TRIBUNALE PER I MINORENNI POTENZA

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Ortensia Carrara
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N. 336/2017 C.C.A.G. TRIBUNALE PER I MINORENNI POTENZA Il Tribunale per i Minorenni di Potenza, riunito in camera di consiglio nelle persone dei Giudici: 1) dott. Valeria MONTARULI Presidente rel.

1 N. 336/2017 C.C.A.G. TRIBUNALE PER I MINORENNI POTENZA Il Tribunale per i Minorenni di Potenza, riunito in camera di consiglio nelle persone dei Giudici: 1) dott. Valeria MONTARULI Presidente rel. 2) dott. Emiliano MISTRULLI Giudice 3) dott. Carmela ZACCAGNINO Giudice On. 4) dott. Tommaso COVIELLO Giudice On. letti gli atti del fascicolo n. 336/2017 C.C.A.G. relativo al minore L. G.o, nato a Potenza il, di ; OSSERVA Con ricorso del 19 giugno 2017, il PM in sede, rilevato che dagli atti emergeva una situazione suscettibile di recare pregiudizio al corretto sviluppo psicofisico del minore, alla luce della conflittualità esistente tra i genitori e dell'inadeguatezza della figura materna, chiedeva, ai sensi degli artt. 333 e seguenti c.c., l'adozione di opportuna statuizione a tutela del minore, inclusi, se del caso, provvedimenti di inserimento idonea struttura, di affidamento idonea famiglia, restrittivi e competitivi di incarichi a i competenti servizi sociali. In particolare, il servizio sociale di... rappresentava che il minore rivelava al padre comportamenti vessatori e ossessivi posti in essere dalla madre nei suoi confronti, e manifestava la volontà di non tornare a casa della madre, ma di vivere con il padre, presso il quale tuttora permane. All'udienza del 20 novembre 2017, nella quale si costituivano entrambi i genitori, il padre rappresentava 1

2 di aver proposto davanti al tribunale ordinario di Potenza ricorso per la modifica delle disposizioni relative all'affidamento del figlio minore, indicate nel provvedimento di omologazione della separazione personale tra i coniugi, di cui al decreto n. /2009 emesso dal tribunale di Potenza il 29 maggio 2009, per il quale il minore veniva collocato prevalentemente presso l'abitazione della madre, e allegava ricorso ex art. 155 ss. e cpc, depositato in data 19 giugno 2017, unitamente al decreto di fissazione dell'udienza davanti al tribunale ordinario in data 7/12/2017 (proc. n.r.g. /2017 VG). Sentite entrambe le parti, preliminarmente il fascicolo veniva trasmesso al pubblico ministero per il prescritto parere sulla questione di competenza. Il pubblico ministero, in data 29 novembre 2017, esprimeva parere favorevole rispetto alla declaratoria di incompetenza di questo tribunale. La competenza in ordine all odierno procedimento appartiene al Tribunale ordinario. Ai sensi del novellato art. 38 d.a.c.c., la competenza per i procedimenti di cui agli artt. 330 e 333 c.c., in via generale attribuita al Tribunale per i Minorenni, se instaurati successivamente al giudizio di separazione o divorzio o ex art. 316 c.c. e per tutta la durata del procedimento, spetta al Tribunale Ordinario, quale giudice del conflitto familiare Aggiunge detta norma che in tali ipotesi, e per tutta la durata del processo, la competenza, anche per i provvedimenti sopra citati, spetta al giudice ordinario. Viene poi replicata la clausola relativa alla residuale competenza del tribunale ordinario per i casi in cui non sia espressamente stabilita la competenza di altra autorità giudiziaria. 2

3 L esistenza di ragioni di connessione tra i giudizi relativi alla crisi familiare e giudizi de potestate (ordinariamente attribuiti alla competenza del tribunale per i minorenni), fa sì che, in deroga a tale attribuzione di competenza, quando sia in corso un giudizio di separazione, di divorzio od un giudizio ex art. 316 c.c., anche in pendenza dei termini per le impugnazioni e nelle altre fasi di quiescenza, fino al passaggio in giudicato, la competenza in ordine alle azioni dirette ad ottenere provvedimenti limitativi o ablativi della responsabilità genitoriale, proposte successivamente e richieste con unico atto introduttivo dalle parti (così determinandosi un'ipotesi di connessione oggettiva e soggettiva), deve attribuirsi al giudice del conflitto familiare (cfr. da ultimo, in chiave estensiva rispetto all operatività di detta vis attractiva, Cass. civ., sez. VI, 26/01/2015, n. 1349). Orbene, nel caso di specie, essendo il procedimento davanti al tribunale ordinario instaurato in data antecedente (ricorso depositato 19 giugno 2017) rispetto all odierno procedimento de potestate (ricorso depositato il 20 giugno 2017), deve ritenersi che il medesimo sia attratto nella sfera di competenza del tribunale ordinario. E, inoltre, pacifico che la competenza del tribunale ordinario in materia di art. 333 c.c. operi non solo in pendenza di giudizio di separazione e divorzio, ma - pur in assenza di una previsione esplicita al riguardo - anche nei successivi incidenti previsti, a modifica delle condizioni dei medesimi, dagli artt. 710 c.p.c. e 9, L. n. 898/1970, come d altra parte è stato già sancito dalla pronuncia Cass. n /2011, nell ambito di una richiesta di modifica del regime di affidamento, e da ultimo, da Cass. civ., sez. VI, 12 luglio 2017, n

4 Un altra particolarità della vicenda in esame è costituita dal fatto che l odierno ricorso de potestate è stato proposto di iniziativa del PMM, e non già di una delle parti private. Invero, si è discusso a lungo in ordine al requisito dell identità delle parti, all indomani della modifica dell art. 38 disp. att. c.c.. Inizialmente, buona parte della giurisprudenza si attestava in favore dell esclusione della vis attractiva del tribunale ordinario in caso di procedimenti de potestate proposti su iniziativa del pubblico ministero minorile e dai parenti(cfr. Trib. min. Brescia, decr. 22 luglio 2013 e decr. 1 agosto 2013). Tale posizione restrittiva è stata inizialmente sostenuta anche dalla Corte di Cassazione (Cass.civ, Sez. VI, con le ordinanze n /2014 e n. 2833/2015.). Essa si fondava sull inesistenza di un azione del pubblico ministero nei processi di separazione e divorzio, nonché dell intervento del minore o di soggetti diversi dai genitori ex art. 105 c.p.c. Si è, tuttavia, affermata un altra tesi, favorevole al trasferimento davanti al tribunale ordinario anche dei procedimenti instaurati dal pubblico ministero minorile, ritenendo possibile la partecipazione ai giudizi di separazione dei soggetti legittimati ex art. 336 c.c., tra i quali vi è il pubblico ministero minorile. Da ultimo, anche la Cassazione, con la citata sentenza n. 1349/2015, ha aderito a tale orientamento, stabilendo che l identità delle parti dei due giudizi non è esclusa dalla partecipazione del p.m. Non è stato comunque disciplinato il meccanismo processuale attraverso cui la questione sollevata davanti al tribunale per i minorenni possa essere veicolata nel giudizio davanti al tribunale ordinario, qualora nessuna delle due parti private abbia interesse a sollevare la 4

5 questione nel giudizio di separazione o divorzio, o a riassumere il procedimento de potestate davanti al tribunale ordinario. Può, peraltro, argomentarsi in via interpretativa, che allorquando, ai sensi dell art. 38 disp. att. c.c. nuova formulazione, i procedimenti ex art. 333 c.c. (e, nei limiti che si vedranno, anche quelli ex 330 c.c.) sono di competenza del giudice della separazione, per tutta la durata di quel processo, il potere di azione, in quel periodo, ai sensi del combinato disposto degli artt. 69 c.p.c. e 336 c.c., passerà al pubblico ministero presso il tribunale, come già è previsto per i giudizi di interdizione, per la querela di falso, o per l impugnazione delle disposizioni patrimoniali relative alla prole nei procedimenti di divorzio. Al fine di consentire l esercizio di detto potere di impulso da parte del pubblico ministero ordinario rispetto alla proposizione di una domanda de potestate, in assenza di una formale riassunzione, ai sensi dell art. 50 c.p.c., deve essere disposta la trasmissione dell odierno provvedimento alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Potenza. Appare inoltre opportuno segnalare che la Suprema Corte ha ritenuto che nella materia in esame sia possibile la trasmissione degli atti dal giudice dichiaratosi incompetente ad altro giudice ritenuto competente, in considerazione dei poteri di intervento d ufficio attribuiti al giudice investito di questioni attinenti i minori (cfr. Cass. Civ., sez. I, 16 ottobre 2008, n , emessa sulla scia di Cass. Civ, Sez. Un., n del 1994 in materia fallimentare). Copia del presente decreto verrà dunque trasmessa anche allo stesso tribunale procedente. P.Q.M. visti gli artt. 330, 333 c.c. e 737 c.p.c.: 5

6 dichiara la propria incompetenza in ordine al ricorso ex art. 333 c.c. relativo al minore L. G.; ordina trasmettersi copia del presente provvedimento alla Procura della Repubblica presso il tribunale di Potenza, per l eventuale promozione di ricorso de potestate davanti al Tribunale della separazione. MANDA alla Cancelleria per la comunicazione del provvedimento al PMM, ai genitori e al Tribunale di Potenza. In caso di diffusione del presente provvedimento omettere le generalità e gli altri dati identificativi a norma del D.Lgs. N. 196 del 2003, art. 52, nei termini imposti dalla legge. Potenza, lì IL PRESIDENTE est. dott. Valeria Montaruli 6

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