È l unico testo in cui c è una richiesta da parte di Francesco, mentre tutte le altre preghiere da lui composte sono espressioni di lode.

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1 SAN FRANCESCO: INCONTRO CON UN UOMO CRISTIANO Dal 2 al 4 marzo 2018 fr. Pietro Maranesi ha tenuto un corso presso il Centro di Spiritualità e Cultura Garda Family House a Castelletto di Brenzone sul Garda. Diamo una relazione liberamente rielaborata dei contenuti degli intensi tre giorni di riflessione sulla figura di San Francesco, del quale sono stati analizzati alcuni scritti autografi. Da essi emerge la sua grande umanità, cristificata (come dice Papa Francesco) dalla Grazia. PREGHIERA DAVANTI AL CROCIFISSO Altissimo, glorioso Dio, / illumina le tenebre de lo core mio. / E damme fede dritta, / speranza certa e caritade perfetta, / senno e cognoscemento, Signore, / che faccia lo tuo santo e verace comandamento. / Amen. (Fonti Francescane 276) Francesco recitava questa preghiera già nel , durante il periodo del suo discernimento vocazionale. A quell epoca frequentava la piccola chiesa di San Damiano, dove si trovava il Crocifisso bizantino, ancora visibile oggi nella Basilica di Santa Chiara ad Assisi. È l unico testo in cui c è una richiesta da parte di Francesco, mentre tutte le altre preghiere da lui composte sono espressioni di lode. La richiesta è quella di fare il tuo santo e verace comandamento : Francesco desidera sopra ogni cosa fare quello che Dio vuole, ma ha bisogno di comprendere, di avere luce. Una volta conosciuta la volontà di Dio, potrà compierla. La luce deve giungere al cuore per illuminare gli affetti, alla ragione per illuminare i sentimenti. È necessario coniugare intelligenza e affetto per giungere ad un armonia interiore, che Francesco riesce a raggiungere: è un uomo rappacificato perché ha trovato l unità in Dio. Davanti al Crocifisso Francesco chiede: fede dritta, cioè la capacità di avere occhi per vedere la storia. Fede è avere fiducia che le cose hanno una logica. È dare stabilità al nostro presente e al nostro futuro, tenendoli insieme con quanto ereditato dal passato. carità perfetta : avere braccia larghe per abbracciare il mondo, la vita, gli altri. Chi sa amare la vita l abbraccia con carità, non smette di amare, non smette di stare dentro le situazioni; speranza certa : è certezza di poter raggiungere il traguardo dell incontro con Dio. Il fondamento di Francesco è Gesù Cristo. Gesù di Nazareth non è una teoria, ma è una storia narrata, di cui fa esperienza, su cui appoggiare tutta la vita, su cui fondare la propria identità. Contemplando il Crocifisso di S. Damiano, ha percepito quanto è stato amato, è amato e sarà amato fino in fondo da Gesù, che ha dato la vita per Lui. Anche noi siamo chiamati a vivere l esperienza di Francesco: crederci e sentirci amati dal Signore Gesù. Intorno a questo centro la nostra vita può raggiungere le più alte vette dell unione con Lui e di comunione con i fratelli.

2 LETTERA A FRATE LEONE Frate Leone, il tuo frate Francesco ti augura salute e pace. Così dico a te, figlio mio, come una madre: che tutte le parole, che ci siamo scambiate lungo la via, le riassumo brevemente in questa sola frase e consiglio - anche se dopo ti sarà necessario tornare da me per consigliarti - poiché così ti consiglio: in qualunque maniera ti sembra meglio di piacere al Signore Dio e di seguire le sue orme e la sua povertà, fatelo con la benedizione del Signore Dio e con la mia obbedienza. E se ti è necessario per il bene della tua anima, per averne altra consolazione, e vuoi, o Leone, venire da me, vieni! Questo testo è un biglietto di ridotte dimensioni (6 cm per 13), piegato in quattro, che costituisce una corrispondenza privata di direzione spirituale. L originale si trova a Spoleto nella Cattedrale di S. Maria Assunta - Cappella delle Reliquie. Essendo scritto di suo pugno, possiamo comprendere chiaramente che Francesco non padroneggia né la scrittura, né la lingua latina. Fin dall inizio del suo scritto Frate Francesco si pone sullo stesso piano di Frate Leone, in dialogo alla pari. Non si atteggia a maestro di spirito, ma offre la sua presenza materna : la madre è colei che sempre accoglie e che ha capacità di far crescere. Così vuole essere Francesco: una persona che accoglie, alla quale ci si può confidare, che non risolve i problemi, ma dalla quale partire rincuorati per riprendere più serenamente il cammino. Invita Frate Leone (e i frati di cui è responsabile): in qualunque maniera ti sembra meglio di piacere al Signore Dio.. fatelo. Non dà direttive, non impartisce ordini precisi, non offre ricette risolutrici. Lascia a Frate Leone la fatica della ricerca della volontà di Dio, della concreta risposta al particolare bisogno. Lo tratta da persona adulta, capace di analizzare la situazione e di rispondervi al meglio. È necessario che affronti la fatica di una scelta e ne porti le conseguenze. Nel cambiamento della calligrafia si capisce che successivamente Francesco aggiunge una frase, forse per timore che Frate Leone perda la confidenza: e se ti è necessario per il bene della tua anima, per averne altra consolazione, e vuoi, o Leone, venire da me, vieni!. È un espressione che rivela come Francesco si prenda cura del suo fratello con tenerezza e attenzione al suo vero bene: lo aiuta senza sostituirsi, lo sostiene senza legarlo a sé, nella libertà reciproca e nella confidenza piena di un amicizia che arricchisce e guida al Signore. CANTICO DELLE CREATURE «Altissimu, onnipotente, bon Signore, tue so' le laude, la gloria e 'honore et onne benedictione. Ad te solo, Altissimo, se konfàno et nullu homo ène dignu te mentovare. Laudato sie, mi' Signore, cum tucte le tue creature, spetialmente messor lo frate sole, lo qual è iorno, et allumini noi per lui. Et ellu è bellu e radiante cum grande splendore,de te, Altissimo, porta significatione. Laudato si', mi' Signore, per sora luna e le stelle, in celu l'ài formate clarite et pretiose et belle. Laudato si', mi' Signore, per frate vento et per aere et nubilo et sereno et onne tempo, per lo quale a le tue creature dài sustentamento. Laudato si', mi' Signore, per sor'aqua, la quale è multo utile et humile et pretiosa et casta. Laudato si', mi' Signore, per frate focu, per lo quale ennallumini la nocte, et ello è bello et iocundo et robustoso et forte. Laudato si', mi' Signore, per sora nostra matre terra, la quale ne sustenta et governa, et produce diversi fructi con coloriti flori et herba.

3 Laudato si', mi' Signore, per quelli ke perdonano per lo tuo amore, et sostengo infirmitate et tribulatione. Beati quelli che 'l sosterrano in pace, ca da te, Altissimo, sirano incoronati. Laudato si' mi' Signore per sora nostra morte corporale, da la quale nullu homo vivente pò scappare: guai a quelli che morrano ne le peccata mortali; beati quelli che trovarà ne le tue santissime voluntati, ka la morte secunda no 'l farrà male. Laudate et benedicete mi' Signore' et ringratiate et serviateli cum grande humilitate». Il Cantico delle Creature (Canticum o Laudes Creaturarum) è noto anche come Cantico di Frate Sole. È una Lauda formata da 12 strofe irregolari in versi liberi e sciolti. Sono presenti molte assonanze in luogo delle classiche rime. Con questa lode, Francesco rivela il bisogno di cantare la grandezza del suo Signore e Creatore. È un uomo rappacificato, aperto all esultanza, contento di vivere e di rapportarsi con Dio, del quale avverte la Bellezza, la Bontà, la Verità. Lo loda anche quando è assalito dal dubbio, messo in disparte dai suoi frati, gravemente malato nel corpo, in fin di vita, nell abisso del dolore. Il Cantico è composto da Francesco intorno al 1226, poco prima della morte. È una lode a Dio che si rivela all uomo con intensità e vigore attraverso le sue opere. È anche un inno alla vita; una preghiera permeata da una visione positiva della natura, nella quale è riflessa l'immagine del Creatore. Dio è visto come Altissimo, nella sua alterità e grandezza, in contrasto con la piccolezza dell uomo; ma anche come Buono, colui che si pone accanto con amore materno. La natura è vista come obbediente al proprio Creatore, capace di lodare con la sola propria esistenza, anche se non ha la voce per farlo. Francesco si sente parte di una sinfonia più grande, nonostante la sua fragilità. L uomo ha l incarico di custodire la natura. Non deve sciuparla, né sfruttarla: ne è il custode, non il distruttore. Emerge dal Cantico il senso di fratellanza fra l'uomo e tutto il creato. Secondo alcune fonti è probabile che la composizione sia avvenuta in tre momenti diversi. Infatti si possono distinguere tre parti: la prima parte è costituita dalla lode rivolta a Dio, al quale vengono attribuiti tre appellativi: altissimo, onnipotente, bon Signore ; tre lodi: tue so' le laude, la gloria et l'onore e tre azioni da rivolgergli: benediciate, rengraziate et serviateli, cioè benedirlo, ringraziarlo e servirlo. Sono presenti i quattro elementi della realtà (secondo il mondo greco), ciascuno accompagnato da quattro definizioni: Vento: aere, nubilo, sereno, onne tempo ; Acqua: utile, humile, pretiosa, casta ; Fuoco: bello, iocundo, robustoso, forte ; Terra: diversi fructi, coloriti flori. Il firmamento è diviso in tre parti (luna, sole, stelle), e ciascuna ha tre caratteristiche Sole: è utile, perché è la luce che en allumina del giorno; Luna e stelle: sono clarite et pretiose et belle.

4 Nella seconda parte il Signore viene lodato per l uomo che perdona per amore di Dio, che sostiene l infermità (intesa come condizione che può costituire pericolo di vita) e la tribolazione con cuore pacifico, pago solo della compiacenza di Dio. Nella terza parte viene ringraziato Dio per Sorella Morte: è amica e sorella perché permette di risorgere in Cristo. La condizione umana è tale per cui l uomo deve accettare di essere fragile, di dover soffrire e morire. Ma se impara a dire Amen alla realtà, accogliendo la vita, senza pretendere nulla, consegnando se stesso, può superare la paura della morte, grazie alla certezza dell incontro con il Padre. LETTERA AD UN MINISTRO A frate N... ministro. Il Signore ti benedica! Io ti dico, come posso, per quello che riguarda la tua anima, che quelle cose che ti sono di impedimento nell'amare il Signore Iddio, ed ogni persona che ti sarà di ostacolo, siano frati o altri anche se ti coprissero di battiture, tutto questo devi ritenere come una grazia. E così tu devi volere e non diversamente. E questo tieni in conto di vera obbedienza da parte del Signore Iddio e mia per te, perché io fermamente riconosco che questa è vera obbedienza. E ama coloro che agiscono con te in questo modo, e non esigere da loro altro se non ciò che il Signore darà a te. E in questo amali e non pretendere che diventino cristiani migliori. E questo sia per te più che stare appartato in un eremo. E in questo voglio conoscere se tu ami il Signore ed ami me suo servo e tuo, se ti diporterai in questa maniera, e cioè: che non ci sia alcun frate al mondo, che abbia peccato, quanto è possibile peccare, che, dopo aver visto i tuoi occhi, non se ne torni via senza il tuo perdono, se egli lo chiede; e se non chiedesse perdono, chiedi tu a lui se vuole essere perdonato. E se, in seguito, mille volte peccasse davanti ai tuoi occhi, amalo più di me per questo: che tu possa attrarlo al Signore; ed abbi sempre misericordia per tali fratelli. E avvisa i guardiani, quando potrai, che tu sei deciso a fare così. Non abbiamo la lettera inviata dal ministro, ma solo la risposta di Francesco in cui scrive le più belle parole sulla misericordia. Possiamo capire che il ministro si trovasse in una situazione di difficoltà con un frate di carattere difficile e di comportamento poco evangelico. Nel suo scritto Francesco ribalta le parti: non è il frate ad essere difficile, ma il ministro. La logica del Santo è tale per cui è il ministro a doversi convertire prima di accostare il fratello che ha peccato. La situazione difficile è un occasione buona per rivedere le relazioni che stanno dentro il cuore del ministro: se vi albergano la rabbia, il rancore, l ira egli non può essere in grado di comprendere il fratello, di guardarlo con occhi di madre, di perdonarlo, di recuperarlo. Il ministro deve essere libero da ogni durezza di cuore e presentarsi come un regalo nel nome di Dio, che vuole trasmettere al proprio figlio l amore misericordioso. Il segreto è la libertà dalla pretesa che l altro sia come dovrebbe essere, dalla paura che faccia fare brutta figura all ordine, dalla vergogna per la sua cattiva testimonianza. Nel caso il fratello peccatore non chiedesse il perdono, deve essere il ministro per primo che gli chiede se lo desidera.

5 Sono gli occhi di madre che manifestano vicinanza, è la medicina Misericordina (come dice papa Francesco), è l umanità evangelica, è la disponibilità gratuita ad accoglierlo che convertirà il cuore del fratello peccatore, non il terrore per la punizione. Il ministro, che era tentato di voler andare nell eremo, non può trovare Dio da nessuna parte se non saprà assumere gli stessi sentimenti di Cristo. Solo se saprà toccare le ferite del fratello che ha sbagliato, solo se gli darà il balsamo e l olio per guarirle sarà in grado di svolgere il ruolo che gli è stato assegnato. Egli, che avrebbe voluto ricevere un elenco di pene da infliggere, relative ad ogni tipo di peccato, si trova, invece, a dover diventare lo spazio della misericordia, a dover recuperare un fratello, non a reprimere uno sbaglio, non a condannare il colpevole a fare penitenza a pane ed acqua. Negli scritti di Francesco è più presente la parola MISERICORDIA che la parola povertà (nonostante sia divenuto famoso per quest ultimo aspetto). In realtà, egli indica Cristo che è venuto per colmarci di misericordia, morendo in croce. Non si tratta di avere buonismo esasperato, ma di creare lo spazio per un dialogo e per un affidamento. Possiamo applicare alle nostre realtà queste raccomandazioni di Francesco: se ognuno sentisse rivolto a sé l appello che Francesco ha fatto al ministro, le nostre relazioni, in qualsiasi contesto e a qualsiasi livello, cambierebbero completamente. Se anche il fratello dovesse cadere mille volte, non ci dovremmo scandalizzare, ma accordare comprensione e misericordia. La fragilità deve essere trasformata in valore, in crescita, in nuova nascita, in opportunità per incontrarsi con il fratello che ha bisogno di sentirsi rinnovare la fiducia e il perdono per poter riprendere il cammino. È questo lo stile di Cristo nei nostri confronti, è questo lo stile di Francesco verso i suoi frati, è questo lo stile che anche noi vogliamo avere. A conclusione del corso ci sembra di esserci avvicinati di più alla figura di un Santo che prima di tutto è stato un uomo con una intensa relazione con il Cristo, da cui si è sentito pienamente amato. Francesco è stato veramente cristiano, cioè una persona che ha vissuto in pienezza il proprio battesimo. L umanità di Francesco si è realizzata pienamente attraverso l accettazione della croce e si è trasfigurata alla luce del Risorto, assunto come riferimento e norma di vita. Ripartiamo con il desiderio di lasciarci anche noi conquistare e riconquistare dall amore di Colui che ha dato la vita per noi. Suor Emanuela Biasiolo