Protocollo PGBO/2011/5590 San Giorgio di Piano, 27/04/2011 Fascicolo: 2011/XXVI.3/2 Pratica Sinapoli n. 1080

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1 Sezione Provinciale di Bologna Via F. Rocchi, 19 - Via Triachini, Bologna Tel Fax PEC: aoobo@cert.arpa.emr.it sezbo@arpa.emr.it Protocollo PGBO/2011/5590 San Giorgio di Piano, 27/04/2011 Fascicolo: 2011/XXVI.3/2 Pratica Sinapoli n DISTRETTO TERRITORIALE DI PIANURA Via Fariselli, S. Giorgio di Piano (BO) Tel Fax AL PRESIDENTE DELLA CONFERENZA dei SERVIZI PROVINCIA DI BOLOGNA Via San Felice n.25 - Bologna OGGETTO: Trasmissione parere tecnico ambientale relativo all impianto di produzione di energia elettrica alimentato a fonti rinnovabili D.Lgs 387/2003; Società Cooperativa Agricola Motta & Bosco sede in San Pietro in Casale (BO) Via XX Settembre, 34 sede impianto via Setti 3581 San Pietro in Casale (BO). In riferimento al progetto presentato dalla Società Cooperativa Agricola Motta & Bosco, per la realizzazione di un impianto di produzione di energia elettrica alimentato a fonti rinnovabili in San Pietro in Casale, esaminata la documentazione progettuale e le successive integrazioni fornite all atto della Conferenza di Servizio del 09/02/2011 nonché le successive integrazioni volontarie pervenute in data 22/04/2011, qui di seguito si riportano le osservazioni di competenza di questa Agenzia in merito agli aspetti ambientali relativi al progetto presentato. DESCRIZIONE DELL' IMPIANTO Trattasi di impianto a digestione anaerobica operante in regime di mesofilia con capacità massima di trattamento di t/anno di biomassa. BIOMASSE IN INGRESSO ALL IMPIANTO DI DIGESTIONE ANAEROBICA Le biomasse in ingresso sono: Insilato di triticale Insilato di mais Gli insilati verranno stoccati presso le trincee presenti all interno dell impianto ed in seguito scaricati tramite l utilizzo di una pala meccanica nella vasca di miscelazione dove vengono triturati, omogeneizzati ed introdotti mediante una coclea nella vasca di fermentazione. Sede legale: Via Po, Bologna - Tel Fax P.IVA e C.F dir@arpa.emr.it

2 VASCA DI FERMENTAZIONE La vasca è parzialmente interrata e completamente chiusa. Un sistema di riscaldamento consente di riscaldare il substrato ad una temperatura di 45 C. Il tempo di ritenzione della biomassa nel fermentatore è di circa 40 giorni. POST-FERMENTATORE La vasca di post-fermentazione è chiusa da un gasometro (accumulatore pressostatico a tenuta stagna). Il digestato è trattenuto in detta vasca per un tempo medio di 80 giorni. LINEA BIOGAS Dalla vasca di fermentazione il biogas entra nel gasometro con capacità di circa metri cubi di biogas. Desolforazione: Il fermentatore è asservito da impianto di desolforazione biologica mediante l introduzione di una piccola quantità di aria. Il processo avviene in ambiente completamente chiuso. Cogenerazione: Il biogas, dopo essiccazione tramite raffreddamento, viene immesso in un gruppo di cogenerazione costituito da un motore con potenza elettrica di 999 KWe. Il cogeneratore è installato in una cabina prefabbricata realizzata in calcestruzzo armato. L energia elettrica prodotta è immessa nella rete Enel. Torcia di emergenza La torcia ha esclusiva funzione di sicurezza; ne è prevista l attivazione solo in caso di manutenzione o avaria del cogeneratore. STOCCAGGIO DIGESTATO Il digestato è sottoposto a separazione meccanica tra la fase solida e liquida. Il digestato liquido è trasferito alla vasca di stoccaggio separato liquido, priva di copertura e avente un volume pari a 4300 mc corrispondente ad una capacità di stoccaggio di circa 310 giorni. Il digestato solido è stoccato in apposita platea con una capacità di stoccaggio di circa 200 giorni. IMPATTI AMBIENTALI EMISSIONI IN ATMOSFERA Nell' impianto saranno presenti emissioni diffuse ed emissioni convogliate. Emissioni diffuse a carattere odorigeno L impianto di produzione di energia elettrica andrà a localizzarsi in una zona di pianura. Dallo studio sull impatto olfattivo allegato alla richiesta di autorizzazione emerge che la direzione prevalente dei venti è mutevole al variare della stagione. Nella stessa sono stati individuati tre recettori e che si trovano rispettivamente ad una distanza di circa 130 metri, (edificio a Est), 450 metri (edificio a Sud Ovest), e 850 metri (edificio a Ovest). Il centro abitato più vicino (Ponticelli) dista circa 1300 metri dall impianto, mentre altri centri abitati si trovano a circa 3500 metri (Maccaretolo e Pegola) e il centro abitato di San Pietro in Casale dista circa 5000 metri. 2

3 L'azienda individua come sorgenti potenziali di criticità olfattiva i seguenti punti di generazione emissioni: trincee di stoccaggio dell insilato, digestore e post digestore, platea di stoccaggio del digestato solido e vasca aperta per il digestato liquido. La ditta nelle integrazioni del 22/03/2011 dichiara che all occorrenza provvederà ad attuare specifiche opere di contenimento degli odori sulla vasca digestato liquido, sulla trincea di deposito del digestato solido e sul sistema di alimentazioni solidi, sopra indicate quali sorgenti di emissione odorigena. Emissioni convogliate: Si riportano le caratteristiche dei singoli punti di emissione: Emissione E 1 - cogeneratore Portata massima complessiva 3800 Nm 3 /h Durata massima 24 h/g Altezza emissione mt Inquinanti in emissione: COT, Monossido di carbonio, Ossidi di azoto, Composti del Cloro L emissione sarà asservita da sistema di abbattimento degli ossidi di azoto denominato sistema combustione magra Leanox. L emissione E1 risulta non soggetta ad autorizzazione in quanto ricompresa nella parte I dell Allegato IV alla parte quinta del Dlgs 152/2006 lettera bb) cosi come modificato dal Dlgs 128/2010, il sopracitato Decreto prevede e fissa comunque valori limite alle emissioni per gli inquinanti COT, monossido carbonio, composti del cloro e ossidi di azoto. Emissione E2 - torcia Portata media biogas 500 Nm 3 /h Altezza emissione 5.30 Mt Emissione E3 dispositivo per sovra pressione del fermentatore Altezza emissione 7.0 Mt Emissione E4 dispositivo per sovra pressione post fermentatore Altezza emissione 5.0 Mt Emissione E 5 - Emissione di ricambio aria e raffreddamento locale motore Portata massima complessiva Nm 3 /h Tale emissione non è soggetta ad autorizzazione così come previsto dall art 272 com. 5 del Dlgs 152/2006 cosi come modificato dal Dlgs 128/

4 SISTEMA DI RACCOLTA ACQUE E SCARICHI IDRICI Dall impianto di digestione anaerobica hanno origine tre tipologie di reflui: acque meteoriche derivanti dal dilavamento della platea di accumulo temporaneo del separato solido, posto nelle immediate vicinanze del separatore, che vengono convogliate nel post fermentatore; acque meteoriche derivanti dal dilavamento delle trincee nell area del fronte di insilato in uso. Detti reflui insieme ai colaticci vengono inviati nella vasca di post fermentazione. acque meteoriche derivanti dal dilavamento delle trincee nelle aree non in uso o dilavanti la copertura in nylon dei cumuli di insilato ed acque meteoriche derivanti dal dilavamento dei piazzali asfaltati. Detti reflui vengono convogliati in una vasca di prima pioggia completa di disoleatore. Le acque di prima e seconda pioggia confluiscono direttamente nello scolo Valle. Il pozzetto di campionamento posizionato subito a monte dello scarico nel corpo recettore è dotato di paratia per l intercettazione di eventuali sversamenti accidentali. acque meteoriche derivanti dal dilavamento della trincea del digestato solido. Detti reflui vengono immessi, tramite un sistema di pompaggio nella vasca di stoccaggio finale del digestato liquido. Visto il decreto legislativo 152/2006 e successive modifiche e ai sensi delle normative vigenti (DGR 286/2005, DGR 1860/2006, DGR 1053/2003 DtoLvo 152/2006), gli scarichi provenienti dall impianto recapitanti nel fosso di scolo, sono così classificabili: "Acque meteoriche di dilavamento" i reflui meteorici di dilavamento ricadenti sull intero impianto Gli impianti di trattamento previsti risultano correttamente dimensionati. RIFIUTI Il processo di digestione anaerobica genera rifiuti derivanti dalle operazioni di manutenzione del cogeneratore (oli minerali CER o ) RUMORE Il Comune di San Pietro in Casale ha adottato la zonizzazione acustica; l impianto è inserito in classe III area prevalentemente agricola. Per la valutazione dei valori assoluti di immissione e del livello differenziale di rumore è stato individuato un recettore sensibile ricompresso nella classe III area di tipo misto (recettore R1) ubicato ad una distanza di circa 560 metri dall impianto. La verifica del limite di immissione assoluto ha evidenziato il rispetto dei limiti previsti dalla zonizzazione acustica sia nel periodo di riferimento diurno che notturno. Nella valutazione è stata attestata la non applicabilità del limite di immissione differenziale in quanto il livello di rumore ambientale rilevabile presso il recettore sopra descritto a seguito della realizzazione dell opera in oggetto risulta al disotto del limite di applicabilità previsto ai sensi dell articolo 4 del DPCM 14/11/1997. Dalla documentazione emerge che è presente un ulteriore recettore posto ad Est, ad una distanza di circa 130 metri dall impianto. 4

5 Questo recettore è indicato come Centro aziendale Soc. Agr. Coop. Motta & Bosco ; non è specificato se detto centro comprenda anche una abitazione residenziale. PRESCRIZIONI Esaminata la documentazione presentata, si ritiene che sotto il profilo ambientale, il progetto presentato dalla Società Cooperativa Agricola Motta & Bosco possa essere approvato con le prescrizioni che sono qui di seguito riportate segnatamente alla gestione e ad ogni matrice ambientale interessata: AVVIAMENTO IMPIANTO FASE DI START-UP 1. La ditta dovrà comunicare alla Provincia di Bologna ed ad Arpa - Distretto di Pianura la data di avviamento dell impianto e successivamente, al termine del periodo definito di start up, la data di attivazione dell impianto in conformità al progetto approvato; quest ultima corrisponderà alla data di messa a regime degli impianti. 2. Il gas prodotto nella fase di start-up, e non avente ancora sufficiente contenuto di metano per essere combusto, non dovrà essere immesso in atmosfera senza subire idoneo trattamento (combustione in torcia con l aggiunta di gas di rete, trattamento in impianto di abbattimento costituito da filtri a carbone, etc..). 3. La ditta potrà acquisire e trattare digestato proveniente da altro impianto esclusivamente per il quantitativo necessario all avviamento iniziale e per casi di necessità di riattivazione dell impianto. EMISSIONI IN ATMOSFERA EMISSIONI CONVOGLIATE PUNTO DI EMISSIONE E1 Impianto di cogenerazione. 4. All avvio dell impianto di cogenerazione, la ditta dovrà verificare il rispetto dei limiti di legge indicati nell allegato I parte III alla parte quinta del DLgs 152/06 e ss.m.i. ed inviare le relative analisi all Amministrazione Provinciale. L Autorità Competente potrà eventualmente richiedere dei successivi controlli per la verifica dei limiti d emissione, qualora si verificassero problematiche ambientali tali da evidenziarne la necessità. PUNTO DI EMISSIONE E2 Torcia di combustione. 5. Per il punto d emissione E2, la ditta dovrà dotarsi di un registro con pagine numerate e firmate dal responsabile o gestore dell impianto ove annotare data ed ora di avvio di ogni emissione di emergenza, e il tempo in cui l emissione è rimasta attiva. Tale registro dovrà essere tenuto presso l impianto, sempre aggiornato e a disposizione degli enti di controllo. 5

6 PUNTI DI EMISSIONE E3, E4, Dispositivi per sovra pressione ( fermentatore e postfermentatore) 6. Per tali emissioni la ditta dovrà dotarsi di un registro con pagine numerate e firmate dal responsabile o gestore dell impianto ove annotare data ed ora di avvio di ogni emissione di emergenza, data ed ora del termine dell emissione, causa dell avvio dell emissione e interventi attuati per il ripristino delle normali condizioni di funzionamento degli impianti. Tale registro dovrà essere tenuto presso l impianto, sempre aggiornato a disposizione degli enti di controllo. EMISSIONI DIFFUSE 7. La Ditta dovrà effettuare una campagna di rilevamento sulle emissioni odorigene nella prima fase di funzionamento dell impianto e della durata di un anno dalla messa a regime. Il monitoraggio dovrà essere condotto tenendo conto della norma UNI EN 13725/2004. Il monitoraggio dovrà prevedere sia il campionamento alle sorgenti più impattanti dell impianto che al confine dello stesso. Il monitoraggio dovrà essere effettuato con cadenza stagionale al fine di meglio rappresentare le diverse condizioni di vento prevalente incidenti sull area in esame. Dovrà essere data anticipata comunicazione ad Arpa delle giornate in cui avverranno i campionamenti. Al termine del monitoraggio la Ditta trasmetterà i dati a Arpa e AUSL e Provincia. Sarà quest ultima a decidere sull opportunità di un incontro di approfondimento per esaminare la necessità di richiedere un approfondimento modellistico partendo dai dati riscontrati, fino a giungere ad una proposta di modifica/adeguamento strutturale dell impianto (ad es. copertura della vasca del digestato) con lo scopo di contenere i livelli di concentrazioni di unità odorigene registrate. BIOMASSE IN INGRESSO 8. Lo stoccaggio delle biomasse, dovrà essere condotto adottando tutti gli accorgimenti operativi necessari ad evitare la formazione di esalazioni moleste, fenomeni di fermentazione e putrefazione e l imbrattamento delle aree circostanti con residui o colaticci. RIFIUTI 9. Eventuali rifiuti prodotti dall attività dovranno essere stoccati in deposito temporaneo in contenitori chiusi e, nel caso di rifiuti liquidi, dotati di bacino di contenimento. L area di deposito dovrà essere opportunamente contrassegnata ed il rifiuto identificato con cartello indicante il relativo codice CER. ACQUE 10. Lo scarico delle acque meteoriche di dilavamento dovrà rispettare i limiti di accettabilità fissati dalla Tab. 3 dell Allegato 5 del D.Lgs. n. 152/2006-parte terza limitatamente ai parametri Solidi Sospesi Totali, COD ed Idrocarburi Totali. 6

7 11. Il punto di scarico delle acque meteoriche di dilavamento dovrà essere dotato di apposito ed idoneo pozzetto di dimensioni tale da garantire il prelievo dell acqua per caduta, ubicato all uscita dell impianto di trattamento, e sempre accessibile. 12. Il fosso perimetrale dovrà essere sottoposto a periodici interventi di manutenzione al fine di garantire il normale ed ottimale deflusso delle acque verso il corpo idrico ricettore. 13. Lo svuotamento della vasca di prima pioggia dovrà avvenire dopo ore dall'evento meteorico, salvo eventuali prescrizioni del Consorzio di Bonifica circa la sicurezza idraulica. Scelte diverse rispetto a quanto richiesto dalla Delibera Regionale in relazione allo svuotamento degli accumuli dovranno pertanto essere motivate. IMPATTO ACUSTICO 14. La ditta è tenuta ad adottare gli interventi di mitigazioni acustiche previsti in relazione (silenziatori posizionati sullo scarico del cogeneratore); 15. Ultimata la fase di start up, dovrà essere effettuata una verifica acustica strumentale tesa alla dimostrazione del rispetto dei valori limite in coerenza con le stime previsionali. Detta verifica dovrà definire la condizione maggiormente disturbante, livello residuo minimo, livello ambientale tutto compreso (sorgenti interne, esterne nonché il traffico indotto con ricerca delle componenti tonali ed impulsive) con particolare attenzione al tempo di riferimento per il limite di immissione assoluto ed al tempo di misura per il criterio differenziale sul recettore individuato nella valutazione di impatto acustico. La valutazione del rispetto del limite di immissione differenziale dovrà essere eseguita anche sul recettore posto ad Est, ed indicato come Centro aziendale Soc. Agr. Coop. Motta & Bosco qualora detto centro comprenda anche un edificio residenziale. 16. Qualora nel corso della predetta verifica sia necessario apportare degli ulteriori interventi di mitigazione del rumore, gli stessi dovranno essere debitamente descritti unitamente alle misurazioni di cui sopra. 17. L attestazione relativa al rispetto dei valori limite a seguito di misurazioni dovrà essere comunicata da tecnico competente in acustica entro 3 mesi dall'avvio dell'impianto a regime; nel caso gli interventi di mitigazione del rumore costituissero variante significativa sotto il profilo progettuale detta attestazione corredata dalla documentazione descrittiva dei medesimi interventi dovrà essere data preventiva comunicazione prima della notificazione di fine lavori. GESTIONE DELL IMPIANTO 18. Per quanto riguarda le polveri e gli odori dovranno essere adottati tutti gli accorgimenti necessari per evitarne il diffondersi durante le fasi del ciclo produttivo, scarico, stoccaggio, movimentazione materie prime; a tal fine dovranno essere previsti, ove tecnicamente possibile, dispositivi di chiusura o chiusure rimuovibili. 19. Nel caso si verifichino situazioni anomale, determinate sia da condizioni prevedibili che da condizioni imprevedibili che possono intervenire durante l esercizio dell impianto e che portano ad una variazione significativa dei normali impatti, come ad esempio l estrazione degli agitatori, che possono comportare la fuga, se pur temporanea di biogas e la formazione di esalazioni 7

8 maleodoranti, la ditta deve darne tempestiva comunicazione all'amministrazione Provinciale di Bologna e al Distretto Territoriale di Pianura dell'arpa anche a mezzo fax, fornendo indicazioni sulle cause tecniche e la presunta durata della fermata egli eventuali interventi. 20. Dovrà essere garantito il periodico spazzamento e lavaggio dei piazzali esterni, al fine di contenere la formazione di polveri e di eventuali esalazioni maleodoranti. 21. L'impianto dovrà essere sottoposto a periodiche manutenzioni delle parti/apparecchiature soggette a deterioramento, con particolare riferimento alle pavimentazioni cementate ed asfaltate, alle reti fognarie e relative vasche terminali e pozzetti. 22. Gli impianti di presidio ambientale nonché i dispositivi di sicurezza atti a bloccare gli scarichi in caso di anomalia, dovranno essere mantenuti sempre in funzione ed in perfetta efficienza. 23. Le vasche di trattamento delle acque di prima pioggia devono essere sottoposte a periodiche operazioni di pulizia, verifica e controllo da parte di Ditta specializzata in materia. Degli interventi effettuati dovrà essere redatta e conservata idonea registrazione a disposizione degli Enti di controllo. 24. Eseguire misure di stabilità biologia, prevista dalla ditta nello studio sull impatto odorigeno, con cadenza trimestrale per il primo anno di attività e semestralmente a partire dal secondo anno. Degli esiti dei controlli la ditta dovrà prevedere idonea registrazione e conservare copia dei certificati analitici a disposizione degli Enti di controllo. Vista la natura del materiale organico in ingresso all'impianto a regime, costituito esclusivamente da biomassa vegetale derivante da coltivazione dedicata, e visti i tempi di ritenzione dello stesso nell impianto durante la fase di produzione di biogas, questa Agenzia ritiene che in considerazione della carenza di specifiche norme tecniche nonché di indirizzi /linee Guida operativi a livello nazionale o regionale in materia, non sussistano dal punto di vista tecnico ambientale i presupposti tecnici/impiantistici/normativi per richiedere una chiusura preventiva degli impianti dedicati agli stoccaggi. In considerazione degli aspetti di natura igienico-sanitaria correlati a situazioni di disagio olfattivo, si rimanda agli organi deputati alla tutela della salute pubblica la valutazione della possibilità di prescrivere sin dalla presente fase progettuale opere di presidio o diverse modalità di stoccaggio del digestato liquido e solido quale azione maggiormente cautelativa nei confronti di problematiche di natura sanitaria o di tutela del territorio. Distinti saluti. IL RESPONSABILE DEL DISTRETTO DI PIANURA ( Dr. Vittorio Gandolfi) F.to 8

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