RELAZIONE TECNICA EMISSIONI IN ATMOSFERA

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1 RICHIEDENTE FP spa INTERVENTO COLTIVAZIONE E RIPRISTINO DELLA CAVA PONTE A CAPPELLO COMUNE IMPRUNETA LOCALITÀ PONTE A CAPPELLO - FERRONE INDIRIZZO STRADA PROVINCIALE PER IL FERRONE PRESTAZIONE RELAZIONE TECNICA EMISSIONI IN ATMOSFERA REDATTA DA DOTT. GEOL. IACOPO PARENTI DATA LUGLIO

2 SOMMARIO 1 PREMESSA ANAGRAFICA AMBITO DI APPLICAZIONE DESCRIZIONE DEL PROCESSO PRODUTTIVO ATTIVITÀ ESTRATTIVA DEPOSITI MOVIMENTAZIONI INTERNE ATTREZZATURE RIFIUTI RECETTORI MODALITÀ DI EMISSIONE IN ATMOSFERA VALUTAZIONE DELLE EMISSIONI DI POLVERI SORGENTI DI EMISSIONE DELLE POLVERI FATTORI DI EMISSIONE STIMA DELLE EMISSIONI DI PM COMPATIBILITÀ DELLE EMISSIONI MODALITÀ OPERATIVE PER IL CONTENIMENTO DELLE EMISSIONI DIFFUSE QUADRO DELLE EMISSIONI FIGURE A FONDO TESTO E1. Planimetria dei recettori, scala 1: FASCICOLO DELLE FIGURE - GEOLOGIA E COLTIVAZIONE 1. Corografia, scala 1: Inquadramento territoriale, scala 1: Inquadramento topografico, scala 1: Inquadramento catastale, scala 1: Piano Strutturale vigente, scala 1: Regolamento Urbanistico, scala 1: Estratto PRG, scala 1: Ortofoto 1954, scala 1: Ortofoto 1988, scala 1: Ortofoto 1996, scala 1: Ortofoto 2003, scala 1: Ortofoto 2007, scala 1: Ortofoto 2009, scala 1: Ortofoto 2010, scala 1: Confronto elementi ortofoto, scala 1: Inquadramento geologico, scala 1: Planimetria delle indagini, scala 1: Carta geomorfologica, scala 1: Stato iniziale, scala 1: Morfologia cava Ponte a Cappello gennaio 2006, scala 1: Morfologia cava Ponte a Cappello gennaio 2007, scala 1: Morfologia cava Ponte a Cappello gennaio 2008, scala 1: Morfologia cava Ponte a Cappello gennaio 2009, scala 1: Morfologia cava Ponte a Cappello 2012, scala 1: Morfologia della superficie di scivolamento, scala 1: Sezione E-E sovrapposta, scala 1:2.000 / 1: Ricostruzioni geologiche ed evolutive Sezione E-E, scala 1:500 2

3 1 PREMESSA La presente relazione tecnica costituisce la documentazione tecnica sulle emissioni in atmosfera a corredo del progetto di coltivazione e ripristino della cava di argilla denominata Ponte a Cappello, in località Ferrone, comune di Impruneta. Per evitare inutili ripetizioni rimandiamo agli altri elaborati del progetto esecutivo per ogni informazione esclusa dalla presente relazione. In particolare richiamiamo il contenuto di: relazione tecnica del progetto di coltivazione e ripristino ambientale e relative tavole relazione geologica relazione geotecnica valutazione previsionale dell impatto acustico piano di gestione delle acque meteoriche studio preliminare ambientale 2 ANAGRAFICA Nome ditta ed esatta ragione sociale Settore di appartenenza (industria, commercio, artigianato) Codice ISTAT (Ateco 2007) FP spa industria Se ci riferiamo all attività svolta alla cava in oggetto abbiamo: B - estrazione di minerali da cave e miniere 08 - altre attività di estrazione di minerali da cave e miniere estrazione di ghiaia e sabbia; estrazione di argille e caolino Se invece ci riferiamo alla principale attività societaria: C attività manifatturiere 23 - fabbricazione di altri prodotti della lavorazione di minerali non metalliferi fabbricazione di mattoni, tegole ed altri prodotti per l'edilizia in terracotta produzione di terrecotte Attività prevalente Indirizzo legale e n. telefonico via delle Fornaci 26/a Impruneta, tel Nome del legale rappresentante Silvia Pesci Nato Firenze Residente Firenze Codice fiscale PSCSLV66D67D612O Indirizzo dell insediamento produttivo per il cava di Ponte a Cappello, via Chiantigiana per il quale si richiede l autorizzazione e n. telefonico Ferrone, località Ferrone Nome responsabile dello stabilimento Silvia Pesci Data presunta inizio attività o trasferimento estate 2016 Periodo previsto intercorrente tra la messa in 2 giorni esercizio e la messa a regime dell impianto Totale addetti nelle fasi di attività della cava opereranno mediamente 2 operatori Articolazione dell orario di lavoro 1 turno/die per complessive 8 ore di lavoro Eventuale studio tecnico/professionale dott. geol. Iacopo Parenti incaricato della pratica Comune Firenze (FI) 3

4 Indirizzo Via Manni n. 53 Telefoni Tel./Fax cell Posta elettronica certificata 3 AMBITO DI APPLICAZIONE Il comma 12 dell'art. 269 del DLgs 152/06 specifica: 12. Le disposizioni dei commi 10 e 11 si applicano altresì a chi intende effettuare, in modo non occasionale ed in un luogo a ciò adibito, in assenza di un impianto, attività di lavorazione, trasformazione o conservazione di materiali agricoli, le quali producano emissioni, o attività di produzione, manipolazione, trasporto, carico, scarico o stoccaggio di materiali polverulenti, salvo tali attività ricadano tra quelle previste dall'articolo 272, comma 1. Per le attività aventi ad oggetto i materiali polverulenti si applicano le norme di cui alla parte I dell'allegato V alla parte quinta del presente decreto. Le cave e i piazzali di lavorazione e stoccaggio non occasionali sono quindi assoggettati ad autorizzazione, da richiedere alla Provincia competente. I capitoli seguenti comprendono le notizie necessarie per il rilascio di suddetta autorizzazione, oltre alle informazioni generali e anagrafiche incluse nei precedenti capitoli e nel progetto di coltivazione vigente. Si dichiara che nell impianto si svolge un attività in cui vengono effettuate operazioni di produzione, manipolazione, trasporto, carico, scarico o stoccaggio di materiali polverulenti con produzione di inerti in genere provenienti da: Attività estrattiva, cave, limi e limi sabbiosi o argillosi provenienti dal lavaggio degli inerti di cava, ciottoli di dimensioni eccedenti non commercializzabili Materiali di risulta da scavi e sbancamenti (terre, sassi, pietra, ghiaia, sabbia) Demolizioni edilizie, industriali e ripristini ambientali (laterizi e calcestruzzi armati e non, intonaci, esenti da amianto) Rimozione di platee o fondazioni stradali non riciclabili nella bitumatura Sottoprodotti e scarti delle industrie del cemento, della ceramica e del cotto, dei manufatti prefabbricati Sfridi provenienti dalla lavorazione del marmo e del granito [e affini] Scorie, terre e sabbie di fonderia Materiali assimilabili a quelli precedentemente descritti Trasformazione o conservazione di materiali agricoli Impianti di recupero che effettuano l operazione di messa in riserva dei rifiuti non pericolosi [per questa casistica dovrà chiaramente essere esplicitato il rispetto delle norme tecniche contenute nell Allegato 5 del D.M. 5 aprile 2006, n. 186 Tutte le materie prime utilizzate sono esenti da amianto o altre sostanze pericolose o ritenute tali dalle normative vigenti. Sono assenti emissioni in atmosfera convogliate. Come mostrato dal seguente stralcio dello stato di progetto, la cava Ponte a Cappello comprende: 4

5 una brevissima viabilità di accesso cementata, che la collega direttamente con la SP 3 asfaltata una zona di estrazione e rinterro (settore a curve di livello con sovrapposto del retino detritico) una zona di sola escavazione e livellamento (piazzale a 132 m slm) un area impianti 4 DESCRIZIONE DEL PROCESSO PRODUTTIVO 4.1 ATTIVITÀ ESTRATTIVA Riepilogando quanto specificato nella relazione tecnica di coltivazione e ripristino si descrive sinteticamente l attività svolta presso la cava Ponte a Cappello. La cava è aperta e non sono necessarie molte analisi e preparazioni. Citiamo esclusivamente lo smantellamento degli abbaraccamenti esistenti e l allestimento della nuova area impianti, la cui posizione è indicata nelle tavole di progetto. Si tratterà di una piccola zona di servizio contornata da un fossetto per la raccolta delle acque meteoriche, in maniera da permettere la raccolta delle sole acque meteoriche ivi ricadenti, senza l ingresso delle acque provenienti dal resto dell area di coltivazione attiva (ai sensi del DPGR 46/R/2008). L area impianti ospiterà: serbatoi olio e gasolio deposito rifiuti magazzino delle materie prime locali di ricovero e servizi piazzola manutenzione macchinari trattamento acque meteoriche di prima pioggia 5

6 La coltivazione della cava è svolta a cielo aperto soprattutto mediante l uso di escavatori, ruspe e camion. Gli escavatori aggrediranno il fronte estrattivo caricando i materiali direttamente su camion o rovesciandoli verso valle. Nel caso di impiego dei camion, gli stessi porteranno i materiali verso il luogo di destinazione, scaricandoli a terra. Le ruspe saranno generalmente impiegate per spingere i materiali già scavati e depositati al suolo, sia per spostarli che per mescolarli ed effettuare la spietratura (anche grazie ad apposite benne grigliate), sia per distenderli fino all asciugatura. In taluni casi il lavoro della ruspa potrà essere fatto dall escavatore, anche in questo caso con l impiego di benne grigliate. La ruspa sarà inoltre usata per rippare i terreni duri, al fine di facilitarne lo scavo o la movimentazione successiva. Per la formazione dei rilevati i materiali saranno scaricati e poi sistemati e compattati a strati, con ruspa, escavatore ed eventualmente rulli compressori (rilevati dalle elevate prestazioni). Nella prima fase di avanzamento verrà creato, entro un paio di anni dall inizio lavori, un ampio piazzale a quota 132 m slm che dovrà ospitare le attività produttive sia legate alla cava che legate al previsto nuovo insediamento delle fornaci di Impruneta. Inoltre saranno realizzati dei drenaggi sia superficiali che sotterranei, aventi lo scopo di migliorare la regimazione delle acque e abbattere la superficie piezometrica, a vantaggio della stabilità di versante. Nella seconda fase di lavoro sarà realizzato un corpo arginale dalle elevate caratteristiche geotecniche, appoggiato sul piano di fondazione illustrato per la fase 1. Lo spessore di circa un metro contro-terra (alla base e in appoggio al versante) sarà costituito da pietrame drenante, in maniera da allontanare rapidamente le filtrazioni che dovessero giungere dal basso. Dopodiché si procederà con il riporto dei restanti materiali di rinterro, da disporre e rullare a strati, come si trattasse di un rilevato stradale, fino all altezza di 7 m (quota 140 m slm). Le caratteristiche geotecniche del rilevato arginale potranno essere assicurate sia dalla scelta di adeguati materiali e dalla loro corretta posa in opera, sia dalla formazione di gabbionate o terre armate o terre rinforzate. Ulteriori rinterri sono previsti sopra al predetto argine, sempre allo scopo di appesantire il piede contenitivo della frana. In questo caso il rilevato non avrà necessariamente elevate prestazioni, dovendo svolgere soprattutto le funzioni di carico e avendo pendenza non superiore a 20. Si prevede quindi l uso di terre e rocce di qualità media, disposte a strati ma non necessariamente rullate o costipate fino all ottimo proctor. Quando i terreni in rilevato non saranno rullati, gli stessi dovranno comunque essere ben costipati grazie al passaggio ripetuto dei mezzi d opera; faranno eccezione i riporti di terreno da coltivo nelle zone da piantumare o seminare. I riporti potranno comprendere anche materiali diversi dalle terre e rocce da scavo, purché idonei alle funzioni attribuite: discreto peso di volume, resistenza al taglio minima di progetto, medio-bassa comprimibilità (ferma restando la necessità di una adeguata compattazione in situ). Non vi saranno quindi preclusioni all utilizzo di materie prime, materie prime seconde e sottoprodotti, di qualsiasi provenienza. Andrà comunque data precedenza ai detriti, alla terra gialla, ai sottoprodotti e ai residui contenuti nella volumetria di scavo del presente progetto, non utilmente impiegati nelle produzioni di terracotta. Detti materiali andranno difatti utilizzati al 100% nei rinterri della stessa cava di Ponte a Cappello. Nel progetto sono stati determinati i seguenti volumi: asportazione di terra grigia selezionata residuale dai precedenti lavori di coltivazione: m 3 (peso di volume medio 1,9 t/m 3 ) scavo in banco m 3 (peso di volume medio 2,3 t/m 3 ), di cui m 3 materia prima (terra selezionata per cotto) e m 3 di sottoprodotti (sassi e terreni di riempimento) m 3 di materiali di rinterro (peso di volume medio 1,9 t/m 3 ), di cui m 3 dei preesistenti depositi, m 3 originati dai prossimi scavi alla cava di Ponte a Cappello ( m 3 in banco portati da 2,3 t/m 3 a 1,9 t/m 3 ) e m 3 importati dall esterno. La durata complessiva dei lavori è prevista di 10 anni. Nel primo anno saranno effettuati gli scavi del lotto 1. Nei successivi 1-2 anni saranno eseguiti gli scavi a cielo aperto del lotto 2. Nei 7-8 anni conclusivi saranno condotti i rinterri ed eseguiti i drenaggi. 6

7 4.2 DEPOSITI I depositi esistenti e quelli che saranno necessari per la durata della cava sono realizzati creando una pista in salita ed accrescendola via via, grazie ai riversamenti dei camion. Periodicamente i materiali verranno stesi o distribuiti da escavatore e/o ruspa. Potranno essere depositate le argille destinate alle produzioni di terracotta (materia prima), il pietrame per i drenaggi e i materiali da rinterro (generalmente sottoprodotti). La conformazione dei cumuli è la stessa rispetto ai cumuli esistenti. I depositi temporanei potranno essere collocati in tutti i piazzali della cava. I rinterri definitivi andranno disposti secondo le geometrie di progetto. 4.3 MOVIMENTAZIONI INTERNE In ogni fase di lavoro vi saranno: una zona dove sono in corso gli scavi per la preparazione dei piazzali, la formazione del piano di fondazione dell argine, la realizzazione dei drenaggi una zona dove sono in corso i rinterri un piazzale di deposito dei materiali estratti o in attesa di essere impiegati per i rinterri La movimentazione dei materiali da una zona all altra verranno effettuate con pala meccanica gommata oppure con camion 4 assi caricato da escavatore. Per quanto possibile si cercheranno di minimizzare dette movimentazioni interne, effettuando le lavorazioni nel luogo di estrazione e depositando i materiali nella zona di utilizzo. Considerata la ristrettezza dell area d intervento, l accesso diretto alla strada provinciale, la concentrazione di gran parte delle lavorazioni nei piazzali inferiori della cava valutiamo che per ogni trasporto interno possa essere utilizzata una percorrenza standard di 150 m su piazzale o strada bianca. 4.4 ATTREZZATURE La dotazione completa della cava comprenderà: ruspa cingolata di medio-alta capacità escavatore cingolato di medio alta capacità camion 4 assi serbatoi di gasolio Ai fini delle valutazioni sulle emissioni in atmosfera si ipotizza che nelle peggiori condizioni possano operare contemporaneamente 1 escavatore + 1 camion oppure, 1 escavatore + 1 ruspa. In cava non sono per il momento previsti impianti fissi. 4.5 RIFIUTI Nella tabella seguente sono elencati, secondo la codifica europea, i rifiuti che si prevede di produrre in cava: CODICE DESCRIZIONE PROVENIENZA * scarti di oli per circuiti idraulici macchine operatrici * scarti di oli motore, olio per ingranaggi e oli lubrificanti macchine operatrici imballaggi (compresi i rifiuti urbani di imballaggio oggetto di raccolta differenziata) * assorbenti, materiali filtranti (inclusi filtri dell olio non specificati altrimenti), stracci e indumenti protettivi, contaminati da sostanze pericolose assorbenti, materiali filtranti, stracci e indumenti protettivi, diversi da quelli di cui alla voce veicoli fuori uso appartenenti a diversi modi di trasporto (comprese le macchine mobili non stradali) e rifiuti prodotti dallo smantellamento di veicoli fuori uso e dalla manutenzione di veicoli (tranne 13, 14, 1606 e 1608) imballaggi vari, esclusi quelli impregnati da sostanze pericolose operazioni di manutenzione operazioni di manutenzione pezzi di ricambio dei macchinari e delle attrezzature, utensili sostituiti * filtri dell'olio operazioni di manutenzione * batterie al piombo operazioni di manutenzione 7

8 rifiuti solidi urbani (rifiuti domestici e assimilabili prodotti da attività commerciali e industriali nonché dalle istituzioni) inclusi i rifiuti della raccolta differenziata * con asterisco sono contrassegnati i rifiuti pericolosi rifiuti assimilabili ai rifiuti solidi urbani I rifiuti prodotti nell area d intervento saranno stoccati giornalmente in apposita area attrezzata, nell ambito dell area impianti. Ogni tipologia di rifiuto sarà separata. I rifiuti pericolosi saranno coperti o chiusi in contenitori ermetici per impedire il dilavamento da parte delle acque meteoriche e la conseguente diffusione degli inquinanti. Considerato il numero di lavoratori e mezzi impiegati, i quantitativi di rifiuti accantonati saranno molto modesti, sempre molto inferiori ai limiti massimi consentiti. I rifiuti saranno smaltiti periodicamente a cura di imprese specializzate e autorizzate, avendo cura di rispettare le cadenze e i quantitativi massimi di stoccaggio stabiliti dalla legge. 5 RECETTORI Nella figura E1 a fondo testo sono indicati i recettori fino a distanza di 500 m dalla cava Ponte a Cappello, per un areale di 1,3 km 2. Procedendo da nord a sud abbiamo: N RECETTORE DISTANZA ESPOSIZIONE NOTE P V R (m) 1 Il Mulino 550 Il Mulino è nascosto rispetto alla Edifici diroccati o cava, trovandosi a nord-ovest, comunque in stato di essendo la cava esposta (e scavata) abbandono a sud, essendoci numerosi ostacoli morfologici e boschivi. 2 Ponte di Cappello 400 L edificio posto all angolo tra la strada provinciale e la via del Ponte a Cappello gode circa delle stesse mascherature de Il Mulino, pur essendo più vicino ed a quota più elevata. 3 Valagri Alto 370 L abitato è posto sul crinale e solo su un lato gode di uno scorcio parziale della cava, in buona parte mascherato per la collocazione a nord, opposta all esposizione della cava stessa. 4 San Giovanni 190 L edifico si affaccia sui terreni subito a monte della cava; i fronti sono parzialmente mascherati poiché esposti a sud, mentre San Giovanni si trova a nord-est. 5 Valagri Basso 430 L edificio in questione è adiacente ed esposto a est alla fabbrica e alla cava Sannini. La cava Ponte a Cappello è coperta da una fitta vegetazione arbustiva e dalle condizioni morfologiche, essendo la cava esposta a sud e Valagri Basso spostato verso est. 6 Fornace 280 L edificio è situato nella pianura alluvionale in sinistra idrografica del Fiume Greve, coperta dalla visuale della cava di Ponte a Cappello dalle Uso abitativo Gli edifici con affaccio verso la cava Ponte a Cappello (a sud) sono perlopiù di tipo agricolo. La colonica in questione è disabitata e completamente da ristrutturare. Colonica conservata discretamente. disabitata, Uso abitativo

9 alberature del corridoio fluviale e dalla quinta morfologica e vegetale tra la strada provinciale e la cava. 7 C. Nuova 290 Come sopra. Uso abitativo Castiglioni di Sotto 460 La visuale della cava è coperta dal boschetto adiacente all edificio, sul lato nord. 9 Sala 600 La visuale della cava è coperta dal bosco lungo il Borro di Luiano. Uso abitativo Uso abitativo La distanza è relativa al baricentro della cava, mentre le curve di iso-distanza della planimetria si riferiscono al perimetro della cava stessa. Baricentro e perimetro distano mediamente 120 m. Quindi, ad esempio, l edificio di San Giovanni dista circa 70 m dal perimetro dell intervento estrattivo. Nelle colonne a destra della precedente tabella abbiamo assegnato per ogni ricettore, su base qualitativa e percettiva, la Probabilità che le polveri emesse dalla cava Ponte a Cappello raggiungano i recettori: 0 = nessuna possibilità 1 = altamente improbabile 2 = possibile ma trascurabile 3 = possibile per quantitativi molto contenuti 4 = possibile per quantitativi significativi 5 = molto probabile 6 = certo Poi abbiamo indicato la seguente Vulnerabilità secondo la seguente scala di valori: 1 = edificio diroccato o disabitato o ad uso agricolo 2 = abitazione 3 = nucleo abitato 4 = centro urbano Con R abbiamo indicato il Rischio che deriva dalla probabilità predetta facendo riferimento alla seguente scala di valori e alla matrice a fianco: 0 = nullo 1 = molto basso 2 = basso 3 = medio 4 = elevato 5 = molto elevato. Abbiamo ritenuto corretto considerare la casistiche generiche per P\V evitare di dare un peso troppo elevato a situazioni che di fatto non presentano criticità. Questo è proprio il caso della cava Ponte a Cappello dove, a nostro parere, il rischio derivato dalle emissioni della polvere sui recettori esistenti è molto basso. Riteniamo infatti che la distanza massima di propagazione delle polveri, per quantitativi significativi, sia di poche centinaia di metri in assenza di ostacoli e alcune decine di metri in presenza di ostacoli. Gli unici edifici in condizioni di rischio apprezzabile ma comunque molto basso sono le abitazioni in località Fornace e C. Nuova, poste nel comune di San Casciano Val di Pesa. In entrambi i casi sono presenti, tra i ricettori e la cava, ostacoli morfologici e alberature che rendono altamente improbabile l arrivo della polvere. Vale anche la pena evidenziare che la morfologia della zona è molto aperta e le emissioni si possono disperdere in più direzioni. Tra queste, quella rivolta verso i ricettori in questione (a sud) è forse la direzione di propagazione meno probabile poiché trasversale all andamento della vallata. 9

10 6 MODALITÀ DI EMISSIONE IN ATMOSFERA Considerata la modalità di lavorazione, la formazione di materiali con granulometria limoso-argillosa soggetti al sollevamento presso la cava Ponte a Cappello avviene per le seguenti attività o fenomenologie, in ordine decrescente di importanza: frammentazione meccanica e spolveramento della roccia e delle terre per l azione meccanica delle gomme e dei cingoli dei mezzi d opera in circolazione su piazzali e strade non pavimentate frammentazione meccanica e spolveramento della roccia e delle terre per l azione meccanica delle benne durante le fasi di a movimentazione Il sollevamento della polvere è invece provocato dai seguenti agenti, in ordine decrescente di importanza: spostamento d aria provocato dal passaggio e dalle ventole di raffreddamento dei veicoli (soprattutto i camion) circolanti su strade e piazzali vento movimenti d aria provocati durante la manipolazione e movimentazione dei materiali In considerazione delle suddette modalità di formazione ed emissione della polvere e vista l assenza di altri procedimenti produttivi soggetti a emissione convogliata o diffusa si omette l ulteriore elencazione, descrizione e analisi delle materie prime, dei prodotti finiti, dei materiali depositati, dei cicli tecnologici, degli impianti termici e di quant altro non attinente con la semplice movimentazione di materiali polverulenti. 7 VALUTAZIONE DELLE EMISSIONI DI POLVERI La presente valutazione si basa sulle Linee guida per la valutazione delle emissioni di polveri provenienti da attività di produzione, manipolazione, trasporto, carico o stoccaggio di materiali polverulenti adottate con Deliberazione di Giunta Provinciale di Firenze N. 213 del 03/11/2009 I metodi di proposti nel lavoro provengono principalmente dai modelli dell USEPA (AP-42 Compilation of Air Pollutant Emission Factors), a cui ci siamo riferiti per alcuni aggiustamenti della metodica Arpat. 7.1 SORGENTI DI EMISSIONE DELLE POLVERI Le sorgenti di polvere diffuse individuate dalle linee guida sono legate alle seguenti operazioni: 1. Processi relativi alle attività di frantumazione e macinazione del materiale e all attività di agglomerazione del materiale (AP ) 2. Scortico e sbancamento del materiale superficiale (con ruspe AP ) 3. Formazione e stoccaggio di cumuli (AP ) 4. Erosione del vento dai cumuli (AP ) 5. Transito di mezzi su strade non asfaltate (AP ) 6. Utilizzo di mine (AP ) Nella trattazione è adottato il codice identificativo delle attività considerate come sorgenti di emissioni dell AP-42, denominato SCC (Source Classification Codes). Nello specifico della cava Pone a Cappello possiamo così schematizzare il processo produttivo con emissione di polvere in atmosfera: 10

11 MONTAGNA ( mc) RIEMPIMENTI 1) SCAVO MECCANICO MATERIALI IDONEI X COTTO ( mc sciolti) 2) SPIETRATURA E ASCIUGATURA 3) CARICO 4) TRASPORTO 5) SCARICO SCOPERCHIATURE ( mc sciolti) + SOTTOPRODOTTI STOCCATI ( mc) DEPOSITO MATERIA PRIMA ( mc) + DEPOSITI ESISTENTI ( mc) 6) VENTO 7) STESURA 3) CARICO 4) TRASPORTO 200 m 5) SCARICO MATERIALI IMPORTATI ( mc) 3) CARICO 4) TRASPORTO 6) VENTO DEPOSITO O IMPIEGO DIRETTO MATERIALI DI RIEMPIMENTO ( mc) 4) TRASPORTO 200 m 5) SCARICO USCITA O IMPIEGO Le attività elencate sono di seguito sinteticamente descritte: N. ATTIVITA DESCRIZIONE 1 scavo lo scavo viene eseguito con escavatore meccanico, andando a interessare meccanico terreno in posto umido e non polverulento 2 spietratura e asciugatura il materiale da cottura viene ripetutamente movimentato e steso, ottenendo la separazione delle pietre di maggiori dimensioni, la disgregazione meccanica, il mescolamento e l asciugatura delle argilliti 3 carico il carico dei materiali viene generalmente eseguito da escavatore + camion 4 trasporto per la movimentazione dei materiali sono prevalentemente utilizzati camion a 4 assi; per lo spostamento interno della terra sono talvolta utilizzate le ruspe, che spingono i materiali invece di caricarli su camion e poi scaricarli 5 scarico lo scarico è attuato mediante ribaltamento dei cassoni 6 vento il vento può causare il sollevamento della polvere da piazzali, strade e depositi 7 stesura i materiali di rinterro sono distribuiti con l ausilio della ruspa e dell escavatore Si trascurano le tipologie di attività secondarie, rientrando le relative emissioni nel campo di approssimazione della stima. 7.2 FATTORI DI EMISSIONE Considerando le peculiarità della cava di progetto e tenendo conto delle esperienze pregresse si classificano e valutano così le azioni sopra elencate: N. AZIONE CODICE O RIMANDO O NOTA EF per 1 scavo meccanico Per lo scavo meccanizzato abbiamo utilizzato il bulldozing overburden (codice ); valutiamo che questa scelta sia particolarmente cautelativa poiché è evidente che uno scotico superficiale, composto da terreno fine, spolvera molto di più rispetto all ammasso roccioso. Come contenuto di silt e acqua abbiamo assunto valori medi, vale a dire 12 e 15%; questa scelta è ancora una volta cautelativa poiché nell ammasso roccioso la frazione fine è sicuramente inferiore al 12%, mentre il contenuto d acqua è spesso sottostimato, in particolare per i terreni di bassa profondità, per i quali è atteso un contenuto d acqua del 20 30%. Otteniamo così un rateo emissivo di 0,317 kg/h. In un ora di scavo da parte di un escavatore meccanico, eventualmente supportato da una ruspa, soprattutto per l impiego del ripper, si valuta la PM 10 2,3 x 10-3 kg/mg 11

12 movimentazione media di 60 m 3 in banco, pari a 138 Mg. Da cui si ricava il fattore di emissione per unità di peso estratta riportato a fianco. 2 spietratura e Per la valutazione delle emissioni per la spietratura e asciugatura asciugatura prendiamo in considerazione il tradizionale impiego di ruspe con benne grigliate e intere, deputate sia alla separazione del pietrame, sia allo spostamento, mescolamento e asciugatura della terra. Mediamente il materiale estratto viene spostato per un centinaio di metri ad opera di mezzi in grado di movimentare, con una singola passata, 2 3 m 3. Le macchine si spostano a passo d uomo; considerate le frequenti soste e inversioni di marcia si assume una velocità utile di 2 km/h. Il fattore emissivo di riferimento è nuovamente quello del bulldozing overburden (codice ). Mantenendo le stesse percentuali di materiale fine e umidità confermiamo il rateo di 0,317 kg/h. Considerando un peso di volume del terreno smosso di 1,5 Mg/m 3, una percorrenza media di 100 m alla velocità di 2 km/h, 2,5 m 3 per volta, ricaviamo un fattore emissivo EF = 0,317 kg/h / 2 km/h x 0,1 km / 2,5 m 3 / 1,5 Mg/m 3 = 4,2 x 10-3 kg/mg 3 carico Come suggerito dalle Linee Guida, si adotta il parametro codice , così come quantificato nel database USEPA, che tuttavia si ritiene particolarmente penalizzante rispetto al codice riportato nelle stesse Linee Guida 4 trasporto l emissione di particolato dovuto al transito di mezzi su strade non asfaltate si valuta secondo la formula EF i (kg/km) = k i (s/12) ai (W/3) bi, dove i = particolato (PTS, PM10, PM2.5), s = contenuto in limo del suolo (%), W = peso medio del veicolo (tonn), k i, ai e bi sono costanti empiriche che variano a seconda del tipo di particolato, come indicato nella tabella a fianco; si consideri che il peso medio dell automezzo W deve essere calcolato sulla base del peso del veicolo a pieno carico e a vuoto; l equazione è valida per veicoli con un peso medio inferiore a 260 tonn, velocità media inferiore a 69 km/h e contenuto in limo del 1,8-25,2%; nel caso in questione possiamo considerare un contenuto di limo nel sottofondo stradale pari al 5% (di solito viene impiegato pietrisco pulito) e un peso medio dei camion di 12 tonn: si ricava quindi per le PM10 EF i = 0,397 kg/km; citiamo alla lettera un passaggio delle Linee Guida Provinciali: nel calcolo delle emissioni dovute al transito di veicoli su strade non asfaltate nei calcoli aventi fini inventariali si può considerare anche l effetto dovuto alla mitigazione naturale delle precipitazioni (pioggia) secondo l espressione: EF EXT,i (kg/h) = EF i [(365 - gp)/365], essendo gp il numero di giorni nell anno con almeno 0,254 mm di precipitazione; facendo riferimento alle stime pluviometriche contenute nel piano di gestione delle acque meteoriche nel nostro caso abbiamo 88 giorni di pioggia all anno (gp, con almeno 1 mm di precipitazione); in prima approssimazione consideriamo la relazione EF EXT,i (kg/h) = EF i [(365-88)/365] = 0,30 kg/km 4,2 x 10-3 kg/mg 6,8x10-3 kg/mg 0,30 kg/km 5 scarico x vento dalla tabella 7 delle Linee Guida si individua un fattore di emissione areale per ogni movimentazione di cumuli alti H/D>0,2 pari a 7,9x10-6 kg/m 2 ; ipotizzando: una media una superficie dei cumuli di 500 mq (si consideri che l attività estrattiva della cava è molto ridotta rispetto al passato e che gran parte del piazzale andrà lasciato libero per la kg/mg 2,7x10-3 kg/mg 12

13 costruzione della nuova fornace), 10 movimentazioni medie al giorno (in realtà vi saranno alcuni giorni con attività più intensa e molti giorni l anno di inattività), 220 giorni/anno lavorativi di 8 ore ciascuno in cui saranno gestiti m 3 /anno di deposito (totale di materia prima e materiali destinati al rinterro previsti nella vita della cava diviso per i 10 anni di autorizzazione richiesta) si calcola il rateo emissivo Ef i = 7,9x10-6 kg/m 2 x 500 m 2 x 10 mov/g x 220 g/anno / ( m 3 * 1,8 Mg/m 3 ) = 6,8x10-3 kg/mg; la stima si ritiene molto approssimativa e anche per questo comprensiva della polvere che si solleva nelle altre superfici di cava sotto l azione del vento 7 stesura per la stesura dei rinterri abbiamo riutilizzato il bulldozing overburden, a cui si applica il fattore qui a fianco; come contenuto di silt (s) e acqua (M) abbiamo assunto valori medi, vale a dire 12 e 15%; considerando la movimentazione di 400 Mg/h otteniamo il rateo indicato 7,9x10-4 kg/mg 7.3 STIMA DELLE EMISSIONI DI PM10 Riesaminando quanto sopra esposto possiamo così quantificare le lavorazioni che danno origine all emissione delle polveri: 1. lo scavo meccanico interessa m 3 di terreno, prevalentemente lapideo, pari a Mg 2. la spietratura e asciugatura interessa m 3 di materia prima, equivalente a Mg 3. il carico dei materiali interessa, una o più volte, tutti i depositi esistenti e di progetto; sommano x x x x1 = m 3 = Mg 4. il trasporto interessa tutti i materiali caricati internamente alla cava (vedi punto precedente) e i materiali di importazione ( m 3 = Mg), per un totale di Mg; considerando un tragitto medio di 300 m in andata e ritorno e un peso di 7,5 Mg a viaggio (media tra il tragitto in andata a pieno e il tragitto di ritorno a vuoto) si calcola una percorrenza totale di km in 10 anni 5. lo scarico è eseguito per la stessa quantità trasportata, quindi Mg (da punto precedente) 6. il vento agisce sulle quantità di materiale depositato = m 3 = Mg 7. la stesura riguarda i m 3 di rinterro, che pesano Mg Per l intera vita della cava calcoliamo: N. ATTIVITA EF per PM 10 QUANTITA' EMISSIONE 1 scavo meccanico 2.30E-03 kg/mg Mg 3.7E+02 kg 2 spietratura e asciugatura 4.20E-03 kg/mg Mg 2.8E+02 kg 3 carico 6.80E-03 kg/mg Mg 2.6E+03 kg 4 trasporto 0.3 kg/km km 5.9E+03 kg 5 scarico 8.00E-06 kg/mg Mg 3.9E+00 kg 6 vento 2.70E-03 kg/mg Mg 9.0E+02 kg 7 stesura 7.90E-04 kg/mg Mg 1.8E+02 kg TOTALE 1.0E+04 kg Diviso per 10 anni ricaviamo l emissione di 1000 kg/anno. Per 365 g/anno calcoliamo 2,8 kg/g, per 220 giorni anno calcoliamo 4,5 kg/g. In realtà le emissioni saranno variamente distribuite nell arco dell anno, oscillando intorno al valore medio stimato. I picchi emissivi interesseranno il periodo estivo, nel quale si concentrano molte delle attività di movimento terra e l umidità dei terreni è inferiore. Al contrario, per lunghi periodi invernali (ma non solo) le emissioni saranno pressoché nulle, sia per effetto delle piogge, sia per effetto delle prevedibili prolungate condizioni di inattività; ricordiamo difatti che gli scavi sono effettuati solo in condizioni meteorologiche favorevoli e i rinterri sono importati solo quando ve ne è la disponibilità 13

14 (principalmente nel periodo asciutto) e quando le condizioni di posa in opera lo permettono (ancora una volta non nei periodi piovosi). Considerata comunque la difficoltà nella quantificazione di tale variabilità stagionale e vista l approssimazione del metodo di stima, riteniamo che il giudizio di compatibilità della cava si possa basare sulle emissioni annuali. 7.4 COMPATIBILITÀ DELLE EMISSIONI Le Linee Guida provinciali forniscono alcune tabelle per la verifica di conformità delle emissioni diffuse di polvere. Le soglie di riferimento sono espresse in grammi/ora, pertanto i valori precedentemente stimati in grammi/giorno sono da dividere per 10 ore lavorative al giorno, in conformità con quanto proposto dalle Linee Guida. In prima analisi facciamo riferimento alle emissioni distribuite in tutto l arco dell anno. Per i ricettori posti a più di 150 m dal luogo di emissione le emissioni stimate sono 280 g/h, compatibili senza alcuna azione di mitigazione o monitoraggio (soglia 415 g/h). In secondo luogo valutiamo la compatibilità delle emissioni per una durata di lavoro di 220 giorni l anno (valore standard decurtando ferie, festività, sabato e domenica). 14

15 Per i ricettori posti a più di 150 m dal luogo di emissione le emissioni stimate sono 450 g/h, compatibili senza alcuna azione di mitigazione o monitoraggio (soglia 493 g/h). Vale la pena notare che, sviluppando la progressione degli scaglioni di distanza per l effettiva distanza del ricettore più sensibile nei confronti della cava Ponte a Cappello (insediamento La Fornace, posto a 280 m di distanza), il grado di compatibilità risulterebbe molto migliore. Peraltro sono presenti molte barriere fisiche alla propagazione, che di fatto rendono trascurabili gli effetti della cava di Ponte a Cappello, in termini di emissioni in atmosfera, sui diversi ricettori individuati. Vista l approssimazione delle stime condotte, gli ampi margini di sicurezza valutati per le PM10 e la mancanza di misurazioni dirette riteniamo superflua la valutazione delle polveri fini (PM2.5). Inoltre evidenziamo che alcuni fattori di emissioni per questa tipologia di polveri non è definita dalle Linee Guida provinciali e che i valori di soglia sono esaminati solo per le PM10. 8 MODALITÀ OPERATIVE PER IL CONTENIMENTO DELLE EMISSIONI DIFFUSE Stabilito che la precedente valutazione non comporta obblighi di contenimento delle emissioni diffuse originate dalla cava di Ponte a Cappello, verranno comunque adottati alcuni provvedimenti per la limitazione delle emissioni, non solo nei confronti del vicinato ma anche per la salute dei lavoratori: periodico rinnovo delle massicciate stradali (pietrisco pulito di pezzatura o similare) eventuale bagnatura delle strade (solo quando necessario) rispetto del limite di velocità di 10 km/h all interno della cava limitazione delle lavorazioni in condizioni di vento forte e con rilevante sollevamento della polvere Ulteriori valutazioni al riguardo saranno contenute nella valutazione dei rischi e nel DSS, da predisporre obbligatoriamente prima dell inizio dei lavori. 9 QUADRO DELLE EMISSIONI Si omette la presentazione dei quadri riassuntivi delle emissioni poiché sono assenti emissioni convogliate o altri impianti che possano essere quantificati in termini di: portata fumi secchi, sezione, 15

16 velocità allo sbocco, altezza camino, temperatura di emissione, durata emissione, impianto di abbattimento, ecc. Per ogni valutazione sulle emissioni rimandiamo quindi ai precedenti capitoli, dove sono comunque analizzate e quantificate le emissioni in atmosfera previste per la cava Ponte a Cappello. 16

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