IL SEMINATORE USCI A SEMINARE
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- Daniella Perrone
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1 IL SEMINATORE USCI A SEMINARE XV Domenica del Tempo Ordinario/A 16 luglio colore liturgico verde Quel giorno Gesù uscì di casa e sedette in riva al mare. Si radunò attorno a lui tanta folla che egli salì su una barca e si mise a sedere, mentre tutta la folla stava sulla spiaggia. Egli parlò loro di molte cose con parabole. E disse: «Ecco, il seminatore uscì a seminare. Mentre seminava, una parte cadde lungo la strada; vennero gli uccelli e la mangiarono. Un altra parte cadde sul terreno sassoso, dove non c era molta terra; germogliò subito, perché il terreno non era profondo, ma quando spuntò il sole fu bruciata e, non avendo radici, seccò. Un altra parte cadde sui rovi, e i rovi crebbero e la soffocarono. Un altra parte cadde sul terreno buono e diede frutto: il cento, il sessanta, il trenta per uno. Chi ha orecchi, ascolti». Gli si avvicinarono allora i discepoli e gli dissero: «Perché a loro parli con parabole?». Egli rispose loro: «Perché a voi è dato conoscere i misteri del regno dei cieli, ma a loro non è dato. Infatti a colui che ha, verrà dato e sarà nell abbondanza; ma a colui che non ha, sarà tolto anche quello che ha. Per questo a loro parlo con parabole: perché guardando non vedono, udendo non ascoltano e non comprendono. Così si compie per loro la profezia di Isaìa che dice: Udrete, sì, ma non comprenderete, guarderete, sì, ma non vedrete. Perché il cuore di questo popolo è diventato insensibile, sono diventati duri di orecchi e hanno chiuso gli occhi, perché non vedano con gli occhi, non ascoltino con gli orecchi e non comprendano con il cuore e non si convertano e io li guarisca!. Beati invece i vostri occhi perché vedono e i vostri orecchi perché ascoltano. In verità io vi dico: molti profeti e molti giusti hanno desiderato vedere ciò che voi guardate, ma non lo videro, e ascoltare ciò che voi ascoltate, ma non lo ascoltarono! Voi dunque ascoltate la parabola del seminatore. Ogni volta che uno ascolta la parola del Regno e non la comprende, viene il Maligno e ruba ciò che è stato seminato nel suo cuore: questo è il seme seminato lungo la strada. Quello che è stato seminato sul terreno sassoso è colui che ascolta la Parola e l accoglie subito con gioia, ma non ha in sé radici ed è incostante, sicché, appena giunge una tribolazione o una persecuzione a causa della Parola, egli subito viene meno. Quello seminato tra i rovi è colui che ascolta la Parola, ma la preoccupazione del mondo e la seduzione della ricchezza soffocano la Parola ed essa non dà frutto. Quello seminato sul terreno buono è colui che ascolta la Parola e la comprende; questi dà frutto e produce il cento, il sessanta, il trenta per uno». Parola del Signore 1
2 XV Domenica del Tempo Ordinario/A 16 luglio colore liturgico verde IL SEMINATORE USCI A SEMINARE Commento al Vangelo Mt. 13,1-23 di padre Alberto Maggi OSM La parabola de seminatore che troviamo nel capitolo 13 del vangelo di Matteo non vuole essere tanto un invito a esaminare se stessi, quanto un incoraggiamento ai discepoli ad annunziare il vangelo. Se in tre terreni si fallisce, nel quarto il frutto abbondante ripaga di tutte le perdite. Perché? Gesù confida nella potenza della parola creatrice. La parola di Gesù è la stessa parola di quel Dio che disse: Sia la luce e la luce fu. Quel Dio che nel profeta Isaia garantisce: Così sarà della mia parola uscita dalla mia bocca: non ritornerà a me senza effetto, senza aver operato ciò che desidero e senza aver compiuto ciò per cui l ho mandata. Questa è la forza del messaggio di Gesù. Quindi la sua parola contiene in sé un energia, una potenza creatrice che, quando viene accolta, libera tutta quanta la sua potenza. Allora Gesù esprime questo in parabole. Perché lo esprime in parabole? Ai discepoli che ha iniziato ai misteri del regno dei cieli cosa sono i misteri? I misteri sono una conoscenza segreta. E qual è la conoscenza segreta del regno dei cieli? Che l amore di Dio è universale. L amore di Dio non ha un popolo preferito o una parte del mondo privilegiata. L amore di Dio è universale. Ma questo al popolo non si può dire. Il popolo, imbevuto di una ideologia nazionalista, avrebbe rifiutato Gesù, come quando nel vangelo di Luca Gesù prova a proporre questo a Nazaret e sfugge per poco al linciaggio. Quindi Gesù alla gente parla in parabole, in modo che chi è in sintonia può capire; per gli altri sarà un pensiero che poi dovranno maturare. E Gesù propone questa parabola del seminatore ed è Gesù stesso che la commenta, quindi noi ci limiteremo a sottolineare il suo commento. Mentre seminava, una parte cadde lungo la strada; vennero gli uccelli e la mangiarono. Quindi qui c è una parte del seme che, appena è caduta, subito viene portata via. Quindi una parte che non germoglia. E Gesù stesso commenterà: Ogni volta che uno ascolta la parola del regno e non la comprende, perché per comprendere questa parola c è bisogno della conversione. Come nel brano del capitolo 6, versetti 9-10, che Gesù ha citato lungo questa parabola, quando il profeta Isaia si scontra con l incomprensione del popolo, e terminava con non comprendano con il cuore, non si convertano e io li guarisca. Per comprendere la parola del Signore c è bisogno di una conversione e la conversione nel vangelo di Matteo è mettere il bene dell uomo al primo posto come valore assoluto. Ebbene, dice Gesù, Ogni volta che uno ascolta la parola del regno e non la comprende, appunto perché manca la conversione, viene il maligno e ruba ciò che è stato seminato. Questo è il seme seminato lungo la strada. Il maligno è immagine del potere, dell ambizione. Queste persone sono completamente refrattarie o ostili alla parola del Signore, la vedono addirittura come una minaccia ai propri interessi. Quindi fallimento totale; nella prima neanche germoglia. Un altra parte cadde sul terreno sassoso, dove non c era molta terra; germogliò subito, perché il terreno non era profondo, ma quando spuntò il sole fu bruciata. L effetto del sole sulla pianta è benefico, è ciò che la rafforza e la fa crescere. Qui invece fu bruciata. Ma la colpa non è del sole, la colpa è della pianta, anzi del terreno, perché essendo sassoso, la pianta non ha potuto mettere radici e si è seccata. Quindi nella prima non germoglia e nella seconda spunta, ma subito si secca. Ed è Gesù stesso che commenta: Quello che è stato seminato sul terreno sassoso è colui che ascolta la parola e l accoglie subito con gioia, quindi gli entusiasti di questo messaggio, che 2
3 vedono nella parola di Gesù una risposta al proprio desiderio di pienezza di vita, ma non ha in sé radici, cioè la parola non mette radici nella persona, non la compenetra, non la trasforma. La parola di Dio va accolta e, una volta accolta, questa sprigiona tutte le sue capacità che trasformano l individuo. Se non c è questo appena giunge una tribolazione o una persecuzione. Ma Gesù ha proclamato beati i perseguitati! E ovvio che annunziare questo messaggio d amore va contro gli interessi del mondo che vive sul potere ed è normale che ci sia l incomprensione o la persecuzione a causa della parola. E Gesù dice: E subito viene meno. Letteralmente si scandalizza, cioè inciampa. Quindi queste persone entusiaste che pensano che seguire Gesù sia andare incontro ad applausi, a riconoscimenti, quando vedono invece che si va incontro a incomprensioni e persecuzioni, crollano. Gesù continua: Un altra parte cadde sui rovi, i rovi crebbero e la soffocarono. Qui il terreno era buono, ma era un terreno dove c erano anche le spine. E cresciuta la pianta, sono cresciute le spine e l hanno soffocata. E commenta Gesù: Quello che è seminato tra i rovi è colui che ascolta la parola, ma la preoccupazione del mondo e la seduzione della ricchezza soffocano la parola ed essa non da frutto. Cosa significa? Le preoccupazioni del mondo fanno vedere nel denaro e nella ricchezza la loro soluzione. Ebbene quando si riesce a raggiungere questa ricchezza, questo denaro, però subito dopo questa suscita nuove ambizioni, nuovi desideri, nuove esigenze, e ci fa trovare di nuovo in preoccupazioni economiche, vedendo nel denaro ancora la soluzione. Allora una persona che è sempre preoccupata economicamente, una persona che pensa sempre ed esclusivamente per sé, come può pensare per gli altri? E per quello che soffoca la parola. Qui la tragedia è che il terreno è buono, produce, però la persona non ha sradicato la mala pianta dell ambizione, della ricchezza. Per Gesù il valore della persona consiste nella sua generosità, e un individuo che è sempre preoccupato per sé naturalmente non può essere generoso. Infine Gesù dice: Un altra parte cadde sul terreno buono e diede frutto. Quindi nella prima non germoglia, nella seconda spunta e si secca, nella terza cresce e si soffoca, qui invece nel terreno buono libera tutte le sue energie e diede frutto, il cento, il sessanta, il trenta per uno. Al tempo di Gesù, nella cultura dell epoca, quando da un chicco di grano nasceva una spiga con dieci o tredici chicchi era già considerato un buon raccolto, perché la media era di sette o otto chicchi. In annate eccezionali si aveva una spiga addirittura con trenta chicchi. Ebbene, quello che è l eccezione, l abbondanza, Gesù lo mette alla fine. Gesù dice che darà frutto cento, sessanta o trenta. Non comincia da trenta e poi sessanta e cento. Quello che già è straordinario Gesù lo mette alla fine. All inizio invece mette il cento. Quando c è la conversione e si accoglie questa parola senza mettergli alcun limite, la parola libera tutta la sua energia creatrice e si trasforma in benedizione. Il numero cento nella Bibbia è immagine di benedizione. La parola entra nell individuo, lo trasforma, l individuo stesso diventa questa parola, e la sua esistenza è una benedizione per quanti avvicina. 3
4 NON MI LAVERAI I PIEDI IN ETERNO di don Mario Carmone E più facile amare che lasciarsi amare, donare che ricevere. E più consono a noi lavare i piedi che lasciarceli lavare. La presunzione e un mal celato orgoglio ci impediscono di dipendere dagli altri, riconoscendo che possiamo imparare da loro, aver bisogno di loro. L amicizia non consiste prevalentemente nel cercare persone che apprezzino il nostro dono: chi semplicemente dà, non ama tanto; è come una rete continuamente gettata in mare e che pesca cose spesso inutili. Amare è condividere l alta e la bassa marea, dare spazi, lavare i piedi agli altri e lasciarceli lavare. Prima della festa di pasqua. Le grandi rivelazioni avvengono in un contesto pasquale. Come nella pasqua ebraica il rito prevedeva che un bambino chiedesse: Perché questa notte è diversa dalle altre notti?, ora tocca a Pietro interrogare il Maestro sul significato del suo gesto, perché abbia deposto le vesti e voglia lavare i piedi ai suoi discepoli. Dopo aver amato i suoi che erano nel mondo, li amò sino alla fine. L amore non misura, non chiede il perché, non bada al costo. Le itrie dell acqua a Cana sono riempite fino all orlo. Nel deserto la folla mangia a sazietà, e molto pane avanza. Non resterà neppure una goccia di sangue nel corpo di Cristo in croce: dal costato non uscirà altro che acqua. In vita e in morte l uomo Dio ha amato fino alla fine. Mentre cenava, si alzò, depose le vesti. La gioia del convito non lo distoglie dal desiderio di proporre un messaggio. Toglie spontaneamente le vesti, per indicare che volontariamente lascia questa vita, facendone dono per la nostra salvezza: Per questo il Padre mi ama: perché io do la mia vita, per riprenderla di nuovo. Nessuno me la toglie, ma io la do da me stesso. Ho il potere di darla e riprenderla di nuovo (Gv. 10,17-18). Cominciò a lavare i piedi dei discepoli. Non è il gesto dell ospite che accoglie l amico, perché questo veniva compiuto non durante il pasto, ma quale saluto e accoglienza iniziale. Cristo pone un segno sconvolgente, che adombra il sacramento della riconciliazione. E un gesto che deve servire da esempio. Tu non mi laverai i piedi in eterno. Pietro non ha capito il progetto di Dio, il piano di salvezza. gli è stato rivelato che Gesù è il Cristo. Si è sentito dire beato per la sua professione di fede. Ma si è pure sentito dire: allontanati, satana! Tu mi sei di scandalo. Non ha capito che la salvezza esige la condivisione del valore umano, la croce, la morte. Voi siete mondi, ma non tutti. E la parola di Cristo che toglie il peccato: Voi siete mondi per la Parola che io ho annunciato. E la Parola di verità che rende liberi. Ma non tutti. C è chi fa resistenza alla Parola, non la conosce o non la medita a sufficienza. A furia di abitare nella sua casa ci siamo abituati al mistero, e quando la Parola è pronunciata nell assemblea, cade come acqua sul marmo: non penetra in noi, non ci tocca, non fa fiorire l arido deserto interiore. Anche voi dovete lavare i piedi gli uni agli altri. Come Cristo ci ha amato, così noi dobbiamo amare gli altri.. dimoriamo nel suo amore quando facciamo nostro l esempio di Cristo, lavando i piedi agli altri, lasciandoceli lavare. Vi ho dato l esempio, perché come io ho fatto, così anche voi facciate. Lavare i piedi agli altri è valido tanto quanto celebrare un eucaristia: Fate questo in memoria di me. Giovanni non parla dell istituzione dell Eucaristia, ma nella lavanda dei piedi ci dà un fatto analogo. A che cosa serve inginocchiarmi davanti un ostia consacrata se ciò non mi aiuta a inginocchiarmi davanti ad una persona, pronto a lavarle i piedi, disposto a lasciarmeli lavare? Se io non ti lavo.. Gv.13,8 Sono stanco d ascoltare la gente di curare tante ferite, d essere protagonista nell amore. Lava, Signore, i miei piedi,prendi l iniziativa d invitarmi a cena, là dove tu sei ospite e cibo. Ridivenuto piccolo come un bambino, nutrito del tuo affetto, sorretto dalla Parola, competerò con te nel far prodigi. Opererò miracoli più grandi dei tuoi: pur essendo figlio dell uomo, amerò tutti come ama il Figlio di Dio. 4
5 A CHI SPERA NEL VOLONTARIATO (dal libro di don Tonino Bello: Alla finestra la speranza Lettere di un vescovo) Il tempo è denaro. Sarà anche vero. Ma vi confesso che non ho mai potuto sopportare la banalità di questo celebre detto. La traduzione così impoetica del tempo in termini di dollari avrà senz altro effetti terapeutici sulla pigrizia umana, ma personalmente mi deprime. Non solo perché la trasposizione mercantilistica delle ore in spiccioli, dei giorni in carta moneta, dei mesi in valuta pregiata, degli anni in riserva aurea mi porta a conclusioni amare, tra cui prevale (almeno per la mia vita) quella della bancarotta, sia pure non fraudolenta. Ma anche perché l equivalenza tra il circolo d un orgoglio e gli assegni circolari di un istituto di credito fa venire in mente tutta una serie di suggestioni dalle quali, tra dare e avere, interessi composti e partite di giro, buoni del tesoro e residui passivi, rimane inesorabilmente travolto ogni lampo di gratuità. No. Il tempo non è denaro. E spazio dell amore. Uno spazio in cui la prodigalità è un investimento, lo sperpero è un affare, e le uscite, invece che impoverirlo, raddoppiano il capitale. Grazie, allora, a voi che date anima alle tante opere di volontariato, perché le pagine più belle di questo strano trattato di economia (l unico che non condurrà mai sull orlo del fallimento) il nostro vecchio mondo di furbi inutili le sta imparando da voi. Grazie, giovani e ragazze che portate un soffio di speranza nelle case per anziani di Terlizzi o nelle corsie del cronicario di Ruvo o tra gli handicappati delle nostre quattro città: voi siete la dimostrazione che è possibile un mondo altro, in cui il calcolo, l interesse e lo sfruttamento sono linee perdenti per la borsa-valori della vita. Grazie, fratelli anonimi e silenziosi che vi impegnate nella non eroica quotidianità degli oscuri servizi parrocchiali a favore dei piccoli e dei poveri: voi siete il segno tangibile della non ineluttabilità di quell amaro proverbio che dice: Niente per niente, non dà niente a nessuno. Grazie, operatori impareggiabili della Casa di accoglienza, perché a questo mondo così avido di paradossi, voi date l immagine giusta di come sia vera la frase di Gesù: Vi è più gioia nel dare che nel ricevere. Grazie, animatori dei quartieri poveri di Molfetta e di Giovinazzo, perché con le vostre invenzioni ci sottraete al mito della legge che si illude di coprire tutti i bisogni, o degli schemi previdenziali che vogliono pianificare tutti gli interventi, o delle articolazioni dei codici che pretendono di disciplinare tutte le relazioni umane. Grazie, infine, a voi volontari non credenti, che, pur non sostenuti da speranze ultramondane, vi prodigate per alleggerire la croce degli uomini. Voi non lo sapete, ma quella è la croce di Dio. Ora camminate su strade senza luci e senza segnaletica: ma sono ugualmente strade del Regno. Grazie, perché la vostra gratuità, anche se meno motivata, a volte ci sembra più pura della nostra. E siamo certi che un giorno la luce irromperà nei vostri occhi con tanta dolcissima violenza, che sarete ripagati abbondantemente di tutte le fatiche del viaggio. 5
6 Associazione di volontariato SS. Redentore -Manfredonia ************************************************************ giovedì 27 luglio: ore chiesa della Croce Santa Messa di ringraziamento (partecipazione libera) sabato 29 luglio: ore Casa Famiglia Festa del Rione Croce in occasione del trentennale dell Associazione (concerto e pane e pomodoro) 6
7 APPUNTAMENTI 15 luglio: Santa Messa con Gli Amici del Sabato. * * * * * * * * * 27 luglio: ore chiesa Croce Santa Messa di ringraziamento per festeggiare i 30 anni dell Associazione (partecipazione libera) * * * * * * * * * 29 luglio ore Casa Famiglia Festa del Rione in occasione del trentennale dell Associazione con concerto di Ciani e pane e pomodoro * * * * * * * * * Campo degli Amici del Sabato Capaccio-21/25 agosto 2017 Casa di spiritualità Getsemani ^^^^^^ Lunedì' 21 AGOSTO partenza ore presso Liceo Scientifico portare tessera sanitaria e carta d'identità. PREGHIAMO PER LA CASA FAMIGLIA DON MARIO CARMONE per diversamente abili senza sostegno familiare. Cari Promessi Sposi le bomboniere molti le buttano o le regalano per le fiere parrocchiali, i bambini le rompono. NON LE FATE!!! Vi facciamo noi la confettata..tanto la bomboniera vien buttata!! Numero Telefonico Casa don Mario 0884/ AUGURI A... ASSOCIAZIONE DI VOLONTARIATO SS. REDENTORE *********** e auguri a tutti di Buon anomastico e/o compleanno * * * * * * * * * AVVISO IMPORTANTE 5 per mille sostegno al Volontariato Apponendo la firma e indicando il codice fiscale della nostra Associazione di Vol. SS. Redentore, nel riquadro previsto nei modelli 730 e UNICO-CUD, puoi destinare il 5 per mille delle tue tasse a sostegno dei nostri progetti: Mensa per i poveri, Casa Famiglia per disabili, prevenzione e reupero di disagio scolastico e sociale. Puoi esprimere entrambe le scelte dell 8 e del 5 per mille. Non costa nulla in più. ************************ LE BARZELLETTA di TOTTI Francesco Totti parla con un amico: "Pensa che mi' nonno è morto mentre giocava a briscola...". L'amico incuriosito: "Collasso?". "E che ne so, mica je stavo a guardà le carte!".
8 LA CHIESA DEL GREMBIULE Nella Messa crismale del Giovedì Santo, papa Francesco ha chiesto ai sacerdoti di essere pastori con l odore delle pecore. Una definizione che si adatta perfettamente a don Tonino Bello, il vescovo di Molfetta-Ruvo-Giovinazzo-Terlizzi e presidente di Pax Christi morto il 20 aprile di venticinque anni fa profondamente immerso nelle gioie e nei problemi della sua gente. Don Tonino è stato un un pastore buono in mezzo al suo popolo, servendo anche nella sua malattia. Una delle sue espressioni più note è Chiesa del grembiule, che lascia, o tralascia, i segni del potere e sceglie il potere dei segni, come ha ricordato il suo collaboratore in Pax Christi a Molfetta don Salvatore Leopizzi. Stola e grembiule sono il dritto ed il rovescio dello stesso paramento sacro: la stola che ci fa ministri del Vangelo ed il grembiule che ci fa 'lavapiedi del mondo', lui usava questa parola. Oggi è a volte difficile trovare una Chiesa che faccia del servizio e dell annuncio di un Gesù spogliato di tutto la ragione unica della sua esistenza. Come scriveva don Tonino, le nostre Chiese, purtroppo, celebrano liturgie splendide, anche vere, ma quando si tratta di rimboccarsi le maniche c è sempre un asciugatoio che manca, una brocca che è vuota d acqua, un catino che non si trova (Mosaico di pace, maggio 2013). Secondo lui, sarebbe stato bello che alla nomina episcopale, anziché donare anello, pastorale e Bibbia, venissero offerti al nuovo presule una brocca, un catino e un asciugatoio, per lavare i piedi al mondo senza chiedere come contropartita che creda in Dio. Il grembiule, ricorda il vescovo Luigi Bettazzi, è stato del resto l unico paramento della prima Messa (l Ultima Cena). Una Chiesa del grembiule è dunque quella che sa di essere quella che Gesù ha voluto nella misura in cui è una Chiesa che serve. Don Tonino, ha aggiunto, amava la Chiesa come la grande famiglia di Dio, dove ci deve essere anche chi autorevolmente ha la funzione di farla crescere e di guidarla, ma con l atteggiamento del servizio (Mosaico di pace, maggio 2013).. **************************************** Se puoi aiuta la Associazione di Volontariato SS. Redentore via Ospedale san Lazzaro, s.c. Manfredonia C/C Bancario 1ØØØ/1Ø Codice IBAN IT57 OØ33 59Ø1 6ØØ1 ØØØØ Ø1Ø5 878 Banca Prossima C/C Postale 6ØØ Codice IBAN IT42 OØ76 Ø115 7ØØØ ØØØ6 ØØ volont.ssredentore@libero.it - sito internet: ******************************************* 8
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