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2 La caratterizzazione dell ittiofauna del torrente Stura di Demonte nel tratto scorrente nei comuni di Salmour e Cherasco, anche ai fini dell individuazione delle specie bersaglio per la realizzazione della scala di risalita per l ittiofauna, viene redatta in base a quanto presente in bibliografia. In base ai dati pregressi, il corso d acqua è attribuibile, relativamente al tratto interessato, alle zone a ciprinidi (Forneris et al., 2007), ed in particolare, riferendosi alla Carta Ittica relativa alla regione piemontese (A.A.V.V., 1991) alle vecchie zone a ciprinidi reofili. Le specie che caratterizzano le zone a ciprinidi reofili sono i pesci appartenenti alla famiglia Cyprinidae ed in particolare il vairone, il cavedano, la lasca, il barbo comune e canino, specie che necessitano, per le loro caratteristiche ecologiche di substrati medio-fini, tipici di ambienti pedemontani e di fondovalle con pendenze moderate. Nelle zone a ciprinidi reofili è sporadica la presenza di salmonidi (trota marmorata e fario) e timallidi, che invece caratterizzano le due zone ittiche a monte, così come quella di altre forme ciprinicole limnofile che prediligono i tratti lentici della bassa pianura, come la carpa, la tinca, la scardola ed il triotto. Durante i campionamenti per la realizzazione della Carta Ittica del 1991, presso Cherasco (sez. 00/1600/0908), vengono catturate 15 specie: trota marmorata, trota fario, cavedano, vairone, lasca, alborella, gobione, barbo comune, carassio, carpa, anguilla, persico sole, pesce gatto, cobite e ghiozzo padano. Di queste, cavedano e barbo comune sono molto abbondanti, mentre tutti gli altra taxa sono presenti con popolazioni non abbondanti. Nel 2004, nell ambito del monitoraggio finalizzato alla redazione del Piano di tutela delle acque della Regione Piemonte (Regione Piemonte, 2006) il campionamento effettuato a Cherasco evidenzia la presenza di una comunità ittica eterogenea, costituita da cavedano, vairone, barbo canino, barbo comune, lasca, alborella, gobione, cobite, ghiozzo padano e persico sole. Il documento conferma per il tratto in oggetto la vocazionalità a ciprinidi.

3 Nel 2010, nell ambito della realizzazione del Monitoraggio della Fauna ittica Piemontese (in stampa) lo Stura di Demonte viene nuovamente campionato presso Cherasco; sono rinvenute sette specie, sei delle quali ciprinicole: alborella, barbo, cavedano, vairone, gobione e sanguinerola. Fa eccezione il ghiozzo padano. Dai risultati dei monitoraggi sopra citati si evince quindi come nel tratto di corso d acqua considerato sia evidente la presenza esclusiva di specie ciprinicola reofile tipiche di ambienti alpini di bassa quota, quali cavedano, barbo comune, lasca e vairone. La successione dei campionamenti in un arco temporale di vent anni evidenzia inoltre un progressivo depauperamento della comunità ittica del corso d acqua, con scomparsa di alcune importanti specie quali la trota marmorata e l anguilla. Per quanto concerne il progetto di scala di risalita per l ittiofauna, fatto salvo il principio generale da seguire, a prescindere dal tipo di struttura, che è quello di attrarre i pesci migratori a valle dell ostacolo e di stimolarli a passare a monte, secondo i due concetti fondamentali di attrattività della scala e di adeguata portata di alimentazione, per la corretta progettazione del passaggio risulta di fondamentale importanza l individuazione di una o più specie target e della conseguente individuazione del periodo in cui questa(e) compie le migrazioni più significative. In via preliminare si ritiene che le specie target sulle quali dovrà essere concentrata la massima attenzione in fase di progettazione debbano essere il vairone, la lasca ed il barbo, ciprinidi autoctoni, storicamente presenti con comunità abbondanti nel bacino del Tanaro Il periodo di ottimale funzionamento della struttura dovrà coincidere con i mesi primaverili di aprile, maggio e giugno, periodo di migrazione preriproduttiva dei tre ciprinidi succitati (con il vairone in anticipo rispetto agli altri due), nonché di altri ciprinidi. Poiché le caratteristiche ecologiche di vairone, barbo comune e lasca sono in parte sovrapponibili, in particolare, per quanto riguarda gli aspetti legati agli spostamenti riproduttivi, anche la sola scelta del vairone, il più piccolo tra i tre, quale specie 2

4 bersaglio, dovrebbe garantire gli altri ciprinidi per quanto concerne caratteristiche e tipologia della struttura. Si consideri infatti che la velocità massima di un singolo pesce e quindi la sua attitudine a superare gli ostacoli dipende dalla lunghezza delle fibre muscolari e quindi dalla lunghezza del corpo e dal tempo di contrazione del muscolo. La velocità natatoria è strettamente correlata alla frequenza dei colpi di coda e la distanza percorsa con ciascun ondeggiamento del corpo corrisponde a circa 7/10 della sua lunghezza secondo la formula: v = 0,7xL/2xt dove v è la velocità natatoria massima, L la lunghezza del pesce e t il tempo di contrazione del muscolo. Anche la durata della performance è determinata dalla dimensione dell animale poiché la riserva di glicogeno muscolare aumenta con la dimensione del muscolo e viene intaccata solo quando la velocità dell esemplare supera quella di crociera; il tasso di utilizzo del glicogeno dipende sempre dalla temperatura ambientale: inoltre il tempo di contrazione del muscolo dipende dalla temperatura, nella considerazione che un muscolo freddo si contrae più lentamente di uno caldo, in dipendenza del fatto che i processi biochimici e fisiologici sono affetti dalle varie condizioni di temperatura. In letteratura (Larinier al., 2002) sono disponibili delle curve di resistenza natatoria dalle quali è possibile ottenere dei valori abbastanza indicativi sulle capacità natatorie di pesci di varie dimensioni e in determinate condizioni di temperatura, sufficienti per operare le necessarie decisioni per la scelta dei passaggi per pesci da realizzare. Nel caso specifico, la scelta di tarare la struttura sul vairone, pesce di piccole dimensioni e con attitudini natatorie inferiori rispetto agli appartenenti al gen. Barbus e Chondrostoma, dovrebbe, di fatto, garantire il passaggio per tutte le specie. Ciò detto, per quanto concerne il parametro pendenza, il valore complessivo non dovrà superare il 5-10%. Pensando di utilizzare una scala a bacini successivi, si suggerisce l utilizzo di una scala a fenditure, non selettiva nei confronti di alcuna specie, mentre in caso di passaggio a stramazzi, i massimi dislivelli previsti tra i bacini non dovranno eccedere i 15 cm; questo valore può essere considerato come cautelativo nei confronti delle specie e dei soggetti (ciprinidi, ma anche salmonidi) di 3

5 taglia minore; per il passaggio di specie bentoniche di piccola taglia ed a bassa vagilità, quali ghiozzo e cobite, si suggerisce la messa in opera di setti/fenditure (larghezza max 5 cm) ubicate sul fondo delle vasche che ne consentano il passaggio. BIBLIOGRAFIA A.A.V.V Carta ittica relativa al territorio della regione piemontese. Assessorato Caccia e Pesca, Torino, 295 pp. FORNERIS G., MERATI F., PASCALE M., PEROSINO G.C., Indice Ittico - I.I. Biologia Ambientale, 21 (I): LARINIER M., PORCHER J.P., TRAVADE F., Fishways: biological basis, design criteria and monitoring. Bulletin Français de Pêche et Pisciculture 364 (suppl.), 21 (1): REGIONE PIEMONTE, Monitoraggio della fauna ittica in Piemonte, Direzione Pianificazione delle Risorse Idriche, 149 pp. 4

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