogei per evitare la perturbazione delle colonie ed adottare tutte le più moderne indicazioni e strumentazioni per mitigare il disturbo arrecato. Evitare il disturbo diretto con riprese fotografiche, uso di flash, lampade e altri dispositivi d illuminazione utilizzando dispositivi con luce IR. Seguire il protocollo per la prevenzione della WNS (White Nose Syndrome) ed in generale adottare le principali misure per la prevenzione delle patologie infettive a carico dei chirotteri. Svolgere il monitoraggio delle patologie infettive nelle colonie di chirotteri. Sensibilizzare il mondo speleologico ed il pubblico sui temi della conservazione e tutela dei chirotteri (potrebbe essere utile posizionare cartelli/pannelli che illustrino lo scopo della misura di protezione installata). 107

108 E inoltre necessario: Controllare la fruizione nell area in prossimità dell ingresso della cavità. Controllare e prevenire gli atti vandalici. Prevenire l inquinamento delle acque e del suolo nei pressi della cavità. Elaborare le indicazioni gestionali volte a mantenere e incrementare la biodiversità e favorevoli alla fauna minore e all entomofauna (mantenimento di alberi cavitati in piedi, legname a terra, mantenimento di una struttura diversificata, ecc...). Incentivare le pratiche agricole estensive, privilegiando l agricoltura biologica. Conservare le formazioni forestali diversificate e connesse tra loro. Riqualificazione dell agroecosistema tramite il mantenimento e ripristino degli elementi del paesaggio agrario tradizionale (siepi, filari, fossi, banchine inerbite, maceri e specchi d acqua, ). Monitorare degli inquinanti bioaccumulabili. ER RA Grotta della Lucerna SIC di appartenenza: SIC-ZPS IT Vena del Gesso Romagnola Comune: Brisighella Località: Pederzeto Proprietà dell ingresso: Proprietà pubblica, in particolare è del Parco della Vena del Gesso Romagnola ed è stata acquistata tramite l Azione B3 del Progetto LIFE+ a dicembre Descrizione della cavità: Grotta di relativa importanza e di rilevanza generale che si apre sulla parete sud di Monte Mauro a quota 357 m s.l.m.. Figura 6.44: Rilievo cartografico speleologico della Grotta della Lucerna (ER-RA 831). 108

109 Presenta due ingressi localizzati nella zona di contatto tra la fascia boschiva di tipo xerico e gli affioramenti gessosi che costituiscono il pendio sovrastante. L ingresso inferiore, di origine artificiale, viene utilizzato dagli speleologi per accedere agli spazi interni della grotta e si presenta di dimensioni minori rispetto all ingresso superiore che invece viene utilizzato dai chirotteri. Si tratta di una cavità parzialmente modificata dall intervento dell uomo ed al suo interno sono stati rinvenuti reperti presumibilmente di epoca romana e medioevale. Presenta uno sviluppo reale di 250 m (Fig. 6.44). Descrizione della chiusura: La chiusura installata nell ambito del Progetto Life + è costituita da una cornice in tondino metallico, sulla quale sono saldati gli elementi orizzontali, ed alla cui base è posto un cancello con cerniere e della medesima fattura (Fig. 6.46). Figura 6.45: Vecchia chiusura della Grotta della Lucerna (ER-RA 831) (Foto estrapolata dalla ripresa video IR fatta da F. Grazioli nel 2011). Figura 6.46: Nuova chiusura della Grotta della Lucerna (ER-RA 831) realizzata nell ambito del Progetto Life+ (Foto estrapolata dalla ripresa video IR fatta da F. Grazioli nel 2014). Il punto in cui è stata posizionata la struttura è un passaggio obbligato per l accesso alla cavità e, prima dell intervento di questo Progetto, presentava già una chiusura metallica, a trama quadrata e 109

110 rettangolare, ma che lasciava ampio passaggio ai chirotteri nella parte bassa (Fig. 6.45). Tale opera è, ovviamente, stata sostituita con una chiusura considerata maggiormente protettiva e, allo stesso tempo, compatibile con il transito dei pipistrelli. Inoltre, la vecchia struttura della Grotta della Lucerna è stata riutilizzata, nell ambito del Progetto Life+, per chiudere un accesso secondario, a pozzo, della Grotta I di Ca Boschetti (ER RA 382). La nuova struttura è stata installata nell autunno del 2012 ad opera dei volontari di 5 gruppi speleologici che ne hanno curato i lavori in modo congiunto: Gruppo Speleologico Faentino (GSF); Ronda Speleologica Imolese (RSI); Gruppo Speleologico Emiliano del Cai di Modena (GSE); Gruppo Speleologico Ambientalista Ravenna (GSAR); Gruppo Speleologico GAM Mezzano (SGAM). Con l indagine svolta nel post operam si vuole verificare la funzionalità e bontà dell intervento effettuato, per evitare ripercussioni negative sulla ricca chirotterofauna frequentante la cavità in questione. Chirotteri: Dalle indagini svolte nel corso del Progetto, applicando le varie tecniche di monitoraggio previste dal protocollo operativo, la cavità e l area limitrofa ad essa risultano frequentate dalle seguenti specie di Chirotteri: Specie della Regione Emilia-Romagna Ante operam Post operam Rhinolophus euryale Blasius,1853 Rhinolophus ferrumequinum (Schreber, 1774) Rhinolophus hipposideros (Bechstein, 1800) Barbastella barbastellus (Schreber, 1774) Eptesicus serotinus (Schreber, 1774) Hypsugo savii (Bonaparte, 1837) Myotis spp. Myotis bechsteinii (Kuhl, 1817) Myotis blythii (Thomes, 1857) Myotis capaccinii (Bonaparte,1837) Myotis daubentonii (Kuhl, 1817) Myotis emarginatus (E.Geoffroy, 1806) Myotis myotis (Borkhausen,1797) Myotis mystacinus (Kuhl, 1817) Myotis nattereri (Kuhl, 1817) Nyctalus lasiopterus (Schreber, 1780) Nyctalus leisleri (Kuhl, 1817) Nyctalus noctula (Schreber, 1774) Pipistrellus kuhlii (Kuhl, 1817) Pipistrellus nathusii (Keyserling et Blasius, 1839) Pipistrellus pipistrellus (Schreber, 1774) Pipistrellus pygmaeus (Leach, 1825) Plecotus spp. Plecotus auritus (Linnaeus, 1758) Plecotus austriacus (Fischer, 1829) Miniopterus schreibersii (Kuhl, 1817) Tadarida teniotis (Rafinesque, 1814) 110

111 L indagine bioacustica, svolta in fase di post operam, conferma la composizione specifica della chirotterofauna che frequenta la cavità ipogea rilevata prima dello svolgimento dei lavori (Tab. 6.25), unica eccezione è Eptesicus serotinus che, molto probabilmente, insieme a Hypsugo savii, e Pipistrellus kuhlii, sono esemplari di passaggio nell ambiente circostante l ingresso della cavità indagata e rilevati con il bat-detector. Tabella 6.25: Risultati dell indagine bioacustica svolta in fase ante e post operam presso l ingresso della Grotta della Lucerna. Specie individuate Agosto 2010 Ante operam [indice di attività (passaggi/h)] Ottobre 2010 Aprile 2011 Luglio 2011 Ottobre 2011 Post operam [indice di attività (passaggi/h)] Giugno 2014 Eptesicus serotinus 1.05 Hypsugo savii Myotis spp Pipistrellus kuhlii Rhinolophus euryale Rhinolophus ferrumequinum 0.40 Rhinolophus hipposideros La forte differenza fra l attività dei chirotteri registrata nelle due fasi del Progetto è sicuramente dovuta all utilizzo di due differenti modelli di bat-detector. I rilevamenti in fase di ante operam sono stati effettuati con un D240 collegato ad un registratore digitale; con tale strumento il tempo in cui il bat-detector è effettivamente operante è ridotto in quanto durante la fase di output non è possibile acquisire ed elaborare nessun altro segnale. Nel post operam, invece, è stato utilizzato un D1000 in cui è stato impostato l auto-salvataggio dei files, ciò ha notevolmente ridotto la perdita di tempo legata alla registrazione dei suoni trasformati con l espansione temporale ed ha quindi consentito di rilevare un maggior numero di passaggi. La Grotta della Lucerna risulta una cavità di rilevante importanza per la ricca chirotterofauna che vi risiede. Viene utilizzata sia durante le fasi di svernamento, periodo dell anno in cui si riscontrano pochi pipistrelli della famiglia dei Rinolofidi, che come rifugio estivo. In estate la cavità ospita una cospicua colonia riproduttiva di Rhinolophus euryale, tuttavia essa è difficilmente rintracciabile per effettuare il conteggio diretto degli esemplari in quanto occupa le parti alte e poco raggiungibili della grotta. In fase post operam è stato svolto un rilevamento diretto per il conteggio degli svernanti per anno d indagine ed un sopralluogo per ogni periodo estivo per il rilevamento della nursery (Tab. 6.26). In particolare, i dati sono stati forniti da Massimo Bertozzi, che ha un incarico specifico nel Parco della Vena del Gesso Romagnola per il monitoraggio dei chirotteri, così da evitare eccessivo disturbo durante le fasi più delicate del loro ciclo biologico di questi animali. 111

112 Tabella 6.26: Risultati dei rilevamenti diretti svolti in fase ante e post operam presso la Grotta Lucerna. Specie osservate nei rilevamenti diretti Rhinolophus euryale Blasius, 1853 Ante operam (numero esemplari) Inverno 2010/11 Estate 2011 DP Inverno 2011/12 Inverno 2013/14 Post operam (numero esemplari) Estate 2014 DP (alcune centinai)* Inverno 2014/15 Rhinolophus ferrumequinum (Schreber, 1774) * 1 * Rhinolophus hipposideros (Bechstein, 1800) * 14 * * Dato fornito da Massimo Bertozzi del Parco della Vena del Gesso Romagnola. Estate 2015 Per quanto riguarda la presenza della nursery di Rhinolophus euryale, i dati sono purtroppo parziali: nell estate 2014 la colonia è stata osservata, ma non è stato possibile effettuare alcun tipo di conteggio in quanto gli animali erano molto attivi e si sono involati, mentre nell estate 2015 non è stato possibile individuare il punto preciso in cui era situata la nursery all interno della grotta. Tuttavia, in entrambi gli anni, la sua presenza è stata accertata grazie all utilizzo di una videocamera con funzione IR, operazione già effettuata anche in fase ante operam del Progetto in seguito alla medesima problematica. Dall analisi dei filmati realizzati con una videocamera con funzione IR, oltre ad osservare un abbondante passaggio di animali, si comprende che gli esemplari transitano agevolmente per il cancello posizionato. La struttura installata risulta, quindi, permeabile al transito dei chirotteri ed assolve alla funzione di proteggere l ambiente ipogeo in questione. Il filmato realizzato a giugno 2014 con una videocamera IR, della durata di 2 ore e mezza, mostra il transito di almeno 364 esemplari e, nello specifico, sono stati osservati 396 eventi di uscita e 32 eventi di entrata. Gli esemplari utilizzano agevolmente le feritoie più alte e quelle centrali della struttura installata. L analisi rileva anche che gli animali effettuano alcuni giri, o addirittura sostano attaccati ad uno sperone di roccia, e poi attraversano la struttura. Questo continuo andirivieni, prima di oltrepassare definitivamente il cancello, suscita una notevole attività in prossimità della struttura e si assiste alla formazione di trenini composti anche da 4 esemplari che escono contemporaneamente. Unendo i dati del filmato con i risultati dell indagine bioacustica, rilevamenti svolti la medesima sera e contemporaneamente, si può stimare che siano stati rilevati 6 esemplari di Myotis spp. (1.55% dei contatti), 58 Rhinolophus hipposideros (15.81% dei contatti) e 300 Rhinolophus euryale (82.64% dei contatti). Dall analisi del filmato realizzato a luglio 2015, della durata di oltre 2 ore, si conferma il comportamento dei chirotteri osservato nel Nello specifico, è stato osservato il transito di almeno 426 esemplari, con 736 eventi di uscita e 311 eventi di entrata. Non sono stati rilevati problemi o impedimenti al passaggio degli animali anche in condizioni di notevole attività. La maggior parte dei transiti avviene attraverso le feritoie superiori e centrali della struttura, mentre quelle inferiori vengono utilizzate più sporadicamente. Il cancello installato risulta quindi idoneo al passaggio della chirotterofauna. DP * 112

113 Minacce presenti: Minacce specifiche rilevate in Ante Operam [minacce riferite a tutte le specie] - Distruzione e perturbazione habitat per specie troglofile: la minaccia si concretizza nella distruzione di affioramenti rocciosi in cui sono presenti fenomeni carsici che ospitano colonie di pipistrelli troglofili ovvero dalla distruzione di siti ipogei artificiali (cave in galleria, miniere, cantine,...) e naturali, spesso con la volontaria chiusura degli accessi per ragioni di sicurezza; il disturbo può derivare anche dalla pratica speleologica e, soprattutto dalla frequentazione occasionale e dalla turisticizzazione dei siti ipogei naturali e artificiali. - Afflusso antropico presso l ingresso: la frequentazione da parte dell uomo dell area presso l ingresso del roost può causare disturbo ai chirotteri soprattutto nella fase di attività. - Alpinismo, scalate, speleologia: la speleologia e in minore misura la pratica di arrampicare in siti rocciosi possono disturbare colonie in riproduzione o svernamento. Il fenomeno è particolarmente impattante nei siti ipogei con nursery. - Miglior accesso ai siti: interventi che facilitano l accessibilità a siti poco protetti (ad es. grotte, rifugi bellici, ponti, gallerie, manufatti idraulici,...) in cui sono presenti colonie di pipistrelli, possono favorire anche se involontariamente il disturbo fino a determinarne l abbandono. - Evoluzione della biocenosi (processi naturali): occlusione dei corridoi di volo che conducono agli ingressi delle cavità di rifugio. - Occlusione naturale: occlusione dell ingresso del roost da parte di materiale si trasporto solido derivante da smottamenti o da attività antropica. - Coltivazione: specifico per colture intensive. Può portare ad eccessiva semplificazione del sistema ed inquinamento diffuso. - Gestione forestale: la gestione forestale può essere non favorevole ai chirotteri forestali che utilizzano il bosco come ambiente di rifugio e/o habitat di caccia. - Inquinamento (acqua, suolo, aria)-abbandono di materiali: riduce la quantità delle prede per varie specie di chirotteri e può dare luogo a fenomeni di intossicazione e bioaccumulo. Minacce specifiche rilevate in Post Operam [minacce riferite a tutte le specie] Grazie all installazione del cancello è ora possibile gestire l accesso e quindi l afflusso di persone alla cavità. Non è più possibile accedere al sito se privi di chiave. La presenza del cancello consente di impedire e/o limitare la fruizione a tale cavità nei periodi in cui i Chirotteri sono più sensibili al disturbo. Minaccia persistente Grazie all installazione del cancello è ora possibile gestire l accesso e quindi l afflusso di persone alla cavità. Non è più possibile accedere al sito se privi di chiave. La presenza del cancello consente di impedire e/o limitare la fruizione a tale cavità nei periodi in cui i Chirotteri sono più sensibili al disturbo. Grazie all installazione del cancello è ora possibile gestire l accesso e quindi l afflusso di persone alla cavità. Non è più possibile accedere al sito se privi di chiave. La presenza del cancello consente di impedire e/o limitare la fruizione a tale cavità nei periodi in cui i Chirotteri sono più sensibili al disturbo. E necessaria la periodica manutenzione della vegetazione presso l ingresso per evitarne la chiusura. E necessaria la periodica manutenzione con rimozione dei detriti, soprattutto dopo forti piogge. Minaccia persistente. Minaccia persistente. Minaccia persistente. - Fotografie e riprese nei siti di rifugio o lungo i Grazie all installazione del cancello è ora 113

114 corridoi di volo dei chirotteri: la fotografia e la ripresa (anche se con trappole IR) è un potenziale disturbo alle colonie e agli esemplari, va dunque valutata con attenzione la sua finalità, la metodica e l epoca,... - Catastrofi naturali (generico): crollo di siti ipogei (gallerie, rifugi bellici, edifici, ) dovuti a varie ragioni come anche ondate eccezionali di maltempo possono localmente distruggere o danneggiare fortemente colonie di chirotteri di importanza comunitaria. - Introduzione di malattie (per specie animali): alcune malattie possono colpire popolazioni/specie di chirotteri rimaste fino ad oggi indenni. In Europa è comparsa la sindrome del naso bianco (White Nose Sindrome, WSN), oltre alla problematica sanitaria rappresentata dalla rabbia, mai riscontrata nel nostro paese che comunque non può ritenersi indenne dal potenziale problema. Tale malattia ha il principale risvolto sulla salute pubblica e l opinione pubblica. - Clima culturale : la chirotterofauna risente negativamente dei diffusi pregiudizi e di paure irrazionali, cause profonde della difficile convivenza con l uomo. Analogamente risente della scarsa cultura naturalistica e dell ignoranza sui temi della conservazione dei pipistrelli. possibile gestire l accesso e quindi l afflusso di persone alla cavità. Non è più possibile accedere al sito se privi di chiave. La presenza del cancello consente di impedire e/o limitare la fruizione a tale cavità nei periodi in cui i Chirotteri sono più sensibili al disturbo. Minaccia persistente in quanto dovuta a fenomeni naturali. Grazie all installazione del cancello è ora possibile gestire l accesso e quindi l afflusso di persone alla cavità. Non è più possibile accedere al sito se privi di chiave. La presenza del cancello consente di impedire e/o limitare la fruizione a tale cavità nei periodi in cui i Chirotteri sono più sensibili al disturbo ed è inoltre possibile far attuare protocolli preventivi per evitare la diffusione di malattie. Minaccia persistente nonostante la notevole attività di sensibilizzazione svolta nell ambito del progetto. Considerazioni e indicazioni gestionali: Il cancello è permeabile al flusso della fauna troglofila, ma persistono alcune criticità che determinano la continua necessità di effettuare manutenzione alla struttura installata per mantenere libero il passaggio e l accesso. E quindi fondamentale: Evitare l occlusione dell ingresso da materiali di trasporto solido (detriti di frana dovuta alla naturale instabilità della roccia, materiale fangoso, massi, ciottoli e detriti vegetali quali tronchi d albero, rami, ecc ) con periodici controlli ed azioni di manutenzione. Evitare la distruzione/occlusione dei corridoi di volo utilizzati dai chirotteri in uscita dalla cavità e/o come area di foraggiamento (creazione di barriere, taglio della vegetazione che occlude l ingresso, ecc ). Monitorare nei prossimi anni l eventuale impatto delle strutture installate a protezione della grotta sulla chirotterofauna del sito: impatti, frequenza di entrata/uscita, abbandono, modifica dell utilizzo della cavità, ecc... Monitorare negli anni la stabilità e sicurezza del roost. Data la ricca chirotterofauna frequentante la Grotta della Lucerna ed il diversificato utilizzo della cavità nei vari periodi dell anno è necessario controllare e regolamentare gli accessi alla cavità: L ingresso alla cavità deve essere consentito solo se accompagnati dal personale del gruppo speleologico di riferimento per l area in cui è sita la grotta. 114

115 E necessario vietare/limitare l accesso alla cavità nel periodo invernale (novembre-febbraio), se non per scopi scientifici e/o di monitoraggio. E necessario vietare/limitare l accesso alla cavità nel periodo estivo (giugno-agosto), se non per scopi scientifici e/o di monitoraggio. In caso di frequentazione della cavità nei periodi sensibili per i chirotteri, è necessario valutare attentamente i percorsi ipogei per evitare la perturbazione delle colonie ed adottare tutte le più moderne indicazioni e strumentazioni per mitigare il disturbo arrecato. Evitare il disturbo diretto con riprese fotografiche, uso di flash, lampade e altri dispositivi d illuminazione utilizzando dispositivi con luce IR. Seguire il protocollo per la prevenzione della WNS (White Nose Syndrome) ed in generale adottare le principali misure per la prevenzione delle patologie infettive a carico dei chirotteri. Svolgere il monitoraggio delle patologie infettive nelle colonie di chirotteri. Sensibilizzare il mondo speleologico ed il pubblico sui temi della conservazione e tutela dei chirotteri. E inoltre necessario: Controllare la fruizione nell area in prossimità degli ingressi della cavità. Controllare e prevenire gli atti vandalici. Prevenire l inquinamento delle acque e del suolo nei pressi della cavità. Elaborare le indicazioni gestionali volte a mantenere e incrementare la biodiversità e favorevoli alla fauna minore e all entomofauna (mantenimento di alberi cavitati in piedi, legname a terra, mantenimento di una struttura diversificata, ecc...). Incentivare le pratiche agricole estensive, privilegiando l agricoltura biologica. Conservare le formazioni forestali diversificate e connesse tra loro. Riqualificazione dell agroecosistema tramite il mantenimento e ripristino degli elementi del paesaggio agrario tradizionale (siepi, filari, fossi, banchine inerbite, maceri e specchi d acqua, ). Monitorare degli inquinanti bioaccumulabili. ER-RA Grotta Lina Benini o Buco del Noce SIC di appartenenza: SIC-ZPS IT Vena del Gesso Romagnola Comune: Brisighella Località: Ca Caulla Proprietà dell ingresso: Proprietà privata Descrizione della cavità: Grotta di massima importanza e di rilevanza generale. Il Buco del Noce è una delle cavità più frequentate e di facile accesso, l ingresso si apre infatti a breve distanza da Via Rontana, anche se si tratta di una grotta per esperti speleologi. La Grotta Lina Benini o Buco del Noce è una cavità ipogea di ridotto sviluppo (142 m di sviluppo reale) e con un dislivello totale di 29 m, è formata da un unica grande sala a cui si accede calandosi dall ingresso a pozzo della cavità. 115

116 Descrizione della chiusura: Il cancello, posizionato nell ambito del Progetto Life+, presso l ingresso del Buco del Noce, è costituito da due elementi imbullonati tra loro ed infissi chimicamente alle pareti gessose. In particolare, il varco di 250x200cm circa, è stato chiuso da elementi orizzontali in tondino metallico ben distanziati fra loro in modo tale da permettere un agevole passaggio dei pipistrelli in volo e impedire invece l accesso alle persone (Fig. 6.47). La struttura è stata installata nell inverno del ad opera dei volontari del Gruppo Speleologico Faentino (GSF) ed, oltre a proteggere l ipogeo, crea le condizioni di sicurezza per evitare incidenti di origine antropica, vista la natura a pozzi di questo sistema carsico. Figura 6.47: Chiusura della Grotta Lina Benini o Buco del Noce (ER-RA 107) realizzata nell ambito del Progetto Life+ (Foto di F. Grazioli). Con l indagine svolta nel post operam si vuole verificare la funzionalità e bontà dell intervento effettuato, per evitare ripercussioni negative sulla ricca chirotterofauna frequentante la cavità in questione. Chirotteri: Dalle indagini svolte nel corso del Progetto, applicando le varie tecniche di monitoraggio previste dal protocollo operativo, la cavità e l area limitrofa ad essa risultano frequentate dalle seguenti specie di Chirotteri: 116

117 Specie della Regione Emilia-Romagna Ante operam Post operam Rhinolophus euryale Blasius,1853 Rhinolophus ferrumequinum (Schreber, 1774) Rhinolophus hipposideros (Bechstein, 1800) Barbastella barbastellus (Schreber, 1774) Eptesicus serotinus (Schreber, 1774) Hypsugo savii (Bonaparte, 1837) Myotis spp. Myotis bechsteinii (Kuhl, 1817) Myotis blythii (Thomes, 1857) Myotis capaccinii (Bonaparte,1837) Myotis daubentonii (Kuhl, 1817) Myotis emarginatus (E.Geoffroy, 1806) Myotis myotis (Borkhausen,1797) Myotis mystacinus (Kuhl, 1817) Myotis nattereri (Kuhl, 1817) Nyctalus lasiopterus (Schreber, 1780) Nyctalus leisleri (Kuhl, 1817) Nyctalus noctula (Schreber, 1774) Pipistrellus kuhlii (Kuhl, 1817) Pipistrellus nathusii (Keyserling et Blasius, 1839) Pipistrellus pipistrellus (Schreber, 1774) Pipistrellus pygmaeus (Leach, 1825) Plecotus auritus (Linnaeus, 1758) Plecotus austriacus (Fischer, 1829) Miniopterus schreibersii (Kuhl, 1817) Tadarida teniotis (Rafinesque, 1814) Le attività d indagine confermano ed arricchiscono la composizione specifica della chirotterofauna che frequenta la cavità ipogea rilevata prima dello svolgimento dei lavori. Per quanto riguarda la presenza di Eptesicus serotinus, Hypsugo savii, Pipistrellus pipistrellus e Pipistrellus kuhlii, molto probabilmente si tratta di esemplari di passaggio nell ambiente circostante l ingresso della cavità indagata e rilevati con il bat-detector. Dall indagine bioacustica viene, inoltre, confermata la presenza storica di Rhinolophus euryale nel periodo estivo, mentre non è stato osservato durante l inverno. Fra i Myotis spp. si ipotizza la presenza di Myotis nattererii, i cui ultrasuoni sono stati registrati nel periodo estivo, ma la cui identificazione non è del tutto certa. L indagine bioacustica, svolta in fase di post operam, conferma ed arricchisce la composizione specifica della chirotterofauna rilevata in fase ante operam (Tab. 6.27). La forte differenza fra l attività dei chirotteri registrata nelle due fasi del Progetto è sicuramente dovuta all utilizzo di due differenti modelli di bat-detector. I rilevamenti in fase di ante operam sono stati effettuati con un D240 collegato ad un registratore digitale; con tale strumento il tempo in cui il bat-detector è effettivamente operante è ridotto in quanto durante la fase di output non è possibile acquisire ed elaborare nessun altro segnale. Nel post operam, invece, è stato utilizzato un D1000 in cui è stato impostato l auto-salvataggio dei files, ciò ha notevolmente ridotto la perdita 117

118 di tempo legata alla registrazione dei suoni trasformati con l espansione temporale ed ha quindi consentito di rilevare un maggior numero di passaggi. Tabella 6.27: Risultati dell indagine bioacustica svolta in fase ante e post operam presso il Buco del Noce. Specie individuate Ante operam [indice di attività (passaggi/h)] Ottobre 2011 Luglio 2014 Post operam [indice di attività (passaggi/h)] Agosto 2014 Ottobre 2014 Novembre 2014 Eptesicus serotinus 1.00 Hypsugo savii Myotis spp Pipistrellus kuhlii Pipistrellus pipistrellus 1.00 Rhinolophus euryale Rhinolophus ferrumequinum Rhinolophus hipposideros Nello specifico, sono state svolte 4 differenti sessioni di registrazioni con il bat-detector, della durata di oltre 1 ora ciascuna, per ottenere una panoramica più completa della frequentazione della cavità nell arco della fase di attività dei pipistrelli. Da tali indagini si comprende come la cavità sia utilizzata da un numero maggiore di specie in estate, con la presenza di Rhinolophus euryale e Myotis spp., oltre a Rhinolophus ferrumequinum e Rhinolophus hipposideros presenti durante tutto l anno, anche se con variazione stagionale del numero degli esemplari, rispetto alla stagione invernale. Il Buco del Noce risulta una cavità di rilevante importanza per la ricca chirotterofauna che vi risiede. Viene utilizzata sia durante le fasi di svernamento e swarming, che come rifugio estivo. La Grotta Lina Benini è uno dei più importanti roost di svernamento di Rhinolophus ferrumequinum del Parco della Vena del Gesso Romagnola (Fig. 6.48). Mentre, non è mai stata rilevata alcuna nursery durante i sopralluoghi nel periodo estivo (Tab. 6.28). Tabella 6.28: Risultati dei rilevamenti diretti svolti in fase ante e post operam presso il Buco del Noce. Specie osservate nei rilevamenti diretti Ante operam (numero esemplari) Inverno 2010/11 Inverno 2011/12 Post operam (numero esemplari) Inverno 2013/14 Inverno 2014/15 Rhinolophus ferrumequinum (Schreber, 1774) * 214 ** Rhinolophus hipposideros (Bechstein, 1800) * 8 ** * Dato fornito da Massimo Bertozzi del Parco della Vena del Gesso Romagnola. ** Dato raccolto in collaborazione con Massimo Bertozzi del Parco della Vena del Gesso Romagnola. In fase post operam è stato svolto un unico rilevamento diretto per il conteggio degli svernanti per anno d indagine. In particolare, i dati relativi agli svernanti del periodo invernale 2013/2014 sono stati forniti da Massimo Bertozzi, che ha un incarico specifico nel Parco della Vena del Gesso Romagnola per il monitoraggio dei chirotteri, mentre quelli dell inverno 2014/2015 sono stati raccolti in collaborazione. La collaborazione fra il gruppo di lavoro incaricato del Progetto Life ed il 118

119 Dottor Bertozzi è stata fatta per evitare di svolgere doppiamente la stessa operazione ed, inoltre, in tale modo si è ridotto il disturbo arrecato ai pipistrelli in questa delicata fase del loro ciclo biologico. Figura 6.48: Colonia di Rhinolophus ferrumequinum in ibernazione presso il Buco del Noce durante l inverno 2014/2015 (Foto di F. Grazioli). Sono state effettuate 4 differenti riprese video con una videocamera IR: a luglio 2014 con la realizzazione di 2h e 21 minuti di filmato, a ottobre 2014 con un video di 1h e 34 minuti di durata, a novembre 2014 con la realizzazione di 1h e 33 minuti di filmato ed a maggio 2015 con un video di 2h e 15 minuti di durata. Dall analisi dei filmati si comprende che la struttura installata risulta permeabile al transito dei chirotteri anche in presenza di forti flussi di passaggio degli animali, come avviene nel periodo di swarming, ed assolve alla funzione di proteggere l ambiente ipogeo in questione. In particolare, a luglio 2014 sono stati osservati almeno 6 esemplari che hanno effettuato 25 eventi di uscita e 21 di entrata. In questo periodo si è assistito al transito dei singoli individui, con linee di volo dirette all attraversamento della protezione. Nel filmato di ottobre 2014 sono stati osservati almeno 20 esemplari che hanno effettuato 27 eventi di uscita e 8 di entrata. In autunno si sono osservati spesso trenini di due o tre animali che, prima di oltrepassare la struttura, effettuano alcuni giri e tentativi. Inoltre, si ha un aumento dell attività dei chirotteri che frequentano la cavità, comportamento che caratterizza il periodo di swarming. Gli esemplari osservati utilizzano agevolmente le feritoie della metà superiore della struttura installata ed, osservando attentamente i filmati, si è notata la presenza di un bypass dell opera 119

120 realizzata, ovvero di un passaggio basso, in frana, che consente di intercettare il pozzo di sinistra, diretto alla grande sala, senza passare per il cancello. I filmati confermano un utilizzo più sporadico del Buco del Noce nel periodo estivo, rispetto all elevata attività riscontrata nel periodo autunnale ed alla buona occupazione invernale. Analizzando le riprese, in cui sono stati osservati relativamente pochi esemplari, non ci si aspettava di rinvenire un quantitativo di individui svernanti come quello registrato a gennaio 2015 (214 esemplari di Ferro di Cavallo maggiore). Ciò potrebbe essere dovuto ad uno spostamento tardivo degli animali o alla presenza di un secondo bypass, di cui si è effettivamente accertata la presenza ma non l utilizzo, in grado di veicolare una parte del flusso di animali. Inoltre, la mancanza di Ferro di Cavallo euriale in svernamento e la scarsa presenza di ferro di cavallo minore nel periodo invernale all interno del Buco del Noce, potrebbe essere legata alla forte vicinanza di questa grotta alla Tanaccia, cavità morfologicamente ben più complessa e quindi caratterizzata da condizioni microclimatiche diverse. Minacce presenti: Minacce specifiche rilevate in Ante Operam [minacce riferite a tutte le specie] - Distruzione e perturbazione habitat per specie troglofile: la minaccia si concretizza nella distruzione di affioramenti rocciosi in cui sono presenti fenomeni carsici che ospitano colonie di pipistrelli troglofili ovvero dalla distruzione di siti ipogei artificiali (cave in galleria, miniere, cantine,...) e naturali, spesso con la volontaria chiusura degli accessi per ragioni di sicurezza; il disturbo può derivare anche dalla pratica speleologica e, soprattutto dalla frequentazione occasionale e dalla turisticizzazione dei siti ipogei naturali e artificiali. - Afflusso antropico presso l ingresso: la frequentazione da parte dell uomo dell area presso l ingresso del roost può causare disturbo ai chirotteri soprattutto nella fase di attività. - Alpinismo, scalate, speleologia: la speleologia e in minore misura la pratica di arrampicare in siti rocciosi possono disturbare colonie in riproduzione o svernamento. Il fenomeno è particolarmente impattante nei siti ipogei con nursery. - Miglior accesso ai siti: interventi che facilitano l accessibilità a siti poco protetti (ad es. grotte, rifugi bellici, ponti, gallerie, manufatti idraulici,...) in cui sono presenti colonie di pipistrelli, possono favorire anche se involontariamente il disturbo fino a determinarne l abbandono. Minacce specifiche rilevate in Post Operam [minacce riferite a tutte le specie] Grazie all installazione del cancello è ora possibile gestire l accesso e quindi l afflusso di persone nella cavità. Non è più possibile accedere al sito se privi di chiave. La presenza del cancello consente di impedire e/o limitare la fruizione a tale cavità nei periodi in cui i Chirotteri sono più sensibili al disturbo. Minaccia persistente, essendo l ingresso della cavità in prossimità di una strada statale. Grazie all installazione del cancello è ora possibile gestire l accesso e quindi l afflusso di persone nella cavità. Non è più possibile accedere al sito se privi di chiave. La presenza del cancello consente di impedire e/o limitare la fruizione a tale cavità nei periodi in cui i Chirotteri sono più sensibili al disturbo. Grazie all installazione del cancello è ora possibile gestire l accesso e quindi l afflusso di persone nella cavità. Non è più possibile accedere al sito se privi di chiave. La presenza del cancello consente di impedire e/o limitare la fruizione a tale cavità nei periodi in cui i Chirotteri sono più sensibili al disturbo. 120

121 - Evoluzione della biocenosi (processi naturali): occlusione dei corridoi di volo che conducono agli ingressi delle cavità di rifugio. - Occlusione naturale: occlusione dell ingresso del roost da parte di materiale si trasporto solido derivante da smottamenti o da attività antropica. - Coltivazione: specifico per colture intensive. Può portare ad eccessiva semplificazione del sistema ed inquinamento diffuso. - Gestione forestale: la gestione forestale può essere non favorevole ai chirotteri forestali che utilizzano il bosco come ambiente di rifugio e/o habitat di caccia. - Inquinamento (acqua, suolo, aria)-abbandono di materiali: riduce la quantità delle prede per varie specie di chirotteri e può dare luogo a fenomeni di intossicazione e bioaccumulo. - Fotografie e riprese nei siti di rifugio o lungo i corridoi di volo dei chirotteri: la fotografia e la ripresa (anche se con trappole IR) è un potenziale disturbo alle colonie e agli esemplari, va dunque valutata con attenzione la sua finalità, la metodica e l epoca,... - Catastrofi naturali (generico): crollo di siti ipogei (gallerie, rifugi bellici, edifici, ) dovuti a varie ragioni come anche ondate eccezionali di maltempo possono localmente distruggere o danneggiare fortemente colonie di chirotteri di importanza comunitaria. - Introduzione di malattie (per specie animali): alcune malattie possono colpire popolazioni/specie di chirotteri rimaste fino ad oggi indenni. In Europa è comparsa la sindrome del naso bianco (White Nose Syndrome, WNS), oltre alla problematica sanitaria rappresentata dalla rabbia, mai riscontrata nel nostro paese che comunque non può ritenersi indenne dal potenziale problema. Tale malattia ha il principale risvolto sulla salute pubblica e l opinione pubblica. - Clima culturale : la chirotterofauna risente negativamente dei diffusi pregiudizi e di paure irrazionali, cause profonde della difficile convivenza con l uomo. Analogamente risente della scarsa cultura naturalistica e dell ignoranza sui temi della conservazione dei pipistrelli. E necessaria la periodica manutenzione della vegetazione presso l ingresso per evitarne la chiusura. E necessaria la periodica manutenzione con rimozione dei detriti. Minaccia persistente. Minaccia persistente. Minaccia persistente. Grazie all installazione del cancello è ora possibile gestire l accesso e quindi l afflusso di persone nella cavità. Non è più possibile accedere al sito se privi di chiave. La presenza del cancello consente di impedire e/o limitare la fruizione a tale cavità nei periodi in cui i Chirotteri sono più sensibili al disturbo. Minaccia persistente in quanto dovuta a fenomeni naturali. Grazie all installazione del cancello è ora possibile gestire l ingresso e quindi l afflusso di persone alla cavità. Non è più possibile accedere al sito se privi di chiave. La presenza del cancello consente di impedire e/o limitare la fruizione a tale cavità nei periodi in cui i Chirotteri sono più sensibili al disturbo ed è inoltre possibile far attuare protocolli preventivi per evitare la diffusione di malattie. Minaccia persistente nonostante la notevole attività di sensibilizzazione svolta nell ambito del progetto. Considerazioni e indicazioni gestionali: Il cancello, che ha lo scopo di ridurre ed impedire ogni forma di disturbo antropico, è permeabile al flusso della fauna troglofila. Tuttavia, persistono alcune criticità che determinano la continua 121

122 necessità di effettuare manutenzione alla struttura installata per mantenere libero il passaggio e l accesso. E quindi fondamentale: Evitare l occlusione dell ingresso da materiali di trasporto solido (detriti di frana dovuta alla naturale instabilità della roccia, materiale fangoso, massi, ciottoli e detriti vegetali quali tronchi d albero, rami, ecc ) con periodici controlli ed azioni di manutenzione. Evitare la distruzione/occlusione dei corridoi di volo utilizzati dai chirotteri in uscita dalla cavità e/o come area di foraggiamento (creazione di barriere, taglio della vegetazione che occlude l ingresso, ecc ). Monitorare nei prossimi anni l eventuale impatto delle strutture installate a protezione della grotta sulla chirotterofauna del sito: impatti, frequenza di entrata/uscita, abbandono, modifica dell utilizzo della cavità, ecc... Monitorare negli anni la stabilità e sicurezza del roost. Data la ricca chirotterofauna frequentante il Buco del Noce, o Grotta Lina Benini, ed il diversificato utilizzo della cavità nei vari periodi dell anno è necessario controllare e regolamentare gli accessi alla cavità: L ingresso alla cavità deve essere consentito solo se accompagnati dal personale del gruppo speleologico di riferimento per l area in cui è sita la grotta. E necessario vietare/limitare l accesso alla cavità nel periodo invernale (novembre-febbraio), se non per scopi scientifici e/o di monitoraggio. E necessario vietare/limitare l accesso alla cavità nel periodo estivo (giugno-agosto) qualora venga segnalata la presenza di nursery, se non per scopi scientifici e/o di monitoraggio. In caso di frequentazione della cavità nei periodi sensibili per i chirotteri, è necessario valutare attentamente i percorsi ipogei per evitare la perturbazione delle colonie ed adottare tutte le più moderne indicazioni e strumentazioni per mitigare il disturbo arrecato. Evitare il disturbo diretto con riprese fotografiche, uso di flash, lampade e altri dispositivi d illuminazione utilizzando dispositivi con luce IR. Seguire il protocollo per la prevenzione della WNS (White Nose Syndrome) ed in generale adottare le principali misure per la prevenzione delle patologie infettive a carico dei chirotteri. Svolgere il monitoraggio delle patologie infettive nelle colonie di chirotteri. Sensibilizzare il mondo speleologico sui temi della conservazione e tutela dei chirotteri (potrebbe essere utile posizionare cartelli/pannelli che illustrino lo scopo della misura di protezione installata). E inoltre necessario: Evitare interventi che facilitano l accesso al sito come la creazione di sentieri e piste nei pressi della cavità. Controllare la fruizione nell area in prossimità dell ingresso della cavità. Controllare e prevenire gli atti vandalici. Prevenire l inquinamento delle acque e del suolo nei pressi della cavità. Elaborare le indicazioni gestionali volte a mantenere e incrementare la biodiversità e favorevoli alla fauna minore e all entomofauna (mantenimento di alberi cavitati in piedi, legname a terra, mantenimento di una struttura diversificata, ecc...). 122

123 Incentivare le pratiche agricole estensive, privilegiando l agricoltura biologica. Conservare le formazioni forestali diversificate e connesse tra loro. Riqualificazione dell agroecosistema tramite il mantenimento e ripristino degli elementi del paesaggio agrario tradizionale (siepi, filari, fossi, banchine inerbite, maceri e specchi d acqua, ). Monitorare degli inquinanti bioaccumulabili. ER-RA Inghiottitoio a ovest di Ca Siepe SIC di appartenenza: SIC-ZPS IT Vena del Gesso Romagnola Comune: Riolo Terme Località: Ca Siepe Proprietà dell ingresso: Proprietà privata Descrizione della cavità: Grotta di massima importanza e di rilevanza generale. Si tratta di una cavità caratterizzata da più ingressi e quello principale si apre in una dolina situata, appunto, a ovest di Ca Siepe (358 m s.l.m.). Tuttavia, da quando è stato disostruito, l ingresso maggiormente utilizzato dagli speleologi è quello che si apre nella dolina di Ca Caldana (267m s.l.m.). L ingresso principale presenta già un cancello posizionato in una strettoia interna alla cavità (Fig. 6.50). L Inghiottitoio a ovest di Ca Siepe presenta numerose ramificazioni caratterizzati da torrenti attivi ed almeno 30 pozzi. Fa parte del complesso di Monte del Casino e presenta uno sviluppo reale di m con un dislivello totale di 167 m (Fig. 6.49). Figura 6.49: Rilievo cartografico speleologico dell Inghiottitoio a ovest di Ca Siepe (ER RA 365). 123

124 Figura 6.50: Vecchia chiusura dell Inghiottitoio a ovest di Ca Siepe (ER-RA 365) sostituita nell ambito del Progetto Life+ (Foto archivio Ronda Speleologica Imolese). Descrizione della chiusura: Il nuovo cancello, posizionato nell ambito del Progetto Life+, presso l ingresso principale dell Inghiottitoio a ovest di Ca Siepe, è formato da due elementi ed è realizzato con barre tubolari in acciaio. La struttura presenta elementi orizzontali ben distanziati fra loro ed una feritoia più grande in alto che offre un agevole linea di volo agli animali(fig. 6.51). La struttura è stata installata nell autunno del 2012 ad opera dei volontari della Ronda Speleologica Imolese (RSI) ed, oltre a proteggere l ipogeo, crea le condizioni di sicurezza per evitare incidenti di origine antropica, vista la natura a pozzi di questo sistema carsico. Data la presenza di più ingressi, la cavità non è del tutto protetta dall intrusione di persone non autorizzate, tuttavia la difficoltà dell ipogeo stesso dovrebbe scoraggiare i malintenzionati. Figura 6.51: Nuova chiusura dell Inghiottitoio a ovest di Ca Siepe (ER-RA 365) realizzata nell ambito del Progetto Life+ (Foto di F. Grazioli). 124

125 Il vecchio cancello era situato più internamente alla cavità rispetto a quello di recente posa. Tuttavia, consentiva il passaggio dei chirotteri nella sola parte superiore della struttura, mentre il nuovo cancello permette il passaggio degli animali per tutta la sua estensione. Con l indagine svolta nel post operam si vuole verificare la funzionalità e bontà dell intervento effettuato, per evitare ripercussioni negative sulla ricca chirotterofauna frequentante la cavità in questione. Chirotteri: Dalle indagini svolte nel corso del Progetto, applicando le varie tecniche di monitoraggio previste dal protocollo operativo, la cavità e l area limitrofa ad essa risultano frequentate dalle seguenti specie di Chirotteri: Specie della Regione Emilia-Romagna Ante operam Post operam Rhinolophus euryale Blasius,1853 Rhinolophus ferrumequinum (Schreber, 1774) Rhinolophus hipposideros (Bechstein, 1800) Barbastella barbastellus (Schreber, 1774) Eptesicus serotinus (Schreber, 1774) Hypsugo savii (Bonaparte, 1837) Myotis spp. Myotis bechsteinii (Kuhl, 1817) Myotis blythii (Thomes, 1857) Myotis capaccinii (Bonaparte,1837) Myotis daubentonii (Kuhl, 1817) Myotis emarginatus (E.Geoffroy, 1806) Myotis myotis (Borkhausen,1797) Myotis mystacinus (Kuhl, 1817) Myotis nattereri (Kuhl, 1817) Nyctalus lasiopterus (Schreber, 1780) Nyctalus leisleri (Kuhl, 1817) Nyctalus noctula (Schreber, 1774) Pipistrellus kuhlii (Kuhl, 1817) Pipistrellus nathusii (Keyserling et Blasius, 1839) Pipistrellus pipistrellus (Schreber, 1774) Pipistrellus pygmaeus (Leach, 1825) Plecotus spp. Plecotus auritus (Linnaeus, 1758) Plecotus austriacus (Fischer, 1829) Miniopterus schreibersii (Kuhl, 1817) Tadarida teniotis (Rafinesque, 1814) Le attività d indagine confermano la composizione specifica della chirotterofauna che frequenta la cavità ipogea rilevata prima dello svolgimento dei lavori. Fa eccezione solo Plecotus spp., ma si tratta di specie molto elusive e di difficile rilevamento sia al bat-detector, in quanto sono specie definite sussurranti, che durante i rilevamenti diretti. In fase ante operam era stato immortalato un esemplare di Plecotus spp., mentre attraversava il passaggio più ampio del vecchio cancello (Fig. 6.52), grazie all utilizzo di una fotocamera IR collegata a fotocellule che rilevano il transito degli animali. Purtroppo la nuova struttura di protezione non si presta all installazione di tale strumentazione. 125

126 Figura 6.52: Esemplare di Plecotus spp., fotografato con macchina fotografica IR, in transito presso il vecchio cancello dell Inghiottitoio a ovest di Ca Siepe (Foto di F. Grazioli). Per quanto riguarda la presenza di Pipistrellus kuhlii, molto probabilmente si tratta di esemplari di passaggio nell ambiente circostante l ingresso della cavità indagata e rilevati con il bat-detector. L indagine bioacustica, svolta in fase di post operam, conferma la composizione specifica della chirotterofauna rilevata in fase ante operam (Tab. 6.29). Specie individuate Tabella 6.29: Risultati dell indagine bioacustica svolta in fase ante e post operam presso l ingresso dell Inghiottitoio a ovest di Ca Siepe. Ante operam [indice di attività (passaggi/h)] Post operam [indice di attività (passaggi/h)] Agosto 2010 Novembre 2010 Aprile 2011 Agosto 2011 Ottobre 2011 Agosto 2014 Myotis spp Pipistrellus kuhlii 3.20 Rhinolophus euryale Rhinolophus ferrumequinum Rhinolophus hipposideros La forte differenza fra l attività dei chirotteri registrata nelle due fasi del Progetto è sicuramente dovuta all utilizzo di due differenti modelli di bat-detector. I rilevamenti in fase di ante operam sono stati effettuati con un D240 collegato ad un registratore digitale; con tale strumento il tempo in cui il bat-detector è effettivamente operante è ridotto in quanto durante la fase di output non è possibile acquisire ed elaborare nessun altro segnale. Nel post operam, invece, è stato utilizzato un D1000 in cui è stato impostato l auto-salvataggio dei files, ciò ha notevolmente ridotto la perdita di tempo legata alla registrazione dei suoni trasformati con l espansione temporale ed ha quindi consentito di rilevare un maggior numero di passaggi. L Inghiottitoio a ovest di Ca Siepe risulta una cavità di rilevante importanza per la ricca chirotterofauna che vi risiede. Viene utilizzata sia durante le fasi di svernamento e swarming, che 126

127 come rifugio estivo. Tuttavia, non è mai stata rilevata alcuna nursery durante i sopralluoghi nel periodo estivo (Tab. 6.30). Tabella 6.30: Risultati dei rilevamenti diretti svolti in fase ante e post operam presso l Inghiottitoio a ovest di Ca Siepe. Specie osservate Ante operam (numero esemplari) Post operam (numero esemplari) nei rilevamenti diretti Inverno 2010/11 Estate 2011 Inverno 2011/12 Inverno 2013/14 Inverno 2014/15 Myotis daubentonii (Kuhl, 1817) ND 1 * 1 ** Rhinolophus euryale Blasius, ND Rhinolophus ferrumequinum (Schreber, 1774) 7 ND * 15 ** Rhinolophus hipposideros (Bechstein, 1800) 181 ND * 294 ** * Dato fornito da Massimo Bertozzi del Parco della Vena del Gesso Romagnola. ** Dato raccolto in collaborazione con Massimo Bertozzi del Parco della Vena del Gesso Romagnola. In fase post operam è stato svolto un unico rilevamento diretto per il conteggio degli svernanti per anno d indagine. In particolare, i dati relativi agli svernanti del periodo invernale 2013/2014 sono stati forniti da Massimo Bertozzi, che ha un incarico specifico nel Parco della Vena del Gesso Romagnola per il monitoraggio dei chirotteri, mentre quelli dell inverno 2014/2015 sono stati raccolti in collaborazione. La collaborazione fra il gruppo di lavoro incaricato del Progetto Life ed il Dottor Bertozzi è stata fatta per evitare di svolgere doppiamente la stessa operazione e, inoltre, in tale modo si è ridotto il disturbo arrecato ai pipistrelli in questa delicata fase del loro ciclo biologico. I sopralluoghi sono stati svolti a partire dall ingresso dell Inghiottitoio a ovest di Ca Siepe fino all ingresso di Ca Calvana. Anch essi confermano le specie già riscontrate in fase ante operam, con quantità numeriche per lo più costanti. Alle due specie di Rinolofidi, si aggiunge un esemplare di Myotis daubentonii, specie di fessura e difficilmente osservabile in grotta. Lungo il tragitto sono stati osservati anche 6 esemplari di Ferro di cavallo minore deceduti ed un ghiro morto. Dall analisi del filmato della durata di circa 2 ore, realizzato ad ottobre 2014 con una videocamera IR, si comprende che la struttura installata risulta permeabile al transito dei chirotteri ed assolve alla funzione di proteggere l ambiente ipogeo in questione. In particolare, è stato osservato il transito di almeno 58 esemplari e in totale sono stati rilevati 121 eventi in uscita e 85 in entrata. I chirotteri osservati transitano principalmente per le feritoie a sinistra del cancello e solo un esemplare è passato per la feritoia a destra urtando leggermente il tondino metallico più sottile posizionato per ridurre la luce del passaggio. In pratica, gli animali arrivano al cancello dopo aver percorso un pozzo verticale, effettuano alcuni giri, o addirittura sostano attaccati ad uno sperone di roccia, e poi attraversano la struttura. Dal filmato è possibile osservare che alcuni esemplari attraversano la struttura rapidamente, mentre altri vi volano in prossimità varie volte e, solo dopo alcuni tentativi, attraversano il cancello. Il filmato permette di verificare la buona permeabilità della chiusura in un periodo dell anno con elevata attività degli animali, come quello dello swarming. 127

128 Minacce presenti: Minacce specifiche rilevate in Ante Operam [minacce riferite a tutte le specie] - Distruzione e perturbazione habitat per specie troglofile: la minaccia si concretizza nella distruzione di affioramenti rocciosi in cui sono presenti fenomeni carsici che ospitano colonie di pipistrelli troglofili ovvero dalla distruzione di siti ipogei artificiali (cave in galleria, miniere, cantine,...) e naturali, spesso con la volontaria chiusura degli accessi per ragioni di sicurezza; il disturbo può derivare anche dalla pratica speleologica e, soprattutto dalla frequentazione occasionale e dalla turisticizzazione dei siti ipogei naturali e artificiali. - Afflusso antropico presso l ingresso: la frequentazione da parte dell uomo dell area presso l ingresso del roost può causare disturbo ai chirotteri soprattutto nella fase di attività. - Alpinismo, scalate, speleologia: la speleologia e in minore misura la pratica di arrampicare in siti rocciosi possono disturbare colonie in riproduzione o svernamento. Il fenomeno è particolarmente impattante nei siti ipogei con nursery. - Miglior accesso ai siti: interventi che facilitano l accessibilità a siti poco protetti (ad es. grotte, rifugi bellici, ponti, gallerie, manufatti idraulici,...) in cui sono presenti colonie di pipistrelli, possono favorire anche se involontariamente il disturbo fino a determinarne l abbandono. - Evoluzione della biocenosi (processi naturali): occlusione dei corridoi di volo che conducono agli ingressi delle cavità di rifugio. - Occlusione naturale: occlusione dell ingresso del roost da parte di materiale si trasporto solido derivante da smottamenti o da attività antropica. - Coltivazione: specifico per colture intensive. Può portare ad eccessiva semplificazione del sistema ed inquinamento diffuso. - Gestione forestale: la gestione forestale può essere non favorevole ai chirotteri forestali che utilizzano il bosco come ambiente di rifugio e/o habitat di caccia. Minacce specifiche rilevate in Post Operam [minacce riferite a tutte le specie] La minaccia persiste in quanto la cavità presenta numerosi accessi, tuttavia, grazie all installazione del cancello è ora possibile gestire l ingresso e quindi l afflusso di persone non competenti alla cavità. Non è più possibile accedere da tale ingresso se privi di chiave. La presenza del cancello consente di impedire e/o limitare la fruizione a tale cavità nei periodi in cui i Chirotteri sono più sensibili al disturbo. Minaccia persistente. La minaccia persiste in quanto la cavità presenta numerosi accessi, tuttavia, grazie all installazione del cancello è ora possibile gestire l ingresso e quindi l afflusso di persone alla cavità. Non è più possibile accedere al sito se privi di chiave. La presenza del cancello consente di impedire e/o limitare la fruizione a tale cavità nei periodi in cui i Chirotteri sono più sensibili al disturbo. La minaccia persiste in quanto la cavità presenta numerosi accessi, tuttavia, grazie all installazione del cancello è ora possibile gestire l ingresso e quindi l afflusso di persone alla cavità. Non è più possibile accedere al sito se privi di chiave. La presenza del cancello consente di impedire e/o limitare la fruizione a tale cavità nei periodi in cui i Chirotteri sono più sensibili al disturbo. E necessaria la periodica manutenzione della vegetazione presso l ingresso per evitarne la chiusura. E necessaria la periodica manutenzione con rimozione dei detriti. Minaccia persistente. Minaccia persistente. 128

129 - Inquinamento (acqua, suolo, aria)-abbandono di materiali: riduce la quantità delle prede per varie specie di chirotteri e può dare luogo a fenomeni di intossicazione e bioaccumulo. - Fotografie e riprese nei siti di rifugio o lungo i corridoi di volo dei chirotteri: la fotografia e la ripresa (anche se con trappole IR) è un potenziale disturbo alle colonie e agli esemplari, va dunque valutata con attenzione la sua finalità, la metodica e l epoca,... - Catastrofi naturali (generico): crollo di siti ipogei (gallerie, rifugi bellici, edifici, ) dovuti a varie ragioni come anche ondate eccezionali di maltempo possono localmente distruggere o danneggiare fortemente colonie di chirotteri di importanza comunitaria. - Introduzione di malattie (per specie animali): alcune malattie possono colpire popolazioni/specie di chirotteri rimaste fino ad oggi indenni. In Europa è comparsa la sindrome del naso bianco (White Nose Syndrome, WNS), oltre alla problematica sanitaria rappresentata dalla rabbia, mai riscontrata nel nostro paese che comunque non può ritenersi indenne dal potenziale problema. Tale malattia ha il principale risvolto sulla salute pubblica e l opinione pubblica. - Clima culturale : la chirotterofauna risente negativamente dei diffusi pregiudizi e di paure irrazionali, cause profonde della difficile convivenza con l uomo. Analogamente risente della scarsa cultura naturalistica e dell ignoranza sui temi della conservazione dei pipistrelli. Minaccia persistente. La minaccia persiste in quanto la cavità presenta numerosi accessi, tuttavia, grazie all installazione del cancello è ora possibile gestire l ingresso e quindi l afflusso di persone alla cavità. Non è più possibile accedere al sito se privi di chiave. La presenza del cancello consente di impedire e/o limitare la fruizione a tale cavità nei periodi in cui i Chirotteri sono più sensibili al disturbo. Minaccia persistente in quanto dovuta a fenomeni naturali. La minaccia persiste in quanto la cavità presenta numerosi accessi, tuttavia, grazie all installazione del cancello è ora possibile gestire l ingresso e quindi l afflusso di persone alla cavità. Non è più possibile accedere al sito se privi di chiave. La presenza del cancello consente di impedire e/o limitare la fruizione a tale cavità nei periodi in cui i Chirotteri sono più sensibili al disturbo ed è inoltre possibile far attuare protocolli preventivi per evitare la diffusione di malattie. Minaccia persistente nonostante la notevole attività di sensibilizzazione svolta nell ambito del progetto. Considerazioni e indicazioni gestionali: Il cancello è permeabile al flusso della fauna troglofila, ma persistono alcune criticità che determinano la continua necessità di effettuare manutenzione alla struttura installata per mantenere libero il passaggio e l accesso. Infatti, dopo un anno dalla posa del cancello, si è dovuto già rompere il lucchetto, in quanto ossidato dalle correnti galvaniche, per avere accesso alla cavità. E quindi fondamentale: Evitare l occlusione dell ingresso da materiali di trasporto solido (detriti di frana dovuta alla naturale instabilità della roccia, materiale fangoso, massi, ciottoli e detriti vegetali quali tronchi d albero, rami, ecc ) con periodici controlli ed azioni di manutenzione. 129

130 Evitare la distruzione/occlusione dei corridoi di volo utilizzati dai chirotteri in uscita dalla cavità e/o come area di foraggiamento (creazione di barriere, taglio della vegetazione che occlude l ingresso, ecc ). Monitorare nei prossimi anni l eventuale impatto delle strutture installate a protezione della grotta sulla chirotterofauna del sito: impatti, frequenza di entrata/uscita, abbandono, modifica dell utilizzo della cavità, ecc... Monitorare negli anni la stabilità e sicurezza del roost. Data la ricca chirotterofauna frequentante l Inghiottitoio a ovest di Ca Siepe ed il diversificato utilizzo della cavità nei vari periodi dell anno è necessario controllare e regolamentare gli accessi alla cavità: L ingresso alla cavità deve essere consentito solo se accompagnati dal personale del gruppo speleologico di riferimento per l area in cui è sita la grotta. E necessario vietare/limitare l accesso alla cavità nel periodo invernale (novembre-febbraio), se non per scopi scientifici e/o di monitoraggio. E necessario vietare/limitare l accesso alla cavità nel periodo estivo (giugno-agosto) qualora venga segnalata la presenza di nursery, se non per scopi scientifici e/o di monitoraggio. In caso di frequentazione della cavità nei periodi sensibili per i chirotteri, è necessario valutare attentamente i percorsi ipogei per evitare la perturbazione delle colonie ed adottare tutte le più moderne indicazioni e strumentazioni per mitigare il disturbo arrecato. Evitare il disturbo diretto con riprese fotografiche, uso di flash, lampade e altri dispositivi d illuminazione utilizzando dispositivi con luce IR. Seguire il protocollo per la prevenzione della WNS (White Nose Syndrome) ed in generale adottare le principali misure per la prevenzione delle patologie infettive a carico dei chirotteri. Svolgere il monitoraggio delle patologie infettive nelle colonie di chirotteri. Sensibilizzare il mondo speleologico sui temi della conservazione e tutela dei chirotteri. E inoltre necessario: Evitare interventi che facilitano l accesso al sito come la creazione di sentieri e piste nei pressi della cavità. Controllare la fruizione nell area in prossimità degli ingressi della cavità. Controllare e prevenire gli atti vandalici. Prevenire l inquinamento delle acque e del suolo nei pressi della cavità. Elaborare le indicazioni gestionali volte a mantenere e incrementare la biodiversità e favorevoli alla fauna minore e all entomofauna (mantenimento di alberi cavitati in piedi, legname a terra, mantenimento di una struttura diversificata, ecc...). Incentivare le pratiche agricole estensive, privilegiando l agricoltura biologica. Conservare le formazioni forestali diversificate e connesse tra loro. Riqualificazione dell agroecosistema tramite il mantenimento e ripristino degli elementi del paesaggio agrario tradizionale (siepi, filari, fossi, banchine inerbite, maceri e specchi d acqua, ). Monitorare degli inquinanti bioaccumulabili. 130

131 ER-RA Risorgente Rio Basino SIC di appartenenza: SIC-ZPS IT Vena del Gesso Romagnola Comune: Brisighella Località: Isola Proprietà dell ingresso: Proprietà privata Descrizione della cavità: Grotta di massima importanza e di rilevanza generale. Fa parte del complesso carsico Stella - Basino, caratterizzato dallo scorrimento delle acque del Rio Stella che, dopo un percorso sotterraneo di m, torna in superficie col nome di Rio Basino fino ad immettersi nel Fiume Senio a circa 2 Km dai gessi. La Risorgente del Rio Basino presenta uno sviluppo reale di m ed un dislivello totale di 35 m (Fig. 6.53). Il suo ingresso si apre in una stretta forra tra massi di frana, meandri, piccoli canyon, brevi cascate nonché alcuni tratti sotterranei di limitato sviluppo. A breve distanza dall ingresso, sul ramo principale, si raggiunge una grande frana, più volte oggetto di opere di disostruzione da parte degli speleologi. Figura 6.53: Rilievo cartografico speleologico del complesso carsico Stella Basino. 131

132 La cavità è caratterizzata, a monte, da ambienti non particolarmente ampi, in parte ingombri da enormi massi di crollo, tra cui si disperdono le acque del torrente per riemergere qualche decina di metri più a valle, mentre la parte bassa della cavità, poco interessata da disturbi tettonici, conserva la sua originale morfologia ad ampio meandro. Si possono osservare anche laghetti, più o meno profondi, infiorescenze gessose con concrezioni di carbonato di calcio, pisoliti, canali di volta e grandi saloni di crollo. L ipogeo presenta vari cunicoli laterali rispetto all asse principale della cavità, e lungo uno di questi meandri, a circa trecento metri dalla risorgenza, il Rio Stella-Basino intercetta, sulla destra idrografica, le acque provenienti da un altra grotta: l Abisso Luciano Bentini. La Risorgente del Rio Basino è caratterizzata da una grande dinamicità che rende tale cavità alquanto pericolosa. Descrizione della chiusura: Il cancello, posizionato nell ambito del Progetto Life+, presso l ingresso della Risorgente del Rio Basino, è formato da una gabbia, in tondini metallici, il cui lato frontale ha funzione di portello d accesso(fig. 6.54). La struttura presenta elementi orizzontali e verticali ben distanziati fra loro per non interferire con il volo agli animali. L opera realizzata è interna alla cavità ed è prossima al cunicolo artificiale, lungo una decina di metri, scavato dagli speleologi per attraversare in sicurezza la frana che già nel 2007 aveva occluso la cavità. La struttura è stata installata nell autunno del 2012 ad opera dei volontari del Gruppo Speleologico GAM Mezzano (SGAM) ed, oltre a proteggere l ipogeo, crea le condizioni di sicurezza per evitare incidenti di origine antropica, vista l instabilità di questo sistema carsico. Con l indagine svolta nel post operam si vuole verificare la funzionalità e bontà dell intervento effettuato, per evitare ripercussioni negative sulla ricca chirotterofauna frequentante la cavità in questione. Figura 6.54: Chiusura della Risorgente del Rio Basino (ER-RA 372) realizzata nell ambito del Progetto Life+ (Foto estrapolata dalla ripresa video IR fatta da F. Grazioli). 132

133 Chirotteri: Dalle indagini svolte nel corso del Progetto, applicando le varie tecniche di monitoraggio previste dal protocollo operativo, la cavità e l area limitrofa ad essa risultano frequentate dalle seguenti specie di Chirotteri: Specie della Regione Emilia-Romagna Ante operam Post operam Rhinolophus euryale Blasius,1853 Rhinolophus ferrumequinum (Schreber, 1774) Rhinolophus hipposideros (Bechstein, 1800) Barbastella barbastellus (Schreber, 1774) Eptesicus serotinus / Nyctalus leisleri Eptesicus serotinus (Schreber, 1774) Hypsugo savii (Bonaparte, 1837) Myotis spp. Myotis bechsteinii (Kuhl, 1817) Myotis blythii (Thomes, 1857) Myotis capaccinii (Bonaparte,1837) Myotis daubentonii (Kuhl, 1817) Myotis emarginatus (E.Geoffroy, 1806) Myotis myotis (Borkhausen,1797) Myotis mystacinus (Kuhl, 1817) Myotis nattereri (Kuhl, 1817) Nyctalus lasiopterus (Schreber, 1780) Nyctalus leisleri (Kuhl, 1817) Nyctalus noctula (Schreber, 1774) Pipistrellus kuhlii (Kuhl, 1817) Pipistrellus nathusii (Keyserling et Blasius, 1839) Pipistrellus pipistrellus (Schreber, 1774) Pipistrellus pygmaeus (Leach, 1825) Plecotus spp. Plecotus auritus (Linnaeus, 1758) Plecotus austriacus (Fischer, 1829) Miniopterus schreibersii (Kuhl, 1817) Miniopterus schreibersii / Pipistrellus pygmaeus Tadarida teniotis (Rafinesque, 1814) L indagine bioacustica, svolta in fase di post operam, conferma solo in parte la composizione specifica della chirotterofauna che frequenta la cavità ipogea rilevata prima dello svolgimento dei lavori (Tab. 6.31). Uniche presenze, legate alla cavità ipogea, non accertate nel post operam sono Myotis myotis / Myotis blythii, Myotis emarginatus e Myotis nattereri che comunque sono tutti ascrivibili al gruppo dei Myotis spp. del rilevamento bioacustico, dato il difficile riconoscimento specifico interno a tale Genere. Per quanto riguarda, invece, Eptesicus serotinus / Nyctalus leisleri e Miniopterus schreibersii / Pipistrellus pygmaeus, molto probabilmente sono, insieme a Hypsugo savii, Nyctalus noctula, Pipistrellus kuhlii e Pipistrellus pipistrellus esemplari di passaggio nell ambiente circostante l ingresso della cavità indagata e rilevati con il bat-detector. Il mancato rilevamento di alcune specie può essere imputabile al fatto che in fase ante operam le indagini bioacustiche sono state effettuate anche nelle zone aperte circostanti, mentre nel post operam ci si è concentrati solo sull ingresso, oggetto dell Azione C1 del Progetto. 133

134 Tabella 6.31: Risultati dell indagine bioacustica svolta in fase ante e post operam presso l ingresso della Risorgente del Rio Basino. Specie individuate Agosto 2010 Ante operam [indice di attività (passaggi/h)] Settembre 2010 Maggio 2011 Luglio 2011 Ottobre 2011 Post operam [indice di attività (passaggi/h)] Settembre 2014 Eptesicus serotinus/nyctalus leislerii 0.96 Hypsugo savii Miniopterus schreibersii/pipistrellus pygmaeus 3.58 Myotis spp Myotis nattereri Nyctalus noctula 1.71 Pipistrellus kuhlii 9.43 Pipistrellus pipistrellus 3.43 Rhinolophus euryale Rhinolophus ferrumequinum Rhinolophus hipposideros La forte differenza fra l attività dei chirotteri registrata nelle due fasi del Progetto è sicuramente dovuta all utilizzo di due differenti modelli di bat-detector. I rilevamenti in fase di ante operam sono stati effettuati con un D240 collegato ad un registratore digitale; con tale strumento il tempo in cui il bat-detector è effettivamente operante è ridotto in quanto durante la fase di output non è possibile acquisire ed elaborare nessun altro segnale. Nel post operam, invece, è stato utilizzato un D1000 in cui è stato impostato l auto-salvataggio dei files, ciò ha notevolmente ridotto la perdita di tempo legata alla registrazione dei suoni trasformati con l espansione temporale ed ha quindi consentito di rilevare un maggior numero di passaggi. La Risorgente del Rio Basino risulta una cavità di rilevante importanza per la ricca chirotterofauna che vi risiede. Viene utilizzata sia durante le fasi di svernamento e swarming, che come rifugio estivo. Tuttavia, non è mai stata rilevata alcuna nursery durante i sopralluoghi nel periodo estivo (Tab. 6.32). Tabella 6.32: Risultati dei rilevamenti diretti svolti in fase ante e post operam presso la Risorgente del Rio Basino. Specie osservate nei rilevamenti diretti Inverno 2008/09 Ante operam (numero esemplari) Inverno 2009/10 Inverno 2010/11 Estate 2011 Inverno 2011/12 Post operam (numero esemplari) Inverno 2013/14 Inverno 2014/15 Myotis spp. 2 NR NR Myotis emarginatus (E.Geoffroy, 1806) 1 NR NR Myotis myotis (Borkhausen,1797) / Myotis blythii (Thomes, 1857) 1 NR NR Rhinolophus euryale Blasius, DP 40 NR NR Rhinolophus ferrumequinum (Schreber, 1774) NR DP 175 * NR Rhinolophus hipposideros (Bechstein, 1800) NR DP 30 * NR * Dato fornito da Massimo Bertozzi del Parco della Vena del Gesso Romagnola. 134

135 In fase post operam è stato svolto un unico rilevamento diretto per il conteggio degli svernanti nel 2013/2014, indagine svolta da Massimo Bertozzi, che ha un incarico specifico nel Parco della Vena del Gesso Romagnola per il monitoraggio dei chirotteri. I sopralluoghi diretti relativi al complesso carsico Stella - Basino, di norma, sono stati effettuati a partire dall ingresso della Risorgente del Rio Basino per terminare all Inghiottitoio del Rio Stella. Tuttavia, nell inverno 2013/2014, il controllo in grotta è stato interrotto dalla presenza di una cospicua frana che ha impedito di procedere oltre tale punto. Per tale motivo i dati riportati sono parziali. Per quanto riguarda l inverno 2014/2015, invece, non è stato possibile effettuare il sopralluogo per la forte instabilità della cavità e quindi per l eccessivo rischio a carico degli operatori, situazione già verificatasi anche nell inverno 2011/2012. Dall analisi del filmato della durata di circa 2 ore, realizzato a settembre 2014 con una videocamera IR, si comprende che la struttura installata risulta permeabile al transito dei chirotteri ed assolve alla funzione di proteggere l ambiente ipogeo in questione. In particolare, è stato osservato il transito di almeno un centinaio di esemplari e in totale sono stati rilevati 306 eventi in uscita e 214 in entrata. I chirotteri osservati utilizzano tutti i lati verticali della struttura per accedere al tratto più interno della cavità, preferendo, tuttavia, la porzione frontale. Non sono stati osservati transiti di chirotteri attraverso il lato orizzontale, ovvero il soffitto della gabbia realizzata. Dal filmato è possibile osservare che alcuni esemplari attraversano la struttura rapidamente, mentre altri vi volano in prossimità varie volte e, solo dopo vari tentativi, attraversano il cancello. In molti casi gli esemplari attraversano la gabbia da un lato all altro senza problemi, vari esemplari entrano e poi escono immediatamente, senza esitazioni. Il filmato permette di verificare la buona permeabilità della chiusura in un periodo dell anno con elevata attività degli animali, come quello dello swarming. Gli esemplari osservati utilizzano agevolmente le feritoie della struttura installata, principalmente quelle più alte o centrali ed, osservando attentamente i filmati, si è notata la presenza di un possibile bypass dell opera realizzata, ovvero di un passaggio basso, in frana, che consente di intercettare il pozzo di sinistra, diretto alla grande sala, senza passare per il cancello; numerosi esemplari, infatti, sparivano o comparivano nel filmato verso tale direzione. Lo svuotamento fangoso della frana, verificatosi in prossimità della struttura che funge da cancello, ha consentito ai chirotteri di trovare passaggi alternativi per oltrepassare l opera realizzata dagli speleologi. In fase ante operam, invece, l unico passaggio per attraversare la frana era la struttura realizzata e per tale motivo è stata rilevata una forte attività degli animali, documentata dalle foto realizzate con la fotocamera IR, oggi, invece, è possibile che la presenza di altri pertugi consenta ai chirotteri di sfruttare nuove traiettorie di volo per uscire dalla cavità. La discrepanza dei dati raccolti, con le due differenti tipologie d indagine, possono, inoltre, essere dovute al fatto che nella prima saletta, più alta del percorso torrentizio, si rifugiavano alcuni Ferri di Cavallo eurìale e forse altri esemplari. Tali esemplari non hanno, quindi, attraversato la struttura, ma sono stati comunque ripresi dalla videocamera ed indicati come esemplari in fase di postemergenza (2.027 eventi), ovvero che volano in prossimità del cancello senza però varcarlo per entrare nella parte più interna della cavità, e sono stati sicuramente rilevati con il bat-detector. 135

136 Minacce presenti: Minacce specifiche rilevate in Ante Operam [minacce riferite a tutte le specie] - Distruzione e perturbazione habitat per specie troglofile: la minaccia si concretizza nella distruzione di affioramenti rocciosi in cui sono presenti fenomeni carsici che ospitano colonie di pipistrelli troglofili ovvero dalla distruzione di siti ipogei artificiali (cave in galleria, miniere, cantine,...) e naturali, spesso con la volontaria chiusura degli accessi per ragioni di sicurezza; il disturbo può derivare anche dalla pratica speleologica e, soprattutto dalla frequentazione occasionale e dalla turisticizzazione dei siti ipogei naturali e artificiali. - Afflusso antropico presso l ingresso: la frequentazione da parte dell uomo dell area presso l ingresso del roost può causare disturbo ai chirotteri soprattutto nella fase di attività. - Alpinismo, scalate, speleologia: la speleologia e in minore misura la pratica di arrampicare in siti rocciosi possono disturbare colonie in riproduzione o svernamento. Il fenomeno è particolarmente impattante nei siti ipogei con nursery. - Miglior accesso ai siti: interventi che facilitano l accessibilità a siti poco protetti (ad es. grotte, rifugi bellici, ponti, gallerie, manufatti idraulici,...) in cui sono presenti colonie di pipistrelli, possono favorire anche se involontariamente il disturbo fino a determinarne l abbandono. - Evoluzione della biocenosi (processi naturali): occlusione dei corridoi di volo che conducono agli ingressi delle cavità di rifugio. - Occlusione naturale: occlusione dell ingresso del roost da parte di materiale si trasporto solido derivante da smottamenti o da attività antropica. - Coltivazione: specifico per colture intensive. Può portare ad eccessiva semplificazione del sistema ed inquinamento diffuso. - Gestione forestale: la gestione forestale può essere non favorevole ai chirotteri forestali che utilizzano il bosco come ambiente di rifugio e/o habitat di caccia. - Inquinamento (acqua, suolo, aria)-abbandono di materiali: riduce la quantità delle prede per varie specie di chirotteri e può dare luogo a fenomeni di intossicazione e bioaccumulo. Minacce specifiche rilevate in Post Operam [minacce riferite a tutte le specie] Grazie all installazione del cancello è ora possibile gestire l accesso e quindi l afflusso di persone alla cavità. Non è più possibile accedere al sito se privi di chiave. La presenza del cancello consente di impedire e/o limitare la fruizione a tale cavità nei periodi in cui i Chirotteri sono più sensibili al disturbo. Minaccia persistente, anche perché si tratta di un area molto conosciuta e frequentata. Grazie all installazione del cancello è ora possibile gestire l accesso e quindi l afflusso di persone alla cavità. Non è più possibile accedere al sito se privi di chiave. La presenza del cancello consente di impedire e/o limitare la fruizione a tale cavità nei periodi in cui i Chirotteri sono più sensibili al disturbo. Grazie all installazione del cancello è ora possibile gestire l accesso e quindi l afflusso di persone alla cavità. Non è più possibile accedere al sito se privi di chiave. La presenza del cancello consente di impedire e/o limitare la fruizione a tale cavità nei periodi in cui i Chirotteri sono più sensibili al disturbo. E necessaria la periodica manutenzione della vegetazione presso l ingresso per evitarne la chiusura. E necessaria la periodica manutenzione con rimozione dei detriti, data la forte instabilità che caratterizza l ipogeo. Minaccia persistente. Minaccia persistente. Minaccia persistente. 136

137 - Fotografie e riprese nei siti di rifugio o lungo i corridoi di volo dei chirotteri: la fotografia e la ripresa (anche se con trappole IR) è un potenziale disturbo alle colonie e agli esemplari, va dunque valutata con attenzione la sua finalità, la metodica e l epoca,... - Catastrofi naturali (generico): crollo di siti ipogei (gallerie, rifugi bellici, edifici, ) dovuti a varie ragioni come anche ondate eccezionali di maltempo possono localmente distruggere o danneggiare fortemente colonie di chirotteri di importanza comunitaria. - Introduzione di malattie (per specie animali): alcune malattie possono colpire popolazioni/specie di chirotteri rimaste fino ad oggi indenni. In Europa è comparsa la sindrome del naso bianco (White Nose Sindrome, WSN), oltre alla problematica sanitaria rappresentata dalla rabbia, mai riscontrata nel nostro paese che comunque non può ritenersi indenne dal potenziale problema. Tale malattia ha il principale risvolto sulla salute pubblica e l opinione pubblica. - Clima culturale : la chirotterofauna risente negativamente dei diffusi pregiudizi e di paure irrazionali, cause profonde della difficile convivenza con l uomo. Analogamente risente della scarsa cultura naturalistica e dell ignoranza sui temi della conservazione dei pipistrelli. Grazie all installazione del cancello è ora possibile gestire l accesso e quindi l afflusso di persone alla cavità. Non è più possibile accedere al sito se privi di chiave. La presenza del cancello consente di impedire e/o limitare la fruizione a tale cavità nei periodi in cui i Chirotteri sono più sensibili al disturbo. Minaccia persistente in quanto dovuta a fenomeni naturali. Grazie all installazione del cancello è ora possibile gestire l accesso e quindi l afflusso di persone alla cavità. Non è più possibile accedere al sito se privi di chiave. La presenza del cancello consente di impedire e/o limitare la fruizione a tale cavità nei periodi in cui i Chirotteri sono più sensibili al disturbo ed è inoltre possibile far attuare protocolli preventivi per evitare la diffusione di malattie. Minaccia persistente nonostante la notevole attività di sensibilizzazione svolta nell ambito del progetto. Considerazioni e indicazioni gestionali: Il cancello è permeabile al flusso della fauna troglofila, ma persistono alcune criticità che determinano la continua necessità di effettuare manutenzione alla struttura installata per mantenere libero il passaggio e l accesso. Si è già infatti verificata l occlusione parziale della cavità, in seguito allo svuotamento di materiale argilloso, in prossimità della frana in cui è stato installato il cancello. E quindi fondamentale: Evitare l occlusione dell ingresso da materiali di trasporto solido (detriti di frana dovuta alla naturale instabilità della roccia, materiale fangoso, massi, ciottoli e detriti vegetali quali tronchi d albero, rami, ecc ) con periodici controlli ed azioni di manutenzione. Evitare la distruzione/occlusione dei corridoi di volo utilizzati dai chirotteri in uscita dalla cavità e/o come area di foraggiamento (creazione di barriere, taglio della vegetazione che occlude l ingresso, ecc ). Monitorare nei prossimi anni l eventuale impatto delle strutture installate a protezione della grotta sulla chirotterofauna del sito: impatti, frequenza di entrata/uscita, abbandono, modifica dell utilizzo della cavità, ecc... Monitorare negli anni la stabilità e sicurezza del roost. 137

138 Data la ricca chirotterofauna frequentante la Risorgente del Rio Basino ed il diversificato utilizzo della cavità nei vari periodi dell anno è necessario controllare e regolamentare gli accessi alla cavità: L ingresso alla cavità deve essere consentito solo se accompagnati dal personale del gruppo speleologico di riferimento per l area in cui è sita la grotta. E necessario vietare/limitare l accesso alla cavità nel periodo invernale (novembre-febbraio), se non per scopi scientifici e/o di monitoraggio. E necessario vietare/limitare l accesso alla cavità nel periodo estivo (giugno-agosto) qualora venga segnalata la presenza di nursery, se non per scopi scientifici e/o di monitoraggio. In caso di frequentazione della cavità nei periodi sensibili per i chirotteri, è necessario valutare attentamente i percorsi ipogei per evitare la perturbazione delle colonie ed adottare tutte le più moderne indicazioni e strumentazioni per mitigare il disturbo arrecato. Evitare il disturbo diretto con riprese fotografiche, uso di flash, lampade e altri dispositivi d illuminazione utilizzando dispositivi con luce IR. Seguire il protocollo per la prevenzione della WNS (White Nose Syndrome) ed in generale adottare le principali misure per la prevenzione delle patologie infettive a carico dei chirotteri. Svolgere il monitoraggio delle patologie infettive nelle colonie di chirotteri. Sensibilizzare il mondo speleologico sui temi della conservazione e tutela dei chirotteri. E inoltre necessario: Evitare interventi che facilitano l accesso al sito come la creazione di sentieri e piste nei pressi della cavità. Controllare la fruizione nell area in prossimità degli ingressi della cavità. Controllare e prevenire gli atti vandalici. Prevenire l inquinamento delle acque e del suolo nei pressi della cavità. Elaborare le indicazioni gestionali volte a mantenere e incrementare la biodiversità e favorevoli alla fauna minore e all entomofauna (mantenimento di alberi cavitati in piedi, legname a terra, mantenimento di una struttura diversificata, ecc...). Incentivare le pratiche agricole estensive, privilegiando l agricoltura biologica. Conservare le formazioni forestali diversificate e connesse tra loro. Riqualificazione dell agroecosistema tramite il mantenimento e ripristino degli elementi del paesaggio agrario tradizionale (siepi, filari, fossi, banchine inerbite, maceri e specchi d acqua, ). Monitorare degli inquinanti bioaccumulabili. ER-RA Inghiottitoi Rio Stella SIC di appartenenza: SIC-ZPS IT Vena del Gesso Romagnola Comune: Casola Valsenio Località: Ca Pedreto Proprietà dell ingresso: Proprietà privata 138

139 Descrizione della cavità: Grotta di massima importanza e di rilevanza generale. Fa parte del complesso carsico Stella - Basino, caratterizzato dallo scorrimento delle acque del Rio Stella che, dopo un percorso sotterraneo di m, torna in superficie col nome di Rio Basino fino ad immettersi nel Fiume Senio a circa 2 Km dai gessi. L Inghiottitoio del Rio Stella presenta uno sviluppo reale di 453 m con un dislivello totale di 59 m (Fig. 6.55). La cavità è caratterizzata da un piccolo ingresso, molto instabile, che attraversa una frana di terra e massi di gesso; esso si apre in prossimità del fondo dell omonima valle cieca (Fig. 6.56) ed è costituito da un pozzetto di circa 3 metri, reso sicuro tramite una gabbia metallica, e da un tratto in strettoia, resa sufficientemente agevole dopo un opportuno lavoro di disostruzione. Figura 6.55: Rilievo cartografico speleologico del complesso carsico Stella Basino. Figura 6.56: Valle cieca del Rio Stella (Foto di F. Grazioli). Nella parte mediana dell Inghiottitoio del Rio Stella si compone di enormi massi di frana, zone pericolose e caotiche, intervallate da colate di argilla di evidente provenienza esterna, mentre più a valle, seguendo il torrente sotterraneo, vi sono invece ampi meandri dalle pareti sinuose, larghi fino 139

140 a qualche metro e alti, a volte, alcune decine di metri. Si tratta di canyon, tipici dei tratti suborizzontali delle nostre grotte. Segue poi un tratto ricco di sale e diramazioni laterali, attive e fossili, e su più piani sovrapposti. E qui che arriva, in destra idrografica, l acqua proveniente dall Abisso Luciano Bentini e si collega con la Risorgente del Rio Basino. Il livello del corso d acqua è stagionalmente piuttosto variabile, e molti passaggi risultano non percorribili durante i periodi di forte piovosità, in quanto allagati o sifonanti. L Inghiottitoio del Rio Stella è caratterizzato da una grande dinamicità che rende tale cavità alquanto pericolosa. Descrizione della chiusura: Il cancello, posizionato nell ambito del Progetto Life+, presso l ingresso dell Inghiottitoio del Rio Stella, è formato da una gabbia a base quadrangolare, in tondini metallici, il cui lato superiore ha funzione di portello d accesso(fig. 6.57). La struttura presenta elementi orizzontali e verticali ben distanziati fra loro per non interferire con il volo agli animali. L opera realizzata è legata alle attività di messa in sicurezza dell ingresso, svolta in passato dagli speleologi, che si compone di 4 pannelli forgiati in officina ed assemblati in loco. La struttura è in rilievo rispetto al piano del suolo, ma è a rischio interramento. L opera, infatti, risulta già più interrata rispetto a quando è stata posizionata. La struttura è stata installata nell autunno del 2012 ad opera dei volontari del Gruppo Speleologico GAM Mezzano (SGAM) ed, oltre a proteggere l ipogeo, crea le condizioni di sicurezza per evitare incidenti di origine antropica, vista l instabilità di questo sistema carsico. Figura 6.57: Chiusura dell Inghiottitoio del Rio Stella (ER-RA 385) realizzata nell ambito del Progetto Life+ (Foto estrapolata dalla ripresa video IR fatta da F. Grazioli). Con l indagine svolta nel post operam si vuole verificare la funzionalità e bontà dell intervento effettuato, per evitare ripercussioni negative sulla ricca chirotterofauna frequentante la cavità in questione. 140

141 Chirotteri: Dalle indagini svolte nel corso del Progetto, applicando le varie tecniche di monitoraggio previste dal protocollo operativo, la cavità e l area limitrofa ad essa risultano frequentate dalle seguenti specie di Chirotteri: Specie della Regione Emilia-Romagna Ante operam Post operam Rhinolophus euryale Blasius,1853 Rhinolophus ferrumequinum (Schreber, 1774) Rhinolophus hipposideros (Bechstein, 1800) Barbastella barbastellus (Schreber, 1774) Eptesicus serotinus (Schreber, 1774) Hypsugo savii (Bonaparte, 1837) Myotis spp. Myotis bechsteinii (Kuhl, 1817) Myotis blythii (Thomes, 1857) Myotis capaccinii (Bonaparte,1837) Myotis daubentonii (Kuhl, 1817) Myotis emarginatus (E.Geoffroy, 1806) Myotis myotis (Borkhausen,1797) Myotis mystacinus (Kuhl, 1817) Myotis nattereri (Kuhl, 1817) Nyctalus lasiopterus (Schreber, 1780) Nyctalus leisleri (Kuhl, 1817) Nyctalus noctula (Schreber, 1774) Pipistrellus kuhlii (Kuhl, 1817) Pipistrellus nathusii (Keyserling et Blasius, 1839) Pipistrellus pipistrellus (Schreber, 1774) Pipistrellus pygmaeus (Leach, 1825) Plecotus auritus (Linnaeus, 1758) Plecotus austriacus (Fischer, 1829) Miniopterus schreibersii (Kuhl, 1817) Tadarida teniotis (Rafinesque, 1814) Le attività d indagine confermano ed arricchiscono la composizione specifica della chirotterofauna che frequenta la cavità ipogea rilevata prima dello svolgimento dei lavori. Fa eccezione solo Myotis emarginatus, ma si tratta di una specie ascrivibile al gruppo dei Myotis spp. del rilevamento bioacustico, dato il problematico riconoscimento specifico interno a tale Genere, e di difficile individuazione durante i rilevamenti diretti, date le abitudini fessuricole che la caratterizzano. In fase ante operam era stato osservato un unico esemplare di Myotis emarginatus, in svernamento, nell inverno 2010/2011. Per quanto riguarda la presenza di Eptesicus serotinus, Nyctalus noctula, Pipistrellus kuhlii e Pipistrellus pipistrellus, molto probabilmente, si tratta di esemplari di passaggio nell ambiente circostante l ingresso della cavità indagata e rilevati con il bat-detector. L indagine bioacustica, in particolare, conferma la composizione specifica della chirotterofauna rilevata in fase ante operam (Tab. 6.33). 141

142 Tabella 6.33: Risultati dell indagine bioacustica svolta in fase ante e post operam presso l ingresso dell Inghiottitoio del Rio Stella. Specie individuate Agosto 2010 Ante operam [indice di attività (passaggi/h)] Settembre 2010 Maggio 2011 Luglio 2011 Ottobre 2011 Post operam [indice di attività (passaggi/h)] Settembre 2014 Eptesicus serotinus 2.77 Myotis sp Myotis myotis / Myotis blythii 1.85 Nyctalus noctula 1.85 Pipistrellus kuhlii 1.85 Pipistrellus pipistrellus 2.77 Rhinolophus euryale Rhinolophus ferrumequinum Rhinolophus hipposideros La forte differenza fra l attività dei chirotteri registrata nelle due fasi del Progetto è sicuramente dovuta all utilizzo di due differenti modelli di bat-detector. I rilevamenti in fase di ante operam sono stati effettuati con un D240 collegato ad un registratore digitale; con tale strumento il tempo in cui il bat-detector è effettivamente operante è ridotto in quanto durante la fase di output non è possibile acquisire ed elaborare nessun altro segnale. Nel post operam, invece, è stato utilizzato un D1000 in cui è stato impostato l auto-salvataggio dei files, ciò ha notevolmente ridotto la perdita di tempo legata alla registrazione dei suoni trasformati con l espansione temporale ed ha quindi consentito di rilevare un maggior numero di passaggi. L Inghiottitoio del Rio Stella risulta una cavità di rilevante importanza per la ricca chirotterofauna che vi risiede. Viene utilizzata sia durante le fasi di svernamento e swarming, che come rifugio estivo. Tuttavia, non è mai stata rilevata alcuna nursery durante i sopralluoghi nel periodo estivo (Tab. 6.34). Tabella 6.34: Risultati dei rilevamenti diretti svolti in fase ante e post operam presso l Inghiottitoio del Rio Stella. Specie osservate nei rilevamenti diretti Inverno 2008/09 Ante operam (numero esemplari) Inverno 2009/10 Inverno 2010/11 Estate 2011 Inverno 2011/12 Post operam (numero esemplari) Inverno 2013/14 Inverno 2014/15 Myotis spp. 2 NR NR Myotis emarginatus (E.Geoffroy, 1806) 1 NR NR Myotis myotis (Borkhausen,1797) / Myotis blythii (Thomes, 1857) 1 NR NR Rhinolophus euryale Blasius, DP 40 NR NR Rhinolophus ferrumequinum (Schreber, 1774) NR DP 175 * NR Rhinolophus hipposideros (Bechstein, 1800) NR DP 30 * NR * Dato fornito da Massimo Bertozzi del Parco della Vena del Gesso Romagnola. In fase post operam è stato svolto un unico rilevamento diretto per il conteggio degli svernanti nel 2013/2014, indagine svolta da Massimo Bertozzi, che ha un incarico specifico nel Parco della Vena del Gesso Romagnola per il monitoraggio dei chirotteri. I sopralluoghi diretti relativi al complesso 142

143 carsico Stella - Basino, di norma, sono stati effettuati a partire dall ingresso della Risorgente del Rio Basino per terminare all Inghiottitoio del Rio Stella. Tuttavia, nell inverno 2013/2014, il controllo in grotta è stato interrotto dalla presenza di una cospicua frana che ha impedito di procedere oltre tale punto. Per tale motivo i dati riportati sono parziali. Per quanto riguarda l inverno 2014/2015, invece, non è stato possibile effettuare il sopralluogo per la forte instabilità della cavità e quindi per l eccessivo rischio a carico degli operatori, situazione già verificatasi anche nell inverno 2011/2012. Dall analisi del filmato della durata di poco meno di 2 ore, realizzato a settembre 2014 con una videocamera IR, si comprende che la struttura installata risulta permeabile al transito dei chirotteri ed assolve alla funzione di proteggere l ambiente ipogeo in questione. In particolare, è stato osservato il transito di almeno 36 esemplari e in totale sono stati rilevati 98 eventi in uscita e 107 in entrata. I chirotteri osservati transitano principalmente per le feritoie laterali, con sviluppo verticale della struttura, anche se utilizzano spesso le feritoie superiori, a sviluppo orizzontale, per entrare in caduta nel pozzo. In pratica, gli animali arrivano al cancello dopo aver percorso un pozzo verticale, effettuano alcuni giri e poi attraversano la struttura. Dal filmato è possibile osservare che alcuni esemplari attraversano la struttura rapidamente, mentre altri vi volano in prossimità varie volte e, solo dopo vari tentativi, attraversano il cancello. Il filmato permette di verificare la buona permeabilità della chiusura in un periodo dell anno con elevata attività degli animali, come quello dello swarming. Minacce presenti: Minacce specifiche rilevate in Ante Operam [minacce riferite a tutte le specie] - Distruzione e perturbazione habitat per specie troglofile: la minaccia si concretizza nella distruzione di affioramenti rocciosi in cui sono presenti fenomeni carsici che ospitano colonie di pipistrelli troglofili ovvero dalla distruzione di siti ipogei artificiali (cave in galleria, miniere, cantine,...) e naturali, spesso con la volontaria chiusura degli accessi per ragioni di sicurezza; il disturbo può derivare anche dalla pratica speleologica e, soprattutto dalla frequentazione occasionale e dalla turisticizzazione dei siti ipogei naturali e artificiali. - Afflusso antropico presso l ingresso: la frequentazione da parte dell uomo dell area presso l ingresso del roost può causare disturbo ai chirotteri soprattutto nella fase di attività. - Alpinismo, scalate, speleologia: la speleologia e in minore misura la pratica di arrampicare in siti rocciosi possono disturbare colonie in riproduzione o svernamento. Il fenomeno è particolarmente impattante nei siti ipogei con nursery. Minacce specifiche rilevate in Post Operam [minacce riferite a tutte le specie] Grazie all installazione del cancello è ora possibile gestire l accesso e quindi l afflusso di persone alla cavità. Non è più possibile accedere al sito se privi di chiave. La presenza del cancello consente di impedire e/o limitare la fruizione a tale cavità nei periodi in cui i Chirotteri sono più sensibili al disturbo. Minaccia persistente, anche se poco probabile in quanto la cavità è difficilmente individuabile. Grazie all installazione del cancello è ora possibile gestire l accesso e quindi l afflusso di persone alla cavità. Non è più possibile accedere al sito se privi di chiave. La presenza del cancello consente di impedire e/o limitare la fruizione a tale cavità nei periodi in cui i Chirotteri sono più sensibili al disturbo. 143

144 - Miglior accesso ai siti: interventi che facilitano l accessibilità a siti poco protetti (ad es. grotte, rifugi bellici, ponti, gallerie, manufatti idraulici,...) in cui sono presenti colonie di pipistrelli, possono favorire anche se involontariamente il disturbo fino a determinarne l abbandono. - Evoluzione della biocenosi (processi naturali): occlusione dei corridoi di volo che conducono agli ingressi delle cavità di rifugio. - Occlusione naturale: occlusione dell ingresso del roost da parte di materiale si trasporto solido derivante da smottamenti o da attività antropica. - Coltivazione: specifico per colture intensive. Può portare ad eccessiva semplificazione del sistema ed inquinamento diffuso. - Gestione forestale: la gestione forestale può essere non favorevole ai chirotteri forestali che utilizzano il bosco come ambiente di rifugio e/o habitat di caccia. - Inquinamento (acqua, suolo, aria)-abbandono di materiali: riduce la quantità delle prede per varie specie di chirotteri e può dare luogo a fenomeni di intossicazione e bioaccumulo. - Fotografie e riprese nei siti di rifugio o lungo i corridoi di volo dei chirotteri: la fotografia e la ripresa (anche se con trappole IR) è un potenziale disturbo alle colonie e agli esemplari, va dunque valutata con attenzione la sua finalità, la metodica e l epoca,... - Catastrofi naturali (generico): crollo di siti ipogei (gallerie, rifugi bellici, edifici, ) dovuti a varie ragioni come anche ondate eccezionali di maltempo possono localmente distruggere o danneggiare fortemente colonie di chirotteri di importanza comunitaria. - Introduzione di malattie (per specie animali): alcune malattie possono colpire popolazioni/specie di chirotteri rimaste fino ad oggi indenni. In Europa è comparsa la sindrome del naso bianco (White Nose Sindrome, WSN), oltre alla problematica sanitaria rappresentata dalla rabbia, mai riscontrata nel nostro paese che comunque non può ritenersi indenne dal potenziale problema. Tale malattia ha il principale risvolto sulla salute pubblica e l opinione pubblica. - Clima culturale : la chirotterofauna risente negativamente dei diffusi pregiudizi e di paure irrazionali, cause profonde della difficile convivenza con l uomo. Analogamente risente della scarsa cultura Grazie all installazione del cancello è ora possibile gestire l accesso e quindi l afflusso di persone alla cavità. Non è più possibile accedere al sito se privi di chiave. La presenza del cancello consente di impedire e/o limitare la fruizione a tale cavità nei periodi in cui i Chirotteri sono più sensibili al disturbo. E necessaria la periodica manutenzione della vegetazione presso l ingresso per evitarne la chiusura. E necessaria la periodica manutenzione con rimozione dei detriti, data la natura a pozzo dell ingresso dell ipogeo. Minaccia persistente. Minaccia persistente. Minaccia persistente. Grazie all installazione del cancello è ora possibile gestire l accesso e quindi l afflusso di persone alla cavità. Non è più possibile accedere al sito se privi di chiave. La presenza del cancello consente di impedire e/o limitare la fruizione a tale cavità nei periodi in cui i Chirotteri sono più sensibili al disturbo. Minaccia persistente in quanto dovuta a fenomeni naturali. Grazie all installazione del cancello è ora possibile gestire l accesso e quindi l afflusso di persone alla cavità. Non è più possibile accedere al sito se privi di chiave. La presenza del cancello consente di impedire e/o limitare la fruizione a tale cavità nei periodi in cui i Chirotteri sono più sensibili al disturbo ed è inoltre possibile far attuare protocolli preventivi per evitare la diffusione di malattie. Minaccia persistente nonostante la notevole attività di sensibilizzazione svolta nell ambito del progetto. 144

145 naturalistica e dell ignoranza sui temi della conservazione dei pipistrelli. Considerazioni e indicazioni gestionali: Il cancello è permeabile al flusso della fauna troglofila, ma persistono alcune criticità che determinano la continua necessità di effettuare manutenzione alla struttura installata per mantenere libero il passaggio e l accesso. Di fatto, la struttura risulta molto più interrata rispetto a quando è stata posizionata e vi è il rischio che i passaggi laterali del cancello vengano occlusi completamente dal terreno ed altri residui. Inoltre, durante lo svolgimento delle indagini, è stato necessario rimuovere la vegetazione presso l ingresso della cavità per avervi accesso. E quindi fondamentale: Evitare l occlusione dell ingresso da materiali di trasporto solido (detriti di frana dovuta alla naturale instabilità della roccia, materiale fangoso, massi, ciottoli e detriti vegetali quali tronchi d albero, rami, ecc ) con periodici controlli ed azioni di manutenzione. Ciò è essenziale, data la predilezione dei chirotteri delle feritoie laterali della struttura che sono soggette all occlusione da parte di materiale inerte. Evitare la distruzione/occlusione dei corridoi di volo utilizzati dai chirotteri in uscita dalla cavità e/o come area di foraggiamento (creazione di barriere, taglio della vegetazione che occlude l ingresso, ecc ). Monitorare nei prossimi anni l eventuale impatto delle strutture installate a protezione della grotta sulla chirotterofauna del sito: impatti, frequenza di entrata/uscita, abbandono, modifica dell utilizzo della cavità, ecc... Monitorare negli anni la stabilità e sicurezza del roost. Data la ricca chirotterofauna frequentante l Inghiottitoio del Rio Stella ed il diversificato utilizzo della cavità nei vari periodi dell anno è necessario controllare e regolamentare gli accessi alla cavità: L ingresso alla cavità deve essere consentito solo se accompagnati dal personale del gruppo speleologico di riferimento per l area in cui è sita la grotta. E necessario vietare/limitare l accesso alla cavità nel periodo invernale (novembre-febbraio), se non per scopi scientifici e/o di monitoraggio. E necessario vietare/limitare l accesso alla cavità nel periodo estivo (giugno-agosto) qualora venga segnalata la presenza di nursery, se non per scopi scientifici e/o di monitoraggio. In caso di frequentazione della cavità nei periodi sensibili per i chirotteri, è necessario valutare attentamente i percorsi ipogei per evitare la perturbazione delle colonie ed adottare tutte le più moderne indicazioni e strumentazioni per mitigare il disturbo arrecato. Evitare il disturbo diretto con riprese fotografiche, uso di flash, lampade e altri dispositivi d illuminazione utilizzando dispositivi con luce IR. Seguire il protocollo per la prevenzione della WNS (White Nose Syndrome) ed in generale adottare le principali misure per la prevenzione delle patologie infettive a carico dei chirotteri. Svolgere il monitoraggio delle patologie infettive nelle colonie di chirotteri. Sensibilizzare il mondo speleologico sui temi della conservazione e tutela dei chirotteri. 145

146 E inoltre necessario: Evitare interventi che facilitano l accesso al sito come la creazione di sentieri e piste nei pressi della cavità. Controllare la fruizione nell area in prossimità dell ingresso della cavità. Controllare e prevenire gli atti vandalici. Prevenire l inquinamento delle acque e del suolo nei pressi della cavità. Elaborare le indicazioni gestionali volte a mantenere e incrementare la biodiversità e favorevoli alla fauna minore e all entomofauna (mantenimento di alberi cavitati in piedi, legname a terra, mantenimento di una struttura diversificata, ecc...). Incentivare le pratiche agricole estensive, privilegiando l agricoltura biologica. Conservare le formazioni forestali diversificate e connesse tra loro. Riqualificazione dell agroecosistema tramite il mantenimento e ripristino degli elementi del paesaggio agrario tradizionale (siepi, filari, fossi, banchine inerbite, maceri e specchi d acqua, ). Monitorare degli inquinanti bioaccumulabili. Cava SPES SIC di appartenenza: SIC-ZPS IT Vena del Gesso Romagnola Comune: Borgo Tossignano Località: Tramosasso Proprietà dell ingresso: Proprietà Privata Descrizione della cavità: La Cava SPES è una delle più grandi cavità artificiali della Regione Emilia-Romagna in cui sono presenti numerose specie di chirotteri. In tale cavità, attiva fino a metà degli anni 80 ed oggi in disuso, in passato si estraeva il gesso ed era gestita dalla ditta S.P.E.S. s.p.a.. In passato, l area circostante è stata oggetto di interessanti ritrovamenti di filliti ed ittioliti risalenti al periodo Messiniano. La Cava SPES è localizzata lungo la forra del Torrente Sgarba ed è caratterizzata da più ingressi che si aprono sul versante orientale, in prossimità di banconi di gesso selenitico alternati a strati di marne laminate grigio-azzurre ed inclinati di circa 40 verso NE. Tali ingressi erano chiusi da reti a trama quadrata, con numerosi fori e varchi transitabili sia dalla fauna selvatica, che da persone non autorizzate ad accedere alla cavità. La cava si compone di 3 livelli (Fig. 6.58), ognuno costituito da gallerie di grandi dimensioni, parallele fra loro e la volta è sostenuta da grossi piloni di gesso. Il livello inferiore è quello più esteso e freddo, mente quello superiore risulta più caldo. Essendo di proprietà privata, il Parco della Vena dei Gessi Romagnola ha sottoscritto un accordo di lunga durata che impegna le parti contraenti; in particolare i proprietari sono tenuti ad accettare la realizzazione e la permanenza dei manufatti, mentre l Ente deve realizzare e mantenere efficienti le chiusure attraverso interventi di manutenzione ordinaria e/o straordinaria. 146

147 Figura 6.58: Rilievo cartografico della Cava SPES. Descrizione della chiusura: I nuovi cancelli, posizionati nell ambito del Progetto Life+, presso gli ingressi della cava SPES, sono di diversa fattura. Il primo ingresso, che si incontra procedendo lungo il sentiero che si imbocca dalla strada asfaltata, è stato chiuso con un portone metallico ed, ai lati dei montanti del cancello, sono stati messi pannelli metallici sostenuti, a loro volta, da travi infisse nella roccia (Fig. 6.59). In basso a destra è stato lasciato uno stretto passaggio per la fauna terrestre. Figura 6.59: Chiusura del 1 ingresso della Cava SPES realizzata nell ambito del Progetto Life+. 147

148 Presso il secondo ingresso, invece, è stata posizionata una rete metallica sostenuta da cavi in acciaio (Fig. 6.60). In entrambi i casi, la volta dell ingresso è priva di alcuna opera restrittiva e consente il transito degli animali. Figura 6.60: Chiusura del 2 ingresso della Cava SPES realizzata nell ambito del Progetto Life+ (Foto estrapolata dalla ripresa video IR fatta da F. Grazioli). Le opere, oltre a proteggere la cavità per la salvaguardia dei chirotteri, garantiscono al proprietario del terreno le condizioni di sicurezza per evitare incidenti di origine antropica. L intervento, che ha richiesto uno specifico progetto e varie autorizzazioni ed accordi, è stato realizzato dalla ditta Morani di Reggio-Emilia e si è concluso a gennaio Con l indagine svolta nel post operam si vuole verificare la funzionalità e bontà degli interventi effettuati, per evitare ripercussioni negative sulla ricca chirotterofauna frequentante la cavità artificiale in questione. Chirotteri: Dalle indagini svolte nel corso del Progetto, applicando le varie tecniche di monitoraggio previste dal protocollo operativo, la cavità e l area limitrofa ad essa risultano frequentate dalle seguenti specie di Chirotteri: 148

149 Specie della Regione Emilia-Romagna Ante operam Post operam Rhinolophus euryale Blasius,1853 Rhinolophus ferrumequinum (Schreber, 1774) Rhinolophus hipposideros (Bechstein, 1800) Barbastella barbastellus (Schreber, 1774) Eptesicus serotinus (Schreber, 1774) Eptesicus serotinus / Nyctalus leisleri Hypsugo savii (Bonaparte, 1837) Myotis spp. Myotis bechsteinii (Kuhl, 1817) Myotis blythii (Thomes, 1857) Myotis capaccinii (Bonaparte,1837) Myotis daubentonii (Kuhl, 1817) Myotis emarginatus (E.Geoffroy, 1806) Myotis myotis (Borkhausen,1797) Myotis mystacinus (Kuhl, 1817) Myotis nattereri (Kuhl, 1817) Nyctalus lasiopterus (Schreber, 1780) Nyctalus leisleri (Kuhl, 1817) Nyctalus noctula (Schreber, 1774) Pipistrellus kuhlii (Kuhl, 1817) Pipistrellus nathusii (Keyserling et Blasius, 1839) Pipistrellus pipistrellus (Schreber, 1774) Pipistrellus pygmaeus (Leach, 1825) Plecotus spp. Plecotus auritus (Linnaeus, 1758) Plecotus austriacus (Fischer, 1829) Miniopterus schreibersii (Kuhl, 1817) Tadarida teniotis (Rafinesque, 1814) L indagine bioacustica, svolta in fase di post operam, conferma solo in parte la composizione specifica della chirotterofauna che frequenta la cavità ipogea rilevata prima dello svolgimento dei lavori (Tab. 6.36). Uniche presenze, legate alla cavità ipogea, non accertate nel post operam sono Rhinolophus euryale e Plecotus auritus. Nel primo caso, in fase ante operam, sono stati rilevati pochi contatti al bat-detector, mentre per ciò che riguarda Plecotus auritus si tratta di una specie ascrivibile al gruppo dei Plecotus spp. del rilevamento bioacustico, dato il difficile riconoscimento specifico interno a tale Genere. Per quanto riguarda, invece, Eptesicus serotinus / Nyctalus leisleri e Pipistrellus pygmaeus, molto probabilmente sono, insieme a Hypsugo savii, Nyctalus noctula (nuova segnalazione), Pipistrellus kuhlii e Pipistrellus pipistrellus esemplari di passaggio nell ambiente circostante l ingresso della cavità indagata e rilevati con il bat-detector. Alcune di queste specie (Pipistrellus spp. e Hypsugo savii) possono, tuttavia, trovare rifugio presso gli ambienti di cava, anche se sono difficilmente individuabili, date le loro abitudini fessuricole. Inoltre, si segnala il rilevamento, con il bat-detector, di Myotis daubentonii, non osservato in fase ante operam, come la già sopraindicata Nottola comune. Il mancato rilevamento di alcune specie può essere imputabile al fatto che in fase ante operam le indagini bioacustiche sono state effettuate presso tutti gli ingressi della cava (2 del livello inferiore e 1 del livello superiore), nelle zone aperte circostanti ed anche internamente alla cavità (Tab. 6.35), 149

150 mentre nel post operam ci si è concentrati solo sui 2 ingressi (Tab. 6.36), oggetto dell Azione C1 del Progetto, con il rilevamento contemporaneo dell attività dei chirotteri da parte di due operatori. Tabella 6.35: Risultati dell indagine bioacustica svolta in fase ante operam presso la Cava SPES. (I dati riportati in tabella sono il risultato della somma dei contatti rilevati contemporaneamente dagli operatori nei diversi punti d indagine.). Specie individuate Ante operam [indice di attività (passaggi/h)] Agosto 2010 Ottobre 2010 Maggio 2011 Luglio 2011 Ottobre 2011 Eptesicus serotinus Eptesicus serotinus/nyctalus leisleri Hypsugo savii Miniopterus schreibersii Myotis sp Myotis myotis / Myotis blythii Pipistrellus kuhlii Pipistrellus pipistrellus Pipistrellus pygmaeus 0.40 Pipistrellus pygmaeus/miniopterus schreibersii Plecotus auritus 0.35 Plecotus spp Rhinolophus euryale Rhinolophus ferrumequinum Rhinolophus hipposideros Tabella 6.36: Risultati dell indagine bioacustica svolta in fase post operam presso la Cava SPES. Ingresso Cava SPES - 1 Ingresso Cava SPES - 2 Ingresso Specie individuate Post operam [indice di attività (passaggi/h)] Luglio 2014 Eptesicus serotinus Hypsugo savii Nyctalus noctula 0.80 Miniopterus schreibersii Myotis daubentonii 2.40 Myotis myotis / Myotis blythii 2.40 Myotis spp Pipistrellus kuhlii Pipistrellus pipistrellus Rhinolophus hipposideros 0.80 Eptesicus serotinus Hypsugo savii Miniopterus schreibersii Myotis daubentonii 8.00 Myotis myotis / Myotis blythii 2.40 Myotis spp Pipistrellus kuhlii Pipistrellus pipistrellus Plecotus sp Rhinolophus ferrumequinum 9.60 Rhinolophus hipposideros

151 I risultati dei rilevamenti bioacustici nelle due fasi del progetto non sono comparabili dato il differente sforzo di rilevamento e di area di indagine. Inoltre, sono stati utilizzati due differenti modelli di bat-detector. I rilevamenti in fase di ante operam sono stati effettuati con due D240 collegati ad un registratore digitale; con tale strumento il tempo in cui il bat-detector è effettivamente operante è ridotto in quanto durante la fase di output non è possibile acquisire ed elaborare nessun altro segnale. Nel post operam, invece, sono stati utilizzati contemporaneamente due D1000 in cui è stato impostato l auto-salvataggio dei files, ciò ha notevolmente ridotto la perdita di tempo legata alla registrazione dei suoni trasformati con l espansione temporale ed ha quindi consentito di rilevare un maggior numero di passaggi. La Cava SPES risulta una cavità di rilevante importanza per la ricca chirotterofauna che vi risiede. Viene utilizzata sia durante le fasi di svernamento e swarming, che come rifugio estivo (Tab. 6.37), da una notevole quantità di animali. Tabella 6.37: Risultati dei rilevamenti diretti svolti in fase ante e post operam presso la cava SPES. Specie osservate nei rilevamenti diretti Ante operam (numero esemplari) Inverno 2010/11 Estate 2011 Inverno 2011/12 Inverno 2013/14 Post operam (numero esemplari) Estate 2014 Inverno 2014/15 Estate 2015 Eptesicus serotinus (Schreber, 1774) * 1 * Miniopterus schreibersii (Kuhl, 1817) 2 1* Myotis blythii (Thomes, 1857) / Myotis myotis (Borkhausen,1797) * DP 10 * Myotis spp. DP 10 DP * Rhinolophus ferrumequinum (Schreber, 1774) * 33 * 223 * DP * Rhinolophus hipposideros (Bechstein, 1800) * 5 * * Dato fornito da Massimo Bertozzi del Parco della Vena del Gesso Romagnola. I sopralluoghi diretti, svolti in fase post operam, sono stati effettuati da Massimo Bertozzi, che ha un incarico specifico nel Parco della Vena del Gesso Romagnola per il monitoraggio dei chirotteri. Il gruppo di lavoro del Progetto ha ritenuto sufficiente l attività svolta dal Dottor Bertozzi, così da evitare un ulteriore disturbo a questi animali, soprattutto nelle fasi più delicate del loro ciclo biologico. I dati raccolti nel post operam mostrano un incremento delle presenze del Ferro di Cavallo maggiore sia nel periodo invernale, che in quello estivo; mentre le altre specie osservate risultano stabili. Di particolare interesse è l osservazione di un gruppo di piccoli Myotis, forse M. nattererii, nell estete 2015, già osservato in passato, ma poi non più rilevato (Fig 6.61). La marginale presenza di Miniopterus schreibersii all interno della Cava SPES è probabilmente attribuibile alla fitta recinzione, che era posta a chiusura dei quattro ingressi della cavità, che ne limitava fortemente il passaggio. Con la sostituzione delle recinzioni con le nuove strutture batcompatibili per il Miniottero è possibile un aumento nel tempo della frequentazione di questa cavità artificiale da parte di tale specie. La cavità in oggetto presenta caratteristiche idonee all occupazione da parte del Miniottero, infatti, ha ampi accessi e vasti vuoti interni, elementi non comuni nel contesto carsico dell area. Si consiglia, quindi, di proseguire il monitoraggio della cavità per valutare l evolversi dell occupazione del sito da parte della chirotterofauna. 151

152 Figura 6.61: Colonia di piccoli Myotis presso la cava SPES nell estate 2011 (Foto di F. Grazioli). Dall analisi del filmato della durata di circa 1 ora e mezza, realizzato a luglio 2014 con una videocamera IR, presso il secondo ingresso della Cava SPES, si comprende che la struttura installata risulta permeabile al transito dei chirotteri ed assolve alla funzione di proteggere l ambiente ipogeo in questione. In particolare, è stato osservato il transito di almeno 18 esemplari e in totale sono stati rilevati 44 eventi di uscita e 29 di entrata. I chirotteri osservati transitano liberamente nella parte superiore dell ingresso, vi è un continuo andirivieni di animali e non si è assistito ad alcun segno di difficoltà o problematica legata alle strutture posizionate. Ovviamente, date le grandi dimensioni del varco indagato, la ripresa effettuata non è ottimale per l osservazione puntuale degli esemplari in volo, con il calare della luce, infatti, è stato più difficoltoso l individuazione degli animali in transito. Minacce presenti: Minacce specifiche rilevate in Ante Operam [minacce riferite a tutte le specie] - Chiusure degli accessi alle cavità naturali e artificiali con strutture non bat-compatibili: strutture che impediscono oppure ostacolano il passaggio dei chirotteri, quali reti metalliche, fili di ferro, teli di plastica, posizionate all ingresso, cancelli con barre Minacce specifiche rilevate in Post Operam [minacce riferite a tutte le specie] Grazie al Progetto Life+ sono state installate chiusure compatibili con il passaggio dei chirotteri e, in particolare, del Miniottero. 152

153 verticali, griglie a maglia fine, murature piene, filo spinato, ecc e presenza di cavi e fili metallici nelle gallerie lungo possibili corridoi di volo. - Interventi presso cave abbandonate: le cave di roccia in zone carsiche non più coltivate sono siti di rifugio per i chirotteri troglofili. Un sito estrattivo abbandonato con gallerie deve ritenersi a priori importante per la chirotterofauna troglofila e va valutato attentamente ogni intervento di messa in sicurezza (cancellate agli ingressi, interventi di sistemazione e messa in sicurezza, ecc.) così come pure una eventuale ripresa delle attività di coltivazione. - Distruzione e perturbazione habitat per specie troglofile: la minaccia si concretizza nella distruzione di affioramenti rocciosi in cui sono presenti fenomeni carsici che ospitano colonie di pipistrelli troglofili ovvero dalla distruzione di siti ipogei artificiali (cave in galleria, miniere, cantine,...) e naturali, spesso con la volontaria chiusura degli accessi per ragioni di sicurezza; il disturbo può derivare anche dalla pratica speleologica e, soprattutto dalla frequentazione occasionale e dalla turisticizzazione dei siti ipogei naturali e artificiali. - Afflusso antropico presso l ingresso: la frequentazione da parte dell uomo dell area presso l ingresso del roost può causare disturbo ai chirotteri soprattutto nella fase di attività. - Alpinismo, scalate, speleologia: la speleologia e in minore misura la pratica di arrampicare in siti rocciosi possono disturbare colonie in riproduzione o svernamento. Il fenomeno è particolarmente impattante nei siti ipogei con nursery. - Miglior accesso ai siti: interventi che facilitano l accessibilità a siti poco protetti (ad es. grotte, rifugi bellici, ponti, gallerie, manufatti idraulici,...) in cui sono presenti colonie di pipistrelli, possono favorire anche se involontariamente il disturbo fino a determinarne l abbandono. - Collisione con cavi e fili metallici in particolare riferito alle cave: è una potenziale minaccia in quanto gli animali possono avere collisioni e riportare ferite anche mortali. - Occlusione naturale: occlusione dell ingresso del roost da parte di materiale si trasporto solido derivante da smottamenti o da attività antropica. Grazie alla stipulazione di un accordo di lunga durata, che impegna le parti contraenti, è garantita la salvaguardia dei chirotteri. Grazie all installazione del cancello è ora possibile gestire l accesso e quindi l afflusso di persone alla cavità. Non è più possibile accedere al sito se privi di chiave. La presenza del cancello consente di impedire e/o limitare la fruizione a tale cavità nei periodi in cui i Chirotteri sono più sensibili al disturbo. Minaccia persistente, anche perché si tratta di un area molto conosciuta e frequentata. Grazie all installazione del cancello è ora possibile gestire l accesso e quindi l afflusso di persone alla cavità. Non è più possibile accedere al sito se privi di chiave. La presenza del cancello consente di impedire e/o limitare la fruizione a tale cavità nei periodi in cui i Chirotteri sono più sensibili al disturbo. Grazie all installazione del cancello è ora possibile gestire l accesso e quindi l afflusso di persone alla cavità. Non è più possibile accedere al sito se privi di chiave. La presenza del cancello consente di impedire e/o limitare la fruizione a tale cavità nei periodi in cui i Chirotteri sono più sensibili al disturbo. Minaccia persistente, in quanto all interno della cava sono presenti numerosi cavi sospesi a mezz aria. E necessaria la periodica manutenzione con rimozione dei detriti. 153

154 - Coltivazione: specifico per colture intensive. Può portare ad eccessiva semplificazione del sistema ed inquinamento diffuso. - Gestione forestale: la gestione forestale può essere non favorevole ai chirotteri forestali che utilizzano il bosco come ambiente di rifugio e/o habitat di caccia. - Inquinamento (acqua, suolo, aria)-abbandono di materiali: riduce la quantità delle prede per varie specie di chirotteri e può dare luogo a fenomeni di intossicazione e bioaccumulo. - Fotografie e riprese nei siti di rifugio o lungo i corridoi di volo dei chirotteri: la fotografia e la ripresa (anche se con trappole IR) è un potenziale disturbo alle colonie e agli esemplari, va dunque valutata con attenzione la sua finalità, la metodica e l epoca,... - Catastrofi naturali (generico): crollo di siti ipogei (gallerie, rifugi bellici, edifici, ) dovuti a varie ragioni come anche ondate eccezionali di maltempo possono localmente distruggere o danneggiare fortemente colonie di chirotteri di importanza comunitaria. - Introduzione di malattie (per specie animali): alcune malattie possono colpire popolazioni/specie di chirotteri rimaste fino ad oggi indenni. In Europa è comparsa la sindrome del naso bianco (White Nose Sindrome, WSN), oltre alla problematica sanitaria rappresentata dalla rabbia, mai riscontrata nel nostro paese che comunque non può ritenersi indenne dal potenziale problema. Tale malattia ha il principale risvolto sulla salute pubblica e l opinione pubblica. - Clima culturale : i chirotteri risentono negativamente dei pregiudizi e di paure irrazionali che causano la difficile convivenza con l uomo. Allo stesso modo risentono della scarsa cultura naturalistica e dell ignoranza sui temi della loro conservazione. Minaccia persistente. Minaccia persistente. Minaccia persistente. Grazie all installazione del cancello è ora possibile gestire l accesso e quindi l afflusso di persone alla cavità. Non è più possibile accedere al sito se privi di chiave. La presenza del cancello consente di impedire e/o limitare la fruizione a tale cavità nei periodi in cui i Chirotteri sono più sensibili al disturbo. Minaccia persistente in quanto dovuta a fenomeni naturali. Grazie all installazione del cancello è ora possibile gestire l accesso e quindi l afflusso di persone alla cavità. Non è più possibile accedere al sito se privi di chiave. La presenza del cancello consente di impedire e/o limitare la fruizione a tale cavità nei periodi in cui i Chirotteri sono più sensibili al disturbo ed è inoltre possibile far attuare protocolli preventivi per evitare la diffusione di malattie. Minaccia persistente nonostante la notevole attività di sensibilizzazione svolta nell ambito del progetto. Considerazioni e indicazioni gestionali: I cancelli sono permeabili al flusso della fauna troglofila, ma persistono alcune criticità che determinano la continua necessità di effettuare manutenzione alle strutture installate per mantenere libero il passaggio e l accesso. E quindi fondamentale: Evitare l occlusione dell ingresso da materiali di trasporto solido (detriti di frana dovuta alla naturale instabilità della roccia, materiale fangoso, massi, ciottoli e detriti vegetali quali tronchi d albero, rami, ecc ) con periodici controlli ed azioni di manutenzione. 154

155 Evitare la distruzione/occlusione dei corridoi di volo utilizzati dai chirotteri in uscita dalla cavità e/o come area di foraggiamento (creazione di barriere, taglio della vegetazione che occlude l ingresso, ecc ). Monitorare nei prossimi anni l eventuale impatto delle strutture installate a protezione della grotta sulla chirotterofauna del sito: impatti, frequenza di entrata/uscita, abbandono, modifica dell utilizzo della cavità, ecc... Rendere evidenti i cavi (di guardia, stralli, conduttori, ) mediante spirali o altro. Monitorare negli anni la stabilità e sicurezza del roost. Data la ricca chirotterofauna frequentante la Cava SPES ed il diversificato utilizzo della cavità nei vari periodi dell anno è necessario controllare e regolamentare gli accessi alla cavità: L ingresso alla cavità deve essere consentito solo se accompagnati dal personale del gruppo speleologico di riferimento per l area in cui è sita la cavità. E necessario vietare/limitare l accesso alla cavità nel periodo invernale (novembre-febbraio), se non per scopi scientifici e/o di monitoraggio. E necessario vietare/limitare l accesso alla cavità nel periodo estivo (giugno-agosto) qualora venga segnalata la presenza di nursery, se non per scopi scientifici e/o di monitoraggio. In caso di frequentazione della cavità nei periodi sensibili per i chirotteri, è necessario valutare attentamente i percorsi ipogei per evitare la perturbazione delle colonie ed adottare tutte le più moderne indicazioni e strumentazioni per mitigare il disturbo arrecato. Evitare il disturbo diretto con riprese fotografiche, uso di flash, lampade e altri dispositivi d illuminazione utilizzando dispositivi con luce IR. Seguire il protocollo per la prevenzione della WNS (White Nose Syndrome) ed in generale adottare le principali misure per la prevenzione delle patologie infettive a carico dei chirotteri. Svolgere il monitoraggio delle patologie infettive nelle colonie di chirotteri. Sensibilizzare il mondo speleologico sui temi della conservazione e tutela dei chirotteri. E inoltre necessario: Controllare la fruizione nell area in prossimità degli ingressi della cavità. Controllare e prevenire gli atti vandalici. Prevenire l inquinamento delle acque e del suolo nei pressi della cavità. Elaborare le indicazioni gestionali volte a mantenere e incrementare la biodiversità e favorevoli alla fauna minore e all entomofauna (mantenimento di alberi cavitati in piedi, legname a terra, mantenimento di una struttura diversificata, ecc...). Incentivare le pratiche agricole estensive, privilegiando l agricoltura biologica. Conservare le formazioni forestali diversificate e connesse tra loro. Riqualificazione dell agroecosistema tramite il mantenimento e ripristino degli elementi del paesaggio agrario tradizionale (siepi, filari, fossi, banchine inerbite, maceri e specchi d acqua, ). Monitorare degli inquinanti bioaccumulabili. 155

156 ER-RA Grotta La Tanaccia SIC di appartenenza: SIC-ZPS IT Vena del Gesso Romagnola Comune: Brisighella Località: Ca Vernello Proprietà dell ingresso: L ingresso secondario è di proprietà pubblica, nello specifico appartiene alla Provincia di Ravenna ed al Comune di Brisighella e Faenza. Descrizione della cavità: Grotta d importanza e di rilevanza generale. La Tanaccia è un sito archeologico, oltre che naturalistico, di grande importanza; vi sono stati ritrovati reperti dell età del ferro, tracce consistenti di focolari e testimonianze databili dall Eneolitico fino a tutto il Bronzo antico. Data l importanza archeologica e la facile percorribilità, la cavità è interessata da un turismo speleologico organizzato dal centro visita Ca Carné e dal Gruppo Speleologico Faentino. La Tanaccia fa parte del vasto complesso carsico suo omonimo e presenta due ingressi: l ingresso originario (antica risorgente), caratterizzato da fenomeni di crollo e di difficile percorrenza (Fig. 6.63), e da un ingresso artificiale, chiuso da una porta di ferro (Fig. 6.64). La cavità presenta uno sviluppo reale di 765 m e un dislivello totale di 21 m (Fig. 6.62); le sue gallerie sono state scavate da un torrente sotterraneo attivo che attraversa varie sale come: la Sala delle Sabbie, ricca di pendenti di gesso, il grande Salone di Crollo, la Sala del Laghetto, la sala del Guano e la Sala Piatta, prodotta in seguito allo scollamento di due grandi banchi gessosi. La Tanaccia è ricca di pendenti, erosioni antigravitative, colate stalattitiche e concrezioni mammellonari. Figura 6.62: Rilievo cartografico speleologico della Grotta La Tanaccia (ER RA 114). 156

157 Descrizione della chiusura: La protezione, realizzata nell ambito del Progetto Life+, presso l ingresso della Tanaccia, è un opera in muratura nella quale vi è un accesso pedonale, chiuso con un portone, ed un passaggio destinato al transito della fauna ed in particolare dei chirotteri (Fig. 6.64). Quest ultimo è un ampia feritoia di forma rettangolare (98x34 cm), che, in seguito al verificarsi di numerosi accessi nella cavità da parte di persone non autorizzate, è stata ulteriormente frazionata con il montaggio di una barra trasversale in acciaio che ne ha ridotto l ampiezza ad una luce massima di 20 cm. L opera realizzata ha sostituito il portone in lamiera realizzato alla fine degli anni Ottanta. L intervento, che ha richiesto uno specifico progetto e varie autorizzazioni ed accordi, è stato realizzato nel dicembre del 2012 dalla ditta Placci Roberto di Faenza. Figura 6.63: Ingresso originario della Grotta La Tanaccia (ER-RA 114) (Foto di P. Lucci). Figura 6.64: Chiusura dell ingresso artificiale della Grotta La Tanaccia (ER-RA 114) realizzata nell ambito del Progetto Life+ (Foto di F. Grazioli). 157

158 Con l indagine svolta nel post operam si vuole verificare la funzionalità e bontà dell intervento effettuato, per evitare ripercussioni negative sulla chirotterofauna frequentante la cavità in questione. Chirotteri: Dalle indagini svolte nel corso del Progetto, applicando le varie tecniche di monitoraggio previste dal protocollo operativo, la cavità e l area limitrofa ad essa risultano frequentate dalle seguenti specie di Chirotteri: Specie della Regione Emilia-Romagna Ante operam Post operam Rhinolophus euryale Blasius,1853 Rhinolophus ferrumequinum (Schreber, 1774) Rhinolophus hipposideros (Bechstein, 1800) Barbastella barbastellus (Schreber, 1774) Eptesicus serotinus / Nyctalus leisleri Eptesicus serotinus (Schreber, 1774) Hypsugo savii (Bonaparte, 1837) Myotis spp. Myotis bechsteinii (Kuhl, 1817) Myotis blythii (Thomes, 1857) Myotis capaccinii (Bonaparte,1837) Myotis daubentonii (Kuhl, 1817) Myotis emarginatus (E.Geoffroy, 1806) Myotis myotis (Borkhausen,1797) Myotis mystacinus (Kuhl, 1817) Myotis nattereri (Kuhl, 1817) Nyctalus lasiopterus (Schreber, 1780) Nyctalus leisleri (Kuhl, 1817) Nyctalus noctula (Schreber, 1774) Pipistrellus kuhlii (Kuhl, 1817) Pipistrellus nathusii (Keyserling et Blasius, 1839) Pipistrellus pipistrellus (Schreber, 1774) Pipistrellus pygmaeus (Leach, 1825) Plecotus spp. Plecotus auritus (Linnaeus, 1758) Plecotus austriacus (Fischer, 1829) Miniopterus schreibersii (Kuhl, 1817) Tadarida teniotis (Rafinesque, 1814) Le attività d indagine confermano solo in parte la composizione specifica della chirotterofauna che frequenta la cavità ipogea rilevata prima dello svolgimento dei lavori. Per quanto riguarda la presenza di Eptesicus serotinus / Nyctalus leisleri, Hypsugo savii, Miniopterus schreibersii, Pipistrellus pipistrellus e Pipistrellus kuhlii, molto probabilmente si tratta di esemplari di passaggio nell ambiente circostante gli ingressi della cavità indagata e rilevati con il bat-detector. 158

159 L indagine bioacustica svolta in fase ante operam si è concentrata principalmente sull ingresso naturale della cavità, in quanto quello artificiale era completamente inaccessibile per la fauna troglofila, trattandosi di un portone completamente chiuso. In fase di post operam, sono stati indagati entrambi gli ingressi, focalizzando però l attenzione sull opera compiuta nell ambito del Progetto Life+. Durante le sessioni con il bat-detector in periodo estivo, sono state rilevate numerose specie in attività nel bosco e all ingresso naturale della cavità, mentre nessun contatto è avvenuto nei pressi della feritoia (Tab. 6.38), dato confermato anche dall analisi dalle riprese video all infrarosso fatte a giugno Solamente nel periodo autunnale si sono registrati segnali positivi sull utilizzo del nuovo varco e, durante le riprese video svolte nell ottobre 2014 con una videocamera con funzione IR, è stato osservato il passaggio di un piccolo Myotis attraverso il quadrante superiore della feritoia. Inoltre, si è assistito al rientro di un ferro di cavallo minore (Fig. 6.65), di cui non si ha però avuto l uscita durante l ora e mezzo di registrazione. Tabella 6.38: Risultati dell indagine bioacustica svolta in fase ante e post operam presso La Tanaccia. Ingresso Ingresso originario Ingresso artificiale Specie individuate Ante operam [indice di attività (passaggi/h)] Maggio 2011 Giugno 2011 Ottobre 2011 Agosto 2014 Eptesicus serotinus /Nyctalus leislerii 1.74 Hypsugo savii Miniopterus schreibersii 1.43 Myotis sp Myotis myotis / Myotis blythii 2.02 Pipistrellus kuhlii 8.00 Pipistrellus pipistrellus 1.43 Rhinolophus euryale Rhinolophus ferrumequinum Rhinolophus hipposideros Post operam [indice di attività (passaggi/h)] Ottobre 2014 Eptesicus serotinus 1.33 Pipistrellus kuhlii Rhinolophus hipposideros La forte differenza fra l attività dei chirotteri registrata nelle due fasi del Progetto è sicuramente dovuta all utilizzo di due differenti modelli di bat-detector. I rilevamenti in fase di ante operam sono stati effettuati con un D240 collegato ad un registratore digitale; con tale strumento il tempo in cui il bat-detector è effettivamente operante è ridotto in quanto durante la fase di output non è possibile acquisire ed elaborare nessun altro segnale. Nel post operam, invece, è stato utilizzato un D1000 in cui è stato impostato l auto-salvataggio dei files, ciò ha notevolmente ridotto la perdita di tempo legata alla registrazione dei suoni trasformati con l espansione temporale ed ha quindi consentito di rilevare un maggior numero di passaggi. Nonostante le interessanti segnalazioni estive, rimane comunque il periodo invernale quello più significativo e delicato per la conservazione dei pipistrelli della Tanaccia. I sopralluoghi fatti per il rilevamento degli svernanti hanno sottolineato la presenza di numerosi animali all interno della cavità, in linea con i dati acquisti nei monitoraggi ante operam (Tab. 6.39). 159

160 Figura 6.65: Esemplare di Rhinolophus hipposideros presso l ingresso artificiale della Grotta LaTanaccia (Foto di F. Grazioli). Delle presenze storiche segnalate per la Grotta Tanaccia è oggi possibile confermare con certezza la presenza di Rhinolphus hipposideros, Rhinolophus ferrumequinum e Rhinolphus euryale, mentre il Miniopterus schreibersii non sembra più frequentare la grotta dalla fine degli anni 80. I motivi della scomparsa della colonia di Miniotteri non sono noti, si sa però che i lavori di scavo della galleria artificiale di ingresso alla grotta, realizzata per garantire un facile accesso all ipogeo e da cui ancora oggi entrano i visitatori, furono eseguiti nel periodo invernale fra il 1988 ed il 1989 utilizzando dell esplosivo. E possibile perciò che tale attività possa essere la causa, o una delle concause, dell abbandono definitivo della Grotta da parte della colonia. Ovviamente si tratta di un ipotesi, e come tale non verificata. L opera realizzata nell ambito del Progetto Life+ inizialmente doveva consentire anche l accesso al Miniottero, specie notoriamente disturbata dalla presenza di strettoie ed ostacoli presso gli ingressi dei rifugi, ma, in seguito al verificarsi di intrusioni non autorizzate, è stata aggiunta una barra che ha ridotto la luce del passaggio. Se ciò, da un lato ha certamente vanificato la possibilità che il Miniottero possa tornare ad insediarsi all interno della grotta, dall altro ha assicurato un ottimo grado di protezione all accesso. Tabella 6.39: Risultati dei rilevamenti diretti svolti in fase ante e post operam presso La Tanaccia. Specie osservate nei rilevamenti diretti Ante operam (numero esemplari) Inverno 2010/11 Estate 2011 Inverno 2011/12 Post operam (numero esemplari) Inverno 2013/14 Inverno 2014/15 Rhinolophus euryale Blasius, 1853 ND 2 2 * 13 ** Rhinolophus ferrumequinum (Schreber, 1774) 42 ND 5 20 * 13 ** Rhinolophus hipposideros (Bechstein, 1800) 37 ND * 42 ** * Dato fornito da Massimo Bertozzi del Parco della Vena del Gesso Romagnola. ** Dato raccolto in collaborazione con Massimo Bertozzi del Parco della Vena del Gesso Romagnola. In fase post operam è stato svolto un unico rilevamento diretto per il conteggio degli svernanti per anno d indagine. In particolare, i dati relativi agli svernanti del periodo invernale 2013/2014 sono stati forniti da Massimo Bertozzi, che ha un incarico specifico nel Parco della Vena del Gesso Romagnola per il monitoraggio dei chirotteri, mentre quelli dell inverno 2014/2015 sono stati 160

161 raccolti in collaborazione. La collaborazione fra il gruppo di lavoro incaricato del Progetto Life ed il Dottor Bertozzi è stata fatta per evitare di svolgere doppiamente la stessa operazione e, inoltre, in tale modo si è ridotto il disturbo arrecato ai pipistrelli in questa delicata fase del loro ciclo biologico. Di particolare interesse risulta il lieve aumento nella presenza di Rhinolphus euryale all interno della cavità indagata, nell inverno 2014/2015 (Fig. 6.66). Nel complesso, gli esemplari osservati, sostanzialmente Rinolofidi, si presentano singoli o in piccoli gruppi isolati. Nel periodo estivo, non sono stati osservati animali, nonostante la forte attività rilevata con il batdetector presso gli ingressi della cavità. Figura 6.66: Colonia di Rhinolophus euryale in ibernazione presso LaTanaccia durante l inverno 2014/2015 (Foto di F. Grazioli). L analisi dei filmati, realizzati con una videocamera IR, conferma che l opera realizzata presso l ingresso artificiale della Tanaccia è per ora poco frequentata dai chirotteri che, presumibilmente, utilizzano l ingresso naturale della cavità. I pochi dati raccolti, legati direttamente alla struttura installata, sembrano confermare la permeabilità al transito dei chirotteri e la funzionalità della protezione dell ambiente ipogeo in questione. L ingresso artificiale della Tanaccia non era disponibile ai chirotteri prima dell intervento pianificato dal Progetto e, quindi, si può ipotizzare che lo scarso utilizzo di questo varco, rilevato durante le indagini, sia dovuto alla non conoscenza da parte degli animali di questo nuovo disponibile passaggio. Si consiglia quindi di continuare a monitorare la cavità, nella speranza di una maggiore attività da parte dei chirotteri presso l ingresso modificato, per avere una chiara verifica della funzionalità e permeabilità dell opera realizzata in caso di maggiori flussi. 161

162 Minacce presenti: Minacce specifiche rilevate in Ante Operam [minacce riferite a tutte le specie] - Chiusure degli accessi alle cavità naturali e artificiali con strutture non bat-compatibili: strutture che impediscono oppure ostacolano il passaggio dei chirotteri, quali reti metalliche, fili di ferro, teli di plastica, posizionate all ingresso, cancelli con barre verticali, griglie a maglia fine, murature piene, filo spinato, ecc e presenza di cavi e fili metallici nelle gallerie lungo possibili corridoi di volo. - Distruzione e perturbazione habitat per specie troglofile: la minaccia si concretizza nella distruzione di affioramenti rocciosi in cui sono presenti fenomeni carsici che ospitano colonie di pipistrelli troglofili ovvero dalla distruzione di siti ipogei artificiali (cave in galleria, miniere, cantine,...) e naturali, spesso con la volontaria chiusura degli accessi per ragioni di sicurezza; il disturbo può derivare anche dalla pratica speleologica e, soprattutto dalla frequentazione occasionale e dalla turisticizzazione dei siti ipogei naturali e artificiali. - Afflusso antropico presso l ingresso: la frequentazione da parte dell uomo dell area presso l ingresso del roost può causare disturbo ai chirotteri soprattutto nella fase di attività. - Visite ricreative in cavità naturali/artificiali: le visite guidate speleologiche ed altre attività ricreative possono costituire una potenziale fonte di disturbo per la chirotterofuna troglofila di un sito (luci, rumori, abbandono di materiali, alterazione dell habitat, ) potendo causare l abbandono del roost. - Alpinismo, scalate, speleologia: la speleologia e in minore misura la pratica di arrampicare in siti rocciosi possono disturbare colonie in riproduzione o svernamento. Il fenomeno è particolarmente impattante nei siti ipogei con nursery. - Miglior accesso ai siti: interventi che facilitano l accessibilità a siti poco protetti (ad es. grotte, rifugi bellici, ponti, gallerie, manufatti idraulici,...) in cui sono presenti colonie di pipistrelli, possono favorire anche se involontariamente il disturbo fino a determinarne l abbandono. - Evoluzione della biocenosi (processi naturali): occlusione dei corridoi di volo che conducono agli Minacce specifiche rilevate in Post Operam [minacce riferite a tutte le specie] Grazie al Progetto Life+ è stata installata una chiusura compatibile con il passaggio dei chirotteri. Grazie all installazione del cancello è ora possibile gestire l accesso e quindi l afflusso di persone nella cavità. Non è più possibile accedere al sito se privi di chiave. La presenza del cancello consente di impedire e/o limitare la fruizione a tale cavità nei periodi in cui i Chirotteri sono più sensibili al disturbo. Minaccia persistente, essendo l ingresso della cavità in prossimità di una strada statale. Grazie all installazione del cancello è ora possibile gestire l accesso e quindi l afflusso di persone alla cavità. Non è più possibile accedere al sito se privi di chiave. La presenza del cancello consente di impedire e/o limitare la fruizione a tale cavità nei periodi in cui i Chirotteri sono più sensibili al disturbo. Grazie all installazione del cancello è ora possibile gestire l accesso e quindi l afflusso di persone nella cavità. Non è più possibile accedere al sito se privi di chiave. La presenza del cancello consente di impedire e/o limitare la fruizione a tale cavità nei periodi in cui i Chirotteri sono più sensibili al disturbo. Grazie all installazione del cancello è ora possibile gestire l accesso e quindi l afflusso di persone nella cavità. Non è più possibile accedere al sito se privi di chiave. La presenza del cancello consente di impedire e/o limitare la fruizione a tale cavità nei periodi in cui i Chirotteri sono più sensibili al disturbo. E necessaria la periodica manutenzione della vegetazione presso l ingresso per evitarne la 162

163 ingressi delle cavità di rifugio. - Coltivazione: specifico per colture intensive. Può portare ad eccessiva semplificazione del sistema ed inquinamento diffuso. - Gestione forestale: la gestione forestale può essere non favorevole ai chirotteri forestali che utilizzano il bosco come ambiente di rifugio e/o habitat di caccia. - Inquinamento (acqua, suolo, aria)-abbandono di materiali: riduce la quantità delle prede per varie specie di chirotteri e può dare luogo a fenomeni di intossicazione e bioaccumulo. - Fotografie e riprese nei siti di rifugio o lungo i corridoi di volo dei chirotteri: la fotografia e la ripresa (anche se con trappole IR) è un potenziale disturbo alle colonie e agli esemplari, va dunque valutata con attenzione la sua finalità, la metodica e l epoca,... - Catastrofi naturali (generico): crollo di siti ipogei (gallerie, rifugi bellici, edifici, ) dovuti a varie ragioni come anche ondate eccezionali di maltempo possono localmente distruggere o danneggiare fortemente colonie di chirotteri di importanza comunitaria. - Introduzione di malattie (per specie animali): alcune malattie possono colpire popolazioni/specie di chirotteri rimaste fino ad oggi indenni. In Europa è comparsa la sindrome del naso bianco (White Nose Syndrome, WNS), oltre alla problematica sanitaria rappresentata dalla rabbia, mai riscontrata nel nostro paese che comunque non può ritenersi indenne dal potenziale problema. Tale malattia ha il principale risvolto sulla salute pubblica e l opinione pubblica. - Clima culturale : la chirotterofauna risente negativamente dei diffusi pregiudizi e di paure irrazionali, cause profonde della difficile convivenza con l uomo. Analogamente risente della scarsa cultura naturalistica e dell ignoranza sui temi della conservazione dei pipistrelli. chiusura. Minaccia persistente. Minaccia persistente. Minaccia persistente. Grazie all installazione del cancello è ora possibile gestire l accesso e quindi l afflusso di persone nella cavità. Non è più possibile accedere al sito se privi di chiave. La presenza del cancello consente di impedire e/o limitare la fruizione a tale cavità nei periodi in cui i Chirotteri sono più sensibili al disturbo. Minaccia persistente in quanto dovuta a fenomeni naturali. Grazie all installazione del cancello è ora possibile gestire l ingresso e quindi l afflusso di persone alla cavità. Non è più possibile accedere al sito se privi di chiave. La presenza del cancello consente di impedire e/o limitare la fruizione a tale cavità nei periodi in cui i Chirotteri sono più sensibili al disturbo ed è inoltre possibile far attuare protocolli preventivi per evitare la diffusione di malattie. Minaccia persistente nonostante la notevole attività di sensibilizzazione svolta nell ambito del progetto. Considerazioni e indicazioni gestionali: Il cancello è permeabile al flusso della fauna troglofila, ma persistono alcune criticità che determinano la continua necessità di effettuare manutenzione alla struttura installata per mantenere libero il passaggio. E quindi fondamentale: Evitare la distruzione/occlusione dei corridoi di volo utilizzati dai chirotteri in uscita dalla cavità e/o come area di foraggiamento (creazione di barriere, taglio della vegetazione che occlude l ingresso, ecc ). 163

164 Monitorare nei prossimi anni l eventuale impatto delle strutture installate a protezione della grotta sulla chirotterofauna del sito: impatti, frequenza di entrata/uscita, abbandono, modifica dell utilizzo della cavità, ecc... Monitorare negli anni la stabilità e sicurezza del roost. Data la ricca chirotterofauna frequentante La Tanaccia, ed il diversificato utilizzo della cavità nei vari periodi dell anno è necessario controllare e regolamentare gli accessi alla cavità: L ingresso alla cavità deve essere consentito solo se accompagnati dal personale del gruppo speleologico di riferimento per l area in cui è sita la grotta. E necessario vietare/limitare l accesso alla cavità nel periodo invernale (novembre-febbraio), se non per scopi scientifici e/o di monitoraggio. Di fatto, le visite guidate organizzate presso La Tanaccia, vengono già sospese nel periodo compreso fra l inizio di novembre e la fine di marzo per non arrecare disturbo agli animali in svernamento. E necessario vietare/limitare l accesso alla cavità nel periodo estivo (giugno-agosto) qualora venga segnalata la presenza di nursery, se non per scopi scientifici e/o di monitoraggio. In caso di frequentazione della cavità nei periodi sensibili per i chirotteri, è necessario valutare attentamente i percorsi ipogei per evitare la perturbazione delle colonie ed adottare tutte le più moderne indicazioni e strumentazioni per mitigare il disturbo arrecato. Evitare il disturbo diretto con riprese fotografiche, uso di flash, lampade e altri dispositivi d illuminazione utilizzando dispositivi con luce IR. Seguire il protocollo per la prevenzione della WNS (White Nose Syndrome) ed in generale adottare le principali misure per la prevenzione delle patologie infettive a carico dei chirotteri. Svolgere il monitoraggio delle patologie infettive nelle colonie di chirotteri. Sensibilizzare il mondo speleologico ed il pubblico sui temi della conservazione e tutela dei chirotteri (potrebbe essere utile posizionare cartelli/pannelli che illustrino lo scopo della misura di protezione installata). E inoltre necessario: Controllare la fruizione nell area in prossimità degli ingressi della cavità. Controllare e prevenire gli atti vandalici. Prevenire l inquinamento delle acque e del suolo nei pressi della cavità. Elaborare le indicazioni gestionali volte a mantenere e incrementare la biodiversità e favorevoli alla fauna minore e all entomofauna (mantenimento di alberi cavitati in piedi, legname a terra, mantenimento di una struttura diversificata, ecc...). Incentivare le pratiche agricole estensive, privilegiando l agricoltura biologica. Conservare le formazioni forestali diversificate e connesse tra loro. Riqualificazione dell agroecosistema tramite il mantenimento e ripristino degli elementi del paesaggio agrario tradizionale (siepi, filari, fossi, banchine inerbite, maceri e specchi d acqua, ). Monitorare degli inquinanti bioaccumulabili. 164

165 ER-RA Grotta della Befana SIC di appartenenza: SIC-ZPS IT Vena del Gesso Romagnola Comune: Borgo Tossignano Località: Paradisa Proprietà dell ingresso: Proprietà privata Descrizione della cavità: Grotta di massima importanza speleologica e di rilevanza generale che è stata scoperta il giorno dell Epifania del 2001 e per questo chiamata Grotta della Befana. La Grotta della Befana è situata sul Monte Penzola, nella zona compresa tra due dossi di gesso che delimitano una piccola dolina, risparmiata dalla forte presenza agricola che interessa tutta l area compresa tra i calanchi e gli affioramenti gessosi, alla cui base si apre la grotta. La cavità a 5 differenti ingressi, di cui uno è già protetto da un adeguato cancello ed è caratterizzata da stretti cunicoli, lunghi meandri, pozzi e grandi sale. L ipogeo presenta un ramo attivo, in cui scorre il torrente principale, ed un ramo fossile. Inoltre, è pervasa da vapori solfurei, provenienti da una sorgente solfurea, ed è ricca di cristallizzazioni gessose alle pareti, oltre ad una calotta cranica datata anni. La Grotta della Befana presenta uno sviluppo reale di m ed un dislivello totale di 81 m(fig. 6.67). Figura 6.67: Rilievo cartografico speleologico della Grotta della Befana (ER-RA 850). Descrizione della chiusura: La chiusura installata nell ambito del Progetto Life + ha interessato l ingresso 2, situato dalla parte opposta del sentiero che porta all entrata principale (ingresso 1, già protetto con un apposito cancello). La struttura è costituita da diverse parti fissate in modo indipendente alle pareti gessose: un elemento in acciaio a griglia quadrata parzialmente interrato (Fig. 6.69); un cancello realizzato con barre orizzontali posizionate lungo la linea di volo degli animali ed una parte che presenta elementi verticali, imbullonati al cancello, che evitano che l opera venga bypassata dall uomo (Fig. 6.68). La struttura è stata installata nell autunno del 2012 ad opera dei volontari della Ronda Speleologica Imolese (RSI). Con l indagine svolta nel post operam si vuole verificare la funzionalità e bontà dell intervento effettuato, per evitare ripercussioni negative sulla chirotterofauna frequentante la cavità in questione. 165

166 Figura 6.69: Chiusura della Grotta della Befana (ER-RA 850) realizzata con il Progetto Life+ - visione dall interno (Foto Archivio RSI). Figura 6.68: Chiusura della Grotta della Befana (ER-RA 850) realizzata con il Progetto Life+ - visione dall esterno (Foto F. Grazioli). Da sottolineare il fatto che, sia il sentiero per raggiungere la grotta, che il suo ingresso, prima del nostro monitoraggio erano parzialmente coperti da un intricata rete arbustiva di rovo e ginestra. Ciò conferma l assenza di disturbo antropico in questi ambienti, frequentati unicamente e saltuariamente dagli speleologi, ma, d altra parte, lo sviluppo incontrollato della vegetazione porta all occlusione delle rotte di volo utilizzate dai chirotteri in uscita dalla cavità (Fig. 6.70). Figura 6.70: Immagini di come si presentava l ingresso della Grotta della Befana (ER-RA 850), in fase di post operam, prima e dopo l intervento di manutenzione della vegetazione effettuato dagli operatori incaricati di svolgere le indagini sulla chirotterofauna(foto F. Grazioli). 166

167 Chirotteri: Dalle indagini svolte nel corso del Progetto, applicando le varie tecniche di monitoraggio previste dal protocollo operativo, la cavità e l area limitrofa ad essa risultano frequentate dalle seguenti specie di Chirotteri: Specie della Regione Emilia-Romagna Ante operam Post operam Rhinolophus euryale Blasius,1853 Rhinolophus ferrumequinum (Schreber, 1774) Rhinolophus hipposideros (Bechstein, 1800) Barbastella barbastellus (Schreber, 1774) Eptesicus serotinus / Nyctalus leisleri Eptesicus serotinus (Schreber, 1774) Hypsugo savii (Bonaparte, 1837) Myotis spp. Myotis bechsteinii (Kuhl, 1817) Myotis blythii (Thomes, 1857) Myotis capaccinii (Bonaparte,1837) Myotis daubentonii (Kuhl, 1817) Myotis emarginatus (E.Geoffroy, 1806) Myotis myotis (Borkhausen,1797) Myotis mystacinus (Kuhl, 1817) Myotis nattereri (Kuhl, 1817) Nyctalus lasiopterus (Schreber, 1780) Nyctalus leisleri (Kuhl, 1817) Nyctalus noctula (Schreber, 1774) Pipistrellus kuhlii (Kuhl, 1817) Pipistrellus nathusii (Keyserling et Blasius, 1839) Pipistrellus pipistrellus (Schreber, 1774) Pipistrellus pygmaeus (Leach, 1825) Plecotus spp. Plecotus auritus (Linnaeus, 1758) Plecotus austriacus (Fischer, 1829) Miniopterus schreibersii (Kuhl, 1817) Tadarida teniotis (Rafinesque, 1814) L indagine bioacustica, svolta in fase di post operam, conferma solo in parte la composizione specifica della chirotterofauna che frequenta la cavità ipogea rilevata prima dello svolgimento dei lavori (Tab. 6.40). Uniche presenze, legate alla cavità ipogea, non accertate nel post operam sono Rhinolophus ferrumequinum e Myotis spp., mentre per quanto riguarda Eptesicus serotinus e Nyctalus noctula, molto probabilmente sono, insieme a Hypsugo savii, Pipistrellus kuhlii, Pipistrellus pipistrellus e Eptesicus serotinus/nyctalus leisleri, esemplari di passaggio nell ambiente circostante l ingresso della cavità indagata e rilevati con il bat-detector. Il mancato rilevamento di alcune specie può essere imputabile al fatto che in fase ante operam le indagini bioacustiche sono state effettuate anche presso gli altri ingressi della medesima cavità e nelle zone aperte circostanti. Nel post operam, invece, ci si è concentrati solo sull ingresso 2, oggetto dell Azione C1 del Progetto. Inoltre, l ingresso monitorato è stato oggetto di manutenzione 167

168 della vegetazione, effettuato dagli stessi operatori incaricati di svolgere le indagini sulla chirotterofauna, in quanto completamente occluso da rovi e vitalba. A tal proposito, si sottolinea il fatto che sono stati osservati alcuni esemplari di Rhinolophus hipposideros uscire dall ingresso 1 della cavità e rientrare dall ingresso 2 una volta sgombro dalla vegetazione. E possibile che la presenza della vegetazione davanti all ingresso 2, abbia favorito un maggiore utilizzo degli altri ingressi della medesima cavità da parte dei chirotteri. Tabella 6.40: Risultati dell indagine bioacustica svolta in fase ante e post operam presso l ingresso della Grotta della Befana. Specie individuate Agosto 2010 Ante operam [indice di attività (passaggi/h)] Ottobre 2010 Maggio 2011 Agosto 2011 Ottobre 2011 Post operam [indice di attività (passaggi/h)] Luglio 2014 Eptesicus serotinus Eptesicus serotinus /Nyctalus leisleri Hypsugo savii Myotis spp Nyctalus noctula 1.82 Pipistrellus kuhlii Pipistrellus pipistrellus Rhinolophus euryale Rhinolophus ferrumequinum Rhinolophus hipposideros La differenza fra l attività dei chirotteri, soprattutto per quanto riguarda Rhinolophus hipposideros, registrata nelle due fasi del Progetto è sicuramente dovuta all utilizzo di due differenti modelli di bat-detector. I rilevamenti in fase di ante operam sono stati effettuati con un D240 collegato ad un registratore digitale; con tale strumento il tempo in cui il bat-detector è effettivamente operante è ridotto in quanto durante la fase di output non è possibile acquisire ed elaborare nessun altro segnale. Nel post operam, invece, è stato utilizzato un D1000 in cui è stato impostato l autosalvataggio dei files, ciò ha notevolmente ridotto la perdita di tempo legata alla registrazione dei suoni trasformati con l espansione temporale ed ha quindi consentito di rilevare un maggior numero di passaggi. La Grotta della Befana viene utilizzata sia durante le fasi di svernamento, periodo dell anno in cui si riscontrano buone quantità di Rinolofidi, che come rifugio estivo (Tab. 6.41). In fase di post operam non è stato possibile svolgere alcun rilevamento diretto presso la Grotta della Befana in quanto in data 08/03/2014 si è verificata una frana che ha interessato parte della cavità oggetto d indagine. In particolare, gli ingressi 1 e 2 sembrano essere agibili, mentre l ingresso 5 non è più praticabile in seguito al collasso del pozzo a monte. Si è quindi deciso di non effettuare il sopralluogo interno, data la possibile instabilità dell ipogeo e l eccessivo rischio per gli operatori. 168

169 Tabella 6.41: Risultati dei rilevamenti diretti svolti in fase ante e post operam presso la Grotta della Befana. Specie osservate nei rilevamenti diretti Ante operam (numero esemplari) Inverno 2010/11 Inverno 2011/12 Post operam (numero esemplari) Inverno 2013/14 Inverno 2014/15 Rhinolophus ferrumequinum (Schreber, 1774) 1 2 NR NR Rhinolophus hipposideros (Bechstein, 1800) NR NR Dall analisi del filmato, realizzato a luglio 2014, con una videocamera con funzione IR, della durata di 1 ora e mezza, oltre ad osservare uno scarso passaggio di animali (5 eventi di uscita e 8 di entrata), si comprende che gli esemplari transitano agevolmente attraverso le feritoie orizzontali e verticali del cancello. La struttura installata risulta, quindi, permeabile al transito dei chirotteri ed assolve alla funzione di proteggere l ambiente ipogeo in questione. Tuttavia, sarebbe necessario ed auspicabile verificare cosa accade durante lo swarming o in caso di maggiore flusso degli animali. Minacce presenti: Minacce specifiche rilevate in Ante Operam [minacce riferite a tutte le specie] - Distruzione e perturbazione habitat per specie troglofile: la minaccia si concretizza nella distruzione di affioramenti rocciosi in cui sono presenti fenomeni carsici che ospitano colonie di pipistrelli troglofili ovvero dalla distruzione di siti ipogei artificiali (cave in galleria, miniere, cantine,...) e naturali, spesso con la volontaria chiusura degli accessi per ragioni di sicurezza; il disturbo può derivare anche dalla pratica speleologica e, soprattutto dalla frequentazione occasionale e dalla turisticizzazione dei siti ipogei naturali e artificiali. - Afflusso antropico presso l ingresso: la frequentazione da parte dell uomo dell area presso l ingresso del roost può causare disturbo ai chirotteri soprattutto nella fase di attività. - Alpinismo, scalate, speleologia: la speleologia e in minore misura la pratica di arrampicare in siti rocciosi possono disturbare colonie in riproduzione o svernamento. Il fenomeno è particolarmente impattante nei siti ipogei con nursery. - Miglior accesso ai siti: interventi che facilitano l accessibilità a siti poco protetti (ad es. grotte, rifugi bellici, ponti, gallerie, manufatti idraulici,...) in cui sono presenti colonie di pipistrelli, possono favorire anche se involontariamente il disturbo fino a determinarne l abbandono. Minacce specifiche rilevate in Post Operam [minacce riferite a tutte le specie] Grazie all installazione del cancello è ora possibile gestire l accesso e quindi l afflusso di persone alla cavità. Non è più possibile accedere al sito se privi di chiave. La presenza del cancello consente di impedire e/o limitare la fruizione a tale cavità nei periodi in cui i Chirotteri sono più sensibili al disturbo. Minaccia persistente, anche se poco probabile in quanto la cavità è difficilmente individuabile. Grazie all installazione del cancello è ora possibile gestire l accesso e quindi l afflusso di persone alla cavità. Non è più possibile accedere al sito se privi di chiave. La presenza del cancello consente di impedire e/o limitare la fruizione a tale cavità nei periodi in cui i Chirotteri sono più sensibili al disturbo. Grazie all installazione del cancello è ora possibile gestire l accesso e quindi l afflusso di persone alla cavità. Non è più possibile accedere al sito se privi di chiave. La presenza del cancello consente di impedire e/o limitare la fruizione a tale cavità nei periodi in cui i Chirotteri sono più sensibili al disturbo. 169

170 - Evoluzione della biocenosi (processi naturali): occlusione dei corridoi di volo che conducono agli ingressi delle cavità di rifugio. - Occlusione naturale: occlusione dell ingresso del roost da parte di materiale si trasporto solido derivante da smottamenti o da attività antropica. - Coltivazione: specifico per colture intensive. Può portare ad eccessiva semplificazione del sistema ed inquinamento diffuso. - Gestione forestale: la gestione forestale può essere non favorevole ai chirotteri forestali che utilizzano il bosco come ambiente di rifugio e/o habitat di caccia. - Inquinamento (acqua, suolo, aria)-abbandono di materiali: riduce la quantità delle prede per varie specie di chirotteri e può dare luogo a fenomeni di intossicazione e bioaccumulo. - Fotografie e riprese nei siti di rifugio o lungo i corridoi di volo dei chirotteri: la fotografia e la ripresa (anche se con trappole IR) è un potenziale disturbo alle colonie e agli esemplari, va dunque valutata con attenzione la sua finalità, la metodica e l epoca,... - Catastrofi naturali (generico): crollo di siti ipogei (gallerie, rifugi bellici, edifici, ) dovuti a varie ragioni come anche ondate eccezionali di maltempo possono localmente distruggere o danneggiare fortemente colonie di chirotteri di importanza comunitaria. - Introduzione di malattie (per specie animali): alcune malattie possono colpire popolazioni/specie di chirotteri rimaste fino ad oggi indenni. In Europa è comparsa la sindrome del naso bianco (White Nose Sindrome, WSN), oltre alla problematica sanitaria rappresentata dalla rabbia, mai riscontrata nel nostro paese che comunque non può ritenersi indenne dal potenziale problema. Tale malattia ha il principale risvolto sulla salute pubblica e l opinione pubblica. - Clima culturale : la chirotterofauna risente negativamente dei diffusi pregiudizi e di paure irrazionali, cause profonde della difficile convivenza con l uomo. Analogamente risente della scarsa cultura naturalistica e dell ignoranza sui temi della conservazione dei pipistrelli. E necessaria la periodica manutenzione della vegetazione presso l ingresso per evitarne la chiusura. E necessaria la periodica manutenzione con rimozione dei detriti. Minaccia persistente. Minaccia persistente. Minaccia persistente. Grazie all installazione del cancello è ora possibile gestire l accesso e quindi l afflusso di persone alla cavità. Non è più possibile accedere al sito se privi di chiave. La presenza del cancello consente di impedire e/o limitare la fruizione a tale cavità nei periodi in cui i Chirotteri sono più sensibili al disturbo. Minaccia persistente in quanto dovuta a fenomeni naturali. Grazie all installazione del cancello è ora possibile gestire l accesso e quindi l afflusso di persone alla cavità. Non è più possibile accedere al sito se privi di chiave. La presenza del cancello consente di impedire e/o limitare la fruizione a tale cavità nei periodi in cui i Chirotteri sono più sensibili al disturbo ed è inoltre possibile far attuare protocolli preventivi per evitare la diffusione di malattie. Minaccia persistente nonostante la notevole attività di sensibilizzazione svolta nell ambito del progetto. Considerazioni e indicazioni gestionali: Il cancello è permeabile al flusso della fauna troglofila, ma persistono alcune criticità che determinano la continua necessità di effettuare manutenzione alla struttura installata per mantenere libero il passaggio e l accesso. Come già indicato, durante i rilievi è stato necessario tagliare la 170

171 vegetazione rigogliosa sviluppatasi davanti all ingresso 2 della Grotta della Befana, per poter raggiungere la struttura e renderla transitabile anche dagli animali. E quindi fondamentale: Evitare l occlusione dell ingresso da materiali di trasporto solido (detriti di frana dovuta alla naturale instabilità della roccia, materiale fangoso, massi, ciottoli e detriti vegetali quali tronchi d albero, rami, ecc ) con periodici controlli ed azioni di manutenzione. Evitare la distruzione/occlusione dei corridoi di volo utilizzati dai chirotteri in uscita dalla cavità e/o come area di foraggiamento (creazione di barriere, taglio della vegetazione che occlude l ingresso, ecc ). Monitorare nei prossimi anni l eventuale impatto delle strutture installate a protezione della grotta sulla chirotterofauna del sito: impatti, frequenza di entrata/uscita, abbandono, modifica dell utilizzo della cavità, ecc... Monitorare negli anni la stabilità e sicurezza del roost. Data la chirotterofauna frequentante la Grotta della Befana ed il diversificato utilizzo della cavità nei vari periodi dell anno è necessario controllare e regolamentare gli accessi alla cavità: L ingresso alla cavità deve essere consentito solo se accompagnati dal personale del gruppo speleologico di riferimento per l area in cui è sita la grotta. E necessario vietare/limitare l accesso alla cavità nel periodo invernale (novembre-febbraio), se non per scopi scientifici e/o di monitoraggio. E necessario vietare/limitare l accesso alla cavità nel periodo estivo (giugno-agosto) qualora venga segnalata la presenza di nursery, se non per scopi scientifici e/o di monitoraggio. In caso di frequentazione della cavità nei periodi sensibili per i chirotteri, è necessario valutare attentamente i percorsi ipogei per evitare la perturbazione delle colonie ed adottare tutte le più moderne indicazioni e strumentazioni per mitigare il disturbo arrecato. Evitare il disturbo diretto con riprese fotografiche, uso di flash, lampade e altri dispositivi d illuminazione utilizzando dispositivi con luce IR. Seguire il protocollo per la prevenzione della WNS (White Nose Syndrome) ed in generale adottare le principali misure per la prevenzione delle patologie infettive a carico dei chirotteri. Svolgere il monitoraggio delle patologie infettive nelle colonie di chirotteri. Sensibilizzare il mondo speleologico sui temi della conservazione e tutela dei chirotteri. E inoltre necessario: Evitare interventi che facilitano l accesso al sito come la creazione di sentieri e piste nei pressi della cavità. Controllare la fruizione nell area in prossimità degli ingressi della cavità. Controllare e prevenire gli atti vandalici. Prevenire l inquinamento delle acque e del suolo nei pressi della cavità. Elaborare le indicazioni gestionali volte a mantenere e incrementare la biodiversità e favorevoli alla fauna minore e all entomofauna (mantenimento di alberi cavitati in piedi, legname a terra, mantenimento di una struttura diversificata, ecc...). Incentivare le pratiche agricole estensive, privilegiando l agricoltura biologica. Conservare le formazioni forestali diversificate e connesse tra loro. 171

172 Riqualificazione dell agroecosistema tramite il mantenimento e ripristino degli elementi del paesaggio agrario tradizionale (siepi, filari, fossi, banchine inerbite, maceri e specchi d acqua, ). Monitorare degli inquinanti bioaccumulabili. ER RA Grotta Grande dei Crivellari SIC di appartenenza: SIC-ZPS IT Vena del Gesso Romagnola Comune: Riolo Terme Località: I Crivellari Proprietà dell ingresso: Proprietà privata. Descrizione della cavità: La Grotta Grande dei Crivellari è una cavità di media importanza speleologica che ha uno sviluppo reale di 589 m ed un dislivello totale di 82 m (Fig. 6.71). L ingresso si apre sul fondo di una piccola dolina (Foto 6.72), alla base di una parete rocciosa, che si trova a breve distanza da Via Caduti di Crivellari. La cavità è caratterizzata dal susseguirsi di pozzi e cunicoli fangosi e nella parte più profonda, attiva, scorre un rigagnolo e vi si trovano alcune interessanti concrezioni. Figura 6.71: Rilievo cartografico speleologico della Grotta Grande dei Crivellari (ER RA 398). Descrizione della chiusura: Il cancello posizionato, nell ambito del Progetto Life+, è costituito da una cornice metallica, infissa chimicamente alla roccia e che copre per intero la luce di accesso alla cavità, su cui è incernierato il cancello. La struttura è realizzata con barre d acciaio ed è caratterizzata da elementi orizzontali ben distanziati fra loro per lasciare libera la potenziale traiettoria di volo degli animali (Fig. 6.73). La scelta di proteggere la Grotta Grande dei Crivellari è stata presa in corso d opera, vista la sua vicinanza alla strada ed ai possibili rischi legati alla frequentazione antropica. La chiusura della Grotta Grande dei Crivellari è stata installata nell autunno del 2012 ad opera dei volontari del Gruppo Speleologico Ambientalista Ravenna (GSAR). 172

173 Con l indagine svolta nel post operam si vuole verificare la funzionalità e bontà dell intervento effettuato, per evitare ripercussioni negative sulla chirotterofauna frequentante la cavità in questione. Si è, inoltre, cercato di approfondire la conoscenza relativa a tale cavità per ciò che riguarda la chirotterofauna, infatti, in fase ante operam, le attività d indagine sono state svolte solo verso la fine del periodo indicato dal programma operativo (anno 2011). Figura 6.72: Dolina di ingresso alla Grotta Grande dei Crivellari (ER RA 398) (Foto Archivio GSAR). Figura 6.73: Chiusura di Grotta Grande dei Crivellari (ER RA 398) installata nell ambito del Progetto Life+ (Foto estrapolata dalla ripresa video IR fatta da F. Grazioli). Chirotteri: Dalle indagini svolte nel corso del Progetto, applicando le varie tecniche di monitoraggio previste dal protocollo operativo, la cavità e l area limitrofa ad essa risultano frequentate dalle seguenti specie di Chirotteri: 173

174 Specie della Regione Emilia-Romagna Ante operam Post operam Rhinolophus euryale Blasius,1853 Rhinolophus ferrumequinum (Schreber, 1774) Rhinolophus hipposideros (Bechstein, 1800) Barbastella barbastellus (Schreber, 1774) Eptesicus serotinus / Nyctalus leisleri Eptesicus serotinus (Schreber, 1774) Hypsugo savii (Bonaparte, 1837) Myotis spp. Myotis bechsteinii (Kuhl, 1817) Myotis blythii (Thomes, 1857) Myotis capaccinii (Bonaparte,1837) Myotis daubentonii (Kuhl, 1817) Myotis emarginatus (E.Geoffroy, 1806) Myotis myotis (Borkhausen,1797) Myotis mystacinus (Kuhl, 1817) Myotis nattereri (Kuhl, 1817) Nyctalus lasiopterus (Schreber, 1780) Nyctalus leisleri (Kuhl, 1817) Nyctalus noctula (Schreber, 1774) Pipistrellus kuhlii (Kuhl, 1817) Pipistrellus nathusii (Keyserling et Blasius, 1839) Pipistrellus pipistrellus (Schreber, 1774) Pipistrellus pygmaeus (Leach, 1825) Plecotus spp. Plecotus auritus (Linnaeus, 1758) Plecotus austriacus (Fischer, 1829) Miniopterus schreibersii (Kuhl, 1817) Tadarida teniotis (Rafinesque, 1814) Le attività d indagine confermano la composizione specifica della chirotterofauna che frequenta la cavità ipogea rilevata prima dello svolgimento dei lavori. Fa eccezione solo il gruppo Myotis spp., ma si tratta di specie molto elusive e di difficile individuazione durante i rilevamenti diretti, date le loro abitudini fessuricole in ambiente ipogeo. In fase ante operam, il gruppo Myotis spp. è stato rilevato tramite l utilizzo del bat-detector, con solo pochi contatti nel mese di agosto. Si può, quindi, presumere una presenza sporadica di tale gruppo tassonomico presso la cavità Grotta grande dei Crivellari. La nuova segnalazione di Eptesicus serotinus / Nyctalus leisleri per l area indagata è, molto probabilmente, dovuta alla presenza di esemplari di passaggio nell ambiente circostante l ingresso della cavità e rilevati con il bat-detector. In particolare, è stato svolto un rilevamento bioacustico (Tab. 6.42), a metà agosto 2014, e, verso la fine del mese, è stata installata la videocamera IR per circa 2 ore di tempo. 174

175 Tabella 6.42: Risultati dell indagine bioacustica svolta in fase ante e post operam presso l ingresso della Grotta Grande dei Crivellari. Specie individuate Ante operam [indice di attività (passaggi/h)] Agosto 2011 Ottobre 2011 Post operam [indice di attività (passaggi/h)] Agosto 2014 Eptesicus serotinus /Nyctalus leislerii 1.00 Myotis sp Rhinolophus ferrumequinum Rhinolophus hipposideros La forte differenza fra l attività dei chirotteri registrata nelle due fasi del Progetto è sicuramente dovuta all utilizzo di due differenti modelli di bat-detector. I rilevamenti in fase di ante operam sono stati effettuati con un D240 collegato ad un registratore digitale; con tale strumento il tempo in cui il bat-detector è effettivamente operante è ridotto in quanto durante la fase di output non è possibile acquisire ed elaborare nessun altro segnale. Nel post operam, invece, è stato utilizzato un D1000 in cui è stato impostato l auto-salvataggio dei files, ciò ha notevolmente ridotto la perdita di tempo legata alla registrazione dei suoni trasformati con l espansione temporale ed ha quindi consentito di rilevare un maggior numero di passaggi. La Grotta Grande dei Crivellari viene utilizzata sia durante le fasi di svernamento, periodo dell anno in cui si riscontrano alcune decine di Rinolofidi, che come rifugio estivo. Tuttavia, i quantitativi rilevati sono abbastanza esigui e per tale motivo, non si è proceduto a svolgere il controllo diretto nel periodo invernale 2014/2015 (Tab. 6.43). Tabella 6.43: Risultati dei rilevamenti diretti svolti in fase ante e post operam presso la Grotta Grande dei Crivellari. Specie osservate nei rilevamenti diretti Ante operam (numero esemplari) Estate 2011 Inverno 2011/12 Post operam (numero esemplari) Inverno 2013/14 Inverno 2014/15 Rhinolophus ferrumequinum (Schreber, 1774) ND 1 NR NR Rhinolophus hipposideros (Bechstein, 1800) ND 24 NR NR Dall analisi del filmato della durata di circa 2 ore, realizzato a fine agosto 2014 con una videocamera IR, si comprende che la struttura installata risulta permeabile al transito dei chirotteri ed assolve alla funzione di proteggere l ambiente ipogeo in questione. Tuttavia, sono stati osservati pochi eventi di transito (2 uscite e 2 entrate), tutti effettuati, senza difficoltà, attraverso la feritoia orizzontale superiore del cancello. Questa scarsa attività registrata nel filmato non conferma le osservazioni fatte, poche settimane prima, durante l indagine bioacustica, in cui è stato notato un continuo andirivieni di animali. Tale differenza potrebbe essere dovuta alle variabili condizioni meteorologiche che hanno caratterizzato l estate Si consiglia, quindi, di continuare a monitorare la Grotta Grande dei Crivellari, nella speranza di una maggiore occupazione del rifugio da parte dei chirotteri, per una verifica della funzionalità e permeabilità del cancello in caso di maggiori flussi. 175

176 Minacce presenti: Minacce specifiche rilevate in Ante Operam [minacce riferite a tutte le specie] - Distruzione e perturbazione habitat per specie troglofile: la minaccia si concretizza nella distruzione di affioramenti rocciosi in cui sono presenti fenomeni carsici che ospitano colonie di pipistrelli troglofili ovvero dalla distruzione di siti ipogei artificiali (cave in galleria, miniere, cantine,...) e naturali, spesso con la volontaria chiusura degli accessi per ragioni di sicurezza; il disturbo può derivare anche dalla pratica speleologica e, soprattutto dalla frequentazione occasionale e dalla turisticizzazione dei siti ipogei naturali e artificiali. - Afflusso antropico presso l ingresso: la frequentazione da parte dell uomo dell area presso l ingresso del roost può causare disturbo ai chirotteri soprattutto nella fase di attività. - Alpinismo, scalate, speleologia: la speleologia e in minore misura la pratica di arrampicare in siti rocciosi possono disturbare colonie in riproduzione o svernamento. Il fenomeno è particolarmente impattante nei siti ipogei con nursery. - Miglior accesso ai siti: interventi che facilitano l accessibilità a siti poco protetti (ad es. grotte, rifugi bellici, ponti, gallerie, manufatti idraulici,...) in cui sono presenti colonie di pipistrelli, possono favorire anche se involontariamente il disturbo fino a determinarne l abbandono. - Evoluzione della biocenosi (processi naturali): occlusione dei corridoi di volo che conducono agli ingressi delle cavità di rifugio. - Occlusione naturale: occlusione dell ingresso del roost da parte di materiale si trasporto solido derivante da smottamenti o da attività antropica. - Coltivazione: specifico per colture intensive. Può portare ad eccessiva semplificazione del sistema ed inquinamento diffuso. - Gestione forestale: la gestione forestale può essere non favorevole ai chirotteri forestali che utilizzano il bosco come ambiente di rifugio e/o habitat di caccia. - Inquinamento (acqua, suolo, aria)-abbandono di materiali: riduce la quantità delle prede per varie specie di chirotteri e può dare luogo a fenomeni di intossicazione e bioaccumulo. Minacce specifiche rilevate in Post Operam [minacce riferite a tutte le specie] Grazie all installazione del cancello è ora possibile gestire l accesso e quindi l afflusso di persone alla cavità. Non è più possibile accedere al sito se privi di chiave. La presenza del cancello consente di impedire e/o limitare la fruizione a tale cavità nei periodi in cui i Chirotteri sono più sensibili al disturbo. Minaccia persistente, in quanto la cavità è facilmente raggiungibile dalla strada asfaltata. Grazie all installazione del cancello è ora possibile gestire l accesso e quindi l afflusso di persone alla cavità. Non è più possibile accedere al sito se privi di chiave. La presenza del cancello consente di impedire e/o limitare la fruizione a tale cavità nei periodi in cui i Chirotteri sono più sensibili al disturbo. Grazie all installazione del cancello è ora possibile gestire l accesso e quindi l afflusso di persone alla cavità. Non è più possibile accedere al sito se privi di chiave. La presenza del cancello consente di impedire e/o limitare la fruizione a tale cavità nei periodi in cui i Chirotteri sono più sensibili al disturbo. E necessaria la periodica manutenzione della vegetazione presso l ingresso per evitarne la chiusura. E necessaria la periodica manutenzione con rimozione dei detriti. Minaccia persistente. Minaccia persistente. Minaccia persistente. 176

177 - Fotografie e riprese nei siti di rifugio o lungo i corridoi di volo dei chirotteri: la fotografia e la ripresa (anche se con trappole IR) è un potenziale disturbo alle colonie e agli esemplari, va dunque valutata con attenzione la sua finalità, la metodica e l epoca,... - Catastrofi naturali (generico): crollo di siti ipogei (gallerie, rifugi bellici, edifici, ) dovuti a varie ragioni come anche ondate eccezionali di maltempo possono localmente distruggere o danneggiare fortemente colonie di chirotteri di importanza comunitaria. - Introduzione di malattie (per specie animali): alcune malattie possono colpire popolazioni/specie di chirotteri rimaste fino ad oggi indenni. In Europa è comparsa la sindrome del naso bianco (White Nose Syndrome, WNS), oltre alla problematica sanitaria rappresentata dalla rabbia, mai riscontrata nel nostro paese che comunque non può ritenersi indenne dal potenziale problema. Tale malattia ha il principale risvolto sulla salute pubblica e l opinione pubblica. - Clima culturale : la chirotterofauna risente negativamente dei diffusi pregiudizi e di paure irrazionali, cause profonde della difficile convivenza con l uomo. Analogamente risente della scarsa cultura naturalistica e dell ignoranza sui temi della conservazione dei pipistrelli. Grazie all installazione del cancello è ora possibile gestire l accesso e quindi l afflusso di persone alla cavità. Non è più possibile accedere al sito se privi di chiave. La presenza del cancello consente di impedire e/o limitare la fruizione a tale cavità nei periodi in cui i Chirotteri sono più sensibili al disturbo. Minaccia persistente in quanto dovuta a fenomeni naturali. Grazie all installazione del cancello è ora possibile gestire l accesso e quindi l afflusso di persone alla cavità. Non è più possibile accedere al sito se privi di chiave. La presenza del cancello consente di impedire e/o limitare la fruizione a tale cavità nei periodi in cui i Chirotteri sono più sensibili al disturbo ed è inoltre possibile far attuare protocolli preventivi per evitare la diffusione di malattie. Minaccia persistente nonostante la notevole attività di sensibilizzazione svolta nell ambito del progetto. Considerazioni e indicazioni gestionali: Il cancello è permeabile al flusso della fauna troglofila, ma persistono alcune criticità che determinano la continua necessità di effettuare manutenzione alla struttura installata per mantenere libero il passaggio e l accesso. E quindi fondamentale: Evitare l occlusione dell ingresso da materiali di trasporto solido (detriti di frana dovuta alla naturale instabilità della roccia, materiale fangoso, massi, ciottoli e detriti vegetali quali tronchi d albero, rami, ecc ) con periodici controlli ed azioni di manutenzione. Evitare la distruzione/occlusione dei corridoi di volo utilizzati dai chirotteri in uscita dalla cavità e/o come area di foraggiamento (creazione di barriere, taglio della vegetazione che occlude l ingresso, ecc ). Rimozione della vegetazione che potrebbe bloccare l ingresso alla cavità senza compromettere l utilizzo dei corridoi di volo utilizzati dai chirotteri per accedere al roost (restando al riparo dai predatori). Monitorare nei prossimi anni l eventuale impatto delle strutture installate a protezione della grotta sulla chirotterofauna del sito: impatti, frequenza di entrata/uscita, abbandono, modifica dell utilizzo della cavità, ecc... Monitorare negli anni la stabilità e sicurezza del roost. 177

178 Data la chirotterofauna frequentante la Grotta Grande dei Crivellari ed il diversificato utilizzo della cavità nei vari periodi dell anno è necessario controllare e regolamentare gli accessi alla cavità: L ingresso alla cavità deve essere consentito solo se accompagnati dal personale del gruppo speleologico di riferimento per l area in cui è sita la grotta. E necessario vietare/limitare l accesso alla cavità nel periodo invernale (novembre-febbraio), se non per scopi scientifici e/o di monitoraggio. E necessario vietare/limitare l accesso alla cavità nel periodo estivo (giugno-agosto) qualora venga segnalata la presenza di nursery, se non per scopi scientifici e/o di monitoraggio. In caso di frequentazione della cavità nei periodi sensibili per i chirotteri, è necessario valutare attentamente i percorsi ipogei per evitare la perturbazione delle colonie ed adottare tutte le più moderne indicazioni e strumentazioni per mitigare il disturbo arrecato. Evitare il disturbo diretto con riprese fotografiche, uso di flash, lampade e altri dispositivi d illuminazione utilizzando dispositivi con luce IR. Seguire il protocollo per la prevenzione della WNS (White Nose Syndrome) ed in generale adottare le principali misure per la prevenzione delle patologie infettive a carico dei chirotteri. Svolgere il monitoraggio delle patologie infettive nelle colonie di chirotteri. Sensibilizzare il mondo speleologico sui temi della conservazione e tutela dei chirotteri (potrebbe essere utile posizionare cartelli/pannelli che illustrino lo scopo della misura di protezione installata) E inoltre necessario: Controllare la fruizione nell area in prossimità dell ingresso della cavità. Controllare e prevenire gli atti vandalici. Monitorare e prevenire l inquinamento delle acque e del suolo nei pressi della cavità. Elaborare le indicazioni gestionali volte a mantenere e incrementare la biodiversità e favorevoli alla fauna minore e all entomofauna (mantenimento di alberi cavitati in piedi, legname a terra, mantenimento di una struttura diversificata, ecc...). Incentivare le pratiche agricole estensive, privilegiando l agricoltura biologica. Conservare le formazioni forestali diversificate e connesse tra loro. Riqualificazione dell agroecosistema tramite il mantenimento e ripristino degli elementi del paesaggio agrario tradizionale (siepi, filari, fossi, banchine inerbite, maceri e specchi d acqua, ). Monitorare degli inquinanti bioaccumulabili. ER RA Buca della Madonna SIC di appartenenza: SIC-ZPS IT Vena del Gesso Romagnola Comune: Brisighella Località: Castelnuovo Proprietà dell ingresso: Proprietà privata Descrizione della cavità: Grotta di media importanza speleologica, il cui ingresso, situato sul ciglio della carraia che conduce alla chiesa di Castelnuovo, è già protetto da una grata (Fig. 6.75) che non è idonea al passaggio dei 178

179 chirotteri. La cavità è caratterizzata da pozzetti franosi che conducono ad una grande sala che si dirama in più meandri occlusi da cumuli detritici. La Buca della Madonna presenta uno sviluppo reale di soli 86 m con un dislivello totale di 25 m (Fig. 6.74). Figura 6.74: Rilievo cartografico speleologico della cavità Buca della Madonna (ER-RA 742). Figura 6.75: Vecchia chiusura della Buca della Madonna (ER-RA 742) sostituita nell ambito del Progetto Life+ (Foto archivio Gruppo Speleologico Faentino). Descrizione della chiusura: Il nuovo cancello, posizionato nell ambito del Progetto Life+, è costituito da una cornice, infissa chimicamente alla roccia, che copre per intero l accesso della cavità (Fig. 6.76). L opera, posta a raso rispetto il piano di calpestio, è costituita da tondini metallici saldati tra loro in maniera ravvicinata, onde evitare accidentali cadute e/o ferimenti delle persone che transitano in prossimità dell ingresso. Lungo la linea di volo dei Chirotteri è comunque stata posta una feritoia di dimensioni opportune al transito degli animali. 179

180 La struttura è stata installata nell autunno del 2012 ad opera dei volontari del Gruppo Speleologico Faentino (GSF). Figura 6.76: Nuova chiusura della Buca della Madonna (ER-RA 742) realizzata nell ambito del Progetto Life+ (Foto di F. Grazioli). La chiusura dell ingresso della Buca della Madonna è stata una scelta presa in corso d opera e per tale motivo non è stata svolta l indagine preliminare in fase ante operam. Nonostante l assenza di dati relativi alla chirotterofauna del sito o di note ecologiche di rilievo, è sorta la necessità di rendere accessibile alla fauna la cavità in questione ed allo stesso tempo di mantenere le condizioni di sicurezza per evitare incidenti di origine antropica. Ciò ha fatto sì che si prendesse in esame la sua importanza solamente in un secondo tempo. Con il monitoraggio post operam, svolto nel 2014, si è quindi verificata la funzionalità della chiusura realizzata e si è provveduto a colmare, almeno in parte, la lacunosa conoscenza relativa a tale cavità. Chirotteri: Dalle indagini svolte nel corso del Progetto, applicando le varie tecniche di monitoraggio previste dal protocollo operativo, la cavità e l area limitrofa ad essa risultano frequentate dalle seguenti specie di Chirotteri: 180

181 Specie della Regione Emilia-Romagna Rhinolophus euryale Blasius,1853 Rhinolophus ferrumequinum (Schreber, 1774) Rhinolophus hipposideros (Bechstein, 1800) Barbastella barbastellus (Schreber, 1774) Eptesicus serotinus (Schreber, 1774) Hypsugo savii (Bonaparte, 1837) Myotis spp. Myotis bechsteinii (Kuhl, 1817) Myotis blythii (Thomes, 1857) Myotis capaccinii (Bonaparte,1837) Myotis daubentonii (Kuhl, 1817) Myotis emarginatus (E.Geoffroy, 1806) Myotis myotis (Borkhausen,1797) Myotis mystacinus (Kuhl, 1817) Myotis nattereri (Kuhl, 1817) Nyctalus lasiopterus (Schreber, 1780) Nyctalus leisleri (Kuhl, 1817) Nyctalus noctula (Schreber, 1774) Pipistrellus kuhlii (Kuhl, 1817) Pipistrellus nathusii (Keyserling et Blasius, 1839) Pipistrellus pipistrellus (Schreber, 1774) Pipistrellus pygmaeus (Leach, 1825) Plecotus spp. Plecotus auritus (Linnaeus, 1758) Plecotus austriacus (Fischer, 1829) Miniopterus schreibersii (Kuhl, 1817) Tadarida teniotis (Rafinesque, 1814) Post operam Durante i rilievi estivi ed autunnali, con il bat-detector, sono state censite specie forestali, come la nottola comune (Nyctalus noctula) e specie più antropofile come il serotino comune (Eptesicus serotinus), il pipistrello albolimbato (Pipistrellus kuhlii) ed il pipistrello di Savi (Hypsugo savii). Di quest ultima specie si è anche trovato un individuo appeso ad una delle travi del fabbricato adiacente la chiesa di Castelnuovo (Fig. 6.77). Figura 6.77: Esemplare di Hypsugo savii osservato nei pressi della chiesa di Castelnuovo (Foto di F. Grazioli). 181

182 Riguardo la frequentazione della cavità, i rilievi bioacustici (Tab. 6.44) hanno segnalato unicamente la presenza del ferro di cavallo minore (Rhinolophus hipposideros), dato confermato anche dalle riprese video all infrarosso. Tabella 6.44: Risultati dell indagine bioacustica svolta in fase post operam presso l ingresso della Buca della Madonna. Specie individuate Post operam [indice di attività (passaggi/h)] Luglio 2014 Eptesicus serotinus (Schreber, 1774) 0.46 Hypsugo savii (Bonaparte, 1837) 3.23 Nyctalus noctula (Schreber, 1774) 0.46 Pipistrellus kuhlii (Kuhl, 1817) 0.46 Ottobre 2014 Rhinolophus hipposideros (Bechstein, 1800) Data l esiguità dei dati relativi alla Buca della Madonna si è scelto di svolgere almeno 2 rilevamenti, uno in estate ed il secondo in autunno, per ottenere una panoramica più completa della frequentazione della cavità. Sono state quindi svolte 3 sessioni di registrazione con il bat-detector (2 a luglio e 1 a ottobre) e 2 riprese video con una videocamera IR (a luglio con la realizzazione di 2h e 17 minuti di filmato ed ad ottobre con un video di 1h e 31 minuti di durata). Dall analisi dei filmati, realizzati con una videocamera IR, si comprende che la struttura installata risulta permeabile al transito dei chirotteri ed assolve alla funzione di proteggere l ambiente ipogeo in questione. In particolare, sono stati osservati almeno 2 esemplari uscire e rientrare nella cavità, in entrambe le stagioni, utilizzando sia gli elementi rettangolari che quelli quadrati che compongono la trama del cancello. Nel mese di luglio sono stati registrati 5 eventi di uscita e 3 di entrata, mentre ad ottobre sono stati filmati 3 eventi di uscita e 3 di ingresso. Dalla successione temporale degli eventi registrati si deduce che il numero minimo di esemplari di Ferro di Cavallo minore che frequentano la cavità oggetto di indagine sono 2. Questi attraversano agevolmente le feritoie lasciate nella chiusura. Data l esigua presenza di chirotteri riscontrata nel periodo d indagine, non si è proceduto a svolgere il controllo diretto nel periodo invernale 2014/2015. Inoltre, la Buca della Madonna è prossima all Abisso Primo Peroni (ER RA 627), caratterizzato da un complesso sviluppo, che potrebbe avere condizioni microclimatiche potenzialmente migliori per lo svernamento della chirotterofauna. Si suppone che la vecchia chiusura della cavità ne impedisse l uso da parte dei chirotteri e che quindi la loro scarsa presenza, rilevata durante le indagini, sia anche dovuta alla non conoscenza da parte degli animali di questo nuovo disponibile roost. Si consiglia quindi di continuare a monitorare la cavità, nella speranza di una maggiore occupazione del rifugio da parte dei chirotteri, per una verifica della funzionalità e permeabilità del cancello in caso di maggiori flussi. 182

183 Minacce presenti: Minacce specifiche rilevate in Ante Operam [minacce riferite a tutte le specie] - Chiusure degli accessi alle cavità naturali e artificiali con strutture non bat-compatibili: strutture che impediscono oppure ostacolano il passaggio dei chirotteri, quali reti metalliche, fili di ferro, teli di plastica, posizionate all ingresso, cancelli con barre verticali, griglie a maglia fine, murature piene, filo spinato, ecc e presenza di cavi e fili metallici nelle gallerie lungo possibili corridoi di volo. - Distruzione e perturbazione habitat per specie troglofile: la minaccia si concretizza nella distruzione di affioramenti rocciosi in cui sono presenti fenomeni carsici che ospitano colonie di pipistrelli troglofili ovvero dalla distruzione di siti ipogei artificiali (cave in galleria, miniere, cantine,...) e naturali, spesso con la volontaria chiusura degli accessi per ragioni di sicurezza; il disturbo può derivare anche dalla pratica speleologica e, soprattutto dalla frequentazione occasionale e dalla turisticizzazione dei siti ipogei naturali e artificiali. - Afflusso antropico presso l ingresso: la frequentazione da parte dell uomo dell area presso l ingresso del roost può causare disturbo ai chirotteri soprattutto nella fase di attività. - Alpinismo, scalate, speleologia: la speleologia e in minore misura la pratica di arrampicare in siti rocciosi possono disturbare colonie in riproduzione o svernamento. Il fenomeno è particolarmente impattante nei siti ipogei con nursery. - Miglior accesso ai siti: interventi che facilitano l accessibilità a siti poco protetti (ad es. grotte, rifugi bellici, ponti, gallerie, manufatti idraulici,...) in cui sono presenti colonie di pipistrelli, possono favorire anche se involontariamente il disturbo fino a determinarne l abbandono. - Evoluzione della biocenosi (processi naturali): occlusione dei corridoi di volo che conducono agli ingressi delle cavità di rifugio. - Occlusione naturale: occlusione dell ingresso del roost da parte di materiale si trasporto solido derivante da smottamenti o da attività antropica. - Inquinamento (acqua, suolo, aria)-abbandono di materiali: riduce la quantità delle prede per varie specie di chirotteri e può dare luogo a fenomeni di Minacce specifiche rilevate in Post Operam [minacce riferite a tutte le specie] Grazie al Progetto Life+ è stata installata una chiusura compatibile con il passaggio dei chirotteri. Grazie all installazione del cancello è ora possibile gestire l accesso e quindi l afflusso di persone nella cavità. Non è più possibile accedere al sito se privi di chiave. La presenza del cancello consente di impedire e/o limitare la fruizione a tale cavità nei periodi in cui i Chirotteri sono più sensibili al disturbo. Minaccia persistente, essendo l ingresso della cavità sul ciglio della carraia che conduce alla chiesa di Castelnuovo. Grazie all installazione del cancello è ora possibile gestire l accesso e quindi l afflusso di persone alla cavità. Non è più possibile accedere al sito se privi di chiave. La presenza del cancello consente di impedire e/o limitare la fruizione a tale cavità nei periodi in cui i Chirotteri sono più sensibili al disturbo. Grazie all installazione del cancello è ora possibile gestire l accesso e quindi l afflusso di persone alla cavità. Non è più possibile accedere al sito se privi di chiave. La presenza del cancello consente di impedire e/o limitare la fruizione a tale cavità nei periodi in cui i Chirotteri sono più sensibili al disturbo. E necessaria la periodica manutenzione della vegetazione presso l ingresso per evitarne la chiusura. E necessaria la periodica manutenzione con rimozione dei detriti o altro. Minaccia persistente, essendo l ingresso della cavità sul ciglio della carraia che conduce alla chiesa di Castelnuovo. 183

184 intossicazione e bioaccumulo. - Fotografie e riprese nei siti di rifugio o lungo i corridoi di volo dei chirotteri: la fotografia e la ripresa (anche se con trappole IR) è un potenziale disturbo alle colonie e agli esemplari, va dunque valutata con attenzione la sua finalità, la metodica e l epoca,... - Catastrofi naturali (generico): crollo di siti ipogei (gallerie, rifugi bellici, edifici, ) dovuti a varie ragioni come anche ondate eccezionali di maltempo possono localmente distruggere o danneggiare fortemente colonie di chirotteri di importanza comunitaria. - Introduzione di malattie (per specie animali): alcune malattie possono colpire popolazioni/specie di chirotteri rimaste fino ad oggi indenni. In Europa è comparsa la sindrome del naso bianco (White Nose Syndrome, WNS), oltre alla problematica sanitaria rappresentata dalla rabbia, mai riscontrata nel nostro paese che comunque non può ritenersi indenne dal potenziale problema. Tale malattia ha il principale risvolto sulla salute pubblica e l opinione pubblica. - Clima culturale : la chirotterofauna risente negativamente dei diffusi pregiudizi e di paure irrazionali, cause profonde della difficile convivenza con l uomo. Analogamente risente della scarsa cultura naturalistica e dell ignoranza sui temi della conservazione dei pipistrelli. Grazie all installazione del cancello è ora possibile gestire l accesso e quindi l afflusso di persone alla cavità. Non è più possibile accedere al sito se privi di chiave. La presenza del cancello consente di impedire e/o limitare la fruizione a tale cavità nei periodi in cui i Chirotteri sono più sensibili al disturbo. Minaccia persistente in quanto dovuta a fenomeni naturali. Grazie all installazione del cancello è ora possibile gestire l accesso e quindi l afflusso di persone alla cavità. Non è più possibile accedere al sito se privi di chiave. La presenza del cancello consente di impedire e/o limitare la fruizione a tale cavità nei periodi in cui i Chirotteri sono più sensibili al disturbo ed è inoltre possibile far attuare protocolli preventivi per evitare la diffusione di malattie. Minaccia persistente nonostante la notevole attività di sensibilizzazione svolta nell ambito del progetto. Considerazioni e indicazioni gestionali: Il cancello è permeabile al flusso della fauna troglofila, ma persistono alcune criticità che determinano la continua necessità di effettuare manutenzione alla struttura installata per mantenere libero il passaggio. E quindi fondamentale: Evitare l occlusione dell ingresso da materiali di trasporto solido (detriti di frana dovuta alla naturale instabilità della roccia, materiale fangoso, massi, ciottoli e detriti vegetali quali tronchi d albero, rami, ecc ) con periodici controlli ed azioni di manutenzione. Evitare la distruzione/occlusione dei corridoi di volo utilizzati dai chirotteri in uscita dalla cavità e/o come area di foraggiamento (creazione di barriere, taglio della vegetazione che occlude l ingresso, ecc ). Rimozione della vegetazione che potrebbe bloccare l ingresso alla cavità senza compromettere l utilizzo dei corridoi di volo utilizzati dai chirotteri per accedere al roost (restando al riparo dai predatori). Monitorare nei prossimi anni l eventuale impatto delle strutture installate a protezione della grotta sulla chirotterofauna del sito: impatti, frequenza di entrata/uscita, abbandono, modifica dell utilizzo della cavità, ecc... Monitorare negli anni la stabilità e sicurezza del roost. 184

185 Data la scarsa conoscenza e la possibile variazione nell utilizzo della cavità da parte della chirotterofauna frequentante l area circostante la Buca della Madonna (vista la sua recente ritrovata disponibilità e potenzialità di rifugio) è necessario controllare e regolamentare gli accessi alla cavità: L ingresso alla cavità deve essere consentito solo se accompagnati dal personale del gruppo speleologico di riferimento per l area in cui è sita la grotta. E necessario vietare/limitare l accesso alla cavità nel periodo invernale (novembre-febbraio), qualora vengano segnalati esemplari in svernamento, se non per scopi scientifici e/o di monitoraggio. E necessario vietare/limitare l accesso alla cavità nel periodo estivo (giugno-agosto) qualora venga segnalata la presenza di nursery, se non per scopi scientifici e/o di monitoraggio. In caso di frequentazione della cavità nei periodi sensibili per i chirotteri, è necessario valutare attentamente i percorsi ipogei per evitare la perturbazione delle colonie ed adottare tutte le più moderne indicazioni e strumentazioni per mitigare il disturbo arrecato. Evitare il disturbo diretto con riprese fotografiche, uso di flash, lampade e altri dispositivi d illuminazione utilizzando dispositivi con luce IR. Seguire il protocollo per la prevenzione della WNS (White Nose Syndrome) ed in generale adottare le principali misure per la prevenzione delle patologie infettive a carico dei chirotteri. Svolgere il monitoraggio delle patologie infettive nelle colonie di chirotteri. Sensibilizzare il mondo speleologico ed il pubblico sui temi della conservazione e tutela dei chirotteri (potrebbe essere utile posizionare cartelli/pannelli che illustrino lo scopo della misura di protezione installata). E inoltre necessario: Controllare la fruizione nell area in prossimità dell ingresso della cavità. Controllare e prevenire gli atti vandalici. Prevenire l inquinamento delle acque e del suolo nei pressi della cavità. Incentivare le pratiche agricole estensive, privilegiando l agricoltura biologica. Conservare le formazioni forestali diversificate e connesse tra loro. Monitorare degli inquinanti bioaccumulabili. ER RA Grotta I di Ca Boschetti SIC di appartenenza: SIC-ZPS IT Vena del Gesso Romagnola Comune: Riolo Terme Località: Borgo Rivola Proprietà dell ingresso: Proprietà privata Descrizione della cavità: La Grotta I di Ca Boschetti è una cavità di media importanza speleologica ed è collegata idrologicamente alla Grotta II di Ca Boschetti (ER-RA 383), alla Risorgente a nord-ovest di Ca Boschetti (ER-RA 538) ed alla Buca Romagna (ER-RA 734) (Fig. 6.78). Inoltre, presenta 3 differenti ingressi, fra loro vicini, a quota 130, 136 e m s.l.m.. La Grotta I di Ca Boschetti ha 185

186 uno sviluppo reale di 800 m ed un dislivello totale di 38.5 m. L ingresso principale si apre a breve distanza da Via Caduti di Crivellari, all interno di una zona boschiva a margine di un ambiente aperto incolto. Figura 6.78: Rilievo cartografico speleologico della Grotta I di Ca Boschetti (ER RA 382). Descrizione della chiusura: Nell ambito del Progetto Life+ è stato posizionato un cancello di nuova fattura presso l ingresso principale della cavità ed una struttura di recupero presso l ingresso a quota m s.l.m.. La scelta di proteggere la Grotta I di Ca Boschetti è stata presa in corso d opera, vista la sua vicinanza alla strada ed ai possibili rischi legati alla frequentazione antropica. Il cancello posizionato presso l ingresso principale è costituito da una cornice metallica, infissa chimicamente alla roccia e che copre per intero la luce di accesso alla cavità, su cui è incernierato il cancello. La struttura è realizzata in tondino metallico ed è caratterizzata da elementi orizzontali ben distanziati fra loro per lasciare libera la potenziale traiettoria di volo degli animali (Fig. 6.80). La chiusura, posizionata presso l ingresso a quota m s.l.m., è anch essa realizzata in tondino metallico ed è caratterizzata da una griglia a maglie più o meno ampie (Fig. 6.79). Le chiusure della Grotta I di Ca Boschetti sono state installate nell autunno del 2012 ad opera dei volontari del Gruppo Speleologico GAM Mezzano (SGAM). Figura 6.79: Volontario del Gruppo Speleologico GAM Mezzano al lavoro presso la Grotta I di Ca Boschetti (ER RA 382) (Foto archivio SGAM). 186

187 Con l indagine svolta nel post operam si vuole verificare la funzionalità e bontà dell intervento effettuato, per evitare ripercussioni negative sulla chirotterofauna frequentante la cavità in questione. Si è, inoltre, cercato di colmare la lacunosa conoscenza relativa a tale cavità per ciò che riguarda la chirotterofauna, infatti, in fase ante operam, le attività d indagine sono state svolte solo verso la fine del periodo indicato dal programma operativo e, nello specifico, è stato svolto un unico sopralluogo in grotta per il controllo degli svernanti. Figura 6.80: Chiusura dell ingresso principale di Grotta I di Ca Boschetti (ER RA 382) installata nell ambito del Progetto Life+ (Foto estrapolata dalla ripresa video IR fatta da F. Grazioli). Chirotteri: Dalle indagini svolte nel corso del Progetto, applicando le varie tecniche di monitoraggio previste dal protocollo operativo, la cavità e l area limitrofa ad essa risultano frequentate dalle seguenti specie di Chirotteri: Specie della Regione Emilia-Romagna Ante operam Post operam Rhinolophus euryale Blasius,1853 Rhinolophus ferrumequinum (Schreber, 1774) Rhinolophus hipposideros (Bechstein, 1800) Barbastella barbastellus (Schreber, 1774) Eptesicus serotinus / Nyctalus leisleri Eptesicus serotinus (Schreber, 1774) Hypsugo savii (Bonaparte, 1837) Myotis spp. Myotis bechsteinii (Kuhl, 1817) Myotis blythii (Thomes, 1857) Myotis capaccinii (Bonaparte,1837) Myotis daubentonii (Kuhl, 1817) Myotis emarginatus (E.Geoffroy, 1806) 187

188 Myotis myotis (Borkhausen,1797) Myotis mystacinus (Kuhl, 1817) Myotis nattereri (Kuhl, 1817) Nyctalus lasiopterus (Schreber, 1780) Nyctalus leisleri (Kuhl, 1817) Nyctalus noctula (Schreber, 1774) Pipistrellus kuhlii (Kuhl, 1817) Pipistrellus nathusii (Keyserling et Blasius, 1839) Pipistrellus pipistrellus (Schreber, 1774) Pipistrellus pygmaeus (Leach, 1825) Plecotus spp. Plecotus auritus (Linnaeus, 1758) Plecotus austriacus (Fischer, 1829) Miniopterus schreibersii (Kuhl, 1817) Tadarida teniotis (Rafinesque, 1814) L indagine bioacustica, svolta in fase di post operam, rileva un maggior numero di specie frequentanti l area circostante la cavità ipogea, tuttavia non conferma la presenza di Rhinolophus ferrumequinum contattata prima dello svolgimento dei lavori. Il dato relativo al Ferro di Cavallo maggiore risale al periodo invernale e si tratta di una presenza sporadica della specie. Si può quindi ipotizzare che la presenza di Rhinolophus ferrumequinum presso la Grotta I di Ca Boschetti sia principalmente legata alla fase di svernamento e che nel periodo estivo utilizzi le altre numerose grotte site nelle vicinanze o utilizzi uno degli altri ingressi che caratterizzano la cavità indagata. Molto probabilmente Eptesicus serotinus / Nyctalus leisleri, Miniopterus schreibersii, Pipistrellus kuhlii e Pipistrellus pipistrellus sono esemplari di passaggio nell ambiente circostante l ingresso della cavità indagata e rilevati con il bat-detector. Per quanto riguarda il Miniottero si suppone che si tratti di esemplari provenienti dalla grande colonia presente presso la cava di gesso di Monte Tondo, situata a poca distanza dall area indagata. In particolare, è stato svolto un rilevamento bioacustico (Tab. 6.45), ad agosto 2014, e, contestualmente, è stata installata la videocamera IR per una durata di oltre 2 ore e mezza. Tabella 6.45: Risultati dell indagine bioacustica svolta in fase post operam presso l ingresso della Grotta I di Ca Boschetti. Specie individuate Post operam [indice di attività (passaggi/h)] Agosto 2014 Eptesicus serotinus /Nyctalus leislerii 2.77 Miniopterus schreibersii Myotis spp Pipistrellus kuhlii 1.85 Pipistrellus pipistrellus 4.62 Rhinolophus hipposideros

189 L attività dei Chirotteri, rilevata con il bat-detector presso l ingresso di Grotta I di Ca Boschetti, è data principalmente da Rhinolophus hipposideros e, in misura minore, da Myotis spp.. Purtroppo, non è possibile confrontare i dati raccolti, con quelli relativi alla fase di ante operam, in quanto tale tipologia d indagine non è stata svolta. Si ricorda che Grotta I di Ca Boschetti è stata inserita fra le cavità oggetto dell Azione C1 del Progetto in fase avanzata dell indagine preliminare. La Grotta I di Ca Boschetti viene utilizzata sia durante le fasi di svernamento, periodo dell anno in cui si riscontrano una decina di Rinolofidi, che come rifugio estivo. Tuttavia, i quantitativi rilevati sono abbastanza esigui e per tale motivo, non si è proceduto a svolgere il controllo diretto nel periodo invernale 2014/2015 (Tab. 6.46). Tabella 6.46: Risultati dei rilevamenti diretti svolti in fase ante e post operam presso la Grotta I di Ca Boschetti. Specie osservate nei rilevamenti diretti Ante operam (numero esemplari) Inverno 2011/12 Post operam (numero esemplari) Inverno 2013/14 Inverno 2014/15 Rhinolophus ferrumequinum (Schreber, 1774) 3 NR NR Rhinolophus hipposideros (Bechstein, 1800) 11 NR NR Dall analisi del filmato, realizzato con una videocamera IR, si comprende che la struttura installata risulta permeabile al transito dei chirotteri ed assolve alla funzione di proteggere l ambiente ipogeo in questione. Sono stati osservati almeno 5 esemplari e nello specifico sono stati registrati 6 eventi di uscita e 2 di entrata in oltre 2 ore e mezza di filmato. Questi pochi esemplari non mostrano alcuna difficoltà nell attraversare la struttura e solo un singolo individuo ha effettuato alcuni tentativi prima di oltrepassare il cancello per rientrare nella cavità. Si consiglia di continuare a monitorare la Grotta I di Ca Boschetti, nella speranza di una maggiore occupazione del rifugio da parte dei chirotteri, per una verifica della funzionalità e permeabilità del cancello in caso di maggiori flussi. Minacce presenti: Minacce specifiche rilevate in Ante Operam [minacce riferite a tutte le specie] - Distruzione e perturbazione habitat per specie troglofile: la minaccia si concretizza nella distruzione di affioramenti rocciosi in cui sono presenti fenomeni carsici che ospitano colonie di pipistrelli troglofili ovvero dalla distruzione di siti ipogei artificiali (cave in galleria, miniere, cantine,...) e naturali, spesso con la volontaria chiusura degli accessi per ragioni di sicurezza; il disturbo può derivare anche dalla pratica speleologica e, soprattutto dalla frequentazione occasionale e dalla turisticizzazione dei siti ipogei naturali e artificiali. - Afflusso antropico presso l ingresso: la frequentazione da parte dell uomo dell area presso l ingresso del roost può causare disturbo ai chirotteri Minacce specifiche rilevate in Post Operam [minacce riferite a tutte le specie] La minaccia persiste in quanto la cavità presenta numerosi accessi, tuttavia, grazie all installazione del cancello è ora possibile gestire l ingresso e quindi l afflusso di persone non competenti alla cavità. Non è più possibile accedere da tale ingresso se privi di chiave. La presenza del cancello consente di impedire e/o limitare la fruizione a tale cavità nei periodi in cui i Chirotteri sono più sensibili al disturbo. Minaccia persistente, in quanto la cavità si apre in prossimità di una strada asfaltata. 189

190 soprattutto nella fase di attività. - Alpinismo, scalate, speleologia: la speleologia e in minore misura la pratica di arrampicare in siti rocciosi possono disturbare colonie in riproduzione o svernamento. Il fenomeno è particolarmente impattante nei siti ipogei con nursery. - Miglior accesso ai siti: interventi che facilitano l accessibilità a siti poco protetti (ad es. grotte, rifugi bellici, ponti, gallerie, manufatti idraulici,...) in cui sono presenti colonie di pipistrelli, possono favorire anche se involontariamente il disturbo fino a determinarne l abbandono. - Evoluzione della biocenosi (processi naturali): occlusione dei corridoi di volo che conducono agli ingressi delle cavità di rifugio. - Occlusione naturale: occlusione dell ingresso del roost da parte di materiale si trasporto solido derivante da smottamenti o da attività antropica. - Coltivazione: specifico per colture intensive. Può portare ad eccessiva semplificazione del sistema ed inquinamento diffuso. - Gestione forestale: la gestione forestale può essere non favorevole ai chirotteri forestali che utilizzano il bosco come ambiente di rifugio e/o habitat di caccia. - Inquinamento (acqua, suolo, aria)-abbandono di materiali: riduce la quantità delle prede per varie specie di chirotteri e può dare luogo a fenomeni di intossicazione e bioaccumulo. - Fotografie e riprese nei siti di rifugio o lungo i corridoi di volo dei chirotteri: la fotografia e la ripresa (anche se con trappole IR) è un potenziale disturbo alle colonie e agli esemplari, va dunque valutata con attenzione la sua finalità, la metodica e l epoca,... - Catastrofi naturali (generico): crollo di siti ipogei (gallerie, rifugi bellici, edifici, ) dovuti a varie La minaccia persiste in quanto la cavità presenta numerosi accessi, tuttavia, grazie all installazione del cancello è ora possibile gestire l ingresso e quindi l afflusso di persone non competenti alla cavità. Non è più possibile accedere da tale ingresso se privi di chiave. La presenza del cancello consente di impedire e/o limitare la fruizione a tale cavità nei periodi in cui i Chirotteri sono più sensibili al disturbo. La minaccia persiste in quanto la cavità presenta numerosi accessi, tuttavia, grazie all installazione del cancello è ora possibile gestire l ingresso e quindi l afflusso di persone non competenti alla cavità. Non è più possibile accedere da tale ingresso se privi di chiave. La presenza del cancello consente di impedire e/o limitare la fruizione a tale cavità nei periodi in cui i Chirotteri sono più sensibili al disturbo. E necessaria la periodica manutenzione della vegetazione presso l ingresso per evitarne la chiusura. E necessaria la periodica manutenzione con rimozione dei detriti. Minaccia persistente. Minaccia persistente. Minaccia persistente. La minaccia persiste in quanto la cavità presenta numerosi accessi, tuttavia, grazie all installazione del cancello è ora possibile gestire l ingresso e quindi l afflusso di persone non competenti alla cavità. Non è più possibile accedere da tale ingresso se privi di chiave. La presenza del cancello consente di impedire e/o limitare la fruizione a tale cavità nei periodi in cui i Chirotteri sono più sensibili al disturbo. Minaccia persistente in quanto dovuta a fenomeni naturali. 190

191 ragioni come anche ondate eccezionali di maltempo possono localmente distruggere o danneggiare fortemente colonie di chirotteri di importanza comunitaria. - Introduzione di malattie (per specie animali): alcune malattie possono colpire popolazioni/specie di chirotteri rimaste fino ad oggi indenni. In Europa è comparsa la sindrome del naso bianco (White Nose Syndrome, WNS), oltre alla problematica sanitaria rappresentata dalla rabbia, mai riscontrata nel nostro paese che comunque non può ritenersi indenne dal potenziale problema. Tale malattia ha il principale risvolto sulla salute pubblica e l opinione pubblica. - Clima culturale : la chirotterofauna risente negativamente dei diffusi pregiudizi e di paure irrazionali, cause profonde della difficile convivenza con l uomo. Analogamente risente della scarsa cultura naturalistica e dell ignoranza sui temi della conservazione dei pipistrelli. La minaccia persiste in quanto la cavità presenta numerosi accessi, tuttavia, grazie all installazione del cancello è ora possibile gestire l ingresso e quindi l afflusso di persone alla cavità. Non è più possibile accedere al sito se privi di chiave. La presenza del cancello consente di impedire e/o limitare la fruizione a tale cavità nei periodi in cui i Chirotteri sono più sensibili al disturbo ed è inoltre possibile far attuare protocolli preventivi per evitare la diffusione di malattie. Minaccia persistente nonostante la notevole attività di sensibilizzazione svolta nell ambito del progetto. Considerazioni e indicazioni gestionali: Il cancello è permeabile al flusso della fauna troglofila, ma persistono alcune criticità che determinano la continua necessità di effettuare manutenzione alla struttura installata per mantenere libero il passaggio e l accesso. E quindi fondamentale: Evitare l occlusione dell ingresso da materiali di trasporto solido (detriti di frana dovuta alla naturale instabilità della roccia, materiale fangoso, massi, ciottoli e detriti vegetali quali tronchi d albero, rami, ecc ) con periodici controlli ed azioni di manutenzione. Evitare la distruzione/occlusione dei corridoi di volo utilizzati dai chirotteri in uscita dalla cavità e/o come area di foraggiamento (creazione di barriere, taglio della vegetazione che occlude l ingresso, ecc ). Rimozione della vegetazione che potrebbe bloccare l ingresso alla cavità senza compromettere l utilizzo dei corridoi di volo utilizzati dai chirotteri per accedere al roost (restando al riparo dai predatori). Monitorare nei prossimi anni l eventuale impatto delle strutture installate a protezione della grotta sulla chirotterofauna del sito: impatti, frequenza di entrata/uscita, abbandono, modifica dell utilizzo della cavità, ecc... Monitorare negli anni la stabilità e sicurezza del roost. Data la chirotterofauna frequentante la Grotta I di Ca Boschetti ed il diversificato utilizzo della cavità nei vari periodi dell anno è necessario controllare e regolamentare gli accessi alla cavità: L ingresso alla cavità deve essere consentito solo se accompagnati dal personale del gruppo speleologico di riferimento per l area in cui è sita la grotta. E necessario vietare/limitare l accesso alla cavità nel periodo invernale (novembre-febbraio), se non per scopi scientifici e/o di monitoraggio. 191

192 E necessario vietare/limitare l accesso alla cavità nel periodo estivo (giugno-agosto) qualora venga segnalata la presenza di nursery, se non per scopi scientifici e/o di monitoraggio. In caso di frequentazione della cavità nei periodi sensibili per i chirotteri, è necessario valutare attentamente i percorsi ipogei per evitare la perturbazione delle colonie ed adottare tutte le più moderne indicazioni e strumentazioni per mitigare il disturbo arrecato. Evitare il disturbo diretto con riprese fotografiche, uso di flash, lampade e altri dispositivi d illuminazione utilizzando dispositivi con luce IR. Seguire il protocollo per la prevenzione della WNS (White Nose Syndrome) ed in generale adottare le principali misure per la prevenzione delle patologie infettive a carico dei chirotteri. Svolgere il monitoraggio delle patologie infettive nelle colonie di chirotteri. Sensibilizzare il mondo speleologico sui temi della conservazione e tutela dei chirotteri visto che la cavità è parzialmente protetta. Gli speleologi hanno, infatti, ancora libero accesso all ipogeo in questione tramite le grotte, non protette da cancelli o altro, collegate al sistema carsico indagato. E inoltre necessario: Controllare la fruizione nell area in prossimità degli ingressi della cavità. Controllare e prevenire gli atti vandalici. Monitorare e prevenire l inquinamento delle acque e del suolo nei pressi della cavità. Elaborare le indicazioni gestionali volte a mantenere e incrementare la biodiversità e favorevoli alla fauna minore e all entomofauna (mantenimento di alberi cavitati in piedi, legname a terra, mantenimento di una struttura diversificata, ecc...). Incentivare le pratiche agricole estensive, privilegiando l agricoltura biologica. Conservare le formazioni forestali diversificate e connesse tra loro. Riqualificazione dell agroecosistema tramite il mantenimento e ripristino degli elementi del paesaggio agrario tradizionale (siepi, filari, fossi, banchine inerbite, maceri e specchi d acqua, ). Monitorare degli inquinanti bioaccumulabili. ER RA Grotta III di Ca Boschetti SIC di appartenenza: SIC-ZPS IT Vena del Gesso Romagnola Comune: Riolo Terme Località: Borgo Rivola Proprietà dell ingresso: Proprietà privata Descrizione della cavità: La Grotta III di Ca Boschetti è una cavità di modesta importanza, con un ridotto sviluppo (circa 50 m in pianta), ed un dislivello totale di 43 m. Il ripido inghiottitoio che domina l accesso alla cavità, che si apre a bordo strada di Via Caduti di Crivellari, è stato utilizzato a più riprese per lo smaltimento di materiale risultante dall attività agricola (anche di origine chimica); oggi bonificato prima dell intervento di chiusura. L ipogeo è costituito da un susseguirsi di brevi salti, pozzetti di origine carsica e cunicoli meandriformi che terminano in frana (Fig. 6.81). 192

193 Figura 6.81: Rilievo cartografico speleologico di Grotta III di Ca Boschetti (ER RA 846). Descrizione della chiusura: Il cancello, posizionato nell ambito del Progetto Life+, è costituito da una cornice metallica, infissa chimicamente alla roccia e che copre per intero la luce di accesso alla cavità, su cui è incernierato il cancello. La struttura è realizzata in tondino metallico ed è caratterizzata da elementi orizzontali ben distanziati fra loro per lasciare libera la potenziale traiettoria di volo degli animali (Fig. 6.83). La chiusura della Grotta III di Ca Boschetti è stata installata nell autunno del 2012 ad opera dei volontari del Gruppo Speleologico Emiliano del Cai di Modena (GSE) (Fig. 6.82). Di fronte all ingresso della cavità sono stati creati dei piccoli terrazzamenti ed è stata posta una bassa recinzione in rete con lo scopo di trattenere il terreno ed altri materiali solidi. Figura 6.82: Volontari del Gruppo Speleologico Emiliano del Cai di Modena al lavoro presso la Grotta III di Ca Boschetti (Foto archivio GSE). 193

194 Figura 6.83: Chiusura di Grotta III di Ca Boschetti installata nell ambito del Progetto Life+ (Foto archivio GSE). Nonostante l assenza di dati relativi alla chirotterofauna del sito o di note ecologiche di rilievo, è sorta la necessità di rendere sicura la cavità in questione, data la sua vicinanza alla strada. Con il monitoraggio post operam, svolto nel 2014, si è quindi verificata la funzionalità della chiusura realizzata e si è cercato di colmare la lacunosa conoscenza relativa a tale cavità per ciò che riguarda la chirotterofauna. Chirotteri: Dalle indagini svolte nel corso del Progetto, applicando le varie tecniche di monitoraggio previste dal protocollo operativo, la cavità non risulta ancora essere frequentata da specie di chirottero. In particolare, sono stati svolti due rilevamenti bioacustici, ad agosto 2014, ed è stata installata la fotocamera IR per una durata di oltre 2 ore. Non sono stati osservati pipistrelli uscire o entrare nell ipogeo indagato, solo alcuni esemplari di ghiro sono stati immortalati nelle fotografie. Per quanto riguarda l indagine bioacustica, sono stati registrati dei richiami di Hypsugo savii provenienti dall ambiente circostante l ingresso della Grotta III di Ca Boschetti. Dato che non sono stati rilevati chirotteri nel periodo estivo, non si è proceduto a svolgere il controllo diretto nel periodo invernale 2014/2015. Tale attività è stata, inoltre, sconsigliata dagli speleologi del Gruppo Speleologico GAM di Mezzano, per via della presenza di sostanze inquinanti all interno, in parte ancora presenti anche dopo l iniziativa Puliamo il buio. Dalla cavità, infatti, 194

195 sale un odore chimico che causa un leggero mal di testa, e quindi si dubita sul possibile utilizzo da parte dei Chirotteri. Si suppone che la Grotta III di Ca Boschetti non sia per ora un potenziale roost disponibile ai chirotteri a causa della presenza di sostanze inquinanti. E comunque possibile che con il tempo il problema si risolva e, quindi, si consiglia di continuare a monitorare la cavità, nella speranza di una futura occupazione del rifugio da parte dei chirotteri, così da poter verificare anche la funzionalità e permeabilità del cancello installato. Minacce presenti: Minacce specifiche rilevate in Ante Operam [minacce riferite a tutte le specie] - Distruzione e perturbazione habitat per specie troglofile: la minaccia si concretizza nella distruzione di affioramenti rocciosi in cui sono presenti fenomeni carsici che ospitano colonie di pipistrelli troglofili ovvero dalla distruzione di siti ipogei artificiali (cave in galleria, miniere, cantine,...) e naturali, spesso con la volontaria chiusura degli accessi per ragioni di sicurezza; il disturbo può derivare anche dalla pratica speleologica e, soprattutto dalla frequentazione occasionale e dalla turisticizzazione dei siti ipogei naturali e artificiali. - Afflusso antropico presso l ingresso: la frequentazione da parte dell uomo dell area presso l ingresso del roost può causare disturbo ai chirotteri soprattutto nella fase di attività. - Alpinismo, scalate, speleologia: la speleologia e in minore misura la pratica di arrampicare in siti rocciosi possono disturbare colonie in riproduzione o svernamento. Il fenomeno è particolarmente impattante nei siti ipogei con nursery. - Miglior accesso ai siti: interventi che facilitano l accessibilità a siti poco protetti (ad es. grotte, rifugi bellici, ponti, gallerie, manufatti idraulici,...) in cui sono presenti colonie di pipistrelli, possono favorire anche se involontariamente il disturbo fino a determinarne l abbandono. - Evoluzione della biocenosi (processi naturali): occlusione dei corridoi di volo che conducono agli ingressi delle cavità di rifugio. - Occlusione naturale: occlusione dell ingresso del roost da parte di materiale si trasporto solido derivante da smottamenti o da attività antropica. Minacce specifiche rilevate in Post Operam [minacce riferite a tutte le specie] Grazie all installazione del cancello è ora possibile gestire l accesso e quindi l afflusso di persone alla cavità. Non è più possibile accedere al sito se privi di chiave. La presenza del cancello consente di impedire e/o limitare la fruizione a tale cavità nei periodi in cui i Chirotteri sono più sensibili al disturbo. Minaccia persistente, in quanto la cavità si apre in prossimità di una strada asfaltata. Grazie all installazione del cancello è ora possibile gestire l accesso e quindi l afflusso di persone alla cavità. Non è più possibile accedere al sito se privi di chiave. La presenza del cancello consente di impedire e/o limitare la fruizione a tale cavità nei periodi in cui i Chirotteri sono più sensibili al disturbo. Grazie all installazione del cancello è ora possibile gestire l accesso e quindi l afflusso di persone alla cavità. Non è più possibile accedere al sito se privi di chiave. La presenza del cancello consente di impedire e/o limitare la fruizione a tale cavità nei periodi in cui i Chirotteri sono più sensibili al disturbo. E necessaria la periodica manutenzione della vegetazione presso l ingresso per evitarne la chiusura. E necessaria la periodica manutenzione con rimozione dei detriti o altro data la natura a pozzo della cavità. 195

196 - Coltivazione: specifico per colture intensive. Può portare ad eccessiva semplificazione del sistema ed inquinamento diffuso. - Gestione forestale: la gestione forestale può essere non favorevole ai chirotteri forestali che utilizzano il bosco come ambiente di rifugio e/o habitat di caccia. - Inquinamento (acqua, suolo, aria)-abbandono di materiali: riduce la quantità delle prede per varie specie di chirotteri e può dare luogo a fenomeni di intossicazione e bioaccumulo. - Fotografie e riprese nei siti di rifugio o lungo i corridoi di volo dei chirotteri: la fotografia e la ripresa (anche se con trappole IR) è un potenziale disturbo alle colonie e agli esemplari, va dunque valutata con attenzione la sua finalità, la metodica e l epoca,... - Catastrofi naturali (generico): crollo di siti ipogei (gallerie, rifugi bellici, edifici, ) dovuti a varie ragioni come anche ondate eccezionali di maltempo possono localmente distruggere o danneggiare fortemente colonie di chirotteri di importanza comunitaria. - Introduzione di malattie (per specie animali): alcune malattie possono colpire popolazioni/specie di chirotteri rimaste fino ad oggi indenni. In Europa è comparsa la sindrome del naso bianco (White Nose Syndrome, WNS), oltre alla problematica sanitaria rappresentata dalla rabbia, mai riscontrata nel nostro paese che comunque non può ritenersi indenne dal potenziale problema. Tale malattia ha il principale risvolto sulla salute pubblica e l opinione pubblica. - Clima culturale : la chirotterofauna risente negativamente dei diffusi pregiudizi e di paure irrazionali, cause profonde della difficile convivenza con l uomo. Analogamente risente della scarsa cultura naturalistica e dell ignoranza sui temi della conservazione dei pipistrelli. Minaccia persistente. Minaccia persistente. Minaccia persistente, in quanto la cavità presenta ancora sostanze tossiche al suo interno ed è in prossimità di una strada asfaltata. Grazie all installazione del cancello è ora possibile gestire l accesso e quindi l afflusso di persone alla cavità. Non è più possibile accedere al sito se privi di chiave. La presenza del cancello consente di impedire e/o limitare la fruizione a tale cavità nei periodi in cui i Chirotteri sono più sensibili al disturbo. Minaccia persistente in quanto dovuta a fenomeni naturali. Grazie all installazione del cancello è ora possibile gestire l accesso e quindi l afflusso di persone alla cavità. Non è più possibile accedere al sito se privi di chiave. La presenza del cancello consente di impedire e/o limitare la fruizione a tale cavità nei periodi in cui i Chirotteri sono più sensibili al disturbo ed è inoltre possibile far attuare protocolli preventivi per evitare la diffusione di malattie. Minaccia persistente nonostante la notevole attività di sensibilizzazione svolta nell ambito del progetto. Considerazioni e indicazioni gestionali: Nonostante le indagini svolte non è stato possibile verificare la permeabilità del cancello installato presso la Grotta III di Ca Boschetti. Persistono comunque alcune criticità che determinano la continua necessità di effettuare manutenzione alla struttura installata per mantenere libero il passaggio. E quindi fondamentale: Evitare l occlusione dell ingresso da materiali di trasporto solido (detriti di frana dovuta alla naturale instabilità della roccia, materiale fangoso, massi, ciottoli e detriti vegetali quali tronchi d albero, rami, ecc ) con periodici controlli ed azioni di manutenzione. 196

197 Evitare la distruzione/occlusione dei corridoi di volo utilizzati dai chirotteri in uscita dalla cavità e/o come area di foraggiamento (creazione di barriere, taglio della vegetazione che occlude l ingresso, ecc ). Rimozione della vegetazione che potrebbe bloccare l ingresso alla cavità senza compromettere l utilizzo dei corridoi di volo utilizzati dai chirotteri per accedere al roost (restando al riparo dai predatori). Monitorare nei prossimi anni l eventuale impatto delle strutture installate a protezione della grotta, qualora venga utilizzata dalla chirotterofauna del sito: impatti, frequenza di entrata/uscita, abbandono, modifica dell utilizzo della cavità, ecc... Monitorare negli anni la stabilità e sicurezza del roost. Data la scarsa conoscenza e la possibile variazione nell utilizzo della cavità da parte della chirotterofauna frequentante l area circostante la Grotta III di Ca Boschetti è necessario controllare e regolamentare gli accessi alla cavità: L ingresso alla cavità deve essere consentito solo se accompagnati dal personale del gruppo speleologico di riferimento per l area in cui è sita la grotta. E necessario vietare/limitare l accesso alla cavità nel periodo invernale (novembre-febbraio), qualora vengano segnalati esemplari in svernamento, se non per scopi scientifici e/o di monitoraggio. E necessario vietare/limitare l accesso alla cavità nel periodo estivo (giugno-agosto) qualora venga segnalata la presenza di nursery, se non per scopi scientifici e/o di monitoraggio. In caso di frequentazione della cavità nei periodi sensibili per i chirotteri, è necessario valutare attentamente i percorsi ipogei per evitare la perturbazione delle colonie ed adottare tutte le più moderne indicazioni e strumentazioni per mitigare il disturbo arrecato. Evitare il disturbo diretto con riprese fotografiche, uso di flash, lampade e altri dispositivi d illuminazione utilizzando dispositivi con luce IR. Seguire il protocollo per la prevenzione della WNS (White Nose Syndrome) ed in generale adottare le principali misure per la prevenzione delle patologie infettive a carico dei chirotteri. Svolgere il monitoraggio delle patologie infettive nelle colonie di chirotteri. Sensibilizzare il mondo speleologico sui temi della conservazione e tutela dei chirotteri (potrebbe essere utile posizionare cartelli/pannelli che illustrino lo scopo della misura di protezione installata) E inoltre necessario: Controllare la fruizione nell area in prossimità dell ingresso della cavità. Controllare e prevenire gli atti vandalici. Monitorare e prevenire l inquinamento delle acque e del suolo nei pressi della cavità. Elaborare le indicazioni gestionali volte a mantenere e incrementare la biodiversità e favorevoli alla fauna minore e all entomofauna (mantenimento di alberi cavitati in piedi, legname a terra, mantenimento di una struttura diversificata, ecc...). Incentivare le pratiche agricole estensive, privilegiando l agricoltura biologica. Conservare le formazioni forestali diversificate e connesse tra loro. 197

198 Riqualificazione dell agroecosistema tramite il mantenimento e ripristino degli elementi del paesaggio agrario tradizionale (siepi, filari, fossi, banchine inerbite, maceri e specchi d acqua, ). Monitorare degli inquinanti bioaccumulabili. ER-RA Grotta sotto Ca Castellina SIC di appartenenza: SIC-ZPS IT Vena del Gesso Romagnola Comune: Brisighella Località: Monte Mauro Proprietà dell ingresso: Proprietà privata Descrizione della cavità: La Grotta sotto Ca Castellina è una cavità con uno sviluppo reale di 71 m ed un dislivello totale di 41 m. L ingresso è di dimensioni ridotte, è parzialmente ostruito dal terreno e residui vegetali, e si apre sul fondo di una grande dolina a sud di Ca Castellina. Internamente presenta riempimenti argillosi e pendenti antigravitativi lungo la galleria principale. Descrizione della chiusura: Il cancello, posizionato nell ambito del Progetto Life+, è costituito da una gabbia a base circolare, in tondini metallici su cui è incernierato il portello di accesso, anch esso di forma circolare e composto da rete metallica. (Fig. 6.84). La struttura è un opera in rilievo rispetto all accesso a raso della cavità. La chiusura della Grotta sotto Ca Castellina è stata installata nell autunno del 2012 ad opera dei volontari del Gruppo Speleologico GAM Mezzano (SGAM), in seguito alle opere di scavo per la disostruzione ed il ripristino dell ipogeo chiusosi in passato per l accumulo di detriti (Fig. 6.85). Figura 6.84: Chiusura della Grotta sotto Ca Castellina (ER-RA 521) nell ambito del Progetto Life+ (Foto estrapolata dalla ripresa video IR fatta da F. Grazioli). 198

199 Figura 6.85: Volontari del Gruppo Speleologico GAM Mezzano al lavoro presso la Grotta sotto Ca Castellina (Foto archivio SGAM). La chiusura dell ingresso della Grotta sotto Ca Castellina è stata svolta senza l indagine preliminare in fase ante operam in quanto l ingresso della cavità era occluso, in parte o completamente, e quindi inaccessibile alla fauna troglofila. Nonostante l assenza di dati relativi alla chirotterofauna del sito o di note ecologiche di rilievo, è sorta la necessità di rendere accessibile alla fauna la cavità in questione. Con il monitoraggio post operam, svolto nel 2014, si è quindi verificata la funzionalità della chiusura realizzata e si è cercato di colmare la lacunosa conoscenza relativa a tale cavità per ciò che riguarda la chirotterofauna. Chirotteri: Dalle indagini svolte nel corso del Progetto, applicando le varie tecniche di monitoraggio previste dal protocollo operativo, la cavità non risulta ancora essere frequentata da specie di chirottero. In particolare, è stato svolto un rilevamento bioacustico, della durata di 1h e 30 minuti a fine agosto 2014, ed una ripresa video con una videocamera IR di 1h e 22 minuti. Non sono stati osservati animali uscire o entrare nell ipogeo indagato, ne sentiti pipistrelli in attività nell area circostante l ingresso della Grotta sotto Ca Castellina. Dato che non sono stati rilevati chirotteri nel periodo d indagine, non si è proceduto a svolgere il controllo diretto nel periodo invernale 2014/2015. Si suppone che la Grotta sotto Ca Castellina non fosse disponibile ai chirotteri prima dell intervento degli speleologi e che quindi il loro mancato rilevamento, o comunque la loro scarsa presenza, siano anche dovuti alla non conoscenza da parte degli animali di questo nuovo disponibile roost. Si consiglia quindi di continuare a monitorare la cavità, nella speranza di una futura occupazione del rifugio da parte dei chirotteri, per una verifica della funzionalità e permeabilità del cancello installato. 199

200 Minacce presenti: Minacce specifiche rilevate in Ante Operam [minacce riferite a tutte le specie] - Distruzione e perturbazione habitat per specie troglofile: la minaccia si concretizza nella distruzione di affioramenti rocciosi in cui sono presenti fenomeni carsici che ospitano colonie di pipistrelli troglofili ovvero dalla distruzione di siti ipogei artificiali (cave in galleria, miniere, cantine,...) e naturali, spesso con la volontaria chiusura degli accessi per ragioni di sicurezza; il disturbo può derivare anche dalla pratica speleologica e, soprattutto dalla frequentazione occasionale e dalla turisticizzazione dei siti ipogei naturali e artificiali. - Afflusso antropico presso l ingresso: la frequentazione da parte dell uomo dell area presso l ingresso del roost può causare disturbo ai chirotteri soprattutto nella fase di attività. - Alpinismo, scalate, speleologia: la speleologia e in minore misura la pratica di arrampicare in siti rocciosi possono disturbare colonie in riproduzione o svernamento. Il fenomeno è particolarmente impattante nei siti ipogei con nursery. - Miglior accesso ai siti: interventi che facilitano l accessibilità a siti poco protetti (ad es. grotte, rifugi bellici, ponti, gallerie, manufatti idraulici,...) in cui sono presenti colonie di pipistrelli, possono favorire anche se involontariamente il disturbo fino a determinarne l abbandono. - Evoluzione della biocenosi (processi naturali): occlusione dei corridoi di volo che conducono agli ingressi delle cavità di rifugio. - Occlusione naturale: occlusione dell ingresso del roost da parte di materiale si trasporto solido derivante da smottamenti o da attività antropica. - Inquinamento (acqua, suolo, aria)-abbandono di materiali: riduce la quantità delle prede per varie specie di chirotteri e può dare luogo a fenomeni di intossicazione e bioaccumulo. - Fotografie e riprese nei siti di rifugio o lungo i corridoi di volo dei chirotteri: la fotografia e la ripresa (anche se con trappole IR) è un potenziale disturbo alle colonie e agli esemplari, va dunque valutata con attenzione la sua finalità, la metodica e l epoca,... Minacce specifiche rilevate in Post Operam [minacce riferite a tutte le specie] Grazie all installazione del cancello è ora possibile gestire l accesso e quindi l afflusso di persone alla cavità. Non è più possibile accedere al sito se privi di chiave. La presenza del cancello consente di impedire e/o limitare la fruizione a tale cavità nei periodi in cui i Chirotteri sono più sensibili al disturbo. Tale cavità è un nuovo potenziale roost, ora disponibile alla frequentazione della fauna grazie all attività degli speleologi. Minaccia persistente, anche se poco probabile in quanto la cavità è difficilmente individuabile. Grazie all installazione del cancello è ora possibile gestire l accesso e quindi l afflusso di persone alla cavità. Non è più possibile accedere al sito se privi di chiave. La presenza del cancello consente di impedire e/o limitare la fruizione a tale cavità nei periodi in cui i Chirotteri sono più sensibili al disturbo. Grazie all installazione del cancello è ora possibile gestire l accesso e quindi l afflusso di persone alla cavità. Non è più possibile accedere al sito se privi di chiave. La presenza del cancello consente di impedire e/o limitare la fruizione a tale cavità nei periodi in cui i Chirotteri sono più sensibili al disturbo. E necessaria la periodica manutenzione della vegetazione presso l ingresso per evitarne la chiusura. E necessaria la periodica manutenzione con rimozione dei detriti o altro data la natura a pozzo della cavità che si apre sul fondo di una dolina. Minaccia persistente, anche se poco probabile in quanto la cavità è difficilmente individuabile. Grazie all installazione del cancello è ora possibile gestire l accesso e quindi l afflusso di persone alla cavità. Non è più possibile accedere al sito se privi di chiave. La presenza del cancello consente di impedire e/o limitare la fruizione a tale cavità nei periodi in cui i 200

201 - Catastrofi naturali (generico): crollo di siti ipogei (gallerie, rifugi bellici, edifici, ) dovuti a varie ragioni come anche ondate eccezionali di maltempo possono localmente distruggere o danneggiare fortemente colonie di chirotteri di importanza comunitaria. - Introduzione di malattie (per specie animali): alcune malattie possono colpire popolazioni/specie di chirotteri rimaste fino ad oggi indenni. In Europa è comparsa la sindrome del naso bianco (White Nose Syndrome, WNS), oltre alla problematica sanitaria rappresentata dalla rabbia, mai riscontrata nel nostro paese che comunque non può ritenersi indenne dal potenziale problema. Tale malattia ha il principale risvolto sulla salute pubblica e l opinione pubblica. - Clima culturale : la chirotterofauna risente negativamente dei diffusi pregiudizi e di paure irrazionali, cause profonde della difficile convivenza con l uomo. Analogamente risente della scarsa cultura naturalistica e dell ignoranza sui temi della conservazione dei pipistrelli. Chirotteri sono più sensibili al disturbo. Minaccia persistente in quanto dovuta a fenomeni naturali. Grazie all installazione del cancello è ora possibile gestire l accesso e quindi l afflusso di persone alla cavità. Non è più possibile accedere al sito se privi di chiave. La presenza del cancello consente di impedire e/o limitare la fruizione a tale cavità nei periodi in cui i Chirotteri sono più sensibili al disturbo ed è inoltre possibile far attuare protocolli preventivi per evitare la diffusione di malattie. Minaccia persistente nonostante la notevole attività di sensibilizzazione svolta nell ambito del progetto. Considerazioni e indicazioni gestionali: Nonostante le indagini svolte non è stato possibile verificare la permeabilità del cancello installato presso la Grotta sotto Ca Castellina. Persistono comunque alcune criticità che determinano la continua necessità di effettuare manutenzione alla struttura installata per mantenere libero il passaggio. E quindi fondamentale: Evitare l occlusione dell ingresso da materiali di trasporto solido (detriti di frana dovuta alla naturale instabilità della roccia, materiale fangoso, massi, ciottoli e detriti vegetali quali tronchi d albero, rami, ecc ) con periodici controlli ed azioni di manutenzione. Evitare la distruzione/occlusione dei corridoi di volo utilizzati dai chirotteri in uscita dalla cavità e/o come area di foraggiamento (creazione di barriere, taglio della vegetazione che occlude l ingresso, ecc ). Rimozione della vegetazione che potrebbe bloccare l ingresso alla cavità senza compromettere l utilizzo dei corridoi di volo utilizzati dai chirotteri per accedere al roost (restando al riparo dai predatori). Monitorare nei prossimi anni l eventuale impatto delle strutture installate a protezione della grotta, qualora venga utilizzata dalla chirotterofauna del sito: impatti, frequenza di entrata/uscita, abbandono, modifica dell utilizzo della cavità, ecc... Monitorare negli anni la stabilità e sicurezza del roost. Data la scarsa conoscenza e la possibile variazione nell utilizzo della cavità da parte della chirotterofauna frequentante l area circostante la Grotta sotto Ca Castellina (vista la sua recente ritrovata disponibilità e potenzialità di rifugio) è necessario controllare e regolamentare gli accessi alla cavità: 201

202 L ingresso alla cavità deve essere consentito solo se accompagnati dal personale del gruppo speleologico di riferimento per l area in cui è sita la grotta. E necessario vietare/limitare l accesso alla cavità nel periodo invernale (novembre-febbraio), qualora vengano segnalati esemplari in svernamento, se non per scopi scientifici e/o di monitoraggio. E necessario vietare/limitare l accesso alla cavità nel periodo estivo (giugno-agosto), qualora venga segnalata la presenza di nursery, se non per scopi scientifici e/o di monitoraggio. In caso di frequentazione della cavità nei periodi sensibili per i chirotteri, è necessario valutare attentamente i percorsi ipogei per evitare la perturbazione delle colonie ed adottare tutte le più moderne indicazioni e strumentazioni per mitigare il disturbo arrecato. Evitare il disturbo diretto con riprese fotografiche, uso di flash, lampade e altri dispositivi d illuminazione utilizzando dispositivi con luce IR. Seguire il protocollo per la prevenzione della WNS (White Nose Syndrome) ed in generale adottare le principali misure per la prevenzione delle patologie infettive a carico dei chirotteri. Svolgere il monitoraggio delle patologie infettive nelle colonie di chirotteri. Sensibilizzare il mondo speleologico sui temi della conservazione e tutela dei chirotteri. E inoltre necessario: Evitare interventi che facilitano l accesso al sito come la creazione di sentieri e piste nei pressi della cavità. Controllare la fruizione nell area in prossimità dell ingresso della cavità. Controllare e prevenire gli atti vandalici. Prevenire l inquinamento delle acque e del suolo nei pressi della cavità. Incentivare le pratiche agricole estensive, privilegiando l agricoltura biologica. Conservare le formazioni forestali diversificate e connesse tra loro. Monitorare degli inquinanti bioaccumulabili. 6.2 Azione C3 - Interventi di riqualificazione e disostruzione di doline, inghiottitoi e grotte L intervento di riqualificazione e disostruzione di cavità ipogee è stato preceduto da una capillare ricerca sul territorio dei SIC oggetto del Progetto Life+ ad opera dei gruppi speleologici coinvolti. La riqualificazione delle cavità individuate è stata realizzata durante il secondo-terzo anno del Progetto, in base a specifici progetti ed ad opera dei volontari dei gruppi speleologici locali, affiancati, qualora necessario, da ditte specializzate. In molti casi le cavità risultavano occluse totalmente, o solo in parte, da materiale eterogeneo (rocce, legname, materiali plastici o ferrosi, eternit, batterie, ecc..), in altri casi, invece, il degrado interessava porzioni profonde ed interne, così da richiedere interventi manuali delicati o l utilizzo di mezzi meccanici e/o speciali attrezzature. Un altro fattore di occlusione delle grotte è rappresentato dal trasporto solido o dal dissesto del suolo, con conseguente eliminazione degli ingressi e profonda modifica delle dinamiche ecologiche dell ipogeo e dell ambiente d ingresso. Per la protezione di tali siti sono state utilizzate tecniche di ingegneria naturalistica e/o manufatti in muratura. 202

203 I rifiuti rimossi dalle cavità, oggetto dell Azione C3 del Progetto, sono stati conferiti alla discarica o ad aziende specializzate nello smaltimento, ma nella maggioranza dei casi, l ostruzione era causata da materiali inerti (terriccio, blocchi di gesso, legname, ecc ) che sono stati semplicemente ricollocati nelle vicinanze dell ingresso disostruito. Da formulario del Progetto, è prevista la riqualificazione di 27 grotte naturali: 22 cavità già individuate e 5 derivanti dalla ricerca sul territorio (Tab. 6.47). Tuttavia, data le particolari difficoltà di ordine tecnico, logistico e pratico di tale azione, sono state apportate modifiche nella scelta delle cavità da proteggere (Tab.6.47) e ritardi causati dal mancato accordo con i proprietari privati ed iter burocratici. Ad oggi i lavori sono stati conclusi in 26 cavità (oltre il 95% dell obiettivo previsto) ed a breve verranno appaltati altri due progetti per intervenire in siti caratterizzati da una maggiore complessità. Figura 6.86: Intervento di riqualificazione del Buco dei Quercioli (ER BO 30) (Foto da archivio GSB-USB). Le principali modifiche sono state apportate alla lista relativa ai siti nel SIC-ZPS IT Vena del Gesso Romagnola in seguito ai rilevamenti svolti, mentre per quanto riguarda la Risorgente di Castel dei Britti (ER-BO 416) l intervento di riqualificazione (Azione C3) e la successiva chiusura (Azione C1) sono stati impediti dal proprietario. Per tale motivo, questo intervento è stato sostituito con la riapertura di una cavità naturale presso la cava Gessi Emiliani di Farneto. Tabella 6.47: Elenco delle cavità oggetto dell Azione C3 del Progetto Life+ e successive modifiche. Cavità C3 da Formulario Cavità C3 effettive SIC-ZPS IT GESSI BOLOGNESI, CALANCHI DELL ABBADESSA Risorgente del Farneto Risorgente del Farneto Inghiottitoio superiore di Castel dei Britti - ER-BO 570 Inghiottitoio superiore di Castel dei Britti - ER-BO 570 Intervento di riapertura di una cavità naturale presso la Risorgente di Castel dei Britti - ER-BO 416 cava Gessi Emiliani di Farneto - Buco dei Quercioli - ER-BO 30 - Valle cieca dell Acquafredda - Ex Cava Fiorini (cava Gessi Emiliani di Farneto) 203

204 Dolina del Pomo SIC IT GESSI DI MONTE ROCCA, MONTE CAPRA E TIZZANO - Grotta Michele Gortani - ER-BO 031 SIC IT CA DEL VENTO, CA DEL LUPO, GESSI DI BORZANO Dolina del Pomo SIC-ZPS IT VENA DEL GESSO ROMAGNOLA Dolina dei buchi sotto Ca Varnello Buchi sotto Ca Varnello (Grotta Biagi - ER-RA 116, Grotta Brussi - ER-RA 380) Buchi di Monte Rontana Pozzi carsici del Parco Carnè Valle cieca di Ca Piantè Forra Ca Boschetti Dolina laterale dell Abisso Peroni Dolina Abisso Ravenna Ca Castellina Risorgente del Rio Caviale Forra Rio Caviale Buco I di Monte Mauro - ER-RA 125 Tana della Volpe - ER-RA 102 Dolina a Nord della Pieve di Monte Mauro Dolina a Nord della Pieve di Monte Mauro Grotta della Colombaia - ER-RA 388 Grotta della Colombaia - ER-RA 388 Grotta del Pilastrino - ER-RA 389 Grotta del Pilastrino - ER-RA 389 Dolina a Ovest della Grotta della Colombaia Grotta 1 Maggio - ER-RA 669 Grotta Nera - ER-RA 690 Grotta Nera - ER-RA 690 Doline sotto la ex-scuola dei Crivellari Doline Parco Carnè Dolina della Grotta a Ovest dei Crivellari Dolina della Grotta a Ovest dei Crivellari Risorgente dei Monteroni - ER-RA 370 Risorgente Ca Roccale - ER-RA 101 Sistema carsico del Rio Sgarba - ER-BO 679 Buca del Ferrari Grotta di Monte La Pieve - ER-RA 712 Grotta di Monte La Pieve - ER-RA 712 Dolina di Pogianeto Dolina di Pogianeto Inghiottitoi Rio Stella - ER-RA 385 Inghiottitoi Rio Stella - ER-RA 385 Risorgente Rio Basino - ER-RA 372 Forra Risorgente Rio Basino - ER-RA Risorgente Banzole - ER-BO 451 Inoltre, si sottolinea il fatto che per il SIC IT Gessi Triassici (Reggio Emilia) ed il SIC IT Onferno non sono stati previsti interventi di riqualificazione, dal momento che tali aree risultano ben conservate e non presentano le problematiche delle zone collinari più antropizzate. Le cavità sottoposte a riqualificazione e disostruzione (Azione C3 del Progetto Life+ ) non sono state oggetto di un apposita indagine, in quanto il monitoraggio in fase di post operam si è concentrato sul rilevamento di eventuali impatti negativi sulla chirotterofauna degli interventi effettuati. La bonifica degli ipogei ed il ripristino dei loro accessi hanno sicuramente un impatto positivo sui chirotteri, dal momento che forniscono nuovi potenziali roost. Di seguito si riportano i risultati delle indagini svolte presso alcune cavità, inizialmente oggetto dell Azione C1 e successivamente sottoposte solo all Azione C3. ER BO Inghiottitoio superiore di Castel dei Britti SIC di appartenenza: SIC-ZPS IT Gessi Bolognesi, Calanchi dell Abbadessa Comune: San Lazzaro di Savena Località: Castel dei Britti Proprietà dell ingresso: Proprietà privata. 204

205 Descrizione della cavità: L Inghiottitoio superiore di Castel dei Britti è una grotta di modesta importanza, il cui ingresso si apre in un area boschiva a margine di una zona agricola, coltivata a seminativo ed alberi da frutta, a pochi metri dalle abitazioni della frazione di Castel dei Britti. Tale cavità presenta uno sviluppo reale di 130 m ed un dislivello totale di 16 m (Fig. 6.87). Inoltre, riceve le acque dalla Grotta presso la cava di Castel dei Britti (ER-BO 273) che si apre a breve distanza dall Inghiottitoio. La cavità è stata utilizzata come discarica e riempita con macerie, pannelli di amianto ed altri rifiuti non biodegradabili. Figura 6.87: Rilievo cartografico speleologico dell Inghiottitoio superiore di Castel dei Britti (ER-BO 570). Inizialmente l Inghiottitoio superiore di Castel dei Britti era inserito fra le cavità sottoposte all Azione C1 del Progetto Life+, successivamente è stato sostituito dal Buco delle Candele (ER BO 33), ipogeo apparso più significativo dal punto di vista conservazionistico. L Inghiottitoio superiore di Castel dei Britti è stato, tuttavia, oggetto dell Azione C3 del Progetto, ovvero di intervento di riqualificazione delle grotte. L intervento è stato svolto in parte dai volontari dell Unione Speleologica Bolognese (USB) e del Gruppo Speleologico Bolognese (GSB) nell aprile 2013 con la bonifica dell area, e in parte da una ditta specializzata per la rimozione di rifiuti pericolosi contenenti amianto. In fase di post operam del Progetto Life+ si è continuato il controllo della cavità in oggetto seguendo il protocollo operativo, nonostante non sia stata compiuta l opera, per raccogliere dati più esaustivi sulla chirotterofauna frequentante l Inghiottitoio superiore di Castel dei Britti. Solo in seguito si è appreso della scelta di sostituire la chiusura di questa cavità con la protezione 205

206 del Buco delle Candele (ER BO 33), ipogeo di maggiore significato conservazionistico dal punto di vista del carsismo. Figura 6.88: Ingresso dell Inghiottitoio superiore di Castel dei Britti dopo la bonifica (Foto di A. Peron). Di seguito si riportano comunque i risultati delle indagini effettuate per valorizzare l importanza dell Azione C3 nell ambito del Progetto e quindi della riqualificazione delle cavità ipogee inquinate dall azione dell uomo e della loro conservazione in uno stato ottimale nel tempo, a prescindere dalla chiusura con appositi cancelli del loro ingresso. Chirotteri: Dalle indagini svolte nel corso del Progetto, applicando le varie tecniche di monitoraggio previste dal protocollo operativo, la cavità e l area limitrofa ad essa risultano frequentate dalle seguenti specie di Chirotteri: Specie della Regione Emilia-Romagna Rhinolophus euryale Blasius,1853 Rhinolophus ferrumequinum (Schreber, 1774) Rhinolophus hipposideros (Bechstein, 1800) Barbastella barbastellus (Schreber, 1774) Eptesicus serotinus (Schreber, 1774) Hypsugo savii (Bonaparte, 1837) Myotis spp. Myotis bechsteinii (Kuhl, 1817) Myotis blythii (Thomes, 1857) Myotis capaccinii (Bonaparte,1837) Myotis daubentonii (Kuhl, 1817) Inghiottitoio superiore di Castel dei Britti 206

207 Myotis emarginatus (E.Geoffroy, 1806) Myotis myotis (Borkhausen,1797) Myotis mystacinus (Kuhl, 1817) Myotis nattereri (Kuhl, 1817) Nyctalus lasiopterus (Schreber, 1780) Nyctalus leisleri (Kuhl, 1817) Nyctalus noctula (Schreber, 1774) Pipistrellus kuhlii (Kuhl, 1817) Pipistrellus nathusii (Keyserling et Blasius, 1839) Pipistrellus pipistrellus (Schreber, 1774) Pipistrellus pygmaeus (Leach, 1825) Plecotus auritus (Linnaeus, 1758) Plecotus austriacus (Fischer, 1829) Miniopterus schreibersii (Kuhl, 1817) Tadarida teniotis (Rafinesque, 1814) Le indagini effettuate hanno rilevato almeno 11 differenti specie di chirottero in prossimità dell Inghiottitoio superiore di Castel dei Britti. Tuttavia, non vi è la certezza che tali specie utilizzino la cavità, mentre è molto probabile che frequentino l area circostante caratterizzata da varie tipologie ambientali (urbano, coltivo, bosco, etc ). I risultati ottenuti derivano principalmente dalle indagine bioacustica, svolta con il bat-detector, in prossimità dell ingresso della cavità e nelle aree limitrofe (Tab. 6.48). Tabella 6.48: Risultati dell indagine bioacustica svolta presso l Inghiottitoio superiore di Castel dei Britti. Inghiottitoio superiore di Castel dei Britti Specie individuate [indice di attività (passaggi/h)] Luglio Settembre Luglio Settembre Giugno Eptesicus serotinus Hypsugo savii Miniopterus schreibersii Myotis spp Myotis myotis 0.92 Nyctalus noctula 4.00 Pipistrellus kuhlii Pipistrellus pipistrellus Rhinolophus euryale 2.00 Rhinolophus ferrumequinum Rhinolophus hipposideros Durante i rilevamenti bioacustici sono stati osservati numerosi pipistrelli volare: alcuni esemplari di Rhinolophus hipposideros costeggiavano l area boschiva, in cui si apre l inghiottitoio, mentre un altro foraggiava nei pressi di un filare di alberi da frutta nel campo antistante la cavità indagata. Nel 2014, un esemplare di Rhinolophus ferrumequinum è rimasto appeso alla vegetazione che circonda l ingresso della cavità per tutto il tempo del rilevamento e per tale motivo vi è un aumento dell attività riferita a questa specie. Inoltre, sotto i lampioni della zona urbana sono stati osservati numerosi esemplari di Pipistrellus spp. in attività di caccia. 207

208 Di particolare importanza è il rilevamento di Rhinolophus euryale, Rhinolophus ferrumequinum, Rhinolophus hipposideros, Miniopterus schreibersii e Myotis myotis in quanto specie inserite in Allegato II della Direttiva 92/43/CEE. Dall analisi del filmato realizzato con una videocamera con funzione IR, registrato il 10 agosto 2014, della durata di 1 ora e 50 minuti circa, si verifica un uso limitato della cavità indagata. Nello specifico sono stati osservati almeno 3 esemplari entrare ed uscire dall Inghiottitoio superiore di Castel dei Britti, 2 di ridotte dimensioni ed uno più grande. Si ipotizza che si tratti di Rinolofidi (Rhinolophus hipposideros e Rhinolophus ferrumequinum rispettivamente), visto il tipo di volo sfarfallato e la capacità di manovra, tuttavia la qualità della ripresa non consente un identificazione certa delle specie osservate. In totale sono stati osservati 8 eventi di uscita e 10 di entrata, e, fatto ancora più rilevante, sono stati rilevati vari passaggi di esemplari nel bosco antistante l ingresso della cavità. Da tale filmato si deduce che l opera di riqualificazione del sito ha ottenuto ottimi risultati, con l utilizzo della cavità (prima inaccessibile per via dei rifiuti) da parte dei chirotteri. L Inghiottitoio superiore di Castel dei Britti è quindi un nuovo roost estivo di pipistrelli. Si consiglia, quindi, di continuare ad indagare la cavità per verificare l effettivo utilizzo del sito nel corso dell anno da parte dei chirotteri e per valutarne l evolversi dell occupazione. Dai dati raccolti negli anni di indagine, l area in prossimità dell Inghiottitoio superiore di Castel dei Britti risulta, inoltre, importante sia come zona di transito, quindi come corridoio di collegamento fra i siti frequentati dai chirotteri nel mosaico ambientale che caratterizza la frazione di Castel dei Britti, che come sito di foraggiamento per numerose specie, in particolare per i Rinolofidi. Risulta quindi fondamentale elaborare indicazioni gestionali volte a mantenere e incrementare la biodiversità e favorevoli alla fauna minore ed all entomofauna, incentivando le pratiche agricole estensive e privilegiando l agricoltura biologica. E, inoltre, importante conservare le formazioni forestali diversificate e connesse tra loro e riqualificare l agroecosistema tramite il mantenimento ed il ripristino degli elementi del paesaggio agrario tradizionale, quali siepi, filari, fossi, banchine inerbite, maceri e specchi d acqua, etc E ovviamente fondamentale evitare che l Inghiottitoio superiore di Castel dei Britti venga occluso da materiali di trasporto solido e controllare che non avvengano più scarichi di rifiuti nelle aree bonificate dall Azione C3 del Progetto Life+. Dolina del Pomo SIC di appartenenza: SIC IT Ca del Vento, Ca del Lupo, Gessi di Borzano Comune: Albinea Località: Castello di Borzano Proprietà dell ingresso: Proprietà privata. Descrizione della cavità: La Dolina del Pomo è una delle doline di maggiore sviluppo della zona speleologica dei gessi messiniani della provincia di Reggio Emilia. E di forma imbutiforme, pressoché regolare, 80 x 60 m, ed ha una profondità di circa 22 metri. Il margine di questa dolina è circoscritto, per tre quarti, 208

209 dal tracciato di un itinerario percorso da numerosi escursionisti e la crescita indisturbata di una intricata e fitta vegetazione alloctona la rende, oggi, pressoché irriconoscibile nella sua vastità e profondità. La Dolina del Pomo inizialmente era oggetto dell azione C3, ovvero di intervento di riqualificazione delle grotte, e successivamente, se possibile, dell Azione C1, ovvero la chiusura di grotte naturali e di cave artificiali, del Progetto Life+. Tuttavia, l intervento di riqualificazione e protezione è risultato problematico, richiedendo un apposito progetto. L intervento, predisposto dal Progetto Life+, intende riqualificare l assetto vegetazionale della dolina, mediante il taglio selettivo della vegetazione alloctona infestante, grazie all impiego di ditte specializzate. Tale diradamento permetterà di percepire l imponente e suggestiva forma carsica superficiale. Dopo di che si è proceduto con i lavori di disostruzione della cavità carsica, ad opera del gruppo speleologico locale. Una volta ripristinata l apertura della cavità, la posa di un apposito cancello è risultata superflua e non si è proceduto con l Azione C1 del Progetto. Gli interventi realizzati nell ambito del Progetto Life+ sono stati svolti senza l indagine preliminare in fase ante operam in quanto l ingresso della cavità era occluso e quindi inaccessibile alla fauna troglofila. Nonostante l assenza di dati relativi alla chirotterofauna del sito o di note ecologiche di rilievo, è sorta la necessità di rendere accessibile alla fauna la cavità in questione. Si suppone che la cavità alla base della Dolina del Pomo non fosse disponibile ai chirotteri prima dell intervento degli speleologi, e che quindi, con l attività di disostruzione, si sia reso disponibile un nuovo roost per questi animali. Tuttavia, le tempistiche dei lavori non hanno consentito di svolgere le indagini in fase di post operam del Progetto e quindi non si hanno informazioni sull eventuale utilizzo della cavità da parte dei chirotteri frequentanti le aree limitrofe. Si consiglia, quindi, di colmare tali lacune, indagando la cavità disostruita, nella speranza di rilevare l occupazione del nuovo potenziale rifugio da parte dei chirotteri. 6.3 Cavità importanti per la conservazione dei Chirotteri Contestualmente alle indagini svolte nell ambito del Progetto Life+, sono state monitorate anche cavità già note per la loro importanza conservazionistica per la chirotterofauna. In tal modo sono stati raccolti dati che contribuiscono ad aumentare la conoscenza della chirotterofauna troglofila sotto l aspetto qualitativo e quantitativo. I dati raccolti sono utili per implementare il quadro distributivo a base regionale e fondano una base conoscitiva per future indagini sulla consistenza delle popolazioni delle specie in Italia. Di seguito si riportano i risultati per singola cavità indagata. Note relative alle tabelle che seguono: Le specie evidenziate con lo sfondo azzurro sono inserite nell Allegato II della Direttiva Habitat. NR: cavità Non Rilevata durante la campagna di monitoraggio. ND: Nessun Dato relativo alle specie presenti nella cavità. DP: Dato Parziale, qualora sia stata fatta una stima approssimativa della quantità di esemplari osservati o non sia stato possibile completare il sopralluogo della cavità per motivi di sicurezza. 209

210 ER BO 5 - Grotta della Spipola SIC di appartenenza: SIC-ZPS IT Gessi Bolognesi, Calanchi dell Abbadessa Comune: San Lazzaro di Savena Località: Miserazzano - La Palazza Proprietà dell ingresso: Proprietà Pubblica Descrizione della cavità: La Grotta della Spipola fa parte del sistema carsico Acquafredda-Spipola-Prete Santo, il maggiore e più importante complesso di cavità nei gessi d Europa con uno sviluppo di oltre 11 Km, e si apre sul fondo dell omonima dolina, area in cui si può osservare il fenomeno dell inversione termica, ovvero la presenza di alcune piante, che si trovano generalmente a quote più elevate, sul fondo della dolina. L ingresso naturale, oggi nominato Buco del Calzolaio, è situato a quota 165 m e fu scoperto da Giorgio Trebbi nel 1903, esso dava accesso ad una cavità costituita da due stretti pozzi. Successivamente, nel 1932 una squadra del GSB, costituita da Luigi Fantini, Vico e Giulio Greggio, Giuseppe Loreta ed Antonio Forti, disostruì la frana di argilla e massi che occupava il fondo del Buco del Calzolaio e riuscì a penetrare nell attuale Grotta della Spipola. Nel 1934 venne scoperto un pertugio, che si apre quasi sul fondo della Dolina della Spipola, a quota 135 m, e che oggi consente di accedere alla cavità senza percorrere i pozzi ed i cunicoli del Buco del Calzolaio. Tale ingresso fu protetto da una struttura artificiale, installata nel 1936 fino al 1940, per salvaguardare la cavità dal vandalismo. Nei successivi 50 anni la Grotta della Spipola subì continue deturpazioni, in parte dovute all impiego di questa cavità come rifugio nel corso dell ultima guerra, ma provocate soprattutto da visitatori occasionali. L attuale chiusura dell ingresso, costituita da un cancello in ferro e da numerosi passaggi per la fauna (Fig. 6.90), è stata realizzata nel 1995 dal GSB-USB che ha anche curato la bonifica e la realizzazione di un apposito percorso turistico. Il tratto fossile della Grotta della Spipola è infatti interessato da un turismo speleologico organizzato dall Ente gestore del Parco dei Gessi e dei Calanchi dell Abbadessa. La Grotta della Spipola deve la sua origine allo scorrimento del Torrente Acquafredda e presenta uno sviluppo reale di m ed un dislivello totale di 92 m, al suo interno si possono osservare numerose morfologie tipiche del gesso (mammelloni, colate alabastrine, soffitti con canali di volta) e varie sale con differenti caratteristiche, dalla Sala del Fango al grande vuoto del Salone Giordani (Fig. 6.89). Figura 6.89: Rilievo cartografico della Grotta della Spipola (ER BO 5). 210

211 Figura 6.90: Chiusura della Grotta della Spipola (ER-BO 5) (Foto Archivio GSB- USB). La Grotta della Spipola non è stata oggetto del Progetto Life+, tuttavia si tratta di una realtà di notevole rilevanza, in quanto è una cavità già protetta da strutture idonee al passaggio dei chirotteri da svariati anni. Essa, inoltre, rappresenta un esempio tangibile di conservazione della chirotterofauna che i cittadini e le scolaresche possono osservare durante le visite guidate alla cavità. Chirotteri: La chirotterofauna frequentante la Grotta della Spipola è stata studiata sin dagli anni 50. Dall indagine svolta dal GSB in collaborazione con il Centro Inanellamento Pipistrelli (CIP), dal 1960 al 1968, con l inanellamento di 306 esemplari per poterne studiare gli spostamenti, si deduce che la Grotta della Spipola presentava una ricca e diversificata chirotterofauna: Rhinolophus euryale, Rhinolophus ferrumequinum, Rhinolophus hipposideros, Myotis myotis, Myotis blythii e Miniopterus schreibersii. Oggi non si riscontrano più i grandi numeri rilevati all epoca, in seguito al declino delle popolazioni avvenuto in tutta Europa, e l assenza totale del Miniottero è sicuramente dovuta alla chiusura artificiale apposta presso l ingresso. Tale specie, infatti, risente negativamente di qualsiasi restrizione dei corridoi di volo. La cavità è stata oggetto di successive indagini negli anni 90 e tuttora è costantemente monitorata, data l importanza del sito, nonostante le diminuite presenze. 211

212 Dalle indagini svolte nel corso del Progetto, applicando alcune delle tecniche di monitoraggio previste dal protocollo operativo, la cavità e l area limitrofa ad essa risultano frequentate dalle seguenti specie di Chirotteri: Specie della Regione Emilia-Romagna Rhinolophus euryale Blasius,1853 Rhinolophus ferrumequinum (Schreber, 1774) Rhinolophus hipposideros (Bechstein, 1800) Barbastella barbastellus (Schreber, 1774) Eptesicus serotinus (Schreber, 1774) Hypsugo savii (Bonaparte, 1837) Myotis spp. Myotis bechsteinii (Kuhl, 1817) Myotis blythii (Thomes, 1857) Myotis capaccinii (Bonaparte,1837) Myotis daubentonii (Kuhl, 1817) Myotis emarginatus (E.Geoffroy, 1806) Myotis myotis (Borkhausen,1797) Myotis mystacinus (Kuhl, 1817) Myotis nattereri (Kuhl, 1817) Nyctalus lasiopterus (Schreber, 1780) Nyctalus leisleri (Kuhl, 1817) Nyctalus noctula (Schreber, 1774) Pipistrellus kuhlii (Kuhl, 1817) Pipistrellus nathusii (Keyserling et Blasius, 1839) Pipistrellus pipistrellus (Schreber, 1774) Pipistrellus pygmaeus (Leach, 1825) Plecotus spp. Plecotus auritus (Linnaeus, 1758) Plecotus austriacus (Fischer, 1829) Miniopterus schreibersii (Kuhl, 1817) Tadarida teniotis (Rafinesque, 1814) Grotta della Spipola L indagine svolta indica che vi sono almeno 15 specie che frequentano l area in prossimità della Grotta della Spipola e l omonima Dolina, tuttavia molte di esse sono state rilevate tramite il batdetector (Tab. 6.49) e non utilizzano la cavità. E il caso di Eptesicus serotinus, Hypsugo savii, Nyctalus noctula, Pipistrellus kuhlii, Pipistrellus pipistrellus, Pipistrellus pygmaeus e Plecotus spp. specie per lo più sinantrope, rupicole o legate maggiormente all ambiente forestale. Un caso particolare è quello del Miniopterus schreibersii, specie abbondante nella cavità indagata in passato, prima della posa del cancello a protezione dell ingresso, oggi completamente assente. Tale assenza è probabilmente dovuta alla tipologia di chiusura scelta, non compatibile con questa specie molto sensibile. Le specie rilevate durante le sessioni di registrazione con il bat-detector sono abbastanza attive, soprattutto durante l estate, e spesso sono stati rilevati dei feeding buzz, ciò significa che la zona circostante la Grotta della Spipola, in particolare il prato antistante la cavità ed il margine del bosco, viene utilizzata per l attività di foraggiamento, oltre che come zona di transito o collegamento fra le aree di caccia. 212

213 Punto d'ascolto Prato Margine del bosco Affioramento gessoso Urbano Ingresso Grotta della Spipola Ingresso Buco del Calzolaio Tabella 6.49: Risultati dell indagine bioacustica svolta presso la Grotta della Spipola (ER BO 5). Specie individuate Grotta della Spipola [indice di attività (passaggi/h)] Giugno 2010 Luglio 2010 Agosto 2010 Maggio 2011 Eptesicus serotinus Hypsugo savii Miniopterus schreibersii Myotis spp Myotis myotis 4.00 Nyctalus noctula Pipistrellus kuhlii Pipistrellus pipistrellus Pipistrellus pygmaeus 2.40 Plecotus spp Settembre 2011 Luglio 2014 Eptesicus serotinus Hypsugo savii Miniopterus schreibersii 6.00 Myotis spp Nyctalus noctula Pipistrellus kuhlii Pipistrellus pipistrellus Rhinolophus euryale 2.00 Rhinolophus hipposideros 6.00 Hypsugo savii Pipistrellus kuhlii 4.00 Hypsugo savii Pipistrellus kuhlii Eptesicus serotinus 5.14 Hypsugo savii Myotis spp Myotis blythii Myotis myotis Pipistrellus kuhlii 4.50 Pipistrellus pipistrellus 9.00 Rhinolophus euryale 5.60 Rhinolophus ferrumequinum Rhinolophus hipposideros Myotis blythii 4.00 Myotis myotis 4.00 Le uniche specie osservate direttamente all interno della Grotta della Spipola (Tab. 6.50) sono i due Rinolofidi (Rhinolophus ferrumequinum e Rhinolophus hipposideros) ed i Grandi Myotis (Myotis blythii e Myotis myotis), mentre per quanto riguarda i piccoli Myotis, registrati abbondantemente in uscita dalla cavità con il bat-detector, sono stati osservati solo 2 esemplari di Myotis nattereri. Ciò è dovuto alla difficile individuazione degli esemplari di tale genere, caratterizzati per lo più da abitudini fessuricole. 213

214 I dati raccolti mostrano che la Grotta della Spipola è utilizzata da diverse specie durante tutto l anno, e nello specifico assume un importanza rilevante durante le fasi di svernamento per Rhinolophus ferrumequinum, Rhinolophus hipposideros, Myotis myotis / Myotis blythi (specie inserite in Allegato II della Dir. 92/43/CEE), mentre in estate è un sito riproduttivo per i soli Grandi Myotis (specie inserite in Allegato II della Dir. 92/43/CEE). Tabella 6.50: Risultati dei rilevamenti diretti svolti presso la Grotta della Spipola (ER BO 5). Specie osservate nei rilevamenti diretti Estate 2010 Inverno 2010/11 Grotta della Spipola - ER-BO 005 (numero esemplari) Spring 2011 Estate 2011 Inverno 2012/13 Estate 2014 Inverno 2014/15 Myotis blythii (Thomes, 1857) / Myotis myotis (Borkhausen,1797) ND NR Myotis nattereri (Kuhl, 1817) 2 NR Rhinolophus ferrumequinum (Schreber, 1774) NR Rhinolophus hipposideros (Bechstein, 1800) NR Estate 2015 DP 13 giovani Gli animali rilevati durante il periodo invernale sono per lo più singoli esemplari o piccoli gruppi. Essi sono stati osservati lungo il percorso turistico e nei rami laterali ad esso adiacenti, a partire da poche decine di metri dall ingresso della cavità. Figura 6.91: Esemplare di Myotis myotis / Myotis blythii in ibernazione presso lagrotta della Spipola durante l inverno 2010/2011 (Foto di F. Grazioli). Per quanto riguarda la colonia riproduttiva mista di Myotis blythii / Myotis myotis (Fig. 6.92), unica nursery nota per tali specie nel bolognese, si specifica che i dati degli ultimi rilevamenti sono parziali. La colonia, infatti, utilizza il grande Salone Giordani, ambiente di crollo assai complesso da controllare, e nell estate del 2014 non è stata individuata nonostante gli sforzi profusi nella sua ricerca. Nel 2015, invece, la nursery è stata rilevata, ma dalla fotografia scattata non è possibile conteggiare tutti gli esemplari, in quanto buona parte di essi risulta nascosta in una profonda crepa del soffitto. 214

215 Figura 6.92: Nursery mista di Myotis myotis e Myotis blythii presso la Grotta della Spipola nel 2011 (Foto di F. Grazioli). La Grotta della Spipola è un sito di notevole importanza per la conservazione dei chirotteri ed un importante esempio di turismo speleologico sostenibile, le visite guidate, infatti, non raggiungono il Salone Giordani nel periodo estivo, mentre in inverno vi è la completa sospensione dell attività da dicembre a marzo per non arrecare disturbo agli animali in svernamento. Si consiglia di proseguire le indagini sulla chirotterofauna del sito per continuare ad ottenere informazioni sulla dinamica di popolazione e per rilevare rapidamente eventuali modifiche o segnali negativi sull occupazione della cavità da parte di tali mammiferi. 215

216 ER BO 76 - Grotta del Fabbro (Cavernone del Fabbro) SIC di appartenenza: SIC-ZPS IT Gessi Bolognesi, Calanchi dell Abbadessa Comune: San Lazzaro di Savena Località: Castel dei Britti Proprietà dell ingresso: Proprietà privata. Descrizione della cavità: In località Castel dei Britti si può osservare una rupe gessosa, sulla cui cima spicca la chiesa di San Biagio e, nella parete rocciosa sottostante, vi è una sorta di rifugio nel gesso, scavato in parte dall azione dell uomo (Fig. 6.93). Tale cavità è semiartificiale e prende il nome di Grotta del Fabbro. Essa presenta uno sviluppo di 37 m per un dislivello totale di 3 m, ha uno stretto cunicolo, ma gli ambienti principali sono due sottoroccia, entrambi di ridotta estensione e piuttosto aperti, che vengono utilizzati dal proprietario dell area come rimessa per la legna (Fig. 6.94). Inoltre, all interno del riparo scavato si possono osservare tracce di combustione, di utilizzo di sostanze chimiche e vernici, oltre al fatto che tale anfratto veniva usato per allestire il presepe nel periodo natalizio. Figura 6.93: Rilievo cartografico speleologico della Grotta del Fabbro (ER BO 76). La zona antistante la cavità, all inizio del periodo d indagine del Progetto Life+ (2010), presentava un piazzale occupato da bosco ceduo di acacia, oggi, invece, è completamente ripulito dalla vegetazione e viene utilizzato come recinto per equini. A breve distanza dal sito inizia la zona abitata della frazione di Castel dei Britti posta ai piedi della rupe. 216

217 Figura 6.94: Ingresso della Grotta del Fabbro (ER BO 76) (Foto di F. Grazioli). Chirotteri: La Grotta del Fabbro non è stata oggetto del Progetto Life+, tuttavia, durante i sopralluoghi e le indagini effettuate sul territorio durante la fase ante operam del Progetto stesso, è stata individuata una colonia riproduttiva di Rhinolophus hipposideros, specie di particolare importanza, inserita in Allegato II della Direttiva 92/43/CEE. Si tratta, quindi, di una realtà di notevole rilevanza per la conservazione di questa specie e della chirotterofauna in generale. Dalle indagini svolte nel corso del Progetto, applicando le varie tecniche di monitoraggio previste dal protocollo operativo, la cavità e l area limitrofa ad essa risultano frequentate dalle seguenti specie di Chirotteri: Specie della Regione Emilia-Romagna Rhinolophus euryale Blasius,1853 Rhinolophus ferrumequinum (Schreber, 1774) Rhinolophus hipposideros (Bechstein, 1800) Barbastella barbastellus (Schreber, 1774) Eptesicus serotinus (Schreber, 1774) Hypsugo savii (Bonaparte, 1837) Myotis spp. Myotis bechsteinii (Kuhl, 1817) Myotis blythii (Thomes, 1857) Myotis capaccinii (Bonaparte,1837) Myotis daubentonii (Kuhl, 1817) Myotis emarginatus (E.Geoffroy, 1806) Myotis myotis (Borkhausen,1797) Grotta del Fabbro 217

218 Myotis mystacinus (Kuhl, 1817) Myotis nattereri (Kuhl, 1817) Nyctalus lasiopterus (Schreber, 1780) Nyctalus leisleri (Kuhl, 1817) Nyctalus noctula (Schreber, 1774) Pipistrellus kuhlii (Kuhl, 1817) Pipistrellus nathusii (Keyserling et Blasius, 1839) Pipistrellus pipistrellus (Schreber, 1774) Pipistrellus pygmaeus (Leach, 1825) Plecotus auritus (Linnaeus, 1758) Plecotus austriacus (Fischer, 1829) Miniopterus schreibersii (Kuhl, 1817) Tadarida teniotis (Rafinesque, 1814) Delle 6 specie segnalate, solo due utilizzano effettivamente la cavità: Rhinolophus hipposideros e Myotis spp.. La prima forma una piccola colonia riproduttiva nel periodo estivo, mentre la seconda è una segnalazione al bat-detector (Tab. 6.51). Quest ultima non è stata osservata presso il roost indagato, probabilmente a causa delle abitudini fessuricole tipiche di tale genere. Tabella 6.51: Risultati dell indagine bioacustica svolta presso la Grotta del Fabbro (ER BO 76). Punto di rilevamento Ingresso Ambiente Specie individuate Luglio 2010 Grotta del Fabbro [indice di attività (passaggi/h)] Settembre 2010 Luglio 2011 Giugno 2014 Myotis spp Rhinolophus hipposideros Eptesicus serotinus Hypsugo savii Pipistrellus kuhlii Pipistrellus pipistrellus L indagine bioacustica mostra anche che l area circostante la cavità è frequentata da specie principalmente sinantrope, quali Eptesicus serotinus, Hypsugo savii, Pipistrellus kuhlii e Pipistrellus pipistrellus, che, molto probabilmente, trovano rifugio presso gli edifici della vicina zona urbana o negli anfratti della parete rocciosa. I sopralluoghi diretti (Tab. 6.52) sono stati effettuati solo nel periodo estivo per verificare la presenza continuativa della colonia riproduttiva di Rhinolophus hipposideros (Fig. 6.95) e per contarne il numero di individui, così da iniziare ad ottenere informazioni utili per comprenderne la dinamica e l evoluzione della popolazione. Tabella 6.52: Risultati dei rilevamenti diretti svolti presso la Grota del Fabbro (ER BO 76). Specie osservate nei rilevamenti diretti Estate 2010 Grotta del Fabbro (numero esemplari) Estate 2011 Rhinolophus hipposideros (Bechstein, 1800) 6 18 Estate giovani + 9 adulti Estate giovani + 6 adulti 218

219 I sopralluoghi svolti si sono limitati al controllo dei due ambienti principali ed esterni, lo stretto cunicolo non è stato indagato per via della difficile percorribilità. I dati raccolti mostrano una leggera flessione negativa delle presenze del Ferro di Cavallo Minore, ma le informazioni non sono sufficienti e ci vorranno anni per comprendere se la colonia osservata sia in fase regressiva, o se invece è in fase di crescita o stabile. E possibile che la rimozione della vegetazione presente davanti al rifugio abbia provocato un effetto negativo sulla colonia o comunque un evento di disturbo. Il Ferro di Cavallo Minore, infatti, è una specie particolarmente sensibile alle modifiche ambientali ed è legata all ambiente forestale ed alle zone ripariali ricche di vegetazione per il foraggiamento. Figura 6.95: Nursery di Rhinolophus hipposideros presso la Grotta del Fabbro (ER BO 76) nel luglio 2015 (Foto di F. Grazioli). La Grotta del Fabbro, purtroppo, è facilmente raggiungibile dalla strada asfaltata, è a pochi metri dalle abitazioni, e non presenta alcun tipo di protezione o limitazione all accesso, in tal modo la colonia è alla mercé di chiunque si avvicini. Risulta, quindi, fondamentale proteggere tale cavità da eventuali disturbi e/o minacce in quanto i chirotteri, in genere, presentano una notevole fedeltà al rifugio e tornano nei siti utilizzati negli anni precedenti. Si consiglia di continuare il monitoraggio del sito per rilevate rapidamente eventuali modifiche o segnali negativi sullo stato della colonia. E auspicabile che l Ente gestore dell area protetta trovi un accordo con la proprietà privata del sito per una migliore gestione dell area, volta alla protezione della colonia riproduttiva rilevata e dei chirotteri in generale. 219

220 ER BO 7 - Grotta del Farneto SIC di appartenenza: SIC-ZPS IT Gessi Bolognesi, Calanchi dell Abbadessa Comune: San Lazzaro di Savena Località: Farneto Proprietà dell ingresso: Proprietà Pubblica Descrizione della cavità: Grotta di massima importanza e rilevanza generale, con uno sviluppo reale di m ed un dislivello totale di 44 m (Fig. 6.96). La Grotta del Farneto fu scoperta nel 1871 da Francesco Orsini ed oggi rappresenta uno dei più importanti insediamenti preistorici del bolognese. Data la grande mole di reperti ritrovati, la cavità sembra sia stata frequentata per tutta l Età del Bronzo e l Età del Rame. Tuttavia, l anfratto non ha mai ospitato un abitato a carattere fisso, quanto una serie di ripari, visitati stagione dopo stagione e utilizzati come residenze temporanee da gruppi dediti alla pastorizia e alla caccia. Figura 6.96: Rilievo cartografico della Grotta del Farneto (ER BO 7). Le eccessive esplosioni della cava attigua hanno provocato continui crolli del portale d ingresso della Grotta del Farneto nel corso degli anni (a partire dal Gennaio del 1980, al più disastroso avvenuto il 27 maggio 1991), fino alla completa occlusione. Fortunatamente, dopo vari anni e dopo accurate visite da parte dei Gruppi Speleologici GSB-USB, ci si rese conto che l ingresso poteva essere ripristinato aprendo un pozzo nella frana. Grazie all interessamento del Parco Regionale dei Gessi Bolognesi e Calanchi dell Abbadessa, vennero reperiti dei fondi pubblici ed un contributo 220

221 della Fondazione Carisbo per avviare i lavori, così che il 24 febbraio 2004 fu inaugurata ufficialmente la riapertura della cavità. Ad oggi, la Grotta del Farneto è stata messa in sicurezza e presenta un nuovo ingresso, protetto da una palizzata composta da elementi metallici tubolari verticali, in cui si apre un cancello pedonale tramite il quale si accede ad una scala a chiocciola in metallo che porta all interno della cavità. Il ramo fossile della grotta, di facile percorribilità, è interessato da un turismo speleologico organizzato dall Ente gestore del Parco dei Gessi e dei Calanchi dell Abbadessa (Fig. 6.97). Figura 6.97: Inizio di una visita turistica-speleologica presso la Grotta del Farneto (Foto di M. Cesari). La Grotta del Farneto non è stata oggetto del Progetto Life+, tuttavia si tratta di una realtà di notevole rilevanza, in quanto è una cavità già protetta da strutture idonee al passaggio dei chirotteri e simili a quelle utilizzate in alcune cavità oggetto dell Azione C1 del Progetto. Essa, inoltre, rappresenta un esempio tangibile di conservazione della chirotterofauna che i cittadini e le scolaresche possono osservare durante le visite guidate alla cavità. Chirotteri: Dalle indagini svolte nel corso del Progetto, applicando alcune delle tecniche di monitoraggio previste dal protocollo operativo, la cavità e l area limitrofa ad essa risultano frequentate dalle seguenti specie di Chirotteri: 221

222 Specie della Regione Emilia-Romagna Rhinolophus euryale Blasius,1853 Rhinolophus ferrumequinum (Schreber, 1774) Rhinolophus hipposideros (Bechstein, 1800) Barbastella barbastellus (Schreber, 1774) Eptesicus serotinus (Schreber, 1774) Hypsugo savii (Bonaparte, 1837) Myotis spp. Myotis bechsteinii (Kuhl, 1817) Myotis blythii (Thomes, 1857) Myotis capaccinii (Bonaparte,1837) Myotis daubentonii (Kuhl, 1817) Myotis emarginatus (E.Geoffroy, 1806) Myotis myotis (Borkhausen,1797) Myotis mystacinus (Kuhl, 1817) Myotis nattereri (Kuhl, 1817) Nyctalus lasiopterus (Schreber, 1780) Nyctalus leisleri (Kuhl, 1817) Nyctalus noctula (Schreber, 1774) Pipistrellus kuhlii (Kuhl, 1817) Pipistrellus nathusii (Keyserling et Blasius, 1839) Pipistrellus pipistrellus (Schreber, 1774) Pipistrellus pygmaeus (Leach, 1825) Plecotus spp. Plecotus auritus (Linnaeus, 1758) Plecotus austriacus (Fischer, 1829) Miniopterus schreibersii (Kuhl, 1817) Tadarida teniotis (Rafinesque, 1814) Grotta del Farneto L indagine svolta indica che vi sono almeno 10 specie che frequentano l area in prossimità della Grotta del Farneto, molte di esse sono state rilevate tramite il bat-detector (Tab. 6.53) e, probabilmente, non utilizzano la cavità. E il caso di Eptesicus serotinus, Hypsugo savii, Miniopterus schreibersii, Pipistrellus kuhlii e Pipistrellus pipistrellus, specie per lo più sinantrope e rupicole o che prediligono i grandi vuoti tipici di cave artificiali o grotte molto sviluppate. Tabella 6.53: Risultati dell indagine bioacustica svolta presso la Grotta del Farneto (ER BO 7). Specie individuate Agosto 2010 Settembre 2010 Grotta del Farneto [indice di attività (passaggi/h)] Giugno 2011 Luglio 2011 Agosto 2011 Settembre 2011 Eptesicus serotinus Hypsugo savii Miniopterus schreibersii Myotis sp Pipistrellus kuhlii Pipistrellus pipistrellus Rhinolophus ferrumequinum Rhinolophus hipposideros

223 Le specie rilevate durante le sessioni di registrazione sono molto attive, soprattutto durante l estate, e spesso sono stati rilevati dei feeding buzz, ciò significa che la zona circostante la Grotta del Farneto viene utilizzata per l attività di foraggiamento. Le uniche specie osservate direttamente all interno della Grotta del Farneto (Tab. 6.54) sono i due Rinolofidi (Rhinolophus ferrumequinum e Rhinolophus hipposideros) ed i Grandi Myotis (Myotis blythii e Myotis myotis), mentre i piccoli Myotis risultano difficilmente individuabili per via delle abitudini fessuricole. Tabella 6.54: Risultati dei rilevamenti diretti svolti presso la Grotta del Farneto (ER BO 7). Specie osservate nei rilevamenti diretti Estate 2010 Grotta del Farneto - ER-BO 007 (numero esemplari) Inverno 2010/11 Inverno 2011/12 Inverno 2014/15 Myotis blythii (Thomes, 1857) / Myotis myotis (Borkhausen,1797) 3 Rhinolophus ferrumequinum (Schreber, 1774) Rhinolophus hipposideros (Bechstein, 1800) La Grotta del Farneto è utilizzata da pochi esemplari, ma si tratta di specie inserite in Allegato II e IV della Dir. 92/43/CEE e quindi di notevole importanza per la conservazione dei chirotteri. La cavità risulta utilizzata durante tutto l anno, infatti gli esemplari sono stati osservati sia in inverno (durante lo svernamento) che in estate, seppur con scarse presenze. Si consiglia di proseguire le indagini sulla chirotterofauna del sito per continuare ad ottenere informazioni sulla dinamica di popolazione e per rilevare rapidamente eventuali modifiche o segnali negativi sull occupazione della cavità da parte di tali mammiferi. La Grotta del Farneto è anche una realtà utile per valutare l impatto della fruizione speleologicaturistica sui chirotteri che utilizzano la cavità e delle opere realizzate a protezione dell ingresso. ER BO Grotta Novella SIC di appartenenza: SIC-ZPS IT Gessi Bolognesi, Calanchi dell Abbadessa Comune: San Lazzaro di Savena Località: Buca di Gaibola Proprietà dell ingresso: Proprietà Pubblica. Descrizione della cavità: La Grotta Novella è una cavità di massima importanza e di rilevanza generale, è caratterizzata da uno sviluppo reale di 930 m ed un dislivello totale di 70 m. L ingresso della Grotta Novella si apre nell ampia dolina denominata Buca della Gaibola ed è stato protetto con un apposito cancello nel 1972 grazie al lavoro del USB (Unione Speleologica Bolognese). L opera è stata realizzata lungo le pareti del pozzo d accesso e si compone di una botola con una griglia di metallo piuttosto stretta. Tale chiusura non è del tutto compatibile con il transito della fauna, che probabilmente ha una via d accesso alternativa, ma impedisce l accesso al personale non autorizzato. La Grotta Novella, 223

224 infatti, è accessibile unicamente a quanti sono impegnati in progetti di ricerca scientifica, in quanto è la sede di un laboratorio di biospeleologia ipogeo, per lo studio delle concrezioni e dei fenomeni di mineralizzazione in grotta. La cavità è caratterizzata da pozzi, in parte attrezzati con scale metalliche, e numerose concrezioni, quali le lame calcitiche (Fig. 6.98). Figura 6.98: Rilievo cartografico della Grotta Novella (ER BO 287). La Grotta Novella non è stata oggetto del Progetto Life+, tuttavia si tratta di una realtà di notevole rilevanza, in quanto è una cavità già protetta da svariati anni. Chirotteri: La chirotterofauna frequentante la Grotta Novella è ricca e diversificata. Sono state svolte numerose indagini in passato ed è tuttora costantemente monitorata, data l importanza del sito. Dalle indagini svolte nel corso del Progetto, applicando alcune delle tecniche di monitoraggio previste dal protocollo operativo, la cavità risulta frequentata dalle seguenti specie di Chirotteri: Specie della Regione Emilia-Romagna Rhinolophus euryale Blasius,1853 Rhinolophus ferrumequinum (Schreber, 1774) Rhinolophus hipposideros (Bechstein, 1800) Barbastella barbastellus (Schreber, 1774) Eptesicus serotinus (Schreber, 1774) Hypsugo savii (Bonaparte, 1837) Myotis bechsteinii (Kuhl, 1817) Myotis blythii (Thomes, 1857) Myotis capaccinii (Bonaparte,1837) Myotis daubentonii (Kuhl, 1817) Grotta Novella 224

225 Myotis emarginatus (E.Geoffroy, 1806) Myotis myotis (Borkhausen,1797) Myotis mystacinus (Kuhl, 1817) Myotis nattereri (Kuhl, 1817) Nyctalus lasiopterus (Schreber, 1780) Nyctalus leisleri (Kuhl, 1817) Nyctalus noctula (Schreber, 1774) Pipistrellus kuhlii (Kuhl, 1817) Pipistrellus nathusii (Keyserling et Blasius, 1839) Pipistrellus pipistrellus (Schreber, 1774) Pipistrellus pygmaeus (Leach, 1825) Plecotus auritus (Linnaeus, 1758) Plecotus austriacus (Fischer, 1829) Miniopterus schreibersii (Kuhl, 1817) Tadarida teniotis (Rafinesque, 1814) Nello specifico sono stati svolti alcuni sopralluoghi diretti, nel periodo invernale, per valutare la presenza di pipistrelli in svernamento. Le uniche specie osservate all interno della Grotta Novella (Tab. 6.55) sono i due Rinolofidi (Rhinolophus ferrumequinum e Rhinolophus hipposideros), anche se è molto plausibile anche la presenza di piccoli Myotis, il cui mancato rilevamento è, probabilmente, dovuto alla difficile individuazione degli esemplari di tale genere, caratterizzati per lo più da abitudini fessuricole. Nell indagine svolta nel 2004, in cui è stata impiegata la tecnica di cattura temporanea dei pipistrelli con mist-net, è stata infatti rilevata la presenza di Myotis bechsteinii, non confermata con la più recente ricerca. Tabella 6.55: Risultati dei rilevamenti diretti svolti nella Grotta Novella (ER BO 287). Specie osservate nei rilevamenti diretti Grotta Novella - ER-BO 287 (numero esemplari) Inverno 2010/11 Inverno 2012/13 Rhinolophus ferrumequinum (Schreber, 1774) 1 Rhinolophus hipposideros (Bechstein, 1800) 7 19 La Grotta Novella è una cavità di rilevante importanza durante tutto l anno ed in particolare durante le fasi di svernamento ospita il Rhinolophus ferrumequinum ed il Rhinolophus hipposideros (specie inserite in Allegato II della Dir. 92/43/CEE). Indagini pregresse confermano un utilizzo della cavità anche nel periodo estivo. La Grotta Novella è un sito di notevole importanza per la conservazione dei chirotteri e si consiglia, quindi, di proseguire le indagini per continuare ad ottenere informazioni sulla dinamica di popolazione e per rilevare rapidamente eventuali modifiche o segnali negativi sull occupazione della cavità da parte di tali mammiferi. 225

226 ER BO Pozzo presso il Pozzo di S. Antonio (P.P.P.) SIC di appartenenza: SIC-ZPS IT Gessi Bolognesi, Calanchi dell Abbadessa Comune: San Lazzaro di Savena Località: Croara Proprietà dell ingresso: Proprietà privata. Descrizione della cavità: Il Pozzo presso il Pozzo di S. Antonio fa parte del sistema carsico Acquafredda-Spipola-Prete Santo, il maggiore e più importante complesso di cavità nei gessi d Europa con uno sviluppo di oltre 11 Km. La cavità, denominata anche P.P.P., è di media importanza speleologica e presenta uno sviluppo reale di 408 m ed un dislivello totale di 48 m. Nel luglio 2008, l ingresso ufficiale del Pozzo presso il Pozzo di S. Antonio è stato chiuso con un apposito cancello, che impedisce l ingresso al personale non autorizzato, ma che consente il passaggio della fauna. L opera è stata realizzata dal GSB-USB (Gruppo Speleologico Bolognese - Unione Speleologica Bolognese) in collaborazione con il Parco Regionale dei Gessi Bolognesi e Calanchi dell Abbadessa. La cavità è caratterizzata dal susseguirsi di pozzi e sale, e si conclude con il collegamento con la cavità Inghiottitoio dell Acquafredda (Fig. 6.99). Figura 6.99: Rilievo cartografico del Pozzo presso il Pozzo di S. Antonio (ER BO 276). Il Pozzo presso il Pozzo di S. Antonio non è stato oggetto del Progetto Life+, tuttavia si tratta di una realtà di notevole rilevanza, in quanto è una cavità già protetta da strutture idonee al passaggio dei chirotteri da svariati anni. 226

227 Chirotteri: La chirotterofauna frequentante il Pozzo presso il Pozzo di S. Antonio è ricca e diversificata. Sono state svolte numerose indagini in passato ed è tuttora costantemente monitorata, data l importanza del sito. Dalle indagini svolte nel corso del Progetto, applicando alcune delle tecniche di monitoraggio previste dal protocollo operativo, la cavità e l area limitrofa ad essa risultano frequentate dalle seguenti specie di Chirotteri: Specie della Regione Emilia-Romagna Rhinolophus euryale Blasius,1853 Rhinolophus ferrumequinum (Schreber, 1774) Rhinolophus hipposideros (Bechstein, 1800) Barbastella barbastellus (Schreber, 1774) Eptesicus serotinus (Schreber, 1774) Hypsugo savii (Bonaparte, 1837) Myotis spp. Myotis bechsteinii (Kuhl, 1817) Myotis blythii (Thomes, 1857) Myotis capaccinii (Bonaparte,1837) Myotis daubentonii (Kuhl, 1817) Myotis emarginatus (E.Geoffroy, 1806) Myotis myotis (Borkhausen,1797) Myotis mystacinus (Kuhl, 1817) Myotis nattereri (Kuhl, 1817) Nyctalus lasiopterus (Schreber, 1780) Nyctalus leisleri (Kuhl, 1817) Nyctalus noctula (Schreber, 1774) Pipistrellus kuhlii (Kuhl, 1817) Pipistrellus nathusii (Keyserling et Blasius, 1839) Pipistrellus pipistrellus (Schreber, 1774) Pipistrellus pygmaeus (Leach, 1825) Plecotus auritus (Linnaeus, 1758) Plecotus austriacus (Fischer, 1829) Miniopterus schreibersii (Kuhl, 1817) Tadarida teniotis (Rafinesque, 1814) Pozzo presso il Pozzo di S.Antonio L indagine svolta indica che vi sono almeno 13 specie che frequentano l area in prossimità del Pozzo presso il Pozzo di S. Antonio, tuttavia molte di esse sono state rilevate tramite il bat-detector (Tab. 6.56) e non utilizzano la cavità. E il caso di Eptesicus serotinus, Hypsugo savii, Nyctalus noctula, Pipistrellus kuhlii, Pipistrellus pipistrellus, e Miniopterus schreibersii specie per lo più sinantrope, rupicole o legate maggiormente all ambiente forestale o a cavità caratterizzate da grandi vuoti. Le specie rilevate durante le sessioni di registrazione con il bat-detector sono abbastanza attive in tutte le stagioni e spesso sono stati rilevati dei feeding buzz, ciò significa che la zona circostante il Pozzo presso il Pozzo di S. Antonio, in particolare i coltivi ed il margine del bosco, viene utilizzata per l attività di foraggiamento, oltre che come zona di transito o collegamento fra le aree di caccia. 227

228 Di particolare interesse è il rilevamento con il bat-detector di Rhinolophus euryale, specie ritenuta non comune nel bolognese, anche se già rilevata in passato. Tale segnalazione necessita, tuttavia, di una conferma diretta, data la flessibilità sonora dei chirotteri. E infatti comune che i giovani esemplari di Rhinolophus hipposideros emettano a frequenze più basse, rispetto ai conspecifici adulti, finendo per sovrapporre il proprio spettro sonoro con quello tipico del Rhinolophus euryale. Tuttavia, non è nota alcuna colonia riproduttiva di Rhinolophus hipposideros nel sistema Acquafredda-Spipola-Prete Santo. Tabella 6.56: Risultati dell indagine bioacustica svolta dal Pozzo presso il Pozzo di S.Antonio (ER BO 276). Punto d'ascolto Ingresso PPP Margine del bosco Coltivi Arbusteto Bosco Specie individuate Pozzo presso il Pozzo di S.Antonio - ER-BO 276 [indice di attività (passaggi/h)] Luglio 2010 Settembre 2010 Luglio 2011 Settembre 2011 Maggio 2014 Eptesicus serotinus 4.00 Hypsugo savii 8.00 Myotis spp Nyctalus noctula Pipistrellus kuhlii Pipistrellus pipistrellus Rhinolophus euryale Rhinolophus hipposideros Rhinolophus ferrumequinum Hypsugo savii Miniopterus schreibersii 4.00 Myotis spp Pipistrellus kuhlii Pipistrellus pipistrellus 3.00 Rhinolophus ferrumequinum 2.00 Hypsugo savii Nyctalus noctula 3.00 Miniopterus schreibersii 4.00 Myotis spp Pipistrellus kuhlii Pipistrellus pipistrellus Eptesicus serotinus 6.00 Hypsugo savii 3.00 Miniopterus schreibersii 3.00 Myotis spp Myotis myotis 6.00 Pipistrellus kuhlii Myotis spp Rhinolophus hipposideros Le uniche specie osservate direttamente all interno del Pozzo presso il Pozzo di S. Antonio (Tab. 6.57) sono i due Rinolofidi (Rhinolophus ferrumequinum e Rhinolophus hipposideros), tuttavia, dalle indagini bioacustiche emerge una notevole attività dei piccoli Myotis presso l ingresso della cavità; ciò denota che tale gruppo di chirotteri utilizza il sito come roost. Il mancato rilevamento dei piccoli Myotis durante i sopralluoghi diretti è, probabilmente, dovuto alla difficile individuazione degli esemplari di tale genere, caratterizzati per lo più da abitudini 228

229 fessuricole. Inoltre, a conferma dell utilizzo della cavità come rifugio da parte dei piccoli Myotis vi sono le indagini svolte nel 2004/2005, in cui è stata impiegata la tecnica di cattura temporanea dei pipistrelli con mist-net, da cui risulta la presenza di Myotis emarginatus, Myotis bechsteinii e Myotis nattereri. Tabella 6.57: Risultati dei rilevamenti diretti svolti nel Pozzo presso il Pozzo di S.Antonio (ER BO 276). Specie osservate nei rilevamenti diretti Pozzo presso il Pozzo di S.Antonio (numero esemplari) Estate 2010 Inverno 2010/11 Inverno 2012/13 Rhinolophus ferrumequinum (Schreber, 1774) 1 Rhinolophus hipposideros (Bechstein, 1800) I dati raccolti mostrano che il Pozzo presso il Pozzo di S. Antonio è utilizzato da diverse specie durante tutto l anno ed, in particolare, ospita il Rhinolophus ferrumequinum, il Rhinolophus hipposideros, il Rhinolophus euryale, il Myotis emarginatus e il Myotis bechsteinii (specie inserite in Allegato II della Dir. 92/43/CEE). Il Pozzo presso il Pozzo di S. Antonio è un sito di notevole importanza per la conservazione dei chirotteri e si consiglia, quindi, di proseguire le indagini per continuare ad ottenere informazioni sulla dinamica di popolazione e per rilevare rapidamente eventuali modifiche o segnali negativi sull occupazione della cavità da parte di tali mammiferi. ER BO 92 - Grotta Coralupi SIC di appartenenza: SIC-ZPS IT Gessi Bolognesi, Calanchi dell Abbadessa Comune: San Lazzaro di Savena Località: Buca dell Inferno Proprietà dell ingresso: Proprietà Pubblica. Descrizione della cavità: La Grotta Coralupi è una cavità di massima importanza e di rilevanza generale, è caratterizzata da uno sviluppo reale di 530 m ed un dislivello totale di 44 m. L ingresso della Grotta Coralupi (Fig ) si apre alla base di una piccola parete gessosa nella Buca dell Inferno ed è circondato dal bosco. La cavità presenta una chiusura interna, realizzata dal GSB-USB (Gruppo Speleologico Bolognese - Unione Speleologica Bolognese) in collaborazione con il Parco Regionale dei Gessi Bolognesi e Calanchi dell Abbadessa, nel giugno del L opera realizzata presenta un portello in metallo e sopra di esso si apre una feritoia di forma quadrata attraverso la quale avviene il transito della fauna. In prossimità di tale feritoia, in passato era presente un dispositivo per il conteggio dei passaggi della fauna in uscita ed in entrata. La cavità è caratterizzata da stretti cunicoli e sale in cui si possono osservare le radici delle piante e numerose concrezioni (Fig ). 229

230 Figura 6.100: Rilievo cartografico della Grotta Coralupi (ER BO 92). La Grotta Coralupi non è stata oggetto del Progetto Life+, tuttavia si tratta di una realtà di notevole rilevanza, in quanto è una cavità già protetta da strutture idonee al passaggio dei chirotteri da svariati anni. Figura 6.101: Ingresso della Grotta Coralupi (ER-BO 92) (Foto di F. Grazioli). 230

231 Chirotteri: La chirotterofauna frequentante la Grotta Coralupi è ricca e diversificata. Sono state svolte numerose indagini in passato ed è tuttora costantemente monitorata, data l importanza del sito. Dalle indagini svolte nel corso del Progetto, applicando alcune delle tecniche di monitoraggio previste dal protocollo operativo, la cavità e l area limitrofa ad essa risultano frequentate dalle seguenti specie di Chirotteri: Specie della Regione Emilia-Romagna Rhinolophus euryale Blasius,1853 Rhinolophus ferrumequinum (Schreber, 1774) Rhinolophus hipposideros (Bechstein, 1800) Barbastella barbastellus (Schreber, 1774) Eptesicus serotinus (Schreber, 1774) Hypsugo savii (Bonaparte, 1837) Myotis spp. Myotis bechsteinii (Kuhl, 1817) Myotis blythii (Thomes, 1857) Myotis capaccinii (Bonaparte,1837) Myotis daubentonii (Kuhl, 1817) Myotis emarginatus (E.Geoffroy, 1806) Myotis myotis (Borkhausen,1797) Myotis mystacinus (Kuhl, 1817) Myotis nattereri (Kuhl, 1817) Nyctalus lasiopterus (Schreber, 1780) Nyctalus leisleri (Kuhl, 1817) Nyctalus noctula (Schreber, 1774) Pipistrellus kuhlii (Kuhl, 1817) Pipistrellus nathusii (Keyserling et Blasius, 1839) Pipistrellus pipistrellus (Schreber, 1774) Pipistrellus pygmaeus (Leach, 1825) Plecotus auritus (Linnaeus, 1758) Plecotus austriacus (Fischer, 1829) Miniopterus schreibersii (Kuhl, 1817) Tadarida teniotis (Rafinesque, 1814) Grotta Coralupi L indagine svolta indica che vi sono almeno 13 specie che frequentano l area in prossimità della Grotta Coralupi, tuttavia molte di esse sono state rilevate tramite il bat-detector (Tab. 6.58) e non utilizzano la cavità. E il caso di Hypsugo savii, Pipistrellus kuhlii, Pipistrellus pipistrellus, e Miniopterus schreibersii specie per lo più sinantrope, rupicole o legate maggiormente a cavità caratterizzate da grandi vuoti. Sono stati rilevati pochi contatti in ambiente, mentre una maggiore attività si riscontra a livello dell ingresso della cavità. Tuttavia sono stati registrati dei feeding buzz, e ciò significa che la zona circostante la Grotta Coralupi viene utilizzata per l attività di foraggiamento, oltre che come zona di transito o collegamento fra le aree di caccia. 231

232 Tabella 6.58: Risultati dell indagine bioacustica svolta presso la Grotta Coralupi (ER BO 92). Punto d'ascolto Ingresso Grotta Coralupi Bosco Dolina dell Inferno Specie individuate Grotta Coralupi - ER BO 092 [indice di attività (passaggi/h)] Settembre 2010 Ottobre 2011 Hypsugo savii 1.33 Myotis spp Pipistrellus pipistrellus 2.40 Rhinolophus ferrumequinum 3.20 Hypsugo savii 6.00 Miniopterus schreibersii 3.00 Myotis spp Pipistrellus kuhlii 3.00 Le uniche specie osservate direttamente all interno della Grotta Coralupi (Tab. 6.59) sono i due Rinolofidi (Rhinolophus ferrumequinum e Rhinolophus hipposideros) e, più raramente, i grandi Myotis (Myotis blythii e Myotis myotis). Tuttavia, dalle indagini bioacustiche emerge una notevole attività dei piccoli Myotis presso l ingresso della cavità; ciò denota che tale gruppo di chirotteri utilizza il sito come roost. Tabella 6.59: Risultati dei rilevamenti diretti svolti presso la Grotta Coralupi (ER BO 92). Specie osservate nei rilevamenti diretti Grotta Coralupi - ER BO 092 (numero esemplari) Inverno 2010/11 Estate 2011 Inverno 2011/12 Inverno 2012/13 Myotis blythii (Thomes, 1857) / Myotis myotis (Borkhausen,1797) 1 Rhinolophus ferrumequinum (Schreber, 1774) 1 Rhinolophus hipposideros (Bechstein, 1800) Il mancato rilevamento dei piccoli Myotis durante i sopralluoghi diretti è, probabilmente, dovuto alla difficile individuazione degli esemplari di tale genere, caratterizzati per lo più da abitudini fessuricole. Inoltre, a conferma dell utilizzo della cavità come rifugio da parte dei piccoli Myotis vi sono le indagini svolte nel 2004/2005, in cui è stata impiegata la tecnica di cattura temporanea dei pipistrelli con mist-net, da cui risulta la presenza di Myotis emarginatus, Myotis bechsteinii, Myotis nattereri e Plecotus auritus. Conferme più recenti derivano dall indagine fotografica svolta da Francesco Grazioli e Serena Magagnoli presso la Grotta Coralupi che, con un sistema automatico, dotato di sensori e collegato ad una macchina fotografica modificata per IR, ha immortalato numerosi esemplari di Myotis emarginatus (Fig ), Myotis daubentonii, Myotis bechsteinii, Myotis nattereri, Myotis myotis / M. blythii, Plecotus auritus/ P. austriacus, oltre a Rhinolophus ferrumequinum e Rhinolophus hipposideros, entrare ed uscire dalla feritoia indagata (F. Grazioli e S. Magagnoli, 2014). 232

233 Figura 6.102: Esemplare di Myotis emarginatus, fotografato con macchina fotografica IR, in transito presso la feritoia della Grotta Coralupi (Foto di F. Grazioli). I dati raccolti mostrano che la Grotta Coralupi è utilizzata da diverse specie durante tutto l anno e, nello specifico, ospita il Rhinolophus ferrumequinum, il Rhinolophus hipposideros, Myotis blythii e Myotis myotis (specie inserite in Allegato II della Dir. 92/43/CEE) nel periodo invernale, mentre in estate si aggiungono anche il Myotis emarginatus, il Myotis bechsteinii (specie inserite in Allegato II della Dir. 92/43/CEE) oltre al Myotis nattereri ed al Plecotus auritus. La Grotta Coralupi è un sito di notevole importanza per la conservazione dei chirotteri e si consiglia, quindi, di proseguire le indagini per continuare ad ottenere informazioni sulla dinamica di popolazione e per rilevate rapidamente eventuali modifiche o segnali negativi sull occupazione della cavità da parte di tali mammiferi. Cava IECME SIC di appartenenza: SIC-ZPS IT Gessi Bolognesi, Calanchi dell Abbadessa Comune: San Lazzaro di Savena Località: Croara Proprietà dell ingresso: Proprietà privata. 233

234 NATURALE S.N.C. Descrizione della cavità: La Cava IECME è una delle più grandi cavità artificiali della Provincia di Bologna, in cui sono presenti numerose specie di chirotteri. In tale cavità l attività estrattiva iniziò nel 1954 e terminò nel 1977, anno in cui il Comune di San Lazzaro di Savena vietò l escavazione in galleria, consentendo solo l attività a cielo aperto, ponendo così fine allo sfruttamento degli affioramenti gessosi. Le Cave IECME si aprono sul versante meridionale del Monte Croara, poco al di sotto della cima (281 m s.l.m.), nei gessi macrocristallini Messiniani che, in tale area, affiorano in bancate di grande spessore. Gli strati immergono a Nord-Ovest di una trentina di gradi e sono intercalati da livelli marnoso-argillosi di spessore ridotto. Le cave in questione occupano occupano il versante orientale della grande valle chiusa, sotto Madonna del Bosco, le cui acque scompaiono nell Inghiottitoio dell Acqua Fredda, per poi gettarsi nel Torrente Idice. Il fronte di avanzamento delle Cave IECME, sfruttando a scopo industriale i gessi gessi Messiniani, ha sventrato alcuni inghiottitoi, contenenti resti paleontologici, nonché sistemi carsici naturali. La Grotta del Ragno (ER-BO 142), scoperta dalla PASS nel 1960, rappresenta la più estesa cavità naturale intercettata nel corso delle attività estrattive condotte dalla cava IECME. Molti tratti della grotta hanno subito pesanti sbancamenti a causa degli scavi, altri settori sono stati completamente attraversati dalle gallerie artificiali, fino a rendere problematico determinare il tracciato originale della cavità naturale. Nel complesso, vi sono più di m di gallerie artificiali ed oltre 700 m di cavità naturali già a Catasto, nonché 200 m di nuove cavità o diramazioni non ancora inclusi nei rilievi cartografici. La Cava IECME presenta numerosi punti d accesso, si compone di 3 livelli, ognuno costituito da gallerie di grandi dimensioni, la cui volta è sostenuta da grossi piloni di gesso (Fig e 6.104). Figura 6.103: Rilievo cartografico della Cava IECME. La Cava IECME era inizialmente inserita fra le cavità oggetto dell Azione C1 del Progetto Life+ ed, essendo di proprietà privata, il Parco dei Gessi e Calanchi dell Abbadessa avrebbe dovuto sottoscrivere un accordo di lunga durata che impegnasse le parti contraenti. Nello specifico il proprietario era tenuto ad accettare la realizzazione e la permanenza dei manufatti, mentre l Ente 234

235 NATURALE S.N.C. doveva realizzare e mantenere efficienti le chiusure attraverso interventi di manutenzione ordinaria e/o straordinaria. Tuttavia, nonostante onostante l iniziale assenso, il proprietario dell area ha manifestato perplessità e contrarietà alla realizzazione dell opera, tanto che ha vietato al gruppo di lavoro l ingresso alla cavità per svolgere le indagini previste dal protocollo operativo. Figura 6.104: Rilievo planimetrico della Cava IECME. Descrizione della chiusura: Data l indisponibilità mostrata dal proprietario del sito, non è ancora stato predisposto un apposito progetto per la tutela dell area. Si tratterebbe, comunque, di recinzioni poste ad ampia distanza dai vari ingressi della Cava, data la presenza del Miniottero, specie sensibile a qualsiasi forma di restrizione del passaggio. Le opere, qualora vengano realizzate, oltre a proteggere la cavità per la salvaguardia dei chirotteri, garantirebbero al proprietario del terreno le condizioni di sicurezza per evitare incidenti di origine antropica. In fase di post operam del Progetto Life+ il gruppo di lavoro si auspicava di poter continuare il controllo della cavità in oggetto, nonostante nonostante non sia stata realizzata l opera, per raccogliere dati più esaustivi sulla chirotterofauna frequentante la Cava IECME. Tuttavia, il proprietario ha impedito l accesso al sito e vietato qualsiasi divulgazione di materiale fotografico da parte degli speleologi che frequentano abitualmente la cavità. 235

236 Chirotteri: Dalle indagini svolte nel corso del Progetto, applicando le varie tecniche di monitoraggio previste dal protocollo operativo, la cavità e l area limitrofa ad essa risultano frequentate dalle seguenti specie di Chirotteri: Specie della Regione Emilia-Romagna Rhinolophus euryale Blasius,1853 Rhinolophus ferrumequinum (Schreber, 1774) Rhinolophus hipposideros (Bechstein, 1800) Barbastella barbastellus (Schreber, 1774) Eptesicus serotinus (Schreber, 1774) Hypsugo savii (Bonaparte, 1837) Myotis spp. Myotis bechsteinii (Kuhl, 1817) Myotis blythii (Thomes, 1857) Myotis capaccinii (Bonaparte,1837) Myotis daubentonii (Kuhl, 1817) Myotis emarginatus (E.Geoffroy, 1806) Myotis myotis (Borkhausen,1797) Myotis mystacinus (Kuhl, 1817) Myotis nattereri (Kuhl, 1817) Nyctalus lasiopterus (Schreber, 1780) Nyctalus leisleri (Kuhl, 1817) Nyctalus noctula (Schreber, 1774) Pipistrellus kuhlii (Kuhl, 1817) Pipistrellus nathusii (Keyserling et Blasius, 1839) Pipistrellus pipistrellus (Schreber, 1774) Pipistrellus pygmaeus (Leach, 1825) Plecotus spp. Plecotus auritus (Linnaeus, 1758) Plecotus austriacus (Fischer, 1829) Miniopterus schreibersii (Kuhl, 1817) Tadarida teniotis (Rafinesque, 1814) Ante operam L indagine svolta indica che vi sono almeno 12 specie che frequentano la Cava IECME in modo differente a seconda del periodo dell anno. Se qualitativamente le specie presenti nella cavità, nelle diverse stagioni dell anno, risultano pressoché le stesse, si assiste ad una forte variazione in termini di numero di esemplari rilevato. La Cava IECME risulta, quindi, una cavità di rilevante importanza durante tutte le fasi del ciclo biologico dei chirotteri (soprattutto per ciò che riguarda lo svernamento, lo swarming ed il periodo degli accoppiamenti) per numerose specie fra cui alcune inserite in Allegato II (Rhinolophus ferrumequinum, Rhinolophus hipposideros, Myotis myotis, Myotis blythii e Miniopterus schreibersii) e IV della Dir. 92/43/CEE. Tramite l indagine bioacustica sono state contattate tutte le specie indicate (Tab. 6.60) e si comprende come Rhinolophus ferrumequinum prediliga l ingresso superiore a destra, così come i Plecotus spp. utilizzino solo gli ingressi superiori e non quello inferiore, mentre le altre specie non mostrino alcuna preferenza nell utilizzo delle varie uscite disponibili. 236

237 Tabella 6.60: Risultati dell indagine bioacustica svolta in fase ante operam presso la Cava IECME. Ingresso Ambiente Ingresso superiore a destra Ingresso principale Ingresso inferiore Specie individuate Settembre 2010 Hypsugo savii 4.80 Miniopterus schreibersii 7.20 Myotis blythii 2.40 Myotis sp Pipistrellus kuhlii Cava IECME [indice di attività (passaggi/h)] Settembre 2011 Ottobre 2011 Eptesicus serotinus 2.67 Hypsugo savii Miniopterus schreibersii Myotis myotis 5.33 Myotis sp Pipistrellus kuhlii Pipistrellus pipistrellus 9.33 Plecotus spp Rhinolophus ferrumequinum Rhinolophus hipposideros Eptesicus serotinus 6.00 Hypsugo savii Miniopterus schreibersii Myotis blythii Myotis myotis 3.00 Myotis spp Pipistrellus kuhlii Pipistrellus pipistrellus Pipistrellus pygmaeus 6.00 Plecotus spp Rhinolophus hipposideros 6.00 Eptesicus serotinus Hypsugo savii Miniopterus schreibersii Myotis myotis Myotis spp Rhinolophus hipposideros 3.00 L importanza di questa cavità artificiale è soprattutto dovuta al ruolo di roost di svernamento per numerosi esemplari di chirottero di Miniottero e Ferro di Cavallo Maggiore. Risulta, infatti, il sito di svernamento maggiormente utilizzato nella Provincia di Bologna. I sopralluoghi diretti, svolti solo nella fase iniziale dell ante operam, mostrano consistenti presenze durante l inverno (Tab. 6.61), mentre d estate si osserva un maggior numero di specie, anche se con cifre meno significative. Le colonie rilevate risultano tuttora presenti, ma, negli ultimi anni, non è stato possibile verificarne l abbondanza in quanto il proprietario ha vietato l accesso alla cavità al gruppo di lavoro incaricato. 237

238 Tabella 6.61: Risultati dei rilevamenti diretti svolti in fase ante operam presso la cava IECME. Specie osservate nei rilevamenti diretti Estate 2010 Inverno 2010/11 Cava IECME (numero esemplari) Estate 2011 Inverno 2013/14 Estate 2014 Inverno 2014/15 Eptesicus serotinus (Schreber, 1774) 6 NR NR NR Miniopterus schreibersii (Kuhl, 1817) NR NR NR Myotis blythii (Thomes, 1857) / Myotis myotis (Borkhausen,1797) 6 3 NR NR NR Myotis spp. Alcuni Alcuni NR NR NR Plecotus spp. 2 NR NR NR Rhinolophus ferrumequinum (Schreber, 1774) NR NR NR Rhinolophus hipposideros (Bechstein, 1800) 1 2 NR NR NR La massiccia presenza di Miniopterus schreibersii all interno della Cava IECME (Fig ), nel periodo invernale, pone l importante quesito sulla provenienza di tali animali. Infatti, durante l estate non si è ancora rinvenuta alcuna colonia riproduttiva di tale specie nel territorio della Provincia di Bologna. Sarebbe interessante approfondire la questione con studi mirati per comprendere la provenienza di questi numerosi esemplari e, se necessario, proteggere i siti estivi di riproduzione. Figura 6.105: Colonia svernante di Miniopterus schreibersii presso la cava IECME nell inverno 2010/2011 (Foto di F. Grazioli). 238

239 Una situazione analoga si ha per Rhinolophus ferrumequinum (Fig ), con la differenza che sono note alcune, anche se poche, nursery sul territorio. Figura 6.106: Colonia svernante di Rhinolophus ferrumequinum presso la cava IECME nell inverno 2010/2011 (Foto di F. Grazioli). La Cava IECME riveste, inoltre, un importante ruolo durante il periodo degli accoppiamenti autunnali. E infatti facile osservare esemplari di Grandi Myotis, durante gli accoppiamenti, dentro i fori di mina presenti nei primi ambienti della cavità. Si consiglia di ripetere l indagine, qualora vengano eseguiti i lavori di chiusura della cavità, per verificare la permeabilità della struttura installata e valutare la presenza di eventuali impatti negativi sulla chirotterofauna presente. Inoltre, a prescindere da come si concluderà la situazione di stallo relativa alla posa di adeguate protezioni della cavità artificiale in questione, è fondamentale ripristinare buoni rapporti con il proprietario del sito, così da poter garantire, comunque, una parziale tutela agli animali che trovano rifugio nella cava. Si tratta, infatti, di uno dei siti di maggiore importanza conservazionistica, presente nel panorama bolognese, di cui si hanno dati ed informazioni da almeno una decina di anni. Risulta, quindi, essenziale proseguire tali indagini per monitorare l andamento della popolazione presente. 239

240 Minacce presenti: Minacce specifiche rilevate in Ante Operam [minacce riferite a tutte le specie] - Interventi presso cave abbandonate: le cave di roccia in zone carsiche non più coltivate sono siti di rifugio per i chirotteri troglofili. Un sito estrattivo abbandonato con gallerie deve ritenersi a priori importante per la chirotterofauna troglofila e va valutato attentamente ogni intervento di messa in sicurezza (cancellate agli ingressi, interventi di sistemazione e messa in sicurezza, ecc.) così come pure una eventuale ripresa delle attività di coltivazione. - Distruzione e perturbazione habitat per specie troglofile: la minaccia si concretizza nella distruzione di affioramenti rocciosi in cui sono presenti fenomeni carsici che ospitano colonie di pipistrelli troglofili ovvero dalla distruzione di siti ipogei artificiali (cave in galleria, miniere, cantine,...) e naturali, spesso con la volontaria chiusura degli accessi per ragioni di sicurezza; il disturbo può derivare anche dalla pratica speleologica e, soprattutto dalla frequentazione occasionale e dalla turisticizzazione dei siti ipogei naturali e artificiali. - Afflusso antropico presso l ingresso: la frequentazione da parte dell uomo dell area presso l ingresso del roost può causare disturbo ai chirotteri soprattutto nella fase di attività. - Alpinismo, scalate, speleologia: la speleologia e in minore misura la pratica di arrampicare in siti rocciosi possono disturbare colonie in riproduzione o svernamento. Il fenomeno è particolarmente impattante nei siti ipogei con nursery. - Miglior accesso ai siti: interventi che facilitano l accessibilità a siti poco protetti (ad es. grotte, rifugi bellici, ponti, gallerie, manufatti idraulici,...) in cui sono presenti colonie di pipistrelli, possono favorire anche se involontariamente il disturbo fino a determinarne l abbandono. - Collisione con cavi e fili metallici in particolare riferito alle cave: è una potenziale minaccia in quanto gli animali possono avere collisioni e riportare ferite anche mortali. - Evoluzione della biocenosi (processi naturali): occlusione dei corridoi di volo che conducono agli ingressi delle cavità di rifugio. - Occlusione naturale: occlusione dell ingresso del roost da parte di materiale si trasporto solido derivante da smottamenti o da attività antropica. - Coltivazione: specifico per colture intensive. Può portare ad eccessiva semplificazione del sistema ed inquinamento diffuso. - Gestione forestale: la gestione forestale può essere non favorevole ai chirotteri forestali che utilizzano il bosco come ambiente di rifugio e/o habitat di caccia. - Inquinamento (acqua, suolo, aria)-abbandono di materiali: riduce la quantità delle prede per varie specie di chirotteri e può dare luogo a fenomeni di intossicazione e bioaccumulo. - Fotografie e riprese nei siti di rifugio o lungo i corridoi di volo dei chirotteri: la fotografia e la ripresa (anche se con trappole IR) è un potenziale disturbo alle colonie e agli esemplari, va dunque valutata con attenzione la sua finalità, la metodica e l epoca,... - Instabilità del sito: aumento dell instabilità del roost dovuto alla natura della roccia, alle passate lavorazioni di cava, alla presenza delle radici della vegetazione soprastante e all acqua d infiltrazione. - Catastrofi naturali (generico): crollo di siti ipogei (gallerie, rifugi bellici, edifici, ) dovuti a varie ragioni come anche ondate eccezionali di maltempo possono localmente distruggere o danneggiare fortemente colonie di chirotteri di importanza comunitaria. - Introduzione di malattie (per specie animali): alcune malattie possono colpire popolazioni/specie di chirotteri rimaste fino ad oggi indenni. In Europa è comparsa la sindrome del naso bianco (White Nose Sindrome, WSN), oltre alla problematica sanitaria rappresentata dalla rabbia, mai riscontrata nel nostro paese che comunque non può ritenersi indenne dal potenziale problema. Tale malattia ha il principale risvolto sulla salute pubblica e l opinione pubblica. 240

241 - Vandalismo: la frequentazione umana incontrollata di roost che ospitano colonia può causare la morte di esemplari o l allontanamento. La minaccia si concretizza in vario modo, con disturbo, accensione di fuochi, ecc... Il vandalismo può essere rivolto a manufatti quali nidi artificiali, cancelli, cartelli, ecc... - Clima culturale : i chirotteri risentono negativamente dei pregiudizi e di paure irrazionali che causano la difficile convivenza con l uomo. Allo stesso modo risentono della scarsa cultura naturalistica e dell ignoranza sui temi della loro conservazione. Considerazioni e indicazioni gestionali: Dal momento che i cancelli a protezione della Cava IECME devono ancora essere posizionati, le seguenti indicazioni dovranno essere aggiornate una volta eseguiti i controlli post operam. Sarà, quindi, necessario concludere l iter di monitoraggio previsto dal formulario del Progetto per poter verificare la bontà dell intervento realizzato e la sua permeabilità alla transito della fauna. La chiusura della cavità necessiterà, sicuramente, di manutenzione per mantenere libero il passaggio e l accesso. E quindi fondamentale: Valutare l eventuale impatto delle strutture installate a protezione della cavità sulla chirotterofauna del sito: impatti, frequenza di entrata/uscita, abbandono, modifica dell utilizzo della cavità, ecc... Evitare l occlusione dell ingresso da materiali di trasporto solido (detriti di frana dovuta alla naturale instabilità della roccia, materiale fangoso, massi, ciottoli e detriti vegetali quali tronchi d albero, rami, ecc ) con periodici controlli ed azioni di manutenzione. Evitare la distruzione/occlusione dei corridoi di volo utilizzati dai chirotteri in uscita dalla cavità e/o come area di foraggiamento (creazione di barriere, taglio della vegetazione che occlude l ingresso, ecc ). Rendere evidenti i cavi (di guardia, stralli, conduttori, ) mediante spirali o altro. Monitorare negli anni la stabilità e sicurezza del roost. Data la ricca chirotterofauna frequentante la Cava IECME ed il diversificato utilizzo della cavità nei vari periodi dell anno è necessario controllare e regolamentare gli accessi alla cavità: L ingresso alla cavità deve essere consentito solo se accompagnati dal personale del gruppo speleologico di riferimento per l area in cui è sita la grotta. E necessario vietare/limitare l accesso alla cavità nel periodo invernale (novembre-febbraio), se non per scopi scientifici e/o di monitoraggio. E necessario vietare/limitare l accesso alla cavità nel periodo estivo (giugno-agosto) qualora venga segnalata la presenza di nursery, se non per scopi scientifici e/o di monitoraggio. In caso di frequentazione della cavità nei periodi sensibili per i chirotteri, è necessario valutare attentamente i percorsi ipogei per evitare la perturbazione delle colonie ed adottare tutte le più moderne indicazioni e strumentazioni per mitigare il disturbo arrecato. Evitare il disturbo diretto con riprese fotografiche, uso di flash, lampade e altri dispositivi d illuminazione utilizzando dispositivi con luce IR. Seguire il protocollo per la prevenzione della WNS (White Nose Syndrome) ed in generale adottare le principali misure per la prevenzione delle patologie infettive a carico dei chirotteri. Svolgere il monitoraggio delle patologie infettive nelle colonie di chirotteri. 241

242 Sensibilizzare il mondo speleologico sui temi della conservazione e tutela dei chirotteri visto che la cavità è parzialmente protetta. E inoltre necessario: Evitare interventi che facilitano l accesso al sito come la creazione di sentieri e piste nei pressi della cavità. Controllare la fruizione nell area in prossimità degli ingressi della cavità. Controllare e prevenire gli atti vandalici. Prevenire l inquinamento delle acque e del suolo nei pressi della cavità. Elaborare le indicazioni gestionali volte a mantenere e incrementare la biodiversità e favorevoli alla fauna minore e all entomofauna (mantenimento di alberi cavitati in piedi, legname a terra, mantenimento di una struttura diversificata, ecc...). Incentivare le pratiche agricole estensive, privilegiando l agricoltura biologica. Conservare le formazioni forestali diversificate e connesse tra loro. Riqualificazione dell agroecosistema tramite il mantenimento e ripristino degli elementi del paesaggio agrario tradizionale (siepi, filari, fossi, banchine inerbite, maceri e specchi d acqua, ). Monitorare degli inquinanti bioaccumulabili. Cava Ghelli SIC di appartenenza: SIC-ZPS IT Gessi Bolognesi, Calanchi dell Abbadessa Comune: San Lazzaro di Savena Località: Prete Santo Proprietà dell ingresso: Proprietà Privata Descrizione della cavità: La Cava Ghelli, o Cava del Prete Santo, è localizzata presso il quartiere della Ponticella ed è una delle varie cavità artificiali presenti in Provincia di Bologna in cui sono presenti numerose specie di chirotteri. La giacitura di gesso, in cui è presente la cava Ghelli, risulta abbastanza regolare e presenta una direzione media NW-SE, con immersione verso NE ed inclinazione variabile da 10 a 35, con valori medi intorno ai L iniziale attività estrattiva era pressoché manuale ed a cielo aperto (1762), divenne intensiva e di tipo industriale dal 1884, quando la cava fu rilevata dalla Ditta Ghelli S.p.A. e, successivamente, alla Società IECME S.p.A. nel Nel 1965 l attività estrattiva passò in sotterraneo, con l utilizzo degli esplosivi ed il classico metodo camere e pilastri. L attività estrattiva fu interrotta nel 1979, dopo che il Comune di San Lazzaro di Savena, nel 1977, vietò l escavazione in galleria, consentendo solo l attività a cielo aperto, ponendo così fine allo sfruttamento degli affioramenti gessosi. L attività di cava ha intercettato negli anni varie cavità naturali, fra cui: il Buco di Cava Ghelli (ER- BO 42) cavità pressoché distrutta; il Buco presso Cava Ghelli (ER-BO 284) cavità attualmente occlusa ed il Buco del Prete Santo (ER-BO 275) collegata, a sua volta, al Buco del Muretto (ER-BO 483). 242

243 Uno dei problemi più rilevanti, legati all attività estrattiva e negativo dal punto di vista geologico, fu l aver intercettato il corso sotterraneo del Rio Acqua Fredda, con il conseguente scorrere all interno della cavità di acque pluviali, raccolte a monte dalla Valle chiusa dell Acqua Fredda e dalla Dolina della Spipola, ed il successivo prosciugamento della risorgenza originale in località Siberia. Tale fenomeno ha determinato il degrado della roccia gessosa per l azione dell aria umida e dell acqua, con conseguente indebolimento della struttura portante della cava. La zona è, infatti, indicata come area a rischio idrogeologico molto elevato (R4) nel Piano per l assetto idrogeologico dell Autorità di Bacino. La Cava Ghelli è dotata di un sistema di monitoraggio a distanza di eventuali cedimenti nelle gallerie ed è oggetto di lavori di consolidamento per ridurre il rischio idrogeologico. L intervento strutturale prevede il consolidamento della galleria che interferisce con l abitato a monte tramite tecniche di miglioramento dello stato attuale di pilastri e volte (posa di cappotti in cemento armato nei pilastri portanti e chiusure con reti e funi in acciaio delle fessure nelle volte) e la realizzazione di opere idrauliche che tutelino l abitato a valle, in caso di crollo e di esondazione delle acque. La cava, infatti, si compone di 3 livelli, ognuno costituito da gallerie di grandi dimensioni, parallele fra loro e la cui volta è sostenuta da grossi piloni di gesso (Fig ). Il livello inferiore è totalmente allagato, quello l intermedio risulta anch esso parzialmente occupato dall acqua ed il superiore è l unico percorribile a piedi. Ciò è dovuto al fatto che, con la sospensione dell attività estrattiva, sono state spente le pompe che tenevano asciutto il livello inferiore e lo scarico delle acque avviene solamente per gravità dalla tubazione posta nel livello intermedio. Figura 6.107: Rilievo cartografico della Cava Ghelli (livello inferiore rosso, livello intermedio verde, livello superiore blu). Chirotteri: La Cava Ghelli non è stata oggetto del Progetto Life+, tuttavia si tratta di una realtà di notevole importanza per la conservazione della chirotterofauna. Dalle indagini svolte nel corso del 243

244 Progetto, applicando varie tecniche di monitoraggio, la cavità e l area limitrofa ad essa risultano frequentate dalle seguenti specie di Chirotteri: Specie della Regione Emilia-Romagna Rhinolophus euryale Blasius,1853 Rhinolophus ferrumequinum (Schreber, 1774) Rhinolophus hipposideros (Bechstein, 1800) Barbastella barbastellus (Schreber, 1774) Eptesicus serotinus (Schreber, 1774) Hypsugo savii (Bonaparte, 1837) Myotis spp. Myotis bechsteinii (Kuhl, 1817) Myotis blythii (Thomes, 1857) Myotis capaccinii (Bonaparte,1837) Myotis daubentonii (Kuhl, 1817) Myotis emarginatus (E.Geoffroy, 1806) Myotis myotis (Borkhausen,1797) Myotis mystacinus (Kuhl, 1817) Myotis nattereri (Kuhl, 1817) Nyctalus lasiopterus (Schreber, 1780) Nyctalus leisleri (Kuhl, 1817) Nyctalus noctula (Schreber, 1774) Pipistrellus kuhlii (Kuhl, 1817) Pipistrellus nathusii (Keyserling et Blasius, 1839) Pipistrellus pipistrellus (Schreber, 1774) Pipistrellus pygmaeus (Leach, 1825) Plecotus spp. Plecotus auritus (Linnaeus, 1758) Plecotus austriacus (Fischer, 1829) Miniopterus schreibersii (Kuhl, 1817) Tadarida teniotis (Rafinesque, 1814) Cava Ghelli L area dei Gessi Bolognesi rappresenta un importante zona di rifugio per i chirotteri, visti i numerosi ipogei presenti, ma anche un significativo luogo di alimentazione per molte specie. La presenza di enormi gallerie sotterranee, sviluppate su più livelli, e delle numerose cavità ipogee naturali ha consentito ai chirotteri di individuare in questi spazi un importante area di rifugio. Nello specifico, l indagine svolta presso la Cava Ghelli indica che vi sono almeno 14 specie che frequentano, in modo differente a seconda del periodo dell anno, la cavità artificiale. La Cava Ghelli risulta, quindi, una cavità di rilevante importanza durante tutte le fasi del ciclo biologico dei chirotteri (soprattutto per ciò che riguarda lo svernamento, lo swarming ed il periodo degli accoppiamenti) per numerose specie fra cui alcune inserite in Allegato II (Rhinolophus euryale, Rhinolophus ferrumequinum, Rhinolophus hipposideros, Myotis myotis e Miniopterus schreibersii) e IV della Dir. 92/43/CEE. Tramite l indagine bioacustica (Tab. 6.62) sono state contattate tutte le specie indicate e, presumibilmente, solo Nyctalus noctula è l unica che non trova rifugio presso la cavità, data la sua predilezione per gli ambienti forestali. 244

245 Punto di rilevamento Ingresso Principale Ambiente Tabella 6.62: Risultati dell indagine bioacustica svolta presso la Cava Ghelli. Specie individuate Cava Ghelli [indice di attività (passaggi/h)] Settembre 2010 Maggio 2011 Ottobre 2011 Giugno 2014 Eptesicus serotinus Hypsugo savii Miniopterus schreibersii Myotis sp Myotis daubentonii Myotis myotis Nyctalus noctula Pipistrellus kuhlii Pipistrellus pipistrellus Pipistrellus pygmaeus Plecotus spp Rhinolophus euryale 0.80 Rhinolophus hipposideros 2.40 Rhinolophus ferrumequinum Eptesicus serotinus Hypsugo savii Miniopterus schreibersii Myotis sp Myotis daubentonii Pipistrellus kuhlii Pipistrellus pipistrellus Le varie sessioni di registrazione mostrano che in estate vi è una forte attività delle specie sinantrope, con ecologia più generalista, oltre ai piccoli Myotis, difficilmente osservabili durante i sopralluoghi diretti, date le loro abitudini fessuricole. In autunno, durante lo swarming, aumenta notevolmente anche l attività del Miniottero che, tuttavia, non viene rinvenuto in grandi numeri nelle zone percorribili della cavità. Unica nota negativa è il mancato contatto dei Rinolofidi nell ultima uscita (2014), ciò potrebbe essere dovuto alla forte modifica apportata alla vegetazione nella zona antistante la cavità in seguito ai lavori strutturali di messa in sicurezza. In particolare, i rilevamenti bioacustici sono sempre stati svolti nel piazzale della cava, in prossimità del primo ingresso, e tale area è stata ripulita dalla vegetazione spontanea. Ciò può aver determinato il cambiamento nelle abitudini dei Rinolofidi, specie che utilizzano l ambiente forestale ed il margine del bosco per gli spostamenti e l attività di caccia. E quindi probabile che tali specie abbiano iniziato ad utilizzare uno degli altri ingressi della cavità, più protetto dalla vegetazione. Infatti, dai rilevamenti diretti svolti in cava, Rhinolophus ferrumequinum e Rhinolophus hipposideros risultano essere comunque presenti durante il periodo invernale, nonostante una flessione negativa delle presenze del Ferro di Cavallo Minore (Tab. 6.63). La causa della diminuzione delle presenza del Rhinolophus hipposideros potrebbe essere legata ai lavori effettuati nella cavità o all utilizzo di un differente posatoio, localizzato in una zona non raggiungibile dagli operatori. 245

246 Tabella 6.63: Risultati dei rilevamenti diretti svolti presso la Cava Ghelli. Specie osservate nei rilevamenti diretti Estate 2010 Inverno 2010/11 Cava Ghelli (numero esemplari) Spring 2011 Estate 2011 Inverno 2011/12 Inverno 2012/13 Inverno 2014/15 Eptesicus serotinus (Schreber, 1774) Miniopterus schreibersii (Kuhl, 1817) DP 50 DP 50 Myotis spp. 2 1 Pipistrellus spp. 2 Rhinolophus ferrumequinum (Schreber, 1774) * 30 Rhinolophus hipposideros (Bechstein, 1800) * 1 * Numero esemplari nelle gallerie di cava + Numero esemplari nel Buco del Prete Santo (ER-BO 275). La marginale presenza di Miniopterus schreibersii all interno della Cava Ghelli durante il periodo estivo e la totale assenza in inverno è probabilmente attribuibile alle caratteristiche microclimatiche della cavità o alla presenza di numerosi roost alternativi a breve distanza. Tuttavia, è anche possibile che il Miniottero utilizzi aree della cavità non raggiungibili dagli operatori, dato che i livelli inferiori sono allagati. La cavità in oggetto presenta caratteristiche idonee all occupazione da parte del Miniottero, infatti, ha ampi accessi e vasti vuoti interni, elementi comuni nel contesto carsico dell area. Si consiglia di proseguire le indagini sulla ricca chirotterofauna frequentante la cavità per valutarne l effettiva occupazione e data anche la particolare importanza del sito per la conservazione di questi mammiferi. Cava Saint-Gobain SIC più vicino: SIC-ZPS IT Vena del Gesso Romagnola Comune: Riolo Terme Località: Monte Tondo Proprietà dell ingresso: Proprietà privata Descrizione della cavità: Il sito estrattivo, in origine di proprietà dell ANIC di Ravenna ed orientato alla produzione di solfato ammonico come fertilizzante agricolo, successivamente diventò il maggiore polo estrattivo di gesso d Europa. Attualmente la cava appartiene a Saint-Gobain PPC Italia S.p.A. (Piastra S. et al., 2013). La cava di Monte Tondo è situata lungo il versante idrografico destro della valle del Senio, in corrispondenza della porzione centrale della Vena del Gesso Romagnola. Questo sito produttivo è l unico polo estrattivo regionale autorizzato, in cui si concentra l escavazione del gesso, mentre le altre, ed ormai dismesse cave presenti in Emilia-Romagna, sono destinate alla chiusura ed al recupero progressivo dal punto di vista ambientale. All iniziale coltivazione in superficie si aggiunse la coltivazione in sotterraneo. Il gesso veniva estratto in galleria a più livelli, a camere e pilastri, con la tecnica della perforazione e sparo. I sotterranei della cava sono oggi caratterizzati da km di gallerie impostate su 4 livelli: da quota 140 m s.l.m. a quota 220 m s.l.m. (Margutti R. et al., 2013). Attualmente l attività di scavo 246

247 viene svolta completamente a cielo aperto su piani posizionati alle diverse quote della falesia gessosa. La presenza della cava Saint-Gobain ha assunto, dagli anni 50 ad oggi, un ruolo di grande impatto sugli ecosistemi ipogei e di superficie dell intera area dei Gessi di Monte Tondo. In particolare, l enorme sviluppo dello scavo in galleria, operato tra gli anni 60 e 70 e poi abbandonato successivamente per lo scavo a cielo aperto, ha portato all intercettazione e alla conseguente modifica del sistema carsico del sottosuolo di Monte Tondo. L attività estrattiva a cielo aperto ed in galleria ha intercettato negli anni molte cavità naturali, distrutto ampi tratti di queste e pesantemente alterato la circolazione idrica sia sotterranea che di superficie (Ercolani M. et al., 2013). Chirotteri: L area dei Gessi di Monte Tondo rappresenta un importante zona di rifugio per i chirotteri, visti i numerosi ipogei presenti, ma anche un significativo luogo di alimentazione per molte specie. La presenza di enormi gallerie sotterranee, sviluppate su più livelli, e delle numerose cavità ipogee naturali ha consentito ai chirotteri di individuare in questi spazi un importante area di rifugio. Data la forte comunicazione fra gli ambienti sotterranei di cava e le grotte naturali del sistema carsico di Monte Tondo, è possibile che la chirotterofauna del sito utilizzi entrambe le tipologie ambientali a seconda del periodo dell anno e delle esigenze microclimatiche più idonee alle varie fasi del ciclo biologico. La Cava di Saint-Gobain non è stata oggetto del Progetto Life+, tuttavia si tratta di una realtà di notevole importanza per la conservazione della chirotterofauna e, per questo, il gruppo di lavoro ha affiancato Massimo Bertozzi nelle indagine del sito. Dalle indagini effettuate nel corso del Progetto, svolgendo principalmente i sopralluoghi diretti nel periodo estivo ed invernale, la cavità risulta frequentata dalle seguenti specie di Chirotteri: Specie della Regione Emilia-Romagna Rhinolophus euryale Blasius,1853 Rhinolophus ferrumequinum (Schreber, 1774) Rhinolophus hipposideros (Bechstein, 1800) Barbastella barbastellus (Schreber, 1774) Eptesicus serotinus (Schreber, 1774) Eptesicus serotinus / Nyctalus leisleri Hypsugo savii (Bonaparte, 1837) Myotis bechsteinii (Kuhl, 1817) Myotis blythii (Thomes, 1857) Myotis capaccinii (Bonaparte,1837) Myotis daubentonii (Kuhl, 1817) Myotis emarginatus (E.Geoffroy, 1806) Myotis myotis (Borkhausen,1797) Myotis mystacinus (Kuhl, 1817) Myotis nattereri (Kuhl, 1817) Nyctalus lasiopterus (Schreber, 1780) Nyctalus leisleri (Kuhl, 1817) Nyctalus noctula (Schreber, 1774) Pipistrellus kuhlii (Kuhl, 1817) Pipistrellus nathusii (Keyserling et Blasius, 1839) Pipistrellus pipistrellus (Schreber, 1774) Cava Saint-Gobain 247

248 Pipistrellus pygmaeus (Leach, 1825) Plecotus auritus (Linnaeus, 1758) Plecotus austriacus (Fischer, 1829) Miniopterus schreibersii (Kuhl, 1817) Tadarida teniotis (Rafinesque, 1814) La Cava Saint-Gobain risulta una cavità di rilevante importanza per la ricca chirotterofauna che vi risiede e, soprattutto, per i quantitativi di animali che vi trovano rifugio. Viene utilizzata sia durante le fasi di svernamento e swarming, che come rifugio estivo in cui è presente una grande colonia riproduttiva di Miniotteri e Grandi Myotis (Tab. 6.64). Gli ambienti di cava sono un roost per migliaia di esemplari sia durante la stagione riproduttiva, che in quella invernale. In estate, le gallerie della cava Saint-Gobain ospitano una grande colonia riproduttiva mista formata da tre diverse specie: Miniopterus schreibersii, Myotis myotis e Myotis blythii (Fig ). Questa grande colonia è composta da circa cuccioli di Miniottero ed un centinaio di Grandi Myotis. Ciò significa che vi sono altrettante femmine riproduttive (considerando solo parti singoli), a cui si aggiungono gli individui non ancora in fase riproduttiva ed anche dei maschi. Specie osservate nei rilevamenti diretti Tabella 6.64: Risultati dei rilevamenti diretti svolti presso la Cava Saint-Gobain. Inverno 2010/11 Estate 2011 Cava Saint-Gobain (numero esemplari) Inverno 2011/12 Inverno 2013/14 Estate 2014 Inverno 2014/15 Eptesicus serotinus DP 2 Miniopterus schreibersii Myotis blythii / Myotis myotis Rhinolophus euryale DP giovani 68 giovani DP altra colonia livello inferiore Rhinolophus ferrumequinum Estate giovani 56 giovani Rhinolophus hipposideros DP DP DP DP DP DP DP DP Il conteggio dei giovani nati è stato svolto da foto ad alta definizione, scattate dopo l involo serale degli adulti per evitare un eccessivo disturbo alla colonia e la caduta dei piccoli. In questo periodo, infatti, è facile trovare numerosi cuccioli a terra sotto la grande colonia, caduti a causa della ressa e frenesia tipica dei grandi cluster, o lungo le gallerie di cava, ma, in questo caso, i piccoli probabilmente cadono dalle madri durante il volo. 248

249 Figura 6.108: Nursery mista di Miniopterus schreibersii, Myotis myotis e Myotis blythii presso la cava Saint-Gobain nel luglio 2015 (Foto di F. Grazioli). Durante la fase di ibernazione è possibile osservare una grandissima colonia svernante di Miniopterus schreibersii in cui gli esemplari sono talmente serrati gli uni agli altri da renderne difficile l esatta determinazione del numero (Fig ). Dai conteggi svolti da foto ad alta definizione, si stima che vi siano individui di Miniottero. Oltre a questa importante specie, vi è anche Rhinolophus ferrumequinum, specie che si può osservare in colonia o con singoli esemplari isolati (Fig ). Alle specie già citate, Rhinolophus ferrumequinum, Myotis myotis, Myotis blythii e Miniopterus schreibersii, vanno poi ad aggiungersi anche il rinolofo minore (Rhinolophus hipposideros), presente nelle gallerie di cava durante tutto l anno, e il serotino comune (Eptesicus serotinus), anche se con numeri meno consistenti rispetto alle altre specie. Occasionalmente, si osserva anche Rhinolophus euryale che di norma viene rilevato negli ipogei del sistema carsico naturale. La variazione numerica che si osserva nella popolazione di Miniopterus schreibersii nel corso degli anni d indagine può essere dovuta, in parte, ad una maggiore o minore compattezza e stratificazione delle colonie. Le gallerie della cava Saint-Gobain rappresentano un sito di fondamentale importanza per la conservazione dei chirotteri non solo in ambito locale, ma a livello regionale ed anche nazionale. 249

250 Figura 6.109: Colonia svernante di Miniopterus schreibersii presso la cava Saint-Gobain nell inverno 2013/2014 (Foto di F. Grazioli). Figura 6.110: Porzione della colonia svernante di Rhinolophus ferrumequinum presso la cava Saint-Gobain nell inverno 2014/2015 (Foto di F. Grazioli). 250

251 Cava Gessi Emiliani - Zola Predosa SIC di appartenenza: SIC IT Gessi di Monte Rocca, Monte Capra e Tizzano Comune: Zola Predosa Località: Gessi Proprietà dell ingresso: Proprietà Privata Descrizione della cavità: La Cava dei Gessi Emiliani a Zola Predosa è una grande cavità artificiale in cui sono presenti numerose specie di chirotteri. La cava è stata gestita dal 1957 dalla ditta IECME e, successivamente, è passata alla Gessi Emiliani. La nuova proprietà cambiò radicalmente i metodi di estrazione, introducendo la coltivazione industriale in galleria. L attività estrattiva si è concentrata sotto Monte del Castello e Monte Rocca, con formazione di camere su vari livelli, collegate tra loro da rampe e gallerie di 10 m di larghezza. Con il nuovo metodo la produzione giornaliera nel settore di Zola Predosa passò in breve tempo dai 60 quintali al giorno ai quintali. La Gessi Emiliani S.p.A. continuò l attività estrattiva fino al 1991, dedicandosi, in seguito, solo a quella di trasformazione. Oggi, la cavità è completamente abbandonata, l ingresso principale si apre a pochi metri dal Sentiero dei Gessaroli, di proprietà pubblica del Comune di Zola Predosa, ed è in parte protetto da un cancello in ferro, a barre verticali. Tuttavia, tale struttura non impedisce l ingresso al pubblico ed, infatti, sono numerosi i segni di frequentazione umana. Tale accesso è noto al pubblico e viene frequentato soprattutto durante i periodi più caldi, quando una corrente d aria fresca fuoriesce dalla cavità, fornendo refrigerio. Oltre all ingresso principale, la cavità è caratterizzata da alcuni fornelli d areazione, parzialmente occlusi dalla vegetazione e di difficile individuazione, che danno accesso direttamente ai livelli superiori della cava. La cava si compone, infatti, di 4 livelli, ognuno costituito da gallerie di grandi dimensioni, parallele fra loro e la cui volta è sostenuta da grossi piloni di gesso (Fig , e 6.113). Il livello inferiore è quello più esteso e freddo, mente quelli superiori risultano più caldi. Figura 6.111: Rilievo cartografico del I livello della Cava Gessi Emiliani. 251

252 Figura 6.112: Rilievo cartografico del II livello della Cava Gessi Emiliani. Figura 6.113: Rilievo cartografico del III e IV livello della Cava Gessi Emiliani. 252

253 La Cava dei Gessi Emiliani a Zola Predosa era inizialmente inserita fra le cavità oggetto dell Azione C1 del Progetto Life+ ed, essendo di proprietà privata, l Ente gestore avrebbe dovuto sottoscrivere un accordo di lunga durata che impegnasse le parti contraenti. Nello specifico il proprietario era tenuto ad accettare la realizzazione e la permanenza dei manufatti, mentre l Ente doveva realizzare e mantenere efficienti le chiusure attraverso interventi di manutenzione ordinaria e/o straordinaria. Il proprietario dell area ha manifestato subito perplessità e contrarietà alla realizzazione dell opera, tanto che ha vietato al gruppo di lavoro l ingresso alla cavità per svolgere le indagini previste dal protocollo operativo. Descrizione della chiusura: Data l indisponibilità mostrata dal proprietario del sito, non è ancora stato predisposto un apposito progetto per la tutela dell area. Si tratterebbe, comunque, di una recinzioni posta ad ampia distanza dall ingresso principale della Cava, data la presenza del Miniottero, specie sensibile a qualsiasi forma di restrizione del passaggio. Ad oggi, non è stato quindi possibile effettuare la chiusura per il mancato accordo con la proprietà e si sta valutando la creazione di una recinzione a distanza su proprietà pubblica, a bordo del Sentiero dei Gessaroli. Le opere, oltre a proteggere la cavità per la salvaguardia dei chirotteri, garantirebbero al proprietario del terreno le condizioni di sicurezza per evitare incidenti di origine antropica. In fase di post operam del Progetto Life+ si è continuato il controllo della cavità in oggetto, nonostante non sia stata fatta l opera, per raccogliere dati più esaustivi sulla chirotterofauna frequentante la Cava dei Gessi Emiliani di Zola Predosa. Negli anni d indagine sono stati comunque ripetuti i rilevamenti bioacustici presso l ingresso della cavità e sono stati svolti i controlli diretti per il rilevamento degli svernanti e delle eventuali nursery. Chirotteri: Dalle indagini svolte nel corso del Progetto, applicando le varie tecniche di monitoraggio previste dal protocollo operativo, la cavità e l area limitrofa ad essa risultano frequentate dalle seguenti specie di Chirotteri: Specie della Regione Emilia-Romagna Rhinolophus euryale Blasius,1853 Rhinolophus ferrumequinum (Schreber, 1774) Rhinolophus hipposideros (Bechstein, 1800) Barbastella barbastellus (Schreber, 1774) Eptesicus serotinus (Schreber, 1774) Hypsugo savii (Bonaparte, 1837) Myotis spp. Myotis bechsteinii (Kuhl, 1817) Myotis blythii (Thomes, 1857) Myotis capaccinii (Bonaparte,1837) Myotis daubentonii (Kuhl, 1817) Myotis emarginatus (E.Geoffroy, 1806) Myotis myotis (Borkhausen,1797) Myotis mystacinus (Kuhl, 1817) Myotis nattereri (Kuhl, 1817) Nyctalus lasiopterus (Schreber, 1780) Nyctalus leisleri (Kuhl, 1817) Cava Gessi Emiliani 253

254 Nyctalus noctula (Schreber, 1774) Pipistrellus kuhlii (Kuhl, 1817) Pipistrellus nathusii (Keyserling et Blasius, 1839) Pipistrellus pipistrellus (Schreber, 1774) Pipistrellus pygmaeus (Leach, 1825) Plecotus spp. Plecotus auritus (Linnaeus, 1758) Plecotus austriacus (Fischer, 1829) Miniopterus schreibersii (Kuhl, 1817) Tadarida teniotis (Rafinesque, 1814) L indagine svolta indica che vi sono almeno 12 specie che frequentano, in modo differente a seconda del periodo dell anno, la Cava Gessi Emiliani. Se qualitativamente le specie presenti nella cavità, nelle diverse stagioni dell anno, risultano pressoché le stesse, si assiste ad una forte variazione in termini di numero di esemplari rilevato. La Cava Gessi Emiliani risulta, quindi, una cavità di rilevante importanza durante tutte le fasi del ciclo biologico dei chirotteri (soprattutto per ciò che riguarda lo svernamento, lo swarming ed il periodo degli accoppiamenti) per numerose specie fra cui alcune inserite in Allegato II (Rhinolophus ferrumequinum, Rhinolophus hipposideros, Myotis myotis, Myotis blythii e Miniopterus schreibersii) e IV della Dir. 92/43/CEE. Tramite l indagine bioacustica sono state contattate tutte le specie indicate (Tab. 6.65) e molte di esse (Miniopterus schreibersii, Pipistrellus spp., Hypsugo savii) rimangono nel bosco circostante l ingresso principale della cava a foraggiare. Ingresso Ingresso principale 3 fornello Tabella 6.65: Risultati dell indagine bioacustica svolta in fase ante operam presso la Cava Gessi Emiliani. Specie individuate Maggio 2010 Luglio 2010 Cava Gessi Emiliani [indice di attività (passaggi/h)] Agosto Luglio Luglio 2011 Agosto 2011 Ottobre 2011 Luglio 2014 Eptesicus serotinus Hypsugo savii Miniopterus schreibersii Myotis myotis Myotis myotis/myotis blythii 4.80 Myotis spp Pipistrellus kuhlii Pipistrellus pipistrellus Pipistrellus pygmaeus Plecotus spp Rhinolophus ferrumequinum Rhinolophus hipposideros Eptesicus serotinus 2.00 Hypsugo savii 1.00 Miniopterus schreibersii Myotis myotis 1.00 Myotis spp Pipistrellus kuhlii 1.00 Pipistrellus pipistrellus 4.00 Rhinolophus ferrumequinum

255 Durante i rilevamenti bioacustici in ambiente sono state contattate anche specie forestali e rupicole, non legate direttamente alla presenza della cavità oggetto di indagine, come la Nottola comune (Nyctalus noctula) e il Molosso del Cestoni (Tadarida teniotis). Miniopterus schreibersii e Rhinolophus hipposideros, negli ultimi rilevamenti bioacustici effettuati, risultano molto attivi e sono stati osservati numerosi animali uscire dall ingresso principale della cavità. Nonostante queste osservazioni, all interno della Cava Gessi Emiliani, non è mai stata rilevata la presenza di colonie numerose di tali specie. E possibile che occupino sale poco accessibili o difficilmente individuabili o mai rilevate della cava, dati i numerosi crolli e cedimenti che caratterizzano tutta la cavità e la sua ampia estensione. Da sottolineare, il rinvenimento di alcuni cumuli di guano e scheletri di Miniottero, in un breve ramo sopraelevato della cava, che si raggiunge risalendo un cumulo di detriti argillosi presente al primo livello. I rilevamenti diretti presso la Cava Gessi Emiliani hanno consentito di osservare almeno 8 differenti specie (Tab. 6.66). In alcuni casi, non è stato possibile effettuare un identificazione certa della specie, non avendo manipolato direttamente gli esemplari e rilevato misure biometriche distintive. Si tratta, nello specifico, del genere Myotis e Plecotus. Per quanto riguarda quest ultimo genere, si ipotizza che si tratti di Plecotus austriacus. Tabella 6.66: Risultati dei rilevamenti diretti svolti in fase ante operam presso la Cava Gessi Emiliani. Specie osservate nei rilevamenti diretti Estate 2010 Cava Gessi Emiliani (numero esemplari) Inverno 2010/11 Estate 2011 Inverno 2011/12 Inverno 2013/14 Inverno 2014/15 Eptesicus serotinus (Schreber, 1774) Miniopterus schreibersii (Kuhl, 1817) Myotis blythii (Thomes, 1857) / Myotis myotis (Borkhausen,1797) Myotis spp. Numerosi Plecotus spp Rhinolophus ferrumequinum (Schreber, 1774) Rhinolophus hipposideros (Bechstein, 1800) L importanza di questa cavità artificiale è soprattutto dovuta al ruolo di roost di svernamento per numerosi esemplari di chirottero di Ferro di Cavallo Maggiore, anche se in estate ospita vari esemplari di Ferro di Cavallo Minore. Tale cava riveste sicuramente un importante ruolo nella fase di swarming, data l elevata attività rilevata al bat-detector nel periodo autunnale, nonché come sito d accoppiamento. La Cava di Zola Predosa riveste, infatti, un importante ruolo durante il periodo degli accoppiamenti autunnali, in quanto è facile osservare esemplari di Plecotus spp. (probabilmente si tratta di Plecotus austriacus) e Eptesicus serotinus, durante gli accoppiamenti, nei livelli più alti della cavità. La variazione numerica della presenza delle differenti specie, rilevate nel corso degli anni di indagine, pone alcuni dubbi sull attuale protezione effettiva della cavità; ci si domanda se le forti fluttuazioni osservate siano causate da eventi di disturbo di origine antropica o dovute alle anomalie stagionali che si sono verificate negli ultimi anni. 255

256 Le notevoli variazioni numeriche che si verificano nelle differenti stagioni dell anno pongono l importante quesito sulla provenienza degli animali o sull utilizzo di roost alternativi presenti nelle zone limitrofe. Nello specifico ci si domanda dove migrino o svernino i vari esemplari di Rhinolophus hipposideros presenti in cava durante l estate, e, viceversa, dove siano i rifugi riproduttivi del Rhinolophus ferrumequinum, abbondante nel periodo invernale. Per quanto riguarda il Miniottero, invece, ci si interroga sulla sua marginale presenza nella cava Gessi Emiliani, dal momento che questa cavità presenta caratteristiche idonee all occupazione da parte di tale specie, infatti, ha ampi accessi e vasti vuoti interni, elementi non comuni nel contesto carsico dell area. E ovviamente possibile che utilizzi parti inaccessibili dall uomo della cavità indagata, ma sarebbe necessario uno studio più approfondito e maggiore collaborazione da parte della proprietà privata. Sarebbe interessante approfondire queste questioni con studi mirati per comprendere gli spostamenti degli esemplari rilevati e, se necessario, proteggere i siti di rifugio alternativi. Si consiglia di ripetere l indagine, qualora vengano eseguiti i lavori di chiusura della cavità, per verificare la permeabilità della struttura installata e valutare la presenza di eventuali impatti negativi sulla chirotterofauna presente. Inoltre, si consiglia di continuare le indagini anche per valutare l evoluzione della popolazione e le sue dinamiche in uno stato di maggiore protezione della cavità. Minacce presenti: Minacce specifiche rilevate in Ante Operam [minacce riferite a tutte le specie] - Interventi presso cave abbandonate: le cave di roccia in zone carsiche non più coltivate sono siti di rifugio per i chirotteri troglofili. Un sito estrattivo abbandonato con gallerie deve ritenersi a priori importante per la chirotterofauna troglofila e va valutato attentamente ogni intervento di messa in sicurezza (cancellate agli ingressi, interventi di sistemazione e messa in sicurezza, ecc.) così come pure una eventuale ripresa delle attività di coltivazione. - Distruzione e perturbazione habitat per specie troglofile: la minaccia si concretizza nella distruzione di affioramenti rocciosi in cui sono presenti fenomeni carsici che ospitano colonie di pipistrelli troglofili ovvero dalla distruzione di siti ipogei artificiali (cave in galleria, miniere, cantine,...) e naturali, spesso con la volontaria chiusura degli accessi per ragioni di sicurezza; il disturbo può derivare anche dalla pratica speleologica e, soprattutto dalla frequentazione occasionale e dalla turisticizzazione dei siti ipogei naturali e artificiali. - Afflusso antropico presso l ingresso: la frequentazione da parte dell uomo dell area presso l ingresso del roost può causare disturbo ai chirotteri soprattutto nella fase di attività. - Alpinismo, scalate, speleologia: la speleologia e in minore misura la pratica di arrampicare in siti rocciosi possono disturbare colonie in riproduzione o svernamento. Il fenomeno è particolarmente impattante nei siti ipogei con nursery. - Miglior accesso ai siti: interventi che facilitano l accessibilità a siti poco protetti (ad es. grotte, rifugi bellici, ponti, gallerie, manufatti idraulici,...) in cui sono presenti colonie di pipistrelli, possono favorire anche se involontariamente il disturbo fino a determinarne l abbandono. - Collisione con cavi e fili metallici in particolare riferito alle cave: è una potenziale minaccia in quanto gli animali possono avere collisioni e riportare ferite anche mortali. - Evoluzione della biocenosi (processi naturali): occlusione dei corridoi di volo che conducono agli ingressi delle cavità di rifugio. - Occlusione naturale: occlusione dell ingresso del roost da parte di materiale si trasporto solido derivante da smottamenti o da attività antropica. 256

257 - Coltivazione: specifico per colture intensive. Può portare ad eccessiva semplificazione del sistema ed inquinamento diffuso. - Gestione forestale: la gestione forestale può essere non favorevole ai chirotteri forestali che utilizzano il bosco come ambiente di rifugio e/o habitat di caccia. - Inquinamento (acqua, suolo, aria)-abbandono di materiali: riduce la quantità delle prede per varie specie di chirotteri e può dare luogo a fenomeni di intossicazione e bioaccumulo. - Fotografie e riprese nei siti di rifugio o lungo i corridoi di volo dei chirotteri: la fotografia e la ripresa (anche se con trappole IR) è un potenziale disturbo alle colonie e agli esemplari, va dunque valutata con attenzione la sua finalità, la metodica e l epoca,... - Instabilità del sito: aumento dell instabilità del roost dovuto alla natura della roccia, alle passate lavorazioni di cava, alla presenza delle radici della vegetazione soprastante e all acqua d infiltrazione. - Catastrofi naturali (generico): crollo di siti ipogei (gallerie, rifugi bellici, edifici, ) dovuti a varie ragioni come anche ondate eccezionali di maltempo possono localmente distruggere o danneggiare fortemente colonie di chirotteri di importanza comunitaria. - Introduzione di malattie (per specie animali): alcune malattie possono colpire popolazioni/specie di chirotteri rimaste fino ad oggi indenni. In Europa è comparsa la sindrome del naso bianco (White Nose Sindrome, WSN), oltre alla problematica sanitaria rappresentata dalla rabbia, mai riscontrata nel nostro paese che comunque non può ritenersi indenne dal potenziale problema. Tale malattia ha il principale risvolto sulla salute pubblica e l opinione pubblica. - Vandalismo: la frequentazione umana incontrollata di roost che ospitano colonia può causare la morte di esemplari o l allontanamento. La minaccia si concretizza in vario modo, con disturbo, accensione di fuochi, ecc... Il vandalismo può essere rivolto a manufatti quali nidi artificiali, cancelli, cartelli, ecc... - Clima culturale : i chirotteri risentono negativamente dei pregiudizi e di paure irrazionali che causano la difficile convivenza con l uomo. Allo stesso modo risentono della scarsa cultura naturalistica e dell ignoranza sui temi della loro conservazione. Considerazioni e indicazioni gestionali: Dal momento che i cancelli a protezione della Cava Gessi Emiliani di Zola Predosa devono ancora essere posizionati, le seguenti indicazioni dovranno essere aggiornate una volta eseguiti i controlli post operam. Sarà, quindi, necessario concludere l iter di monitoraggio previsto dal formulario del Progetto per poter verificare la bontà dell intervento realizzato e la sua permeabilità alla transito della fauna. La chiusura della cavità necessiterà, sicuramente, di manutenzione per mantenere libero il passaggio e l accesso. E quindi fondamentale: Valutare l eventuale impatto delle strutture installate a protezione della cavità sulla chirotterofauna del sito: impatti, frequenza di entrata/uscita, abbandono, modifica dell utilizzo della cavità, ecc... Evitare l occlusione dell ingresso da materiali di trasporto solido (detriti di frana dovuta alla naturale instabilità della roccia, materiale fangoso, massi, ciottoli e detriti vegetali quali tronchi d albero, rami, ecc ) con periodici controlli ed azioni di manutenzione. Evitare la distruzione/occlusione dei corridoi di volo utilizzati dai chirotteri in uscita dalla cavità e/o come area di foraggiamento (creazione di barriere, taglio della vegetazione che occlude l ingresso, ecc ). Rendere evidenti i cavi (di guardia, stralli, conduttori, ) mediante spirali o altro. Monitorare negli anni la stabilità e sicurezza del roost. 257

258 Data la ricca chirotterofauna frequentante la Cava Gessi Emiliani ed il diversificato utilizzo della cavità nei vari periodi dell anno è necessario controllare e regolamentare gli accessi alla cavità: L ingresso alla cavità deve essere consentito solo se accompagnati dal personale del gruppo speleologico di riferimento per l area in cui è sita la grotta. E necessario vietare/limitare l accesso alla cavità nel periodo invernale (novembre-febbraio), se non per scopi scientifici e/o di monitoraggio. E necessario vietare/limitare l accesso alla cavità nel periodo estivo (giugno-agosto) qualora venga segnalata la presenza di nursery, se non per scopi scientifici e/o di monitoraggio. In caso di frequentazione della cavità nei periodi sensibili per i chirotteri, è necessario valutare attentamente i percorsi ipogei per evitare la perturbazione delle colonie ed adottare tutte le più moderne indicazioni e strumentazioni per mitigare il disturbo arrecato. Evitare il disturbo diretto con riprese fotografiche, uso di flash, lampade e altri dispositivi d illuminazione utilizzando dispositivi con luce IR. Seguire il protocollo per la prevenzione della WNS (White Nose Syndrome) ed in generale adottare le principali misure per la prevenzione delle patologie infettive a carico dei chirotteri. Svolgere il monitoraggio delle patologie infettive nelle colonie di chirotteri. Sensibilizzare il mondo speleologico ed i cittadini sui temi della conservazione e tutela dei chirotteri visto che la cavità è parzialmente protetta. E inoltre necessario: Controllare la fruizione nell area in prossimità degli ingressi della cavità. Controllare e prevenire gli atti vandalici. Bonificare e prevenire l inquinamento delle acque e del suolo nei pressi della cavità. Elaborare le indicazioni gestionali volte a mantenere e incrementare la biodiversità e favorevoli alla fauna minore e all entomofauna (mantenimento di alberi cavitati in piedi, legname a terra, mantenimento di una struttura diversificata, ecc...). Incentivare le pratiche agricole estensive, privilegiando l agricoltura biologica. Conservare le formazioni forestali diversificate e connesse tra loro. Riqualificazione dell agroecosistema tramite il mantenimento e ripristino degli elementi del paesaggio agrario tradizionale (siepi, filari, fossi, banchine inerbite, maceri e specchi d acqua, ). Monitorare degli inquinanti bioaccumulabili. Meandro di Cava presso la Grotta Gortani SIC di appartenenza: SIC IT Gessi di Monte Rocca, Monte Capra e Tizzano Comune: Zola Predosa Località: Gesso Proprietà dell ingresso: Proprietà Privata 258

259 Descrizione della cavità: A breve distanza dall ingresso della Grotta Michele Gortani (ER BO 31) si apre una voragine da cui diparte una galleria di cava. Tale cavità è di origine antropica ed è percorribile per un breve tratto, in quanto completamente allagata. Probabilmente, si tratta di un ramo distaccato e non più raggiungibile della Cava dei Gessi Emiliani a Zola Predosa, di cui però non si conosce l estensione. Il meandro di cava presso la Grotta Gortani non è stato oggetto del Progetto Life+, tuttavia si tratta di una realtà di notevole rilevanza, per la ricchezza in specie che ospita. Chirotteri: La chirotterofauna frequentante il meandro di cava presso la Grotta Gortani è ricca e diversificata. Sono state già svolte alcune indagini in passato e dai rilevamenti svolti nel corso del Progetto, applicando alcune delle tecniche di monitoraggio previste dal protocollo operativo, la cavità e l area limitrofa ad essa risultano frequentate dalle seguenti specie di Chirotteri: Specie della Regione Emilia-Romagna Rhinolophus euryale Blasius,1853 Rhinolophus ferrumequinum (Schreber, 1774) Rhinolophus hipposideros (Bechstein, 1800) Barbastella barbastellus (Schreber, 1774) Eptesicus serotinus (Schreber, 1774) Hypsugo savii (Bonaparte, 1837) Myotis spp. Myotis bechsteinii (Kuhl, 1817) Myotis blythii (Thomes, 1857) Myotis capaccinii (Bonaparte,1837) Myotis daubentonii (Kuhl, 1817) Myotis emarginatus (E.Geoffroy, 1806) Myotis myotis (Borkhausen,1797) Myotis mystacinus (Kuhl, 1817) Myotis nattereri (Kuhl, 1817) Nyctalus lasiopterus (Schreber, 1780) Nyctalus leisleri (Kuhl, 1817) Nyctalus noctula (Schreber, 1774) Pipistrellus kuhlii (Kuhl, 1817) Pipistrellus nathusii (Keyserling et Blasius, 1839) Pipistrellus pipistrellus (Schreber, 1774) Pipistrellus pygmaeus (Leach, 1825) Plecotus spp. Plecotus auritus (Linnaeus, 1758) Plecotus austriacus (Fischer, 1829) Miniopterus schreibersii (Kuhl, 1817) Tadarida teniotis (Rafinesque, 1814) Meandro di Cava presso la Grotta Gortani L indagine svolta indica che vi sono almeno 9 specie che frequentano l area in prossimità del meandro di cava presso la Grotta Gortani, tuttavia sono solo state rilevate tramite il bat-detector (Tab. 6.67) e non tutte utilizzano la cavità. E il caso di Eptesicus serotinus, Hypsugo savii, Pipistrellus kuhlii e Miniopterus schreibersii specie per lo più sinantrope, rupicole o legate maggiormente a cavità caratterizzate da grandi vuoti. 259

260 Tabella 6.67: Risultati dell indagine bioacustica svolta dal Meandro di Cava presso la Grotta Gortani. Meandro di Cava presso la Grotta Gortani Specie individuate [indice di attività (passaggi/h)] Agosto Settembre Ottobre Giugno Eptesicus serotinus 1.00 Hypsugo savii 1.00 Miniopterus schreibersii 2.00 Myotis spp Pipistrellus kuhlii Plecotus spp Rhinolophus euryale Rhinolophus ferrumequinum Rhinolophus hipposideros La cavità sembra essere utilizzata come roost dai Rinolofidi e da varie specie dei generi Myotis e Plecotus. Tuttavia, non sono stati svolti i sopralluoghi diretti per la verifica. I dati raccolti confermano i risultati dell indagine svolta nel 2007, in cui ai rilevamenti bioacustici furono anche affiancate la cattura temporanea dei pipistrelli con l utilizzo delle mist-net ed il sopralluogo diretto della cavità. Nel 2007, oltre alle specie già indicate, furono rilevati il Plecotus austriacus ed il Myotis daubentonii. I dati raccolti mostrano che il meandro di cava presso la Grotta Gortani è utilizzato da diverse specie durante tutto l anno e, nello specifico, ospita il Rhinolophus ferrumequinum, il Rhinolophus hipposideros, Rhinolophus euryale (specie inserite in Allegato II della Dir. 92/43/CEE), i piccoli Myotis e Plecotus spp.. Per tale motivo tale cavità è un sito di notevole importanza per la conservazione dei chirotteri e si consiglia, quindi, di proseguire le indagini per continuare ad ottenere informazioni sulla dinamica di popolazione e per rilevate rapidamente eventuali modifiche o segnali negativi sull occupazione della cavità da parte di tali mammiferi. 6.4 Azione C6 - Posa di bat box e bat board L intervento consiste nella posa di 300 bat box e 100 bat board in aree con formazione forestale giovane e priva di alberi vecchi e cavitati in prossimità di cavità carsiche frequentate dai chirotteri, nei Siti Natura 2000 oggetto del Progetto. Tale intervento ha lo scopo di fornire rifugi alternativi a quelle specie troglofile (in particolare del genere Plecotus, Myotis e Pipistrellus) che necessitano di roost caratterizzati da microclimi diversificati nelle differenti fasi del ciclo biologico e che quindi alternano l utilizzo di cavità ipogee a quello di rifugi presso cavità arboree e/o edifici. Le bat box e le bat board impiegate nel Progetto Life+ sono prodotte dalla ditta Schwegler, sono denominate Woodcrete e sono fabbricate con una base di segatura e cemento. Tali strutture offrono notevoli vantaggi rispetto alle casette nido di legno in quanto sono più durature e coibentate, ovvero forniscono un maggiore isolamento termico con minori fluttuazioni di temperatura al loro interno, offrendo così le condizioni idonee per la sopravvivenza dei pipistrelli. Le tipologie di cassette nido utilizzate sono: 260

261 A. Cassetta nido per Chirotteri (modello 00125/4): Realizzata in segatura, argilla e cemento, materiali che permettono una maggiore resistenza e una ottima coibentazione. La colorazione del nido è nera per attirare maggiormente i raggi solari e renderlo più caldo durante la primavera e l autunno. La parte superiore della cassetta ha una conformazione concava, la quale fornisce un posatoio ideale per i pipistrelli. La parete anteriore può essere tolta mediante un gancio di ferro per ispezionare e pulire il nido. B. Cassetta nido per Chirotteri con doppio frontalino (modello 00135/1): Realizzata in segatura, argilla e cemento, ha lo stesso aspetto esteriore del modello 00125/4, ma il pannello frontale ha un secondo pannello interno posizionato al fine di simulare una cavità nel muro. Tale struttura interna è composta di legno e presenta delle piccole scanalature con lo scopo di facilitare l appiglio da parte dei Chirotteri. C. Cassetta nido per Chirotteri (modello 00139/9): Realizzata in cemento, segatura e argilla, è anch essa di colore nero per usufruire maggiormente dei raggi solari. Questa tipologia di cassetta nido è specifica per le nursery, è accessibile dal basso da una fessura ed al suo interno sono disponibili due posatoi, uno sul coperchio coibentato con trucioli di legno e uno sulla parete opposta anch essa in legno. D. Cassetta nido per Rampichino (modello 00141/2): Realizzata in cemento e segatura, con pannello frontale removibile tramite un gancio che consente l ispezione e la pulizia del nido senza dover disinstallarlo dall albero. Lateralmente sono presenti due aperture che forniscono all animale l accesso e l uscita dal nido. E. Cassetta nido per uccelli con un foro (modello 00218/1): Realizzata in cemento e segatura. Il panello frontale presenta un foro per l accesso dell animale mentre la parte posteriore del nido è piatta in modo da poter essere collocata anche su muri e grossi alberi. La parte superiore della cassetta è concava ed è realizzata in modo tale da ospitare anche i Chirotteri. E considerata il nido ideale per Cince, Codirossi e Pigliamosche. 261

262 F. Cassetta nido per uccelli a tre fori (modello 00221/8): Realizzata in cemento e segatura, sul pannello frontale sono presenti tre fori. Come nel modello precedente la parte superiore della cassetta è concava, realizzata in modo da ospitare anche i Chirotteri. Si tratta di un nido ideale per Cinciarella, Cincia Mora, Cincia Bigia, Cincia Bigia alpestre e Cincia dal Ciuffo. La posa di tali strutture è stata effettuata dal gruppo di lavoro, con la partecipazione del personale delle aree protette, del volontariato ambientale locale (GEV, scout) e dei proprietari dei fondi. Tale operazione è iniziata nel 2010 e si è conclusa nella primavera del 2012 e, se da un lato è stata un occasione di incontro e divulgazione, dal punto di vista pratico ha allungato i tempi di svolgimento. Si tratta, comunque, di un intervento che associa alla funzione naturalistica un forte carattere dimostrativo in aree servite da sentieri in uso a cittadini e scolaresche e dunque ad alta visibilità. La loro presenza risulta infatti molto utile sia durante le attività didattiche dedicate alla fauna, che in occasione delle bat night organizzate nell ambito del Progetto. I rifugi artificiali sono stati collocati a coppie, una bat box appaiata ad una cassetta nido per uccelli, appese ad alberi distanti circa m uno dall altro, ad un altezza di 4-5 m da terra, in maniera tale che l area circostante rimanesse libera per permettere all animale un accesso più facile. Lo scopo del posizionamento di cassette nido con differente destinazione d uso è quello di evitare che gli uccelli occupino le bat box destinate ai Chirotteri, come avvenuto in precedenza in rifugi artificiali installati dal Progetto Life Pellegrino. I rifugi artificiali sono stati installati con orientamento differenziato per offrire una buona varietà di microclimi e di esposizione. In condizioni microclimatiche fredde è opportuno prediligere le cavità esposte al sole, anche perché facilitano la termoregolazione degli animali (soprattutto le femmine in fase riproduttiva), permettendo quindi un minor dispendio energetico. Di fatto sono stati posizionati 466 rifugi artificiali (Tab. 6.68) e durante i controlli una parte di essi non è stata più rinvenuta, forse sottratta e/o soggetta a vandalismo da parte di ignoti. Tabella 6.68: Numero di rifugi artificiali collocati per area protetta nell ambito del Progetto Life+. AREA SIC IT CA DEL VENTO, CA DEL LUPO, GESSI DI BORZANO (Reggio Emilia) RIFUGI ARTIFICIALI POSIZIONATI SIC IT GESSI TRIASSICI (Reggio Emilia) 37 SIC-ZPS IT GESSI BOLOGNESI, CALANCHI DELL ABBADESSA (Bologna) SIC IT GESSI DI MONTE ROCCA, MONTE CAPRA E TIZZANO (Bologna) SIC-ZPS IT VENA DEL GESSO ROMAGNOLA (Bologna-Ravenna) SIC IT ONFERNO (Rimini)

263 33 nidi artificiali, di varia tipologia, sono stati collocati presso le aree acquistate dall Ente gestore nell ambito delle Azioni B1 Acquisto di terreni agricoli nel SIC Gessi Bolognesi e B2 Acquisto di aree carsiche in zone prossime ad aree urbanizzate nel SIC Gessi Bolognesi (Fig ). Figura 6.114: Localizzazione dei rifugi artificiali collocati presso le aree acquistate dall ente gestore nel SIC-ZPS IT Gessi Bolognesi, Calanchi dell Abbadessa. I controlli del contenuto e l attività di pulizia e manutenzione dei rifugi installati nell ambito del Progetto Life+ sono stati ripetuti almeno 2 volte l anno in fase di post operam: un primo controllo è stato effettuato in primavera/estate per valutare l utilizzo delle cavità artificiali, mentre il secondo è stato svolto in autunno ed, oltre alla verifica dell occupazione, ha previsto la pulizia dei nidi non più utilizzati. I controlli dei rifugi artificiali hanno evidenziato ancora una scarsa occupazione da parte dei Chirotteri, vi sono infatti solo due uniche segnalazioni: un esemplare maschio di Myotis bechsteinii nel SIC IT Gessi Triassici (Foto 6.115) ed un Plecotus spp. presso i SIC-ZPS IT Gessi Bolognesi, Calanchi dell Abbadessa. Nel primo caso si conferma l utilizzo delle bat box dei Gessi Triassici da parte di questa specie, già rilevata dopo pochi mesi dall installazione di tali strutture. Tale dato è altresì importante in quanto Myotis bechsteinii è una specie in Allegato II della Direttiva Habitat. Per quanto riguarda l esemplare di Plecotus spp., non è stato possibile determinarne la specie di appartenenza in quanto si è involato durante l ispezione della cassetta nido. Inoltre, in vari rifugi artificiali monitorati sono state rilevate piccole quantità di guano, indice di un utilizzo, seppur temporaneo, da parte dei chirotteri delle strutture installate. 263

264 Figura 6.115: Esemplare di Myotis bechsteinii rinvenuto in una bat box presso l area dei Gessi Triassici (Foto di A. Ruggieri). Nonostante questo parziale risultato negativo per quanto riguarda i pipistrelli è comunque interessante avere un quadro riassuntivo delle presenze animali riscontrate. Si evidenzia, infatti, un utilizzo delle bat boxes da parte di numerose altre specie di Vertebrati (uccelli, lucertole, ghiri, ecc ) ed Invertebrati (calabroni, ragni, lepidotteri, formiche, ecc ). I dati raccolti riguardanti l occupazione dei nidi artificiali sono stati organizzati in un database di Access denominato Nidi_Life.accdb, a cui si rimanda per una visione specifica dei risultati delle indagini svolte. Considerazioni La scarsa occupazione dei rifugi artificiali destinati ai chirotteri, installati nelle aree boschive, potrebbe essere dovuta all abbondante presenza sul territorio di rifugi alternativi a cui i Chirotteri forestali si sono adattati. Il territorio interessato dal Progetto Life+ è, infatti, caratterizzato da numerose cavità ipogee, fra grotte di origine carsica e cave di gesso in disuso, e dai rilievi svolti non è inusuale individuare specie forestali, quali Myotis bechsteinii, Plecotus auritus e Plecotus austriaucus, in ambiente ipogeo. Tuttavia, potrebbe essere semplicemente una questione di tempo, potrebbe quindi essere necessario più tempo per ottenere dei risultati positivi nell occupazione delle bat boxes da parte dei Chirotteri. Basti pensare al fatto che le bat board installate presso Casa Fantini nel corso del Progetto Life Pellegrino sono state occupate dopo una decina di anni da una colonia riproduttiva di Pipistrellus spp. e da alcuni esemplari di Hypsugo savii. In alcuni casi negli USA è stato necessario attendere 13 anni per arrivare a una prima occupazione da parte di Chirotteri (Tuttle et al., 2004). Dai dati americani però si evince che nella maggior parte dei casi nell arco di 2 anni si ottengono già buoni risultati. Nella situazione in cui si rilevi il perdurare negli anni di risultati negativi si consiglia di spostare i rifugi artificiali, ricollocandoli in aree più idonee. Prospettive post Life Le strutture installate nell ambito del Progetto Life+ necessitano di una manutenzione periodica annuale da svolgere nel periodo autunnale. E infatti necessario rimuovere i residui 264

265 vegetali, o di altra origine, che si accumulano nelle cavità, per mantenerle libere ed accessibili agli animali che le vorranno utilizzare la successiva stagione. Qualora vi siano riscontri positivi sullo stato di occupazione delle cavità artificiali è possibile condurre svariati studi sulla chirotterofauna: dalle analisi del guano e valutazioni sulle diete delle diverse specie per valutare la sovrapposizione tra le nicchie trofiche, alle strategie alimentari in relazione alla termoregolazione e alla morfologia alare di tali Chirotteri, a studi ecologici e genetici. Ottenere riscontri positivi dal monitoraggio delle bat boxes può risultare importante anche in relazione all attuazione di un programma di divulgazione volto a sensibilizzare l opinione pubblica al problema del declino delle popolazioni di Chirotteri e al coinvolgimento di volontari e appassionati che potranno essere istruiti sulla ecologia e sulle tecniche di riconoscimento di questi animali. E auspicabile, inoltre, l attuazione di interventi sui piani di ristrutturazione degli edifici volti ad impedire la distruzione di colonie di Chirotteri eventualmente presenti nei solai. E stato infatti dimostrato (Tuttle et al., 2004; Mitchell-Jones, 2004) che, grazie all impiego di bat boxes o di particolari tecniche di restauro, è possibile una sana convivenza tra questi delicati animali e l uomo. Figura 6.116: Bat box presso il SIC IT Gessi di Monte Rocca, Monte Capra e Tizzano (Foto di F. Grazioli). 265

266 7. Considerazioni e conclusioni generali del Progetto Life+ Il lavoro d indagine, svolto nell ambito del Progetto Life+, contribuisce ad aumentare le conoscenze sulla distribuzione e consistenza delle popolazioni dei chirotteri troglofili, aggiornando i dati e colmando le lacune per i siti poco esplorati in passato. Inoltre, valorizza la ricchezza, in termini di biodiversità, delle risorse carsiche del territorio regionale, con particolare riferimento alle formazioni gessose. L Emilia Romagna, infatti, appare come una regione strategica per la conservazione della chirotterofauna troglofila, con popolazioni di specie di pipistrelli inserite in Allegato II della Direttiva Habitat estremamente importanti, soprattutto se riferite all Italia settentrionale. A termine del Progetto Life+ 08 NAT/IT/ saranno protette 26 cavità ipogee, tre in più rispetto agli obiettivi preposti. Di tali cavità, 21 sono grotte naturali e 5 cavità artificiali. Grazie alla posa di tali strutture protettive, potrà essere agevolmente controllata e gestita l accessibilità alle cavità ipogee sottoposte all Azione C1, così da ridurre notevolmente il disturbo di origine antropica durante le fasi più delicate del ciclo biologico dei pipistrelli. Inoltre, solo in 2 casi (Buca delle Selci - ER BO 877 e Buca II delle Candele - ER BO 46), i cui ingressi sono stati ripristinati con appositi scavi, si è optato per una chiusura completa della cavità, per evitarne l interramento e la conseguente occlusione; ciò, ovviamente, ne preclude un qualsiasi possibile utilizzo da parte della fauna troglofila. Nei restanti 24 siti ipogei, invece, è stato posizionato un cancello o una recinzione compatibile con la presenza della chirotterofauna. Le indagini svolte presso le cavità sottoposte a chiusura (Azione C1 del Progetto) non hanno evidenziato impatti negativi diretti sulla chirotterofauna a breve termine. Le osservazioni, infatti, sono state svolte dopo un anno o dopo pochi mesi dalla posa delle strutture e, in alcuni casi, devono ancora essere svolte in quanto la realizzazione delle opere ha subito dei ritardi. Il Progetto Life+ 08 NAT/IT/ ha consentito il ripristino e la riqualificazione di almeno 27 siti (cavità ipogee, doline, forre, risorgive, ecc ) ed il notevole lavoro svolto a favore degli habitat target ha messo in luce l importanza del patrimonio carsico - speleologico della Regione ed ha focalizzato l attenzione sulla vulnerabilità di tali habitat, stimolando le comunità coinvolte a proseguire con tale attività. Nello specifico, la bonifica e la disostruzione delle cavità ipogee hanno consentito di rendere nuovamente disponibili potenziali rifugi per i chirotteri. Tale fattore è senz altro positivo per la conservazione della chirotterofauna, continuamente minacciata dalla perdita di roost idonei. Si auspica una rapida colonizzazione dei siti riqualificati, nonché l utilizzo dei rifugi artificiali posizionati sul territorio dei Siti di Interesse Comunitario in cui ha operato il Progetto Life+ 08 NAT/IT/ L attività d indagine svolta ha avuto l obiettivo di ottenere dati ed informazioni utili per la valutazione delle opere realizzate a protezione dei siti ipogei individuati, considerando, tuttavia, come prioritario, l utilizzo di tecniche a basso impatto, per ridurre al minimo il disturbo alle colonie di chirotteri monitorate nel corso degli anni del Progetto Life+. Per tale motivo non sono 266

267 state effettuate catture con mist net presso gli ingressi delle cavità, in quanto si tratta di una procedura ritenuta eccessivamente stressante per gli animali. In alternativa sono state attuate tecniche non invasive, quali l indagine bioacustica, il rilevamento video-fotografico in IR ed i sopralluoghi diretti sono stati svolti in numero ridotto sia nel periodo invernale che in quello estivo. Inoltre, si sottolinea la progettazione e l utilizzo del bat counter automatico (Fig. 7.2), dotato di fotocellule e data logger per la memorizzazione dei dati, nei siti di facile raggiungimento, data la mole ed il peso di tale strumentazione. Figura 7.1: Esemplare di Plecotus spp. fotografato in IR (Foto di F. Grazioli). Figura 7.2: Bat counter automatico in azione (Foto di F. Grazioli). 267

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