TESTIMONI DI SPERANZA
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- Rosangela Carraro
- 5 anni fa
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1 TESTIMONI DI SPERANZA IL RISORTO MESE DI APRILE Quando una persona si fa testimone di qualcosa? Quando sperimenta qualcosa di grande, qualcosa che valga la pena raccontare agli altri e, così, impedire che il tempo lo faccia dimenticare. Testimoniare significa rendere presente, concretizzare e tenere vivo; ed è quello che ogni cristiano fa quando prega e si accosta ai sacramenti, ma anche quando dopo aver vissuto la relazione con Dio arricchisce con essa tutti suoi legami. Testimoniare è raccontare con lo sguardo e i gesti l amore di un Dio fatto uomo che ha vissuto, camminato, cenato, gioito, sofferto e amato come tutti noi. Farsi testimoni è, allora, diventare narratori gioiosi di una storia d amore grande che ci precede, ci identifica e ci accompagna nel meraviglioso viaggio della vita. Introduzione Per farsi testimoni è necessario conoscere e riconoscere Colui che si vuole raccontare. Ed è quello che ha fatto il discepolo amato trasportato da una passione ed emozione così grande che gli ha travolto il cuore nel momento in cui ha riconosciuto Gesù vivo e risorto. Testimoniare il Signore è come permettergli di risorgere ogni volta attraverso di noi, le nostre parole e i nostri gesti. Gesù è il Signore vivo che ha scelto di affidarsi alle nostre vite per poter continuare a vivere nell uomo. Ecco che, allora, questa testimonianza va di pari passo con la responsabilità e la consapevolezza del grande tesoro in vasi di creta che ci è stato affidato. Vangelo di riferimento Dal Vangelo secondo Giovanni 21, 1-14 Dopo questi fatti, Gesù si manifestò di nuovo ai discepoli sul mare di Tiberìade. E si manifestò così: si trovavano insieme Simon Pietro, Tommaso detto Dìdimo, Natanaèle di Cana di Galilea, i figli di Zebedèo e altri due discepoli. Disse loro Simon Pietro: «Io vado a pescare». Gli dissero: «Veniamo anche noi con te». Allora uscirono e salirono sulla barca; ma in quella notte non presero nulla. Quando già era l'alba Gesù si presentò sulla riva, ma i discepoli non si erano accorti che era Gesù. Gesù disse loro: «Figlioli, non avete nulla da mangiare?». Gli risposero: «No». Allora disse loro: «Gettate la rete dalla parte destra della barca e troverete». La gettarono e non potevano più tirarla su per la gran quantità di pesci. Allora quel discepolo che Gesù amava disse a Pietro: «È il Signore!». Simon Pietro appena udì che era il Signore, si cinse ai fianchi il camiciotto, poiché era spogliato, e si gettò in mare. Gli altri discepoli invece vennero con la barca, trascinando la rete piena di pesci: infatti non erano lontani da terra se non un centinaio di metri. Appena scesi a terra, videro un fuoco di brace con del pesce sopra, e del pane. Disse loro Gesù: «Portate un pò del pesce che avete preso or ora». Allora Simon Pietro salì nella barca e trasse a terra la rete piena di centocinquantatrè grossi pesci. E benché fossero tanti, la rete non si spezzò. Gesù disse loro: «Venite a mangiare». E nessuno dei discepoli osava domandargli: «Chi sei?», poiché sapevano bene che era il Signore. Allora Gesù si avvicinò, prese il pane e lo diede a loro, e così pure il pesce. Questa era la terza volta che Gesù si manifestava ai discepoli, dopo essere risuscitato dai morti.
2 Non tutti gli apostoli erano presenti. Alcuni erano, probabilmente, da altre parti. Non è detto che se ne fossero andati. Magari erano impegnati a fare altro, cose importanti, straordinarie o quotidiane che siano. Alcuni, però, erano tornati a fare ciò che sapevano fare ed è lì che Gesù si rivela. Essere testimoni di Cristo non è un qualcosa da fare nei obbligandosi, sforzandosi di essere quello che non si è. Quando lo incontreremo, alla fine dei tempi, non ci verrà chiesto quanto straordinari saremo stati, perché non è lì che lo possiamo incontrare. A contrario ci chiederà quanto siamo stati noi stessi, quanto abbiamo reso possibile il suo essere tra noi in ogni momento della nostra vita. È lì che Lui desidera essere ed è lì che ci chiede di ospitarlo e farci suoi testimoni. Riconoscerlo ogni giorno, con stupore, come un dono è un grande compito ed un grande onore da custodire, coltivare e amare. Attività per bambini Obiettivo: i bambini si fanno testimoni raccontando la loro esperienza in oratorio. Attività: Vengono messi a disposizione diversi materiali da cartoleria (pennarelli, cartelloni, tempere, carta crespa, gessetti, pongo, ). Il catechista divide i bambini in piccoli gruppi, ciascuno coordinato da un educatore. Ognuno di essi è invitato a condividere un esperienza fatta in oratorio in cui si sono sentiti felici e accolti cercando di fare sintesi e di dare un nome alle emozioni provate. Viene chiesto, infine, loro di realizzare un opera d arte che rappresenti quanto pensato utilizzando il materiale messo a disposizione. Il catechista, una volta completate le opere d arte, le espone al bar dell oratorio con una piccola didascalia. INTRODUZIONE Attività per adolescenti Sia per l attività pensata per i gruppi adolescenti che per quella riferita agli animatori proponiamo di iniziare in questo modo: Ciascun ragazzo riceve un post-it col compito di scrivere un proprio motto/slogan che sente particolarmente suo. Ognuno viene, poi, invitato ad appendere il proprio post-it in una parte dell oratorio che sia visibile in modo che possa essere letto e possa provocare chi quotidianamente vive questo ambiente. ATTIVITÀ PER GRUPPI DI ADOLESCENTI Obiettivo: I ragazzi si impegnano a diventare testimoni di ciò che hanno sperimentato in oratorio raccontando la bellezza del sentirsi a casa. Attività: I ragazzi ricevono il compito di realizzare uno striscione o un roll-up da posizionare all ingresso dell oratorio oppure nel bar. La proposta è quella di riflettere insieme su cosa significa per loro sentirsi a casa in oratorio e quando hanno sperimentato questa sensazione. Essi devono, quindi, fare delle foto in stile polaroid che esprimano il frutto della riflessione per poi produrre lo striscione/roll-up. Si può lasciare, poi, uno spazio vuoto in cui viene chiesto a chiunque voglia di riempirlo con proprie foto o aneddoti sulle loro esperienze oratoriane.
3 Attività per animatori Obiettivo: i ragazzi riflettono su quei gesti di bene che hanno ricevuto nella loro vita e che li hanno portati ad essere qui ora per poi capire che il bene genera altro bene. Premessa: viene chiesto a ciascun ragazzo di portare un oggetto significativo che rappresenti la motivazione della scelta di fare l animatore, che ricordi un qualcosa di bello e di bene sperimentato da piccolo. Attività: si suggerisce un attività a stand. Innanzitutto si propone la visione di un filmato che introduca l argomento: la circolarità del bene. Tra i vari video si consigliano: I ragazzi vengono divisi in tre gruppi, uno per ciascuno stand. L educatore spiega ai ragazzi il significato dell attività che si sta per fare e si chiede di concentrarsi per far sì che esca un bel lavoro. Ogni stand ha una domanda di riferimento sulla quale i gruppi devono riflettere. Le domande sono le seguenti: Quale bene hai ricevuto (da bambino) che ti ha portato ad essere qui adesso? Cosa mi piaceva o cosa non mi piaceva? Quali gesti di bene ho ricevuto (da animatore) e quali gesti di bene (qualità) voglio dare? All interno di ogni stand il gruppo deve rispondere alla domanda di riferimento nelle seguenti modalità: 1. Quale bene hai ricevuto (da bambino) che ti ha portato ad essere qui adesso? Come rispondere: ciascun ragazzo presenta l oggetto portato da casa e spiega che cosa rappresenta. 2. Cosa mi piaceva o cosa non mi piaceva? Come rispondere: ciascuno riceve un foglio in stile pergamena diviso a metà, in una c è scritto punti di forza, nell altra punti deboli. Viene chiesto a ciascuno di riempire il foglio ripescando quegli elementi che hanno reso bello il Grest dal suo punto di vista e quali non hanno funzionato. PS. Può essere un utile strumento di verifica/programmazione da utilizzare al momento dell organizzazione del Grest. 3. Quali gesti di bene (qualità) voglio dare? Come rispondere: ciascuno viene invitato a pensare alle proprie qualità e a quali è disposto a mettere in gioco al 100% per una buona riuscita del Grest. Viene, quindi, chiesto a ciascuno di fare un selfie che rappresenti questo atteggiamento. Come conclusione il coordinatore può rileggere il materiale prodotto (o farlo in un secondo momento) sottolineando il fatto che il bene è sempre generativo e che se ciascuno si impegna a dare il meglio di sé lascerà un impronta indelebile nei bambini che verranno affidati.
4 Attività per chi ha un ruolo educativo in parrocchia La meraviglia, che non ha parole, che lascia la bocca aperta e afona, che impone il silenzio prima di qualunque discorso, nasce dalla sorpresa per l incontro insperato, per la Presenza che si credeva perduta. È il Signore!, nessun altro può colmarci di tanta ricchezza, spiazzarci nelle nostre attese, indicarci il lato giusto dove gettare le reti. Pietro alza lo sguardo, osserva bene, contempla anche con il cuore quella figura sulla riva: non è il Maestro? Gesù, morto in croce, che ha offerto tutto in abbondanza fino in fondo, fino al dono della vita è lì tra loro. Lo riconoscono dai suoi gesti, lo comprendono dalle sue parole. Ricordare il tempo vissuto insieme da discepoli, allora, non è più una melensa nostalgia, non è il rimpianto per qualcosa che si è perduto. Fare memoria significa ascoltare nuovamente la sua voce e agire di conseguenza, nell ordinario della vita che porta in mare aperto. L alba sta giungendo, la luce sta diradando le tenebre fino a vincerle nella fede consolidata degli apostoli che sono pronti a prendere il largo e a diventare pescatori di uomini (Mt 4,19). La promessa iniziale di Gesù si sta compiendo nella sua assente Presenza. Il Signore abita sulle rive del lago, vicino a ogni impresa dei suoi discepoli, pronto a istruirli, pronto ad accoglierli e sfamarli della sua consolazione. Alla Chiesa di Pietro non spetta altro che scegliere il largo, accogliere la sfida di andare e giungere negli orizzonti periferici del mondo, per ascoltare e saziare la fame di Dio dei fratelli. Lo stare in oratorio può essere riassunto in tre parole: attesa, mettersi in gioco, andare. Testimoniare con la nostra vita e il nostro servizio la nostra presenza per gli altri. Rileggendo Il laboratorio dei talenti Nell opera dei grandi testimoni dell educazione cristiana, secondo la genialità e la creatività di ciascuno, troviamo i tratti fondamentali dell azione educativa. Ci riferiremo alla memoria dell Oratorio interpellando le diverse tradizioni alla luce delle questioni e delle domande oggi più urgenti per il futuro, facendo emergere, a seconda dei diversi contesti storici e culturali, anche le diverse fratture della memoria, ovvero le perdite, le involuzioni o le riduzioni improprie che hanno caratterizzato la pratica dell oratorio. Si tratta di un atteggiamento suscitato e animato dalla carità evangelica, testimoniato innanzitutto dai singoli iniziatori, custodito dagli sviluppi e dalle opere successive e, infine, assunto come specifico stile educativo. (rif. n. 4) La testimonianza appassionata di molte persone racconta delle molteplici e variegate esperienze vissute in oratorio e di come attraverso di esse sono cresciute e hanno acquisito valori civili ed ecclesiali, sensibilità e atteggiamenti, tradizioni e abitudini, criteri e capacità di valutazione. L oratorio si offre come un luogo di testimonianza che produce cultura. (rif. n. 21) LAVORO IN ÉQUIPE (Gruppo di regia, Consiglio dell Oratorio, educatori o animatori,...) Siamo a maggio, nel pieno della fase di ascolto dei giovani in vista del Sinodo. Come equipe educativa vogliamo metterci in ascolto di come viviamo il tema della testimonianza attraverso l esercizio di gratuità tramite la nostra responsabilità che quotidianamente doniamo in oratorio. IN ASCOLTO CON IL SINODO Con questa attività è possibile chiudere gli incontri dell equipe educativa dell oratorio utilizzando la traccia, come una possibile verifica, di quanto è stato realizzato durante l anno.
5 Introduzione Nelle ultime GMG Papa Francesco ha offerto ai giovani il modello delle beatitudini con cui confrontarsi. Esse sono la strada tracciata per una vita gratuita e lieta. Insegnano che non è il tornaconto che rende felici ma il farsi dono. felice è chi da felicità diceva Isidoro di Siviglia. Le beatitudini possono diventare anche per noi un percorso identitario capace di mettere in atto una riconciliazione fattiva e quotidiana nei pensieri e nelle azioni. Sviluppo Il facilitatore del gruppo pone all equipe le seguenti domande, riportando su un cartellone le parole chiave. 1. Beato è chi gode della gratuità dell esistenza cogliendola come un dono: a. Come comunichiamo questa visione del mondo così lontana dagli stili di vita odierni? b. Come viviamo il nostro servizio nella gratuità? 2. Beati i misericordiosi: a. Il nostro agire, rispetto a quando abbiamo iniziato il nostro servizio, è più sincero e appassionato? b. Quali sono stati gli elementi di crescita o di decrescita? 3. Le beatitudini sono la declinazione pratica della misericordia divina, sono la gratuità offerta dopo che è stata ricevuta: a. Come avviene ciò nel nostro oratorio? b. Quali rancori e maldicenze serpeggiano fra di noi? c. Quali false disponibilità e gratuita minano un apertura rivolta a tutti? d. Quanto crediamo che l oratorio sia più nostro che di chi lo frequenta? e. Gratuità è gratis? È consigliato chiudere l attività con una preghiera adatta e con una cena di condivisone! Kees de Kort - Polittico per rileggere cinque brani del Vangelo di Giovanni che raccontano la vicenda del discepolo amato. Offerto dal Servizio Nazionale di Pastorale Giovanile della CEI in preparazione al Sinodo dei Giovani 2018.
6 TESTIMONI DI UN INCONTRO ATTIVITÀ CONCRETE DI TESTIMONIANZA MESE DI MAGGIO In questa scheda sono proposte due attività concrete per bambini e per adolescenti da svolgere in oratorio per rendere concreto e sperimentare meglio il tema della testimonianza. È opportuno che gli educatori e i catechisti scelgano la proposta più adatta al loro gruppo adattandola il meglio possibile per far vivere ai ragazzi una esperienza bella di servizio in oratorio. Attività per bambini 1. I bambini si impegnano a rappresentare con una scenetta il passo degli Atti degli Apostoli della Pentecoste. Ci deve essere un regista, i costumi adatti e dei dialoghi in modo da rendere il più realistico possibile la narrazione. Il tutto va messo in scena la domenica di Pentecoste (durante la Messa?). 2. I bambini, per la chiusura dell anno catechistico, raccontano tramite dei cartelloni o dei simboli il percorso fatto e lo presentano alla comunità. Attività per adolescenti 1. II ragazzi vengono invitati a progettare, creare e produrre dei volantini motivazionali e di presentazione sul Grest e sulle attività estive da distribuire, poi, nelle case del quartiere. L obiettivo è cercare di fare emergere la bellezza contagiosa delle esperienze fatte dai ragazzi in modo da essere testimoni di qualcosa di bello vissuto. 2. I ragazzi vengono invitati a farsi testimoni della bellezza dello stare insieme in oratorio organizzando, insieme a dei volontari, una o più serate a tema per tutte le età. Esempi possibili sono: cena con delitto per le famiglie; tombolata; karaoke; Considerate Questo Tempo Versione light Uno strumento snello, agile e a portata di mano. È composto da 10 schede che possono essere consegnate singolarmente ad amici e conoscenti per provocare una riflessione, suscitare interrogativi, condividere un cammino, avere una restituzione. Un piccolo strumento da poter utilizzare nei gruppi, in Oratorio, al bar e in pizzeria o tra amici. Con questo strumento non si ha la pretesa di avere risposte, ma il desiderio di seminare una parola buona e suscitare interesse. Le schede possono essere anche raccolte e consegnate alla Pastorale Giovanile (entro maggio 2018) in un apposita cassetta delle lettere situata presso il Centro Giovanile San Luigi. Un gonfiabile che potrai ospitare anche nel tuo oratorio. Richiedi tutte le info in P G O! Al suo interno uno schermo, sul quale poter scegliere un breve filmato da visualizzare tra 8 diverse proposte, delle comode sedute per sentirsi a casa e, all uscita, le proposte del Servizio per la Pastorale Giovanile e degli Oratori. I filmati provocano su temi diversi vicini ai giovani: capire, donare, conoscere, scoprire, credere, scegliere, amare, ascoltare. Al termine della visione è possibile lasciare un commento, un suggerimento o una critica. È possibile utilizzare questo strumento anche da casa collegandosi al sito
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