1 PREMESSA RIFERIMENTI NORMATIVI E METODOLOGICI GENERALI DEFINIZIONE DEGLI ASPETTI AMBIENTALI RILEVANTI PER IL PAE..

Dimensione: px
Iniziare la visualizzazioe della pagina:

Download "1 PREMESSA RIFERIMENTI NORMATIVI E METODOLOGICI GENERALI DEFINIZIONE DEGLI ASPETTI AMBIENTALI RILEVANTI PER IL PAE.."

Transcript

1

2 PREMESSA RIFERIMENTI NORMATIVI E METODOLOGICI GENERALI DEFINIZIONE DEGLI ASPETTI AMBIENTALI RILEVANTI PER IL PAE POSSIBILI EFFETTI SIGNIFICATIVI CONSUMO DI SUOLO Valutazione dell aspetto PRODUZIONE DI RUMORE Comune di Dovadola Comune di Modigliana Comune di Portico Comune di Rocca S.Casciano Comune di Tredozio PRODUZIONE DI VIBRAZIONI PRODUZIONE DI RIFIUTI E SCORIE CONSUMO DI MATERIALI LITOIDI Valutazione del parametro ALTERAZIONE DEI FLUSSI IDRICI CONSUMO DI ACQUA SCARICHI IDRICI, INQUINAMENTO ACQUE Valutazione del parametro CONSUMO DI ENERGIA Valutazione del parametro EMISSIONI DI GAS E POLVERI IN ATMOSFERA BRILLAMENTO MINE Rumore Vibrazioni Produzione di polveri valutazione del parametro FRAMMENTAZIONE DI ECOMOSAICI NATURALI Ambiti/poli di fondovalle lungo le aste fluviali principali (Cà Stronchino, Veteggio, Molino Cavina); Ambiti/poli di crinale o in posizione cacuminale (Poggio, Bellavista, Monte del Sasso);

3 Ambiti/poli di versante (Spugne e Cà della Via) Valutazione del parametro INTRUSIONE PERCETTIVA Studio dell intervisibilità Comune di Dovadola Comune di Modigliana Comune di Portico e San Benedetto Comune di Rocca San Casciano Comune di Tredozio Valutazione dell aspetto INTRUSIONE URBANISTICA RICHIAMO INFRASTRUTTURE NON PROGRAMMATE ILLUMINAZIONE NOTTURNA INCIDENTI (ESPLOSIONI, INCENDI, RILASCI TOSSICI, ) INCIDENTI DA UTILIZZO DI ESPLOSIVI INCIDENTI VIABILISTICI INCIDENTI RILEVANTI INCIDENTI AMBIENTALI Valutazione del parametro TRAFFICO Ambito 1 Molino Cavina Comune di Rocca San Casciano Ambito 2 Veteggio Comune di Rocca San Casciano Ambito 3 Poggio Comune di Rocca San Casciano Ambito 1 Ca della Via Comune di Portico e San Ben Ambito 2 Spunghe - Comune di Portico e San Ben Polo 20 Ca Stronchino Comune di Modigliana Polo 3 Bellavista Dovadola Polo 35- Monte del Sasso Effetti cumulativi Valutazione dell aspetto RICHIAMO ORGANISMI INDESIDERABILI INTERFERENZE POSITIVE MIGLIORE FUNZIONALITÀ STRUTTURE/INFRASTRUTTURE MIGLIORI POSSIBILITÀ DI ACCESSO CREAZIONE/VALORIZZAZIONE DI BENI MATERIALI CREAZIONE D'OPPORTUNITÀ DI GUADAGNO

4 CREAZIONE OPPORTUNITÀ DI LAVORO CREAZIONE D'OPPORTUNITÀ DI SVAGO MIGLIORE GESTIONE RIFIUTI CONTROLLO RISCHI NATURALI E DISSESTI RISPARMIO ENERGETICO RISPARMIO RISORSE NATURALI (SUOLI, ACQUE, ) CONTROLLO/RIDUZIONE INQUINAMENTO RESTAURO PAESAGGI O BENI CULTURALI CREAZIONE NEOECOSISTEMI E RESTAURI ECOLOGICI

5 PREMESSA Obiettivo del presente documento è quello di valutare gli effetti territoriali e ambientali del Piano, come generati dalle scelte effettuate, in riferimento ai fattori ambientali sui quali le attività pianificate risultano incidere e con riferimento agli aspetti critici evidenziati nel Quadro conoscitivo (Elaborato 3.1), identificando inoltre quegli aspetti gestionali del Piano che risultino necessari a mitigare gli inevitabili impatti indotti dalle attività estrattive sull'ambiente. Il presente, inoltre, è redatto conformemente a quanto disposto dall All. VI alla parte seconda del D.Lgs. 152/06. Data la localizzazione, la difformità degli ambiti, in giacitura, materiali e modalità estrattive o e, al contempo, la loro singola valenza in termini quantitativi, con specifico e particolare riferimento ai Poli individuati, o di intrusione complessiva le valutazioni vengono di seguito condotte prevalentemente per ciascun ambito. Nel documento di sintesi della valutazione (Elaborato 3.4) si riporta invece più convenientemente una valutazione di ordine più generale sull incidenza e sostenibilità del Piano nel suo complesso. 2 RIFERIMENTI NORMATIVI E METODOLOGICI GENERALI - L.R. 18 luglio 1991 n.17 Disciplina delle attività estrattive - D.Lgs. 3 aprile 2006 n. 152 Norme in materia ambientale - L.R. 24 marzo 2000 n.20 Disciplina generale sulla tutela e l uso del territorio - Del. del Consiglio Regionale del 4 aprile 2001 n.173 Approvazione dell atto di indirizzo e coordinamento tecnico sui contenuti conoscitivi e valutativi dei piani e sulla conferenza di pianificazione - L.R. 21 maggio 1999 n.9 Disciplina della procedura di valutazione dell impatto ambientale 4

6 Regione Emilia-Romagna Linee Guida per la valutazione di impatto ambientale dei progetti di: o A.3.A.) cave e torbiere con più di m 3 /a di materiale estratto o di un area interessata superiore a 20 ha; o B.3.I.) cave e torbiere, qualora lo richieda l esito della procedura di screening. - Commissione delle Comunità Europee, COM(2000) 265 del 3 maggio 2000 Promuovere lo sviluppo sostenibile nell industria estrattiva non energetica dell UE. - Dir. 2001/42/CE del 27 giugno 2001 concernente la valutazione degli effetti di determinati piani e programmi sull ambiente. 3 DEFINIZIONE DEGLI ASPETTI AMBIENTALI RILEVANTI PER IL PAE Per definire nel dettaglio quali siano gli aspetti da considerare nelle valutazioni specifiche relative al settore estrattivo si fa riferimento, per la parte ambientale, alle Linee Guida per la valutazione di impatto ambientale dei progetti di cave e torbiere di cui alla L.R.9/99 elaborate dalla Regione Emilia-Romagna. In particolare gli aspetti ambientali coinvolti in relazione alle attività interessate sono lì schematizzati e riassunti nella matrice causa-effetti per gli impatti ambientali delle cave/torbiere che si riporta in Figura 1 successiva e di cui si elencano di seguito tutti i potenziali aspetti ambientali considerati che verranno successivamente analizzati nel dettaglio. INTERFERENZE NEGATIVE a. Consumo di suolo b. Produzione di rumore c. Produzione di vibrazioni d. Produzione di rifiuti e scorie 5

7 e. Consumo di materiali litoidi f. Alterazione scorrimenti superficiali g. Alterazione filtrazioni e flussi in falde h. Consumo di acqua i. Scarichi idrici, inquinamento acque j. Variazione consistente di portate idriche k. Consumo di energia l. Emissioni di gas e polveri in atmosfera m. Brillamento mine n. Frammentazione di ecomosaici naturali o. Intrusione percettiva p. Intrusione urbanistica q. Richiamo infrastrutture non programmate r. Illuminazione notturna s. Incidenti (esplosioni, incendi, rilasci tossici, ) t. Incidenti viabilistici u. Richiamo organismi indesiderabili INTERFERENZE POSITIVE v. Migliore funzionalità strutture/infrastrutture w. Migliori possibilità di accesso x. Creazione/valorizzazione di beni materiali y. Creazione d'opportunità di guadagno z. Creazione opportunità di lavoro aa. Creazione d'opportunità di svago bb. Riduzione produzione rifiuti cc. Controllo rischi naturali e dissesti dd. Risparmio energetico ee. Risparmio risorse naturali (suoli, acque, ) ff. Controllo/riduzione inquinamento gg. Restauro paesaggi o beni culturali 6

8 hh. Creazione neoecosistemi e restauri ecologici Per una migliore definizione degli aspetti a livello di PAE si è ritenuto opportuno apportare le seguenti modifiche agli aspetti sopra elencati: - Gli aspetti Alterazione scorrimenti superficiali di cui alla lettera f, Alterazione filtrazioni e flussi in falde di cui alla lettera g e l aspetto Variazione consistente di portate idriche di cui alla lettera j. della lista vengono qui unificati con la denominazione Alterazione flussi idrici e valutati congiuntamente; - l aspetto Incidenti viabilistici di cui alla lettera t. della lista viene qui modificato in Traffico e come tale valutato; - l aspetto Riduzione produzione rifiuti di cui alla lettera bb. viene qui rideterminato in Migliore gestione rifiuti. 7

9 MATRICE CAUSA-EFFETTI PER GLI IMPATTI AMBIENTALI DELLE CAVE/TORBIERE TIPI DI OPERE E IMPIANTI: Cave o torbiere Frantoi Nuove strade (piattaforme e traffico) Gallerie Impianti a fune Bacini di laminazione Invasi artificiali ad usi multipli Piazzali e cortili Recinzioni aree di cava Muri di sostegno e opere di cons. versanti Movimenti di terra e scavi Traffico cantiere Guadi (di cantiere ) INTERFERENZE NEGATIVE: Consumo di suolo Produzione di rumore Produzione di vibrazioni Produzione di rifiuti e scorie Consumo di materiali litoidi Alterazione scorrimenti superficiali Alterazione filtrazioni e flussi in falde Consumo di acqua Scarichi idrici, inquinam. acque Variaz. consistente di portate idriche Consumo di energia Emissioni di gas e polveri in atmosfera Brillamento mine Frammentazione di ecomosaici nat. Intrusione percettiva Intrusione urbanistica Richiamo infrastrutture non programm. Illuminazione notturna Incidenti (esplos., incendi, rilasci tox, ) Incidenti viabilistici Richiamo organismi indesiderabili INTERFERENZE POSITIVE: Migliore funzion. strutture/infrastrutture Migliori possibilità di accesso Creazi./valorizzazione di beni materiali Creazione d'opporetunità di guadagno Creazione opportunità di lavoro Creazione d'opportunità di svago Riduzione produzione rifiuti Controllo rischi naturali e dissesti Risparmio energetico Risp. risorse naturali (suoli, acque, ) Controllo/riduzione inquinamento Restauro paesaggi o beni culturali Creaz. neoecosistemi e restauri ecol. SINERGIE (ANTROPICHE): RICETTORI AMBIENTALI: Qualità acque superficiali Qualità acque sotterranee Stabilità di versanti e scarpate Stabilità di rive o alvei Stabilità pedologica dei suoli Qualità atmosfera Benessere vegetazione terrestre Benessere fauna terrestre Beness. biocenosi acquatiche e palustri Valore di paesaggi sensibili Valore beni culturali e/o storici Sicurezza, salute uomo Riduzione rischi naturali (esondaz., ecc.) Disponibilità risorse idropotabili Disponibilità agronomica suoli fertili Disponibilità risorse litoidi Disponibilità energia Disponibilità di risorse per lo svago Disponibilità risorse produttive Val. opere esistenti e beni materiali Figura X = LEGENDA DEI SIMBOLI CONTENUTI NELLA MATRICE CAUSA - EFFETTI Relazione tra opere ed interferenze ambientali negative Relazione tra opere e intereferenze ambientali positive Impatto ambientale negativo Impatto ambientale positivo Possibile sinergia di impatto (origine antropica) Impatto sintetico complessivo Tratta da BOZZA - LINEE GUIDA PER LA VALUTAZIONE DI IMPATTO AMBIENT A.3.A) CAVE E TORBIERE CON PIU' DI MC/A DI MATER INTERESSATA SUPERIORE A 20 HA; B.3.I) CAVE E TORBIERE, QUALORA LO RICHIEDA L'ES SCREENING. Regione Emilia - Romagna 8

10 POSSIBILI EFFETTI SIGNIFICATIVI La valutazione dei possibili effetti significativi sull ambiente indotti dal Piano viene effettuata di seguito in relazione agli aspetti ambientali individuati come pertinenti e applicabili al precedente paragrafo 3. I criteri applicati per la determinazione dei possibili effetti significativi e le caratteristiche degli effetti e delle aree che possono essere interessate si basano su quanto contenuto entro l allegato I alla Parte prima del D.Lgs. 152/06. In merito ai criteri elencati al punto 1 dell allegato II alla direttiva citata viene utilizzato il parametro di influenza del Piano definita come: possibilità da parte del Piano di fornire un quadro di riferimento per attività subordinate e/o grado di libertà del Piano rispetto ad altri piani o programmi sovraordinati in relazione ad aspetti pertinenti. A tale parametro viene qui attribuita, per le finalità della valutazione, una scala di priorità, suddivisa in cinque classi, così definita: Molto alta: la regolamentazione dell aspetto è pienamente demandata al Piano Alta: la regolamentazione dell aspetto è demandata al Piano entro limiti prefissati dalla normativa e/o dalla pianificazione sovraordinata Media: al Piano è demandato il compito di fissare linee di indirizzo e direttive per i progetti e le attività subordinate Bassa: al Piano è demandata l applicazione di criteri e definizione di aspetti sulla base di condizioni prefissate dalla normativa e/o dalla pianificazione sovraordinata Molto bassa: il Piano non ha influenza sull aspetto o la sua azione è limitata alla formulazione di suggerimenti e/o sollecitazioni Il criterio di pertinenza è utilizzato a priori avendo selezionato solo gli aspetti individuati come tali al paragrafo 3. In merito invece alla rilevanza del Piano per l attuazione della normativa comunitaria nel settore dell ambiente si rileva che tale 9

11 criterio, ove applicabile, è già soddisfatto dall applicazione della normativa in materia. Gli indirizzi comunitari in materia di sostenibilità delle attività estrattive sono peraltro stati presi in considerazione nell elaborazione del Piano e nella sua valutazione complessiva come riferito al paragrafo 3. Per la corretta valutazione del Piano è stato introdotto anche il parametro grado di controllo inteso come: il livello di definizione dell aspetto e dei suoi effetti tramite le analisi e previsioni effettuate e la regolamentazione predisposta entro il Piano. Come nel caso precedente anche questo parametro è stato suddiviso secondo una scala di priorità su cinque classi definite come: Molto alto: il Piano definisce con precisione i limiti e/o i livelli di soglia dell aspetto e questi sono facilmente verificabili e certamente rispettati Alto: il Piano definisce con precisione i limiti e/o i livelli di soglia dell aspetto ma questi non sono facilmente verificabili o certamente rispettati Medio: il Piano indica gli obiettivi da raggiungere e/o le metodologie da utilizzare che andranno definite e specificate entro strumenti subordinati ma, contestualmente l aspetto è oggetto di specifica normativa di legge Basso: il Piano indica gli obiettivi da raggiungere e/o le metodologie da utilizzare che andranno definite e specificate entro strumenti subordinati in assenza di normative specifiche Molto basso: il Piano non prevede strumenti di controllo e/o regolamentazione dell aspetto. In relazione ai parametri fissati al punto 2 dell allegato II alla direttiva vengono utilizzati i seguenti parametri di valutazione degli effetti indotti dalla pianificazione: 10

12 probabilità, durata e frequenza dell effetto in condizioni normali di attività. Questi tre parametri, valutati su una scala a cinque classi, vengono utilizzati per definire la significatività dell aspetto espressa a sua volta in alta, media e bassa. In relazione ai valori di significatività, influenza e grado di controllo è possibile stabilire l efficacia del Piano in relazione all aspetto considerato ed evidenziare le eventuali necessità ulteriori da rimandare ad altri strumenti. La rilevanza più o meno alta del successivo parametro effetto cumulativo fornisce una indicazione di quanto l aspetto in esame sia da opportunamente valutare entro i progetti e, in particolare, da prendere in considerazione in fase di screening degli stessi. Il grado di reversibilità dell effetto espresso di seguito fornisce una valutazione sulla necessità di misure di mitigazione e/o compensazione. Tali misure, in alcuni casi, potranno essere opportunamente valutate in altri strumenti di pianificazione e/o programmazione anche sovraordinati qualora non rientrino nell ambito di competenza del Piano. La valutazione delle possibili condizioni incidentali si basa sui parametri: rischi per la salute, possibile estensione areale degli effetti, valore e vulnerabilità dell area potenzialmente interessata e possibilità di superamento di valori limite o di qualità ambientale. La somma dei valori di tali parametri fornisce un indice della eventuale necessità di misure di prevenzione e/o controllo adeguate. La valutazione di ciascun aspetto ambientale e della sostenibilità di seguito effettuata risulta pertanto guidata dai criteri individuati secondo lo schema descritto di seguito. 11

13 In primo luogo viene valutata la significatività dell aspetto, se cioè l aspetto, oltre che pertinente, abbia anche effettiva importanza relativamente allo specifico ambito e al livello di pianificazione. I parametri a tal fine utilizzati in combinazione sono, secondo il relativo ordine di valori loro attribuiti: valore criterio Probabilità Durata Frequenza Le attività incidono sull aspetto solo in condizioni ambientali sensibili (non rilevate dal Piano) La durata dell effetto è legata ad una singola fase di Le attività incidono Le attività incidono Le attività incidono Le attività incidono sull aspetto con sull aspetto a sull aspetto solo sull aspetto solo in certezza meno di particolari per l impiego di caso di incidente o e/o non consueti mezzi o calamità naturale accorgimenti lavorazioni non tecnici idonee La durata L effetto perdura La durata La durata dell effetto supera per tutta la durata dell effetto è legata dell effetto è la durata del Piano del Piano a quella della inferiore alla singola cava attività della singola cava lavorazione. La frequenza è La frequenza è La frequenza è continua per tutta continua ma legata legata a singole la durata ai tempi di fasi di coltivazione lavorazione (stagionali giornalieri) e La frequenza è legata solo a particolari lavorazioni effettuate in modo periodico discontinuo e La frequenza è occasionale e non strutturata La significatività dell aspetto è stabilita, sulla base della somma dei valori sopra ricavabili, in: molto significativo: somma 12 l aspetto deve essere stato esaminato in dettaglio e valutato nei suoi effetti, il Piano deve contenere misure di mitigazione e/o compensazione degli effetti; significativo: somma compresa tra 6 e 12 il Piano deve contenere uno studio dell aspetto e averne tenuto conto nelle valutazioni complessive effettuate; poco significativo: somma 6 l aspetto potrà essere oggetto di sole linee di indirizzo entro il Piano senza la definizione di precise normative di controllo. 12

14 Definita la significatività dell aspetto viene valutato il grado di influenza che il Piano, per le finalità e i contenuti attribuitigli, esercita in merito ad esso secondo lo schema seguente: valore criterio Influenza La definizione dell aspetto è totalmente demandata al Piano Il Piano definisce l aspetto sulla base di orientamenti e indirizzi forniti dalla normativa e/o dalla pianificazione sovraordinata Il Piano gestisce criteri e norme dettagliatamente definite a livello sovraordinato Il piano attua specifiche previsioni sovraordinate L aspetto esula dai compiti del Piano A seconda del grado di influenza verificato il piano dovrà contenere sufficienti e adeguati elementi di normativa e regolamentazione dell aspetto che andranno dalla previsione di specifiche norme tecniche alla formulazione di solo indirizzi per altri livelli di azione. Il tipo e la qualità di tali provvedimenti contenuti nel Piano ne definiscono il successivo parametro grado di controllo che pertanto dovrà risultare congruo alla significatività dell aspetto e al grado di influenza che il Piano può effettivamente esercitare. Tale grado di controllo è pertanto anch esso descritto su cinque livelli definiti come: valore criterio Grado di controllo L aspetto è definito completamente entro il Piano e/o oggetto di specifica norma tecnica dettagliata L aspetto è oggetto di norma tecnica che rimanda ad un successivo livello di approfondimento L aspetto è oggetto di indirizzi e direttive per le azioni subordinate L aspetto segnalato rimandato opportuni provvedimenti entro pianificazione sovraordinata è e ad la L aspetto è demandato al rispetto della normativa vigente in materia Definire gli effetti cumulativi dell aspetto consente da una parte di valutare se il Piano contenga una valutazione di questi e preveda misure di prevenzione o mitigazione, dall altra e in mancanza di queste misure entro il Piano consente di definire gli aspetti rilevanti ai fini di una loro analisi in sede di successivo screening dei progetti. È spesso solo in quella fase, infatti, che potranno essere presenti sufficienti 13

15 elementi di valutazione sul reale andamento delle attività, non pienamente definibile invece a livello di Piano. valore criterio Effetto cumulativo Gli effetti cumulati di due o più ambiti estrattivi comunque disposti sono superiori a quelli della somma dei singoli effetti Gli effetti cumulati di due o più ambiti estrattivi comunque disposti sono pari alla somma degli effetti dei singoli ambiti Gli effetti cumulati di due o più ambiti estrattivi comunque disposti sono superiori a quelli dei singoli ambiti ma inferiori alla loro somma Gli effetti sono cumulabili solo per ambiti limitrofi Gli effetti non sono cumulabili La misura della reversibilità degli effetti consente di valutare se il Piano abbia tenuto nella dovuta considerazione l aspetto in ragione dei suoi effetti permanenti, da un lato, e, dall altro, di valutare le eventuali misure di mitigazione e/o compensazione previste o comunque opportune. valore criterio Reversibilità L effetto totalmente irreversibile è L effetto è L effetto è in L effetto è reversibile solo gran parte totalmente in parte su reversibile ed reversibile su tempi maggiori entro la durata tempi maggiori della durata del Piano della durata del Piano del Piano L effetto è totalmente reversibile entro la durata del Piano Ultima serie di parametri necessaria per valutare l efficacia del Piano e la sua compatibilità è quella che consente di definire i rischi connessi con l attività sia in condizioni di normale esercizio che in presenza di eventuali eventi incidentali. valore criterio Rischi per la salute L aspetto comporta rischi di danni irreversibili per la salute se non gestito L aspetto comporta rischi di danni reversibili per la salute se non gestito L aspetto comporta rischi per la salute solo in caso di incidente L aspetto comporta limitati e indiretti rischi per la salute All aspetto non sono connessi rischi per la salute 14

16 Estensione degli effetti Valore vulnerabilità dell ambiente Superamento livelli di qualità e/o di valori limite Gli effetti superano Gli effetti sono Gli effetti Gli effetti sono Gli effetti sono l ambito di dell ordine pari coinvolgono un contenuti entro localizzati e pertinenza del all ambito di intorno dell ambito l ambito di puntuali Piano pertinenza del di estrazione estrazione Piano e L ambiente è di L ambiente è L ambiente è poco L ambiente è L ambiente è pregio e sensibile sensibile ma non sensibile all effetto degradato ma può degradato e non presenta e non ha risentire sensibile per caratteristiche di caratteristiche di ulteriormente l aspetto particolare pregio o pregio o rarità rarità (e viceversa) L aspetto comporta L aspetto comporta L aspetto comporta L aspetto comporta Non sono previsti o rischi di rischi di rischi di rischi di comunque superamento di superamento di superamento di superamento di superabili eventuali valori limite o livelli valori limite o livelli valori limite o livelli valori limite o livelli valori limite o livelli di qualità in di qualità a meno di qualità solo in di qualità indicativi di qualità condizioni normali di particolari e/o caso di incidente e non tassativi non consueti accorgimenti tecnici Anche in questo caso l esito della valutazione come sopra definita, relativamente a ciascun aspetto pertinente, consente di valutare l efficacia delle analisi e delle misure contenute nel Piano e, al contempo, di identificare le eventuali necessità di approfondimento dell aspetto in sede di screening dei progetti. Queste ultime valutazioni, più delle precedenti, consentono di definire le eventuali misure di monitoraggio ambientale necessarie e/o opportune. 4.1 CONSUMO DI SUOLO Il consumo di suolo originato dal Piano è legato alla superficie sottratta ad altri usi dalla coltivazione delle cave. Lo scopo dell analisi qui condotta è in particolare quello di valutare l incidenza che l attività estrattiva sugli ambiti previsti dal presente Piano avrà in riferimento al sistema forestale e boschivo e agli ambiti agricoli così come definiti nel PTCP. Il PTCP (art. A-16, comma 2) perimetra degli ambiti del territorio rurale individuando elementi e sistemi da tutelare. Si sono quindi definite zone omogenee di rango provinciale per caratteristiche strutturali e fisico- morfologiche: 15

17 aree di valore naturale e ambientale(art. A-17) ambiti agricoli di valore paesaggistico (art. A-18) ambiti ad alta vocazione produttiva agricola (art. A-19) ambiti agricoli periurbani (art. A-20) Le tavole G3 del PAE riportano tali ambiti per ciascun ambito/polo. Il PTCP rilegge quindi il territorio rurale non solo attraverso i caratteri funzionali e strutturali ma anche attraverso la definizione di obbiettivi di tutela che sovrappongano a questi aspetti funzionali, economici e sociali del settore. La definizione degli ambiti non definisce una particolare caratteristica pedologica o una capacità di uso del suolo o di vocazione ma definisce un aspetto vocazionale più legato alla infrastrutturazione del territorio, alla reale presenza di aziende e alla loro vocazionalità, alle valenze paesaggistiche. L aspetto del consumo di suolo relativamente a determinati ambiti/poli rappresenta, da questo punto di vista, più l espressione di una qualità diversa di vocazionalità agricola che la perdita di qualità agronomica degli stessi. In questi lettura lo scortico agrario rappresenta un aspetto completamente reversibile; l utilizzazione degli ambiti/poli consente, nella loro fase di ripristino, la possibilità di attuare parte degli obbiettivi previsti dal PTCP in specifici ambiti agricoli. Altro aspetto che, pur se in certa misura impropriamente, viene valutato relativamente all aspetto del consumo di suolo è quello dell asportazione di terreno agricolo dovuta alle operazioni di scavo per la scopertura dell area di cava. Se infatti questo aspetto potrebbe essere meglio ascritto alla voce produzione di rifiuti e scorie più oltre definita, si è ritenuto di vedere nel terreno di scotico fertile una risorsa potenziale il cui consumo debba essere valutato e il cui auspicabile recupero debba essere considerato. Le caratteristiche degli ambiti previsti portano a ritenere infatti che difficilmente potranno essere previste possibilità di immediato reimpiego del terreno fertile per ripristini ambientali anticipati da realizzarsi entro 16

18 un arco di tempo sufficiente ad evitare lo scadimento delle sue caratteristiche agronomiche. Per tale motivo un riutilizzo, previsto da progetto, del terreno di scotico agrario in ambiti esterni, meglio se finalizzati a compensazione o comunque a recupero ambientale, pare maggiormente indicato rispetto ad un suo accumulo sterile in ambito di cava per un successivo ipotetico riutilizzo. Per ogni ambito estrattivo viene condotta una stima della quantità di tale materiale sulla base delle seguenti osservazioni in campo. I dati di seguito riportati derivano dalla Carta di uso del suolo (su metodologia CORINE LAND COVER aggiornamento anno 2003) della Regione Emilia Romagna. Ambito 1 Molino Cavina Comune di Rocca San Casciano Tipo di superficie aree m² Aree seminaturali (alveo con vegetazione) 58,378 Radure Superfici naturali e seminaturali Boschi 36,782 Superfici antropizzate Viabilità e superfici di pertinenza Superfici agricole Vigneto 39,091 Seminativo 94,621 Totale superficie dell ambito 228,872 All interno dell ambito sono presenti aree di estrazione precedente al PAE e come tali non interessante ai lavori di escavazione e ripristino. Le superfici totali delle UMI pianificate (comprese le eventuali superfici demaniali oggetto di escavazione, previa concessione da parte 17

19 della Regione Emilia Romagna) ammontano a mq suddivise come di seguito riportato. UMI Sup. Totale Sup. Spessore di Spessore Quantità di (m 2 ) scortico cappellaccio di terreno suolo asportato (m 2 ) 1 stimato (m) agrario (m) (m 3 ) _ _ _ _ _ _ _ totale In base a quanto previsto dal presente PAE la coltivazione di questo ambito avrà una durata non superiore a 5 anni. Vista la morfologia e le dimensioni dell ambito è ipotizzabile che la coltivazione possa procedere prevedendo la progressiva scopertura dei settori di coltivazione all interno di ogni singola UMI, e, una volta lavorati, il loro parziale e progressivo ripristino utilizzando il terreno proveniente dallo scotico del settore adiacente. Il materiale di scarto stimato sull interno ambito è di circa mc di cui una parte di terreno vegetale attivo e una parte di coperture alluvionali (limi e argille). Stimando che circa il 50% sia strato utile alle piante (cotico agrario per circa mc) e il rimanente 50% sia materiale utilizzabile per tombamento la disponibilità di materiale appare inferiore alle necessità di ripristino finale. 1 Circa 80% della superficie 18

20 In questo ambito pertanto l aspetto del consumo di suolo legato al terreno di scotico agrario risulta dominato da una carenza di risorsa più che non da una possibile perdita della stessa. Il progetto dovrà quindi farsi carico di predisporre le condizioni per realizzare il massimo recupero in loco della risorsa disponibile e prevedere le opportune integrazioni dall esterno. Ambito 2 Veteggio Comune di Rocca San Casciano Tipo di superficie aree m² Superfici naturali Aree seminaturali 110,496 e seminaturali Radure Boschi 46,917 insediamenti produttivi e superfici di pertinenza 4721 Superfici antropizzate Superfici agricole Seminativo 96,647 Totale superficie dell ambito 258,781 UMI Sup. Totale Sup. scortico Spessore di Quantità di suolo (m 2 ) (m 2 ) 2 Spessore di cappellaccio terreno agrario (m) asportato (m 3 ) stimato (m) _ _ Circa 80% della superficie 19

21 In base a quanto previsto dal presente PAE la coltivazione di questo ambito avrà una durata non superiore a 5 anni. Vista la morfologia e le dimensioni dell ambito è ipotizzabile che la coltivazione possa procedere prevedendo la progressiva scopertura dei settori di coltivazione all interno di ogni singola UMI, e, una volta lavorati, il loro parziale e progressivo ripristino utilizzando il terreno proveniente dallo scotico del settore adiacente. Il materiale di scarto stimato sull interno ambito è di circa mc di cui una parte di terreno vegetale attivo e una parte di coperture alluvionali (limi e argille). Stimando che il cotico agrario per circa mc) la disponibilità di materiale appare inferiore alle necessità di ripristino finale. In questo ambito pertanto l aspetto del consumo di suolo legato al terreno di scotico agrario risulta dominato da una carenza di risorsa più che non da una possibile perdita della stessa. Il progetto dovrà quindi farsi carico di predisporre le condizioni per realizzare il massimo recupero in loco della risorsa disponibile e prevedere le opportune integrazioni dall esterno. Ambito 3 Poggio Comune di Rocca San Casciano Tipo di superficie aree m² Superfici naturali Aree seminaturali 9,696 e seminaturali Radure Boschi 3,881 Viabilità e superfici di pertinenza Superfici antropizzate Superfici agricole vigneto Seminativo 8,171 Totale superficie dell ambito 21,748 20

22 UMI Sup. Totale (m 2 ) Sup. scortico (m 2 ) 3 Spessore cappellaccio stimato (m) di Spessore di terreno agrario (m) _ Quantità suolo asportato (m 3 ) di Visto lo spessore del terreno di copertura, molto scarso, e la quantità di materiale di scarto esigua, si ipotizza che la cubatura utile riutilizzabile ai fini di miglioramento e di ripristino a fine coltivazione sia insufficiente. Per tali motivi il progetto di coltivazione potrà prevedere l utilizzo di materiale per sistemazioni all esterno dell area di cava, con caratteristiche pedologiche consone all area stessa e al ripristino finale. Ambito 1 Ca della Via Comune di Portico e San Ben. Tipo di superficie aree m² Superfici naturali Aree seminaturali 79,227 e seminaturali Radure Boschi 724 Viabilità e superfici di pertinenza Superfici antropizzate Area estrattiva già in coltivazione Superfici agricole Seminativo 4,354 84,305 Totale superficie dell ambito UMI Sup. Totale (m 2 ) Sup. scortico (m 2 ) 4 Spessore di cappellaccio stimato (m) Spessore di terreno agrario (m) , Quantità di suolo asportato (m 3 ) ,3 1305, ,3 1864,8 3 Circa 80% della superficie 4 Circa 80% della superficie 21

23 ,3 844,8 totale ,3 3326, ,6 Anche in questo caso lo spessore di terreno agrario fertile da potere riutilizzare a fine coltivazione appare scarso. Il progetto dovrà prevedere, a fine coltivazione, l utilizzo di materiale per sistemazioni all esterno dell area di cava, con caratteristiche pedologiche consone all area stessa e al ripristino finale. Ambito 2 Spunghe - Comune di Portico e San Ben. Tipo di superficie Superfici naturali e seminaturali Superfici antropizzate aree m² Aree seminaturali Radure Boschi 6,749 Viabilità e superfici di pertinenza Area estrattiva già in coltivazione Superfici agricole Totale superficie dell ambito Seminativo 6,749 Le coperture detritiche sono nulle nella zona interessata dall estrazione vera e propria in quanto normalmente i depositi calcarei, di cui il materiale da estrarre è formato, si presentano come croste, formatesi sulla superficie degli affioramenti della formazione marnoso arenacea. Visto lo spessore del terreno di copertura, molto scarso, e la quantità di materiale di scarto esigua, si ipotizza che la cubatura utile riutilizzabile ai fini di miglioramento e di ripristino a fine coltivazione sia insufficiente. 22

24 Per tali motivi il progetto di coltivazione potrà prevedere l utilizzo di materiale per sistemazioni all esterno dell area di cava, con caratteristiche pedologiche consone all area stessa e al riutilizzo finale. Polo 3 Bellavista Dovadola Tipo di superficie aree m² Superfici naturali Aree seminaturali 8,971 e seminaturali Radure Boschi 33,111 Superfici antropizzate Viabilità e superfici di pertinenza Superfici agricole Seminativo 57,555 99,637 Totale superficie dell ambito UMI Sup. Totale (m 2 ) 1 2 Sup. scortico (m 2 ) 5 Spessore cappellaccio stimato (m) di Spessore di terreno agrario (m) Quantità di suolo asportato (m 3 ) _ totale _ _ _ In base a quanto previsto dal presente PAE la coltivazione di questo ambito avrà una durata non superiore a 10 anni. Risulta di particolare interesse che i progetti di escavazione per le singole Unità Minime di Intervento comprese nel Polo si facciano carico di individuare quelle forme di recupero o riutilizzo del terreno di scotico agrario che meglio ne consentano la valorizzazione alla luce della soprattutto dei tempi di stoccaggio dello stesso. Il progetto di 5 Circa 80% della superficie 23

25 coltivazione potrà prevedere l utilizzo di materiale per sistemazioni all esterno dell area di cava, con caratteristiche pedologiche consone all area stessa e al riutilizzo finale. Polo 20 Ca Stronchino Comune di Modigliana Tipo di superficie aree m² Superfici naturali Aree seminaturali 41,021 e seminaturali Castagneti da frutto 36,966 Boschi Insediamenti produttivi e Superfici antropizzate superfici di pertinenza 228 Superfici agricole Vigneto 43,313 Totale superficie dell ambito 121,528 UMI Sup. Totale (m 2 ) Sup. scortico (m 2 ) 6 Spessore cappellaccio stimato (m) di Spessore di terreno agrario (m) Quantità di suolo asportato (m 3 ) _ _ _ cava esaurita in fase di ripristino La quantità di materiale di scotico di questo ambito appare insufficiente per il ripristino finale anche per la presenza di una U.M.I. già in fase di ripristino. Per tali motivi il progetto di coltivazione potrà prevedere l utilizzo di materiale per sistemazioni all esterno dell area di cava, con caratteristiche pedologiche consone all area stessa e al riutilizzo finale. 6 Circa 80% della superficie 24

26 Polo 35 Monte del Sasso Comune di Tredozio, comune di Rocca San Casciano Ambito 1- comune di Tredozio Tipo di superficie Superfici naturali e seminaturali aree m² Aree seminaturali Castagneti da frutto Boschi Superfici agricole Colture da legno Altre colture Totale superficie dell ambito Ambito 2- comune di Tredozio Tipo di superficie aree m² Superfici naturali e seminaturali Aree seminaturali Castagneti da frutto Boschi Insediamenti produttivi e Superfici antropizzate superfici di pertinenza Superfici agricole Seminativo (anche con spazi naturali) Totale superficie dell ambito Ambito 3- comune di Tredozio Tipo di superficie Superfici naturali e seminaturali aree m² Aree seminaturali Castagneti da frutto Boschi Insediamenti produttivi e Superfici antropizzate superfici di pertinenza Superfici agricole Seminativo (anche con spazi

27 naturali) Totale superficie dell ambito Ambito 4- comune di Tredozio Tipo di superficie aree m² Superfici naturali e seminaturali Aree seminaturali Castagneti da frutto Boschi Insediamenti produttivi e Superfici antropizzate superfici di pertinenza Superfici agricole Seminativo (anche con spazi naturali) Totale superficie dell ambito Ambito 5- comune di Tredozio Tipo di superficie aree m² Superfici naturali Aree seminaturali e seminaturali Rimboschimenti recenti Boschi Insediamenti produttivi e Superfici antropizzate superfici di pertinenza Superfici agricole Prato pascolo Totale superficie dell ambito Ambito 1- comune di Rocca San Casciano Tipo di superficie Superfici naturali e seminaturali aree m² Aree seminaturali Castagneti da frutto Boschi Superfici antropizzate Superfici agricole Insediamenti produttivi e superfici di pertinenza Seminativo (anche con spazi naturali)

28 Totale superficie dell ambito Ambiti Sup. Totale (m 2 ) Sup. scortico (m 2 ) 7 T T T T Spessore cappellaccio stimato (m) di Spessore di terreno agrario (m) Quantità di suolo asportato (m 3 ) T R Totale Poiché non è stato possibile stimare con precisione lo spessore di terreno agrario per singolo ambito si suppone che lo spessore di cotico sia circa 40 cm. La quantità di materiale di scotico di questo ambito appare insufficiente per il ripristino finale anche per la presenza di uno scorso spessore di terreno agrario soprattutto in vista di un ripristino naturalistico. Per tali motivi il progetto di coltivazione potrà prevedere l utilizzo di materiale per sistemazioni all esterno dell area di cava, con caratteristiche pedologiche consone all area stessa e al riutilizzo finale Valutazione dell aspetto Significatività del parametro: Probabilità 5 Durata 4 Frequenza 5 Significatività 14 Influenza del Piano 3 7 Circa 80% della superficie 27

29 Le previsioni contenute nel Piano in merito al parametro derivano da forti condizionamenti della pianificazione sovraordinata. È infatti al PIAE che spetta la fissazione dei quantitativi e la distribuzione degli ambiti estrattivi. Grado di controllo 5 In questo senso il grado di controllo esercitato dal Piano sull aspetto, pur non intervenendo sui valori forniti dal PIAE, risulta comunque elevato poiché esso individua esattamente le aree e i relativi volumi estraibili fornendo quindi alle azioni subordinate un quadro estremamente preciso e dettagliato di riferimento. Effetto cumulativo 4 Reversibilità 1 Spostando l attenzione sugli effetti finali indotti dal Piano sull aspetto si rileva come il consumo di suolo sia un aspetto legato alla durata dell attività e possa essere considerato come totalmente reversibile alla sua cessazione. Nel caso specifico, analizzando le previsioni di Piano al riguardo si nota inoltre come l uso reale dei suoli direttamente interessati dalle attività di estrazione, in esito al Piano, vedrà un aumento della superfici naturali e paranaturali rispetto agli attuali usi. Sono quindi poste le condizioni per un miglioramento dello stato del suolo finale rispetto alle condizioni attuali. Rischi per la salute 1 Estensione degli effetti 2 Valore e vulnerabilità dell ambiente 3 Superamento livelli di qualità e/o di valori limite 2 All aspetto di fatto non sono legati rischi per la salute dell uomo. Gli effetti dell aspetto sono limitati all ambito di estrazione. L ambito, 28

30 relativamente al tipo di attività e alle sue effettive caratteristiche, non risulta particolarmente sensibile come risulta dall analisi ambientale operata dal Piano e non vengono interessate zone identificate come di particolare pregio e/o rarità. Non sono previste norme che definiscano precisi limiti e/o livelli di qualità al riguardo, le esistenti norme di tutela (PTCP) sono state prese in considerazione dal Piano e adeguatamente applicate. 4.2 PRODUZIONE DI RUMORE Significatività del parametro: Probabilità 5 Durata 4 Frequenza 4 Significatività 13 L aspetto è rilevato come molto significativo. L impatto acustico generato da ciascun ambito dipende direttamente da tre fattori principali: 1. Le emissioni di rumore derivanti dalle attività svolte nell area di cava provocate dai mezzi/impianti utilizzati nelle lavorazioni in cava e dall eventuale utilizzo di mine (per la trattazione di questo ultimo aspetto si rimanda allo specifico paragrafo); 2. Le emissioni di rumore dei mezzi utilizzati per il trasporto del materiale estratto; 3. L ubicazione dei recettori e la morfologia dell area limitrofa all ambito. Le emissioni di cui al precedente punto a dipendono direttamente dall organizzazione delle lavorazioni in cava, pertanto in questa fase risulta difficile fare una stima della loro entità. In via generale e a valere per ciascun ambito/polo si forniscono indicazioni relative a pratiche di 29

31 controllo e bonifica degli impatti legati alle emissioni di rumore, riguardanti le principali lavorazioni in cava in Tabella 1. L adozione di tali pratiche risulta importante nel tentativo di mitigare l impatto acustico dell attività attraverso una specifica organizzazione delle lavorazioni. Le attività estrattive determinano significative interferenze con l ambiente circostante e pertanto si dovrà garantire il rispetto dei limiti di legge e le eventuali opere di contenimento da attuare in caso contrario (come previsto dalla documentazione di impatto acustico richiesta dall art. 13 delle NTA). In relazione ai fattori di cui ai precedenti punti b e c, di seguito, è condotta una analisi specifica per ciascun ambito/polo Comune di Dovadola Polo 3 Bellavista UMI Materiale utile (mc) Traffico indotto totale (viaggi/giorno) TOT Il polo Bellavista ha una disponibilità di materiale elevata e suddivisa in 4 UMI. Il traffico indotto dalla attività interesserà una strada privata prossima ad uno dei due recettori presenti in un raggio di 500 m dall area di cava (Tav.A1a Carta dei Recettori). L impatto acustico conseguente al traffico, quindi, dovrà essere dettagliatamente analizzato in fase di screening soprattutto in relazione agli effetti al recettore Bellavista. Anche qualora il progetto di coltivazione del Polo non fosse unitario, tale aspetto dovrà essere affrontato unitariamente dai titolari delle autorizzazioni all attività estrattiva, in modo da permettere una puntuale stima dell impatto e una conseguente realizzazione degli eventuali interventi finalizzati alla mitigazione dello stesso. 30

32 Comune di Modigliana Polo 20 Ca Stronchino UMI Materiale utile (mc) Traffico indotto totale (viaggi/giorno) * ** TOT n.r.*** * cava in atto ** cava in ripristino *** non rilevante Il traffico indotto dall attività estrattiva in tale polo non è rilevante. L impatto acustico indotto dalle attività di cava potrà rivelarsi critico per la presenza di recettori nelle immediate vicinanze dell area di cava (Tav.A1b Carta dei recettori). Il Polo di Ca Stronchino, infatti, è prossimo ad un area artigianale. Nella valutazione dell aspetto, in fase di screening, dovrà essere considerato l effetto cumulato, derivante dall ipotesi di una coltivazione contemporanea di tutte le UMI e dalla presenza di attività diverse, in relazione al superamento dei livelli di pericolosità Comune di Portico Ambito 1 Ca della Via UMI Materiale utile (mc) Traffico indotto totale (viaggi/giorno) TOT n.r.** * * non rilevante 31

33 Il traffico indotto dall attività estrattiva in tale ambito non è rilevante, i recettori (Tav. A1c.1 Carta dei Recettori) risultano prossimi sia all area di cava che alla strada di accesso alla stessa. Nella valutazione dell aspetto, in fase di screening, dovrà essere considerato l effetto cumulato derivante dall ipotesi di coltivazione contemporanea di tutte le UMI. Ambito 2 Spunghe * * non rilevante UMI Materiale utile (mc) Traffico indotto totale (viaggi/giorno) TOT ** Vista la ridotta quantità di materiale utile, la non significatività del traffico indotto dall attività e la posizione dei recettori (Tav. A1c.2 Carta dei Recettori), si stima che l impatto acustico derivante dall attività non sia rilevante Comune di Rocca S.Casciano Ambito 1 Molino Cavina UMI Materiale utile (mc) Traffico indotto totale (viaggi/giorno) * * TOT * cava in atto L aspetto appare critico soprattutto in relazione al numero elevato di recettori prossimi all area di cava (Tav. A1d.2 Carta dei Recettori). 32

34 Nella valutazione dell aspetto, in fase di screening, dovrà essere considerato l effetto cumulato derivante dall ipotesi di coltivazione contemporanea di tutte le UMI. Ambito 2 Veteggio * cava in atto UMI Materiale utile (mc) Traffico indotto totale (viaggi/giorno) * TOT L aspetto appare critico soprattutto in relazione al numero elevato di recettori prossimi all area di cava (Tav. A1d.3 Carta dei Recettori). Nella valutazione dell aspetto, in fase di screening, dovrà essere considerato l effetto cumulato derivante dall ipotesi di coltivazione contemporanea di tutte le UMI. Ambito 3 Il Poggio UMI Materiale utile (mc) Traffico indotto totale (viaggi/giorno) TOT n.r.** * * non rilevante L aspetto non presenta particolari criticità. Polo 35 Monte del Sasso Rocca 1 Ambito UMI Materiale utile (mc) Traffico indotto totale (viaggi/giorno) TOT n.r.** * non rilevante 33

35 L aspetto può presentare delle criticità in relazione alla ubicazione dell ambito. Dalla carta dell intervisibilità relativa risulta che tale ambito non è visibile dall abitato di Rocca S.Casciano, poiché si trova al di là della linea di crinale. Tale elemento morfologico induce una attenuazione anche sull impatto acustico derivante dalla attività in cava, ma in questa sede non è possibile stimare l entità di tale attenuazione. Pertanto l aspetto andrà dettagliatamente affrontato nella fase di redazione dello screening Comune di Tredozio Polo 35 Monte del Sasso Ambito UMI Materiale utile (mc) Traffico indotto totale (viaggi/giorno) Tredozio Tredozio Tredozio Tredozio Tredozio TOT n.r.** * * non rilevante L aspetto può presentare criticità legate alla cumulabilità degli effetti degli ambiti Tredozio 2, Tredozio 3, Tredozio 4, Tredozio 5. Pertanto in sede di screening dei progetti di tali ambiti dovrà essere considerato l effetto cumulativo dell impatto acustico, generato nello scenario che vede tutte le quattro cave attive contemporaneamente. Influenza del Piano 3 Il Piano non ha diretta influenza sull aspetto che rientra nelle competenze di altri strumenti urbanistici e di legge. Ciascun Comune ha approvato una Classificazione Acustica del territorio che affronta tale aspetto. 34

36 Grado di controllo 1 L aspetto è trattato e regolato dalla Classificazione Acustica di ciascun comune, in particolare si fa riferimento alle Norme Tecniche di Attuazione al punto Effetto cumulativo 3 L effetto cumulativo dell aspetto può rivelarsi eventualmente significativo, in relazione ai livelli di qualità della vita più che non al superamento di livelli di pericolosità, per la sovrapposizione di effetti di ambiti limitrofi in prossimità di zone sensibili (abitati). Appare quindi opportuno prendere in considerazione l aspetto entro la procedura di screening dei singoli ambiti. Reversibilità 1 L aspetto risulta totalmente reversibile sia in relazione al recupero di qualità della vita sia in relazione al disturbo ecologico alla cessazione delle attività. Rischi per la salute 4 Estensione degli effetti 3 Valore e vulnerabilità dell ambiente 3 Superamento livelli di qualità e/o di valori limite 4 In relazione ai rischi indotti dall aspetto questo dovrà essere oggetto di analisi e soluzione entro i necessari piani della sicurezza delle singole attività. Poiché gli effetti possono essere risentiti anche oltre l ambito di cava è inoltre opportuno che, come già detto in merito agli effetti cumulativi questo sia oggetto di analisi in fase di screening per la determinazione di eventuali misure, anche gestionali, di mitigazione degli impatti. 35

37 Elenco delle principali pratiche di controllo e bonifica degli impatti legati alle emissioni di rumore 8 Operazione/Sorgente Scopertura del giacimento e gestione del materiale di copertura Estrazione Drilling and Blasting Carico e scarico del materiale Trasporto interno Nastro trasportatore Pale e/o dumper Trattamento (frantumazione e vagliatura) Stoccaggio del materiale in cumulo Pratiche di riduzione del rumore Selezione dei mezzi con emissioni contenute e programma di manutenzione Limitare la durata delle operazioni al minimo indispensabile Orientare i fronti in modo da intercettare la diffusione di rumori verso ricettori sensibili Predisposizione di zone tampone vegetale o barriere artificiali lungo il perimetro della coltivazione a protezione di ricettori sensibili Selezione delle tecnologie con emissioni contenute e programma di manutenzione Brillamento con micro ritardi Eseguire il borraggio dei fori a regola d arte Evitare i brillamenti in momenti di vento particolarmente intenso Concordare con la popolazione locale gli orari di brillamento Selezione delle tecnologie con emissioni contenute e programma di manutenzione Ridurre l altezza di caduta nelle operazioni di carico e scarico Ricorrere a segnali di retro marcia intelligenti Collocare piste o tracciato del nastro trasportatore in zone non esposte Ridurre al minimo possibile le pendenze dei tracciati delle piste Predisporre cortine alberate o barriere artificiali a protezione dei ricettori sensibili Ottimizzare le distanze tra punto di carico e scarico Coprire il nastro Rivestire con materiali fono-assorbenti i punti di alimentazione trasferimento e scarico Limitare la velocità di transito dei mezzi Asfaltare piste e piazzali Rivestire i cassoni dei dumper e le benne delle pale con materiali fono-assorbenti Scelta degli impianti con emissioni contenute e programma di manutenzione Collocare gli impianti in zone non esposte Predisporre cortine alberate o barriere artificiali a protezione dei ricettori sensibili Confinare l impianto in struttura chiusa Avviare gli impianti uno alla volta Collocare i cumuli in zone non esposte Predisporre cortine alberate o barriere artificiali a protezione dei ricettori sensibili Ridurre l altezza di caduta del materiale 8 IReR Analisi tecnico-scientifica sui criteri operativi di riduzione, in ottica di sviluppo sostenibile, dell impatto ambientale da agenti chimici e fisici nelle attività estrattive, Project leader: Daniela Gregorio 36

38 Minimizzare le movimentazioni dei materiali Tabella 1 pratiche di controllo emissioni rumore 4.3 PRODUZIONE DI VIBRAZIONI Significatività del parametro: Probabilità 5 Durata 1 Frequenza 2 Significatività 8 L aspetto appare significativo pur se con valore tendenzialmente basso. Esso è legato, da un lato, al brillamento di mine per la rottura dei banchi e/o, nella fase iniziale, per l asportazione del cappellaccio, e dall altro alla presenza di mezzi operatori e in particolar modo di impianti. Per la trattazione relativa agli impatti generati dal brillamento mine si rimanda allo specifico paragrafo, in questo viene trattato il solo aspetto relativo alla presenza di mezzi d opera e di eventuali impianti di trattamento inerti. La prevista ubicazione degli ambiti come stabilita nel PAE nonché l ordine di grandezza del problema relativamente all utilizzo di mezzi in rapporto ai potenziali recettori più prossimi nonché alla natura dei terreni e alla morfologia locale dei singoli siti portano a ritenere, in prima analisi, come non significativo l aspetto alla scala di Piano. Il Piano prende indirettamente in considerazione l aspetto fornendo specifiche disposizioni per le operazioni di coltivazione. Influenza del Piano 2 L aspetto non risulta direttamente trattabile dal Piano legato com è alle caratteristiche dei giacimenti e alla natura delle tecniche di scavo applicabili. 37

39 Grado di controllo 1 Il Piano applica, per quanto di competenza, le normative riguardanti le distanze minime da elementi e ricettori potenzialmente sensibili stabilendo zone escluse e fasce di rispetto. Le cautele ulteriori legate all impiego delle diverse tecniche di scavo sono rimandate alla esistente normativa in materia. Effetto cumulativo 1 Date le caratteristiche delle tecniche di lavorazione adottabili in cava l eventuale effetto può svilupparsi in un area molto limitata, pertanto lo steso non è da considerarsi cumulabile con quello derivante da altri ambiti. Reversibilità 1 La reversibilità degli effetti è valutata come totale in quanto viene reputato altamente improbabile un evento di crollo di strutture in seguito all attività. Data la natura delle metodiche applicabili viene pertanto considerata l eventualità di eventuali lesioni lievi alle strutture sensibili. Rischi per la salute 1 Estensione degli effetti 3 Valore e vulnerabilità dell ambiente 3 Superamento livelli di qualità e/o di valori limite 2 I valori sopra riportati si riferiscono alle normali condizioni di uso attese per l ambito. 38

40 PRODUZIONE DI RIFIUTI E SCORIE Significatività del parametro: Probabilità 5 Durata 4 Frequenza 5 Significatività 14 Analizzando nel dettaglio il tipo di attività si possono individuare le seguenti tipologie di rifiuti e scarti principali: 1. rifiuti di estrazione 2. oli minerali esausti (CER scarti di olio motore, olio per ingranaggi e oli lubrificanti) 3. rifiuti di esplosivi (CER * - altri esplosivi di scarto) I rifiuti di cui ai punti 2 e 3, ancorché classificati come rifiuti pericolosi, non risultano essere di particolare interesse e rilevanza nello specifico poiché: le quantità attese rientrano in un ordine di grandezza facilmente gestibile tramite le normali procedure e dotazioni esistenti nell ambito territoriale di competenza; la loro gestione è regolata da specifica normativa; non sono esclusivi dell attività specifica. In merito ai rifiuti di estrazione si nota quanto segue: la gestione dei rifiuti di estrazione è normata dal D.Lgs. 30 maggio 2008 n I rifiuti di estrazione sono definiti all art. 3 comma d) come rifiuti derivanti dalle attività di prospezione o di ricerca, di estrazione, di trattamento e di ammasso di risorse minerali e dallo sfruttamento delle cave. Il decreto stabilisce le misure, le procedure e le azioni necessarie per prevenire o ridurre il più possibile eventuali effetti 39

41 negativi per l ambiente, in particolare per l acqua, l aria, il suolo, la fauna, la flora e il paesaggio, nonché eventuali rischi per la salute umana, conseguenti alla gestione dei rifiuti prodotti dalle industrie estrattive (art. 1). La gestione di tali rifiuti è realizzata mediante un piano di gestione dei rifiuti (art. 5) volto alla riduzione della produzione, al trattamento, al recupero e allo smaltimento dei rifiuti stessi. Dall analisi svolta al paragrafo relativo al consumo di suolo emerge che in tutti gli ambiti/poli di cui al presente piano, il materiale di scarto proveniente dalle lavorazioni verrà utilizzato nella fase di ripristino finale delle aree di cava, riutilizzo, di fatto, tutti i rifiuti di estrazione prodotti. Influenza del Piano 2 Il piano interviene nella gestione dell aspetto predisponendo le condizioni, per la minimizzazione degli scarti (priorità ai siti con minori quantità di volumi di scarto),e per il loro riutilizzo in fase di ripristino seguendo le finalità della normativa di settore. Grado di controllo 1 Per una corretta gestione dell aspetto il Piano rimanda al rispetto della normativa vigente in materia. Effetto cumulativo 1 L attività di gestione dei rifiuti è risolta all interno di ciascun ambito/polo. Reversibilità 1 40

42 La produzione di rifiuti e scarti è limitata all attività e la loro collocazione a dimora e/o smaltimento non da luogo a effetti residui protratti nel tempo. Rischi per la salute 2 Estensione degli effetti 1 Valore e vulnerabilità dell ambiente 3 Superamento livelli di qualità e/o di valori limite 1 Mediamente l aspetto non presenta rilevanti rischi per la salute. Questi possono essere legati essenzialmente all eventuale rilascio nell ambiente di oli esausti e alla diffusione di polveri residue delle lavorazioni, in entrambi i casi derivando il rischio da possibili eventi incidentali e/o gestione non conforme dell aspetto. Gli effetti sono considerabili essenzialmente localizzati: il primo, relativo agli oli esausti, al punto di rilascio dato che le quantità potenzialmente interessate risultano molto modeste in rapporto alla sensibilità dell ambiente e all eventuale superamento di valori limite; il secondo, polveri, risulta limitato agli ambienti di lavoro per i quali risultano comunque applicabili le norme in materia di sicurezza e igiene del lavoro. 4.5 CONSUMO DI MATERIALI LITOIDI Il quantitativo di materiale, argilla e sabbia di monte, estraibile nell ambito del territorio dell Unione dei Comuni è stato pianificato dall Amministrazione Provinciale di Forlì Cesena all interno del Piano Infraregionale delle Attività Estrattive. Il suddetto processo di pianificazione si fonda sulla stima del fabbisogno, calcolato su scala provinciale, di materiali inerti nei dieci anni di validità del PIAE che è di seguito riportata. Si pone l attenzione sui quantitativi di sabbia di monte e di ghiaia e sabbia messi a disposizione dal PIAE poiché rappresentano rispettivamente più del 60% e il 30% dell intera programmazione di 41

43 estrazioni nel territorio dell Unione Montana Acquacheta Romagna Toscana nei territori comunali di Dovadola, Modigliana, Portico e S.Benedetto, Rocca San Casciano e Tredozio. 42

44 Comune di Dovadola Comune di Modigliana Comune Tredozio Comune di Portico e San Benedetto Comune di Rocca San Casciano Totale Unione dei Comuni Provincia di Forlì - Cesena Previsione dei consumi necessari per l attuazione dell attività urbanistica pianificata. Previsione dei consumi necessari per la manutenzione e il rinnovo del tessuto urbanistico esistente Previsione dei consumi necessari per la costruzione delle nuove infrastrutture previste all interno di strumenti di pianificazione e programmazione Previsione dei consumi per il mantenimento della rete stradale esistente Previsione di consumi di materiali inerti per la realizzazione delle opere di difesa del suolo e della costa Previsione dei quantitativi destinati all esportazione fuori provincia Materiale proveniente da recuperi e riciclaggi totale

45 Sulla base delle stime dei fabbisogni effettuate il PIAE ha previsto la seguente disponibilità decennale complessiva in m 3 : Comune di Dovadola Comune di Modigliana Comune Tredozio Comune di Portico e San Benedetto Comune di Rocca San Casciano Totale Unione dei Comuni Provincia di Forlì - Cesena Disponibilità di Sabbie di monte Disponibilità di Argilla Disponibilità di Ghiaia- sabbia Disponibilità di Conglomerato Disponibilità di Calcare Disponibilità di Pietra da taglio Tot

46 Sulla base della programmazione del PAE le disponibilità reali e pianificabili sono le seguenti: Comune di Dovadola Comune di Modigliana Comune Tredozio Comune di Portico e San Benedetto Comune di Rocca San Casciano Disponibilità di Sabbie di monte Disponibilità di Argilla Disponibilità di Ghiaia- sabbia Disponibilità di Conglomerato Disponibilità di Calcare Disponibilità di Pietra da taglio Tot

47 Così suddivise tra i singoli poli/ambiti. Comune zonizzazione località Cubatura PIAE (m 3 ) Cubatura PAE (m 3 ) Dovadola Polo 3 Bellavista Dovadola Polo 2 Casolani Dovadola Ambito 1 Schiavina Dovadola Ambito 2 Canovetta Dovadola Ambito 3R Mazzincollo Modigliana Polo 20 Cà Stronchino Rocca San Ambito 1 Molino Cavina Casc Rocca San Ambito 2 Veteggio Casc Rocca San Ambito 3 Poggio Casc Rocca San Polo 35 Monte del Sasso Casc Portico e Ambito 1 Cà della Via San Ben. (+6.000) Portico e Ambito 2 Spunghe San Ben Tredozio Polo 35 Monte del Sasso

48 Dall osservazione di questi dati emerge come la disponibilità della sabbia di monte nell intero territorio provinciale programmata dal PIAE risulta far carico al Comune di Dovadola di circa un diciasettesimo del fabbisogno totale stimato. Per quanto riguarda le sabbie e ghiaie sono disponibili nei comuni di Modigliana e Rocca San Casciano mentre la pietra da taglio è disponibile nei comuni di Tredozio e Portico e San Benedetto. I quantitativi pianificati sono poco rilevanti rispetto alle quantità disponibili nel decennio su tutto il territorio provinciale. Un altro aspetto da considerare è il consumo di materiale litoide in fase di ripristino ambientale. Come più sopra evidenziato, il materiale di scarto derivante dalla coltivazione non sarà sufficiente a realizzare il ripristino ambientale, pertanto sarà necessario l acquisto di materiale idoneo. Al fine di ridurre il consumo di materiale litoide pregiato, si ritiene opportuno che, in sede progettuale, venga valutata la possibilità di utilizzare terre e rocce da scavo ai sensi dell art. 185 del D.Lgs. 152/06, oppure materie prime secondarie derivanti dal recupero di rifiuti inerti Valutazione del parametro Significatività del parametro: Probabilità 5 Durata 5 Frequenza 5 Significatività 15 Le tipologie di intervento e recupero previsti consentiranno, una volta esaurito il Piano, di prevedere, con un successivo strumento di pianificazione, l ulteriore prosecuzione delle attività estrattive compatibile con l ambiente. 47

49 Influenza del Piano 2 Il Piano gestisce l aspetto secondo quanto stabilito dai preordinati strumenti di pianificazione cui si conforma per le previsioni generali. Grado di controllo 5 L aspetto, che costituisce l obiettivo primario del Piano, è ampiamente e compiutamente definito. Effetto cumulativo 5 L effetto cumulativo viene in questo caso riferito all esito del Piano nel suo complesso. Reversibilità 5 La sottrazione di risorsa è, in questo caso, irreversibile trattandosi di una risorsa non rinnovabile. Il Piano mette in evidenza come, complessivamente, l esito delle attività sia sostenibile in relazione alle esigenze e agli obiettivi prefissati. Rischi per la salute 1 Estensione degli effetti 2 Valore e vulnerabilità dell ambiente 3 Superamento livelli di qualità e/o di valori limite 1 Mediamente l aspetto non presenta particolari rischi per la salute e per l ambiente. 4.6 ALTERAZIONE DEI FLUSSI IDRICI 48

50 Di seguito è riportata la stima della variazione di deflusso superficiale per ciascun ambito. Significatività del parametro: Probabilità 3 Durata 3 Frequenza 5 Significatività 11 Il parametro risulta significativo. Per l analisi dell aspetto si suddividono gli ambiti/poli in due categorie: gli ambiti/poli ubicati lungo le aste fluviali e gli ambiti/poli non ubicati lungo le aste fluviali. Per questi ultimi tale aspetto non presenta particolari criticità e può essere risolto adottando gli opportuni accorgimenti nella realizzazione della rete di captazione e deflusso delle acque superficiali sia in fase di lavorazione che di recupero. L aspetto presenterà maggiori criticità per gli ambiti che si trovano lungo le aste fluviali. A scala di Piano risulta difficile fare una stima degli effetti che si produrranno su ciascun ambito/polo, risulta quindi necessaria, in fase progettuale, una dettagliata analisi del fenomeno con l individuazione di eventuali sistemi di mitigazione. L aspetto è contemplato dalla normativa del Piano sia per la fase di lavorazione che per il successivo recupero con la formulazione di criteri e prescrizioni. Influenza del Piano 2 Il Piano può influire solamente sulla pianificazione della coltivazione all interno degli ambiti/poli. Grado di controllo 4 49

51 L aspetto risulta adeguatamente considerato e normato entro il Piano. Effetto cumulativo 4 Gli effetti teoricamente applicabili delle attività di estrazione in merito all aspetto potrebbero risultare i seguenti: - accelerazione o rallentamento dei tempi di corrivazione; - maggiore erosione dei suoli e trasporto solido; - fenomeni di erosione concentrata a valle delle opere di regimazione di cantiere. Di fatto si nota come la superficie totale interessata dalla pianificazione, anche nel caso non probabile di una contemporanea coltivazione di tutti gli ambiti, è di scarsa incidenza rispetto alla superficie totale del bacino idrografico. Questo fatto, unito alla parziale compensazione degli effetti tra ambiti di estrazione (accelerazione del deflusso delle superfici decorticate rallentamento nelle superfici a deposito e/o recupero), non pone particolari esigenze in merito alla cumulazione degli effetti. In merito ai fenomeni di erosione concentrata potenzialmente indotti dalle opere di regimazione è opportuno verificare che questi risultino contenuti e non si sommino ad eventuali fattori diversi concorrendo a produzione di fenomeni di instabilità in zone sensibili. Sarà pertanto necessario che i singoli progetti risolvano, come previsto e normato, le singole necessità di regolazione del deflusso valutando la sensibilità agli effetti previsti dei terreni sottostanti. Reversibilità 1 50

52 Le norme relative al recupero finale dei siti prevedono, tra le altre esigenze, il recupero delle condizioni di deflusso naturale delle acque. La diminuzione di superfici decorticate o a bassa permeabilità, sostituite da superfici a bosco o a pascolo, e la diminuzione complessiva delle pendenze conseguenti alle attività e frutto delle linee generali dettate per i ripristini finali consentiranno una complessiva diminuzione dei coefficienti di deflusso e una minore erosione dei suoli entro le superfici interessate. L aspetto risulta quindi, oltre che totalmente reversibile, risulta investito da un impatto di segno positivo per effetto delle attività pianificate. Rischi per la salute 1 Estensione degli effetti 3 Valore e vulnerabilità dell ambiente 3 Superamento livelli di qualità e/o di valori limite 2 In merito all aspetto non sono rilevabili particolari rischi per l ambiente o per la salute riconducibili all attività ad eccezione di quelli sopra richiamati in merito alla cumulazione degli effetti. Unica alterazione significativa che può essere potenzialmente applicata è quella relativa al trasporto solido che, in caso di non idonea regimazione delle acque, può verificarsi. 4.7 CONSUMO DI ACQUA Significatività del parametro: Probabilità 5 Durata 4 Frequenza 4 Significatività 13 Il parametro risulta significativo. 51

53 Il consumo di acqua nella conduzione di attività estrattive è limitato all abbattimento delle polveri negli impianti di frantumazione e vagliatura del materiale e alle attività di depolverizzazione di piste e piazzali interni. Come indicato nel capitolo relativo agli scarichi idrici, in caso di presenza di impianti di lavorazione, si suggerisce di gestire le acque di prima pioggia derivanti dai piazzali attraverso piccoli bacini interni all area di cava in modo da poter riutilizzare l acqua immagazzinata. In ogni caso l acqua raccolta dai bacini di decantazione della rete di raccolta e smaltimento delle acque meteoriche può essere destinata a tali usi. Il consumo di acqua quindi risulta trascurabile a scala di Piano. Influenza del Piano 3 Il Piano non ha influenza diretta sull aspetto che può essere meglio affrontato e risolto entro strumenti diversi. Grado di controllo 2 Il Piano prende in considerazione l aspetto per quanto di competenza. Effetto cumulativo 1 Visto che il consumo in ciascun ambito è stimato come trascurabile, l effetto viene considerato non cumulabile. Reversibilità 1 L aspetto è strettamente legato allo svolgersi dell attività e ha termine con la stessa. 52

54 Rischi per la salute 1 Estensione degli effetti 2 Valore e vulnerabilità dell ambiente 4 Superamento livelli di qualità e/o di valori limite 1 In ragione dell importanza della risorsa acqua si è dato un punteggio maggiore al valore e alla vulnerabilità del ambiente sensibile all aspetto. Vista la scarsa rilevanza del consumo di acqua non si ravvedono particolari rischi per la salute e/o problematiche in merito al livello di qualità della vita. 4.8 SCARICHI IDRICI, INQUINAMENTO ACQUE Le acque meteoriche defluendo all interno dell area di coltivazione erodono le superfici scoperte e i cumuli di materiale lavorato trasportando in sospensione la parte più fine del materiale. Le acque che quindi arrivano ai corpi idrici recettori risultano caratterizzate, se non controllate, da una concentrazione di solidi sospesi che può alterare il livello di qualità dei corsi d acqua. Il D.Lgs 152/06 all art.113 demanda le competenze sulle acque meteoriche e di dilavamento a livello regionale prevedendo, in determinati casi, l obbligo di autorizzazione per gli scarichi di acque meteoriche, la separazione e lo specifico trattamento delle acque di prima pioggia derivanti da superfici potenzialmente contaminate. Tali acque sono sottoposte alla disciplina delle Acque di prima pioggia e di lavaggio da aree esterne (art. 39 D.Lgs. 152/99). In particolare si fa riferimento alla Deliberazione di giunta Regionale regione Emilia-Romagna del 14 febbraio 2005 Direttiva concernente indirizzi per la gestione delle acque di prima pioggia e di lavaggio da aree esterne (art. 39 D.Lgs.11 maggio 1999, n. 152) e alla Deliberazione di giunta Regionale 1860/2006 Linee guida di indirizzo 53

55 per la gestione acque meteoriche di dilavamento e acque di prima pioggia in attuazione alla deliberazione G.R. n. 286 del 14/02/2005. Le attività estrattive rientrano nel caso 2 del punto 8 della suddetta direttiva, poiché per tali attività Il dilavamento delle superfici scoperte, in relazione alle attività che in esse si svolgono o agli usi previsti, non si esaurisce con le acque di prima pioggia bensì si protrae nell arco di tempo in cui permangono gli eventi piovosi. In linea generale tali condizioni si realizzano quando non sono state adottate le misure atte ad evitare/contenere, durante il periodo di pioggia, il dilavamento delle zone nelle quali si svolgano fasi di lavorazione o attività di deposito/stoccaggio di materie prime/scarti o rifiuti. Sempre in base alla direttiva per queste casistiche trovano applicazione le seguenti disposizioni: le acque meteoriche di dilavamento si qualificano a tutti gli effetti come acque di scarico da assoggettare alla disciplina ed al regime autorizzativo previsto dal decreto. A questo fine tali acque sono definite come acque reflue di dilavamento. per il recapito in corpo idrico superficiale e sul suolo detta qualificazione comporta il rilascio dell autorizzazione allo scarico ai sensi del decreto da parte dell Autorità competente; ne consegue che tali acque dovranno essere sottoposte a trattamenti adeguati che consentano il rispetto dei valori limite di emissione previsti per le acque reflue industriali alle quali, di fatto, sono riconducibili per natura e per processo di formazione dello scarico. Nel caso di recapito sul suolo valgono le disposizioni di cui all art. 29, comma 1, lettera c del decreto. 54

56 Nel caso specifico di attività estrattive, la D.G.R. 286/2005 disciplina e specifica distinguendo tra le aree in cui sono ubicati gli impianti di frantumazione e di lavaggio e le aree dove si svolge l attività estrattiva (sia essa ghiaia, sabbia, argilla, roccia, etc. ). Nel primo caso sono soggetti alla direttiva di cui sopra con quanto concerne. Nel secondo caso, di attività estrattiva vera e propria, sono esclusi (4.3 Precisazioni applicative per particolari settori di attività- B): trattasi di aspetti di aspetti connessi alla regimazione delle acque meteoriche che dilavano in condizioni naturali una superficie di suolo. Vista la rilevanza ambientale dell aspetto e la sua interconnessione con gli aspetti già citati dell alterazione degli scorrimenti superficiali da un lato e con quello del consumo di acqua dall altro, in sede di progetto (piano di coltivazione e progetto di coltivazione) dovrà essere opportunamente trattato con specifica analisi il complesso delle esigenze connesse al bilancio idrico dell attività (comprese le esigenze di difesa del suolo) quantificando tutte le componenti e formulando le migliori e specifiche soluzioni che diano risposta unitaria alle diverse problematiche Valutazione del parametro Significatività del parametro: Probabilità 5 Durata 4 Frequenza 2 Significatività 11 Influenza del Piano 3 Il Piano non interviene direttamente sull'aspetto che è regolato da specifica normativa. 55

57 Grado di controllo 1 Effetto cumulativo 2 L'effetto cumulativo dell'aspetto può presentare caratteri di criticità solo in condizioni diffusamente anomale e in assenza di controllo. In tal caso infatti potrebbe generarsi un eccesso di torbidità delle acque superficiali in occasione di periodi di scarsi deflussi. Reversibilità 2 L'aspetto è legato alle attività e ha generalmente termine con la cessazione di queste. Unico effetto reversibile su tempi maggiori di quelli della durata del Piano è l'eventuale alterazione dell'ecosistema acquatico conseguente a scarichi non conformi. Tale evenienza appare, allo stato dell'analisi, come improbabile. Rischi per la salute 1 Estensione degli effetti 2 Valore e vulnerabilità dell ambiente 3 Superamento livelli di qualità e/o di valori limite 3 I rischi connessi ai possibili effetti sono prevalentemente legati allo scadimento della qualità delle acque superficiali e del relativo ecosistema possibili solo in caso di incidente. 4.9 CONSUMO DI ENERGIA - Il consumo di energia indotto dalle attività pianificate può essere distinto, per una migliore trattazione dell aspetto nel suo complesso, in tre componenti principali: 56

58 consumo di carburanti nella fase di trasporto; - consumo di carburanti nella fase di escavazione; Per quanto attiene al consumo di carburante in fase di trasporto l aspetto esula dal controllo del presente Piano. Una valutazione di questa componente compete infatti al livello di PIAE dove è possibile prevedere, per il possibile, una ottimale distribuzione delle quantità e delle tipologie di materiale disponibile in relazione alla prevedibile distribuzione territoriale dei fabbisogni. In merito al consumo di carburanti nella fase di escavazione si rileva come tale componente sia connessa al livello di progetto, pertanto si ritiene qui di fornire alcune indicazioni che meglio possono orientare le scelte di progetto e la valutazione delle stesse in sede di VIA/Screening. Il consumo di carburanti in fase di escavazione del materiale può essere ridotto attraverso una corretta pianificazione delle attività e collocazione dei piazzali e degli impianti tali da limitare gli spostamenti del materiale. Negli ambiti/poli dove è prevista l estrazione di pietra da taglio potranno essere valutate tecniche di lavorazione che minimizzino l impiego dei mezzi in special modo per la fase di rimozione del cappellaccio. È infatti questa la fase con maggior impiego della potenza dei mezzi e, altresì, di maggior produzione di polveri. A tal fine sarà quindi opportuno che il progetto e il piano di coltivazione prevedano, e valutino nei diversi aspetti connessi, l eventuale impiego di esplosivo Valutazione del parametro Significatività del parametro: Probabilità 5 57

59 Durata 4 Frequenza 5 Significatività 14 Il consumo di energia per l'attività è legato all'utilizzo di mezzi d'opera per l'escavazione e il trasporto dei materiali (carburanti). In merito si nota che: è compatibile con il tipo di attività e di risorsa; appare, nel complesso delle attività pianificate, di scarso rilevo generale; le metodologie di scavo, i mezzi e i macchinari impiegati sono, nel complesso, tecnologicamente adeguati. Ancorché l'aspetto risulti, in generale, significativo e pertanto applicabile nello specifico delle attività pianificate non appare rilevante. Influenza del Piano 2 L'aspetto non attiene specificatamente all'ambito di competenza del Piano. Grado di controllo 1 L'aspetto non è rilevato come specificatamente significativo e di rilevanza per le caratteristiche delle attività pianificate e pertanto non risulta considerato. Effetto cumulativo 4 I fabbisogni energetici derivanti dalle attività sono generalmente modesti e compatibili con le dotazioni locali, l'aspetto può eventualmente essere più opportunamente analizzato entro strumenti di pianificazione urbanistica sovraordinati in relazione al complesso del problema. Reversibilità 1 58

60 Il consumo di energia è direttamente legato allo svolgersi delle attività e ha termine con esse. Data la limitatezza e marginalità dell'ambito non risulta ragionevole valutare entro lo strumento la sostituzione o il bilanciamento dell'energia spesa e/o il ricorso ad energie alternative. Rischi per la salute 1 Estensione degli effetti 1 Valore e vulnerabilità dell ambiente 3 Superamento livelli di qualità e/o di valori limite 1 Per la sua valenza specifica e le sue caratteristiche non si ritiene che l'aspetto richieda particolari misure di controllo e/o monitoraggio EMISSIONI DI GAS E POLVERI IN ATMOSFERA Significatività del parametro: Probabilità 5 Durata 4 Frequenza 3 Significatività 12 In relazione all'aspetto possono essere fatte considerazioni analoghe a quelle relative alla produzione di rumore. Per quanto attiene alle emissioni dei mezzi d'opera, alle polveri e ai fenomeni connessi all uso di esplosivi, infatti, questi sono aspetti di interesse esclusivamente locale, da valutarsi in sede di valutazioni ambientali dei progetti, e di entità assoluta comunque modesta. Nella successiva Tabella 2 sono riportate le principali pratiche di controllo e bonifica degli impatti legati alle emissioni di particolati aerodispersi, tali pratiche consentono di mitigare tale impatto attraverso una specifica pianificazione delle lavorazioni. 59

61 Il criterio e i risultati dell'analisi utilizzati per la valutazione dell'aspetto rumore sono implicitamente riferibili anche ai presenti. La significatività dell'aspetto risulta maggiore per livelli di approfondimento ulteriori più che non a scala di Piano. Influenza del Piano 3 Gli aspetti non rientrano direttamente nell'ambito di competenza del Piano in quanto rilevati come di interesse limitato agli ambiti. Grado di controllo 1 Le attività estrattive sono soggette a quanto disposto dall art. 269 del D.Lgs. 3 aprile 2006, n. 152, pertanto, come previsto nelle norme tecniche di attuazione del piano, tali attività devono richiedere alla Provincia competente l autorizzazione alle emissioni in atmosfera. Tale norma vale anche per le cave in atto al momento dell approvazione del presente Piano che, sulla base di quanto disposto dall art. 281 del medesimo decreto, devono adeguarsi alla norma in vigore. Effetto cumulativo 2 Come per la produzione di rumore, l effetto cumulativo di questo aspetto può rivelarsi eventualmente significativo, in relazione ai livelli di qualità della vita, per la sovrapposizione di effetti di ambiti limitrofi in prossimità di zone sensibili (abitati). Appare quindi opportuno prendere in considerazione l aspetto entro la procedura di screening dei singoli ambiti. Reversibilità 1 60

62 Gli effetti attesi possono eventualmente incidere relativamente alla qualità della vita più che non costituire rischio per la salute, in ragione di ciò sono considerabili come totalmente reversibili al termine delle attività. Rischi per la salute 5 Estensione degli effetti 3 Valore e vulnerabilità dell ambiente 3 Superamento livelli di qualità e/o di valori limite 2 I rischi connessi all'aspetto sono prevalentemente rivolti agli ambienti di lavoro. Come tali esulano dallo specifico campo di applicazione del Piano essendo oggetto di specifiche normative di tutela della salute dei lavoratori. La valutazione degli effetti indotti sulla salute dei lavoratori dovrà essere oggetto del controllo sanitario periodico. L'ambiente, per le caratteristiche dello stesso e l'intensità prevista degli effetti, non risulta al contrario particolarmente sensibile. Gli effetti sul fattore aria dovuti all attività estrattiva sono essenzialmente legati alla produzione di polveri e, in subordine, ai fumi emessi dai mezzi e dagli impianti di escavazione e condizionamento dei materiali e dai mezzi di trasporto. Elenco delle principali pratiche di controllo e bonifica degli impatti legati alle emissioni di particolati aerodispersi 9. 9 IReR Analisi tecnico-scientifica sui criteri operativi di riduzione, in ottica di sviluppo sostenibile, dell impatto ambientale da agenti chimici e fisici nelle attività estrattive, Project leader: Daniela Gregorio 61

63 Operazione/Sorgente Scopertura del giacimento e gestione del materiale di copertura Estrazione Drilling and Blasting Taglio (lapidei ornamentali) Carico e scarico del materiale Trasporto interno Nastro trasportatore Pale e/o dumper Trattamento (frantumazione e vagliatura) Pratiche di riduzione del rumore - Pianificare l operazione in periodi non secchi o particolarmente ventosi - Limitare la durata delle operazioni al minimo indispensabile - Limitare le superfici esposte al minimo indispensabile per la coltivazione - Collocare i cumuli in aree non esposte ai venti più frequenti ed intensi oppure predisporre barriere di protezione - Mantenere una limitata altezza dei cumuli - Inerbire prontamente i cumuli di materiale da stoccare a lungo - Spruzzare regolarmente con acqua (ed eventuali additivi) i cumuli non inerbiti o coperti - Minimizzare le movimentazioni di materiale - Orientare i fronti in modo da ridurre l esposizione ai venti prevalenti - Selezione delle tecnologie con emissioni contenute e programma di manutenzione - Utilizzare i dispositivi di aspirazione della polvere a bocca foro istallati sulle perforatrici - Perforare ad umido - Rimuovere le parti fini create con la perforazione prima del brillamento - Eseguire il borraggio dei fori a regola d arte - Evitare i brillamenti in momenti di vento particolarmente intenso - Eseguire il taglio ad umido - Organizzare un sistema di raccolta delle acque di sedimentazione e smaltimento delle parti solide - Spruzzare con acqua il materiale abbattuto prima delle operazioni di carico - Ridurre l altezza di caduta nelle operazioni di carico e scarico - Collocare piste o tracciato del nastro trasportatore in zone non esposte ai venti prevalenti - Predisporre cortine alberate o barriere artificiali a protezione dei ricettori sensibili - Ottimizzare le distanze tra punto di carico e scarico - Coprire il nastro - Spruzzare con acqua il materiale - Proteggere dal vento i punti di alimentazione, trasferimento e scarico - Utilizzare raschiatori per la pulizia del nastro, con raccolta e smaltimento del materiale asportato - Limitare la velocità di transito dei mezzi - Rivestire piste e piazzali e mantenerli puliti - Bagnare regolarmente con acqua (ed eventuali additivi) le superfici non rivestite - Coprire i cassoni dei dumper su lunghe percorrenze - Scelta degli impianti e programma di manutenzione - Collocare gli impianti in zone non esposte ai venti prevalenti - Predisporre cortine alberate o barriere artificiali a protezione dei ricettori sensibili - Confinare l impianto in struttura chiusa - Proteggere dal vento e spruzzare con acqua i punti di 62

64 Stoccaggio del materiale in cumulo alimentazione - Collocare i cumuli in zone non esposte ai venti prevalenti - Predisporre cortine alberate o barriere artificiali a protezione dei ricettori sensibili - Ridurre l altezza di caduta del materiale - Adottare maniche telescopiche allo scarico dal nastro trasportatore - Spruzzare regolarmente con acqua (ed eventuali additivi) i cumuli - Ridurre l altezza dei cumuli - Minimizzare le movimentazioni dei materiali Tabella 2 pratiche di controllo emissioni di particolato 4.11 BRILLAMENTO MINE In base alle consuete metodologie di coltivazione può essere previsto, per l estrazione di pietra da taglio, l impiego di tecniche di abbattimento tramite esplosivo. In particolare l esplosivo può venire impiegato, per la rimozione del cappellaccio o per la coltivazione delle porzioni più tenaci del banco. Nel primo caso la frequenza risulta limitata a circa una volta al giorno per la durata della fase di lavorazione, mentre nel secondo, limitato alle cave di materiale in blocchi, la frequenza è di circa 2 3 volte al giorno. In termini di emissioni in atmosfera e acustiche l utilizzo prolungato ed intensivo di mezzi meccanici porta alla creazione di scenari sicuramente maggiormente impattanti e più difficilmente controllabili rispetto a quelli conseguenti all utilizzo di esplosivo. Per quanto riguarda gli impatti causati dall utilizzo di esplosivo tra questi, di varia natura, si rimarcano in particolare i seguenti: rumore; vibrazioni; produzione di polveri; 63

65 Rumore Tale aspetto andrà trattato in sede di VIA/screening. La valutazione di tale aspetto dovrà, da un lato, verificare il rispetto dei limiti di emissione sonora previsti dalla legislazione, e, dall altro, verificare gli effetti che l onda d urto provocata dalle esplosioni arrecherà ai recettori più vicini in termini di vibrazioni indotte. Da quanto risulta da studi effettuati sulle popolazioni residenti nelle immediate vicinanze di cave, il disagio dovuto al rumore provocato dalle esplosioni è provocato non tanto dall intensità del suono quanto dal fatto che questo arriva all improvviso, inatteso. Un fischio di sirena immediatamente prima e durante il brillamento della volata riduce il disagio, in quanto mette la gente all intorno in stato di preallerta per l improvviso rombo dell esplosione. 10 A livello di piano l impatto rumoroso indotto dal brillamento mine non risulta rilevante, mentre è necessaria una sua valutazione e una sua corretta gestione a livello di ciascun ambito estrattivo Vibrazioni Le vibrazioni indotte dal brillamento delle mine sono di natura diversa: vibrazioni causate dall onda d urto dell esplosione che si diffondono in aria e vibrazioni trasmesse attraverso il terreno. Gli effetti causati dalle vibrazioni che si trasmettono attraverso l aria andranno affrontati all interno della relazione di impatto acustico, mentre per le vibrazioni che si trasmettono attraverso il terreno di seguito si dettagliano i possibili effetti indotti. 10 R.Folchi, L.Minicillo, F.Santandrea - Demolizioni con esplosivi in centri urbani L ingegnere Italiano n.230 Aprile

66 È necessario precisare che in base alle consuete metodologie di coltivazione la carica necessaria alla frantumazione del materiale è ripartita all interno di fori disposti nel terreno in base ad una precisa geometria. Le cariche presenti all interno dei fori non vengono brillate contemporaneamente, vengono normalmente utilizzati dei relais che ritardano l esplosione delle cariche in modo da impedire la sovrapposizione delle onde d urto conseguenti Approfondimenti in merito ai possibili danni legati alle vibrazioni indotte dall uso di esplosivo. Quando viene eseguita un operazione di sparo di esplosivo una parte di energia liberata viene convertita in vibrazioni trasmesse al terreno. Il mezzo, suolo o roccia, attraverso il quale l onda sismica si propaga viene considerato un mezzo elastico composto da innumerevoli particelle. Il moto di tali particelle è generalmente classificato in due principali suddivisioni: onde superficiali e onde profonde. Ulteriori suddivisioni identificano le onde Rayleigh, con moto circolare o rotazionale, onde P (onde di compressione) e onde S (onde di taglio). Il movimento del terreno consiste in una combinazione di tutte queste forme di onde. Vi sono numerosi modi per misurare l intensità di tali onde tramite lo spostamento delle particelle, la velocità di oscillazione o l accelerazione. La velocità di picco delle particelle è il parametro che, unitamente alla frequenza di vibrazione, viene considerato il più appropriato e accurato indicatore di possibile danno da uso di esplosivo. Per lungo tempo la velocità delle particelle è stata utilizzata come solo indicatore di possibile danno e numerose sono state le proposte di limiti basate su di essa di cui si riportano esempi nella tabella seguente: 65

67 Langefors et al., 1978 (limiti di apparizione del danno) Edwards e Northwood, 1960 Dvorak 70 mm/s in rocce dure 35 mm/s in rocce mediamente dure 18 mm/s in materiali non consolidati 50 mm/s della componente longitudinale in corrispondenza delle fondazioni da 10 a 30 mm/s: limite di apparizione del danno da 30 a 60 mm/s: danni lievi sopra 60 mm/s: danni rilevanti Successivi lavori eseguiti in numerosi paesi europei, in Canada e in Australia hanno proposto diversi valori di velocità massima delle particelle come limite per evitare danni alle costruzioni, tutti i valori proposti variano tra 10 e 20 mm/s. Più recenti ricerche hanno messo in evidenza come lo spettro delle frequenze del movimento vibratorio sia altrettanto o più importante della velocità di vibrazione nella valutazione del danno potenziale. Ciascuna struttura infatti, quando eccitata vibra ad una frequenza naturale fondamentale. La massima risposta di un edificio alle vibrazioni indotte dall esplosivo interviene quando la frequenza a cui vibra il terreno corrisponde alla frequenza naturale della struttura, è in tal caso infatti che viene trasmessa all edificio la quantità massima di energia. Per una medesima velocità delle particelle sarà pertanto meno probabile il verificarsi di un danno per frequenze alte (>40 Hz) che non per una frequenza dominante bassa. Numerosi studi hanno infatti verificato come le frequenze di vibrazione per diverse strutture siano tipicamente inferiori a 20 Hz. Le diverse normative oggi adottate tengono pertanto in considerazione gli effetti che le basse frequenze possono causare per le diverse velocità di picco delle particelle. Pur non esistendo, per il nostro paese, una specifica normativa, tra i riferimenti più utilizzati e qui applicabili per la determinazione di opportuni limiti di sicurezza vi sono: 66

68 UNI 9614: Misura delle vibrazioni negli edifici e criteri di valutazione del disturbo. - UNI 9916: Criteri di misura e valutazione degli effetti delle vibrazioni sugli edifici ; - DIN 4150 parte terza Le vibrazioni nelle costruzioni: effetti sui manufatti. Le norme UNI citate derivano sostanzialmente dalle DIN e stabiliscono un prospetto del rapporto tra le velocità e le relative frequenze ritenuto accettabile per la garanzia di integrità delle diverse costruzioni come di seguito riportato in forma tabellare e grafica. 67

Piano Attività Estrattive

Piano Attività Estrattive 1. PREMESSA Posti gli obiettivi della pianificazione e le scelte effettuate dal Piano in merito al loro raggiungimento possono essere definiti una serie di indicatori che consentano il monitoraggio delle

Dettagli

COMUNE DI PORTICO AREA ESTRATTIVA "SPUNGHE - AMBITO 2

COMUNE DI PORTICO AREA ESTRATTIVA SPUNGHE - AMBITO 2 COMUNE DI PORTICO AREA ESTRATTIVA "SPUNGHE - AMBITO 2 1. INQUADRAMENTO Comune di: Portico e San Benedetto. Località: Spunghe di San Benedetto in Alpe. Elaborato cartografico di riferimento: Tav. 265 NO

Dettagli

Ambito estrattivo 3S - Scalello

Ambito estrattivo 3S - Scalello Ambito estrattivo 3S - Scalello Comune di: Sarsina Località: Scalello Area inserita nel PAE Comunale con sigla: Ii10 Stato di fatto: Area con attività estrattiva in corso L Area è inserita nel PIAE vigente?:

Dettagli

Piano Attività Estrattive

Piano Attività Estrattive 1 PREMESSA Obiettivo del presente documento è quello di riassumere le valutazioni degli effetti territoriali e ambientali del Piano, come generati dalle scelte effettuate, in riferimento ai fattori ambientali

Dettagli

COMUNE DI CASTROCARO e TERRA DEL SOLE AREA ESTRATTIVA "CASOLANI" - POLO 2

COMUNE DI CASTROCARO e TERRA DEL SOLE AREA ESTRATTIVA CASOLANI - POLO 2 COMUNE DI CASTROCARO e TERRA DEL SOLE AREA ESTRATTIVA "CASOLANI" - POLO 2 1. INQUADRAMENTO Comune di: Castrocaro Terme - Terra del Sole. Località: Casolani. Elaborato cartografico di riferimento: Tavola

Dettagli

COMUNE DI PORTICO AREA ESTRATTIVA CA' DELLA VIA - AMBITO 1

COMUNE DI PORTICO AREA ESTRATTIVA CA' DELLA VIA - AMBITO 1 COMUNE DI PORTICO AREA ESTRATTIVA CA' DELLA VIA - AMBITO 1 1. INQUADRAMENTO Comune di: Portico e San Benedetto. Località: Cà della Via. Elaborato cartografico di riferimento: Tav. 265 NO Premilcuore. Tipo

Dettagli

COMUNE DI TREDOZIO - PROVINCIA FORLI -CESENA AREA ESTRATTIVA "MONTE DEL SASSO" - POLO 35 AMBITO 1

COMUNE DI TREDOZIO - PROVINCIA FORLI -CESENA AREA ESTRATTIVA MONTE DEL SASSO - POLO 35 AMBITO 1 COMUNE DI TREDOZIO - PROVINCIA FORLI -CESENA AREA ESTRATTIVA "MONTE DEL SASSO" - POLO 35 AMBITO 1 1. Inquadramento Comune di: Tredozio Località: Monte del Sasso Cartografia di riferimento (C.T.R. 1: 25.000):

Dettagli

COMUNI DI ROCCA SAN CASCIANO E TREDOZIO AREA ESTRATTIVA "MONTE DEL SASSO" - POLO 35

COMUNI DI ROCCA SAN CASCIANO E TREDOZIO AREA ESTRATTIVA MONTE DEL SASSO - POLO 35 COMUNI DI ROCCA SAN CASCIANO E TREDOZIO AREA ESTRATTIVA "MONTE DEL SASSO" - POLO 35 1. INQUADRAMENTO Comune di: Rocca San Casciano e Tredozio. Località: Monte del Sasso. Cartografia di riferimento (C.T.R.

Dettagli

Capo I Disposizioni generali Art. 1 Oggetto

Capo I Disposizioni generali Art. 1 Oggetto Regolamento recante istruzioni tecniche per la redazione degli strumenti della pianificazione provinciale e comunale in materia di cave e torbiere, di recupero di cave dimesse o in abbandono e di riutilizzo

Dettagli

REGIONE ABRUZZO DIREZIONE TERRITORIO URBANISTICA BENI AMBIENTALI PARCHI POLITICHE E GESTIONE DEI BACINI IDROGRAFICI

REGIONE ABRUZZO DIREZIONE TERRITORIO URBANISTICA BENI AMBIENTALI PARCHI POLITICHE E GESTIONE DEI BACINI IDROGRAFICI REGIONE ABRUZZO DIREZIONE TERRITORIO URBANISTICA BENI AMBIENTALI PARCHI POLITICHE E GESTIONE DEI BACINI IDROGRAFICI Servizio Aree Protette BBAA e V.I.A. Linee guida per la relazione della Valutazione d

Dettagli

COMUNE DI GALEATA AREA ESTRATTIVA PRATO - AMBITO 2

COMUNE DI GALEATA AREA ESTRATTIVA PRATO - AMBITO 2 COMUNE DI GALEATA AREA ESTRATTIVA PRATO - AMBITO 2 1. INQUADRAMENTO Comune di: Galeata. Località: Podere Prato. Elaborato cartografico di riferimento: Tavola 254 SE - Rocca San Casciano. Tipo di materiale

Dettagli

COMUNE DI MERCATO SARACENO AREA ESTRATTIVA "BORGO STECCHI" AMBITO 2R

COMUNE DI MERCATO SARACENO AREA ESTRATTIVA BORGO STECCHI AMBITO 2R COMUNE DI MERCATO SARACENO AREA ESTRATTIVA "BORGO STECCHI" AMBITO 2R 1. INQUADRAMENTO Comune di: Mercato Saraceno. Località: Borgo Stecchi. Elaborato cartografico di riferimento: Tavola 266NE Mercato Saraceno.

Dettagli

COMUNE DI MELDOLA AREA ESTRATTIVA VERNACCHIA POLO 22

COMUNE DI MELDOLA AREA ESTRATTIVA VERNACCHIA POLO 22 COMUNE DI MELDOLA AREA ESTRATTIVA VERNACCHIA POLO 22 1. INQUADRAMENTO Comune di: Meldola. Località: Vernacchia. Elaborato cartografico di riferimento: Tavola 255 SO - Cusercoli. Tipo di materiale di cui

Dettagli

ALLEGATO A COSTI DI RIPRODUZIONE DEL PIANO TERRITORIALE DI COORDINAMENTO PROVINCIALE (P.T.C.P.)

ALLEGATO A COSTI DI RIPRODUZIONE DEL PIANO TERRITORIALE DI COORDINAMENTO PROVINCIALE (P.T.C.P.) ALLEGATO A COSTI DI RIPRODUZIONE DEL PIANO TERRITORIALE DI COORDINAMENTO PROVINCIALE (P.T.C.P.) DOCUMENTAZIONE PTCP Volume A Il sistema economico sociale ed istituzionale Euro 9,67 Euro 3,38 Allegato A

Dettagli

COMUNE DI BORGHI AREA ESTRATTIVA "FOSSO DI CAVIGNANO" - POLO 11 C

COMUNE DI BORGHI AREA ESTRATTIVA FOSSO DI CAVIGNANO - POLO 11 C COMUNE DI BORGHI AREA ESTRATTIVA "FOSSO DI CAVIGNANO" - POLO 11 C 1. INQUADRAMENTO Comune di: Borghi. Località: Cavignano di Sotto. Cartografia di riferimento (C.T.R. 1: 25.000): Tav. 255 SE - Borello.

Dettagli

COMUNE DI SOGLIANO AL RUBICONE AREA ESTRATTIVA "CAVIGNANO DI SOTTO" - POLO 11 B

COMUNE DI SOGLIANO AL RUBICONE AREA ESTRATTIVA CAVIGNANO DI SOTTO - POLO 11 B COMUNE DI SOGLIANO AL RUBICONE AREA ESTRATTIVA "CAVIGNANO DI SOTTO" - POLO 11 B 1. INQUADRAMENTO Comune di: Sogliano al Rubicone. Località: Cavignano di Sotto. Cartografia di riferimento (C.T.R. 1: 25.000):

Dettagli

COMUNE DI CIVITELLA DI ROMAGNA AREA ESTRATTIVA "S. MARTINO" AMBITO 1

COMUNE DI CIVITELLA DI ROMAGNA AREA ESTRATTIVA S. MARTINO AMBITO 1 COMUNE DI CIVITELLA DI ROMAGNA AREA ESTRATTIVA "S. MARTINO" AMBITO 1 1. INQUADRAMENTO Comune di: Civitella di Romagna. Località: S. Martino in Varolo. Cartografia di riferimento (C.T.R. 1: 25.000): Tav.

Dettagli

COMUNE DI PREMILCUORE AREA ESTRATTIVA MOLINETTO - AMBITO 1

COMUNE DI PREMILCUORE AREA ESTRATTIVA MOLINETTO - AMBITO 1 COMUNE DI PREMILCUORE AREA ESTRATTIVA MOLINETTO - AMBITO 1 1. INQUADRAMENTO Comune di: Premilcuore. Località: Molinetto. Elaborato cartografico di riferimento: Tavola 265 NO - Premilcuore. Tipo di materiale

Dettagli

Ampliamento parco a tema Miragica verifica di assoggettabilità al V.I.A.

Ampliamento parco a tema Miragica verifica di assoggettabilità al V.I.A. PIANO DI LAVORO La presente relazione intende illustrare il Piano di lavoro per la redazione dei lavori di AMPLIAMENTO DEL PARCO A TEMA MIRAGICA nel comune di Molfetta, da realizzare nell area identificata

Dettagli

COMUNE DI CESENA AREA ESTRATTIVA "CA' TANA" POLO 23

COMUNE DI CESENA AREA ESTRATTIVA CA' TANA POLO 23 COMUNE DI CESENA AREA ESTRATTIVA "CA' TANA" POLO 23 1. INQUADRAMENTO Comune di: Cesena. Località: Borello. Elaborato cartografico di riferimento: Tavola 255 SE - Borello. Tipo di materiale di cui è prevista

Dettagli

COMUNE DI SOGLIANO AL RUBICONE AREA ESTRATTIVA PONTE ROSSO POLO 34

COMUNE DI SOGLIANO AL RUBICONE AREA ESTRATTIVA PONTE ROSSO POLO 34 COMUNE DI SOGLIANO AL RUBICONE AREA ESTRATTIVA PONTE ROSSO POLO 34 1. INQUADRAMENTO Comune di: Sogliano al Rubicone. Località: Ponte Rosso. Cartografia di riferimento (C.T.R. 1: 25.000): Tav. 266 NE Mercato

Dettagli

COMUNE DI GALEATA AREA ESTRATTIVA "CASINELLO SPADARANO" - POLO 19

COMUNE DI GALEATA AREA ESTRATTIVA CASINELLO SPADARANO - POLO 19 COMUNE DI GALEATA AREA ESTRATTIVA "CASINELLO SPADARANO" - POLO 19 1. INQUADRAMENTO Comune di: Galeata e Predappio. Località: Casinello Spadarano. Elaborato cartografico di riferimento: Tavola 254 SE -

Dettagli

COMUNE DI CESENA AREA ESTRATTIVA "CA BIANCHI" POLO 28

COMUNE DI CESENA AREA ESTRATTIVA CA BIANCHI POLO 28 COMUNE DI CESENA AREA ESTRATTIVA "CA BIANCHI" POLO 28 1. INQUADRAMENTO Comune di: Cesena. Località: Borgo Paglia. Elaborato cartografico di riferimento: Tavola 255 NE - Cesena. Tipo di materiale di cui

Dettagli

PIANIFICAZIONE TERRITORIALE E URBANISTICA. La pianificazione sostenibile. III Modulo: Le valutazioni

PIANIFICAZIONE TERRITORIALE E URBANISTICA. La pianificazione sostenibile. III Modulo: Le valutazioni M.I.B.AR. MASTER INTERNAZIONALE DI BIOARCHITETTURA PIANIFICAZIONE TERRITORIALE E URBANISTICA La pianificazione sostenibile III Modulo: Le valutazioni Arch. LINO GIORGINI Istituto Nazionale di Bioarchitettura

Dettagli

COMUNE DI CESENA AREA ESTRATTIVA "IL TREBBO" POLO 37

COMUNE DI CESENA AREA ESTRATTIVA IL TREBBO POLO 37 COMUNE DI CESENA AREA ESTRATTIVA "IL TREBBO" POLO 37 1. INQUADRAMENTO Comune di: Cesena. Località: il Trebbo. Elaborato cartografico di riferimento: Tavola 255 SE - Borello. Tipo di materiale di cui è

Dettagli

COMUNE DI GAMBETTOLA AREA ESTRATTIVA "FORNACE" POLO 31

COMUNE DI GAMBETTOLA AREA ESTRATTIVA FORNACE POLO 31 COMUNE DI GAMBETTOLA AREA ESTRATTIVA "FORNACE" POLO 31 1. INQUADRAMENTO Comune di: Gambettola. Località: Gambettola. Elaborato cartografico di riferimento: Tavola 256 NO Bellaria Igea Marina. Tipo di materiale

Dettagli

COMUNE DI FORLI AREA ESTRATTIVA "SAN LEONARDO" POLO 13

COMUNE DI FORLI AREA ESTRATTIVA SAN LEONARDO POLO 13 COMUNE DI FORLI AREA ESTRATTIVA "SAN LEONARDO" POLO 13 1. INQUADRAMENTO Comune di: Forlì. Località: San Leonardo. Elaborato cartografico di riferimento: Tavola 240 SO Forlì. Tipo di materiale di cui è

Dettagli

COMUNE DI GALEATA AREA ESTRATTIVA "PANTANO" AMBITO 3

COMUNE DI GALEATA AREA ESTRATTIVA PANTANO AMBITO 3 COMUNE DI GALEATA AREA ESTRATTIVA "PANTANO" AMBITO 3 1. INQUADRAMENTO Comune di: Galeata. Località: Podere Pantano. Elaborato cartografico di riferimento: Tavola 254 SE - Rocca San Casciano. Tipo di materiale

Dettagli

COMUNE DI CASTROCARO e TERRA DEL SOLE AREA ESTRATTIVA "BOLGA" AMBITO 1

COMUNE DI CASTROCARO e TERRA DEL SOLE AREA ESTRATTIVA BOLGA AMBITO 1 COMUNE DI CASTROCARO e TERRA DEL SOLE AREA ESTRATTIVA "BOLGA" AMBITO 1 1. INQUADRAMENTO Comune di: Castrocaro Terme - Terra del Sole. Località: Bolga. Elaborato cartografico di riferimento: Tavola 254

Dettagli

COMUNE DI SOGLIANO AL RUBICONE AREA ESTRATTIVA "FIGARETO" - POLO 11 A

COMUNE DI SOGLIANO AL RUBICONE AREA ESTRATTIVA FIGARETO - POLO 11 A COMUNE DI SOGLIANO AL RUBICONE AREA ESTRATTIVA "FIGARETO" - POLO 11 A 1. INQUADRAMENTO Comune di: Sogliano al Rubicone. Località: Figareto. Cartografia di riferimento (C.T.R. 1: 25.000): Tav. 255 SE -

Dettagli

COMUNE DI CASTROCARO e TERRA DEL SOLE AREA ESTRATTIVA "CASE DI SOTTO" - POLO 18

COMUNE DI CASTROCARO e TERRA DEL SOLE AREA ESTRATTIVA CASE DI SOTTO - POLO 18 COMUNE DI CASTROCARO e TERRA DEL SOLE AREA ESTRATTIVA "CASE DI SOTTO" - POLO 18 1. INQUADRAMENTO Comune di: Castrocaro Terme - Terra del Sole. Località: Case di sotto. Elaborato cartografico di riferimento:

Dettagli

COMUNE DI TREDOZIO - PROVINCIA FORLI -CESENA AREA ESTRATTIVA "MONTE DEL SASSO" - POLO 35 AMBITO 1

COMUNE DI TREDOZIO - PROVINCIA FORLI -CESENA AREA ESTRATTIVA MONTE DEL SASSO - POLO 35 AMBITO 1 COMUNE DI TREDOZIO - PROVINCIA FORLI -CESENA AREA ESTRATTIVA "MONTE DEL SASSO" - POLO 35 AMBITO 1 1. Inquadramento Comune di: Tredozio Località: Monte del Sasso Cartografia di riferimento (C.T.R. 1: 25.000):

Dettagli

COMUNE DI MERCATO SARACENO AREA ESTRATTIVA "CELLA" AMBITO 1

COMUNE DI MERCATO SARACENO AREA ESTRATTIVA CELLA AMBITO 1 COMUNE DI MERCATO SARACENO AREA ESTRATTIVA "CELLA" AMBITO 1 1. INQUADRAMENTO Comune di: Mercato Saraceno. Località: Cella. Elaborato cartografico di riferimento: Tavola 255SE Borello. Tipo di materiale

Dettagli

COMUNE DI BORGHI AREA ESTRATTIVA "RIPA CALBANA" - POLO 12

COMUNE DI BORGHI AREA ESTRATTIVA RIPA CALBANA - POLO 12 COMUNE DI BORGHI AREA ESTRATTIVA "RIPA CALBANA" - POLO 12 1. INQUADRAMENTO Comune di: Borghi. Località: Masrola. Cartografia di riferimento (C.T.R. 1: 25.000): Tav. 267 NO - Verucchio. Tipo di materiale

Dettagli

Verifica di assoggettabilità V.A.S DOCUMENTO TECNICO

Verifica di assoggettabilità V.A.S DOCUMENTO TECNICO REGIONE PIEMONTE Città Metropolitana di Torino COMUNE DI VOLVERA VARIANTE PARZIALE N. 5 AL PRGC ai sensi dell art. 16 bis della L.U.R. 56/77 così come modificata dalle Leggi Regionali 03 del 25/03/2013,

Dettagli

Principali contenuti del Piano Regionale di Tutela delle acque

Principali contenuti del Piano Regionale di Tutela delle acque R e g g i o E m i l i a 25 G e n n a i o 2 0 0 8 C o n f e r e n z a d i P i a n i f i c a z i o n e Principali contenuti del Piano Regionale di Tutela delle acque Adeguamento del PTCP al Piano Regionale

Dettagli

COMUNE DI CESENA AREA ESTRATTIVA "IL MOLINO" POLO 25

COMUNE DI CESENA AREA ESTRATTIVA IL MOLINO POLO 25 COMUNE DI CESENA AREA ESTRATTIVA "IL MOLINO" POLO 25 1. INQUADRAMENTO Comune di: Cesena. Località: Borello. Elaborato cartografico di riferimento: Tavola 255 SE - Borello. Tipo di materiale di cui è prevista

Dettagli

VARIANTE SPECIFICA 1/2018 al PRG 95 approvato con Delibera provinciale n. 453 del

VARIANTE SPECIFICA 1/2018 al PRG 95 approvato con Delibera provinciale n. 453 del COMUNE DI RUSSI PROVINCIA DI RAVENNA VARIANTE SPECIFICA 1/2018 al PRG 95 approvato con Delibera provinciale n. 453 del 30.04.1997 redatta ai sensi dell art. 4 comma 4 lettera e) e dell art. 53 della L.R.

Dettagli

COMUNE DI PREDAPPIO AREA ESTRATTIVA "CASINELLO SPADARANO"- POLO 19

COMUNE DI PREDAPPIO AREA ESTRATTIVA CASINELLO SPADARANO- POLO 19 COMUNE DI PREDAPPIO AREA ESTRATTIVA "CASINELLO SPADARANO"- POLO 19 1. INQUADRAMENTO Comune di: Galeata e Predappio. Località: Casinello Spadarano. Elaborato cartografico di riferimento: Tavola 254 SE -

Dettagli

PROGETTARE IN MODO SOSTENIBILE: Divenire gli artefici di un futuro energetico sostenibile

PROGETTARE IN MODO SOSTENIBILE: Divenire gli artefici di un futuro energetico sostenibile PROGETTARE IN MODO SOSTENIBILE: Divenire gli artefici di un futuro energetico sostenibile Giovanna Villari Milano, 9 Marzo, 2009 SAIPEM BUSINESS Realizzare impianti per l industria energetica compatibili

Dettagli

Scheda Ambito 27V. Unione dei Comuni Valle del Savio - Settore Ambiente e Protezione Civile 2

Scheda Ambito 27V. Unione dei Comuni Valle del Savio - Settore Ambiente e Protezione Civile 2 Unione dei Comuni Valle del Savio - Settore Ambiente e Protezione Civile 2 Ambito estrattivo 27V Vaglie 3 Comune di: Verghereto Località: Vaglie Cartografia di riferimento (C.T.R. 1:25.000): Tav. 266 SO

Dettagli

I rapporti ambientali e gli studi di incidenza ambientale

I rapporti ambientali e gli studi di incidenza ambientale I rapporti ambientali e gli studi di incidenza ambientale del Piano energetico regionale 2017-2030 e del suo Piano triennale attuativo 2017-2019 dell Emilia-Romagna Arpae Emilia-Romagna - 05/07/2016 1

Dettagli

COMUNE DI FORLI AREA ESTRATTIVA "CASTIGLIONE" POLO 14

COMUNE DI FORLI AREA ESTRATTIVA CASTIGLIONE POLO 14 COMUNE DI FORLI AREA ESTRATTIVA "CASTIGLIONE" POLO 14 1. INQUADRAMENTO Comune di: Forlì. Località: Castiglione Monte Vescovado. Cartografia di riferimento (C.T.R. 1: 25.000): Tav. 239 SE Faenza. Tipo di

Dettagli

COMUNE DI PRATO CARNICO. Variante P.R.G.C. n. 30 RELAZIONE DI VERIFICA PREVENTIVA SIGNIFICATIVI SULL AMBIENTE

COMUNE DI PRATO CARNICO. Variante P.R.G.C. n. 30 RELAZIONE DI VERIFICA PREVENTIVA SIGNIFICATIVI SULL AMBIENTE REGIONE FRIULI-VENEZIA GIULIA PROVINCIA DI UDINE COMUNE DI PRATO CARNICO RELAZIONE DI VERIFICA PREVENTIVA SIGNIFICATIVI SULL AMBIENTE DEGLI EFFETTI Variante P.R.G.C. n. 30 Arch. Fabiana Brugnoli Dicembre

Dettagli

COMUNI DI BAGNO DI ROMAGNA, SARSINA E VERGHERETO AREA ESTRATTIVA "PARA" - POLO 36

COMUNI DI BAGNO DI ROMAGNA, SARSINA E VERGHERETO AREA ESTRATTIVA PARA - POLO 36 COMUNI DI BAGNO DI ROMAGNA, SARSINA E VERGHERETO AREA ESTRATTIVA "PARA" - POLO 36 1. INQUADRAMENTO Comune di: Bagno di Romagna, Sarsina e Verghereto. Località: alta vallata del torrente Para. Cartografia

Dettagli

COMUNE DI SARSINA - P.A.E. - VARIANTE 2016 Ambito estrattivo 18S Costa del Magnano Comune di: Sarsina Località: Costa del Magnano Cartografia di rifer

COMUNE DI SARSINA - P.A.E. - VARIANTE 2016 Ambito estrattivo 18S Costa del Magnano Comune di: Sarsina Località: Costa del Magnano Cartografia di rifer COMUNE DI SARSINA - P.A.E. - VARIANTE 2016 Ambito estrattivo 18S Costa del Magnano Comune di: Sarsina Località: Costa del Magnano Cartografia di riferimento (C.T.R. 1:25.000): Tav. 266 SO Alfero Area inserita

Dettagli

Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia COMUNE DI MEDUNO. Provincia di Pordenone VARIANTE N.21 AL PRGC. RAPPORTO AMBIENTALE PRELIMINARE Elab.

Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia COMUNE DI MEDUNO. Provincia di Pordenone VARIANTE N.21 AL PRGC. RAPPORTO AMBIENTALE PRELIMINARE Elab. Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia COMUNE DI MEDUNO Provincia di Pordenone VARIANTE N.21 AL PRGC RAPPORTO AMBIENTALE PRELIMINARE Elab. RA Il progettista PREMESSA Il presente documento viene redatto

Dettagli

Val.S.A.T. Valutazione di Sostenibilità Ambientale e Territoriale preliminare. dott. Giorgio Neri dott. Davide Gerevini dott.ssa

Val.S.A.T. Valutazione di Sostenibilità Ambientale e Territoriale preliminare. dott. Giorgio Neri dott. Davide Gerevini dott.ssa Val.S.A.T. Valutazione di Sostenibilità Ambientale e Territoriale preliminare dott. Giorgio Neri dott. Davide Gerevini dott.ssa Claudia Giardinà dott. Luca Pellegrini Le componenti della sostenibilità

Dettagli

COMUNE DI CESENA AREA ESTRATTIVA "CA BIANCHI" POLO 28

COMUNE DI CESENA AREA ESTRATTIVA CA BIANCHI POLO 28 COMUNE DI CESENA AREA ESTRATTIVA "CA BIANCHI" POLO 28 1. INQUADRAMENTO Comune di: Cesena. Località: Borgo Paglia. Elaborato cartografico di riferimento: Tavola 255 NE - Cesena. Tipo di materiale di cui

Dettagli

STUDIO DI FATTIBILITA AMBIENTALE COMPLETAMENTO OPERE DI URBANIZZAZIONE SECONDARIA PIAZZALE SALANDRA

STUDIO DI FATTIBILITA AMBIENTALE COMPLETAMENTO OPERE DI URBANIZZAZIONE SECONDARIA PIAZZALE SALANDRA STUDIO DI FATTIBILITA AMBIENTALE COMPLETAMENTO OPERE DI URBANIZZAZIONE SECONDARIA PIAZZALE SALANDRA 1. Premessa Nel rispetto del Regolamento di attuazione della legge quadro in materia di LL.PP. si rende

Dettagli

RELAZIONE PER LA VERIFICA DI ASSOGGETTABILITA A VAS (art.4 L.R.16/2008 e art.12 D.lgs.152/2006 e s.m.i.)

RELAZIONE PER LA VERIFICA DI ASSOGGETTABILITA A VAS (art.4 L.R.16/2008 e art.12 D.lgs.152/2006 e s.m.i.) REGIONE FRIULI-VENEZIA GIULIA PROVINCIA DI UDINE COMUNE DI OVARO Variante P.R.G.C. n.67 L.R. 21/2015 RELAZIONE PER LA VERIFICA DI ASSOGGETTABILITA A VAS (art.4 L.R.16/2008 e art.12 D.lgs.152/2006 e s.m.i.)

Dettagli

Tutela della rete idrografica e delle relative pertinenze e sicurezza idraulica. Norme di Attuazione: Titolo 4

Tutela della rete idrografica e delle relative pertinenze e sicurezza idraulica. Norme di Attuazione: Titolo 4 Tutela della rete idrografica e delle relative pertinenze e sicurezza idraulica Norme di Attuazione: Titolo 4 Elaborati grafici di riferimento: Tavola 1 OBIETTIVI DEL PTCP COORDINAMENTO dei diversi STRUMENTI

Dettagli

Capitolo 22. Valutazione di impatto ambientale, valutazione ambientale strategica e valutazione di incidenza

Capitolo 22. Valutazione di impatto ambientale, valutazione ambientale strategica e valutazione di incidenza Capitolo 22 Valutazione di impatto ambientale, valutazione ambientale strategica e valutazione di incidenza Valutazione d impatto ambientale La VIA è una procedura amministrativa che porta alla concessione

Dettagli

LA GIUNTA REGIONALE. VISTA la l.r. 8 agosto 1998, n.14, inerente a Nuove norme per la disciplina della coltivazione di sostanze minerali di cava ;

LA GIUNTA REGIONALE. VISTA la l.r. 8 agosto 1998, n.14, inerente a Nuove norme per la disciplina della coltivazione di sostanze minerali di cava ; Deliberazione Giunta Regionale 16 aprile 2004 N. 7/17130 Individuazione dei soggetti competenti e dei criteri per l espressione dei pareri preventivi relativamente agli interventi estrattivi in fondi agricoli,

Dettagli

COMUNE DI RUSSI. Allegato alla RELAZIONE GENERALE PIANO COMUNALE DELLE ATTIVITÀ ESTRATTIVE VARIANTE 2015 ADEGUAMENTO AL PIAE 08

COMUNE DI RUSSI. Allegato alla RELAZIONE GENERALE PIANO COMUNALE DELLE ATTIVITÀ ESTRATTIVE VARIANTE 2015 ADEGUAMENTO AL PIAE 08 VARIANTE 2015 ADEGUAMENTO AL PIAE 08 Allegato alla RELAZIONE Il Sindaco Sergio Retini Il Segretario Generale Dott. Paolo Cantagalli Il Responsabile dell Area Urbanistica, Edilizia Privata e Ambiente Arch.

Dettagli

Scheda Ambito 19V. Unione dei Comuni Valle del Savio - Settore Ambiente e Protezione Civile 2

Scheda Ambito 19V. Unione dei Comuni Valle del Savio - Settore Ambiente e Protezione Civile 2 Unione dei Comuni Valle del Savio - Settore Ambiente e Protezione Civile 2 Ambito estrattivo 19V Poggio Nasseto 2 Comune di: Verghereto Località: Poggio Nasseto Cartografia di riferimento (C.T.R. 1:25.000):

Dettagli

Elaborato 2 - Scheda tecnico descrittiva Variante PAE 2011

Elaborato 2 - Scheda tecnico descrittiva Variante PAE 2011 Dott. Geologo Massimo Mosconi via M.Buonarroti 30, 47021 S.Piero in Bagno (FC) tel. 347/0714357 E-mail mosconi.massimo@tiscali.it P.Iva 03421960406 Comune di Sarsina Provincia di Forlì-Cesena Committente:

Dettagli

Il Piano Cave della Provincia di Bergamo e la Valutazione di Incidenza

Il Piano Cave della Provincia di Bergamo e la Valutazione di Incidenza Il Piano Cave della Provincia di Bergamo e la Valutazione di Incidenza 1. Cos è la Valutazione di Incidenza 2. Rete Natura 2000 e Rete Ecologica 3. Localizzazione degli ATE per i quali la Valutazione di

Dettagli

COMUNE DI TORRE DE ROVERI VARIANTE N. 1 AL PIANO DI GOVERNO DEL TERRITORIO VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA

COMUNE DI TORRE DE ROVERI VARIANTE N. 1 AL PIANO DI GOVERNO DEL TERRITORIO VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA COMUNE DI TORRE DE ROVERI VARIANTE N. 1 AL PIANO DI GOVERNO DEL TERRITORIO VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA 1 SINTESI NON TECNICA Giugno 2016 INDICE Premessa 1. Sintesi degli obiettivi, delle finalità

Dettagli

LINEE GUIDA PER I PIANI DI ADEGUAMENTO

LINEE GUIDA PER I PIANI DI ADEGUAMENTO LINEE GUIDA PER I PIANI DI ADEGUAMENTO Valido per il CRITERIO n. 1 e 2 (da consegnare entro il 7 agosto 2006) 1. DESCRIZIONE DELLA DERIVAZIONE IN ATTO 1.1 Inquadramento geografico della derivazione in

Dettagli

variante A

variante A variante A.5.31102013 1 Cronistoria degli eventi e premessa Breve cronistoria degli eventi che portano al presente P.A.C. La società Trivento srl da Precenicco, quale proprietaria dei beni in oggetto,

Dettagli

REGIONE AUTONOMA DELLA SARDEGNA DELIBERAZIONE N. 46/ 4 DEL

REGIONE AUTONOMA DELLA SARDEGNA DELIBERAZIONE N. 46/ 4 DEL DELIBERAZIONE N. 46/ 4 Oggetto: Procedura di verifica ai sensi dell art. 31 della L.R. 18.1.1999 n. 1 e della L.R. 15/ 2002, art. 8, comma 2 relativa al Progetto di coltivazione di una cava di granito

Dettagli

METODO DI VALUTAZIONE DEL RISCHIO DA FRANA E NORME DI ATTUAZIONE DEL PAI

METODO DI VALUTAZIONE DEL RISCHIO DA FRANA E NORME DI ATTUAZIONE DEL PAI METODO DI VALUTAZIONE DEL RISCHIO DA FRANA E NORME DI ATTUAZIONE DEL PAI AUTORITA INTERREGIONALE DI BACINO DELLA BASILICATA IL PAI : individua, perimetra e classifica le aree da proteggere dalle possibili

Dettagli

procedure amministrative per la presentazione della V.I.A. per gli allevamenti zootecnici

procedure amministrative per la presentazione della V.I.A. per gli allevamenti zootecnici procedure amministrative per la presentazione della V.I.A. per gli allevamenti zootecnici introdotta a livello Nazionale dal D.P.R. 12/04/1996 ed in Regione Lombardia dalla L.R. 03/09/1999 n. 20 modificata

Dettagli

B.1.1 Consumo di materie prime (parte storica) * 3. B.1.2 Consumo di materie prime (alla capacità produttiva) 3

B.1.1 Consumo di materie prime (parte storica) * 3. B.1.2 Consumo di materie prime (alla capacità produttiva) 3 SCHEDA B - DATI E TIZIE SULL IMPIANTO ATTUALE B.1.1 Consumo di materie prime (parte storica) * 3 B.1.2 Consumo di materie prime (alla capacità produttiva) 3 B.2.1 Consumo di risorse idriche (parte storica)

Dettagli

I corpi idrici termali (testo adottato) (In corsivo le aggiunte, barrate le frasi eliminate)

I corpi idrici termali (testo adottato) (In corsivo le aggiunte, barrate le frasi eliminate) 10.1.6 I corpi idrici termali (testo vigente) 10.1.6 I corpi idrici termali (testo adottato) (In corsivo le aggiunte, barrate le frasi eliminate) 10.1.6 I corpi idrici termali (testo con modifiche proposte

Dettagli

Categoria CAVE (nuovi interventi, ampliamenti o rinnovi)

Categoria CAVE (nuovi interventi, ampliamenti o rinnovi) Categoria CAVE (nuovi interventi, ampliamenti o rinnovi) CHECK LIST ELABORATI VERIFICA DI ASSOGGETTABILITÀ A VIA VALUTAZIONE DI IMPATTO AMBIENTALE Al fine dell espressione del provvedimento di Verifica

Dettagli

3.2 Descrizione di eventuali impatti ambientali dovuti all opera e misure compensative da prevedersi

3.2 Descrizione di eventuali impatti ambientali dovuti all opera e misure compensative da prevedersi 3.2 Descrizione di eventuali impatti ambientali dovuti all opera e misure compensative da prevedersi 3.2.1 Verifica della compatibilità dell opera con il quadro normativo e con gli strumenti di pianificazione

Dettagli

Categoria CAVE (nuovi interventi o ampliamenti)

Categoria CAVE (nuovi interventi o ampliamenti) Categoria CAVE (nuovi interventi o ampliamenti) CHECK LIST ELABORATI VERIFICA DI ASSOGGETTABILITÀ A VIA VALUTAZIONE DI IMPATTO AMBIENTALE Al fine dell espressione del provvedimento di Verifica di assoggettabilità

Dettagli

DISCARICA PER RIFIUTI NON PERICOLOSI DENOMINATA GINESTRETO 4

DISCARICA PER RIFIUTI NON PERICOLOSI DENOMINATA GINESTRETO 4 Sogliano Ambiente S.p.a. Piazza Garibaldi, 12 47030 Sogliano al Rubicone (FC) Tel. 0541 948910 Fax. 0541 948909 e-mail: info@soglianoambiente.it sito web: www.soglianoambiente.it DISCARICA PER RIFIUTI

Dettagli

PARCO NAZIONALE DELLE FORESTE CASENTINESI, MONTE FALTERONA, CAMPIGNA. PIANO del PARCO

PARCO NAZIONALE DELLE FORESTE CASENTINESI, MONTE FALTERONA, CAMPIGNA. PIANO del PARCO PARCO NAZIONALE DELLE FORESTE CASENTINESI, MONTE FALTERONA, CAMPIGNA PIANO del PARCO Rapporto Ambientale ai fini della Valutazione Ambientale Strategica (VAS): rinvii ai contenuti di cui all Allegato VI

Dettagli

1. PREMESSA 2 2. VERIFICA DELL AMBITO DI APPLICAZIONE VAS 3 3. FASI DEL PROCEDIMENTO 4 4. CONTENUTI DEL RAPPORTO PRELIMINARE 5

1. PREMESSA 2 2. VERIFICA DELL AMBITO DI APPLICAZIONE VAS 3 3. FASI DEL PROCEDIMENTO 4 4. CONTENUTI DEL RAPPORTO PRELIMINARE 5 \\Server2003\lavori\LAVORI\218-SFEDELE-Pavintelvi\218D-SUAP-MODIFICA-ESTRADOSSO-R02\218D-DOCUMENTI-R02\218D-VAS-RapportoPreliminare.doc INDICE 1. PREMESSA 2 2. VERIFICA DELL AMBITO DI APPLICAZIONE VAS

Dettagli

Gestione sostenibile delle risorse idriche superficiali e sotterranee INQUINAMENTO DELLE ACQUE PROVOCATO DA NITRATI DI ORIGINE AGRICOLA

Gestione sostenibile delle risorse idriche superficiali e sotterranee INQUINAMENTO DELLE ACQUE PROVOCATO DA NITRATI DI ORIGINE AGRICOLA INQUINAMENTO DELLE ACQUE PROVOCATO DA NITRATI DI ORIGINE AGRICOLA Uno dei temi afferenti alla problematica della Gestione sostenibile delle acque sotterranee e di superficie è quello dell Inquinamento

Dettagli

BA_09. AMBITO PGT : Verde urbano ( PGT adottato), Area boscata (PGT approvato in fase di pubblicazione). PROFILO DESCRITTIVO DELL AREA

BA_09. AMBITO PGT : Verde urbano ( PGT adottato), Area boscata (PGT approvato in fase di pubblicazione). PROFILO DESCRITTIVO DELL AREA SCHEDA n. : BA_09 AMBITO PGT : Verde urbano ( PGT adottato), Area boscata (PGT approvato in fase di pubblicazione). Data: 31.10.2011 Rilevatore: CG/cv DENOMINAZIONE: : Via Presolala/Via Resegone (ambito

Dettagli

Piano di Gestione area SIC Foresta di Monte Arcosu

Piano di Gestione area SIC Foresta di Monte Arcosu VALUTAZIONE GENERALE E IDENTIFICAZIONE DELLE MINACCE L analisi delle caratteristiche del SIC ha permesso di procedere ad una valutazione generale dello stato del territorio e alla identificazione delle

Dettagli

Regione Siciliana PIANO ENERGETICO AMBIENTALE REGIONALE DELLA REGIONE SICILIANA MONITORAGGIO. (Misure adottate in merito al monitoraggio art.

Regione Siciliana PIANO ENERGETICO AMBIENTALE REGIONALE DELLA REGIONE SICILIANA MONITORAGGIO. (Misure adottate in merito al monitoraggio art. PIANO ENERGETICO AMBIENTALE REGIONALE DELLA REGIONE SICILIANA MONITORAGGIO (Misure adottate in merito al monitoraggio art. 10) VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA (Dir. 42/2001/CE) 1 SISTEMA DI MONITORAGGIO

Dettagli

Autorità dei Bacini Regionali Romagnoli PIANO STRALCIO PER IL RISCHIO IDROGEOLOGICO DEI BACINI REGIONALI ROMAGNOLI

Autorità dei Bacini Regionali Romagnoli PIANO STRALCIO PER IL RISCHIO IDROGEOLOGICO DEI BACINI REGIONALI ROMAGNOLI Autorità dei Bacini Regionali Romagnoli PIA STRALCIO PER IL RISCHIO IDROGEOLOGICO DEI BACINI REGIONALI ROMAGLI PROGETTO DI VARIANTE CARTOGRAFICA E RMATIVA, INSERIMENTO NUOVA PERIMETRAZIONE, AREA A RISCHIO

Dettagli

POLO N. 2 - ARGENTA, PONTE BASTIA

POLO N. 2 - ARGENTA, PONTE BASTIA TIPOLOGIA DI POLO LITOLOGIA DEL GIACIMENTO Argilla COMUNE INTERESSATO Argenta INQUADRAMENTO DELL AREA L area è ubicata nei pressi di Ponte Bastia, nel Comune di Argenta. E delimitata a sud dalla Strada

Dettagli

COMUNE DI SARSINA - P.A.E. - VARIANTE 2016 Ambito estrattivo 18S Costa del Magnano Comune di: Sarsina Località: Costa del Magnano Cartografia di rifer

COMUNE DI SARSINA - P.A.E. - VARIANTE 2016 Ambito estrattivo 18S Costa del Magnano Comune di: Sarsina Località: Costa del Magnano Cartografia di rifer COMUNE DI SARSINA - P.A.E. - VARIANTE 2016 Ambito estrattivo 18S Costa del Magnano Comune di: Sarsina Località: Costa del Magnano Cartografia di riferimento (C.T.R. 1:25.000): Tav. 266 SO Alfero Area inserita

Dettagli

SCHEMA DI NORMATIVA TIPO DI UN PIANO DI BACINO STRALCIO PER L ASSETTO IDROGEOLOGICO

SCHEMA DI NORMATIVA TIPO DI UN PIANO DI BACINO STRALCIO PER L ASSETTO IDROGEOLOGICO AUTORITÀ DI BACINO DI RILIEVO REGIONALE COMITATO TECNICO REGIONALE CRITERI PER L ELABORAZIONE DEI PIANI DI BACINO SCHEMA DI NORMATIVA TIPO DI UN PIANO DI BACINO STRALCIO PER L ASSETTO IDROGEOLOGICO RACCOMANDAZIONE

Dettagli

MISURA PRIMO IMBOSCHIMENTO DI TERRENI NON AGRICOLI

MISURA PRIMO IMBOSCHIMENTO DI TERRENI NON AGRICOLI 5.3.2.2.3 MISURA 223 - PRIMO IMBOSCHIMENTO DI TERRENI NON AGRICOLI Riferimenti normativi Articoli 36 (b) (iii) e 45 del Regolamento (Ce) N. 1698/2005 Articolo 30 e punto 5.3.2.3.3 dell Allegato II del

Dettagli

1. RELAZIONE DI COMPATIBILITA PIANI SOVRAORDINATI ad integrazione del paragrafo (ripristino ambientale) integrato al progetto

1. RELAZIONE DI COMPATIBILITA PIANI SOVRAORDINATI ad integrazione del paragrafo (ripristino ambientale) integrato al progetto 1. RELAZIONE DI COMPATIBILITA PIANI SOVRAORDINATI ad integrazione del paragrafo (ripristino ambientale) integrato al progetto Nelle planimetrie allegate è riportato il sito dove verrà coltivata la cava

Dettagli

COMUNE DI MONTICHIARI Provincia di Brescia PIANO DI GOVERNO DEL TERRITORIO VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA (VAS) DEL DOCUMENTO DI PIANO

COMUNE DI MONTICHIARI Provincia di Brescia PIANO DI GOVERNO DEL TERRITORIO VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA (VAS) DEL DOCUMENTO DI PIANO COMUNE DI MONTICHIARI Provincia di Brescia PIANO DI GOVERNO DEL TERRITORIO VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA (VAS) DEL DOCUMENTO DI PIANO RAPPORTO AMBIENTALE Modificato ed integrato in recepimento del

Dettagli

INCONTRI DI URBANISTICA. Dal Piano regolatore generale al nuovo Piano urbanistico comunale 1. Dal PRG al PSC

INCONTRI DI URBANISTICA. Dal Piano regolatore generale al nuovo Piano urbanistico comunale 1. Dal PRG al PSC INCONTRI DI URBANISTICA Dal Piano regolatore generale al nuovo Piano urbanistico comunale Comune di Sant Ilario d Enza 1. Dal PRG al PSC Percorso di partecipazione Ascoltare il territorio Assessorato all

Dettagli

1-2 COMUNE DI MATERA SETTORE GESTIONE DEL TERRITORIO SERVIZIO PIANIFICAZIONE

1-2 COMUNE DI MATERA SETTORE GESTIONE DEL TERRITORIO SERVIZIO PIANIFICAZIONE COMUNE DI MATERA SETTORE GESTIONE DEL TERRITORIO SERVIZIO PIANIFICAZIONE V A R I A N T E R I C O G N I T I V A A L L A L E I d / 3 D E L B O R G O " L A M A R T E L L A " RELATIVAMENTE ALLA AEDP/2 - Vp17

Dettagli

Direzioni regionali - Programmazione Strategica, Politiche Territoriali ed Edilizia - Ambiente ARPA Piemonte. VAS nel processo di pianificazione

Direzioni regionali - Programmazione Strategica, Politiche Territoriali ed Edilizia - Ambiente ARPA Piemonte. VAS nel processo di pianificazione Direzioni regionali - Programmazione Strategica, Politiche Territoriali ed Edilizia - Ambiente ARPA Piemonte VAS significato e norme Lucia Brizzolara - Giuseppina Sestito Settore Sistema Informativo Ambientale

Dettagli

RELAZIONE DESCRITTIVA ELABORATO GRAFICO

RELAZIONE DESCRITTIVA ELABORATO GRAFICO Studio Tecnico architetto RELAZIONE TECNICA DAVIDE MAZZEO Via Garibaldi 13 TRAPANI email:arch.mazzeo@alice.it Progetto la realizzazione di una darsena e l'istallazione di un sistema di raccolta e filtraggio

Dettagli

approvazione del PSC Associato per i Comuni di Baiso, Casina e Vetto d Enza, il percorso di

approvazione del PSC Associato per i Comuni di Baiso, Casina e Vetto d Enza, il percorso di n. 34 28-03-2011 SINTESI NON TECNICA DELLA VALUTAZIONE STRATEGICA (RUE) Come già descritto nel processo di predisposizione della VALSAT/VAS del PSC Associato da parte dei Comuni di Baiso, Canossa, Casina,

Dettagli

COMUNE DI ZOGNO PROVINCIA DI BERGAMO. Settore Gestione del Territorio. Ufficio Tecnico Edilizia Privata

COMUNE DI ZOGNO PROVINCIA DI BERGAMO. Settore Gestione del Territorio. Ufficio Tecnico Edilizia Privata COMUNE DI ZOGNO PROVINCIA DI BERGAMO Settore Gestione del Territorio Ufficio Tecnico Edilizia Privata PARERE MOTIVATO VAS DEL PIANO DI GOVERNO DEL TERRITORIO (DOCUMENTI DI PIANO - RAPPORTO AMBIENTALE)

Dettagli

Piano di Gestione del fiume Po: riesame e aggiornamento

Piano di Gestione del fiume Po: riesame e aggiornamento 2 ciclo di pianificazione 2015-2021 Piano di Gestione del fiume Po: riesame e aggiornamento Usi industriali e idroelettrici Pressioni, misure e prospettive sulla qualità delle acque nel bacino del Po Parma,

Dettagli

CONFERENZA DI PIANIFICAZIONE PTCP 2007

CONFERENZA DI PIANIFICAZIONE PTCP 2007 CONFERENZA DI PIANIFICAZIONE PTCP 2007 Piacenza, Sala del Consiglio Provinciale, 12 febbraio 2008 DAL QUADRO CONOSCITIVO AL PIANO La qualità delle acque superficiali e sotterranee O b i e t t i v i attuare

Dettagli

ALLEGATO N 3. Tabella: Indicatori di valutazione degli Ambiti di Possibile Trasformazione

ALLEGATO N 3. Tabella: Indicatori di valutazione degli Ambiti di Possibile Trasformazione ALLEGATO N 3 Tabella: Indicatori di valutazione degli Ambiti di Possibile Trasformazione Indicatori Derivati dagli obiettivi specifici 1) Risorse energetiche e protezione dell atmosfera (ricadute a scala

Dettagli

Dichiarazione di Sintesi Ai sensi dell articolo 17 del d.lgs. 152/06 e ss.mm.ii.

Dichiarazione di Sintesi Ai sensi dell articolo 17 del d.lgs. 152/06 e ss.mm.ii. Piano per la Bonifica delle Aree Inquinate Valutazione Ambientale Strategica Dichiarazione di Sintesi Ai sensi dell articolo 17 del d.lgs. 152/06 e ss.mm.ii. 1 INDICE Introduzione e scopo del documento

Dettagli

Il Piano territoriale di coordinamento della Provincia di Pistoia. alla luce della normativa vigente

Il Piano territoriale di coordinamento della Provincia di Pistoia. alla luce della normativa vigente Università degli Studi di Firenze Dipartimento di Urbanistica e Pianificazione Territoriale Prof. Giuseppe De Luca, Dott. Valeria Lingua, Dott. Manrico Benelli Il Piano territoriale di coordinamento della

Dettagli

PRESIDENZA AUTORITA DI BACINO REGIONALE IL PIANO DI GESTIONE DEL RISCHIO DI ALLUVIONI

PRESIDENZA AUTORITA DI BACINO REGIONALE IL PIANO DI GESTIONE DEL RISCHIO DI ALLUVIONI PRESIDENZA AUTORITA DI BACINO REGIONALE IL PIANO DI GESTIONE DEL RISCHIO DI ALLUVIONI Abbasanta (OR), 21 Settembre2015 Quadro normativo Direttiva Comunitaria 2007/60/CE Valutazione e gestione del rischio

Dettagli

PROCEDURA GESTIONALE IDENTIFICAZIONE E VALUTAZIONE DEGLI ASPETTI AMBIENTALI File PG.03.01

PROCEDURA GESTIONALE IDENTIFICAZIONE E VALUTAZIONE DEGLI ASPETTI AMBIENTALI File PG.03.01 CODICE PAGINA 1 di 7 INDICE 1 OGGETTO E CAMPO DI APPLICAZIONE...2 2 DOCUMENTI DI RIFERIMENTO...2 3 DEFINIZIONI...2 4 RESPONSABILITA'...2 5 MODALITA OPERATIVE...2 5.1...2 5.2 VALUTAZIONE DELLA SIGNIFICATIVITÀ

Dettagli

Variante al Piano Strutturale e primo Regolamento Urbanistico del Comune di Guardistallo VAS RELAZIONE DI SINTESI SCHEDE DI VALUTAZIONE

Variante al Piano Strutturale e primo Regolamento Urbanistico del Comune di Guardistallo VAS RELAZIONE DI SINTESI SCHEDE DI VALUTAZIONE DELL AMBIENTE COINVOLTI EMERGENZE AMBIENTALI RISORSE NATURALI Corso d acqua e relativo fondovalle. MEDIO Corso d acqua minore. - Filari alberati e siepi. - Vegetazione riparia. - Colture arboree frutteto

Dettagli

Autorità dei Bacini Regionali Romagnoli PIANO STRALCIO PER IL RISCHIO IDROGEOLOGICO DEI BACINI REGIONALI ROMAGNOLI

Autorità dei Bacini Regionali Romagnoli PIANO STRALCIO PER IL RISCHIO IDROGEOLOGICO DEI BACINI REGIONALI ROMAGNOLI Autorità dei Bacini Regionali Romagnoli PIA STRALCIO PER IL RISCHIO IDROGEOLOGICO DEI BACINI REGIONALI ROMAGLI PROGETTO DI VARIANTE CARTOGRAFICA E RMATIVA, VARIANTE PERIMETRAZIONE, AREA A RISCHIO DI FRANA

Dettagli

ALLEGATO 2. Elementi informativi necessari nella relazione tecnica per la Valutazione Ambientale Preliminare (art. 6, LR 4/2018)

ALLEGATO 2. Elementi informativi necessari nella relazione tecnica per la Valutazione Ambientale Preliminare (art. 6, LR 4/2018) ALLEGATO 2 Elementi informativi necessari nella relazione tecnica per la Valutazione Ambientale Preliminare (art. 6, LR 4/2018) 1. Titolo del progetto Denominazione completa del progetto di modifica/estensione/adeguamento

Dettagli