PUC PIANO URBANISTICO COMUNALE DI SAN GIOVANNI A PIRO PROPOSTA DEFINITIVA

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1 PIANO URBANISTICO COMUNALE PUC DI SAN GIOVANNI A PIRO COMUNE DI SAN GIOVANNI A PIRO Sindaco Maria Stella GIANNI' Assessore all'urbanistica Flavio BEATI PROPOSTA DEFINITIVA RAPPORTO AMBIENTALE A.1 agr. Fabio Sorrentino Studio agronomico e naturalistico, Relazione di Incidenza arch. Raffaele LAINO Responsabile Ufficio di Piano e responsabile del Procedimento dott. geol. Rosanna Miglionico Studio geologico... ing. Carla Eboli Piano di Zonizzazione Acustica geom. Antonino Bertino Raccolta ed elaborazione dati, rilevamento degli elementi significativi del territorio geom. Felice Lombardi Raccolta ed elaborazione dati, rilevamento degli elementi significativi del territorio arch. Giovanni INFANTE Pianificazione territoriale e urbanistica, Valutazione Ambientale Strategica arch. Nicola GRECO Normativa Edilizia e Urbanistica arch. Giosuè Gerardo SATURNO Progettazione urbanistica e valutazione in ambiente GIS data: Marzo 2015

2 Indice Premessa Finalità e struttura del Rapporto Ambientale p.3 PARTE I Contesto normativo e metodologia adottata 1. Il quadro di riferimento per il Puc e per la Vas 1.1 La metodologia di lavoro per il Puc di San Giovanni a Piro 1.2 Obiettivi e contenuti del Puc nella legge regionale campana n.16/ La valutazione strategica nel processo di piano 2.1 Introduzione 2.2 La Valutazione Ambientale Strategica: riferimenti normativi 2.3 La metodologia adottata per la VAS del Puc di San Giovanni a Piro: le diverse fasi del processo p.8 p.8 p.9 p.13 p.13 p.13 p.19 PARTE II Il Rapporto Ambientale per il Puc di San Giovanni a Piro 1. Illustrazione dei contenuti e degli obiettivi principali del Puc di San Giovanni a Piro p Rapporto tra il Puc di San Giovanni a Piro ed altri Piani e Programmi p Obiettivi di protezione ambientale stabiliti a livello internazionale, comunitario o degli Stati membri, pertinenti al Puc, e il modo in cui, durante la sua preparazione, si è tenuto conto di detti obiettivi e di ogni considerazione ambientale 3.1 Individuazione degli obiettivi di protezione ambientale stabiliti a livello internazionale, comunitario, nazionale e regionale, pertinenti al piano. 3.2 Verifica di coerenza tra i contenuti del Puc di San Giovanni a Piro e gli obiettivi di protezione ambientale stabiliti a livello internazionale, comunitario, nazionale e regionale, pertinenti al piano. p.66 p.66 p Aspetti pertinenti dello stato attuale dell'ambiente e sua probabile evoluzione senza l attuazione del Puc risorse ambientali primarie: 4.1 Aria 4.2 risorse idriche 4.3 suolo e sottosuolo 4.4 ecosistemi e paesaggio infrastrutture: 4.5 modelli insediativi 4.6 mobilità attività antropiche: 4.7 agricoltura 4.8 industria e commercio 4.9 turismo fattori di interferenza: 4.10 rumore 4.11 energia 4.12 rifiuti p.87 p.88 p.98 p.105 p.111 p.120 p.129 p.131 p.135 p.141 p.149 p.155 p Possibili impatti significativi del Puc sull ambiente p Misure previste per impedire, ridurre e compensare gli eventuali effetti negativi significativi sull'ambiente derivanti dall'attuazione del Puc e indicazioni per il miglioramento della sostenibilità ambientale del Piano in fase di attuazione p.174 1

3 7. Sintesi delle ragioni della scelta delle alternative individuate e delle difficoltà incontrate nella raccolta delle informazioni necessarie 7.1 La scelta delle alternative individuate p Misure per il monitoraggio 8.1 Misure previste in merito al monitoraggio 8.2 Gli indicatori P.201 p Valutazione di Incidenza 9.1 Contenuti della relazione/studio di incidenza 9.2 Metodologia di analisi adottata 9.2 I siti della Rete Natura 2000 ricadenti nell ambito territoriale di competenza del Puc di San Giovanni a Piro 9.3 Descrizione e valutazione delle possibili incidenze dei Programmi Operativi definiti dal Puc rispetto ai siti della Rete Natura 2000 territorialmente coinvolti p.213 p.214 p.216 p Sintesi non Tecnica delle informazioni di cui ai capitoli precedenti p.268 ALLEGATI Allegato n.1 Quadro sinottico indicatori APAT p.270 Allegato n.2 Quadro sinottico indicatori ARPAC p.278 Allegato n.3 Piano di Monitoraggio del vigente Ptcp p.284 Allegato n.4 Elenco dei soggetti competenti in materia ambientale p.292 Allegato n.5 Elenco dei soggetti costituenti il pubblico ed il pubblico interessato p.293 Allegato n.6 Quadro normativo di riferimento p.295 Allegato n.7 Le schede dela componente operativa del Puc p.342 Ha collaborato alla stesura del presente documento il dott. arch. Giuseppe Giugliano 2

4 Premessa Finalità e struttura del Rapporto Ambientale Il presente documento ha la finalità di individuare, descrivere e valutare gli impatti significativi che l attuazione del Piano Urbanistico Comunale di San Giovanni a Piro potrebbero avere sull ambiente e sul patrimonio culturale, nonché di illustrare le ragionevoli alternative che sono state adottate in considerazione degli obiettivi e dell ambito territoriale di riferimento del Piano stesso. Esso costituisce parte integrante del Puc di San Giovanni a Piro, ne accompagna l intero processo di elaborazione ed approvazione, e costituisce, unitamente alla sintesi non tecnica ed alla proposta di Piano, la documentazione su cui sono chiamati definitivamente ad esprimersi l Autorità competente, i Soggetti Competenti in materia Ambientale ed il Pubblico Interessato, nell ambito del processo di Valutazione Ambientale Strategica del Puc previsto dalla Direttiva Europea 2001/42/CE, dalla Parte II del D.Lgs. n.152/2006 e dall art.47 della L.R.16/04. Il presente documento è strutturato in due parti: la prima focalizza il quadro normativo di riferimento per il Piano e per la VAS, descrive la metodologia adottata per la VAS del Piano Urbanistico di San Giovanni a Piro e le attività di consultazione e di valutazione effettuate nelle fasi preliminari; la seconda parte contiene il Rapporto Ambientale vero e proprio, i relativi allegati, nonché la Sintesi non tecnica di cui alla lettera j) dell Allegato I alla Direttiva 2001/42/CE e dell Allegato VI alla Parte II del D.Lgs.152/06. L articolazione del Rapporto Ambientale è stata definita sulla base dei contenuti e delle indicazioni di cui all Allegato I della Direttiva 2001/42/CE ed all Allegato VI alla Parte II del D.Lgs. n.152/2006. A Tal fine si è inoltre tenuto conto delle Linee guida per la redazione del Preliminare di Piano contenente indicazioni per l elaborazione del Documento di Scoping elaborate dal Servizio Pianificazione Territoriale e Cartografico della Provincia di Salerno, delle indicazioni di cui al Regolamento di attuazione della valutazione ambientale strategica (vas) in regione Campania approvato con D.P.G.R.17/2009 e degli Indirizzi operativi e procedurali per lo svolgimento della Vas in regione Campania approvati con deliberazione di Giunta Regionale 203/2010. La struttura, la portata ed il livello di dettaglio del presente documento sono stati preventivamente sottoposti alla valutazione dell Autorità competente, degli altri Soggetti Competenti in materia Ambientale e del Pubblico interessato nell ambito dell attività di consultazione condotta sulla base della proposta preliminare di Puc e dell allegato rapporto preliminare ambientale (in un successivo apposito paragrafo si darà atto della consultazione preliminare condotta e si evidenzierà come sono stati presi in considerazione i contributi pervenuti). Nel corso dell attività di elaborazione si è inoltre tenuto conto di quanto espresso dal comma 4, dell art.13, del D.Lgs. 152/2006, così come modificato dall'art. 2, comma 11, d.lgs. n. 128 del 2010, laddove si afferma che il Rapporto ambientale deve comprendere le informazioni nei limiti in cui possono essere ragionevolmente richieste, tenuto conto del livello delle conoscenze e dei metodi di valutazione correnti, dei contenuti e del livello di dettaglio del piano o del programma Per evitare duplicazioni della valutazione, possono essere utilizzati, se pertinenti, approfondimenti già effettuati ed informazioni ottenute nell'ambito di altri livelli decisionali o altrimenti acquisite in attuazione di altre disposizioni normative.. Proprio alla luce di quanto sopra si evidenzia che al fine di elaborare il seguente Rapporto Ambientale sono stati utilizzati pertinenti approfondimenti ed informazioni contenuti in documenti relativi ad altri livelli decisionali, e soprattutto quelli contenuti nel Rapporto Ambientale del Ptc della Provincia di Salerno, 3

5 approvato con deliberazione di C.P.15/2012, che, peraltro, è stato anche assunto quale prioritario riferimento metodologico per la redazione del presente studio, unitamente alle già citate Linee guida per la redazione del Preliminare di Piano contenente indicazioni per l elaborazione del Documento di Scoping elaborate dal Servizio Pianificazione Territoriale e Cartografico della Provincia di Salerno. In conclusione, al fine di evidenziare la coerenza tra i contenuti del presente documento e quanto previsto dalle vigenti disposizioni normative circa le informazioni da fornire con i rapporti ambientali che devono accompagnare le proposte di piani e di programmi sottoposti a valutazione ambientale strategica, si riporta di seguito una tabella che riporta i capitoli dell elaborato Rapporto Ambientale, ad ognuno dei quali è affiancata la corrispondente informazione richiesta dall Allegato VI alla Parte II del D.Lgs.152/06. Capitolo del Rapporto Ambientale per la VAS del PUC di San Giovanni a Piro 1. Illustrazione dei contenuti e degli obiettivi principali del Puc di San Giovanni a Piro. 2. Rapporto tra il Puc di San Giovanni a Piro ed altri Piani e Programmi. 2.1 Individuazione dei Piani e dei Programmi pertinenti al Puc 2.2 Rapporto ed interazione tra il Puc ed i richiamati Piani o Programmi 3. Obiettivi di protezione ambientale stabiliti a livello internazionale, comunitario o degli Stati membri, pertinenti al Puc, e il modo in cui, durante la sua preparazione, si è tenuto conto di detti obiettivi e di ogni considerazione ambientale Informazioni richieste dall Allegato VI alla Parte II del D.Lgs.152/06 a) illustrazione dei contenuti, degli obiettivi principali del piano o programma e del rapporto con altri pertinenti piani o programmi a) illustrazione dei contenuti, degli obiettivi principali del piano o programma e del rapporto con altri pertinenti piani o programmi e) obiettivi di protezione ambientale stabiliti a livello internazionale, comunitario o degli Stati membri, pertinenti al piano o al programma, e il modo in cui, durante la sua preparazione, si è tenuto conto di detti obiettivi e di ogni considerazione ambientale 3.1 Individuazione degli obiettivi di protezione ambientale stabiliti a livello internazionale, comunitario, nazionale e regionale, pertinenti al piano. 3.2 Verifica di coerenza tra i contenuti del Puc di San Giovanni a Piro e agli obiettivi di protezione ambientale stabiliti a livello internazionale, comunitario, nazionale e regionale, pertinenti al piano. 4. Aspetti pertinenti dello stato attuale dell'ambiente e sua probabile evoluzione senza l attuazione del Puc con riferimento: a: risorse ambientali primarie: 10.1 aria; 10.2 risorse idriche; 10.3 suolo e sottosuolo; 10.4 ecosistemi e paesaggio; infrastrutture: 10.5 modelli insediativi; 10.6 mobilità; attività antropiche: 10.7 agricoltura; b) aspetti pertinenti dello stato attuale dell'ambiente e sua evoluzione probabile senza l'attuazione del piano o del programma; c) caratteristiche ambientali, culturali e paesaggistiche delle aree che potrebbero essere significativamente interessate; d) qualsiasi problema ambientale esistente, pertinente al piano o programma, ivi compresi in particolare quelli relativi ad aree di particolare rilevanza ambientale, culturale e paesaggistica, quali le zone designate come zone di protezione speciale per la conservazione degli uccelli selvatici e quelli classificati come siti di importanza comunitaria per la protezione degli habitat naturali e della 4

6 10.8 industria e commercio; 10.9 turismo: fattori di interferenza: rumore; energia; rifiuti. flora e della fauna selvatica, nonché i territori con produzioni agricole di particolare qualità e tipicità, di cui all'art. 21 del decreto legislativo 18 maggio 2001, n Descrizione della componente 4.2 Probabile evoluzione della componente senza l attuazione del Puc; 4.3 Caratteristiche ambientali, culturali e paesaggistiche delle aree che potrebbero essere significativamente interessate dal Piano 4.4 Problemi ambientali esistenti e pertinenti al Piano 4.5 Le scelte del Piano 5. Possibili impatti significativi del Puc sull ambiente 6. Misure previste per impedire, ridurre e compensare gli eventuali effetti negativi significativi sull'ambiente derivanti dall'attuazione del Puc e indicazioni per il miglioramento della sostenibilità ambientale del Piano in fase di attuazione 7. Sintesi delle ragioni della scelta delle alternative individuate e delle difficoltà incontrate nella raccolta delle informazioni necessarie 7.1 La scelta delle alternative individuate 7.2 Difficoltà incontrate nella raccolta delle informazioni richieste 8. Misure per il monitoraggio 8.1 Misure previste in merito al monitoraggio 8.2 Gli indicatori f) possibili impatti significativi sull'ambiente, compresi aspetti quali la biodiversità, la popolazione, la salute umana, la flora e la fauna, il suolo, l'acqua, l'aria, i fattori climatici, i beni materiali, il patrimonio culturale, anche architettonico e archeologico, il paesaggio e l'interrelazione tra i suddetti fattori. Devono essere considerati tutti gli impatti significativi, compresi quelli secondari, cumulativi, sinergici, a breve, medio e lungo termine, permanenti e temporanei, positivi e negativi g) misure previste per impedire, ridurre e compensare nel modo più completo possibile gli eventuali impatti negativi significativi sull'ambiente dell'attuazione del piano o del programma h) sintesi delle ragioni della scelta delle alternative individuate e una descrizione di come è stata effettuata la valutazione, nonché le eventuali difficoltà incontrate (ad esempio carenze tecniche o difficoltà derivanti dalla novità dei problemi e delle tecniche per risolverli) nella raccolta delle informazioni richieste i) descrizione delle misure previste in merito al monitoraggio e controllo degli impatti ambientali significativi derivanti dall'attuazione del piani o del programma proposto definendo, in particolare, le modalità di raccolta dei dati e di elaborazione degli indicatori necessari alla valutazione degli impatti, la periodicità della produzione di un rapporto illustrante i risultati della valutazione degli impatti e le misure correttive da adottare 9. Valutazione di Incidenza L art.10, co.3, del D.Lgs.152/2006 stabilisce che: La VAS e la VIA comprendono le procedure di 5

7 valutazione d'incidenza di cui all'articolo 5 del decreto n. 357 del 1997; a tal fine, il rapporto ambientale, lo studio preliminare ambientale o lo studio di impatto ambientale contengono gli elementi di cui all'allegato G dello stesso decreto n. 357 del Sintesi non tecnica delle informazioni contenute nel rapporto Ambientale j) sintesi non tecnica delle informazioni di cui alle lettere precedenti 6

8 PARTE I Contesto normativo e metodologia adottata 7

9 1. Il quadro di riferimento per il Puc e per la Vas 1.1 La metodologia di lavoro per il Puc di San Giovanni a Piro Il Comune di San Giovanni a Piro è, ad oggi, sprovvisto di strumentazione urbanistica. Consapevole della necessità di dover risolvere tale problematica e della improcrastinabile necessità di dotare il proprio territorio di un aggiornato ed efficace strumento di pianificazione delle tutele, degli assetti, delle trasformazioni e delle utilizzazioni, l Amministrazione comunale: con deliberazione di Giunta Comunale n.159 del , ha stabilito, tra l altro: - di riattivare le funzioni dell Ufficio di Piano del Comune al fine di completare la redazione dello strumento urbanistico comunale e degli atti ad esso connessi, avvalendosi della collaborazione della Provincia di Salerno nonché delle necessarie collaborazioni di esperti in tematiche specialistiche e settoriali, già individuate o comunque da individuare; - di nominare Responsabile dell Ufficio di Piano, nonché responsabile del procedimento di pianificazione, il Responsabile dell U.T.C. arch. Raffaele Laino; con deliberazione di Giunta Comunale n.181 del , in riferimento al procedimento di elaborazione/formazione del Piano Urbanistico Comunale e degli atti ad esso connessi ha stabilito, tra l altro, di condividere pienamente e fare propria l allegata relazione/proposta redatta dall arch. Raffaele Laino ed in particolare la proposta articolazione del procedimento di pianificazione comunale, ivi compresa la definizione delle fasi, della relativa tempistica e delle modalità di svolgimento delle diverse attività. Il procedimento delineato prevedeva: 1. una prima fase volta alla definizione/integrazione/completamento delle analisi preliminari, dal punto di vista edilizio, urbanistico, vincolistico, storico-culturale, paesaggistico, ambientale, geo-morfologico, socio-economico, ad una loro prima valutazione ed interpretazione, per poi pervenire alla definizione di una proposta preliminare di piano, corredata del rapporto preliminare (documento di scoping nel processo di VAS), con cui porre sul campo, in modo ampio ed articolato tutte le questioni connesse alla elaborazione del Puc e del Ruec, al fine di promuovere un dibattito di merito, sufficientemente ampio ed articolato, con la comunità locale e con tutti gli Enti coinvolti, ed attivare il procedimento di consultazione con i Soggetti Competenti in materia Ambientale; 2. una seconda fase per lo svolgimento: - del procedimento di consultazione dei Soggetti Competenti in materia Ambientale, e cioè di quei soggetti istituzionali competenti alla tutela dei diversi interessi coinvolti dal processo di pianificazione (Settori regionali competenti in materie attinenti al piano; Agenzia regionale per l ambiente; Azienda sanitaria locale; Enti di gestione di aree protette; Provincia; Comunità Montana; Autorità di bacino; Comuni confinanti; Soprintendenza per i beni architettonici e paesaggistici e per i beni archeologici), attivando in tal modo il processo di Vas di cui al D.Lgs.152/2006; - della consultazione delle organizzazioni sociali, culturali, economico professionali, sindacali ed ambientaliste nonché della cittadinanza, finalizzati ad attivare un processo di partecipazione ampia alla redazione del piano urbanistico comunale, capace di stimolare la discussione della comunità locale e raccogliere ulteriori indicazioni; - della valutazione dei pareri e dei contributi proposti dagli Sca nel corso dell attività di consultazione; - della valutazione dei pareri e dei contributi offerti dalle organizzazioni sociali, culturali, economico professionali, sindacali ed ambientaliste nonché dalla cittadinanza; - delle eventuali, necessarie, intese con le Autorità e gli Enti competenti; 3. una terza fase volta alla definizione della proposta definitiva di Puc e Ruec (corredata, cioè di Rapporto Ambientale/Studio di Incidenza ai fini della Vas-VI e di studi definitivi specialistici e di settore, nonché di eventuali previsioni attuative) per le quali attivare il processo di formazione/approvazione come definito dalla L.R.16/04 e dal suo Regolamento di Attuazione. 8

10 In conformità all impostazione metodologica sopra descritta il gruppo di progettazione incaricato ha predisposto la proposta preliminare di Puc, redatta in conformità alle previsioni di cui all art.2, co.4, Regolamento regionale 5/2001, ed il rapporto preliminare ambientale, redatto in conformità alle previsioni di cui all art.13 del D.Lgs.152/2006. Tali documenti, consegnati in data con prot. n. 5117, sono stati successivamente condivisi dall Amministrazione comunale con delibera di Giunta n.107 del Considerate le peculiari caratteristiche del territorio comunale, specie per quanto concerne i suoi caratteri paesaggistici ed ambientali, la proposta preliminare predisposta si configurava quale documento dal preminente carattere strategico, volto prioritariamente a rappresentare le questioni cruciali della progettazione del Puc ed ad evidenziare le principali problematiche connesse alla pianificazione del territorio comunale, in forme sufficientemente ampie ed articolate perché il senso del Piano che sarebbe seguito risultasse esaurientemente definito, ma anche con i caratteri di generalità ed i margini di apertura necessari per raccogliere ulteriori indicazioni di natura strategica ed operativa, tanto da parte degli organi istituzionali competenti alla tutela dei diversi interessi coinvolti dal processo di pianificazione, quanto da parte della popolazione. Inoltre, in ottemperanza e per le finalità di cui all art.58, co.5, delle norme tecniche del Ptcp, la proposta preliminare di Puc riportava una proposta preliminare di dimensionamento insediativo comunale preventivamente predisposto dal gruppo di progettazione sulla base delle indicazioni metodologiche ed operative impartite dalla Provincia; tale documento, si ribadisce di natura del tutto preliminare, era stato approvato dall Amministrazione comunale nel gennaio 2013 e successivamente trasmesso alla Provincia di Salerno per le valutazioni effettuata nell ambito delle Conferenze di piano permanenti per Ambito Identitario. Il lavoro è stato successivamente svolto nel rispetto del programma e della metodologia di lavoro definiti. Le attività di consultazione e di partecipazione condotte sulla base degli studi preliminari, che saranno dettagliatamente descritte nel seguito, sono state svolte nel periodo ottobre - dicembre Degli esiti di tale attività e delle valutazioni derivanti ne è stato dato conto con appositi verbali, approvati con deliberazione di Giunta Comunale n.22 del , con la quale, peraltro, si è approvata definitivamente la proposta preliminare di Puc ed il Rapporto preliminare ambientale, come predisposti dall Ufficio di Piano con il supporto dei tecnici specialisti esterni incaricati, e già condivisi con delibera di Giunta Comunale n.107 del , e si sono approvate le attività condotte e le decisioni assunte dalla designata Autorità procedente di concerto con la designata Autorità competente. Contestualmente sono state avviate e portate a termine le attività specialistiche e settoriali che hanno consentito di integrare/specificare/dettagliare il quadro conoscitivo del Puc, di definirne, conseguentemente, la componente strutturale e quella programmatica/operativa, e di pervenire, in tal modo, alla elaborazione della proposta definitiva di Puc e del presente Rapporto Ambientale. 1.2 Obiettivi e contenuti del Puc nella legge regionale campana n.16/2004 Alla luce del rinnovato assesto normativo, nonché degli obiettivi e delle strategie definiti dalle disposizioni legislative e dagli strumenti di pianificazione territoriale, la formazione del Piano Urbanistico Comunale costituisce il momento centrale per la definizione dell assetto urbanistico e delle prospettive di valorizzazione e crescita sociale, economica e culturale del territorio comunale al fine di garantirne lo sviluppo, nel rispetto del principio di sostenibilità, assicurando il perseguimento degli obiettivi stabiliti dall art.2 della L.R.16/04 e s.m.i. e dalla L.R. 13/08, che di seguito sinteticamente si richiamano: - promozione dell uso razionale e dello sviluppo ordinato del territorio urbano ed extraurbano mediante il minimo consumo di suolo; - salvaguardia della sicurezza degli insediamenti umani dai fattori di rischio idrogeologico, sismico e vulcanico; 9

11 - tutela dell integrità fisica e dell identità culturale del territorio attraverso la valorizzazione delle risorse paesistico-ambientali e storico-culturali, la conservazione degli ecosistemi, la riqualificazione dei tessuti insediativi esistenti e il recupero dei siti compromessi; - miglioramento della salubrità e della vivibilità dei centri abitati; - potenziamento dello sviluppo economico locale; - tutela e sviluppo del paesaggio agricolo e delle attività produttive connesse; - tutela e sviluppo del paesaggio mare-terra e delle attività produttive e turistiche connesse; - attuazione degli indirizzi e dei criteri stabiliti dal Piano Territoriale Regionale e dalle Linee Guida per il Paesaggio in Campania; - attuazione dei principi della Convenzione europea del paesaggio ratificata con legge 9 gennaio 2006, n.14. Per perseguire in maniera efficace gli obiettivi sopra enunciati e garantire la promozione di forme di sviluppo sostenibile del territorio comunale, è necessario integrare le considerazioni ambientali fin dalle prime elaborazioni del piano comunale, attuando in tal senso il processo di Valutazione Ambientale Strategica previsto dalla direttiva 2001/42/CE del , dal Decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152 e dall art.47 della L.R.16/04. A tal fine il presente rapporto ambientale è stato predisposto contestualmente alla proposta definitiva di Puc. Peraltro, con l entrata in vigore delle nuove Nome sul Governo del Territorio (L.R.16/04) si sono ampliati gli obiettivi e le competenze ed è mutata la metodica redazionale ed attuativa della pianificazione urbanistica comunale, che si esplica mediante il Piano Urbanistico Comunale (P.U.C.), articolato in disposizioni di medio-lungo termine (componente strutturale) e di breve periodo (componente operativa), corredato dal Regolamento Edilizio e Urbanistico (R.U.E.C.) e dai Piani Urbanistici Attuativi (P.U.A.), di iniziativa privata e pubblica. E del tutto evidente, pertanto, che il Puc si pone quale strumento recante previsioni di assetto, tutela, trasformazione ed utilizzazione del territorio calibrate su di un arco temporale piuttosto lungo, che vanno a configurare un quadro di governo del territorio permanente, nell ambito ed in coerenza con il quale definire gli interventi di breve periodo. Obiettivi e contenuti del Piano Urbanistico Comunale (Puc) sono dettagliatamente definiti dall art. 23 della Legge Regionale 22 dicembre 2004, n. 16 e s.m.i. recante Norme sul governo del territorio. In particolare la citata norma stabilisce che Il piano urbanistico comunale - Puc - è lo strumento urbanistico generale del Comune e disciplina la tutela ambientale, le trasformazioni urbanistiche ed edilizie dell intero territorio comunale, anche mediante disposizioni a contenuto conformativo del diritto di proprietà. Il Puc, in coerenza con le disposizioni del Ptr (nonché delle Linee Guida per la Pianificazione paesaggistica in Campania) e del Ptcp: a) individua gli obiettivi da perseguire nel governo del territorio comunale e gli indirizzi per l attuazione degli stessi; b) definisce gli elementi del territorio urbano ed extraurbano raccordando la previsione di interventi di trasformazione con le esigenze di salvaguardia delle risorse naturali, paesaggistico ambientali, agrosilvo-pastorali e storico-culturali disponibili, nonché i criteri per la valutazione degli effetti ambientali degli interventi stessi; c) determina i fabbisogni insediativi e le priorità relative alle opere di urbanizzazione ; d) stabilisce la suddivisione del territorio comunale in zone omogenee, individuando le aree non suscettibili di trasformazione; e) indica le trasformazioni fisiche e funzionali ammissibili nelle singole zone, garantendo la tutela e la valorizzazione dei centri storici nonché lo sviluppo sostenibile del territorio comunale; f) promuove l architettura contemporanea e la qualità dell edilizia pubblica e privata, prevalentemente attraverso il ricorso a concorsi di progettazione; g) disciplina i sistemi di mobilità di beni e persone; 10

12 h) tutela e valorizza il paesaggio agrario attraverso la classificazione dei terreni agricoli, anche vietando l utilizzazione ai fini edilizi delle aree agricole particolarmente produttive fatti salvi gli interventi realizzati dai coltivatori diretti o dagli imprenditori agricoli; i) assicura la piena compatibilità delle previsioni in esso contenute rispetto all assetto geologico e geomorfologico del territorio comunale, così come risultante da apposite indagini di settore preliminari alla redazione del piano. Il Puc individua la perimetrazione degli insediamenti abusivi esistenti al 31 dicembre 1993 e oggetto di sanatoria ai sensi della legge 28 febbraio 1985, n. 47, capi IV e V, e ai sensi della legge 23 dicembre 1994, n. 724, articolo 39 Il Puc definisce le modalità del recupero urbanistico ed edilizio degli insediamenti abusivi, gli interventi obbligatori di riqualificazione e le procedure, anche coattive, per l esecuzione degli stessi, anche mediante la formazione dei comparti edificatori... Al Puc sono allegate le norme tecniche di attuazione -Nta-, riguardanti la manutenzione del territorio e la manutenzione urbana, il recupero, la trasformazione e la sostituzione edilizia, il supporto delle attività produttive, il mantenimento e lo sviluppo dell attività agricola e la regolamentazione dell attività edilizia. Fanno parte integrante del Puc i piani di settore riguardanti il territorio comunale, ivi inclusi i piani riguardanti le aree naturali protette e i piani relativi alla prevenzione dei rischi derivanti da calamità naturali ed al contenimento dei consumi energetici. Inoltre, alla luce del disposto di cui all art.25 della L.R.16/04 e s.m.i., gli Atti di programmazione degli interventi, dovranno individuare, in conformità alle previsioni del Puc e senza modificarne i contenuti, la disciplina degli interventi di tutela, valorizzazione, trasformazione e riqualificazione del territorio comunale da realizzare nell arco temporale di tre anni, specificando, in relazione agli interventi di riqualificazione e di nuova edificazione: - le destinazioni d uso e gli indici edilizi; - le forme di esecuzione e le modalità degli interventi di trasformazione e conservazione dell assetto urbanistico; - la determinazione delle opere di urbanizzazione da realizzare o recuperare, nonché degli interventi di reintegrazione territoriale e paesaggistica; - la quantificazione degli oneri finanziari a carico del comune e di altri soggetti pubblici per la realizzazione delle opere previste, indicandone le fonti di finanziamento. Infine, l art.7 del Regolamento 5/2011, in attuazione delle previsioni di cui all art.3 della L.R.16/04, chiarisce e specifica i contenuti della componente strutturale e della componente programmatica del Puc, ed in particolare stabilisce: Il piano strutturale del PUC, qualora le componenti sono condivise in sede di copianificazione, in attuazione dell articolo 4 della legge regionale n. 16/2004, coincide con il piano strutturale del PTCP. Il piano strutturale del PUC fa riferimento, in sintesi, agli elementi di cui al comma 3 (e di seguito riportati), precisandoli ove necessario: a) l assetto idrogeologico e della difesa del suolo; b) I centri storici così come definiti e individuati dagli articoli 2 e 4 della legge regionale 18 ottobre 2002, n. 26 (norme e incentivi per la valorizzazione dei centri storici della Campania e per la catalogazione dei beni ambientali di qualità paesistica); c) la perimetrazione indicativa delle aree di trasformabilità urbana; d) la perimetrazione delle aree produttive (aree e nuclei ASI e aree destinate ad insediamenti produttivi) e destinate al terziario e quelle relative alla media e grande distribuzione commerciale; e) Individuazione aree a vocazione agricola e gli ambiti agricoli e forestali di interesse strategico; f) ricognizione ed individuazione aree vincolate; g) infrastrutture e attrezzature puntuali e a rete esistenti. 11

13 La componente programmatica del PUC si traduce in piano operativo. Il piano programmatico del PUC, per la sua natura operativa, contiene, oltre agli elementi di cui all articolo 3 della legge regionale n. 16/2004, la ulteriore specificazione delle aree indicate al comma 3 (elementi riportati al precedente elenco, punti a/g), nel rispetto delle disposizioni di cui al comma 4 (inerenti la precisazione a scala locale degli elementi individuati dal Ptcp), indicando: a) destinazione d uso; b) indici fondiari e territoriali; c) parametri edilizi e urbanistici; d) standard urbanistici; e) attrezzature e servizi. Il piano programmatico/operativo del PUC, elaborato anche per porzioni di territorio comunale, contiene altresì gli atti di programmazione degli interventi di cui all articolo 25 della legge regionale n.16/

14 2. La valutazione strategica nel processo di piano 2.1 Introduzione Il continuo mutare dei bisogni e delle esigenze delle società, a cui assistiamo da alcuni anni, ha determinato la necessità di ripensare la forma dei piani, così come dei programmi, che devono essere elaborati come strumenti attraverso i quali governare realtà in rapida trasformazione: ai piani e ai programmi viene infatti richiesto di essere flessibili, ovvero capaci di adeguarsi ai continui mutamenti, senza per questo deviare da specifici obiettivi prefissati. La complessità dei problemi, e delle relative decisioni da assumere, nel programmare e pianificare interventi di tutela e trasformazione del territorio si traduce quindi nell esigenza di valutare gli stessi, non solo dal punto di vista della loro fattibilità tecnico-economica, ma soprattutto degli impatti che determinano nel contesto territoriale di riferimento, anche in relazione al livello di integrazione auspicato/realizzato tra singole azioni intraprese. In tal senso, il governo del territorio, raggiungibile attraverso la pianificazione territoriale, si esplica attraverso un laborioso lavoro di conoscenza, messa a fuoco delle problematiche, elaborazioni di possibili soluzioni, sperimentazione di azioni e valutazione dei loro effetti, attesi ed inattesi. E dunque evidente che l elaborazione di uno strumento di pianificazione, collocandosi in un contesto dinamico ed incerto, assume inevitabilmente il carattere di processo più che di prodotto, e questo implica la possibilità che venga modificato nel tempo, mediante l uso sistematico di strumenti valutativi degli impatti che l attuazione di tale strumento determina sul territorio e sulle comunità locali. In questo processo le variabili ambientali, al pari di quelle sociali ed economiche, costituiscono elementi essenziali sia per la definizione dei contenuti del piano medesimo, sia per l analisi dei risultati dell applicazione dello stesso. Le attività messe in campo per la redazione del Puc di San Giovanni a Piro, quindi, non potevano che essere completate ed arricchite da un accorta attività valutativa del processo di pianificazione condotto, ed in quest ottica la valutazione strategica del Piano ha consentito di eseguire una più attenta esplorazione degli obiettivi da perseguire, e delle strategie per realizzarli, anche attraverso la ponderazione di scenari alternativi: la valutazione nel piano diventa così uno strumento prezioso di supporto tecnico-decisionale. 1 Prima di entrare nel vivo del lavoro svolto è però utile soffermarsi sulla metodologia utilizzata nel processo di valutazione, a partire dal quadro normativo entro il quale si opera. 2.2 La Valutazione Ambientale Strategica: riferimenti normativi Negli ultimi decenni sono state assunte molteplici iniziative finalizzate ad introdurre la dimensione ambientale ed ad incentivare la partecipazione nei processi decisionali pubblici. Nell ambito della normativa comunitaria sono state in particolare assunte numerose direttive, volte a disciplinare i procedimenti e i contenuti della valutazione delle ricadute ambientali di alcune tipologie di progetti (Valutazione di Impatto Ambientale, direttive 85/337/CEE 2 e 97/11/CE 3 ), degli interventi da effettuarsi in aree di pregio naturalistico (Valutazione d Incidenza, direttiva 92/43/CEE o direttiva 1 Il processo di valutazione, intrinsecamente legato alla sostenibilità che tende all integrazione della variabile ambientale n elle politiche di sviluppo del territorio, è quindi anche uno strumento essenziale per l indirizzo di decisioni politiche. 2 Direttiva del Consiglio 27 giugno 1985, n. 85/337/CEE concernente la valutazione dell impatto ambientale di determinati progetti pubblici e privati. 3 Direttiva 97/11/CE del Consiglio del 3 marzo 1997, che modifica la direttiva 85/337/CEE concernente la valutazione dell impatto ambientale di determinati progetti pubblici e privati. 13

15 Habitat 4 ), di alcune tipologie di impianti produttivi (Autorizzazione ambientale integrata, direttiva 96/61/CE 5 ), dei piani e programmi (Valutazione Ambientale Strategica, direttiva 2001/42/CE 6 ) e, in prospettiva, anche delle azioni strategiche (Valutazione di Impatto Integrata, COM(2002) ). Sulla scorta della Convenzione di Århus, 8 il Parlamento Europeo ed il Consiglio hanno poi emanato una prima direttiva sull accesso del pubblico all informazione ambientale (direttiva 2003/4/CE 9 ), un altra direttiva sulla partecipazione del pubblico nell elaborazione di taluni piani e programmi in materia ambientale (direttiva 2003/35/CE 10 ) ed una proposta di direttiva sull accesso alla giustizia in materia ambientale (COM(2003) ). Ai fini dell attività in corso è di particolare interesse soffermarsi sul contenuto della Direttiva 2001/42/CE (pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale delle Comunità europee il 21/07/2001, L197/30) concernente "la valutazione degli effetti di determinati piani e programmi sull'ambiente naturale", che si pone come obiettivo quello di garantire un elevato livello di protezione dell ambiente, ed individua nella valutazione ambientale strategica (VAS) lo strumento per l integrazione delle considerazioni ambientali all atto dell elaborazione e dell adozione di piani e programmi, al fine di promuovere lo sviluppo sostenibile del territorio e della comunità insediata. Questa Direttiva trae fondamento dall art.174 del Trattato comunitario, lì dove si stabilisce che la politica della Comunità in materia ambientale contribuisce, tra l'altro, a perseguire gli obiettivi della salvaguardia, della tutela e del miglioramento della qualità dell'ambiente, della protezione della salute umana e dell'utilizzazione accorta e razionale delle risorse naturali, e che essa deve essere fondata sul principio della precauzione. L'articolo 6 del Trattato stabilisce, altresì, che le esigenze connesse con la tutela dell'ambiente devono essere integrate nella definizione delle politiche e delle azioni comunitarie, in particolare nella prospettiva di promuovere lo sviluppo sostenibile degli Stati Membri. 4 Direttiva del Consiglio 21 maggio 1992, n. 92/43/CEE relativa alla conservazione degli habitat naturali e seminaturali e della flora e della fauna selvatiche. 5 Direttiva 96/61/CE del Consiglio del 24 settembre 1996 sulla prevenzione e la riduzione integrate dell'inquinamento. 6 Direttiva 2001/42/CE del Parlamento europeo e del Consiglio del 27 giugno concernente la valutazione degli effetti di determinati piani e programmi sull ambiente. 7 COM(2002) 276 Comunicazione della Commissione in materia di valutazione d impatto. 8 La Convenzione internazionale di Århus, firmata nel 1998 ed entrata in vigore nel 2001, si fonda sul principio che il coinvolgimento e la sensibilizzazione dei cittadini nei confronti delle tematiche ambientali possono condurre ad un miglioramento della prot ezione dell ambiente. I suoi tre pilastri sono: Garantire ai cittadini l'accesso alle informazioni ambientali; Favorire la partecipazione dei cittadini alle attività decisionali che possano avere effetti sull'ambiente; Estendere le condizioni per l'accesso alla giustizia. 9 Direttiva 2003/4/CE del Parlamento europeo e del Consiglio del 28 gennaio 2003 sull'accesso del pubblico all'informazione ambientale, che abroga la direttiva 90/313/CEE del Consiglio, ha come obiettivi da una parte la garanzia del diritto di accesso all informazione ambientale detenuta dalle autorità pubbliche e la definizione di condizioni e modalità operative per il suo esercizio, dall altra la garanzia che l informazione stessa sia messa a disposizione del pubblico e diffusa in modo sistematico e progressivo. Al fine di ottenere la più ampia disponibilità e diffusione dell informazione, la direttiva promuove l uso di tecnologie di telecomunicazione informatica e/o di tecnologie elettroniche. Gli Stati membri devono provvedere affinché le autorità pubblic he siano tenute a rendere disponibile l informazione ambientale detenuta da essi o per loro conto, senza che il richiedente debba fornire la motivazione della propria richiesta. Adottano inoltre le misure necessarie per garantire che le autorità pubbliche strutturino l informazione ambientale rilevante per le loro funzioni e in loro possesso o detenuta per loro conto ai fini di un attiva e sistematica diffusione al pubblico. Infine, gli Stati membri devono garantire la qualità dell informazione ambientale, documentando le modalità con cui essa è stata raccolta, sistematizzata ed elaborata. 10 Direttiva 2003/35/CE del Parlamento europeo e del Consiglio del 26 maggio 2003 che modifica le direttive del Consiglio 85/337/CEE e 96/61/CE relativamente alla partecipazione del pubblico e all'accesso alla giustizia. Questa Direttiva sulla partecipazione del pubblico nell elaborazione di taluni piani e programmi in materia ambientale prevede che al pubblico siano offerte tempestive ed effettive opportunità di partecipazione alla preparazione e alla modifica o al riesame dei piani ovvero dei programmi. Spetta agli Stati membri provvedere ad informare il pubblico, attraverso pubblici avvisi oppure in altre forme, compresi i mezzi di comunicazione elettronici, di qualsiasi proposta relativa ai piani o programmi in materia ambientale o alla loro modifica o riesame, e a rendere accessibili al pubblico le informazioni relative a tali proposte, comprese le informazioni sul diritto di partecipare al processo decisionale e sull autorità competente cui sottoporre eventuali osservazioni o quesiti. Il pubblico può esprimere osservazioni e pareri prima che vengano adottate decisioni sui piani e sui programmi. Si deve quindi tenere conto delle risultanze della partecipazione del pubblico, in seguito alle quali l autorità competente deve informare in merito alle decisioni adottate e ai motivi e alle considerazioni su cui le stesse sono basate, includendo informazioni circa il processo di partecipazione del pubblico. 11 Proposta di direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio sull'accesso alla giustizia in materia ambientale, COM(2003)

16 Sulla base di questi presupporti fondativi, con la Direttiva 42 l U.E. ha introdotto un importante strumento per l'integrazione delle considerazioni di carattere ambientale nell'elaborazione e nell'adozione di taluni piani e programmi, agendo direttamente in fase di elaborazione degli stessi e prima della loro adozione. La Direttiva 42/2001/CE, entrata in vigore il 21 luglio 2001 (per cui il termine ultimo di recepimento nazionale era fissato al 21 luglio 2004), è stata recepita a livello nazionale con il D.Lgs. n.152 del 3 aprile 2006 Norme in materia ambientale, come successivamente modificato ed integrato. In particolare il comma 3 dell articolo 4, titolo I, della parte II del D.Lgs. n.152/2006 chiarisce che la valutazione ambientale di piani, programmi e progetti ha la finalità di assicurare che l'attività antropica sia compatibile con le condizioni per uno sviluppo sostenibile, e quindi nel rispetto della capacità rigenerativa degli ecosistemi e delle risorse, della salvaguardia della biodiversità e di un'equa distribuzione dei vantaggi connessi all'attività economica. Per mezzo della stessa si affronta la determinazione della valutazione preventiva integrata degli impatti ambientali nello svolgimento delle attività normative e amministrative, di informazione ambientale, di pianificazione e programmazione ed in tale ambito, precisa il successivo co.4, la valutazione ambientale di piani e programmi che possono avere un impatto significativo sull'ambiente ha la finalità di garantire un elevato livello di protezione dell'ambiente e contribuire all'integrazione di considerazioni ambientali all'atto dell'elaborazione, dell'adozione e approvazione di detti piani e programmi assicurando che siano coerenti e contribuiscano alle condizioni per uno sviluppo sostenibile. Prima ancora del recepimento delle direttive comunitarie da parte della legislazione nazionale, l art.47 della L.R. n.16/2004 recante Norme sul governo del territorio ha stabilito che i piani territoriali di settore ed i piani urbanistici siano accompagnati da valutazione ambientale, da effettuarsi durante la fase di redazione dei piani stessi: tale valutazione scaturisce da un rapporto ambientale in cui sono individuati, descritti e valutati gli effetti significativi dell attuazione del piano sull ambiente e le alternative, alla luce degli obiettivi e dell ambito territoriale di riferimento del piano (co.2). Inoltre, la richiamata norma regionale ha precisato che ai piani territoriali di settore ed ai piani urbanistici deve essere allegata una relazione che illustri come le considerazioni ambientali sono state integrate nel piano e come si è tenuto conto del rapporto ambientale (co.4). Da ultimo, il Regolamento regionale n.5 del 4 agosto 2011, ha introdotto, in materia di Vas, disposizioni integrative a quelle contenute nel D.Lgs.152/2006, prevalentemente riferite ad aspetti procedimentali, ed in particolare: propone, quale principale elemento di novità, che le funzioni dell autorità competente vengano svolte, in riferimento a piani e programmi di rilievo locale, dall Amministrazione comunale che individua a tale scopo un apposito ufficio; sottolinea la necessità di integrare, fin dalle fase iniziali del processo di pianificazione, le attività di valutazione volte ad orientare in chiave sostenibile le scelte progettuali; sancisce il coordinamento non solo delle fasi di elaborazione ma anche dei procedimenti partecipativi, di consultazione e di pubblicità relativi alla formazione del piano ed alla Vas. I «piani e programmi» oggetto di valutazione ambientale strategica sono gli atti ed i provvedimenti di pianificazione e di programmazione comunque denominati, compresi quelli cofinanziati dalla Comunità europea, nonché le loro modifiche, elaborati e/o adottati da un'autorità a livello nazionale, regionale o locale, oppure predisposti da un'autorità per essere approvati mediante una procedura legislativa (dal parlamento o dal governo), amministrativa o negoziale, oppure quei piani e programmi che sono previsti da disposizioni legislative, regolamentari o amministrative, che possono avere impatti significativi sull'ambiente e sul patrimonio culturale. 15

17 In particolare viene effettuata una valutazione per tutti i piani e i programmi: 12 che sono elaborati per la valutazione e gestione della qualità dell'aria, per i settori agricolo, forestale, della pesca, energetico, industriale, dei trasporti, della gestione dei rifiuti e delle acque, delle telecomunicazioni, turistico, della pianificazione territoriale o della destinazione dei suoli, e che definiscono il quadro di riferimento per l'approvazione, l'autorizzazione, l'area di localizzazione o comunque la realizzazione dei progetti elencati negli allegati II, III e IV del D. Lgs. n.152/2006 come succ. m. ed i.; per i quali, in considerazione dei possibili impatti sulle finalità di conservazione dei siti designati come zone di protezione speciale per la conservazione degli uccelli selvatici e quelli classificati come siti di importanza comunitaria per la protezione degli habitat naturali e della flora e della fauna selvatica, si ritiene necessaria una valutazione d'incidenza ai sensi dell'articolo 5 del D.P.R. 8 settembre 1997, n.357, e successive modificazioni. Per «valutazione ambientale» s'intende il processo che comprende: lo svolgimento di una verifica di assoggettabilità (art.3, paragrafo 3, della Direttiva CE/2001/42 ed art.12 del D.Lgs. n.152/2006); l'elaborazione del rapporto ambientale (art.5 della Direttiva CE/2001/42 ed art.13 del D.Lgs. n.152/2006); lo svolgimento di consultazioni (art.6 della Direttiva CE/2001/42 ed art.14 del D.Lgs. n.152/2006); la valutazione del piano o del programma, del rapporto e degli esiti delle consultazioni (art.8 della Direttiva CE/2001/42 ed art.15 del D.Lgs. n.152/2006); l'espressione di un parere motivato (art.15 del D.Lgs. n.152/2006); la decisione: il piano o programma ed il rapporto ambientale, insieme con il parere motivato e la documentazione acquisita nell ambito della consultazione, sono trasmessi all organo competente all adozione o approvazione del piano o programma (art.16 del D.Lgs. n.152/2006); l'informazione sulla decisione assunta (art.9 della Direttiva CE/2001/42 ed art.17 del D.Lgs. n.152/2006); la messa a punto delle disposizioni della fase di monitoraggio per il controllo degli effetti ambientali significativi dell attuazione del piano o del programma (art.10 della Direttiva CE/2001/42 ed art.18 del D.Lgs. n.152/2006). Pertanto, stabilita la necessità di effettuare la Valutazione Ambientale Strategica per un piano o un programma (o perché il piano o programma rientra nei casi stabiliti dall art.6 del D.Lgs.152/2006 o perché tale necessità è stata desunta dalla verifica di assoggettabilità), sin dai momenti preliminari dell'attività di elaborazione del piano o del programma e sulla base di un rapporto preliminare sui possibili impatti ambientali significativi dell'attuazione del piano o programma (il documento di scoping), il proponente 13 e/o l'autorità procedente 14 entrano in consultazione 15 con l'autorità competente 16 e con gli altri 12 Per i piani e i programmi che determinano l'uso di piccole aree a livello locale, e per le modifiche minori dei piani e dei programmi, la valutazione ambientale è necessaria qualora l'autorità competente valuti che possano avere impatti significativi sull'ambiente, secondo le disposizioni di cui all'articolo 12 del D.Lgs.152/2006 (verifica di assoggettabilità). L'autorità competente, secondo le disposizioni di cui all'articolo 12 del richiamato D.Lgs.152/2006, valuta anche se i piani e i programmi che definiscono il quadro di riferimento per l'autorizzazione dei progetti, possono avere effetti significativi sull'ambiente. 13 Il proponente è il soggetto pubblico o privato che elabora il piano, programma o progetto soggetto alle disposizioni del D.Lgs. n.152/ L autorità procedente è la pubblica amministrazione che elabora il piano, programma soggetto alle disposizioni del D.Lgs. n.152/2006, ovvero nel caso in cui il soggetto che predispone il piano, programma sia un diverso soggetto pubblico o privato, la pubblica amministrazione che recepisce, adotta o approva il piano, programma 15 Questa consultazione, salvo quanto diversamente concordato, si conclude entro 90 giorni. 16 L autorità competente è la pubblica amministrazione cui compete l'adozione del provvedimento di verifica di assoggettabilità, l'elaborazione del parere motivato, nel caso di valutazione di piani e programmi, e l'adozione dei provvedimenti conclusivi in materia di VIA, nel caso di progetti. In sede statale, l'autorità competente è il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare; mentre in sede regionale, l'autorità competente è la pubblica amministrazione con compiti di tutela, protezione e valorizzazione ambientale individuata secondo le disposizioni delle leggi regionali o delle province autonome. Come già evidenziato in precedenza l art.2 del Regolamento regionale n.5 del 4 agosto 2011, stabilisce che le funzioni dell autorità competente vengano svolte, in riferimento a piani e programmi di rilievo locale, dall Amministrazione comunale che individua a tale scopo un apposito ufficio. 16

18 soggetti competenti in materia ambientale, 17 al fine di definire la portata ed il livello di dettaglio delle informazioni da includere nel rapporto ambientale. Al termine di tale fase si entra nel vivo della redazione del rapporto ambientale, attività che spetta al proponente o all'autorità procedente, e che costituisce parte integrante del piano o del programma, accompagnandone l'intero processo di elaborazione ed approvazione. In particolare, nel rapporto ambientale devono essere individuati, descritti e valutati gli impatti significativi che l'attuazione del piano o del programma proposto potrebbe avere sull'ambiente e sul patrimonio culturale, nonché le ragionevoli alternative che possono adottarsi in considerazione degli obiettivi e dell'ambito territoriale del piano o del programma stesso. L'allegato VI 18 al D.Lgs. n.152/2006 riporta le informazioni da fornire nel rapporto ambientale, nei limiti in cui possono essere ragionevolmente richieste, tenuto conto del livello delle conoscenze e dei metodi di valutazione correnti, dei contenuti e del livello di dettaglio del piano o del programma. 19 La proposta di piano o di programma, il rapporto ambientale ed una sintesi non tecnica dello stesso, devono essere comunicati 20 all'autorità competente e messi a disposizione dei soggetti competenti in materia ambientale e del pubblico interessato affinché questi abbiano l'opportunità di esprimersi. L'autorità competente e l'autorità procedente mettono, altresì, a disposizione del pubblico la proposta di piano o programma ed il rapporto ambientale mediante il deposito presso i propri uffici e la pubblicazione sul proprio sito web. Entro il termine di 60 giorni dalla pubblicazione dell'avviso di deposito della proposta di piano o programma, del rapporto ambientale e della sintesi non tecnica, chiunque può prenderne visione e presentare proprie osservazioni, anche fornendo nuovi o ulteriori elementi conoscitivi e valutativi. L'autorità competente, in collaborazione con l'autorità procedente, svolge le attività tecnico-istruttorie, acquisisce e valuta tutta la documentazione presentata, nonché le osservazioni, obiezioni e suggerimenti inoltrati, ed esprime il proprio parere motivato in conseguenza del quale l'autorità procedente provvede, se necessario, alla revisione del piano, o programma, prima della trasmissione all'organo competente all'adozione o approvazione dello stesso. La consultazione a monte deve quindi essere confermata a valle dell adozione del piano o programma; i soggetti competenti in materia ambientale ed il pubblico devono essere infatti informati in merito alla decisione presa e deve essere messo a loro disposizione: il piano o il programma adottato; il parere motivato espresso dall'autorità competente; una dichiarazione di sintesi in cui si illustra in che modo le considerazioni ambientali sono state integrate nel piano o programma e come si è tenuto conto del rapporto ambientale e degli esiti delle consultazioni; nonché le ragioni per le quali è stato scelto il piano o il programma adottato, alla luce delle alternative possibili che erano state individuate; le misure adottate in merito alla successiva fase di monitoraggio. In particolare, il monitoraggio, deve assicurare il controllo degli impatti significativi sull'ambiente derivanti dall'attuazione del piano e del programma approvato, e la verifica del raggiungimento degli obiettivi di 17 I soggetti competenti in materia ambientale sono le pubbliche amministrazioni e gli enti pubblici che, per le loro specifiche competenze o responsabilità in campo ambientale, possono essere interessate agli impatti sull'ambiente dovuti all'attuazione dei piani, programmi o progetti. I Criteri per l individuazione dei soggetti sono definiti dall art.3 del Regolamento regionale in materia di Vas del Esso riprende ed in parte integra/modifica l allegato I alla Direttiva CE/2001/ Per evitare duplicazioni della valutazione, possono essere utilizzati, se pertinenti, approfondimenti già effettuati ed informazioni ottenute nell'ambito di altri livelli decisionali o altrimenti acquisite in attuazione di altre disposizioni normative. 20 Contestualmente alla comunicazione all'autorità competente, l'autorità procedente cura la pubblicazione di un avviso nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana o nel Bollettino Ufficiale della regione o provincia autonoma interessata. L'avviso deve contenere: il titolo della proposta di piano o di programma, il proponente, l'autorità procedente, l'indicazione delle sedi ove può essere presa visione del piano o programma e del rapporto ambientale e delle sedi dove si può consultare la sintesi non tecnica. 17

19 sostenibilità prefissati, così da individuare tempestivamente gli impatti negativi imprevisti e da adottare le opportune misure correttive. Da quanto precedentemente detto, si evince con chiarezza che il Rapporto Ambientale è la parte centrale del processo di Valutazione Ambientale Strategica: esso costituisce infatti anche la base principale per il sistema di monitoraggio e, quindi, per controllare gli effetti significativi dell attuazione del piano o del programma. La preparazione del rapporto ambientale e l integrazione delle considerazioni ambientali nella predisposizione dei piani e dei programmi costituisce pertanto un processo interattivo che deve contribuire al raggiungimento di soluzioni più sostenibili nell iter decisionale. Per il Rapporto Ambientale del Puc di San Giovanni a Piro è stata ipotizzata la struttura di seguito riportata (Parte II del presente Documento), in coerenza con le indicazioni prescritte con l art. 5 della Direttiva 42/2001/CE e con l art.13 del D.Lgs. n.152/2006. Come già evidenziato in precedenza struttura, portata e livello di dettaglio del presente documento sono stati preventivamente sottoposti alla valutazione dell Autorità competente, degli altri Soggetti Competenti in materia Ambientale e del Pubblico interessato nell ambito dell attività di consultazione condotta sulla base della proposta preliminare di Puc e dell allegato documento di scoping. In dettaglio, le informazioni da fornire nel rapporto ambientale sono contenute nell Allegato VI al D.Lgs. n.152/2006 che riprende, ed in parte integra, quanto contenuto nell Allegato I alla Direttiva 42/2001/CE (in grassetto sono evidenziate le modifiche/integrazioni apportate dalla norma italiana alla direttiva comunitaria): a) illustrazione dei contenuti, degli obiettivi principali del piano o programma e del rapporto con altri pertinenti piani o programmi; b) aspetti pertinenti dello stato attuale dell'ambiente e sua evoluzione probabile senza l'attuazione del piano o del programma; c) caratteristiche ambientali, culturali e paesaggistiche delle aree che potrebbero essere significativamente interessate; d) qualsiasi problema ambientale esistente pertinente al piano o programma, ivi compresi in particolare quelli relativi ad aree di particolare rilevanza ambientale, culturale e paesaggistica, quali le zone designate come zone di protezione speciale per la conservazione degli uccelli selvatici e quelli classificati come siti di importanza comunitaria per la protezione degli habitat naturali e della flora e della fauna selvatica, nonché i territori con produzioni agricole di particolare qualità e tipicità, di cui all art.21 del decreto legislativo 18 maggio 2001, n.228; e) obiettivi di protezione ambientale stabiliti a livello internazionale, comunitario o degli Stati Membri pertinenti al piano o al programma, e il modo in cui, durante la sua preparazione, si è tenuto conto di detti obiettivi e di ogni considerazione ambientale; f) possibili effetti impatti significativi sull'ambiente, compresi aspetti quali la biodiversità, la popolazione, la salute umana, la flora e la fauna, il suolo, l'acqua, l'aria, i fattori climatici, i beni materiali, il patrimonio culturale, anche architettonico e archeologico, il paesaggio e l'interrelazione tra i suddetti fattori (detti effetti devono comprendere quelli secondari, cumulativi, sinergici, a breve, medio e lungo termine, permanenti e temporanei, positivi e negativi) (Devono essere considerati tutti gli impatti significativi, compresi quelli secondari, cumulativi, sinergici, a breve, medio e lungo termine, permanenti e temporanei, positivi e negativi); g) misure previste per impedire, ridurre e compensare nel modo più completo possibile gli eventuali effetti impatti negativi significativi sull'ambiente dell'attuazione del piano o del programma; h) sintesi delle ragioni della scelta delle alternative individuate e una descrizione di come è stata effettuata la valutazione, nonché le eventuali difficoltà incontrate (ad esempio carenze tecniche o 18

20 mancanza di know-how o difficoltà derivanti dalla novità dei problemi e delle tecniche per risolverli) nella raccolta delle informazioni richieste; i) descrizione delle misure previste in merito al monitoraggio di cui all'articolo 10 della Direttiva 42/2001/CE e controllo degli impatti ambientali significativi derivanti dall'attuazione del piani o del programma proposto definendo, in particolare, le modalità di raccolta dei dati e di elaborazione degli indicatori necessari alla valutazione degli impatti, la periodicità della produzione di un rapporto illustrante i risultati della valutazione degli impatti e le misure correttive da adottare; j) sintesi non tecnica delle informazioni di cui alle lettere precedenti, per la divulgazione ad un più ampio pubblico di destinatari. 2.3 La metodologia adottata per la VAS del Puc di San Giovanni a Piro e le diverse fasi del processo Prima di entrare nel vivo della illustrazione della proposta metodologica di VAS per il Comune di San Giovanni a Piro, si ritiene necessario evidenziare l importanza di alcuni obiettivi di lavoro prioritari: sviluppare un efficace sinergia tra processo di pianificazione e di valutazione, con una continua interazione tra i tecnici incaricati, e verifiche periodiche dello stato dell arte: in tal senso si è inteso realizzare un processo di valutazione interno alla formazione del PUC; elaborare analisi specifiche commisurate al livello di approfondimento del piano comunale ed ancorate ai dati ambientali effettivamente rilevabili; ricorso a strategie partecipative e di coinvolgimento dei diversi attori del processo di piano da attuare sulla base dei contenuti della proposta preliminare di Piano e del rapporto preliminare ambientale. Un altra importante considerazione preliminare riguarda, inoltre, la costruzione di strumenti valutativi e partecipativi effettivamente percorribili, per una reale efficacia della metodologia di valutazione adottata: in tal senso la metodologia operativa adottata per la VAS applicata al PUC del comune di San Giovanni a Piro ambisce ad essere flessibile, di facile utilizzo, adattabile al mutare delle condizioni del contesto e capace di integrare effettivamente la VAS nel processo di piano. Per quel che riguarda il primo aspetto (costruzione di strumenti valutativi), sono state utilizzate due tipologie di analisi valutative: un primo gruppo di analisi, cosiddette qualitative, basato sulla costruzione di matrici di controllo: tra obiettivi e strategie di piano e obiettivi generali di compatibilità ambientale complessivamente definiti a livello internazionale, nazionale, regionale e provinciale), che sono risultati funzionali alla definizione di specifiche indicazioni per il progetto definitivo di piano (incrociando gli obiettivi fissati già con la proposta preliminare di PUC ad obiettivi di protezione/sostenibilità ambientale); tra obiettivi, strategie di piano e Programmi operativi previsti nell ambito della componente programmatica/operativa del Puc e componenti ambientali, elementi infrastrutturali, determinanti economici, e fattori di interferenza, che sono risultate funzionali a definire i possibili impatti significativi che il Puc avrebbe potuto avere sull ambiente nonché per stabilire le misure per impedire, ridurre e compensare gli eventuali effetti negativi significativi derivanti dall'attuazione del Piano ed, ancora, ad individuare le misure necessarie al miglioramento della sostenibilità ambientale delle previsioni del Puc stesso in fase di attuazione; a queste prime analisi ne sono seguite altre di tipo quantitativo, basate sulla costruzione/selezione di indicatori per la definizione di scenari alternativi di sviluppo e per il monitoraggio del piano (ovvero per misurare gli effetti sull ambiente derivanti dall attuazione del piano nel tempo). Per poter sviluppare questo secondo tipo di attività è stato necessario disporre di un quadro ambientale che registrasse lo stato di salute dell ambiente locale, almeno con riferimento ai principali elementi naturali. 19

21 I risultati delle analisi quantitative, unitamente a quelli ottenuti con le analisi qualitative, sono confluiti nell elaborazione del presente Rapporto Ambientale (e della Sintesi non Tecnica ) e saranno posti alla base del monitoraggio dell attuazione del piano, per valutare la coerenza degli effetti prodotti (attesi ed inattesi) con i criteri di sostenibilità predefiniti. Il lavoro così sviluppato è stato anche funzionale alla elaborazione di una analisi delle potenzialità del territorio, definite sulla base di criteri di interpretazione delle caratteristiche territoriali. In tale quadro si è definito un processo di VAS, fortemente integrato con il processo di pianificazione urbanistica, articolato come di seguito schematizzato: elaborazione del quadro conoscitivo (con riferimento agli aspetti geo-morfologici, naturalisticovegetazionali, vincolistici, insediativi, infrastrutturali, socio-economico, etc.), già ampiamente avviato nel corso della elaborazione della proposta preliminare di Puc e che è stato ulteriormente specificato in sede di redazione del progetto definitivo anche sulla base dei contributi forniti dalle analisi specialistiche condotte e dagli studi di settore effettuati, e conseguente interpretazione; costruzione della mappa degli attori (Autorità ambientali e pubblico) e degli strumenti per la consultazione/partecipazione; costruzione del quadro ambientale e definizione degli ambiti di influenza (scoping); consultazione dei Soggetti Competenti in materia Ambientale; consultazione del Pubblico Interessato, del Pubblico e della cittadinanza; verifica di sostenibilità degli orientamenti e delle impostazioni iniziali, effettuata attraverso analisi qualitative: ovvero elaborazione di matrici di controllo compatibilità ambientale/obiettivi-strategieprogrammi operativi di piano, utili ad evidenziare gli effetti potenzialmente negativi che le scelte del piano determinerebbe sull ambiente, per poter quindi introdurre, in fase di elaborazione della proposta definitiva di piano, appropriati elementi correttivi e/o di mitigazione di tali effetti; elaborazione di una Relazione di Stato delle principali componenti ambientali e selezione/costruzione di indicatori di sostenibilità per il Rapporto Ambientale ed il monitoraggio dell attuazione del Piano (analisi quantitative); sviluppo analisi delle potenzialità del territorio (e costruzione delle mappe di potenzialità): questo ha richiesto la costruzione di un SIT, sin dalle prime fasi di lavoro, a supporto del processo di elaborazione del PUC; valutazione di compatibilità ambientale degli obiettivi, delle strategie, delle azioni e di eventuali progetti specifici e confronto tra possibili alternative; elaborazione conclusiva del Rapporto Ambientale e della Sintesi non Tecnica; messa a punto delle disposizioni della fase di monitoraggio per il controllo degli effetti ambientali significativi dell attuazione del piano; consultazione dei Soggetti Competenti in materia Ambientale, del Pubblico Interessato e degli attori locali sul Rapporto Ambientale/proposta definitiva di PUC; analisi di sostenibilità delle osservazioni e delle eventuali riformulazioni del Piano; monitoraggio ambientale e valutazione in itinere: report biennali sullo stato di attuazione del PUC e gli impatti rilevati (fase interna alla gestione degli uffici comunali preposti). Di seguito si riporta una schematizzazione delle principali fasi del processo di formazione del PUC del Comune di San Giovanni a Piro, dalla quale emergono con chiarezza le relazioni tra processo di piano e processo di valutazione. Per semplicità il processo di formazione del piano è stato suddiviso in quattro principali fasi: I. orientamento, impostazione della proposta preliminare di piano e prima consultazione; II. elaborazione tecnica della proposta definitiva di piano, consultazione ed adozione da parte della Giunta comunale; 20

22 III. IV. adozione definitiva, acquisizione pareri, approvazione; gestione e monitoraggio. Processo di piano Processo di valutazione I fase: orientamento, impostazione della proposta preliminare di piano e prima consultazione. Avvio formale del procedimento. Definizione proposta preliminare di Puc. composto da indicazioni strutturali del piano e da un documento strategico (art.2, co.4, Reg.Reg.5/2011). Prima consultazione del territorio: divulgazione delle principali informazioni e valutazioni delle osservazione e/o dei contributi pervenuti. Acquisizione della proposta preliminare di Puc. Costruzione della mappa degli attori ( soggetti competenti in materia ambientale e pubblico ) e degli strumenti per la consultazione. Definizione ambiti di influenza elaborazione Documento di Scoping. Consultazione con l'autorità competente e con gli altri Soggetti competenti in materia ambientale, al fine di definire la portata ed il livello di dettaglio delle informazioni da includere nel rapporto ambientale. Istruttoria e valutazione delle osservazioni e dei contributi acquisiti durante la fase di consultazione. II fase: elaborazione tecnica della proposta definitiva di piano, consultazione ed adozione da parte della Giunta comunale Definizione complessiva della proposta di Piano: - completamento del quadro conoscitivo; - valutazione di scenari di sviluppo, analisi delle questioni aperte e individuazione di criticità e vantaggi di ognuno di essi; - individuazione delle possibili alternative; - definizione dettagliata degli obiettivi generali e specifici, delle strategie e delle azioni di intervento; - messa a punto strumenti di attuazione: norma, progetti, piani attuativi, Ruec; - consultazione degli attori locali sulla proposta di piano. Il piano, redatto sulla base del preliminare di cui al comma 4 dell articolo 2, è adottato dalla Giunta dell amministrazione procedente, salvo diversa previsione dello statuto. L amministrazione procedente accerta, prima dell adozione del piano, la conformità alle leggi e regolamenti e agli eventuali strumenti urbanistici e territoriali sovra ordinati e di settore. Dall adozione scattano le norme di salvaguardia previste all articolo 10 della legge regionale n. 16/2004. (art.3, co.1, Reg.Reg.5/2001) Il rapporto ambientale, integrato nel piano adottato dalla Giunta ai sensi del comma 1 dell articolo 3, è pubblicato secondo le modalità indicate nel medesimo articolo. (art.2, co.6, Reg.Reg.5/2001) Il piano è pubblicato contestualmente nel bollettino ufficiale della regione Campania (BURC) e sul sito web dell amministrazione procedente ed è depositato presso l ufficio competente e la segreteria dell amministrazione procedente ed è pubblicato all albo dell ente. (art.3, co.2, Reg.Reg.5/2001) Verifica di sostenibilità degli orientamenti e delle impostazioni effettuata attraverso analisi qualitative. Analisi quantitative: elaborazione di una Relazione di Stato e selezione/costruzione di indicatori di sostenibilità per il Rapporto Ambientale ed il monitoraggio dell attuazione del Piano. Sviluppo analisi delle potenzialità del territorio (e costruzione delle mappe di potenzialità (Costruzione SIT / elaborazioni in ambiente Gis). Valutazione di compatibilità ambientale degli obiettivi, delle strategie, delle azioni e dei progetti specifici e confronto tra possibili alternative. Elaborazione Rapporto Ambientale e Sintesi non Tecnica. Messa a punto delle disposizioni della fase di monitoraggio per il controllo degli effetti ambientali significativi dell attuazione del piano. Consultazione sul Rapporto Ambientale/proposta di PUC. La proposta di piano, corredata del rapporto ambientale e della sintesi non tecnica, è comunicata all'autorità competente, 21 ed è messa a disposizione dei soggetti competenti in materia ambientale e del pubblico interessato affinché questi abbiano l'opportunità di esprimersi. Contestualmente alla comunicazione di cui sopra, l'autorità procedente cura la pubblicazione di un avviso nel BURC. 22 L'autorità competente e l'autorità procedente mettono, altresì, a disposizione del pubblico la proposta di piano o programma ed il rapporto ambientale mediante il deposito presso i propri uffici e la pubblicazione sul proprio sito web. Entro il termine di 60 giorni, chiunque può prendere visione della proposta di piano o programma e del relativo rapporto ambientale e presentare proprie osservazioni, anche fornendo nuovi o ulteriori elementi conoscitivi e valutativi. 21 La documentazione è, altresì, depositata presso gli uffici dell'autorità competente. 22 Le procedure di deposito, pubblicità e partecipazione, disposte ai sensi delle vigenti disposizioni per specifici piani e programmi, sono coordinate al fine di evitare duplicazioni con le norme del presente decreto (co.4 art.14 del D.Lgs. n.152/2006). 21

23 III fase: Adozione definitiva, acquisizione pareri ed approvazione La Giunta dell amministrazione procedente entro novanta giorni dalla pubblicazione del piano, per i comuni al di sotto dei quindicimila abitanti, entro centoventi giorni per quelli al di sopra di detta soglia, a pena di decadenza, valuta e recepisce le osservazioni al piano di cui all articolo 7 del presente regolamento. (art.3, co.3, Reg.Reg.5/2001) Il piano integrato con le osservazioni ed il rapporto ambientale è trasmesso alle amministrazioni competenti per l acquisizione dei pareri, nulla osta, autorizzazioni ed ogni altro atto endoprocedimentale obbligatorio. Per il piano urbanistico comunale (PUC) e le relative varianti e per i piani di settore a livello comunale e relative varianti, l amministrazione provinciale, al fine di coordinare l attività pianificatoria nel proprio territorio di competenza, dichiara, entro sessanta giorni dalla trasmissione del piano completo di tutti gli elaborati, la coerenza alle strategie a scala sovra comunale individuate dall amministrazione provinciale anche in riferimento al proprio piano territoriale di coordinamento provinciale (PTCP) vigente (art.3, co.4, Reg.Reg.5/2001) Il piano adottato, acquisiti i pareri obbligatori ed il parere di cui al comma 7 dell articolo 2 (Parere motivato Vas n.d.r.), è trasmesso al competente organo consiliare che lo approva, tenendo conto di eventuali osservazioni accogliibili, comprese quelle dell amministrazione provinciale o regionale e dei pareri e degli atti di cui al comma 4, o lo restituisce alla Giunta per la rielaborazione, nel termine perentorio di sessanta giorni dal ricevimento degli atti al Consiglio comunale a pena di decadenza del piano adottato. (art.3, co.5, Reg.Reg.5/2001) Il Piano, il rapporto ambientale e la sintesi non tecnica, adottati a seguito della valutazione delle osservazioni pervenute, sono trasmessi ai soggetti competenti in materia ambientale e del pubblico interessato affinché questi abbiano l'opportunità di esprimersi. L'Autorità competente, in collaborazione con l'autorità procedente, svolge le attività tecnicoistruttorie, acquisisce e valuta tutta la documentazione presentata, nonché le osservazioni, obiezioni e suggerimenti inoltrati ed esprime il proprio parere motivato entro il termine di 90 giorni. L'Autorità procedente, in collaborazione con l'autorità competente, provvede, ove necessario, alla revisione del piano alla luce del parere motivato espresso prima della presentazione del piano o programma per l'adozione definitiva. Il piano ed il rapporto ambientale, insieme con il parere motivato e la documentazione acquisita nell'ambito della consultazione, è trasmesso all'organo competente all'approvazione. La decisione finale è pubblicata nel BURC con l'indicazione della sede ove si possa prendere visione del piano o programma adottato e di tutta la documentazione oggetto dell'istruttoria. Sono inoltre rese pubbliche, anche attraverso la pubblicazione sui siti web della autorità interessate: a) il parere motivato espresso dall'autorità competente; b) una dichiarazione di sintesi in cui si illustra in che modo le considerazioni ambientali sono state integrate nel piano o programma e come si è tenuto conto del rapporto ambientale e degli esiti delle consultazioni, nonché le ragioni per le quali è stato scelto il piano o il programma adottato, alla luce delle alternative possibili che erano state individuate; c) le misure adottate in merito al monitoraggio. Il piano approvato è pubblicato contestualmente nel BURC e sul sito web dell amministrazione procedente. (art.3, co.6, Reg.Reg.5/2001) Il piano è efficace dal giorno successivo alla sua pubblicazione nel BURC. (art.3, co.7, Reg.Reg.5/2001) IV fase: gestione e monitoraggio - Attuazione e gestione del PUC; - Componente operativa, Atti di Programmazione e piani attuativi; Elaborazione aggiornamenti/variazioni del PUC, con eventuale ri-orientamento del piano Monitoraggio ambientale e valutazione in itinere: report biennali sullo stato di attuazione del PUC e degli impatti rilevati. 22

24 3. Le attività preliminari svolte per la Vas del Puc di San Giovanni a Piro Come già evidenziato in precedenza l Amministrazione comunale di San Giovanni a Piro ha ipotizzato un processo di elaborazione della propria strumentazione edilizia ed urbanistica articolato, sostanzialmente, in due fasi 23 : la prima volta alla definizione ovvero al reperimento delle analisi preliminari, ad una loro prima valutazione ed interpretazione, per poi pervenire alla definizione di una proposta preliminare di Piano, corredata del rapporto preliminare (documento di scoping nel processo di VAS), con la quale porre sul campo, in modo ampio ed articolato, tutte le questioni connesse alla elaborazione del Puc e del Ruec, al fine di promuovere un dibattito di merito, sufficientemente ampio ed articolato, con la comunità locale e con tutti gli Enti coinvolti; la seconda volta alla definizione, anche sulla base dell esito delle consultazioni svolte, della proposta definitiva di Puc e Ruec (corredata, cioè di Rapporto Ambientale ai fini della Vas e di studi specialistici e di settore, nonché di eventuali previsioni attuative) per le quali attivare il processo di formazione/approvazione come definito dalla L.R.16/04 e dal suo Regolamento di Attuazione. Il gruppo di progettazione ha terminato la prima fase del lavoro consegnando in data con prot.n.5117, la proposta preliminare di Puc di San Giovanni a Piro, redatta in conformità alle previsioni di cui all art.2, co.4, Regolamento regionale 5/2001, corredata da rapporto preliminare ambientale, redatto in conformità alle previsioni di cui all art.13 del D.Lgs.152/2006. Tali documenti sono stati condivisi dall Amministrazione comunale con delibera di Giunta Comunale n.107 del Con il medesimo atto deliberativo in precedenza richiamato si è inoltre stabilito di: a) attivare l attività di consultazione dei Soggetti Competenti in materia Ambientale, e cioè di quei soggetti istituzionali competenti alla tutela dei diversi interessi coinvolti dal processo di pianificazione (settori regionali competenti in materie attinenti al piano; agenzia regionale per l ambiente; azienda sanitaria locale; enti di gestione di aree protette; Provincia; Comunità Montana; Autorità di bacino; Comuni confinanti; Soprintendenza per i beni architettonici e paesaggistici e per i beni archeologici, ecc.), nonché del Pubblico interessato, attivando in tal modo il processo di Valutazione Ambientale Strategica di cui al D.Lgs.152/2006; b) attivare un processo di partecipazione ampia alla redazione del piano urbanistico comunale, capace di stimolare la discussione della comunità locale e raccogliere ulteriori indicazioni di natura strategica ed operativa da parte dei singoli cittadini e dalle organizzazioni sociali, culturali, economiche e professionali esistenti sul territorio; c) attivare, sulla base degli esiti delle consultazioni effettuate, la redazione della proposta definitiva di Puc e del relativo Rapporto ambientale. Con Deliberazione di Giunta Comunale n.125 del è stato designato, alla luce delle previsioni di cui all art.2, co.8, del Regolamento regionale 5/2011, il geom. Pierluigi Miele quale responsabile dello svolgimento delle funzioni di Autorità competente nella valutazione ambientale strategica, di cui al decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, dei piani e programmi del Comune di San Giovanni a Piro. Con determinazione n153 del (R.G.n.393), il responsabile comunale del procedimento di pianificazione ha attestato la conformità della elaborata proposta preliminare di Puc alle leggi, ai regolamenti ed agli strumenti di pianificazione sovraordinati e di settore e ha stabilito di avviare formalmente il procedimento di Valutazione Ambientale Strategica per il Piano Urbanistico Comunale, integrato con il procedimento di Valutazione d Incidenza, nonché le attività di consultazione dei cittadini e del pubblico interessato. A tale scopo con nota prot.n del lo stesso responsabile, nella qualità di Autorità procedente, ha inoltrato istanza di Vas alla designata Autorità comunale competente, trasmettendo la necessaria documentazione tecnico amministrativa. 23 Deliberazione di Giunta Comunale n.181 del

25 Tempestivamente le due Autorità comunali, Autorità procedente ed Autorità competente, sono entrate in consultazione ed in data hanno formalizzato le decisioni preliminari assunte ai fini del procedimento di Valutazione Ambientale Strategica per la redigenda strumentazione urbanistica comunale 24. In particolare le due Autorità hanno stabilito: 1. che il redigendo Piano Urbanistico Comunale: rientra tra i piani da sottoporre a Valutazione Ambientale Strategica alla luce delle previsioni di cui all art.6, co.2, del D.Lgs.152/2006 ed art.2, co.1, Regolamento Vas regionale; non rientra nei casi di esclusione di cui al comma 4, dell art.6, del D.Lgs.152/2006 e s.m.i. o di cui ai commi 4 e 5, dell art.2, del Regolamento Vas regionale; non rientra nei casi di cui ai commi 3 e 3-bis dell art.6 del D.Lgs.152/2006 e s.m.i. e, pertanto, per esso non va effettuata la verifica di assoggettabilità di cui all art.12 dello stesso decreto; 2. che per il redigendo Piano Urbanistico Comunale, che interessa territorialmente siti appartenenti alla rete Natura 2000 (Sic IT Monte Bulgheria ; Sic IT Fascia interna di Costa degli Infreschi e della Masseta ; Sic IT Rupi costiere della Costa degli Infreschi e della Masseta ; Sic IT coincidente con Zps IT Parco marino di Punta degli Infreschi ; Zps IT Costa tra Marina di Camerota e Policastro Bussentino ): è necessario attivare il procedimento di Valutazione di Incidenza, alla luce delle previsioni di cui all art.5 del D.P.R.357/97, art.2, co,1, Regolamento regionale 1/2010; è necessario attivare direttamente, alla luce della previsioni di cui all art.4, co.2, del Regolamento regionale 1/2010, la valutazione appropriata di cui all art.6 del medesimo Regolamento e di cui al par.4.2 delle linee guida di cui alla D.G.R. n.324 del ; è necessario attivare il procedimento di valutazione appropriata di incidenza, da ricomprendere ed integrare nella procedura di Vas, alla luce di quanto stabilito dall art.10, co.3, del D.Lgs.152/2006 e s.m.i., dall art.6, co.4, del Regolamento regionale 1/2010. Al riguardo si evidenziava che: - il rapporto preliminare (documento di scoping) elaborato, dava evidenza dell integrazione procedurale tra VAS e VI, ed indicava le ragioni per le quali, con riferimento ai siti Natura 2000 interessati, il piano è assoggettato anche alla VI; - il rapporto preliminare includeva, tra gli SCA, l Ente di gestione dell area naturale protetta (Ente Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni) in cui ricadono i siti della Rete Natura 2000 interessati dal Piano. Tale Ente avrebbe potuto presentare osservazioni nella fase di scoping, riservandosi di esprimere il sentito di cui al comma 7, art.5, del D.P.R. 357/97 nella fase di consultazione di cui all art.14 del D.Lgs. 152/2006; - nella comunicazione agli SCA inerente la fase di scoping (art,13, co.1 e 2, D.Lgs. 152/2006) si sarebbe data evidenza dell integrazione procedurale VAS VI; nella comunicazione all Ente di gestione dell area naturale protetta interessata, si sarebbe inserito uno specifico riferimento al sentito di cui al comma 7, art.5, del D.P.R. 357/97, per il quale si sarebbe comunque formulata specifica richiesta in sede di consultazione pubblica ex art.14 D.Lgs.152/2006; - il rapporto ambientale di cui all art.13, commi 3 e 4 del D.Lgs.152/2006 (e cioè il presente documento) avrebbe dovuto essere integrato, rispetto alle previsioni di cui all Allegato VI alla Parte II del D.Lgs.152/06, (come è stato poi effettivamente fatto) prevedendo un apposito allegato (relazione o studio di incidenza) redatto secondo le indicazioni riportate nell Allegato G al DPR 357/97 e delle Linee Guida regionali in materia di VI; - contestualmente alla pubblicazione dell Avviso di cui all art.14 del D.Lgs.152/2006, l Autorità comunale procedente avrebbe dovuto avanzare alla Regione Campania - A.G.C. 05 Tutela dell Ambiente Servizio VIA VI, istanza di valutazione di incidenza per 24 "Verbale delle attività e delle decisioni preliminari assunte di concerto tra Autorità procedente ed Autorità competente ai fini della V.A S." del prot.n

26 il Piano, corredata dalla documentazione necessaria e avrebbe dovuto chiedere all area protetta interessata il sentito di cui al comma 7, art.5, del D.P.R. 357/97; - l avviso previsto dall art.14 del D.Lgs. 152/2006 avrebbe dovuto dare specifica evidenza dell integrazione procedurale VAS VI; - al termine della fase di consultazione pubblica di cui all art.14 del D.Lgs.152/2006, le osservazioni inerenti la valutazione di incidenza, e più in generale gli aspetti naturalistici del Piano, unitamente al sentito, avrebbero dovuto essere trasmessi al Settore Tutela dell Ambiente della Regione, con riferimento all istanza di VI già avanzata; - il parere motivato di cui all art.15, co.1, del D.Lgs. 152/2006 avrebbe dovuto dare atto degli esiti della V.I. ovvero dei contenuti del Decreto dirigenziale del Settore Tutela dell Ambiente con cui si fosse conclusa la procedura di valutazione di incidenza; 3. di avviare il procedimento di Valutazione Ambientale Strategica di cui all art.6 del D.Lgs.152/06 e s.m.i., integrato con il procedimento di Valutazione d Incidenza, alla luce di quanto stabilito dall art.10, co.3, del medesimo decreto, per il redigendo Piano Urbanistico Comunale di San Giovanni a Piro, secondo le modalità stabilite dagli artt.13 e succ. delle richiamate Norme in materia ambientale, nonché dalle vigenti disposizioni regolamentari regionali e sulla base della proposta preliminare di Puc e del rapporto preliminare (documento di scoping) condivisi con delibera di Giunta Comunale n.107 del ; 4. di condurre, pertanto, l attività di consultazione, di cui ai commi 1 e 2 dell art.13 del D.Lgs.152/2006 e s.m.i., con l'autorità competente e gli altri Soggetti Competenti in materia Ambientale, al fine di definire la portata ed il livello di dettaglio delle informazioni da includere nel rapporto ambientale; 5. di individuare, tenendo conto delle indicazioni di cui all art.6 del Regolamento regionale Vas, i seguenti Soggetti Competenti in materia Ambientale (SCA): Regione Campania - A.G.C. 05 Tutela dell Ambiente ed in particolare: - Servizio - VIA VI - Settore programmazione interventi di protezione civile sul territorio - Settore provinciale ecologia, tutela dell'ambiente, disinquinamento, protezione civile - Salerno Provincia di Salerno - Settore Urbanistica, Governo del Territorio e Gare Provincia di Salerno - Settore Ambiente Provincia di Salerno - Settore LL.PP. Provincia di Salerno - Settore Attività Produttive, Agricoltura e Foreste Regione Campania - A.G.C. 15 Lavori PP., Opere PP. ed in particolare: - Settore geotecnica, geotermia, difesa del suolo; - Settore provinciale Genio Civile Salerno Regione Campania - A.G.C. 16 Governo del Territorio Ente Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni Soprintendenza per i beni architettonici e per il paesaggio per le province di Salerno e Avellino Soprintendenza per i Beni Archeologici per le province di Salerno, Avellino e Benevento Autorità Ambientale Regionale; ARCADIS, Agenzia Regionale Campana Difesa Suolo; Autorità di Bacino Regionale Campania Sud ed interregionale per il Bacino Idrografico del fiume Sele; Agenzia Regionale per la Protezione Ambientale della Campania (ARPAC); ARPAC, Dipartimento Provinciale di Salerno Corpo Forestale dello Stato Azienda Sanitaria Locale Salerno Comunità Montana Bussento, Lambro e Mingardo Comune di Camerota Comune di Celle di Bulgheria Comune di Roccagloriosa Comune di Santa Marina Comune di Torre Orsaia ATO 4 Ente d Ambito Sele Consorzio di Bacino 25

27 6. di indire un Tavolo di Consultazione con i Soggetti Competenti in materia Ambientale (SCA) sopra individuati al fine di: - definire la portata ed il livello di dettaglio delle informazioni da includere nel rapporto ambientale; - acquisire elementi informativi volti a costruire un quadro conoscitivo condiviso, per quanto concerne i limiti e le condizioni per uno sviluppo sostenibile; - acquisire i pareri dei soggetti interessati, anche in merito al preliminare di piano, al fine della definizione delle informazioni e dei dati necessari alla verifica degli effetti significativi sull ambiente, sulla salute e sul patrimonio culturale; - stabilire le modalità di coordinamento per la consultazione dei Sca e del pubblico sul Piano e sul rapporto ambientale al fine di evitare duplicazioni delle procedure di deposito, pubblicità e partecipazione previste dalla L.R. 16/ di stabilire le seguenti modalità per lo svolgimento dell attività di consultazione con gli Sca: a) la lettera di indizione del tavolo di consultazione, con allegato cd-rom contenente la proposta preliminare di Piano, il rapporto preliminare (documento di scoping), la relativa documentazione amministrativa, ivi incluso il verbale, sarebbe stata trasmessa agli SCA sopra individuati a mezzo raccomandata A/R entro e non oltre il giorno ; b) il tavolo di consultazione si sarebbe articolato in due sedute: b.1) la prima, di tipo introduttivo, volta ad illustrare i contenuti della proposta preliminare di Puc e del rapporto preliminare, nonché ad acquisire le prime osservazioni in merito, si sarebbe tenuta presso l Aula Consiliare del Comune di San Giovanni a Piro in data alle ore 10,30; b.2) la seconda, finalizzata ad acquisire i pareri definitivi degli Sca in merito al rapporto preliminare, esaminare le osservazioni ed i pareri pervenuti, prendere atto degli eventuali pareri obbligatori previsti, si sarebbe tenuta presso l Aula Consiliare del Comune di San Giovanni a Piro in data alle ore 10,30 (che avrebbe costituito pertanto termine ultimo per l acquisizione di detti pareri/osservazioni); c) gli SCA impossibilitati a partecipare alle sedute di cui sopra avrebbero potuto trasmettere i propri contributi (osservazioni, pareri, indicazioni, ecc.) entro e non oltre le ore 10,00 del , giorno della seconda seduta del tavolo di consultazione, utilizzando una delle seguenti modalità: - a mezzo raccomandata A/R indirizzata a Comune di San Giovanni a Piro, via Roma CAP 84070, ovvero consegna a mano presso Ufficio protocollo del Comune, in busta riportante la dicitura Osservazione/Parere SCA a preliminare Puc. Nel caso si utilizzi la raccomandata A/R è gradita l anticipazione a mezzo fax; - a mezzo fax da trasmettere al n ; - a mezzo mail all indirizzo: info@comune.sangiovanniapiro.sa.it; 8. di individuare, quali singoli settori del pubblico interessati all iter decisionale da coinvolgere in fase di consultazione del pubblico: Organizzazioni sociali e culturali Acli - Lega Consumatori ACU Adiconsum Adoc Altroconsumo Cittadinanzattiva Codacons Confconsumatori Federconsumatori Organizzazioni economico-professionali A.P.I. - Associazione piccole e medie imprese ANGA (Ass. Naz. Giovani Agricoltori) Associazione Albergatori Associazione Costruttori Edili dell'agro Associazione generale del Commercio e del Turismo Associazione Nazionale Costruttori Edili C.N.A. CFT Confedertecnica 26

28 Movimento Consumatori Movimento difesa del cittadino Unione Nazionale Consumatori Organizzazioni ambientaliste Acli - Anni Verdi Amici della Terra C.A.I. - Club Alpino Italiano C.T.S. - Centro Turistico Studentesco Giovanile F.A.I. - Fondo per l'ambiente Italiano Federnatura Greenpeace Italia I.N.U. - Istituto Nazionale di Urbanistica IREDA Istituto di Ricerca e Didattica Ambientale Istituto per la diffusione delle scienze naturali Italia Nostra L.I.P.U. L'Altritalia Ambiente Legambiente Marevivo T.C.I. - Touring Club Italiano Terranostra V.A.S. - Associazione Verdi Ambiente e Società WWF Italia - World Wildlife Found Altri soggetti ACI ANAS Ente Provinciale per il Turismo Camera di Commercio di Salerno Aeroporto di Salerno Pontecagnano Capitaneria di Porto di Salerno Soggetti gestori di Patti Territoriali (generalisti ed agricoli): Sistema Cilento S.C.p.A. CIA - Confederazione Italiana Agricoltori CIDEC Confederazione Italiana degli Esercenti Commercianti CLAAI - Associazione dell'artigianato e della p.i. Coldiretti Collegio dei Geometri Collegio dei Periti Agrari Collegio dei Periti Industriali Confagricoltura Confartigianato Confcommercio Confcooperative Confesercenti Federalberghi Federazione Provinciale Artigiani Ordine degli Architetti Ordine degli Ingegneri Ordine dei dottori agronomi e forestali Ordine dei Geologi Unione degli Industriali Organizzazioni sindacali Casartigiani - Confederazione autonoma sindacati artigiani CGIL CISAL CISL FAITA Federcamping - Federazione Associazioni italiane dei complessi turisticoricettivi dell'aria aperta SICET Sindacato Inquilini Casa e Territorio SUNIA UGL UIL Soggetti gestori PIC Leader: GAL Casacastra 9. di individuare le seguenti modalità di coordinamento tra le fasi di pianificazione e le fasi di Vas con riferimento alle consultazioni del pubblico, anche alla luce delle previsioni di cui all art.7, co.2, Reg.5/2011: a) effettuare, contestualmente al tavolo di consultazione degli SCA, la consultazione del pubblico interessato individuato al punto precedente sulla proposta preliminare di Piano e sul rapporto preliminare (documento di scoping), secondo le seguenti modalità: la lettera di indizione della consultazione, con allegato cd-rom contenente la proposta preliminare di Piano, il rapporto preliminare (documento di scoping), la relativa 27

29 documentazione amministrativa, ivi incluso il verbale, sarebbe stata trasmessa al pubblico interessato sopra individuato a mezzo raccomandata A/R entro e non oltre il giorno ; la consultazione avrebbe previsto una sola seduta pubblica, volta ad illustrare i contenuti della proposta preliminare di Puc e del rapporto preliminare, nonché ad acquisire le prime osservazioni in merito, che si sarebbe tenuta presso l Aula Consiliare del Comune di San Giovanni a Piro in data , alle ore 16.30; i pareri, le osservazioni, i contributi del pubblico interessato sarebbero dovuti pervenire al Comune di San Giovanni a Piro entro e non oltre le ore del , giorno della seconda seduta del tavolo di consultazione degli SCA, utilizzando una delle seguenti modalità: - a mezzo raccomandata A/R indirizzata a Comune di San Giovanni a Piro, via Roma CAP 84070, ovvero consegna a mano presso Ufficio protocollo del Comune, in busta riportante la dicitura Osservazione/Parere Pubblico interessato a preliminare Puc. Nel caso si utilizzi la raccomandata A/R è gradita l anticipazione a mezzo fax; - a mezzo fax da trasmettere al n ; - a mezzo mail all indirizzo: info@comune.sangiovanniapiro.sa.it; b) effettuare, contestualmente al tavolo di consultazione degli SCA ed alla consultazione del pubblico interessato, un incontro con la cittadinanza sul preliminare di Piano e sul rapporto preliminare (documento di scoping), al fine di attivare un processo di partecipazione ampia alla redazione del piano urbanistico comunale, capace di stimolare la discussione della comunità locale e raccogliere ulteriori indicazioni di natura strategica ed operativa da parte delle associazioni dei cittadini e dalle organizzazioni sociali, culturali, economiche e professionali di livello comunale, secondo le seguenti modalità: la convocazione dell incontro sarebbe stata effettuata mediante avviso pubblico all Albo pretorio nonché attivando le più idonee forme di pubblicità, dando atto che la proposta preliminare di Puc ed il Rapporto preliminare ambientale sarebbero stati consultabili e scaricabili dal sito internet del Comune; l incontro si sarebbe tenuto presso l edificio della ex Scuola Elementare di San Giovanni a Piro capoluogo e sarà volto ad illustrare i contenuti delle elaborazioni prodotte, anche mediante l ausilio di supporti multimediali, ed a fornire chiarimenti necessari. L incontro si sarebbe tenuto in data , alle 17.30; i pareri, le osservazioni, i contributi, relativamente a questioni generali, con esclusione di questioni puntuali o riguardanti aspetti puntuali delle previsioni edilizie ed urbanistiche, dovranno pervenire al Comune di San Giovanni a Piro entro e non oltre le ore del , giorno della seconda seduta del tavolo di consultazione degli SCA, utilizzando una delle seguenti modalità: - a mezzo raccomandata A/R indirizzata a Comune di San Giovanni a Piro, via Roma CAP 84070, ovvero consegna a mano presso Ufficio protocollo del Comune, in busta riportante la dicitura Osservazione/Parere Pubblico a preliminare Puc. Nel caso si utilizzi la raccomandata A/R è gradita l anticipazione a mezzo fax; - a mezzo fax da trasmettere al n ; - a mezzo mail all indirizzo: info@comune.sangiovanniapiro.sa.it; c) nel prosieguo dell attività di formazione del Puc e del procedimento di Vas, si sarebbe dovuta coordinare l attività di consultazione di cui all art.14 del D.Lgs.152/2006 ai fini della Vas con la partecipazione alla formazione del Piano stabilita dall art.7, co.3 e succ., del Reg.5/2011, 28

30 procedendo alla contestuale pubblicazione dell Avviso di cui all art.14, co.1, del D.Lgs.152/2006 ed alla Pubblicazione del Piano di cui al art.3, co.2, del Reg.5/2012. In tal modo si sarebbero unificate le sedi di deposito e di consultazione, nonché i termini per la presentazione di osservazioni, sia ai fini della Vas che ai fini del Piano Urbanistico; 10. di procedere, al termine delle attività di consultazione avviate, alla valutazione: dei pareri, dei contributi e/o delle osservazioni proposti dagli Sca; dei pareri, dei contributi e/o delle osservazioni del Pubblico interessato; dei pareri, dei contributi e/o delle osservazioni delle associazioni dei cittadini e dalle organizzazioni sociali, culturali, economiche e professionali di livello comunale; 11. di procedere, di conseguenza all approvazione del preliminare di Piano e del rapporto preliminare, avviando la redazione della proposta definitiva di Puc e di Rapporto ambientale sulla base degli esiti delle attività svolte. I su richiamati incontri sono stati successivamente regolarmente indetti. In particolare: il tavolo di consultazione con i Soggetti Competenti in materia Ambientale sopra individuati è stato indetto con nota prot.n.8292 del trasmessa a mezzo raccomandata A/R. Con separata nota prot.n.8300 del è stata trasmessa l indizione di cui sopra alla Regione Campania, Settore Tutela dell Ambiente, Servizio VIA-VI, dando atto dell integrazione dei procedimenti di VAS e di Valutazione di Incidenza. Con separata nota prot.n.8290 del è stata trasmessa l indizione di cui sopra all Ente Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni, dando atto dell integrazione dei procedimenti di VAS e di Valutazione di Incidenza; il tavolo di consultazione con il Pubblico Interessato sopra individuato è stato indetto con nota prot.n.8291 del trasmessa a mezzo raccomandata A/R. Al riguardo si evidenzia che sono stati restituiti i plichi contenenti l invito ed il cd-rom trasmessi ai seguenti soggetti: C.T.S. - Centro Turistico Studentesco Giovanile, in quanto la sede risulta trasferita; Altroconsumo,, in quanto la sede risulta trasferita; ADOC,, in quanto la sede risulta trasferita; Associazione Costruttori Edili dell Agro, in quanto la sede risulta trasferita; L'Altritalia Ambiente, in quanto la sede risulta trasferita; Confcooperative, in quanto la sede risulta trasferita; l incontro con la cittadinanza è stato correttamente promosso con Avviso pubblicato all Albo Pretorio e sul sito web del Comune, nonché con apposito Avviso (manifesto) affisso nei luoghi e nelle piazze pubbliche. Il 1 incontro del Tavolo di Consultazione con i Soggetti Competenti in materia Ambientale si è regolarmente tenuto in data a partire dalle ore presso il Comune di San Giovanni a Piro. Allo stesso sono intervenuti, per gli Sca invitati, unicamente il Sindaco ed il Responsabile dell UTC del comune di celle di Bulgheria. Altri SCA hanno fatto pervenire note acquisite agli atti. Il resoconto dell incontro e delle attività svolte è riportato nel verbale prot.n.9093 del L incontro con le invitate Organizzazioni sociali e culturali, economiche-professionali, ambientaliste, sindacali, ecc., (pubblico interessato) si è regolarmente tenuto in data a partire dalle ore presso il Comune di San Giovanni a Piro. All incontro hanno partecipato, per i soggetti interessati, unicamente: il dott. geol. Giovanni Napolitano, delegato dall Ordine dei Geologi della Campania con nota prot.n. 3639/ott-13/U del ; l arch. Franco Luongo, delegato dell Ordine degli Architetti di Salerno e del Gal Casacastra. Altri soggetti invitati hanno fatto pervenire note acquisite agli atti. Il resoconto dell incontro e delle attività svolte è riportato nel verbale prot.n.9103 del

31 Il programmato incontro con la cittadinanza si è regolarmente tenuto in data a partire dalle ore presso la sede della ex Scuola Elementare Comune di San Giovanni a Piro. Allo stesso hanno partecipato Amministratori, un significativo numero di cittadini e di rappresentanti del mondo locale delle professioni più coinvolte e/o interessate dai procedimenti di pianificazione e regolamentazione dell attività edilizia. L incontro ha consentito di illustrare ed approfondire taluni aspetti progettuali e programmatici proposti dai documenti preliminari (anche utilizzando l ausilio di supporti multimediali appositamente predisposti) ed è stato seguito da un lungo dibattito di cui è dato dettagliatamente conto nel verbale prot.n.9706 del Il 2 incontro del Tavolo di Consultazione con i Soggetti Competenti in materia Ambientale si è regolarmente tenuto in data a partire dalle ore presso il Comune di San Giovanni a Piro. Allo stesso non è fisicamente intervenuto alcuno dei SCA invitati. Taluni SCA hanno fatto pervenire note acquisite agli atti. Il resoconto dell incontro e delle attività svolte è riportato nel verbale prot.n.9707 del I contributi offerti dai soggetti coinvolti nel procedimento di consultazione, pervenuti alla data del 17 giugno 2013, sono stati: per quanto concerne gli invitati Soggetti Competenti in Materia Ambientale: nota del Corpo Forestale dello Stato, Comando Provinciale di Salerno, prot.n Pos.VI-1-7 del , acquisita in data al prot. del Comune al n , con cui si comunica che, con riferimento all attività di consultazione posta in essere, il Corpo Forestale è forza di polizia dello Stato (art.1 L.36/2004) e pertanto lo scrivente Ufficio non è deputato, al rilascio di pareri, nulla-osta e/o autorizzazioni, né all emissione di alcun atto o provvedimento ; nota del Settore Geotecnica, Geotermia e Difesa Suolo della Regione Campania prot.n del , acquisita in data al prot. del Comune al n , con cui si comunica che, con riferimento all attività di consultazione posta in essere, lo scrivente Settore non rilascia pareri in merito in quanto tale attività è di pertinenza delle Autorità di Bacino competenti per il territorio ; nota del Settore Attività Produttive, Agricoltura e Foreste della Provincia di Salerno prot.n.psa del , acquisita in pari data al prot. del Comune al n , con cui si comunica la mancata competenza territoriale dello scrivente Settore provinciale nonché la mancanza di titolarità tecnico-istruttoria nelle materie di cui alla L.R.11/96; nota della Soprintendenza per i BAP di Salerno ed Avellino prot.n del , acquisita in data al prot. del Comune al n , con cui: si comunica la necessità di includere tra gli SCA anche la Direzione Regionale per i Beni Culturali e paesaggistici per la Campania ala luce delle previsioni di cui all art.7, co.3, lett.n), del D.P.R.n.233/2007; si chiede la trasmissione delle elaborazioni progettuali su supporto cartaceo quantomeno delle principali tavole inerenti alla tutela dei beni culturali e paesaggistici ; si evidenziano gli aspetti che, ad un sommario esame della documentazione trasmessa, si ritiene di dover approfondire : 1) Univoca individuazione della situazione vincolistica esistente, sia per i beni culturali, che per quelli paesaggistici, secondo quando prescritto dal D.Lgs. N.42/04 e s.m.i. In particolare si evidenzia la necessità di individuare, anche mediante apposita schedatura, tutte le emergenze di valoro storico, architettonico, testimoniale, con riferimento alle quali prevedere specifiche misure di tutela, nonché di definire, di concerto con tutti gli Enti interessati i tratti di corsi d acqua effettivamente tutelati per legge; 2) Recepimento ed adeguamento alle Norme di Attuazione dello strumento paesaggistico vigente. Si tratta ovviamente di una raccomandazione per il proseguimento dell attività, considerato che la proposta preliminare non conteneva disposizioni normative; 3) Analisi del patrimonio edilizio esistente, in particolare con riferimento alla presenza di costruzioni e/o insediamenti abusivi ed oggetto di sanatoria; nota del Settore Urbanistica della Provincia di Salerno prot.n del , 30

32 acquisita al prot. del Comune in data al n , nell ambito della quale ci si sofferma su due aspetti relativi alla definizione del Piano Urbanistico Comunale ed in particolare: si evidenzia, con riferimento agli ambiti e/o aree di possibile localizzazione degli interventi di trasformazione proposti dal preliminare di Puc, la loro eccessiva dimensione (contrastante con il principio del minor consumo di suolo), la localizzazione di taluni/e degli stesse / delle stesse in ambiti sensibili per la presenza di siti della rete natura 2000 o comunque di aree ad elevata naturalità e/o biodiversità, il contrasto di tali scelte con i principi definiti dal preliminare stesso per la localizzazione dei nuovi insediamenti. Si evidenzia, altresì, che la definizione delle attività, delle utilizzazioni ammesse e delle trasformazioni antropiche ammissibili nel territorio rurale ed aperto, così come descritte nel preliminare di piano, contengono elementi confliggenti con l obiettivo di tutela, riqualificazione e valorizzazione del sistema ambientale, e sotto-obiettivi correlati ; si ripropongono le raccomandazioni già rassegnate in sede di Conferenza di Piano permanente con riferimento al dimensionamento del carico residenziale connesso al fabbisogno residenziale ed in particolare quelle: a. riferite all esigenza di calcolare le quote di necessari standards urbanistici ed ambientali con riferimento alle esigenze pregresse e future, tenendo conto che trattasi di comune costiero ed a vocazione turistica; b. di procedere alla ricognizione del patrimonio condonato/condonabile, degli interventi realizzati ai sensi della L.R.19/09, dei programmi di housing sociale realizzati ai sensi dell art.8 del DPCM , del patrimonio edilizio dismesso o dismettibile; c. la puntuale individuazione, nell ambito della componente operativo/programmatica del Puc, dei nuovi alloggi previsti, nell arco temporale di riferimento della componente stessa, sia come nuova edificazione che come sostituzione dell esistente; nota della Autorità di Bacino Regionale Campania Sud ed interregionale per il Bacino Idrografico del fiume Sele prot.n.2285 del , acquisita al prot. del Comune in data al n , con cui, tra l altro, si comunica che si condividono in linea generale le informazioni e l impostazione del rapporto preliminare alla VAS in relazione alle specifiche competenze dell Autorità di Bacino, ovvero rispetto alla vigente pianificazione di bacino ; nota della Soprintendenza per i Beni Archeologici di Salerno, Avellino, Benevento e Caserta prot.n del , acquisita in data al prot. del Comune al n , con cui nel segnalare/ribadire la presenza nell ambito del territorio comunale di diversi insediamenti preistorici, solo alcuni dei quali sottoposti a vincolo archeologico, si auspica che il PUC possa perseguire la valorizzazione di tutti gli abitati in grotta e si propone che il PUC prescriva l attivazione della verifica dell interesse archeologico per tutti gli interventi da realizzare nelle predette località, per i quali acquisire anche l eventuale necessaria autorizzazione di competenza; per quanto concerne le invitate Organizzazioni sociali e culturali, economiche-professionali, ambientaliste, sindacali, ecc.,: nota della sig.ra Flavia Chirico, delegata della VAS Campania, acquisita al prot. del Comune in data al n.9075, con cui, tra l altro, si raccomanda nell ambito della elaborazione del Puc il rigoroso rispetto di tutte le norme di salvaguardia e tutela relative all Area marina protetta Costa degli Infreschi e della Masseta ; nota dell Anas S.p.A. prot.cna del , acquisita al prot. del Comune in data al n.9326 e successivamente in data al n.9507, con cui si comunica l incompetenza della scrivente Società in quanto i confini territoriali di codesto Comune non interferiscono con aree e/o strade di competenza ; il contributo del dott. geol. Giovanni Napolitano, delegato dall Ordine dei Geologi della Campania con nota prot.n. 3639/ott-13/U del , offerto nel corso dell incontro tenutosi in data , 31

33 volto a raccomandare che il Puc, nella sua versione definitiva, recepisca quanto stabilito dal vigente Piano comunale di protezione civile, che i sondaggi a corredo degli studi specialistici siano effettuati da soggetti abilitati ed in possesso delle certificazioni previste dalle vigenti disposizioni normative, ubicati nelle zone in cui si prevede la realizzazione delle trasformazioni urbanistiche; il contributo dell arch. Franco Luongo, delegato dell Ordine degli Architetti di Salerno e del Gal Casacastra, offerto nel corso dell incontro tenutosi in data , volto a raccomandare l assunzione di misure volte ad incentivare il mantenimento e la crescita di aziende agricole che svolgono un ruolo centrale per la tutela e la valorizzazione del territorio rurale e, conseguentemente, di presidio territoriale contro il pericolo di desertificazione. Analoghe raccomandazioni vengono formulate per quanto concerne le iniziative volte alla promozione dell artigianato locale, incentivandone la presenza nei centri storici, specie per quanto concerne le attività compatibili con la residenza; per quanto concerne la cittadinanza, sono stati offerti diversi contributi ed in particolare: nota del prof.arch. Pasquale Miano, acquisita al prot. del Comune di San Giovanni a Piro in data al n.6646, redatta su incarico di vari proprietari di immobili ubicati nell area denominata Valle di Natale, con cui si denunciano problematiche concernenti l elaborazione della proposta preliminare di Puc con riferimento alla zona de qua ed, in particolare: il mancato aggiornamento della cartografia di base utilizzata per le rappresentazioni grafiche del preliminare di piano, e conseguentemente, secondo il redattore della nota, l inadeguatezza del quadro conoscitivo non rispondente alla realtà. Tale circostanza viene in particolare segnalata per l area di Valle di Natale dove la mancata rappresentazione di molte costruzioni esistenti avrebbe indotto ad una errata classificazione dell area stessa dal punto di vista naturalistico/agro-forestale. Pur riconoscendo che il preliminare di Puc, fermo restando i problemi di perimetrazione in precedenza evidenziati, ha individuato, nell ambito delle strategie per il sistema ambientale, l area de qua quale area urbanizzata in ambito extraurbano, si lamenta la mancata specifica classificazione di tutte le aree urbanizzate ricadenti in ambito extraurbano nell ambito delle categorie previste dalla proposta preliminare di Puc, nonché la mancata considerazione della medesima area nell ambito del quadro strategico definito per il sistema insediativo principalmente con riferimento ai quattro centri maggiori (Scario, San Giovanni, Bosco ed area Hangar) ed al loro immediato intorno. In conclusione, il redattore della nota chiede che l area di Valle di Natale sia perimetrata sulla base delle consistenze edilizie effettivamente rintracciabili oggi in loco e, conseguentemente, che vengano effettuate per la medesima area scelte di assetto urbanistico uguali a quelle effettuate o da effettuare per contesti simili e/o analoghi ricadenti nel territorio comunale; nota della sig.ra Valeria Campagnuolo, acquisita al prot. del Comune di San Giovanni a Piro in data al n.6966, che nella qualità di proprietaria del fabbricato individuato in mappa al fg.7 p.lla 722, ubicato nella zona denominata Valle di Natale, lamenta la mancata indicazione, per la zona de qua, delle strategie urbanistiche del piano e chiede, pertanto, di far fronte a tale problematica e comunque di definire norme di attuazione del piano che prevedano per i terreni e gli immobili di proprietà destinazioni compatibili con le determinazioni già assunte dall Amministrazione Comunale all atto del rilascio del Permesso di Costruire e della individuazione dei regimi di imposta per gli stessi; nota del sig. Maurizio Micillo, acquisita al prot. del Comune di San Giovanni a Piro in data al n.7545, che nella qualità di proprietario del fabbricato ubicato sulle part.lle 553 e 568 del fg.7, nella zona denominata Valle di Natale, nell evidenziare la legittimità dell immobile de quo chiede che nell ambito della definizione della proposta definitiva di Puc siano definite per l immobile, e per l intera area, norme coerenti con l attuale destinazione dell immobile, ed ammessi per esso tutti gli interventi di recupero del patrimonio edilizio esistente; nota dell arch. Antonio Mangia, acquisita al prot. del Comune di San Giovanni a Piro in data al n.7669, con cui si segnala una errata rappresentazione del vincolo ambientale nell ambito dell elaborato 1.1.3, allegando stralcio cartografico esplicativo; nota dell A.S.D. Podistica San Giovanni a Piro Golfo di Policastro, acquisita al prot. del Comune di San Giovanni a Piro in data al n.9677, con cui si propone di inserire nel redigendo PUC, la realizzazione di una pista di atletica leggera e relativi servizi, anche considerando l ipotesi di 32

34 una gestione intercomunale ; nota dei sig.ri Lorenzo e Felice Lentini, acquisita al prot. del Comune in data al n.9684, che, nella qualità di proprietari degli immobili ubicati nel territorio comunale (in catasto fg.17, p.lle 21 e 22), nell evidenziare la contiguità dell area de qua ad insediamenti urbanizzati di tipo extraurbano, uno dei quali già prevalentemente destinato allo svolgimento di funzioni turistiche (ancorché del tipo residenziale di tipo stagionale) ne chiedono l individuazione, nell ambito delle previsioni del Puc, quale ambito di insediamento di nuove attrezzature turistiche-ricettive e per l erogazione di servizi di supporto, anche eventualmente legati al turismo rurale e naturalistico; nota dei sig.ri Lorenzo, Felice, Maria Carla Lentini, acquisita al prot. del Comune in data al n.9685, che, nella qualità di proprietari degli immobili ubicati nel territorio comunale (in catasto fg.18, p.lle 87, 88, 89 e 90 fabbricato con relative aree pertinenziali), ricadenti, per la parte edificata, in ambito classificato dalla proposta preliminare di Piano quale Insediamento Storico, evidenziano la necessità che le previsioni di Puc prevedano, per l area in questione, unicamente azioni di tutela, destinando, in tal senso, le aree libere alla definizione di una fascia di rispetto ambientale e di tutela dell integrità dell insediamento storico sottostante e della più complessiva visuale del borgo di Scario percepibile da mare. A tale scopo si propone, altresì, che il Piano destini l area in questione e le analoghe arie adiacenti a verde privato, con vincolo di inedificabilità, ad eccezione per la realizzazione di calibrati interventi di natura pertinenziale e di adeguamento delle residenze esistenti, con un indice aggiuntivo con il Piano Paesistico; nota dei sig.ri Lorenzo, Felice, Maria Carla Lentini, acquisita al prot. del Comune in data al n.9686, che, nella qualità di proprietari degli immobili ubicati nel territorio comunale (in catasto fg.23, p.lle 514, 571, 1028 e 1031), ricadenti in ambito classificato dalla proposta preliminare di Piano quale insediamento recente in ambito extraurbano, chiedono che il PUC preveda la possibilità, per l area de qua, di realizzare nuovi insediamenti e strutture di tipo turistico, sia di tipo ricettivo che per l erogazione di servizi complementari al turismo, mediante intervento diretto, ancorché con l obbligo di realizzare, mediante stipula di apposita convenzione, le necessarie opere di urbanizzazione; nota della sig.ra Paola Napoli, acquisita al prot. del Comune in data al n.9687, che, nella qualità di proprietaria degli immobili ubicati nel territorio comunale (in catasto fg.23, p.lle 122 e 123), ricadenti in ambito classificato dalla proposta preliminare di Piano quale territorio rurale ed aperto di collina, nel considerare che l area in questione è adiacente a tessuto già urbanizzato, ed in particolare ad una esistente struttura turistico ricettiva, e che sulla stessa area insiste un fabbricato di proprietà, attualmente interessato da interventi di recupero realizzati in forza di Permesso di Costruire, e che si intende utilizzare per l insediamento produttivo di tipo turistico - extralberghiero a rotazione d uso o legato alla ricettività rurale, chiede che nell ambito del Puc: venga effettuata la ricognizione dell edificio esistente ed in corso di recupero e che l area abbia destinazione turistico-ricettiva o comunque di funzioni legate alla ricettività e all erogazione di servizi di supporto; in subordine, consentire per le strutture esistenti destinate o che si intende destinare ad usi turistici, di realizzare i necessari interventi per il potenziamento della capacità ricettiva, per l adeguamento dei servizi complementari, per l incremento delle attrezzature a carattere pertinenziale e per lo sport, lo spettacolo ed il tempo libero; nota del dott. Carlo Marcello Scarfì, amm.unico e leg.rapp della Ist-Sud S.r.l., acquisita al prot. del Comune in data al n.9688, che, nella qualità di proprietaria degli immobili ubicati nel territorio comunale (in catasto fg.23, p.lle 122 e 123), che nella qualità di proprietaria di un ampia parte di un area individuata dal preliminare di Piano a specifica destinazione turistica, per strutture alberghiere e attrezzature di supporto (anche di tipo sportivo-ricreativo), coincidente con la zona di Valorizzazione Turistico-Sportiva (VAT) appositamente individuata dal Piano paesistico e situata presso la Torre dell Oliva, a confine con il territorio comunale di Santa Marina, chiede che in adiacenza di tale area venga individuata una ulteriore zona di trasformazione (modesta area a destinazione residenziale) avente funzione di ricucitura di un esistente tessuto edilizio e che possa consentire la realizzazione di abitazioni di servizio per il personale del futuro, adiacente, insediamento turistico; nota del sig. Giovanni Laino, acquisita al prot. del Comune in data al n.9803, che, nella 33

35 qualità di proprietario di un appezzamento di terreno ubicato nella frazione Scario, loc. Pietralba Rione Nuovo (in catasto fg.14, p.lla 457), nell evidenziare che l ambito in cui ricade il terreno di proprietà risulta già ampiamento urbanizzato e contrassegnato dalla presenza di molteplici immobili a destinazione residenziale, chiede che il Piano individui l area in questione quale ambito parzialmente urbanizzato e per il quale prevedere interventi di completamento, anche mediante la realizzazione di nuove quote di edilizia abitativa; nota del prof.arch. Pasquale Miano, acquisita al prot. del Comune in data al n.10545, redatta su incarico di vari proprietari di immobili ubicati nell area denominata Valle di Natale, con cui nel riproporre molte delle questioni già segnalate con la su richiamata nota prot.n.6646 del , si formula una proposta di classificazione per l area in questione. In particolare, partendo da un analisi di contesto, si ritiene che l aggregato edilizio esistente in Valle di Natale sia classificabile, nell ambito delle tipologie insediative definite dalla proposta preliminare di Puc, quale Aggregato edilizio di recente formazione prevalentemente residenziale in contesto agricolo, e che per esso debba essere prevista, previa redazione di P.U.A. di iniziativa privata esteso alle aree effettivamente urbanizzate senza alcun ulteriore consumo di suolo agricolo, la necessità di realizzare interventi di riqualificazione urbanistica ed ambientale, ivi incluso l adeguamento/realizzazione degli standards, a seguito dell attribuzione/ammissione di funzioni prevalentemente di carattere residenziale; tutti i contributi offerti nell ambito dell incontro con la cittadinanza tenutosi in data , che per brevità non si riportano nuovamente in questa sede e che tuttavia sono esaurientemente illustrati nell ambito del verbale prot.n.9706 del Si evidenzia, inoltre, in questa sede che conformemente alle previsioni del vigente Ptcp ed in attuazione di quanto previsto nell ambito della proposta preliminare elaborata è stata attivato (giusta determinazione del responsabile dell UTC n.171 del ) procedimento di evidenza pubblica volto a raccogliere eventuali manifestazioni di interesse di privati e aziende, in merito alla volontà di mettere in atto documentati programmi di investimento relativi alla realizzazione di impianti produttivi, attrezzature per attività terziarie, turistiche e/o per relativi servizi di supporto, compatibili con i lineamenti strategici e le indicazioni strutturali definite dalla proposta preliminare di Puc, e che in riscontro all Avviso Pubblico prot.n.8823 del sono pervenute al Comune, entro il termine fissato, n. 34 manifestazioni da parte di operatori privati. Con il "Verbale conclusivo delle attività e delle decisioni preliminari assunte di concerto tra Autorità procedente ed Autorità competente ai fini della V.A S. ed ai fini della consultazione del pubblico" del , prot.n.1558, le due Autorità comunali, dopo aver valutato tutti i contributi pervenuti nell ambito dell attività di consultazione condotta, hanno stabilito: 1. di dichiarare conclusa la fase di consultazione in merito alla proposta preliminare di Puc e di rapporto preliminare ambientale; 2. di stabilire che la portata ed il livello di dettaglio delle informazioni da includere nel rapporto ambientale sono quelle definite dall elaborato rapporto preliminare ambientale, con le modifiche e le integrazioni necessarie alla luce delle attività di consultazione effettuate; 3. di prendere atto degli elementi informativi forniti in fase di consultazione; 4. di prendere atto dei pareri prodotti dai Soggetti Competenti in materia Ambientale ed in particolare: di quello della Soprintendenza per i BAP di Salerno ed Avellino prot.n del , acquisito in data al prot. del Comune al n , in riferimento al quale si è precisato: che tempestivamente si è provveduto, con nota prot.n del , a dare comunicazione del procedimento di consultazione avviato e delle modalità di partecipazione allo stesso alla Direzione Regionale per i Beni Culturali e paesaggistici per la Campania, che 34

36 pertanto sarebbe stata inclusa tra i Soggetti Competenti in materia Ambientale da consultare nelle prossime fasi del procedimento di VAS; che tempestivamente si è provveduto a trasmettere al funzionario di zona della Soprintendenza tutte le elaborazioni di piano su supporto cartaceo; che si sarebbe proceduto, nel corso del lavoro di elaborazione della proposta definitiva di Puc: 1) ad individuare, puntualmente (anche mediante apposita schedatura), tutte le emergenze di valoro storico, architettonico, testimoniale, con riferimento alle quali prevedere specifiche misure di tutela; 2) nella definizione/individuazione, di concerto con tutti gli Enti interessati, dei tratti di corsi d acqua effettivamente tutelati per legge; 3) a completare, precisare e/o eventualmente integrare la perimetrazione, di concerto con le competenti Soprintendenze, delle aree di interesse archeologico, dei centri storici, dei nuclei e dei complessi rurali di valore storico ed ambientale; 4) alla tempestiva conclusione delle analisi del patrimonio edilizio esistente, in particolare con riferimento alla presenza di costruzioni e/o insediamenti abusivi ed oggetto di sanatoria, atteso che l Ufficio di Piano ha già da tempo intrapreso tale attività e che la stessa è in corso di completamento; di quello del Settore Urbanistica della Provincia di Salerno prot.n del , acquisita al prot. del Comune in data al n , in riferimento al quale si è precisato: che le ipotesi formulate nell ambito della proposta preliminare di Piano non costituiscono delle ipotesi localizzative, né previsioni di dimensionamento degli ambiti di trasformazione, quanto, piuttosto, delle valutazioni circa la presenza sul territorio comunale di ambiti suscettibili ad una potenziale trasformazione, da dimensionare e localizzare sulla base delle effettive esigenze riscontrate e/o ipotizzabili, sulla base di una più attenta valutazione di tutte le esigenze di tutela dei valori e delle risorse esistenti, sulla base dei regimi vincolistici e della caratterizzazione dei suoli, nonché sulla base dei principi definiti dal Ptcp e recepiti e fatti propri dal documento di pianificazione comunale; che si richiederanno al Settore provinciale le necessarie delucidazioni circa le segnalate incongruenze tra taluni obiettivi e strategie presenti nella proposta preliminare elaborata; che San Giovanni a Piro non è incluso tra i comuni riconosciuti quali stazioni di cura, soggiorno e turismo, né risulta che il PTCP preveda standards aggiuntivi, rispetto a quelli minimi stabiliti per legge, in caso di comune costiero ed a vocazione turistica; che sono già in corso attività ricognitive del patrimonio edilizio esistente condonato/condonabile, che nel comune di San Giovanni non ha trovato applicazione la L.R.19/09, in quanto il Comune è privo di strumento urbanistico vigente, che nello stesso Comune non sono stati realizzati interventi di housing sociale e non ci sono complessi, di una qualche consistenza, dismessi o in via di dismissione; di quello della Autorità di Bacino Regionale Campania Sud ed interregionale per il Bacino Idrografico del fiume Sele prot.n.2285 del , acquisita al prot. del Comune in data al n ; di quello della Soprintendenza per i Beni Archeologici di Salerno, Avellino, Benevento e Caserta prot.n del , acquisita in data al prot. del Comune al n ; 5. di prendere atto della comunicata incompetenza da parte dei seguenti soggetti, già individuati quali SCA: Corpo Forestale dello Stato, Comando Provinciale di Salerno; Settore Geotecnica, Geotermia e Difesa Suolo della Regione Campania; Settore Attività Produttive, Agricoltura e Foreste della Provincia di Salerno; 35

37 6. di prendere atto del parere offerto dalle seguenti associazioni, organizzazioni, soggetti invitati ad offrire il proprio contributo; Vas Campania; Ordine dei Geologici della Campania; Ordine degli Architetti della Provincia di Salerno; Gal Casacastra; 7. di prendere atto delle osservazioni, delle segnalazioni e dei suggerimenti prodotti dai cittadini, trasmettendo le stesse al gruppo di progettazione e rinviando la loro valutazione di merito, specie per quanto concerne le situazioni di dettaglio, alla fase di elaborazione della proposta definitiva di Puc e di rapporto ambientale. Tuttavia, nell ambito del verbale si è evidenziato che nelle intenzioni del gruppo di progettazione, nonché alla luce delle previsioni di cui al Regolamento regionale 5/2011, la proposta preliminare di Puc è un documento che partendo dalla definizione del quadro conoscitivo del territorio (peraltro non necessariamente esaustivo) tenta di affrontare le questioni strategiche della progettazione urbanistica comunale, con connotazioni ampie e sfumate, volte ad affrontare questioni generali e, appunto, di importanza strategica per l intera comunità, rinviando alla redazione della proposta definitiva la definizione degli aspetti di dettaglio e puntuali. Tale impostazione è ampiamente specificata nella proposta preliminare di Piano adottata che non ha e non vuole avere alcuna portata regolativa e/o di disciplina in merito agli assetti ed all uso del territorio. Il verbale evidenzia, altresì, che gran parte delle osservazioni pervenute dai privati affrontano, invece, situazioni di dettaglio e non forniscono, nella gran parte dei casi, alcun contributo e/o suggerimento a questioni di carattere generale e/o dal forte connotato strategico. Si ribadisce che, in ogni caso, le osservazioni prodotte, anche quelle di natura meramente puntuale e/o di dettaglio, sarebbero state comunque trasmesse al gruppo di progettazione affinché lo stesso potesse valutarle e, se del caso, tenerne in conto nell ambito della redazione della proposta definitiva di piano; 8. di prendere atto delle manifestazioni di intertenesse prodotte da privati e aziende, in merito alla volontà di mettere in atto documentati programmi di investimento relativi alla realizzazione di impianti produttivi, attrezzature per attività terziarie, turistiche e/o per relativi servizi di supporto, in riscontro all Avviso Pubblico prot.n.8823 del trasmettendo le stesse al gruppo di progettazione, a cui sono rinviate le valutazioni del caso e le consequenziali scelte da effettuare nell ambito della predisposizione della proposta definitiva di Puc e di rapporto ambientale; 9. di stabilire la seguente modalità di coordinamento per la consultazione dei Sca e del pubblico sul Piano e sul rapporto ambientale al fine di evitare duplicazioni delle procedure di deposito, pubblicità e partecipazione previste dalla L.R. 16/2004: nel prosieguo dell attività di formazione del Puc e del procedimento di Vas, sarà coordinata l attività di consultazione di cui all art.14 del D.Lgs.152/2006 ai fini della Vas con la partecipazione alla formazione del Piano stabilita dall art.7, co.3 e succ., del Reg.5/2011, procedendo alla contestuale pubblicazione dell Avviso di cui all art.14, co.1, del D.Lgs.152/2006 ed alla Pubblicazione del Piano di cui al art.3, co.2, del Reg.5/2012. In tal modo potranno essere unificate le sedi di deposito e di consultazione, nonché i termini per la presentazione di osservazioni, sia ai fini della Vas che ai fini del Piano Urbanistico; 10. di trasmettere il verbale, unitamente a quelli delle attività svolte ed ai contributi pervenuti, all Amministrazione Comunale, per la definitiva approvazione del preliminare di Piano e del rapporto preliminare, e per dare concreto avvio ed impulso all attività di redazione della proposta definitiva di Puc e di Rapporto ambientale. 36

38 Infine, l Amministrazione comunale, con deliberazione di Giunta Comunale n.22 del ha: definitivamente approvato la proposta preliminare di Puc ed il Rapporto preliminare ambientale come predisposti dall Ufficio di Piano con il supporto degli esperti incaricati, acquisiti agli atti del Comune in data con prot.n.5117 e già condivisi con delibera di Giunta Comunale n.107 del ; approvato le attività condotte e le decisioni assunte dall Autorità procedente e dall Autorità competente, e riportate nel verbale congiunto del prot.n. 8218, nei verbali prot.n del , prot.n.9103 del , prot.n.9706 del , prot.n.9707 del , relativi agli incontri tenuti, e da ultimo nel verbale congiunto del , prot.n.1558; dichiarato conclusa l attività di consultazione e di attivare, sulla base degli esiti delle attività effettuate, la redazione della proposta definitiva di Puc e del relativo Rapporto ambientale. 37

39 PARTE II Il Rapporto Ambientale per il Puc di San Giovanni a Piro 38

40 1. Illustrazione dei contenuti e degli obiettivi principali del Puc di San Giovanni a Piro In questo capitolo sono riportati sinteticamente i contenuti, gli obiettivi e le principali strategie della proposta definitiva di Puc: lo scopo è la costruzione di una base minima e condivisa di conoscenza della proposta di Piano. Si rimanda, in ogni caso, alla lettura dell insieme degli elaborati costituenti la proposta definitiva di Puc, di cui il presente documento costituisce parte integrante e sostanziale. La proposta definitiva di Puc di San Giovanni a Piro, coerentemente con le vigenti disposizioni normative e regolamentari regionali, articola i propri contenuti progettuali in: a) disposizioni strutturali, con validità a tempo indeterminato, tese a individuare le linee fondamentali della trasformazione a lungo termine del territorio, in considerazione dei valori naturali, ambientali e storico-culturali, dell'esigenza di difesa del suolo, dei rischi derivanti da calamità naturali, dell'articolazione delle reti infrastrutturali e dei sistemi di mobilità; b) disposizioni programmatiche, tese a definire gli interventi di trasformazione fisica e funzionale del territorio in archi temporali limitati, correlati alla programmazione finanziaria dei bilanci annuali e pluriennali delle amministrazioni interessate. 25 Conseguentemente il Puc di San Giovanni a Piro si articola in due componenti: quella strutturale, relativa a scelte di lungo termine che non richiedono verifiche o revisioni, se non al mutare delle condizioni politiche culturali; quella programmatico/operativa, riferita a tempi più brevi, che necessita di verifiche e rielaborazioni frequenti, e che si presta elettivamente a pratiche concertative-negoziali. Coerentemente con tale impostazione, la proposta definitiva di Puc propone, anzitutto, un articolato quadro conoscitivo volto: all analisi ed interpretazione dei contenuti e delle previsioni dei piani d area vasta incidenti sulle scelte di pianificazione per il territorio comunale (Ptr e Carta dei Paesaggi della Campania; Ptcp della Provincia di Salerno; Piano del Parco N.C.V.D. e Piano Territoriale Paesistico del Cilento Costiero; Piano Stralcio per l Assetto Idrogeologico e Piano Stralcio per l Erosione Costiera predisposti dalla competente Autorità di Bacino) nonché delle altre previsioni normative e/o regolamentari pertinenti e significative; alla descrizione dei caratteri territoriali con riferimento alle componenti ecologiche e naturalistiche, geo-morfologiche, alla struttura rurale ed agro-forestale, ai fenomeni di dissesto idrogeologico, agli elementi di valore storico, archeologico, architettonico, culturale e testimoniale, alla struttura insediativa ed infrastrutturale, da approfondire ulteriormente in fase di elaborazione della proposta definitiva di Puc sula base dei contributi offerti dalle analisi e studi di settore ancora da effettuare; alla interpretazione dei caratteri della struttura insediativa e territoriale; a delineare i caratteri delle dinamiche demografiche e della struttura della popolazione; a descrivere le principali caratteristiche del sistema economico. Tale quadro conoscitivo ha rappresentato il punto di partenza sulla base del quale sono state effettuate le consequenziali analisi interpretative e valutative ed effettuato le scelte che hanno condotto alla definizione di un quadro strategico complessivo, nell ambito del quale sono state poi specificate le scelte di breve, medio e lungo termine, conformemente alle disposizioni operative di cui all art.9 del Regolamento di Attuazione per il Governo del Territorio 4 agosto 2011, n.5. La proposta definitiva di Puc delinea un articolato quadro strategico complessivamente volto a garantire la crescita sociale, economica e culturale della comunità locale, al fine di garantirne lo sviluppo, 25 Art.3, co.3, della Legge Regionale n. 16 del 22 dicembre

41 nel rispetto del principio di sostenibilità, ed in particolare declina un insieme sistematico di strategie e di azioni volte al contestuale raggiungimento dei seguenti, fondamentali, macro - obiettivi: A. la tutela, la riqualificazione e la valorizzazione del sistema ambientale nelle sue componenti naturalistiche ed agro-forestali; B. la prevenzione e la mitigazione dei fattori di rischio naturale ed antropico; C. la riorganizzazione, la valorizzazione ed il completamento della struttura insediativa; D. il potenziamento, qualificazione, diversificazione e destagionalizzazione dell offerta turistica per sviluppare appieno le opportunità del territorio. Per il conseguimento di tali macro-obiettivi la proposta definitiva di Puc definisce una serie di misure volte al raggiungimento di obiettivi specifici, al perseguimento d indirizzi strategici, e ad attuare azioni d intervento che, sinteticamente, si tenterà di esplicitare nel seguito. Obiettivi, indirizzi ed azioni sono definiti ed illustrati, per mera comodità espositiva, nell ambito del macroobiettivo a cui esse concorrono in maniera più evidente, senza tuttavia trascurarne, il carattere sistemico e, conseguentemente, le molteplici ricadute, le reciproche relazioni, i possibili livelli multipli di efficacia. Tale carattere sistemico comporta, in taluni casi, la necessità, nell ambito dell esplicitazione dei diversi macro-obiettivi, di ripetere/riproporre talune strategie ed azioni di Piano. Gli obiettivi, le strategie e le indicazioni di azioni riportati nel seguito, tentano di rappresentare le questioni cruciali della progettazione del Puc in forme sufficientemente ampie ed articolate perché il senso del Piano proposto risulti esaurientemente definito. A. La tutela, la riqualificazione e la valorizzazione del sistema ambientale nelle sue componenti naturalistiche ed agro-forestali. Il macro-obiettivo in esame rivolge la propria attenzione ai rilevanti valori naturalistici ed ambientali del territorio, e di conseguenza, si declina proponendo non solo strategie di conservazione delle aree e dei siti rimasti integri, degli elementi di grande valore paesaggistico, del territorio rurale ed aperto, a partire dalle aree ad elevata naturalità senza tuttavia trascurare il fondamentale ruolo delle aree agricole, ma anche efficaci azioni di recupero e riqualificazione degli ambiti degradati, strategie volte a garantire la qualità delle necessarie trasformazioni, interventi volti alla valorizzazione delle risorse naturali. In questo quadro il processo di pianificazione in atto assume quali scelte prioritarie: la salvaguardia dell integrità fisica del territorio inedificato (condizione di ogni ipotesi di trasformazione fisica e funzionale); la difesa della biodiversità; lo sviluppo di iniziative materiali ed immateriali, compatibili e rispettose delle esigenze di tutela, in grado di garantire la promozione territoriale, attraverso la valorizzazione delle qualità presenti ed il recupero e la riqualificazione dei valori compromessi o degradati. Si riportano di seguito le principali indicazioni strategiche previste per il raggiungimento del macro obiettivo in esame: A.1. la tutela e la valorizzazione del patrimonio naturalistico e forestale, quale sistema portante della rete ecologica nazionale, regionale e provinciale; A.2. la salvaguardia della integrità fisica e della connotazione paesaggistica ed ambientale degli arenili, delle coste alte, delle falesie e delle fasce costiere; A.3. la tutela e valorizzazione dei mosaici agricoli ed agroforestali della montagna, della collina, della pianura e delle valli, preservandone l integrità fisica e la caratterizzazione morfologica, vegetazionale e percettiva, attraverso il coordinamento di azioni molteplici che ne possano consentire una tutela attiva ; A.4. la costruzione della rete ecologica comunale, per la protezione della biodiversità, la salvaguardia, la valorizzazione e l implementazione delle aree di valore naturalistico e delle 40

42 relative aree cuscinetto, per la definizione di corridoi ecologici, da strutturare nel quadro provinciale, regionale e nazionale; A.5. la definizione delle attività e delle trasformazioni antropiche ammissibili nel territorio rurale ed aperto al fine di salvaguardarne l integrità. B. La prevenzione e mitigazione dei fattori di rischio naturale ed antropico. Per il raggiungimento del macro-obiettivo in esame il Puc auspica l attuazione di forme di cooperazione inter-istituzionale volte ad affrontare tanto la condizione emergenziale quanto la programmazione/attuazione di interventi strutturali volte a garantire la sicurezza del territorio e della popolazione, e l adozione di corrette politiche di sviluppo. Si riportano di seguito alcune indicazioni strategiche, non esaustive di tutte le proposte formulate nell ambito della proposta definitiva di Puc: B.1. la definizione dei necessari interventi strutturali di mitigazione e riduzione del rischio e del pericolo idrogeologico; B.2. la redazione di un piano generale di interventi di mitigazione del rischio, basato sull individuazione a campione degli interventi da recepire in piani urbanistici attuativi; B.3. la redazione di piani di emergenza corredati da monitoraggi strumentali, che a seconda delle tipologie di dissesto, faranno riferimento a tecnologie appropriate; B.4. la promozione di corrette politiche di gestione territoriale finalizzate alla difesa del suolo, anche mediante la definizione di specifiche misure regolamentari, corredate alla necessità di definire ed attuare un articolato programma di manutenzione programmata del territorio stesso. C. La riorganizzazione, la valorizzazione, ed il completamento della struttura insediativa. Il presente macro-obiettivo è volto, sostanzialmente, al recupero qualitativo dell esistente, alla tutela dei valori storici, architettonici e testimoniali, alla riorganizzazione ed alla valorizzazione funzionale e qualitativa della struttura urbana, al soddisfacimento delle esigenze della popolazione residente, al potenziamento dei servizi pubblici e di interesse pubblico, perseguendo anzitutto il principio del minor consumo di suolo; in particolare la nuova edificazione sarà ammessa nei limiti strettamente necessari e senza investire aree di elevato valore naturalistico, reale o potenziale. Le norme di Piano, infine, incentivano ed, in taluni casi prescrivono, nell ambito della realizzazione di taluni interventi di recupero del patrimonio edilizio esistente o di riqualificazione delle aree urbane e semi urbane, la riduzione delle superfici impermeabilizzate ed, in taluni casi, il ripristino delle condizioni di naturalità per aree impropriamente edificate o comunque occupate. Si riportano di seguito alcune indicazioni strategiche, non esaustive di tutte le proposte formulate nell ambito della proposta definitiva di Puc: C.1. la tutela e valorizzazione del patrimonio storico, culturale e testimoniale, ed in particolare dei centri e dei nuclei storici; C.2. la riqualificazione delle aree di urbanizzazione e del patrimonio edilizio più recente prevedendo misure diversificate; Le previsioni possono coinvolgere o sono dirette unicamente a manufatti legittimamente esistenti ovvero interessati da procedimenti di condono e/o sanatoria positivamente definiti o in corso di definizione (in quest ultimo caso previa acquisizione del parere favorevole degli Enti preposti alla tutela dei diversi interessi coinvolti). La proposta definitiva di Puc definisce, inoltre, la perimetrazione degli insediamenti abusivi esistenti e oggetto di sanatoria e prescrivere per essi la obbligatoria redazione di piani di recupero urbanistico, paesaggistico ed ambientale. Con riferimento agli insediamenti, urbani ed extraurbani ricadenti nel perimetro del Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano ed Alburni, in particolare, nelle aree per il quale il Piano del Parco prevede la redazione di Progetti di Intervento Unitario (PIU), è prevista la redazione di specifici PUA, estesi ad ambiti significativi e ricomprendenti anche ampie porzioni del territorio r urale ed aperto circostante e connesso all insediamento, con i quali dovranno essere perseguiti gli obiettivi definiti dal Piano del Parco. 41

43 C.3. riqualificazione e valorizzazione del patrimonio edilizio esistente, specie di recente edificazione, mediante la diversificazione delle funzioni e l adeguamento/razionalizzazione funzionale delle unità immobiliari, prevalentemente nell ambito delle volumetrie esistenti, al fine di perseguire il rafforzamento e l integrazione della dotazione attuale di prestazioni e funzioni, senza determinare ulteriore consumo di suolo; C.4. promozione delle attività di recupero del patrimonio edilizio esistente da destinare ad attrezzature turistiche (strutture alberghiere ed extralberghiere) o ad attività complementari al turismo, con esclusione di seconde case e case vacanza; C.5. valorizzazione del patrimonio culturale, archeologico ed architettonico; C.6. riorganizzazione dell assetto urbano e la promozione della qualità complessiva dello spazio pubblico; C.7. riorganizzazione funzionale e potenziamento del sistema delle attrezzature e dei servizi di scala locale e sovralocale; C.8. riqualificazione del fronte di mare, mediante la predisposizione di piani urbanistici attuativi; C.9. realizzazione di una piccola quota di nuova edilizia residenziale, con una sostanziale parte riservata ad edilizia pubblica o convenzionata. Tale previsione è volta soprattutto a soddisfare esigenze interne quali: - la sostituzione di vani malsani, insalubri, fatiscenti e/o irrecuperabili; - eventuale delocalizzazione delle abitazioni ricadenti in aree a rischio idrogeologico particolarmente elevato e non suscettibili di interventi di mitigazione ovvero localizzate in edifici legittimi e/o in corso di legittimazione ma il cui mantenimento è stato giudicato inconciliabile con le esigenze di tutela e valorizzazione dell area; - soddisfare le esigenze locali delle classi più svantaggiate (ad es. giovani coppie, impossibilitate ad accedere all ordinario regime di mercato libero; famiglie con diversamente abili; ecc.). C.10. qualificazione e potenziamento degli aree e delle attrezzature per l insediamento di attività produttive, attraverso: - la riqualificazione urbanistica, paesaggistica ed ambientale dell area Hangar ed il suo completamento quale area destinata alla localizzazione di attività produttive, di carattere artigianale, manifatturiero, e per l erogazione di servizi, da attuare con i caratteri propri delle aree ecologicamente attrezzate; - la promozione dell insediamento delle attività artigianali tradizionali, che quando non determinano emissioni incompatibili vanno conservate o reinseriate nel centro urbano; - la realizzazione di piccolissime aree produttive, nelle immediate vicinanze dei tre principali centri ed a servizio degli stessi; - la promozione dell insediamento di attività innovative e compatibili con le esigenze di tutela; - la promozione dell insediamento di attività innovative e compatibili con le esigenze di tutela; C.11. definizione di un sistema di mobilità intermodale mediante: - la realizzazione di un nuovo asse stradale, prevalentemente mediante l adeguamento di tracciati esistenti, per un rapido collegamento dei centri di San Giovanni e Bosco con l area hangar e con la variante alla S.S.18 (mediante la realizzazione di un nuovo svincolo); - la messa in sicurezza ed adeguamento dei tracciati esistenti e della viabilità esistente; - la realizzazione di parcheggi pubblici a servizio dei centri abitati e del litorale (preferendo la soluzione in interrato nei contesti di maggior rilievo paesaggistico); - la valorizzazione del porto di Scario, quale elemento strutturante della rete dei porti e degli approdi della Costa; - ecc. 42

44 D. Il potenziamento, la qualificazione, la diversificazione e la destagionalizzazione dell offerta turistica per sviluppare appieno le opportunità del territorio. Gli obiettivi e le strategie richiamate in precedenza concorrono, unitariamente e sinergicamente, alla promozione ed al potenziamento dell attrattività turistica del comune di San Giovanni a Piro. La tutela e la valorizzazione di un patrimonio identitario, naturale ed antropico, già di per sé di valore straordinario, connesse alla valorizzazione e riorganizzazione della struttura insediativa ed al potenziamento/adeguamento di un sistema di mobilità, interno ed esterno, ricorrendo all uso delle diverse modalità possibili, sono certamente le misure più efficaci per garantire il potenziamento della competitività turistica del territorio sui mercati nazionali ed internazionali. Pertanto, si ritiene utile sottolineare, talvolta nuovamente in questa sede, che per il perseguimento del macro-obiettivo strategico in esame la proposta definitiva di Puc propone le seguenti misure strategiche: D.1. valorizzazione del sistema dei beni culturali, testimoniali, ambientali, anche al fine di promuovere la definizione di reti tematiche di offerta turistica, diversificate ed integrate, mediante: il recupero e la valorizzazione dei centri e dei nuclei storici urbani e rurali, e contestuale riqualificazione edilizia ed urbanistica delle espansioni più recenti caratterizzate da una scarsa qualità dell architettura, dalla casualità dell assetto urbanistico, dall assenza o insufficienza di servizi, al fine di valorizzare il pregio storico/culturale degli insediamenti storici, testimonianza delle tradizioni e della cultura locale, borghi di produzione ed offerta di prodotti tipici locali (artigianali ed agroalimentari); la tutela e la valorizzazione dei beni storico-architettonici e testimoniali extraurbani (monumenti isolati, manufatti dell architettura rurale, testimonianze dell architettura difensiva e militare, dell architettura religiosa, ecc.) al fine di promuovere configurare delle reti di itinerari tematici; tutela e valorizzazione dei geositi (grotte, singolarità geologiche, sorgenti, ecc.), dei boschi e delle aree ad elevata naturalità, anche mediante la realizzazione di strutture e/o servizi per lo studio, la didattica ed il tempo libero, l escursionismo, l esercizio di pratiche sportive nella natura, al fine di configurare e promuovere una ricca ed articolata offerta turistica di settore; tutela e valorizzazione della fascia costiera nelle sue diverse componenti, naturali ed antropiche, al fine di potenziare e qualificare l offerta turistica più specificamente legata al turismo balneare; D.2. potenziamento e qualificazione dei servizi per il turismo mediante il completamento dell offerta alberghiera e dei servizi di supporto, attraverso: la realizzazione di nuovi, calibrati, insediamenti per strutture ricettive a rotazione d uso e per servizi di supporto al turismo, utilizzando indici, tipologie e soluzioni compatibili con le esigenza di tutela e valorizzazione. la riqualificazione urbanistica ed ambientale di insediamenti di seconde case, da riconvertire in alberghi e servizi per il turismo; la realizzazione di strutture turistiche legate alla risorse storiche, naturalistiche ed agroalimentari residence, bed and breakfast, case vacanze, agriturismi, country house attraverso il recupero del patrimonio edilizio esistente; la promozione dell adeguamento e dell insediamento di strutture ricettive (agriturismi, country house, etc.) e servizi per il potenziamento dell offerta di turismo rurale o comunque legato alle tradizioni produttive locali artigianali ed agricole, anche ammettendo l adeguamento delle strutture agricole esistenti (in conformità alle previsioni di legge in materia) per lo svolgimento di tali attività di supporto e sostegno all agricoltura; D.3. riqualificazione, potenziamento ed adeguamento del porto di Scario, anche mediante il risanamento del fronte di mare e prevedendo la riorganizzazione qualitativa e l eventuale potenziamento delle funzioni ricettive, commerciali, ricreative, per il tempo libero e per i servizi al turista; D.4. promozione dello sviluppo di una rete di attività commerciali, artigianali e di servizi turistici, quale sistema integrato di promozione delle risorse /prodotti locali e di riqualificazione e 43

45 conservazione attiva della struttura fisica e dell identità culturale dei centri storici e dei nuclei antichi, interni e costieri; D.5. favorire e consentire la nascita di servizi per la didattica ed il tempo libero, l escursionismo, l esercizio di pratiche sportive all area aperta, al fine di strutturare e promuovere una ricca ed articolata offerta nel settore del turismo naturalistico. A tal fine è possibile ipotizzare la definizione di un programma integrato di interventi ed azioni volti: al recupero della sentieristica; alla realizzazione, esclusivamente mediante interventi di recupero o riuso di fabbricati esistenti, di Centri di Educazione Ambientale; alla predisposizione di un Centro di Accoglienza Turisti o Centro Visite, attrezzato con area di servizio e di parcheggio, info point, dove poter reperire informazioni relative all offerta ricreativa, dei servizi ed ai possibili itinerari turistici, culturali e naturalistici; la realizzazione di aree attrezzate lungo tutta la rete degli itinerari, poste con una certa regolarità lungo il percorso, per la sosta degli escursionisti. Ognuna di queste aree potrà essere dotata di spazi per la sosta delle bici, di aree attrezzata con tavoli e panchine, aree gioco, strutture per l osservazione, pannelli informativi. Nell ambito della componente programmatico-operativa il Puc definisce gli interventi di trasformazione fisica e funzionale del territorio programmati entro il periodo di validità degli Atti di Programmazione degli Interventi (API) di cui al comma 1 dell articolo 25 della legge regionale 16/2004, correlati alla programmazione finanziaria dei bilanci annuali e pluriennali dell Amministrazione. In particolare nell ambito della componente operativa il Puc definisce, in conformità con le disposizioni strutturali e strategiche, gli ambiti di intervento strategico, gli ambiti di trasformazione insediativa, gli interventi infrastrutturali e la rete di mobilità da realizzare nel quinquennio mediante la predisposizione di Piani Urbanistici Attuavi (PUA), Progetti di Intervento Unitari (PIU) e/o Programmi Operativi Comunali (POC) prioritari. Tali interventi sono dettagliatamente definiti dalle schede della Serie 3 del Piano, da includere negli Atti di Programmazione degli Interventi (API) e brevemente richiamati nel seguito. Gli Ambiti di Trasformazione sono, pertanto, quelle parti del territorio di nuovo impianto o di riconfigurazione e riutilizzo, nelle quali il Piano promuove interventi orientati a definire nuove relazioni, fisiche e funzionali, con le altre componenti del sistema insediativo, ambientale e/o infrastrutturale, e a costruire nuove opportunità di riqualificazione del contesto territoriale nel suo complesso. Gli Ambiti di Trasformazione sono articolati in due famiglie: - gli Ambiti di trasformazione per standard urbanistici (ATsu), individuati sulla base delle vocazioni e le effettive necessità della struttura insediativa e delle sue diverse parti, sono destinati prioritariamente all acquisizione pubblica dei suoli e alla realizzazione di attrezzature rientranti negli standard urbanistici di cui al D.M. n. 1444/1968, anche attraverso la demolizione senza ricostruzione di edifici esistenti; rientrano all interno di tali ambiti anche quelli destinati ad incrementare le dotazioni di aree pubbliche per realizzare aree verdi e parchi di interesse urbano e territoriale. - gli Ambiti di trasformazione per insediamenti integrati (ATi), sono destinati alla riqualificazione/completamento di tessuti urbanistici ed edilizi recenti, incompleti e dequalificati o alla riconversione di aree e manufatti produttivi dismessi, anche attraverso la demolizione e ricostruzione di edifici esistenti. In particolare il Puc individua, nell ambito degli elaborati del quadro strategico, i seguenti ambiti interessati da trasformazioni urbane: ATSU 1 Parco Territoriale del Monte Bulgheria. Il programma prevede l istituzione del Parco Territoriale di complessivi 611 ettari che, opportunamente connesso con il Parco Territoriale del Marcellino e della Masseta, andrà a costituire la struttura portante della rete ecologica comunale perseguendo i seguenti obiettivi: la tutela e la valorizzazione del patrimonio naturalistico e forestale; la protezione della biodiversità e la effettiva tutela e valorizzazione delle 44

46 aree facenti parte della rete natura 2000; il potenziamento di una offerta integrativa e diversificata rispetto al turismo balneare, a favore del turismo naturalistico, escursionistico, culturale. ATSU 2 Parco Territoriale del Marcellino e della Masseta. Il programma prevede l istituzione di un Parco Territoriale di complessivi 377 ettari, opportunamente connesso con l altro Parco di cui al punto precedente al fine del perseguimento dei medesimi obiettivi, e che persegue anche finalità di coordinamento con il Comune di Camerota al fine della istituzione di un parco intercomunale delle rupi costiere degli Infreschi e della Masseta. ATSU 3 Fronte Mare Nord Est. Il programma è finalizzato alla riorganizzazione funzionale, con contestale riqualificazione urbana e paesaggistica, dell ambito che partendo dal molo di sottoflutto arriva all impianto cimiteriale della frazione Scario, interessante una superficie complessiva pari a mq. ATSU 4 Accessibilità, parcheggi e attrezzature rione Paese. Il programma è finalizzato al miglioramento dell accessibilità al rione storico di San Giovanni a Piro, mediante la realizzazione di collegamenti carrabile e pedonali, una adeguata area di parcheggio e di destinata a verde attrezzato e ad attività all area aperta, di tipo polifunzionale, interessando un area di complessivi mq. ATSU 5 Potenziamento e riqualificazione delle aree a servizio del polo scolastico del Capoluogo. Il programma interessa un ambito di superficie complessiva pari a mq (di cui standard esistenti =5.560). Esso prevede: la realizzazione di accessibilità carrabile e aree di parcheggio; l adeguamento impiantistico della superficie sportiva esistente; la riqualificazione delle aree a verde interstiziali. ATSU 6 Recupero e riuso dell ex mattatoio comunale. Il programma interessa un ambito di superficie complessiva pari a mq (di cui standard esistente mq 415) in cui realizzare un vero e proprio Parco Urbano dell'innovazione, volto ad accogliere attività di ricerca e/o formazione e/o divulgazione nel campo dello sviluppo di tecnologie avanzate per l'agricoltura, dei beni culturali, dell ambiente, del paesaggio, della biodiversità, dell assetto idrogeologico. ATSU 7 Tornito. Il programma interessa un ambito di superficie complessiva pari a mq, nell ambito del quale si prevede la realizzazione di un parco urbano con verde attrezzato, realizzazione di un belvedere sulla via Nazionale, un percorso pedonale, da realizzare con tecniche di ingegneria naturalistica, anche al fine di mettere a punto interventi per la messa in sicurezza del versante coinvolto, l ampliamento del parcheggio esistente al rione Tornito. ATSU 8 Polo amministrativo e culturale al Capoluogo: riqualificazione urbana e potenziamento dei parcheggi. Il programma è volto al completamento degli interventi di riqualificazione del realizzando polo per servizi culturali del Capoluogo, mediante la sistemazione delle aree di pertinenza a tre edifici esistenti con i necessari interventi di pavimentazione ed arredo urbano ed il potenziamento della dotazione di parcheggi pubblici di servizio all area. ATSU 9 Potenziamento e riqualificazione delle aree a servizio del polo scolastico di Bosco. Il programma interessa un ambito di superficie complessiva di mq (di cui esistenti 2.422), per la quale si prevedono interventi volti alla riqualificazione e potenziamento delle aree attrezzate a servizio del polo scolastico, ed in particolare: l ampliamento dell area di pertinenza con realizzazione di una nuova zona destinata a orto didattico; la riqualificazione delle aree a verde interstiziali. ATI 1 Insediamenti produttivi al Capoluogo. Il programma si riferisce ad un ambito ubicato ai margini della struttura urbana di san Giovanni a Piro, di superficie complessiva pari a mq, nell ambito della quale si prevede, previa attuazione di apposito Pua, la localizzazione e la rilocalizzazione di attività artigianali di servizio o commerciali, inconciliabili con il tessuto urbano, quali artigianato di manutenzione dell auto, piccoli laboratori per la lavorazione del ferro, del legno, commercio all ingrosso, ecc. ATI 2 Insediamenti e attrezzature al rione Capolascala. Il programma individua nell ambito, di superficie complessiva pari a mq, un comparto compensativo nell ambito del quale si prevede la realizzazione, previa formazione di Pua, di n.8 alloggi di edilizia residenziale privata, 45

47 con correlati superfici commerciali e direzionali, e relativi standards urbanistici, nonché la realizzazione di un area verde attrezzata, previa acquisizione gratuita al patrimonio comunale della relativa superficie, quantificata al 50% della St dell ambito. ATI 3 Insediamenti e attrezzature al rione Pornia. Il programma individua nell ambito, di superficie complessiva pari a mq, un comparto compensativo nell ambito del quale si prevede la realizzazione, previa formazione di Pua, di n.6 alloggi di edilizia residenziale privata, con correlate superfici commerciali e direzionali, e relativi standards urbanistici, nonché la realizzazione di n.6 alloggi di Edilizia Residenziale Pubblica, con correlati superfici commerciali e direzionali e relativi standards, previa acquisizione gratuita al patrimonio comunale della relativa superficie, quantificata al 50% della St dell ambito. ATI 4 Insediamenti e attrezzature a Bosco. Il programma individua nell ambito, di superficie complessiva pari a mq, un comparto compensativo nell ambito del quale si prevede la realizzazione, previa formazione di Pua, di n.3 alloggi di edilizia residenziale privata, con correlate superfici commerciali e direzionali, e relativi standards urbanistici, nonché la realizzazione di n.3 alloggi di Edilizia Residenziale Pubblica, con correlati superfici commerciali e direzionali e relativi standards,, previa acquisizione gratuita al patrimonio comunale della relativa superficie, quantificata al 50% della St dell ambito. ATI 5 Insediamenti produttivi e infrastrutture in località Hangar. Il programma prevede per l ambito, di superficie complessiva pari a mq, la riqualificazione urbanistica, paesaggistica ed ambientale dell area ed il suo completamento quale area destinata alla localizzazione di attività produttive, di carattere artigianale, manifatturiero, e per l erogazione di servizi, da attuare con i caratteri propri delle aree ecologicamente attrezzate. Nell ambito è altresì prevista la realizzazione di un impianto sportivo polivalente con pista di atletica, che per ubicazione, rivestirà un ruolo di carattere intercomunale. In particolare il programma prevede, previa redazione ed attuazione di specifico PUA: il potenziamento e la riqualificazione ella rete stradale; la salvaguardia e la riqualificazione del torrente e delle aree demaniali di pertinenza; il completamento, ampliamento e riqualificazione degli insediamenti esistenti nell ambito degli indici e dei parametri del comparto, da verificare comprendendo le SUL esistenti, e con le destinazioni d uso ammesse; l acquisizione pubblica e la realizzazione dell impianto sportivo con pista di atletica e servizi connessi. ATI 6 Zona di valorizzazione turistico-sportiva di Torre dell Oliva. Il Programma recepisce la previsione del Piano Paesistico del Cilento Costiero sia per quanto riguarda la perimetrazione dell ambito sia per quanto riguarda le trasformazioni ammissibili, integrandola mediante la previsioni di indispensabili attrezzature pubbliche o di uso pubblico (viabilità, attrezzature sportive di uso pubblico). L obiettivo è quello di dotare il territorio di attrezzature sportive, ricreative e di servizi al turismo di alto profilo, in maniera da potenziare l attrattività della destinazione turistica e favorire la destagionalizzazione delle presenze. In particolare il programma prevede, previa redazione ed attuazione di specifico PUA interessante un ambito di complessivi mq: la realizzazione di impianti sportivi, ricreativi o per la ristorazione, con la possibilità di coprire un aliquota della superficie fondiaria non superiore al 15%; la sistemazione e l uso pubblico della viabilità di collegamento; la realizzazione di almeno un impianto sportivo, con superficie di gioco con misure minimo 45x90 m (calcio), aperto al pubblico con tariffe da stabilire con apposita convenzione con il Comune; il restauro e la valorizzazione della Torre dell Oliva con destinazioni compatibili. ATI 7 Insediamenti e infrastrutture a Scario Nord. Il programma individua nell ambito, di superficie complessiva pari a mq, un comparto compensativo nell ambito del quale si prevede la realizzazione, previa formazione di Pua, di n.10 alloggi di edilizia residenziale privata, con correlate superfici commerciali e direzionali, e mq di attrezzature turistiche o di supporto, con relativi standards urbanistici, nonché la realizzazione di n.6 alloggi di Edilizia Residenziale Pubblica, con correlati superfici commerciali e direzionali e relativi standards. previa acquisizione gratuita al patrimonio comunale della relativa superficie. Nell ambito del programma è prevista, altresì, la realizzazione di una viabilità di attraversamento ed un parco 46

48 pubblico, con aree da acquisire gratuitamente al patrimonio comunale unitamente alle aree per l ERP. Nell ambito delle schede della Serie 3 del Piano, da includere negli Atti di Programmazione degli Interventi (API), sono anche individuati i Progetti di Intervento Unitari (PIU), e cioè i Piano Urbanistici Attuativi e/o Programmi Operativi Comunali (POC) riferiti ad ambiti urbani o del territorio rurale ed aperto, ricadenti nel perimetro del Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano ed Alburni, ed, in particolare, nelle aree di recupero ambientale e paesistico. I PIU previsti dal Puc sono finalizzati: - alla riqualificazione, restituzione, recupero e ricostituzione degli equilibri ambientali alterati; - alla rifunzionalizzazione, ristrutturazione edilizia ed urbanistica, anche con la realizzazione di nuovi manufatti, migliorando la qualità dei servizi; - alla mitigazione degli impatti negativi paesistici ed ambientali degli sviluppi urbanistici pregressi ed in atto; - al contenimento degli sviluppi infrastrutturali, in particolare viabilistici; - alla rilocalizzazione delle attività in situazioni di rischio idrogeologico o incompatibili con le finalità del Parco e definizione delle opere di mitigazione del rischio; - al recupero dei caratteri del paesaggio agrario, dei percorsi e dei beni di interesse storicoculturale. In particolare il Puc individua, nell ambito degli elaborati del quadro strategico, i seguenti Progetti di Intervento Unitari (PIU): PIU 1 Porto di Scario. Il programma interessa un ambito di superficie pari a mq (comprensiva dello specchio acqueo) finalizzato alla complessiva riqualificazione, previa redazione di PUA di iniziativa pubblica, dell ambito portuale, prevedendo le opportune integrazioni di servizi e attrezzature tra le quali: adeguamento delle opere marittime (moli, banchine, pontili galleggianti); adeguamento delle attrezzature di alaggio e varo; sistemazione del piazzale, stazione marittima, locali per pescatori; servizi per i diportisti; arredo urbano, pavimentazioni, illuminazione. PIU 2 Centro storico di Scario e tessuti urbani adiacenti. Il programma prevede la redazione di un PUA del centro storico di Scario (Piano di recupero) nonché la previsione di taluni interventi strategici quale la valorizzazione della Torre e delle aree adiacenti con la realizzazione di un parco di uso pubblico attrezzato anche con attrezzature sportive, percorsi, eventuali parcheggi e calibrate previsioni di punti sosta e di ristoro. PIU 3 Fronte Mare Sud. Il programma interessa un ambito di superficie pari a mq ed è finalizzato alla complessiva riqualificazione del fronte mare sud, alla protezione e ripascimento della spiaggia della Tragara, previa redazione di PUA di iniziativa pubblica, che in particolare dovrà prevedere: le misure di incentivazione per la riqualificazione e il recupero dei manufatti esistenti nell ambito, storici e recenti, senza tuttavia prevedere alcun incremento delle volumetrie esistenti; la riqualificazione della percorribilità pedonale dal lungomare alla fine della spiaggia della Tragara, con un organico intervento di arredo e pavimentazioni differenziate; misure per la regolamentazione degli arenili; indirizzi per gli interventi di protezione e ripascimento della spiaggia della Tragara. PIU 4 Versante costiero della Tragara. ll programma interessa un ambito di superficie pari a mq ed è finalizzato alla definizione di azioni di tutela ambientale, ma anche di riqualificazione insediativa ed ambientale delle attrezzature e dei manufatti esistenti a destinazione turistica, nell ambito dei quali è possibile riconoscere la possibilità di realizzare calibrati interventi di completamento ed adeguamento della ricettività e dei servizi annessi. In particolare il PUA dovrà valutare e definire ogni iniziativa necessaria: alla riqualificazione, restituzione, recupero e ricostituzione degli equilibri ambientali alterati; alla mitigazione degli impatti negativi paesistici ed ambientali degli sviluppi edilizi pregressi ed in atto; al recupero dei caratteri del territorio rurale ed aperto, dei percorsi e dei beni di interesse paesaggistico. PIU 5 Marcaneto, Barbarola e Palazzone. ll programma interessa un ambito di superficie pari a mq ed è finalizzato, previa redazione di PUA: alla riqualificazione, restituzione, 47

49 recupero e ricostituzione degli equilibri ambientali alterati; alla rifunzionalizzazione, ristrutturazione edilizia ed urbanistica, anche con la realizzazione di nuovi manufatti, migliorando la qualità dei servizi; alla mitigazione degli impatti negativi paesistici ed ambientali degli sviluppi urbanistici pregressi ed in atto; al contenimento degli sviluppi infrastrutturali, in particolare viabilistici; al recupero dei caratteri del paesaggio agrario, dei percorsi e dei beni di interesse storico-culturale. Per una più puntuale e competa descrizione degli interventi di trasformazione fisica e funzionale del territorio programmati nell ambito della componente operativo-programmatica del Puc di San Giovanni a Piro e da realizzare entro il periodo di validità degli Atti di Programmazione degli Interventi (API) di cui al comma 1 dell articolo 25 della legge regionale 16/2004, in allegato al presente Rapporto Ambientale (vedi Allegato n.7) vengono ri-proposte le schede della Serie 3 del Piano Urbanistico Comunale. In tali schede sono dettagliatamente individuati e descritti: - gli ambiti di intervento strategico con i relativi programmi; - gli ambiti di trasformazione insediativa con i relativi programmi; - gli interventi infrastrutturali e la rete di mobilità; da realizzare nel quinquennio mediante la predisposizione di Piani Urbanistici Attuavi (PUA), Progetti di Intervento Unitari (PIU) e/o Programmi Operativi Comunali (POC) prioritari; Inoltre, per ciascuno di essi, sono evidenziate: - le previsioni dalla componente strutturale del Puc; - le caratteristiche delle aree come risultanti dalla Carta dell Uso Agricolo del Suolo; - l eventuale interferenza con aree della rete Natura 2000, Important Bird Areas, altri vincoli ambientali e presenza di geositi o geotopi; - l eventuale presenza di impianti, infrastrutture, elementi vulnerabili, con le relative fasce di rispetto; - l eventuale interferenza con aree di interesse paesaggistiche e sottoposte alle disposizioni di cui alla Parte Terza e Quarta del D.Lgs.42/04 e s.m.i. per effetto delle previsioni di cui all art.138 e di cui allart.142 dello stesso Codice, nonché l eventuale presenza di beni di interesse storico architettonico; - l eventuale presenza di aree a pericolo o rischio da frana; - le eventuali previsioni del Piano del Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano ed Alburni; - le eventuali previsioni del Piano Territoriale Paesistico del Cilento costiero; - ulteriori eventuali previsioni normative e/o regolamentari. 48

50 2. Rapporto tra il Puc di San Giovanni a Piro ed altri Piani e Programmi In questo capitolo sono riportate le informazioni che riguardano il contributo del Puc, in interazione ad altri piani o programmi, al cambiamento delle condizioni ambientali del territorio di San Giovanni a Piro. A tal fine, in primo luogo si è proceduto all individuazione del Piani e dei Programmi pertinenti, ovvero di quegli strumenti di pianificazione e programmazione che, secondo un criterio di rilevanza, potrebbero interagire in maniera significativa con il Puc, contribuendo ad attuarne gli obiettivi, o piuttosto costituendo un vincolo all attuazione degli stessi. 27 In particolare, si è ritenuto opportuno prendere in considerazione solo i piani e programmi che, per le finalità perseguite e l ambito territoriale di riferimento, potrebbero potenzialmente produrre significative interazioni positive o negative con il Puc. In questa prospettiva, si sono pertanto considerati rilevanti quegli strumenti di programmazione e pianificazione settoriale, questi ultimi in materia ambientale, che rappresentano il quadro pianificatorio di riferimento, a livello regionale, provinciale o d ambito, per la tutela e la valorizzazione delle risorse ambientali o specificamente afferenti alle componenti ambientali considerate nel presente documento. Sulla base di queste considerazioni si è poi proceduto all analisi dell interazione tra il Puc ed i piani e programmi rilevanti, considerando: da un lato, quelli suscettibili di contribuire al rafforzamento degli effetti positivi sull ambiente o le cui finalità sono propedeutiche alla realizzazione degli obiettivi ambientali del Puc; dall altro, i principali strumenti di programmazione e pianificazione in campo ambientale in contrasto con talune priorità di intervento del Piano comunale, laddove queste rappresentino delle pressioni sui beni ambientali oggetto di tutela. L analisi delle interazioni tra il Puc ed i piani e programmi rilevanti è stata sviluppata attraverso la costruzione di una matrice che mette in evidenza quattro possibili tipologie di interazione: interazione positiva gerarchica, quando il Puc rappresenta un momento attuativo dell iter decisionale avviato con un Piano/Programma rilevante di livello superiore; interazione positiva orizzontale, quando il Piano/Programma rilevante risulta in rapporto di complementarietà e/o addizionalità con il Puc; interazione positiva programmatica, quando il Puc contribuisce all attuazione degli obiettivi previsti dal Piano/Programma rilevante anche se questo ha natura meramente programmatica; interazione potenzialmente negativa: Il Piano/Programma rilevante pone vincoli all attuazione del Puc. La matrice proposta nel prosieguo risulta così composta: nella prima colonna, si richiama il piano o programma ritenuto rilevante in riferimento alla singola componente ambientale; nella seconda colonna, si riporta una descrizione sintetica del piano o programma preso in considerazione; nella sottostante riga, infine, viene descritta la possibile interazione con il Puc. 27 Vedi Paragrafo 2.1 del Rapporto preliminare (documento di scoping) per il Puc di San Giovanni a Piro. 49

51 con riferimento alla componente suolo Piano o programma rilevante Descrizione sintetica dei contenuti Piani Stralcio per l Assetto Idrogeologico e l Erosione costiera predisposti dall Autorità di Bacino Regionale Sinistra Sele (*). Il PSAI rivisitato è stato adottato con Deliberazione n. 11 del 16 Aprile 2012, pubblicata sul BURC del 14/05/2012. Il PSEC è stato approvato con D.G.R.C. n.2327/2007. (*) Dal 15 maggio 2012, le AdB in Destra Sele e in Sinistra Sele e, previa intesa con la Regione Basilicata, l Autorità Interregionale del fiume Sele, sono state accorpate nell unica AdB Campania Sud ed interregionale per il bacino idrografico del fiume Sele (DPGR n. 142 del 15/05/2012, in attuazione della L.R. 4/2011 art. 1 c.255). Interazione con il Puc Il piano di bacino è lo strumento conoscitivo, normativo e tecnico-operativo mediante il quale sono pianificate e programmate le azioni e le norme d'uso finalizzate alla conservazione, alla difesa e alla valorizzazione del suolo e la corretta utilizzazione delle acque, sulla base delle caratteristiche fisiche ed ambientali del territorio interessato. Il Piano per l Assetto Idrogeologico costituisce Piano Stralcio del Piano di Bacino, ai sensi della vigente normativa in materia di difesa del suolo, ed ha valore di Piano territoriale di settore. Ai sensi della vigente normativa in materia di difesa del suolo, il Psai, a valle di un approfondito studio circa i caratteri del territorio, individua, tra l altro, le aree a pericolosità e rischio idrogeologico molto elevato, elevato, medio e moderato, ne determina la perimetrazione e definisce le relative norme di attuazione. In tutte le aree perimetrate con situazioni di rischio o di pericolo il Psai persegue in particolare gli obiettivi di: a) salvaguardare, al massimo grado possibile, l incolumità delle persone, l integrità strutturale e funzionale delle infrastrutture e delle opere pubbliche o d interesse pubblico, l integrità degli edifici, la funzionalità delle attività economiche, la qualità dei beni ambientali e culturali; b) impedire l aumento dei livelli attuali di rischio oltre la soglia che definisce il livello di rischio accettabile (il livello di rischio medio R2), non consentire azioni pregiudizievoli per la definitiva sistemazione idrogeologica del bacino, prevedere interventi coerenti con la pianificazione di protezione civile; c) prevedere e disciplinare le limitazioni d uso del suolo, le attività e gli interventi antropici consentiti nelle aree caratterizzate da livelli diversificati di pericolosità e rischio; d) stabilire norme per il corretto uso del territorio e per l esercizio compatibile delle attività umane a maggior impatto sull equilibrio idrogeologico del bacino; e) porre le basi per l adeguamento della strumentazione urbanistico-territoriale, con le prescrizioni d uso del suolo in relazione ai diversi livelli di pericolosità e rischio; f) conseguire condizioni accettabili di sicurezza del territorio mediante la programmazione di interventi non strutturali e strutturali e la definizione dei piani di manutenzione, completamento ed integrazione dei sistemi di difesa esistenti; g) programmare la sistemazione, la difesa e la regolazione dei corsi d acqua, anche attraverso la moderazione delle piene e la manutenzione delle opere, adottando modi d intervento che privilegino la conservazione ed il recupero delle caratteristiche naturali del territorio; h) prevedere la sistemazione dei versanti e delle aree instabili a protezione degli abitati e delle infrastrutture, adottando modi d intervento che privilegino la conservazione ed il recupero delle caratteristiche naturali del territorio; i) indicare le necessarie attività di prevenzione, di allerta e di monitoraggio dello stato dei dissesti. Il Piano erosione costiera del Bacino in Sinistra Sele della regione Campania costituisce stralcio del Piano di Bacino e possiede, per effetto del combinato disposto dell articolo 17, commi 1 e 6-ter, della Legge 18 maggio 1989 n.183, dell articolo 9 della Legge della Regione Campania 7 febbraio 1994 n. 8 nonché dell articolo 65 del D. Lgs. 152/2006, valore di piano territoriale. Il Piano rappresenta lo strumento conoscitivo, normativo e tecnico-operativo mediante il quale sono pianificate e programmate, secondo il principio dello sviluppo sostenibile, le azioni, le norme d uso e gli interventi integrati finalizzati alla protezione, consolidamento e sistemazione dei litorali marittimi che sottendono i bacini idrografici di competenza. Ai sensi dell articolo 65 commi 4, 5 e 6 e dell articolo 68 comma 3 del Decreto Legislativo 3 aprile 2006, n. 152 e dell articolo 11 della L. R. n. 8/94 gli Enti Territoriali sono tenuti ad adeguare la propria strumentazione urbanistica alle disposizioni del PAI. Spetta all'autorità esprimere un parere preventivo, obbligatorio e vincolante su gli atti di pianificazione comunque denominati, relativi a piani urbanistici attuativi e piani territoriali e urbanistici, di coordinamento e di settore, loro varianti e aggiornamenti. Per maggiori approfondimenti, anche in relazione al territorio del comune di San Giovanni a Piro, si rimanda alla proposta definitiva di Puc (relazione ed elaborati cartografici). Interazione positiva gerarchica In quanto il Puc recepisce la disciplina del Piano Sovraordinato ed in parte ne costituisce momento attuativo. 50

52 Piano o programma rilevante Piano Regionale delle Attività Estrattive (P.R.A.E.), approvato con Ordinanza del Commissario ad Acta n.11 del 7/06/2006 Interazione con il Puc Descrizione sintetica dei contenuti Il PRAE: - individua e delimita le aree potenzialmente utilizzabili a fini estrattivi, tenuto conto delle compatibilità con i vincoli paesistici e idrogeologici, con i parchi naturali perimetrati, nonché con gli altri programmi di assetto del territorio; - definisce i criteri e le metodologie per la coltivazione e la ricomposizione ambientale delle cave nuove e per il recupero di quelle abbandonate e non sistemate; - definisce i criteri per la localizzazione delle singole autorizzazioni nelle aree individuate; - definisce i criteri per le destinazioni finali delle cave a sistemazione avvenuta, perseguendo, ove possibile, il restauro naturalistico, gli usi pubblici e gli usi sociali. Interazione positiva gerarchica Conformemente alle previsioni del Piano sovraordinato, il Puc non prevede la possibilità di utilizzare, nel territorio comunale, aree a fini estrattivi. con riferimento alla componente acqua Piano o programma rilevante Descrizione sintetica dei contenuti Piano Regionale di Tutela delle Acque, adottato dalla Giunta Regionale della Campania con deliberazione n.1220 del 06/07/2007. Il Piano, redatto ai sensi dell art. 44 del D.Lgs.152/99, si colloca come strumento sovraordinato di programmazione regionale le cui disposizioni sono immediatamente vincolanti. Il Piano individua, in relazione alla specifica destinazione e sulla base dell analisi dell impatto esercitato dall attività antropica sullo stato dei corpi idrici superficiali e sotterranei, gli obiettivi di qualità ambientale e funzionale dei corpi idrici, gli interventi volti a garantire il loro raggiungimento o mantenimento, le misure di tutela qualitativa e quantitativa tra loro integrate, nonché le aree sottoposte a specifica tutela. Interazione con il Puc Piano o programma rilevante Interazione positiva gerarchica In quanto il Puc recepisce la disciplina del Piano Sovraordinato ed in parte ne costituisce, unitamente al RUEC, momento attuativo per quanto concerne la definizione di misure volte a garantire la tutela della risorsa idrica e, più in generale, dei corpi idrici superficiali e sotterranei. Descrizione sintetica dei contenuti Pianificazione degli Enti di Ambito, ex lege 36/96: Piano ATO 4, Delibera di G.R. n.1726/2004. Il Piano d ambito effettua la ricognizione delle opere di adduzione, di distribuzione, di fognatura e di depurazione esistenti nell ambito di competenza e definisce le procedure e le modalità, anche su base pluriennale, per assicurare il conseguimento degli obiettivi di riduzione dei consumi e l'eliminazione degli sprechi, nonché il rinnovo delle risorse idriche per non pregiudicare il patrimonio idrico, la vivibilità dell'ambiente, l'agricoltura, la fauna e la flora acquatiche, i processi geomorfologici e gli equilibri idrologici. A tal fine i Piani, sulla base dei criteri e degli indirizzi fissati dalla L.R.14/1997, definiscono un programma degli interventi necessari accompagnato da un piano finanziario e dal connesso modello gestionale ed organizzativo. Interazione con il Puc Interazione positiva orizzontale Il Puc ed il Piano di settore sono caratterizzati da rapporti di complementarietà ed addizionalità nel perseguimento dell obiettivo della tutela della risorsa idrica. 51

53 con riferimento alla componente atmosfera e cambiamenti climatici Piano o programma rilevante Descrizione sintetica dei contenuti Proposta di Piano Energetico Ambientale Regionale della Campania, adottata con Deliberazione di G.R. n.475 del 18/03/2009 Il PEAR rappresenta il piano settoriale regionale che espone i dati relativi alla produzione e all approvvigionamento delle fonti energetiche primarie, nonché quelli relativi alla evoluzione e alle dinamiche del Sistema Energetico Regionale (offrendo uno scenario temporale valido sino al 2020), e programma nel tempo le politiche energetiche regionali, sia rendendo più efficienti, sicure e pulite le tecnologie basate sulle fonti tradizionali, sia intraprendendo iniziative atte a favorire l introduzione e la diffusione sul territorio di fonti rinnovabili, edilizia ecoefficiente, idrogeno e reti smartgrid di distribuzione energetica. Esso indirizza la programmazione regionale guardando al 2020 quale orizzonte temporale e individuando degli obiettivi intermedi al Il Piano, in particolare, individua quattro pilastri programmatici su cui realizzare le attività dei prossimi anni: - la riduzione della domanda energetica tramite l'efficienza e la razionalizzazione, con particolare attenzione verso la domanda pubblica; - la diversificazione e il decentramento della produzione energetica, con priorità all'uso delle rinnovabili e dei nuovi vettori ad esse associabili; - la creazione di uno spazio comune per la ricerca e il trasferimento tecnologico; - il coordinamento delle politiche di settore e dei relativi finanziamenti. In quest'ottica, vengono calcolati gli obiettivi minimi specifici di settore, così individuati: - raggiungimento di un livello minimo di copertura del fabbisogno elettrico regionale del 20% entro il 2013 e del 30% entro il 2020; - incremento dell'apporto complessivo delle fonti rinnovabili al bilancio energetico regionale dall'attuale 4% a circa il 10% nel 2013 e al 17% nel Il PEAR è pertanto finalizzato al conseguimento dei seguenti obiettivi strategici: - valorizzare le risorse naturali e ambientali territoriali; - promuovere processi di filiere corte territoriali; - stimolare lo sviluppo di modelli di governance locali; - generare un mercato locale e regionale della CO2; - potenziare la ricerca e il trasferimento tecnologico; - avviare misure di politica industriale, attraverso la promozione di una diversificazione delle fonti energetiche, in particolare nel comparto elettrico attraverso la produzione decentrata e la decarbonizzazione del ciclo energetico, favorendo il decollo di filiere industriali, l insediamento di industrie di produzione delle nuove tecnologie energetiche e la crescita competitiva. In particolare viene perseguito, quale interesse prioritario, che le energie derivanti da fonti rinnovabili contribuiscano con apporti sempre maggiori alla costituzione di una diversificazione delle fonti di produzione che vede, di contro, una diminuzione dell apporto delle risorse energetiche di produzione da fonti fossili, al fine di diminuire, nel soddisfacimento della domanda di energia, fonti e cause di inquinamento e così contribuire al riequilibrio ambientale nel territorio. Interazione con il Puc Piano o programma rilevante Interazione positiva orizzontale Il Puc, unitamente al Ruec, risultano in rapporto di complementarietà ed addizionalità con riferimento agli obiettivi perseguiti dal Piano settoriale regionale ed, in particolare, con riferimento all obiettivo di migliorare l efficienza energetica degli edifici e degli impianti di nuova costruzione o soggetti a significativi interventi di riqualificazione. Descrizione sintetica dei contenuti Piano regionale di risanamento e mantenimento della qualità dell aria, approvato con Deliberazione del Consiglio regionale della Campania n.86/1 del 27/06/2007 Il Piano, che rappresenta lo strumento attuativo delle previsioni del D.Lgs. 351 del 4 agosto 1999, valuta la qualità dell aria a scala locale su tutto il territorio regionale ed opera una zonizzazione, effettuata basandosi in primo luogo sui risultati del monitoraggio della qualità dell aria ed integrando questi ultimi con una stima delle concentrazioni di inquinanti dell aria su tutto il territorio della regione (la valutazione è stata svolta relativamente ai seguenti inquinanti: ossidi di zolfo, ossidi di azoto, particelle sospese con diametro inferiore ai 10 µm, monossido di carbonio e benzene). Sulla base di tali dati il Piano individua le misure da attuare nelle zone di risanamento e di osservazione per conseguire un miglioramento della qualità dell aria (ed ottenere il rispetto dei limiti fissati dalla normativa vigente), ovvero per prevenirne il peggioramento negli altri casi (zone di mantenimento). 52

54 Interazione con il Puc Interazione positiva orizzontale Il Puc, unitamente al Ruec, risultano in rapporto di complementarietà ed addizionalità con riferimento agli obiettivi perseguiti dal Piano settoriale regionale per il risanamento e, soprattutto, per il mantenimento della qualità dell aria.. con riferimento alla componente biodiversità ed aree naturali protette Piano o programma rilevante Descrizione sintetica dei contenuti VI Programma Comunitario d'azione in materia di ambiente, Decisione n.1600/2002/ce del Parlamento Europeo e del Consiglio del 22 luglio 2002 Il programma costituisce il quadro della politica ambientale europea, contribuisce all'integrazione delle tematiche ambientali in tutte le politiche comunitarie e mira, nel perseguire la strategia dello sviluppo sostenibile, a garantire un livello elevato di protezione dell'ambiente e della salute umana, nonché un miglioramento generalizzato dell'ambiente e della qualità della vita. Il Programma individua quattro settori prioritari di intervento, tra i quali quello relativo a Natura e Biodiversità per il quale pone l obiettivo di tutelare, conservare, ripristinare e sviluppare il funzionamento dei sistemi naturali, degli habitat naturali, della flora e fauna selvatiche allo scopo di arrestare la desertificazione e la perdita di biodiversità, compresa la diversità delle risorse genetiche. Interazione con il Puc Piano o programma rilevante Interazione positiva programmatica Il Puc contribuisce fattivamente al perseguimento di molti degli obiettivi del programma comunitario, perseguendo una strategia di sviluppo sostenibile e contemporaneamente volta a garantire una elevata protezione dell ambiente ed un miglioramento della qualità della vita della popolazione locale. Descrizione sintetica dei contenuti Piano del Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni - con delibera di Giunta Regionale n.611 del 14 febbraio 2003 (pubblicata sul BURC n.22 del 19 maggio 2003, e sulla Gazzetta Ufficiale, parte II, sezione espropri, n.ro 120 del 26/05/2006) è stata adottata la proposta di Piano; - con delibera di Giunta Regionale n. 617 del 13 aprile 2007 (pubblicata sul BURC n.36 del 8 agosto 2008) è stato adottato, ai sensi del comma 3, art.12, della legge 6 dicembre 1991, n.394, il Piano del Parco proponendo al Consiglio Regionale, statutariamente competente, l'approvazione finale del Piano stesso; - nella seduta tenutasi in data 24/12/2009 il Consiglio regionale della Campania ha approvato, all unanimità, la delibera della Giunta regionale campana n.617/2007 (pubb. sul BURC n.9 del 27 gennaio 2010). Il Piano del Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano è stato approvato, ai sensi dell art.12 comma 3 della legge 6 dicembre 1991 n.394, con delibera di Consiglio Regionale del 24 dicembre E entrato in vigore con la pubblicazione, del comunicato di approvazione, nella Gazzetta Ufficiale n.136 del 14 giugno Ai sensi dell art.12 della Legge 394/91, il Piano del Parco disciplina i seguenti contenuti: a) organizzazione generale del territorio e sua articolazione in aree o parti caratterizzate da forme differenziate di uso, godimento e tutela; b) vincoli, destinazioni di uso pubblico o privato e norme di attuazione relative con riferimento alle varie aree o parti del piano; c) sistemi di accessibilità veicolare e pedonale con particolare riguardo ai percorsi, accessi e strutture riservati ai disabili, ai portatori di handicap e agli anziani; d) sistemi di attrezzature e servizi per la gestione e la funzione sociale del parco, musei, centri di visite, uffici informativi, aree di campeggio, attività agro-turistiche; e) indirizzi e criteri per gli interventi sulla flora, sulla fauna e sull'ambiente naturale in genere. A tali fini Il Piano prevede sia prescrizioni immediatamente precettive, sia indirizzi e direttive da recepire all interno della pianificazione comunale e suddivide il territorio nelle quattro tipologie di zone (tavole B2), conformemente al disposto della legge quadro 394/91: - Zone A, di riserva integrale, nelle quali l'ambiente naturale è conservato nella sua integrità; - Zone B, di riserva generale orientata, nelle quali è vietato costruire nuove opere edilizie, ampliare le costruzioni esistenti, eseguire opere di trasformazione del territorio. Sono tuttavia consentite le utilizzazioni produttive tradizionali, la realizzazione delle infrastrutture strettamente necessarie, nonché interventi di gestione delle risorse naturali a cura dell'ente parco ed interventi di manutenzione delle opere esistenti; - Zone C, di protezione nelle quali possono continuare, secondo gli usi tradizionali ovvero secondo metodi di agricoltura biologica, le attività agro-silvopastorali nonché di pesca e raccolta di prodotti naturali, ed è incoraggiata anche la produzione artigianale di qualità. Sono ammessi gli interventi di manutenzione e restauro del patrimonio edilizio esistente, salvo l'osservanza delle norme di piano sulle destinazioni d'uso; - Zone D, di promozione economica e sociale, facenti parte del medesimo 53

55 ecosistema, più estesamente modificate dai processi di antropizzazione, nelle quali sono consentite attività compatibili con le finalità istitutive del parco e finalizzate al miglioramento della vita socio-culturale delle collettività locali e al miglior godimento del parco da parte dei visitatori. Per maggiori approfondimenti, anche in relazione al territorio del comune di San Giovanni a Piro, si rimanda alla proposta definitiva di Puc (relazione ed elaborati cartografici). Interazione con il Puc Interazione positiva gerarchica In quanto il Puc recepisce la disciplina sovraordinata ed in parte ne costituisce momento attuativo. Piano o programma rilevante Regolamento dell'area marina protetta «Costa degli Infreschi e della Masseta» Approvato con Decreto del Ministero dell Ambiente 28 luglio 2009, n.219 (G.U. n.81 del ) Descrizione sintetica dei contenuti L area naturale marina protetta Costa degli Infreschi e della Masseta è stato istituita, ai sensi dell art.36 della legge quadro sulle aree protette 6 dicembre 1991, n.394 e s.m.i., con Decreto del Ministero dell Ambiente 21 ottobre 2009 (G.U. n.81 del ). Con Decreto del Ministero dell Ambiente 28 luglio 2009, n.219 (G.U. n.81 del ), entrato in vigore il 23/04/2010, è stato approvato il Regolamento recante la disciplina delle attività consentite nelle diverse zone dell'area marina protetta «Costa degli Infreschi e della Masseta». Il Regolamento stabilisce che l area marina protetta è suddivisa in zone sottoposte a diverso regime di tutela ambientale, tenuto conto delle caratteristiche ambientali e della situazione socioeconomica ivi presenti: - la zona A di riserva integrale - la zona B di riserva generale - la zona C di riserva parziale. Per maggiori approfondimenti si rimanda alla proposta definitiva di Puc (relazione ed elaborati cartografici). Interazione con il Puc Piano o programma rilevante I Piani di gestione delle aree Sic e Zps in ambito marino costiero Interazione positiva gerarchica In quanto il Puc recepisce la disciplina sovraordinata ed in parte ne costituisce momento attuativo. Descrizione sintetica dei contenuti L Ente Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano, nell ambito delle azioni del progetto LIFE NATURA - Gestione della Rete di SIC/ZPS nel Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano, finanziato con fondi europei nel 2007, ha elaborato Piani di Gestione per la definizione delle misure minime di conservazione delle aree della rete Natura 2000 ricadenti nel territorio di competenza, al fine di renderli elemento qualificante e trainante dei territori interessati. I piani di gestione, approvati dal Consiglio Direttivo dell Ente Parco nella seduta del 9 dicembre 2010, sono pienamente integrati ed in linea con i vincoli specifici previsti dal vigente Piano del Parco e dai Regolamenti delle Aree Marine protette di Santa Maria di Castellabate e Costa degli Infreschi e della Masseta e, pertanto, la regolamentazione individuata dai Piani è da considerarsi attuativa delle norme tecniche e regolamentari dei summenzionati strumenti di pianificazione per garantire la conservazione della natura e della biodiversità del Parco assieme allo sviluppo socio-economico della comunità locali, nel completo rispetto della normativa e della regolamentazione dell Unione Europea. 28 Con riferimento al territorio del comune di San Giovanni a Piro sono stati presi in considerazione: - il Piano di Gestione della Zona di Protezione Speciale Costa tra Marina di Camerota e Policastro Bussentino (IT ) e dei Siti di Importanza Comunitaria Rupi costiere della Costa degli Infreschi e della Masseta (IT ) e Fascia interna di Costa degli Infreschi e della Masseta (IT ); - il Piano di Gestione del Sito di Importanza Comunitaria e Zona di Protezione Speciale Parco Marino di Punta degli Infreschi (IT ). Per maggiori approfondimenti si rimanda alla proposta definitiva di Puc (relazione ed elaborati cartografici). Interazione con il Puc Interazione positiva programmatica Il Puc contribuisce fattivamente al perseguimento di molti degli obiettivi dei 28 Piani di Gestione dei Siti di Importanza Comunitaria (SIC) e Zone di Protezione Speciale (ZPS) in ambito Marino-Costiero del Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano. Sintesi divulgativa a cura di: Angelo De Vita, Romano Gregorio, Laura De Riso, Paola Mangone. Dicembre pag

56 piani di gestione, perseguendo una strategia di sviluppo sostenibile e contemporaneamente volta a garantire una elevata protezione dell ambiente. con riferimento alla componente paesaggio e beni culturali Piano o programma rilevante Descrizione sintetica dei contenuti Piano Territoriale Regionale (Ptr), approvato con la Legge n.13 del 13 ottobre 2008 unitamente alle Linee guida per il paesaggio in Campania ed alla Carta dei Paesaggi della Campania, documenti integrativi elaborati al fine di conformare la proposta di Ptr agli accordi per l attuazione della Convenzione Europea del Paesaggio in Campania. Il Piano regionale persegue gli obiettivi generali stabiliti dalla Legge regionale 16/2004 per la promozione dello sviluppo sostenibile e per la tutela dell integrità fisica e dell identità culturale del territorio ed individua gli obiettivi di assetto e le linee principali di organizzazione del territorio regionale, nonché le strategie e le azioni volte alla loro realizzazione; i sistemi infrastrutturali e le attrezzature di rilevanza sovraregionale e regionale, nonché gli impianti e gli interventi pubblici dichiarati di rilevanza regionale; gli indirizzi e i criteri per la elaborazione degli strumenti di pianificazione territoriale provinciale e per la cooperazione istituzionale. Il Piano Territoriale Regionale si presenta quale documento strategico d inquadramento, d indirizzo e di promozione di azioni integrate, articolato in 5 Quadri territoriali di riferimento (q.t.r.) utili ad attivare una pianificazione d area vasta concertata. L obiettivo è di contribuire all eco-sviluppo, secondo una visione che attribuisce al territorio il compito di mediare cognitivamente ed operativamente tra la materia della pianificazione territoriale (comprensiva delle componenti di natura paesistico-ambientale) e quella della promozione e della programmazione dello sviluppo. In tal senso, gli indirizzi strategici proposti dal PTR costituiscono tanto un riferimento per la pianificazione territoriale della Regione (piani di settore), delle Province e dei Comuni, quanto un riferimento per politiche integrate di sviluppo, che coinvolgono più complessivamente l azione degli Enti Locali. Nella relazione della proposta definitiva di Puc di San Giovanni a Piro, a cui si rinvia, è riportata un ampia descrizione dei principali contenuti e direttive del Ptr, delle Linee Guida per il paesaggio in Campania e della Carte dei Paesaggi della Campania. Interazione con il Puc Piano o programma rilevante Interazione positiva gerarchica In quanto il Puc recepisce la disciplina sovraordinata e ne costituisce momento attuativo, per gli aspetti di pertinenza e competenza. Descrizione sintetica dei contenuti Piano Territoriale di Coordinamento della Provincia di Salerno (Ptcp) approvato con deliberazione di Consiglio Provinciale n.15 del 30 marzo 2012 Strumento di pianificazione di area vasta, definisce gli obiettivi e le strategie di sviluppo, assetto e tutela del territorio di rilievo provinciale e sovracomunale o che costituiscono attuazione della pianificazione regionale. Il PTCP è volto: - a governare temi territoriali complessi che non possono essere adeguatamente affrontati alla scala comunale (come ad esempio quelli ambientali); - a coordinare e dare coerenza ai piani di settore ed agli interventi nelle materie di specifica competenza della Provincia (come ad esempio la viabilità ed i trasporti, l edilizia scolastica per l istruzione secondaria, ecc.); - ad orientare la pianificazione dei comuni in coerenza con le precedenti finalità ponendosi anche come punto di partenza per promuovere il coordinamento dei PUC ai fini di un assetto equilibrato ed armonico dell intero territorio provinciale. Gli obiettivi generali della Proposta di PTCP, in coerenza con gli indirizzi e le strategie del Piano territoriale regionale, sono lo sviluppo economico e sociale del territorio provinciale, la sostenibilità dell assetto territoriale e l attuazione della Convenzione europea del paesaggio. Per perseguire tali obiettivi il PTCP promuove la valorizzazione delle risorse e delle identità locali, orienta lo sviluppo delle competitività in una logica di sostenibilità ambientale e sociale, definisce misure per la salvaguardia delle risorse ambientali e storico-culturali e per la mitigazione dei rischi naturali e la prevenzione di quelli di origine antropica, delinea indirizzi per la valorizzazione del paesaggio, fornisce indicazioni per la riqualificazione e l integrazione degli insediamenti e per il potenziamento del sistema infrastrutturale. Esso guida l attività di pianificazione locale e di settore per il conseguimento di obiettivi comuni per l intero territorio provinciale, coordinando le strategie di carattere sovracomunale che interessano i Piani Urbanistici Comunali ed orientando la pianificazione di settore. Il PTC della provincia di Salerno, ai sensi della L.R. n.16/2004, è articolato in due componenti: componente strutturale, che ha validità a tempo indeterminato, e 55

57 componente programmatica, che attiene ai programmi di intervento da attuarsi in un intervallo di tempo definito (5 anni) ed in correlazione con la programmazione finanziaria. Nella relazione della proposta definitiva di Puc di San Giovanni a Piro, a cui si rinvia, è riportata un ampia descrizione dei principali contenuti e direttive del Ptcp. Interazione con il Puc Piano o programma rilevante Interazione positiva gerarchica In quanto il Puc recepisce la disciplina sovraordinata e ne costituisce momento attuativo, per gli aspetti di pertinenza e competenza. Descrizione sintetica dei contenuti Piano Territoriale Paesistico del Cilento Costiero approvato con decreto del Ministro dei Beni Culturali del 4 ottobre 1997, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n.35 del 12 febbraio Il Piano Territoriale Paesistico del Cilento Costiero, di seguito indicato come PTP, è stato redatto, ai sensi dell art.1bis della legge 431/85, dal Ministero in collaborazione con le competenti Soprintendenze, ed è stato approvato con decreto del Ministro dei Beni Culturali del 4 ottobre 1997, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n.35 del 12 febbraio La redazione del Piani paesistici per la Campania fu affidata Ministero dei Beni Culturali, con DPR , in sostituzione della Regione Campania inadempiente. Il PTP Cilento Costiero interessa i comuni di Agropoli, Castellabate, Montecorice, San Mauro Cilento, Pollica, Ascea, Centola, Camerota e San Giovanni a Piro. Comprende le aree vincolate dal DD.MM , cosiddetti decreti Galassini, emanati a tutela di quella di aree del Paese, già gravate da vincolo paesaggistico, di particolare pregio e che furono sottoposte, quindi, ad un regime transitorio di tutela assoluta fino all approvazione dei piani paesistici (art. 1-quinquies L.431/85). Per maggiori approfondimenti, anche in relazione al territorio del comune di San Giovanni a Piro, si rimanda alla proposta preliminare di Puc (relazione ed elaborati cartografici). E solo il caso di evidenziare in questa sede che nel 2003 la Giunta Regionale ha deliberato l approvazione del documento concernente la Verifica di compatibilità tra gli strumenti di pianificazione paesistica e l Accordo Stato-Regioni del 19 aprile 2001" finalizzata all adeguamento dei Piani paesistici della Campania alla Convenzione Europea del Paesaggio. La verifica, pur operata anteriormente all emanazione del Codice dei beni culturali e del paesaggio, conserva la sua validità sostanziale, in quanto è stata svolta comparando le modalità di formazione, la struttura ed i contenuti dei PTP previgenti con quanto disposto dall Accordo Stato-Regioni del 2001 che ha anticipato alcune delle innovazioni del D.Lgs n.42/04. I risultati della verifica hanno fatto emergere la non completa conformità dei PTP redatti dal Ministero ai contenuti dell Accordo Stato-Regioni del Interazione con il Puc Interazione positiva gerarchica In quanto il Puc recepisce la disciplina sovraordinata e ne costituisce momento attuativo, per gli aspetti di pertinenza e competenza. con riferimento alla componente rifiuti e bonifiche Piano o programma rilevante Descrizione sintetica dei contenuti Piano regionale rifiuti urbani della regione Campania approvato con Delibera di Giunta Regionale n.8 del Il Piano, elaborato ai sensi dell art. 9 della legge 5 luglio 2007, n.87, intende definire uno scenario di uscita dalla gestione emergenziale, volto al rientro nell ordinaria amministrazione e nella programmazione di tutte le azioni utili alla chiusura nella Regione Campania del ciclo di gestione dei rifiuti urbani. Il Piano dei Rifiuti Urbani costituirà congiuntamente al Piano Rifiuti Speciali ed al Piano Bonifiche, redatti a cura della Regione Campania, il Piano regionale di gestione del ciclo integrato dei rifiuti, ai sensi dell articolo 10 della L.R. n. 4/2007. Nella elaborazione del Piano sono state prese in considerazione le principali criticità connesse allo svolgimento del ciclo integrato dei rifiuti, che possono essere individuate nel persistente problema dello smaltimento delle cosiddette ecoballe ; nella necessità di garantire l avvio alla termoutilizzazione di Combustibile Derivato da Rifiuti (CDR); nell esigenza di sottoporre a processi di bonifica e messa in sicurezza le aree adibite in passato a siti di smaltimento e attualmente non più attive; nelle problematiche connesse alla salute pubblica derivanti dall attuazione delle singole fasi del ciclo dei rifiuti (produzione, trasporto, trattamento, smaltimento); nella sottrazione e/o degrado di risorse naturali non rinnovabili o rinnovabili a lungo termine conseguenti alle scelte localizzative inerenti gli impianti necessari al 56

58 completo svolgimento del ciclo dei rifiuti. Interazione con il Puc Piano o programma rilevante Descrizione sintetica dei contenuti Piano Regionale di Bonifica dei Siti Inquinati della Regione Campania (PRB) adottato con Delibera di Giunta Regionale n. 387 del 31 luglio 2012, pubblicato sul BURC n.49 del 06/08/2012 Tale Piano rappresenta il completamento di un iter programmatico iniziato con la redazione del Piano Regionale di Bonifica dei Siti Inquinati della Campania I stralcio, nel quale si era proceduto alla analisi della situazione esistente in merito alle discariche gestite dai comuni: autorizzate esaurite, non controllate e quelle su cui si è accertata la presenza di inquinamento tramite indagini di caratterizzazione). Il Piano Regionale di bonifica dei siti inquinati, così come previsto anche dalla normativa nazionale di settore, D.M. 471/99, tiene conto dei censimenti dei siti potenzialmente contaminati e della predisposizione dell anagrafe dei siti da bonificare, secondo i criteri previsti dal suddetto decreto ministeriale. Il piano costituisce il principale riferimento per la gestione delle attività di bonifica in Regione Campania; fornisce lo stato delle attività svolte in relazione ai Siti di Interesse Nazionale, al censimento dei siti potenzialmente contaminati e all anagrafe dei siti contaminati; definisce gli obiettivi da raggiungere e delinea le modalità di intervento. Interazione con il Puc Piano o programma rilevante Interazione positiva gerarchica In quanto il Puc recepisce la disciplina sovraordinata. Descrizione sintetica dei contenuti Piano d Ambito per la Gestione dei Rifiuti della Provincia di Salerno anni approvato con decreto n.171 del 30 settembre 2010 Interazione con il Puc Il Piano è stato redatto in ottemperanza a quanto previsto dalla Legge di Conversione n.26 del 26 febbraio 2010, e dal D.Lgs. n. 152/06, al fine di perseguire l obiettivo, posto dalla stessa Regione, di provincializzare il servizio di gestione del ciclo integrato dei rifiuti urbani, attraverso le Società Provinciali, aperte al capitale privato ed orientate ad economicità ed efficienza industriale dei servizi erogati al territorio. In tale ottica è stato elaborato il piano d Ambito che tiene in debito conto le specifiche competenze locali al fine del superamento della frammentazione della gestione e della realizzazione di un sistema basato sui principi di efficienza. L obiettivo che si pone alla base del Piano è l impegno dell Amministrazione provinciale nella soluzione dei problemi posti dalla gestione dei rifiuti, debba corrispondere da parte dei gestori dei processi industriali, pubblici e privati, un equivalente impegno nella ricerca scientifica e tecnologica finalizzata al miglioramento degli standard attuali di protezione ambientale, ottenibili con tecniche di produzione che permettano prima la riduzione e poi il recupero a fini produttivi dei materiali utilizzati. Piano o programma rilevante Descrizione sintetica dei contenuti Piano Industriale per la Gestione dei Rifiuti Urbani della Provincia di Salerno anni approvato con decreto n.171 del 30 Settembre 2010 Interazione con il Puc Il Piano Industriale è stato redatto a seguito dell emanazione delle Linee Guida per la redazione del Piano Regionale di Gestione Rifiuti Urbani della Campania, al fine di perseguire l obiettivo, posto dalla stessa Regione, di provincializzare il servizio di gestione del ciclo integrato dei rifiuti urbani, attraverso le Società Provinciali, aperte al capitale privato ed orientate ad economicità ed efficienza industriale dei servizi erogati al territorio. Tale Piano effettua una valutazione sulle possibili strategie per lo smaltimento dei rifiuti urbani a livello provinciale, in stretta correlazione con gli obiettivi posti dalla normativa nazionale in materia e una suddivisione di flussi di rifiuto indifferenziato e differenziato sulla base della tipologia e della capacità degli impianti di recupero/smaltimento provinciali. Il Piano Industriale riguarda in particolare la seconda fase del ciclo di gestione dei rifiuti, l organizzazione del flusso dei rifiuti da smaltire presso gli impianti esistenti o in previsione di costruzione; lo stesso dovrà essere integrato con la prima parte concernente l organizzazione delle raccolte e dei trasporti, da redigere a cura dei Consorzi esistenti. 57

59 con riferimento alla componente ambiente urbano Piano o programma rilevante Descrizione sintetica dei contenuti Piano Territoriale Regionale (Ptr), approvato con la Legge n.13 del 13 ottobre 2008 unitamente alle Linee guida per il paesaggio in Campania ed alla Carta dei Paesaggi della Campania, documenti integrativi elaborati al fine di conformare la proposta di Ptr agli accordi per l attuazione della Convenzione Europea del Paesaggio in Campania. Il Piano regionale persegue gli obiettivi generali stabiliti dalla Legge regionale 16/2004 per la promozione dello sviluppo sostenibile e per la tutela dell integrità fisica e dell identità culturale del territorio ed individua gli obiettivi di assetto e le linee principali di organizzazione del territorio regionale, nonché le strategie e le azioni volte alla loro realizzazione; i sistemi infrastrutturali e le attrezzature di rilevanza sovraregionale e regionale, nonché gli impianti e gli interventi pubblici dichiarati di rilevanza regionale; gli indirizzi e i criteri per la elaborazione degli strumenti di pianificazione territoriale provinciale e per la cooperazione istituzionale. Il Piano Territoriale Regionale si presenta quale documento strategico d inquadramento, d indirizzo e di promozione di azioni integrate, articolato in 5 Quadri territoriali di riferimento (q.t.r.) utili ad attivare una pianificazione d area vasta concertata. L obiettivo è di contribuire all eco-sviluppo, secondo una visione che attribuisce al territorio il compito di mediare cognitivamente ed operativamente tra la materia della pianificazione territoriale (comprensiva delle componenti di natura paesistico-ambientale) e quella della promozione e della programmazione dello sviluppo. In tal senso, gli indirizzi strategici proposti dal PTR costituiscono tanto un riferimento per la pianificazione territoriale della Regione (piani di settore), delle Province e dei Comuni, quanto un riferimento per politiche integrate di sviluppo, che coinvolgono più complessivamente l azione degli Enti Locali. Nella relazione della proposta definitiva di Puc di San Giovanni a Piro, a cui si rinvia, è riportata un ampia descrizione dei principali contenuti e direttive del Ptr, delle Linee Guida per il paesaggio in Campania e della Carte dei Paesaggi della Campania. Interazione con il Puc Piano o programma rilevante Interazione positiva gerarchica In quanto il Puc recepisce la disciplina sovraordinata e ne costituisce momento attuativo, per gli aspetti di pertinenza e competenza. Descrizione sintetica dei contenuti Piano Territoriale di Coordinamento della Provincia di Salerno (Ptcp) approvato con deliberazione di Consiglio Provinciale n.15 del 30 marzo 2012 Strumento di pianificazione di area vasta, definisce gli obiettivi e le strategie di sviluppo, assetto e tutela del territorio di rilievo provinciale e sovracomunale o che costituiscono attuazione della pianificazione regionale. Il PTCP è volto: - a governare temi territoriali complessi che non possono essere adeguatamente affrontati alla scala comunale (come ad esempio quelli ambientali); - a coordinare e dare coerenza ai piani di settore ed agli interventi nelle materie di specifica competenza della Provincia (come ad esempio la viabilità ed i trasporti, l edilizia scolastica per l istruzione secondaria, ecc.); - ad orientare la pianificazione dei comuni in coerenza con le precedenti finalità ponendosi anche come punto di partenza per promuovere il coordinamento dei PUC ai fini di un assetto equilibrato ed armonico dell intero territorio provinciale. Gli obiettivi generali della Proposta di PTCP, in coerenza con gli indirizzi e le strategie del Piano territoriale regionale, sono lo sviluppo economico e sociale del territorio provinciale, la sostenibilità dell assetto territoriale e l attuazione della Convenzione europea del paesaggio. Per perseguire tali obiettivi il PTCP promuove la valorizzazione delle risorse e delle identità locali, orienta lo sviluppo delle competitività in una logica di sostenibilità ambientale e sociale, definisce misure per la salvaguardia delle risorse ambientali e storico-culturali e per la mitigazione dei rischi naturali e la prevenzione di quelli di origine antropica, delinea indirizzi per la valorizzazione del paesaggio, fornisce indicazioni per la riqualificazione e l integrazione degli insediamenti e per il potenziamento del sistema infrastrutturale. Esso guida l attività di pianificazione locale e di settore per il conseguimento di obiettivi comuni per l intero territorio provinciale, coordinando le strategie di carattere sovracomunale che interessano i Piani Urbanistici Comunali ed orientando la pianificazione di settore. Il PTC della provincia di Salerno, ai sensi della L.R. n.16/2004, è articolato in due componenti: componente strutturale, che ha validità a tempo indeterminato, e componente programmatica, che attiene ai programmi di intervento da attuarsi in un intervallo di tempo definito (5 anni) ed in correlazione con la programmazione finanziaria. Nella relazione della proposta definitiva di Puc di San Giovanni a Piro, a cui si rinvia, è riportata un ampia descrizione dei principali contenuti e direttive del Ptcp. 58

60 Interazione con il Puc Piano o programma rilevante Interazione positiva gerarchica In quanto il Puc recepisce la disciplina sovraordinata e ne costituisce momento attuativo, per gli aspetti di pertinenza e competenza. Descrizione sintetica dei contenuti Piano Speditivo di Protezione Civile Provinciale approvato con Delibera di Consiglio Provinciale n.39 del 28/05/2012 Piano Provinciale Internodi Emergenza - Piano di primo livello, approvato con delibera di Consiglio Provinciale n.24 del 26 maggio 2008 In attesa dell'ultimazione del Piano Provinciale di Emergenza, le operazione di circostanza critica il cui livello preveda la gestione delle emergenze non fronteggiabili dalle sole forze locali o tale comunque da richiedere un intervento coordinato di più forze di cui all'art.2 della legge 225/92 avvengono attraverso il piano speditivo di protezione civile, che ha lo scopo di fronteggiare, in maniera coordinata, gli eventi calamitosi definiti dalla legge n.225/92 e precisamente di tipo a), quale attività sussidiaria; di tipo b), quale attività dl competenza; di tipo c), quale attività di affiancamento. Il Piano ha dunque i seguenti obiettivi: - definire i sistemi di allertamento, di allarme e le azioni che la struttura di coordinamento (Prefettura e Provincia) deve svolgere all'insorgere di emergenze di protezione civile, non fronteggiabili dalle sole risorse locali; - disporre di strutture operative (tutte le componenti del sistema nazionale di cui alla legge 225/92) per operazioni di pronto intervento e soccorso in emergenza ad adiuvandum dei Comuni e delle popolazioni colpite da eventi calamitosi. Nell'ambito del piano speditivo ogni struttura e/o Ente facente parte del Sistema Nazionale di Protezione Civile opera attraverso i propri piani interni. All'attualità la Provincia di Salerno opera in seno alla sala operativa con propri referenti secondo il Piano Provinciale Interno di Emergenza (Piano di primo livello, approvato con delibera di C.P. n.24 del 2/05/2008). Detto Piano delinea le modalità di attivazione interna all'ente; definisce i sistemi di allertamento, di allarme e le azioni che ciascuna componente programmatoria ed operativa (Assessorati, Direzioni Genero/i, Settori, Servizi, Uffici) deve svolgere al fine di coordinare la risposta organizzativa ed operativa all'insorgere di emergenze di protezione civile. Interazione con il Puc Interazione positiva gerarchica In quanto il Puc recepisce la disciplina sovraordinata e ne costituisce momento attuativo, per gli aspetti di pertinenza e competenza. altri piani o programmi Piano o programma rilevante La nuova programmazione comunitaria per il periodo Descrizione sintetica dei contenuti Europa 2020 contiene la nuova strategia per la crescita dell'unione europea, attraverso la quale si intende colmare le lacune dell attuale modello di crescita e creare le condizioni per un diverso tipo di sviluppo economico. In tal senso la strategia proposta mira a una crescita che sia: intelligente, grazie a investimenti più efficaci nell'istruzione, la ricerca e l'innovazione; sostenibile, grazie alla decisa scelta a favore di un'economia a basse emissioni di CO2 e della competitività dell'industria; e solidale, ossia focalizzata sulla creazione di posti di lavoro e la riduzione della povertà. Per dare maggiore concretezza alle priorità proposte, l'ue si è data cinque obiettivi da realizzare entro la fine del 2020; essi riguardano: 1. Occupazione: - innalzamento al 75% del tasso di occupazione (per la fascia di età compresa tra i 20 e i 64 anni); 2. R&S: - aumento degli investimenti in ricerca e sviluppo al 3% del PIL dell'ue; 3. Cambiamenti climatici /energia: - riduzione delle emissioni di gas serra del 20% (o persino del 30%, se le condizioni lo permettono) rispetto al 1990; - 20% del fabbisogno di energia ricavato da fonti rinnovabili; - aumento del 20% dell'efficienza energetica; 4. Istruzione: - riduzione degli abbandoni scolastici al di sotto del 10%; - aumento al 40% dei 30-34enni con un'istruzione universitaria; 5. Povertà / emarginazione: - almeno 20 milioni di persone a rischio o in situazione di povertà ed emarginazione 59

61 Interazione con il Puc in meno. La strategia proposta indica anche sette iniziative prioritarie che tracciano un quadro entro il quale l'ue e i governi nazionali potranno sostenere reciprocamente i loro sforzi per realizzare le priorità di Europa 2020, quali l'innovazione, l'economia digitale, l'occupazione, i giovani, la politica industriale, la povertà e l'uso efficiente delle risorse. Interazione positiva programmatica Il Puc contribuisce fattivamente al perseguimento di molti degli obiettivi della strategia europea, ed in particolare al perseguimento di forme di sviluppo sostenibile in grado di favorire l occupazione nonché la definizione di misure volte a contrastare i fattori determinanti il cambiamento climatico. Piano o programma rilevante Descrizione sintetica dei contenuti Programma di Sviluppo Rurale (PSR) della Campania approvato con DGR n.527 del e trasmesso ai Servizi della Commissione Europea in data 17 ottobre Il Programma è stato elaborato tenendo conto degli indirizzi formulati dalla Commissione europea (in particolare, nel Position Paper per l Italia); delle indicazioni di metodo ed operative raccolte nel documento Metodi e obiettivi per un uso efficace dei fondi comunitari presentato a dicembre 2012 dal Ministro per la Coesione Territoriale, d intesa con i Ministri del Lavoro e delle Politiche Sociali e delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali, dell Accordo di Partenariato per l Italia trasmesso con nota del DG per l Internazionalizzazione e i Rapporti con l Unione Europea del Sistema Regionale del 30/04/2010 prot. n ; del documento Linee di indirizzo strategico per lo sviluppo rurale in Campania elaborato dall Assessorato all Agricoltura della Regione Campania, nonché dei principali risultati e spunti di riflessione contenuti nel Rapporto intermedio di Monitoraggio Ambientale e nella Valutazione intermedia del PSR Il PSR Campania identifica 6 Priorità di intervento, che si articolano a loro volta in 18 focus area. In particolare per ciascuna priorità dell Unione Europea sono stati individuati indirizzi di base ed azioni chiave da mettere in atto. 1. Promuovere il trasferimento di conoscenze e l innovazione nel settore agricolo e forestale e nelle aree rurali (priorità orizzontale) parole chiave: capitale umano, innovazione, reti. 2. Potenziare la competitività dell agricoltura in tutte le sue forme e la redditività delle aziende agricole parole chiave: ricambio generazionale, ristrutturazione. 3. Promuovere l organizzazione della filiera agroalimentare e la gestione dei rischi nel settore agricolo parole chiave: mercati locali, gestione del rischio. 4. Preservare, ripristinare e valorizzare gli ecosistemi dipendenti dall agricoltura e dalle foreste parole chiave: biodiversità, acqua, suolo. 5. Incoraggiare l uso efficiente delle risorse e il passaggio a un economia a basse emissioni carbonio e resiliente al clima nel settore agroalimentare e forestale parole chiave: uso efficiente dell acqua e dell energia, risorse rinnovabili. 6. Adoperarsi per l inclusione sociale, la riduzione della povertà e lo sviluppo economico delle zone rurali parole chiave: sviluppo locale, incentivi all imprenditorialità. Le consequenziali Misure che la regione Campania ha deciso di attivare sono: M01 - Trasferimento di conoscenze e azioni di informazione (art. 14) Sottomisura 1.1: Sostegno ad azioni di formazione professionale e acquisizione di competenze Sottomisura 1.2: Sostegno ad attività dimostrative e azioni di informazione Sottomisura 1.3:Sostegno a scambi interaziendali di breve durata nel settore agricolo e forestale, nonché a visite di aziende agricole e forestali M02 - Servizi di consulenza, di sostituzione e di assistenza alla gestione delle aziende agricole (art.15) Sottomisura 2.1: Sostegno allo scopo di aiutare gli aventi diritto ad avvalersi di servizi di consulenza Sottomisura 2.2 Sostegno per l avviamento di servizi di consulenza aziendale, di sostituzione e di assistenza alla gestione delle aziende agricole nonché di servizi di consulenza forestale Sottomisura 2.3: Sostegno alla formazione dei consulenti M03 - Regimi di qualità dei prodotti agricoli e alimentari (art. 16) Sottomisura 3.1: Sostegno alla nuova adesione a regimi di qualità Sottomisura 3.2: Sostegno per attività di informazione e promozione svolte da associazioni di produttori nel mercato interno M04 - Investimenti in immobilizzazioni materiali (art. 17) Sottomisura 4.1: Sostegno a investimenti nelle aziende agricole Sottomisura 4.2: Sostegno a investimenti a favore della trasformazione /commercializzazione e/o dello sviluppo dei prodotti agricoli Sottomisura 4.3: Sostegno a investimenti nell infrastruttura necessaria allo sviluppo, 60

62 all ammodernamento e all adeguamento dell agricoltura e della silvicoltura Sottomisura 4.4 Sostegno a investimenti non produttivi connessi all adempimento degli obiettivi agroclimatico-ambientali M05 - Ripristino del potenziale produttivo agricolo danneggiato da calamita naturali e da eventi catastrofici e introduzione di adeguate misure di prevenzione (articolo 18) Sottomisura 5.1: Investimenti in azioni di prevenzione volte a ridurre le conseguenze di probabili calamità naturali, avversità atmosferiche ed eventi catastrofici. Sottomisura 5.2 Investimenti per il ripristino delle strutture aziendali, dei terreni agricoli e del potenziale produttivo agricolo e zootecnico danneggiati da calamità naturali ed avversità atmosferiche M06 - Sviluppo delle aziende agricole e delle imprese (art. 19) Sottomisura 6.1:Aiuti all avviamento di attività imprenditoriali per i giovani agricoltori. Sottomisura 6.2: Aiuti all avviamento di attività imprenditoriali per attività extraagricole nelle zone rurali. Sottomisura 6.4:Sostegno a investimenti nella creazione e nello sviluppo di attività extra-agricole. M07 - Servizi di base e rinnovamento dei villaggi nelle zone rurali (Art. 20) Sottomisura 7.1 Sostegno per la stesura e l aggiornamento di piani di sviluppo dei comuni e dei villaggi situati nelle zone rurali e dei servizi comunali di base, nonché di piani di tutela e di gestione dei siti Natura 2000 e di altre zone ad alto valore naturalistico. Sottomisura 7.2 Sostegno a investimenti finalizzati alla creazione, al miglioramento o all'espansione di ogni tipo di infrastrutture su piccola scala, compresi gli investimenti nelle energie rinnovabili e nel risparmio energetico. Sottomisura 7.3 Sostegno per l'installazione, miglioramento e l'espansione di infrastrutture a banda larga e di infrastrutture passive per la banda larga, nonché la fornitura di accesso alla banda larga e ai servizi di pubblica amministrazione online. Sottomisura 7.4 Sostegno a investimenti finalizzati all introduzione, al miglioramento o all espansione dei servizi di base a livello locale per la popolazione rurale, comprese le attività culturali e ricreative, e della relativa infrastruttura Sottomisura 7.5: Sostegno a investimenti di fruizione pubblica in infrastrutture ricreative, informazioni turistiche e infrastrutture turistiche su piccola scala Sottomisura 7.6 Sostegno per studi e investimenti relativi alla manutenzione, al restauro e alla riqualificazione del patrimonio culturale e naturale dei villaggi, del paesaggio rurale e dei siti ad alto valore naturalistico, compresi gli aspetti socioeconomici di tali attività, nonché azioni di sensibilizzazione in materia di ambiente. M08 - Investimenti nello sviluppo delle aree forestali e nel miglioramento della redditività delle foreste (articoli da 21 a 26) Sottomisura 8.1: Sostegno alla forestazione/all'imboschimento Sottomisura 8.3 Sostegno alla prevenzione dei danni arrecati alle foreste da incendi, calamità naturali ed eventi catastrofici Sottomisura 8.4: Sostegno al ripristino delle foreste danneggiate da incendi, calamità naturali ed eventi catastrofici Sottomisura 8.5: Aiuti agli investimenti destinati ad accrescere la resilienza e il pregio ambientale degli ecosistemi forestali Sottomisura 8.6 Sostegno agli investimenti in tecnologie silvicole e nella trasformazione, mobilitazione e commercializzazione dei prodotti delle foreste M09 - Costituzione di associazioni e organizzazioni di produttori (art. 27) M10 - Pagamenti agro-climatico-ambientali (art. 28) Sottomisura Pagamento per impegni agro-climatico-ambientali Sottomisura Sostegno per la conservazione, l uso e lo sviluppo sostenibili delle risorse genetiche in agricoltura M11 - Agricoltura biologica (art. 29) Sottomisura 11.1: Pagamento al fine di adottare pratiche e metodi di produzione biologica Sottomisura 11.2: Pagamento al fine di mantenere pratiche e metodi di produzione biologica M12 - Indennità Natura 2000 e indennità connesse alla direttiva quadro sulle acque (art. 30) Sottomisura 12.1: Pagamento compensativo per le zone agricole Natura 2000 Sottomisura 12.2: Pagamento compensativo per le zone forestali Natura 2000 M13 - Indennità a favore delle zone soggette a vincoli naturali o ad altri vincoli specifici (art. 31) Sottomisura 13.1 Pagamento compensativo per le zone montane Sottomisura 13.2: Pagamento compensativo per altre zone soggette a vincoli naturali significativi Sottomisura 13.3: Pagamento compensativo per altre zone soggette a vincoli specifici M14 - Benessere degli animali (art. 33) 61

63 Interazione con il Puc M15 - Servizi silvo-climatico-ambientali e salvaguardia della foresta (art. 34) Sottomisura Pagamenti per impegni silvoambientali e impegni in materia di clima Sottomisura Sostegno per la salvaguardia e la valorizzazione delle risorse genetiche forestali M16 - Cooperazione (art. 35) Sottomisura 16. 1: Sostegno per la costituzione e il funzionamento dei Gruppi Operativi del PEI in materia di produttività e sostenibilità dell agricoltura. Sottomisura 16.2: Sostegno a progetti pilota e allo sviluppo di nuovi prodotti, pratiche, processi e tecnologie Sottomisura 16.3: Cooperazione tra piccoli operatori per organizzare processi di lavoro in comune e condividere impianti e risorse, nonché per lo sviluppo e la commercializzazione dei servizi turistici Sottomisura 16.4: Sostegno alla cooperazione di filiera, sia orizzontale che verticale, per la creazione e lo sviluppo di filiere corte e mercati locali e sostegno ad attività promozionali a raggio locale connesse allo sviluppo delle filiere corte e dei mercati locali Sottomisura 16.5: Sostegno per azioni congiunte per la mitigazione del cambiamento climatico e l adattamento ad esso e sostegno per approcci comuni ai progetti e alle pratiche ambientali in corso Sottomisura 16.6: Sostegno alla cooperazione di filiera per l approvvigionamento sostenibile di biomasse da utilizzare nella produzione di alimenti e di energia e nei processi industriali Sottomisura 16.7: Sostegno per strategie di sviluppo locale di tipo non partecipativo Sottomisura 16.8: Sostegno alla stesura di piani di gestione forestale o strumenti equivalenti Sottomisura 16.9: Sostegno per la diversificazione delle attività agricole in attività riguardanti l'assistenza sanitaria, l'integrazione sociale, l'agricoltura sostenuta dalla comunità e l'educazione ambientale e alimentare M19 - Sostegno allo sviluppo locale LEADER - (SLTP - sviluppo locale di tipo partecipativo) (articolo 35) Interazione positiva programmatica Il Puc contribuisce fattivamente al perseguimento di molti degli obiettivi del programma. Piano o programma rilevante Descrizione sintetica dei contenuti Programma Operativo Regionale Campania FESR Da ultimo modificato con Delibera di Giunta regionale n.647 del 15 dicembre 2014 Nel Documento Strategico Regionale la Regione Campania ha declinato le politiche europee e la strategia nazionale in tre linee di intervento: - Campania Regione Innovativa, che punta allo sviluppo dell innovazione con azioni di rafforzamento del sistema pubblico/privato di ricerca e al sostegno della competitività attraverso il superamento dei fattori critici dello sviluppo imprenditoriale; - Campania Regione Verde, finalizzata al sostanziale cambiamento dei sistemi energetico, agricolo, dei trasporti e delle attività marittime, oltre che ad un diverso assetto paesaggistico sia in termini di rivalutazione sia in termini di cura; - Campania Regione Solidale, che mira alla costituzione di un sistema di welfare orientato all inclusione e alla partecipazione, innalzando il livello della qualità della vita attraverso il riordino e la riorganizzazione del sistema sanitario, lo sviluppo e la promozione dei servizi alla persona, le azioni che promuovono l occupazione, l inclusione sociale e il livello di istruzione. A\ tali linee strategiche si aggiunge la necessità di sviluppare Strategie Territoriali Trasversali attraverso strumenti di programmazione integrati. La strategia del POR FESR della Regione Campania declina le indicazione del Documento Strategico Regionale tenendo conto di tre specifiche esigenze: 1. assicurare la continuità con le azioni poste in essere nell ambito della programmazione , al fine di salvaguardare gli investimenti avviati; 2. rispondere alle esigenze territoriali relative alla qualità della vita ed al benessere della popolazione con particolare attenzione alle tematiche ambientali, dell inclusione sociale, dell edilizia scolastica e dello sviluppo dei servizi sanitari territoriali; 3. attuare la strategia regionale di Smart Specialization e rendere coerente il Programma operativo agli obiettivi di Europa Il POR FESR si sviluppa attraverso 10 Assi prioritari, 9 tematici e 1 a declinazione territoriale, che declinano le priorità degli Obiettivi Tematici individuati dai Regolamenti comunitari e rappresentano le priorità di sviluppo della Regione Campania. Ogni Asse a sua volta si articola in una serie di Obiettivi Specifici e Azioni che rimandano ai Risultati Attesi definiti nell Accordo di Partenariato e alle Categorie di Intervento (attività specifiche) finanziabili nell ambito del nuovo quadro strategico comunitario. Le allocazioni di seguito riportate e relative alle Categorie di intervento si riferiscono al contributo comunitario e non comprendono la quota di cofinanziamento regionale/nazionale. 62

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66 Interazione con il Puc Interazione positiva programmatica Il Puc contribuisce fattivamente al perseguimento di molti degli obiettivi del programma. 65

67 3. Obiettivi di protezione ambientale stabiliti a livello internazionale, comunitario o degli Stati membri, pertinenti al Puc, e il modo in cui, durante la sua preparazione, si è tenuto conto di detti obiettivi e di ogni considerazione ambientale Nel presente capitolo sono illustrate e verificate le modalità secondo le quali il Puc di San Giovanni a Piro, in riferimento alle sue specifiche attribuzioni e competenze, ha fatto propri e persegue gli obiettivi di protezione ambientale stabiliti a livello internazionale, comunitario, nazionale e regionale e, più in generale, in che modo il Piano ha preso in considerazione la questione ambientale nella definizione dei propri obiettivi, delle proprie strategie ed azioni di intervento. E solo il caso di evidenziare in questa sede che il Puc di San Giovanni a Piro tenta, convintamente, di perseguire a pieno gli obiettivi di qualità ambientale stabiliti dalle vigenti norme regionali in materia di governo del territorio, 29 definendo misure volte alla tutela del territorio comunale ed a disciplinarne gli assetti, le trasformazioni e le utilizzazioni al fine di garantire lo sviluppo della comunità interessata nel rispetto del principio di sostenibilità. Inoltre il Puc di San Giovanni a Piro attua le previsioni di qualità paesaggistica ed ambientale definiti dalle vigenti, pertinenti, previsioni normative e regolamentari, ed in particolare le prescrizioni definite dal vigente Piano Territoriale Paesistico del Cilento Costiero e dal Piano del Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni. In ogni caso, al fine di perseguire compiutamente le finalità che ci si è posti nel presente capitolo, nei successivi paragrafi si procederà, prioritariamente, alla individuazione degli obiettivi di protezione ambientale stabiliti a livello internazionale, comunitario, nazionale e regionale, pertinenti al Puc, e, successivamente, si opererà una verifica di coerenza tra obiettivi generali e specifici del Puc di San Giovanni a Piro e gli obiettivi di protezione ambientale in precedenza individuati. 3.1 Individuazione degli obiettivi di protezione ambientale stabiliti a livello internazionale, comunitario, nazionale e regionale, pertinenti al piano. Gli obiettivi di protezione ambientale, pertinenti al Puc, che si prendono in considerazione per la elaborazione del presente rapporto Ambientale, sono stati individuati e definiti sulla base dell analisi dei contenuti dei principali documenti prodotti a livello internazionale, comunitario, nazionale e regionale, e con riferimento alle tematiche ambientali elencate alla lettera f) dell allegato I alla Direttiva europea 42/2001/CE (la biodiversità, la popolazione, la salute umana, la flora e la fauna, il suolo, l'acqua, l'aria, i fattori climatici, i beni materiali, il patrimonio culturale, anche architettonico e archeologico, il paesaggio). Tali tematiche sono assunte, tenendo anche in debito conto le reciproche relazioni, quali componenti strutturanti per la definizione dello scenario di riferimento per la valutazione degli impatti significativi del Puc sull'ambiente, compresi quelli secondari, cumulativi, sinergici, a breve, medio e lungo termine, permanenti e temporanei, positivi e negativi. A tal fine, nel prosieguo, per ciascuna componente ambientale saranno riportati i principali documenti e normative di riferimento e i consequenziali obiettivi di protezione ambientale individuati. 29 Ci si riferisce, in particolare, agli obiettivi definiti dall art.2 della L.R.16/04 e s.m.i., riportati, peraltro, nel precedente paragrafo 1.2 della Parte I del presente documento. 66

68 componente salute umana documenti e/o norme di riferimento obiettivi di protezione ambientale individuati - Progetto Health 21 dell O.M.S., maggio Strategia Europea Ambiente e Salute, COM (2003) Piano di Azione europeo per l ambiente e la salute Piano Sanitario Nazionale 2010/2012, Ministero della Salute, Piano Sanitario Nazionale , Bozza - Piano Sanitario Regionale 2002/2004, Regione Campania - Legge Regionale del 19 dicembre 2006 n. 24 Piano Regionale ospedaliero per il triennio Legge Regionale del 28 novembre 2008 n. 16 Misure straordinarie di razionalizzazione e riqualificazione del Sistema Sanitario Regionale per il rientro dal disavanzo - Piano Regionale Ospedaliero in coerenza con il piano di rientro e Programmazione rete ospedaliera della Provincia di Salerno pubblicato sul BURC n. 65 del Sa1 Ridurre la percentuale di popolazione esposta agli inquinamenti - Sa2 Ridurre gli impatti delle sostanze chimiche pericolose sulla salute umana e sull ambiente - Sa3 Ridurre il grado di accadimento di incidente rilevante nel settore industriale - Sa4 Migliorare l organizzazione e la gestione sanitaria componente suolo documenti e/o norme di riferimento obiettivi di protezione ambientale individuati - Convenz. Nazioni Unite per combattere la desertificazione - Convenzione delle Nazioni Unite di Stoccolma sugli inquinanti organici persistenti (POP) - Regolamento (CE) n.850/2004 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 29 aprile 2004, relativo agli inquinanti organici persistenti e che modifica le direttive 79/117/CEE e 96/59/CE (Gazzetta ufficiale L. 158 del ) - Comunicazione della Commissione Verso una Strategia Tematica per la Protezione del Suolo COM(2002)179 definitivo Direttiva 2000/60/CE - VI Programma d'azione per l'ambiente (priorità di intervento "protezione del suolo") - Strategia di Goteborg (priorità di intervento: "Lotta ai cambiamenti climatici e gestione sostenibile delle risorse naturali ) - Direttiva 2000/60/CE del 23 ottobre 2000, che istituisce un quadro per l'azione comunitaria in materia di acque - Circolare n.1866 del 4 luglio 1957 Censimento fenomeni franosi - Legge n.183 del 18 maggio 1989 Norme per il riassetto organizzativo e funzionale della difesa del suolo - Legge n.225 del 24 febbraio 1992 Istituzione del servizio nazionale della protezione civile - Legge n.267 del 3 agosto 1998 Misure urgenti per la prevenzione del rischio idrogeologico ed a favore delle zone colpite da disastri franosi nella regione Campania - D.M. n.471 del 25 ottobre 1999 Regolamento recante criteri, procedure, e modalità per la messa in sicurezza, la bonifica ed il ripristino ambientale dei siti inquinati, ai sensi dell art. 17 del D. Lgs n. 22/97 e successive modifiche ed integrazioni - D.P.C.M. 12 aprile 2002 Costituzione della Commissione nazionale per la previsione e la prevenzione dei grandi rischi - ORDINANZA n.3274 DEL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI 20 marzo 2003 (pubb. sulla Gazzetta Ufficiale Serie Generale n.105 del ) Primi elementi in materia di criteri generali per la classificazione sismica del territorio nazionale e di normative tecniche per le costruzioni in zona sismica - ORDINANZA n.3316 DEL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI del 2 ottobre 2003 Modifiche ed integrazioni all ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri n.3274 del 20 marzo D.Lgs n.152/2006 Testo Unico recante norme in materia ambientale - D.M (pub. sulla G.U. n.29 del ), "Norme tecniche per le costruzioni" - Legge Regionale n. 8 del 7 febbraio 1994 Norme in materia di difesa del suolo - D.G. Regione Campania n.5447 del 7/11/2002 Aggiornamento della classificazione sismica dei Comuni della Regione Campania - Su1 Contrastare i fenomeni di diminuzione di materia organica, impermeabilizzazione, compattazione e salinizzazione dei suoli - Su2 Prevenire e gestire il rischio sismico, vulcanico, idrogeologico, la desertificazione e l erosione costiera, anche attraverso il coordinamento con le disposizioni della pianificazione di bacino e dei piani di protezione civile - Su3 Contrastare i fenomeni di contaminazione dei suoli legati alle attività produttive, commerciali ed agricole - Su4 Favorire la conservazione e l aumento della superficie forestale, in considerazione della funzione delle foreste rispetto all assetto idrogeologico del territorio, e contrastare il fenomeno degli incendi - Su5 Favorire la gestione sostenibile della risorsa suolo e contrastare la perdita di superficie (e quindi di terreno) dovuta agli sviluppi urbanistici, alle nuove edificazione ed all'edilizia in generale 67

69 componente acqua documenti e/o norme di riferimento obiettivi di protezione ambientale individuati - Convenzione di Barcellona - Decisione 77/585/EEC - Convenzione sul diritto del mare di Montego Bay del Strategia di Goteborg (priorità di intervento: "Lotta ai cambiamenti climatici e gestione sostenibile delle risorse naturali ) - Convenzione di Ramsar sulle zone umide - Direttiva 91/676/CE Protezione delle acque dall inquinamento provocato da nitrati provenienti da fonti agricole - Direttiva 91/271/CEE Acque reflue - Direttiva 96/61/CEE IPPC - Direttiva 2000/60/CE del 23 ottobre 2000, che istituisce un quadro per l'azione comunitaria in materia di acque - Decisione n.2455/2001/ce relativa all'istituzione di un elenco di sostanze prioritarie in materia di acque e che modifica la direttiva 2000/60/CE - Direttiva 2006/11/CE concernente l'inquinamento provocato da certe sostanze pericolose scaricate nell'ambiente idrico della Comunità - D.Lgs 275/93, Riordino in materia di concessione di acque pubbliche - Decreto Legislativo 152/99, attuato dal DM 185/ Regolamento recante norme tecniche per il riutilizzo delle acque reflue - Delibera di Giunta n.700 del 18 febbraio Individuazione delle zone vulnerabili da nitrati di origine agricola ai sensi - dell art. 19 e dell allegato VII del Decreto legislativo 152/99 e s.m.i. (con allegati) - APQ Regione Campania Ciclo integrato delle acque - Ac1 Proteggere il Mar Mediterraneo dall inquinamento marino - Ac2 Contrastare l'inquinamento al fine di raggiungere lo stato di qualità buono per tutte le acque ed assicurare, al contempo, che non si verifichi un ulteriore deterioramento dello stato dei corpi idrici tutelati - Ac3 Promuovere un uso sostenibile dell acqua basato su una gestione a lungo termine, salvaguardando i diritti delle generazioni future - Ac4 Proteggere gli ecosistemi acquatici nonché gli ecosistemi terrestri e le zone umide che dipendono direttamente da essi, al fine di assicurarne la funzione ecologica, nonché per salvaguardare e sviluppare le utilizzazioni potenziali delle acque - Ac5 Diffondere e favorire un approccio "combinato" nella pianificazione e gestione integrata, su scala di bacino, ai fini della riduzione alla fonte di specifici fattori di inquinamento delle acque componente atmosfera e cambiamenti climatici documenti e/o norme di riferimento obiettivi di protezione ambientale individuati Aria - UNFCCC, Convenzione Quadro dell ONU sui cambiamenti climatici - Rio de Janeiro Protocollo di Kyoto - COP III UNFCCC, Strategia Tematica sull Inquinamento Atmosferico- COM(2005)446 Piano d Azione per le biomasse- COM(2005)628 - Fissa le misure per promuovere ed incrementare l uso delle biomasse nei settori del riscaldamento, dell elettricità e dei trasporti - Direttiva 93/76/CEE del 13 settembre Limitazione delle emissioni di CO2 tramite il miglioramento dell efficienza energetica - Direttiva 96/61/CE del 24 settembre Prevenzione e riduzione integrata dell inquinamento atmosferico (prevede misure intese a evitare oppure, qualora non sia possibile, ridurre le emissioni delle suddette attività nell'aria, nell'acqua e nel terreno, comprese le misure relative ai rifiuti, per conseguire un livello elevato di protezione dell'ambiente nel suo complesso) - Direttiva 96/62/CE del 27 settembre 1996 in materia di valutazione e di gestione della qualità dell aria ambiente - Direttiva 99/30/CE del 22 aprile Discendono dalla direttiva quadro 96/62/CE e stabiliscono sia gli standard di qualità dell'aria per le diverse sostanze inquinanti, in relazione alla protezione della salute, della vegetazione e degli ecosistemi, sia i criteri e le tecniche che gli Stati membri devono adottare per le misure delle concentrazioni di inquinanti, compresi l'ubicazione e il numero minimo di stazioni e le tecniche di campionamento e misura - Direttiva 2000/69/CE del 13 dicembre 2000, concernente i valori limite per il benzene ed il monossido di carbonio nell'aria ambiente - Direttiva 2001/80/CE del 23/11/01 concernente la limitazione delle emissioni nell atmosfera di taluni inquinanti originati dai - grandi impianti di combustione - Direttiva 2001/81/CE del 23 ottobre Limiti nazionali di emissione in atmosfera di biossido di zolfo, ossidi di azoto, - componenti organici volatili, ammoniaca - Direttiva 2002/3/CE del 9 marzo 2002, relativa all'ozono nell'aria - Direttiva 2003/30/CE 8 maggio 2003 (GU L 123 del ) - Promozione dell uso dei biocarburanti o di altri carburanti rinnovabili nei trasporti; istituisce dei valori di riferimento per i biocarburanti pari al 2% della quota di mercato nel 2005 e al 5,75% nel Direttiva 2003/76/CE dell 11/08/03 relativa alle misure da adottare contro - Ar1 Contribuire al perseguimento degli obiettivi del Protocollo di Kyoto: ridurre le emissioni di gas ad effetto serra - Ar2 Accrescere la biomassa forestale e aumentare conseguentemente la capacità di fissaggio del carbonio (carbon sink) - Ar3 Migliorare la qualità dell aria: ridurre le emissioni di inquinanti in atmosfera da sorgenti lineari e diffuse, anche attraverso il ricorso all'utilizzo di fonti energetiche rinnovabili - Ar4 Contenere e prevenire l inquinamento elettromagnetico - Ar5 Contenere e prevenire l inquinamento acustico nell ambiente esterno - Ar6 Contenere l inquinamento luminoso ed il consumo energetico da illuminazione esterna pubblica e privata a tutela dell ambiente 68

70 l inquinamento atmosferico con le emissioni dei veicoli a motore - Direttiva 2003/87/CE del 13 ottobre Sistema per lo scambio di quote di emissioni dei gas a effetto serra nella Comunità - Decisione 2003/507 - Adesione della Comunità europea al protocollo della Convenzione del 1979 sull inquinamento atmosferico transfrontaliero a grande distanza (L obiettivo del Protocollo è di controllare e ridurre le emissioni di zolfo, ossidi di azoto, ammoniaca e composti organici volatili prodotti da attività antropiche) - Regolamento 850/2004 Inquinanti Organici Persistenti (POPs) (Scopo del Regolamento è quello di tutelare la salute umana e l'ambiente dagli inquinanti organici persistenti vietando, eliminando gradualmente prima possibile o limitando la produzione, l'immissione in commercio e l'uso di sostanze soggette alla Convenzione di Stoccolma sugli inquinanti organici persistenti) - Direttiva 2005/166/CE del 10 febbraio Istituzione del meccanismo per monitorare le emissioni di gas a effetto serra nella Comunità e per attuare il protocollo di Kyoto - Decisione 2006/944 del 14 dicembre Determinazione dei livelli di emissione rispettivamente assegnati alla Comunità a ciascuno degli Stati membri nell'ambito del primo periodo di impegno del Protocollo di Kyoto - Direttiva 2008/50/CE relativa alla qualità dell'aria ambiente e per un'aria più pulita in Europa, definisce in particolare gli obiettivi relativi al PM2,52 - D.P.C.M. 28 marzo 1983 (G.U. n. 145 del 28/5/83) - Limiti massimi di accettabilità delle concentrazioni e di esposizione relativi ad inquinanti dell'aria nell'ambiente esterno - D.M. Ambiente 25 novembre 1994 (G.U. n. 290 S.O. n. 159 del 13/12/94) - Aggiornamento delle norme tecniche in materia di limiti di concentrazione e di livelli di attenzione e di allarme per gli inquinamenti atmosferici nelle aree urbane e disposizioni per la misura di alcuni inquinanti - Legge 1 giugno 2002, n. 120 ratifica del Protocollo di Kyoto - L obiettivo italiano è quello di raggiungere un livello di emissioni di gas serra pari al 93,6% rispetto a quelle del 1990, corrispondenti a una riduzione del 6,4% - Delibera CIPE n.123/ Approvazione del Piano nazionale di riduzione delle emissioni di gas serra - D.M. 2 aprile 2002 n. 60 (G.U. n. 87 del 13/4/2002) - Valori limite di qualità dell aria ambiente per il biossido di zolfo, il biossido di azoto, gli ossidi di azoto, le particelle e il piombo e valori limite di qualità dell aria ambiente per il benzene ed il monossido di carbonio - D.M. Ambiente (di concerto con il Ministro della salute) n.261 del 1 ottobre 2002 (G.U. n. 272 del 20/11/2002) Regolamento recante le direttive tecniche per la valutazione preliminare della qualità dell aria ambiente, i criteri per l elaborazione del piano e dei programmi - Decreto 23 febbraio Assegnazione e rilascio delle quote di CO2 per il periodo D. Lgs. 18 febbraio 2005, n.59 - Attuazione integrale della Direttiva 96/61/CE relativa alla prevenzione e riduzione integrate dell inquinamento - Decreto 18 dicembre Piano nazionale di assegnazione delle quote di CO2 per il periodo D. Lgs 155 del 13 agosto Attuazione della direttiva 2008/50/CE relativa alla qualità dell aria ambiente per un aria più pulita in Europa-, pubblicato sulla G.U. del 15 settembre Delibera Regione Campania n.4102 del 5 agosto Fissazione dei valori delle emissioni in atmosfera derivanti da impianti sulla base della migliore tecnologia disponibile e tenendo conto delle Linee Guida fissate dallo Stato e dei relativi valori di emissione - Delibera Regione Campania n.286 del 19 gennaio Disciplinare tecnico-amministrativo per il rilascio delle autorizzazioni e pareri regionali in materia di emissioni in atmosfera - Deliberazione Regione Campania n.167 del 14 febbraio 2006 (BURC Speciale del 27 ottobre 2006) Provvedimenti per la Gestione della qualità dell aria-ambiente - Approva gli elaborati Valutazione della Qualità dell aria ambiente e Classificazione del territorio regionale in Zone e Agglomerati e Piano Regionale di Risanamento e Mantenimento della Qualità dell Aria in Campania - Piano d Azione per lo sviluppo economico regionale Deliberazione di Giunta Regionale n.1318 del 1 agosto Individua gli obiettivi di politica energetica regionale e di produzione da fonti rinnovabili al Piano Regionale di Risanamento e Mantenimento della Qualità dell Aria pubblicato sul BURC della Regione Campania del 5/10/07. Energia e risparmio energetico - Libro bianco Energia per il futuro: le fonti energetiche rinnovabili - Programma Europeo per il Cambiamento Climatico (ECCP) - Libro verde Verso una strategia europea di sicurezza dell approvvigionamento energetico - Libro verde: Efficienza energetica - fare di più con meno 69

71 - Piano d azione per la biomassa. COM(2005)628 del 7 dicembre Strategie dell unione europea per i biocarburanti. COM(2006) 34 del 8 febbraio Rapporto sui biocarburanti. Rapporto sul progresso raggiunto un materia di utilizzo di biocarburanti e di altri carburanti energeticamente rinnovabili negli stati membri dell UE. COM(2006) 845 del 10 gennaio Linee guida per le risorse energetiche rinnovabili. Le risorse energetiche rinnovabili nel 21 secolo: costruire un avvenire più duraturo. COM(2006) 848 del 10 gennaio Piano d azione del Consiglio europeo (2007/2009) - Politica Energetica per l Europa (PEE). Allegato 1 alle Conclusioni della presidenza, Bruxelles, 8-9 marzo Direttiva 2001/77/CE sulla promozione delle fonti energetiche rinnovabili - Direttiva 2002/91/CE sull uso razionale dell energia negli edifici - Direttiva 2003/30/CE sui biocarburanti - Direttiva 2003/87/EC sull Emission Trading - Direttiva 2004/8/CE sulla cogenerazione - Direttiva 2005/32/CE relativa all istituzione di un quadro per l elaborazione di specifiche per la progettazione ecocompatibile dei prodotti che consumano energia - Direttiva 2006/32/CE sull efficienza degli usi finali dell energia e i servizi energetici - Piano Energetico Nazionale (PEN) - Libro bianco per la valorizzazione delle fonti rinnovabili - Delibera CIPE del 19/11/98 n.137 Linee guida per le politiche e misure nazionali di riduzione delle emissioni di gas serra - Delibera CIPE del 19/12/02, n.123 Revisione delle linee guida per le politiche e misure nazionali di riduzione delle emissioni. dei gas serra - Piano Nazionale di Assegnazione dei permessi di emissione Legge 9/91 Norme per l attuazione del nuovo Piano Energetico Nazionale: aspetti istituzionali, centrali idroelettriche ed elettrodotti, idrocarburi e geotermia, autoproduzione e disposizioni fiscali - Legge 10/91 Norme per l attuazione del PEN in materia di uso razionale dell energia, di risparmio energetico e di sviluppo delle fonti rinnovabili - D.P.R. 26 agosto 1993, n.412/93 Regolamento recante norme per la progettazione, l installazione, l esercizio e la manutenzione degli impianti termici degli edifici ai fini del contenimento dei consumi di energia, in attuazione dell articolo 4, comma 4, della Legge 9 gennaio 1991, n.10 - D.P.R. 15 novembre 1996, n.660 Regolamento per l attuazione della direttiva 92/42/CEE concernente i requisiti di rendimento delle nuove caldaie ad acqua calda, alimentate con combustibili liquidi o gassosi - D.P.R. 9 marzo 1998, n.107 Regolamento recante norme per l attuazione della direttiva 92/75/CEE concernente le informazioni sul consumo di energia degli apparecchi domestici - Decreto legislativo 31 marzo 1998, n.112 Conferimento di funzioni e compiti amministrativi dello Stato alle Regioni ed agli Enti locali, in attuazione del Capo I della legge 15 marzo 1997, n.59 - Decreto Legislativo 16 marzo 1999, n.79 Attuazione della direttiva 96/92/CE recante norme comuni per il mercato interno dell energia elettrica - Decreto Ministeriale 11 novembre 1999 Direttive per l attuazione delle norme in materia di energia elettrica da fonti rinnovabili di cui ai commi 1,2,3 dell articolo 11 del Dlgs 16 marzo 1999, n.79 - Decreto Legislativo 23 maggio 2000, n.164 Decreto legislativo di attuazione della direttiva 98/30/CE relativa a norme comuni per il mercato interno del gas - Deliberazione Autorità per l energia elettrica e il gas n.224/00 in materia di scambio sul posto dell energia elettrica prodotta da impianti fotovoltaici con potenza nominale non superiore a 20 kw - Decreto Ministeriale 18 marzo 2002 Modifiche e integrazioni al decreto del Ministro dell industria, del commercio e dell artigianato, di concerto con il Ministro dell ambiente, 11 novembre 1999, concernente direttive per l attuazione delle norme in materia di energia elettrica da fonti rinnovabili di cui ai commi 1, 2 e 3 dell art. 11 del decreto legislativo 16 marzo 1999, n Legge 120/2002 Ratifica ed esecuzione del Protocollo di Kyoto alla Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici, fatto a Kyoto l 11 dicembre Decreto legislativo 29 dicembre 2003, n. 387 Attuazione della direttiva 2001/77/CE relativa alla promozione dell energia elettrica prodotta da fonti energetiche rinnovabili nel mercato interno dell elettricità - Decreti Ministero Industria del 04 luglio 2004 Nuova individuazione degli obiettivi quantitativi per l incremento dell efficienza energetica negli usi finali di energia, ai sensi dell art. 9, comma 1, del decreto legislativo 16 marzo 1999, n.79. e Nuova individuazione degli obiettivi quantitativi nazionali di risparmio energetico e sviluppo delle fonti rinnovabili, di cui all art.16, comma 4, del decreto legislativo 23 maggio 2000, n

72 - Decreto legge 12 novembre 2004, n.273. Disposizioni urgenti per l applicazione della direttiva 2003/87/CE in materia di scambio di quote di emissione dei gas ad effetto serra nella Comunità europea - Legge 239/04 Riordino del settore energetico, nonché delega al Governo per il riassetto delle disposizioni vigenti in materia di energia - Legge n.316 del 30/12/2004 Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 12 novembre 2004, n. 273, recante disposizioni urgenti per l'applicazione della direttiva 2003/87/CE in materia di scambio di quote di emissione dei gas ad effetto - serra nella Comunità europea. (GU n. 2 del ) - Decreto Legislativo del 30/05/2005 n 128 sulla Attuazione della direttiva 2003/30/CE relativa alla promozione dell uso dei biocarburanti o di altri carburanti rinnovabili nei trasporti - Decreto legislativo 19 agosto 2005, n. 192 Attuazione della direttiva 2002/91/CE relativa al rendimento energetico nell edilizia - Decreto del Ministero delle Attività produttive del 24 agosto Aggiornamento delle direttive per l incentivazione dell energia elettrica prodotta da fonti rinnovabili ai sensi dell articolo 11, comma 5, del decreto legislativo 16 marzo 1999, n Decreto del Ministero delle Attività produttive del 24 ottobre Direttive per la regolamentazione dell emissione dei certificati verdi alle produzioni di energia di cui all articolo 1, comma 71, della legge 23 agosto 2004, n Decreto Legge 10 gennaio 2006 n 2. Interventi urgenti sui settori dell agricoltura, dell agroindustria, della pesca, nonché in materia di fiscalità d impresa - Decreto Legislativo 29 dicembre 2006, n 311. Disposizioni correttive ed integrative al decreto legislativo 19 agosto 2005, n 192, recante attuazione della direttiva 2002/91/CE, relativa al rendimento energetico nell edilizia - Decreto Legislativo 8 febbraio 2007, n 20. Attuazione della direttiva 2004/8/CE sulla promozione della cogenerazione basata sulla domanda di calore utile nel mercato interno dell energia, nonché modifica alla direttiva 92/42/CEE. - Decreto del Ministero dello sviluppo economico di concerto con il Ministero dell economia e delle finanze del 19 febbraio Disposizioni in materia di detrazioni per le spese sostenute per l acquisto e l installazione di motori ad elevata efficienza e variatori di velocità (inverter), di cui all articolo 1, commi 358 e 359, della legge 27 dicembre 2006, n CONTRATTO QUADRO sui biocarburanti (181206), stipulato ai sensi degli articoli 10 e 11 del Decreto legislativo 27 Maggio 2005 n. 102, per prodotto da utilizzare ai sensi dell articolo 2 quater della Legge 11 marzo 2006 n. 81- presentato il 10/01/ Decreto del Ministero dello sviluppo economico di concerto con il Ministero dell ambiente e della tutela del territorio e del mare del 19 febbraio Criteri e modalità per incentivare la produzione di energia elettrica mediante conversione fotovoltaica della fonte solare in attuazione dell articolo 7 del decreto legislativo 29 dicembre 2003 n Decreto del Ministero dell economia e delle finanze di concerto con il Ministero dello sviluppo economico del 19 febbraio Disposizioni in materia di detrazioni per le spese di riqualificazione energetica del patrimonio edilizio esistente ai sensi dell articolo 1, comma 349, della legge 27 dicembre 2006, n Le linee guida varate in attuazione del DM 26 giugno 2009 sul rendimento energetico in edilizia - Lr 1/2011 modifiche alla legge regionale 28 dicembre 2009, n. 19 (misure urgenti per il rilancio economico, per la riqualificazione del patrimonio esistente, per la prevenzione del rischio sismico e per la semplificazione amministrativa) e alla legge regionale 22 dicembre 2004, n. 16 (norme sul governo del territorio). - Linee guida per la valutazione della sostenibilità energetica e ambientale degli edifici Protocollo Itaca sintetico 2009, come previsto dalla Lr 1/2011 Inquinamento elettromagnetico - Direttiva 96/2/CEE del 16/01/96 - Comunicazioni mobili e personali - Direttiva 2001/77/CE del 27/09/01 - Direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio sulla promozione dell energia elettrica prodotta da fonti energetiche rinnovabili nel mercato interno dell elettricità - Legge n.36 del 22/02/01 - Legge quadro sulla protezione dalle esposizioni ai campi elettrici, magnetici ed elettromagnetici (G.U., parte I, n. 55 del 7 marzo 2001) - Deliberazione 29 gennaio 2003: Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni. Approvazione del Piano nazionale di assegnazione delle frequenze per la radiodiffusione televisiva terrestre in tecnica digitale (PNAF- DVB) (Deliberazione n. 15/03/CONS su GU n.43 del 21/2/2003) - DPCM del 8/07/03 - Fissazione dei limiti di esposizione, dei valori di attenzione e degli obiettivi di qualità per la protezione della popolazione dalle esposizioni a campi elettrici, magnetici ed elettromagnetici generati a 71

73 frequenze comprese tra 100 khz e 300 GHz. (GU n. 199 del 28/8/2003) - DPCM del 8/07/03 - Fissazione dei limiti di esposizione, dei valori di attenzione e degli obiettivi di qualità per la protezione della popolazione dalle esposizioni ai campi elettrici e magnetici alla frequenza di rete (50Hz) generati dagli elettrodotti (GU n. 200 del 29/8/ 2003) - Decreto Legislativo 1 agosto 2003, n. 259: Codice delle comunicazioni elettroniche. (GU n. 214 del 15/9/2003 Suppl. Ordinario n.150) - Decreto 27 novembre 2003: Ministero delle Comunicazioni. Proroga dei termini di cui al decreto 22 luglio 2003, recante: "Modalità per l'acquisizione dei dati necessari per la tenuta del catasto delle infrastrutture delle reti radiomobili di comunicazione - pubblica" (GU n. 289 del 13/12/2003) - Decreto Legislativo n.387 del 29/12/03 - Attuazione della direttiva 2001/77/CE relativa alla promozione dell energia elettrica prodotta da fonti energetiche rinnovabili nel mercato interno dell elettricità - Legge regionale , n. 13: Prevenzione dei danni derivanti dai campi elettromagnetici generati da elettrodotti (B.U.R.C. Speciale, del 29 novembre 2001) - Legge regionale , n. 14: Tutela igienico sanitaria della popolazione dalla esposizione a radiazioni non ionizzanti generate da impianti per teleradiocomunicazioni (BURC speciale del 29 novembre 2001). - Deliberazione della Giunta R.C. n. 3202: Approvazione del documento: "Linee Guida per l'applicazione della L.R. n.14/2001" (BURC n 40 del 26 agosto 2002) - Delibera di Giunta Regionale 30 maggio 2003 n L.R. 24/11/01 n. 14 Modifiche ed integrazioni al documento approvato con deliberazione di G.R. n. 3202/02 - Delibera di Giunta Regionale 30 dicembre 2003 n L.R e D. Lgs. 259/03 "codice delle comunicazioni elettroniche" - Determinazioni B.U.R.C. n. 7 del 16 febbraio 2004 Inquinamento acustico - Direttive 70/157/CEE del 06/02/70 e 99/101/CE del 12/12/99 concernenti il ravvicinamento delle legislazioni degli Stati membri circa il livello sonoro ammissibile e al dispositivo di scappamento dei veicoli a motore - Direttiva 80/51/CEE del 20/12/79 modificata dalla Direttiva 83/206/CEE del 21/04/83 e Direttiva 89/629/CEE del 4/12/89 concernenti la limitazione delle emissioni sonore degli aeromobili subsonici civili e a reazione - Direttiva 2000/14/CE dell 8/05/00 - Emissione acustica ambientale delle macchine ed attrezzature destinate a funzionare all aperto - Direttiva 2002/30/CE del 26/03/02 - Norme e procedure per l introduzione di restrizioni operative ai fini del contenimento del rumore negli aeroporti della Comunità - Direttiva 2002/49/CE del 25/06/02 - Determinazione e gestione del rumore ambientale - Direttiva 2003/10/CE del 06/02/03 - sulle prescrizioni minime di sicurezza e di salute relative all esposizione dei lavoratori ai rischi derivanti dagli agenti fisici (rumore) - D.P.C.M. del 01/03/91 - Limiti massimi di esposizione al rumore negli ambienti abitativi e nell ambiente esterno - Legge n.447 del 26/10/95 - Legge quadro sull inquinamento acustico - D.P.R. n.496 del 11/12/97 - Regolamento recante norme per la riduzione dell inquinamento acustico prodotto dagli aeromobili civili - D.P.R. n.459 del 18/11/98 - Regolamento recante norme di esecuzione dell articolo 11 della legge 26 ottobre 1995, n. 447, in materia di inquinamento acustico derivante da traffico ferroviario - D.M. del 03/12/99 - Procedure antirumore e zone di rispetto negli aeroporti - D.P.R. n.476 del 09/11/99 - Regolamento recante modificazioni al decreto del Presidente della Repubblica 11 dicembre 1997, n.496, concernente il divieto di voli notturni - D.M. del 13/04/00 - Dispositivi di scappamento delle autovetture - Decreto Legislativo 262 del 04/09/02 - Attuazione della direttiva 2000/14/CE concernente l emissione acustica ambientale delle macchine ed attrezzature destinate a funzionare all aperto - DPR n.142 del 30/03/04 - Disposizioni per il contenimento e la prevenzione dell inquinamento acustico derivante dal traffico veicolare, a norma dell articolo 11 della legge 26 ottobre 1995, n Decreto Legislativo n.13 del 17/01/05 - Attuazione della direttiva 2002/30/CE relativa all introduzione di restrizioni operative ai fini del contenimento del rumore negli aeroporti comunitari - Decreto Legislativo n.194 del 19/08/05- Attuazione della direttiva 2002/49/CE relativa alla determinazione e alla gestione del rumore ambientale. (GU n. 222 del ). Testo coordinato del Decreto-Legge n. 194 del 19 agosto 2005 (G.U. n. 239 del 13/10/2005) - Delibera G.R. Campania n del 29/12/95 - Linee guida per la zonizzazione acustica del territorio in attuazione dell art. 2 del Decreto del 72

74 Presidente del Consiglio dei Ministri 1 marzo 1991 Deliberazione n del 24/04/03 - Procedure regionali per il riconoscimento della figura di Tecnico Competente in Acustica Ambientale ai sensi dall art. 2, commi 6 e 7, della Legge 447/95 e DPCM 31/3/98 - Delibera G.R. Campania del 01/08/2003 N Classificazione acustica dei territori comunali. Aggiornamento linee guida regionali Inquinamento luminoso - Decreto legislativo 31 marzo 1998, n. 112 Conferimento di funzioni e compiti amministrativi dello Stato alle regioni ed agli enti locali, in attuazione del capo I della l. 15 marzo 1997, n. 59. (G.U. n. 92 del 21/4/1998, S.O.). - Legge Regionale 25 luglio 2002, n. 12 Norme per il contenimento dell inquinamento luminoso e del consumo energetico da illuminazione esterna pubblica e privata a tutela dell ambiente, per la tutela dell attività svolta dagli osservatori astronomici professionali e non professionali e per la corretta valorizzazione dei centri storici (pubb. Sul BURC n.37 del 05 agosto componente biodiversità ed aree naturali protette documenti e/o norme di riferimento obiettivi di protezione ambientale individuati - Global Strategy for the Management of Farm Animal Genetic Resources (FAO, inizio anni 90) - Convenzione sulla diversità biologica - Rio de Janeiro Direttiva 79/409/CEE Uccelli concernente la conservazione degli uccelli selvatici e Direttiva 92/43/CEE Habitat - Conservazione degli habitat naturali e seminaturali e della flora e della fauna selvatiche - Global Action Plan for the conservation and better use of plant genetic resources for food and agriculture (1996, Leipzig, Germania) - Strategia comunitaria per la diversità biologica (COM(98) 42) - International treaty on plant genetic resources for food and agriculture (FAO, 2001) - COM(2006) 216 halting the loss of biodiversity by 2010 and beyond. - Legge n.394 del 6 dicembre Legge Quadro sulle aree protette e Legge Regionale n.33 dell 1 settembre 1993 Istituzione di parchi e riserve naturali in Campania - D.P.R. n.357 dell 8 settembre 1997 e s.m.i. - Regolamento recante attuazione della direttiva 92/43/CEE relativa alla conservazione degli habitat naturali e seminaturali e della flora e della fauna selvatiche - Legge Regionale n.17 del 7 ottobre Istituzione del sistema parchi urbani di interesse regionale - B1 Migliorare il livello di conoscenza sullo stato e l evoluzione degli habitat e delle specie di flora e fauna (studi ed attività di monitoraggio) - B2 Promuovere la conservazione e la valorizzazione di habitat e specie - B3 Contrastare l inquinamento, la semplificazione strutturale, l artificializzazione e la frammentazione degli ambienti naturali e seminaturali - B4 Ridurre gli impatti negativi per la biodiversità derivanti dalle attività produttive - B5 Promuovere e sostenere l'adozione di interventi, tecniche e tecnologie finalizzate all eliminazione o alla riduzione degli impatti negativi sulla biodiversità correlati allo svolgimento di attività economiche - B6 Promuovere interventi di miglioramento ambientale mediante azioni volte ad incrementare la naturalità delle aree rurali e alla conservazione delle specie di flora e fauna selvatiche - B7 Limitare la frammentazione degli habitat naturali e seminaturali e favorire il ripristino di connessioni ecologico-funzionali - B8 Promuovere la conservazione in situ di varietà, razze ed ecotipi componente rifiuti e bonifiche documenti e/o norme di riferimento obiettivi di protezione ambientale individuati Rifiuti - Direttiva 91/689/CEE del Consiglio, del 12 dicembre 1991, relativa ai rifiuti pericolosi - Direttiva 94/67/CE del Consiglio, del 16 dicembre 1994, sull'incenerimento dei rifiuti pericolosi - Direttiva 99/31/CE del Consiglio, del 26 aprile 1999, relativa alle discariche di rifiuti - Direttiva 2000/53/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 18 settembre 2000, relativa ai veicoli fuori uso - Direttiva 2000/76/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 4 dicembre 2000, sull'incenerimento dei rifiuti - Direttiva 2002/96/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 27 gennaio 2003, sui rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche (RAEE) - RB1 Ridurre la quantità e la pericolosità dei rifiuti prodotti - RB2 Aumentare i livelli della raccolta differenziata al fine di raggiungere i target stabiliti dalla norma - RB3 Incentivare il riutilizzo, il re-impiego ed il riciclaggio dei rifiuti (recupero di materia e di energia) - RB4 Bonificare e recuperare i siti inquinati presenti sul territorio 73

75 - Direttiva 2006/12/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 5 aprile 2006, relativa ai rifiuti - Decreto Legislativo 5 febbraio 1997, n.22 Attuazione delle direttive 91/156/CEE sui rifiuti, 91/689/CEE sui rifiuti pericolosi e 94/62/CE sugli imballaggi e sui rifiuti di imballaggio - Decreto Legislativo n.36/2003 Attuazione della Direttiva 1999/31/CE relativa alle discariche di rifiuti - Decreto Legislativo 25 luglio 2005, n. 151: Attuazione delle direttive 2002/95/CE, 2002/96/CE e 2003/108/CE, relative alla riduzione dell'uso di sostanze pericolose nelle apparecchiature elettriche ed elettroniche, nonché' allo smaltimento dei rifiuti - Decreto Legislativo 3 aprile 2006, n.152: Norme in materia ambientale. - Testo vigente - aggiornato, da ultimo, al D.L. 28 dicembre 2006 n. 300 e alla Finanziaria Legge 27 dicembre 2006, n.296 Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (legge finanziaria 2007) - L.R. n. 10 del 10/02/93, recante Norme e Procedure per lo smaltimento dei rifiuti - Piano Industriale per la Gestione d Rifiuti Urbani Della Provincia di Salerno Anni Decreto n.171 del 30 Settembre 2010 Bonifiche - Direttiva 99/31/CE del Consiglio, del 26 aprile 1999, relativa alle discariche di rifiuti - Decreto 25 ottobre 1999, n.471: Ministero dell'ambiente - Regolamento recante criteri, procedure e modalità per la messa in sicurezza, la bonifica e il ripristino ambientale dei siti inquinati, ai sensi dell'articolo 17 del decreto legislativo 5 febbraio 1997, n.22, e succ. m. ed i. - D.M. 18 settembre 2001, n.468: Regolamento recante: Programma nazionale di bonifica e ripristino ambientale - Decreto Legislativo 3 aprile 2006, n.152: Norme in materia ambientale. componente paesaggio e beni culturali documenti e/o norme di riferimento obiettivi di protezione ambientale individuati - Convenzione riguardante la tutela del patrimonio mondiale, culturale e naturale (Parigi, 16 novembre 1972); - Convenzione relativa alla conservazione della vita selvatica e dell'ambiente naturale in Europa (Berna, 19 settembre 1979); - Convenzione per la salvaguardia del patrimonio architettonico d Europa (Granada, 3 ottobre 1985); - Convenzione europea per la tutela del patrimonio archeologico (rivista) (La Valletta, 16 gennaio 1992); - Convenzione sulla diversità biologica (Rio, 5 giugno 1992). - Direttiva sulla Conservazione degli habitat naturali e seminaturali e della flora e della fauna selvatiche (92/43/CEE); - Carta del paesaggio Mediterraneo - St. Malò, ottobre Strategia paneuropea della diversità biologica e paesaggistica - Sofia, 25 novembre Strategia paneuropea della diversità biologica e paesaggistica - Sofia, 25 novembre Schema di Sviluppo dello Spazio Europeo - Postdam, 10/11 maggio Risoluzione del Consiglio relativa ad una Strategia forestale per l'unione europea (1999/C 56/01); - Comunicazione della Commissione sulla Gestione integrata delle zone costiere: una strategia per l Europa (COM/2000/547); - Convenzione Europea sul Paesaggio - Firenze, 20/10/2000; - -Sesto programma di azione per l'ambiente della Comunità europea - Ambiente 2010: il nostro futuro, la nostra scelta" (COM/2001/31); - Comunicazione della Commissione Strategia tematica per l uso sostenibile delle risorse naturali (COM/2005/670) - Comunicazione della Commissione Verso una strategia tematica sull ambiente urbano (COM/2005/718); - Regolamento del Consiglio sul Sostegno allo sviluppo rurale da parte del Fondo Europeo Agricolo per lo Sviluppo Rurale (n.1698/2005); - Decisione del Consiglio relativa agli Orientamenti strategici comunitari per lo sviluppo rurale - Periodo di programmazione (n. 5966/06); - proposta di Direttiva comunitaria per la protezione del suolo (COM/2006/232). - Legge n. 378 del 24 dicembre Disposizioni per la tutela e la valorizzazione dell'architettura rurale - PB1 Promuovere azioni di conservazione degli aspetti significativi di un paesaggio, giustificate dal suo valore di patrimonio derivante dalla sua configurazione naturale e/o dal tipo d intervento umano - PB2 Gestire il paesaggio, in una prospettiva di sviluppo sostenibile, al fine di orientare e di armonizzare le sue trasformazioni provocate dai processi di sviluppo sociali, economici ed ambientali - PB3 Pianificare i paesaggi al fine di promuovere azioni di valorizzazione, ripristino o creazione di nuovi valori paesaggistici - PB4 Coinvolgere il pubblico nelle attività di programmazione e pianificazione che implicano una modifica dell assetto territoriale e paesaggistico, al fine di garantire il rispetto dei valori attribuiti ai paesaggi tradizionali dalle popolazioni interessate - PB5 Conservare, recuperare e valorizzare il patrimonio culturale al fine di favorire lo sviluppo della cultura, garantirne la conoscenza e la pubblica fruizione - PB6 Conservare, recuperare e valorizzare il patrimonio culturale al fine di preservare le identità locali, di combattere i fenomeni di omologazione e di ripristinare i valori preesistenti o di realizzarne di nuovi, coerenti con il contesto in cui sono inseriti 74

76 - Decreto Legislativo n.42 del 22 gennaio Codice dei beni culturali e del paesaggio, ai sensi dell art.10 della Legge 6/7/2002 n.137, integrato e modificato con i DD.Lgs. n.156 e 157 del 24/03/2006 e con i DD.Lgs. n.62 e 63 del 26/03/ Legge n.14 del 9/01/2006 Ratifica ed esecuzione dalla Convenzione Europea sul Paesaggio, fatta a Firenze il 20/10/ Delibera di G.R. n 1475 del 14 novembre 2005, con cui viene siglato un Accordo con i principali enti ed organismi pubblici competenti per l attuazione della CEP in Campania (documento conosciuto anche sotto il nome di Carta di Padula); - Delibera di G.R. n.1956 del 30 novembre 2006 L.R. 22 Dicembre 2004, n Art 15: Piano Territoriale Regionale Adozione alla quale sono allegate le Linee guida per il paesaggio componente ambiente urbano Riferimento normativo Obiettivi di protezione ambientale individuati - Agenda 21 UNCED - Programma delle Nazioni Unite per lo Sviluppo Sostenibile, Rio De Janeiro, 4 giugno Comunicazione della Commissione COM(2004) 60 - Verso una strategia tematica sull'ambiente urbano, Bruxelles, 11 febbraio Comunicazione della Commissione COM(2005) 0718 relativa alla Strategia tematica sull'ambiente urbano, Bruxelles, 11 gennaio Risoluzione del Parlamento europeo INI/2006/ sulla strategia tematica sull'ambiente urbano, Bruxelles, 26 settembre AU1 Promuovere, anche e soprattutto in un ottica comprensoriale e di sistema, il perseguimento di forme di mobilità sostenibile perseguendo, quanto più possibile l inter modalità e l impiego di tecnologie avanzate - AU2 Contribuire allo sviluppo delle città rafforzando l'efficacia dell'attuazione delle politiche in materia di ambiente e promuovendo un assetto del territorio rispettoso dell'ambiente a livello locale - AU3 Ampliare le aree verdi, le aree permeabili e le zone pedonalizzate nei processi di riqualificazione ed espansione urbanistica - AU4 Aumentare il rendimento ambientale degli edifici con particolare riferimento al miglioramento dell efficienza idrica ed energetica L Ambiente Urbano, data la complessa articolazione, ha numerosi ulteriori obiettivi di natura ambientale, riferibili a componenti quali: qualità dell aria ed inquinamento atmosferico; inquinamento acustico ed elettromagnetico; gestione dei rifiuti; gestione della rete idrica; sistema dei trasporti e della mobilità. Pertanto, per l individuazione di tali obiettivi, nonché della relativa normativa di riferimento, si rimanda alle schede delle singole componenti ambientali sopra riportate. 3.2 Verifica di coerenza tra i contenuti del Puc di San Giovanni a Piro e gli obiettivi di protezione ambientale stabiliti a livello internazionale, comunitario, nazionale e regionale, pertinenti al piano. Si procede, di seguito, nel valutare le interazioni tra gli obiettivi di protezione ambientale individuati nel paragrafo precedente e gli obiettivi, le strategie e le azioni di intervento proposte dal Piano urbanistico comunale, al fine di verificare le azioni con effetti significativi e le azioni senza effetti significativi. Tale valutazione viene effettuata nelle matrici riportate nelle pagine successive, nell ambito delle quali si rapportano obiettivi generali e specifici del Puc di San Giovanni a Piro con gli obiettivi di protezione ambientale individuati. 75

77 La valutazione di coerenza utilizzerà i seguenti giudizi/criteri sintetici: Simbolo Giudizio Criterio + Coerente L obiettivo specifico del Puc contribuisce al raggiungimento dell obiettivo di protezione ambientale confrontato - Incoerente L obiettivo specifico del Puc incide negativamente per il raggiungimento dell obiettivo di protezione ambientale confrontato = Indifferente Non si rilevano relazioni, dirette o indirette, fra gli obietti messi a confronto Riepilogo degli obiettivi di protezione ambientale individuati: Obiettivi di protezione ambientale con riferimento alla componente salute umana Sa1 Ridurre la percentuale di popolazione esposta agli inquinamenti Sa2 Ridurre gli impatti delle sostanze chimiche pericolose sulla salute umana e sull ambiente Sa3 Ridurre il grado di accadimento di incidente rilevante nel settore industriale Sa4 Migliorare l organizzazione e la gestione sanitaria Obiettivi di protezione ambientale con riferimento alla componente suolo Su1 Contrastare i fenomeni di diminuzione di materia organica, impermeabilizzazione, compattazione e salinizzazione dei suoli Su2 Prevenire e gestire il rischio sismico, vulcanico, idrogeologico, la desertificazione e l erosione costiera, anche attraverso il coordinamento con le disposizioni della pianificazione di bacino e dei piani di protezione civile Su3 Contrastare i fenomeni di contaminazione dei suoli legati alle attività produttive, commerciali ed agricole Su4 Favorire la conservazione e l aumento della superficie forestale, in considerazione della funzione delle foreste rispetto all assetto idrogeologico del territorio, e contrastare il fenomeno degli incendi Su5 Favorire la gestione sostenibile della risorsa suolo e contrastare la perdita di superficie (e quindi di terreno) dovuta agli sviluppi urbanistici, alle nuove edificazione ed all'edilizia in generale Obiettivi di protezione ambientale con riferimento alla componente acqua Ac1 Ac2 Ac3 Ac4 Ac5 Proteggere il Mar Mediterraneo dall inquinamento marino Contrastare l'inquinamento al fine di raggiungere lo stato di qualità buono per tutte le acque ed assicurare, al contempo, che non si verifichi un ulteriore deterioramento dello stato dei corpi idrici tutelati Promuovere un uso sostenibile dell acqua basato su una gestione a lungo termine, salvaguardando i diritti delle generazioni future Proteggere gli ecosistemi acquatici nonché gli ecosistemi terrestri e le zone umide che dipendono direttamente da essi, al fine di assicurarne la funzione ecologica, nonché per salvaguardare e sviluppare le utilizzazioni potenziali delle acque Diffondere e favorire un approccio "combinato" nella pianificazione e gestione integrata, su scala di bacino, ai fini della riduzione alla fonte di specifici fattori di inquinamento delle acque Obiettivi di protezione ambientale con riferimento alla componente atmosfera e cambiamenti climatici Ar1 Contribuire al perseguimento degli obiettivi del Protocollo di Kyoto: ridurre le emissioni di gas ad effetto serra Ar2 Accrescere la biomassa forestale e aumentare conseguentemente la capacità di fissaggio del carbonio (carbon sink) Ar3 Migliorare la qualità dell aria: ridurre le emissioni di inquinanti in atmosfera da sorgenti lineari e diffuse, anche attraverso il ricorso all'utilizzo di fonti energetiche rinnovabili Ar4 Contenere e prevenire l inquinamento elettromagnetico 76

78 Ar5 Ar6 Contenere e prevenire l inquinamento acustico nell ambiente esterno Contenere l inquinamento luminoso ed il consumo energetico da illuminazione esterna pubblica e privata a tutela dell ambiente Obiettivi di protezione ambientale con riferimento alla componente biodiversità ed aree naturali protette B1 Migliorare il livello di conoscenza sullo stato e l evoluzione degli habitat e delle specie di flora e fauna (studi ed attività di monitoraggio) B2 Promuovere la conservazione e la valorizzazione di habitat e specie B3 Contrastare l inquinamento, la semplificazione strutturale, l artificializzazione e la frammentazione degli ambienti naturali e seminaturali B4 Ridurre gli impatti negativi per la biodiversità derivanti dalle attività produttive B5 Promuovere e sostenere l'adozione di interventi, tecniche e tecnologie finalizzate all eliminazione o alla riduzione degli impatti negativi sulla biodiversità correlati allo svolgimento di attività economiche B6 Promuovere interventi di miglioramento ambientale mediante azioni volte ad incrementare la naturalità delle aree rurali e alla conservazione delle specie di flora e fauna selvatiche B7 Limitare la frammentazione degli habitat naturali e seminaturali e favorire il ripristino di connessioni ecologico-funzionali B8 Promuovere la conservazione in situ di varietà, razze ed ecotipi Obiettivi di protezione ambientale con riferimento alla componente rifiuti e bonifiche RB1 Ridurre la quantità e la pericolosità dei rifiuti prodotti RB2 Aumentare i livelli della raccolta differenziata al fine di raggiungere i target stabiliti dalla norma RB3 Incentivare il riutilizzo, il re-impiego ed il riciclaggio dei rifiuti (recupero di materia e di energia) RB4 Bonificare e recuperare i siti inquinati presenti sul territorio Obiettivi di protezione ambientale con riferimento alla componente paesaggio e beni culturali PB1 Promuovere azioni di conservazione degli aspetti significativi di un paesaggio, giustificate dal suo valore di patrimonio derivante dalla sua configurazione naturale e/o dal tipo d intervento umano PB2 Gestire il paesaggio, in una prospettiva di sviluppo sostenibile, al fine di orientare e di armonizzare le sue trasformazioni provocate dai processi di sviluppo sociali, economici ed ambientali PB3 Pianificare i paesaggi al fine di promuovere azioni di valorizzazione, ripristino o creazione di nuovi valori paesaggistici PB4 Coinvolgere il pubblico nelle attività di programmazione e pianificazione che implicano una modifica dell assetto territoriale e paesaggistico, al fine di garantire il rispetto dei valori attribuiti ai paesaggi tradizionali dalle popolazioni interessate PB5 Conservare, recuperare e valorizzare il patrimonio culturale al fine di favorire lo sviluppo della cultura, garantirne la conoscenza e la pubblica fruizione PB6 Conservare, recuperare e valorizzare il patrimonio culturale al fine di preservare le identità locali, di combattere i fenomeni di omologazione e di ripristinare i valori preesistenti o di realizzarne di nuovi, coerenti con il contesto in cui sono inseriti Obiettivi di protezione ambientale con riferimento alla componente ambiente urbano AU1 Promuovere, anche e soprattutto in un ottica comprensoriale e di sistema, il perseguimento di forme di mobilità sostenibile perseguendo, quanto più possibile l intermodalità e l impiego di tecnologie avanzate AU2 Contribuire allo sviluppo delle città rafforzando l'efficacia dell'attuazione delle politiche in materia di ambiente e promuovendo un assetto del territorio rispettoso dell'ambiente a livello locale AU3 Ampliare le aree verdi, le aree permeabili e le zone pedonalizzate nei processi di riqualificazione ed espansione urbanistica Au4 Aumentare il rendimento ambientale degli edifici con particolare riferimento al miglioramento dell efficienza idrica ed energetica 77

79 Sintesi degli obiettivi generali e specifici del Puc di San Giovanni a Piro: 30 Obiettivi del Puc per il Sistema Ambientale Obiettivi generali la tutela, la riqualificazione e la valorizzazione del sistema ambientale nelle sue componenti naturalistiche ed agro-forestali la prevenzione e mitigazione dei fattori di rischio naturale ed antropico Obiettivi specifici la tutela e la valorizzazione del patrimonio naturalistico e forestale, quale sistema portante della rete ecologica nazionale, regionale e provinciale la salvaguardia della integrità fisica e della connotazione paesaggistica ed ambientale degli arenili, delle coste alte, delle falesie e delle fasce costiere la tutela e valorizzazione dei mosaici agricoli ed agroforestali della montagna, della collina, della pianura e delle valli, preservandone l integrità fisica e la caratterizzazione morfologica, vegetazionale e percettiva, attraverso il coordinamento di azioni molteplici che ne possano consentire una tutela attiva la costruzione della rete ecologica comunale, per la protezione della biodiversità, la salvaguardia, la valorizzazione e l implementazione delle aree di valore naturalistico e delle relative aree cuscinetto, per la definizione di corridoi ecologici, da strutturare nel quadro provinciale, regionale e nazionale la definizione delle attività e delle trasformazioni antropiche ammissibili nel territorio rurale ed aperto al fine di salvaguardarne l integrità la definizione dei necessari interventi strutturali di mitigazione e riduzione del rischio e del pericolo idrogeologico la redazione di un piano generale di interventi di mitigazione del rischio, basato sull individuazione a campione degli interventi da recepire in piani urbanistici attuativi o progettazione esecutive di opere ed interventi pubblici o di interesse pubblico la redazione di piani di emergenza corredati da monitoraggi strumentali, che a seconda delle tipologie di dissesto, faranno riferimento a tecnologie appropriate la promozione di corrette politiche di gestione territoriale finalizzate alla difesa del suolo, anche mediante la definizione di specifiche misure regolamentari, corredate alla necessità di definire ed attuare un articolato programma di manutenzione programmata del territorio stesso Obiettivi del Puc per il Sistema Insediativo Obiettivi generali la riorganizzazione, la valorizzazione ed il completamento della struttura insediativa puntando su strategie volte al recupero qualitativo dell esistente, alla tutela dei valori storici, archeologici, architettonici e testimoniali, alla valorizzazione ed alla riorganizzazione funzionale e qualitativa della struttura urbana, perseguendo anzitutto il principio del minor consumo di suolo Obiettivi specifici la tutela e valorizzazione del patrimonio storico, culturale e testimoniale, ed in particolare dei centri e dei nuclei storici la riqualificazione delle aree di urbanizzazione e del patrimonio edilizio più recente prevedendo misure diversificate riqualificazione e valorizzazione del patrimonio edilizio esistente, specie di recente edificazione, mediante la diversificazione delle funzioni e l adeguamento/razionalizzazione funzionale delle unità immobiliari, prevalentemente nell ambito delle volumetrie esistenti promozione delle attività di recupero del patrimonio edilizio esistente da destinare ad attrezzature turistiche (strutture alberghiere ed extralberghiere) o ad attività complementari al turismo, con esclusione di seconde case e case vacanza; realizzazione di una piccola quota di nuova edilizia residenziale, con una sostanziale parte riservata ad edilizia pubblica o convenzionata riqualificazione del fronte di mare, mediante la predisposizione di specifici piani urbanistici attuativi la tutela e valorizzazione del patrimonio culturale, archeologico ed architettonico la riorganizzazione dell assetto urbano e la promozione della qualità complessiva dello spazio pubblico la riorganizzazione funzionale e potenziamento del sistema delle attrezzature e dei servizi di scala locale e sovralocale (questi ultimi da valutare in una logica di rete e di complementarietà) qualificazione e potenziamento degli aree e delle attrezzature per l insediamento di attività produttive 30 Come già evidenziato in procedenza obiettivi, indirizzi ed azioni del Puc sono ricondotti, per mera comodità espositiva, nell ambito del macro-obiettivo a cui concorrono in maniera più evidente, senza che ciò influisca, tuttavia, sul loro carattere sistemico e, conseguentemente, sulle molteplici ricadute, le reciproche relazioni, i possibili livelli multipli di efficacia.. 78

80 Il potenziamento, la qualificazione, la diversificazione e la destagionalizzazione dell offerta turistica per sviluppare appieno le opportunità del territorio tutela e valorizzazione del sistema dei beni culturali, testimoniali, ambientali, anche al fine di promuovere la definizione di reti tematiche di offerta turistica, diversificate ed integrate potenziamento e qualificazione dei servizi per il turismo mediante il completamento dell offerta alberghiera e dei servizi di supporto favorire e consentire la nascita di servizi per la didattica ed il tempo libero, l escursionismo, l esercizio di pratiche sportive all area aperta, al fine di strutturare e promuovere una ricca ed articolata offerta nel settore del turismo naturalistico promozione dello sviluppo di una rete di attività commerciali, artigianali e di servizi turistici, quale sistema integrato di promozione delle risorse /prodotti locali e di riqualificazione e conservazione attiva della struttura fisica e dell identità culturale dei centri storici e dei nuclei antichi, interni e costieri Obiettivi del Puc per il Sistema infrastrutturale Obiettivi generali la definizione di un sistema di mobilità intermodale Obiettivi specifici la realizzazione di un nuovo asse stradale, prevalentemente mediante l adeguamento di tracciati esistenti, per un rapido collegamento dei centri di San Giovanni e Bosco con l area hangar e con la variante alla S.S.18 (mediante la realizzazione di un nuovo svincolo) la messa in sicurezza, il completamento ed adeguamento dei tracciati esistenti e della viabilità esistente la realizzazione di parcheggi pubblici a servizio dei centri abitati e del litorale (preferendo la soluzione in interrato nei contesti di maggior rilievo paesaggistico); la valorizzazione del porto di Scario, quale elemento strutturante della rete dei porti e degli approdi della Costa Si riportano di seguito le matrici di valutazione di coerenza tra gli obiettivi del Puc e gli obiettivi di protezione ambientale stabiliti a livello internazionale, comunitario, nazionale e regionale, pertinenti al Piano. 79

81 80

82 La tutela, la riqualificazione e la valorizzazione del sistema ambientale nelle sue componenti naturalistiche ed agro-forestali Obiettivi generali Obiettivi specifici Ridurre la percentuale di popolazione esposta agli inquinamenti Ridurre gli impatti delle sostanze chimiche pericolose sulla salute umana e sull ambiente Ridurre il grado di accadimento di incidente rilevante nel settore industriale Migliorare l organizzazione e la gestione sanitaria Contrastare i fenomeni di diminuzione di materia organica, impermeabilizzazione,.. Prevenire e gestire il rischio sismico, vulcanico, idrogeologico, la desertificazione e l erosione Contrastare i fenomeni di contaminazione dei suoli legati alle attività produttive, commerciali.. Favorire la conservazione e l aumento della superficie forestale, in considerazione della.. Favorire la gestione sostenibile della risorsa suolo e contrastare la perdita di superficie. Proteggere il Mar Mediterraneo dall inquinamento marino Contrastare l'inquinamento al fine di raggiungere lo stato di qualità buono per Promuovere un uso sostenibile dell acqua basato su una gestione a lungo termine,... Proteggere gli ecosistemi acquatici nonché gli ecosistemi terrestri e le zone umide che... Diffondere e favorire un approccio "combinato" nella pianificazione e gestione integrata,... Contribuire al perseguimento degli obiettivi del Protocollo di Kyoto: Accrescere la biomassa forestale e aumentare conseguentemente la capacità di fissaggio... Migliorare la qualità dell aria: ridurre le emissioni di inquinanti in atmosfera da sorgenti Contenere e prevenire l inquinamento elettromagnetico Contenere e prevenire l inquinamento acustico nell ambiente esterno Contenere l inquinamento luminoso ed il consumo energetico da illuminazione esterna... Migliorare il livello di conoscenza sullo stato e l evoluzione degli habitat e delle specie di. Promuovere la conservazione e la valorizzazione di habitat e specie Contrastare l inquinamento, la semplificazione strutturale, l artificializzazione e la Ridurre gli impatti negativi per la biodiversità derivanti dalle attività produttive Promuovere e sostenere l'adozione di interventi, tecniche e tecnologie finalizzate.. Promuovere interventi di miglioramento ambientale mediante azioni volte ad.. Limitare la frammentazione degli habitat naturali e seminaturali e favorire il ripristino.. Promuovere la conservazione in situ di varietà, razze ed ecotipi Ridurre la quantità e la pericolosità dei rifiuti prodotti Aumentare i livelli della raccolta differenziata al fine di raggiungere i target stabiliti dalla norma Incentivare il riutilizzo, il re-impiego ed il riciclaggio dei rifiuti (recupero di materia e Bonificare e recuperare i siti inquinati presenti sul territorio Promuovere azioni di conservazione degli aspetti significativi di un paesaggio, Gestire il paesaggio, in una prospettiva di sviluppo sostenibile, al fine di orientare e di.. Pianificare i paesaggi al fine di promuovere azioni di valorizzazione, ripristino o creazione.. Coinvolgere il pubblico nelle attività di programmazione e pianificazione che.. Conservare, recuperare e valorizzare il patrimonio culturale al fine di favorire Conservare, recuperare e valorizzare il patrimonio culturale al fine di preservare le... Promuovere,.., il perseguimento di forme di mobilità sostenibile. Contribuire allo sviluppo delle città. politiche in materia di ambiente e promuovendo.. Ampliare le aree verdi, le aree permeabili e le zone pedonalizzate nei processi di Aumentare il rendimento ambientale degli edifici con particolare riferimento al VERIFICA DI COERENZA TRA OBIETTIVI DEL PUC ED OBIETTIVI DI PROTEZIONE AMBIENTALE OBIETTIVI DEL PUC PER IL SISTEMA AMBIENTALE con riferimento alla componente salute umana OBIETTIVI DI PROTEZIONE AMBIENTALE STABILITI A LIVELLO INTERNAZIONALE, COMUNITARIO, NAZIONALE E REGIONALE, PERTINENTI AL PIANO con riferimento alla componente suolo con riferimento alla componente acqua con riferimento alla componente atmosfera e cambiamenti climatici con riferimento alla componente biodiversità ed aree naturali protette con riferimento alla componente rifiuti e bonifiche con riferimento alla componente paesaggio e beni culturali con riferimento alla componente ambiente urbano Sa1 Sa2 Sa3 Sa4 Su1 Su2 Su3 Su4 Su5 Ac1 Ac2 Ac3 Ac4 Ac5 Ar1 Ar2 Ar3 Ar4 Ar5 Ar6 B1 B2 B3 B4 B5 B6 B7 B8 RB1 RB2 RB3 RB4 PB1 PB2 PB3 PB4 PB5 PB6 AU1 AU2 AU3 AU4 la tutela e la valorizzazione del patrimonio naturalistico e forestale, quale sistema portante della rete ecologica nazion., region. e provinciale la salvaguardia della integrità fisica e della connotazione paesaggistica ed ambientale degli arenili, delle coste alte, delle falesie e delle fasce costiere la tutela e valorizzazione dei mosaici agricoli ed agro forestali della montagna, della collina, della pianura e delle valli, preservandone l integrità fisica e la caratt. morfologica, vegetazionale e percettiva, attraverso il coordinamento di azioni molteplici che ne possano consentire una tutela attiva la costruzione della rete ecologica comunale, per la protezione della biodiversità, la salvaguardia, la valorizz. e l implementazione delle aree di valore naturalistico e delle relative aree cuscinetto, per la definizione di corridoi ecologici, da strutturare nel quadro provinciale, regionale e nazionale + = = = + + = = + = + + = = = = = = = = = = = = = + = = = + + = = + = + + = = = = = = = = = = = = = + + = = = + = = = = = = = = = = = = = + + = = = + = = + = = = = + = = = + + = + + = = + + = = = = = = = = = = + + = Legenda + coerente L obiettivo specifico del Puc contribuisce al raggiungimento dell obiettivo di protezione ambientale confrontato - incoerente L obiettivo specifico del Puc incide negativamente per il raggiungimento dell obiettivo di protezione ambientale confrontato = indifferente Non si rilevano relazioni, dirette o indirette, fra gli obietti messi a confronto 81

83 la prevenzione e mitigazione dei fattori di rischio naturale ed antropico Obiettivi generali Obiettivi specifici Ridurre la percentuale di popolazione esposta agli inquinamenti Ridurre gli impatti delle sostanze chimiche pericolose sulla salute umana e sull ambiente Ridurre il grado di accadimento di incidente rilevante nel settore industriale Migliorare l organizzazione e la gestione sanitaria Contrastare i fenomeni di diminuzione di materia organica, impermeabilizzazione,.. Prevenire e gestire il rischio sismico, vulcanico, idrogeologico, la desertificazione e l erosione Contrastare i fenomeni di contaminazione dei suoli legati alle attività produttive, commerciali.. Favorire la conservazione e l aumento della superficie forestale, in considerazione della.. Favorire la gestione sostenibile della risorsa suolo e contrastare la perdita di superficie. Proteggere il Mar Mediterraneo dall inquinamento marino Contrastare l'inquinamento al fine di raggiungere lo stato di qualità buono per Promuovere un uso sostenibile dell acqua basato su una gestione a lungo termine,... Proteggere gli ecosistemi acquatici nonché gli ecosistemi terrestri e le zone umide che... Diffondere e favorire un approccio "combinato" nella pianificazione e gestione integrata,... Contribuire al perseguimento degli obiettivi del Protocollo di Kyoto: Accrescere la biomassa forestale e aumentare conseguentemente la capacità di fissaggio... Migliorare la qualità dell aria: ridurre le emissioni di inquinanti in atmosfera da sorgenti Contenere e prevenire l inquinamento elettromagnetico Contenere e prevenire l inquinamento acustico nell ambiente esterno Contenere l inquinamento luminoso ed il consumo energetico da illuminazione esterna... Migliorare il livello di conoscenza sullo stato e l evoluzione degli habitat e delle specie di. Promuovere la conservazione e la valorizzazione di habitat e specie Contrastare l inquinamento, la semplificazione strutturale, l artificializzazione e la Ridurre gli impatti negativi per la biodiversità derivanti dalle attività produttive Promuovere e sostenere l'adozione di interventi, tecniche e tecnologie finalizzate.. Promuovere interventi di miglioramento ambientale mediante azioni volte ad.. Limitare la frammentazione degli habitat naturali e seminaturali e favorire il ripristino.. Promuovere la conservazione in situ di varietà, razze ed ecotipi Ridurre la quantità e la pericolosità dei rifiuti prodotti Aumentare i livelli della raccolta differenziata al fine di raggiungere i target stabiliti dalla norma Incentivare il riutilizzo, il re-impiego ed il riciclaggio dei rifiuti (recupero di materia e Bonificare e recuperare i siti inquinati presenti sul territorio Promuovere azioni di conservazione degli aspetti significativi di un paesaggio, Gestire il paesaggio, in una prospettiva di sviluppo sostenibile, al fine di orientare e di.. Pianificare i paesaggi al fine di promuovere azioni di valorizzazione, ripristino o creazione.. Coinvolgere il pubblico nelle attività di programmazione e pianificazione che.. Conservare, recuperare e valorizzare il patrimonio culturale al fine di favorire Conservare, recuperare e valorizzare il patrimonio culturale al fine di preservare le... Promuovere,.., il perseguimento di forme di mobilità sostenibile. Contribuire allo sviluppo delle città. politiche in materia di ambiente e promuovendo.. Ampliare le aree verdi, le aree permeabili e le zone pedonalizzate nei processi di Aumentare il rendimento ambientale degli edifici con particolare riferimento al VERIFICA DI COERENZA TRA OBIETTIVI DEL PUC ED OBIETTIVI DI PROTEZIONE AMBIENTALE OBIETTIVI DEL PUC PER IL SISTEMA AMBIENTALE con riferimento alla componente salute umana OBIETTIVI DI PROTEZIONE AMBIENTALE STABILITI A LIVELLO INTERNAZIONALE, COMUNITARIO, NAZIONALE E REGIONALE, PERTINENTI AL PIANO con riferimento alla componente suolo con riferimento alla componente acqua con riferimento alla componente atmosfera e cambiamenti climatici con riferimento alla componente biodiversità ed aree naturali protette con riferimento alla componente rifiuti e bonifiche con riferimento alla componente paesaggio e beni culturali con riferimento alla componente ambiente urbano la definizione dei necessari interventi strutturali di mitigazione e riduzione del rischio e del pericolo idrogeologico la redazione di un piano generale di interventi di mitigazione del rischio, basato sull individuazione a campione degli interventi da recepire in piani urbanistici attuativi o progettazione esecutive di opere ed interventi pubblici o di interesse pubblico la redazione di piani di emergenza corredati da monitoraggi strumentali, che a seconda delle tipologie di dissesto, faranno riferimento a tecnologie appropriate la promozione di corrette politiche di gestione territoriale finalizzate alla difesa del suolo, anche mediante la definizione di specifiche misure regolamentari, corredate alla necessità di definire ed attuare un articolato programma di manutenzione programmata del territorio stesso Sa1 Sa2 Sa3 Sa4 Su1 Su2 Su3 Su4 Su5 Ac1 Ac2 Ac3 Ac4 Ac5 Ar1 Ar2 Ar3 Ar4 Ar5 Ar6 B1 B2 B3 B4 B5 B6 B7 B8 RB1 RB2 RB3 RB4 PB1 PB2 PB3 PB4 PB5 PB6 AU1 AU2 AU3 AU4 = = = = + + = = = = = = = = = = = = = = = = = = = = = = = = = = = = + = = = = = = = = = = = + + = = + = = = = = = = = = = = = = = = = = = = = = = = = = = = = = = = = = = + + = = = = = = = = = = = = = = = = = = = = = = = = = = = = = + = = = = = = = = = = + + = = = = = = = = = = = = = = = = = = = = = = = = = = = = = = = = = Legenda + coerente L obiettivo specifico del Puc contribuisce al raggiungimento dell obiettivo di protezione ambientale confrontato - incoerente L obiettivo specifico del Puc incide negativamente per il raggiungimento dell obiettivo di protezione ambientale confrontato = indifferente Non si rilevano relazioni, dirette o indirette, fra gli obietti messi a confronto 82

84 la riorganizzazione, la valorizzazione ed il completamento della struttura insediativa Obiettivi generali Obiettivi specifici Ridurre la percentuale di popolazione esposta agli inquinamenti Ridurre gli impatti delle sostanze chimiche pericolose sulla salute umana e sull ambiente Ridurre il grado di accadimento di incidente rilevante nel settore industriale Migliorare l organizzazione e la gestione sanitaria Contrastare i fenomeni di diminuzione di materia organica, impermeabilizzazione,.. Prevenire e gestire il rischio sismico, vulcanico, idrogeologico, la desertificazione e l erosione Contrastare i fenomeni di contaminazione dei suoli legati alle attività produttive, commerciali.. Favorire la conservazione e l aumento della superficie forestale, in considerazione della.. Favorire la gestione sostenibile della risorsa suolo e contrastare la perdita di superficie. Proteggere il Mar Mediterraneo dall inquinamento marino Contrastare l'inquinamento al fine di raggiungere lo stato di qualità buono per Promuovere un uso sostenibile dell acqua basato su una gestione a lungo termine,... Proteggere gli ecosistemi acquatici nonché gli ecosistemi terrestri e le zone umide che... Diffondere e favorire un approccio "combinato" nella pianificazione e gestione integrata,... Contribuire al perseguimento degli obiettivi del Protocollo di Kyoto: Accrescere la biomassa forestale e aumentare conseguentemente la capacità di fissaggio... Migliorare la qualità dell aria: ridurre le emissioni di inquinanti in atmosfera da sorgenti Contenere e prevenire l inquinamento elettromagnetico Contenere e prevenire l inquinamento acustico nell ambiente esterno Contenere l inquinamento luminoso ed il consumo energetico da illuminazione esterna... Migliorare il livello di conoscenza sullo stato e l evoluzione degli habitat e delle specie di. Promuovere la conservazione e la valorizzazione di habitat e specie Contrastare l inquinamento, la semplificazione strutturale, l artificializzazione e la Ridurre gli impatti negativi per la biodiversità derivanti dalle attività produttive Promuovere e sostenere l'adozione di interventi, tecniche e tecnologie finalizzate.. Promuovere interventi di miglioramento ambientale mediante azioni volte ad.. Limitare la frammentazione degli habitat naturali e seminaturali e favorire il ripristino.. Promuovere la conservazione in situ di varietà, razze ed ecotipi Ridurre la quantità e la pericolosità dei rifiuti prodotti Aumentare i livelli della raccolta differenziata al fine di raggiungere i target stabiliti dalla norma Incentivare il riutilizzo, il re-impiego ed il riciclaggio dei rifiuti (recupero di materia e Bonificare e recuperare i siti inquinati presenti sul territorio Promuovere azioni di conservazione degli aspetti significativi di un paesaggio, Gestire il paesaggio, in una prospettiva di sviluppo sostenibile, al fine di orientare e di.. Pianificare i paesaggi al fine di promuovere azioni di valorizzazione, ripristino o creazione.. Coinvolgere il pubblico nelle attività di programmazione e pianificazione che.. Conservare, recuperare e valorizzare il patrimonio culturale al fine di favorire Conservare, recuperare e valorizzare il patrimonio culturale al fine di preservare le... Promuovere,.., il perseguimento di forme di mobilità sostenibile. Contribuire allo sviluppo delle città. politiche in materia di ambiente e promuovendo.. Ampliare le aree verdi, le aree permeabili e le zone pedonalizzate nei processi di Aumentare il rendimento ambientale degli edifici con particolare riferimento al VERIFICA DI COERENZA TRA OBIETTIVI DEL PUC ED OBIETTIVI DI PROTEZIONE AMBIENTALE OBIETTIVI DEL PUC PER IL SISTEMA INSEDIATIVO con riferimento alla componente salute umana OBIETTIVI DI PROTEZIONE AMBIENTALE STABILITI A LIVELLO INTERNAZIONALE, COMUNITARIO, NAZIONALE E REGIONALE, PERTINENTI AL PIANO con riferimento alla componente suolo con riferimento alla componente acqua con riferimento alla componente atmosfera e cambiamenti climatici con riferimento alla componente biodiversità ed aree naturali protette con riferimento alla componente rifiuti e bonifiche con riferimento alla componente paesaggio e beni culturali con riferimento alla componente ambiente urbano Sa1 Sa2 Sa3 Sa4 Su1 Su2 Su3 Su4 Su5 Ac1 Ac2 Ac3 Ac4 Ac5 Ar1 Ar2 Ar3 Ar4 Ar5 Ar6 B1 B2 B3 B4 B5 B6 B7 B8 RB1 RB2 RB3 RB4 PB1 PB2 PB3 PB4 PB5 PB6 AU1 AU2 AU3 AU4 la tutela e valorizzazione del patrimonio storico, culturale e testimoniale, ed in particolare dei centri e dei nuclei storici la riqualificazione delle aree di urbanizzazione e del patrimonio edilizio più recente prevedendo misure diversificate riqualificazione e valorizzazione del patrimonio edilizio esistente, specie di recente edificaz., mediante la diversificazione delle funzioni e l adeguamento razionalizz. funzionale delle unità immobiliari, prevalent. nell ambito delle volumetrie esistenti promozione delle attività di recupero del patrimonio edilizio esistente da destinare ad attrezzature turistiche (strutture alberghiere ed extralberghiere) o ad attività complementari al turismo, con esclusione di seconde case e case vacanza realizzazione di una piccola quota di nuova edilizia residenziale, con una sostanziale parte riservata ad edilizia pubblica o convenzionata = = = = + + = = + = = = = = = = = = + + = = = = = = = = = = + = = = = = = = + = = + = = = = = = = = = + + = = = = = = = = = = + = = = = = = = = + = = + = = = = = = = = = + + = = = = = = = = = = + = = = = = = = + = = = + = = = = = = = = = = = = = = = = = = = = = = = = + = = = = = = = = = = = = = + = = = = = + = + = = + = = + = = = = = = = = = = = = = = = = = = = = = + Legenda + coerente L obiettivo specifico del Puc contribuisce al raggiungimento dell obiettivo di protezione ambientale confrontato - incoerente L obiettivo specifico del Puc incide negativamente per il raggiungimento dell obiettivo di protezione ambientale confrontato = indifferente Non si rilevano relazioni, dirette o indirette, fra gli obietti messi a confronto 83

85 la riorganizzazione, la valorizzazione ed il completamento della struttura insediativa Obiettivi generali Obiettivi specifici Ridurre la percentuale di popolazione esposta agli inquinamenti Ridurre gli impatti delle sostanze chimiche pericolose sulla salute umana e sull ambiente Ridurre il grado di accadimento di incidente rilevante nel settore industriale Migliorare l organizzazione e la gestione sanitaria Contrastare i fenomeni di diminuzione di materia organica, impermeabilizzazione,.. Prevenire e gestire il rischio sismico, vulcanico, idrogeologico, la desertificazione e l erosione Contrastare i fenomeni di contaminazione dei suoli legati alle attività produttive, commerciali.. Favorire la conservazione e l aumento della superficie forestale, in considerazione della.. Favorire la gestione sostenibile della risorsa suolo e contrastare la perdita di superficie. Proteggere il Mar Mediterraneo dall inquinamento marino Contrastare l'inquinamento al fine di raggiungere lo stato di qualità buono per Promuovere un uso sostenibile dell acqua basato su una gestione a lungo termine,... Proteggere gli ecosistemi acquatici nonché gli ecosistemi terrestri e le zone umide che... Diffondere e favorire un approccio "combinato" nella pianificazione e gestione integrata,... Contribuire al perseguimento degli obiettivi del Protocollo di Kyoto: Accrescere la biomassa forestale e aumentare conseguentemente la capacità di fissaggio... Migliorare la qualità dell aria: ridurre le emissioni di inquinanti in atmosfera da sorgenti Contenere e prevenire l inquinamento elettromagnetico Contenere e prevenire l inquinamento acustico nell ambiente esterno Contenere l inquinamento luminoso ed il consumo energetico da illuminazione esterna... Migliorare il livello di conoscenza sullo stato e l evoluzione degli habitat e delle specie di. Promuovere la conservazione e la valorizzazione di habitat e specie Contrastare l inquinamento, la semplificazione strutturale, l artificializzazione e la Ridurre gli impatti negativi per la biodiversità derivanti dalle attività produttive Promuovere e sostenere l'adozione di interventi, tecniche e tecnologie finalizzate.. Promuovere interventi di miglioramento ambientale mediante azioni volte ad.. Limitare la frammentazione degli habitat naturali e seminaturali e favorire il ripristino.. Promuovere la conservazione in situ di varietà, razze ed ecotipi Ridurre la quantità e la pericolosità dei rifiuti prodotti Aumentare i livelli della raccolta differenziata al fine di raggiungere i target stabiliti dalla norma Incentivare il riutilizzo, il re-impiego ed il riciclaggio dei rifiuti (recupero di materia e Bonificare e recuperare i siti inquinati presenti sul territorio Promuovere azioni di conservazione degli aspetti significativi di un paesaggio, Gestire il paesaggio, in una prospettiva di sviluppo sostenibile, al fine di orientare e di.. Pianificare i paesaggi al fine di promuovere azioni di valorizzazione, ripristino o creazione.. Coinvolgere il pubblico nelle attività di programmazione e pianificazione che.. Conservare, recuperare e valorizzare il patrimonio culturale al fine di favorire Conservare, recuperare e valorizzare il patrimonio culturale al fine di preservare le... Promuovere,.., il perseguimento di forme di mobilità sostenibile. Contribuire allo sviluppo delle città. politiche in materia di ambiente e promuovendo.. Ampliare le aree verdi, le aree permeabili e le zone pedonalizzate nei processi di Aumentare il rendimento ambientale degli edifici con particolare riferimento al VERIFICA DI COERENZA TRA OBIETTIVI DEL PUC ED OBIETTIVI DI PROTEZIONE AMBIENTALE OBIETTIVI DEL PUC PER IL SISTEMA INSEDIATIVO con riferimento alla componente salute umana OBIETTIVI DI PROTEZIONE AMBIENTALE STABILITI A LIVELLO INTERNAZIONALE, COMUNITARIO, NAZIONALE E REGIONALE, PERTINENTI AL PIANO con riferimento alla componente suolo con riferimento alla componente acqua con riferimento alla componente atmosfera e cambiamenti climatici con riferimento alla componente biodiversità ed aree naturali protette con riferimento alla componente rifiuti e bonifiche con riferimento alla componente paesaggio e beni culturali con riferimento alla componente ambiente urbano Sa1 Sa2 Sa3 Sa4 Su1 Su2 Su3 Su4 Su5 Ac1 Ac2 Ac3 Ac4 Ac5 Ar1 Ar2 Ar3 Ar4 Ar5 Ar6 B1 B2 B3 B4 B5 B6 B7 B8 RB1 RB2 RB3 RB4 PB1 PB2 PB3 PB4 PB5 PB6 AU1 AU2 AU3 AU4 riqualificazione del fronte di mare, mediante la predisposizione di specifici piani urbanistici attuativi la tutela e valorizzazione del patrimonio culturale, archeologico ed architettonico la riorganizzazione dell assetto urbano e la promozione della qualità complessiva dello spazio pubblico la riorganizzazione funzionale e potenziamento del sistema delle attrezzature e dei servizi di scala locale e sovralocale (questi ultimi da valutare in una logica di rete e di complementarietà) qualificazione e potenziamento degli aree e delle attrezzature per l insediamento di attività produttive = = = = = + = = = = = = = = = = + = = = = = = = = = = = = = = = = = = + = + + = = = = = + = = = = = = = = = = + = = = = = = = = = = = = = = = = = = = = = = = = + = = = = = = = = = = + = = = = = = = = = = = = + = = = = + + = + = + + = = = = = = = = = + = = = = = = = = = = = = = = = = = = = = = = = + + = + + = = = = = = = + + = = = + + = + = + + = = = + = = = = = = + = = = = = Legenda + coerente L obiettivo specifico del Puc contribuisce al raggiungimento dell obiettivo di protezione ambientale confrontato - incoerente L obiettivo specifico del Puc incide negativamente per il raggiungimento dell obiettivo di protezione ambientale confrontato = indifferente Non si rilevano relazioni, dirette o indirette, fra gli obietti messi a confronto 84

86 Il potenziamento, la qualificazione, la diversificazione e la destagionalizzazione dell offerta turistica per sviluppare appieno le opportunità del territorio Obiettivi generali Obiettivi specifici Ridurre la percentuale di popolazione esposta agli inquinamenti Ridurre gli impatti delle sostanze chimiche pericolose sulla salute umana e sull ambiente Ridurre il grado di accadimento di incidente rilevante nel settore industriale Migliorare l organizzazione e la gestione sanitaria Contrastare i fenomeni di diminuzione di materia organica, impermeabilizzazione,.. Prevenire e gestire il rischio sismico, vulcanico, idrogeologico, la desertificazione e l erosione Contrastare i fenomeni di contaminazione dei suoli legati alle attività produttive, commerciali.. Favorire la conservazione e l aumento della superficie forestale, in considerazione della.. Favorire la gestione sostenibile della risorsa suolo e contrastare la perdita di superficie. Proteggere il Mar Mediterraneo dall inquinamento marino Contrastare l'inquinamento al fine di raggiungere lo stato di qualità buono per Promuovere un uso sostenibile dell acqua basato su una gestione a lungo termine,... Proteggere gli ecosistemi acquatici nonché gli ecosistemi terrestri e le zone umide che... Diffondere e favorire un approccio "combinato" nella pianificazione e gestione integrata,... Contribuire al perseguimento degli obiettivi del Protocollo di Kyoto: Accrescere la biomassa forestale e aumentare conseguentemente la capacità di fissaggio... Migliorare la qualità dell aria: ridurre le emissioni di inquinanti in atmosfera da sorgenti Contenere e prevenire l inquinamento elettromagnetico Contenere e prevenire l inquinamento acustico nell ambiente esterno Contenere l inquinamento luminoso ed il consumo energetico da illuminazione esterna... Migliorare il livello di conoscenza sullo stato e l evoluzione degli habitat e delle specie di. Promuovere la conservazione e la valorizzazione di habitat e specie Contrastare l inquinamento, la semplificazione strutturale, l artificializzazione e la Ridurre gli impatti negativi per la biodiversità derivanti dalle attività produttive Promuovere e sostenere l'adozione di interventi, tecniche e tecnologie finalizzate.. Promuovere interventi di miglioramento ambientale mediante azioni volte ad.. Limitare la frammentazione degli habitat naturali e seminaturali e favorire il ripristino.. Promuovere la conservazione in situ di varietà, razze ed ecotipi Ridurre la quantità e la pericolosità dei rifiuti prodotti Aumentare i livelli della raccolta differenziata al fine di raggiungere i target stabiliti dalla norma Incentivare il riutilizzo, il re-impiego ed il riciclaggio dei rifiuti (recupero di materia e Bonificare e recuperare i siti inquinati presenti sul territorio Promuovere azioni di conservazione degli aspetti significativi di un paesaggio, Gestire il paesaggio, in una prospettiva di sviluppo sostenibile, al fine di orientare e di.. Pianificare i paesaggi al fine di promuovere azioni di valorizzazione, ripristino o creazione.. Coinvolgere il pubblico nelle attività di programmazione e pianificazione che.. Conservare, recuperare e valorizzare il patrimonio culturale al fine di favorire Conservare, recuperare e valorizzare il patrimonio culturale al fine di preservare le... Promuovere,.., il perseguimento di forme di mobilità sostenibile. Contribuire allo sviluppo delle città. politiche in materia di ambiente e promuovendo.. Ampliare le aree verdi, le aree permeabili e le zone pedonalizzate nei processi di Aumentare il rendimento ambientale degli edifici con particolare riferimento al VERIFICA DI COERENZA TRA OBIETTIVI DEL PUC ED OBIETTIVI DI PROTEZIONE AMBIENTALE OBIETTIVI DEL PUC PER IL SISTEMA INSEDIATIVO con riferimento alla componente salute umana OBIETTIVI DI PROTEZIONE AMBIENTALE STABILITI A LIVELLO INTERNAZIONALE, COMUNITARIO, NAZIONALE E REGIONALE, PERTINENTI AL PIANO con riferimento alla componente suolo con riferimento alla componente acqua con riferimento alla componente atmosfera e cambiamenti climatici con riferimento alla componente biodiversità ed aree naturali protette con riferimento alla componente rifiuti e bonifiche con riferimento alla componente paesaggio e beni culturali con riferimento alla componente ambiente urbano Sa1 Sa2 Sa3 Sa4 Su1 Su2 Su3 Su4 Su5 Ac1 Ac2 Ac3 Ac4 Ac5 Ar1 Ar2 Ar3 Ar4 Ar5 Ar6 B1 B2 B3 B4 B5 B6 B7 B8 RB1 RB2 RB3 RB4 PB1 PB2 PB3 PB4 PB5 PB6 AU1 AU2 AU3 AU4 tutela e valorizzazione del sistema dei beni culturali, testimoniali, ambientali, anche al fine di promuovere la definizione di reti tematiche di offerta turistica, diversificate ed integrate = = = = = = = + + = = = = = = = = = = = + + = = = = = = = + = = potenziamento e qualificaz. dei servizi per il turismo mediante il completamento dell offerta alberghiera e dei servizi di supporto = = = = = + = = = = = + = + = = = = = = = = = = = = + = = = = = = + = + = = = = + + favorire e consentire la nascita di servizi per la didattica ed il tempo libero, l escursionismo, l esercizio di pratiche sportive all area aperta, al fine di strutturare e promuovere una ricca ed articolata offerta nel settore del turismo naturalistico = = = = = = = + + = = = = = = = = = = = + + = = = = = = = + = = promozione dello sviluppo di una rete di attività commerciali, artigianali e di servizi turistici, quale sist. integrato di promoz. delle risorse - prodotti locali e di riqualificazione e conserv. attiva della struttura fisica e dell identità culturale dei centri storici e dei nuclei antichi, interni e costieri = = = = = = = = = = = = = = = = = = = = = = + + = + + = = = = = + + = = = = = Legenda + coerente L obiettivo specifico del Puc contribuisce al raggiungimento dell obiettivo di protezione ambientale confrontato - incoerente L obiettivo specifico del Puc incide negativamente per il raggiungimento dell obiettivo di protezione ambientale confrontato = indifferente Non si rilevano relazioni, dirette o indirette, fra gli obietti messi a confronto 85

87 la definizione di un sistema di mobilità intermodale Obiettivi generali Obiettivi specifici Ridurre la percentuale di popolazione esposta agli inquinamenti Ridurre gli impatti delle sostanze chimiche pericolose sulla salute umana e sull ambiente Ridurre il grado di accadimento di incidente rilevante nel settore industriale Migliorare l organizzazione e la gestione sanitaria Contrastare i fenomeni di diminuzione di materia organica, impermeabilizzazione,.. Prevenire e gestire il rischio sismico, vulcanico, idrogeologico, la desertificazione e l erosione Contrastare i fenomeni di contaminazione dei suoli legati alle attività produttive, commerciali.. Favorire la conservazione e l aumento della superficie forestale, in considerazione della.. Favorire la gestione sostenibile della risorsa suolo e contrastare la perdita di superficie. Proteggere il Mar Mediterraneo dall inquinamento marino Contrastare l'inquinamento al fine di raggiungere lo stato di qualità buono per Promuovere un uso sostenibile dell acqua basato su una gestione a lungo termine,... Proteggere gli ecosistemi acquatici nonché gli ecosistemi terrestri e le zone umide che... Diffondere e favorire un approccio "combinato" nella pianificazione e gestione integrata,... Contribuire al perseguimento degli obiettivi del Protocollo di Kyoto: Accrescere la biomassa forestale e aumentare conseguentemente la capacità di fissaggio... Migliorare la qualità dell aria: ridurre le emissioni di inquinanti in atmosfera da sorgenti Contenere e prevenire l inquinamento elettromagnetico Contenere e prevenire l inquinamento acustico nell ambiente esterno Contenere l inquinamento luminoso ed il consumo energetico da illuminazione esterna... Migliorare il livello di conoscenza sullo stato e l evoluzione degli habitat e delle specie di. Promuovere la conservazione e la valorizzazione di habitat e specie Contrastare l inquinamento, la semplificazione strutturale, l artificializzazione e la Ridurre gli impatti negativi per la biodiversità derivanti dalle attività produttive Promuovere e sostenere l'adozione di interventi, tecniche e tecnologie finalizzate.. Promuovere interventi di miglioramento ambientale mediante azioni volte ad.. Limitare la frammentazione degli habitat naturali e seminaturali e favorire il ripristino.. Promuovere la conservazione in situ di varietà, razze ed ecotipi Ridurre la quantità e la pericolosità dei rifiuti prodotti Aumentare i livelli della raccolta differenziata al fine di raggiungere i target stabiliti dalla norma Incentivare il riutilizzo, il re-impiego ed il riciclaggio dei rifiuti (recupero di materia e Bonificare e recuperare i siti inquinati presenti sul territorio Promuovere azioni di conservazione degli aspetti significativi di un paesaggio, Gestire il paesaggio, in una prospettiva di sviluppo sostenibile, al fine di orientare e di.. Pianificare i paesaggi al fine di promuovere azioni di valorizzazione, ripristino o creazione.. Coinvolgere il pubblico nelle attività di programmazione e pianificazione che.. Conservare, recuperare e valorizzare il patrimonio culturale al fine di favorire Conservare, recuperare e valorizzare il patrimonio culturale al fine di preservare le... Promuovere,.., il perseguimento di forme di mobilità sostenibile. Contribuire allo sviluppo delle città. politiche in materia di ambiente e promuovendo.. Ampliare le aree verdi, le aree permeabili e le zone pedonalizzate nei processi di Aumentare il rendimento ambientale degli edifici con particolare riferimento al VERIFICA DI COERENZA TRA OBIETTIVI DEL PUC ED OBIETTIVI DI PROTEZIONE AMBIENTALE OBIETTIVI DEL PUC PER IL SISTEMA INFRASTRUTTURALE con riferimento alla componente salute umana OBIETTIVI DI PROTEZIONE AMBIENTALE STABILITI A LIVELLO INTERNAZIONALE, COMUNITARIO, NAZIONALE E REGIONALE, PERTINENTI AL PIANO con riferimento alla componente suolo con riferimento alla componente acqua con riferimento alla componente atmosfera e cambiamenti climatici con riferimento alla componente biodiversità ed aree naturali protette con riferimento alla componente rifiuti e bonifiche con riferimento alla componente paesaggio e beni culturali con riferimento alla componente ambiente urbano la realizzazione di un nuovo asse stradale, prevalentemente mediante l adeguamento di tracciati esistenti, per un rapido collegamento dei centri di San Giovanni e Bosco con l area hangar e con la variante alla S.S.18 (mediante la realizzazione di un nuovo svincolo) la messa in sicurezza, completamento ed adeguamento dei tracciati esistenti e della viabilità esistente la realizzazione di parcheggi pubblici a servizio dei centri abitati e del litorale (preferendo la soluzione in interrato nei contesti di maggior rilievo paesaggistico); la valorizzazione del porto di Scario, quale elemento strutturante della rete dei porti e degli approdi della Costa Sa1 Sa2 Sa3 Sa4 Su1 Su2 Su3 Su4 Su5 Ac1 Ac2 Ac3 Ac4 Ac5 Ar1 Ar2 Ar3 Ar4 Ar5 Ar6 B1 B2 B3 B4 B5 B6 B7 B8 RB1 RB2 RB3 RB4 PB1 PB2 PB3 PB4 PB5 PB6 AU1 AU2 AU3 AU4 = = = + = = = = = = = = = = = = = = = = = = = = = = = = = = = = = = = = = = = = = = = = = + = = = = = = = = = = = = = = = = = = = = = = = = = = = = = = = = = = = = = = = = = = = = = = = = = = = = + = = = + = = = = = = = = = = = = = = + = = = = + = = = = = = = = = = = = = = = = = = = = = = = = = = = = = = = = = = = = + = = = = + = = = Legenda + coerente L obiettivo specifico del Puc contribuisce al raggiungimento dell obiettivo di protezione ambientale confrontato - incoerente L obiettivo specifico del Puc incide negativamente per il raggiungimento dell obiettivo di protezione ambientale confrontato = indifferente Non si rilevano relazioni, dirette o indirette, fra gli obietti messi a confronto 86

88 4. Aspetti pertinenti dello stato attuale dell'ambiente e sua probabile evoluzione senza l attuazione del Puc Nell ambito del presente capitolo vengono trattate le tematiche di cui ai paragrafi b), c), e d) dell Allegato I della Direttiva 42/2001/CE, ed all Allegato VI alla Parte II del D.Lgs. n.152/2006 (così come modificato ed integrato con il D.Lgs. n.4 del 16 gennaio 2008): b) aspetti pertinenti dello stato attuale dell'ambiente e sua evoluzione probabile senza l'attuazione del piano o del programma; c) caratteristiche ambientali, culturali e paesaggistiche delle aree che potrebbero essere significativamente interessate; d) qualsiasi problema ambientale esistente pertinente al piano o programma, ivi compresi in particolare quelli relativi ad aree di particolare rilevanza ambientale, culturale e paesaggistica, quali le zone designate come zone di protezione speciale per la conservazione degli uccelli selvatici e quelli classificati come siti di importanza comunitaria per la protezione degli habitat naturali e della flora e della fauna selvatica, nonché i territori con produzioni agricole di particolare qualità e tipicità, di cui all art.21 del decreto legislativo 18 maggio 2001, n.228. Nell affrontare le tematiche di cui alla precedente lettera b) l interesse è stato incentrato sullo stato dell ambiente in tutta l area coperta e significativamente interessata dal piano, sia allo stato attuale che senza la sua attuazione. La descrizione della possibile evoluzione degli aspetti pertinenti in caso di mancata attuazione del piano è particolarmente significativa quale quadro basilare di riferimento del presente procedimento di valutazione, assumendo, in tal senso, il ruolo della cosiddetta opzione zero. In riscontro a quanto previsto dalla precedente lettera c), nell ambito della descrizione delle singole componenti ambientali sono state altresì proposte, quando ritenuto opportuno e significativo, informazioni di dettaglio relative ad eventuali specifiche aree che possono essere significativamente interessate dalle previsioni del piano. Infine, in risposta a quanto previsto al precedente punto d) e sempre con riferimento alle singole componenti ambientali considerate, sono stati evidenziati e descritti, quando ritenuto opportuno e significativo, eventuali problemi ambientali esistenti e pertinenti al piano ovvero eventuali possibili effetti che combinati a problemi ambientali esistenti potrebbero assumere una rilevanza significativa. Per le finalità illustrate, sono state considerate le componenti elementari e le tematiche ambientali che più probabilmente, in relazione alle priorità e agli obiettivi individuati dal Puc, potranno essere interessate dagli effetti del piano. In particolare si è riscostruito un quadro dello stato dell ambiente, nell ambito del territorio comunale di San Giovanni a Piro, riferito a quattro settori principali di riferimento, corrispondenti ad altrettante categorie tipologiche di risorse, fattori e/o attività: risorse ambientali primarie: 1. aria; 2. risorse idriche; 3. suolo e sottosuolo; 4. ecosistemi e paesaggio; infrastrutture: 5. modelli insediativi; 6. mobilità; attività antropiche: 7. agricoltura; 87

89 8. industria e commercio; 9. turismo: fattori di interferenza: 10. rumore; 11. energia; 12. rifiuti. Per ognuna delle sopraelencate componenti si riporta di seguito: l analisi del quadro normativo (vedi allegato n.6); la descrizione dello stato; la valutazione della probabile evoluzione senza l attuazione del Puc; la esposizione delle azioni proposte dal Puc per migliorare le criticità ambientali rilevate. 4.1 Aria Descrizione della componente La componente aria è essenziale per la vita degli organismi animali e vegetali; grazie ad essa sono possibili una serie di processi vitali per gli organismi e, di conseguenza, mantenere uno stato ottimale della qualità dell aria è obiettivo prioritario per ogni attività di pianificazione e programmazione. La qualità dell aria è quotidianamente sottoposta a degrado a causa di numerose emissioni di inquinanti in atmosfera derivanti da sorgenti di tipo antropico (sostanzialmente costituite dai processi dei motori a combustione ed attribuibili al traffico veicolare, ai processi industriali, al riscaldamento domestico, agricoltura e altre attività) e naturale (come ad esempio le emissioni dei vulcani, gli incendi, ecc.). Negli ultimi anni, il problema dell inquinamento atmosferico ha avuto un attenzione maggiore per l aumento dei problemi sanitari derivanti dall inquinamento atmosferico e degli effetti indiretti prodotti dai gas serra immessi in atmosfera (Cambiamento Climatico). Il fenomeno dell inquinamento atmosferico non può essere considerato solo a livello locale ma bisogna tenere in considerazione anche gli effetti generati a livello globale indotti dalle condizioni climatiche (vento, temperatura, umidità, etc.). Al fine di limitare le emissioni in atmosfera e gestire la qualità dell aria, anche a livello locale e nelle zone dove non sono registrabili problematiche particolari, occorre assumere misure di contenimento e di riduzione delle emissioni puntuali, lineari e diffuse.. In particolare, nell ambito del presente Rapporto sono state analizzate le seguenti tematiche: clima; qualità dell aria; emissioni in atmosfera. Clima Per quanto concerne le informazioni sulle caratteristiche climatiche locali è possibile utilizzare i dati provenienti dalle stazioni meteo della Rete Agrometeorologica della Regione Campania. Essa è costituita da 37 stazioni di rilevamento automatico di cui otto sono localizzate nel territorio della provincia di Salerno, ed in particolare nei seguenti comuni: Battipaglia; Buccino; Buonabitacolo; Castel San Lorenzo; Licusati; Santa Marina Policastro Bussentino; San Rufo; 88

90 Stella Cilento. Dai dati disponibili per la stazione di rilevamento più vicina, ovvero quella di Santa Marina Policastro Bussentino, è stato possibile estrapolare le informazioni relative alla temperatura (massima, minima e media), all umidità relativa (massima, minima e media), all escursione termica, alla precipitazione giornaliera, alla velocità media del vento ed alla radiazione globale. In particolare, i dati si riferiscono alle medie annuali relativamente all anno solare 2012 (ultimi dati disponibili). Dalla lettura dei dati si evince che la temperatura media annua è di 16,80 C con un escursione termica media di 14,49 C, mentre l umidità relativa media è pari al 72,82%. La precipitazione media annua è di 2,91 mm e la velocità media del vento è pari a 1,97m/s. Condizioni climatiche (anno 2012) Stazione di Santa Marina Policastro Bussentino Temperatura massima media annua 22,07 C Temperatura minima media annua 11,55 C Temperatura media annua 16,80 C Escursione termica media annua 14,49 C Umidità relativa massima media annua 91,45 % Umidità relativa minima media annua 54,19 % Umidità relativa media annua 72,82 % Precipitazione giornaliera media annua 2,91 mm Velocità del vento media annua 1,97 m/s Fonte dei dati Regione Campania, Agrometeorologia, Database on line, 2012 Qualità dell aria Essendo l'aria una miscela eterogenea formata da gas e particelle di varia natura e dimensioni (O2, N2, Ar e CO2 e altre componenti in quantità minori), che si modifica nello spazio e nel tempo per cause naturali e non, risulta non oggettivo definirne le caratteristiche di qualità. Si ritiene, quindi, inquinata l'aria la cui composizione eccede limiti stabiliti per legge allo scopo di evitare effetti nocivi sull'uomo, sugli animali, sulla vegetazione, sui materiali o sugli ecosistemi in generale. L'inquinamento dell'aria può essere di origine naturale (ad esempio dovuto alle eruzioni vulcaniche o agli incendi boschivi), oppure provocato dalle attività umane (origine antropica). Gli inquinanti immessi in atmosfera si possono, a loro volta, classificare in: macroinquinanti - sostanze le cui concentrazioni nell'atmosfera sono dell'ordine dei milligrammi per metro cubo (mg/rn") o dei microgrammi per metro cubo come, ad esempio, il monossido di carbonio (CO), l'anidride carbonica (CO2), gli ossidi di azoto (NO e NO2), l'anidride solforosa (S03), l'ozono (03) e il particolato; microinquinanti - sostanze le cui concentrazioni in atmosfera sono dell'ordine dei nanogrammi per metro cubo, come gli idrocarburi policiclici aromatici (IPA) e le diossine. Questa distinzione non si riferisce, ovviamente, al grado di nocività dell'inquinante in quanto un microinquinante può essere più nocivo per la salute umana di un macroinquinante, anche se quest'ultimo è presente nell'aria in concentrazioni molto maggiori. Si riportano di seguito alcuni inquinanti atmosferici, le fonti e i principali effetti, con lo scopo di migliorare la conoscenza di queste sostanze, utile alla lettura dei dati di monitoraggio dell inquinamento dell aria. 89

91 Inquinanti atmosferici Biossido di zolfo (SO 2) Ossidi di azoto (NO e NO 2) Monossido di carbonio (CO) Ozono (O 3) Polveri totali sospese (PT5) e frazione fine (PM10) Benzene (C6H6) La concentrazione di S0, presenta una variazione stagionale molto evidente, con i valori massimi nella stagione invernale. Grandi sorgenti di S0, sono le centrali termoelettriche a carbone e alcuni processi industriali. Il biossido di zolfo è molto irritante per gli occhi, la gola e le vie respiratorie. In atmosfera, attraverso reazioni con l'ossigeno e le molecole di acqua, contribuisce all'acidificazione delle precipitazioni, con effetti negativi sulla salute dei vegetali. L'NO si forma in tutti i processi di combustione. Le principali sorgenti artificiali di NO sono gli impianti di riscaldamento, alcuni processi industriali e i gas di scarico dei veicoli a motore, soprattutto in condizione di accelerazione e marcia a regime di giri elevato (combustione a temperatura più alta). L NO 2 è considerato più importante per gli effetti sulla salute umana; esso provoca irritazioni alle mucose degli occhi e danni alla vie respiratorie e alla funzionalità polmonare. L'NO, contribuisce all'acidificazione delle precipitazioni con effetti dannosi. Proviene dalla combustione di materiali organici quando la quantità di ossigeno a disposizione è insufficiente. La principale sorgente di CO è rappresentata dai gas di scarico dei veicoli a benzina, soprattutto (a differenza di NO) funzionanti a bassi regimi, come nelle situazioni di traffico urbano intenso e rallentato. Il monossido di carbonio ha la proprietà di fissarsi all'emoglobina del sangue impedendo il normale trasporto dell'ossigeno nelle varie parti dei corpo. Gli organi più colpiti sono il sistema nervoso centrale e il sistema cardiovascolare, soprattutto per le persone affette da cardiopatie. Alle concentrazioni abitualmente rileva bili nell'atmosfera urbana gli effetti sono reversibili. L'ozono presente nell'aria che respiriamo, negli strati inferiori dell'atmosfera, è un inquinante. Esso è generato a partire dall'azione della radiazione solare sulle molecole di biossido di azoto presenti in atmosfera. L'ozono si accumula solo se l'atmosfera, oltre ad essere inquinata da ossidi di azoto, contiene anche idrocarburi reattivi, trovandosi in situazione favorevole allo sviluppo di smog fotochimico. L'ozono è particolarmente irritante per le vie respiratorie e per gli occhi. Provoca lesioni sulle foglie di alcuni vegetali. Su gomme e fibre tessili provoca alterazioni riducendo l'elasticità e rendendo fragile il materiale. L'ozono è inoltre un gas serra, ovvero in grado di modificare significativamente, anche a basse concentrazioni, l'equilibrio radiante dei sistema terra-atmosfera, producendo un riscaldamento globale dell'atmosfera. Il suo contributo percentuale al riscaldamento globale è stato stimato neil'8%, contro il 50% della CO 2 il 20% dei clorofluorocarburi, il 16% dei metano e il 6% del protossido d'azoto (N 2O). L'origine delle particelle presenti in sospensione nell'atmosfera è assai varia: quelle più grossolane, provengono per lo più dalla risospensione di polveri inerti da cantieri, aree scoperte, superfici stradali. Particelle di origine vegetale, aggregati di particelle incombuste provenienti da impianti di combustione e dai motori degli autoveicoli costituiscono, invece, la frazione fine dei particolato. Queste ultime, soprattutto, possono veicolare sulla loro superficie metalli pesanti (piombo, cadmio, zinco) e molecole complesse di idrocarburi (idrocarburi policiclici aromatici ad alto peso molecolare). La nocività sulla salute umana dipende sia dalla composizione chimica, che dalla dimensione delle particelle autoveisi fermano nelle mucose rinofaringee, dando luogo a irritazioni e allergie; quelle di diametro compreso tra 5 e 10 micron raggiungono la trachea e i bronchi; quelle infine con diametro inferiore a 5 micron possono penetrare fino agli alveoli polmonari. Le particelle fini sono, dunque, particolarmente pericolose. Per questo motivo la legislazione ha preso in considerazione la misura selettiva della frazione di particolato atmosferico con diametro aerodinamico inferiore a 10 micron, indicato come PM 10 stabilendo per essa specifici valori di riferimento di concentrazione. Il particolato atmosferico produce degradazione delle superfici esposte e riduzione della visibilità. Su larga scala può produrre modificazioni sul clima. Questo inquinante primario proviene per circa il 90% dagli autoveicoli, emesso dal gas di scarico. Il benzene viene classificato dall'larc (International agency for research on cancer) nel gruppo 1, cui appartengono tutte quelle sostanze per le quali è stato accertato il potere di induzione di tumore nell'uomo. Per esposizione cronica esso, infatti, esercita un'azione tossica sul midollo osseo con possibile induzione di leucemia. Altri effetti sono a carico dei sistema nervoso centrale. Il sistema di controllo della qualità dell'aria è uno strumento conoscitivo in grado di fornire informazioni sulla verifica del rispetto dei limiti normativi e per conoscere lo stato generale della qualità dell'aria. 90

92 Le aree stazioni di misura fisse sono ubicate in siti rappresentativi delle diverse situazioni caratteristiche della regione dal punto di vista dell'orografia, delle condizioni meteoclimatiche e della presenza di sorgenti di emissioni inquinanti in atmosfera. Non sono presenti stazioni di misura sul territorio comunale di San Giovanni a Piro, le stazioni di traffico urbane più vicine sono le 3 stazioni di Salerno (SA21 Scuola Pastena Monte, SA22, Ospedale Via Vernieri; SA23, Scuola Osvaldo Conti). In Campania la rete di rilevamento della qualità dell aria è gestita dall ARPAC (Agenzia Regionale per la Protezione dell Ambiente della Campania) che si avvale di una rete fissa di 20 centraline, localizzate soprattutto nei capoluoghi di provincia, e da una rete mobile. Le centraline sono in attività dal 1994 e misurano, ad intervallo di un ora, la concentrazione in atmosfera degli inquinanti. Le centraline utilizzate appartengono a quattro tipologie (A, B, C e D). Le centraline di tipo A sono localizzate in aree verdi, lontano dalle fonti di inquinamento, e misurano tutti gli inquinanti primari e secondari, allo scopo di fornire un valore da utilizzare come riferimento. Le centraline di tipo B sono localizzate in aree ad elevata densità abitativa e misurano la concentrazione dei seguenti inquinanti emessi: SO2, NO2, PTS. Le centraline di tipo C vengono localizzate in zone ad elevato traffico e misurano gli inquinanti emessi direttamente dal traffico veicolare: NO2, CO, PTS. Le centraline di tipo D vengono localizzate in periferia e sono finalizzate alla misura dell inquinamento fotochimico o secondario: NO2, O3. In provincia di Salerno, ed esclusivamente nel comune capoluogo, sono state localizzate tre centraline: una tipo B, una di tipo C ed una di tipo D. Emissioni in atmosfera Nel Piano regionale di risanamento e mantenimento della qualità dell aria sono riportati i dati relativi alle emissioni in atmosfera dei seguenti composti e sostanze inquinanti: ossidi di zolfo (SOx), ossidi di azoto (NOx), monossido di carbonio (CO), composti organici volatili (COV), polveri sospese (PM10). Gli ossidi di zolfo (SOx), che derivano in gran parte dall uso di combustibili contenenti zolfo, costituiscono uno dei principali agenti del processo di acidificazione dell atmosfera. Gli ossidi di azoto (NOx) derivano dai processi di combustione ad alta temperatura e le fonti principali sono da identificarsi nei trasporti, nella produzione di elettricità e calore, nelle attività industriali. Il monossido di carbonio (CO) è un inquinante atmosferico che si forma durante i processi di combustione quando essa risulta essere incompleta per mancanza di ossigeno. Le fonti maggiori sono i trasporti e l industria (impianti siderurgici e raffinerie di petrolio), mentre in quantità minore è dovuto alle centrali termoelettriche ed agli impianti di riscaldamento civile. I composti organici volatili (COV), insieme agli ossidi di azoto, costituiscono i precursori dell ozono troposferico. L ozono, la cui causa principale di formazione sono i trasporti, ha un elevato potere ossidante e determina effetti dannosi sulla popolazione, sugli ecosistemi naturali e sui beni storicoartistici. Le polveri sospese sono particolarmente insidiose quando hanno una dimensione inferiore a 10 μm (PM10); esse possono avere sia origine naturale (erosione dei suoli, trasporto di sabbia, aerosol marino, ecc.) che antropica (le cui fonti principali sono il settore residenziale e quello dei trasporti). In particolare, il Piano regionale di risanamento e mantenimento della qualità dell aria, della Campania ha stimato (anno di riferimento 2002) le emissioni di SOx, NOx, CO, COVNM e PM10 per i diversi comuni della regione raggruppandoli in classi, e distinguendo tra emissioni diffuse ed emissioni dovute ad impianti produttivi. A seconda degli inquinanti considerati le classi crescenti di inquinamento sono state individuate secondo il seguente schema dei valori annui di emissioni: Emissioni diffuse di ossidi di zolfo (SOx): Classe 1: da 0,11 t a 15,73 t; Classe 2: da 15,74 t a 59,33 t; 91

93 Classe 3: da 59,34 t a 201,13 t; Classe 4: da 201,14 t a 595,73 t. Emissioni da impianti di ossidi di zolfo (SOx): Classe 1: da 0,00 t a 35,68 t; Classe 2: da 35,69 t a 99,00 t; Classe 3: da 99,01 t a 186,78 t; Classe 4: da 186,79 t a 810,50 t. Emissioni diffuse di ossidi di azoto (NOx): Classe 1: da 4,06 t a 180,72 t; Classe 2: da 180,73 t a 580,29 t; Classe 3: da 580,30 t a 2.202,09 t; Classe 4: da 2.202,10 t a ,82 t. Emissioni da impianti di ossidi di azoto (NOx): Classe 1: da 0,00 t a 35,68 t; Classe 2: da 35,69 t a 99,00 t; Classe 3: da 99,01 t a 186,78 t; Classe 4: da 186,79 t a 810,50 t. Emissioni diffuse di monossido di carbonio (CO): Classe 1: da 17,17 t a 571,80 t; Classe 2: da 571,81 t a 1.857,43 t; Classe 3: da 1.857,44 t a 6.327,01 t; Classe 4: da 6.327,02 t a ,79 t. Emissioni da impianti di monossido di carbonio (CO): Classe 1: da 0,00 t a 35,68 t; Classe 2: da 35,69 t a 99,00 t; Classe 3: da 99,01 t a 186,78 t; Classe 4: da 186,79 t a 810,50 t. Emissioni diffuse di composti organici volatili (COV): Classe 1: da 6,11 t a 262,45 t; Classe 2: da 262,46 t a 817,92 t; Classe 3: da 817,93 t a 2.567,83 t; Classe 4: da 2.567,84 t a ,29 t. Emissioni da impianti di composti organici volatili (COV): Classe 1: da 0,00 t a 35,68 t; Classe 2: da 35,69 t a 99,00 t; Classe 3: da 99,01 t a 186,78 t; Classe 4: da 186,79 t a 810,50 t. Emissioni diffuse di particolato atmosferico (PM10): Classe 1: da 0,45 t a 22,46 t; Classe 2: da 22,47 t a 74,81 t; Classe 3: da 74,82 t a 289,84 t; Classe 4: da 289,85 t a 1.057,57 t. Emissioni da impianti di particolato atmosferico (PM10): Classe 1: da 0,00 t a 35,68 t; Classe 2: da 35,69 t a 99,00 t; Classe 3: da 99,01 t a 186,78 t; Classe 4: da 186,79 t a 810,50 t. Si tenga presente che la suddivisione in classi è stata operata tenendo conto di tutti i comuni della Campania che, in alcune aree della regione, sono caratterizzati dai valori molto elevati di emissioni (IV classe). 92

94 I limiti nazionali di emissioni da raggiungere entro il 2010, fissati dal D. Lgs. 171/2004 sono di 475 kt per gli ossidi di zolfo (SOx), di 990 kt per gli ossidi di azoto (NOx) e di kt per i composti organici volatili (COV). Relativamente al monossido di carbonio (CO) si fa riferimento a diverse normative a seconda dei settori che ne generano emissioni: Direttiva/98/77/CE per ridurre le emissioni dei veicoli a motore; Direttiva 97/68/CE per le emissioni di inquinanti gassosi; D.M. 503 del 19/11/1997 per le emissioni da processi di combustione; D.M. del 12/07/1990 e D. Lgs. 351/1999 per la combustione da impianti industriali. Il D.M. n. 60 del 02/04/2002 fissa, invece, i valori limiti per il PM10 in vigore dall 01/01/2005 (fase 1) e dall 01/01/2010 (fase 2). Per quanto concerne il settore dei trasporti, la Delibera CIPE 123/2002 ( Revisione delle linee guida per le politiche e misure nazionali di riduzione delle emissioni dei gas serra ) fissa un obiettivo settoriale di emissioni di gas serra strettamente connesso al consumo di combustibili fossili. Il D. Lgs. 128/2005, di recepimento della Direttiva 2003/30/CE sulla promozione dell uso dei biocarburanti o di altri carburanti rinnovabili nei trasporti, prevede il raggiungimento di limiti indicativi per l utilizzo dei biocarburanti nel settore dei trasporti (1% nel 2005 e 2,5% nel 2010) più bassi di quelli riportati nella Direttiva. Inoltre, il D.Lgs. 66/200505, che attua la Direttiva 2003/17/CE, ha introdotto nuovi limiti al tenore di zolfo di benzina e gasolio (50 mg/kg) ed al tenore di aromatici nelle benzine a partire dal primo gennaio A partire dal 2009 tutti i carburanti devono avere un tenore di zolfo inferiore ai 10 mg/kg. Il comune di S. Giovanni a Piro non rientra tra le zone di mantenimento della zonizzazione del territorio prevista dal Piano regionale di risanamento e mantenimento della qualità dell aria. Radiazioni ionizzanti e non ionizzanti Per quanto concerne il fenomeno dell inquinamento elettromagnetico, si è fatto riferimento agli eventuali superamenti dei limiti normativi. I temi ambientali individuati sono relativi a: rischio da radiazioni ionizzanti; inquinamento da campi elettromagnetici. Relativamente alle radiazioni ionizzanti non si dispone di misure puntuali per il comune di San Giovanni a Piro, ma soltanto di dati di livello provinciale. E stata invece installata una postazione di monitoraggio dei campi elettromagnetici presso Contrada Paccuma. Dall indagine è emerso che la pressione elettromagnetica nel territorio di S. Giovanni a Piro rientra nel valore limite previsto dalla tabella 1 allegato B al DPCM 08/07/03 (V/m). Rischio da radiazioni ionizzanti In Regione Campania è stato avviato un progetto di Monitoraggio della radioattività ambientale, con l obiettivo di costruire una rete regionale in grado di prevenire, intercettare e minimizzare i rischi originati da: incidenti nell impiego di radionuclidi; realtà naturali potenzialmente a rischio per la collettività; sorgenti radioattive orfane; incidenti non preventivabili a priori. In particolare, il progetto di monitoraggio della radioattività sul territorio della regione Campania prevede un implementazione organizzativa e tecnica del Centro di riferimento Regionale per il controllo della Radioattività (CRR), l istituzione di Punti di Osservazione Territoriale (POT) e l attivazione di una Rete Unica Regionale di Sorveglianza sulla Radioattività. I Punti di Osservazione Territoriale sono cinque, uno per provincia, e costituiscono i nodi provinciali della rete ed hanno un attività di base su scala provinciale e funzioni di laboratorio specialistico a valenza regionale sulle seguenti tematiche: 93

95 POT Avellino: NORM e TENORM; POT Benevento: misure dosimetriche; POT Caserta: mis POT Napoli: emergenze: La Rete Unica Regionale di Sorveglianza della Radioattività ha il compito di avviare indagini analitiche su matrici ambientali, alimentari e su prodotti industriali in genere, al fine di rendere disponibili le informazioni sull andamento spazio temporale della radioattività, sia sulla totalità del territorio regionale che su aree circoscritte, e sui livelli di radioattività in alimenti e prodotti. Le indagini riguardano i controlli sulle matrici alimentari e le acque potabili, nonché la sorveglianza del territorio con particolare attenzione ad alcuni punti critici. L attività di campionamento è affidata al CRR per le matrici ambientali ed industriali ed alle AA.SS.LL. per le matrici alimentari e le acque potabili. Relativamente alle matrici alimentari, non si dispone, ad oggi, di dati disaggregati per comune e, quindi, di informazioni specifiche relative a San Giovanni a Piro. Invece, se si considera il livello provinciale, nel biennio , sono stati operati 222 campionamenti di matrici alimentari (482 complessivamente nella regione Campania) e per tutte le matrici esaminate sono state effettuate analisi di spettrometria gamma ad alta risoluzione con rivelatore al Germanio iperpuro, volte all identificazione di radionuclidi naturali ed artificiali, nonché alla determinazione della concentrazione delle relative attività (espressa in Bq/kg). Dalle analisi effettuate si evince che la contaminazione di radionuclidi artificiali, presenti nell ambiente a seguito dell evento accidentale di Chernobyl del 1986, risulta appena rilevabile ad eccezione di qualche matrice particolare. Per quanto concerne la matrice acqua, in considerazione della sua rilevante valenza ambientale e socio-sanitaria, l ARPAC ha affrontato, in termini conoscitivi e sperimentali, la problematica relativa all interazione fiume-falda, nel bacino del fiume Bussento. Si tratta, comunque, di un territorio che riguarda il comune di San Giovanni a Piro. Infine, per quanto concerne la risoluzione delle problematiche inerenti la tematica del Radon, l ARPAC ha avviato un progetto sperimentale in grado di individuare aree a diversa suscettibilità di esalazione di radon dal suolo, dette Radon-prone Areas. L analisi del contenuto in termini di concentrazione di attività del Radon nelle acque superficiali e il monitoraggio dei valori relativi e della loro variabilità nello spazio e nel tempo costituiscono un formidabile strumento di indagine conoscitiva per la comprensione della interazione fra acque sotterranee e fiume, contribuendo, in questo modo, alla definizione della fascia iporeica e, quindi, della interconnessione degli ecosistemi. Questo tipo di monitoraggio risulta ancor più efficace se integrato con quello chimico-fisico e biologico, in quanto contribuisce all acquisizione del quadro complessivo della radioattività naturale come agente fisico nelle acque. I limiti di questo tipo di monitoraggio, pur nella semplicità ed economicità di acquisizione, consistono nella validazione scientifica dei dati rilevati, nonché nella loro correʃ a elaborazione e interpretazione in situazioni ambientali complesse. La fase attuale, di calibrazione e validazione delle metodologie e degli approcci, consente di estendere l applicazione dei modelli di interazione falda-fiume alle altre situazioni sensibili della Campania. Sono attualmente in corso attività nel Vallo di Diano, Bussento, Calore Salernitano, Valle del Sele, Picentini, Solofrana-Sarno, Sabato e Ofanto. Le risultanze preliminari del monitoraggio hanno consento di rilevare numerosi tratti fluviali in cui si riscontrano interferenze, positive o negative, fra acque sotterranee e acque superficiali, valutandone la loro variabilità spaziale e temporale connesse al regime di ricarica delle falde. 94

96 Concentrazione media di attività del Cesio 137 (artificiale) (anni ) Provincia di Salerno Concentrazione per la matrice cereali e derivati Concentrazione per la matrice prima infanzia Concentrazione per la matrice pasto mensa Concentrazione per la matrice verdure Concentrazione per la matrice latte e derivati Concentrazione per la matrice prodotti di origine animale Concentrazione per la matrice prodotti industria alimentare Concentrazione per la matrice fieno Concentrazione per la matrice mangimi Concentrazione per la matrice pesci e molluschi Concentrazione per la matrice funghi Concentrazione per la matrice carne Concentrazione per la matrice frutta Concentrazione media di attività del Potassio 40 (naturale) (anni ) Provincia di Salerno Concentrazione per la matrice cereali e derivati Concentrazione per la matrice prima infanzia Concentrazione per la matrice pasto mensa Concentrazione per la matrice verdure Concentrazione per la matrice latte e derivati Concentrazione per la matrice prodotti di origine animale Concentrazione per la matrice prodotti industria alimentare Concentrazione per la matrice fieno Concentrazione per la matrice mangimi Concentrazione per la matrice pesci e molluschi Concentrazione per la matrice funghi Concentrazione per la matrice carne Concentrazione per la matrice frutta 0,27 Bq/kg 0,22 Bq/kg 0,30 Bq/kg 0,34 Bq/kg 0,09 Bq/kg 0,25 Bq/kg 0,27 Bq/kg 0,45 Bq/kg 0,30 Bq/kg 0,18 Bq/kg 12,13 Bq/kg 0,28 Bq/kg 0,37 Bq/kg 85 Bq/kg 19 Bq/kg 55 Bq/kg 270 Bq/kg 91 Bq/kg 105 Bq/kg 78 Bq/kg 323 Bq/kg 199 Bq/kg 69 Bq/kg 320 Bq/kg 70 Bq/kg 218 Bq/kg Concentrazione massima di attività del Cesio 137 (artificiale) (Stato, anni ) Provincia di Salerno Concentrazione per la matrice cereali e derivati Concentrazione per la matrice prima infanzia Concentrazione per la matrice pasto mensa Concentrazione per la matrice verdure Concentrazione per la matrice latte e derivati Concentrazione per la matrice prodotti di origine animale Concentrazione per la matrice prodotti industria alimentare Concentrazione per la matrice fieno Concentrazione per la matrice mangimi Concentrazione per la matrice pesci e molluschi Concentrazione per la matrice funghi Concentrazione per la matrice carne Concentrazione per la matrice frutta 0,3 Bq/kg 0,4 Bq/kg 0,4 Bq/kg 2,0 Bq/kg 0,2 Bq/kg 0,6 Bq/kg 1,2 Bq/kg 1,6 Bq/kg 0,5 Bq/kg 0,6 Bq/kg 76,0 Bq/kg 0,5 Bq/kg 0,3 Bq/kg 95

97 Concentrazione massima di attività del Potassio 40 (naturale) (anni ) Provincia di Salerno Concentrazione per la matrice cereali e derivati 107 Bq/kg Concentrazione per la matrice prima infanzia 158 Bq/kg Concentrazione per la matrice pasto mensa 59 Bq/kg Concentrazione per la matrice verdure Bq/kg Concentrazione per la matrice latte e derivati 528 Bq/kg Concentrazione per la matrice prodotti di origine 189 Bq/kg animale Concentrazione per la matrice prodotti industria 238 Bq/kg alimentare Concentrazione per la matrice fieno 918 Bq/kg Concentrazione per la matrice mangimi 406 Bq/kg Concentrazione per la matrice pesci e molluschi 178 Bq/kg Concentrazione per la matrice funghi Bq/kg Concentrazione per la matrice carne 169 Bq/kg Concentrazione per la matrice frutta 520 Bq/kg Inquinamento da campi elettromagnetici Con deliberazione di C.C.n.7/2014 il Comune di San Giovanni a Piro ha approvato il Piano di Localizzazione e Delocalizzazione delle Antenne di Radio-TV-Telefonia Mobile. Si tratta di uno strumento regolamentare che definisce le linee guida programmatiche per la realizzazione, la pianificazione, la localizzazione e la delocalizzazione della rete e delle infrastrutture di telefonia radiomobile e trasmissione dati, in conformità alle leggi e provvedimenti che disciplinano la materia oltre alle autoregolamentazioni che il Comune ha deciso di adottare in funzione degli obiettivi di qualità ambientale. Il regolamento stabilisce che la localizzazione e la realizzazione delle infrastrutture di telefonia radiomobile e trasmissione dati deve avvenire nel rispetto dei limiti di esposizione, dei valori di attenzione e degli obiettivi di qualità di cui alla legge n. 36/2001 e alla Legge Regionale n. 30 del 2000, e non solo in favore della minimizzazione dell esposizione della popolazione ai campi elettromagnetici, ma considerando come primo input di tale piano la salute e il benessere degli esseri viventi. Il regolamento tiene inoltre conto dell indicazione dell Amministrazione Comunale di de-localizzare le installazioni di telefonia mobile e di trasmissione dati esistenti e localizzare le installazioni future preferibilmente in aree di proprietà comunale appositamente individuate in funzione delle loro caratteristiche intrinseche e localizzative. Nell ambito della elaborazione del Regolamento, che fissa anche le modalità ed i criteri per lo svolgimento delle necessarie attività di monitoraggio, è stato altresì effettuato un censimento puntuale degli impianti esistenti e fornite specifiche indicazioni su talune necessità di delocalizzazione Probabile evoluzione della componente senza l attuazione del Puc La mancata attuazione delle strategie, delle misure specifiche e delle azioni di intervento previste dal Puc e riassunte nel paragrafo successivo, per quanto concerne gli aspetti di interesse con riferimento alla componente in trattazione, avrebbe ripercussioni dirette ed indirette sia per quanto concerne il contenimento delle emissioni in atmosfera di gas serra e di inquinanti di vario tipo, sia al fine di preservare la qualità dell aria e contrastare i fenomeni di cambiamento climatico. La mancata attuazione di efficaci strategie di tutela e valorizzazione delle risorse naturalistiche ed agroforestali, di corrette politiche di difesa suolo, di strategie di razionalizzazione del sistema della mobilità, la mancata promozione di politiche di efficientamento energetico connesse alla realizzazione di aree produttive ecologicamente attrezzate o di nuovi insediamenti programmati nel rispetto dei parametri 96

98 bioclimatici, del contenimento dei consumi energetici e della cogenerazione da fonti rinnovabili, determinerebbe, certamente, fenomeni di progressivo peggioramento della qualità dell aria e l impossibilità di contribuire fattivamente a contrastare i fenomeni connessi al cambiamento climatico. La mancata attuazione, poi, di politiche di riqualificazione urbanistica e di recupero qualitativo del patrimonio edilizio esistente non consentirebbe di intervenire e promuovere la riduzione delle emissioni di inquinanti in atmosfera da sorgenti lineari e diffuse, ed il ricorso all'utilizzo di fonti energetiche rinnovabili. In definitiva la mancata attuazione del Puc non consentirebbe di perseguire efficaci azioni volte a garantire il miglioramento della sostenibilità ambientale della struttura urbana Le scelte del Piano Il Puc di San Giovanni a Piro pone in campo molteplici strategie, misure specifiche ed azioni di intervento aventi ripercussioni dirette ed indirette sia al fine di contenere le emissioni in atmosfera di gas serra e di inquinanti di vario tipo, sia al fine di preservare la qualità dell aria e contrastare i fenomeni di cambiamento climatico. In particolare il Puc prevede: - la salvaguardia della integrità fisica e della connotazione paesaggistica ed ambientale del patrimonio naturalistico - forestale e della fascia costiera mediante: la tutela delle componenti peculiari geomorfologiche, vegetazionali e paesaggistiche che ne connotano l assetto; la riqualificazione, la rinaturalizzazione, il recupero ambientale, paesaggistico ed idrogeologico dei siti degradati o destrutturati; ecc.; - la tutela e valorizzazione dei mosaici agricoli ed agroforestali mediante: la salvaguardia dell integrità fisica e della caratterizzazione morfologica, vegetazionale e percettiva dei siti; la conservazione e la promozione delle colture tipiche e tradizionali e l adesione a sistemi di qualità; - la costruzione della rete ecologica comunale, quale precisazione ed integrazione della rete ecologica provinciale delineata dal Ptcp, per la protezione della biodiversità, la salvaguardia, la valorizzazione e l implementazione delle aree di valore naturalistico e delle relative aree cuscinetto, per la definizione di corridoi ecologici, da strutturare nel quadro provinciale, regionale e nazionale, concorrendo fattivamente in tal senso alla costruzione delle Rete Natura, ed al perseguimento degli obiettivi della Direttiva CEE n. 43/92 Habitat ; - la promozione di corrette politiche di gestione e manutenzione territoriale finalizzate alla difesa del suolo, anche in vista dei cambiamenti climatici in atto; - la riqualificazione delle aree di urbanizzazione più recente e del patrimonio edilizio esistente, che comportano la necessaria attuazione (anche alla luce delle previsioni del RUEC) di previsioni normative e regolamentari nazionali e regionali in materia di risparmio e contenimento energetico nell edilizia, efficienza degli impianti, diffusione di fonti rinnovabili di energia, controllo delle emissioni in atmosfera, ecc. - la realizzazione di due aree destinate ad accogliere, nell ambito di un intervento di pianificazione rispondente alle più recenti normative di settore in materia di contenimento dei fattori di inquinamento, le attività artigianali più inquinanti ed incompatibili con la struttura urbana esistente; - la promozione della qualità complessiva dello spazio pubblico, anche per quanto concerne gli impianti tecnologici a suo servizio; - razionalizzazione funzionale del sistema della mobilità interno, anche la fine di risolvere problematiche connesse alla circolazione ed alla sosta dei veicoli; - l aumento del numero di impianti di produzione di energia proveniente da fonti rinnovabili e l efficientamento energetico degli edifici pubblici e privati e degli impianti produttivi. 97

99 A tale previsioni vanno poi aggiunte quelle previste dal RUEC in conformità alle previsioni normative e statali vigenti, specie per quanto concerne la specificazione dei criteri per il rispetto delle norme in materia energetico-ambientale. 4.2 Risorse Idriche Descrizione della componente La qualità dell acqua è un tema di grande importanza e costituisce un elemento in grado di influenzare in maniera diretta la salute umana. Affrontare la valutazione di tale componente ambientale, inoltre, non può prescindere dalla considerazione che la qualità delle acque potabili, di quelle destinate all agricoltura e di quelle destinate alla balneazione è legata alla corretta gestione del ciclo integrato dei rifiuti e all implementazione degli interventi di bonifica dei siti contaminati. In Campania il principale comparto di utilizzo della risorsa idrica prelevata è quello agricolo, seguito dal comparto civile e da quello industriale. Le principali pressioni sullo stato qualitativo della risorsa idrica nel territorio campano, quindi, sono costituite principalmente dal carico inquinante determinatosi a seguito delle attività agricole nelle aree di piana, e nelle aree a forte antropizzazione, come quelle urbane o le grosse aree industriali. Nel comparto agricolo, per una gestione sostenibile delle risorse idriche è necessario tenere conto dell'intero ciclo dell'acqua, certamente privilegiando alcune tecniche che garantiscono un consumo di acqua più contenuto, ma soprattutto assicurando una gestione integrata del territorio che contrasti il fenomeno della dispersione. La componente ambientale acqua è stata affrontata nell ambito del presente rapporto sia con riferimento alle risorse idriche superficiali che a quelle sotterranee. Per entrambe ne sono stati evidenziati sia parametri di tipo fisico (portate, consumi, prelievi, ecc.) che chimico, cioè legati alla presenza di inquinanti. Le tematiche di riferimento sono le seguenti: - risorse idriche superficiali; - risorse idriche sotterranee; - consumi idrici; - collettamento delle acque reflue; - carichi sversati nei corpi idrici superficiali; - qualità delle acque superficiali; - qualità delle acque sotterranee; - balneabilità delle acque marine. Risorse idriche superficiali La tematica si riferisce alle caratteristiche del bacino idrologico del Fiume Bussento, che ricade in parte nel territorio del comune di San Giovanni a Piro, e viene classificato come Corpo Idrico Significativo (CIS) dalla Regione Campania. Il Fiume Bussento nasce dai versanti meridionali del Monte Cervati, nel distretto montuoso del Cilento e, scorrendo su rocce carbonatiche, risente di forti fenomeni carsici. Tale carsismo costringe il Bussento a seguire un percorso estremamente articolato che in molti tratti risulta di spettacolare bellezza: dalle sorgenti alla foce si incontrano inghiottitoi, forre, gole, grotte, cascate e risorgive; quindi, dopo circa 37 km, il fiume sfocia nel Golfo di Policastro. Tutto il bacino idrografico del Bussento è compreso nel territorio del Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano ed Alburni, ed è caratterizzato da un impatto antropico decisamente moderato, nonostante l acqua del fiume sia destinata ad un uso molteplice. 98

100 Fonte delle informazioni Regione Campania, Piano di tutela delle acque, 2006 Risorse idriche sotterranee La tematica si riferisce alle caratteristiche dei Corpi Idrici Sotterranei Significativi (CISS), così come classificati dalla Regione Campania. Il territorio del comune di San Giovanni a Piro è caratterizzato da corpi idrici sotterranei carbonatici ad elevata permeabilità per carsismo e fratturazione, che spesso convogliano le acque verso poche sorgenti estremamente cospicue, ubicati lungo tutta la dorsale appenninica con alcuni massicci in prossimità della costa (M. Bulgheria). Fonte delle informazioni ARPAC, Acqua, il monitoraggio in Campania Consumi idrici La tematica si riferisce ai consumi idrici annui da parte della popolazione residente attraverso la quantità di acqua immessa nella rete di distribuzione. Inoltre, il consumo idrico pro capite consente anche di valutare le abitudini della popolazione in rapporto alla risorsa idrica. Il Comune di San Giovanni a Piro è servito dall acquedotto dell Elce, alimentato dalle sorgenti Faraone (Rofrano), Fistone I e II, Acquafredda, Fiumifreddo e Scaricatore della Torna, ed ha una portata complessiva massima pari a 200 litri/secondo e serve circa ventiquattro comuni del Cilento interno. Le condotte di adduzione dello schema hanno uno sviluppo di circa 300 km. La risorsa vettoriata dall acquedotto viene integrata da una portata media di circa 60 l/s proveniente dal potabilizzatore di Angellara, alimentato dell invaso del Carmine in agro di Cannalonga. Il consumo annuo pro capite è pari a 84,22 mc/ab, per un consumo complessivo nel 2014 pari a mc (Scario mc, San Giovanni a Piro mc, Bosco mc).. La lunghezza della rete di distribuzione è di 49,82 km e quella pro capite 13,13 m/ab. La quota di abitanti servita dalla rete idrica è pari al 100% della popolazione complessiva del comune, superiore alla media nazionale pari al 96%. Fonte dei dati CONSAC, 2014 Comune di San Giovanni a Piro, Ufficio Manutenzione, 2014 Collettamento delle acque reflue La tematica si riferisce al sistema di raccolta dei reflui considerando, soprattutto, la percentuale di abitanti serviti dalla rete fognaria che, nel territorio comunale di San Giovanni a Piro, è pari al 75% della popolazione complessiva. A questo proposito bisogna considerare che la presenza o meno della rete fognaria, ed il suo grado di copertura espresso in percentuale, indicano il grado di conformità del sistema ai requisiti di legge. È ritenuto conforme, l agglomerato provvisto di rete fognaria e con grado di copertura uguale o superiore al 90%; parzialmente conforme, l agglomerato provvisto di rete fognaria, ma con grado di copertura inferiore al 90%; conforme con riserva, l agglomerato in cui è presente la rete fognaria, ma con grado di copertura non definito; non conforme, l agglomerato non provvisto di rete fognaria. La lunghezza della rete di distribuzione è di 34,30 km e quella pro capite 9,04 m/ab. Per quanto concerne il sistema depurativo il comune di San Giovanni a Piro è dotato di due impianti di depurazione, posto nei pressi dei centri storici di Bosco e San Giovanni a Piro. 99

101 Fonte dei dati CONSAC, 2014 Comune di San Giovanni a Piro, Ufficio Manutenzione, 2014 Carichi sversati nei corpi idrici superficiali Un elemento per la valutazione delle pressioni esercitate sulle risorse idriche fa riferimento alle concentrazioni di alcuni elementi, quali BOD5 (Domanda Biochimica di Ossigeno), azoto (N) e fosforo (P). Ebbene, il Piano di tutela delle acque della Regione Campania, ha provveduto a stimare i carichi generati e sversati per tutte le componenti antropiche che concorrono ad alterare lo stato di qualità ambientale dei corpi idrici superficiali (demografia, industria, agricoltura e zootecnia). Non è stato possibile, invece, stimare gli impatti sulle acque sotterranee. In particolare, si riportano i dati dei carichi sversati per l intero territorio comunale da cui emerge che il carico maggiore è dovuto alla pressione demografica. Un ulteriore informazione concerne la Direttiva 91/676/CEE (c.d. Direttiva Nitrati ), recepita dal D.Lgs. 152/1999 e dal D.M. 7 aprile 2006, che riguarda la pratica della fertilizzazione dei suoli agricoli. Infatti, attraverso lo spandimento degli effluenti provenienti dalle aziende zootecniche e delle piccole aziende agroalimentari, si genera l inquinamento delle acque sotterranee e superficiali dovuto, in primo luogo, ai nitrati presenti nei reflui. La Direttiva prevede: - una designazione di Zone Vulnerabili da Nitrati di Origine Agricola (ZVNOA), nelle quali vi è il divieto di spargimento dei reflui degli allevamenti e di quelli provenienti dalle piccole aziende agroalimentari, fino un limite massimo annuo di 170 kg di azoto per ettaro; - a regolamentazione dell utilizzazione agronomica degli effluenti zootecnici e dei reflui aziendali, con definizione dei Programmi d Azione, che stabiliscono le modalità con cui possono essere effettuati tali spandimenti. In Campania le ZVNOA sono state approvate con Deliberazione n. 700 del 18 febbraio 2003 (BURC n. 12 del 17 marzo 2003) ed esse sono state delimitate utilizzando specifica documentazione tecnica (carte dei suoli, carta delle pendenze, carte dell uso agricolo del suolo, dati della rete di monitoraggio delle acque dell ARPAC, dati e cartografie delle Autorità di bacino) e riportate su apposita cartografia in scala 1: La superficie del territorio di San Giovanni a Piro non risulta vulnerabile ai nitrati di origine agricola e non appartiene alla ZVNOA della provincia di Salerno che interessa 70 comuni. Fonte dei dati Regione Campania, Piano di tutela delle acque, 2006 Regione Campania, Le zone vulnerabili ai nitrati di origine agricola, 2007 Carichi sversati nei corpi idrici superficiali (anno 2001) Carico di BOD5 sversato annuo Carico di azoto (N) sversato annuo kg kg Percentuale di BOD5 sversato dovuto alla pressione demografica 89,45 % Percentuale di BOD5 sversato dovuto all industria 6,30 % Percentuale di BOD5 sversato dovuto all agricoltura 0,0 % Percentuale di BOD5 sversato dovuto alla zootecnia 4,25 % Percentuale di azoto (N) sversato dovuto alla pressione demografica 73,1 % Percentuale di azoto (N) sversato dovuto all industria 0,00 % Percentuale di azoto (N) sversato dovuto ad agricoltura e zootecnia 26,9 % 100

102 Zone vulnerabili ai nitrati di origine agricola (ZVNOA) (Stato, anno 2007) Appartenenza del territorio comunale a ZVNOA no Qualità delle acque superficiali Per la valutazione della qualità delle acque superficiali ci si riferisce alla suddivisione in classi chimiche secondo le disposizioni del D.Lgs. 152/1999. In particolare, il livello di qualità dell acqua nei fiumi e nei principali affluenti viene, di solito, analizzato utilizzando i seguenti indicatori ed indici previsti dal D.Lgs. 152/1999: - Indicatore di qualità fisico-chimica e microbiologica valutate mediante sette parametri macrodescrittori: O2 (ossigeno disciolto), BOD5 (domanda biochimica di ossigeno), COD (domanda chimica di ossigeno), N-NH4 + (azoto ammoniacale), N-NO3 - (azoto nitrico), P Totale (fosforo totale) e Coliformi fecali. Il cosiddetto Livello di Inquinamento da Macrodescrittori (LIM) si ottiene sommando i punteggi ottenuti dai sette precedenti parametri chimici e microbiologici e considerando il 75 percentile della serie delle misure. Il risultato viene, quindi, fatto rientrare in una scala con livelli di qualità decrescente da 1 a 5, dove: - Livello 1 = ottimo; - Livello 2 = buono; - Livello 3 = sufficiente; - Livello 4 = scarso; - Livello 5 = pessimo. - Indicatore di qualità biologica (in realtà è esso stesso già un indice) analizzato mediante la qualità biotica, usando i valori rilevati dalla mappatura dei corsi d acqua e condotto con il metodo IBE (Indice Biotico Esteso); esso utilizza lo stato delle popolazioni dei macroinvertebrati bentonici come indicatore indiretto del livello d inquinamento. In particolare, l indice IBE classifica la qualità di un corso d acqua su di una scala che va da 12 (qualità ottimale) a 0 (massimo degrado). Per comodità, i punteggi espressi su questa scala vengono raggruppati in una scala con livelli di qualità decrescente da 1 a 5, dove: - Classe 1 = ambiente non inquinato o comunque non alterato in modo sensibile; - Classe 2 = ambiente con modesti sintomi di inquinamento o di alterazione; - Classe 3 = ambiente molto inquinato o comunque alterato; - Classe 4 = ambiente molto inquinato o comunque molto alterato; - Classe 5 = ambiente fortemente inquinato e fortemente alterato. - Indice sintetico dello stato ecologico, espressione della qualità, della struttura e del funzionamento degli ecosistemi acquatici associati alle acque superficiali, ottenuto dalla sovrapposizione dei due indicatori precedenti ed individuato dal peggiore. In sostanza, per definire il cosiddetto Stato Ecologico dei Corsi d Acqua (SECA) si confronta il risultato del LIM con quello dell IBE ed il valore peggiore determina la classe di appartenenza (da 1 a 5), dove: - Classe 1 = ottimo; - Classe 2 = buono; - Classe 3 = sufficiente; - Classe 4 = scarso; - Classe 5 = pessimo. - Indice sintetico dello stato ambientale, che si ottiene incrociando i valori conseguiti per il SECA con i dati relativi alla presenza di microinquinanti (sia organici che metalli pesanti), 101

103 considerando il peggiore dei due risultati per l attribuzione della classe di qualità, secondo i seguenti giudizi: - Elevato; - Buono; - Sufficiente; - Scadente; - Pessimo. Fonte dei dati ARPAC, Relazione sullo stato dell ambiente in Campania 2009 Qualità delle acque sotterranee Così come per le acque superficiali, anche per la valutazione della qualità delle acque sotterranee ci si riferisce ad una suddivisione in classi chimiche secondo le disposizioni del D.Lgs. 152/1999. Più precisamente, si determina uno Stato Chimico delle Acque Sotterranee (SCAS) che costituisce un indice sintetico per la classificazione della qualità delle acque delle sorgenti e dei pozzi. Le acque sotterranee sono classificate mediante il sistema parametrico a classi di qualità con valori di soglia descritto nell Allegato 1 del Decreto stesso. Il metodo porta alla determinazione dello stato chimico che viene successivamente combinato lo stato quantitativo, per definire univocamente lo stato ambientale delle acque sotterranee. In particolare, le classi previste per lo stato chimico vanno da 1 a 4 (con caratteristiche idrochimiche variabili da pregiate a scadenti ) mentre, per lo stato quantitativo, le classi vanno da A a C (cioè da impatto antropico nullo a impatto significativo ). Inoltre, per le acque che naturalmente hanno caratteristiche idrochimiche non favorevoli agli usi umani è prevista la classe 0, mentre per gli acquiferi poco rilevanti quantitativamente la classe D (classi particolari). Lo stato ambientale complessivo è il risultato dell analisi congiunta dello stato chimico e dello stato quantitativo. Per definire lo stato ambientale si confronta il risultato dello stato chimico con quello quantitativo e la classe peggiore ne definisce la classe di appartenenza. In questo modo, si ottiene un indice sintetico espresso in una scala con classi di qualità decrescente da 0 a 4, dove: - Classe 0 = particolare; - Classe 1 = elevata; - Classe 2 = buona; - Classe 3 = sufficiente; - Classe 4 = scadente. Relativamente al corpo idrico sotterraneo del Monte Bulgheria sono disponibili i dati (anni ) sullo stato chimico, quantitativo ed ambientale. Sono anche disponibili i dati relativi alla sola classe SCAS (anno 2006) e riferiti alle diverse stazioni di rilevamento (sorgenti). Per la classe SCAS sono disponibili anche i dati riferiti all anno 2007 (seppure aggregati), che comunque non fanno registrare variazioni rispetto all anno precedente. Nella Relazione sullo stato dell Ambiente in Campania del 2009 viene riportato il confronto tra gli obiettivi di qualità definiti in maniera unitaria per l intero corpo idrico sotterraneo del Monte Bulgheria e i valori di SCAS risultanti dalle attività di monitoraggio condotte dall ARPAC. CORPO IDRICO Monte Bulgheria SCAS (classe) OBIETTIVO 2008 EX DIRETTIVA 2000/60/CE OBIETTIVO DI QUALITA FISSATO NEL PTA AL 31/12/2008 COERENZA CON OBIETTIVO 2008 OBETTIVO 2015 EX DIRETTIVA 2000/60/CE OBIETTIVO DI QUALITA FISSATO NEL PTA AL 31/12/ SUFFICIENTE - NO BUONO ELEVATO- BUONO COERENZA CON OBIETTIVO 2015 NO 102

104 Fonte dei dati ARPAC, Annuario dati ambientali Campania 2006 ARPAC, Annuario dati ambientali Campania 2007 Regione Campania-ARPAC, Acqua: il monitoraggio in Campania ARPAC, Relazione sullo stato dell ambiente in Campania 2009 Stato ambientale delle acque sotterranee (Stato, anni ) Monte Bulgheria Classe dello stato chimico 2 Classe dello stato quantitativo 1 Classe dello stato ambientale 2 Balneabilità delle acque Il D.Lgs. 116/2008 e s.m.i. all art.8 ha introdotto la seguente classificazione delle acque di balneazione: a) scarsa; b) sufficiente; c) buona; d) eccellente. La Regione Campania con Deliberazione di Giunta Regionale n. 663 del 30 dicembre 2013 ha definito la classificazione della qualità delle acque di balneazione ed ha individuato le acque non balneabili per l anno 2004 ai sensi del D. Lgs. N. 116 del 30 maggio 2008 e del D.M. 30 marzo Per la valutazione e la classificazione delle acque di balneazione sono stati presi in considerazione i seguenti criteri: 1. Qualità scarsa: Le acque di balneazione sono classificate di qualità scarsa se, nella serie di dati sulla qualità delle acque di balneazione per l ultimo periodo di valutazione, i valori percentili delle enumerazioni microbiologiche sono peggiori rispetto ai valori corrispondenti alla qualità sufficiente indicati nell Allegato I, colonna D del D. Lgs. 116/ Qualità sufficiente: Le acque di balneazione sono classificate di qualità sufficiente se, nella serie di dati sulla qualità delle acque di balneazione per l ultimo periodo di valutazione, i valori percentili delle enumerazioni microbiologiche sono uguali o migliori rispetto ai valori corrispondenti alla qualità sufficiente indicati nell Allegato I, colonna D del D. Lgs. 116/ Qualità buona: Le acque di balneazione sono classificate di qualità buona se, nella serie di dati sulla qualità delle acque di balneazione per l ultimo periodo di valutazione, i valori percentili delle enumerazioni microbiologiche sono uguali o migliori rispetto ai valori corrispondenti alla qualità buona indicati nell Allegato I, colonna C del D. Lgs. 116/ Qualità eccellente: Le acque di balneazione sono classificate di qualità buona se, nella serie di dati sulla qualità delle acque di balneazione per l ultimo periodo di valutazione, i valori percentili delle enumerazioni microbiologiche sono uguali o migliori rispetto ai valori corrispondenti alla qualità eccellente indicati nell Allegato I, colonna B del D. Lgs. 116/08. L allegato 1 alla Delibera attribuisce alle spiagge del comune di San Giovanni a Piro (per l anno 2014) : - da spiaggia dei Francesi a spiaggia dei Gabbiani, qualità eccellente; - Costa della Masseta, qualità eccellente; - Punta Spinosa, qualità eccellente; - Faro, qualità buona; - Scario, qualità buona. 103

105 4.2.2 Probabile evoluzione della componente senza l attuazione del Puc La mancata attuazione delle strategie, delle misure specifiche e delle azioni di intervento previste dal Puc e riassunte nel paragrafo successivo, per quanto concerne gli aspetti di interesse con riferimento alla componente in trattazione, avrebbe ripercussioni dirette ed indirette sia per quanto concerne il contenimento del consumo delle risorse idriche sia al fine di preservare la qualità tanto delle acque terrestri quanto di quelle marine. La mancata attuazione di efficaci strategie di tutela e valorizzazione delle risorse naturalistiche ed agroforestali, di corrette politiche di difesa suolo, ma anche la mancata attuazione dei programmi di riqualificazione ambientale e la non applicazione delle misure specifiche di tutela previste dal Puc, determinerebbe, certamente, fenomeni di depauperamento ed inquinamento delle risorse in trattazione. Inoltre, l impossibilità di attuare moderni programmi di recupero e riqualificazione urbana, specificamente previsti dal Puc ed attuabili solo in sua vigenza, non consentirebbe la messa a punto di ulteriori azioni di tutela delle risorse idriche, di risparmio, come, ad esempio, l attuazione di interventi di risanamento delle reti di distribuzione e controllo e riduzione delle perdite, di interventi volti al riutilizzo delle acque reflue depurate, contribuendo in tal modo a ridurre e tutelare l uso di risorse idriche profonde. Senza l attuazione del Puc non sarebbero inoltre perseguibili obiettivi quali la gestione delle acque piovane, il contenimento dei rifiuti liquidi, il contenimento dei consumi di acqua potabile, l incremento della permeabilità delle aree libere ubicate in contesto urbano Le scelte del Piano Il Puc persegue, tra gli obiettivi prioritari, la tutela e la valorizzazione del patrimonio identitario, naturale ed antropico, proponendo non solo strategie di conservazione, ma anche efficaci interventi volti alla valorizzazione delle risorse naturali. E del tutto evidente che tale obiettivo strategico concorre, fattivamente, alla tutela ed alla riqualificazione della risorsa in esame, con riferimento alla quale si enunciano, di seguito, in maniera indicativa e non certo esaustiva talune strategie, misure specifiche ed azioni di intervento previste dal Puc: - la salvaguardia della integrità fisica e della connotazione paesaggistica ed ambientale del patrimonio naturalistico - forestale e della fascia costiera mediante: la tutela delle componenti peculiari geomorfologiche, vegetazionali e paesaggistiche che ne connotano l assetto; la riqualificazione, la rinaturalizzazione, il recupero ambientale, paesaggistico ed idrogeologico dei siti degradati o destrutturati; ecc.; - la tutela e valorizzazione dei mosaici agricoli ed agroforestali mediante: la salvaguardia dell integrità fisica e della caratterizzazione morfologica, vegetazionale e percettiva dei siti; la conservazione e la promozione delle colture tipiche e tradizionali e l adesione a sistemi di qualità; - la costruzione della rete ecologica comunale, quale precisazione ed integrazione della rete ecologica provinciale delineata dal Ptcp, per la protezione della biodiversità, la salvaguardia, la valorizzazione e l implementazione delle aree di valore naturalistico e delle relative aree cuscinetto, per la definizione di corridoi ecologici, da strutturare nel quadro provinciale, regionale e nazionale, concorrendo fattivamente in tal senso alla costruzione delle Rete Natura, ed al perseguimento degli obiettivi della Direttiva CEE n. 43/92 Habitat ; - la promozione di corrette politiche di gestione e manutenzione territoriale finalizzate alla difesa del suolo, anche in vista dei cambiamenti climatici in atto; - la tutela delle fasce di pertinenza fluviale, la definizione di fasce di rispetto per tutti i corsi d acqua, anche quelli minori; - il divieto di alterazione del regime di apporti sedimentari di origine sia continentale che litoranea; - il divieto di alterazione dell integrità fisica del suolo, dell alterazione delle dinamiche morfoevolutive, delle condizioni di stabilità delle coltri superficiali e di realizzazione/localizzazione di nuovi interventi 104

106 antropici che possano compromettere l integrità di tali componenti (salvo gli interventi necessari alla messa in sicurezza e ad eventuali, limitati, percorsi e attrezzature di servizio a minimo impatto, interventi di recupero ed adeguamento del patrimonio edilizio esistente); - le misure volte al mantenimento ed all ampliamento delle aree permeabile in ambito urbano; - le misure volte a promuovere l nascita di aree produttive ecologicamente attrezzate e cioè dotate di accorgimenti tecnici ed impiantistici volti al contenimento nell impiego delle risorse naturali, ivi inclusa la componente in esame; - le misure volte ad incentivare, ed in taluni casi a prescrivere, gli interventi di riqualificazione funzionale ed urbanistica degli insediamenti di più recente formazione e che risultano contrassegnati da scarsa qualità urbanistica, paesaggistica, funzionale ed infrastrutturale, specie con riferimento alle necessarie opere di urbanizzazione primaria e secondaria. A tale misure vanno poi sommate quelle previste dal RUEC e specificatamente finalizzate al contenimento del consumo della risorsa idrica ed al miglioramento della qualità della stessa. 4.3 Suolo e sottosuolo Descrizione della componente Il comprensorio comunale di San Giovanni a Piro si colloca nell ambito del settore sud-orientale del Cilento, definita come provincia Morfostrutturale in Guida et al. 1980, a sua volta sub unità della Regione Tettonica Campano Lucana. In dettaglio il comprensorio comunale si estende in destra idrografica del fiume Bussento tra le pendici orientali e meridionali del M.te Bulgheria ed i rilievi montuosi e collinari dei Sistemi litologici carbonatico e marnoso argilloso, fino a raggiungere la fascia costiera. Il territorio a grandi linee può essere suddiviso in quattro settori, cui corrispondono fasce altimetriche e macro elementi morfologici ben delineati: - il settore nord-occidentale si distingue per la presenza imponente del M.te Bulgheria (rilievo montuoso del Sistema carbonatico) e dei suoi versanti che sono ricompresi nella fascia altimetrica tra 1225m s.l.m. e 550m s.l.m.- I versanti acclivi, a controllo strutturale spesso si raccordano, verso l alto, con superfici sommitali a più bassa pendenza o decisamente pianeggianti. Trattasi, spesso, di relitti di una più estesa paleosuperficie sommitale, di età terziaria, smembrata a causa dei più recenti movimenti neotettonici. I versanti carbonatici sono solcati da forre e gole fortemente incise, anch esse impostatesi su lineazioni tettoniche. - il settore sud-occidentale in cui emergono i rilievi collinari del sistema carbonatico (M.te Penniniello - 660m s.l.m. - M.te Picotta 572 m s.l.m. e Serra Vallerta 526m s.l.m. ). - il settore nord-orientale e sud-orientale caratterizzato da versanti e rilievi collinari del sistema litologico argilloso- marnoso e ricompreso nella fascia altimetrica dei m s.l.m. In corrispondenza di tali areali si rileva la presenza di versanti a più debole acclività, caratterizzati da un reticolo idrografico gerarchizzato, a causa della diffusa presenza di terreni impermeabili e di una loro maggiore erodibilità. - la fascia costiera, suddivisa in un settore occidentale caratterizzato da falesia a costa alta e un settore orientale a costa bassa e sabbiosa. In generale nell ambito del territorio comunale affiorano terreni ascrivibili ad una delle porzioni geometricamente apicali del prisma orogenico sud-appenninico, costituito dalle unità interne (terreni bacinali che derivano dalla deformazione di domini paleogeografici deposti su crosta oceanica o continentale assottigliata: Unità nord-calabresi o Liguridi auct. e unità Sicilidi in Bonardi et alii, 1992a), di età per lo più terziaria, sovrapposte tettonicamente durante il Miocene, sui depositi mesozoico-terziari delle unità esterne riferite al paleomargine occidentale della microplacca apula (l Unità tettonica Bulgheria; l Unità tettonica dei Monti Alburno-Cervati-Pollino). 105

107 Unità interne A questo gruppo afferisce l Unità tettonica Nord Calabrese (sensu Bonardi et alii, 1992a) suddivisa in subunità tettonica inferiore (cfr. Unità ad Affinità Sicilide auct. o Castelnuovo Cilento auct.) e subunità tettonica superiore (cfr. Unità Liguride auct.: formazione delle Crete Nere e del Saraceno); esse sono costituite principalmente da calcarenite marnosa, calcilutite, argille, spesso silicee, con arenarie e conglomerati che sono stati deposti in bacini pelagici. Unità esterne A queste unità appartiene l unità del Monte Bulgheria e l unità dell Alburno cervati Pollino: sedimenti carbonatici (Mesozoico e Terziario) di piattaforma carbonatica, transizione a bacino e bacino prossimale che derivano dalla deformazione di domini paleogeografici meso-cenozoici che insistevano su crosta continentale (D Argenio et alii, 1973; Bosellini, 2004). Queste unità costituiscono anche le principali morfostrutture del Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano (Cervati M.: 1898 m s.l.m., Alburno M.: 1742 m s.l.m., Bulgheria M.: 1225 m s.l.m.) DEPOSITI Quaternari Postorogenici In questo gruppo sono inclusi tutti i sedimenti marini e continentali depositatisi alla fine dell emersione dell area (tardo Pliocene e primo Pleistocene). Sono costituiti da: sedimenti fluviali, antichi e recenti, distribuiti lungo le principali aste fluviali; sabbie eoliche e depositi marini (Pleistocene) collegate ai vari livelli del mare, rilevabili lungo la costa cilentana; depositi detritici di falda. Il massiccio del M.te Bulgheria, che costituisce una singolarità geomorfologica sia per la valenza estetico-percettiva del paesaggio che per l importanza in campo geologico, è caratterizzato da un assetto strutturale costituito da una grande piega coricata verso Nord, con asse E-W, segmentata e ribassata a gradinata verso sud, da una serie di faglie normali a prevalente direzione E-W con un rigetto complessivo, superiore ai mille metri. Un evidenza di tale ribassamento è rappresentata dalla dorsale Monticello-M.te Picotta, ubicata nel settore occidentale del comprensorio comunale di San Giovanni a Piro, che risulta anche arretrata rispetto al corpo centrale del massiccio, e che è connessa ad un evidente lineamento strutturale corrispondente alla faglia di Fonte Fratta. Tale lineamento ha avuto anche una forte componente trasversale in una fase tettonica successiva a quella responsabile del piegamento ( Guida M et alii 1989). La successione stratigrafica del territorio comunale, in sintesi, può essere ricondotta a formazioni rocciose carbonatiche mesozoiche ( ascrivibili all Unità Monte Bulgheria -Roccagloriosa ) e a formazioni terrigene unità ad Affinità Sicilide, ricoperte da coltri detritiche, eluviali e colluviali e lungo la costa da depositi marini. In dettaglio la successione dei terreni che forma il substrato geologico del territorio può essere così delineata, in ordine di età decrescente: Unità Monte Bulgheria Flysch Nero_ formazione di S.Giovanni a Piro: Argille siltose fogliettate, quarziti e brecciole calcaree -Miocene Inf - Calcari a frammenti di Rudiste : calciruditi bioclastici in strati e banchi Cretacico_sup Calcari oolitici: calcareniti oolitici e pseudooolitici e calcari bioclastici di periscogliera- Dogger_Malm Marne Gialle : Calcari marnosi e marne gialli in straterelli regolari Lias Sup. Calcari con selce : Calcari con liste e noduli di selce in strati regolari- Lias mediosup Calcari dolomitici : Calcari dolomitici e calcari massicci concrezionari: Lias -Inf. 106

108 Unità Roccagloriosa Unità Interne Formazione di S.Cataldo: argille marnose nere fessurate quarziti, calcilutiti e brecciole calcaree (Miocene-inf ) Successione affinità Sicilide pelitiche: Argille ed argille marnose varicolori con strati e livelli calcilutitici e quarzitici; (Cretaceo-sup- Oligocene) Successione affinità Sicilide litoide: Calcari marnosi, marne ed argille con impregnazioni manganesifere; (Cretaceo-sup- Oligocene). Formazione Crete Nere (membro Black Shales) Argille fessurate o con fratture aciculari e straterelli quarzitici e calcilutitici (Malm Eocene Medio) I rapporti tra le successioni dell unità M.te Bulgheria -Roccagloriosa e le successioni delle Unità interne sono di tipo tettonico e sono attribuibili a fasi tettoniche diverse che hanno contribuito alla formazione dell attuale assetto strutturale dell area, in particolare Guida D. et alii 1996 riconoscono le seguenti fasi: - prima fase: sovrapposizione delle Unità Interne sull Unità M.te Bulgheria; - seconda fase : formazione dell anticlinale di rampa del M,te Bulgheria ; - terza fase : sovrapposizione dell anticlinale del M.te Bulgheria sulle Unità interne prima delle fasi tettoniche di tipo distensivo che hanno condotto alla strutturazione finale dell area. La componente suolo rappresenta una risorsa essenzialmente non rinnovabile caratterizzata, se destinata ad usi non corretti, non solo da una notevole velocità di degrado, ma anche da una scarsa capacità di rigenerazione. I principali problemi di degrado che possono interessare il suolo sono rappresentati dai fenomeni di compattazione, desertificazione, erosione, impermeabilizzazione, salinizzazione, diminuzione di materia organica e della biodiversità, e inquinamento diffuso e puntuale, dissesto idrogeologico. La salvaguardia della multifunzionalità, delle qualità del suolo e la sua difesa intesa in senso più ampio, rappresentano, pertanto, uno degli obiettivi prioritari di qualsiasi programmazione e pianificazione territoriale. Nell ambito del presente studio saranno di seguito approfondite due tematiche particolarmente significative nel caso di San Giovanni a Piro in relazione alla componente in esame: il rischio idrogeologico ed il rischio sismico. Il rischio idrogeologico L elevata complessità geologica e geomorfologica del comprensorio comunale rende ragione della presenza di circa 408 fenomeni franosi, inventariati all interno del perimetro comunale, così come risulta dalla carta Inventario dei fenomeni franosi e dalle relative schede IFFI a corredo del Piano Stralcio. Trattasi di fenomeni sia attivi che quiescenti, questi ultimi con morfologie sia sospese che stabilizzate, e di dimensioni molto variabili. I rilievi carbonatici, sono caratterizzati dalla presenza di versanti fortemente acclivi talora ricoperti da terreni detritico piroclastici e solcati da numerosi valloni fortemente incisi. Essi sono sede di colamenti rapidi prevalentemente del tipo debris flow e debris avalanche che interessano, con forme soprattutto incanalate, il reticolo idrografico nelle zone a più elevata pendenza. Sempre nell ambito della categoria dei dissesti a rapida evoluzione, si segnalano, poi, numerosi fenomeni di crollo e crollo-ribaltamento che interessano le rocce lapidee (calcari, dolomie, calcari marnosi). Sebbene le zone coinvolte da queste frane siano arealmente limitate, il loro numero è elevato, con maggior concentrazione ove gli ammassi lapidei appaiono maggiormente fratturati ed interessati dalla presenza di pareti sub verticali. Tra i fattori d innesco di queste frane occorre annoverare oltre ad apporti meteorici particolarmente intensi (e tali da saturare parzialmente o totalmente le fratture della roccia) anche le oscillazioni termiche stagionali e giornaliere che provocano crioclastismo, soprattutto nelle zone poste a quote più elevate. Dopo la fase di distacco, l evoluzione del fenomeno procede mediante processi di caduta libera delle volumetrie in frana, con impatti e rimbalzi successivi lungo le pareti ed i versanti più acclivi o fenomeni di scivolamento dei massi sulle coperture erbose. La mobilità dei cumuli di frana (di 107

109 norma elevata) è fortemente condizionata dalle proprietà geomeccaniche delle rocce e dei materiali presenti lungo i pendii e, segnatamente, dalle loro caratteristiche di elasticità e di restituzione dell energia cinetica in conseguenza degli impatti stessi. Le zone maggiormente interessate dai crolli sono quelle dei versanti calcarei, calcaro marnosi e dolomitici. Seguono quindi fenomeni di dissesto del tipo scorrimento rotazionale che evolvono sovente in scorrimenti traslativi e colate. Trattasi di frane caratterizzate dalla presenza di superfici di rottura generalmente profonde che impegnano ampie zone di versanti collinari, ove affiorano le formazioni terrigene ( argille, argille marnose, marne). I fenomeni in questione sono il più delle volte caratterizzati da processi di riattivazione di frane quiescenti, ad andamento stagionale, e con accelerazioni durante periodi particolarmente piovosi. In tal senso, trattasi di frane intermittenti ove il ruolo instabilizzante delle pressioni interstiziali è amplificato da apporti di acque superficiali ed anche profonde. Un ultima tipologia di dissesto è rappresentata dai colamenti lenti che interessano soprattutto i terreni argillosi. Anche in questo caso trattasi di fenomeni intermittenti, con mobilizzazione dei corpi di frana più accentuati in occasione di elevati apporti idrici superficiali. Morfologicamente, le frane in questione si caratterizzano più di frequente per la presenza di corpi di forma allungata che interessano impluvi e che si aprono, verso valle, in conoidi più o meno accentuate. Frane di questo tipo si concentrano soprattutto nelle aree orientali del comprensorio comunale. Il rischio sismico Il territorio della Regione Campania è caratterizzato da aree a comportamento sismico differente quali: la zona costiera tirrenica: le aree vulcaniche napoletane (Vesuvio, Ischia e Campi Flegrei); la dorsale appenninica. Le zone costiere tirreniche sono caratterizzate da sismicità storica di energia estremamente bassa o nulla soprattutto rispetto alle adiacenti aree vulcaniche e appenniniche. L'Appennino Campano rappresenta invece una delle zone a più elevata dinamica di tutta la penisola italiana. Dall'analisi della sismicità storica e recente si evidenzia che i terremoti più catastrofici si sono generati al confine Campania-Molise e Campania-Puglia-Basilicata ovvero nelle aree del Matese, Sannio e Irpinia che quindi sono le aree a più elevata pericolosità (Alessio et al., 1993). Stime statistiche effettuate sulla base dei cataloghi sismici storici e recenti hanno fornito un valore di magnitudo dell'ordine di 6.9 per il massimo terremoto possibile nell'appennino Campano (De Vivo et al., 1979). Questo valore corrisponde a quello calcolato per la magnitudo del terremoto del 23 novembre 1980 che colpì l'irpinia -Basilicata e che è l'evento sismico recente di maggiore energia verificatosi nell'appennino meridionale. Dalle aree sismogenetiche,sopra menzionate, l'energia sismica s'irradia a distanze anche notevoli provocando effetti catastrofici legati innanzi tutto alle caratteristiche della sorgente sismica dell'evento nonché al meccanismo di liberazione dell'energia, alla legge di attenuazione tra la sorgente sismica e il sito in esame. Sorgenti Appenniniche Le zone sismogenetiche presenti nella catena appenninica, sono disposte lungo una fascia orientata NW- SE, comprendente parte delle regioni Molise, Campania e Basilicata. Questa fascia è definita dalla distribuzione degli epicentri dei terremoti sia storici che recenti. Gli addensamenti degli epicentri, le modalità di rilascio energetico in correlazione con l'assetto geologico-strutturale, permettono di individuare nella fascia, aree sismogenetiche a diverso comportamento sismico; per tale motivo sono state identificate quattro aree sismogenetiche principali in cui vengono successivamente riconosciute le strutture sismogenetiche attive (Alessio et al 1993). 108

110 L'analisi della distribuzione degli effetti prodotti dai terremoti con intensità maggiore dell VIII grado MCS (Mercalli - Cancani- Sieberg), a partire dal XV secolo fino al terremoto del 1980 (terremoto del Dicembre 1456; del 5 giugno 1688; del 5 giugno 1688; dell'8 settembre 1694; del 26 luglio 1805; del 23 luglio 1930; del 21 agosto 1962; 23 novembre 1980.), ha evidenziato che la provincia di Salerno ha subito un danneggiamento valutabile tra il VII e il X grado della scala MCS ( Esposito et al., 1992) Probabile evoluzione della componente senza l attuazione del Puc Con riferimento alle problematiche connesse al rischio idrogeologico ed al rischio erosione costiera, in ottemperanza alle previsioni normative generali e di settore, ed in particolare a quelle di cui agli artt.65 e 68 del D.Lgs.152/2006 ed art.9 della L.R.8/94, il Puc di San Giovanni a Piro si propone quale strumento di attuazione e di approfondimento delle previsioni dei Piani di assetto idrogeologico sovraordinati. In particolare il piano comunale intende promuovere: la realizzazione di studi volti ad approfondire ulteriormente la conoscenza delle condizioni di vulnerabilità del territorio ed a definire le misure più idonee o comunque necessarie per ridurre le consequenziali condizioni di pericolo e di rischio; l attuazione di interventi volti alla mitigazione del pericolo e del rischio, specie con riferimento ad ambiti territoriali direttamente incombenti o comunque connessi con le aree urbanizzate ed antropizzate; la realizzazione di interventi sistematici di manutenzione territoriale finalizzati alla difesa suolo e di corrette prassi d uso del suolo stesso; la redazione di piani di emergenza corredati da monitoraggi strumentali e finalizzati al preallertamento delle popolazioni costrette e convivere con una condizione di rischio/pericolo significativamente al di sopra della soglia ritenuta accettabile; la realizzazione d interventi volti a contrastare l erosione dei litorali anche attraverso il ripascimento degli arenili. In tale ottica è del tutto evidente che la mancata attuazione delle previsioni del Piano comunale determinerebbe, con riferimento alla componente suolo in esame ed, in particolare, con riferimento al tema del rischio idrogeologico la permanenza, se non l incremento, di una condizione di pericolo e soprattutto di rischio che, in taluni casi, potrebbe risultare ben superiore alle soglie di rischio comunemente considerate accettabili. Meno drammatica sarebbe invece la mancata attuazione del Piano comunale con riferimento alle problematiche connesse al rischio sismico, atteso che, in ogni caso, tanto negli interventi di recupero del patrimonio edilizio esistente tanto negli interventi di nuova costruzione è fatto obbligo di rispettare la normativa vigente in materia di costruzioni in zona sismica. Infine, anche in relazione all esistente patrimonio geologico, la mancata attuazione delle previsioni di Piano, avrebbe ricadute minime sul patrimonio stesso, atteso che lo stesso è prevalentemente localizzato nelle aree di maggior pregio individuate dal Piano del Parco e dal vigente Piano Territoriale Paesistico, e che pertanto la tutela e la conservazione dello stesso sarebbe sostanzialmente garantire dalle misure definite dai citati Piani sovraordinati Le scelte del Piano Il Piano comunale di San Giovanni a Piro, in riferimento alle problematiche connesse con il rischio idrogeologico e sismico, è finalizzato a salvaguardare, al massimo grado possibile, l incolumità delle persone, l integrità strutturale e funzionale delle infrastrutture e delle opere pubbliche o d interesse pubblico, l integrità degli edifici, la funzionalità delle attività economiche, la qualità dei beni ambientali e culturali, ed a tale scopo: definisce misure complessivamente volte a non consentire azioni pregiudizievoli della condizione idrogeologica del territorio; introduce norme per il corretto uso del territorio e per l esercizio compatibile delle attività umane; tenta di conseguire condizioni accettabili di sicurezza del territorio favorendo la programmazione e l attuazione di interventi non strutturali e strutturali e la definizione dei piani di manutenzione, completamento ed integrazione dei sistemi di difesa esistenti; definisce misure di tutela dei corsi d acqua, perseguendo la conservazione ed il recupero delle caratteristiche naturali del territorio; 109

111 persegue la sistemazione dei versanti e delle aree instabili a protezione degli abitati e delle infrastrutture, favorendo modi d intervento che privilegino la conservazione ed il recupero delle caratteristiche naturali del territorio; ammette e favorisce attività di prevenzione, di allerta e di monitoraggio dello stato dei dissesti; ammette e promuove la realizzazione di interventi volti a contrastare l erosione costiera e dei litorali anche attraverso azioni di ripascimento degli arenili. A tale scopo il Piano auspica forme di cooperazione inter-istituzionale per affrontare tanto la condizione emergenziale quanto la programmazione/attuazione di interventi strutturali volti a garantire la sicurezza del territorio e della popolazione, e l adozione di corrette politiche di sviluppo. Inoltre, in considerazione della notevole estensione delle condizioni di pericolo/rischio idrogeologico caratterizzanti il territorio comunale, ed attesa l impossibilità di poter prevedere e realizzare preventivamente estesi interventi di mitigazione (peraltro non sempre attuabili), il Puc di San Giovanni a Piro propone un percorso metodologico, operativo e programmatico articolato secondo le seguenti fasi, da attuare nell ambito della Pianificazione/Progettazione attuativa: elaborazione di appropriati approfondimenti e studi di carattere geomorfologico-idrogeologicoidraulico, in modo da poter eventualmente incidere sulla pianificazione di bacino, modificandone ed integrandone i contenuti; qualora gli studi e le analisi di dettaglio facciano emergere un quadro diverso da quello prospettato dal Piano stralcio, è possibile attivare le procedure per una proposta di riperimetrazione secondo il disciplinare riportato nelle norme di attuazione del Psai stesso; nel caso in cui, invece, la verifica di compatibilità conduca ad una conferma dello stato di dissesto, esistono due possibilità per garantire la permanenza di presenze e funzioni antropiche nell area ed attuare le indispensabili scelte di trasformazione urbanistica: si può procedere all individuazione, progettazione e successiva esecuzione di interventi per la messa in sicurezza e/o mitigazione del rischio. Si tratterà quindi di redigere un piano di interventi di mitigazione del rischio, rispettando le indicazioni riportate nel quaderno delle opere tipo dell Autorità di Bacino; oppure nel caso in cui gli interventi di mitigazione debbano interessare porzioni di versante e/o areali di notevole estensione, si potranno predisporre piani di emergenza corredati da monitoraggi strumentali, che a seconda delle tipologie di dissesto, faranno riferimento a tecnologie appropriate. In relazione allo specifico scenario di rischio idrogeologico individuato dall Autorità di Bacino, bisognerà, in pratica, predisporre un piano di emergenza a cui corrisponderanno diverse tipologie di intervento, in una sorta di albero delle possibilità che deve essere il più possibile predeterminato. Infine il Puc di San Giovanni a Piro introduce una serie di misure, definisce obiettivi, articola indirizzi e definisce priorità ed azioni volte in particolare a contrastare l erosione e la predisposizione al dissesto, mediante: - la manutenzione e ripristino delle reti di drenaggio superficiale con particolare riferimento ai canali di scolo e di irrigazione presenti lungo i fianchi vallivi; - la realizzazione di interventi di regimazione idraulica superficiale attraverso riapertura e/o la sagomatura dei fossi, correzioni d'alveo, realizzazione di opere di stabilizzazione dei corsi d'acqua minori (briglie, soglie, difese di sponda); - la sistemazione delle aree in erosione o in frana possibilmente con tecniche di ingegneria naturalistica; - la promozione di attività forestali e selvicolturali per il controllo della stabilità dei versanti: messa a dimora di piante arboree ed arbustive, manutenzioni delle piantagioni già effettuate (rinfoltimenti, trasformazione dei boschi cedui in alto fusto, ecc.); - il controllo e la manutenzione delle opere (cunette, canali, briglie, muri, viminate vive, ecc.); - manutenzione opere di sostegno e consolidamento delle frane; - realizzazione opere di consolidamento al piede; - valorizzazione agronomica del suolo attraverso la sistemazione delle strade interpoderali; - manutenzione strade secondarie e forestali; 110

112 - rimodellamento e chiusura fessure di taglio; - disgaggio massi e rimozione volumi instabili; - estirpazione radici pericolose per apertura giunti; - pulizia reti paramassi. 4.4 Ecosistemi e paesaggio Descrizione della componente Il comune di San Giovanni a Piro è localizzato nella parte meridionale della provincia di Salerno e presenta una superficie territoriale di circa Ha 3.700,00. Dal punto di vista morfologico, il territorio comunale si estende tra il massiccio del Bulgheria ad Ovest, ed il bacino idrografico del Bussento ad Est, con una orografia molto variabile; si passa dalle aree costiere della frazione Scario alle colline argillose del capoluogo e della frazione Bosco, ed ai versanti montani ed alto montani, rocciosi, del Monte Bulgheria. A livello pedologico, nella Carta dei Sistemi di Terre della Regione Campania (Fonte: Risorsa.info) il territorio viene compreso in tre grandi Sistemi di Terre: il Sistema Alta Montagna, il Sistema della Montagna Calcarea ed il Sistema della Collina Costiera (Risorsa.info). Il primo, definito anche Sistema A, comprende le aree sommitali ed i versanti montani alti dei rilievi calcarei, marnoso arenacei e marnoso calcarei, a interferenza climatica forte o molto forte. Nell ambito del territorio comunale si distingue il sottosistema definito Alta montagna calcarea (A 11), che comprende le aree dell alta montagna calcarea con coperture pedologiche su depositi da caduta di ceneri, a quote superiori ai m. s.l.m. La morfologia è caratterizzata da creste affilate con versanti molto ripidi. IL SISTEMA DI TERRE DEFINITO ALTA MONTAGNA CALCAREA SISTEMA SOTTOSISTEMA SUOLI A.11 Sommità e versanti dell alta montagna calcarea con depositi da caduta di ceneri Suoli ripidi o molto ripidi, da moderatamente profondi a profondi, su depositi a caduta di ceneri, a tessitura media, con buona disponibilità di ossigeno (Molli-Eutricilic Andosols, Molli-Vitric Andosols) Suoli ripidi o molto ripidi, da superficiali a moderatamente profondi, rocciosi, pietrosi, su depositi da caduta di ceneri ricoprenti la roccia calcarea, a tessitura media, con buona disponibilità di ossigeno, ciottolosi (Molli-Eutricilic Andosols (Epileptic), Molli-Eutricilic Andosols (Endoleptic)) Il Sistema Montagna Calcarea, definito Sistema B, comprende le aree della media e bassa montagna calcarea, ad interferenza climatica da forte a moderata. Nell ambito del comune si distingue il sottosistema definito Rilievi calcarei costieri del Monte Bulgheria (B.51) che comprende la sommità e i versanti molto ripidi del M. Bulgheria a quote comprese tra 250 e m. s.l.m. La morfologia è caratterizzata da creste affilate, con versanti alti molto ripidi, a profilo regolare, localmente precipiti, con profilo accidentato e da versanti bassi, a profilo regolare, da moderatamente ripidi a ripidi, su depositi antichi di versante. IL SISTEMA DI TERRE DEFINITO MONTAGNA CALCAREA SISTEMA SOTTOSISTEMA SUOLI B.51 Rilievi calcareo costieri del Monte Bulgheria Suoli ripidi o molto ripidi, da moderatamente profondi a profondi, rocciosi, pietrosi, su calcari duri stratificati, con orizzonti profondi ad accumulo di argilla illuviale, a tessitura fine, con buona disponibilità di ossigeno (Chromic Luvisols) Suoli ripidi o molto ripidi, superficiali, rocciosi, pietrosi, su calcari duri stratificati, 111

113 con orizzonti profondi ad accumulo di argilla illuviale, a tessitura fine, con buona disponibilità di ossigeno, ciottolosi (Chromi - Leptic Luvisols) Suoli da dolcemente inclinati a moderatamente ripidi, su depositi antichi di versante, molto profondi, ad accumulo di argilla illuviale, a tessitura fine, con buona disponibilità di ossigeno (Chromi - Profondic Luvisols) Il Sistema Collina Costiera, definito Sistema E, comprende i rilievi collinari costieri, ad interferenza climatica bassa, con elevato rischio di deficit idrico estivo. Questo grande sistema comprende, in corrispondenza delle superfici a maggiore stabilità, suoli a profilo moderatamente differenziato, talvolta fortemente differenziato, per redistribuzione interna dei carbonati o de carbonatazione del profilo, formazione di orizzonti profondi ad accumulo di argilla illuviale. In corrispondenza dei versanti soggetti a più intense dinamiche erosive comprende suoli troncati a profilo poco differenziato e suoli minerali grezzi. Nel territorio comunale si distingue il sottosistema definito Collina Costiera argillosa Cilentana (E.23) che comprende i rilievi collinari costieri del Cilento su litologie marnoso arenacee, conglomeratiche, argillose e calcaree, a quote comprese tra 0 e 950 m. s.l.m. La morfologia del sottosistema E.23 è caratterizzata da dorsali collinari a più elevata energia, con creste arrotondate, di forma allungata, e versanti lunghi, irregolarmente ondulati. IL SISTEMA DI TERRE DEFINITO COLLINA COSTIERA SISTEMA SOTTOSISTEMA SUOLI E.23 Collina Costiera Argillosa Cilentana Suoli da moderatamente ripidi a ripidi, moderatamente profondi, pietrosi, su argille, a tessitura fine o moderatamente fine, con disponibilità di ossigeno buona o moderata, ghiaiosi (Calcari Vetric Cambisols, Calcari Mollic Cambisols, Vetric Calcisols) Suoli ripidi o molto ripidi, moderatamente profondi, pietrosi, su argille, a tessitura fine o moderatamente fine, con disponibilità di ossigeno buona o moderata, ghiaiosi (Skeleti Calcaric Regosols) I lineamenti pedologici descritti a partire dalla cartografia dei Sistemi di Terre della Campania delineano un territorio eterogeneo per quel che riguarda la copertura vegetale del suolo. In funzione delle diverse classificazioni pedologiche si ritrovano anche usi diversi del suolo; nel sottosistema A, e dove la morfologia lo consente, gli usi sono esclusivamente forestali e pascolivi; nel sottosistema B, oltre agli usi forestali e pascolivi sui versanti alti e alla presenza di gariga e vegetazione sclerofilla nelle aree più denudate, l uso diventa agricolo con prevalenza di oliveti e foraggere sui versanti medi e bassi; nel sottosistema E l uso prevalente è agricolo con oliveti, colture cerealicole e foraggere, anche se nelle aree incolte o lungo i versanti più acclivi insistono pure i boschi termofili a prevalenza di leccio e la vegetazione sclerofilla. Le caratteristiche del sistema agricolo sono quindi fortemente influenzate dalle qualità dei suoli e dalla orografia dei luoghi. La lettura della Carta dei Sistemi di Terre fornisce anche un quadro conoscitivo sulle potenzialità del territorio comunale. Mentre, infatti, il settore agricolo interessa maggiormente le aree del Sistema E, oltre a quelle del Sistema B dove le condizioni orografiche lo permettono, la maggiore consistenza del territorio comunale, vista la conformazione ed il substrato pedologico, è idonea soprattutto per usi forestali e pascolivi, e comunque per usi diversi da quelli agricoli. Rispetto al totale comunale, le superfici agricole rilevate e censite nella Carta dell Uso del Suolo ammontano a 968,40 Ha e rappresentano circa il 26%, mentre le superfici a prevalente utilizzo naturalistico e silvo pastorale rappresentano circa il 71%. 112

114 Grafico 1: Il territorio comunale In questo 71% di territorio, sviluppato su una superficie di circa 2636,00 Ha sono distribuiti la maggior parte degli ecosistemi naturali e semi naturali e forestali presenti nel territorio comunale. Tale diversità è confermata anche dalla presenza di un discreto numero di siti della Rete Natura 2000 che, suddivisi in tre Siti di Interesse Comunitario ed una Zona di Protezione Speciale (oltre ad un Sito interamente marino, IT ) si prefiggono l obiettivo di tutelare e salvaguardare habitat e specie vegetali e animali di cui alle Direttive 79/409/CE e 92/43/CE. I siti IT , IT e IT , parzialmente sovrapposti, rientrano nella tipologia di siti marino - costieri in virtù del range altimetrico in cui si collocano: tra i 0 m s.l.m. e i 50 m s.l.m. (SIC) e tra 0 m s.l.m. e i 660 m s.l.m. (ZPS). Il sito IT , che interessa il massiccio del Monte Bulgheria, si colloca tra i 200 ed i 1225 m. s.l.m. e presenta al alcuni habitat tipici dei rilievi collinari e montani, di cui due prioritari, il 6210 e 6220, legati alle praterie polispecifiche perenni a dominanza di graminacee, da aride a semimesofile, diffuse prevalentemente nel Settore Appenninico e alle praterie xerofile e discontinue di piccola taglia a dominanza di graminacee, su substrati di varia natura, spesso calcarei, talora soggetti ad erosione, con aspetti perenni. Gli ambienti di macchia, le aree a vegetazione rada e quelle a ricolonizzazione artificiale (spesso dovuta ad eventi incendiari), sono ben identificati nell habitat L evoluzione delle aree a vegetazione sclerofilla, tipiche degli ambienti mediterranei e della fascia fitoclimatica del Lauretum sottozona calda (secondo la classificazione del Pavari) tende naturalmente verso la foresta mediterranea sempreverde, in cui vegetano tutte le specie termofile riferibili all associazione dell Oleo Ceratonion, la cui fase di climax è la foresta mediterranea sempreverde. Cod SITI La Rete Natura 2000 nel territorio comunale SIC IT Fascia interna di Costa degli Infreschi e della Masseta SIC IT Rupi costiere della Costa degli Infreschi e della Masseta SIC IT Monte Bulgheria ZPS IT Costa tra Marina di Camerota e Policastro Bussentino Habitat (all. I Direttiva 92/43/CEE Habitat) Scogliere con vegetazione delle coste mediterranee con Limonium spp. endemici Grado di conservazione Valutazione globale 5210 Matorral arborescenti di Juniperus spp. A A 5320 Formazioni basse di euforbie vicino alle scogliere A A 5330 Arbusteti termo mediterranei e pre desertici A A 6210 * Formazioni erbose secche seminaturali e facies coperte da cespugli su substrato calcareo (Festuco-Brometalia) (*stupenda fioritura di orchidee) B C 113

115 USO NATURALISTICO O SILVO PASTORALE 6220 * Percorsi substeppici di graminacee e piante annue dei Thero-Brachypodietea A A 8130 Ghiaioni del Mediterraneo occidentale e termofili B B 8210 Pareti rocciose calcaree con vegetazione casmofitica B B 8310 Grotte non ancora sfruttate a livello turistico A A 8330 Grotte marine sommerse o semisommerse A A 9340 Foreste di Quercus ilex e Quercus rotundifolia B B La vegetazione arborea prevale su quella arbustiva e la specie arborea prevalente è il Quercus ilex, il leccio (habitat 9340), che può formare associazioni in purezza, con copertura totale, oppure è accompagnato da specie tipicamente termofile in formazioni miste a volta più o meno aperta. Fra queste si può riscontrare la presenza delle filliree, ginepri termofili, alaterno e fra le specie prettamente arbustive il biancospino e il viburno. In facies di transizione possono comparire soprattutto nelle radure anche l'erica e il corbezzolo, la cui presenza denota uno stadio di involuzione o evoluzione. Gli habitat tipici degli ambienti marini e delle scogliere si ritrovano, invece, in quelle aree del territorio a ridosso del mare, rappresentate da scogliere e coste rocciose, e possono essere ricoperti da vegetazione con specie rupicole di tipo alofile; queste sono piante che hanno la capacità di vivere nelle fessure delle rocce e di sopportare il contatto diretto con l acqua marina e l areosol marino. L uso naturalistico o silvo pastorale è individuato nella Carta dell Uso del Suolo da alcune voci di legenda, differenziato come segue: Risorse AREE FORESTALI PRATERIE Legenda Superficie (Ha) Aree a ricolonizzazione naturale 57,04 Aree a vegetazione sclerofilla 548,79 Cespuglieti e arbusteti 260,41 Boschi di conifere 12,65 Boschi di latifoglie 1465,99 Aree con vegetazione rada 37,76 Rocce nude ed affioramenti 145,02 Prati permanenti, prati - pascoli e pascoli 108,17 SPIAGGE Spiagge 1,37 CORPI IDRICI Corpi idrici 0,96 Gli ambienti descritti trovano una sintesi nella Carta delle Risorse Naturalistiche ed agroforestali, dove le voci Aree forestali e Praterie includono la maggiore consistenza di superfici afferenti ad habitat naturali e semi naturali. Oltre agli endemismi vegetali, notevole in questi ambienti è la presenza di specie faunistiche ed avi faunistiche. La tutela degli habitat implementata dall istituzione dei Siti di Interesse Comunitario nasce dall esigenza di creare le condizioni idonee al mantenimento delle popolazioni faunistiche ed avifaunistiche, mediante il mantenimento di un habitat in uno stato di conservazione soddisfacente. Le presenze di fauna terricola in questi ambienti sono riferibili a tutti gli Ordini, dai mammiferi ai chirotteri, dai rettili agli anfibi, come è possibile leggere nelle schede relative a ciascun Sito predisposte dal Ministero dell Ambiente. La presenza di spazi aperti, la vicinanza al mare con presenza di coste alte e difficilmente raggiungibili, la presenza di vegetazione bassa a macchia di sclerofille e di formazioni 114

116 USO AGRICOLO ESTENSIVO boschive chiuse rappresentano areali idonei alla nidificazione di molte specie avi faunistiche, che trovano in questi ambienti i siti ideali per la riproduzione. Oltre alle specie migratrici, numerose sono anche le specie svernanti e residenziali, e solo a titolo di esempio il Falco pellegrino, il Gabbiano corso, l Averla piccola. Come accennato in precedenza, le aree agricole occupano il 26% della superficie territoriale rilevata. Queste aree, meglio descritte nella tabella successiva, sono rappresentate prevalentemente da aree agricole estensive, a basso utilizzo di inputs, dove a prevalere sono gli oliveti, elemento tipizzante la collina costiera del territorio. Risorse Legenda Superficie (Ha) MOSAICI AGRICOLI Oliveti 673,90 Vigneti 7,57 Sistemi complessi 133,04 Colture foraggere associate a cereali da granella 73,21 Colture temporanee associate a colture permanenti 80,68 Prati permanenti, prati - pascoli e pascoli 108,17 L uso agricolo estensivo corrisponde a quelle aree che nella Carta delle Risorse naturalistiche ed agro forestali vengono inserite nella voce di mosaici agricoli. Con tale unità si intende definire quelle aree agricole che presentano elementi di naturalità e di diversità biologica, come siepi e/o filari, e che si caratterizzano per la presenza, nel complesso, di isole boscate che fungono da habitat complementari e zone cuscinetto rispetto alle aree a maggiore naturalità; le coltivazioni attuate, suddivise secondo la legenda utilizzata nella Carta dell Uso Agricolo del Suolo, sono del tipo estensivo, le aziende condotte in regime non irriguo; gli oliveti risultano in gran parte disetanei, senza un definito sesto di impianto, inerbiti e soggetti a minime lavorazioni del terreno; i sistemi complessi rappresentano mosaici di appezzamenti coltivati in cui non si riconosce una coltivazione prevalente, in quanto ognuna occupa meno del 50% dell elemento cartografato e differiscono dalla voce Colture temporanee associate a colture permanenti in quanto in quest ultimo caso ben si distinguono due coltivazioni distinte, come è il caso di areali in cui i confini di un oliveto sono rappresentati da vigneti allevati a pergolato, oppure areali in cui i vigneti allevati a pergolato racchiudono orti o aree a seminativi. La tipicità dei mosaici agricoli è rappresentata, in molti casi, dalle opere di sistemazione agraria: in numerose aree coltivate in pendenza sono visibili le tipiche sistemazioni a terrazzamenti e ciglionamenti, e muretti in pietra a segnare i limiti di proprietà. Inoltre, come già evidenziato in precedenza Il territorio di San Giovanni a Piro rientra in parte nel perimetro del Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano ed Alburni ed in parte in zona contigua del Parco ed è interessato dalle disposizioni dettate dal Piano del Parco e dal Regolamento delle aree contigue. In particolare l ambito territoriale interessato dalle previsioni del Piano del Parco comprende il territorio costiero che va dal vallone del Marcellino (confine con Camerota) all abitato di Scario, lambendone il margine meridionale; a monte sale fino alla via provinciale che collega Lentiscosa a San Giovanni a Piro, comprendendo gran parte dei rioni di Marcaneto, Occhiani e Palazzone. Occorre inoltre sottolineare che con riferimenti alle aree della rete natura 2000 ricadenti in ambito costiero sono stati redatti appositi Piani di Gestione, mentre per l Area naturale marina protetta Costa degli Infreschi e della Masseta, vige apposito Regolamento recante la disciplina delle attività consentite nelle diverse zone. 115

117 Il D.M. del 14 luglio 1969 dichiara, ai sensi della legge 1497/39, di notevole interesse pubblico, la zona costiera del comune di San Giovanni a Piro 31 e quindi sottoposta alle disposizioni della legge (oggi Parte Terza e Quarta del D.Lgs.42/04 e s.m.i.), perché' la costa, dal confine di Camerota al comune di Scario, è a picco sul mare e sarà presto percorribile da una strada che ne permetterà la godibilità, mentre la restante fascia da Scario al confine con S. Marina presenta un continuo susseguirsi di quadri panoramici, tra calette e insenature, con scorci suggestivi verso l'entroterra, lungo le vallate del Mingardo e della Difesella, sormontate da un pittoresco scenario di colline ricoperte di ulivi. Tutto il versante costiero di San Giovanni a Piro è inoltre interessato delle previsioni del Piano Territoriale Paesistico del Cilento Costiero che, innanzitutto, individua quale area di conservazione integrale la costa della Masseta che va dal vallone del Marcellino, estremo sud-ovest del territorio a confine con il comune di Camerota, a punta Garagliano. Ulteriori ambiti di rilevante interesse paesaggistico per la prevalenza dei caratteri naturali, talvolta associati alla presenza di insediamenti antropici, sono quelle qualificate di Conservazione integrale e riqualificazione ambientale : la costa della Tragara e parte della collina retrostante l abitato storico di Scario, oltre a una piccola area tra Marcaneto e Palazzone, ricadono nella sottozona 1, caratterizzata, appunto, da scarsa trasformazione antropica; la zona compresa tra punta Garagliano e la Tragara, occupata dal villaggio La Francesca ricade nella sottozona 2, che comprende appunto le aree prevalentemente interessate dalla presenza di impianti ricettivi all aria aperta; la sottozona 3 comprende le aree prevalentemente interessate da lottizzazioni ed edificazioni permanenti. Ricadono in tale sottozona gli agglomerati di Marcaneto, Spineto e Guliano. Una ampia fascia sul margine nord dell abitato di Scario ricade invece nella zona di Riqualificazione degli Insediamenti rurali Infrastrutturati che comprende, invece, aree a carattere agricolo con tessuto edificato diffuso indotto dalla opere infrastrutturali. L abitato di Scario, compreso i rioni la Pietra, Barbarola e parte di Marcaneto, nonché la fascia costiera fino al cimitero, sono classificati quale zona di recupero urbanistico, edilizio e di restauro paesistico-ambientale. La prevalente parte del resto del territorio disciplinato dl PTP ricade nella zona di Riqualificazione Integrata del Paesaggio Collinare e comprende le aree prevalentemente agricole di rilevante interesse paesaggistico. Il resto del territorio comunale non disciplinato dal PTP comprende comunque ambiti di rilevante interesse paesaggistico, contrassegnati dalle diverse tipologie di territorio rurale ed aperto in precedenza descritti, interessati dalla presenza degli insediamenti del capoluogo e di Bosco e, specie nelle aree a minore acclività, da fenomeni di sprawl edilizio più o meno rilevanti e concentrati Problemi ambientali esistenti pertinenti al piano Il 62% della superficie del comprensorio comunale di San Giovanni a Piro è costituito da boschi ed aree forestali, caratterizzati da un ampia varietà di specie; il patrimonio forestale comunale costituisce un'immensa ricchezza per l ambiente e l economia, per l equilibrio del territorio, per la conservazione della biodiversità e del paesaggio. I boschi, inoltre, sono l habitat naturale di molte specie animali e vegetali. Come risulta dai dati delle aree percorse dal fuoco, estratti dal sit della regione Campania, anche il comprensorio comunale di San Giovanni a Piro è stato interessato negli ultimi anni da incendi boschivi di notevole estensione. Il rischio da incendi boschivi costituisce, pertanto, una delle problematiche principali connesse alla componente in esame e non solo. Le conseguenze per l equilibrio naturale sono infatti gravissime e i tempi per il riassetto dell ecosistema forestale e ambientale molto lunghi. Le alterazioni delle condizioni naturali del suolo causate dagli incendi favoriscono inoltre i fenomeni di dissesto dei versanti provocando, in caso di piogge intense, lo scivolamento e l'asportazione dello strato di terreno superficiale. I mesi a più elevato rischio sono quelli 31 Tale zona è delimitata nel modo seguente: mar Tirreno, confine col comune di S. Marina fino alla valle Di Natale, percorrendo valle Di Natale fino all'incrocio con la curva di livello a quota 200, lungo la curva di quota 200 fino al confine col comune di Camerota, compreso il centro abitato di Scario - confine comunale di Camerota. 116

118 estivi, quando la siccità, l alta temperatura ed il forte vento fanno evaporare parte dell acqua trattenuta dalle piante, determinando condizioni naturali favorevoli all'innesco e allo sviluppo di incendi. La legge-quadro sugli incendi boschivi (Legge n. 353 del 2000), cosi come chiarito nelle linee guida (D.M ) nasce dalla convinzione che l approccio più adeguato per perseguire la conservazione del patrimonio boschivo sia quello di promuovere e incentivare le attività di previsione e prevenzione, anziché privilegiare la fase emergenziale legata allo spegnimento degli incendi. Le innovazioni prodotte dalle legge hanno quindi lo scopo di ridurre la cause di innesco d incendio, utilizzando sia i sistemi di previsione per localizzare e studiare le caratteristiche del pericolo sia iniziative di prevenzione per realizzare un organica gestione degli interventi e delle azioni mirate a ridurre le conseguente degli incendi. La legge quadro sugli incendi boschivi affida alle Regioni la competenza in materia di previsione, prevenzione e lotta attiva agli incendi, mentre allo Stato compete una funzione di indirizzo e di coordinamento di tali attività. In particolare, al Dipartimento della Protezione civile, attraverso il Coau - Centro Operativo Aereo Unificato, è affidato il coordinamento dei mezzi della flotta aerea antincendio dello Stato. L art. 10 della legge-quadro sugli incendi boschivi (Legge n. 353 del 2000) sancisce i divieti e le prescrizioni per le aree boscate, in particolare il comma 1 ed il comma 2 recitano testualmente : 1. Le zone boscate ed i pascoli i cui soprassuoli siano stati percorsi dal fuoco non possono avere una destinazione diversa da quella preesistente all incendio per almeno quindici anni. È comunque consentita la costruzione di opere pubbliche necessarie alla salvaguardia della pubblica incolumità e dell ambiente. In tutti gli atti di compravendita di aree e immobili situati nelle predette zone, stipulati entro quindici anni dagli eventi previsti dal presente comma, deve essere espressamente richiamato il vincolo di cui al primo periodo, pena la nullità dell atto. È inoltre vietata per dieci anni, sui predetti soprassuoli, la realizzazione di edifici nonché di strutture e infrastrutture finalizzate ad insediamenti civili ed attività produttive, fatti salvi i casi in cui per detta realizzazione sia stata già rilasciata, in data precedente l incendio e sulla base degli strumenti urbanistici vigenti a tale data, la relativa autorizzazione o concessione. Sono vietate per cinque anni, sui predetti soprassuoli, le attività di rimboschimento e di ingegneria ambientale sostenute con risorse finanziarie pubbliche, salvo specifica autorizzazione concessa dal Ministro dell ambiente, per le aree naturali protette statali, o dalla regione competente, negli altri casi, per documentate situazioni di dissesto idrogeologico e nelle situazioni in cui sia urgente un intervento per la tutela di particolari valori ambientali e paesaggistici. Sono altresì vietati per dieci anni, limitatamente ai soprassuoli delle zone boscate percorsi dal fuoco, il pascolo e la caccia. 2. I comuni provvedono, entro novanta giorni dalla data di approvazione del piano regionale di cui al comma 1 dell articolo 3, a censire, tramite apposito catasto, i soprassuoli già percorsi dal fuoco nell ultimo quinquennio, avvalendosi anche dei rilievi effettuati dal Corpo forestale dello Stato. Il catasto è aggiornato annualmente. L elenco dei predetti soprassuoli deve essere esposto per trenta giorni all albo pretorio comunale, per eventuali osservazioni. Decorso tale termine, i comuni valutano le osservazioni presentate ed approvano, entro i successivi sessanta giorni, gli elenchi definitivi e le relative perimetrazioni. E ammessa la revisione degli elenchi con la cancellazione delle prescrizioni relative ai divieti di cui al comma 1 solo dopo che siano trascorsi i periodi rispettivamente indicati, per ciascun divieto, dal medesimo comma 1. Per quanto riguarda la prevenzione selvicolturale, l Amministrazione comunale è tenuta, anche avvalendosi della collaborazione del Volontariato AIB e con il sostegno finanziario della Regione, ad attuare : azioni di manutenzione della sentieristica forestale; azioni di diradamento delle zone boschive prossime ai centri abitati; la realizzazione di fasce tagliafuoco e punti acqua, contribuendo a ridurre il rischio di incendio boschivo, in particolare modo nelle aree di interfaccia urbano/foresta dei territori di propria competenza; 117

119 il decespugliamento, allo sfalcio, alla ripulitura e al diserbo ( nel rispetto del codice della strada e delle altre norme vigenti) delle scarpate e dei margini stradali, anche mediante ordinanze da indirizzare ai proprietari frontisti; attività formative e informative destinate a prevenire comportamenti scorretti e a promuovere la conoscenza del rischio e l adozione di norme di comportamento corrette, per i turisti ed i frequentatori dei boschi; il controllo del territorio tramite una costante azione di monitoraggio dello stesso e delle diverse attività umane, sia produttive (allevamento ed agricoltura) che ricreative, anche attraverso la collaborazione delle associazioni di volontariato presenti sul territorio. A seguire, si espone una tabella che descrive dall anno 2006 all anno 2013 gli eventi di incendio che si sono verificati nelle aree boschive e non boschive del territorio comunale concentratesi totalmente nei mesi di luglio e agosto Superficie boschiva ricoperta da fuoco (ha) Superficie non boschiva ricoperta da fuoco (ha) Numero eventi Probabile evoluzione della componente senza l attuazione del Puc Le vigenti norme del Piano del Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano garantirebbero, certamente, la tutela, in chiave conservativa, dei caratteri peculiari dell ecosistema e del paesaggio di San Giovanni a Piro ricadenti nel perimetro del Parco Nazionale ed, in particolare, nelle zone di Riserva, specie con riferimento alle componenti naturalistiche, vegetazionali e geomorfologiche. Analoghe garanzie possono essere fornite dalle previsioni del vigente PTP, limitatamente alla aree da esso disciplinate e considerate di maggior valore. In ogni caso tali strumenti sovraordinati non riuscirebbero autonomamente ad assicurare il perseguimento di obiettivi fondamentali e connessi alla tutela, alla riqualificazione (in taluni casi) e valorizzazione dei rilevanti valori naturalistici, culturali ed identitari, perseguiti dalla Pianificazione Urbanistica Comunale, anche al fine di promuovere forme di sviluppo sostenibile a vantaggio delle popolazioni locali. Ci si riferisce in particolare alla mancata possibilità di porre in essere : indispensabili programmi di risanamento ambientale, paesaggistico ed idrogeologico di ampi tratti del territorio, che rivestono un valore strategico di carattere prioritario non solo in relazione agli aspetti più propriamente naturalistici e paesaggistici, ma anche al fine di mitigare le condizioni di rischio idrogeologico incombenti sul territorio comunale ed, in particolare, sull abitato, nonché quale azione di forte promozione di un turismo di eminente valenza naturalistica e culturale; iniziative a sostegno della conservazioni o dello sviluppo di attività agro-forestali, anche al fine di consentire la conservazioni delle attuali coperture vegetazionali, la manutenzione ordinaria e sistematica del territorio, il presidio contro i rischi, come ad esempio quello da incendio; iniziative volte alla valorizzazione del patrimonio anche e soprattutto a fini turistici, specie nel settore naturalistico, escursionistico, eno-gastronomico e culturale, quale strumento di conservazione attiva del patrimonio naturale, culturale ed identitario, da integrare alle misure più propriamente di tutela dello status quo o dei caratteri esistenti; iniziative volte a promuovere il mantenimento se non lo sviluppo delle attività agricole, al fine di contrastare il progressivo abbandono dei terrazzamenti e delle connesse attività di manutenzione territoriale, e di promozione-valorizzazione delle risorse identitarie connesse alle produzioni tradizionali; interventi volti alla definizione della rete ecologica comunale; 118

120 iniziative sistematiche ed integrate volte al recupero architettonico ed urbanistico e alla valorizzazione sostenibile del centro storico e dei nuclei antichi accentrati, ivi inclusa la riqualificazione dei manufatti e degli insediamenti di scarsa qualità. E del tutto evidente che la mancata attuazione delle previsioni, degli obiettivi e delle strategie della pianificazione urbanistica comunale, come ampiamente descritti con riferimento alla componente in esame nel successivo paragrafo, renderebbero sterili e nel tempo inefficaci anche le più meritorie intenzioni ed ogni sforzo volto alla tutela/conservazione di quegli eccezionali valori naturalistici, paesaggistici, culturali ed identitari derivanti dalla natura e dalla evoluzione storica di un territorio. Occorre inoltre evidenziare che grossa parte del territorio comunale è privo di qualsiasi strumento di tutela sovraordinato, essendo esterno alla perimetrazione del Parco nazionale ed alle aree sottoposte alla disciplina del Piano paesistico. L assenza di strumentazione urbanistica comunale oltre a non consentire il perseguimento degli obiettivi di valorizzazione su richiamati non consente neanche di perseguire forme di tutela effettiva del territorio ed, in particolare, delle aree naturali ed agricole, che potrebbero continuare ad essere interessate da interventi di nuova costruzione, comunque realizzabili fuori dai centri abitati, ancorché entro i limiti di cui all art.9 del D.P.R.380/01, e comportanti un ulteriore aggravio della problematica dello sprawl edilizio Le scelte del Piano Il Piano Urbanistico Comunale di San Giovanni a Piro, con riferimento alla componente in esame, pone particolare attenzione ai rilevanti valori identitari del territorio, proponendo non solo strategie di conservazione delle aree e dei siti rimasti integri, degli elementi di grande valore culturale e paesaggistico, del territorio rurale ed aperto a partire dalle aree ad elevata naturalità, ma anche efficaci azioni di recupero e riqualificazione degli ambiti degradati, strategie volte a garantire la qualità delle necessarie trasformazioni, interventi volti alla valorizzazione delle risorse naturali, ed in particolare: la salvaguardia della integrità fisica e della connotazione paesaggistica ed ambientale del patrimonio naturalistico - forestale e della fascia costiera mediante: - la tutela delle componenti peculiari geomorfologiche, vegetazionali e paesaggistiche che ne connotano l assetto; - il sostegno alle attività agro-forestali, anche ammettendo la possibilità di calibrati interventi per la diversificazione/integrazione delle attività stesse (in relazione all effettiva presenza di tali attività); - la valorizzazione del patrimonio, anche a fini turistici, mediante il ripristino e/o l adeguamento dei sentieri pedonali esistenti (garantendo il pubblico accesso al mare o ai luoghi panoramici), la localizzazione di nuovi percorsi di servizio, scientifici o didattici, la promozione di azioni di recupero e riuso per le costruzioni dismesse o in via di dismissione da destinare a centri informazione, rifugi attrezzati, centri servizi per l escursionismo, centri di documentazione ambientale, etc. o, qualora compatibile con le esigenze di tutela, ad attrezzature turistiche e culturali; - la tutela, la gestione e la valorizzazione del patrimonio geologico; - il divieto di alterazione del regime di apporti sedimentari di origine sia continentale che litoranea; - il divieto di alterazione dell integrità fisica del suolo, dell alterazione delle dinamiche morfo evolutive, delle condizioni di stabilità delle coltri superficiali e di realizzazione/localizzazione di nuovi interventi antropici che possano compromettere l integrità di tali componenti (salvo gli interventi necessari alla messa in sicurezza e ad eventuali, limitati, percorsi e attrezzature di servizio a minimo impatto, interventi di recupero ed adeguamento del patrimonio edilizio esistente); la tutela e valorizzazione dei mosaici agricoli ed agroforestali anche mediante la salvaguardia dell integrità fisica e della caratterizzazione morfologica, vegetazionale e percettiva dei siti, la conservazione e la promozione delle colture tipiche e tradizionali, la diversificazione ed integrazione delle attività agricole, la diffusione di programmi di accoglienza rurale, la diffusione dell agricoltura biologica, la realizzazione/completamento della indispensabile viabilità interpoderale ecc.; 119

121 la costruzione della rete ecologica comunale, quale precisazione ed integrazione della rete ecologica provinciale delineata dal Ptcp, per la protezione della biodiversità, la salvaguardia, la valorizzazione e l implementazione delle aree di valore naturalistico e delle relative aree cuscinetto, per la definizione di corridoi ecologici, da strutturare nel quadro provinciale, regionale e nazionale, concorrendo fattivamente in tal senso alla costruzione delle Rete Natura, ed al perseguimento degli obiettivi della Direttiva CEE n. 43/92 Habitat ; il recupero architettonico ed urbanistico e la valorizzazione sostenibile del centro storico e dei nuclei antichi accentrati, anche mediante il potenziamento della offerta turistica, della produzione e commercializzazione di prodotti artigianali ed agricoli locali; la riqualificazione dei manufatti e degli insediamenti di scarsa qualità prevedendone la completa ristrutturazione edilizia/urbanistica con l attribuzione di nuovi valori architettonici, urbanistici e paesaggistici, nonché di nuove funzioni, lì dove possano contribuire al processo di riqualificazione. 4.5 Modelli insediativi Descrizione della componente Il comune di San Giovanni a Piro è costituito dal capoluogo, ubicato in posizione collinare quasi baricentrica nel territorio, e dalle frazioni di Scario, che si sviluppa lungo la costa, e di Bosco, anch essa situata all interno, in prossimità del confine con il comune di Roccagloriosa. Si registra inoltre la presenza di molteplici aggregati in contesto extraurbano tra cui si possono ricordare in questa sede quelli di Capolomonte, Contrada Crocefisso, Giuliano, Maloianno, Palazzone, Pietralba, Spineto, Strazzari, Torre Oliva. Le analisi condotte sul sistema insediativo e riportate negli allegati cartografici del Piano comunale evidenziano: le parti del territorio di interesse storico, e cioè quelle parti che risultano edificate con sostanziale continuità al , come documentato dalle cartografie IGM aggiornate a tali date, ed estese a comprendere gli spazi adiacenti ancora liberi che si configurano come spazi di relazione percettiva e di tutela. Tali aree sono ubicate: - nella frazione Scario, con una struttura che si sviluppa lungo la linea di costa, dalla cappella di Sant Anna fino alla chiesa dell Immacolata, seguendo il lungomare Marconi e la parallela via Principe Amedeo. Tali direttrici che si sviluppano secondo un asse NW-SE sono connesse trasversalmente da caratteristici percorsi pedonali, di sovente gradonati. L area si sviluppa su di una superficie complessivamente pari a circa 6,3 ha; - nel capoluogo San Giovanni, con una struttura nell ambito della quale sono ancora riconoscibili due nuclei, quello del Paese e quello di Tornito, per una estensione complessiva pari a circa 9,45 ha, caratterizzata da abitazioni che sorgono una affiancata all altra, separate da passaggi strettissimi e da lunghe e ripide scalinate, il tutto dominato dai profili della Chiesa madre e della torre campanaria; - nella frazione Bosco, con un piccolo nucleo che ha una estensione complessiva di 2,30 ha, caratterizzato dalla chiesa parrocchiale di San Nicola che si eleva al margine orientale dell insediamento; le zone urbane di recente formazione a destinazione prevalentemente residenziale ed a struttura consolidata. Si tratta di aree caratterizzate da un impianto urbanistico riconoscibile e compiuto, da un adeguata coerenza nei rapporti dimensionali e formali tra spazi privati e spazi pubblici, da densità abitativa media o elevata, che si sviluppano: - nella frazione Scario, per la maggiore estensione a nord ovest dell insediamento storico, a monte del vallone Marcaneto, per un area di circa 10,13 ha in cui sono collocati tutti i servizi di interesse collettivo; 120

122 - nel capoluogo San Giovanni lungo la viabilità principale che si sviluppa a nord del tessuto storicizzato, per un estensione di circa 7 ha in cui sono ubicate molte degli esistenti servizi pubblici; a ridosso del rione paese nel centro storico, in una zona altimetricamente più elevata, per una estensione di circa 1,10 ha; - nella frazione Bosco, con piccole estensioni lungo la viabilità principale, a ricucitura ed in taluni casi ad espansione dell insediamento storico per una estensione di circa 2,18 ha. le zone urbane di recente formazione a destinazione prevalentemente residenziale ed a struttura solo in parte consolidata. Si tratta di aree generalmente contrassegnate da densità abitative medio-basse e caratterizzate da impianti urbanistici non compiutamente definiti, in cui l insoddisfacente rapporto, dimensionale, funzionale e formale, tra spazi privati e spazi pubblici determina una diffusa carenza di qualità urbana, che si sviluppano: - nel capoluogo San Giovanni, a valle del centro storico, e lungo la viabilità principale che si sviluppa a nord e ad ovest del tessuto storicizzato, per un estensione di circa 13,92 ha in cui sono ubicate molte degli esistenti servizi pubblici; - nella frazione Bosco, con piccole estensioni lungo la viabilità principale, a ricucitura ed in taluni casi ad espansione dell insediamento storico. le zone urbane di recente formazione per le quali è necessario prevedere interventi riqualificazione urbanistica e di riequilibrio ambientale e funzionale in quanto costituite: - da aggregati urbani prevalentemente discontinui, con diversi livelli di densità e casuale eterogeneità dei caratteri tipo-morfologici; - da aree parzialmente edificate, ai margini degli insediamenti consolidati; - da aggregati edilizi di significativa consistenza, presenti nel territorio extraurbano, anche sotto forma di addensamenti lungo gli assi viari. Tali aree si sviluppano nella frazione Scario, con un area che si sviluppa tra la linea di costa e l edificato a monte della SS562 (nel tratto urbano denominato via Rione Nuovo), a partire dal p.zza le Margherita, e che ha una complessiva estensione di circa 5 ha e a sud del centro storico di Scario a ridosso del faro di circa 2,10 ha; le aree edificate extraurbane. Tali aree, numerose e sovente di notevole estensione, sono state perimetrate sulla base delle cartografie e delle ortofoto disponibili. Le misure previste dal Piano sono ovviamente riferite ai soli manufatti legittimamente esistenti ovvero interessati da procedimenti di condono e/o sanatoria positivamente definiti o in corso di definizione (in quest ultimo caso previa acquisizione del parere favorevole degli Enti preposti alla tutela dei diversi interessi coinvolti). In particolare il Puc individua: - i tessuti extraurbani, per la maggior consistenza di edificazione recente, a destinazione prevalentemente residenziale, anche di tipo stagionale; - i tessuti extraurbani, per la maggior consistenza di edificazione recente, a destinazione prevalentemente turistica, di tipo alberghiero o extralberghiero; - gli aggregati ed i tessuti edilizi, di sovente a destinazione prevalentemente residenziale, sviluppatisi prevalentemente a partire dalla seconda metà del secolo scorso in contesti agricoli con forme compatte o lineari lungo viabilità esistenti, che non presentano alcun pregio o valore di carattere storico o testimoniale, caratterizzati dalla prevalente monofunzionalità e che presentano caratteri di densità e/o morfologia e/o attrezzatura piuttosto insoddisfacenti. Inoltre il Piano ha definito la perimetrazione degli insediamenti abusivi esistenti e oggetto di sanatoria al fine di realizzare una adeguata urbanizzazione primaria e secondaria; garantire il rispetto degli interessi di carattere storico, artistico, archeologico, paesistico, ambientale, idrogeologico; realizzare un razionale inserimento territoriale ed urbano dell'insediamento. E solo il caso di evidenziare che tali insediamenti coincidono sempre, in tutto o in parte, con gli insediamenti extraurbani già individuati e classificati secondo i criteri in precedenza esposti, ed in particolare con i tessuti extraurbani, per la maggior consistenza di edificazione recente, a destinazione prevalentemente residenziale, anche di tipo stagionale. 121

123 Le analisi condotte sul sistema insediativo e riportate negli allegati cartografici del Piano Comunale evidenziano, altresì: una diffusa presenza in ambiti extraurbani, talvolta di rilevanza agricola, di attività produttive connesse all artigianato di manutenzione, al commercio, al turismo, ecc., risultanti da iniziative individuali realizzate in assenza di un complessiva programmazione, che hanno concorso alla diffusione del fenomeno dello sprawl edilizio; una consistente concentrazione di attività produttive di diversa natura nell area cosiddetta Hangar, ubicata al margine nord orientale del territorio comunale, a confine con il comune di Santa Marina (nell ambito del quale sono localizzate ulteriori aree ed attrezzature a destinazione produttiva). Si tratta di un area di interesse strategico, lambita dalla variante alla S.S.18, in cui oltre a registrarsi la presenza di un industria a rischio da incidente rilevante (deposito di materiale esplosivo), sono stati di recente realizzati interventi sia pubblici (isola ecologica) che privati (impianto fotovoltaico occupante una superficie di circa 4,7 ha); una preoccupante diffusione del fenomeno dello sprawl edilizio in contesti agricoli, diffusamente connesso anche alla dimensione residenziale, attuato alla luce delle revisioni di cui all art.9 del DPR 380/01; che l esistente sistema viario, principale e secondario, richiede la realizzazione di interventi sistematici di manutenzione e talvolta di adeguamento, nonché, la realizzazione di una più efficiente connessione con la rete principale sovralocale ed, in particolare, con la variante alla SS 18. Si evidenzia, infine, che la dotazione di attrezzature pubbliche ad oggi esistenti ammonta a mq, ripartiti come nella tabella che segue, con una dotazione per abitante pari a 24,44 mq/abitante 32 : Aree per l istruzione asilo nido, scuola materna, scuola dell obbligo Scuole Materna-Elementare frazione Scario Scuola Media frazione Scario Scuola Materna-Elementare frazione Bosco Scuola Materna-Elementare capoluogo in località Casanuda Scuola Media capoluogo Scuola Materna-Elementare capoluogo in via Nazionale TOTALE 1859 mq* 902 mq* 2422 mq* 2636 mq* 2924 mq* 657 mq* mq pari a 5,96 mq/ab (*) superficie computata in misura doppia, ai sensi dell art.4 del D.M.1444/68, ricadendo in zona A/B del Piano urbanistico Aree per attrezzature di interesse comune religiose, culturali, sociali, assistenziali, sanitarie, amministrative, per pubblici servizi (uffici P.T., protezione civile, ecc.) ed altre Chiesa dell Immacolata 312 mq* Chiesa di S. Anna 70 mq* Canonica in frazione Scario 916 mq* Uffici Capitaneria di porto 758 mq* Chiesa di San Nicola 362 mq* Chiesa di San Rocco 190 mq* Museo in frazione Bosco 110 mq* Duomo 501 mq* Chiesa di San Gaetano 241 mq* Chiesa vicina al Cenobbio 348 mq* Cenobbio 2184 mq Canonica in capoluogo 1037 mq* Ex caserma (sede associazione culturale) 542 mq* 32 Si sono assunti gli abitanti al pari a

124 Chiesa di Pietrasanta Bagni adiacenti chiesa di Pietrasanta Chiesa della Martellata Caserma Carabinieri Municipio Caserma forestale Impianto di depurazione capoluogo Isola ecologica Uffici Capitaneria di Porto Deposito mezzi comunali Mattatoio Ludoteca TOTALE 453 mq 246 mq 124 mq 1515 mq* 325mq* 1912 mq 1235 mq mq 758 mq 2044 mq* 415 mq 772 mq* mq pari a 10,19 mq/ab (*) superficie computata in misura doppia, ai sensi dell art.4 del D.M.1444/68, ricadendo in zona A/B del Piano urbanistico Aree per spazi pubblici attrezzati a parco e per il gioco e per lo sport parchi, parchi gioco, giardini pubblici, attrezzature sportive Parco giochi in località Bivio di Scario 1087 mq* Giardino pubblico in località Bivio di Scario 603 mq* Giardino pubblico in località Marina di Scario 830 mq* Giardino pubblico in località Faro di Scario 622 mq* Campo di calcio frazione Bosco 2847 mq* Giardino pubblico sopra parcheggio in frazione Bosco 564 mq* Giardino pubblico sopra Sambuco in frazione Bosco 1683 mq* Giardino in frazione Bosco 59 mq* Parco giochi in contrada Spineto 3386 mq* Parco giochi San Giovanni a Piro 828 mq* Giardino San Giovanni a Piro 473 mq* Palestra San Giovanni a Piro 2276 mq* Parco giochi San Giovanni a Piro 666 mq* Campo di Calcio San Giovanni a Piro mq* Tiro a piattello località Ciolandrea 920 mq Belvedere in località Ciolandrea 1528 mq Lungomare di Scario 5381 mq* Piazza nei pressi della Scuola Materna Elementare del capoluogo 1438 mq* TOTALE mq pari a 18,94 mq/ab (*) superficie computata in misura doppia, ai sensi dell art.4 del D.M.1444/68, ricadendo in zona A/B del Piano urbanistico Aree per parcheggi Area parcheggio piazzale Margherita Area parcheggio Largo Palumbo Area parcheggio frazione Bosco Area parcheggio via Teodoro Gaza Area parcheggio strada vicinale in San Giovanni a Piro Area parcheggio vicino al Municipio Area parcheggio Pietrasanta Area parcheggio nei pressi della Caserma dei Carabinieri Area parcheggio rione Tornito Area parcheggio nei pressi del cimitero di Bosco TOTALE 2499 mq* 753 mq* 1172 mq* 2594 mq* 141 mq* 862 mq* 455 mq 404 mq* 1252 mq* 611 mq* mq pari a 5,50 mq/ab (*) superficie computata in misura doppia, ai sensi dell art.4 del D.M.1444/68, ricadendo in zona A/B del Piano urbanistico 123

125 4.5.2 Probabile evoluzione della componente senza l attuazione del Puc La mancata attuazione delle scelte di Piano, di seguito dettagliatamente illustrate, determinerebbe, con riferimento alla componente in esame: l impossibilità di attuare programmi coordinati ed unitari volti alla conservazione e valorizzazione del patrimonio storico, culturale e testimoniale, in grado di porre in essere efficaci azioni di tutela attiva delle risorse e contrastare gli inevitabili processi di degrado della struttura e dei caratteri degli insediamenti storici e storicizzati; l impossibilità di attuare programmi coordinati ed unitari volti alla riqualificazione edilizia ed urbanistica delle aree di urbanizzazione più recente, con la conseguente conservazione di elementi puntuali ma anche e soprattutto di ambiti e tessuti caratterizzati da scarsa qualità insediativa, da tipologie, morfologie e/o usi non adeguati ai caratteri ed al pregio dei luoghi, che si pongono quali elementi detrattori e di disturbo, anche in grado di acuire il degrado delle risorse urbane di maggior pregio; la diffusione di ampi e diffusi fenomeni di edilizia realizzata sine titolo, e pertanto di scarsa qualità, irrispettosa dei requisiti prestazionali e/o di sicurezza minimi, dei valori testimoniali che caratterizzano i luoghi, specie per quanto concerne gli interventi volti al recupero o all adeguamento del patrimonio edilizio esistente; l impossibilità di diversificare gli usi del patrimonio edilizio esistente e, conseguentemente, di rendere vitali ed attrattivi i tessuti urbani consentendo una articolazione di funzioni compatibili tanto legate alla residenza quanto alla diffusione dei servizi, specie nel settore del turismo, della cultura, del sociale, delle tecnologie avanzate o che comunque possano favorire lo sviluppo del sistema economico produttivo; l impossibilità di offrire risposte all esigenza di nuovi alloggi, favorendo il permanere se non l acutizzarsi delle condizioni di disagio per le classi sociali più svantaggiate; incremento delle problematiche in relazione al patrimonio immobiliare esistente, e connesse alla rendita, che potrebbe essere sempre meno disponibile ad uso dei residenti ed indirizzato a tipologie d uso ad alta redditività e, tuttavia, a basso impatto nella struttura economica-produttiva (case vacanze strettamente connesse alla stagione balneare); progressiva destrutturazione dell assetto urbano e riduzione della qualità complessiva dello spazio pubblico; impossibilità di garantire il soddisfacimento degli standards minimi ed inderogabili stabiliti per legge di aree destinate ad attrezzature e servizi a vantaggio della collettività, con conseguente progressivo degrado della qualità della struttura insediativa ma, soprattutto, della qualità di vita delle popolazioni locali. Inoltre la mancata attuazione delle previsioni di piano, determinerebbe, con riferimento alla componente in esame, l impossibilità di perseguire forme di tutela attiva del territorio rurale ed aperto impedendo la progressiva, ulteriore, espansione del fenomeno dello sprawl edilizio, e, contemporaneamente, l impossibilità di programmare, in relazione alle effettive esigenze individuate, uno sviluppo ordinato e qualificato della struttura insediativa e del sistema infrastrutturale Caratteristiche ambientali, culturali e paesaggistiche delle aree che potrebbero essere significativamente interessate Le caratteristiche ambientali, culturali e paesaggistiche delle aree interessate dalla presenza di strutture insediative più o meno consolidate sono state ampiamente trattate nell ambito della descrizione delle diverse componenti ambientali trattate dal presente rapporto. Su tali aspetti si tornerà nuovamente nell ambito del capitolo dedicato alla Valutazione di Incidenza, nel quale, peraltro, saranno ulteriormente precisati e dettagliati i valori più significativi dei siti della rete Natura 2000 interessati da Programmi Operativi previsti dal Puc (prevalentemente connessi alla riqualificazione e/o il potenziamento delle strutture insediative e del sistema infrastrutturale). In tale sede saranno valutate le possibili incidenze significative che potrebbero essere determinate dall attuazione delle previsioni del Puc ed, in particolare, 124

126 dalle previsioni contenute nella sua componente operativa con riferimento agli ambiti di trasformazione individuati e ricadenti in Sic e/o Zps Problemi ambientali esistenti pertinenti al piano Come già evidenziato nell ambito della trattazione della componente suolo e sottosuolo, taluni ambiti del territorio comunale, ivi inclusi significativi ambiti urbanizzati o immediatamente prossimi ad essi, sono caratterizzati e perimetrati dal vigente PSAI come interessati da livelli di pericolo/rischio elevato o molto elevato da frana. In tale contesto risulta evidente che lo strumento urbanistico comunale, deve assumere il ruolo fondamentale, all interno ed in sinergia con la pianificazione dell Autorità di bacino, di garante della sicurezza del territorio e della popolazione, nonché di promotore di corrette politiche di sviluppo, tentando allo stesso tempo di garantire un livello di qualità di vita minimo per la popolazione locale mediante il soddisfacimento di fabbisogni inderogabili e garantendo il perseguimento di indispensabili prospettive di sviluppo sociale ed economico. Come già evidenziato, a tal fine il Puc di San Giovanni a Piro propone un percorso metodologico, operativo e programmatico articolato secondo le seguenti fasi: elaborazione di appropriati approfondimenti e studi di carattere geomorfologico-idrogeologicoidraulico, in modo da poter eventualmente incidere sulla pianificazione di bacino, modificandone ed integrandone i contenuti; qualora gli studi e le analisi di dettaglio facciano emergere un quadro diverso da quello prospettato dal Piano stralcio, è possibile attivare le procedure per una proposta di riperimetrazione secondo il disciplinare allegato alle norme di attuazione del Psai stesso; nel caso in cui, invece, la verifica di compatibilità conduca ad una conferma dello stato di dissesto, si prevedono due possibilità per garantire la permanenza o l introduzione di presenze e funzioni antropiche nell area ed attuare le indispensabili scelte di trasformazione urbanistica: si può procedere all individuazione, progettazione e successiva esecuzione di interventi per la messa in sicurezza e/o mitigazione del rischio. Si tratterà quindi di redigere un piano di interventi di mitigazione del rischio, basato sull individuazione a campione degli interventi da recepire in piani urbanistici attuativi, rispettando le indicazioni riportate nel quaderno delle opere tipo dell Autorità di Bacino; oppure nel caso in cui gli interventi di mitigazione debbano interessare porzioni di versante e/o areali di notevole estensione, si potranno predisporre piani di emergenza corredati da monitoraggi strumentali, che a seconda delle tipologie di dissesto, faranno riferimento a tecnologie appropriate. In relazione allo specifico scenario di rischio idrogeologico individuato dall Autorità di Bacino, bisognerà, in pratica, predisporre un piano di emergenza a cui corrisponderanno diverse tipologie di intervento, in una sorta di albero delle possibilità che deve essere il più possibile predeterminato Le scelte del Piano Con riferimento alla componente in esame le scelte del Puc sono volte, sostanzialmente, al recupero qualitativo dell esistente, alla tutela dei valori storici, archeologici, architettonici e testimoniali, alla valorizzazione ed alla riorganizzazione funzionale e qualitativa della struttura urbana, perseguendo anzitutto il principio del minor consumo di suolo. In particolare, il Piano mira al raggiungimento degli obiettivi innanzi enunciati prioritariamente senza prevedere alcuna nuova occupazione di territorio inedificato, e, solo in caso di assoluta necessità, la nuova edificazione è ammessa, si ribadisce, nei limiti strettamente necessari e senza investire aree di valore naturalistico o agricolo, reale o potenziale. Le 125

127 norme di Piano, infine, incentivano ed, in taluni casi prescrivono, nell ambito della realizzazione di taluni interventi di recupero del patrimonio edilizio esistente o di riqualificazione delle aree urbane e semiurbane, la riduzione delle superfici impermeabilizzate ed, in taluni casi, il ripristino delle condizioni di naturalità di aree degradate. Per il raggiungimento di tali obiettivi il Puc propone le strategie e le azioni di seguito specificate: tutela e valorizzazione del patrimonio storico, culturale e testimoniale, ed in particolare dei centri e dei nuclei storici (IS), attraverso: - la promozione di piani particolareggiati di esecuzione di restauro e risanamento conservativo di iniziativa pubblica o da realizzare in regime convenzionato; - la promozione di interventi sistematici di manutenzione ordinaria, straordinaria, restauro e risanamento conservativo, demolizione delle superfetazioni, di elevata qualità progettuale ed esecutiva e volti al recupero dei valori ovvero al ripristino/conferimento di caratteri tipologici, morfologici e compositivi adeguati ai caratteri ed al pregio del contesto; riqualificazione delle aree di urbanizzazione e del patrimonio edilizio più recente (IR), attraverso: - per le zone urbane a destinazione prevalentemente residenziale (IR1): con riferimento a quelle prevalentemente consolidate, la promozione di interventi di recupero del patrimonio edilizio, anche con limitate possibilità di incremento volumetrico - nel caso ricorrano determinati presupposti di riqualificazione architettonica, energetica e di adeguamento antisismico -, nonché di adeguamento igienico sanitario una tantum - delle unità residenziali esistenti, impedendo l occupazione delle residue aree libere, fatta eccezione che per le attrezzature pubbliche; con riferimento a quelle solo in parte consolidate: a) l'individuazione e la tutela degli edifici e dei complessi edilizi di valore storico, architettonico o documentario eventualmente presenti e la verifica della compatibilità degli usi esistenti con le esigenze di tutela; b) la individuazione degli ambiti per i quali sono ammissibili unicamente gli interventi previsti per gli ambiti consolidati; c) la riqualificazione urbana delle aree caratterizzate da scarsa qualità insediativa e degli aggregati edilizi caratterizzati da tipologie, morfologie e/o usi non adeguati ai caratteri ed al pregio dei luoghi; - per le aree urbane di riqualificazione urbanistica e di riequilibrio ambientale e funzionale (IR2), la definizione di adeguati parametri per il recupero del patrimonio edilizio esistente e la promozione di Piani Urbanistici Attuativi per la riqualificazione edilizia ed urbanistica delle aree. - per le aree extra-urbane di edificazione recente (IR3): con riferimento a quelle a destinazione prevalentemente residenziale, anche di tipo stagionale, si prevede l adozione di misure volte alla riqualificazione urbanistica e paesaggistica; con riferimento a quelle a destinazione prevalentemente turistica, di tipo alberghiero o extralberghiero, si prevede l adozione di misure volte alla ristrutturazione e valorizzazione delle attrezzature ed alla riqualificazione paesaggistica ed ambientale degli insediamenti. - per gli aggregati edilizi di recente formazione, di sovente prevalentemente residenziali, ed ubicati in contesti agricoli (IA), che non presentano alcun pregio o valore di carattere storico o testimoniale, caratterizzati dalla prevalente monofunzionalità e che presentano caratteri di densità e/o morfologia e/o attrezzatura piuttosto insoddisfacenti, il Puc prescrive interventi specifici di riqualificazione urbanistica, paesaggistica ed ambientale; - il PUC inoltre individua la perimetrazione degli insediamenti abusivi esistenti al 31 dicembre 1993 e oggetto di sanatoria ai sensi della legge 28 febbraio 1985, n. 47, capi IV e V, e ai sensi della legge 23 dicembre 1994, n. 724, articolo 39, al fine di assicurare per essi: a) la realizzazione di un'adeguata urbanizzazione primaria e secondaria; b) il rispetto degli interessi di carattere storico, artistico, archeologico, paesaggistico-ambientale ed idrogeologico. Gli insediamenti perimetrati risultano comunque tutti classificati dal Puc in relazione alle loro caratteristiche urbanistiche, 126

128 tipologiche, morfologiche, funzionali e pertanto riconducibili alle diverse tipologie di tessuti di cui ai punti precedenti. Per essi, pertanto, vanno contemporaneamente applicate le norme riferite alle diverse tipologie di tessuto edilizio definite dal Puc e le norme definite per gli insediamenti abusivi; in caso di contrasto va sempre applicata la norma più restrittiva. - con riferimento agli insediamenti, urbani ed extraurbani, di cui ai punti precedenti, ricadenti nel perimetro del Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano ed, in particolare, nelle aree per il quale il Piano del Parco prevede la redazione di Progetti di Intervento Unitario (PIU), i PUA sopra previsti, estesi ad ambiti significativi e ricomprendenti anche ampie porzioni del territorio rurale ed aperto circostante e connesso all insediamento, dovranno essere finalizzati: - alla riqualificazione, restituzione, recupero e ricostituzione degli equilibri ambientali alterati; - alla rifunzionalizzazione, ristrutturazione edilizia ed urbanistica, anche con la realizzazione di nuovi manufatti, migliorando la qualità dei servizi; - alla mitigazione degli impatti negativi paesistici ed ambientali degli sviluppi urbanistici pregressi ed in atto; - al contenimento degli sviluppi infrastrutturali, in particolare viabilistici; - alla rilocalizzazione delle attività in situazioni di rischio idrogeologico o incompatibili con le finalità del Parco e definizione delle opere di mitigazione del rischio; - al recupero dei caratteri del paesaggio agrario, dei percorsi e dei beni di interesse storicoculturale; I PUA redatti in conformità a tali previsioni assumono valore e portata dei Progetti di Intervento Unitario previsti dall art.17 del Piano del Parco; Nell ambito della componente operativa del Piano ed, in particolare, delle schede della Serie 3 da includere negli Atti di Programmazione degli Interventi (API), sono individuati i programmi da attivare nel quinquennio previa preventiva formazione di Piani Urbanistici Attuativi aventi valore e portata di Progetti di Intervento Unitario. promozione delle attività di recupero e adeguamento del patrimonio edilizio esistente destinato o da destinare ad attrezzature turistiche (strutture alberghiere ed extralberghiere) o ad attività complementari al turismo, con esclusione di seconde case e case vacanza; promozione delle attività di recupero e adeguamento del patrimonio edilizio esistente avente destinazione produttiva/artigianale; riqualificazione del fronte di mare, mediante la predisposizione di piani urbanistici attuativi (con riferimento all ambito portuale, al centro storico di Scario, all ambito che partendo dal molo di sottoflutto arriva all impianto cimiteriale), che prevedano la conservazione dei valori storici ed identitari, la riorganizzazione funzionale ed urbanistica dell area, privilegiando per essa funzioni e servizi di interesse pubblico e per il turismo, e la contestuale riqualificazione paesaggistica ed ambientale dell ambito; la valorizzazione del patrimonio culturale, archeologico ed architettonico. la riorganizzazione dell assetto urbano e la promozione della qualità complessiva dello spazio pubblico; la riorganizzazione funzionale e potenziamento del sistema delle attrezzature e dei servizi di scala locale e sovralocale (questi ultimi da valutare in una logica di rete e di complementarietà), anche al fine del soddisfacimento degli standards urbanistici previsti per legge (scuole, attrezzature di interesse comune, impianti sportivi, verde attrezzato parchi urbani e/o territoriali), tenendo conto delle effettive esigenze della comunità e del territorio e nel rispetto delle caratteristiche delle aree; 127

129 il rafforzamento e integrazione della dotazione attuale di prestazioni e funzioni, tanto con riferimento ai servizi di livello urbano (per le famiglie e le imprese), quanto ai servizi che possano favorire lo sviluppo del sistema economico-produttivo. La realizzazione di una piccola quota di nuova edilizia residenziale, con una sostanziale parte riservata ad edilizia pubblica o convenzionata. La qualificazione e potenziamento degli aree e delle attrezzature per l insediamento di attività produttive attraverso: la riqualificazione urbanistica, paesaggistica ed ambientale dell area Hangar ed il suo completamento quale area destinata alla localizzazione di attività produttive, di carattere artigianale, manifatturiero, e per l erogazione di servizi, da attuare con i caratteri propri delle aree ecologicamente attrezzate. la promozione dell insediamento delle attività artigianali tradizionali, che quando non determinano emissioni incompatibili vanno conservate o reinseriate nel centro urbano, in quanto testimonianza di valori identitari ed elemento di diversificazione dell offerta, anche in chiave turistica; la possibilità di realizzazione di piccole aree produttive, nelle vicinanze dei principali centri ed a servizio degli stessi, per la localizzazione di attività artigianali di servizio o commerciali, ma inconciliabili con il tessuto urbano, quali artigianato di manutenzione dell auto, piccoli laboratori per la lavorazione del ferro, del legno, commercio all ingrosso, ecc.. A tal fine il Puc prevede, nella sua componente operativa, la realizzazione di una sola piccola area in prossimità del capoluogo; la promozione dell insediamento di attività innovative e compatibili con le esigenze di tutela: - istituzione di centri di studio e ricerca applicata, ed eventualmente di attività produttive (ad es. nel campo delle tecnologie avanzate, delle tecnologie dell informazione e della comunicazione, dell agricoltura, della biodiversità, del paesaggio), favorendone la localizzazione nella prevista area produttiva, nonché mediante il recupero di manufatti preesistenti anche in zona agricola; - realizzazione di piccoli impianti per produzione di energia mediante l impiego di fonti rinnovabili (solare, eolico, biomasse, ecc.), da dimensionare e localizzare, compatibilmente con le esigenze di tutela dei valori paesaggistici, nel territorio rurale ed aperto, ad eccezione delle aree a più elevata naturalità e delle aree boscate, ed a servizio di insediamenti esistenti; definizione di un sistema di mobilità intermodale mediante: la realizzazione di un nuovo asse stradale, prevalentemente mediante l adeguamento di tracciati esistenti, per un rapido collegamento dei centri di San Giovanni e Bosco con l area hangar e con la variante alla S.S.18 (mediante la realizzazione di un nuovo svincolo); la creazione di una viabilità alternativa all attraversamento del centro storico del capoluogo; la messa in sicurezza ed adeguamento dei tracciati esistenti e della viabilità esistente, anche verificando la possibilità di realizzare una variante alla ex SS562, in corrispondenza del centro abitato di Scario, e percorsi integrativi/alternativi, per i centri di San Giovanni e Bosco; la realizzazione di parcheggi pubblici a servizio dei centri abitati e del litorale (preferendo la soluzione in interrato nei contesti di maggior rilievo paesaggistico); la valorizzazione del porto di Scario, quale elemento strutturante della rete dei porti e degli approdi della Costa; recupero e potenziamento del sistema della sentieristica storica e non, per incentivare il turismo naturalistico ed escursionistico; il potenziamento dei servizi pubblici di trasporto su gomma da/per i principali terminali di mobilità nazionali e i principali nodi intermodali locali. 128

130 4.6 Mobilità Descrizione della componente Il comune di San Giovanni a Piro, ubicato nella zona più meridionale della provincia di Salerno, ai margini del territorio del Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni, si estende lungo il golfo di Policastro, alla foce del fiume Bussento, e confina ad ovest con il comune di Camerota, a nord con il comune di Roccagloriosa e Torre Orsaia, ad est con il comune di Santa Marina. Costituito da 3 nuclei abitati principali, il capoluogo San Giovanni e le frazioni di Scario, sul mare, e Bosco più all interno, dista 87,5 Km da Salerno, 134,3 Km da Napoli, 42,4 Km e 21,9 Km rispettivamente da Vallo della Lucania e Sapri, che costituiscono le polarità urbane più prossime. Le stazioni ferroviarie più vicine, sulla linea Salerno-Paola, sono quelle di Torre Orsaia e Policastro/Bussentina, a carattere locale; la stazione di Sapri consente, tuttavia, di utilizzare tutta le tipologie di treni che percorrono la direttrice; l attestazione più prossima dell A/V è quella di Salerno. L aeroporto più vicino è quello di Salerno-Costa d Amalfi. I porti più vicini sono quelli di Marina di Camerota e Sapri (a destinazione turistica e diportistica), e quello di Salerno, con valenza commerciale, turistica e crocieristica. La frazione Scario è inoltre dotata di un porto turistico, idoneo a costituire attestazione per sistemi di trasporto collettivo via mare, sia di carattere locale (con prevalente finalità turistico-escursionistica), sia di rilievo sovralocale. Il territorio è attraversato, dalla SS 562 dir, che si connette alla SS 18 in corrispondenza di Policastro, e dalla variante alla SS18 (S.P.430/D), per la quale non esiste accesso diretto nel territorio comunale, ed è utilizzabile mediante gli svincoli di Roccagloriosa/Acquavena e Policastro/Bussentina. La SS562 dir durante i mesi invernali ha un volume di traffico molto basso, mentre, nei mesi estivi il volume di traffico diventa più consistente. Le altre strade sono classificabili come strade locali. L autostrada più vicina è la A3 Salerno-Reggio Calabria, raggiungibile mediante la S.S.517 (Bussentina) allo svincolo di Buonabitacolo/Padula, che dista circa 47 Km. Su tale viabilità transita un sistema di trasporto pubblico collettivo su gomma che propone corse di collegamento con Sapri e Vallo della Lucania. Non sono presenti ulteriori servizi di trasporto pubblico/collettivo. La viabilità carrabile è integrata da una fitta rete di percorsi pedonali che caratterizzano ed attraversano le aree di maggior pregio naturalistico e paesaggistico e che costituiscono una risorsa da valorizzare al fine di promuovere forme di turismo escursionistico e naturalistico. La dotazione di aree per parcheggi pubblici, pur soddisfacendo i requisiti minimi di legge, risulta fortemente insoddisfacente in relazione alle esigenze che emergono principalmente durante la stagione turistica Probabile evoluzione della componente senza l attuazione del Puc La mancata attuazione delle previsioni del Puc, con riferimento alla componente in esame, impedirebbe di definire un insieme sistematico di misure volte ad affrontare le notevoli problematiche connesse alla mobilità e alla sosta, sia in relazione alle esigenze locali e dei residenti, sia con riferimento alle esigenze dei turisti. In particolare: 129

131 potrebbero non essere attuati gli urgenti interventi di completamento della viabilità interna sia in ambito strettamente urbano (caratterizzato in taluni casi dalla presenza di un sistema stradale fortemente insufficiente) sia in ambito extraurbano, dove è evidente l esigenza di ottimizzare i collegamenti dei centri più interni con la variante alla SS18, tracciato a scorrimento veloce e di connessione con la direttrice Vallo-Piana del Sele-Salerno, da una parte, e con il Vallo di Diano e l Autostrada A3, per il tramite della Bussentina; tenderebbero a permanere, se non ad acutizzarsi, le problematiche connesse alla sosta, tanto dei residenti sia di quella connessa ai flussi turistici, con conseguente inevitabile esigenza di rinvenire ulteriori aree, oggi libere, e da destinare al parcamento delle automobili, con le inevitabili, deleterie, conseguenza sia dal punto di vista paesaggistico che dal punto di vista ambientale; non si riuscirebbero a promuovere forme di mobilità intermodale, alternativa e sostenibile, connesse ad esempio al potenziamento delle vie del mare ed, in tal senso, del ruolo dell approdo di San Giovanni a Piro, o di servizi collettivi su gomma di connessione con i più prossimi terminali di altre modalità Le scelte del Piano Con riferimento alla componente in esame il Puc propone le strategie e le azioni di seguito specificate: la realizzazione di un nuovo asse stradale, prevalentemente mediante l adeguamento di tracciati esistenti, per un rapido collegamento dei centri di San Giovanni e Bosco con l area hangar e con la variante alla S.S.18 (mediante la realizzazione di un nuovo svincolo). Tale infrastruttura riveste un rilevante valore strategico in quanto consente: - l ottimizzazione dei collegamenti con l area hangar, individuata dal Puc quale principale area produttiva del comune e che attualmente gravita sul versante Bussento-Policastro, al fine di un pieno inserimento della stessa nella struttura insediativa comunale; - il collegamento rapido del centro di Bosco e S. Giovanni alla superstrada, contribuendo a decongestionare il tratto costiero Policastro Scario; - la creazione di una viabilità alternativa all attraversamento del centro storico del capoluogo; la messa in sicurezza ed adeguamento dei tracciati esistenti e della viabilità esistente, anche mediante la realizzazione di una variante alla ex SS562, in corrispondenza del centro abitato di Scario, e percorsi integrativi/alternativi, per i centri di San Giovanni e Bosco; la realizzazione di parcheggi pubblici a servizio dei centri abitati e del litorale (preferendo la soluzione in interrato nei contesti di maggior rilievo paesaggistico); la valorizzazione del porto di Scario, quale elemento strutturante della rete dei porti e degli approdi della Costa, da perseguire attraverso: - il potenziamento dei servizi di linea pubblici e privati, di comunicazione regionali e provinciali da/per i principali terminali di trasporto di mobilità nazionale ed internazionale (aeroporto di Salerno/Pontecagnano, scalo crocieristico di Salerno, attestazione dell AV/AC di Salerno); - la promozione di taxi collettivi del mare per escursioni lungo il litorale, anche incoraggiando ristoratori, albergatori ed operatori turistici locali ad offrire servizi privati di collegamento via mare per il raggiungimento di specifiche mete; - l adeguamento della struttura esistente, anche mediante la realizzazione di piccoli interventi per il miglioramento dei servizi a terra: area di arrivo/partenza ombreggiata/protetta, da individuare nell ambito del ridisegno del fronte di mare; localizzazione di servizi di informazione turistica e di promozione turistica; 130

132 recupero e potenziamento del sistema della sentieristica storica e non, per incentivare il turismo naturalistico ed escursionistico; il potenziamento dei servizi pubblici di trasporto su gomma da/per i principali terminali di mobilità nazionali e i principali nodi intermodali locali. 4.7 Agricoltura Descrizione della componente Lo stato del settore agricolo e la sua evoluzione nel comune di San Giovanni a Piro è fotografato nei censimenti ISTAT dell Agricoltura. In particolare, il VI Censimento dell Agricoltura è riferito al 24 ottobre Tab. 1: Numero aziende per Superficie Totale (SAT) e Superficie Agricola Utilizzata (SAU) Aziende SAT 1311, , , ,94 SAU 947, , , ,28 Da una prima elaborazione delle serie storiche fornite da ISTAT si denota una diminuzione del numero di aziende agricole e della Superficie Totale (SAT), con un incremento invece della Superficie Agricola Utilizzata (SAU). Tab. 2: Superficie Territoriale, Superficie Agricola Utilizzata (SAU) e Superficie Agricola Totale (SAT), in ettari Superficie Territoriale Superficie Agricola Totale Superficie non agricola Superficie Agricola Utilizzata SAT/ST (%) SAU/ST (%) SAU/SAT (%) 3.699, , , ,28 0,55 0,39 0,71 L elaborazione dei dati relativi alle superfici catastali consente di avere la esatta superficie totale del territorio comunale, che ammonta a Ha 3.699,51, che permette di avere il quadro generale della superficie destinate all attività agricola rispetto al totale. Le aziende agricole censite sono in numero di 311, delle quali 308 a conduzione diretta del coltivatore. Tab. 3: Aziende per titolo di conduzione, SAT e SAU (in Ha) Solo proprietà Solo affitto Solo uso gratuito Proprietà e affitto Proprietà e uso gratuito Affitto e uso gratuito Proprietà, affitto e uso gratuito Tutte le voci Aziende SAT 1109,23 382,35 31,17 254,47 15,19 231,45 11, ,94 SAU 570,15 369,58 24,88 232,49 10,89 229,80 9, ,28 Circa l 85% delle aziende agricole coltiva i terreni di proprietà, mentre solo 22 aziende (nemmeno l 1%) fanno ricorso alla Legge 203/82 relativa ai contratti di affitto di fondi rustici. La tabella 3 evidenzia che circa il 54% della Superficie Agricola Totale è condotta in proprietà dai coltivatori. La forma di conduzione prevalente è quella diretta del coltivatore (Tab. 4). 131

133 Tab. 4: Aziende per forma di conduzione Conduzione diretta del coltivatore Conduzione con salariati Altra forma di conduzione Aziende Totale La tabella n. 5 mostra la distribuzione delle aziende agricole per classe di superficie. Tab. 5: Aziende, SAU e SAT per classe di superficie agricola utilizzata < 0,99 1 1,99 2 2,99 3 4,99 5 9, , , , ,99 Aziende e oltre Totale Solo con coltivazioni con allevamenti SAT 105,1 136,99 81,85 76,76 185,5 166,15 128,56 369,76 644, ,94 SAU 76,85 108,26 60,55 62,24 129,26 152,05 117,64 350,13 252, ,28 Le aziende con superficie agricola utilizzata inferiore a 2 ettari sono 219, pari al 70% del totale, con una Superficie Totale di 242,09 Ha (12% della SAT) ed una Superficie Agricola Utilizzata di 185,11 (12% della SAU). Le aziende con superficie inferiore all ettaro, invece, sono 141, pari al 45% del totale, ed occupano una Superficie Totale pari al 5% della SAT comunale. Le aziende con una superficie compresa tra i 2 ed i 5 ettari sono 42, pari al 13% del totale, con una Superficie Totale di 158,61 Ha (8% della SAT) e una Superficie Agricola Utilizzata di 122,79 Ha (8% della SAU). Nelle classi dimensionali superiori a 5 ha sono state censite 50 aziende, pari al 16% del totale, che occupano una Superficie Totale di 1634,24 Ha (80% della SAT) e una Superficie Agricola Utilizzata di 1139,38 (78% della SAU). Il Censimento del 2010 fornisce dati anche sul numero di giornate lavorative impiegate in azienda, tabella n. 6, per classe di superficie agricola utilizzata. Tab. 6: Giornate lavorative per classe di Superficie Agricola Utilizzata < 0,99 1 1,99 2 2,99 3 4,99 5 9, , , , , e oltre Totale SAU

134 Dalla tabella 6 si evince che il 43,5% delle giornate lavorative è impiegato nelle aziende con una SAU inferiore ai 2 Ha, il 18,5% nelle aziende con una SAU compresa tra 2 e 5 ettari ed il 38% nelle aziende con SAU superiore ai 5 Ha. Le aziende che presentano allevamenti sono il 52 (17% del totale), mentre le aziende solo con coltivazioni sono 259 (83% del totale). Le superfici coltivate rilevate dal Censimento 2010 presentano un quadro molto frammentato, dove appare chiaro che la coltura maggiormente presente è l olivo. Tab. 7: Utilizzazione dei terreni SAT SAU SUPERFICIE AGRICOLA TOTALE SUPERFICIE AGRICOLA UTILIZZATA Seminat Colt. Legnose Orti familiari Prati permanenti Arboricoltura da legno agrarie e pascoli Boschi annessi ad aziende agricole Aziende Superfici 2034, ,28 72,66 330,02 3, ,75 0,59 466,27 47,11 Altra sup. Tab. 8: Coltivazioni legnose agrarie Vite Olivo Agrumi Fruttiferi Aziende SAU 7,82 293,86 1,35 26,99 Per quanto riguarda il settore zootecnico, sono presenti 14 aziende con allevamenti bovini, per un totale di 232 capi, 4 con allevamenti equini con 11 capi, 6 con allevamenti suini con 12 capi, 32 con allevamenti ovini con 837 capi, 26 con allevamenti caprini con 783 capi e 11 con avicoli per complessivi 250 capi (Tab. 9) Tab. 9: Aziende per tipologia di allevamento Bovini Equini Suini Ovini Caprini Avicoli Altro (api) Aziende N. di capi Dalla tabella 10 si evince che il maggior numero di capi di bestiame (bovino e ovi caprino) è allevato da aziende con una Superficie Totale superiore a 20 Ha. Tab. 10: Numero di capi per classe di Superficie Totale < 0,99 1 1,99 2 2,99 3 4,99 5 9, , , , , e oltre Aziende Bovini Ovini Caprini Avicoli Suini Totale Ciò dimostra l orientamento imprenditoriale delle aziende medio grandi, maggiormente rivolte al mercato e che si differenzia dagli orientamenti delle piccole aziende, i cui allevamenti sono rivolti principalmente al soddisfacimento di bisogni familiari. 133

135 4.7.2 Probabile evoluzione della componente senza l attuazione del Puc Il confronto tra lo stato della componente descritto nel precedente paragrafo, con quello proposto dai dati Istat del 2000 costituisce, in considerazione dell arco di variazione decennale considerato, una misura attendibile della dimensione del settore agricolo e permette di individuarne, le dinamiche evolutive, in una condizione di permanente assenza di misure di governo del territorio e, pertanto, senza l attuazione delle previsioni del Puc. Nell arco decennale preso in considerazione, il numero di aziende presenti sul territorio comunale si è decisamente ridotto, sia in termini numerici (- 60,8 %) che con riferimento alla SAT (-13,3 %). Tali dati testimoniano pertanto una diffusa crisi del settore con la drastica riduzione del numero di aziende impegnate ma anche, e soprattutto, delle superfici territoriali complessivamente a destinazione agricola. Viceversa la percentuale di superficie agricola effettivamente utilizzata rispetto alla SAT complessiva nell ultimo decennio, è aumentata di circa il 23%, indicando di una più efficiente utilizzazione dei residui aziendali. La mancata attuazione delle misure previste dal Puc e descritte nel successivo paragrafo comporterebbe, inoltre, con riferimento alla componente in esame: una progressiva ulteriore riduzione delle aree agricole, specie di quelle periurbane e più prossime agli insediamenti esistenti, che continuerebbero ad essere interessati da indiscriminati interventi edilizi, anche e soprattutto di natura residenziale, attuati alla luce delle previsioni di cui all art.9 del DPR 380/01, specie nelle aree non sottoposte alle misure di tutela del Piano del Parco e del PTP, con un conseguente, preoccupante, incremento dello sprawl edilizio; la progressiva riduzione delle superfici destinate a colture tipiche e tradizionali (come ad esempio gli oliveti), a vantaggio di tipologie di coltivazione più redditizie; l impossibilità di promuovere misure di sostegno, supporto ed integrazione delle attività agricole, in particolare con riferimento alla diversificazione delle attività, sia nell ambito della prima lavorazione e commercializzazione delle produzioni, sia in quello dell ospitalità rurale, del turismo ambientale, eno-gastronomico, ecc Le scelte del Piano Con riferimento alla componente in esame il Puc propone gli obiettivi specifici, strategie ed azioni volte alla tutela e valorizzazione dei mosaici agricoli ed agroforestali della montagna, della collina, della pianura e delle valli, preservandone l integrità fisica e la caratterizzazione morfologica, vegetazionale e percettiva attraverso il coordinamento di azioni molteplici che possano consentire una tutela attiva del territorio rurale, in particolare mediante il sostegno all agricoltura. Nel dettaglio il Puc persegue e, nei settori di non diretta competenza, auspica: la esclusione di nuove quote di edilizia residenziale rurale, fatta eccezione che per le esigenze dell Imprenditore Agricolo Professionale, comunque da ammettere esclusivamente nell ambito degli ambiti di minor pregio ambientale e naturalistico del territorio rurale ed aperto; la conservazione, la diffusione e la promozione delle colture tipiche e tradizionali (come ad esempio gli oliveti), anche attraverso: - la localizzazione, fatta eccezione che nelle aree ad elevata naturalità/biodiversità, di impianti per la prima lavorazione, lo stoccaggio e/o la trasformazione delle produzioni locali, nei fondi agricoli limitatamente ai prodotti derivanti dall attività agricola svolta ovvero nelle area produttive appositamente previste dal Piano; - la promozione di azioni di adeguamento strutturale delle aziende agricole, l adesione a sistemi di qualità, l adeguamento agli standard produttivi e l offerta di servizi di assistenza tecnica (marketing, azioni di commercializzazione, etc.); - la diffusione dell agricoltura biologica quale presidio territoriale, fattore di contenimento dei carichi inquinanti ed elemento di valorizzazione dell offerta agroalimentare; la diversificazione ed integrazione delle attività agricole (lavorazione di produzioni agricole locali; allevamento, apicoltura ed attività zootecniche; piccoli laboratori caseari) per i quali è possibile 134

136 prevedere la realizzazione di manufatti dedicati ex novo solo nell ambito di aree a non elevata naturalità/biodiversità. Anche a tale scopo il Puc intende infatti preventivamente promuovere ed incentivare il recupero di manufatti dimessi o in via di dismissione; la promozione di programmi di accoglienza rurale, quale offerta turistica integrativa e diversificata e, contemporaneamente, intervento di sostegno ad attività agricole esistenti, attraverso la valorizzazione del patrimonio agricolo-naturalistico anche a fini turistici, mediante la promozione di azioni di recupero e riuso di manufatti rurali dismessi o in via di dismissione, e/o la realizzazione di nuovi calibrati interventi per centri servizi per l escursionismo locale, punti informativi, centri di documentazione ambientale, strutture turistiche, in grado di configurare, nel complesso, una offerta turistica integrativa e diversificata a quella comunemente localizzata lungo i versanti costieri. In tal senso il Piano intende promuovere la localizzazione, nell ambito di edifici rurali esistenti, di attività quali l agriturismo o la residenza rurale (country house). A tal fine, e con riferimento all insediamento di nuove strutture per la ricettività rurale, è ammessa la possibilità di ristrutturare gli edifici esistenti e di realizzare limitati incrementi volumetrici e/o nuove strutture (previa verifica dell impossibilità di utilizzare le strutture esistenti per comprovati motivi strutturali, funzionali e di sicurezza) per i servizi igienici necessari, i volumi tecnici, gli interventi di adeguamento in materia di barriere architettoniche, gli interventi pertinenziali nonché prevedere nuove aree attrezzate per il tempo libero e lo sport, secondo le modalità di cui alla L.R.15/2008 e s.m.i. e di cui al relativo regolamento di attuazione approvato con D.P.G.R. n.18 del ; la promozione degli interventi volti alla salvaguardia ed alla valorizzazione delle attività agricole, anche se svolte in economia, che garantiscono la tutela e la conservazione dei mosaici agricoli, favorendo: - la realizzazione di interventi di manutenzione, ripristino e rifacimento delle opere di sistemazione fondiaria, di piccoli capanni in legno per il ricovero attrezzi, materiali, derrate, o in alternativa la realizzazione di stalle, porcilaie etc., connesse con la conduzione dei poderi già dotati di case rurali; - gli interventi di recupero, conservazione e riuso (a fini agricoli o per attività integrative all agricoltura) degli edifici rurali esistenti, ammettendo una tantum l adeguamento degli stessi, sulla base di documentate esigenze igienico sanitarie; - la manutenzione ordinaria e straordinaria della viabilità di accesso ai fondi e la realizzazione delle nuove, indispensabili, strade interpoderali. 4.8 Industria e commercio Descrizione della componente In mancanza di dati aggiornati all anno 2014 ci si rifarà di seguito a dati ed a valutazioni ad oggi disponibili, che in ogni caso fotografano la realtà economica locale in un periodo in cui già si manifestava, sia pur non con gli attuali connotati di drammaticità, la difficoltosa situazione congiunturale. Il Rapporto sullo stato dell Economia provinciale per l anno 2013, elaborato dalla Camera di Commercio di Salerno e presentato nel corso della XII Giornata dell Economia tenutasi il 10 giugno 2014, conferma che la provincia di Salerno è quella che presenta le maggiori opportunità economiche in Campania, con un valore aggiunto pro-capite pari al 67,2% della media nazionale nel 2002 (a fronte del 63,6% campano e del 66,4% meridionale), che si è però ridotto rapidamente, per effetto della crisi, portandosi al 65,4% nel 2013, inferiore anche rispetto al dato meridionale complessivo. Perdendo quasi un punto di reddito disponibile fra 2009 e 2012, le famiglie salernitane, nel ranking nazionale, si collocano in una poco lusinghiera 93-ma posizione, con una disponibilità media di euro di attivo patrimoniale, superiore alla media campana, composto essenzialmente da beni immobili. 135

137 La provincia di Salerno ha un indice di povertà meno rilevante di quello dell asse Caserta-Napoli, in cui si concentrano i numeri più drammatici. Tuttavia, con oltre 102mila famiglie in povertà relativa nel 2012, Salerno evidenzia una sacca permanente di povertà con un indice del 24%, in rapida crescita dal 20,7% del Ciò determina una riduzione della loro spesa per consumi. Nel 2012, infatti, si segnala il calo del dato pro capite più pesante fra tutte le realtà campane (-7,2%). Il rapporto camerale evidenzia altresì che dopo la crescita del periodo , si è registrata una riduzione del numero di imprese con tassi più rapidi di quelli osservabili a livello nazionale. Infatti nel lo stock totale di imprese registrate è tornato su livelli analoghi a quelli del 2010, ovvero al di sotto della soglia delle 120mila unità produttive (al le imprese registrate risultano ). Il calo verificatosi nel 2013 è riconducibile soprattutto alle imprese individuali, meno capitalizzate, più esposte quindi alla difficile congiuntura e alle restrizioni creditizie. Lo studio in esame evidenzia, altresì, che le potenzialità di rigenerazione del tessuto produttivo sono affidate in buona misura alle imprese straniere e giovanili, in forte crescita. Queste ultime, in particolare, mostrano una voglia di fare imprese che la crisi, per certi versi, contribuisce ad alimentare (Salerno 14,1% - Italia 10,8%). La necessità di integrare redditi familiari decrescenti porta sul mercato del lavoro categorie precedentemente inattive, facendo crescere il tasso di attività, che è superiore a quello campano (Salerno 54,6% - Campania 50,8%). Tuttavia, se pur con un tasso di occupazione migliore di quello regionale, la provincia perde posti di lavoro fra 2009 e 2013 e il bacino di disoccupazione si amplia di circa unità. Il Rapporto camerale sottolinea che ii saldo di bilancia commerciale è positivo ed in continuo miglioramento, grazie a un incremento delle esportazioni (+9,6%), nel settore agricolo, in quello metallurgico e dei mezzi di trasporto, sui mercati europei e nord americani tradizionali, ma anche in quelli nord africani. Viceversa, la presenza sui mercati asiatici e latino americani emergenti è ancora poco sviluppata. Inoltre, lo studio in esame rimarca che l importante settore turistico provinciale si avvale di una crescita rapida dell offerta ricettiva, soprattutto nel segmento complementare, grazie all espansione di posti-letto negli alloggi in affitto e nei bed and breakfast, modalità adatte a catturare un crescente turismo low cost. I flussi in ingresso sono importanti ma subiscono un forte calo fra 2009 e 2012, alimentato soprattutto dal segmento turistico nazionale, atteso che l indice di internazionalizzazione turistica, per quanto basso, è in crescita. Infine il Rapporto Camerale mette in rilievo che i settori che possono far guardare al futuro all economia salernitana, rivitalizzandola, sono, in primis, quelli dell industria culturale e creativa, basata sulla tipicità agroalimentare e artigianale locale, ma anche sugli eventi culturali e di spettacolo che la città capoluogo offre. Tale industria rappresenta il 4,4-4,6% del valore aggiunto e dell occupazione provinciale, ed ha quindi ampi margini di sviluppo ulteriore. Accanto alla cultura, l economia del mare, che rappresenta il 3,8% del valore aggiunto provinciale (e che è basata soprattutto su turismo, ristorazione e attività sportivo/ricreative) ha ampi margini di crescita. Infine, la green economy vede il 29,6% delle imprese, un quota superiore persino alla media nazionale, investire in metodologie produttive di tipo ecosostenibile, per accrescere la competitività di costo e di prodotto. Ulteriori elementi significativi ai fini del presente rapporto possono essere tratti dalla Analisi Socio- Economica per il Piano Territoriale di Coordinamento della Provincia di Salerno redatta nel dicembre 2010 dal Centro di Economia del Lavoro e di Politica Economica dell Università degli Studi di 136

138 Salerno, e riferita al Sistema Locale del Lavoro (SLL) 33 di Sapri (a cui appartiene il territorio del comune di San Giovanni a Piro, unitamente a quello di Ispani, Santa Marina, Sapri, Torraca e Vibonati). Dalla lettura di tale studio emerge che il SLL di Sapri presenta, all anno 2001, uno degli indici di specializzazione manifatturiera più basso (0,27) della provincia, notevolmente inferiore alla media provinciale (0,67), paragonabile solo a quello del vicino SLL di Camerota (0,25) ed inferiore di due volte e mezzo a quello dell adiacente SLL di Torre Orsaia (0,72), e che si è peraltro notevolmente ridotto rispetto all anno 1971 (in cui era pari a 0,37) per poi ricrescere, sia pur in modo minimale, nell anno 1981 (0,20) e 1991 (0,25). In particolare per il SLL di Sapri i settori produttivi manifatturieri di maggior rilievo, in base ai dati Istat aggiornati al 2001, sono: quello alimentare, delle bevande e del tabacco, con un numero di 69 addetti, pari al 33,17% del numero di addetti complessivo nel settore manifatturiero, e con un indice di specializzazione pari a 3,60; quello della fabbricazione di prodotti della lavorazione di minerali non metalliferi, con un numero di 35 addetti, pari al 16,83% del numero di addetti complessivo nel settore manifatturiero, e con un indice di specializzazione pari a 3,25; l industria del legno e dei prodotti in legno, con un numero di 30 addetti, pari al 14,42% del numero di addetti complessivo nel settore manifatturiero, e con un indice di specializzazione pari a 3,94; quello della fabbricazione di prodotti in metallo, con un numero di 27 addetti, pari al 12,98% del numero di addetti complessivo nel settore manifatturiero, e con un indice di specializzazione pari a 0,76. Dal medesimo studio emerge, altresì, che nel SLL di Sapri: all anno 2001; - il settore agricoltura, silvicolture e pesca, presenta un valore aggiunto pari al 3,25% del totale; - il settore industria, presenta un valore aggiunto pari al 12,94% del totale; - il settore servizi, presenta un valore aggiunto pari al 83,81% del totale; all anno 2005; - il settore agricoltura, silvicolture e pesca, presenta un valore aggiunto pari al 3,21% del totale; - il settore industria, presenta un valore aggiunto pari al 11,15% del totale; - il settore servizi, presenta un valore aggiunto pari al 85,65% del totale. I dati su richiamati confermano che, come nel resto della provincia, i servizi rappresentano il principale settore economico del sistema locale del lavoro di Sapri, e che lo stesso, nel quinquennio preso in considerazione, ha registrato un incremento pari al 2,19%, a discapito sia del settore dell agricoltura che di quello dell industria, che hanno subito rispettivamente un calo del 0,4% e del 1,79%. Significativi sono poi i dati derivanti dall 8 Censimento generale e dal 9 Censimento generale dell Industria e Servizi, rispettivamente tenuti negli anni 2001 e 2011, dai quali emerge, anzitutto, che nel comune di san Giovanni a Piro nel decennio intercensuario è incrementato del 12,54% il numero di unità locali di imprese attivo, passando da 287 a 323, così come il numero dei relativi addetti, che passa dal 435 nel 2001 a 522 nel 2011, per un incremento del 20%. In particolare, con riferimento ai settori più significativi nella realtà comunale, si registra nel decennio intercensuario: una leggera riduzione del numero di attività manifatturiere (da 26 a 22), senza una contestuale sostanziale riduzione del numero di addetti (36 nel nel 2011); 33 I SLL sono aggregazioni o cluster di comuni contigui, tra i quali si realizza un integrazione o sovrapposizione tra domanda ed offerta di lavoro particolarmente significativa, rilevata dai movimenti casa-lavoro della popolazione. I Sistemi Locali del lavoro, com è noto, sono individuati dall Istat in occasione del Censimento della Popolazione, sulla base dei flussi pendolari quotidiani degli abitanti. Essi sono rappresentati dal comune centroide dei flussi stessi, che ne costituisce, pertanto, il centro gravitazionale, da pag.11 di Analisi Socio-Economica per il Piano Territoriale di Coordinamento della Provincia di Salerno redatto a cura del Centro di Economia del Lavoro e di Politica Economica dell Università degli Studi di Salerno dicembre

139 un notevole incremento si registra, invece, nel settore delle costruzioni con un incremento del numero di unità attive che passa da 47, nel 2001, a 67, nel 2011 (+42,55%) e contemporaneamente del numero di addetti, che passa da 70, nel 2001, a 125, nel 2011 (+78,57%); nel settore del commercio (nell ambito del quale riveste un ruolo preponderante quello al dettaglio) si registra una lieve contrazione del numero di unità locali che passa da 108 a 103, con un contestuale incremento del numero di addetti cha passa da 140 del 2001 al 160 del 2011 (+14,28%); il settore dei servizi di alloggio e di ristorazione vede una crescita del numero delle unità locali che passa dalle 31 del 2001 alle 41 del 2011 (+32,26%) ed una sostanziale stabilità del numero di addetti, 60 nel 2001 e 65 nel 2011 (+8%); le attività professionali, scientifiche e tecniche, crescono, in termini di unità passando dalle 24 del 2001 alle 32 del 2011 (+33,3%), ed in termini di addetti, passando dai 28 del 2001 ai 41 del 2011 (+46,42%). Infine, si riportano di seguito una serie di dati derivanti dalla consultazione di banche dati comunali aggiornate all annualità 2013 e relativi ad attività ed ai servizi produttivi esistenti nel territorio comunale: il 25% delle attività commerciali esistenti (pari a n.29 unità) è impegnato nella somministrazione di alimenti e bevande (bar, ristoranti, paninoteche, ecc.) che si configurano, altresì, come servizi di supporto al turismo che occupano una superficie lorda complessiva pari a mq; il rimantenete 75/% (pari a n.88 unità) è ripartito tra il dettaglio alimentare e non alimentare ed occupa una superficie utile lorda complessivamente pari a mq; sul totale di n.73 imprese artigianali esistenti, il 75% è impegnato nel settore dell edilizia e delle attività connesse alla stessa; le principali attività produttive ubicate nel territorio e dotate di una sede propria sono impegnate nel settore dell edilizia, dell artigianato della manutenzione (specie officine meccaniche) e della lavorazione del legno. Si segnala, altresì, un attività produttiva di deposito di materiale esplosivo, e pertanto a Rischio da Incidente Rilevante Probabile evoluzione della componente senza l attuazione del Puc E del tutto evidente che la mancata attuazione delle previsioni di piano con riferimento al settore in esame, comporterebbe la progressiva, ulteriore, recessione/contrazione dei diversi settori, impossibilitati ad espandersi, potenziarsi o ad adeguare l offerta, per la mancanza di strutture idonee allo svolgimento e/o all insediamento e/o al potenziamento delle attività produttive, ed in particolare: l impossibilità di porre in essere concrete iniziative volte alla riqualificazione, al potenziamento e, soprattutto, alla riqualificazione funzionale ed impiantistica dei fabbricati produttivi esistenti, con consequenziali conseguenze non solo sulla componente in esame, ma sulle principali componenti ambientali quali atmosfera, acqua, suolo, energia, rumore, rifiuti; l impossibilità di perseguire politiche volte al potenziamento dei servizi alle famiglie, ai cittadini ed alle imprese, privilegiando il recupero e la rifunzionalizzazione del patrimonio edilizio esistente, contenendo, conseguentemente, il consumo di suolo inedificato; impossibilità di riqualificare le aree produttive esistenti e di potenziarle o di realizzarle ex novo secondo i principi delle aree ecologicamente attrezzate, con consequenziale impossibilità di delocalizzare attività produttive esistenti ed incompatibili con i contesti in cui sono ubicate (ad es. contesti prevalentemente residenziali o agricoli); impossibilità di promuovere la localizzazione di attività innovative e compatibili (ad es. nel campo delle tecnologie avanzate, delle tecnologie dell informazione e della comunicazione, dell agricoltura, della biodiversità, del paesaggio), o la realizzazione di piccoli impianti per produzione di energia mediante l impiego di fonti rinnovabili da dimensionare e localizzare, compatibilmente con le esigenze di tutela dei valori paesaggistici, a servizio di insediamenti esistenti. 138

140 4.8.3 Le scelte del Piano Con riferimento alla componente in esame il Puc propone gli obiettivi specifici, le strategie e le azioni di seguito specificate: promozione delle attività di recupero e adeguamento del patrimonio edilizio esistente avente destinazione produttiva/artigianale, ammettendo tutti gli interventi di recupero del patrimonio edilizio esistente, l adeguamento impiantistico necessario a ridurre le emissioni di fumi, vapori, gas, polveri, aerosol etc. nonché a depurare le acque reflue da agenti inquinanti nel rispetto delle vigenti norme legislative e regolamentari in materia, l ampliamento, al fine del potenziamento dell attività in essere (da documentare idoneamente) all interno dello stesso lotto nel rispetto del rapporto massimo di copertura del 40% per le attività produttive o nella percentuale massima in superficie utile del 25% per le destinazioni terziarie; rafforzamento e integrazione della dotazione attuale di prestazioni e funzioni, tanto con riferimento ai servizi di livello urbano (per le famiglie e le imprese), quanto ai servizi che possano favorire lo sviluppo del sistema economico-produttivo. A tal fine il Piano individua le funzioni (ovvero le destinazioni d uso, per quanto concerne il patrimonio edilizio esistente) ammissibili in relazione ai caratteri delle strutture urbane presenti nel territorio comunale. L obiettivo è promuovere politiche che, nel rispetto delle previsioni normative vigenti e, al tempo stesso, del principio di sostenibilità delle scelte, possano indirizzare parte delle attività di recupero del patrimonio edilizio esistente proprio verso il potenziamento del settore terziario privato. In relazione alle destinazioni commerciali il Puc favorisce i soli esercizi di vicinato mentre stabilisce che le attività artigianali di tipo tradizionale e che non determinano emissioni incompatibili, vadano conservate o reinseriate nel centro storico, in quanto testimonianza di valori identitari ed elemento di diversificazione dell offerta, anche in chiave turistica; qualificazione e potenziamento degli aree e delle attrezzature per l insediamento di attività produttive attraverso: la riqualificazione urbanistica, paesaggistica ed ambientale dell area Hangar ed il suo completamento quale area destinata alla localizzazione di attività produttive, di carattere artigianale, manifatturiero, e per l erogazione di servizi, da attuare con i caratteri propri delle aree ecologicamente attrezzate. A tal fine il Puc prevede: - con riferimento agli ambiti già interessati dalla presenza di insediamenti, i necessari interventi volti al completamento delle urbanizzazioni, primarie e secondarie, mediante la realizzazione degli indispensabili standard di legge (parcheggi, aree di verde attrezzato, ecc.), dei necessari interventi di mitigazione degli impatti e di riqualificazione paesaggistica ed ambientale, degli indispensabili interventi di riqualificazione edilizia che gli assegnatari devono necessariamente effettuare al fine di eliminare la condizione di degrado in cui versano taluni lotti e manufatti insistenti sugli stessi; - che le aree libere siano volte a soddisfare: - le esigenze di localizzazione di nuove attività produttive; - le esigenze connesse alla necessità di delocalizzazione degli impianti produttivi oggi esistenti e ricadenti in zona del territorio rurale ed aperto, spesso di rilievo naturalistico, paesaggistico ed ambientale; - l accoglimento delle attività presenti nel centro abitato, o in altre aree del territorio particolarmente sensibili, e non compatibili, in quanto inquinanti (come ad es. fabbri, marmisti, falegnami, meccanici, ecc.) o non consoni alle caratteristiche dei luoghi (ad es. attività commerciali che prevedono o necessitano di esporre/stoccare la merce in aree aperte o visibili dal pubblico). Pertanto, nell'attuazione del Pip, la quota dei lotti da assegnare in proprietà è in ogni caso riservata al trasferimento delle attività di cui sopra; nella relativa convenzione, può proporsi la 139

141 permuta fra il lotto nel Pip e la sede di provenienza, salvo conguaglio finanziario in caso di valori economici eccessivamente squilibrati. Inoltre, al fine di dare concreta attuazione alle previsioni di delocalizzare le attività manifatturiere, di artigianato di manutenzione, di cui sopra, il 30% dei lotti disponibili dovranno essere destinati alla realizzazione di condomini per la localizzazione di un numero consistente di attività produttive tra esse compatibili. Nell area in questione oltre ad accogliere i lotti da destinare all insediamento di attività produttive, dovrà essere prevista la necessaria viabilità e gli spazi pubblici destinati al verde e ai parcheggi, quantificati nella misura del 10% dell intera superficie fondiaria dei lotti. Il rapporto tra superficie coperta e superficie del lotto (indice fondiario di copertura) non dovrà superare il rapporto di 30% della superficie fondiaria, consentendo, in tal modo, di localizzare all interno del lotto stesso i parcheggi e le aree verdi pertinenziali. Una consistente parte dell area individuata dovrà essere destinata ad area di riserva in funzione di eventuali, future, documentate, ulteriori necessità e quale area per verde attrezzato, fasce di rinaturalizzazione, fasce di rispetto e protezione ambientale (anche al fine di schermare/mitigare interferenze funzionali e/o percettive), aree di riconnessione e collegamento ecologico (anche sulla base di studi di dettaglio delle relazioni del nuovo impianto con il contesto al contorno), ad uso pubblico, non solo per i fruitori dell area ma anche per l intera comunità. L assetto dell insediamento dovrà svilupparsi tenendo in massimo conto l andamento orografico del terreno e riducendo al minimo indispensabile le opere di modifica del suolo e di impatto visivo. L impianto urbanistico di nuova fondazione dovrà essere configurato sulla base dei principi dell architettura bioclimatica, prevedendo, altresì, assi alberati di collegamento/attraversamento, aree di verde attrezzato con funzioni di ecosistemi di compensazione. Gli edifici dovranno essere realizzati in modo da soddisfare elevati standards prestazionali e richiedere bassi consumi energetici. L impianto dovrà essere realizzato perseguendo l obiettivo dell autosufficienza energetica ricorrendo all impiego di fonti energetiche rinnovabili (geotermia profonda, fotovoltaico, ecc.). Nella sistemazione dell area dovrà essere perseguita la tutela della qualità delle risorse idriche superficiali e sotterranee, il mantenimento, ogni volta che è possibile, della permeabilità dei suoli, e perseguito l uso sostenibile della risorsa idrica (riciclo acque meteoriche e di produzione) nella gestione complessiva dell impianto. Il Puc non intende limitare la gamma delle utilizzazioni ammesse nell area degli insediamenti produttivi, estesa a tutte le attività manifatturiere, in modo da offrire il massimo delle opportunità agli imprenditori locali, liberi di assecondare le tendenze dei mercati; la promozione dell insediamento delle attività artigianali tradizionali, che quando non determinano emissioni incompatibili vanno conservate o reinseriate nel centro urbano, in quanto testimonianza di valori identitari ed elemento di diversificazione dell offerta, anche in chiave turistica; la possibilità di realizzazione di piccole aree produttive, nelle vicinanze dei principali centri ed a servizio degli stessi, per la localizzazione di attività artigianali di servizio o commerciali, ma inconciliabili con il tessuto urbano, quali artigianato di manutenzione dell auto, piccoli laboratori per la lavorazione del ferro, del legno, commercio all ingrosso, ecc.. A tal fine il Puc prevede, nella sua componente operativa, la realizzazione di una sola piccola area in prossimità del capoluogo. Si tratta di un area avente le necessarie caratteristiche di carattere funzionale, valutate prevalentemente tenendo conto della pozione ottimale in relazione alla struttura urbana, e che non risulta interessata da particolari valori di carattere naturalistico ed ambientale, e che non ha particolare rilevanza né possiede rilevanti valori di carattere paesaggistico; la promozione dell insediamento di attività innovative e compatibili con le esigenze di tutela: - istituzione di centri di studio e ricerca applicata, ed eventualmente di attività produttive (ad es. nel campo delle tecnologie avanzate, delle tecnologie dell informazione e della 140

142 comunicazione, dell agricoltura, della biodiversità, del paesaggio), favorendone la localizzazione nella prevista area produttiva, nonché mediante il recupero di manufatti preesistenti anche in zona agricola; - realizzazione di piccoli impianti per produzione di energia mediante l impiego di fonti rinnovabili (solare, eolico, biomasse, ecc.), da dimensionare e localizzare, compatibilmente con le esigenze di tutela dei valori paesaggistici, nel territorio rurale ed aperto, ad eccezione delle aree a più elevata naturalità e delle aree boscate, ed a servizio di insediamenti esistenti. 4.9 Turismo Descrizione della componente La Relazione camerale sull economia della provincia di Salerno 34 richiamata in precedenza evidenzia, come già riferito, che l economia salernitana si basa essenzialmente sul terziario, nell ambito del quale un ruolo rilevante riveste il settore del turismo, che dispone di un offerta ricettiva che ad oggi può contare su esercizi ricettivi e oltre 100mila posti-letto. Lo studio evidenzia che persino nel periodo , in piena recessione, il numero di posti-letto continua a crescere con particolare rapidità (+21,1%, a fronte del +9,3% campano e del +3,5% italiano), indicando un trend positivo prospettato dagli operatori locali. In particolare è il segmento della ricettività complementare quello che evidenzia la maggiore vivacità, soprattutto in termini di incremento del numero delle strutture (+226%) più che in termini di aumento del numero dei posti-letto, comunque sostenuto. Numero di esercizi ricettivi e posti letto per tipologia ricettiva in Campania e in Italia Anni 2012 e 2009 (valori assoluti e variazioni percentuali) Numero esercizi ricettivi Numero di posti letto Alberghieri Complementari Totale Alberghieri Complementari Totale Valori assoluti Caserta Benevento Napoli Avellino Salerno CAMPANIA ITALIA Composizione percentuale Caserta 30,1 69,9 100,0 49,4 50,6 100,0 Benevento 10,7 89,3 100,0 43,2 56,8 100,0 Napoli 45,9 54,1 100,0 77,4 22,6 100,0 Avellino 23,0 77,0 100,0 64,9 35,1 100,0 Salerno 13,5 86,5 100,0 31,8 68,2 100,0 CAMPANIA 23,9 76,1 100,0 53,0 47,0 100,0 ITALIA 21,5 78,5 100,0 47,3 52,7 100,0 Variazione percentuale Caserta -2,2 179,7 79,4-17,7 15,2-3,8 Benevento 5,5 6,2 6,1 9,6 4,3 6,5 Napoli -0,3 5,3 2,6-0,3-1,1-0,5 Avellino 0,0 355,2 150,4-0,7 266,4 33,4 Salerno 5,5 225,7 154,2 6,9 29,2 21,1 CAMPANIA 1,5 102,3 63,5 0,4 21,4 9,3 ITALIA -0,7 10,8 8,1 1,0 5,9 3,5 Fonte: elaborazioni Si.Camera su dati Istat 34 Rapporto sullo stato dell Economia provinciale per l anno 2013, elaborato dalla Camera di Commercio di Salerno e presentato nel corso della XII Giornata dell Economia tenutasi il 12 giugno

143 Ciò lascia intendere che il settore della ricettività complementare stia crescendo soprattutto grazie a piccole o micro-strutture ricettive, più duttili ed adatte, anche in termini di costi fissi ridotti, a rispondere alle esigenze di un turismo con minori disponibilità economiche, come quello prodotto dalla crisi. Anche l offerta alberghiera, comunque, cresce, ed a ritmi più rapidi di quelli campani e nazionali, indicando come vi siano spazi di espansione anche per un turismo più tradizionale. L incidenza percentuale dell offerta alberghiera è però non particolarmente rilevante (31,8% dei posti-letto totali, a fronte del 47,3% nazionale, la più bassa fra tutte le campane). La qualità dell offerta ricettiva alberghiera è di tipo medio-alto, considerando che le strutture con 4 stelle e più rappresentano il 43,4% dell offerta totale di posti letto, a fronte del 35,6% nazionale, ma meno del 51,5% regionale. La distribuzione degli esercizi complementari evidenzia una notevole prevalenza degli alloggi in affitto, che rappresentano quasi il 72% del totale delle strutture, un valore molto elevato, dietro il quale probabilmente vi è il rapidissimo incremento del numero di esercizi complementari sopra analizzato. Infatti, gli alloggi in affitto costituiscono la modalità più semplice e meno costosa per offrire ricettività, e possono quindi essere incrementati, dai titolari di immobili, nel modo più semplice possibile e senza necessità di grande liquidità, che scarseggia in una fase come quella attuale. La seconda modalità di offerta ricettiva complementare, che segue a grande distanza rispetto agli alloggi in affitto, è quella dei bed and breakfast, anche questa una forma di ricettività particolarmente adatta a tempi di crisi, perché non richiede grandi investimenti, e si rivolge ad una clientela low cost, che è diventata particolarmente abbondante. 35 Lo studio camerale evidenzia inoltre che la Provincia di Salerno ha registrato, nel 2012, più di un milione di arrivi (il 27% circa del totale regionale) e quasi 6,5 milioni di presenze (più del 35% del totale regionale). E, tuttavia, i flussi turistici hanno registrato, fra il 2009 ed il 2012 una contrazione del 14% in termini di arrivi e del 12,7% in termini di presenze, risentendo in modo particolare del calo di afflusso di turisti italiani (come conseguenza del declino dei consumi interni determinato dalla crisi economica del nostro Paese). In particolare nel 2012, l acuirsi dei fenomeni di recessione economica hanno comportato un calo particolarmente accentuato dei flussi rispetto all anno precedente (-16,3% gli arrivi, -16,1% le presenze). Tale fenomeno trova la sua spiegazione nell incidenza particolarmente alta che il mercato interno, colpito in modo peculiare dagli effetti della recessione sulla domanda per consumi. E, d altro canto, l indice di internazionalizzazione turistica, pur se in crescita di oltre cinque punti fra 2009 e 2012, è molto più basso di quello di una provincia come Napoli, ma anche della media nazionale. D altra parte, l incremento che tale indice evidenzia nei tre anni considerati, più rapido di quello nazionale, giustifica aspettative favorevoli per il futuro, perché indica un certo recupero di capacità di attrazione di turisti stranieri, e quindi di consumi turistici sul territorio (è noto infatti che il turismo straniero, caratterizzato da livelli di permanenza media più alti, ha una capacità di spesa superiore rispetto a quello domestico). E quindi, giustifica l investimento in ampliamento delle strutture ricettive, anche di tipo tradizionale ed alberghiero (e quindi non solamente in relazione all aumento della fascia più povera della clientela, come avviene per le strutture complementari più semplici). 36 Lo studio camerale evidenzia infine che la provincia di Salerno è caratterizzata, in positivo, anche da una permanenza media piuttosto elevata (6 giornate, a fronte delle 3,7 della media nazionale) e che, tale parametro ha visto un costante incremento tra il 2009 ed il 2012, nonostante un calo generalizzato legato all esigenza di fare viaggi meno dispendiosi; si tratta in tal senso di un chiaro segnale di una tendenza del turismo provinciale ad attrarre flussi caratterizzati da più elevato valore aggiunto e più elevata capacità di spesa. 35 GE Book Salerno 2014 L economia locale dal punto di vista della Camera di Commercio, Rapporto sullo stato dell Economia provinciale per l anno 2013, elaborato dalla Camera di Commercio di Salerno e presentato nel corso della XII Giornata dell Economia tenutasi il 12 giugno 2014, pag GE Book Salerno 2014 L economia locale dal punto di vista della Camera di Commercio, Rapporto sullo stato dell Economia provinciale per l anno 2013, elaborato dalla Camera di Commercio di Salerno e presentato nel corso della XII Giornata dell Economia tenutasi il 12 giugno 2014, pag

144 Ulteriori elementi significativi ai fini della presente proposta posso essere tratti dalla Analisi Socio- Economica per il Piano Territoriale di Coordinamento della Provincia di Salerno 37 per gli aspetti riferiti al Sistema Locale del Lavoro (SLS) 38 di Sapri (a cui appartiene il territorio del comune di San Giovanni a Piro, unitamente a quello di Ispani, Santa Marina, Sapri, Torraca e Vibonati). Il richiamato studio evidenzia che i SLL specializzati nel settore del turismo in provincia di Salerno sono soprattutto quelli di Amalfi 39 (ISS 40 7,42), di Camerota 41 (ISS 4,03) e di Maiori (ISS 3,63) e sottolinea che tale settore risulta sottodimensionato, nel senso che vi sono potenzialità ancora non valorizzate. Per quanto riguarda il settore economico in esame, si riportano, di seguito, una serie di dati tratti dall Analisi Socio Economica per il Ptcp, riferiti al SLL di Sapri: SLL di Sapri Posti letto strutture ricettive alberghiere Presenze turistiche Da quanto sopra emerge che nel SLL di Sapri il numero di posti letto nel periodo 1996/2006 è rimasto sostanzialmente invariato (con un calo del 0,7%, pari a complessivi 58 posti letto), a fronte di una riduzione delle presenze truistiche che nel periodo è pari a circa il -18%. Ulteriori elementi di riflessione sono desumibili dai dati forniti dall Ente Provinciale per il Turismo di Salerno, relativamente agli arrivi/presenze nelle strutture alberghiere ed extralberghiere di San Giovanni a Piro/Scario nel periodo , sulla base dei quali sono state elaborate le tabelle di seguito riportate. San Giovanni a Piro Movimento alberghiero (italiani e stranieri) A P Sm A P Sm A P Sm A P Sm A P Sm Gennaio , , , , ,82 Febbraio , , , , ,41 Marzo , , , , ,25 Aprile , , , , ,11 Maggio , , , , ,74 37 L Analisi è stata redatta nel dicembre 2010 dal Centro di Economia del Lavoro e di Politica Economica dell Università degli Studi di Salerno. 38 I SLL sono aggregazioni o cluster di comuni contigui, tra i quali si realizza un integrazione o sovrapposizione tra domanda ed offerta di lavoro particolarmente significativa, rilevata dai movimenti casa-lavoro della popolazione. I Sistemi Locali del lavoro, com è noto, sono individuati dall Istat in occasione del Censimento della Popolazione, sulla base dei flussi pendolari quotidiani degli abitanti. Essi sono rappresentati dal comune centroide dei flussi stessi, che ne costituisce, pertanto, il centro gravitazionale, da pag.11 di Analisi Socio-Economica per il Piano Territoriale di Coordinamento della Provincia di Salerno redatto a cura del Centro di Economia del Lavoro e di Politica Economica dell Università degli Studi di Salerno dicembre Il Sistema Locale del Lavoro di Amalfi è costituito da 8 comuni: Amalfi, Atrani, Conca dei marini, Furore, Ravello, Tramonti, Praiano e Positano. 40 Indice di Specializzazione Settoriale, calcolato sul totale addetti al settore manufatturiero. 41 Il Sistema Locale del Lavoro di Camerota è costituito da 4 comuni: Camerota, Celle di Bulgheria, Centola e Pisciotta. 42 Elaborazione su dati forniti dall Ente Provinciale per il Turismo nel maggio

145 Giugno , , , , ,09 Luglio , , , , ,14 Agosto , , , , ,74 Settembre , , , , ,90 Ottobre , , , , ,59 Novembre , , , , ,80 Dicembre , , , , ,17 Totale , , , , ,06 A= arrivi P = presenze Sm = soggiorno medio (P/A) Gennaio Febbraio Marzo San Giovanni a Piro Movimento extralberghiero (italiani e stranieri) A P Sm A P Sm A P Sm A P Sm A P Sm Aprile , , , , ,22 Maggio , , , , ,33 Giugno , , , , ,15 Luglio , , , , ,68 Agosto , , , , ,29 Settembre , , , , ,45 Ottobre , , , ,82 Novembre Dicembre Totale , , , , ,73 Dall analisi dei dati di cui sopra emerge che, nel periodo , escludendo, pertanto, i dati relativi all anno 2012 caratterizzati da variazioni molto consistenti (non è dato sapere se le stesse siano ascrivibili all incompletezza dei dati o a fenomeni connessi alla più generale crisi economica che ha interessato il paese): con riferimento al settore alberghiero, si registra un costante calo sia degli arrivi (-16,7%) che delle presenze(-20,4%), con un consequenziale calo anche della durata del soggiorno medio (-4,5%); con riferimento al settore extra-alberghiero (riferito, nei dati presi in considerazione, unicamente a campeggi e villaggi) si registra un leggero incremento degli arrivi (+3,8%) a fronte di un calo delle presenze (-6,9%), con un consequenziale calo anche della durata del soggiorno medio (-10,39%); in valori assoluti, se il numero di arrivi nel settore alberghiero è sempre maggiore del numero di arrivi registrati in quello extralberghiero, il rapporto si inverte per quanto riguarda le presenze, sempre superiori nel settore extralberghiero, con valori medi di soggiorno superiori a 10 giorni, contro i 5 registrabili nel settore alberghiero; i flussi si caratterizzano, specie nel settore extralberghiero, per la loro natura stagionale (da aprile ad ottobre), con punte nei mesi di giugno, luglio, agosto e settembre, chiaro segnale di un turismo di 43 Elaborazione su dati forniti dall Ente Provinciale per il Turismo nel maggio

146 carattere eminentemente balneare; meno caratterizzato stagionalmente il flusso alberghiero, che in ogni caso presenta le sue punte nei mesi di luglio, agosto, settembre ed, in taluni casi, ottobre. Confrontando le presenze complessive rilevabili dai dati EPT relativi all anno 2008 (pari a ) con le presenze registrate all anno 2005 per il SLL di Sapri (pari a ), si evince che il comune di San Giovanni a Piro accoglie il solo 15,6% delle presenze registrate nell intero comprensorio. Nell evidenziare, nuovamente, che i dati dei flussi relativi al settore extra-alberghiero risultano falsati dalla mancata registrazione di arrivi e presenze riferibili all ospitalità rurale, alle case vacanze, agli ostelli, bed and breakfast, ecc., si riporta di seguito l elenco (compilato su dati comunali aggiornati al maggio 2013) delle strutture alberghiere ed extralberghiere rilevate nel territorio comunale. Attrezzature ricettive presenti nel territorio comunale 44 DENOMINAZIONE ATTIVITA' LOCALITA' TIPOLOGIA CLASSIFICAZIONE POSTI LETTO (stelle) (numero) ALBERGO " AMADRIADI" Bosco Albergo/Ristorante 3 20 ALBERGO " BEL TEMPIO" Bosco Albergo/Ristorante 1 24 ALBERGO "CALUNA CHARME" Bosco Albergo/Ristorante/Bar 3 28 ALBERGO "CAVALIERE " Scario Albergo/Ristorante 3 24 ALBERGO " HOTEL GIARDINO" Scario Albergo/Ristorante/Bar 3 52 " MARCANETO PALACE HOTEL" Scario Albergo/Ristorante/Bar 4 98 ALB. " TENUTA TERRE DI BOSCO" Bosco Albergo/Ristorante/Bar 1 24 ALBERGO " VERDEBLUE HOUSE" S.Giovanni a Piro Albergo 2 20 LA FRANCESCA Scario Villaggio/Campeggio LA LANTERNA Scario Villaggio/Campeggio LA PERGOLA S.Giovanni a Piro Pensione/Ristorante 1 40 CET. ITA S.Giovanni a Piro Country House 7 CET.TAT S.Giovanni a Piro Country House 6 CET. VIN Bosco Country House 5 RIV.. ANG. S.Giovanni a Piro Country House 5 SOR MAR. S.Giovanni a Piro Country House 11 D AN DAN.. S.Giovanni a Piro Case per Vacanze 7 SOR. GIU Scario Case per Vacanze 24 MAR. MAS S.Giovanni a Piro Affittacamere 10 CHR. MAR Bosco Agriturismo 24 CIA.. SAN.. Bosco Agriturismo 8 CAL ENR. S.Giovanni a Piro Agriturismo 8 SOR UMB.. Scario Agriturismo 16 GRE.. ENN Scario B. & B. 12 MAR.. MON. Scario B. & B. 5 TRI.. GIU.. Scario B. & B Dati forniti dall Ufficio Commercio del Comune di San Giovanni a Piro, aggiornati a maggio

147 Dai dati di cui sopra emerge che nel territorio comunale si registra la presenza di: n.8 strutture ricettive di tipo alberghiero, per complessivi 290 posti letto; n.2 strutture ricettive all aria aperta, per complessivi 712 posti letto; n.16 strutture extralberghiere, molte delle quali piccole e piccolissime, per complessivi 190 posti letto. Il numero complessivo dei posti letto è pari a 1192, mentre il numero complessivo dei posti letto in strutture alberghiere è pari al 3,5% del numero complessivo della dotazione esistente nell intero comprensorio del SLL di Sapri al 2005; tale percentuale si eleva al 12,1% se si considerano anche i posti letto delle strutture ricettive all aria aperta Probabile evoluzione della componente senza l attuazione del Puc La mancata attuazione delle previsioni di piano, volte peraltro al potenziamento, alla qualificazione ed alla diversificazione dell offerta turistica mediante la realizzazione di un insieme sistematico di interventi volti, prevalentemente alla valorizzazione delle risorse culturali, ambientali ed identitarie, determinerebbe una ulteriore contrazione di un settore che, indubbiamente, costituisce una delle principale opportunità per la comunità locale di perseguire forme di sviluppo sociale ed economico nel rispetto del principio di sostenibilità. In particolare la mancata attuazione delle previsioni e delle scelte del Puc determinerebbe: l impossibilità di potenziare, diversificare e qualificare sia l offerta ricettiva che di servizi di supporto al turismo; notevoli difficoltà a promuovere la diffusione ed il potenziamento dell offerta di turismo naturalistico, rurale o comunque legato alle tradizioni produttive locali artigianali ed agricole; l impossibilità di favorire iniziative volte a creare servizi per la didattica ed il tempo libero, l escursionismo, l esercizio di pratiche sportive all area aperta, al fine di strutturare e promuovere una ricca ed articolata offerta turistica di settore; la mancata attuazione di politiche ed interventi volti alla valorizzazione del patrimonio naturalistico, paesaggistico, culturale, archeologico ed architettonico Le scelte del Piano Gli obiettivi, le strategie e le azioni di Piano illustrate nei paragrafi precedenti con riferimento alle diverse componenti considerate, concorrono unitariamente e sinergicamente alla promozione ed al potenziamento dell attrattività turistica del comune di San Giovanni a Piro. La tutela e la valorizzazione di un patrimonio identitario, naturale ed antropico, già di per sé di valore straordinario, connesse alla valorizzazione e riorganizzazione della struttura insediativa ed al potenziamento/adeguamento di un sistema di mobilità, interno ed esterno, ricorrendo all uso delle diverse modalità possibili, sono certamente le misure più efficaci per garantire il potenziamento della competitività turistica del territorio sui mercati nazionali ed internazionali. In tal senso è solo il caso di evidenziare in questa sede che Il comune di San Giovanni a Piro si trova in un ambito territoriale di straordinario pregio. Raramente in Europa si trova una tale concentrazione di riconoscimenti internazionali come per il Cilento: Patrimonio Unesco dell'umanità, Riserva di Biosfera e Geoparco, Area Marina Protetta degli Infreschi e della Masseta, Culla della Dieta Mediterranea. Il comune di San Giovanni a Piro, parte integrante del Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano ed Alburni, è inserito in un comprensorio che vede diversi attrattori turistici culturali e naturali (Certosa di Padula, Velia, Paestum, Teggiano, costa di Palinuro e Camerota, dieta mediterranea, etc ) ed è facilmente raggiungibile con le principali reti viarie. Questi fattori rendono naturalmente quest area anche una zona ad alta vocazione turistica in grado di offrire svariati tipi di vacanza, grazie proprio alla grande diversità ambientale del territorio che, in pochi chilometri, permette di passare dalle cime del Cervati alla baia degli Infreschi, attraverso antichi borghi 146

148 incastonati nei panoramici paesaggi collinari della valle del Bussento. E possibile infatti soggiornare in campagna o al mare, effettuare escursioni culturali o naturalistiche, fare sport o degustare i prodotti tipici della cucina mediterranea, assistere ad eventi e manifestazioni folcloristiche. Attualmente questo alto potenziale turistico è sfruttato solo in parte, durante la stagione estiva e limitatamente alla rinomata frazione di Scario. Da un punto di vista dello sviluppo turistico dell area, anche in chiave strategica per l indotto che riesce a creare, ci sono certamente ancora spazi di crescita del settore. In tal senso si persegue la possibilità da un lato di destagionalizzare l offerta turistica e dall altro di ampliarla e diversificarla valorizzando le forme di turismo rurale. In particolare, con riferimento alla componente in esame, le scelte di Piano prevedono: la valorizzazione del sistema dei beni culturali, testimoniali, ambientali, anche al fine di promuovere la definizione di reti tematiche di offerta turistica, diversificate ed integrate, mediante: il recupero e la valorizzazione dei centri e dei nuclei storici urbani e rurali, e contestuale riqualificazione edilizia ed urbanistica delle espansioni più recenti caratterizzate da una scarsa qualità dell architettura, dalla casualità dell assetto urbanistico, dall assenza o insufficienza di servizi, al fine di valorizzare il pregio storico/culturale degli insediamenti storici, testimonianza delle tradizioni e della cultura locale, borghi di produzione ed offerta di prodotti tipici locali (artigianali ed agroalimentari); la tutela e la valorizzazione dei beni storico-architettonici e testimoniali extraurbani (monumenti isolati, manufatti dell architettura rurale, testimonianze dell architettura difensiva e militare, dell architettura religiosa, ecc.) al fine di promuovere configurare delle reti di itinerari tematici; tutela e valorizzazione dei geositi (grotte, singolarità geologiche, sorgenti, ecc.), dei boschi e delle aree ad elevata naturalità, anche mediante la realizzazione di strutture e/o servizi per lo studio, la didattica ed il tempo libero, l escursionismo, l esercizio di pratiche sportive nella natura, al fine di configurare e promuovere una ricca ed articolata offerta turistica di settore; tutela e valorizzazione della fascia costiera nelle sue diverse componenti, naturali ed antropiche, al fine di potenziare e qualificare l offerta turistica più specificamente legata al turismo balneare; Nell ambito di tale indirizzo strategico si ritiene di citare in questa sede le seguenti emergenze rinvenibili nel territorio comunale: la casa, le opere ed il museo di Ortega; le emergenze storiche ed architettoniche della chiesa parrocchiale di San Pietro Apostolo, della chiesa di S. Gaetano da Thiene, del Santuario di Pietrasanta, del Cenobio Basiliano, della Stauroteca; le Torri ubicate lungo il litorale del comprensorio comunale, che da Ovest verso est sono di seguito elencate: Torre del Montone; Torre Muzza; Torre del Morice; Torre Spinosa; Torre del Garigliano; i percorsi escursionistici di grande attrattività naturalistica. A solo titolo esemplificativo si citano in questa sede: - il Sentiero degli Eremiti che conduce alla vetta del M.te Bulgheria; - il Sentiero del Ceraseto che conduce alla grotta del Ceraseto, un anfratto scavato sul versante del M.te Bulgheria con resti Bizantini; - il Sentiero della Manna, antico tratturo che conduce al Santuario di Pietrasanta (una volta unica via di collegamento tra il paese ed il santuario) lungo il cui percorso si rinviene una sorgente detta della Manna la cui acqua è ritenuta miracolosa; - il Sentiero della Grotta dell acqua il sentiero attraversa la costa Masseta, e lungo il percorso intercetta la Torre Spinosa per giungere poi alla grotta carsica dell acqua; - il Sentiero del Marcellino che conduce dal pianoro di Ciolandrea alla spiaggia del Marcellino che si apre sulla foce dell omonimo torrente. la costa compresa tra il porto di Scario ed il Vallone del Marcellino che costituisce il confine comunale è prevalentemente caratterizzata da falesie carbonatiche, interrotte localmente da piccole spiagge ciottolose incastonate tra il mare e la montagna ; grotte carsiche emerse e 147

149 sottomarine (es. Grotta della Molara. Grotta dell inferno, grotta del monaco ecc.) e risorgive di acqua dolce impreziosiscono ancor più lo spettacolare tratto di costa che per un tratto rientra anche nella perimetrazione dell area marina protetta di costa degli Infreschi e della Masseta; il potenziamento e qualificazione dei servizi per il turismo mediante il completamento dell offerta alberghiera e dei servizi di supporto, attraverso: la realizzazione di nuovi, calibrati, insediamenti per strutture ricettive a rotazione d uso e per servizi di supporto al turismo, utilizzando indici, tipologie e soluzioni compatibili con le esigenza di tutela e valorizzazione. A tali fini il Puc prevede: la individuazione di un area a specifica destinazione turistica, per impianti sportivi, ricreativi o per la ristorazione nella zona di Valorizzazione Turistico-Sportiva (VAT) appositamente individuata dal Piano paesistico e situata presso la Torre dell Oliva, a confine con il territorio comunale di Santa Marina. Il programma riveste un centrale ruolo strategico in quanto previsto in una zona direttamente connessa all area portuale ed all area interessata dal programma di riqualificazione del fronte di mare precedentemente descritto; la individuazione di specifici ambiti territoriali in cui è possibile la realizzazione di nuove attrezzature turistiche-ricettive a rotazione d'uso o complementari (impianti ricreativi, impianti sportivi, club nautico, foresteria, sale convegni, sedi di uffici promozionali, agenzie, servizi finanziari e commerciali, talassoterapie, ecc.) mediante piani esecutivi o progetto esecutivo convenzionato ovvero mediante PUA, questi ultimi da individuare e dimensionare nell ambito della componente operativa del Puc; la riqualificazione urbanistica ed ambientale di insediamenti di seconde case, da riconvertire in alberghi e servizi per il turismo; la realizzazione di strutture turistiche legate alla risorse storiche, naturalistiche ed agroalimentari residence, bed and breakfast, case vacanze, agriturismi, country house attraverso il recupero del patrimonio edilizio esistente; la promozione dell adeguamento e dell insediamento di strutture ricettive (agriturismi, country house, etc.) e servizi per il potenziamento dell offerta di turismo rurale o comunque legato alle tradizioni produttive locali artigianali ed agricole, anche ammettendo l adeguamento delle strutture agricole esistenti (in conformità alle previsioni di legge in materia) per lo svolgimento di tali attività di supporto e sostegno all agricoltura; la riqualificazione, potenziamento ed adeguamento del porto di Scario, anche mediante il risanamento del fronte di mare e prevedendo la riorganizzazione qualitativa ed il potenziamento, negli ambiti adiacenti, delle funzioni ricettive, commerciali, ricreative, per il tempo libero e per i servizi al turista (razionalizzazione del sistema dei servizi per la diportistica; razionalizzazione del sistema della mobilità privato; potenziamento del sistema della mobilità pubblico); la promozione dello sviluppo di una rete di attività commerciali, artigianali e di servizi turistici, quale sistema integrato di promozione delle risorse /prodotti locali e di riqualificazione e conservazione attiva della struttura fisica e dell identità culturale dei centri storici e dei nuclei antichi, interni e costieri; favorire e consentire la nascita di servizi per la didattica ed il tempo libero, l escursionismo, l esercizio di pratiche sportive all area aperta, al fine di strutturare e promuovere una ricca ed articolata offerta nel settore del turismo naturalistico. A tal fine è possibile ipotizzare la definizione di un programma integrato di interventi ed azioni volti: al recupero della sentieristica attraverso: 1) la sistemazione dei percorsi con compattazione del fondo e, in alcuni tratti, mediante la messa in opera di selciato in legante naturale; 2) la realizzazione di piccole opere di sostegno per la protezione della sede viaria attraverso tecniche di ingegneria naturalistica e, verso valle, di barriere protettive in pali di castagno; 3) 148

150 l allestimento e messa in opera di adeguata segnaletica informativa. Si configurerebbe, in tal modo, un sistema di passeggiate ecologiche, che attraversano, in modo completo e funzionale, tutte le aree di pregio naturalistico del territorio comunale; la realizzazione, esclusivamente mediante interventi di recupero o riuso di fabbricati esistenti, di Centri di Educazione Ambientale. Ci si riferisce a strutture, (eventualmente anche di tipo ricettivo) che promuovono: - campi scuola e soggiorni educativi; - attività di fruizione del territorio, visite guidate ed escursioni, incontri con la popolazione locale, con i vecchi mestieri, con la cultura del luogo; - attività educative e didattiche, con percorsi, laboratori e progetti di conoscenza scientifica e storico-culturale, utili a sviluppare competenze; - campi estivi, che offrono momenti di vacanza per bambini e ragazzi, attraverso il gioco e l avventura, il contatto con la natura, la capacità di vivere insieme; - turismo per adulti e famiglie; - corsi di formazione e aggiornamento, la predisposizione di un Centro di Accoglienza Turisti o Centro Visite, attrezzato con area di servizio e di parcheggio, info point, dove poter reperire informazioni relative all offerta ricreativa, dei servizi ed ai possibili itinerari turistici, culturali e naturalistici; la realizzazione di aree attrezzate lungo tutta la rete degli itinerari, poste con una certa regolarità lungo il percorso, per la sosta degli escursionisti. Ognuna di queste aree potrà essere dotata di spazi per la sosta delle bici, di aree attrezzata con tavoli e panchine, aree gioco, strutture per l osservazione, pannelli informativi Rumore Descrizione della componente L ambiente in cui viviamo, sia esso lavorativo o abitativo, è costituito da emissioni sonore che per la loro qualità o quantità possono superare le soglie normali e costituire quindi un pericolo per la salute psicofisica dell uomo. In questi casi l emissione sonora viene definita rumore. Con il termine rumore si definisce una energia sonora che causa una sensazione uditiva sgradevole; ciò lo differenzia anche etimologicamente dal suono in cui al contrario la percezione è generalmente gradevole. In termini fisici poi i suoni sono formati da insiemi armonici di frequenze mentre nei rumori le frequenze sonore sono irregolari e caotiche. I maggiori rischi per la salute sono presenti nelle città e nei grossi centri urbani dove tra le diverse fonti di rumore troviamo quelle da traffico, quello industriale, quello derivante da attività artigianali, quello domestico, ecc.. 45 Quadro normativo di riferimento Il Dpcm (Gu n. 57 del ) Il Dpcm rappresenta il primo atto legislativo nazionale relativo all inquinamento acustico in ambiente esterno che prevede la classificazione del territorio in zone acustiche, mediante la definizione di limiti massimi di esposizione al rumore, in funzione della destinazione d uso. Pur essendo previste alcune importanti esclusioni (il Dpcm 1 marzo 1991 non si applica nelle aree ed attività aeroportuali ed ammette esplicite deroghe per le attività temporanee quali cantieri edili e manifestazioni pubbliche) ed essendo pure stato cancellato in parte, per effetto della sentenza 517/1991 della Corte Costituzionale, il decreto rimane il principale punto di riferimento regolamentare dell acustica 45 Tratto dal Piano di Zonizzazione Acustica allegato al Puc di san Giovanni a Piro Elaborato D.1.1. Relazione, pag

151 territoriale, tanto che la stessa legge quadro 447/1995 non lo abroga, ritenendone valida l impostazione generale. Il decreto si propone di sanare in via transitoria la grave situazione d inquinamento acustico riscontrabile nell ambito del territorio nazionale ed in particolare delle aree urbane. Il Dpcm introduce, a fianco della disciplina dei limiti massimi di esposizione al rumore negli ambienti abitativi e nell ambiente esterno, alcune questioni fondamentali: - l obbligo dei comuni di attuare la classificazione in zone acustiche del territorio; - il criterio di limite differenziale del rumore; - lo strumento del piano di risanamento acustico applicato alle aziende ed ai Comuni; - le definizioni necessarie a costituire un minimo vocabolario nella materia dell inquinamento acustico; - la descrizione delle modalità di misura del rumore in ambiente abitativo ed esterno (anche se il nuovo Decreto 16 marzo 1998 ha modificato in parte le tecniche di rilevamento e di misurazione dell inquinamento acustico). L art. 2 del Dpcm introduce l obbligo per i Comuni di classificare in sei zone, aventi limiti differenti di accettabilità, l intero territorio comunale: le sei zone vengono descritte facendo uso di descrittori urbanistici di carattere generale. 46 DPCM : DEFINIZIONE DELLE 6 CLASSI ACUSTICHE Classe I Aree particolarmente protette Rientrano in questa classe le aree nelle quali la quiete rappresenta un elemento di base per la loro utilizzazione: aree ospedaliere, scolastiche, aree destinate al riposo ed allo svago, aree residenziali rurali, aree di particolare interesse urbanistico, parchi pubblici, ecc.. Classe II Aree destinate ad uso prevalentemente residenziale Rientrano in questa classe le aree urbane interessate prevalentemente da traffico veicolare locale, con bassa densità di popolazione, con limitata presenza di attività commerciali ed assenza di attività industriali ed artigianali. Classe III Aree di tipo misto Rientrano in questa classe le aree urbane interessate da traffico veicolare locale o di attraversamento, con media densità di popolazione, con presenza di attività commerciali, uffici, con limitata presenza di attività artigianali ed assenza di attività industriali; aree rurali interessate da attività che impiegano macchine operatrici. Classe IV Aree di intensa attività umana Rientrano in questa classe le aree urbane interessate da intenso traffico veicolare, con alta densità di popolazione, con elevata presenza di attività commerciali e uffici, con presenza di attività artigianali; le aree in prossimità di strade di grande comunicazione e di linee ferroviarie; le aree portuali, le aree con limitata presenza di piccole industrie. Classe V Aree prevalentemente industriali Rientrano in questa classe le aree interessate da insediamenti industriali e con scarsità di abitazioni Classe VI Aree esclusivamente industriali Rientrano in queste classe le aree esclusivamente interessate da attività industriali e prive di insediamenti abitativi. Zonizzazione Acustica La zonizzazione acustica rappresenta la classificazione del territorio ai fini acustici, effettuata mediante l assegnazione ad ogni singola unità territoriale individuata di una classe di destinazione d uso del territorio, secondo dati tabellati. Dalle tipologie di area in cui si articola la tabella sono attribuiti i valori limite di rumorosità stabiliti dalla normativa. Scopo quindi della zonizzazione acustica è di permettere una chiara individuazione dei livelli 46 Tratto dal Piano di Zonizzazione Acustica allegato al Puc di san Giovanni a Piro Elaborato D.1.1. Relazione, pag

152 massimi ammissibili di rumorosità relativi a qualsiasi ambito territoriale che si intende analizzare, per definire gli obiettivi da risanamento dell esistente e di prevenzione del nuovo. La zonizzazione acustica diventa il perno attorno al quale far ruotare tutta l attività di prevenzione e risanamento nei confronti dell inquinamento acustico, nonché, più in generale di qualificazione ambientale delle aree. Per la redazione della zonizzazione acustica sono state seguite le linee guida regionali per la redazione dei piani comunali di zonizzazione acustica come da Deliberazione di Giunta Regionale n del (Burc n. 41 del ). Particolare attenzione è stata rivolta alla pianificazione urbanistica, la quale è un fondamento imprescindibile per poter garantire efficacia alle indicazioni che derivano dalla zonizzazione acustica. In particolare si è tenuto conto della effettiva e prevalente fruizione del territorio facendo attenzione alle tipologie presenti ed in particolare a quelle individuabili come sorgenti sonore. Particolare attenzione è stata rivolta al Piano urbanistico comunale (Puc), in particolar modo alle destinazioni d uso del territorio comunale e della situazione topografica esistente. 47 Nella individuazione delle zone si è data priorità alla identificazione delle classi protette (Classe I) e di quelle a più alto rischio (Classi V e VI). Per le altre zone (Classi II, III, IV) sono stati considerati dei parametri statistici determinati in funzione dei criteri di fruizione del territorio in esame: - densità di popolazione; - densità di esercizi commerciali e di uffici; - densità di attività artigianali; - attività industriali; - volume di traffico presente in zona; - esistenza di servizi e di attrezzature; la cui valutazione è stata definita in base a valori medi comunali come da tabella... Parametri di valutazione in base alla fruizione del territorio SUDDIVISIONE DEI PARAMETRI VALORI DI ATTRIBUZIONE Assenza valore 0 Bassa densità valore 1 Media densità valore 2 Alta densità valore 3 Parametri di valutazione in base alla fruizione del territorio INTERVALLI CLASSE DI DEFINIZIONE Valori compresi fra 1 4 definizione Classe II Valori compresi fra 5 8 definizione Classe III Valori compresi fra 9 12 definizione Classe IV DENSITÀ ABITATIVA bassa densità media densità alta densità Densità abitative DEFINIZIONE Villini con non più di 3 piani fuori terra Palazzine con 4 piani ed attico Edifici di tipo intensivo con più di 5 piani 47 Tratto dal Piano di Zonizzazione Acustica allegato al Puc di san Giovanni a Piro Elaborato D.1.1. Relazione, pag

153 La valutazione dei parametri sopra descritti è fondamentale per la definizione dell assegnazione ad una data zona. 48 Principali sorgenti di rumore presenti nel territorio e di previsione IDENTIFICAZIONE UBICAZIONE Traffico veicolare Attività produttive Aree turistiche - ricettive Attività antropiche durante il periodo di estivo - turistico Depuratore Isola ecologica Discarica Mattatoio Ludoteca Impianti sportivi SS 562 dir Insediamenti produttivi e infrastrutture Hangar Insediamenti produttivi su tutto il territorio Centro abitato di Scario Zone del centro urbano San Giovanni a Piro e Bosco Bosco Monte Pisciotta San Giovanni a Piro San Giovanni a Piro Campo da calcio, tiro al piattello a San Giovanni a Piro e Bosco Classificazione delle strade Criteri metodologici per la classificazione della rete viaria La densità e la fluidità del traffico hanno notevole parte come indicatore qualitativo per la identificazione delle zone acustiche, soprattutto per le zone II, III e IV. Può accadere che la classificazione di una strada non sia coerente con la classificazione attribuita alla zona attraversata. Per tale motivo vengono indicati dei criteri operativi. Classificazione delle strade In riferimento alla densità di traffico veicolare, sono considerate appartenenti (tabella 15): - alla classe IV = le strade ad intenso traffico (orientativamente oltre i 500 veicoli l'ora) e quindi le strade primarie e di scorrimento, i tronchi terminali o passanti di autostrade, le tangenziali, le strade di grande comunicazione, specie se con scarsa integrazione con il tessuto urbano attraversato; - alla classe III = le strade di quartiere (orientativamente con un traffico compreso tra 50 e 500 veicoli l'ora) e quindi le strade prevalentemente utilizzate per servire il tessuto urbano; - alla classe II = le strade locali (orientativamente con un flusso di traffico inferiore ai 50 veicoli l'ora) prevalentemente situate in zone residenziali. Tab. 15 classificazione delle strade in funzione della densità di traffico veicolare CLASSE FLUSSO DI TRAFFICO II III IV inferiore a 50 veicoli l ora compreso tra i veicoli l ora oltre i 500 veicoli l ora 48 Tratto dal Piano di Zonizzazione Acustica allegato al Puc di san Giovanni a Piro Elaborato D.1.1. Relazione, pag

154 Qualora le strade da classificare siano interne al tessuto urbano, la zona ad esse propria è delimitata dalle superficie degli edifici frontistanti; in condizioni diverse e, comunque, qualora non vi sia stata una continuità di edifici-schermo, la tipologia classificatoria di zona della strada, si è estende ad una fascia di 30 metri a partire dal ciglio della strada stessa. Possono verificarsi diverse condizioni: strada classificata con valore limite accettabile di rumore più basso rispetto alla zona attraversata: la strada si classifica con lo stesso valore limite della zona circostante. strada è posta tra due zone a classificazione acustica differente: la strada si classifica con il valore acustico della zona con limite di accettabilità più elevato. strada con un valore limite più elevato rispetto a quello della zona attraversata: il valore limite attribuito alla strada non viene variato estendendosi per una superficie compresa tra le file di edifici frontistanti o, in mancanza di edifici, per una superficie di larghezza pari a 30 metri, a partire dal ciglio della strada stessa. Tessuto viario di San Giovanni a Piro Il territorio è attraversato, dalla SS 562 dir, che si connette alla SS 18 in corrispondenza di Policastro, e dalla variante alla SS18 (S. P.430/D), per la quale non esiste accesso diretto nel territorio comunale, ed è utilizzabile mediante gli svincoli di Roccagloriosa/Acquavena e Policastro/Bussentina. La SS562 dir durante i mesi invernali ha un volume di traffico molto basso, mentre, nei mesi estivi il volume di traffico diventa più consistente. Le altre strade sono state classificate come strade locali, rientranti in classe II, tranne quelle che delimitano zone di classe superiore che hanno assunto valore pari a queste ultime. La viabilità di progetto prevista dal Puc consiste nella costruzione di una nuova arteria stradale verso la zona a destinazione prevalentemente produttiva denominata Hangar. Si ipotizza per tale strada di progetto un volume di traffico comunque compreso tra i veicoli l ora per cui si classifica in classe III Probabile evoluzione della componente senza l attuazione del Puc Come meglio evidenziato nel paragrafo successivo, il Piano di Zonizzazione Acustica, integra gli strumenti urbanistici, con i quali è coordinato, al fine di armonizzare le esigenze di tutela dell ambiente esterno e abitativo dall inquinamento acustico con la destinazione d uso e le modalità di sviluppo del territorio. Nel caso di San Giovanni a Piro il Piano di Zonizzazione Acustica è stato predisposto contestualmente al Puc ed, allegato allo stesso, ne costituisce parte integrante e sostanziale. Alla luce di quanto sopra la mancata attuazione del Puc non consentirebbe al territorio di dotarsi di un fondamentale strumento volto a prevenire il deterioramento di zone acusticamente non inquinate e, più in generale, a programmare, controllare e pianificare i fenomeni connessi al fattore rumore. La mancata attuazione del Puc, e quindi del P.Z.A, non consentirebbe, quindi, di perseguire l obiettivo di fissare uno sviluppo sostenibile del territorio nel rispetto della compatibilità acustica delle diverse previsioni di destinazione d uso dello stesso e nel contempo, di individuare le eventuali criticità e i necessari interventi di bonifica per sanare gli inquinamenti acustici esistenti, per la riduzione dei livelli di rumore, sia esistenti, che prevedibili. 49 Tratto dal Piano di Zonizzazione Acustica allegato al Puc di san Giovanni a Piro Elaborato D.1.1. Relazione, pagg

155 Le scelte del Piano A fronte del sempre più diffuso fenomeno dell inquinamento acustico, decisive sono le iniziative assunte a livello locale. In questa prospettiva, lo scopo essenziale del Piano di Zonizzazione Acustica (PZA) è quello di costituire lo strumento di programmazione di base per la regolamentazione del rumore prodotto dalle attività umane. La zonizzazione acustica viene attuata con l obiettivo di prevenire il deterioramento di zone non inquinate e di risanare quelle dove si riscontrano livelli di rumorosità ambientale che potrebbero comportare effetti negativi sulla salute della popolazione. Si pone come uno strumento di prevenzione per una corretta pianificazione delle aree di sviluppo urbanistico ed è indispensabile per potere procedere ad un controllo efficace del rumore ambientale, delineando un quadro di riferimento per identificare le aree da salvaguardare, le aree dove i livelli sonori sono accettabili, le zone dove è permesso lo sviluppo di attività rumorose e quelle dove è necessario prevedere un intervento di risanamento. Scopo della zonizzazione acustica è, soprattutto, quello di permettere una chiara individuazione dei livelli massimi ammissibili di rumorosità nei diversi ambiti territoriali, oltre a quello di definire eventuali obiettivi di risanamento acustico delle zone edificate esistenti e di prevenzione rispetto alle nuove aree. Il comune di San Giovanni a Piro ha predisposto il Piano di Zonizzazione Acustica contestualmente all elaborazione del Piano Urbanistico Comunale, che ha provveduto ad individuare sia valori di qualità del rumore da attribuire alle diverse zone in cui è suddivisibile il territorio comunale che valori di attenzione il cui superamento implica l adozione di piani di risanamento. La zonizzazione acustica si è prefissata, pertanto, il duplice scopo di definire, in funzione del clima acustico presente, i necessari interventi di risanamento e di prevenire l alterazione del clima acustico risanato a seguito dell inserimento di nuove sorgenti che potrebbero determinare, con le loro emissioni, il superamento dei valori di qualità della zona in cui ricadono. In particolare lo studio effettuato ed allegato al Puc propone una ipotesi di classificazione acustica che punta a cercare di avere un numero ridotto di situazioni da risanare, nella prospettiva di individuare pochi qualificati interventi, mirando nel tempo al raggiungimento concreto dei valori di qualità previsti dalla normativa vigente. Il Piano di zonizzazione Acustica è stato redatto utilizzando metodi teorici e parametri definiti. La determinazione di un quadro reale e programmabile è possibile soltanto attraverso verifiche strumentali da effettuarsi sul territorio oggetto di analisi. Soltanto dal riscontro di valori rilevati e dalla valutazione del quadro generale è possibile gestire il contenimento dell inquinamento acustico. Dopo la fase della zonizzazione acustica si dovrà procedere al confronto di questa con la mappatura acustica del territorio, individuando le aree da inserire nel piano di risanamento acustico. Ai sensi di legge, il Piano di Risanamento Acustico dovrà contenere l individuazione delle tipologie e l entità dei rumori presenti nelle zone da risanare, individuate ai sensi della zonizzazione acustica, l individuazione dei soggetti a cui compete l intervento, le priorità, le modalità ed i tempi per il risanamento, la stima degli oneri finanziari e le eventuali misure cautelari a carattere d urgenza. Il Piano di risanamento Acustico costituirà quindi lo strumento normativo ed amministrativo attraverso cui il Comune attuerà le proprie politiche nel settore del controllo dell inquinamento da rumore, al fine di risanare le situazioni critiche e di preservare le condizioni di fruibilità dell ambiente. È importante, comunque, che il Comune coinvolga oltre alle autorità di competenza anche l opinione pubblica. Lo scopo è sensibilizzare la popolazione sul problema dell inquinamento acustico e sulle conseguenze derivanti da esso, sui danni alle persone, ai beni privati, pubblici e culturali. È importante diffondere la cultura del silenzio e della prevenzione. Utile a tal senso sarebbe l organizzazione di conferenze (con l ausilio di scuole, parrocchie e associazioni) nel corso delle quali si dovrebbero divulgare i risultati delle relazioni comunali per produrre, con la collaborazione dei cittadini, strumenti informativi per una campagna comunale sui rischi causati dal rumore Tratto dal Piano di Zonizzazione Acustica allegato al Puc di san Giovanni a Piro Elaborato D.1.1. Relazione, pagg

156 4.11 Energia Descrizione della componente La questione energetica viene affrontata sotto un duplice aspetto, ovvero facendo riferimento alle seguenti tematiche: - risorse energetiche; - consumi energetici. Risorse energetiche Nel comune di San Giovanni a Piro non sono presenti fonti energetiche primarie (petrolio, gas naturale). Per la produzione da fonti energetiche secondarie (derivati del petrolio) non si rilevano nel territorio comunale attività di trasformazione energetica, in quanto non sono presenti raffinerie e neppure centrali termoelettriche. Anche per quanto concerne gli impianti di produzione di energia elettrica alimentati da fonti energetiche rinnovabili non si riscontra la presenza di alcuna tipologia fatta eccezioni che per taluni impianti (di tipo fotovoltaico o a solare termico) di uso domestico e di un impianto fotovoltaico di recente realizzazione e che occupa una superficie complessiva pari a circa mq. Nella provincia di Salerno all anno 2009 risultavano, invece, presenti 6 impianti eolici, 41 impianti fotovoltaici, 27 impianti idrici da apporti naturali, 14 impianti termoelettrici da biomasse. Fonte dei dati Regione Campania, Piano energetico ambientale regionale, 2009 Consumi energetici La tematica in oggetto si riferisce ai consumi energetici, di cui non si dispongono, però, dati a livello comunale. A livello provinciale i consumi generali di elettricità (all anno 2007) sono stati stimati pari a 3.653,3 GWh, distribuiti come segue nei diversi settori : - agricoltura: 92,6 GWh (2,5%); - industria: 1.416,8 GWh (38,8%); - terziario: 1.086,7 GWh (29,8%); - usi domestici: 1.057,2 GWh (28,9%). Pertanto, si registra un consumo annuo di 6,88 MWh/ab con un incremento del 14,9% relativamente al periodo Fonte dei dati Regione Campania, Piano energetico ambientale regionale, 2009 Consumi di energia elettrica (Determinante, anno 2007) Provincia di Salerno Consumi generali di energia elettrica 3.653,3 GWh Percentuale dei consumi generali di energia elettrica in agricoltura 2,5 % Percentuale dei consumi generali di energia elettrica nell industria 38,8 % Percentuale dei consumi generali di energia elettrica nel terziario 29,8 % Percentuale dei consumi generali di energia elettrica per usi domestici 28,9 % 155

157 Probabile evoluzione della componente senza l attuazione del Puc La mancata attuazione del Puc renderebbe difficilmente applicabili o, comunque, farebbe venir meno l opportunità di applicare tutte le misure stabilite dalle disposizioni legislative e regolamentari vigenti nel settore, volte a favorire, nell ambito degli interventi di recupero del patrimonio edilizio esistente, ma anche e soprattutto in quelli di nuova costruzione (per la maggior parte dei casi irrealizzabili in assenza del Puc), il contenimento del consumo energetico da parte degli edifici ed incentivare l'impiego di fonti energetiche rinnovabili. Tale circostanza non consentirebbe di perseguire la riduzione dei consumi energetici assoluti e specifici che, anzi, in assenza di vasti interventi strutturali tenderebbero ad incrementare, se non altro per la progressiva vetusta ed obsolescenza delle infrastrutture e degli impianti esistenti Le scelte del Piano Il Piano innanzitutto promuove ed ammette, in determinati ambito del territorio rurale ed aperto non caratterizzati da rilevanti valori paesaggistici e/o ambientali, la realizzazione/localizzazione di impianti per la produzione energetica da fonti rinnovabili volti a soddisfare documentate esigenze locali. Fatta eccezione che per quanto sopra specificato il Puc non incide direttamente sulla tematica in esame mediante l assunzione di misure specifiche di settore (se non in taluni casi particolari e riferibili a taluni ambiti di trasformazione individuati aree produttive ecologicamente attrezzate) e, tuttavia, definisce le condizioni indispensabili (ad es. ammettendo, favorendo ed in taluni casi prescrivendo, la promozione di interventi di riqualificazione urbanistica di parte del tessuto insediativo esistente e di recupero qualitativo del patrimonio edilizio esistente) per il perseguimento degli obiettivi generali e specifici di seguito illustrati, ed in particolare per la pianificazione integrata delle risorse, la contemporanea diminuzione delle potenze installate assolute e specifiche, la riduzione dei consumi energetici assoluti e specifici e, di conseguenza, la diminuzione delle emissioni in atmosfera, a parità o migliorando il servizio reso. Inoltre il Puc, rinviando all applicazione di leggi e regolamenti, ed in particolare alle previsioni del connesso Ruec, stabilisce, di fatto, i criteri di carattere tecnico costruttivo, individuando soluzioni progettuali, sia a livello tipologico che impiantistico, atte a favorire il contenimento del consumo energetico da parte degli edifici ed incentivare l'impiego di fonti energetiche rinnovabili, per il riscaldamento, il raffrescamento, la produzione di acqua calda sanitaria, l'illuminazione, la dotazione di apparecchiature elettriche degli edifici, in relazione alla loro destinazione d'uso ed al rapporto con il contesto circostante. Tali criteri vanno infatti applicati per tutti gli interventi previsti dal Puc e che consentono la realizzazione di quote di nuova edilizia sovvenzionata/convenzionata, nonché per tutti gli interventi di edilizia pubblica e privata di nuova edificazione, di ristrutturazione totale e per interventi di recupero, restauro e ristrutturazione di edifici di proprietà pubblica, ed in particolare di proprietà comunale. Pertanto si può certamente affermare che tra gli obiettivi generali che il Puc persegue rientra l uso razionale delle risorse climatiche ed energetiche mediante la valorizzazione delle risorse naturali e le fonti energetiche rinnovabili (controllo dell'apporto energetico da soleggiamento estivo; uso dell'apporto energetico da soleggiamento invernale; risparmio energetico nel periodo invernale; protezione dai venti invernali; ventilazione naturale estiva; uso dell'inerzia termica per la climatizzazione estiva; uso dell'apporto energetico solare per il riscaldamento dell'acqua e la produzione dell energia elettrica, etc...). Tali obiettivi vengono perseguiti mettendo in campo e, come visto prescrivendo, misure volte a promuovere una progettazione "energeticamente ed ambientalmente sostenibile", finalizzata anche a 156

158 perseguire il miglioramento delle prestazioni energetiche dell involucro edilizio, il miglioramento dell efficienza degli impianti, specie di quelli termici, l impiego di fonte energetiche rinnovabili. Inoltre il Puc prevede una serie di interventi volti a razionalizzare il sistema della mobilità interno su gomma ed a promuovere l uso di modalità di trasporto alternative e sostenibili quali le vie del mare. Tali iniziative determinerebbero, certamente, una notevole riduzione dei consumi energetici di idrocarburi utilizzati per alimentare i normali mezzi ad autotrazione Rifiuti Descrizione della componente La questione dei rifiuti costituisce un aspetto critico dei territori della Campania che quotidianamente si trovano ad affrontare una grave situazione di emergenza. Allo scopo di comprenderne la dimensione del problema si riportano, di seguito, i dati relativi a: - produzione di rifiuti; - raccolta differenziata; - trattamento dei rifiuti. Produzione di rifiuti La tematica è di grande attualità per la regione Campania ed, effettivamente, si riferisce ad una delle maggiori sfide dello sviluppo sostenibile che consiste, in primo luogo, nella capacità di ridurre alla fonte la produzione dei rifiuti ed, in secondo luogo, nello gestire in modo sostenibile il loro smaltimento. Gli indicatori relativi alla produzione dei rifiuti fanno riferimento ai rifiuti solidi urbani ed ai rifiuti speciali. Dalla scheda di rilevamento della produzione di rifiuti urbani e della raccolta differenziata relativa al comune di San Giovanni a Piro, si rileva che, all anno 2013 sono state prodotte complessivamente 1.337,42 t di rifiuti, così ripartite: - 52,52% di rifiuti indifferenziati, pari a Kg; - 47,48% di rifiuti differenziati, pari a Kg, con un trend negativo, rispetto al 2012 pari a - 5,64%. Tali quantità corrispondono ad una produzione pro capite di circa 352,509 kg/ab/anno, con un trend di incremento rispetto al 2012 del +0,90%. Fonte dei dati O.R.R., Osservatorio Regionale dei Rifiuti della Campania 2013 Raccolta differenziata Nel 2013 il comune di San Giovanni a Piro registra una percentuale di raccolta differenziata sul totale dei rifiuti pari a 47,48%, inferiore alla media provinciale (56,57%) e superiore a quella regionale (41,46%). Trattamento dei rifiuti Questa tematica fa riferimento alle modalità di trattamento dei rifiuti considerando, in particolare, la percentuale relativa a ciascun trattamento specifico. Relativamente alla provincia di Salerno, il Piano regionale rifiuti urbani prevede quanto segue: - discarica di Serre; - impianto ex CDR di Battipaglia; - aree di trasferenza di Castelnuovo Cilento, Celle di Bulgheria, Cuccaro Vetere, Giffoni Valle Piana, Ogliastro Cilento, Polla e Salerno; - siti di stoccaggio di comunali ed intercomunali di Agropoli (due siti), Camerota (un sito), Casal 157

159 Velino (un sito), Centola (un sito) e Pollica (un sito); - siti di stoccaggio provvisorio di Agropoli, Giffoni Valle Piana, Nocera Inferiore, Polla; - impianti di compostaggio di Eboli, Polla e San Marzano sul Sarno; - isole ecologiche di Albanella, Ascea, Baronissi, Bellizzi, Bracigliano, Camerota, Campagna, Capaccio, Casalbuono, Casalvelino, Castellabate, Contursi Terme, Eboli, Giffoni Valle Piana, Giungano, Laurino, Lustra, Magliano Vetere, Maiori, Mercato San Severino, Montecorice, Montecorvino Pugliano, Nocera Inferiore, Nocera Superiore, Ogliastro, Oliveto Citra, Padula, Pagani, Pertosa, Petina, Pisciotta, Polla, Praiano, Roccagloriosa, Rutino, Salerno (tre impianti), San Cipriano Picentino, San Marzano sul Sarno, Santa Marina, Sant Egidio di Monte Albio, Sala Consilina, San Valentino Torio (due impianti), Sapri, Sarno, Sassano, Scafati, Sessa Cilento, Siano, Sicignano degli Alburni, Stella Cilento, Teggiano; - impianto di selezione secco di Casalvelino. Successivamente al Piano Regionale Rifiuti Urbani del 2007 nel territorio comunale di San Giovanni a Piro in località Hangar è stata realizzata un isola ecologica. Fonte dei dati Regione Campania, Piano regionale rifiuti urbani Probabile evoluzione della componente senza l attuazione del Puc Atteso che il Puc non esercita una specifica, diretta, competenza in materia di produzione, raccolta e trattamento dei rifiuti, la sua mancata attuazione non avrebbe sostanziali ripercussioni sulla componente ed, in particolare, sull attuale gestione del servizio. In ogni caso, la mancata attuazione di talune previsioni di piano, ed in particolare di quelle determinati incremento di carico urbanistico specie nel settore produttivo, certamente comporterebbe un mancato incremento dell attuale produzione di rifiuti solidi urbani e di rifiuti speciali Le scelte del Piano Il Piano non incide direttamente sulla tematica in esame mediante l assunzione di misure specifiche in materia e, tuttavia, rinviando all applicazione di leggi e regolamenti di settore, congiuntamente al Ruec, persegue il contenimento della produzione di rifiuti solidi urbani, il potenziamento della raccolta differenziata finalizzata al riciclo industriale, la promozione delle attività di reimpiego di materiali ecocompatibili (compost), il corretto smaltimento dei rifiuti speciali provenienti da attività e lavorazioni di tipo industriale o comunque di tipo produttivo. Inoltre il Piano persegue l obiettivo di controllare la raccolta dei rifiuti urbani, anche derivati dal trattamento e lo smaltimento dei rifiuti derivanti da demolizioni edilizie, e di incentivare l uso di materiali ecocompatibili e riciclabili, che non producano inquinamenti ambientali. L incremento di carico urbanistico connesso alle previsioni del Puc nei settori dei servizi per il turismo (incremento della ricettività alberghiera ed extralberghiera e dei servizi di supporto al turismo) e del settore produttivo (nuove aree destinate all artigianato, all industria ed ai servizi) certamente comporterà un incremento di produzione di rifiuti. Il Comune di San Giovanni a Piro, come è facilmente desumibile dai dati riportati nei paragrafi precedenti del presente Rapporto, garantisce un buon livello di differenziazione nella raccolta dei rifiuti; tale circostanza consente di considerare sostanzialmente sostenibile il probabile incremento di produzione di RSU connesso all attuazione del Puc, anche in considerazione del fatto che le aree ecologicamente attrezzate previste, così come le aree specialistiche per servizi turistici, dovranno garantire elevate quote di differenziazione di RSU e i rifiuti speciali ed industriali connessi alle lavorazioni dovranno essere smaltiti a cura e spese del produttore secondo le 158

160 modalità previste dalle norme vigenti in materia. In ogni caso nel Piano di monitoraggio saranno previsti idonei indicatori al fine di monitorare gli impatti sulla componente in esame derivati dall attuazione delle previsioni di Piano ed individuare tempestivamente le necessarie misure volte a correggere superare le problematiche. 5. Possibili impatti significativi del Puc sull ambiente In questo capitolo vengono valutati i possibili impatti significativi del Puc sull ambiente, rispondendo così a quanto richiesto dal punto f) dell Allegato I della Direttiva 42/2001/CE e dallo stesso punto f) dell Allegato VI alla Parte II del D.Lgs. n.152/2006, che, appunto, stabilisce che il Rapporto Ambientale deve, tra l altro, riportare le informazioni relative ai possibili impatti significativi sull'ambiente, compresi aspetti quali la biodiversità, la popolazione, la salute umana, la flora e la fauna, il suolo, l'acqua, l'aria, i fattori climatici, i beni materiali, il patrimonio culturale, anche architettonico e archeologico, il paesaggio e l'interrelazione tra i suddetti fattori. Devono essere considerati tutti gli impatti significativi, compresi quelli secondari, cumulativi, sinergici, a breve, medio e lungo termine, permanenti e temporanei, positivi e negativi. La valutazione di seguito riportata è stata effettuata attraverso il confronto tra gli obiettivi del Puc (declinati in strategie di intervento, azioni, progetti, norme, etc., genericamente definiti obiettivi specifici ) ed i quattro settori principali di riferimento 51, di cui alla relazione sullo stato dell ambiente riportata nel precedente capito 4, considerando, per ciascun settore, le relative categorie tipologiche di risorse, i relativi fattori e/o attività, e tenendo in debito conto delle criticità ambientali emerse in fase di analisi territoriale e ambientale. La valutazione è stata poi estesa, utilizzando la medesima metodologia e con riferimento alle medesime componenti ambientali, ai possibili impatti derivanti dall attuazione dei Programmi Operativi del Puc - Piani Urbanistici Attuavi (PUA), Progetti di Intervento Unitari (PIU) e/o Programmi Operativi Comunali (POC) prioritari - dettagliatamente definiti dalle schede della Serie 3 del Piano e relativi ad ambiti di intervento strategico, ambiti di trasformazione insediativa, interventi infrastrutturali e rete di mobilità da realizzare nel quinquennio. Nell effettuare tale valutazione non sono stati considerati gli effetti temporanei connessi alle attività di cantiere, se non quando si è ritenuto che essi potessero essere considerati significativi. Per i confronti si è utilizzata una matrice di valutazione che registra i possibili impatti sull ambiente derivanti dall attuazione del Piano comunale. Gli impatti sono stati qualificati utilizzando una griglia di valutazione che comprende le caratteristiche declinate nella tabella che segue: 51 Risorse ambientali primarie: aria; risorse idriche; suolo e sottosuolo; ecosistemi e paesaggio; Infrastrutture: modelli insediativi; mobilità; Attività antropiche: agricoltura; industria e commercio; turismo; Fattori di interferenza: rumore; energia; rifiuti. 159

161 Caratteristiche degli impatti rilevati Categoria Definizione Declinazione Note Impatto netto Valuta la significatività e la natura preponderante dei potenziali impatti significativi, in relazione allo specifico obiettivo ambientale. Durata Valuta la presumibile durata dell impatto. Diretto/Indiretto Valuta se l interazione del lineamento strategico con l obiettivo è di tipo diretto o indiretto. P = positivo N = negativo I = incerto NS = non significativo/nullo Du = duraturo Te=temporaneo Di = diretto In = indiretto La natura dell impatto viene qualificata sulla base di un bilanciamento tra i potenziali impatti positivi e negativi. La durata viene attribuita sulla base della natura strutturale o non strutturale del lineamento strategico valutato. Criticità Valuta se si ravvisa la presenza di criticità anche in funzione delle qualificazioni attribuite alle categorie precedenti. = si rilevano criticità = non si rilevano criticità In presenza criticità, si rinvia alla esplicitazione riportata in una successiva matrice del capitole seguente. 160

162 La tutela, la riqualificazione e la valorizzazione del sistema ambientale nelle sue componenti naturalistiche ed agro-forestali Obiettivi generali Obiettivi specifici Impatto netto Durata Diretto/Indiretto Impatto netto Durata Diretto/Indiretto Impatto netto Durata Diretto/Indiretto Impatto netto Durata Diretto/Indiretto Impatto netto Durata Diretto/Indiretto Impatto netto Durata Diretto/Indiretto Impatto netto Durata Diretto/Indiretto Impatto netto Durata Diretto/Indiretto Impatto netto Durata Diretto/Indiretto Impatto netto Durata Diretto/Indiretto Impatto netto Durata Diretto/Indiretto Impatto netto Durata Diretto/Indiretto OBIETTIVI DEL PUC PER IL SISTEMA AMBIENTALE ARIA MATRICE DI VALUTAZIONE DEI POSSIBILI IMPATTI SIGNIFICATIVO DEL PUC SULL AMBIENTE Risorse ambientali primarie Infrastrutture Attività antropiche Fattori di interferenza RISORSE IDRICHE SUOLO E SOTTOSUOLO ECOSISTEMI E PAESAGGIO MODELLI INSEDIATIVI MOBILITA AGRICOLTURA INDUSTRIA E COMMERCIO TURISMO RUMORE ENERGIA RIFIUTI Criticità Criticità Criticità Criticità Criticità Criticità Criticità Criticità Criticità Criticità Criticità Criticità la tutela e la valorizzazione del patrimonio naturalistico e forestale, quale sistema portante della rete ecologica nazion., region. e provinciale P Du In P Du In P Du Di P Du Di P Du In Ns - - P Du In Ns - - P Du Di Ns - - Ns - - Ns - - la salvaguardia della integrità fisica e della connotazione paesaggistica ed ambientale degli arenili, delle coste alte, delle falesie e delle fasce costiere P Du In P Du In P Du Di P Du Di P Du In Ns - - Ns - - Ns - - P Du Di Ns - - Ns - - Ns - - la tutela e valorizzazione dei mosaici agricoli ed agro forestali della montagna, della collina, della pianura e delle valli, preservandone l integrità fisica e la caratt. morfologica, vegetazionale e percettiva, attraverso il coordinamento di azioni molteplici che ne possano consentire una tutela attiva P Du In P Du In P Du Di P Du Di P Du In Ns - - P Du Di P Du Di P Du Di Ns - - Ns - - Ns - - la costruzione della rete ecologica comunale, per la protezione della biodiversità, la salvaguardia, la valorizz. e l implementazione delle aree di valore naturalistico e delle relative aree cuscinetto, per la definizione di corridoi ecologici, da strutturare nel quadro provinciale, regionale e nazionale P Du In P Du In P Du In P Du Di P Du In Ns - - P Du Di Ns - - P Du Di Ns - - Ns - - Ns - - Legenda P impatto Positivo N impatto Negativo I impatto Incerto Ns impatto non sign. Du impatto Duraturo Te impatto Tempor. Di impatto Diretto In impatto Indiretto si rilevano criticità non si rilevano criticità 161

163 la prevenzione e mitigazione dei fattori di rischio naturale ed antropico Obiettivi generali Obiettivi specifici Impatto netto Durata Diretto/Indiretto Impatto netto Durata Diretto/Indiretto Impatto netto Durata Diretto/Indiretto Impatto netto Durata Diretto/Indiretto Impatto netto Durata Diretto/Indiretto Impatto netto Durata Diretto/Indiretto Impatto netto Durata Diretto/Indiretto Impatto netto Durata Diretto/Indiretto Impatto netto Durata Diretto/Indiretto Impatto netto Durata Diretto/Indiretto Impatto netto Durata Diretto/Indiretto Impatto netto Durata Diretto/Indiretto OBIETTIVI DEL PUC PER IL SISTEMA AMBIENTALE ARIA MATRICE DI VALUTAZIONE DEI POSSIBILI IMPATTI SIGNIFICATIVO DEL PUC SULL AMBIENTE Risorse ambientali primarie Infrastrutture Attività antropiche Fattori di interferenza RISORSE IDRICHE SUOLO E SOTTOSUOLO ECOSISTEMI E PAESAGGIO MODELLI INSEDIATIVI MOBILITA AGRICOLTURA INDUSTRIA E COMMERCIO TURISMO RUMORE ENERGIA RIFIUTI Criticità Criticità Criticità Criticità Criticità Criticità Criticità Criticità Criticità Criticità Criticità Criticità la definizione dei necessari interventi strutturali di mitigazione e riduzione del rischio e del pericolo idrogeologico Ns - - P Du In P Du Di I Du Di P Du Di P Du Di P Du In P Du In P Du In Ns - - Ns - - Ns - - la redazione di un piano generale di interventi di mitigazione del rischio, basato sull individuazione a campione degli interventi da recepire in piani urbanistici attuativi o progettazione esecutive di opere ed interventi pubblici o di interesse pubblico Ns - - P Du In P Du Di P Du Di P Du Di P Du Di P Du In P Du In P Du In Ns - - Ns - - Ns - - la redazione di piani di emergenza corredati da monitoraggi strumentali, che a seconda delle tipologie di dissesto, faranno riferimento a tecnologie appropriate Ns - - Ns - - Ns - - P Du In P Du Di P Du Di Ns - - Ns - - P Du In Ns - - Ns - - Ns - - la promozione di corrette politiche di gestione territoriale finalizzate alla difesa del suolo, anche mediante la definizione di specifiche misure regolamentari, corredate alla necessità di definire ed attuare un articolato programma di manutenzione programmata del territorio stesso Ns - - P Du In P Du In P Du In P Du In P Du In P Du Di Ns - - Ns - - Ns - - Ns - - Ns - - Legenda P impatto Positivo N impatto Negativo I impatto Incerto Ns impatto non sign. Du impatto Duraturo Te impatto Tempor. Di impatto Diretto In impatto Indiretto si rilevano criticità non si rilevano criticità 162

164 La riorganizzazione, la valorizzazione ed il completamento della struttura insediativa Obiettivi generali Obiettivi specifici Impatto netto Durata Diretto/Indiretto Impatto netto Durata Diretto/Indiretto Impatto netto Durata Diretto/Indiretto Impatto netto Durata Diretto/Indiretto Impatto netto Durata Diretto/Indiretto Impatto netto Durata Diretto/Indiretto Impatto netto Durata Diretto/Indiretto Impatto netto Durata Diretto/Indiretto Impatto netto Durata Diretto/Indiretto Impatto netto Durata Diretto/Indiretto Impatto netto Durata Diretto/Indiretto Impatto netto Durata Diretto/Indiretto OBIETTIVI DEL PUC PER IL SISTEMA INSEDIATIVO ARIA MATRICE DI VALUTAZIONE DEI POSSIBILI IMPATTI SIGNIFICATIVO DEL PUC SULL AMBIENTE Risorse ambientali primarie Infrastrutture Attività antropiche Fattori di interferenza RISORSE IDRICHE SUOLO E SOTTOSUOLO ECOSISTEMI E PAESAGGIO MODELLI INSEDIATIVI MOBILITA AGRICOLTURA INDUSTRIA E COMMERCIO TURISMO RUMORE ENERGIA RIFIUTI Criticità Criticità Criticità Criticità Criticità Criticità Criticità Criticità Criticità Criticità Criticità Criticità la tutela e valorizzazione del patrimonio storico, culturale e testimoniale, ed in particolare dei centri e dei nuclei storici Ns - - Ns - - Ns - - P Du Di P Du Di Ns - - Ns - - P Du Di P Du Di P Du In Ns - - Ns - - la riqualificazione delle aree di urbanizzazione e del patrimonio edilizio più recente prevedendo misure diversificate Ns - - Ns - - Ns - - P Du Di P Du Di P Du Di Ns - - P Du Di P Du Di P Du In P Du In Ns - - riqualificazione e valorizzazione del patrimonio edilizio esistente, specie di recente edificaz., mediante la diversificazione delle funzioni e l adeguamento razionalizz. funzionale delle unità immobiliari, prevalent. nell ambito delle volumetrie esistenti Ns - - Ns - - Ns - - P Du In P Du Di Ns - - Ns - - P Du In P Du In Ns - - Ns - - Ns - - promozione delle attività di recupero del patrimonio edilizio esistente da destinare ad attrezzature turistiche (strutture alberghiere ed extralberghiere) o ad attività complementari al turismo, con esclusione di seconde case e case vacanza Ns - - Ns - - Ns - - P Du In P Du Di Ns - - P Du In Ns - - P Du Di Ns - - Ns - - Ns - - Legenda P impatto Positivo N impatto Negativo I impatto Incerto Ns impatto non sign. Du impatto Duraturo Te impatto Tempor. Di impatto Diretto In impatto Indiretto si rilevano criticità non si rilevano criticità 163

165 La riorganizzazione, la valorizzazione ed il completamento della struttura insediativa Obiettivi generali Obiettivi specifici Impatto netto Durata Diretto/Indiretto Impatto netto Durata Diretto/Indiretto Impatto netto Durata Diretto/Indiretto Impatto netto Durata Diretto/Indiretto Impatto netto Durata Diretto/Indiretto Impatto netto Durata Diretto/Indiretto Impatto netto Durata Diretto/Indiretto Impatto netto Durata Diretto/Indiretto Impatto netto Durata Diretto/Indiretto Impatto netto Durata Diretto/Indiretto Impatto netto Durata Diretto/Indiretto Impatto netto Durata Diretto/Indiretto OBIETTIVI DEL PUC PER IL SISTEMA INSEDIATIVO ARIA MATRICE DI VALUTAZIONE DEI POSSIBILI IMPATTI SIGNIFICATIVO DEL PUC SULL AMBIENTE Risorse ambientali primarie Infrastrutture Attività antropiche Fattori di interferenza RISORSE IDRICHE SUOLO E SOTTOSUOLO ECOSISTEMI E PAESAGGIO MODELLI INSEDIATIVI MOBILITA AGRICOLTURA INDUSTRIA E COMMERCIO TURISMO RUMORE ENERGIA RIFIUTI Criticità Criticità Criticità Criticità Criticità Criticità Criticità Criticità Criticità Criticità Criticità Criticità realizzazione di una piccola quota di nuova edilizia residenziale, con una sostanziale parte riservata ad edilizia pubblica o convenzionata Ns - - Ns - - Ns - - Ns - - P Du Di Ns - - Ns - - Ns - - Ns - - Ns - - Ns - - Ns - - riqualificazione del fronte di mare, mediante la predisposizione di specifici piani urbanistici attuativi Ns - - Ns - - Ns - - P Du Di P Du Di Ns - - Ns - - P Du In P Du In Ns - - Ns - - Ns - - tutela e valorizzazione del patrimonio culturale, archeologico ed architettonico Ns - - Ns - - Ns - - P Du Di P Du Di Ns - - Ns - - Ns - - P Du Di Ns - - Ns - - Ns - - la riorganizzazione dell assetto urbano e la promozione della qualità complessiva dello spazio pubblico Ns - - Ns - - Ns - - P Du In P Du Di P Du In Ns - - P Du In P Du Di Ns - - Ns - - Ns - - Legenda P impatto Positivo N impatto Negativo I impatto Incerto Ns impatto non sign. Du impatto Duraturo Te impatto Tempor. Di impatto Diretto In impatto Indiretto si rilevano criticità non si rilevano criticità 164

166 La riorganizzazione, la valorizzazione ed il completamento della struttura insediativa Obiettivi generali Obiettivi specifici Impatto netto Durata Diretto/Indiretto Impatto netto Durata Diretto/Indiretto Impatto netto Durata Diretto/Indiretto Impatto netto Durata Diretto/Indiretto Impatto netto Durata Diretto/Indiretto Impatto netto Durata Diretto/Indiretto Impatto netto Durata Diretto/Indiretto Impatto netto Durata Diretto/Indiretto Impatto netto Durata Diretto/Indiretto Impatto netto Durata Diretto/Indiretto Impatto netto Durata Diretto/Indiretto Impatto netto Durata Diretto/Indiretto OBIETTIVI DEL PUC PER IL SISTEMA INSEDIATIVO ARIA MATRICE DI VALUTAZIONE DEI POSSIBILI IMPATTI SIGNIFICATIVO DEL PUC SULL AMBIENTE Risorse ambientali primarie Infrastrutture Attività antropiche Fattori di interferenza RISORSE IDRICHE SUOLO E SOTTOSUOLO ECOSISTEMI E PAESAGGIO MODELLI INSEDIATIVI MOBILITA AGRICOLTURA INDUSTRIA E COMMERCIO TURISMO RUMORE ENERGIA RIFIUTI Criticità Criticità Criticità Criticità Criticità Criticità Criticità Criticità Criticità Criticità Criticità Criticità la riorganizzazione funzionale e potenziamento del sistema delle attrezzature e dei servizi di scala locale e sovralocale (questi ultimi da valutare in una logica di rete e di complementarietà) Ns - - Ns - - Ns - - Ns - - P Du Di Ns - - Ns - - P Du Di P Du Di Ns - - Ns - - Ns - - qualificazione e potenziamento degli aree e delle attrezzature per l insediamento di attività produttive P Du In P Du Di Ns - - I Du Di P Du Di P Du Di Ns - - P Du Di Ns - - P Du In P Du Di I Du Di Legenda P impatto Positivo N impatto Negativo I impatto Incerto Ns impatto non sign. Du impatto Duraturo Te impatto Tempor. Di impatto Diretto In impatto Indiretto si rilevano criticità non si rilevano criticità 165

167 Il potenziamento, la qualificazione, la diversificazione e la destagionalizzazione dell offerta turistica per sviluppare appieno le opportunità del territorio Obiettivi generali Obiettivi specifici Impatto netto Durata Diretto/Indiretto Impatto netto Durata Diretto/Indiretto Impatto netto Durata Diretto/Indiretto Impatto netto Durata Diretto/Indiretto Impatto netto Durata Diretto/Indiretto Impatto netto Durata Diretto/Indiretto Impatto netto Durata Diretto/Indiretto Impatto netto Durata Diretto/Indiretto Impatto netto Durata Diretto/Indiretto Impatto netto Durata Diretto/Indiretto Impatto netto Durata Diretto/Indiretto Impatto netto Durata Diretto/Indiretto OBIETTIVI DEL PUC PER IL SISTEMA INSEDIATIVO ARIA MATRICE DI VALUTAZIONE DEI POSSIBILI IMPATTI SIGNIFICATIVO DEL PUC SULL AMBIENTE Risorse ambientali primarie Infrastrutture Attività antropiche Fattori di interferenza RISORSE IDRICHE SUOLO E SOTTOSUOLO ECOSISTEMI E PAESAGGIO MODELLI INSEDIATIVI MOBILITA AGRICOLTURA INDUSTRIA E COMMERCIO TURISMO RUMORE ENERGIA RIFIUTI Criticità Criticità Criticità Criticità Criticità Criticità Criticità Criticità Criticità Criticità Criticità Criticità tutela e valorizzazione del sistema dei beni culturali, testimoniali, ambientali, anche al fine di promuovere la definizione di reti tematiche di offerta turistica, diversificate ed integrate Ns - - Ns - - Ns - - P Du Di P Du In Ns - - P Du Di P Du In P Du Di Ns - - Ns - - Ns - - potenziamento e qualificaz. dei servizi per il turismo mediante il completamento dell offerta alberghiera e dei servizi di supporto Ns - - I Du Di Ns - - I Du Di Ns - - Ns - - Ns - - P Du In P Du Di Ns - - I Du Di I Du Di favorire e consentire la nascita di servizi per la didattica ed il tempo libero, l escursionismo, l esercizio di pratiche sportive all area aperta, al fine di strutturare e promuovere una ricca ed articolata offerta nel settore del turismo naturalistico Ns - - Ns - - Ns - - P Du Di Ns - - Ns - - Ns - - Ns - - P Du Di Ns - - Ns - - Ns - - promozione dello sviluppo di una rete di attività commerciali, artigianali e di servizi turistici, quale sist. integrato di promoz. delle risorse - prodotti locali e di riqualificazione e conserv. attiva della struttura fisica e dell identità culturale dei centri storici e dei nuclei antichi, interni e costieri Ns - - Ns - - Ns - - Ns - - P Du Di P Du In P Du In P Du In P Du Di Ns - - Ns - - Ns - - Legenda P impatto Positivo N impatto Negativo I impatto Incerto Ns impatto non sign. Du impatto Duraturo Te impatto Tempor. Di impatto Diretto In impatto Indiretto si rilevano criticità non si rilevano criticità 166

168 la definizione di un sistema di mobilità intermodale Obiettivi generali Obiettivi specifici Impatto netto Durata Diretto/Indiretto Impatto netto Durata Diretto/Indiretto Impatto netto Durata Diretto/Indiretto Impatto netto Durata Diretto/Indiretto Impatto netto Durata Diretto/Indiretto Impatto netto Durata Diretto/Indiretto Impatto netto Durata Diretto/Indiretto Impatto netto Durata Diretto/Indiretto Impatto netto Durata Diretto/Indiretto Impatto netto Durata Diretto/Indiretto Impatto netto Durata Diretto/Indiretto Impatto netto Durata Diretto/Indiretto OBIETTIVI DEL PUC PER IL SISTEMA INFRASTRUTTURALE ARIA MATRICE DI VALUTAZIONE DEI POSSIBILI IMPATTI SIGNIFICATIVO DEL PUC SULL AMBIENTE Risorse ambientali primarie Infrastrutture Attività antropiche Fattori di interferenza RISORSE IDRICHE SUOLO E SOTTOSUOLO ECOSISTEMI E PAESAGGIO MODELLI INSEDIATIVI MOBILITA AGRICOLTURA INDUSTRIA E COMMERCIO TURISMO RUMORE ENERGIA RIFIUTI Criticità Criticità Criticità Criticità Criticità Criticità Criticità Criticità Criticità Criticità Criticità Criticità la realizzazione di un nuovo asse stradale, prevalentemente mediante l adeguamento di tracciati esistenti, per un rapido collegamento dei centri di San Giovanni e Bosco con l area hangar e con la variante alla S.S.18 (mediante la realizzazione di un nuovo svincolo) Ns - - Ns - - Ns - - I Du Di P Du Di P Du Di P Du Di P Du Di P Du In Ns - - Ns - - Ns - - la messa in sicurezza, completamento ed adeguamento dei tracciati esistenti e della viabilità esistente Ns - - Ns - - P Du In I Du Di P Du Di P Du Di P Du Di P Du Di P Du In Ns - - Ns - - Ns - - la realizzazione di parcheggi pubblici a servizio dei centri abitati e del litorale (preferendo la soluzione in interrato nei contesti di maggior rilievo paesaggistico); P Du In Ns - - Ns - - P Du In P Du Di P Du Di Ns - - P Du In P Du In P Du In Ns - - Ns - - la valorizzazione del porto di Scario, quale elemento strutturante della rete dei porti e degli approdi della Costa Ns - - Ns - - Ns - - P Du In P Du Di P Du Di Ns - - Ns - - P Du In Ns - - Ns - - Ns - - Legenda P impatto Positivo N impatto Negativo I impatto Incerto Ns impatto non sign. Du impatto Duraturo Te impatto Tempor. Di impatto Diretto In impatto Indiretto si rilevano criticità non si rilevano criticità 167

169 ATSU 4 Accessibilità e attrezz. rione Paese ATSU 3 Fronte Mare Nord Est ATSU 2 Parco Territ. del Marcellino e Masseta ATSU 1 Parco Territoriale del Monte Bulgheria Denominazione Descrizione sintetica Impatto netto Durata Diretto/Indiretto Impatto netto Durata Diretto/Indiretto Impatto netto Durata Diretto/Indiretto Impatto netto Durata Diretto/Indiretto Impatto netto Durata Diretto/Indiretto Impatto netto Durata Diretto/Indiretto Impatto netto Durata Diretto/Indiretto Impatto netto Durata Diretto/Indiretto Impatto netto Durata Diretto/Indiretto Impatto netto Durata Diretto/Indiretto Impatto netto Durata Diretto/Indiretto Impatto netto Durata Diretto/Indiretto PROGRAMMI OPERATIVI DEL PUC ARIA MATRICE DI VALUTAZIONE DEI POSSIBILI IMPATTI SIGNIFICATIVI DEL PUC SULL AMBIENTE Risorse ambientali primarie Infrastrutture Attività antropiche Fattori di interferenza RISORSE IDRICHE SUOLO E SOTTOSUOLO ECOSISTEMI E PAESAGGIO MODELLI INSEDIATIVI MOBILITA AGRICOLTURA INDUSTRIA E COMMERCIO TURISMO RUMORE ENERGIA RIFIUTI Criticità Criticità Criticità Criticità Criticità Criticità Criticità Criticità Criticità Criticità Criticità Criticità Il programma prevede l istituzione del Parco Territoriale di complessivi 611 ettari che andrà a costituire la struttura portante della rete ecologica comunale P Du Di P Du Di P Du Di P Du Di P Du In Ns - - P Du Di Ns - - P Du Di Ns - - Ns - - Ns - - Il programma prevede l istituzione di un Parco Territoriale di complessivi 377 ettari, opportunamente connesso con il Parco di cui al punto precedente al fine del perseguimento dei medesimi obiettivi oltre che il coordinamento intercomunale P Du Di P Du Di P Du Di P Du Di P Du In Ns - - P Du Di Ns - - P Du Di Ns - - Ns - - Ns - - Il programma è finalizzato alla riorganizzazione funzionale, con contestale riqualificazione urbana e paesaggistica, dell ambito che partendo dal molo di sottoflutto arriva all impianto cimiteriale della frazione Scario, interessante una superficie compl. pari a mq Il programma è finalizzato al miglioramento dell access. al rione storico di San Giovanni a Piro, mediante la realizzazione di collegamenti carrabili e pedonali, una adeguata area di parcheggio e di area destinata a verde attrezzato e ad attività all area aperta, di tipo polifunzionale, su di un area di complessivi mq Ns - - Ns - - Ns - - P Du Di P Du Di P Du Di Ns - - P Du In P Du In Ns - - Ns - - Ns - - Ns - - Ns - - Ns - - P Du Di P Du Di P Du Di Ns - - Ns - - P Du In Ns - - Ns - - Ns - - Legenda P impatto Positivo N impatto Negativo I impatto Incerto Ns impatto non sign. Du impatto Duraturo Te impatto Tempor. Di impatto Diretto In impatto Indiretto si rilevano criticità non si rilevano criticità 168

170 ATSU 8 Polo amm. e culturale al Capoluogo ATSU 7 Tornito ATSU 6 Recupero e riuso ex mattatoio com. ATSU 5 Potenz. e riqualif. aree polo scolast. Capoluogo Denominazione Descrizione sintetica Impatto netto Durata Diretto/Indiretto Impatto netto Durata Diretto/Indiretto Impatto netto Durata Diretto/Indiretto Impatto netto Durata Diretto/Indiretto Impatto netto Durata Diretto/Indiretto Impatto netto Durata Diretto/Indiretto Impatto netto Durata Diretto/Indiretto Impatto netto Durata Diretto/Indiretto Impatto netto Durata Diretto/Indiretto Impatto netto Durata Diretto/Indiretto Impatto netto Durata Diretto/Indiretto Impatto netto Durata Diretto/Indiretto PROGRAMMI OPERATIVI DEL PUC ARIA MATRICE DI VALUTAZIONE DEI POSSIBILI IMPATTI SIGNIFICATIVI DEL PUC SULL AMBIENTE Risorse ambientali primarie Infrastrutture Attività antropiche Fattori di interferenza RISORSE IDRICHE SUOLO E SOTTOSUOLO ECOSISTEMI E PAESAGGIO MODELLI INSEDIATIVI MOBILITA AGRICOLTURA INDUSTRIA E COMMERCIO TURISMO RUMORE ENERGIA RIFIUTI Criticità Criticità Criticità Criticità Criticità Criticità Criticità Criticità Criticità Criticità Criticità Criticità Il programma interessa un ambito di superficie complessiva pari a mq (di cui standard esistenti 5.560). Esso prevede: la realizzazione di accessibilità carrabile e aree di parcheggio; l adeguamento impiantistico della superficie sportiva esistente; la riqualificazione delle aree a verde interstiziali. Ns - - Ns - - Ns - - Ns - - P Du Di P Du Di Ns - - Ns - - Ns - - Ns - - Ns - - Ns - - Il programma interessa un ambito di superficie complessiva pari a mq (di cui standard esistente mq 415) in cui realizzare un vero e proprio Parco Urbano dell'innovazione Ns - - Ns - - Ns - - Ns - - P Du Di Ns - - Ns - - Ns - - Ns - - Ns - - Ns - - Ns - - Il programma interessa un ambito di sup. compl di mq, in cui si prevede la realizzazione di un parco urbano, i un belvedere sulla via Nazionale, un percorso pedonale, interventi per la messa in sicurezza del versante coinvolto, l ampliamento del parcheggio esistente Ns - - Ns - - P Du Di P Du Di P Du Di P Du Di Ns - - Ns - - P Du In Ns - - Ns - - Ns - - Il programma è volto al completamento degli interventi di riqualificazione del realizzando polo per servizi culturali del Capoluogo, mediante la sistemazione delle aree di pertinenza a tre edifici esistenti ed il potenziamento della dotazione di parcheggi pubblici di servizio all area Ns - - Ns - - I Du Di P Du Di P Du Di P Du Di Ns - - Ns - - P Du In Ns - - Ns - - Ns - - Legenda P impatto Positivo N impatto Negativo I impatto Incerto Ns impatto non sign. Du impatto Duraturo Te impatto Tempor. Di impatto Diretto In impatto Indiretto si rilevano criticità non si rilevano criticità 169

171 ATI 3 Insed. e attrezz, al rione Pornia ATI 2 Insed. e attrezz. al rione Capolascala ATI 1 Insediamenti produttivi al Capoluogo ATSU 9 Potenz. e riqualif. aree polo scol. di Bosco Denominazione Descrizione sintetica Impatto netto Durata Diretto/Indiretto Impatto netto Durata Diretto/Indiretto Impatto netto Durata Diretto/Indiretto Impatto netto Durata Diretto/Indiretto Impatto netto Durata Diretto/Indiretto Impatto netto Durata Diretto/Indiretto Impatto netto Durata Diretto/Indiretto Impatto netto Durata Diretto/Indiretto Impatto netto Durata Diretto/Indiretto Impatto netto Durata Diretto/Indiretto Impatto netto Durata Diretto/Indiretto Impatto netto Durata Diretto/Indiretto PROGRAMMI OPERATIVI DEL PUC ARIA MATRICE DI VALUTAZIONE DEI POSSIBILI IMPATTI SIGNIFICATIVI DEL PUC SULL AMBIENTE Risorse ambientali primarie Infrastrutture Attività antropiche Fattori di interferenza RISORSE IDRICHE SUOLO E SOTTOSUOLO ECOSISTEMI E PAESAGGIO MODELLI INSEDIATIVI MOBILITA AGRICOLTURA INDUSTRIA E COMMERCIO TURISMO RUMORE ENERGIA RIFIUTI Criticità Criticità Criticità Criticità Criticità Criticità Criticità Criticità Criticità Criticità Criticità Criticità Il programma interessa un ambito di superficie complessiva di mq (di cui esistenti 2.422), per la quale si prevedono in particolare: l ampliamento dell area di pertinenza con realizzazione di una nuova zona destinata a orto didattico; la riqualific. delle aree a verde interstiziali. Ns - - Ns - - Ns - - Ns - - P Du Di Ns - - Ns - - Ns - - Ns - - Ns - - Ns - - Ns - - Il programma si riferisce ad un ambito ubicato ai margini della struttura urbana di San Giovanni a Piro, di superficie complessiva pari a mq, in cui si prevede, previa attuazione di apposito Pua, la localizzazione e la rilocalizzazione di attività artigianali di servizio o commerciali, inconciliabili con il tessuto urbano Il programma individua nell ambito, di superficie complessiva pari a mq, un comparto compensativo nell ambito del quale si prevede la realizzazione di n.8 alloggi di ed. res. privata, con correlati sup. comm.i e direzionali, e relativi standards urbanistici, e la realizzazione di un area verde attrezzata Il programma individua nell ambito, di superficie complessiva pari a mq, un comparto compensativo nell ambito del quale si prevede la realizzazione di n.6 alloggi di ed. res. Privata e n. 6 alloggi di ERP, con correlate superfici comm. e direzionali, e relativi standards urbanistici I Du In I Du Di I Te Di I Du Di P Du Di P Du Di Ns - - P Du Di Ns - - I Du Di I Du Di I Du Di Ns - - Ns - - Ns - - Ns - - P Du Di Ns - - Ns - - Ns - - P Du In Ns - - Ns - - Ns - - Ns - - I Te Di I Te Di Ns - - P Du Di Ns - - Ns - - Ns - - Ns - - Ns - - Ns - - Ns - - Legenda P impatto Positivo N impatto Negativo I impatto Incerto Ns impatto non sign. Du impatto Duraturo Te impatto Tempor. Di impatto Diretto In impatto Indiretto si rilevano criticità non si rilevano criticità 170

172 ATI 7 Insed. e infrastr. a Scario Nord ATI 6 Zona di valorizzz. Torre dell Oliva. ATI 5 Insed. produttivi e infrastr. in località Hangar ATI 4 Insediamenti e attrezzature a Bosco Denominazione Descrizione sintetica Impatto netto Durata Diretto/Indiretto Impatto netto Durata Diretto/Indiretto Impatto netto Durata Diretto/Indiretto Impatto netto Durata Diretto/Indiretto Impatto netto Durata Diretto/Indiretto Impatto netto Durata Diretto/Indiretto Impatto netto Durata Diretto/Indiretto Impatto netto Durata Diretto/Indiretto Impatto netto Durata Diretto/Indiretto Impatto netto Durata Diretto/Indiretto Impatto netto Durata Diretto/Indiretto Impatto netto Durata Diretto/Indiretto PROGRAMMI OPERATIVI DEL PUC ARIA MATRICE DI VALUTAZIONE DEI POSSIBILI IMPATTI SIGNIFICATIVI DEL PUC SULL AMBIENTE Risorse ambientali primarie Infrastrutture Attività antropiche Fattori di interferenza RISORSE IDRICHE SUOLO E SOTTOSUOLO ECOSISTEMI E PAESAGGIO MODELLI INSEDIATIVI MOBILITA AGRICOLTURA INDUSTRIA E COMMERCIO TURISMO RUMORE ENERGIA RIFIUTI Il programma individua nell ambito, di sup. complessiva pari a mq, un comparto compensativo nell ambito del quale si prevede la realizzazione di n.3 alloggi di edilizia residenziale privata e di n.3 alloggi di ERP, con correlate superfici commerciali e direzionali, e relativi standards urbanistici Il programma prevede per l area, di sup. compl. pari a mq, la riqu. urb., paesagg. ed ambientale ed il suo completamento quale area destinata alla loc. di attività produttive, ecolog. attrezzata. E anche prevista la realizzazione di un impianto sportivo polivalente di carattere intercomunale Il Programma recepisce la previsione del PTP ed interessa un ambito di mq in cui si prevede: la realizzazione di impianti sportivi, ricreativi o per la ristorazione, la sistemazione della viabilità di collegamento; la realizzazione di un impianto sportivo pubblico per il calcio, ecc. Il programma individua nell ambito, di mq, un comparto compensativo in cui si prevede la realizzazione di n.10 alloggi di ed.res. privata e n.6 di ERP, con rel sup. comm. E direz., e mq di attrezz. turistiche o di supporto. E anche prevista, una nuova viabilità di attraversamento ed un parco pubblico Criticità Criticità Criticità Criticità Criticità Criticità Criticità Criticità Criticità Criticità Criticità Criticità Ns - - Ns - - Ns - - Ns - - P Du Di Ns - - Ns - - Ns - - Ns - - Ns - - Ns - - Ns - - I Du In I Du Di Ns - - I Du Di P Du Di P Du Di Ns - - P Du Di Ns - - I Du Di I Du Di I Du Di I Du Di I Du Di I Du Di I Du Di P Du Di P Du Di Ns - - Ns - - P Du Di Ns - - I Du Di I Du Di Ns - - Ns - - I Du Di I Du Di P Du Di P Du Di Ns - - Ns - - P Du Di Ns - - Ns - - I Du Di Legenda P impatto Positivo N impatto Negativo I impatto Incerto Ns impatto non sign. Du impatto Duraturo Te impatto Tempor. Di impatto Diretto In impatto Indiretto si rilevano criticità non si rilevano criticità 171

173 PIU 4 Versante costiero della Tragara PIU 3 Fronte Mare Sud PIU 2 Centro Storico di Scario e tess. urb. adiac. PIU 1- Porto di Scario Denominazione Descrizione sintetica Impatto netto Durata Diretto/Indiretto Impatto netto Durata Diretto/Indiretto Impatto netto Durata Diretto/Indiretto Impatto netto Durata Diretto/Indiretto Impatto netto Durata Diretto/Indiretto Impatto netto Durata Diretto/Indiretto Impatto netto Durata Diretto/Indiretto Impatto netto Durata Diretto/Indiretto Impatto netto Durata Diretto/Indiretto Impatto netto Durata Diretto/Indiretto Impatto netto Durata Diretto/Indiretto Impatto netto Durata Diretto/Indiretto PROGRAMMI OPERATIVI DEL PUC ARIA MATRICE DI VALUTAZIONE DEI POSSIBILI IMPATTI SIGNIFICATIVI DEL PUC SULL AMBIENTE Risorse ambientali primarie Infrastrutture Attività antropiche Fattori di interferenza RISORSE IDRICHE SUOLO E SOTTOSUOLO ECOSISTEMI E PAESAGGIO MODELLI INSEDIATIVI MOBILITA AGRICOLTURA INDUSTRIA E COMMERCIO TURISMO RUMORE ENERGIA RIFIUTI Il programma interessa un ambito di mq (compr. specchio acqueo) ed è finalizzato alla compl. riqualif., dell area portuale, prevedendo le necessarie integr. di servizi e attrezz. tra cui: adegu. delle opere marittime e delle attrezz. di alaggio e varo; sistemazione del piazzale, locali di servizio, arredi e finiture Il programma prevede la redazione di un Piano di Recupero per il centro storico di Scario, nonché la previsione di taluni interventi strategici quale la valorizzazione della Torre e delle aree adiacenti con la realizzazione di un parco di uso pubblico attrezzato anche con attrezzature ed, eventuali parcheggi Criticità Criticità Criticità Criticità Criticità Criticità Criticità Criticità Criticità Criticità Criticità Criticità Ns - - I Te In Ns - - I Du Di P Du Di P Du Di Ns - - Ns - - P Du Di Ns - - I Te Di I Te Di Ns - - Ns - - Ns - - P Du Di P Du Di Ns - - Ns - - P Du In P Du Di P Du Di Ns - - Ns - - Il programma interessa un ambito di mq ed è finalizzato alla complessiva riqualificazione del fronte mare sud, alla protezione e ripascimento della spiaggia della Tragara Ns - - Ns - - I Du Di I Du Di P Du Di Ns - - Ns - - Ns - - P Du Di Ns - - Ns - - Ns - - ll programma interessa un ambito di mq ed è finalizzato alla definizione di azioni di tutela ambientale, ma anche di riqualificazione insediativa ed ambientale delle attrezzature e dei manufatti esistenti a destinazione turistica Ns - - Ns - - I Du Di I Du Di P Du Di P Du Di Ns - - Ns - - P Du Di Ns - - Ns - - Ns - - Legenda P impatto Positivo N impatto Negativo I impatto Incerto Ns impatto non sign. Du impatto Duraturo Te impatto Tempor. Di impatto Diretto In impatto Indiretto si rilevano criticità non si rilevano criticità 172

174 PIU 5 Marcaneto, Barbarola e Palazzone Denominazione Descrizione sintetica Impatto netto Durata Diretto/Indiretto Impatto netto Durata Diretto/Indiretto Impatto netto Durata Diretto/Indiretto Impatto netto Durata Diretto/Indiretto Impatto netto Durata Diretto/Indiretto Impatto netto Durata Diretto/Indiretto Impatto netto Durata Diretto/Indiretto Impatto netto Durata Diretto/Indiretto Impatto netto Durata Diretto/Indiretto Impatto netto Durata Diretto/Indiretto Impatto netto Durata Diretto/Indiretto Impatto netto Durata Diretto/Indiretto PROGRAMMI OPERATIVI DEL PUC ARIA MATRICE DI VALUTAZIONE DEI POSSIBILI IMPATTI SIGNIFICATIVI DEL PUC SULL AMBIENTE Risorse ambientali primarie Infrastrutture Attività antropiche Fattori di interferenza RISORSE IDRICHE SUOLO E SOTTOSUOLO ECOSISTEMI E PAESAGGIO MODELLI INSEDIATIVI MOBILITA AGRICOLTURA INDUSTRIA E COMMERCIO TURISMO RUMORE ENERGIA RIFIUTI ll programma interessa un ambito di superficie pari a mq ed è finalizzato, previa redazione di PUA: alla riqualificazione, restituzione, recupero e ricostituzione degli equilibri ambientali alterati; alla rifunzionalizzazione, ristrutturazione edilizia ed urbanistica, anche con la realizzazione di nuovi manufatti, migliorando la qualità dei servizi; alla mitigazione degli impatti negativi paesistici ed ambientali degli sviluppi urbanistici pregressi ed in atto; al contenimento degli sviluppi infrastrutturali, in particolare viabilistici; al recupero dei caratteri del paesaggio agrario, dei percorsi e dei beni di interesse storico-culturale Criticità Criticità Criticità Criticità Criticità Criticità Criticità Criticità Criticità Criticità Criticità Criticità Ns - - I Du In I Du In P Du Di P Du Di Ns - - Ns - - Ns - - P Du Di Ns - - I Du Di I Du Di Legenda P impatto Positivo N impatto Negativo I impatto Incerto Ns impatto non sign. Du impatto Duraturo Te impatto Tempor. Di impatto Diretto In impatto Indiretto si rilevano criticità non si rilevano criticità 173

175 6. Misure previste per impedire, ridurre e compensare gli eventuali effetti negativi significativi sull'ambiente derivanti dall'attuazione del Puc e indicazioni per il miglioramento della sostenibilità ambientale del Piano in fase di attuazione Lo scopo delle indicazioni di cui alla lettera g) dell Allegato I della Direttiva 42/2001/CE e dell Allegato VI alla Parte II del D.Lgs. n.152/2006, a cui fa riferimento questo capitolo, è di garantire che il rapporto ambientale analizzi e descriva le misure previste per impedire, ridurre e/o compensare gli impatti negativi, o potenzialmente negativi, individuati e descritti nell ambito della valutazione effettuata nel precedente capitolo 5. Nel presente capitolo sono dunque fornite indicazioni per assicurare la compatibilità ambientale delle previsioni di Piano, ivi inclusa le eventuali misure di mitigazione da rispettare nell attuazione delle previsioni strategiche e/o operative. In particolare, per ciascuno degli Obiettivi specifici e/o Programmi Operativi del Puc, per i quali nel capitolo precedente sono stati rilevati elementi di criticità, alla luce di possibili impatti negativi o potenzialmente negativi in relazione alle componenti ed ai fattori considerati, si riportano di seguito delle schede, nell ambito delle quali: si evidenzierà la tematica che potrebbe essere interessata dall impatto negativo: - risorse ambientali primarie: aria; risorse idriche; suolo e sottosuolo; ecosistemi e paesaggio; - infrastrutture: modelli insediativi; mobilità; - attività antropiche: agricoltura; industria e commercio; turismo; - fattori di interferenza: rumore; energia; rifiuti. si evidenzierà la tipologia di impatto, con riferimento alla sua natura (reale o potenziale), alla sua durata (permanente o temporanea), alla relazione con l obiettivo considerato (diretta o indiretta); si descriveranno in modo esteso ed esaustivo le problematiche rilevate; si definiranno le misure previste per impedire, ridurre e compensare gli impatti rilevati, evidenziando, altresì, gli eventuali, ulteriori, impatti negativi determinati dall adozione delle misure individuate. Si evidenzia, nuovamente, che nell effettuare la valutazione di cui al capitolo precedente non sono stati considerati gli effetti temporanei connessi alle attività di cantiere, se non quando si è ritenuto che essi potessero essere considerati significativi. Di conseguenza, anche nel presente capitolo, gli eventuali impatti negativi connessi alle attività di cantiere e le consequenziali misure di mitigazione saranno evidenziate ed illustrate solo nelle circostanze in cui si è ritenuto che potessero avere effetti significativi. 174

176 175

177 SISTEMA AMBIENTALE Obiettivo generale di Puc La prevenzione e mitigazione del rischio naturale ed antropico Obiettivo specifico di Puc La definizione dei necessari interventi strutturali di mitigazione e riduzione del rischio idrogeologico Tematica ambientale interessata Risorse ambientali primarie: aria risorse idriche suolo e sottosuolo ecosistemi e paesagg. Infrastrutture: modelli insediativi mobilità Attività antropiche: Impatto rilevato Impatto negativo: reale / potenziale permanente / temporaneo diretto / indiretto Impatto negativo: reale / potenziale permanente / temporaneo diretto / indiretto Impatto negativo: Problematiche emergenti La realizzazione di interventi strutturali per la messa in sicurezza dei versanti e per la mitigazione del rischio idrogeologico, può, in taluni casi, avere effetti significativi sugli ecosistemi e sul paesaggio, in quanto gli stessi possono interferire con le condizioni di sito e di quelle al contorno e conseguentemente creare impatti sia sulle componenti biotiche che su quelle abiotiche, ma, soprattutto, con gli aspetti connessi alla percezione dell ambiente e dei diversi ambiti di paesaggio. In particolare, la realizzazione di opere e strutture di difesa suolo potrebbe determinare l inserimento di elementi del tutto estranei anche in contesti naturali, e, comunque, estranei per caratteristiche tipologiche e morfologiche, anche in caso di intervento in ambiti antropizzati. Tali circostanze potrebbero determinare impatti, anche di natura significativa, specie nel caso in cui si dovessero prevedere interventi riguardanti aree molto estese ovvero interventi che determinano la modifica permanente dell attuale assetto plano altimetrico, vegetazionale e/o morfologico delle aree di intervento. Misure previste per impedire, ridurre e/o compensare gli impatti rilevati Il Puc privilegia e promuove innanzitutto la attuazione di un piano generale di manutenzione programmata del territorio, unitamente a misure gestionali, specie del territorio rurale ed aperto, volti a prevenire i fenomeni di dissesto idrogeologico. Coerentemente con le previsioni del vigente PSAI, il Puc privilegia, altresì, la diffusione di tecniche di ingegneria naturalistica per la realizzazione degli interventi ordinari, nei limiti di applicabilità degli stessi. Gli interventi più invasivi, da realizzare quando assolutamente indispensabili a garantire l incremento delle condizioni di sicurezza per le persone e per i beni, e non surrogabili mediante la realizzazione di interventi di ingegneria naturalistica, dovranno essere sempre attentamente valutati nelle loro ricadute, specie di carattere percettivo, ed eventualmente accompagnati da interventi di rinaturalizzazione, messa a dimora di specie autoctone, dalla realizzazione di aree di compensazione ambientale, finalizzate alla minimizzazione degli impatti e, se possibile, alla schermatura della percezione degli stessi interventi dai principali punti di vista e di osservazione panoramici. Notevole attenzione dovrà essere poi attribuita alla preventiva valutazione, in fase di progettazione esecutiva di ciascun specifico intervento, delle possibili interferenze e/o impatti sulle altre componenti abiotiche (prima fra tutte la componente idrica) nonché alla individuazione delle misure di dettaglio volte a mitigare gli impatti sugli habitat presenti e sulle specie, specie animali, in particolare nella fase di realizzazione dell intervento e di conduzione delle attività di cantiere. agricoltura industria e commercio turismo reale / potenziale permanente / temporaneo diretto / indiretto Fattori di Interferenza: Impatto negativo: rumore energia rifiuti reale / potenziale permanente / temporaneo diretto / indiretto Componenti Aria Risorse Idriche Suolo e Sottosuolo Ecosistemi e Paesaggio Modelli Insediativi Mobilità Agricoltura Industria e Commercio Turismo Rumore Energia Rifiuti 176

178 SISTEMA INSEDIATIVO Obiettivo generale di Puc La riorganizzazione, la valorizzazione ed il completamento della struttura insediativa Obiettivo specifico di Puc Qualificazione e potenziamento delle aree e delle attrezzature per l insediamento di attività produttive. L obiettivo è volto genericamente a favorire il completamento, il potenziamento e la riqualificazione di aree destinate ad attività produttive esistenti ed alla realizzazione di nuove aree. Tematica ambientale interessata Risorse ambientali primarie: aria risorse idriche suolo e sottosuolo ecosist. e paesaggio Infrastrutture: modelli insediativi mobilità Attività antropiche: agricoltura industria e commercio turismo Fattori di Interferenza: rumore energia rifiuti Impatto rilevato Impatto negativo: reale / potenziale permanente / temporaneo diretto / indiretto Impatto negativo: reale / potenziale permanente / temporaneo diretto / indiretto Impatto negativo: reale / potenziale permanente / temporaneo diretto / indiretto Impatto negativo: reale / potenziale permanente / temporaneo diretto / indiretto Problematiche emergenti L ampliamento o la realizzazione ex novo di aree specialistiche destinate all insediamento della piccola industria o di attività artigianali (in particolare di quelle connesse a lavorazioni non eseguibili in contesti residenziali) comporta certamente l insorgere di possibili impatti sui preesistenti contesti ecosistemici e paesaggistici, in primo luogo per la introduzione di elementi di carattere tipologico e morfologico necessariamente estranei e non riconoscibili nelle tradizioni locali. Tali circostanze assumono un valore ancora più rilevante in caso di impianto ex novo, atteso che non solo si avrà una trasformazione di un contesto naturale in un ambiente antropizzato, ma quest ultimo avrà caratteri certamente estranei alle tradizioni locali. L obiettivo del Puc è volto sia al soddisfacimento di richiesta interna e connessa ad esigenze di delocalizzazione di attività produttive esistenti sia a consentire la localizzazione di nuove attività produttive; tale ultima circostanza determinerà, inevitabilmente, un incremento della produzione di rifiuti. Il Comune di San Giovanni a Piro, come è facilmente desumibile dai dati riportati nel capitolo IV del presente Rapporto, garantisce un elevato livello di differenziazione nella raccolta dei rifiuti; tale circostanza consente di considerare sostanzialmente sostenibile il probabile incremento di produzione di RSU connesso all attuazione dell obiettivo in esame, anche in considerazione del fatto che gli eventuali rifiuti speciali ed industriali connessi alle lavorazioni dovranno essere smaltiti a cura e spese del produttore secondo le modalità previste dalle norme vigenti in materia. Misure previste per impedire, ridurre e/o compensare gli impatti rilevati Il Piano privilegia soluzioni volte a garantire la riqualificazione, l adeguamento e l eventuale potenziamento di aree produttive esistenti (Hangar), ammettendo aree di nuovo impianto solo in caso di assoluta necessità, al fine di dare concrete risposte ad esigenze non altrimenti soddisfabili. Al fine di contenere gli eventuali impatti sia sugli ecosistemi preesistenti ed ubicati a contorno, sia sui contesti paesaggistici, ivi inclusi gli aspetti percettivi connessi alle visuali godibili dai principali punti di vista panoramici, il Puc prescrive che le aree produttive da ampliare o di nuovo impianto soddisfino i requisiti propri della aree ecologicamente attrezzate. In particolare il Puc prescrive che una consistente parte dell area individuata dovrà essere destinata ad area per verde attrezzato, fasce di rinaturalizzazione, fasce di rispetto e protezione ambientale (anche al fine di schermare/mitigare interferenze funzionali e/o percettive), aree di riconnessione e collegamento ecologico (anche sulla base di studi di dettaglio delle relazioni del nuovo impianto con il contesto al contorno), ad uso pubblico, non solo per i fruitori dell area ma anche per l intera comunità. L assetto dell insediamento dovrà svilupparsi tenendo in massimo conto l andamento orografico del terreno e riducendo al minimo indispensabile le opere di modifica del suolo e di impatto visivo. L impianto urbanistico di nuova fondazione dovrà essere configurato sulla base dei principi dell architettura bioclimatica, prevedendo, altresì, assi alberati di collegamento/attraversamento, aree di verde attrezzato con funzioni di ecosistemi di compensazione. Gli edifici dovranno essere realizzati in modo da soddisfare elevati standards prestazionali e richiedere bassi consumi energetici. L impianto dovrà essere realizzato perseguendo l obiettivo dell autosufficienza energetica ricorrendo all impiego di fonti energetiche rinnovabili (geotermia profonda, fotovoltaico, ecc.). Nella sistemazione dell area dovrà essere perseguita la tutela della qualità delle risorse idriche superficiali e sotterranee, il mantenimento, ogni volta che è possibile, della permeabilità dei suoli, e perseguito l uso sostenibile della risorsa idrica (riciclo acque meteoriche e di produzione) nella gestione complessiva dell impianto. Per quanto concerne l incremento di produzione di rifiuti, le aree ecologicamente attrezzate dovranno garantire elevate quote di differenziazione di RSU ed il corretto smaltimento dei rifiuti speciali ed industriali. Componenti Aria Risorse Idriche Suolo e Sottosuolo Ecosistemi e Paesaggio Modelli Insediativi Mobilità Agricoltura Industria e Commercio Turismo Rumore Energia Rifiuti 177

179 SISTEMA INSEDIATIVO Obiettivo generale di Puc Il potenziamento, la qualificazione, la diversificazione e la destagionalizzazione dell offerta turistica per sviluppare appieno le opportunità del territorio Obiettivo specifico di Puc Potenziamento e qualificazione dei servizi per il turismo mediante il completamento dell offerta alberghiera e dei servizi di supporto Tematica ambientale interessata Risorse ambientali primarie: aria risorse idriche suolo e sottosuolo ecosistemi e paesagg. Infrastrutture: modelli insediativi mobilità Attività antropiche: agricoltura industria e commercio turismo Fattori di Interferenza: rumore energia rifiuti Impatto rilevato Impatto negativo: reale / potenziale permanente / tempor. diretto / indiretto Impatto negativo: reale / potenziale permanente / temporaneo diretto / indiretto Impatto negativo: reale / potenziale permanente / temporaneo diretto / indiretto Impatto negativo: reale / potenziale permanente / tempor. diretto / indiretto Problematiche emergenti Il potenziamento e la realizzazione di nuove strutture di tipo alberghiero e la realizzazione di impianti ed attrezzature per servizi turistici e di supporto al turismo può determinare l insorgere di possibili impatti sui preesistenti contesti ecosistemici e paesaggistici. Tali circostanze assumono un valore ancora più rilevante in caso di impianto ex novo, atteso che non solo si avrà una trasformazione di un contesto naturale in un ambiente antropizzato, ma quest ultimo potrebbe avere caratteri tipologici e/o morfologici estranei al contesto ed alle tradizioni locali. Inoltre, l incremento di carico antropico connesso all aumento della capacità ricettiva delle attrezzature turistiche a rotazione d uso e la realizzazione di servizi di supporto quali impianti sportivi, ricreativi, attrezzature ludiche, in ambienti chiusi ed all aperto, determinerà un inevitabile incremento dell uso delle risorse idriche sia per uso potabile che per finalità irrigue o comunque connesse alla gestione dei servizi di supporto. Il perseguimento dell obiettivo in esame comporterà, certamente, sia un incremento dei consumi energetici che un incremento della produzione di rifiuti, derivante dall incremento di carico antropico direttamente connesso all attuazione dell obiettivo. Misure previste per impedire, ridurre e/o compensare gli impatti rilevati Il Piano recepisce e condivide, in particolare per la fascia costiera, le previsioni del vigente Piano paesistico, per quanto concerne scelte localizzative, tipologiche e dimensionali. In tal senso il Puc prevede, ed i Pua dovranno prescrivere, la realizzazione di impianti a bassa densità edilizia, costituiti da basse unità isolate, immerse in contesti naturali caratterizzati da specie ed essenze autoctone, che ripropongono caratteri tipologici e morfologici della tradizione, al fine di limitare gli impatti percettivi ed evitare l alterazione incompatibile delle visuali godibili dai principali punti di vista panoramici. Tali scelte ed impostazioni sono poi state estese dal Puc anche agli ambiti del territorio comunale non interessati dalle previsioni del PTP, escludendo, tuttavia, ogni possibilità di trasformazione per le finalità in trattazione per tutti gli ambiti del territorio rurale ed aperto considerati di maggior rilievo paesaggistico, ambientale ed agronomico. In particolare il Puc prescrive che gran parte delle aree interessate dalle trasformazioni dovranno essere destinate/conservate a verde, utilizzando specie locali, sia per schermare /mitigare interferenze funzionali e/o percettive sia per garantire la riconnessione e il collegamento ecologico. La progettazione dovrà tener conto dell andamento orografico del terreno, riducendo al minimo indispensabile le opere di modifica del suolo e di impatto visivo. Nella sistemazione delle aree dovrà essere perseguita la tutela della qualità delle risorse idriche superficiali e sotterranee, il mantenimento, ogni volta che è possibile, della permeabilità dei suoli. Nella gestione complessiva dell impianto dovrà essere perseguito l uso sostenibile della risorsa idrica (riciclo acque meteoriche e di produzione captazione e/o accumulo in loco per finalità non potabili, ecc.), al fine di garantire la sostenibilità dell incremento di consumo di risorsa idrica potabile. Il Comune di San Giovanni a Piro, come è facilmente desumibile dai dati riportati nel capitolo IV del presente Rapporto, garantisce un buon livello di differenziazione nella raccolta dei rifiuti; tale circostanza consente di considerare sostanzialmente sostenibile il probabile incremento di produzione di RSU connesso all attuazione dell obiettivo in esame. Gli edifici dovranno essere realizzati in modo da soddisfare elevati standards prestazionali e richiedere bassi consumi energetici. Gli impianti e le attrezzature dovranno essere realizzati perseguendo l obiettivo dell autosufficienza energetica ricorrendo anche all impiego di fonti energetiche rinnovabili. Componenti Aria Risorse Idriche Suolo e Sottosuolo Ecosistemi e Paesaggio Modelli Insediativi Mobilità Agricoltura Industria e Commercio Turismo Rumore Energia Rifiuti 178

180 SISTEMA INFRASTRUTTURALE Obiettivo generale di Puc La definizione di un sistema di mobilità intermodale Obiettivo specifico di Puc la realizzazione di un nuovo asse stradale, prevalentemente mediante l adeguamento di tracciati esistenti, per un rapido collegamento dei centri di San Giovanni e Bosco con l area Hangar e con la variante alla S.S.18 (mediante la realizzazione di un nuovo svincolo) la messa in sicurezza, completamento ed adeguamento dei tracciati esistenti e della viabilità esistente Tematica ambientale interessata Risorse ambientali primarie: aria risorse idriche suolo e sottosuolo ecosistemi e paesaggio Infrastrutture: modelli insediativi mobilità Impatto rilevato Impatto negativo: reale / potenziale permanente / temporaneo diretto / indiretto Impatto negativo: reale / potenziale permanente / temporaneo diretto / indiretto Problematiche emergenti Entrambi gli obiettivi specifici del Puc prevedono la realizzazione di interventi di adeguamento di tracciati viari esistenti. Solo nel primo caso, riferito al collegamento con l area Hangar, è prevista la realizzazione di brevi nuovi tratti di connessione tra tracciati esistenti, nonché la realizzazione del nuovo svincolo. In entrambi i casi gli interventi coinvolgono aree extraurbane, di sovente caratterizzate da significativi valori paesaggistici ed ambientali, rispetto ai quali potrebbero verificarsi impatti significativi, specie nei casi in cui è necessario prevedere interventi di completamento-integrazione dei tracciati esistenti. Misure previste per impedire, ridurre e/o compensare gli impatti rilevati Nel corso della elaborazione della progettazione definitiva ed esecutiva degli interventi dovranno essere valutati nel dettaglio, specie per gli interventi che prevedono realizzazione ex novo di tracciati o elementi di raccordo e/o completamento, gli eventuali, possibili impatti significativi sull ecosistema e sul paesaggio, prevedendo la realizzazione di opere ed interventi di rinaturalizzazione, di schermatura mediante l impiego di essenze autoctone, l impiego di materiali costruttivi tradizionali, valutando la residuale percezione dell intervento dai principali punti di vista panoramici. Più in generale, al fine di evitare impatti significativi sull ecosistema occorrerà prevedere le necessarie misure per la mitigazione degli impatti, in fase di cantiere, sulle specie animali, sugli habitat, e più in generale su tutte le componenti abiotiche. Occorrerà inoltre assumere adeguati accorgimenti progettuali al fine di preservare eventuali connessioni ecologiche (es. sottopassi per gli animali), garantire l impiego diffuso di tecniche di ingegneria naturalistica, limitare le impermeabilizzazioni ed il consumo di suolo, garantire il deflusso e la regimazione delle acque di ruscellamento superficiale, prevedere opere per l attraversamento di eventuali impluvi, prevedere opere di sistemazione e protezione delle scarpate di controripa e sottoscarpa, limitare gli interventi, per estensione e consistenza, a quelli strettamente indispensabili a garantire la funzionalità delle infrastrutture, nel rispetto delle previsioni contenute nelle disposizioni strutturali del Puc. Attività antropiche: Impatto negativo: agricoltura industria e commercio turismo reale / potenziale permanente / temporaneo diretto / indiretto Fattori di Interferenza: Impatto negativo: rumore energia rifiuti reale / potenziale permanente / temporaneo diretto / indiretto Componenti Aria Risorse Idriche Suolo e Sottosuolo Ecosistemi e Paesaggio Modelli Insediativi Mobilità Agricoltura Industria e Commercio Turismo Rumore Energia Rifiuti 179

181 VALUTAZIONE DEL PROGRAMMA OPERATIVO COMUNALE Denominazione ATSU 8 Polo amministrativo e culturale al Capoluogo: riqualificazione urbana e potenziamento dei parcheggi. Descrizione Il programma è volto al completamento degli interventi di riqualificazione del realizzando polo per servizi culturali del Capoluogo, mediante la sistemazione delle aree di pertinenza a tre edifici esistenti con i necessari interventi di pavimentazione ed arredo urbano ed il potenziamento della dotazione di parcheggi pubblici di servizio all area. Tematica ambientale interessata Risorse ambientali primarie: aria risorse idriche suolo e sottosuolo ecosistemi e paesagg. Infrastrutture: modelli insediativi mobilità Attività antropiche: Impatto rilevato Impatto negativo: reale / potenziale permanente / temporaneo diretto / indiretto Impatto negativo: reale / potenziale permanente / temporaneo diretto / indiretto Impatto negativo: Problematiche emergenti Taluni interventi previsti dal programma (primo fra tutti l eventuale parcheggio in interrato/sotterraneo) potrebbero interferire con l attuale assetto idrogeologico delle aree interessate, e dovranno essere attentamente valutati, mediante la predisposizione di indagini specifiche e studi di dettaglio, in fase di redazione del Piano o Programma operativo, specie per quanto concerne le condizioni reali di pericolosità pregresse ed indotte. L ambito di intervento è infatti classificato dal vigente Psai a pericolo medio (P2) ed a rischio medio (R2) ed elevato (R3) da frana. Misure previste per impedire, ridurre e/o compensare gli impatti rilevati Il Pua dovrà dotarsi, anzitutto, di più appropriati approfondimenti e studi di carattere geomorfologicoidrogeologico. Nel caso in cui la verifica di compatibilità conduca ad una conferma dello stato di dissesto, si dovrà procedere all individuazione, progettazione e successiva esecuzione di interventi per la contestuale messa in sicurezza e/o mitigazione del pericolo, rispettando le indicazioni riportate nel quaderno delle opere tipo dell Autorità di Bacino. Nel caso in cui gli interventi di mitigazione debbano interessare porzioni di versante e/o areali di notevole estensione, si potranno predisporre piani di emergenza corredati da monitoraggi strumentali, che a seconda delle tipologie di dissesto, faranno riferimento a tecnologie appropriate, nonché eventuali soluzione tecnico-progettuali specificatamente rivolte alla riduzione degli impatti derivanti dall eventuale evento calamitoso su persone e beni. Occorrerà, inoltre, assumere particolari cautele nell esecuzione degli eventuali scavi in sotterraneo e roccia, con particolare riferimento agli imbocchi, nonché prevedere adeguati drenaggi delle eventuali venute idriche intercettate. Per quanto concerne invece le problematiche connesse al rischio sismico è del tutto evidente che la progettazione esecutiva degli interventi dovrà essere redatta nel rispetto della normativa vigente in materia (N.T.C. 2008) e la valutazione della risposta sismica locale dovrà essere eseguita mediante specifiche analisi sismiche ( livelli 2 e 3 della microzonazione simica ). agricoltura industria e commercio turismo reale / potenziale permanente / temporaneo diretto / indiretto Fattori di Interferenza: Impatto negativo: rumore energia rifiuti reale / potenziale permanente / temporaneo diretto / indiretto Componenti Aria Risorse Idriche Suolo e Sottosuolo Ecosistemi e Paesaggio Modelli Insediativi Mobilità Agricoltura Industria e Commercio Turismo Rumore Energia Rifiuti 180

182 VALUTAZIONE DEL PROGRAMMA OPERATIVO COMUNALE Denominazione ATI 1 Insediamenti produttivi al Capoluogo Descrizione Il programma si riferisce ad un ambito ubicato ai margini della struttura urbana di San Giovanni a Piro, di superficie complessiva pari a mq, nell ambito della quale si prevede, previa attuazione di apposito Pua, la localizzazione e la rilocalizzazione di attività artigianali di servizio o commerciali, inconciliabili con il tessuto urbano, quali artigianato di manutenzione dell auto, piccoli laboratori per la lavorazione del ferro, del legno, commercio all ingrosso, ecc. Tematica ambientale interessata Risorse ambientali primarie: aria risorse idriche suolo e sottosuolo ecosistemi e paesagg. Infrastrutture: modelli insediativi mobilità Impatto rilevato Impatto negativo: reale / potenziale permanente / temporaneo diretto / indiretto Impatto negativo: reale / potenziale permanente / temporaneo diretto / indiretto Problematiche emergenti Il programma potrebbe interferire con l attuale assetto idrogeologico delle aree interessate e dovrà essere oggetto di attente valutazioni mediante la predisposizione di indagini specifiche e studi di dettaglio, in fase di redazione del Piano o Programma operativo, specie per quanto concerne le condizioni reali di pericolosità pregresse ed indotte. L ambito di intervento è infatti classificato dal vigente Psai a pericolo d ambito da frana elevato (Pa3) e molto elevato (Pa4). La realizzazione ex novo dell area destinata all insediamento della piccola industria o di attività artigianali (in particolare di quelle connesse a lavorazioni non eseguibili in contesti residenziali) comporta certamente l insorgere di possibili impatti sul preesistente contesto ecosistemico e paesaggistico, in primo luogo per la trasformazione indotta in un contesto non antropizzato, nonché per effetto dell introduzione di elementi di carattere tipologico e morfologico in taluni casi estranei e non riconoscibili nelle tradizioni locali. Inoltre la realizzazione del nuovo insediamento produttivo potrebbe determinare un incremento dell uso delle risorse idriche, specie per finalità connesse alle tipologie di attività insediate. Misure previste per impedire, ridurre e/o compensare gli impatti rilevati Il Pua dovrà dotarsi, anzitutto, di più appropriati approfondimenti e studi di carattere geomorfologicoidrogeologico. Nel caso in cui la verifica di compatibilità conduca ad una conferma dello stato di dissesto, si dovrà procedere all individuazione, progettazione e successiva esecuzione di interventi per la contestuale messa in sicurezza e/o mitigazione del pericolo, rispettando le indicazioni riportate nel quaderno delle opere tipo dell Autorità di Bacino. Nel caso in cui gli interventi di mitigazione debbano interessare porzioni di versante e/o areali di notevole estensione, si potranno predisporre piani di emergenza corredati da monitoraggi strumentali, che a seconda delle tipologie di dissesto, faranno riferimento a tecnologie appropriate, nonché eventuali soluzione tecnico-progettuali specificatamente rivolte alla riduzione degli impatti derivanti dall eventuale evento calamitoso su persone e beni. Per quanto concerne invece le problematiche connesse al rischio sismico è del tutto evidente che la progettazione esecutiva degli interventi dovrà essere redatta nel rispetto della normativa vigente in materia (N.T.C. 2008) e la valutazione della risposta sismica locale dovrà essere eseguita mediante specifiche analisi sismiche ( livelli 2 e 3 della microzonazione simica ). Al fine di contenere gli eventuali impatti sia sugli ecosistemi preesistenti ed ubicati a contorno, sia sui contesti paesaggistici, ivi inclusi gli aspetti percettivi connessi alle visuali godibili dai principali punti di vista panoramici, il Puc prescrive che la nuova area produttiva venga realizzata soddisfando i requisiti propri della aree ecologicamente attrezzate. In particolare il Puc prescrive che una consistente parte dell area individuata dovrà essere destinata ad area per verde attrezzato, fasce di rinaturalizzazione, fasce di rispetto e protezione ambientale (anche al fine di schermare/mitigare interferenze funzionali e/o percettive), aree di riconnessione e collegamento ecologico (anche sulla base di studi di dettaglio delle relazioni del nuovo impianto con il contesto al contorno), ad uso pubblico, non solo per i fruitori dell area ma anche per l intera comunità. L assetto dell insediamento dovrà svilupparsi tenendo in massimo conto l andamento orografico del terreno e riducendo al minimo indispensabile le opere di modifica del suolo e di impatto visivo. L impianto urbanistico di nuova fondazione dovrà essere configurato sulla base dei principi dell architettura bioclimatica, prevedendo, altresì, assi alberati di collegamento/attraversamento, aree di verde attrezzato con funzioni di ecosistemi di compensazione. 181 Nella sistemazione dell area dovrà essere perseguita

183 la tutela della qualità delle risorse idriche superficiali e sotterranee, il mantenimento, ogni volta che è possibile, della permeabilità dei suoli, e perseguito l uso sostenibile della risorsa idrica (riciclo acque meteoriche e di produzione captazione in loco per finalità non potabili, ecc.) nella gestione del singolo impianto e, complessivamente, dell area produttiva attrezzata. Attività antropiche: agricoltura industria e commercio turismo Fattori di Interferenza: rumore energia rifiuti Impatto negativo: reale / potenziale permanente / temporaneo diretto / indiretto Impatto negativo: reale / potenziale permanente / temporaneo diretto / indiretto L obiettivo del Programma operativo è volto al soddisfacimento di richiesta interna, sia essa connessa ad esigenze di delocalizzazione di attività produttive esistenti sia rivolta a consentire la localizzazione di nuove attività produttive; tale ultima circostanza determinerà, inevitabilmente, un incremento della produzione di rifiuti e dei consumi energetici. E del tutto evidente, inoltre, che la realizzazione della nuova area produttiva determinerà nell ambito (oggi non urbanizzato) un incremento delle emissioni numerose, connesse sia alle tipologie di lavorazione, che indotte dal traffico veicolare prodotto dalla nuova urbanizzazione, dalle movimentazioni di materiali e merci, ecc.. Per quanto concerne gli impatti connessi alle emissioni rumorose si evidenzia che l area è stata programmata in un contesto immediatamente prossimo al centro abitato di San Giovanni ma priva di rilevanti insediamenti residenziali. Pertanto l inevitabile incremento di emissioni rumorose può essere certamente ritenuto sostenibile, anche in considerazione del fatto che potranno essere delocalizzate nella nuova area attività produttive rumorose e/o con emissioni nocive ed incompatibili con le caratteristiche degli insediamenti residenziali o dei contesti naturali in cui sono attualmente ubicate. In relazione alle tipologie di attività da insediare il Pua dovrà prescrivere la realizzazione di eventuali misure volte a contenere le emissioni rumorose connesse allo svolgimento di particolari lavorazioni e, in ogni caso, richiamare le misure di indagine e prescrittive definite dal Piano di Zonizzazione Acustica allegato al Puc stesso. Per quanto concerne le problematiche connesse all incremento dei consumi energetici, oltre agli accorgimenti propri da assumere già nella definizione dell impianto urbanistico, gli edifici dovranno essere realizzati in modo da soddisfare elevati standards prestazionali e richiedere bassi consumi energetici. L impianto, nel suo complesso e nei singoli interventi costruttivi, dovrà essere realizzato perseguendo, almeno in parte, l obiettivo dell autosufficienza energetica ricorrendo all impiego di fonti energetiche rinnovabili (geotermia profonda, fotovoltaico, ecc.).. Per quanto concerne l incremento di produzione di rifiuti, il Comune di San Giovanni a Piro, come è facilmente desumibile dai dati riportati nel capitolo IV del presente Rapporto, garantisce un buon livello di differenziazione nella raccolta dei rifiuti; tale circostanza consente di considerare sostanzialmente sostenibile il probabile incremento di produzione di RSU connesso all attuazione del Programma in esame, anche in considerazione del fatto che l area ecologicamente attrezzata dovrà garantire elevate quote di differenziazione di RSU e i rifiuti speciali ed industriali connessi alle lavorazioni dovranno essere smaltiti a cura e spese del produttore secondo le modalità previste dalle norme vigenti in materia. Componenti Aria Risorse Idriche Suolo e Sottosuolo Ecosistemi e Paesaggio Modelli Insediativi Mobilità Agricoltura Industria e Commercio Turismo Rumore Energia Rifiuti 182

184 VALUTAZIONE DEL PROGRAMMA OPERATIVO COMUNALE Denominazione ATI 3 Insediamenti e attrezzature al rione Pornia Descrizione Il programma individua nell ambito, di superficie complessiva pari a mq, un comparto compensativo nell ambito del quale si prevede la realizzazione, previa formazione di Pua, di n.6 alloggi di edilizia residenziale privata, con correlate superfici commerciali e direzionali, e relativi standards urbanistici, nonché la realizzazione di n.6 alloggi di Edilizia Residenziale Pubblica, con correlati superfici commerciali e direzionali e relativi standards, previa acquisizione gratuita al patrimonio comunale della relativa superficie, quantificata al 50% della St dell ambito. Tematica ambientale interessata Risorse ambientali primarie: aria risorse idriche suolo e sottosuolo ecosistemi e paesagg. Infrastrutture: modelli insediativi mobilità Attività antropiche: Impatto rilevato Impatto negativo: reale / potenziale permanente / temporaneo diretto / indiretto Impatto negativo: reale / potenziale permanente / temporaneo diretto / indiretto Impatto negativo: Problematiche emergenti Il programma potrebbe interferire con l attuale assetto idrogeologico delle aree interessate e dovrà essere oggetto di attente valutazioni mediante la predisposizione di indagini specifiche e studi di dettaglio, in fase di redazione del Piano o Programma operativo, specie per quanto concerne: - la diffusa presenza nell area di falde acquifere, anche affioranti; - le condizioni reali di pericolosità pregresse ed indotte. L ambito di intervento è infatti classificato dal vigente Psai a pericolo d ambito da frana medio (Pa2). Misure previste per impedire, ridurre e/o compensare gli impatti rilevati Il Pua dovrà dotarsi, anzitutto, di più appropriati approfondimenti e studi di carattere geomorfologicoidrogeologico. Nel caso in cui la verifica di compatibilità conduca ad una conferma dello stato di dissesto, si dovrà procedere all individuazione, progettazione e successiva esecuzione di interventi per la contestuale messa in sicurezza e/o mitigazione del pericolo, rispettando le indicazioni riportate nel quaderno delle opere tipo dell Autorità di Bacino. Nel caso in cui gli interventi di mitigazione debbano interessare porzioni di versante e/o areali di notevole estensione, si potranno predisporre piani di emergenza corredati da monitoraggi strumentali, che a seconda delle tipologie di dissesto, faranno riferimento a tecnologie appropriate, nonché eventuali soluzione tecnico-progettuali specificatamente rivolte alla riduzione degli impatti derivanti dall eventuale evento calamitoso su persone e beni. Occorrerà, inoltre, assumere particolari cautele nell esecuzione degli scavi, prevedere la regimentazione delle acque di ruscellamento superficiale, nonché prevedere adeguati drenaggi delle eventuali venute idriche intercettate in sotterraneo. Per quanto concerne invece le problematiche connesse al rischio sismico è del tutto evidente che la progettazione esecutiva degli interventi dovrà essere redatta nel rispetto della normativa vigente in materia (N.T.C. 2008) e la valutazione della risposta sismica locale dovrà essere eseguita mediante specifiche analisi sismiche ( livelli 2 e 3 della microzonazione simica ). agricoltura industria e commercio turismo reale / potenziale permanente / temporaneo diretto / indiretto Fattori di Interferenza: Impatto negativo: rumore energia rifiuti reale / potenziale permanente / temporaneo diretto / indiretto Componenti Aria Risorse Idriche Suolo e Sottosuolo Ecosistemi e Paesaggio Modelli Insediativi Mobilità Agricoltura Industria e Commercio Turismo Rumore Energia Rifiuti 183

185 VALUTAZIONE DEL PROGRAMMA OPERATIVO COMUNALE Denominazione ATI 5 Insediamenti produttivi e infrastrutture in località Hangar Descrizione Il programma prevede per l ambito, di superficie complessiva pari a mq, la riqualificazione urbanistica, paesaggistica ed ambientale dell area ed il suo completamento quale area destinata alla localizzazione di attività produttive, di carattere artigianale, manifatturiero, e per l erogazione di servizi, da attuare con i caratteri propri delle aree ecologicamente attrezzate. Nell ambito è altresì prevista la realizzazione di un impianto sportivo polivalente con pista di atletica, che per ubicazione, rivestirà un ruolo di carattere intercomunale. In particolare il programma prevede, previa redazione ed attuazione di specifico PUA: il potenziamento e la riqualificazione ella rete stradale; la salvaguardia e la riqualificazione del torrente e delle aree demaniali di pertinenza; il completamento, ampliamento e riqualificazione degli insediamenti esistenti nell ambito degli indici e dei parametri del comparto, da verificare comprendendo le SUL esistenti, e con le destinazioni d uso ammesse; l acquisizione pubblica e la realizzazione dell impianto sportivo con pista di atletica e servizi connessi. Tematica ambientale interessata Risorse ambientali primarie: aria risorse idriche suolo e sottosuolo ecosistemi e paesagg. Infrastrutture: modelli insediativi mobilità Attività antropiche: Impatto rilevato Impatto negativo: reale / potenziale permanente / temporaneo diretto / indiretto Impatto negativo: reale / potenziale permanente / temporaneo diretto / indiretto Impatto negativo: Problematiche emergenti Da un lato la riorganizzazione e la riqualificazione dell ambito, già interessato dalla presenza di molteplici impianti e manufatti a destinazione produttiva, potrebbe comportare un beneficio a vantaggio dei valori ecosistemici e paesaggistici, fino addirittura a comportare il ripristino di valori compromessi o, al limite, la realizzazione di nuovi valori. Dall altro, il completamento e l ampliamento dell insediamento produttivo, con la individuazione di nuove aree da destinare alla localizzazione di piccola industria o di attività artigianali (in particolare di quelle connesse a lavorazioni non eseguibili in contesti residenziali) comporta certamente l insorgere di possibili impatti sul contesto ecosistemico e paesaggistico, attesa la necessità di occupare aree ad oggi inedificate, estendere, quindi, le trasformazioni in nuovi contesti non antropizzati o solo in parte tali, introdurre elementi di carattere tipologico e morfologico in taluni casi estranei e non riconoscibili nelle tradizioni locali. Inoltre la realizzazione del programma interesserà aree caratterizzate dalla presenza di molteplici corsi d acqua e determinerà un incremento dell uso delle risorse idriche, specie per finalità connesse alle tipologie di attività insediate. Misure previste per impedire, ridurre e/o compensare gli impatti rilevati Al fine di contenere gli eventuali impatti sia sugli ecosistemi preesistenti ed ubicati a contorno, sia sui contesti paesaggistici, ivi inclusi gli aspetti percettivi connessi alle visuali godibili dai principali punti di vista panoramici, il Puc prescrive che il programma volto alla riqualificazione, al completamento e all ampliamento dell area produttiva venga realizzato soddisfando i requisiti propri della aree ecologicamente attrezzate. In particolare il Puc prescrive che una consistente parte dell area individuata dovrà essere destinata ad area per verde attrezzato, fasce di rinaturalizzazione, fasce di rispetto e protezione ambientale (anche al fine di schermare/mitigare interferenze funzionali e/o percettive), aree di riconnessione e collegamento ecologico (anche sulla base di studi di dettaglio delle relazioni del nuovo impianto con il contesto al contorno), ad uso pubblico, non solo per i fruitori dell area ma anche per l intera comunità. L assetto dell insediamento dovrà svilupparsi tenendo in massimo conto l andamento orografico del terreno e riducendo al minimo indispensabile le opere di modifica del suolo e di impatto visivo. L impianto urbanistico di nuova fondazione dovrà essere configurato sulla base dei principi dell architettura bioclimatica, prevedendo, altresì, assi alberati di collegamento/attraversamento, aree di verde attrezzato con funzioni di ecosistemi di compensazione. Nella sistemazione dell area dovrà essere perseguita la tutela della qualità delle risorse idriche superficiali e sotterranee, l efficienza idraulica dei canali e/o corsi d acqua, il mantenimento, ogni volta che è possibile, della permeabilità dei suoli, e perseguito l uso sostenibile della risorsa idrica (riciclo acque meteoriche e di produzione captazione e/o accumulo in loco per finalità non potabili, ecc.) nella gestione del singolo impianto e, complessivamente, dell area produttiva attrezzata. agricoltura industria e commercio turismo reale / potenziale permanente / temporaneo diretto / indiretto 184

186 Fattori di Interferenza: rumore energia rifiuti Impatto negativo: reale / potenziale permanente / temporaneo diretto / indiretto L obiettivo del Programma operativo è volto al soddisfacimento di richiesta interna, sia essa connessa ad esigenze di delocalizzazione di attività produttive esistenti sia rivolta a consentire la localizzazione di nuove attività produttive, ma anche a soddisfare eventuali richieste di natura comprensoriale, attesa la collocazione strategica dell area. E del tutto evidente, pertanto, che la realizzazione del programma determinerà un incremento della produzione di rifiuti e dei consumi energetici. E del tutto evidente, inoltre, che l ampliamento dell area produttiva determinerà nell ambito un incremento delle emissioni numerose, connesse sia alle tipologie di lavorazione, che indotte dal traffico veicolare prodotto dalla nuova urbanizzazione, dalle movimentazioni di materiali e merci, ecc. Per quanto concerne gli impatti connessi alle emissioni rumorose si evidenzia che l area è già interessata dalla presenza di assi di comunicazione stradale, taluni dei quali interessati da carichi di traffico notevoli, e dalla diffusa presenza di impianti e manufatti che già ospitano attività produttive. L area, peraltro, è notevolmente distante da significati insediamenti di natura residenziale. Pertanto, l inevitabile incremento di emissioni rumorose può essere certamente ritenuto sostenibile, anche in considerazione del fatto che potranno essere delocalizzate nella nuova area attività produttive rumorose e/o con emissioni nocive ed incompatibili con le caratteristiche degli insediamenti residenziali o dei contesti naturali in cui sono attualmente ubicate. In relazione alle tipologie di attività da insediare il Pua dovrà prescrivere la realizzazione di eventuali misure volte a contenere le emissioni rumorose connesse allo svolgimento di particolari lavorazioni e, in ogni caso, richiamare le misure di indagine e prescrittive definite dal Piano di Zonizzazione Acustica allegato al Puc stesso. Per quanto concerne le problematiche connesse all incremento dei consumi energetici, oltre agli accorgimenti propri da assumere già nella definizione dell impianto urbanistico, gli edifici dovranno essere realizzati in modo da soddisfare elevati standards prestazionali e richiedere bassi consumi energetici. L impianto, nel suo complesso e nei singoli interventi costruttivi, dovrà essere realizzato perseguendo, almeno in parte, l obiettivo dell autosufficienza energetica ricorrendo all impiego di fonti energetiche rinnovabili (geotermia profonda, fotovoltaico, ecc.).. Per quanto concerne l incremento di produzione di rifiuti, il Comune di San Giovanni a Piro, come è facilmente desumibile dai dati riportati nel capitolo IV del presente Rapporto, garantisce un buon livello di differenziazione nella raccolta dei rifiuti; tale circostanza consente di considerare sostanzialmente sostenibile il probabile incremento di produzione di RSU connesso all attuazione del Programma in esame, anche in considerazione del fatto che l area ecologicamente attrezzata dovrà garantire elevate quote di differenziazione di RSU e i rifiuti speciali ed industriali connessi alle lavorazioni dovranno essere smaltiti a cura e spese del produttore secondo le modalità previste dalle norme vigenti in materia. Componenti Aria Risorse Idriche Suolo e Sottosuolo Ecosistemi e Paesaggio Modelli Insediativi Mobilità Agricoltura Industria e Commercio Turismo Rumore Energia Rifiuti 185

187 VALUTAZIONE DEL PROGRAMMA OPERATIVO COMUNALE Denominazione ATI 6 Zona di valorizzazione turistico-sportiva di Torre dell Oliva Descrizione Il Programma recepisce la previsione del Piano Paesistico del Cilento Costiero sia per quanto riguarda la perimetrazione dell ambito sia per quanto riguarda le trasformazioni ammissibili, integrandola mediante la previsioni di indispensabili attrezzature pubbliche o di uso pubblico (viabilità, attrezzature sportive di uso pubblico). L obiettivo è quello di dotare il territorio di attrezzature sportive, ricreative e di servizi al turismo di alto profilo, in maniera da potenziare l attrattività della destinazione turistica e favorire la destagionalizzazione delle presenze. In particolare il programma prevede, previa redazione ed attuazione di specifico PUA interessante un ambito di complessivi mq: la realizzazione di impianti sportivi, ricreativi o per la ristorazione, con la possibilità di coprire un aliquota della superficie fondiaria non superiore al 15%; la sistemazione e l uso pubblico della viabilità di collegamento; la realizzazione di almeno un impianto sportivo pubblico, con superficie di gioco con misure minimo 45x90 m (calcio; il restauro e la valorizzazione della Torre dell Oliva con destinazioni compatibili. Tematica ambientale interessata Risorse ambientali primarie: aria risorse idriche suolo e sottosuolo ecosistemi e paesagg. Impatto rilevato Impatto negativo: reale / potenziale permanente / temporaneo diretto / indiretto Problematiche emergenti L attuazione del programma volto alla realizzazione di un significativo polo per l erogazione di servizi turistici e di supporto al turismo determinerà l insorgere di inevitabili impatti sul preesistente contesto ecosistemico e paesaggistico. Tali circostanze potrebbero assumere un valore ancora più rilevante nel caso in cui si attuasse non solo la trasformazione di un contesto naturale in un ambiente sostanzialmente antropizzato, ma qualora quest ultimo proponesse interventi contrassegnati da tipologie e/o soluzioni morfologiche estranei al contesto, alle tradizioni locali al carattere dei luoghi. Inoltre, l incremento di carico antropico connesso alla realizzazione di servizi ed attrezzature di supporto quali impianti sportivi, ricreativi, attrezzature ludiche, e per la ristorazione, in ambienti chiusi ed all aperto, determinerà un inevitabile incremento dell uso delle risorse idriche sia per uso potabile che per finalità irrigue o comunque connesse alla gestione dei servizi erogati. Infine, il programma potrebbe interferire con l attuale assetto idrogeologico delle aree interessate e dovrà essere oggetto di attente valutazioni mediante la predisposizione di indagini specifiche e studi di dettaglio, in fase di redazione del Piano o Programma operativo, specie per quanto concerne le condizioni reali di pericolosità pregresse ed indotte. Nell ambito di intervento ricadono, infatti, aree classificate dal vigente Psai: - a pericolo da frana moderato (P1) e medio (P2); - a pericolo d ambito da frana mode rato (Pa1) e medio (Pa2); - a rischio da frana moderato (R1) e medio (R2). Misure previste per impedire, ridurre e/o compensare gli impatti rilevati Il Pua dovrà dotarsi, anzitutto, di più appropriati approfondimenti e studi di carattere geomorfologicoidrogeologico. Nel caso in cui la verifica di compatibilità conduca ad una conferma dello stato di dissesto, si dovrà procedere all individuazione, progettazione e successiva esecuzione di interventi per la contestuale messa in sicurezza e/o mitigazione del pericolo, rispettando le indicazioni riportate nel quaderno delle opere tipo dell Autorità di Bacino. Nel caso in cui gli interventi di mitigazione debbano interessare porzioni di versante e/o areali di notevole estensione, si potranno predisporre piani di emergenza corredati da monitoraggi strumentali, che a seconda delle tipologie di dissesto, faranno riferimento a tecnologie appropriate, nonché eventuali soluzione tecnico-progettuali specificatamente rivolte alla riduzione degli impatti derivanti dall eventuale evento calamitoso su persone e beni. Occorrerà, inoltre, contenere al massimo scavi e movimenti di terra, prevedere la regimentazione delle acque di ruscellamento superficiale e di percolazione subsuperficiale nonché prevedere adeguati drenaggi delle eventuali venute idriche intercettate in sotterraneo. Per quanto concerne invece le problematiche connesse al rischio sismico è del tutto evidente che la progettazione esecutiva degli interventi dovrà essere redatta nel rispetto della normativa vigente in materia (N.T.C. 2008). Per quanto riguarda gli impatti sull ecosistema ed il paesaggio si ribadisce in questa sede che Il Puc recepisce e condivide le previsioni del vigente Piano paesistico, per quanto concerne scelte localizzative, tipologiche e dimensionali. In tal senso il Puc prevede, ed il Pua dovrà prescrivere, la realizzazione di impianti a bassa densità edilizia (Sc max= 15%Sf), costituiti da basse unità isolate (Hmax = 4,50 ml), immerse in contesti naturali caratterizzati da specie ed essenze autoctone, che ripropongono caratteri tipologici e morfologici della tradizione, al fine di limitare gli impatti percettivi ed evitare l alterazione incompatibile delle visuali godibili dai principali punti di vista panoramici. In particolare il Puc prescrive che gran parte delle aree interessate dalle trasformazioni dovranno essere destinate/conservate a verde, utilizzando specie locali, sia per schermare /mitigare interferenze funzionali e/o percettive sia per garantire la riconnessione e il collegamento ecologico (Sistemazioni a verde = min. 70% della Superficie scoperta; Indice di permeabilità 0,50 mq/mq; densità arborea fondiaria = 1 pianta d alto fusto/50 mq; densità arbustiva fondiaria = 1 arbusto / 186

188 Infrastrutture: Impatto negativo: 20 mq). La progettazione dovrà tener conto dell andamento orografico del terreno, riducendo al minimo indispensabile le opere di modifica del suolo e di impatto visivo. Nella sistemazione delle aree dovrà essere perseguita la tutela della qualità delle risorse idriche superficiali e sotterranee, il mantenimento, ogni volta che è possibile, della permeabilità dei suoli. Nella gestione complessiva dell impianto dovrà essere perseguito l uso sostenibile della risorsa idrica (riciclo acque meteoriche e di produzione captazione in loco per finalità non potabili, ecc.), al fine di garantire la sostenibilità dell incremento di consumo di risorsa idrica potabile. modelli insediativi mobilità reale / potenziale permanente / temporaneo diretto / indiretto Attività antropiche: Impatto negativo: agricoltura industria e commercio turismo reale / potenziale permanente / temporaneo diretto / indiretto Fattori di Interferenza: rumore energia rifiuti Impatto negativo: reale / potenziale permanente / temporaneo diretto / indiretto Il perseguimento del programma in esame comporterà, certamente, sia un incremento dei consumi energetici che un incremento della produzione di rifiuti, derivante dall incremento di carico antropico direttamente connesso all attuazione del programma. Il Comune di San Giovanni a Piro, come è facilmente desumibile dai dati riportati nel capitolo IV del presente Rapporto, garantisce un buon livello di differenziazione nella raccolta dei rifiuti; tale circostanza consente di considerare sostanzialmente sostenibile il probabile incremento di produzione di RSU connesso all attuazione dell obiettivo in esame. I rifiuti speciali connessi allo svolgimento di attività produttive insediabili dovranno essere smaltiti a cura e spese del produttore secondo le modalità previste dalle norme vigenti in materia. Gli edifici e gli impianti dovranno essere realizzati in modo da soddisfare elevati standards prestazionali e richiedere bassi consumi energetici. Gli impianti e le attrezzature dovranno essere realizzati perseguendo, quanto più possibile, l obiettivo dell autosufficienza energetica, ricorrendo anche all impiego di fonti energetiche rinnovabili. Componenti Aria Risorse Idriche Suolo e Sottosuolo Ecosistemi e Paesaggio Modelli Insediativi Mobilità Agricoltura Industria e Commercio Turismo Rumore Energia Rifiuti 187

189 VALUTAZIONE DEL PROGRAMMA OPERATIVO COMUNALE Denominazione ATI 7 Insediamenti e infrastrutture a Scario Nord Descrizione Il programma individua nell ambito, di superficie complessiva pari a mq, un comparto compensativo nell ambito del quale si prevede la realizzazione, previa formazione di Pua, di n.10 alloggi di edilizia residenziale privata, con correlate superfici commerciali e direzionali, e mq di attrezzature turistiche o di supporto, con relativi standards urbanistici, nonché la realizzazione di n.6 alloggi di Edilizia Residenziale Pubblica, con correlati superfici commerciali e direzionali e relativi standards. previa acquisizione gratuita al patrimonio comunale della relativa superficie. Nell ambito del programma è prevista, altresì, la realizzazione di una viabilità di attraversamento ed un parco pubblico, con aree da acquisire gratuitamente al patrimonio comunale unitamente alle aree per l ERP. Tematica ambientale interessata Risorse ambientali primarie: aria risorse idriche suolo e sottosuolo ecosistemi e paesagg. Impatto rilevato Impatto negativo: reale / potenziale permanente / temporaneo diretto / indiretto 188 Problematiche emergenti L attuazione del programma comporta inevitabili impatti sul preesistente contesto ecosistemico e paesaggistico. Le aree interessate sono ubicate immediatamente a ridosso dell urbanizzato di più recente formazione di Scario, in un contesto caratterizzato dalla presenza di mosaici agricoli e vegetazione rada, percepibile tuttavia, nella sua estensione, solo dalle visuali godibili da mare. Gli impatti potrebbero essere ancora più rilevanti nel caso in cui l intervento di trasformazione venisse realizzato ignorando le caratteristiche dei luoghi e proponendo soluzione insediative, tipologiche e estranee al contesto, alle tradizioni locali al carattere dei luoghi. Inoltre, il programma potrebbe interferire con l attuale assetto idrogeologico delle aree interessate e dovrà essere oggetto di attente valutazioni mediante la predisposizione di indagini specifiche e studi di dettaglio, in fase di redazione del Piano o Programma operativo, specie per quanto concerne le condizioni reali di pericolosità pregresse ed indotte. Nell ambito di intervento ricadono, infatti, aree classificate dal vigente Psai: - a pericolo da frana moderato (P1); - a pericolo d ambito da frana moderato (Pa1) e solo per una piccolissima estensione elevato (Pa3); - a rischio da frana moderato (R1). Misure previste per impedire, ridurre e/o compensare gli impatti rilevati Il Pua dovrà dotarsi, anzitutto, di più appropriati approfondimenti e studi di carattere geomorfologicoidrogeologico. Nel caso in cui la verifica di compatibilità conduca ad una conferma dello stato di dissesto, si dovrà procedere all individuazione, progettazione e successiva esecuzione di interventi per la contestuale messa in sicurezza e/o mitigazione del pericolo, rispettando le indicazioni riportate nel quaderno delle opere tipo dell Autorità di Bacino. Occorrerà, inoltre, contenere al massimo scavi e movimenti di terra e prevedere la regimentazione delle falde acquifere affioranti. Per quanto concerne invece le problematiche connesse al rischio sismico è del tutto evidente che la progettazione esecutiva degli interventi dovrà essere redatta nel rispetto della normativa vigente in materia (N.T.C. 2008). Per quanto riguarda gli impatti sull ecosistema ed il paesaggio si evidenzia in questa sede che il Puc recepisce e condivide le previsioni del vigente Piano paesistico, per quanto concerne scelte localizzative, tipologiche e dimensionali. L area in questione rientra nell ambito di riqualificazione degli insediamenti infrastrutturati esistenti del PTP, è ubicata immediatamente a ridosso ed in continuità con parte dell insediamento di più recente formazione di Scario, e si propone, pertanto, come naturale area di completamento e riqualificazione urbana. Inoltre il Puc prevede la realizzazione di insediamenti a bassissima densità, costituiti da unità isolate immerse in contesti naturali caratterizzati da specie ed essenze autoctone, che ripropongono caratteri tipologici e morfologici della tradizione, al fine di limitare gli impatti percettivi ed evitare l alterazione incompatibile delle visuali godibili dai principali punti di vista panoramici. Analoghe prescrizioni dovranno essere definite dal Puc, in ottemperanza peraltro ai contenuti delle disposizioni strutturali proposte dal piano stesso, per quanto concerne la viabilità di completamento e la realizzazione degli standards urbanistici indotti dalle trasformazioni o previste quali misure compensative alle trasformazioni indotte. La progettazione, pertanto, dovrà tener conto dell andamento orografico del terreno, riducendo al minimo indispensabile le opere di modifica del suolo e di impatto visivo. Nella sistemazione delle aree dovrà essere perseguita la tutela della qualità delle risorse idriche superficiali e sotterranee, il mantenimento, ogni volta che è possibile, della permeabilità dei suoli. Nella gestione complessiva dell impianto dovrà essere

190 Infrastrutture: Impatto negativo: perseguito l uso sostenibile della risorsa idrica (riciclo acque meteoriche e di produzione captazione in loco per finalità non potabili, ecc.). modelli insediativi mobilità reale / potenziale permanente / temporaneo diretto / indiretto Attività antropiche: Impatto negativo: agricoltura industria e commercio turismo reale / potenziale permanente / temporaneo diretto / indiretto Fattori di Interferenza: rumore energia rifiuti Impatto negativo: reale / potenziale permanente / temporaneo diretto / indiretto Il perseguimento del programma in esame comporterà, certamente, un incremento della produzione di rifiuti, derivante dall incremento di carico antropico direttamente connesso all attuazione del programma. Il Comune di San Giovanni a Piro, come è facilmente desumibile dai dati riportati nel capitolo IV del presente Rapporto, garantisce un buon livello di differenziazione nella raccolta dei rifiuti; tale circostanza consente di considerare sostanzialmente sostenibile il probabile incremento di produzione di RSU connesso all attuazione dell obiettivo in esame. I rifiuti speciali connessi allo svolgimento di attività produttive insediabili dovranno essere smaltiti a cura e spese del produttore secondo le modalità previste dalle norme vigenti in materia. Componenti Aria Risorse Idriche Suolo e Sottosuolo Ecosistemi e Paesaggio Modelli Insediativi Mobilità Agricoltura Industria e Commercio Turismo Rumore Energia Rifiuti 189

191 VALUTAZIONE DEL PROGRAMMA OPERATIVO COMUNALE Denominazione Descrizione Tematica ambientale interessata Risorse ambientali primarie: aria risorse idriche suolo e sottosuolo ecosistemi e paesagg. Infrastrutture: Impatto rilevato Impatto negativo: reale / potenziale permanente / temporaneo diretto / indiretto Impatto negativo: Problematiche emergenti Il programma, esplicitamente previsto dal vigente PTP, e rientrante negli obiettivi di riqualificazione fissati dal Piano del Parco, potrebbe determinare, se non adeguatamente gestito, significativi impatti sia sull ecosistema marino, sia sui caratteri paesaggistici dell ambito, sia, infine, sulla qualità delle acque costiere. Misure previste per impedire, ridurre e/o compensare gli impatti rilevati Al fine di evitare impatti significativi sull ecosistema marino il Pua non dovrà prevedere, conformemente a quanto stabilito dal Puc, sia nella sua componente strutturale che in quella operativa, alcun intervento di ampliamento delle infrastrutture portuali e del relativo specchio acqueo. Potranno essere previsti solo gli indispensabili interventi di messa in sicurezza dell esistente infrastruttura, secondo le prescrizioni dettate dal Puc stesso. PIU 1 Porto di Scario Il programma interessa un ambito di superficie pari a mq (comprensiva dello specchio acqueo) finalizzato alla complessiva riqualificazione, previa redazione di PUA di iniziativa pubblica, dell ambito portuale, prevedendo le opportune integrazioni di servizi e attrezzature tra le quali: adeguamento delle opere marittime (moli, banchine, pontili galleggianti); adeguamento delle attrezzature di alaggio e varo; sistemazione del piazzale, stazione marittima, locali per pescatori; servizi per i diportisti; arredo urbano, pavimentazioni, illuminazione. modelli insediativi mobilità Attività antropiche: agricoltura industria e commercio turismo Fattori di Interferenza: rumore energia rifiuti reale / potenziale permanente / temporaneo diretto / indiretto Impatto negativo: reale / potenziale permanente / temporaneo diretto / indiretto Impatto negativo: reale / potenziale permanente / temporaneo diretto / indiretto Il Programma operativo è volto alla riqualificazione dell infrastruttura portuale ed al completamento e potenziamento dei servizi connessi. Tale circostanza determinerà, inevitabilmente, un incremento della produzione di rifiuti e dei consumi energetici. Tutti gli interventi ammessi dovranno proporre caratteri tipologici e morfologici consoni al contesto, ubicato immediatamente a ridosso del borgo storico di Scario, senza determinare l alterazione delle caratteristiche di pregio del sito, alterazione delle visuali godibili dai principali punti di vista panoramici e dall osservazione da mare, inserimento di elementi estranei ed inconciliabili con le esigenze di tutela. Particolare cura dovrà essere attribuita sia in fase di realizzazione degli interventi quanto, soprattutto, in fase di gestione delle attività e dei servizi portuali, al fine di evitare qualsiasi sversamento che possa compromettere la qualità delle acque marine. Per quanto concerne l incremento di produzione di rifiuti, il Comune di San Giovanni a Piro, come è facilmente desumibile dai dati riportati nel capitolo IV del presente Rapporto, garantisce un buon livello di differenziazione nella raccolta dei rifiuti; tale circostanza consente di considerare sostanzialmente sostenibile il probabile incremento di produzione di RSU connesso all attuazione del Programma in esame, anche in considerazione del fatto che l impianto, nel suo complesso, dovrà garantire elevate quote di differenziazione di RSU e i rifiuti speciali connessi alla erogazione dei servizi dovranno essere smaltiti a cura e spese del produttore secondo le modalità previste dalle norme vigenti in materia. Componenti Aria Risorse Idriche Suolo e Sottosuolo Ecosistemi e Paesaggio Modelli Insediativi Mobilità Agricoltura Industria e Commercio Turismo Rumore Energia Rifiuti 190

192 VALUTAZIONE DEL PROGRAMMA OPERATIVO COMUNALE Denominazione PIU 3 Fronte Mare Sud Descrizione Il programma interessa un ambito di superficie pari a mq ed è finalizzato alla complessiva riqualificazione del fronte mare sud, alla protezione e ripascimento della spiaggia della Tragara, previa redazione di PUA di iniziativa pubblica, che in particolare dovrà prevedere: le misure di incentivazione per la riqualificazione e il recupero dei manufatti esistenti nell ambito, storici e recenti, senza tuttavia prevedere alcun incremento delle volumetrie esistenti; la riqualificazione della percorribilità pedonale dal lungomare fino alla fine della spiaggia della Tragara, con un organico intervento di arredo e pavimentazioni differenziate; misure per la regolamentazione degli arenili; indirizzi per gli interventi di protezione e ripascimento della spiaggia della Tragara Tematica ambientale interessata Risorse ambientali primarie: aria risorse idriche suolo e sottosuolo ecosistemi e paesagg. Infrastrutture: modelli insediativi mobilità Attività antropiche: agricoltura industria e commercio turismo Impatto rilevato Impatto negativo: reale / potenziale permanente / temporaneo diretto / indiretto Impatto negativo: reale / potenziale permanente / temporaneo diretto / indiretto Impatto negativo: reale / potenziale permanente / temporaneo diretto / indiretto Problematiche emergenti Il programma, rientrante negli obiettivi di riqualificazione fissati dal Piano del Parco, potrebbe determinare, se non adeguatamente gestito, significativi impatti sia sull ecosistema e sui caratteri paesaggistici dell ambito dichiarato di notevole interesse pubblico per i suoi valori. Inoltre, il programma potrebbe interferire con l attuale assetto idrogeologico delle aree interessate e dovrà essere oggetto di attente valutazioni mediante la predisposizione di indagini specifiche e studi di dettaglio, in fase di redazione del Piano o Programma operativo, specie per quanto concerne le condizioni reali di pericolosità pregresse ed indotte. Nell ambito di intervento ricadono, infatti, aree classificate dal vigente Psai: - a pericolo da frana medio (P2) ed elevato (P3); - a pericolo d ambito da frana elevato (Pa3); - a rischio da frana medio (R2) elevato (R3) e molto elevato (R4). Misure previste per impedire, ridurre e/o compensare gli impatti rilevati Preventivamente all attuazione del programma occorrerà procedere al collaudo degli interventi di messa in sicurezza recentemente realizzati su taluni versanti dell ambito e, conseguentemente, procedere alla ridefinizione, anche sulla base di ulteriori studi di carattere geomorfologico-idrogeologico, delle effettive condizioni di stabilità delle aree. Nel caso in cui la verifica di compatibilità conduca ad una persistente conferma dello stato di dissesto, si dovrà procedere all individuazione, progettazione e successiva esecuzione di interventi per la contestuale messa in sicurezza e/o mitigazione del pericolo, rispettando le indicazioni riportate nel quaderno delle opere tipo dell Autorità di Bacino. Nel caso in cui gli interventi di mitigazione debbano interessare porzioni di versante e/o areali di notevole estensione, si potranno predisporre piani di emergenza corredati da monitoraggi strumentali, che a seconda delle tipologie di dissesto, faranno riferimento a tecnologie appropriate, nonché eventuali soluzioni tecnico-progettuali specificatamente rivolte alla riduzione degli impatti derivanti dall eventuale evento calamitoso su persone e beni. Tutti gli interventi ammessi dovranno proporre caratteri tipologici e morfologici consoni al contesto, ubicato immediatamente a ridosso del borgo storico di Scario, senza determinare l alterazione delle caratteristiche di pregio del sito, alterazione delle visuali godibili dai principali punti di vista panoramici e dall osservazione da mare, inserimento di elementi estranei ed inconciliabili con le esigenze di tutela. La linea di costa dovrà essere mantenuta libera quanto più possibile, limitando e regolamentando l eventuale installazione di opere precarie e stagionali, a quelle effettivamente necessarie a garantire l erogazione di servizi minimi di supporto al turismo ed alla balneazione. Fattori di Interferenza: rumore energia rifiuti Impatto negativo: reale / potenziale permanente / temporaneo diretto / indiretto Nell esecuzione degli interventi di ricomposizione ambientale (come ad esempio il ripascimento della storica spiaggia con contestuale realizzazione di interventi volti ad evitare l erosione costiera) dovrà essere prestata massima attenzione a non determinare alcuna interferenza nociva nell ecosistema marino e costiero. Componenti Aria Risorse Idriche Suolo e Sottosuolo Ecosistemi e Paesaggio Modelli Insediativi Mobilità Agricoltura Industria e Commercio Turismo Rumore Energia Rifiuti 191

193 VALUTAZIONE DEL PROGRAMMA OPERATIVO COMUNALE Denominazione PIU 4 Versante costiero della Tragara Descrizione ll programma interessa un ambito di superficie pari a mq ed è finalizzato alla definizione di azioni di tutela ambientale, ma anche di riqualificazione insediativa ed ambientale delle attrezzature e dei manufatti esistenti a destinazione turistica, nell ambito dei quali è possibile riconoscere la possibilità di realizzare calibrati interventi di completamento ed adeguamento della ricettività e dei servizi annessi. In particolare il PUA dovrà valutare e definire ogni iniziativa necessaria: alla riqualificazione, restituzione, recupero e ricostituzione degli equilibri ambientali alterati; alla mitigazione degli impatti negativi paesistici ed ambientali degli sviluppi edilizi pregressi ed in atto; al recupero dei caratteri del territorio rurale ed aperto, dei percorsi e dei beni di interesse paesaggistico. Tematica ambientale interessata Risorse ambientali primarie: aria risorse idriche suolo e sottosuolo ecosistemi e paesagg. Infrastrutture: modelli insediativi mobilità Attività antropiche: agricoltura industria e commercio turismo Impatto rilevato Impatto negativo: reale / potenziale permanente / temporaneo diretto / indiretto Impatto negativo: reale / potenziale permanente / temporaneo diretto / indiretto Impatto negativo: reale / potenziale permanente / temporaneo diretto / indiretto Problematiche emergenti Il programma, rientrante negli obiettivi di riqualificazione fissati dal Piano del Parco, potrebbe determinare, se non adeguatamente gestito, significativi impatti sia sull ecosistema e sui caratteri paesaggistici dell ambito dichiarato di notevole interesse pubblico per i suoi valori. Inoltre, il programma potrebbe interferire con l attuale assetto idrogeologico delle aree interessate e dovrà essere oggetto di attente valutazioni mediante la predisposizione di indagini specifiche e studi di dettaglio, in fase di redazione del Piano o Programma operativo, specie per quanto concerne le condizioni reali di pericolosità pregresse ed indotte. Nell ambito di intervento ricadono, infatti, aree classificate dal vigente Psai: - a pericolo da frana moderato (P1), medio (P2) e molto elevato (P4); - a pericolo d ambito da frana moderato (Pa1) ed elevato (Pa3); - a rischio da frana moderato (R1), medio (R2) e molto elevato (R4). Misure previste per impedire, ridurre e/o compensare gli impatti rilevati Preventivamente all attuazione del programma occorrerà procedere al collaudo degli interventi di messa in sicurezza recentemente realizzati su taluni versanti dell ambito e, conseguentemente, procedere alla ridefinizione, anche sulla base di ulteriori studi di carattere geomorfologico-idrogeologico, delle effettive condizioni delle aree. Nel caso in cui la verifica di compatibilità conduca ad una persistente conferma dello stato di dissesto, si dovrà procedere all individuazione, progettazione e successiva esecuzione di interventi per la contestuale messa in sicurezza e/o mitigazione del pericolo, rispettando le indicazioni riportate nel quaderno delle opere tipo dell Autorità di Bacino. Nel caso in cui gli interventi di mitigazione debbano interessare porzioni di versante e/o areali di notevole estensione, si potranno predisporre piani di emergenza corredati da monitoraggi strumentali, che a seconda delle tipologie di dissesto, faranno riferimento a tecnologie appropriate, nonché eventuali soluzioni tecnico-progettuali specificatamente rivolte alla riduzione degli impatti derivanti dall eventuale evento calamitoso su persone e beni. Tutti gli interventi ammessi dovranno proporre caratteri tipologici e morfologici consoni al contesto, ubicato immediatamente a ridosso del borgo storico di Scario e di grande pregio ambientale, senza determinare l alterazione delle caratteristiche di pregio del sito, alterazione delle visuali godibili dai principali punti di vista panoramici e dall osservazione da mare, inserimento di elementi estranei ed inconciliabili con le esigenze di tutela, inconciliabili incrementi del carico urbanistico. In particolare gli interventi di ampliamento dovranno essere prevalentemente rivolti alla qualificazione dei servizi erogati dalle strutture turistico ricettive esistenti. Fattori di Interferenza: Impatto negativo: rumore energia rifiuti reale / potenziale permanente / temporaneo diretto / indiretto Componenti Aria Risorse Idriche Suolo e Sottosuolo Ecosistemi e Paesaggio Modelli Insediativi Mobilità Agricoltura Industria e Commercio Turismo Rumore Energia Rifiuti 192

194 VALUTAZIONE DEL PROGRAMMA OPERATIVO COMUNALE Denominazione PIU 5 Marcaneto, Barbarola e Palazzone Descrizione ll programma interessa un ambito di superficie pari a mq ed è finalizzato, previa redazione di PUA: alla riqualificazione, restituzione, recupero e ricostituzione degli equilibri ambientali alterati; alla rifunzionalizzazione, ristrutturazione edilizia ed urbanistica, anche con la realizzazione di nuovi manufatti, migliorando la qualità dei servizi; alla mitigazione degli impatti negativi paesistici ed ambientali degli sviluppi urbanistici pregressi ed in atto; al contenimento degli sviluppi infrastrutturali, in particolare viabilistici; al recupero dei caratteri del paesaggio agrario, dei percorsi e dei beni di interesse storico-culturale Tematica ambientale interessata Risorse ambientali primarie: aria risorse idriche suolo e sottosuolo ecosistemi e paesagg. Infrastrutture: Impatto rilevato Impatto negativo: reale / potenziale permanente / temporaneo diretto / indiretto Impatto negativo: Problematiche emergenti Il programma, rientrante negli obiettivi di riqualificazione fissati dal Piano del Parco, coinvolge un area molto estesa, caratterizzata dalla presenza di consistenti fenomeni di sprawl edilizio, che si manifesta con la casuale localizzazione di funzioni residenziali, produttive o connesse alla conduzione dei fondi. Al tempo stesso l ambito fa registrare la presenza di insediamenti di notevole consistenza, contrassegnati da funzioni residenziali, di sovente di natura stagionale, accompagnate, talvolta, da funzioni ricettive e da servizi di integrazione e supporto al turismo. E pertanto evidente che il programma, che pure ammette il potenziamento di dotazioni e servizi, se non correttamente indirizzato, potrebbe comportare ulteriori impatti sul già alterato ecosistema e contesto paesaggistico, nonché determinare, un incremento di consumi di risorse idriche. Inoltre, il programma potrebbe interferire con l attuale assetto idrogeologico delle aree interessate e dovrà essere oggetto di attente valutazioni mediante la predisposizione di indagini specifiche e studi di dettaglio, in fase di redazione del Piano o Programma operativo, specie per quanto concerne le condizioni reali di pericolosità pregresse ed indotte. Nell ambito di intervento ricadono, infatti, aree classificate dal vigente Psai: - a pericolo da frana moderato (P1), medio (P2) e molto elevato (P4); - a pericolo d ambito da frana moderato (Pa1), medio (Pa2) ed elevato (Pa3); - a rischio da frana moderato (R1), medio (R2) e elevato (R3), con limitati e puntuali casi di rischio molto elevato (R4). Misure previste per impedire, ridurre e/o compensare gli impatti rilevati Preventivamente all attuazione del programma occorrerà procedere al collaudo degli interventi di messa in sicurezza recentemente realizzati su taluni versanti dell ambito e, conseguentemente, procedere alla ridefinizione, anche sulla base di ulteriori studi di carattere geomorfologico-idrogeologico, delle effettive condizioni delle aree. Nel caso in cui la verifica di compatibilità conduca ad una persistente conferma dello stato di dissesto, si dovrà procedere all individuazione, progettazione e successiva esecuzione di interventi per la contestuale messa in sicurezza e/o mitigazione del pericolo, rispettando le indicazioni riportate nel quaderno delle opere tipo dell Autorità di Bacino. Nel caso in cui gli interventi di mitigazione debbano interessare porzioni di versante e/o areali di notevole estensione, si potranno predisporre piani di emergenza corredati da monitoraggi strumentali, che a seconda delle tipologie di dissesto, faranno riferimento a tecnologie appropriate, nonché eventuali soluzioni tecnico-progettuali specificatamente rivolte alla riduzione degli impatti derivanti dall eventuale evento calamitoso su persone e beni. Tutti gli interventi ammessi dovranno proporre caratteri tipologici e morfologici consoni al contesto, ed essere finalizzati: - alla effettiva riqualificazione, restituzione, recupero e ricostituzione degli equilibri ambientali alterati; - alla ri-funzionalizzazione, ristrutturazione edilizia ed urbanistica, migliorando la qualità dei servizi; - alla mitigazione degli impatti negativi paesistici ed alla costruzione di nuovi valori. modelli insediativi mobilità reale / potenziale permanente / temporaneo diretto / indiretto Attività antropiche: Impatto negativo: agricoltura industria e commercio turismo reale / potenziale permanente / temporaneo diretto / indiretto Fattori di Interferenza: Impatto negativo: Il perseguimento del programma in esame potrebbe comportare sia un incremento dei consumi 193 Il Comune di San Giovanni a Piro, come è facilmente desumibile dai dati riportati nel capitolo IV del presente

195 rumore energia rifiuti reale / potenziale permanente / temporaneo diretto / indiretto energetici che un incremento della produzione di rifiuti, connessi all eventuale, necessario, incremento del carico antropico. Rapporto, garantisce un buon livello di differenziazione nella raccolta dei rifiuti; tale circostanza consente di considerare sostanzialmente sostenibile il probabile incremento di produzione di RSU connesso all attuazione dell obiettivo in esame. I rifiuti speciali connessi allo svolgimento di attività produttive insediabili dovranno essere smaltiti a cura e spese del produttore secondo le modalità previste dalle norme vigenti in materia. Gli edifici e gli impianti interessati dagli interventi di ristrutturazione, adeguamento, riqualificazione, ampliamento, dovranno essere realizzati in modo da soddisfare elevati standards prestazionali e richiedere bassi consumi energetici. Gli impianti e le attrezzature dovranno essere realizzati perseguendo, quanto più possibile, l obiettivo dell autosufficienza energetica, ricorrendo anche all impiego di fonti energetiche rinnovabili. Componenti Aria Risorse Idriche Suolo e Sottosuolo Ecosistemi e Paesaggio Modelli Insediativi Mobilità Agricoltura Industria e Commercio Turismo Rumore Energia Rifiuti 194

196 7. Sintesi delle ragioni della scelta delle alternative individuate e delle difficoltà incontrate nella raccolta delle informazioni necessarie 7.1 La scelta delle alternative individuate La elaborazione del Piano Urbanistico del Comune di San Giovanni a Piro, conformemente alle previsioni della L.R.16/04 e nel rispetto delle indicazioni della Pianificazione territoriale e di settore sovraordinata, si è mossa dalla definizione di un approfondito quadro conoscitivo, sulla base del quale sono state assunte le scelte strutturali della pianificazione comunale, tutte volte ad assicurare la tutale e la valorizzazione delle risorse territoriali, nelle loro diverse declinazioni (naturalistico-ambientali, storico-culturali, paesaggistiche, semiologiche-antropologiche). Partendo da tali scelte fondative, si sono quindi valutate e definite le diverse strategie di intervento, complessivamente volte ad assicurare lo sviluppo sostenibile del territorio. Inoltre, è il caso di evidenziare in questa sede, che il Piano Urbanistico del Comune di San Giovanni a Piro costituisce momento di attuazione delle previsioni del Piano del Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni e del Piano Territoriale paesistico del Cilento Costiero che com è noto, sono strumenti di pianificazione territoriale volti alla tutela dei valori naturalistici-ambientali e dei valori paesaggistici, questi ultimi considerati nell accezione più moderna del termine, e cioè quali valori espressivi dell identità di un territorio e derivanti dall azione di fattori naturali, umani e dalle loro interrelazioni. Alla luce delle considerazioni di cui sopra è del tutto evidente che lo scenario fondamentale con cui ci si è confrontati nell ambito dell intero processo di elaborazione del P.U.C. è rappresentato dalla non attuazione del Piano stesso (c.d. opzione zero), già valutata, nell ambito della descrizione dello stato dell ambiente riportata nel precedente capitolo IV, descrivendo la possibile evoluzione delle componenti, dei fattori e dei determinanti presi in considerazione in assenza del Piano Urbanistico Comunale. Di seguito si riporta una sintesi di tali valutazioni per ognuna delle componenti prese in considerazione. Risorsa ambientale primaria: aria. Probabile evoluzione senza l attuazione del Puc Il Puc di San Giovanni a Piro pone in campo molteplici strategie, misure specifiche ed azioni di intervento aventi ripercussioni dirette ed indirette sia al fine di contenere le emissioni in atmosfera di gas serra e di inquinanti di vario tipo, sia al fine di preservare la qualità dell aria e contrastare i fenomeni di cambiamento climatico. A tali previsioni vanno poi aggiunte, e considerate in modo sinergico, quelle previste dal RUEC in conformità alle previsioni normative e statali vigenti, specie per quanto concerne la specificazione dei criteri per il rispetto delle norme in materia energetico-ambientale. La mancata attuazione delle strategie, delle misure specifiche e delle azioni di intervento previste dal Puc avrebbe, pertanto, ripercussioni dirette ed indirette sia per quanto concerne il contenimento delle emissioni in atmosfera di gas serra e di inquinanti di vario tipo, sia al fine di preservare la qualità dell aria e contrastare i fenomeni di cambiamento climatico. La mancata attuazione di efficaci strategie di tutela e valorizzazione delle risorse naturalistiche ed agroforestali, di corrette politiche di difesa suolo, di strategie di razionalizzazione del sistema della mobilità, perseguendo anche forme di inter modalità, determinerebbe, certamente, fenomeni di progressivo peggioramento della qualità dell aria e l impossibilità di contribuire fattivamente a contrastare i fenomeni connessi al cambiamento climatico. 195

197 La mancata attuazione, poi, di politiche di riqualificazione urbanistica e di recupero qualitativo del patrimonio edilizio esistente non consentirebbe di intervenire e promuovere la riduzione delle emissioni di inquinanti in atmosfera da sorgenti lineari e diffuse, ed il ricorso all'utilizzo di fonti energetiche rinnovabili. In definitiva la mancata attuazione del Puc non consentirebbe di perseguire efficaci azioni volte a garantire il miglioramento della sostenibilità ambientale della struttura urbana. Risorsa ambientale primaria: risorse idriche. Probabile evoluzione senza l attuazione del Puc Il Puc persegue, tra gli obiettivi prioritari, la tutela e la valorizzazione del patrimonio identitario, naturale ed antropico, proponendo non solo strategie di conservazione, ma anche efficaci interventi volti alla valorizzazione delle risorse naturali. E del tutto evidente che tale obiettivo strategico concorre, fattivamente, alla tutela ed alla riqualificazione della risorsa in esame. Inoltre il Puc prevede misure specifiche volte alla tutela delle fasce di pertinenza fluviale, alla definizione di fasce di rispetto per tutti i corsi d acqua, anche quelli minori, alla realizzazione di soluzioni impiantistiche finalizzate al contenimento del consumo della risorsa idrica, specie di quella potabile. A tali misure vanno poi sommate quelle previste dal RUEC e specificatamente finalizzate al contenimento del consumo della risorsa idrica ed al miglioramento della qualità della stessa. La mancata attuazione delle strategie, delle misure specifiche e delle azioni di intervento previste dal Puc avrebbe, pertanto, ripercussioni dirette ed indirette sia per quanto concerne il contenimento del consumo delle risorse idriche sia al fine di preservare la qualità tanto delle acque terrestri quanto di quelle marine. La mancata attuazione di efficaci strategie di tutela e valorizzazione delle risorse naturalistiche ed agroforestali, di corrette politiche di difesa suolo, ma anche la mancata attuazione dei programmi di riqualificazione ambientale e la non applicazione delle misure specifiche di tutela previste dal Puc, determinerebbe, certamente, fenomeni di depauperamento ed inquinamento delle risorse in trattazione. Inoltre, la impossibilità di attuare moderni programmi di recupero e riqualificazione urbana, specificamente previsti dal Puc ed attuabili solo in sua vigenza, non consentirebbe la messa a punto di ulteriori azioni di tutela delle risorse idriche, di risparmio, come, ad esempio, l attuazione di interventi di risanamento delle reti di distribuzione e controllo e riduzione delle perdite, di interventi volti al riutilizzo delle acque reflue depurate, contribuendo in tal modo a ridurre e tutelare l uso di risorse idriche profonde. Senza l attuazione del Puc non sarebbero inoltre perseguibili obiettivi quali la gestione delle acque piovane, il contenimento dei rifiuti liquidi, il contenimento dei consumi di acqua potabile, l incremento della permeabilità delle aree libere ubicate in contesto urbano. Risorsa ambientale primaria: suolo e sottosuolo. Probabile evoluzione senza l attuazione del Puc Con riferimento alle problematiche connesse al rischio idrogeologico ed al rischio erosione costiera, in ottemperanza alle previsioni normative generali e di settore, ed in particolare a quelle di cui agli artt.65 e 68 del D.Lgs.152/2006 ed art.9 della L.R.8/94, il Puc di San Giovanni a Piro si propone quale strumento di attuazione e di approfondimento delle previsioni dei Piani di assetto idrogeologico sovraordinati. In tale ottica è del tutto evidente che la mancata attuazione delle previsioni del Piano comunale determinerebbe, con riferimento alla componente suolo in esame ed, in particolare, con riferimento al tema del rischio idrogeologico e del rischio erosione costiera la permanenza, se non l incremento, di una condizione di pericolo e soprattutto di rischio elevato, in taluni casi ben superiore alle soglie di rischio comunemente considerate accettabili. La mancata attuazione di corrette politiche d uso e manutenzione del territorio, la mancata redazione di studi di dettaglio o di interventi strutturali di mitigazione delle condizioni di rischio, la mancata redazione ed attuazione di piani di monitoraggio strumentali finalizzati alla protezione civile, la mancata attuazione di politiche di sviluppo sostenibile, condannerebbero, di fatto, il territorio comunale, a dover convivere con una diffusa condizione di pericolo/rischio sempre più elevata. 196

198 Meno drammatica sarebbe invece la mancata attuazione del Piano comunale con riferimento alle problematiche connesse al rischio sismico, atteso che, in ogni caso, tanto negli interventi di recupero del patrimonio edilizio esistente tanto negli interventi di nuova costruzione è fatto obbligo di rispettare la normativa vigente in materia di costruzioni in zona sismica. Infine, anche in relazione all esistente patrimonio geologico, la mancata attuazione delle previsioni di Piano, avrebbe ricadute minime sul patrimonio stesso la cui conservazione sarebbe sostanzialmente garantire dalle misure definite dalla Pianificazione sovraordinata. Risorsa ambientale primaria: ecosistemi e paesaggio. Probabile evoluzione senza l attuazione del Puc In mancanza dell attuazione delle previsioni del Puc, le vigenti norme del Piano del Parco nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni e del Piano Territoriale Paesistico del Cilento Costiero, garantirebbero, almeno negli ambiti del territorio comunale di competenza, la tutela, in chiave conservativa, dei caratteri peculiari dell ecosistema e del paesaggio di San Giovanni a Piro, specie con riferimento alle componenti naturalistiche, vegetazionali e geomorfologiche, senza tuttavia, riuscire ad assicurare il perseguimento di obiettivi fondamentali e connessi alla tutela, alla riqualificazione (in taluni casi) e valorizzazione dei rilevanti valori naturalistici, culturali ed identitari, perseguiti dalla Pianificazione Urbanistica Comunale, anche al fine di promuovere forme di sviluppo sostenibile a vantaggio delle popolazioni locali. Negli ambiti territoriali non interessati dalle previsioni della strumentazione territoriale in precedenza richiamata permarrebbe l attuale situazione che non consente di programmare alcun intervento di riqualificazione e/o valorizzazione, limitando l azione di tutela unicamente alle previsioni di cui all art.9 del DPR380/01 che, in ogni caso, non riescono ad assicurare la piena salvaguardia del territorio naturale ed aperto. E del tutto evidente che la mancata attuazione delle previsioni, degli obiettivi e delle strategie della pianificazione urbanistica comunale, come ampiamente descritti con riferimento alla componente in esame nei capitoli precedenti, renderebbero sterili e nel tempo inefficaci anche le più meritorie intenzioni ed ogni sforzo volto alla tutela/conservazione di quegli eccezionali valori naturalistici, paesaggistici, culturali ed identitari derivanti dalla natura e dalla evoluzione storica di un territorio di grandissimo pregio. Infrastrutture: modelli insediativi. Probabile evoluzione senza l attuazione del Puc La mancata attuazione delle scelte di Piano determinerebbe, il progressivo, costante, irreversibile, degrado della struttura insediativa ed, in particolare: l impossibilità di attuare programmi coordinati ed unitari volti alla conservazione e valorizzazione del patrimonio storico, culturale e testimoniale, in grado di porre in essere efficaci azioni di tutela attiva delle risorse e contrastare gli inevitabili processi di degrado della struttura e dei caratteri degli insediamenti storici e storicizzati; l impossibilità di attuare programmi coordinati ed unitari volti alla riqualificazione edilizia ed urbanistica delle aree di urbanizzazione più recente, con la conseguente conservazione di elementi puntuali ma anche e soprattutto di ambiti e tessuti caratterizzati da scarsa qualità insediativa, da tipologie, morfologie e/o usi non adeguati ai caratteri ed al pregio dei luoghi, che si pongono quali elementi detrattori e di disturbo, anche in grado di acuire il degrado delle risorse urbane ed ambientali di maggior pregio; la diffusione di ampi e diffusi fenomeni di edilizia realizzata sine titolo, e pertanto di scarsa qualità, irrispettosa dei requisiti prestazionali e/o di sicurezza minimi, dei valori testimoniali che caratterizzano i luoghi, specie per quanto concerne gli interventi volti al recupero o all adeguamento del patrimonio edilizio esistente; l impossibilità di diversificare gli usi del patrimonio edilizio esistente e, conseguentemente, di rendere vitali ed attrattivi i tessuti urbani consentendo una articolazione di funzioni compatibili tanto legate alla 197

199 residenza quanto alla diffusione dei servizi, specie nel settore del turismo, della cultura, del sociale, delle tecnologie avanzate o che comunque possano favorire lo sviluppo del sistema economico produttivo; l impossibilità di offrire risposte all esigenza di nuovi alloggi, favorendo il permanere se non l acutizzarsi delle condizioni di disagio, specie per le classi sociali più svantaggiate; l incremento delle problematiche in relazione al patrimonio immobiliare esistente, e connesse alla rendita, che potrebbe essere sempre meno disponibile ad uso dei residenti ed indirizzato a tipologie d uso ad alta redditività e, tuttavia, a basso impatto nella struttura economica-produttiva (case vacanze strettamente connesse alla stagione balneare); l impossibilità di prevedere misure volte al potenziamento delle dotazioni logistiche ed infrastrutturali a favore delle attività produttive esistenti o che potrebbero essere insediate e/o avviate; progressiva destrutturazione dell assetto urbano e riduzione della qualità complessiva dello spazio pubblico; impossibilità di garantire il soddisfacimento degli standards minimi ed inderogabili stabiliti per legge di aree destinate ad attrezzature e servizi a vantaggio della collettività, con conseguente progressivo degrado della qualità della struttura insediativa ma, soprattutto, della qualità di vita delle popolazioni locali. Infrastrutture: mobilità. Probabile evoluzione senza l attuazione del Puc La mancata attuazione delle previsioni del Puc, con riferimento alla componente in esame, impedirebbe di definire un insieme sistematico di misure volte ad affrontare le notevoli problematiche connesse alla mobilità e alla sosta, sia in relazione alle esigenze locali e dei residenti, sia con riferimento alle esigenze dei turisti. In particolare: potrebbero non essere attuati gli urgenti interventi di completamento della viabilità interna sia in ambito strettamente urbano (caratterizzato in taluni casi dalla presenza di un sistema stradale fortemente insufficiente) sia in ambito extraurbano, dove è evidente l esigenza di ottimizzare i collegamenti dei centri più interni con la variante alla SS18, tracciato a scorrimento veloce e di connessione con la direttrice Vallo-Piana del Sele-Salerno, da una parte, e con il Vallo di Diano e l Autostrada A3, per il tramite della Bussentina; tenderebbero a permanere, se non ad acutizzarsi, le problematiche connesse alla sosta, tanto dei residenti sia di quella connessa ai flussi turistici, con conseguente inevitabile esigenza di rinvenire ulteriori aree, oggi libere, e da destinare al parcamento delle automobili, con le inevitabili, deleterie, conseguenza sia dal punto di vista paesaggistico che dal punto di vista ambientale; non si riuscirebbero a promuovere forme di mobilità intermodale, alternativa e sostenibile, connesse ad esempio al potenziamento delle vie del mare ed, in tal senso, del ruolo dell approdo di San Giovanni a Piro, o di servizi collettivi su gomma di connessione con i più prossimi terminali di altre modalità. Attività antropiche: agricoltura. Probabile evoluzione senza l attuazione del Puc Il confronto tra lo stato della componente descritto dai dati Istat del 2000 e del 2010 permette di individuare le dinamiche evolutive del settore agricolo in una condizione di permanente assenza di misure di governo del territorio e, pertanto, senza l attuazione delle previsioni del Puc. Nell arco decennale preso in considerazione, il numero di aziende presenti sul territorio comunale si è decisamente ridotto, sia in termini numerici (- 60,8 %) che con riferimento alla SAT (-13,3 %). Tali dati testimoniano pertanto una diffusa crisi del settore con la drastica riduzione del numero di aziende impegnate ma anche, e soprattutto, delle superfici territoriali complessivamente a destinazione agricola. La mancata attuazione delle misure previste dal Puc comporterebbe, inoltre: una progressiva ulteriore riduzione delle aree agricole, specie di quelle periurbane e più prossime agli insediamenti esistenti, che continuerebbero ad essere interessati da indiscriminati interventi edilizi, anche e soprattutto di natura residenziale, attuati alla luce delle previsioni di cui all art.9 del 198

200 DPR 380/01, specie nelle aree non sottoposte alle misure di tutela del Piano del Parco e del PTP, con un conseguente, preoccupante, incremento dello sprawl edilizio; la progressiva riduzione delle superfici destinate a colture tipiche e tradizionali (come ad esempio gli oliveti), a vantaggio di tipologie di coltivazione più redditizie; l impossibilità di promuovere misure di sostegno, supporto ed integrazione delle attività agricole, in particolare con riferimento alla diversificazione delle attività, sia nell ambito della prima lavorazione e commercializzazione delle produzioni, sia in quello dell ospitalità rurale, del turismo ambientale, eno-gastronomico, ecc. Attività antropiche: industria e commercio. Probabile evoluzione senza l attuazione del Puc E del tutto evidente che la mancata attuazione delle previsioni di piano con riferimento al settore in esame, comporterebbe la progressiva, ulteriore, recessione/contrazione dei diversi settori, impossibilitati ad espandersi, potenziarsi o ad adeguare l offerta, per la mancanza di strutture idonee allo svolgimento e/o all insediamento e/o al potenziamento delle attività produttive, ed in particolare: l impossibilità di porre in essere concrete iniziative volte alla riqualificazione, al potenziamento e, soprattutto, alla riqualificazione funzionale ed impiantistica dei fabbricati produttivi esistenti, con consequenziali conseguenze non solo sulla componente in esame, ma sulle principali componenti ambientali quali atmosfera, acqua, suolo, energia, rumore, rifiuti; l impossibilità di perseguire politiche volte al potenziamento dei servizi alle famiglie, ai cittadini ed alle imprese, privilegiando il recupero e la rifunzionalizzazione del patrimonio edilizio esistente, contenendo, conseguentemente, il consumo di suolo inedificato; impossibilità di riqualificare le aree produttive esistenti e di potenziarle o di realizzarle ex novo secondo i principi delle aree ecologicamente attrezzate, con consequenziale impossibilità di delocalizzare attività produttive esistenti ed incompatibili con i contesti in cui sono ubicate (ad es. contesti prevalentemente residenziali o agricoli); impossibilità di promuovere la localizzazione di attività innovative e compatibili (ad es. nel campo delle tecnologie avanzate, delle tecnologie dell informazione e della comunicazione, dell agricoltura, della biodiversità, del paesaggio), o la realizzazione di piccoli impianti per produzione di energia mediante l impiego di fonti rinnovabili da dimensionare e localizzare, compatibilmente con le esigenze di tutela dei valori paesaggistici, a servizio di insediamenti esistenti. Attività antropiche: turismo. Probabile evoluzione senza l attuazione del Puc La mancata attuazione delle previsioni di piano, volte peraltro al potenziamento, alla qualificazione ed alla diversificazione dell offerta turistica mediante la realizzazione di un insieme sistematico di interventi volti, prevalentemente alla valorizzazione delle risorse culturali, ambientali ed identitarie, determinerebbe una ulteriore contrazione di un settore già in parte in decremento e che, indubbiamente, costituisce una delle principale opportunità per la comunità locale di perseguire forme di sviluppo sociale ed economico nel rispetto del principio di sostenibilità. In particolare la mancata attuazione delle previsioni e delle scelte del Puc determinerebbe: l impossibilità di potenziare, diversificare e qualificare sia l offerta ricettiva che di servizi di supporto al turismo; notevoli difficoltà a promuovere la diffusione ed il potenziamento dell offerta di turismo naturalistico, rurale o comunque legato alle tradizioni produttive locali artigianali ed agricole; l impossibilità di favorire iniziative volte a creare servizi per la didattica ed il tempo libero, l escursionismo, l esercizio di pratiche sportive all area aperta, al fine di strutturare e promuovere una ricca ed articolata offerta turistica di settore; la mancata attuazione di politiche ed interventi volti alla valorizzazione del patrimonio naturalistico, paesaggistico, culturale, archeologico ed architettonico. 199

201 Fattori di interferenza: rumore. Probabile evoluzione senza l attuazione del Puc Il Piano di Zonizzazione Acustica, integra il Puc di San Giovanni a Piro, con il quale è coordinato e di cui costituisce parte integrante e sostanziale, al fine di armonizzare le esigenze di tutela dell ambiente esterno e abitativo dall inquinamento acustico con la destinazione d uso e le modalità di sviluppo del territorio. Alla luce di quanto sopra la mancata attuazione del Puc non consentirebbe al territorio di dotarsi di un fondamentale strumento volto a prevenire il deterioramento di zone acusticamente non inquinate e, più in generale, a programmare, controllare e pianificare i fenomeni connessi al fattore rumore. La mancata attuazione del Puc, e quindi del P.Z.A, non consentirebbe, quindi, di perseguire l obiettivo di fissare uno sviluppo sostenibile del territorio nel rispetto della compatibilità acustica delle diverse previsioni di destinazione d uso dello stesso e nel contempo, di individuare le eventuali criticità e i necessari interventi di bonifica per sanare gli inquinamenti acustici esistenti, per la riduzione dei livelli di rumore, sia esistenti, che prevedibili. Fattori di interferenza: energia. Probabile evoluzione senza l attuazione del Puc La mancata attuazione del Puc renderebbe difficilmente applicabili o, comunque, farebbe venir meno l opportunità di applicare tutte le misure stabilite dalle disposizioni legislative e regolamentari vigenti nel settore, volte a favorire, nell ambito degli interventi di recupero del patrimonio edilizio esistente, ma anche e soprattutto in quelli di nuova costruzione, il contenimento del consumo energetico da parte degli edifici ed incentivare l'impiego di fonti energetiche rinnovabili. Tale circostanza non consentirebbe di perseguire la riduzione dei consumi energetici assoluti e specifici che, anzi, in assenza di vasti interventi strutturali tenderebbero ad incrementare, se non altro per la progressiva vetusta ed obsolescenza delle infrastrutture e degli impianti esistenti. Inoltre, la mancata attuazione del Puc renderebbe inattuabili le misure previste per promuovere forme di mobilità alternativa e sostenibile ovvero di migliorare la mobilità su gomma, né di attuare quelle indispensabili misure volte a razionalizzare il sistema della mobilità interno e che complessivamente potrebbero determinare significative riduzioni del consumo di carburanti per l alimentazione dei sistemi di trasporto su gomma. Fattori di interferenza: rifiuti. Probabile evoluzione senza l attuazione del Puc Atteso che il Puc non esercita una specifica, diretta, competenza in materia di produzione, raccolta e trattamento dei rifiuti, la sua mancata attuazione non avrebbe sostanziali ripercussioni sulla componente ed, in particolare, sull attuale gestione del servizio. In ogni caso, la mancata attuazione di talune previsioni di piano, ed in particolare di quelle determinati incremento di carico urbanistico specie nel settore produttivo, certamente comporterebbe un mancato incremento dell attuale produzione di rifiuti solidi urbani e di rifiuti speciali. 200

202 8. Misure per il monitoraggio 8.1 Misure previste in merito al monitoraggio Il sistema di monitoraggio elaborato per il Puc di San Giovanni a Piro ha lo scopo di verificare le modalità e il livello di attuazione del piano, di valutare gli effetti delle linee d azione e di fornire indicazioni in termini di riorientamento del piano stesso. L ambito di indagine del monitoraggio comprende necessariamente: - il processo di piano, ovvero le modalità e gli strumenti attraverso cui il piano è posto in essere; - il contesto, ovvero l evoluzione delle variabili esogene, non legate alle decisioni di piano e su cui è basato lo scenario di riferimento (monitoraggio ambientale); - gli effetti di piano, ovvero gli impatti derivanti dalle decisioni di piano, il grado di raggiungimento degli obiettivi in termini assoluti (efficacia) e di risorse impiegate (efficienza). Per il perseguimento delle finalità enunciate si è stabilito, coerentemente all impostazione del sistema di monitoraggio del Ptc della Provincia di Salerno, i cui contenuti sono testualmente riportati nell allegato n. 3 al presente rapporto, di non monitorare l evoluzione delle singole componenti ambientali prese in considerazione, quanto, piuttosto, di monitorare l attuazione degli obiettivi e delle azioni del Puc aventi specifiche e dirette ricadute sulle componenti ambientali e, di conseguenza, di monitorare, queste ultime in modo indiretto. In conseguenza, si sono identificati gli indicatori più utili per la strutturazione del piano di monitoraggio del Puc di San Giovanni a Piro, e si è proceduto all acquisizione dei dati e delle informazioni, provenienti da fonti interne o esterne all Ente. Si è quindi stabilito che le attività di monitoraggio, da condurre sistematicamente durante le fasi di attuazione del piano mediante il reperimento e la elaborazioni dei dati e delle informazioni necessarie, dovranno essere oggetto di report aventi cadenza perlomeno biennale, sulla base dei quali, possono essere: - individuati tempestivamente gli eventuali impatti negativi imprevisti e, conseguentemente, adottate le opportune misure ridefinendo, se e quando necessario, obiettivi, strategie ed azioni della pianificazione comunale; - rimodulate, in caso di necessità, le attività di monitoraggio e/o ridefiniti gli indicatori più idonei a misurare l evoluzione dello stato dell ambiente e l efficacia delle azioni programmate di governo del territorio. 8.2 Gli indicatori Gli indicatori sono gli strumenti necessari per una comunicazione essenziale, comprensibile e sintetica sia dello stato dell ambiente, sia dell efficacia delle strategie di governo del territorio. Essi devono rispondere ad alcuni requisiti chiave che ne consentono essenzialmente la validità scientifica ed una relativa facilità di reperimento; in particolare devono: essere rappresentativi; essere validi dal punto di vista scientifico; essere semplici e di agevole interpretazione; indicare le tendenze nel tempo; fornire un indicazione precoce sulle tendenze irreversibili; essere basati su dati facilmente disponibili o disponibili a costi ragionevoli; essere basati su dati adeguatamente documentanti e di qualità certa; poter essere aggiornati periodicamente. 201

203 Dal punto di vista dell efficacia nella descrizione del fenomeno o della tematica che si vuole rappresentare sinteticamente, gli indicatori non hanno alcun valore se gli obiettivi di qualità e sostenibilità ambientale non sono esplicitati mediante un valore soglia, un target o un valore di riferimento con cui confrontare l indicatore stesso, per valutare l allontanamento, l avvicinamento ed il trend rispetto agli obiettivi individuati. Nell ambito delle attività di elaborazione del presente Rapporto Ambientale sono state considerate differenti tipologie di indicatori e l utilizzo di dati e indicatori già costruiti e inseriti in sistemi informativi esistenti al fine di evitare la duplicazione di attività di analisi e valutazione (in coerenza con quanto stabilito dalla Direttiva comunitaria e dal D.Lgs. n.152/2006), ed in particolare: gli indicatori di cui all annuario dell Agenzia per la protezione dell'ambiente e per i servizi tecnici - APAT (vedi allegato n.1), molto spesso riferiti a scale non idonee a descrivere fenomeni di livello comunale e che comunque sono stati assunti come possibile riferimento al fine di valutare la possibilità di riproporli e ri-costruirli su base comunale; gli indicatori utilizzati dall ARPAC per la elaborazione del Rapporto sullo Stato dell Ambiente in Campania (vedi allegato n.2), anche in questo caso spesso riferiti a scale non idonee a descrivere fenomeni di livello comunale e che comunque sono stati valutati al fine d verificare la possibilità di riscostruirli alla scala di dettaglio necessaria; gli indicatori di cui al Piano di Monitoraggio del vigente Ptcp di Salerno (vedi allegato n.3), molti dei quali appaiono significativamente pertinenti agli obiettivi di monitoraggio di un piano urbanistico comunale e fondati su dati disponibili e facilmente aggiornabili anche a livello locale. Si è inoltre deciso di allegare al presente Rapporto Ambientale gli elenchi degli indicatori in precedenza richiamati al fine di disporre, anche in fase di attuazione del sistema di monitoraggio ed al netto delle scelte effettuate in fase di elaborazione del presente studio, di un ampio set di indicatori utilizzabile in relazione ad ulteriori esigenze di monitoraggio che si dovessero rendere necessarie sia in riferimento alle possibili ricadute di determinati obiettivi ed azioni di Piano sia con riferimento all evoluzione delle singole componenti ambientali. 202

204 MONITORAGGIO E CONTROLLO DEGLI IMPATTI AMBIENTALI SIGNIFICATIVI DERIVANTI DALL ATTUAZIONE DEL PIANO Dati di riferimento che popolano l indicatore Obiettivi generali Obiettivi specifici Indicatore Componenti ambientali interessate Parametro Attuale Valore soglia descrizione dell indicatore unità di misura fonte copertura Note Codice indicatore territoriale temporale La tutela, la riqualificazione e la valorizzazione del sistema ambientale nelle sue componenti naturalistiche ed agroforestali La tutela e la valorizzazione del patrimonio naturalistico e forestale, quale sistema portante della rete ecologica nazionale, regionale e provinciale La tutela e la valorizzazione dei mosaici agricoli ed agro forestali della montagna, della collina, della pianura e delle valli, preservandone l integrità fisica e le caratt. Morfologica, vegetazionale e percettiva, attraverso il coordinamento di azioni molteplici che ne possano consentire una tutela attiva Afor/Stc Aree forestali/ Superficie territoriale comunale complessiva Abos/Snc Aree boscate/ Superfici naturali complessive Abos/Sfc Aree boscate/ Superfici forestali complessive Ain/Stc Aree inedificabili/ Superficie territoriale comunale complessiva SAT/Stc Superficie Agricola Totale/ Superficie territoriale comunale complessiva SAU/Stc Superficie Agricola Utilizzata/ Superficie territoriale comunale complessiva Amos/TRA Aree a mosaico agricolo/ Territorio Rurale ed Aperto complessivo comunale 61,69% (2.342ha/ 3.796ha) rilevato dal Sit Ufficio di Piano 40,98% (1.476ha/ 3.601ha) rilevato dal Sit Ufficio di Piano 63,02% (1.476ha/ 2.342ha) rilevato dal Sit Ufficio di Piano 48,28% (1.833ha/ 3.796ha) rilevato dal Sit Ufficio di Piano 53,60% (2.034,94ha/ 3.796ha) rilevato dal Sit Ufficio di Piano 38,12% (1.447,28ha/ 3.796ha) rilevato dal Sit Ufficio di Piano 25,95% (675ha/ 2.601ha) rilevato dal Sit Ufficio di Piano Conservare il valore attuale per il primo biennio di attuazione Conservare il valore attuale per il primo biennio di attuazione Conservare il valore attuale per il primo biennio di attuazione Conservare il valore attuale per il primo biennio di attuazione Conservare il valore attuale per il primo quinquennio di attuazione Conservare il valore attuale per il primo biennio di attuazione Conservare il valore attuale per il primo biennio di attuazione Monitorare che non si determini consumo di aree forestali ai fini di una corretta politica di salvaguardia del patrimonio naturalistico Monitorare che rimangano inalterate le percentuali di aree a più elevata biodiversità nell ambito delle più ampie superfici di valore naturalistico. Monitorare che rimangano inalterate le percentuali di aree a più elevata biodiversità nell ambito delle più ampie superfici ad uso forestale. L indicatore permette di misurare l efficacia delle politiche di tutela delle risorse naturalistiche e paesaggistiche di maggior rilievo. Monitorare che non si determini consumo di suolo a svantaggio delle aree agricole. Monitorare che non si determini ulteriore riduzione della superficie agricola effettivamente utilizzata Monitorare che rimangano inalterate le percentuali di aree di maggior pregio agronomico e paesaggistico, prevalentemente destinate a limoneto. % ettaro/ettaro % ettaro/ettaro % ettaro/ettaro % ettaro/ettaro % ettaro/ettaro % ettaro/ettaro % ettaro/ettaro Carta Risorse Naturalistiche ed Agroforestali 2015 comunale 2015 Cuas 2015 comunale 2015 Cuas - Carta Risorse Naturalistiche ed Agroforestali 2015 Elaborati delle disposizioni strutturali comunale 2015 comunale 2015 Istat 2010 comunale 2010 Istat 2010 comunale 2010 Carta Risorse Naturalistiche ed Agroforestali ed Elaborati disposizioni strutturali comunale 2013 Elaborazione Sit Ufficio di Piano comunale, 2015 Elaborazione Sit Ufficio di Piano comunale, 2015 Elaborazione Sit Ufficio di Piano comunale, 2015 Elaborazione Sit Ufficio di Piano comunale, 2015 Elaborazione Sit Ufficio di Piano comunale, 2015 Elaborazione Sit Ufficio di Piano comunale, 2015 Elaborazione Sit Ufficio di Piano comunale, 2015 Mi/I1 Mi/I2 Mi/I3 Mi/I4 Mi/I5 Mi/I6 Mi/I7 Componenti Aria Risorse Idriche Suolo e Sottosuolo Ecosistemi e Paesaggio Modelli Insediativi Mobilità Agricoltura Industria e Commercio Turismo Rumore Energia Rifiuti 203

205 MONITORAGGIO E CONTROLLO DEGLI IMPATTI AMBIENTALI SIGNIFICATIVI DERIVANTI DALL ATTUAZIONE DEL PIANO Obiettivi generali Obiettivi specifici Indicatore Componenti ambientali interessate Parametro Attuale Valore soglia Dati di riferimento che popolano l indicatore Note Codice indicatore P3 costa alta/sca Costa alta a pericolosità elevata / Sup. costa alta complessiva 71,01% (15,04ha/ 21,18ha) rilevato dal Sit Ufficio di Piano Riduzione del 5% nel primo quinquennio Verificare che l insieme delle iniziative programmate o poste in essere determini una riduzione della percentuale di costa alta esposta a pericolo elevato. % ettaro/ettaro PSEC ambiti comunali - Elaborazione Sit Ufficio di Piano comunale, 2015 su fonte PSEC Mi/I8 La tutela, la riqualificazione e la valorizzazione del sistema ambientale nelle sue componenti naturalistiche ed agroforestali La salvaguardia della integrità fisica e della connotazione paesaggistica ed ambientale degli arenili, delle coste alte, delle falesie e delle fasce costiere P3 costa bassa/scb Costa bassa a pericolosità elevata / Sup. costa bassa complessiva R3_4 costa alta/sca Costa alta a rischio elevato e molto elevato / Sup. costa alta complessiva 57,39% (15,83ha/ 27,58ha) rilevato dal Sit Ufficio di Piano 71,01% (15,04ha/ 21,18ha) rilevato dal Sit Ufficio di Piano Riduzione del 5% nel primo quinquennio Riduzione del 5% nel primo quinquennio Verificare che l insieme delle iniziative programmate o poste in essere determini una riduzione della percentuale di costa bassa esposta a pericolo elevato. Verificare che l insieme delle iniziative programmate o poste in essere determini una riduzione della percentuale di costa alta esposta a rischio elevato e molto elevato. % ettaro/ettaro % ettaro/ettaro PSEC ambiti comunali - PSEC ambiti comunali - Elaborazione Sit Ufficio di Piano comunale, 2015 su fonte PSEC Elaborazione Sit Ufficio di Piano comunale, 2015 su fonte PSEC Mi/I9 Mi/I10 R3_4 costa bassa/scb Costa bassa a rischio elevato e molto elevato / Sup. costa bassa complessiva 57,39% (15,83ha/ 27,58ha) rilevato dal Sit Ufficio di Piano Riduzione del 5% nel primo quinquennio Verificare che l insieme delle iniziative programmate o poste in essere determini una riduzione della percentuale di costa bassa esposta a rischio elevato e molto elevato. % ettaro/ettaro PSEC ambiti comunali - Elaborazione Sit Ufficio di Piano comunale, 2015 su fonte PSEC Mi/I11 Componenti Aria Risorse Idriche Suolo e Sottosuolo Ecosistemi e Paesaggio Modelli Insediativi Mobilità Agricoltura Industria e Commercio Turismo Rumore Energia Rifiuti 204

206 Obiettivi generali La tutela, la riqualificazione e la valorizzazione del sistema ambientale nelle sue componenti naturalistiche ed agroforestali Obiettivi specifici La costruzione della rete ecologica comunale, per la protezione della biodiversità, la salvaguardia, la valorizz. e l implementazi one delle aree di valore naturalistico e delle relative aree cuscinetto, per la definizione di corridoi ecologici, da strutturare nel quadro provinciale, regionale e nazionale MONITORAGGIO E CONTROLLO DEGLI IMPATTI AMBIENTALI SIGNIFICATIVI DERIVANTI DALL ATTUAZIONE DEL PIANO Indicatore SmaxB/Stc Aree a magg. biodiversità/ Sup. Terr. Com. Complessiva SmedB/Stc Aree a media biodiversità/ Sup. Terr. Com. Complessiva Adeg/Stc Aree degradate e devegetate/ Sup. Terr. Com. Complessiva Apu/Aur Aree permeabili urbane/ Aree urbanizzate esistenti Aree Natura 200/Stc Aree dichiarate S.I.C./ Sup. Terr. Com. Complessiva Aree dichiarate Z.P.S./ Sup. Terr. Com. Complessiva Stato ambientale delle acque sotterranee Balneabilità delle acque Componenti ambientali interessate Componenti Aria Risorse Idriche Parametro Attuale 37,27% (1.415ha/ 3.796ha) rilevato dal Sit Ufficio di Piano 10,98% (417ha/ 3.796ha) rilevato dal Sit Ufficio di Piano 9,35% (355ha/ 3.796ha) rilevato dal Sit Ufficio di Piano da costruire all attuazione del sistema di monitoraggio S.I.C. 21,78% (827ha/ 3.796ha) Z.P.S. 45,96% (1.745ha/ 3.796ha) rilevato dal Sit Ufficio di Piano Classe SCAS 4=scadente (anno 2009) da spiaggia dei Francesi a spiaggia dei Gabbiani, qualità eccellente; Costa della Masseta, qualità eccellente; Punta Spinosa, qualità eccellente; Faro, qualità buona; Scario, qualità buona (anno 2014) Suolo e Sottosuolo Valore soglia Dati di riferimento che popolano l indicatore Note Conservare il valore attuale per il primo quinquennio di attuazione Conservare il valore attuale per il primo quinquennio di attuazione Riduzione del 10% per il primo quinquennio di attuazione Incremento del 10% per il primo quinquennio di attuazione Conservare il valore attuale per il primo quinquennio di attuazione Obiettivo di qualità fissato nel PTA al 31/12/2015 Classe SCAS 1-2=elevatobuono Conservare il valore attuale per i tratti di spiaggia con qualità eccellente, e migliorare quelli di qualità buona Ecosistemi e Paesaggio Monitorare che non si verifichino riduzioni delle aree caratterizzate da maggior grado di biodiversità (Core Hareas), elementi centrali per la costruzione della Rete Ecologica. Monitorare che non si verifichino riduzioni delle aree caratterizzate da grado medio di biodiversità, di filtro e collegamento per la Rete Ecologica. Verificare che si proceda al progressivo recupero ambientale delle aree devegetate e degradate per cause antropiche dirette ed indirette. Verificare che venga correttamente perseguito l obiettivo di incrementare le superfici urbane permeabili. L indicatore permette di misurare gli effetti positivi delle politiche e della strumentazione per la tutela delle aree naturali di pregio. L indicatore permette di misurare lo stato ambientale delle acque sotterranee. L indicatore permette di misurare lo stato ambientale delle acque marine. Modelli Insediativi 205 Mobilità % ettaro/ettaro % ettaro/ettaro % ettaro/ettaro % ettaro/ettaro % ettaro/ettaro classe Carta della Biodiversità Carta della Biodiversità Carta della Biodiversità comunale 2015 comunale 2015 comunale 2015 Cuas 2015 comunale 2015 Sit Regione Campania Regione Campania comunale - comunale 2009 qualità ARPAC comunale 2014 Agricoltura Industria e Commercio Elaborazione Sit Ufficio di Piano comunale, 2015 Elaborazione Sit Ufficio di Piano comunale, 2015 Elaborazione Sit Ufficio di Piano comunale, 2015 Elaborazione Sit Ufficio di Piano comunale, 2015 Elaborazione Sit Ufficio di Piano comunale, 2015 Elaborazione Sit Ufficio di Piano comunale, 2015 Elaborazione Sit Ufficio di Piano comunale, 2015 Codice indicatore Mi/I12 Mi/I13 Mi/I14 Mi/I15 Mi/I16 Mi/I17 Mi/I18 Turismo Rumore Energia Rifiuti

207 MONITORAGGIO E CONTROLLO DEGLI IMPATTI AMBIENTALI SIGNIFICATIVI DERIVANTI DALL ATTUAZIONE DEL PIANO Obiettivi generali Obiettivi specifici Indicatore Componenti ambientali interessate Parametro Attuale Valore soglia Dati di riferimento che popolano l indicatore Note Codice indicatore Definizione dei necessari interventi strutturali di mitigazione e riduzione del rischio e del pericolo idrogeologico P3_4 frana/stc Aree a pericolosità da frana elevata o molto elevata/ Sup.terr. comunale complessiva 6,74% (256ha/ 3.796ha) rilevato dal Sit Ufficio di Piano Riduzione del 5% nel primo quinquennio. Verificare che l insieme delle iniziative programmate o poste in essere determini una riduzione della percentuale di aree esposte a pericolo da frana elevato o molto elevato. percentuale ettaro/ettaro PSAI comunale - Elaborazione Sit Ufficio di Piano comunale, 2015 su fonte PSAI Mi/I19 La prevenzione e mitigazione dei fattori di rischio naturale ed antropico Redazione di un piano generale di interventi di mitigazione del rischio, basato sull individuazio ne a campione degli interventi da recepire nei P.U.A. o progettazione esecutive di opere ed interventi pubblici o di interesse pubblico Promozione di corrette politiche di gestione territoriale finalizzate alla difesa del suolo e definizione di un articolato programma di manutenzione programmata del territorio stesso R3_4 frana/stc Aree a rischio da frana elevato o molto elevato/ Sup.terr. comunale complessiva 1,60% (61,05ha/ 3.796ha) rilevato dal Sit Ufficio di Piano Riduzione del 5% nel primo quinquennio. Verificare che l insieme delle iniziative programmate o poste in essere determini una riduzione della percentuale di aree esposte a rischio da frana elevato o molto elevato. percentuale ettaro/ettaro PSAI comunale - Elaborazione Sit Ufficio di Piano comunale, 2015 su fonte PSAI Mi/I20 Redazione di piani di emergenza corredati da monitoraggi strumentali, che a seconda delle tipologie di dissesto, faranno riferimento a tecnologie appropriate Smon/SP3_4_ frana Superfici monitorate/ Sup. terr. a pericolo elevato o molto elevato da colata 0% nel Sit Ufficio di Piano comunale Raggiungere il 10% per il primo quinquennio di attuazione Verificare l attuazione di corrette politiche per l emergenza ed il preallertamento delle popolazioni. percentuale ettaro/ettaro SIT Ufficio di piano/psai. comunale - Elaborazione Sit Ufficio di Piano comunale, 2015 Mi/I21 Componenti Aria Risorse Idriche Suolo e Sottosuolo Ecosistemi e Paesaggio Modelli Insediativi Mobilità Agricoltura Industria e Commercio Turismo Rumore Energia Rifiuti 206

208 La riorganizzazione, la valorizzazione ed il completamento della struttura insediativa MONITORAGGIO E CONTROLLO DEGLI IMPATTI AMBIENTALI SIGNIFICATIVI DERIVANTI DALL ATTUAZIONE DEL PIANO Dati di riferimento che popolano l indicatore Obiettivi generali Obiettivi specifici Indicatore Componenti ambientali interessate Parametro Attuale Valore soglia descrizione dell indicatore unità di misura fonte territoriale copertura temporale Note Codice indicatore La tutela e valorizzazione del patrimonio storico, culturale e testimoniale, ed in particolare dei centri e dei nuclei storici Popolazione residente in Is Famiglie residenti in Is Sds/ab Superfici destinate a standard/ abitanti in Is Alloggi malsani in Is Imprese artigianali compatibili in Is Attività extraalberghiere in Is da costruire all attuazione del sistema di monitoraggio da costruire all attuazione del sistema di monitoraggio da costruire all attuazione del sistema di monitoraggio 0 nel Sit Ufficio di Piano comunale da costruire all attuazione del sistema di monitoraggio da costruire all attuazione del sistema di monitoraggio Conservare il valore attuale per il primo quinquennio di attuazione Conservare il valore attuale per il primo quinquennio di attuazione Aumento del 10% nel primo quinquennio Conservare il valore attuale Aumento del 5% nel primo quinquennio Aumento del 10% nel primo quinquennio Monitorare che non si determini una diminuzione di residenti del centro storico ai fini di una corretta politica di valorizzazione del patrimonio storico, culturale e testimoniale Monitorare che non si determini una diminuzione delle famiglie residenti nel centro storico ai fini di una corretta politica di valorizzazione del patrimonio storico, culturale e testimoniale Verificare che l insieme delle iniziative programmate o poste in essere determini un aumento delle aree destinate a standard calcolate per residenti nei centri storici Monitorare che non si determini l utilizzo impropri di ambienti non destinati all abitazione nei centri storici. Verificare che l insieme delle iniziative programmate o poste in essere determini un aumento delle attività artigianali tradizionali compatibili con il centro storico. Verificare che l insieme delle iniziative programmate o poste in essere determini un aumento dei posti letto in attività extra alberghiere nel centro storico. numero numero % mq/abitante numero % numero di imprese % numero di posti letto Ufficio anagrafe comunale Ufficio anagrafe comunale Sit Ufficio di Piano/ Ufficio Anagrafe Sit Ufficio di Piano comunale Ufficio commercio comunale Ufficio commercio comunale ambiti comunali ambiti comunali ambiti comunali ambiti comunali ambiti comunali ambiti comunali Elaborazione Sit Ufficio di Piano comunale, 2015 Elaborazione Sit Ufficio di Piano comunale, 2015 Elaborazione Sit Ufficio di Piano comunale, 2015 Elaborazione Sit Ufficio di Piano comunale, 2015 Elaborazione Sit Ufficio di Piano comunale, 2015 Elaborazione Sit Ufficio di Piano comunale, 2015 Mi/I22 Mi/I23 Mi/I24 Mi/25 Mi/I26 Mi/I27 Percentuale differenziata di rifiuti solidi urbani In Is da costruire all attuazione del sistema di monitoraggio Aumento del 10% nel primo biennio Verificare che l insieme di iniziative programmate o poste in essere sia accompagnato da un aumento della percentuale di differenziata nel centro storico. % Ufficio ambiente comunale ambiti comunali 2015 Elaborazione Sit Ufficio di Piano comunale, 2015 Mi/I28 Aree a traffico limitato in Is da costruire all attuazione del sistema di monitoraggio Aumento del 10% nel primo quinquennio Verificare che l insieme delle iniziative programmate o poste in essere determini un aumento della superficie destinata a ZTL. % mq Ufficio viabilità comunale ambiti comunali 2015 Elaborazione Sit Ufficio di Piano comunale, 2015 Mi/I29 Componenti Aria Risorse Idriche Suolo e Sottosuolo Ecosistemi e Paesaggio Modelli Insediativi Mobilità Agricoltura Industria e Commercio Turismo Rumore Energia Rifiuti 207

209 La riorganizzazione, la valorizzazione ed il completamento della struttura insediativa Obiettivi generali Obiettivi specifici La riqualificazione delle aree di urbanizzazione e del patrimonio edilizio più recente prevedendo misure diversificate MONITORAGGIO E CONTROLLO DEGLI IMPATTI AMBIENTALI SIGNIFICATIVI DERIVANTI DALL ATTUAZIONE DEL PIANO Indicatore Sds/ab Superfici destinate a standard/ abitanti in Ir Ai/St Aree permeabili/ superficie territoriale Ir Energia prodotta da fonti rinnovabili Aree a traffico limitato in Ir Componenti ambientali interessate Parametro Attuale da costruire all attuazione del sistema di monitoraggio da costruire all attuazione del sistema di monitoraggio da costruire all attuazione del sistema di monitoraggio da costruire all attuazione del sistema di monitoraggio Valore soglia Aumento del 20% nel primo quinquennio Incremento del 10% nel primo quinquennio. Aumento del 10% nel primo quinquennio Aumento del 10% nel primo quinquennio Verificare che l insieme delle iniziative programmate o poste in essere determini un aumento delle aree destinate a standard calcolate per residenti nelle aree di più recedente edificazione. Verificare che l insieme delle iniziative programmate o poste in essere determini un incremento delle superfici permeabili. Verificare che l insieme delle iniziative programmate o poste in essere determini un aumento della produzione di energia da fonti rinnovabili mediante impianti localizzati in edifici ristrutturati. Verificare che l insieme delle iniziative programmate o poste in essere determini un aumento della superficie destinata a ZTL in ambiti di recente edificazione. Dati di riferimento che popolano l indicatore Note Codice indicatore % mq/abitante % mq/mq % KW % mq Sit Ufficio di Piano/ Ufficio Anagrafe Sit Ufficio di Piano comunale SUE Ufficio viabilità comunale ambiti comunali ambiti comunali ambiti comunali ambiti comunali Elaborazione Sit Ufficio di Piano comunale, 2015 Elaborazione Sit Ufficio di Piano comunale, 2015 Elaborazione Sit Ufficio di Piano comunale, 2015 Elaborazione Sit Ufficio di Piano comunale, 2015 Mi/I30 Mi/I31 Mi/I32 Mi/I33 La promozione delle attività di recupero del patrimonio edilizio esistente da destinare ad attrezzature turistiche (strutture alberghiere ed extralb.) o ad attività complementari al turismo, con esclusione di seconde case e case vacanze Percentuale differenziata di rifiuti solidi urbani Numero di posti auto Attività alberghiere ed extraalberghiere 47,48% (anno 2013) da costruire all attuazione del sistema di monitoraggio da costruire all attuazione del sistema di monitoraggio Aumento del 20% nel primo biennio Aumento del 20% nel primo quinquennio Aumento del 20% nel primo quinquennio Monitorare che l insieme di iniziative programmate o poste in essere sia accompagnato e supportato da un generale aumento della percentuale di raccolta differenziata Monitorare che l insieme di iniziative programmate o poste in essere sia accompagnato e supportato da un generale aumento di posti auto pubblici. Verificare che l insieme delle iniziative programmate o poste in essere determini un aumento del numero di posti letto in strutture alberghiere ed extra-alberghiere % % numero di posti auto % numero di posti letto Ufficio ambiente comunale Sit Ufficio di Piano comunale Ufficio commercio comunale comunale 2015 comunale 2015 comunale 2015 Elaborazione Sit Ufficio di Piano comunale, 2015 Elaborazione Sit Ufficio di Piano comunale, 2015 Elaborazione Sit Ufficio di Piano comunale, 2015 Mi/I34 Mi/I35 Mi/I36 Componenti Aria Risorse Idriche Suolo e Sottosuolo Ecosistemi e Paesaggio Modelli Insediativi Mobilità Agricoltura Industria e Commercio Turismo Rumore Energia Rifiuti 208

210 La riorganizzazione, la valorizzazione ed il completamento della struttura insediativa Obiettivi generali Obiettivi specifici La realizzazione di una piccola quota di nuova edilizia residenziale, con una sostanziale parte riservata ad edilizia pubblica o convenzionata MONITORAGGIO E CONTROLLO DEGLI IMPATTI AMBIENTALI SIGNIFICATIVI DERIVANTI DALL ATTUAZIONE DEL PIANO Indicatore Consumi idrici Percentuale differenziata di rifiuti solidi urbani Realizzazione di sistema duali x il collettamento di acque reflue bianche e nere Componenti ambientali interessate Parametro Attuale 84,22 mc/ab (anno 2014) 47,48% (anno 2013) 0 Valore soglia Riduzione del 10% nel primo biennio Aumento del 20% nel primo biennio Realizzazione in ogni intervento di nuova costruzione Monitorare, al fine della sostenibilità delle azioni promosse, che si riduca il consumo pro-capite di acqua potabile in un anno. Monitorare che l insieme di iniziative programmate o poste in essere sia accompagnato e supportato da un generale aumento della percentuale di raccolta differenziata Monitorare che nella realizzazione dei nuovi insediamenti vengano realizzati sistemi duali per la raccolta, il reimpiego e lo smaltimento delle acque. Dati di riferimento che popolano l indicatore Note Codice indicatore % mc/ab % Consac comunale 2015 Ufficio ambiente comunale comunale 2015 Si/No SUE comunale 2015 Elaborazione Sit Ufficio di Piano comunale, 2015 Elaborazione Sit Ufficio di Piano comunale, 2015 Elaborazione Sit Ufficio di Piano comunale, 2015 Mi/I37 Mi/I34 Mi/l38 Energia prodotta da fonti rinnovabili da costruire all attuazione del sistema di monitoraggio Aumento del 10% nel primo quinquennio Verificare che l insieme delle iniziative programmate o poste in essere determini un aumento della produzione di energia da fonti rinnovabili mediante impianti localizzati nell ambito delle nuove costruzioni. % KW SUE ambiti comunali 2015 Elaborazione Sit Ufficio di Piano comunale, 2015 Mi/I32 La riorganizz. dell assetto urbano e la promozione della qualità complessiva dello spazio pubblico Sds/ab Superfici destinate a standard/ abitanti da costruire all attuazione del sistema di monitoraggio Aumento del 20% nel primo quinquennio Verificare che l insieme delle iniziative programmate o poste in essere determini un aumento generale delle aree destinate a standard calcolate per residenti. % mq/abitante Sit Ufficio di Piano/ Ufficio Anagrafe comunale 2015 Elaborazione Sit Ufficio di Piano comunale, 2015 Mi/I39 Incremento delle unità locali di impresa 323 UL Aumento del 20% nel primo quinquennio Verificare che l insieme delle iniziative programmate o poste in essere determini un aumento generale delle unità locali di impresa. % unità locale Ufficio commercio comunale comunale 2015 Elaborazione Sit Ufficio di Piano comunale, 2015 Mi/I40 La qualific. e potenziamento delle aree e delle attrezz. per l insediamento di attiv. Produttive Incremento del numero di addetti delle unità locali 522 addetti Aumento del 20% nel primo quinquennio Verificare che l insieme delle iniziative programmate o poste in essere determini un aumento generale degli addetti delle unità locali di impresa. % addetti Ufficio commercio comunale comunale 2015 Elaborazione Sit Ufficio di Piano comunale, 2015 Mi/I41 Incremento smaltimento legale di rifiuti speciali da costruire all attuazione del sistema di monitoraggio Aumento del 20% nel primo quinquennio Verificare che l insieme delle iniziative programmate o poste in essere determini un incremento generale dello smaltimento legale rifiuti speciali. % Ufficio ambiente comunale comunale 2015 Elaborazione Sit Ufficio di Piano comunale, 2015 Mi/I42 209

211 Riduzione dei livelli generali di rumorosità ambientale presente negli ambiti urbanizzati da costruire all attuazione del sistema di monitoraggio Riduzione del 10% nel primo biennio Monitorare, al fine della sostenibilità ambientale delle azioni promosse, che si riducano i livelli generali di rumorosità ambientale presente negli ambiti urbanizzati. % db Ufficio ambiente comunale comunale 2015 Elaborazione Sit Ufficio di Piano comunale, 2015 Mi/I43 Componenti Aria Risorse Idriche Suolo e Sottosuolo Ecosistemi e Paesaggio Modelli Insediativi Mobilità Agricoltura Industria e Commercio Turismo Rumore Energia Rifiuti 210

212 MONITORAGGIO E CONTROLLO DEGLI IMPATTI AMBIENTALI SIGNIFICATIVI DERIVANTI DALL ATTUAZIONE DEL PIANO Dati di riferimento che popolano l indicatore Obiettivi generali Obiettivi specifici Indicatore Componenti ambientali interessate Parametro Attuale Valore soglia descrizione dell indicatore unità di misura fonte copertura Note Codice indicatore territoriale temporale La definizione di un sistema di mobilità intermodale La valorizzazione del porto di Scario, quale elemento strutturante della rete dei porti e degli approdi della Costa Qualità delle acque marine da spiaggia dei Francesi a spiaggia dei Gabbiani, qualità eccellente; Costa della Masseta, qualità eccellente; Punta Spinosa, qualità eccellente; Faro, qualità buona; Scario, qualità buona (anno 2014) Conservare il valore attuale per i tratti di spiaggia di qualità eccellente e migliorare quelli di qualità buona L indicatore permette di misurare lo stato di qualità delle acque marine. qualità ARPAC comunale 2014 Elaborazione Sit Ufficio di Piano comunale, 2015 Mi/I18 La realizzazione di parcheggi pubblici a servizio dei centri abitati e del litorale Numero di posti auto da costruire all attuazione del sistema di monitoraggio Aumento del 20% nel primo quinquennio Monitorare che l insieme di iniziative programmate o poste in essere sia accompagnato e supportato da un generale aumento di posti auto pubblici. % numero di posti auto Sit Ufficio di Piano comunale comunale 2015 Elaborazione Sit Ufficio di Piano comunale, 2015 Mi/I35 Componenti Aria Risorse Idriche Suolo e Sottosuolo Ecosistemi e Paesaggio Modelli Insediativi Mobilità Agricoltura Industria e Commercio Turismo Rumore Energia Rifiuti 211

213 9. Valutazione di Incidenza La Relazione di Incidenza ai sensi del DPR n. 357 del 08/09/1997, così come modificato dal DPR n. 120 del 12/03/2003, deve essere predisposta dai proponenti di piani territoriali, urbanistici e di settore, quale studio per individuare e valutare gli effetti che il piano può avere sui siti della Rete Natura 2000, tenuto conto degli obiettivi di conservazione degli stessi. Il Piano Urbanistico Comunale di San Giovanni a Piro interessa cinque siti della Rete Natura 2000: 1. SIC IT Monte Bulgheria ; 2. SIC IT Fascia interna di Costa degli Infreschi e della Masseta ; 3. SIC IT Parco Marino di Punta degli Infreschi ; 4. SIC IT Rupi costiere della Costa degli Infreschi e della Masseta ; 5. ZPS IT Costa tra Marina di Camerota e Policastro Bussentino. Pertanto, nell ambito della pianificazione comunale, è necessario attivare il procedimento di Valutazione di Incidenza, alla luce delle previsioni di cui all art.5 del D.P.R.357/97 e s.m.i. La normativa di riferimento regionale è il Regolamento n. 01/2010 del , che stabilisce all art. 2 comma 1): Lavalutazione di incidenza si applica ai piani e programmi che interessano territorialmente uno o più siti della rete Natura 2000 e che non sono direttamente connessi o necessari al mantenimento in uno statodi conservazione soddisfacente delle specie e degli habitat presenti e che possono avere incidenzesignificative sugli stessi, singolarmente o congiuntamente ad altri piani o programmi. Il medesimo Regolamento stabilisce (art. 4, comma 1) che nella procedura di Valutazione di Incidenza si individuano due fasi, una fase di verifica preliminare, detta screening, ed una fase di valutazione di incidenza vera e propria, detta valutazione appropriata. Per i piani/programmi, è necessario attivare direttamente la fase di valutazione appropriata, in quanto il dettato normativo del Reg. 01/2010 all art. 4 comma 2) sancisce che La fase di screening non si applica ai piani e programmi e per essi la procedura di valutazione di incidenza ha inizio con la successiva fase di cui al comma 1. Nel caso della pianificazione comunale, il procedimento di valutazione appropriata deve essere integrato nel procedimento di Valutazione Ambientale Strategica (VAS), alla luce dell art. 6 comma 4) del Reg. 01/2010, che recita: Per i piani territoriali, urbanistici e di settore, compresi i piani agricoli e faunistico venatori e le loro varianti soggetti a VAS, la valutazione di incidenza è ricompresa nella stessa procedura. In tal caso il rapporto preliminare o il rapporto ambientale dovranno contenere gli elementi di cui all'allegato G) del d.p.r. n. 357 del 1997 e la valutazione dell'autorità competente si estenderà alle finalità di conservazione proprie della valutazione d'incidenza oppure dovrà dare atto degli esiti della valutazione di incidenza. Ulteriori chiarimenti normativi e procedurali in merito all endo procedimento di valutazione di incidenza sono contenuti nella circolare esplicativa dell AGC Ecologia, Tutela Ambientale, Disinquinamento, Protezione Civile della Regione Campania del prot avente ad oggetto Circolare esplicativa in merito all integrazione della valutazione di incidenza nelle VAS di livello comunale alla luce delle disposizioni del Regolamento regionale n. 5/2011. Tale circolare esplicativa stabilisce che: Il rapporto preliminare (rapporto di scoping) di cui all art.13, comma 1 del Dlgs 152/2006 dovrà dare evidenza dell integrazione procedurale tra VAS e VI, indicando le ragioni per le quali, con riferimento ai siti Natura 2000 interessati, il piano/programma è assoggettato anche alla VI; Per piani e programmi che interessano proposti siti di importanza comunitaria, siti di importanza comunitaria, zone speciali di conservazione e zone di protezione speciale ricadenti, interamente o parzialmente, in aree naturali protette come definite dalla L. 394/1991, tra gli SCA dovrà essere ricompreso l Ente di gestione dell area protetta interessata, che potrà formulare le prime osservazioni in fase di scoping, riservandosi di esprimere il sentito di cui al comma 7, art.5 del D.P.R. 357/1997 e s.m.i., nella fase di consultazione di cui all art.14 del D.Lgs.152/2006; Nella comunicazione agli SCA inerente la fase di scoping (art.13 comma 1) e 2) del Dlgs 152/2006) dovrà essere data evidenza dell integrazione procedurale VAS VI; nella comunicazione trasmessa all ente di gestione dell area protetta eventualmente interessata, andrà inserito uno specifico 212

214 riferimento al sentito di cui al comma 7), art. 5 del D.P.R. 357/1997 e s.m.i., per il quale andrà formulata specifica richiesta in sede di consultazione pubblica (art.14 del D. Lgs 152/2006); Il rapporto ambientale di cui all art.13, commi 3) e 4) del D. Lgs 152/2006 dovrà essere integrato prevedendo un apposito allegato (relazione o studio di incidenza) redatto secondo le indicazioni riportate nell allegato G al DPR 357/1997 e s.m.i. e delle Linee Guida VI; Contestualmente alla pubblicazione dell avviso di cui all art.14 del Dlgs152/2006, il Comune, in qualità di Autorità procedente, dovrà avanzare istanza di valutazione di Incidenza (al Settore Tutela dell Ambiente, Servizio VIA - VI, della Regione Campania) per il piano in questione, secondo il modello di cui 173 all allegato I alla presente circolare e corredata dalla documentazione ivi specificata, ed inoltre, ove ne ricorrano le condizioni, dovrà richiedere all area protetta interessata il sentito di cui al comma 7, art. 5 del D.P.R. 357/1997 e s.m.i.; L avviso previsto dall art.14 del D. Lgs 152/2006 dovrà dare specifica evidenza dell integrazione procedurale VAS VI; Al termine della fase di consultazione pubblica di cui all art.14 del D. Lgs 152/2006, le osservazioni inerenti la valutazione di incidenza, e più in generale gli aspetti naturalistici del Piano, nonché, ove ne ricorrano le condizioni, il sentito di cui al comma 7, art.5 del D.P.R. 357/1997 e s.m.i.,, dovranno essere trasmessi al Settore Tutela dell Ambiente con riferimento all istanza di VI già avanzata; Il parere motivato di cui all art.15, comma 1) del D. Lgs 152/2006 dovrà dare atto degli esiti della valutazione di incidenza ovvero dei contenuti del decreto dirigenziale del Settore Tutela dell Ambiente con il quale si conclude la procedura di valutazione di incidenza. Il presente paragrafo si propone, quindi, di fornire i contenuti dello studio di incidenza rispettando le indicazioni contenute nell Allegato G al DPR 357/1997 e s.m.i., oltre a quelle contenute nelle Linee guida e criteri di indirizzo per l effettuazione della Valutazione di Incidenza in Regione Campania contenute nella D.G.R. n. 324 del Contenuti della relazione/studio di incidenza I contenuti del presente studio sono conformi ai dettami dell allegato G del DPR 357/1997 e alle Linee Guida e criteri di indirizzo per l effettuazione della Valutazione di Incidenza in Regione Campania di cui alla D.G.R. n. 324 del In coerenza alla normativa vigente, verranno considerate e valutate nel presente paragrafo le previsioni operative di piano che ricadono in tutto o in parte all interno dei Siti della Rete Natura 2000 che interessano il territorio comunale, con riferimento in particolare alle seguenti caratteristiche: - alle tipologie delle azioni e/o opere; - alle dimensioni e/o ambito di riferimento; - alla complementarieta' con altri piani e/o progetti; - all'uso delle risorse naturali; - alla produzione di rifiuti; - all'inquinamento e disturbi ambientali; - al rischio di incidenti per quanto riguarda le sostanze e le tecnologie utilizzate. Per quanto riguarda l area vasta di influenza del piano, le interferenze delle previsioni operative saranno descritte con riferimento al sistema ambientale considerando: - componenti abiotiche; - componenti biotiche; - connessioni ecologiche. Le previsioni operative interne che ricadono all interno dei Siti Natura 2000 sono le seguenti: 213

215 ATsu_1: Ambito di Trasformazione per standards urbanistici Parco Territoriale del Monte Bulgheria ; ATsu_2: Ambito di Trasformazione per standards urbanistici Parco Territoriale del Marcellino e della Masseta ; ATsu_3: Ambito di Trasformazione per standards urbanistici Fronte di mare Nord Est ; ATsu_4: Ambito di Trasformazione per standards urbanistici Rione Paese ; ATsu_5: Ambito di Trasformazione per standards urbanistici Polo scolastico del capoluogo ; ATsu_6: Ambito di Trasformazione per standards urbanistici Ex mattatoio ; ATi_1: Ambito di Trasformazione per insediamenti integrati Insediamenti produttivi al capoluogo ; ATi_2: Ambito di Trasformazione per insediamenti integrati Insediamenti e attrezzature al rione Capolascala ; ATi_6: Ambito di Trasformazione per insediamenti integrati Zona di valorizzazione turistico sportiva di Torre dell Oliva ; ATi_7: Ambito di Trasformazione per insediamenti integrati Insediamenti e infrastrutture a Scario Nord ; PIU_1: Progetti di intervento unitario Porto di Scario ; PIU_2: Progetti di intervento unitario Centro storico di Scario e tessuti urbani adiacenti ; PIU_3: Progetti di intervento unitario Fronte mare Sud ; PIU_4: Progetti di intervento unitario Versante costiero della Tragara ; PIU_5: Progetti di intervento unitario Marcaneto, Barbarola e Palazzone. 9.2 Metodologia di analisi adottata Le modificazioni del paesaggio apportate negli ultimi secoli hanno condotto, in aree simili a quella in esame, a definire nuovi concetti demografici per quanto riguarda la flora e la fauna selvatica. Uno di questi, centrale per la presente trattazione, è quello di metapopolazione. In sintesi, la metapopolazione è definibile come un insieme di nuclei di colonizzazione fisicamente isolati fra loro ma uniti da scambi di individui lungo specifici corridoi. Esempio classico potrebbe essere quello di diverse specie di uccelli di bosco che, in assenza delle originarie formazioni forestali, utilizzano i lembi residui di boschi naturali, i parchi pubblici e privati o altre formazioni localmente presenti, effettuando scambi di individui grazie alla presenza di siepi, filari o strutture vicarianti. In tal modo viene mantenuta una popolazione vitale benché distribuita su isole. L impatto di un piano quale quello in esame, ovvero esteso ad un territorio univoco che include o incide su diversi elementi della rete Natura 2000, potrebbe essere sia quello di promuovere l eliminazione di alcune isole, così come quello di occludere alcuni dei corridoi di interscambio, in particolare per la fauna terrestre. L eliminazione della singola isola non avviene peraltro solo mediante la rimozione dell habitat specifico, ma, per la singola specie, anche tramite la modificazione delle condizioni ecologiche locali. Una specie particolarmente sensibile al rumore, ad esempio, non nidificherà più in una certa località non solo in caso di rimozione dell habitat idoneo, ma anche nel caso in cui i livelli di rumore eccedano i valori tollerati. Quando ciò avviene è possibile che le metapopolazioni originate dalla frammentazione di quella preesistente risultino composte da un numero di individui inferiore al numero minimo vitale o che rimangano concentrate su isole di dimensione inferiori all area minima vitale. In tal caso l esito dell impatto, anche se in modo indiretto, è l estinzione locale della specie. Il fenomeno è esemplificato nella Fig

216 FIGURA 1- METAPOPOLAZIONI E STRUTTURA TERRITORIALE Rimozione diretta dell habitat, modificazione di fattori ecologici e modificazione dei rapporti eco etologici sono, quindi, gli aspetti chiave sulla base dei quali verificare l incidenza che un intervento antropico di pianificazione territoriale può avere su habitat e specie. Definiti questi aspetti è opportuno individuare impatti e componenti generati da un piano quale quello in progetto. Tali impatti non potranno essere valutati solo con un criterio di presenza/assenza, ma occorrerà tenere in considerazione anche la collocazione spaziale e la distanza temporale del possibile intervento normato dal piano. Sulla base di queste premesse, la definizione degli elementi di impatto generati su un singolo sito risulta più agevole. Le valutazioni contenute nel presente studio di incidenza stimeranno il grado di pressione a carico dell ambiente naturale esercitato da ciascuna previsione, indicando eventuali misure di mitigazione e compensazione per ciascun elemento valutato. Ciascuna previsione di piano in grado di provocare possibile modificazione (e quindi impatto) è stata analizzata in funzione di alcune componenti ecologiche (biotiche e abiotiche), e per ognuna verrà dato un giudizio complessivo, secondo la scala di valori di seguito riportata. SCALA DI VALORI Non presente NP Potenzialmente presente PP Presente, ma non significativa NS Presente P Significativa critica C Significativa favorevole F VALUTAZIONE DEL GRADO DI INCIDENZA CONDIZIONI Non sono presenti inserimenti che inducano variazioni nello stato attualmente presente degli elementi ecologici del sito L'inserimento del fattore, in circostanze non prevedibili in una fase di analisi preventiva, potrebbe determinare incidenze significative; l'adozione di alcuni accorgimenti potrebbe evitare a priori tali incidenze Gli inserimenti del fattore producono variazioni non significative degli elementi ecologici del sito, con interazioni che non determinano alterazioni a livello trofico, nella composizione delle associazioni e nell assetto ecologico del sito Gli inserimenti del fattore producono complessive variazioni significative di alcuni elementi ecologici del sito, con interazioni che determinano alterazioni a livello trofico, nella composizione delle associazioni e nell assetto ecologico del sito I fattori introdotti determinano significative e stabilizzate interferenze degli elementi ecologici del sito, con alterazioni negative che condizioneranno i livelli, la composizione e l assetto generale dell ecosistema I fattori introdotti determinano significative e stabilizzate interferenze degli elementi ecologici del sito, con alterazioni positive che condizioneranno i livelli, la composizione e l assetto generale dell ecosistema 215

217 L approccio tramite le componenti ecologiche permette di estendere l analisi non solo alla frazione biotica degli ecosistemi (vegetazione e fauna), ma anche a quella abiotica (aria, acqua, suolo). È possibile ad esempio ipotizzare che interventi urbanistici non direttamente impattanti in termini faunistici (non comportanti ad esempio sottrazione di siti di alimentazione o nidificazione), potrebbero esserlo invece in termini di inquinamento o disturbo generalizzato ed esteso su aree più o meno estese. 9.3 I siti della Rete Natura 2000 ricadenti nell ambito territoriale di competenza del Puc di San Giovanni a Piro. Con la Direttiva Habitat (Direttiva 92/42/CEE) è stata istituita la rete ecologica europea denominata Natura 2000 : un complesso di siti caratterizzati dalla presenza di habitat e specie sia animali che vegetali, di interesse comunitario (indicati negli allegati I e II della Direttiva) la cui funzione è quella di garantire la sopravvivenza a lungo termine della biodiversità presente sul continente europeo. L'insieme di tutti i siti definisce un sistema strettamente relazionato da un punto di vista funzionale: la rete non è costituita solamente dalle aree ad elevata naturalità identificate dai diversi paesi membri, ma anche da quei territori contigui ad esse ed indispensabili per mettere in relazione ambiti naturali distanti spazialmente ma vicini per funzionalità ecologica (concetto di Rete Ecologica). La Rete è costituita da Zone a Protezione Speciale (ZPS) e Siti di Importanza Comunitaria (SIC). Le prime sono istituite ai sensi della Direttiva Uccelli (79/409/CEE) al fine di tutelare in modo rigoroso i siti in cui vivono le specie ornitiche contenute nell allegato 1 della medesima Direttiva. Le ZPS vengono istituite anche per la protezione delle specie migratrici non riportate in allegato, con particolare riferimento alle zone umide di importanza internazionale ai sensi della Convenzione di Ramsar. I secondi (SIC) sono istituiti ai sensi della Direttiva Habitat (92/43/CEE ) al fine di contribuire in modo significativo a mantenere o a ripristinare un habitat naturale (allegato 1 della direttiva 92/43/CEE) o una specie (allegato 2 della direttiva 92/43/CEE) in uno stato di conservazione soddisfacente. Scopo della Direttiva Habitat è salvaguardare la biodiversità mediante la conservazione degli habitat naturali, nonché della flora e della fauna selvatiche nel territorio europeo attraverso l integrazione tra la tutela di habitat e specie vegetali e animali e le attività economiche delle popolazioni locali, mirando alla conservazione non solo degli habitat naturali, meno modificati da attività umane, ma anche quelli seminaturali quali possono essere le aree ad agricoltura tradizionale, i boschi produttivi, i pascoli, etc). Un aspetto chiave nella conservazione dei siti, previsto dalla Direttiva Habitat (Art. 6 Direttiva 92/42/CEE e art. 5 DPR 357/97), è la procedura di Valutazione di Incidenza avente il compito di tutelare la Rete Natura 2000 dal degrado o comunque da perturbazioni esterne che potrebbero avere ripercussioni negative sui siti che la costituiscono e sugli obiettivi di conservazione imposti dalla medesima Direttiva. Le principali caratteristiche dei Siti della Rete Natura 2000 che interessano il territorio comunale di San Giovanni a Piro sono sintetizzate nelle schede informative predisposte dalla Regione Campania Assessorato all Ambiente, che si riportano nel seguito della presente. I Siti interessati, di cui quattro afferenti all ambito marino costiero ed uno all ambito montano collinare, sono i seguenti: SIC IT Rupi costiere della Costa degli Infreschi e della Masseta SIC IT Fascia interna di Costa degli Infreschi e della Masseta Tali Siti, dell ambito marino costiero, sono caratterizzati dalla presenza di ambienti costieri (scogliere, pareti rocciose e dune), arbustivi (macchia mediterranea), boschivi (querceti, castagneti) e prativi. I siti ospitano una biocenosi relativamente ricca, in considerazione del discreto grado di eterogeneità ambientale che si riscontra sul territorio, caratterizzato da un litorale frastagliato, con ampie insenature, caratterizzato da rupi e falesie subverticali pressoché inaccessibili, un tratto di costa con ripidi versanti e da pareti a picco sul mare di natura prevalentemente calcarea- 216

218 ZPS IT Costa tra Marina di Camerota e Policastro Bussentino SIC IT Parco Marino di Punta degli Infreschi SIC IT Monte Bulgheria dolomitica, oltre alla presenza di numerosi valloni. Presenza di vegetazione rupestre alofila. Nella zona sussiste un gran numero di stazioni di Primula palinuri in ottimo stato. Interessante zona per la nidificazione di Falco peregrinus e di Sylvia undata. Macchia mediterranea ottimamente conservata su superfici molto estese; ricca ornitofauna, specie durante il passo; interessante erpetofauna. Sito afferente all ambito marino, in cui risulta predominante l habitat marino dei posidonieti; sono inoltre presenti scogliere sommerse ricche di canali, valloni e grotte. La sua qualità ed importanza sono legate alla presenza della Posidonia oceanica e del gabbiano corso, che nidifica sulla costa antistante il sito. Sito dell ambito montano collinare, Massiccio appenninico costituito prevalentemente da calcari, calcareniti e marne, poco distante dal Mar Tirreno, con vegetazione dominata da praterie xerofile e steppe litoranee; aspetti di vegetazione mediterranea fino a quote piuttosto elevate. Interessante zona per specie nidificante (Falco peregrinus);interessante chirottero fauna. SIC IT Rupi costiere della Costa degli Infreschi e della Masseta Superficie totale Comuni Interessati 273,46 Ha San Giovanni a Piro, Camerota Descrizione del Sito Caratteristiche generali Altre Caratteristiche del Sito Qualità e importanza % copertura N 08 brughiere, boscaglie, macchia, garighe, frignaee 40 N 22 habitat rocciosi, detriti di falda, aree sabbiose, nevi, ghiacciai perenni 60 Pareti a picco sul mare di natura calcareo-dolomitica. Sito di elevato valore ambientale per la presenza di vegetazione rupestre alofila. Nella zona sussiste un gran numero di stazioni di Primula palinuri in ottimo stato. Interessante zona per la nidificazione di Falco peregrinus e di Sylvia undata. Habitat presenti 1240 Scogliere con vegetazione delle coste mediterranee con Limonium spp. endemici Copertura (Ha) 163, Matorral arborescenti di Juniperus spp. 13, Formazioni basse di euforbie vicino alle scogliere 13, Arbusteti termo-mediterranei e pre-desertici 54, Percorsi substeppici di graminacee e piante annue dei Thero-Brachypodietea 27, Grotte marine sommerse o semisommerse 1,00 Specie di cui all art. 4 della Dir. 2009/147/CE ed elencate nell allegato II della Dir. 92/43/CE Cod. Denominazione Popolazione Valutazione Sito A 081 A 082 A113 A100 A103 Circus aeroginosus Circus cyaneus Coturnix coturnix Falco eleonorae Falco peregrinus Falco di Specie Migratrici Riproduzione Svernamento Stazionaria Popolazione Conservazion e Isolamento palude c C B C B Albanella reale c C B C B Quaglia c C B C B Falco della regina c C C C B Falco pellegrino 3 p p C A C A Globale 217

219 A184 A181 A179 Larus argentatus Larus audonii Larus ridibundus Pernis apivorus Streptotelia turtur Gabbiano reale nordico p w C A C A Gabbiano corso 1p C B C B Gabbiano comune w C B C B Falco A072 pecchiaiolo c C B C B Tortora A210 c C B C B comune A302 Sylvia undata Magnanina 6 10 p C C C B A283 Turdus merula Merlo p C B C B Dianthus rupicola Primula palinuri Rhinolophus ferrumequinu m Rhinolophus hipposideros Legenda Garofano delle rupi p C A B A Primula di Palinuro p A B B B Ferro di cavallo P C B C B maggiore Ferro di cavallo minore P C B C B Riproduzione: i = singolo p = coppie p = stanziale, Specie migratrice: r = in riproduzione c = punto di sosta in fase di migrazione w = svernante Altre specie importanti di flora e fauna Gruppo Nome scientifico Nome italiano Popolazione Motivazione Piante Campanula fragilis Campanula P D Piante Crocus imperati Zafferano d Imperato P D Piante Limonium remotispiculum Statice salernitana P C Rettili Coluber viridiflavus Biacco C D Rettili Lacerta bilineata Ramarro occidentale C C Rettili Podarcis sicula Lucertola campestre C D Legenda Popolazione Motivazione C = Comune R = Rara V = Molto rara P = Presente A: National Red List data B: Endemismo C: Convenzioni internazionali D: altre ragioni SIC IT Fascia interna di Costa degli Infreschi e della Masseta Superficie totale Comuni Interessati 701,00 Ha San Giovanni a Piro, Camerota Descrizione del Sito Caratteristiche generali Altre Caratteristiche del Sito Qualità e importanza % copertura N 23 Altri (inclusi centri abitati, strade, discariche, miniere e aree industriali) 5 N 19 Foreste 5 N 08 brughiere, boscaglie, macchia, garighe, frignaee 80 N 22 habitat rocciosi, detriti di falda, aree sabbiose, nevi, ghiacciai perenni 10 Tratto di costa con ripidi versanti di natura prevalentemente calcarea-dolomitica. Macchia mediterranea ottimamente conservata su superfici molto estese e vegetazione rupicola anch'essa in buone condizioni. Avifauna nidificante (Sylvia undata, Lanius collurio). Interessante erpetofauna. Copertura (Ha) 218

220 Habitat presenti 5330 Arbusteti termo-mediterranei e pre-desertici 490, Percorsi substeppici di graminacee e piante annue dei Thero-Brachypodietea 70, Grotte marine sommerse o semisommerse 70, Grotte non ancora sfruttate a livello turistico 70,10 Specie di cui all art. 4 della Dir. 2009/147/CE ed elencate nell allegato II della Dir. 92/43/CE Cod. Denominazione Popolazione Valutazione Sito A 081 Caprimulgus europeus Specie Migratrici Riproduzione Svernamento Stazionaria Popolazione Conservazion e Isolamento Succiacapre c C B C B A113 Coturnix coturnix Quaglia c C B C B A338 Lanius collurio Averla piccola p C B C B Falco A072 Pernis apivorus pecchiaiolo c C B C B A155 Scolopax rusticola Streptotelia turtur Beccaccia w C B C B A210 Tortora comune r c C B C B A302 Sylvia undata Magnanina 11 50p c C B C B A Turdus philomelos Elaphe quatuorlineata Tordo bottaccio w c C B C B Cervone p C A C A 1062 Melanargia arge p C A C A 1041 Oxygastra 1628 Primula palinuri curtisii p C A C A Rhinolophus ferrumequinum Rhinolophus hipposideros Legenda Primula di Palinuro p C B B B Ferro di cavallo p C B C B maggiore Ferro di cavallo minore p C B C B Riproduzione: i = singolo p = coppie p = stanziale Specie migratrice: r = in riproduzione c = punto di sosta in fase di migrazione w = svernante Altre specie importanti di flora e fauna Gruppo Nome scientifico Nome italiano Popolazione Motivazione Invertebrati Ceriagrion tenellum Scintilla zamperosse P C Invertebrati Cordulegaster boltoni Guardaruscello comune P C Invertebrati Lucanus tetraodon P D Invertebrati Onychogomphus forcipatus Gonfo forcipato P C Piante Crocus imperati Zafferano d Imperato P D Rettili Coluber viridiflavus Biacco C D Rettili Elaphe longissima Saettone R D Rettili Lacerta bilineata Ramarro occidentale C C Rettili Podarcis sicula Lucertola campestre C D Anfibi Hyla italica Raganella italiana R A Anfibi Triturus italicus Tritone italiano R D Legenda Popolazione Motivazione C = Comune R = Rara V = Molto rara P = Presente A: National Red List data B: Endemismo C: Convenzioni internazionali D: altre ragioni Globale 219

221 ZPS IT Costa tra Marina di Camerota e Policastro Bussentino Superficie totale Comuni Interessati 3276,00 Ha San Giovanni a Piro, Camerota, Santa Marina Descrizione del Sito Caratteristiche generali Altre Caratteristiche del Sito Qualità e importanza % copertura N 23 Altri (inclusi centri abitati, strade, discariche, miniere e aree 5 industriali) N 19 Foreste 10 N 22 habitat rocciosi, detriti di falda, aree sabbiose, nevi, 30 ghiacciai perenni N 08 brughiere, boscaglie, macchia, garighe, frignaee 50 N 02 5 Litorale frastagliato, con ampie insenature, caratterizzato da rupi e falesie subverticali pressoché inaccessibili, di origine prevalentemente calcareo-dolomitica; presenza di numerosi valloni. Sito di elevata valenza ambientale - naturalistica, con presenza di preziose peculiarità biologiche (stazioni di Primula palinuri); macchia mediterranea ben conservata; ricca ornitofauna, specie durante il passo. Interessante erpetofauna. Habitat presenti Copertura (Ha) 1130 Estuari 163, Scogliere con vegetazione delle coste mediterranee con Limonium spp. endemici 655, Matorral arborescenti di Juniperus spp. 163, Formazioni basse di euforbie vicino alle scogliere 163, Arbusteti termo-mediterranei e pre-desertici 490, Percorsi substeppici di graminacee e piante annue dei Thero-Brachypodietea 70, Pareti rocciose calcaree con vegetazione casmofitica 70, Grotte non ancora sfruttate a livello turistico 70, Grotte marine sommerse o semisommerse 32,76 92A0 Foreste a galleria di Salix alba e Populus alba 32,76 Specie di cui all art. 4 della Dir. 2009/147/CE ed elencate nell allegato II della Dir. 92/43/CE Cod. Denominazione Popolazione Valutazione Sito A229 A 081 A080 A081 Alcedo atthis Caprimulgus europeus Circaetus gallicus Circus aeroginosus Specie Migratrici Riproduzione Svernamento Stazionaria Popolazione Conservazion e Isolamento Martin pescatore w C B C B Succiacapre c C B C B Biancone c C B C B Falco di palude c C B C B Albanella A082 Circus cyaneus reale w C B C B A084 Circus pygargus Albanella minore c C C C C A113 Coturnix coturnix Quaglia c C B C B A098 A100 Falco columbarius Falco eleonorae Smeriglio c C C C C Falco della regina c C B C B Falco A103 Falco peregrinus pellegrino 5p p C B C B Strolaga A002 Gavia arctica mezzana c C C B C A338 Lanius collurio Averla piccola p w C B C B Globale 220

222 A181 Larus audonii Larus melanocephalus Gabbiano corso 2 8 p i c C B B B Gabbiano A176 corallino w C B C B Gabbiano A179 Larus ridibundus comune w C B C B A073 Milvus migrans Nibbio bruno c C B C B A074 Milvus milvus Nibbio reale 1 2 i c C B C B Falco A072 Pernis apivorus pecchiaiolo c C B C B A392 A155 A191 Phalacrocorax aristotelis desmarestii Scolopax rusticola Sterna sandvicensis Streptotelia turtur Marangone dal ciuffo c C A B A Beccaccia w c C B C B Beccapesci w C B C B Tortora A p C B C B comune A302 Sylvia undata Magnanina p C B C B A Turdus philomelos Elaphe quatuorlineata Tordo bottaccio w c C B C B Cervone p C A C A 1062 Melanargia arge p C B C B Oxygastra curtisii p C B C A Dianthus rupicola 1628 Primula palinuri Rhinolophus ferrumequinum Rhinolophus hipposideros Legenda Garofano delle rupi P C A B A Primula di Palinuro p A B B B Ferro di cavallo p C A C A maggiore Ferro di cavallo minore p C A C A Riproduzione: i = singolo p = coppie p = stanziale Specie migratrice: r = in riproduzione c = punto di sosta in fase di migrazione w = svernante Altre specie importanti di flora e fauna Gruppo Nome scientifico Nome italiano Popolazione Motivazione Invertebrati Ceriagrion tenellum Scintilla zamperosse R A Invertebrati Cordulegaster boltoni Guardaruscello comune C B Invertebrati Onychogomphus forcipatus Gonfo forcipato P B Piante Campanula fragilis Campanula R A Piante Crocus imperati Zafferano d Imperato C A Piante Limonium remotispiculum Statice salernitana P D Rettili Coluber viridiflavus Biacco R D Rettili Elaphe longissima Saettone C D Rettili Lacerta bilineata Ramarro occidentale C A Rettili Podarcis sicula Lucertola campestre C D Anfibi Hyla italica Raganella italiana P A Anfibi Triturus italicus Tritone italiano P D Legenda Popolazione Motivazione C = Comune R = Rara V = Molto rara P = Presente A: National Red List data B: Endemismo C: Convenzioni internazionali D: altre ragioni 221

223 SIC/ZPS IT Parco marino di Punta degli Infreschi Superficie totale Comuni Interessati 4914,00 Ha San Giovanni a Piro, Camerota, Centola Descrizione del Sito % copertura Caratteristiche generali N 01 Aree marine, bracci di mare 100 Altre Caratteristiche del Sito Tratto di mare antistante la costa cilentana da Torre dei Caprioli a Punta Spinosa (fino all'isobata dei 50 m.). Scolgliere calcaree con grotte sottomarine e affioranti. Qualità e importanza Prateria di Posidonia oceanica. Importante zona per la migrazione di uccelli pelagici come il Gabbiano corso Banchi di sabbia a debole copertura permanente di acqua marina Copertura (Ha) 1010, * Praterie di Posidonia (Posidonion oceanicae) 269, Scogliere 1035, Grotte marine sommerse o semisommerse 49,14 Specie di cui all art. 4 della Dir. 2009/147/CE ed elencate nell allegato II della Dir. 92/43/CE Cod. Denominazione Popolazione Valutazione Sito A229 A010 A197 A189 Alcedo atthis Calonectris diomedea Chlidonias niger Gelochelidon nilotica Larus argentatus Martin Specie Migratrici Riproduzione Svernamento Stazionaria Popolazione Conservazion e Isolamento pescatore c C B C B Berta maggiore c C B C B Mignattino c C B C B Sterna zampenere c C B C B Gabbiano A184 reale nordico w C B C B Gabbiano A181 Larus audonii 1p 6 10 i c C C C B corso A182 Larus canus Gavina w C B C B A180 A179 A069 Larus genei Larus ridibundus Mergus serrator Numenius phaeopus Phalacrocorax Carbo sinensis Gabbiano roseo c C C C B Gabbiano comune w C B C B Smergo minore w C B C B Chiurlo A158 piccolo c C B C B Cormorano A i C B C B comune A195 Sterna albifrons Fraticello c C B C B A Sterna sandvicensis Tursiops truncatus Petromyzon marinus Legenda Beccapesci w c C B C B Tursiope comune p B A C A Lampreda di mare c D i = singolo Riproduzione: p = coppie p = stanziale r = in riproduzione Specie migratrice: c = punto di sosta in fase di migrazione w = svernante Altre specie importanti di flora e fauna Gruppo Nome scientifico Nome italiano Popolazione Motivazione Invertebrati Centrostephanus longispinus Riccio corona R D Invertebrati Charonia lampas lampas Tromba di mare V D Globale 222

224 Invertebrati Corallium rubrum Corallo rosso V D Invertebrati Lithophaga lithophaga Dattero di mare R D Invertebrati Patella ferruginea Patella ferruginea V D Invertebrati Pinna nobilis Pinna comune C D Invertebrati Spondylus gaederopus Spondilo P A Invertebrati Tonna galea Doglio P D Piante Cystoseira spinosa Cistoseira spinosa P D Piante Digenea simpex P D Piante Peissonnelia rosa-marina P D Piante Philopora P D Piante Sargassum vulgare Sargasso P D Piante Vidalia volubilis Vidalia P D Legenda Pesci Epinephelus aeneus Cernia bianca R D Pesci Epinephelus alexandrinus Cernia dorata R D Pesci Epinephelus caninus Cernia nera R D Popolazione Motivazione C = Comune R = Rara V = Molto rara P = Presente A: National Red List data B: Endemismo C: Convenzioni internazionali D: altre ragioni SIC IT Monte Bulgheria Superficie totale Comuni Interessati 2400,00 Ha San Giovanni a Piro, Camerota, Roccagloriosa, Celle di Bulgheria Descrizione del Sito Caratteristiche generali Altre Caratteristiche del Sito Qualità e importanza Habitat presenti % copertura N15 Altri suoli agricoli 5 N22 Habitat rocciosi, detriti di falda, aree sabbiose, nevi, 5 ghiacciai perenni N 08 brughiere, boscaglie, macchia, garighe, frignaee 20 N18 Foreste sempreverdi 10 N09 Praterie aride, steppe 35 N 23 Altri (inclusi centri abitati, strade, discariche, miniere e aree 5 industriali) N21 Arboreti 5 N 19 Foreste 15 Massiccio appenninico costituito prevalentemente da calcari, calcareniti e marne, poco distante dal Mar Tirreno. Vegetazione dominata da praterie xerofile e steppe litoranee; aspetti di vegetazione mediterraneo fino a quote piuttosto elevate. Interessante zona per specie nidificante (Falco peregrinus). Interessante chirotterofauna. Copertura (Ha) 5330 Arbusteti termo-mediterranei e pre-desertici 600, * 6220 Formazioni erbose secche seminaturali e facies coperte da cespugli su substrato calcareo (Festuco-Brometalia) (*stupenda fioritura di orchidee) Percorsi substeppici di graminacee e piante annue dei Thero-Brachypodietea 360,00 360, Ghiaioni del Mediterraneo occidentale e termofili 120,00 223

225 8210 Pareti rocciose calcaree con vegetazione casmofitica 120, Grotte non ancora sfruttate a livello turistico 24, Foreste di Quercus ilex e Quercus rotundifolia 240,00 Specie di cui all art. 4 della Dir. 2009/147/CE ed elencate nell allegato II della Dir. 92/43/CE Cod. Denominazione Popolazione Valutazione Sito A082 A208 Circus cyaneus Columba palumbus Specie Migratrici Riproduzione Svernamento Stazionaria Popolazione Conservazion e Isolamento Albanella reale c C B C B Colombaccio c C C C C A113 Coturnix coturnix Quaglia c C B C B A338 Lanius collurio Averla piccola 6 10 i C B C B A155 A Scolopax rusticola Turdus philomelos Elaphe quatuorlineata Bombina pachipus Coenagrion mercuriale Beccaccia w c C B C B Tordo bottaccio w c C B C B Cervone p C B C B Ululone 5357 p C A C A italiano Agrion di 1044 mercurio p C A C A 1062 Melanargia arge p C B C B Oxygastra curtisii p C B C A Miniopterus schreibersii 1307 Myotis blythii 1324 Myotis myotis Rhinolophus ferrumequinum Rhinolophus hipposideros Legenda Miniottero comune r C A C A Vespertilio di Blith p C A C A Vespertilio maggiore p C A C A Ferro di cavallo p C A C A maggiore Ferro di cavallo minore p C A C A Riproduzione: i = singolo p = coppie p = stanziale Specie migratrice: r = in riproduzione c = punto di sosta in fase di migrazione w = svernante Altre specie importanti di flora e fauna Gruppo Nome scientifico Nome italiano Popolazione Motivazione Piante Alnus cordata Ontano napoletano P D Piante Campanula fragilis Campanula P D Piante Portenschlagiella ramosissima Finocchiella di Lucania P D Invertebrati Boyeria irene Dragone spettro P C Invertebrati Ceriagrion tenellum Scintilla zamperosse P C Invertebrati Cordulegaster boltoni Guardaruscello comune P C Invertebrati Lucanus tetraodon P D Invertebrati Onychogomphus forcipatus Gonfo forcipato P B Piante Campanula fragilis Campanula R A Piante Crocus imperati Zafferano d Imperato C A Piante Limonium remotispiculum Statice salernitana P D Rettili Chalcides chalcides Luscegnola R C Rettili Coluber viridiflavus Biacco R D Rettili Lacerta bilineata Ramarro occidentale C A Rettili Podarcis sicula Lucertola campestre C D Anfibi Rana dalmatina Rana agile R D Anfibi Rana italica Rana italica C D Globale 224

226 Anfibi Salamandra salamandra Salamandra pezzata V C Anfibi Triturus italicus Tritone italiano P D Legenda Popolazione Motivazione C = Comune R = Rara V = Molto rara P = Presente A: National Red List data B: Endemismo C: Convenzioni internazionali D: altre ragioni 9.4 Descrizione e valutazione delle possibili incidenze dei Programmi operativi definiti dal Puc rispetto ai siti della rete Natura 2000 territorialmente coinvolti Tipologia di azioni e/o opere ATsu_1: Parco Territoriale del Monte Bulgheria DESCRIZIONE DELL INTERVENTO Il programma prevede l istituzione del Parco Territoriale di complessivi 611 ettari che, opportunamente connesso con il Parco Territoriale del Marcellino e della Masseta, andrà a costituire la struttura portante della rete ecologica comunale perseguendo i seguenti obiettivi: la tutela e la valorizzazione del patrimonio naturalistico e forestale; la protezione della biodiversità e la effettiva tutela e valorizzazione delle aree facenti parte della rete natura 2000; il potenziamento di una offerta integrativa e diversificata rispetto al turismo balneare, a favore del turismo naturalistico, escursionistico, culturale. Le azioni di intervento, di tipo materiale ed immateriale, che andranno assunte di intesa con l Ente Parco, saranno finalizzate a: 1. alla realizzazione di percorsi didattici ed escursionistici; 2. alla realizzazione di aree attrezzate per la fruizione e lo studio; 3. messa in rete delle opere realizzate con il sistema dei siti di pregio esistenti nella intera area del Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni; Dimensioni e/o ambito di riferimento Il Parco Territoriale del Monte Bulgheria interessa una superficie territoriale di circa Ha 611,00 che, oltre ad essere compresa nei confini del Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni, è in gran parte inclusa nel Sito di Interesse Comunitario IT Monte Bulgheria. Complementarietà con altri piani/progetti Il Parco Territoriale del Monte Bulgheria si connette con il Parco territoriale del Marcellino e della Masseta (At_su2) a formare la struttura portante della Rete Ecologica Comunale. Uso delle risorse naturali Per la realizzazione degli interventi bisogna distinguere la fase di cantiere dalla fase di esercizio del Parco. La fase di cantiere riguarda categorie di opere ascrivibili a categorie di lavori idraulico forestali, a prevalenza di ingegneria naturalistica, per cui è prevedibile l utilizzo di risorse naturali da prelevare in loco, quali ad esempio pietrame, paleria, materiale terroso etc. Le opere materiali consisteranno in una manutenzione straordinaria della rete sentieristica esistente, con l obiettivo di valorizzarne gli usi e la fruizione e quindi sono tali da concorrere al mantenimento degli habitat in uno stato di conservazione soddisfacente. Nella fase di esercizio, non è prevedibile l utilizzo di risorse naturali. 225

227 Produzione di rifiuti La produzione di rifiuti durante la fase di cantiere sarà riconducibile agli scarti derivanti dalle lavorazioni che verranno effettuate per l attuazione degli interventi; essi al termine dei lavori saranno adeguatamente trasportati presso discariche autorizzate e quindi allontanati dai siti di lavorazione. In fase di esercizio, invece, la produzione di rifiuti è legata alla fruizione del parco Territoriale e, quindi, sarà possibile la produzione di modeste quantità di rifiuti assimilabili a rifiuti urbani, da poter smaltire secondo i canoni vigenti per la raccolta differenziata esistente nel comune di San Giovanni a Piro. Inquinamento e disturbi ambientali Durante la fase di esecuzione dei lavori è prevedibile l esistenza di disturbi temporanei, legati ai cantieri, ed imputabili alla emissione di polveri e rumore. La temporaneità degli interventi e le appropriate misure di mitigazione che di volta in volta potranno essere messe in atto, consentono di affermare che gli interventi non sono passibili di generare inquinamento e/o disturbi ambientali sugli habitat e sulle specie di interesse conservazionistico. In fase di esercizio, l incidenza ambientale imputabile a questi fattori di disturbo sarà nulla, soprattutto se le attività verranno adeguatamente regolamentate. Rischio di incidenti per quanto riguarda le sostanze e le tecnologie utilizzate Gli interventi previsti non generano rischio di incidenti per quanto riguarda le sostanze e le tecnologie utilizzate. DESCRIZIONE DELLE INTERFERENZE CON LE COMPONENTI ABIOTICHE Suolo Fase di esecuzione: Gli interventi previsti sono di tipo materiale ed immateriale. Mentre per gli interventi immateriali non sussitono interferenze con il sistema suolo, per gli interventi materiali si precisa che trattasi di opere a prevalenza di ingegneria naturalistica, volte alla valorizzazione del parco territoriale. In fase di cantiere potrebbero essere necessari dei modesti e limitati interventi di movimento terra, che certamente verrà riutilizzata nella finitura delle opere stesse. Si può concludere, quindi, che le opere oggetto di questo intervento non interferiscono negativamente con il sistema suolo. Fase di esercizio: le opere non generano alcuna interferenza in fase di esercizio. Misure di mitigazione: Non si ritiene necessario, in questa fase, prevedere misure di mitigazione. Acqua Fase di esecuzione: Gli interventi non sono passibili di incidenza sulla componente acqua. Fase di esercizio: Gli interventi non sono passibili di incidenza sulla componente acqua. Misure di mitigazione: Nessuna. Atmosfera Fase di esecuzione: La limitata e temporanea produzione di polveri imputabile alla fase di esecuzione degli interventi non è passibile di incidenza sulla componente atmosfera. Fase di esercizio: Gli interventi non sono passibili di incidenza sulla componente atmosfera. Misure di mitigazione: Nessuna. Paesaggio Fase di esecuzione: La fase di cantiere, in relazione alle tipologie di interventi ed alla loro tempistica, non produce incidenze significative sul paesaggio. Fase di esercizio: Gli interventi sono passibili di incidenza favorevole sulla componente paesaggistica. Misure di mitigazione: Nessuna. Rifiuti Fase di esecuzione: La fase di cantiere, quella in cui è prevedibile la produzione di piccole quantità di rifiuti del tipo edile, non produce impatti negativi. Fase di esercizio: Non sono prevedibili interferenze dovute alla produzione di rifiuti. Misure di mitigazione: Nessuna. DESCRIZIONE DELLE INTERFERENZE CON LE COMPONENTI BIOTICHE Habitat Fase di esecuzione: La realizzazione degli interventi non genera interferenze con gli habitat potenzialmente interessati. 226

228 Fase di esercizio: La fruizione del parco non presenta incidenze negative sugli habitat oggetto di tutela. Misure di mitigazione: Nessuna. Specie animali Fase di esecuzione: La realizzazione degli interventi non genera interferenze con le specie animali. Fase di esercizio: La fruizione del parco non presenta incidenze negative sugli habitat di specie e sulle specie stesse. Misure di mitigazione: Al fine di limitare al minimo le potenziali interferenze negative, è bene far coincidere l esecuzione dei lavori con i periodi di minore significatività della biologia delle specie animali. Specie vegetali Fase di esecuzione: La realizzazione degli interventi non genera interferenze con le specie vegetali. Fase di esercizio: La fruizione del parco non presenta incidenze negative sulle specie vegetali. Misure di mitigazione: Nessuna. DESCRIZIONE DELLE INTERFERENZE CON LE CONNESSIONI ECOLOGICHE Le connessioni ecologiche non subiscono interferenze per la realizzazione degli interventi previsti nell ambito; è possibile affermare che la realizzazione delle previsioni possa avere un affetto favorevole sul miglioramento delle connessioni ecologiche in generale, e sulla conoscenza delle stesse ad opera degli interventi materiali ed immateriali che hanno anche l obiettivo di informare i fruitori dell area della particolari caratteristiche ambientali. Azione 1 Realizzazione di percorsi didattici ed escursionistici 2 Realizzazione di aree attrezzate per la fruizione e lo studio 3 Messa in rete delle opere realizzate con il sistema dei siti di pregio esistenti nella intera area del PNCVA. Tipologia di azioni e/o opere ATsu_1: Parco Territoriale del Monte Bulgheria VALUTAZIONE DEL GRADO DI INCIDENZA Componenti biotiche Habitat Specie animali Specie vegetali Componenti abiotiche Suolo Acqua Atmosfera Paesaggio Rifiuti Connessioni ecologiche NP NP NP F NP NP F NP F ATsu_2: Parco Territoriale del Marcellino e della Masseta DESCRIZIONE DELL INTERVENTO Il programma prevede l istituzione del Parco Territoriale del Marcellino e della Masseta che, connesso con il Parco Territoriale del Monte Bulgheria, costituirà la struttura portante della Rete Ecologica comunale perseguendo i seguenti obiettivi: la tutela e la valorizzazione del patrimonio naturalistico delle Rupi Costiere della Masseta e delle aree immediatamente retrostanti; la protezione della biodiversità e la effettiva tutela e valorizzazione delle aree facenti parte della rete natura 2000; il potenziamento di una offerta integrativa e diversificata rispetto al turismo balneare, a favore del turismo naturalistico, escursionistico, culturale. Le azioni di intervento, di tipo materiale ed immateriale, che andranno assunte di intesa con l Ente Parco, saranno finalizzate a: 1. alla realizzazione di percorsi didattici ed escursionistici; 2. alla realizzazione di aree attrezzate per la fruizione e lo studio; 227

229 3. messa in rete delle opere realizzate con il sistema dei siti di pregio esistenti nella intera area del Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni. Dimensioni e/o ambito di riferimento Il Parco Territoriale del Marcellino e della Masseta interessa una superficie territoriale di circa Ha 377,00 che, oltre ad essere compresa nei confini del Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni, è inclusa nel Sito di Interesse Comunitario IT Fasce interne di Costa degli Infreschi e della Masseta, nel Sito di Interesse Comunitario IT Rupi costiere di Costa degli Infreschi e della Masseta e nella Zona di Protezione Speciale IT Costa tra Marina di Camerota e Policastro Bussentino. Complementarietà con altri piani/progetti Il Parco Territoriale del Marcellino e della Masseta si connette con il Parco territoriale del Monte Bulgheria (At_su1) a formare la struttura portante della Rete Ecologica Comunale. Uso delle risorse naturali Per la realizzazione degli interventi bisogna distinguere la fase di cantiere dalla fase di esercizio del Parco. La fase di cantiere riguarda categorie di opere ascrivibili a categorie di lavori idraulico forestali, a prevalenza di ingegneria naturalistica, per cui è prevedibile l utilizzo di risorse naturali da prelevare in loco, quali ad esempio pietrame, paleria, materiale terroso etc. Le opere materiali consisteranno in una manutenzione straordinaria della rete sentieristica esistente, con l obiettivo di valorizzarne gli usi e la fruizione e quindi sono tali da concorrere al mantenimento degli habitat in uno stato di conservazione soddisfacente. Nella fase di esercizio, non è prevedibile l utilizzo di risorse naturali. Produzione di rifiuti La produzione di rifiuti durante la fase di cantiere sarà riconducibile agli scarti derivanti dalle lavorazioni che verranno effettuate per l attuazione degli interventi; essi al termine dei lavori saranno adeguatamente trasportati presso discariche autorizzate e quindi allontanati dai siti di lavorazione. In fase di esercizio, invece, la produzione di rifiuti è legata alla fruizione del parco Territoriale e, quindi, sarà possibile la produzione di modeste quantità di rifiuti assimilabili a rifiuti urbani, da poter smaltire secondo i canoni vigenti per la raccolta differenziata esistente nel comune di San Giovanni a Piro. Inquinamento e disturbi ambientali Durante la fase di esecuzione dei lavori è prevedibile l esistenza di disturbi temporanei, legati ai cantieri, ed imputabili alla emissione di polveri e rumore. La temporaneità degli interventi e le appropriate misure di mitigazione che di volta in volta potranno essere messe in atto, consentono di affermare che gli interventi non sono passibili di generare inquinamento e/o disturbi ambientali sugli habitat e sulle specie di interesse conservazionistico. In fase di esercizio, l incidenza ambientale imputabile a questi fattori di disturbo sarà nulla, soprattutto se le attività verranno adeguatamente regolamentate. Rischio di incidenti per quanto riguarda le sostanze e le tecnologie utilizzate Gli interventi previsti non generano rischio di incidenti per quanto riguarda le sostanze e le tecnologie utilizzate. DESCRIZIONE DELLE INTERFERENZE CON LE COMPONENTI ABIOTICHE Suolo Fase di esecuzione: Gli interventi previsti sono di tipo materiale ed immateriale. Mentre per gli interventi immateriali non sussistono interferenze con il sistema suolo, per gli interventi materiali si precisa che trattasi di opere a prevalenza di ingegneria naturalistica, volte alla valorizzazione del parco territoriale. In fase di cantiere potrebbero essere necessari dei modesti e limitati interventi di movimento terra, che certamente verrà riutilizzata nella finitura delle opere stesse. Si può concludere, quindi, che le opere oggetto di questo intervento non interferiscono negativamente con il sistema suolo. Fase di esercizio: le opere non generano alcuna interferenza in fase di esercizio. Misure di mitigazione: Non si ritiene necessario, in questa fase, prevedere misure di mitigazione. 228

230 Acqua Fase di esecuzione: Gli interventi non sono passibili di incidenza sulla componente acqua. Fase di esercizio: Gli interventi non sono passibili di incidenza sulla componente acqua. Misure di mitigazione: Nessuna. Atmosfera Fase di esecuzione: La limitata e temporanea produzione di polveri imputabile alla fase di esecuzione degli interventi non è passibile di incidenza sulla componente atmosfera. Fase di esercizio: Gli interventi non sono passibili di incidenza sulla componente atmosfera. Misure di mitigazione: Nessuna. Paesaggio Fase di esecuzione: La fase di cantiere, in relazione alle tipologie di interventi ed alla loro tempistica, non produce incidenze significative sul paesaggio. Fase di esercizio: Gli interventi sono passibili di incidenza favorevole sulla componente paesaggistica. Misure di mitigazione: Nessuna. Rifiuti Fase di esecuzione: La fase di cantiere, quella in cui è prevedibile la produzione di piccole quantità di rifiuti del tipo edile, non produce impatti negativi. Fase di esercizio: Non sono prevedibili interferenze dovute alla produzione di rifiuti. Misure di mitigazione: Nessuna. DESCRIZIONE DELLE INTERFERENZE CON LE COMPONENTI BIOTICHE Habitat Fase di esecuzione: La realizzazione degli interventi non genera interferenze con gli habitat potenzialmente interessati. Fase di esercizio: La fruizione del parco non presenta incidenze negative sugli habitat oggetto di tutela. Misure di mitigazione: Nessuna. Specie animali Fase di esecuzione: La realizzazione degli interventi non genera interferenze con le specie animali. Fase di esercizio: La fruizione del parco non presenta incidenze negative sugli habitat di specie e sulle specie stesse. Misure di mitigazione: Al fine di limitare al minimo le potenziali interferenze negative, è bene far coincidere l esecuzione dei lavori con i periodi di minore significatività della biologia delle specie animali. Specie vegetali Fase di esecuzione: La realizzazione degli interventi non genera interferenze con le specie vegetali. Fase di esercizio: La fruizione del parco non presenta incidenze negative sulle specie vegetali. Misure di mitigazione: Nessuna. DESCRIZIONE DELLE INTERFERENZE CON LE CONNESSIONI ECOLOGICHE Le connessioni ecologiche non subiscono interferenze per la realizzazione degli interventi previsti nell ambito; è possibile affermare che la realizzazione delle previsioni possa avere un affetto favorevole sul miglioramento delle connessioni ecologiche in generale, e sulla conoscenza delle stesse ad opera degli interventi materiali ed immateriali che hanno anche l obiettivo di informare i fruitori dell area della particolari caratteristiche ambientali. Azione 1 Realizzazione di percorsi didattici ed escursionistici ATsu_2: Parco Territoriale del Marcellino e della Masseta VALUTAZIONE DEL GRADO DI INCIDENZA Componenti biotiche Habitat Specie animali Specie vegetali Componenti abiotiche Suolo Acqua Atmosfera Paesaggio Rifiuti Connessioni ecologiche NP NP NP 229

231 2 Realizzazione di aree attrezzate per la fruizione e lo studio 3 Messa in rete delle opere realizzate con il sistema dei siti di pregio esistenti nella intera area del PNCVA F NP NP F NP F ATsu_3: Fronte di mare Nord Est DESCRIZIONE DELL INTERVENTO Tipologia di azioni e/o opere Il programma ha come obiettivi la riorganizzazione funzionale, con contestuale riqualificazione urbana e paesaggistica, dell ambito che partendo dal molo di sottoflutto arriva all impianto cimiteriale della frazione Scario. Le azioni da prevedere sono: 1. la ricostituzione degli arenili erosi, mediante la realizzazione di interventi di ripascimento e di salvaguardia degli stessi con sostituzione delle attuali scogliere emerse con più opportune opere di difesa, soprattutto dal punto di vista dell impatto paesaggistico; 2. la realizzazione di una o più piccole strutture, stagionali o permanenti, per max 500 mq coperti complessivi, per l erogazione dei servizi per la balneazione, da dimensionare in relazione agli effettivi fabbisogni e da progettare idoneamente per garantire una elevata qualità architettonica e il più corretto inserimento paesaggistico e ambientale; 3. la realizzazione di un percorso ciclopedonale, con elevata qualità degli elementi architettonici e di arredo, che permetta di collegare l area del porto/lungomare al cimitero, con spazi verdi, attività complementari, accessibilità multiple dalla strada carrabile soprastante; 4. la riqualificazione dell attuale piazzale Margherita prevedendo l interramento del parcheggio, anche con ampliamento del perimetro sulle aree private adiacenti da coinvolgere con opportuni strumenti di compensazione e/o concessione, e la riqualificazione della superficie con spazi verdi, attrezzature all area aperta ed attività complementari e di supporto alla vocazione turistica dell area 5. la realizzazione di ulteriori parcheggi pubblici e accessi (pedonali) al mare utilizzando le attuali aree libere. I parcheggi dovranno essere realizzati, in seminterrato - anche terrazzati, dai privati e ceduti gratuitamente (in tutto o in quota parte al Comune) a fronte della possibilità di poter realizzare calibrate volumetrie commerciali e di servizi di supporto al turismo (per complessivi 1000 mq di SUL per tutto il comparto). Queste ultime dovranno essere previste sempre in seminterrato e aperte, per le aree a valle, sul percorso pedonale di progetto, in maniera da non alterare minimamente la visuale attualmente libera verso il mare; 6. la realizzazione di aree verdi attrezzate, di attrezzature all area aperta, e attività complementari private di uso pubblico; 7. eventuali servizi collegati al porto. Dimensioni e/o ambito di riferimento Gli interventi ricadono nel perimetro della Zona di Protezione Speciale IT Costa tra Marina di Camerota e Policastro Bussentino ed interessano una superficie di Mq ,00. Complementarietà con altri piani/progetti Nessuna. Uso delle risorse naturali Gli interventi non prevedono utilizzo di risorse naturali 230

232 Produzione di rifiuti Gli interventi di riqualificazione urbanistica e paesaggistica comporteranno, soprattutto nella fase di cantierizzazione, la produzione di materiale di rifiuto, prevalentemente di tipo edile. La realizzazione di parcheggi interrati porterà anche alla produzione di detriti terrosi da scavo che, se non utilizzati nelle compensazioni, verranno trasferiti per lo smaltimento in discariche autorizzate. La produzione di rifiuti in fase di esercizio degli interventi, tesa anche all aumento della fruibilità dell area, sarà prevalentemente del tipo solidi urbani, da smaltire secondo il calendario comunale per la raccolta differenziata. Inquinamento e disturbi ambientali Gli interventi previsti nell ambito possono essere suddivisi nelle due fasi, di cantiere e di esercizio. Nelle fasi di cantiere, le operazioni prevedono l utilizzo di macchinari per movimenti terra, etc, e quindi si può affermare che, nei periodi di lavorazione, saranno presenti nell area rumori, vibrazioni, emissione di polveri etc. Tali potenziali fattori di disturbo saranno avvertiti anche nelle aree circostanti, a maggior componente naturalistica. Le fasi di cantiere, però, avranno durata limitata nel tempo ed interverranno in aree già interessate da superfici artificiali, per cui è possibile affermare che i potenziali fattori di disturbo indotti dalla realizzazione delle opere non incidono negativamente sulle componenti ambientali tutelate. Rischio di incidenti per quanto riguarda le sostanze e le tecnologie utilizzate Il rischio di incidenti è quello ordinariamente correlato alle fasi di cantierizzazione delle opere. Opportuni accorgimenti dovranno essere presi prima dell inizio effettivo dei lavori, quando uno studio più approfondito definirà in modo puntuale la tipologia degli interventi. DESCRIZIONE DELLE INTERFERENZE CON LE COMPONENTI ABIOTICHE Suolo Fase di esecuzione: Le categorie di interventi previste potranno generare interferenze con il sistema suolo, almeno nelle tipologie che prevedono scavi per realizzazione di parcheggi, per la realizzazione della pista ciclopedonale e per la realizzazione di volumetrie commerciali e di servizi di supporto al turismo, previste in seminterrato e aperte; si tratterà di interferenze temporanee e limitate alla sola durata delle fasi di cantiere; alcune categorie prevedono oltre alla fase di cantiere, impermeabilizzazione della risorsa suolo (temporanea o permanente) per la realizzazione di strutture per i servizi alla balneazione, per una superficie complessiva tale da poter affermare che le interferenze saranno limitate alla sola fase di cantiere. Fase di esercizio: Ad interventi completati, le opere previste nell attuazione di questo comparto non interferiscono negativamente con il sistema suolo. Misure di mitigazione: Non è possibile, in questa fase, prevedere misure di mitigazione, attesa la portata generale delle indicazioni contenute nello strumento di pianificazione oggetto di questo studio d incidenza. Acqua Fase di esecuzione: Per gli interventi che potrebbero avere interferenze con la componente idrica, superficiale e sotterranea, è bene prevedere in uno studio di maggior dettaglio particolari accorgimenti tecnici per questa fase. Fase di esercizio: Gli interventi non sono passibili di incidenza sulla componente idrica superficiale e sotterranea, anche in virtù dell inedificabilità delle aree adiacenti ai canali ed agli alvei per una fascia di m 20 dalla sponda. Misure di mitigazione: Nessuna. Atmosfera Fase di esecuzione: Le fasi di cantiere hanno una durata limitata nel tempo, ma possono comunque risultare una sorgente di fattori di disturbo per l aria atmosferica dovuta ai metodi utilizzati. Infatti, nell apertura di cantieri edili è da tener conto delle emissioni di polveri dovute al passaggio dei mezzi meccanici da e verso il cantiere, delle emissioni gassose dovute agli scarichi, delle emissione di polveri dovute alle operazioni di scavo e movimentazione dei materiali di risulta. In considerazione della natura delle polveri, e della temporaneità degli interventi, non vi è rischio né per l ambiente naturale né per l uomo. Fase di esercizio: La realizzazione di tutte opere previste nel comparto comporterà nel corso degli anni, un miglioramento della qualità dell aria del sito interessato, dovuto ad una maggiore presenza di aree verdi. Misure di mitigazione: Durante la realizzazione degli interventi previsti, è bene che le imprese operanti provvedano a rispettare degli accorgimenti finalizzati all abbattimento delle emissioni rumorose, di gas di scarico, di polveri e luminose. Ciò è reso possibile attraverso l utilizzo di mezzi meccanici equipaggiati con efficaci sistemi di abbattimento delle emissioni gassose e rumorose, in linea con la normativa comunitaria vigente; l insonorizzazione, in uno alla frequente bagnatura delle aree di cantiere (sorgente di polveri in 231

233 special modo nei periodi secchi) si rende necessaria per non aggravare la condizione di disturbo soprattutto durante i periodi di riproduzione e/o maggiore presenza dell avifauna stanziale e di passo nelle aree interessate, ed infine per limitare al massimo il sollevamento di polveri potenzialmente dannose per le specie presenti nelle aree limitrofe. Paesaggio Fase di esecuzione: La fase di cantiere, in relazione alle tipologie di interventi ed alla loro localizzazione, può contribuire ad una modifica temporanea dello skyline del Fronte Mare Nord - Est, ma vista la temporaneità degli interventi è possibile affermare che le incidenze sul paesaggio non siano significative. Fase di esercizio: Gli interventi sono passibili di incidenza favorevole sulla componente paesaggistica. Misure di mitigazione: Nessuna. Rifiuti Fase di esecuzione: Le fasi di cantiere sono quelle in cui è prevedibile la produzione di rifiuti di tipo edile, terroso, etc,che, se opportunamente smaltiti presso discariche autorizzate, non produce incidenze negative. Fase di esercizio: Gli interventi possono generare un modesto aumento della produzione dei rifiuti prevalentemente in ragione dell aumento della fruizione delle aree e dell insediamneto di attività turistico commerciali a ridosso della pista ciclo pedonale. Tali rifiuti, del tipo RSU, saranno smaltiti secondo i canoni della Raccolta differenziata vigente, in maniera tale da poter affermare che la fase di esercizio non presenta incidenza negative. Misure di mitigazione: Nessuna. DESCRIZIONE DELLE INTERFERENZE CON LE COMPONENTI BIOTICHE Habitat Fase di esecuzione: Non si rileva nell area la presenza di alcuno degli habitat cartografati per la Zona di Protezione Speciale IT E possibile affermare che la realizzazione degli interventi non genera interferenze con gli habitat. Fase di esercizio: La fruizione delle aree oggetto del comparto non presenta incidenze negative sugli habitat oggetto di tutela. Misure di mitigazione: Nessuna. Specie animali Fase di esecuzione: La realizzazione degli interventi non genera interferenze con le specie animali. Fase di esercizio: Relativamente all impatto sulle specie animali, le opere non generano alcuna interferenza in fase di esercizio. Misure di mitigazione: Nessuna Specie vegetali Fase di esecuzione: La realizzazione degli interventi non genera interferenze con le specie vegetali. Fase di esercizio: La fase di esercizio non presenta incidenze negative sulle specie vegetali. Misure di mitigazione: Nessuna. Azione 1 La ricostituzione degli arenili erosi, mediante la realizzazione di interventi di ripascimento e di salvaguardia degli stessi con sostituzione delle attuali scogliere emerse con più opportune opere di difesa, soprattutto dal punto di vista dell impatto paesaggistico 2 La realizzazione di una o più piccole strutture, stagionali o permanenti, per max 500 mq coperti complessivi, per l erogazione dei servizi per la balneazione, da dimensionare in relazione agli effettivi fabbisogni e da progettare idoneamente per garantire una elevata qualità architettonica e il più corretto inserimento paesaggistico e ambientale ATsu_3: Fronte di mare Nord Est VALUTAZIONE DEL GRADO DI INCIDENZA Componenti biotiche Habitat Specie animali Specie vegetali Componenti abiotiche Suolo Acqua Atmosfera Paesaggio Rifiuti Connessioni ecologiche NP NP NP NP PP NP 232

234 3 La realizzazione di un percorso ciclopedonale, con elevata qualità degli elementi architettonici e di arredo, che permetta di collegare l area del porto/lungomare al cimitero, con spazi verdi, attività complementari, accessibilità multiple dalla strada carrabile soprastante 4 la riqualificazione dell attuale piazzale Margherita prevedendo l interramento del parcheggio, anche con ampliamento del perimetro sulle aree private adiacenti da coinvolgere con opportuni strumenti di compensazione e/o concessione, e la riqualificazione della superficie con spazi verdi, attrezzature all area aperta ed attività complementari e di supporto alla vocazione turistica dell area 5 la realizzazione di ulteriori parcheggi pubblici e accessi (pedonali) al mare utilizzando le attuali aree libere. I parcheggi dovranno essere realizzati, in seminterrato - anche terrazzati, dai privati e ceduti gratuitamente (in tutto o in quota parte al Comune) a fronte della possibilità di poter realizzare calibrate volumetrie commerciali e di servizi di supporto al turismo (per complessivi 1000 mq di SUL per tutto il comparto). Queste ultime dovranno essere previste sempre in seminterrato e aperte, per le aree a valle, sul percorso pedonale di progetto, in maniera da non alterare minimamente la visuale attualmente libera verso il mare 6 la realizzazione di aree verdi attrezzate, di attrezzature all area aperta, e attività complementari private di uso pubblico NP PP NP NP NP NP NP NP NP F F NP 7 eventuali servizi collegati al porto NP NP NP Tipologia di azioni e/o opere ATsu_4: Rione Paese DESCRIZIONE DELL INTERVENTO L obiettivo dell ambito è quello di migliorare l accessibilità al rione storico del Paese dotandolo di adeguato spazio di parcheggio e di un area a parco polifunzionale. Gli interventi previsti si articolano in: 1. Realizzazione di un area di parcheggio a raso a valle della chiesa (min mq) con collegamento pedonale alla piazza; 2. Realizzazione di un collegamento carrabile tra via Teodoro Gaza e il parcheggio; 3. Creazione di un parco polifunzionale (min mq) con percorsi pedonali, aree di sosta e belvedere, aree attrezzate per il gioco, eventuale arena naturale per spettacoli. Dimensioni e/o ambito di riferimento L ambito ha una superficie complessiva di Mq ,00, inseriti nel perimetro della Zona di Protezione Speciale IT Complementarietà con altri piani/progetti Nessuna. Uso delle risorse naturali Gli interventi non prevedono utilizzo di risorse naturali da reperire in loco Produzione di rifiuti La realizzazione degli interventi previsti nell ambito può portare alla produzione di rifiuti nelle fasi di cantiere, rifiuti che saranno di tipo edile e materiale terroso, derivato dagli scavi da effettuare soprattutto per la realizzazione della strada di collegamento. Mentre i primi possono essere indirizzati verso discariche 233

235 autorizzate, il materiale terroso escavato può essere riutilizzato in loco, nelle sistemazioni che saranno previste nei progetti per la realizzazione del parco polifunzionale. In fase di esercizio, è pensabile che l aumentata fruizione dell area indotta sia dalla realizzazione del parcheggio sia dalla realizzazione parco polifunzionale (con percorsi pedonali, aree di sosta e belvedere, aree attrezzate per il gioco, eventuale arena naturale per spettacoli) che vi sia una modesta produzione di rifiuti, del tipo RSU, da smaltire secondo le modalità in uso nel Comune. Inquinamento e disturbi ambientali In fase di cantiere, quindi per periodi di durata limitata alla realizzazione delle opere, le emissioni di gas di scarico e rumorose dovute ai mezzi meccanici di cantiere possono rappresentare dei fattori di disturbo, per i quali sarà necessario adottare opportuni accorgimenti tesi a limitare le potenziali incidenze negative. In fase di esercizio, il transito dei veicoli favorito dalla strada carrabile di nuova realizzazione e del parcheggio a raso, può concorrere all aumento delle emissioni gassose, che possono essere ritenute irrilevanti ai fini della tutela degli ambienti seminaturali presenti nei dintorni. Rischio di incidenti per quanto riguarda le sostanze e le tecnologie utilizzate Il rischio di incidenti è quello ordinariamente correlato alle fasi di cantierizzazione delle opere. DESCRIZIONE DELLE INTERFERENZE CON LE COMPONENTI ABIOTICHE Suolo Fase di esecuzione: In questa fase, le ordinarie lavorazioni di cantiere potrebbero interferire con il sistema suolo, ma la temporaneità degli interventi consente di affermare che non ci saranno impatti rilevanti. Fase di esercizio: Ad interventi completati, le opere previste nell attuazione di questo comparto non interferiscono negativamente con il sistema suolo. Misure di mitigazione: Nessuna. Acqua Fase di esecuzione: Gli interventi previsti nell ambito non sono passibili di interferire con le risorse idriche, superficiali e sotterranee. Fase di esercizio: Gli interventi non sono passibili di incidenza sulla componente idrica superficiale e sotterranea. Misure di mitigazione: Nessuna. Atmosfera Fase di esecuzione: Le fasi di cantiere comportano produzione di polveri dovute al passaggio dei mezzi meccanici interessati nell esecuzione dei lavori, emissioni gassose dovute agli scarichi, emissione di polveri dovute alle operazioni di scavo e movimentazione dei materiali di risulta. La limitata durata temporale della fase di cantiere e la tipologia di opere previste consente di affermare che le interferenze con l atmosfera sono da ritenersi trascurabili. Fase di esercizio: Non sono prevedibili interferenze con l atmosfera in fase di esercizio. Misure di mitigazione: Nessuna. Paesaggio Fase di esecuzione: Le fasi di cantiere comportano inevitabilmente modifiche temporanee dei prospetti visuali, che determinano modifiche nella percezione del paesaggio, dovute alla presenza di mezzi di cantiere, alla viabilità di servizio e a temporanee modifiche dello stato dei luoghi. Tali modifiche sono limitate alla realizzazione delle opere, per cui è possibile affermare che le incidenze sul paesaggio non risultano significative. Fase di esercizio: Gli interventi sono passibili di incidenza favorevole sulla componente paesaggistica, che si gioverà di una superficie destinata a parco pubblico (con aree di sosta, percorsi pedonali, aree ludiche e belvedere). Misure di mitigazione: Nessuna. Rifiuti Fase di esecuzione: Le fasi di cantiere sono quelle in cui è prevedibile la produzione di rifiuti di tipo edile, terroso, etc, che, se opportunamente smaltiti presso discariche autorizzate, non produce incidenze negative. Il materiale da scavo verrà opportunamente riutilizzato nella sistemazione del parco pubblico. 234

236 Fase di esercizio: Gli interventi possono generare un modesto aumento della produzione dei rifiuti prevalentemente in ragione dell aumento della fruizione dell area. Tali rifiuti, del tipo RSU, saranno smaltiti secondo i canoni della Raccolta differenziata vigente, in maniera tale da poter affermare che la fase di esercizio non presenta incidenza negative. Misure di mitigazione: Nessuna. DESCRIZIONE DELLE INTERFERENZE CON LE COMPONENTI BIOTICHE Habitat Fase di esecuzione: Non si rileva nell area la presenza di alcuno degli habitat cartografati per la Zona di Protezione Speciale IT E possibile affermare che la realizzazione degli interventi non genera interferenze con gli habitat, né frammentazione degli stessi. Fase di esercizio: La fruizione delle aree oggetto del comparto non presenta incidenze negative sugli habitat oggetto di tutela. Misure di mitigazione: Nessuna. Specie animali Fase di esecuzione: La realizzazione degli interventi non genera interferenze con le specie animali. Fase di esercizio: Relativamente all impatto sulle specie animali, le opere non generano alcuna interferenza in fase di esercizio. Misure di mitigazione: Al fine di minimizzare le potenziali incidenze negative è bene far coincidere l apertura dei cantieri con i periodi meno significativi della biologia delle specie animali. Specie vegetali Fase di esecuzione: La realizzazione degli interventi non genera interferenze con specie vegetali oggetto di specifiche tutele. Fase di esercizio: La fase di esercizio non presenta incidenze negative sulle specie vegetali. Misure di mitigazione: Nessuna. DESCRIZIONE DELLE INTERFERENZE CON LE CONNESSIONI ECOLOGICHE Le connessioni ecologiche non vengono interessate nella realizzazione degli interventi previsti nell ambito, interventi che non interferiscono in maniera puntuale sugli habitat oggetto di tutela. Azione 1 Realizzazione di un area di parcheggio a raso a valle della chiesa (min mq) con collegamento pedonale alla piazza 2 Realizzazione di un collegamento carrabile tra via Teodoro Gaza e il parcheggio 3 Creazione di un parco polifunzionale (min mq) con percorsi pedonali, aree di sosta e belvedere, aree attrezzate per il gioco, eventuale arena naturale per spettacoli ATsu_4: Rione Paese VALUTAZIONE DEL GRADO DI INCIDENZA Componenti biotiche Habitat Specie animali Specie vegetali Componenti abiotiche Suolo Acqua Atmosfera Paesaggio Rifiuti Connessioni ecologiche NP NP NP NP PP NP F NP NP 235

237 Tipologia di azioni e/o opere ATsu_5: Polo scolastico del capoluogo DESCRIZIONE DELL INTERVENTO Con l obiettivo di adeguamento, riqualificazione e potenziare le aree attrezzate a servizio del polo scolastico, in questo ambito sono previste le seguenti azioni: 1. realizzazione di accessibilità carrabile e aree di parcheggio; 2. adeguamento impiantistico della superficie sportiva esistente; 3. riqualificazione delle aree a verde interstiziali. Dimensioni e/o ambito di riferimento L ambito ha una superficie complessiva di Mq 6.773,00, solo parzialmente inseriti nel perimetro della Zona di Protezione Speciale IT Complementarietà con altri piani/progetti Nessuna. Uso delle risorse naturali Gli interventi non prevedono utilizzo di risorse naturali. Produzione di rifiuti Gli interventi previsti nell ambito comporteranno una produzione limitata di rifiuti del tipo scarti edili, dovuti prevalentemente al miglioramento delle condizioni di accessibilità e all adeguamento impiantistico delle superfici sportive esistenti. Inquinamento e disturbi ambientali In corrispondenza delle fasi di cantiere, i lavori causeranno rumori e vibrazioni nell area d intervento, che potranno essere avvertiti anche nelle zone abitate circostanti. Considerato la tipologia di interventi, la localizzazione del polo scolastico esistente e la temporaneità dei potenziali fattori di disturbo, le incidenze sul sistema ambientale possono essere considerate irrilevanti. Rischio di incidenti per quanto riguarda le sostanze e le tecnologie utilizzate Il rischio di incidenti è quello ordinariamente correlato alle fasi di cantierizzazione delle opere. DESCRIZIONE DELLE INTERFERENZE CON LE COMPONENTI ABIOTICHE Suolo Fase di esecuzione: Gli interventi interferiscono sul sistema suolo nella esecuzione delle opere per il miglioramento dell accessibilità carrabile e per la realizzazione di aree di parcheggio, ma data la modesta entità delle operazioni a farsi, non si prevedono interferenze negative. Fase di esercizio: Ad interventi completati, le opere previste nell attuazione di questo comparto non interferiscono negativamente con il sistema suolo. Misure di mitigazione: Nessuna. Acqua Fase di esecuzione: Gli interventi previsti nell ambito non sono passibili di interferire con le risorse idriche, superficiali e sotterranee. Fase di esercizio: Gli interventi non sono passibili di incidenza sulla componente idrica superficiale e sotterranea, a condizione di incanalare verso cunette esistenti le acque meteoriche in eccesso provenienti dalle superfici impermeabilizzate. Misure di mitigazione: Nessuna. Atmosfera Fase di esecuzione: La modesta entità degli interventi previsti consente di escludere qualsiasi interferenza con l atmosfera. Fase di esercizio: Non sono prevedibili interferenze con l atmosfera in fase di esercizio. 236

238 Misure di mitigazione: Nessuna. Paesaggio Fase di esecuzione: Gli interventi, in fase di esecuzione, non generano interferenze con la componente paesaggio. Fase di esercizio: La percezione del paesaggio non viene alterata dalla realizzazione delle opere previste nell ambito. Misure di mitigazione: Nessuna. Rifiuti Fase di esecuzione: In fase di esecuzione è prevedibile la produzione di rifiuti dovuti alle varie operazione di cantiere ed ai materiali utilizzati, rifiuti che saranno opportunamente smaltiti presso discariche autorizzate, non producendo incidenze negative. Fase di esercizio: Gli interventi non sono passibile di generare aumenti della produzione di rifiuti. Misure di mitigazione: Nessuna. DESCRIZIONE DELLE INTERFERENZE CON LE COMPONENTI BIOTICHE Habitat Fase di esecuzione: Non si rileva nell area la presenza di alcuno degli habitat cartografati per la Zona di Protezione Speciale IT E possibile affermare che la realizzazione degli interventi non genera interferenze con gli habitat, né frammentazione degli stessi. Fase di esercizio: La fruizione delle aree oggetto del comparto non presenta incidenze negative sugli habitat oggetto di tutela. Misure di mitigazione: Nessuna. Specie animali Fase di esecuzione: La realizzazione degli interventi non genera interferenze con le specie animali. Fase di esercizio: Relativamente all impatto sulle specie animali, le opere non generano alcuna interferenza in fase di esercizio. Misure di mitigazione: Nessuna. Specie vegetali Fase di esecuzione: La realizzazione degli interventi non genera interferenze con specie vegetali oggetto di specifiche tutele. Fase di esercizio: La fase di esercizio non presenta incidenze negative sulle specie vegetali. Misure di mitigazione: Nessuna. DESCRIZIONE DELLE INTERFERENZE CON LE CONNESSIONI ECOLOGICHE Le connessioni ecologiche non vengono interessate nella realizzazione degli interventi previsti nell ambito, che risulta localizzato in un contesto antropizzato, per cui gli interventi non interferiscono con le connessioni ecologiche. Azione 1 Realizzazione di accessibilità carrabile e aree di parcheggio 2 Adeguamento impiantistico della superficie sportiva esistente 3 Riqualificazione delle aree a verde interstiziali ATsu_5: Polo scolastico del capoluogo VALUTAZIONE DEL GRADO DI INCIDENZA Componenti biotiche Habitat Specie animali Specie vegetali Componenti abiotiche Suolo Acqua Atmosfera Paesaggio Rifiuti Connessioni ecologiche NP NP NP NP NP NP F NP NP 237

239 Tipologia di azioni e/o opere ATsu_6: Ex mattatoio DESCRIZIONE DELL INTERVENTO L ambito si pone l obiettivo del Recupero e riuso dell ex mattatoio comunale con attribuzione di nuove funzioni, sia all'edificio che alle aree circostanti di proprietà pubblica, al fine di realizzare un vero e proprio Parco Urbano dell'innovazione con funzioni specifiche (ad esempio, attività di ricerca e/o formazione e/o divulgazione nel campo dello sviluppo di tecnologie avanzate per l'agricoltura, dei beni culturali, dell ambiente, del paesaggio, della biodiversità, dell assetto idrogeologico, ecc.). A tal fine potrà essere indetto apposito concorso di idee, volto alla individuazione dell idea più innovativa ed appropriata, oltre che della soluzione architettonica e funzionale più innovativa e compatibile. La definizione di dettaglio delle funzioni e delle attività da porre in essere dovrà scaturire dalla stipula delle necessarie intese con gli Enti e/o Istituzioni competenti e da coinvolgere (Università, Ente Parco, Soprintendenze, Autorità di Bacino ecc) e sulla base dei possibili canali di finanziamento attivabili. Dimensioni e/o ambito di riferimento L intero ambito ha una superficie complessiva di Mq ,00, inseriti nel perimetro della Zona di Protezione Speciale IT Complementarietà con altri piani/progetti Nessuna. Uso delle risorse naturali Gli interventi sono volti al recupero di una volumetria esistente e delle aree immediatamente adiacenti, da destinare ad usi scientifico culturali. Mentre si può ritenere che la rifunzionalizzazione dell edificio esistente non preveda utilizzi di risorse naturali, il recupero delle aree adiacenti interessa superfici naturali e seminaturali, sul cui utilizzo è necessario effettuare indagini di maggiore dettaglio nelle progettazioni future, che saranno affidate ad un concorso di idee. Produzione di rifiuti La produzione di rifiuti nell attuazione degli interventi previsti per tale ambito è coerente con le normali lavorazioni di un cantiere edile, per cui, se i rifiuti prodotti verranno smaltiti presso discariche autorizzate, è possibile affermare che le opere non avranno incidenze negative sulle aree oggetto di tutela. Inquinamento e disturbi ambientali La cantierizzazione dell intero ambito comporterà lavori di scavo, movimentazione di detriti, emissioni sonore dovute ai mezzi meccanici utilizzati, produzione di polveri. Eventuali accorgimenti per ridurre al minimo le incidenze dei suddetti fattori di disturbo dovranno essere presi in fase di progettazione degli interventi, essendo quella attuale una previsione che non consente l esatta definizione delle opere. Rischio di incidenti per quanto riguarda le sostanze e le tecnologie utilizzate Il rischio di incidenti è quello ordinariamente correlato alle fasi di cantierizzazione delle opere, che sarà oggetto di adeguato Piano di sicurezza in fase di progettazione ed in fase di esecuzione. DESCRIZIONE DELLE INTERFERENZE CON LE COMPONENTI ABIOTICHE Suolo Fase di esecuzione: Gli interventi in progetto avranno limitate interferenze con la componente suolo, in quanto non sono prevedibili movimenti di terra e/o scavi di particolari dimensioni nelle attività di recupero della volumetria esistente. Nel corso dei lavori sono in ogni caso da evitare sversamenti di sostanze inquinanti, quali oli, carburanti stoccati in cantiere, reflui di lavaggi dei macchinari, e altri percolati. Per quanto riguarda l attribuzione di nuove funzioni alle aree circostanti di proprietà pubblica, si ritiene in questa sede che le tipologie di attività da prevedere in una progettazione (cui si rinvia per studi di maggiore dettaglio) saranno tali da non prevedere interferenze con il sistema suolo. Fase di esercizio: Ad interventi completati, le opere previste nell attuazione di questo comparto non interferiscono negativamente con il sistema suolo. 238

240 Misure di mitigazione: Nessuna. Acqua Fase di esecuzione: Durante la fase di lavorazione si può presentare il rischio di sversamenti di sostanze inquinanti (percolati derivanti dalle attività di cantiere) al suolo e quindi nelle falde. Tali potenziali fonti di inquinamento potrebbero interessare anche i corpi idrici superficiali, come i torrenti a tempo. Dovranno essere presi tutti gli accorgimenti finalizzati ad evitare gli sversamenti al suolo e nell adiacente torrente a tempo dei reflui di cantiere. Fase di esercizio: Gli interventi non sono passibili di incidenza sulla componente idrica superficiale e sotterranea, a condizione di incanalare verso cunette esistenti e vallone/torrente a tempo le acque meteoriche in eccesso provenienti dalle superfici impermeabilizzate. E ipotizzabile, inoltre, un incremento della richiesta di dotazione idrica necessaria agli usi specifici che verranno attuati nell area, anche in relazione alla fruizione delle strutture di progetto, che non avrà incidenze sulla risorsa idrica. Misure di mitigazione: Nessuna. Atmosfera Fase di esecuzione: Nelle varie fasi di cantiere è ipotizzabile l aumento, temporaneo e localizzato, delle emissioni di polveri e gas di scarico in atmosfera. Le polveri sono dovute alla movimentazione dei materiali utilizzati, al movimento terra, ai mezzi meccanici impiegati che percorrono le piste di cantiere. I gas di scarico vengono emessi in atmosfera da tutti i mezzi impiegati nell esecuzione dei lavori. La fase di cantiere presenta una durata limitata e, quindi, un temporaneo aumento nelle emissione di gas di scarico e di polveri, dovute anche al fatto che le piste a servizio del cantiere sono di norma mantenute volutamente in terra battuta, non interferisce negativamente sull aria atmosferica. Fase di esercizio: Non sono prevedibili interferenze con l atmosfera in fase di esercizio. Misure di mitigazione: Le misure di mitigazione suggerite consistono in piccoli accorgimenti volti a limitare le emissioni in atmosfera di polveri e gas di scarico. Per quanto attiene alle polveri, le imprese operanti dovranno provvedere alla bagnatura superficiale delle aree oggetto di lavorazione, rappresentate dal cantiere vero e proprio e dalle piste interne all area che vengono percorse dai mezzi impiegati, soprattutto nei periodi caldi e secchi, in cui anche l azione del vento potrebbe intervenire in maniera sinergica ad aumentare l emissioni polverulente. Per quanto riguarda i mezzi meccanici, dovranno essere dotati di sistemi di abbattimento delle emissioni, in linea con la più recente normativa comunitaria. Paesaggio Fase di esecuzione: Gli interventi, in fase di esecuzione, potrebbero genere interferenze con la componente paesaggio, in quanto l area è estesa e risulta ben visibile da alcuni punti panoramici; la fase di esecuzione, per la sua temporaneità, interferisce negativamente solo per il tempo strettamente necessario alla realizzazione delle opere. Fase di esercizio: La percezione del paesaggio non viene alterata dalla realizzazione delle opere previste nell ambito, ma al contrario il recupero e riuso dell Ex Mattatoio e dell area adiacente, alla luce del concorso di idee che avrà lo scopo di individuare l idea più innovativa ed appropriata, oltre la soluzione architettonica e funzionale più innovativa e compatibile, avrà un effetto positivo sulla componente paesaggio Misure di mitigazione: Nessuna. Rifiuti Fase di esecuzione: In fase di esecuzione è prevedibile la produzione di rifiuti dovuti alle varie operazione di cantiere ed ai materiali utilizzati, rifiuti che saranno opportunamente smaltiti presso discariche autorizzate, non producendo incidenze negative. I rifiuti da escavazione di materiale terroso potranno essere riutilizzati in loco, negli interventi sulle aree adiacenti all Ex Mattatoio. Fase di esercizio: La fruizione dell area e quindi l aumentato carico antropico, porterà ad una modesta produzione di rifiuti, certamente non passibile di incidenze negative. Misure di mitigazione: Tra le misure di mitigazione da suggerire in questa sede, soprattutto riguardo le aree adiacenti all Ex Mattatoio, classificate come Aree a vegetazione sclerofilla, vi è quella di vietare l installazione del cantiere nelle porzioni dell area che presentano aspetti di elevata naturalità, preservando in tal modo gli aspetti vegetazionali di tipo mediterraneo prevalenti. DESCRIZIONE DELLE INTERFERENZE CON LE COMPONENTI BIOTICHE Habitat Fase di esecuzione: La vegetazione presente nell area individuata dall ambito presenta, in alcuni punti, aspetti riconducibili alla macchia mediterranea, con prevalente vegetazione sclerofilla, non evoluta, che nei punti più indisturbati si riconduce all habitat 5330 Arbusteti termo mediterranei e predesertici. In fase di 239

241 progettazione di dettaglio, soprattutto per quanto attiene alle aree adiacente la volumetria esistente, si dovrà tenere conto degli aspetti vegetazionali onde evitare frammentazione di habitat. Fase di esercizio: La fase di utilizzo dell ambito potrebbe avere interferenze negative. Misure di mitigazione: Per minimizzare le potenziali incidenze negative è necessario uno studio di maggior dettaglio da allegare alla progettazione definitiva, in cui dovranno essere evidenziate le peculiarità vegetali, e suggeriti gli opportuni accorgimenti finalizzati alla manutenzione in uno stato soddisfacente di conservazione delle comunità biologiche presenti. Specie animali Fase di esecuzione: Gli interventi di recupero della volumetria esistente dell Ex Mattatoio non producono incidenze negative sulle specie animali presenti; il recupero delle aree circostanti potrebbe avere interferenze negative, soprattutto nella fase di cantiere, a causa della sottrazione di habitat di specie e della rumorosità in fase di cantiere, altro fattore di disturbo per la fauna e l avifauna. Fase di esercizio: Relativamente all impatto sulle specie animali, le rifunzionalizzazione dell Ex Mattatoio non è passibile di interferire negativamente con le specie faunistiche e avi faunistiche. Misure di mitigazione: Nella realizzazione delle opere previste nell ambito, sono da evitare: soppressione di vegetazione spontanea afferente alla macchia mediterranea evoluta ed in evoluzione, anche al fine di preservare habitat di specie (soprattutto in relazione all erpetofauna potenzialmente presente); effettuare un accurato controllo nella struttura da riqualificare, al fine di verificare la presenza di mammiferi chirotteri; evitare lavorazioni notturne; predisporre impianti di illuminazione esterna tali da non arrecare disturbo alle specie notturne. Specie vegetali Fase di esecuzione: La realizzazione degli interventi potrebbe generare interferenza negativa con specie vegetali oggetto di specifiche tutele in particolare le specie che compongono l habitat 5330 Arbusteti termo mediterranei e pre - desertici. Fase di esercizio: Mentre ll recupero della volumetria esistente non genera incidenze sugli aspetti vegetazionali, quello delle aree adiacenti potrebbe avere incidenze negative sulla composizione floristica della comunità vegetale presente. Misure di mitigazione: Al fine di minimizzare gli impatti sulla vegetazione è necessario prevedere che il cantiere non venga installato su superfici permeabili, dove risultano presenti comunità floristiche; bisogna evitare il transito dei mezzi di cantiere lungo percorsi sterrati, al fine di ridurre le emissioni di polveri ed evitare la realizzazione di nuove piste di cantiere che potrebbero essere causa di sottrazione e/o frammentazione di habitat. Inoltre, sarà necessario prevedere, attraverso uno studio specialistico di maggiore dettaglio, le opportune misure di compensazione che provvedano a ricostituire la continuità vegetale eventualmente sottratta attraverso impianti vegetazionali da effettuare con specie caratteristiche della flora autoctona costituente l habitat specifico. DESCRIZIONE DELLE INTERFERENZE CON LE CONNESSIONI ECOLOGICHE Le connessioni ecologiche non vengono interessate da realizzazione degli intereventi previsti nell ambito, anche in relazione alle opportune misure di mitigazione che verranno prese in sede di progettazione definitiva, volte a tutelare ed a potenziare il corridoio ecologico esistente nell area, mediante la realizzazione di appositi e mirati interventi di rinaturalizzazione delle aree a ridosso dei torrenti a tempo esistenti. Azione 1 Recupero e riuso dell ex mattatoio comunale con attribuzione di nuove funzioni, sia all'edificio che alle aree circostanti di proprietà pubblica, al fine di realizzare un vero e proprio Parco Urbano dell'innovazione con funzioni specifiche ATsu_6: Ex Mattatoio VALUTAZIONE DEL GRADO DI INCIDENZA Componenti biotiche Habitat Specie animali Specie vegetali Componenti abiotiche Suolo Acqua Atmosfera Paesaggio Rifiuti Connessioni ecologiche PP NS PP 240

242 Tipologia di azioni e/o opere ATi_1: Insediamenti produttivi al capoluogo DESCRIZIONE DELL INTERVENTO Il presente ambito si pone l obiettivo di permettere la localizzazione e la rilocalizzazione di attività artigianali di servizio o commerciali, inconciliabili con il tessuto urbano, quali artigianato di manutenzione dell auto, piccoli laboratori per la lavorazione del ferro, del legno, commercio all ingrosso, ecc. Dimensioni e/o ambito di riferimento L intero ambito ha una superficie complessiva di Mq ,00, inseriti solo parzialmente nel perimetro del Sito di Interesse Comunitario IT Monte Bulgheria. Complementarietà con altri piani/progetti Nessuna. Uso delle risorse naturali La realizzazione degli interventi previsti nell ambito comporteranno degli assorbimenti di risorse naturali, in particolare della risorsa suolo. La copertura vegetale rilevata, afferisce ai mosaici agricoli, e quindi suolo agrario che verrà permanentemente sottratto alla coltivazione. Sono previste compensazioni di tipo ambientale, finalizzate a localizzare all interno del perimetro le aree verdi pertinenziali, che potranno assolvere anche a funzioni mitigatrici e di cuscinetto tra le aree da urbanizzare e quelle a maggior grado di naturalità presenti negli immediati dintorni dell ambito. Produzione di rifiuti La localizzazione, nell ambito, di attività produttive porta all incremento di produzione di rifiuti; mentre il probabile incremento di produzione di RSU, connesso all attuazione del Programma in esame, potrà essere smaltito secondo le modalità di raccolta differenziata esistenti nel comune di San Giovanni a Piro, al fine di garantire una sostenibilità ambientale e minimizzare gli impatti negativi, i rifiuti speciali ed industriali connessi alle lavorazioni dovranno essere smaltiti a cura e spese del produttore secondo le modalità previste dalle norme vigenti in materia. Inquinamento e disturbi ambientali La cantierizzazione dell intero ambito comporterà lavori di scavo, movimentazione di detriti, emissioni sonore dovute ai mezzi meccanici utilizzati, produzione di polveri, tutti fattori di disturbo che si possono ritenere temporanei. In fase di esercizio, è plausibile supporre che vi sarà un incremento di emissioni rumorose indotte dalle attività produttive insediate ma queste si possono ritenere sostenibili sia perchè l area è stata programmata in un contesto immediatamente prossimo al centro abitato di San Giovanni a Piro ma priva di rilevanti insediamenti residenziali sia perché vengono rilocalizzate nell ambito le attività produttive rumorose e/o con emissioni nocive, incompatibili con le caratteristiche degli insediamenti residenziali o dei contesti naturali in cui sono attualmente ubicate. Rischio di incidenti per quanto riguarda le sostanze e le tecnologie utilizzate Il rischio di incidenti è quello ordinariamente correlato alle fasi di cantierizzazione delle opere, che sarà oggetto di adeguato Piano di sicurezza in fase di progettazione ed in fase di esecuzione. In fase di esercizio, la componete di rischio dipenderà dalle tipologie di attività che si insedieranno nell ambito, per cui si dovrà definire apposite misure finalizzate a contenere e limitare al minimo le probabilità che si possano verificare incidenti che possano avere ripercussioni sul sistema ambientale. DESCRIZIONE DELLE INTERFERENZE CON LE COMPONENTI ABIOTICHE Suolo Fase di esecuzione: Gli interventi previsti nell ambito possono interferire con il sistema suolo nella fase di esecuzione, in quanto sono prevedibili movimenti di terra e/o scavi per la sistemazione dei lotti produttivi. Nel corso dei lavori sono in ogni caso da evitare sversamenti di sostanze inquinanti, quali oli, carburanti stoccati in cantiere, reflui di lavaggi dei macchinari, e altri percolati. Fase di esercizio: Ad interventi completati, si ritiene che le opere, realizzate secondo i requisiti propri della aree ecologicamente attrezzate, ovvero con la previsione che una consistente parte dell area individuata 241

243 dovrà essere destinata ad area per verde attrezzato, fasce di rinaturalizzazione, fasce di rispetto e protezione ambientale, non interferiscano negativamente con il sistema suolo. Misure di mitigazione: Durante le fasi di cantiere, dovranno essere messe in atto tutti gli accorgimenti finalizzati ad evitare sversamenti al suolo di qualsiasi genere. Inoltre, sarà necessario (nonché prescritto dal Pua) realizzare le opportune opere di compensazione ambientale finalizzate alla realizzazione di aree a verde, permeabili. In fase di esercizio, dovrà essere ridotta al minimo ogni probabilità che si verifichino incidenti dovuti a sversamenti al suolo di percolati e reflui delle attività produttive, per i quali dovrà essere realizzata una opportuna rete di canali di scarico finalizzati a convogliare i liquidi in appositi contenitori da smaltire a cura dei concessionari presso ditte specializzate. Acqua Fase di esecuzione: Durante la fase di lavorazione si può presentare il rischio di sversamenti di sostanze inquinanti (percolati derivanti dalle attività di cantiere) al suolo e quindi nelle falde. Dovranno essere presi tutti gli accorgimenti finalizzati ad evitare gli sversamenti al suolo. Fase di esercizio: Relativamente all impatto sulla componente acqua, le opere possono generare interferenze sulla circolazione idrica superficiale per effetto della impermeabilizzazione indotta dalla rilocalizzazione delle attività produttive; se opportunamente convogliate e dirottate verso canali di scolo o cunette appositamente create, le incidenze sulla componente idrica superficiale saranno minime. Si potrà registrare, inoltre, un incremento della richiesta di dotazione idrica in relazione al variato carico antropico che, non è passibile di incidenze negative sul sistema acqua. Misure di mitigazione: Nella sistemazione dell area dovrà essere perseguita la tutela della qualità delle risorse idriche superficiali e sotterranee, il mantenimento, ogni volta che è possibile, della permeabilità dei suoli, e perseguito l uso sostenibile della risorsa idrica (riciclo acque meteoriche e di produzione captazione in loco per finalità non potabili, ecc.) nella gestione del singolo impianto e, complessivamente, dell area produttiva attrezzata. Atmosfera Fase di esecuzione: Nelle varie fasi di cantiere è ipotizzabile l aumento, temporaneo e localizzato, delle emissioni di polveri e gas di scarico in atmosfera. Le polveri sono dovute alla movimentazione dei materiali utilizzati, al movimento terra, ai mezzi meccanici impiegati che percorrono le piste di cantiere. I gas di scarico vengono emessi in atmosfera da tutti i mezzi impiegati nell esecuzione dei lavori. La fase di cantiere presenta una durata limitata e, quindi, un temporaneo aumento nelle emissione di gas di scarico e di polveri, non interferisce negativamente sull aria atmosferica. Fase di esercizio: Non sono prevedibili interferenze con l atmosfera in fase di esercizio. Misure di mitigazione: Le misure di mitigazione suggerite consistono in piccoli accorgimenti volti a limitare le emissioni in atmosfera di polveri e gas di scarico. Per quanto attiene alle polveri, le imprese operanti dovranno provvedere alla bagnatura superficiale delle aree oggetto di lavorazione, rappresentate dal cantiere vero e proprio soprattutto nei periodi caldi e secchi, in cui anche l azione del vento potrebbe intervenire in maniera sinergica ad aumentare l emissioni polverulente. Per quanto riguarda i mezzi meccanici, dovranno essere dotati di sistemi di abbattimento delle emissioni, in linea con la più recente normativa comunitaria. In fase di esercizio, saranno da attuare tutti gli accorgimenti volti a limitare le interferenze con l atmosfera delle attività produttive, per la definizione dei quali è bene rimandare ad uno studio di maggiore dettaglio. Paesaggio Fase di esecuzione: Gli interventi, in fase di esecuzione, potrebbero genere interferenze con la componente paesaggio, in quanto l area è volutamente posta a ridosso di una strada provinciale, e quindi in un area ad elevata visibilità; la fase di esecuzione, per la sua temporaneità, interferisce negativamente solo per il tempo strettamente necessario alla realizzazione delle opere. Fase di esercizio: La percezione del paesaggio potrebbe essere alterata dalla realizzazione di edifici sede di attività produttive, per cui è possibile affermare che potranno verificarsi interferenze con gli aspetti paesaggistici dell area. Misure di mitigazione: Al fine di attuare delle opere di mitigazione volte a ridurre gli impatti sulla componenet paesaggistica è bene prevedere, per ogni singolo lotto, oltre ad un area a verde, anche degli impianti a filare di specie arboree autoctone, che con il passare del tempo possano avere un effetto schermo finalizzato a minimizzare le modifiche alle visuali prospettiche indotte dalla realizzazione degli interventi previsti nell ambito. Rifiuti Fase di esecuzione: In fase di esecuzione è prevedibile la produzione di rifiuti dovuti alle varie operazione di cantiere ed ai materiali utilizzati, rifiuti che saranno opportunamente smaltiti presso discariche autorizzate, 242

244 non producendo incidenze negative. I rifiuti da escavazione di materiale terroso potranno essere riutilizzati in loco, negli interventi di sistemazione dei lotti e delle relative aree a verde. Fase di esercizio: La destinazione dell area ad attività produttive comporta una maggiore produzione di rifiuti, anche speciali. Mentre per la tipologia RSU può essere utilizzata la modalità di raccolta differenziata in uso nel Comune, per i rifiuti speciali ci si dovrà dotare di appositi contratti di smaltimento con ditte autorizzate. Misure di mitigazione: Nel corso delle ordinarie attività che si svolgeranno nell ambito è necessario evitare che potenziali rifiuti speciali, scarti delle lavorazioni, etc, stazionino sui luoghi per prolungati periodi prima di essere smaltiti. DESCRIZIONE DELLE INTERFERENZE CON LE COMPONENTI BIOTICHE Habitat Fase di esecuzione: Non si rileva nell area individuata dall ambito ATi_1 la presenza di alcuno degli habitat cartografati per il Sito di Interesse Comunitario IT E possibile affermare che la realizzazione degli interventi non genera interferenze con gli habitat, né frammentazione degli stessi. Fase di esercizio: La fruizione delle aree oggetto del comparto non presenta incidenze negative sugli habitat oggetto di tutela. Misure di mitigazione: Nessuna. Specie animali Fase di esecuzione: La realizzazione degli interventi non genera interferenze con le specie animali. Fase di esercizio: Relativamente all incidenza sulle specie animali, le opere potrebbero interferire negativamente in virtù dell aumento delle emissione rumorose e luminose. Misure di mitigazione: Nessuna. Specie vegetali Fase di esecuzione: La realizzazione degli interventi non genera interferenze con specie vegetali oggetto di specifiche tutele. Fase di esercizio: La fase di esercizio non presenta incidenze negative sulle specie vegetali. Misure di mitigazione: Nessuna. DESCRIZIONE DELLE INTERFERENZE CON LE CONNESSIONI ECOLOGICHE Le connessioni ecologiche non vengono interessate nella realizzazione degli interventi previsti nell ambito, che risulta localizzato in un contesto situato ai margini del centro abitato di San Giovanni a Piro, per cui gli interventi non interferiscono con le connessioni ecologiche. Azione 1 Localizzazione e la rilocalizzazione di attività artigianali di servizio o commerciali, inconciliabili con il tessuto urbano, quali artigianato di manutenzione dell auto, piccoli laboratori per la lavorazione del ferro, del legno, commercio all ingrosso, ecc ATi_1: Insediamenti produttivi al capoluogo VALUTAZIONE DEL GRADO DI INCIDENZA Componenti biotiche Habitat Specie animali Specie vegetali Componenti abiotiche Suolo Acqua Atmosfera Paesaggio Rifiuti Connessioni ecologiche PP PP NP 243

245 Tipologia di azioni e/o opere ATi_2: Insediamenti e attrezzature al rione Capolascala DESCRIZIONE DELL INTERVENTO Il programma è finalizzato ad individuare nell ambito, di superficie complessiva pari a mq, un comparto compensativo nell ambito del quale si prevede la realizzazione, previa formazione di Pua, di n. 8 alloggi di edilizia residenziale privata, con correlati superfici commerciali e direzionali, e relativi standards urbanistici, nonché la realizzazione di un area pubblica di verde attrezzato, anche per eventi e di superficie non inferiore a mq, previa acquisizione gratuita al patrimonio comunale della relativa superficie, quantificata al 50% della St dell ambito. Dimensioni e/o ambito di riferimento L intero ambito ha una superficie complessiva di Mq ,00, inseriti solo parzialmente nel perimetro della Zona di Protezione Speciale IT Complementarietà con altri piani/progetti Nessuna. Uso delle risorse naturali Gli interventi previsti nell ambito comporteranno un parziale assorbimento della risorsa suolo, in quanto saranno effettuati per la maggior parte in un area incolta, in adiacenza al tessuto edificato di San Giovanni a Piro. Non sono previsti, in fase di esecuzione, utilizzi di risorse naturali da prelevare in loco, fatta eccezione per il materiale terroso escavato che verrà riutilizzato nella contestuale realizzazione del parco pubblico. Produzione di rifiuti La maggiore produzione di rifiuti nell attuazione degli interventi è prevista nella fase di cantiere, in cui oltre al materiale da escavazione (che trova reimpiego in loco) è prevedibile la produzione di rifiuti del tipo scarti edili. Inquinamento e disturbi ambientali La cantierizzazione dell intero ambito comporterà lavori di scavo, movimentazione di detriti, emissioni sonore dovute ai mezzi meccanici utilizzati, produzione di polveri. Eventuali accorgimenti per ridurre al minimo le incidenze dei suddetti fattori di disturbo dovranno essere presi in fase di progettazione degli interventi. Tali fattori di disturbo potranno essere avvertiti anche nelle zone residenziali limitrofe circostanti, ma si può ritenere che siano trascurabili le incidenza sul sistema ambientale. Rischio di incidenti per quanto riguarda le sostanze e le tecnologie utilizzate Il rischio di incidenti è quello ordinariamente correlato alle fasi di cantierizzazione delle opere, che sarà oggetto di adeguato Piano di sicurezza in fase di progettazione ed in fase di esecuzione. DESCRIZIONE DELLE INTERFERENZE CON LE COMPONENTI ABIOTICHE Suolo Fase di esecuzione: Gli interventi in progetto avranno interferenze con la componente suolo soprattutto nelle fasi di cantiere, dove sarà necessario provvedere ad opere di scavo per la realizzazione delle strutture e della viabilità di servizio. Gli interventi avranno una durata temporale, e le quindi le potenziali interferenze negative saranno di breve durata ma sarà necessario in ogni caso da evitare sversamenti al suolo di sostanze inquinanti, quali oli, carburanti stoccati in cantiere, reflui di lavaggi dei macchinari, e altri percolati. Non si prevedono interferenze nella realizzazione del parco pubblico. Fase di esercizio: Ad interventi completati, le opere previste nell attuazione di questo comparto non interferiscono negativamente con il sistema suolo. Misure di mitigazione: Nella progettazione degli interventi relativi all ambito ATi_2, è bene predisporre un idoneo piano degli scavi in maniera tale da recuperare il materiale terroso, roccioso, etc escavato e riutilizzarlo nella realizzazione del parco pubblico. Acqua Fase di esecuzione: 244

246 Durante la fase di lavorazione si può presentare il rischio di sversamenti di sostanze inquinanti (percolati derivanti dalle attività di cantiere) al suolo e quindi nelle falde, interessando sia i corpi idrici superficiali che sotterranei. Dovranno essere presi tutti gli accorgimenti finalizzati ad evitare gli sversamenti al suolo di percolati. Fase di esercizio: Gli interventi non sono passibili di incidenza sulla componente idrica superficiale e sotterranea, a condizione di convogliare verso sistemi di scolo esistenti e/o di progetto le acque meteoriche e verso la rete fognante i reflui provenienti dai nuovi alloggi e attività commerciali nonché che di escludere l impermeabilizzazione totale delle superfici libere per modificare la circolazione idrica sotterranea L incremento della richiesta di dotazione idrica necessaria agli usi specifici che verranno attuati nell area, anche in relazione alla fruizione delle strutture di progetto e dell aumento del carico antropico, non avrà incidenze sulla risorsa idrica. Misure di mitigazione: Nessuna. Atmosfera Fase di esecuzione: L esecuzione delle opere non avrà, nel complesso, interferenze negative sull atmosfera, in ragione della durata temporanea degli interventi, durata limitata nel tempo. Fase di esercizio: Non sono prevedibili interferenze con l atmosfera in fase di esercizio, anche in ragione del fatto che le opere di nuova costruzione dovranno essere realizzate in modo da soddisfare elevati standards prestazionali e richiedere bassi consumi energetici, perseguendo, quanto più possibile, l obiettivo dell autosufficienza energetica. La realizzazione del parco pubblico potrà avere soltanto incidende favorevoli sull aria atmosferica. Misure di mitigazione: Le misure di mitigazione suggerite consistono in piccoli accorgimenti volti a limitare le emissioni in atmosfera di polveri e gas di scarico. Per quanto attiene alle polveri, le imprese operanti dovranno provvedere alla bagnatura superficiale delle aree oggetto di lavorazione, rappresentate dal cantiere vero e proprio e dalle piste interne all area che vengono percorse dai mezzi impiegati, soprattutto nei periodi caldi e secchi, in cui anche l azione del vento potrebbe intervenire in maniera sinergica ad aumentare l emissioni polverulente. Per quanto riguarda i mezzi meccanici, dovranno essere dotati di sistemi di abbattimento delle emissioni, in linea con la più recente normativa comunitaria. Paesaggio Fase di esecuzione: Gli interventi, in fase di esecuzione, potrebbero genere interferenze con la componente paesaggio, in quanto l area è posta a ridosso di una strada provinciale che collega San Giovanni a Piro, oltre che con altre zone residenziali del Comune, anche con il comune vicino; la fase di esecuzione, per la sua temporaneità, interferisce negativamente solo per il tempo strettamente necessario alla realizzazione delle opere e per la presenza del cantiere. Fase di esercizio: La percezione del paesaggio può venire alterata dalla realizzazione delle opere previste nell ambito, ma la realizzazione di nuovi edifici avverrà in adiacenza al tessuto edificato ed urbanizzato di Loc. Capolascala, in maniera da minimizzare l impatto visivo. Misure di mitigazione: La realizzazione del parco pubblico su circa Mq 8.000,00 dell ambito concorrerà alla mitigazione degli effetti negativi sul paesaggio indotti dalla realizzazione di nuove volumetrie; nell area inoltre, dovranno essere messe a dimora specie arbustive ed arboree di tipo autoctono che concorreranno, in uno all area verde, alla minimizzazione dei potenziali impatti negativi. Rifiuti Fase di esecuzione: In fase di esecuzione è prevedibile la produzione di rifiuti dovuti alle varie operazione di cantiere ed ai materiali utilizzati, rifiuti che saranno opportunamente smaltiti presso discariche autorizzate, non producendo incidenze negative. I rifiuti da escavazione di materiale terroso potranno essere riutilizzati in loco, negli interventi di realizzazione del parco pubblico. Fase di esercizio: L aumento del carico antropico dovuto alla realizzazione di otto nuovi alloggi di edilizia residenziale privata, con correlati superfici commerciali e direzionali, porterà ad un aumento della produzione di rifiuti di tipo solido urbano che, differenziati secondo le modalità in uso nel Comune, potranno essere smaltiti senza creare interferenze negative sull ambiente circostante. La maggiore produzione di rifiuti conseguente alla fruizione del parco pubblico, di tipo RSU e di modesta entità, non è passibile di interferire negativamente con il sistema ambientale. Misure di mitigazione: Nessuna. DESCRIZIONE DELLE INTERFERENZE CON LE COMPONENTI BIOTICHE Habitat Fase di esecuzione: Non si rileva nell area individuata dall ambito ATi_2 di alcuno degli habitat cartografati per la Zona Di Protezione Speciale IT E possibile affermare che la realizzazione degli interventi non genera interferenze con gli habitat, né frammentazione degli stessi. 245

247 Fase di esercizio: La fruizione delle aree oggetto del comparto non presenta incidenze negative sugli habitat oggetto di tutela. Misure di mitigazione: Nessuna. Specie animali Fase di esecuzione: La realizzazione degli interventi non genera interferenze con le specie animali. Fase di esercizio: Relativamente all incidenza sulle specie animali, le opere potrebbero interferire negativamente in virtù dell aumento delle emissione rumorose e luminose. Misure di mitigazione: Nessuna. Specie vegetali Fase di esecuzione: La realizzazione degli interventi non genera interferenze con specie vegetali oggetto di specifiche tutele. Fase di esercizio: La fase di esercizio non presenta incidenze negative sulle specie vegetali. Misure di mitigazione: Nessuna. DESCRIZIONE DELLE INTERFERENZE CON LE CONNESSIONI ECOLOGICHE Le connessioni ecologiche non vengono interessate nella realizzazione degli interventi previsti nell ambito, che risulta localizzato in un contesto situato ai margini del centro abitato di San Giovanni a Piro, per cui gli interventi non interferiscono con le connessioni ecologiche. Azione 1 Individuare nell ambito, di superficie complessiva pari a mq, un comparto compensativo nell ambito del quale si prevede la realizzazione, previa formazione di Pua, di n. 8 alloggi di edilizia residenziale privata, con correlati superfici commerciali e direzionali, e relativi standards urbanistici ATi_2: Insediamenti e attrezzature al rione Capolascala VALUTAZIONE DEL GRADO DI INCIDENZA Componenti biotiche Habitat Specie animali Specie vegetali Componenti abiotiche Suolo Acqua Atmosfera Paesaggio Rifiuti Connessioni ecologiche NP NP NP 2 Realizzazione di un area pubblica di verde attrezzato, anche per eventi e di superficie non inferiore a mq NP NP NP ATi_6: Zona di valorizzazione turistico sportiva di Torre dell Oliva Tipologia di azioni e/o opere DESCRIZIONE DELL INTERVENTO L ambito recepisce la previsione del Piano Paesistico del Cilento Costiero sia per quanto riguarda la perimetrazione dell ambito sia per quanto riguarda le trasformazioni ammissibili, integrandola mediante la previsione di indispensabili attrezzature pubbliche o di uso pubblico (viabilità, attrezzature sportive di uso pubblico), con l obiettivo di dotare il territorio di attrezzature sportive, ricreative e di servizi al turismo di alto profilo, in maniera da potenziare l attrattività della destinazione turistica e favorire la destagionalizzazione delle presenze. In particolare il programma prevede: 1. La realizzazione di impianti sportivi, ricreativi o per la ristorazione, con la possibilità di coprire un aliquota della superficie fondiaria non superiore al 15% 2. La sistemazione ed il completamento della viabilità di collegamento con contestuale cessione delle relative aree 246

248 3. La realizzazione e la cessione di un impianto sportivo, con superficie di gioco con misure minimo 45x90 m (calcio), per una superficie minima non inferiore a mq 4. Il restauro e la valorizzazione della Torre dell Oliva con destinazioni compatibili. Dimensioni e/o ambito di riferimento L intero ambito ha una superficie complessiva di Mq ,00, inseriti nel perimetro della Zona di Protezione Speciale IT Complementarietà con altri piani/progetti Nessuna. Uso delle risorse naturali Gli interventi previsti nell ambito comporteranno un parziale assorbimento della risorsa suolo, pari al 15% della superficie fondiaria, in quanto saranno effettuati per la maggior parte in un area incolta,caratterizzata da vegetazione sclerofilla. Non sono previsti, in fase di esecuzione, utilizzi di risorse naturali da prelevare in loco, fatta eccezione per il materiale terroso escavato durante le varie fasi di cantiere, che potrà essere riutilizzato nelle sistemazioni a verde previste per le superfici scoperte, permeabili, sistemate a verde arborato, e nella realizzazione dell impianto sportivo. Produzione di rifiuti La maggiore produzione di rifiuti nell attuazione degli interventi è prevista nella fase di cantiere, in cui oltre al materiale da escavazione (che trova reimpiego in loco) è prevedibile la produzione di rifiuti del tipo scarti edili. Terre e rocce da scavo potranno essere riutilizzate nella esecuzione dei lavori, come ammendanti o come materiali per realizzare terrazzamenti o altre tipologie di sistemazioni delle aree esterne. La realizzazione di impianti sportivi, ricreativi e per la ristorazione, in uno al campo di calcio, porteranno ad un aumento del carico antropico e conseguentementee ad un aumento nella produzione di rifiuti che, prevalentemente di tipo RSU, potranno essere smaltiti in maniera differenziata secondo le modalità in uso nel Comune, non contrastando con gli obiettivi di conservazione e tutela. Inquinamento e disturbi ambientali Le quattro tipologie di azioni previste nell ambito possono concorrere, in maniera differente, a creare fattori di disturbo ambientale. Le fasi di cantiere prevedono operazioni di trasformazione di una ampia superficie fondiaria, che non allo stato attuale non è dotata di piste o strade di cantiere, che dovranno quindi essere realizzate. Le produzioni di polveri e l emissioni di sostanze gassose sono legate prevalentemente alle fasi di cantiere per la realizzazione delle azioni 1, 2 e 3, potendosi ritenere di modesta entità quelle per la realizzazione della azione 4. Intensità e durata dei fattori di disturbo sono legate alle modalità realizzative delle opere previste, che non possono in questa sede essere descritte nel dettaglio, in ragione della portata generale delle informazioni di pianificazione. In relazione alla tempistica e alle modalità di realizzazione, da dettagliare nelle progettazioni specifiche, potranno essere descritti in maniera approfondita tutti gli elementi che possono, singolarmente o in maniera sinergica, avere effetti negativi sull ambiente circostante e sulle zone residenziali limitrofe. Rischio di incidenti per quanto riguarda le sostanze e le tecnologie utilizzate Il rischio di incidenti è quello ordinariamente correlato alle fasi di cantierizzazione delle opere, che sarà oggetto di adeguato Piano di sicurezza in fase di progettazione ed in fase di esecuzione. Le eventuali interferenze di possibili incidenti sulle componenti biotiche e abiotiche potranno essere dettagliate in maniera approfondita nella fase di progettazione degli interventi, la cui tipologia consente di affermare, già in fase di pianificazione generale, che la probabilità di incidenti per quanto riguarda le sostanza e le tecnologie utilizzate è bassa. DESCRIZIONE DELLE INTERFERENZE CON LE COMPONENTI ABIOTICHE Suolo Fase di esecuzione: Gli interventi in progetto avranno interferenze con la componente suolo soprattutto nelle fasi di cantiere, dove sarà necessario provvedere ad opere di scavo per la realizzazione delle strutture, della viabilità di servizio e delle aree a verde. 247

249 Gli interventi avranno una durata temporale, e le quindi le potenziali interferenze negative saranno di breve durata ma sarà necessario in ogni caso da evitare sversamenti al suolo di sostanze inquinanti, quali oli, carburanti stoccati in cantiere, reflui di lavaggi dei macchinari, e altri percolati. In fase di redazione della progettazione definita, al fine di minimizzare ulteriormente le interferenze con il sistema suolo, le aree dovranno essere indagate in relazione all assetto idrogeologico in special modo per quanto concerne le condizioni reali di pericolosità pregresse ed indotte. Fase di esercizio: Ad interventi completati, le opere previste nell attuazione di questo comparto, se se realizzate nel rispetto delle eventuali prescrizioni geologiche, non interferiscono negativamente con il sistema suolo. Misure di mitigazione: Nella progettazione degli interventi relativi all ambito ATi_6, è necessario predisporre un idoneo piano degli scavi in maniera tale da recuperare il materiale terroso, roccioso, etc, di risulta proveniente dalle operazioni di scavo al fine di riutilizzarlo nella realizzazione di tutte le opere accessorie previste. Acqua Fase di esecuzione: Durante la fase di lavorazione si può presentare il rischio di sversamenti di sostanze inquinanti (percolati derivanti dalle attività di cantiere) al suolo e quindi nelle falde, interessando sia i corpi idrici superficiali che sotterranei. Dovranno essere presi tutti gli accorgimenti finalizzati ad evitare gli sversamenti al suolo di percolati. Inoltre, al fine di minimizzare le potenziali interferenze con la risorda idrica, nelle fasi di cantiere sarà necessario prevedere la regimentazione delle eventuali falde acquifere affioranti nonché prevedere adeguati drenaggi delle eventuali venute idriche intercettate in sotterraneo. Fase di esercizio: Gli interventi non sono passibili di incidenza sulla componente idrica superficiale e sotterranea, a condizione di convogliare verso sistemi di scolo esistenti e/o di progetto le acque meteoriche e verso la rete fognante i reflui provenienti dagli impianti sportivi, ricreativi o per la ristorazione realizzati. L incremento della richiesta di dotazione idrica necessaria agli usi specifici che verranno attuati nell area, anche in relazione alla fruizione delle strutture di progetto e dell aumento del carico antropico, non avrà incidenze sulla risorsa idrica, anche in ragione delle misure misure di mitigazione che si dovranno prevedere. Misure di mitigazione: Nella sistemazione delle aree dovrà essere perseguita la tutela della qualità delle risorse idriche superficiali e sotterranee sia attraverso il rispetto della percentuale di suolo da non impermeabilizzare, sia attraverso l uso sostenibile della risorsa idrica (riciclo acque meteoriche ai fini irrigui captazione in loco per finalità non potabili, ecc.), al fine di garantire la sostenibilità dell incremento di consumo di risorsa idrica potabile. Tali accorgimenti andranno attuati soprattutto in relazione all incremento di richiesta idrica necessaria per la gestione dell impianto sportivo. Atmosfera Fase di esecuzione. Nelle varie fasi di cantiere è ipotizzabile l aumento, temporaneo e localizzato, delle emissioni di polveri e gas di scarico in atmosfera. Le polveri sono dovute alla movimentazione dei materiali utilizzati, al movimento terra, ai mezzi meccanici impiegati che percorrono le piste di cantiere. I gas di scarico vengono emessi in atmosfera da tutti i mezzi impiegati nell esecuzione dei lavori. E prevedibile, vista l estensione dell ambito, che sarà necessaria l apertura di temporanee piste di cantiere, che siano da accesso a uomini e mezzi impiegati, che sono sorgenti di emissioni polverulente. Inoltre, vista l orografia dei luoghi, ulteriori emissioni di polveri saranno imputabili ai movimenti di terra necessari alla realizzazione del campo sportivo. Fase di esercizio: Non sono prevedibili interferenze con l atmosfera in fase di esercizio, anche in ragione del fatto che le strutture di nuova realizzazione dovranno essere realizzate in modo da soddisfare elevati standards prestazionali e richiedere bassi consumi energetici, perseguendo, quanto più possibile, l obiettivo dell autosufficienza energetica. La realizzazione del campo sportivo, della viabilità di collegamento ed il recupero della Torre dell Oliva non sono passibili di incidenza negativa sull atmosfera. Misure di mitigazione: Le misure di mitigazione suggerite consistono in piccoli accorgimenti volti a limitare le emissioni in atmosfera di polveri e gas di scarico. Per quanto attiene alle polveri, le imprese operanti dovranno provvedere alla bagnatura superficiale delle aree oggetto di lavorazione, rappresentate dal cantiere vero e proprio e dalle piste interne all area che vengono percorse dai mezzi impiegati, soprattutto nei periodi caldi e secchi, in cui anche l azione del vento potrebbe intervenire in maniera sinergica ad aumentare l emissioni polverulente. Per quanto riguarda i mezzi meccanici, dovranno essere dotati di sistemi di abbattimento delle emissioni, in linea con la più recente normativa comunitaria. Inoltre, è bene valutare la tempistica relativa all attuazione dei quattro interventi, con una valutazione approfondita degli effetti cumulativi e sinergici che potrebbero verificarsi in corso di realizzazione. La realizzazione delle aree a verde, come prevista nell ambito, può assumere la valenza di misura compensativa, atteso che il Puc prescrive che gran parte delle aree interessate dalle trasformazioni dovranno essere destinate/conservate a verde, mediante l utilizzo di specie vegetali autoctone, aree verdi che per la loro dimensione possono contribuire ad un miglioramento della qualità dell aria del sito interessato. 248

250 Paesaggio Fase di esecuzione: Gli interventi, in fase di esecuzione, generano interferenze con la componente paesaggio, in quanto l area, oltre a rappresentare una visuale privilegiata, è posta a ridosso della strada provinciale di accesso alla Fraz. Scario; Fase di esercizio: La percezione del paesaggio può venire alterata dalla realizzazione delle opere previste nell ambito; anche se le previsioni di Puc sono recepite dal vigente Piano Paesistico del Cilento Costiero, e si prevede la realizzazione di impianti a bassa densità edilizia (Sc max= 15%Sf), costituiti da basse unità isolate (Hmax = 4,50 ml), la percezione del paesaggio viene modificata dall attuazione degli interventi. Misure di mitigazione: La minimizzazione delle interferenze negative sulla componente paesaggistica può essere attuata, tenendo conto dell andamento orografico del terreno, riducendo al minimo indispensabile le opere di modifica del suolo (scavi) e di impatto visivo; inoltre, nella sistemazione a verde delle superfici si dovrà utilizzare specie vegetali autoctone e tali da avere funzioni schermanti oltre che mitigatrici delle interferenze percettivi, e che nel complesso possano garantire la riconnessione ed il collegamento ecologico. Rifiuti Fase di esecuzione: In fase di esecuzione è prevedibile la produzione di rifiuti dovuti alle varie operazione di cantiere ed ai materiali utilizzati, rifiuti che saranno opportunamente smaltiti presso discariche autorizzate, non producendo incidenze negative. I rifiuti da escavazione di materiale terroso potranno essere riutilizzati in loco, negli interventi di realizzazione delle aree verdi e dela campo sportivo. Fase di esercizio: L aumento del carico antropico dovuto alla realizzazione di impianti sportivi, ricreativi o per la ristorazione, porterà ad un aumento della produzione di rifiuti di tipo solido urbano che, differenziati secondo le modalità in uso nel Comune, potranno essere smaltiti senza creare interferenze negative sull ambiente circostante. La produzione di rifiuti nella fase di esercizio, quindi, non è passibile di interferire negativamente con il sistema ambientale. Misure di mitigazione: Nessuna. DESCRIZIONE DELLE INTERFERENZE CON LE COMPONENTI BIOTICHE Habitat Fase di esecuzione: La vegetazione presente nell area individuata dall ambito presenta, in alcuni punti, aspetti riconducibili alla macchia mediterranea, con prevalente vegetazione sclerofilla, non evoluta, che nei punti meno disturbati potrebbe essere ricondotta all habitat 5330 Arbusteti termo mediterranei e predesertici. In fase di progettazione di dettaglio, soprattutto in considerazione della notevole superficie interessata dall ambito, si dovrà tenere conto degli aspetti vegetazionali onde evitare potenziale frammentazione di habitat. Fase di esercizio: La fase di utilizzo dell ambito potrebbe avere interferenze negative. Misure di mitigazione: Per minimizzare le potenziali incidenze negative è necessario uno studio di maggior dettaglio da allegare alla progettazione definitiva, in cui dovranno essere evidenziate le caratteristiche vegetazionali, e verificate le condizioni per ritenere se le coperture vegetali possano essere assimiliate agli arbusteti mediterranei e pre desertici. In ogni caso, per le superfici permeabili da destinare ad aree verdi, è necessario prevedere impianti multi specifici con essenze vegetali (arbustive ed arboree) afferibili alla macchia mediterranea. Specie animali Fase di esecuzione: Gli interventi previsti nell ambito sono passibili di incidenze negative sulle specie animali presenti; la realizzazione delle opere previste soprattutto nelle azioni 1 e 3 potrebbero avere interferenze negative, soprattutto nella fase di cantiere, a causa della sottrazione di habitat di specie e della rumorosità in fase di cantiere, altro potenziale fattore di disturbo per la fauna e l avifauna. Fase di esercizio: Relativamente all impatto sulle specie animali, la fruizione delle opere realizzate potrebbe avere incidenze negative sulle specie animali. Misure di mitigazione: Nella realizzazione delle opere previste nell ambito, sono da evitare: soppressione di vegetazione spontanea afferente alla macchia mediterranea evoluta ed in evoluzione, anche al fine di preservare habitat di specie (soprattutto in relazione all erpetofauna potenzialmente presente); vietare lavorazioni notturne in fase di cantiere; è necessario inoltre predisporre impianti di illuminazione esterna tali da arrecare il minore disturbo alle specie notturne; nella realizzazione delle aree verdi, che incide per almeno il 70% della superficie scoperta, è necessario ricreare le condizioni per il recupero di habitat di specie, attraverso l utilizzo di specie vegetali autoctone. Specie vegetali Fase di esecuzione: La realizzazione degli interventi potrebbe generare interferenza negativa con specie vegetali oggetto di specifiche tutele in particolare le specie che compongono l habitat 5330 Arbusteti termo mediterranei e pre - desertici. 249

251 Fase di esercizio: La fase di esercizio, e quindi la fruizione dell area, non interferisce negativamente con le specie vegetali. Misure di mitigazione: Al fine di minimizzare gli impatti sulla vegetazione è necessario prevedere che i cantieri non vengano installati su superfici permeabili, o comunque dove risultano presenti comunità floristiche indisturbate; bisogna ridurre al minimo il transito dei mezzi di cantiere lungo percorsi sterrati, al fine di ridurre le emissioni di polveri ed evitare la realizzazione di nuove piste di cantiere che potrebbero essere causa di sottrazione e/o frammentazione di habitat. Inoltre, sarà necessario prevedere, attraverso uno studio specialistico di maggiore dettaglio, le opportune misure di compensazione che provvedano a ricostituire la continuità vegetale eventualmente sottratta attraverso impianti vegetazionali da effettuare con specie caratteristiche della flora autoctona costituente l habitat specifico. DESCRIZIONE DELLE INTERFERENZE CON LE CONNESSIONI ECOLOGICHE Le connessioni ecologiche non vengono interessate nella realizzazione degli interventi previsti nell ambito. ATi_6: Zona di valorizzazione turistico sportiva di Torre dell Oliva Azione 1 Realizzazione di impianti sportivi, ricreativi o per la ristorazione, con la possibilità di coprire un aliquota della superficie fondiaria non superiore al 15% 2 Sistemazione ed il completamento della viabilità di collegamento con contestuale cessione delle relative aree 3 Realizzazione e la cessione di un impianto sportivo, con superficie di gioco con misure minimo 45x90 m (calcio), per una superficie minima non inferiore a mq 4 Restauro e la valorizzazione della Torre dell Oliva con destinazioni compatibili VALUTAZIONE DEL GRADO DI INCIDENZA Componenti biotiche Habitat Specie animali Specie vegetali Componenti abiotiche Suolo Acqua Atmosfera Paesaggio Rifiuti Connessioni ecologiche PP PP NP NP NP NP PP PP PP NP NP NP Tipologia di azioni e/o opere ATi_7: Insediamenti e infrastrutture a Scario Nord DESCRIZIONE DELL INTERVENTO L ambito ha quali obiettivi principali la definizione del margine nord dell abitato, che attualmente presenta un impianto incompiuto con bassa densità abitativa e, soprattutto, la realizzazione di un collegamento viario diretto tra l inizio del centro abitato a nord con la parte est, con prosecuzione (esterna al comparto) fino al confine comunale. La nuova viabilità persegue la finalità di alleggerire il traffico di attraversamento e di ovviare, in caso di necessità, alle problematiche connesse all erosione costiera che spesso ha reso impraticabile la viabilità principale ad est del paese. La trasformazione proposta prevede come contropartita pubblica, oltre alla viabilità, anche la cessione quale compensazione urbanistico/ambientale oltre gli standard di legge di un parco pubblico in adiacenza al torrente esistente e le superfici fondiarie per realizzare n.6 alloggi ERP. In particolare il programma prevede: 1. Realizzazione asse viario principale; 2. Realizzazione di 10 alloggi di edilizia residenziale privata, con correlate superfici commerciali e direzionali; 3. Realizzazione di attrezzature turistiche o di supporto, con relativi standards urbanistici; 4. Realizzazione di n.6 alloggi di Edilizia Residenziale Pubblica; 5. Riqualificazione degli insediamenti esistenti; 6. Realizzazione di un parco pubblico (di superficie complessiva non inferiore a Mq 8.000,00) e riqualificazione asse torrentizio. 250

252 Dimensioni e/o ambito di riferimento L intero ambito ha una superficie complessiva di Mq ,00, inseriti nel perimetro della Zona di Protezione Speciale IT Complementarietà con altri piani/progetti Nessuna. Uso delle risorse naturali Gli interventi previsti nell ambito comporteranno un parziale assorbimento della risorsa suolo, pari alle aree di sedime delle strutture di nuova realizzazione, in quanto saranno effettuati per la maggior parte in un area incolta, caratterizzata da vegetazione arbustiva in evoluzione (cespuglietti). Non sono previsti, in fase di esecuzione, utilizzi di risorse naturali da prelevare in loco, fatta eccezione per il materiale terroso escavato durante le varie fasi di cantiere, che potrà essere riutilizzato nelle sistemazioni a verde da prevedere nella realizzazione del parco pubblico nonché nella formazione dei rilevati che costituiranno il nuovo asse stradale di progetto. Produzione di rifiuti La maggiore produzione di rifiuti nell attuazione degli interventi è prevista nella fase di cantiere, in cui oltre al materiale da escavazione (che trova reimpiego in loco) è prevedibile la produzione di rifiuti del tipo scarti edili. Terre e rocce da scavo potranno essere riutilizzate nella esecuzione dei lavori, come ammendanti o come materiali per realizzare terrazzamenti, rilevati stradali o altre tipologie di sistemazioni delle aree esterne (parco pubblico). La realizzazione di complessivi 16 alloggi, tra edilizia residenziale privata, con correlate superfici commerciali e direzionali, ed edilizia residenziale pubblica, nonché la realizzazione di attrezzature turistiche o di supporto, con relativi standards urbanistici, porteranno ad un aumento del carico antropico e conseguentemente ad un aumento nella produzione di rifiuti che, prevalentemente di tipo RSU, potranno essere smaltiti in maniera differenziata secondo le modalità in uso nel Comune, non contrastando con gli obiettivi di conservazione e tutela. La produzione di eventuali quantità di rifiuti speciali da parte delle eventuali attività di supporto alla turismo dovrà essere smaltita con l ausilio di ditte specializzate presso discariche autorizzate. Inquinamento e disturbi ambientali Le cinque tipologie di azioni previste nell ambito possono concorrere, in maniera differente, a creare fattori di disturbo ambientale. In tutte le azioni previste, le fasi di cantierizzazione sono quelle in cui è prevedibile l insorgenza di disturbi ambientali, principalmente legate alle ordinarie attività edilizie; emissioni di polveri dovuti al movimento terra, alla movimentazione dei macchinari utilizzati da e verso il cantiere, piste in terra battuta, emissioni gassose imputabili ai gas di scarico dei mezzi di cantiere, etc. Intensità e durata dei fattori di disturbo sono legate alle modalità realizzative delle opere previste, che non possono in questa sede essere descritte nel dettaglio, in ragione della portata generale delle informazioni di pianificazione. Rischio di incidenti per quanto riguarda le sostanze e le tecnologie utilizzate Il rischio di incidenti è quello ordinariamente correlato alle fasi di cantierizzazione delle opere, che sarà oggetto di adeguato Piano di sicurezza in fase di progettazione ed in fase di esecuzione. Le eventuali interferenze di possibili incidenti sulle componenti biotiche e abiotiche potranno essere dettagliate in maniera approfondita nella fase di progettazione degli interventi, la cui tipologia consente di affermare, già in fase di pianificazione generale, che la probabilità di incidenti per quanto riguarda le sostanza e le tecnologie utilizzate è bassa. La vicinanza ad un asta torrentizia impone di prescrivere adeguate misure di mitigazione volte ad evitare immissione di percolati e altre sostanze potenzialmente inquinanti al suolo e/o direttamente nel corpo idrico. DESCRIZIONE DELLE INTERFERENZE CON LE COMPONENTI ABIOTICHE Suolo Fase di esecuzione: Gli interventi in progetto avranno interferenze con la componente suolo soprattutto nelle fasi di cantiere, dove sarà necessario provvedere ad opere di scavo per la realizzazione delle strutture, della viabilità di servizio, del parco pubblico. 251

253 Gli interventi avranno una durata temporale, e le quindi le potenziali interferenze negative saranno di breve durata ma sarà necessario in ogni caso da evitare sversamenti al suolo di sostanze inquinanti, quali oli, carburanti stoccati in cantiere, reflui di lavaggi dei macchinari, e altri percolati. In fase di redazione della progettazione definita, al fine di minimizzare ulteriormente le interferenze con il sistema suolo, le aree dovranno essere indagate in relazione all assetto idrogeologico in special modo per quanto concerne le condizioni reali di pericolosità pregresse ed indotte. Fase di esercizio: Ad interventi completati, le opere previste nell attuazione di questo comparto, se se realizzate nel rispetto delle eventuali prescrizioni geologiche, non interferiscono negativamente con il sistema suolo. Misure di mitigazione: Nella fase precedente l esecuzione degli interventi, Il Piano Urbanistico Attuativo dovrà dotarsi di più appropriati approfondimenti e studi di carattere geomorfologico-idrogeologico, in virtù dell attuale classificate del vigente Psai (a pericolo da frana moderato,p1, a pericolo d ambito da frana moderato, Pa1, e per una piccolissima estensione elevato, Pa3, a rischio da frana moderato, R1). Nel caso in cui la verifica di compatibilità conduca ad una conferma dello stato di dissesto, si dovrà procedere all individuazione, progettazione e successiva esecuzione di interventi per la contestuale messa in sicurezza e/o mitigazione del pericolo. I secondo luogo, in fase di progettazione degli interventi relativi all ambito ATi_7, è necessario predisporre un idoneo piano degli scavi in maniera tale da recuperare il materiale terroso, roccioso, etc, di risulta proveniente dalle operazioni di scavo al fine di riutilizzarlo nella realizzazione di tutte le opere accessorie previste (parco pubblico, sistemazione idrogeologica dell asta torrentizia, aree verdi) Acqua Fase di esecuzione: Durante la fase di lavorazione si può presentare il rischio di sversamenti di sostanze inquinanti (percolati derivanti dalle attività di cantiere) al suolo e quindi nelle falde, interessando sia il corpo idrico superficiale (asse torrentizio) che i corpi idrici sotterranei. Dovranno essere presi tutti gli accorgimenti finalizzati ad evitare gli sversamenti al suolo di percolati. Inoltre, al fine di minimizzare le potenziali interferenze con la risorda idrica, nelle fasi di cantiere sarà necessario prevedere la regimentazione delle eventuali falde acquifere affioranti nonché prevedere adeguati drenaggi delle eventuali venute idriche intercettate in sotterraneo. Fase di esercizio: Gli interventi non sono passibili di incidenza sulla componente idrica superficiale e sotterranea, a condizione di convogliare verso sistemi di scolo esistenti (asta torrentizia) e/o di progetto le acque meteoriche in eccesso e verso la rete fognante i reflui provenienti dal nuovo tessuto edificato, residenziale e non. L incremento della richiesta di dotazione idrica necessaria agli usi specifici che verranno attuati nell area, anche in relazione alla fruizione delle strutture di progetto e dell aumento del carico antropico, non avrà incidenze sulla risorsa idrica, anche in ragione delle misure misure di mitigazione che si dovranno prevedere. Misure di mitigazione: Nella sistemazione delle aree dovrà essere perseguita la salvaguardia dell asta torrentizia esistente, che dovrà essere valorizzata e fruita nell ambito del parco pubblico di progetto. Dovranno essere limitati gli interventi di impermeabilizzazione del suolo, al fine di garantire un naturale deflusso delle acque meteoriche in eccesso verso il torrente esistente. Ulteriori accorgimenti a tutela della qualità delle risorse idriche superficiali dovranno essere garantiti dall uso sostenibile della risorsa idrica (riciclo acque meteoriche ai fini irrigui captazione in loco per finalità non potabili, ecc.), al fine di garantire la sostenibilità dell incremento di consumo di risorsa idrica potabile. Atmosfera Fase di esecuzione. Nelle varie fasi di cantiere è ipotizzabile l aumento, temporaneo e localizzato, delle emissioni di polveri e gas di scarico in atmosfera. Le polveri sono dovute alla movimentazione dei materiali utilizzati, al movimento terra, ai mezzi meccanici impiegati che percorrono le piste di cantiere. I gas di scarico vengono emessi in atmosfera da tutti i mezzi impiegati nell esecuzione dei lavori. E prevedibile, vista l estensione dell ambito, che sarà necessaria l apertura di temporanee piste di cantiere, che siano da accesso a uomini e mezzi impiegati, che rappresentano ulteriori sorgenti di emissioni di polveri. Inoltre, vista l orografia dei luoghi, ulteriori emissioni di polveri saranno imputabili ai movimenti di terra necessari alla realizzazione del nuovo asse viario. Fase di esercizio: Non sono prevedibili interferenze con l atmosfera in fase di esercizio, anche in ragione del fatto che le strutture di nuova realizzazione dovranno essere realizzate in modo da soddisfare elevati standards prestazionali e richiedere bassi consumi energetici, perseguendo, quanto più possibile, l obiettivo dell autosufficienza energetica. La realizzazione della nuova strada di collegamento, cui consegue un aumento del traffico veicolare, non è passibile di incidenza negativa sull atmosfera. Misure di mitigazione: Le misure di mitigazione suggerite consistono in piccoli accorgimenti volti a limitare le emissioni in atmosfera di polveri e gas di scarico. Per quanto attiene alle polveri, le imprese operanti dovranno provvedere alla bagnatura superficiale delle aree oggetto di lavorazione, rappresentate dal cantiere vero e proprio e dalle piste interne all area che vengono percorse dai mezzi impiegati, soprattutto 252

254 nei periodi caldi e secchi, in cui anche l azione del vento potrebbe intervenire in maniera sinergica ad aumentare l emissioni polverulente. Per quanto riguarda i mezzi meccanici, dovranno essere dotati di sistemi di abbattimento delle emissioni, in linea con la più recente normativa comunitaria. Inoltre, è bene valutare la tempistica relativa all attuazione dei sei interventi, con una valutazione approfondita degli effetti cumulativi e sinergici che potrebbero verificarsi in corso di realizzazione. La realizzazione del parco pubblico, in uno alla salvaguardia e valorizzazione dell asta torrentizia, come prevista nell ambito, può assumere la valenza di misura compensativa, atteso che la presenza di un area verde all interno di un tessuto edificato può contribuire ad un miglioramento della qualità dell aria. Paesaggio Fase di esecuzione: Gli interventi, in fase di esecuzione, possono generare interferenze con la componente paesaggio, in quanto l area risulta visibile dai principali punti panoramici, oltre ad essere situata a margine dell abitato di Scario. Le interferenze indotte dalla cantierizzazione hanno una durata temporanea e limitata nel tempo. Fase di esercizio: La percezione del paesaggio può venire alterata dalla realizzazione delle opere edilizie di nuova costruzione previste nell ambito; è bene evidenziare per quanto attiene agli aspetti paesaggistici, che il Puc recepisce e condivide le previsioni del vigente Piano paesistico, per quanto concerne scelte localizzative, tipologiche e dimensionali. L area in questione rientra nell ambito di riqualificazione degli insediamenti rurali infrastrutturati esistenti del PTP, è ubicata immediatamente a ridosso ed in continuità con parte dell insediamento di più recente formazione di Scario, e si propone, pertanto, come naturale area di completamento e riqualificazione urbana. Misure di mitigazione: La minimizzazione delle interferenze negative sulla componente paesaggistica può essere attuata, tenendo conto dell andamento orografico del terreno, riducendo al minimo indispensabile le opere di modifica del suolo (scavi) e di impatto visivo; inoltre, nella sistemazione a verde delle superfici si dovrà utilizzare specie vegetali autoctone e tali da avere funzioni schermanti oltre effetti di mitigazione degli impatti visuali. La realizzazione del parco pubblico per una superficie di circa Mq 8.000,00, in uno alla valorizzazione dell asse torrentizio, produrrà un effetto compensativo sulla percezione generale dell ambito. Rifiuti Fase di esecuzione: In fase di esecuzione è prevedibile la produzione di rifiuti dovuti alle varie operazione di cantiere ed ai materiali utilizzati, rifiuti che saranno opportunamente smaltiti presso discariche autorizzate, non producendo incidenze negative. I rifiuti da escavazione di materiale terroso potranno essere riutilizzati in loco, negli interventi di realizzazione del parco pubblico e di sistemazione idrogeologica dell asse torrentizio. Fase di esercizio: L aumento del carico antropico dovuto alla realizzazione di complessivi 16 alloggi, tra edilizia residenziale privata, con correlate superfici commerciali e direzionali, ed edilizia residenziale pubblica, nonché la realizzazione di attrezzature turistiche o di supporto, con relativi standards urbanistici comporterà ad un aumento della produzione di rifiuti di tipo solido urbano che, differenziati secondo le modalità in uso nel Comune, potranno essere smaltiti senza creare interferenze negative sull ambiente circostante. La produzione di rifiuti nella fase di esercizio, quindi, non è passibile di interferire negativamente con il sistema ambientale. Misure di mitigazione: Nessuna. DESCRIZIONE DELLE INTERFERENZE CON LE COMPONENTI BIOTICHE Habitat Fase di esecuzione: Non si rileva nell area individuata dall ambito ATi_7 la presenza di alcuno degli habitat cartografati per la Zona di Protezione Speciale IT E possibile affermare che la realizzazione degli interventi non genera interferenze con gli habitat oggetto di tutela, né frammentazione degli stessi. Fase di esercizio: La fruizione delle aree oggetto del comparto non presenta incidenze negative sugli habitat oggetto di tutela. Misure di mitigazione: Pur non rilevandosi la presenza di Habitat tutelati ai sensi del DPR 357/97, gli interventi previsti nell ambito sono passibili di incidenza su superfici semi naturali, aree classificate prevalentemente come cespuglietti e arbusteti; al fine di minimizzare i potenziali impatti negativi è necessario uno studio di maggior dettaglio da allegare alla progettazione definitiva, in cui dovranno essere evidenziate le caratteristiche vegetazionali specifiche dell ambito, al fine di proporre misure di compensazione in grado di ricreare, nelle aree destinate a verde, ambienti simili a quelli sottratti nel corso della esecuzione degli interventi previsti. 253

255 Specie animali Fase di esecuzione: Gli interventi previsti nell ambito sono passibili di incidenze negative sulle specie animali presenti; la realizzazione delle opere previste potrebbe generare interferenze negative, soprattutto nella fase di cantiere, a causa della sottrazione di habitat di specie e della rumorosità indotta dalle varie fasi di lavorazione, altro potenziale fattore di disturbo per la fauna e l avifauna. Fase di esercizio: Relativamente all impatto sulle specie animali, la fruizione delle opere realizzate potrebbe avere incidenze negative sulle specie animali. Misure di mitigazione: Nella realizzazione delle opere previste nell ambito, sono da evitare: soppressione di vegetazione spontanea afferente alla macchia mediterranea evoluta ed in evoluzione, anche al fine di preservare habitat di specie (soprattutto in relazione all erpetofauna potenzialmente presente); vietare lavorazioni notturne in fase di cantiere; è necessario inoltre predisporre impianti di illuminazione, sia pubblica che privata, tali da arrecare il minore disturbo alle specie notturne; nella realizzazione del parco pubblico e delle aree verdi, sarà necessario ricreare le condizioni per il recupero di habitat di specie, attraverso l utilizzo delle specie vegetali autoctone che compongono il panorama floristico dell ambito. Specie vegetali Fase di esecuzione: La realizzazione degli interventi previsti nell ambito potrebbe generare interferenze negative con le specie vegetali, dovute a sottrazione diretta di vegetazione, alla sottrazione indiretta imputabile al passaggio di mezzi pesanti durante le varie fasi di cantiere e all alterazione della composizione e struttura delle comunità vegetali, in particolare in prossimità dell asse torrentizio. Fase di esercizio: La fase di esercizio, e quindi la fruizione dell area, non interferisce negativamente con le specie vegetali. Misure di mitigazione: Al fine di minimizzare gli impatti sulla vegetazione è necessario prevedere che i cantieri non vengano installati su superfici permeabili, o comunque dove risultano presenti comunità floristiche indisturbate; bisogna ridurre al minimo il transito dei mezzi di cantiere lungo percorsi sterrati, al fine di ridurre le emissioni di polveri ed evitare la realizzazione di nuove piste di cantiere che potrebbero essere causa di sottrazione e/o frammentazione di comunità vegetali. Inoltre, sarà necessario prevedere nuovi impianti vegetazionali da effettuare con specie caratteristiche della flora autoctona, che dovranno ricostituire l attuale assetto vegetazionale nelle aree destinate a verde, nel parco pubblico e sui bordi della strada di progetto, così da assolvere anche alla funzione di ostacolo naturale (per le specie animali) e da rifugio per fauna ed avifauna DESCRIZIONE DELLE INTERFERENZE CON LE CONNESSIONI ECOLOGICHE Le connessioni ecologiche potrebbero essere interessate nella realizzazione degli interventi previsti nell ambito, in quanto lo stesso è attraversato da un cosiddetto corridoio fluviale, che sarà comunque oggetto di potenziamento in quanto si prevede, tra le altre, la realizzazione di opere a tutela e salvaguardia dell asse torrentizio. ATi_7: Insediamenti e infrastrutture a Scario Nord VALUTAZIONE DEL GRADO DI INCIDENZA Azione Componenti Componenti Connessioni biotiche abiotiche ecologiche Habitat Specie animali Specie vegetali Suolo Acqua Atmosfera Paesaggio Rifiuti 1 Realizzazione asse viario principale PP PP NP 2 Realizzazione di 10 alloggi di edilizia residenziale privata, con correlate superfici P NP NP commerciali e direzionali 3 Realizzazione di attrezzature turistiche o di supporto, con relativi standards urbanistici P PP PP 4 Realizzazione di n.6 alloggi di Edilizia Residenziale Pubblica P PP NP 5 Riqualificazione degli insediamenti esistenti NP NP NP 6 Realizzazione di un parco pubblico e riqualificazione asse torrentizio NS PP PP 254

256 Tipologia di azioni e/o opere PIU_1: Porto di Scario DESCRIZIONE DELL INTERVENTO L ambito presenta l obiettivo di garantire la compatibilità delle attività, delle infrastrutture e dei manufatti esistenti con la caratteristiche storiche, paesaggistiche ed ambientali del contesto nonché alla complessiva riqualificazione, potenziamento ed adeguamento dell infrastruttura portuale, prevedendo le opportune integrazioni di servizi e attrezzature, tra le quali: - adeguamento delle opere marittime (moli, banchine, pontili galleggianti); - adeguamento delle attrezzature di alaggio e varo; - sistemazione del piazzale, stazione marittima, locali per pescatori; - eventuali uffici, servizi portuali e servizi per i diportisti; - arredo urbano, pavimentazioni, illuminazione. Dimensioni e/o ambito di riferimento L ambito ha una superficie complessiva di Mq ,00 (comprensiva dello specchio acqueo), parzialmente inseriti nel perimetro della Zona di Protezione Speciale IT Complementarietà con altri piani/progetti Nessuna. Uso delle risorse naturali Gli interventi non prevedono utilizzo di risorse naturali. Produzione di rifiuti Gli interventi previsti nell ambito comporteranno una produzione limitata di rifiuti del tipo scarti edili, imputabili alle varie fasi di cantiere per la realizzazione degli interventi. Inquinamento e disturbi ambientali In corrispondenza delle fasi di cantiere, i lavori causeranno rumori e vibrazioni nell area d intervento, che potranno essere avvertiti anche nell adiacente centro storico. Considerato la tipologia di interventi, la localizzazione dell area portuale e la temporaneità dei potenziali fattori di disturbo, le incidenze sul sistema ambientale possono essere considerate irrilevanti. Rischio di incidenti per quanto riguarda le sostanze e le tecnologie utilizzate Il rischio di incidenti è quello ordinariamente correlato alle fasi di cantierizzazione delle opere. DESCRIZIONE DELLE INTERFERENZE CON LE COMPONENTI ABIOTICHE Suolo Fase di esecuzione: Gli interventi in progetto non avranno interferenze con la componente suolo nelle fasi di cantiere. Fase di esercizio: Ad interventi completati, le opere previste nell attuazione di questo comparto non interferiscono negativamente con il sistema suolo. Misure di mitigazione: Nessuna. Acqua Fase di esecuzione: Durante la fase di lavorazione si può presentare il rischio di sversamenti di sostanze inquinanti (percolati derivanti dalle attività di cantiere) che possono interessare il limitrofo torrente, Vallone San Luca, e l ambito marino delimitato dall area portuale. Dovranno essere presi tutti gli accorgimenti finalizzati ad evitare gli sversamenti al suolo di percolati. Fase di esercizio: Gli interventi non sono passibili di incidenza sulla componente idrica superficiale e sotterranea, a condizione di convogliare verso sistemi di scolo esistenti e/o di progetto le acque meteoriche e verso la rete fognante i reflui provenienti dalle attività specifiche legate all ambito portuale. L incremento della richiesta di dotazione idrica necessaria agli usi specifici che verranno attuati nell area, non avrà incidenze sulla risorsa idrica. Misure di mitigazione: Nessuna. 255

257 Atmosfera Fase di esecuzione: L esecuzione delle opere non avrà, nel complesso, interferenze negative sull atmosfera, in ragione della durata temporanea degli interventi. Fase di esercizio: Non sono prevedibili interferenze con l atmosfera in fase di esercizio. Misure di mitigazione: Nessuna Paesaggio Fase di esecuzione: Gli interventi, in fase di esecuzione, potrebbero genere interferenze con la componente paesaggio, in quanto l area portuale è perfettamente integrata con il centro storico della frazione Scario. E prevedibile, però, che la potenziale interferenza negativa sul paesaggio abbia durata legata al tempo strettamente necessario alla realizzazione delle opere. Fase di esercizio: La percezione del paesaggio potrebbe essere alterata. Misure di mitigazione: La realizzazione degli intervento previsti nell ambito dovrà attenersi strettamente alle indicazione del Piano Paesistico del Cilento Costiero. Rifiuti Fase di esecuzione: In fase di esecuzione è prevedibile la produzione di rifiuti dovuti alle varie operazione di cantiere ed ai materiali utilizzati, rifiuti che saranno opportunamente smaltiti presso discariche autorizzate, non producendo incidenze negative. Fase di esercizio: La maggiore produzione di rifiuti conseguente alla realizzazione delle opere previste nell ambito, non è passibile di interferire negativamente con il sistema ambientale. Misure di mitigazione: Nessuna. DESCRIZIONE DELLE INTERFERENZE CON LE COMPONENTI BIOTICHE Habitat Fase di esecuzione: Non si rileva nessuna interferenza sugli Habitat. Fase di esercizio: Le opere previste nell ambito non generano interferenze con gli Habitat. Misure di mitigazione: Nessuna. Specie animali Fase di esecuzione: Gli interventi previsti nell ambito non sono passibili di incidenze negative sulle specie animali presenti. Fase di esercizio: Relativamente all impatto sulle specie animali, la fruizione delle opere realizzate non presenta incidenze negative sulle specie animali. Misure di mitigazione: Nessuna. Specie vegetali Fase di esecuzione: La realizzazione degli interventi previsti nell ambito non ha interferenze con specie vegetali. Fase di esercizio: La fase di esercizio non interferisce negativamente con le specie vegetali. Misure di mitigazione: Nessuna DESCRIZIONE DELLE INTERFERENZE CON LE CONNESSIONI ECOLOGICHE Le connessioni ecologiche non vengono interessate nella realizzazione degli interventi previsti nell ambito. Azione 1 Garantire la compatibilità delle attività, delle infrastrutture e dei manufatti esistenti con la caratteristiche storiche, paesaggistiche ed ambientali del contesto 2 riqualificazione, potenziamento ed adeguamento dell infrastruttura portuale, prevedendo le opportune integrazioni di servizi e attrezzature PIU_1: Porto di Scario VALUTAZIONE DEL GRADO DI INCIDENZA Componenti biotiche Habitat Specie animali Specie vegetali Componenti abiotiche Suolo Acqua Atmosfera Paesaggio Rifiuti Connessioni ecologiche NP NP NP NP NP NP 256

258 Tipologia di azioni e/o opere PIU_2: Centro storico di Scario e tessuti urbani adiacenti DESCRIZIONE DELL INTERVENTO Il programma prevede la redazione di un Piano di Recupero per il centro storico di Scario nell ambito del quale prevedere taluni interventi strategici quali la valorizzazione della Torre e delle aree adiacenti con la realizzazione di un parco di uso pubblico attrezzato. Per il territorio urbanizzato individuato nell ambito PUA deve prevedere la tutela e la valorizzazione del patrimonio storico, culturale e testimoniale promuovendo misure di salvaguardia e di riqualificazione architettonico-morfologica, funzionale, sociale. Il PUA definirà, inoltre, gli interventi ammissibili di cui sopra assumendo quali principali finalità la conservazione integrale dei caratteri strutturali dell insediamento, della loro fruibilità. Dimensioni e/o ambito di riferimento L ambito ha una superficie complessiva di Mq , inseriti nel perimetro della Zona di Protezione Speciale IT Complementarietà con altri piani/progetti Nessuna. Uso delle risorse naturali Gli interventi non prevedono utilizzo di risorse naturali. Produzione di rifiuti Gli interventi previsti nell ambito comporteranno una produzione limitata di rifiuti del tipo scarti edili, imputabili alle varie fasi di cantiere per la realizzazione degli interventi. Non sono prevedibili aumenti nella produzione di rifiuti in seguito all attuazione degli interventi. Inquinamento e disturbi ambientali In corrispondenza delle fasi di cantiere, i lavori causeranno rumori e vibrazioni nell area d intervento, che potranno essere avvertiti nel centro storico. Considerato la tipologia di interventi, la localizzazione dell ambito e la temporaneità dei potenziali fattori di disturbo, le incidenze sul sistema ambientale possono essere considerate irrilevanti. Rischio di incidenti per quanto riguarda le sostanze e le tecnologie utilizzate Il rischio di incidenti è quello ordinariamente correlato alle fasi di cantierizzazione delle opere. DESCRIZIONE DELLE INTERFERENZE CON LE COMPONENTI ABIOTICHE Suolo Fase di esecuzione: Gli interventi in progetto non avranno interferenze con la componente suolo nelle fasi di cantiere, anche in virtù del fatto che gli interventi ammessi dal PUA dovranno assicurare la sostanziale inedificabilità degli spazi scoperti pubblici e privati. Fase di esercizio: Ad interventi completati, le opere previste nell attuazione di questo comparto non interferiscono negativamente con il sistema suolo. Misure di mitigazione: Nessuna. Acqua Fase di esecuzione: Non sono prevedibili interferenze con i corpi idrici superficiali e sotterranei nell esecuzione degli intervento. Durante le fasi di lavorazione per la realizzazione dell intervento strategico di valorizzazione della Torre e delle aree adiacenti, si può presentare il rischio di sversamenti di sostanze inquinanti (percolati derivanti dalle attività di cantiere) che possono interessare il limitrofo torrente a tempo. Fase di esercizio: Gli interventi non sono passibili di incidenza sulla componente idrica superficiale e sotterranea, a condizione di convogliare le acque meteoriche verso sistemi di scolo esistenti e/o di progetto. Misure di mitigazione: Dovranno essere presi tutti gli accorgimenti finalizzati ad evitare gli sversamenti al suolo di percolati, in special modo nella fase di recupero della Torre e delle aree adiacenti con la realizzazione di un parco di uso pubblico attrezzato. 257

259 Atmosfera Fase di esecuzione: L esecuzione delle opere non avrà, nel complesso, interferenze negative sull atmosfera, in ragione della durata temporanea degli interventi e della tipologia. Fase di esercizio: Non sono prevedibili interferenze con l atmosfera in fase di esercizio. Misure di mitigazione: Nessuna. Paesaggio Fase di esecuzione: Gli interventi, in fase di esecuzione, potrebbero genere interferenze con la componente paesaggi, producendo una temporanea modifica dello skyline. Fase di esercizio: Successivamente alla realizzazione degli interventi previsti nell ambito è prevedibile un incidenza positiva, conseguente alla valorizzazione paesaggistica dell area. Misure di mitigazione: Nessuna. Rifiuti Fase di esecuzione: In fase di esecuzione è prevedibile la produzione di rifiuti dovuti alle varie operazione di cantiere ed ai materiali utilizzati, rifiuti che saranno opportunamente smaltiti presso discariche autorizzate, non producendo incidenze negative. Fase di esercizio: La maggiore produzione di rifiuti conseguente alla realizzazione delle opere previste nell ambito, non è passibile di interferire negativamente con il sistema ambientale. Misure di mitigazione: Nessuna. DESCRIZIONE DELLE INTERFERENZE CON LE COMPONENTI BIOTICHE Habitat Fase di esecuzione: Non si rileva nessuna interferenza sugli Habitat. Fase di esercizio: Le opere previste nell ambito non generano interferenze con gli Habitat. Misure di mitigazione: Nessuna. Specie animali Fase di esecuzione: Gli interventi previsti nell ambito non sono passibili di incidenze negative sulle specie animali presenti. Fase di esercizio: Relativamente all impatto sulle specie animali, la fruizione delle opere realizzate non presenta incidenze negative sulle specie animali. Misure di mitigazione: Nessuna. Specie vegetali Fase di esecuzione: La realizzazione degli interventi previsti nell ambito non ha interferenze con specie vegetali. Fase di esercizio: La fase di esercizio non interferisce negativamente con le specie vegetali. Misure di mitigazione: Nessuna DESCRIZIONE DELLE INTERFERENZE CON LE CONNESSIONI ECOLOGICHE Le connessioni ecologiche non vengono interessate nella realizzazione degli interventi previsti nell ambito. Azione 1 Piano di Recupero per il centro storico di Scario nel quale prevedere la tutela e la valorizzazione del patrimonio storico, culturale e testimoniale promuovendo misure di salvaguardia e di riqualificazione architettonico morfologica, funzionale, sociale 2 Valorizzazione della Torre e delle aree adiacenti con la realizzazione di un parco di uso pubblico attrezzato PIU_2: Centro storico di Scario e tessuti urbani adiacenti VALUTAZIONE DEL GRADO DI INCIDENZA Componenti biotiche Habitat Specie animali Specie vegetali Componenti abiotiche Suolo Acqua Atmosfera Paesaggio Rifiuti Connessioni ecologiche NP NP NP NP NP NP 258

260 PIU_3: Fronte Mare Sud DESCRIZIONE DELL INTERVENTO Tipologia di azioni e/o opere Il Programma è finalizzato alla complessiva riqualificazione del fronte mare sud, in particolare, alla riqualificazione, restituzione, recupero e ricostituzione degli equilibri ambientali alterati ed al recupero dei preesistenti valori paesaggistici, dei percorsi e dei beni di interesse storico-culturale e testimoniale. Nello specifico prevede: 1. indirizzi e misure specifiche per gli interventi di protezione e ripascimento della spiaggia della Tragara; 2. le misure per la riqualificazione e il recupero dei manufatti esistenti nell ambito, storici e recenti, senza tuttavia prevedere alcun incremento delle volumetrie esistenti; 3. la riqualificazione della percorribilità pedonale dal lungomare di Scario alla fine della spiaggia della Tragara, con un organico intervento di arredo e pavimentazioni differenziate; 4. misure per la regolamentazione dell uso degli arenili; 5. realizzazione di un area a verde pubblico attrezzato di dimensione minima pari a Mq 1.000,00.. Dimensioni e/o ambito di riferimento L ambito ha una superficie complessiva di Mq ,00, inseriti nel perimetro della Zona di Protezione Speciale IT Complementarietà con altri piani/progetti Nessuna. Uso delle risorse naturali Gli interventi non prevedono utilizzo di risorse naturali da prelevare in loco. Produzione di rifiuti Gli interventi previsti nell ambito comporteranno una produzione limitata di rifiuti del tipo scarti edili, imputabili alle varie fasi di cantiere per la realizzazione degli interventi. Inquinamento e disturbi ambientali In corrispondenza delle fasi di cantiere, i lavori causeranno rumori e vibrazioni nell area d intervento, che potranno essere avvertiti anche nell adiacente centro storico. Temporanei e limitati saranno i fattori di disturbo imputabili alla realizzazione dell area a verde pubblico attrezzato. Gli interventi di protezione e ripascimento della spiaggia della Tragara potrebbero causare interferenze negative durante l esecuzione dei lavori che, di durata limitata, possono ritenersi trascurabili. Rischio di incidenti per quanto riguarda le sostanze e le tecnologie utilizzate Il rischio di incidenti è quello ordinariamente correlato alle fasi di cantierizzazione delle opere. DESCRIZIONE DELLE INTERFERENZE CON LE COMPONENTI ABIOTICHE Suolo Fase di esecuzione: Gli interventi in progetto non avranno interferenze con la componente suolo nelle fasi di cantiere. Fase di esercizio: Ad interventi completati, le opere previste nell attuazione di questo comparto non interferiscono negativamente con il sistema suolo, ma possono avere effetti positivi alla luce della regolamentazione dell uso degli arenili. 259

261 Misure di mitigazione: Nessuna. Acqua Fase di esecuzione: Non sono prevedibili interferenze con i corpi idrici superficiali e sotterranei nell esecuzione degli intervento. Durante le fasi di lavorazione per la realizzazione dell area verde attrezzata, si può presentare il rischio di sversamenti di sostanze inquinanti (percolati derivanti dalle attività di cantiere) che possono interferire con l ambiente marino. Fase di esercizio: Gli interventi non sono passibili di incidenza sulla componente idrica superficiale e sotterranea. Misure di mitigazione: Dovranno essere presi tutti gli accorgimenti finalizzati ad evitare gli sversamenti al suolo di percolati, in special modo nella fase di realizzazione dell area verde attrezzata. Atmosfera Fase di esecuzione: L esecuzione delle opere non avrà, nel complesso, interferenze negative sull atmosfera, in ragione della durata temporanea degli interventi e della tipologia. Fase di esercizio: Non sono prevedibili interferenze con l atmosfera in fase di esercizio. Misure di mitigazione: Nessuna. Paesaggio Fase di esecuzione: Gli interventi, in fase di esecuzione, potrebbero genere interferenze con la componente paesaggistica, producendo una temporanea modifica delle visuali privilegiate. Fase di esercizio: Successivamente alla realizzazione degli interventi previsti nell ambito è prevedibile un incidenza positiva, conseguente alla valorizzazione paesaggistica dell area. Misure di mitigazione: Nessuna. Rifiuti Fase di esecuzione: In fase di esecuzione è prevedibile la produzione di rifiuti dovuti alle varie operazione di cantiere ed ai materiali utilizzati, rifiuti che saranno opportunamente smaltiti presso discariche autorizzate, non producendo incidenze negative. Fase di esercizio: La produzione di rifiuti conseguente alla realizzazione delle opere previste nell ambito, non è passibile di interferire negativamente con il sistema ambientale. Misure di mitigazione: Nessuna. DESCRIZIONE DELLE INTERFERENZE CON LE COMPONENTI BIOTICHE Habitat Fase di esecuzione: Non si rileva nessuna interferenza sugli Habitat. Fase di esercizio: Le opere previste nell ambito non generano interferenze con gli Habitat. Misure di mitigazione: Nessuna. Specie animali Fase di esecuzione: Gli interventi previsti nell ambito non sono passibili di incidenze negative sulle specie animali presenti. Fase di esercizio: Relativamente all impatto sulle specie animali, la fruizione delle opere realizzate non presenta incidenze negative sulle specie animali. Misure di mitigazione: Nessuna. Specie vegetali Fase di esecuzione: La realizzazione degli interventi previsti nell ambito non ha interferenze con specie vegetali. Fase di esercizio: La fase di esercizio è passibile di incidenze positive sulle specie vegetali. Gli interventi di ripascimento della spiaggia della Tragara hanno come effetto il mantenimento e il ripristino dell arenile, su cui conseguentemente sarà possibile il naturale insediamento di specie vegetali. Misure di mitigazione: Nessuna 260

262 DESCRIZIONE DELLE INTERFERENZE CON LE CONNESSIONI ECOLOGICHE Le connessioni ecologiche non vengono interessate nella realizzazione degli interventi previsti nell ambito. Azione 1 indirizzi e misure specifiche per gli interventi di protezione e ripascimento della spiaggia della Tragara 2 le misure per la riqualificazione e il recupero dei manufatti esistenti nell ambito, storici e recenti, senza tuttavia prevedere alcun incremento delle volumetrie esistenti 3 la riqualificazione della percorribilità pedonale dal lungomare di Scario alla fine della spiaggia della Tragara, con un organico intervento di arredo e pavimentazioni differenziate 4 misure per la regolamentazione dell uso degli arenili 5 realizzazione di un area a verde pubblico attrezzato di dimensione minima pari a Mq 1.000,00 PIU_3: Fronte Mare Sud VALUTAZIONE DEL GRADO DI INCIDENZA Componenti biotiche Habitat Specie animali Specie vegetali Componenti abiotiche Suolo Acqua Atmosfera Paesaggio Rifiuti Connessioni ecologiche F NP NP NP NP NP NP NP NP F NP NP NP NP NP PIU_4: Versante costiero della Tragara Tipologia di azioni e/o opere DESCRIZIONE DELL INTERVENTO ll programma è finalizzato alla definizione di azioni di tutela ambientale, ma anche di riqualificazione insediativa e di valorizzazione/promozione, nel rispetto del principio di sostenibilità, delle attrezzature e dei manufatti esistenti, con riferimento ai quali il PUA definirà le modalità per ammettere calibrati interventi di completamento ed adeguamento della ricettività e dei servizi annessi e di supporto al turismo, nel rispetto delle previsioni delle norme strutturali del Piano comunale. In particolare le tipologie di azioni da prevedere nell ambito devono puntare: 1. Alla riqualificazione, restituzione, recupero e ricostituzione degli equilibri ambientali alterati; 2. Alla rifunzionalizzazione, ristrutturazione edilizia ed urbanistica, anche con la realizzazione di nuovi manufatti, migliorando la qualità dei servizi relativamente agli insediamenti esistenti; 3. Alla mitigazione degli impatti negativi paesistici ed ambientali degli sviluppi urbanistici pregressi ed in atto; 4. Al contenimento degli sviluppi infrastrutturali, in particolare viabilistici; 5. Al recupero dei caratteri territorio rurale ed aperto, dei percorsi e dei beni di interesse paesaggistico e naturalistico; 6. Alla realizzazione di un parcheggio pubblico di dimensione minima pari ad almeno Mq 1.100,

263 Dimensioni e/o ambito di riferimento L ambito ha una superficie complessiva di Mq ,00, inseriti nel perimetro della Zona di Protezione Speciale IT Costa tra Marina di Camerota e Policastro Bussentino e solo parzialmente nel perimetro del Sito d interesse Comunitario IT Fasce Interne di Costa degli Infreschi e della Masseta. Complementarietà con altri piani/progetti Nessuna. Uso delle risorse naturali Per gli interventi di recupero e ricostituzione degli equilibri ambientali alterati, dei percorsi e dei beni di interesse paesaggistico e naturalistico è prevedibile l utilizzo di risorse naturali da prelevare in loco, quali ad esempio pietrame, paleria, materiale terroso, etc., mentre per le altre tipologie di azioni previste non si prevede utilizzo di risorse naturali da prelevare in loco. Nella fase di esercizio, non è prevedibile l utilizzo di risorse naturali. Produzione di rifiuti Gli interventi previsti nell ambito comporteranno una produzione limitata di rifiuti del tipo scarti edili, imputabili alle varie fasi di cantiere per la realizzazione degli interventi. Inquinamento e disturbi ambientali In corrispondenza delle fasi di cantiere, i lavori causeranno rumori e vibrazioni nell area d intervento, che potranno essere avvertiti anche nell adiacente centro storico. Temporanei e limitati saranno i fattori di disturbo imputabili alla realizzazione parcheggio pubblico. Rischio di incidenti per quanto riguarda le sostanze e le tecnologie utilizzate Il rischio di incidenti è quello ordinariamente correlato alle fasi di cantierizzazione delle opere. DESCRIZIONE DELLE INTERFERENZE CON LE COMPONENTI ABIOTICHE Suolo Fase di esecuzione: Le azioni previste nell ambito potrebbero interferire con l attuale assetto idrogeologico delle aree interessate e quindi al fine di minimizzare gli impatti sul sistema suolo sarà necessario predisporre indagini geologiche specifiche e studi di dettaglio, specie per quanto concerne le condizioni reali di pericolosità pregresse ed indotte. Nell ambito di intervento, infatti, alcune aree ricadono in zone classificate dal vigente Psai a pericolo da frana moderato (P1), medio (P2) e molto elevato elevato (P4), a pericolo d ambito da frana moderato (Pa1) ed elevato (Pa3), a rischio da frana moderato (R1), medio (R2) e molto elevato (R4). Fase di esercizio: Ad interventi completati, le opere previste nell attuazione di questo comparto non interferiscono negativamente con il sistema suolo. Misure di mitigazione: Nessuna. Acqua Fase di esecuzione: Non sono prevedibili interferenze con i corpi idrici superficiali e sotterranei nell esecuzione degli intervento. Durante le fasi di lavorazione per il conseguimento degli obiettivi dell azione 2, rifunzionalizzazione, ristrutturazione edilizia ed urbanistica, anche con la realizzazione di nuovi manufatti, migliorando la qualità dei servizi relativamente agli insediamenti esistenti, si può presentare il rischio di sversamenti di sostanze inquinanti (percolati derivanti dalle attività di cantiere) passibili di interferire con i corpi idrici superficiali e sotterranei. Fase di esercizio: Gli interventi non sono passibili di incidenza sulla componente idrica superficiale e sotterranea. Misure di mitigazione: Dovranno essere presi tutti gli accorgimenti finalizzati ad evitare gli sversamenti al suolo di percolati, in special modo nelle fasi di cantierizzazione finalizzate alla ristrutturazione edilizia ed urbanistica. 262

264 Atmosfera Fase di esecuzione: L esecuzione delle opere non avrà, nel complesso, interferenze negative sull atmosfera. Fase di esercizio: Non sono prevedibili interferenze con l atmosfera in fase di esercizio. Misure di mitigazione: Nessuna. Paesaggio Fase di esecuzione: Gli interventi, in fase di esecuzione, potrebbero genere interferenze con la componente paesaggistica, producendo una temporanea modifica delle visuali privilegiate ad opera dell apertura dei cantieri. Fase di esercizio: Successivamente alla realizzazione degli interventi previsti nell ambito è prevedibile un incidenza positiva, conseguente alla valorizzazione paesaggistica dell area. Misure di mitigazione: Nessuna. Rifiuti Fase di esecuzione: In fase di esecuzione è prevedibile la produzione di rifiuti dovuti alle varie operazione di cantiere ed ai materiali utilizzati, rifiuti che saranno opportunamente smaltiti presso discariche autorizzate, non producendo incidenze negative. Fase di esercizio: La produzione di rifiuti conseguente alla realizzazione delle opere previste nell ambito, non è passibile di interferire negativamente con il sistema ambientale. Misure di mitigazione: Nessuna. DESCRIZIONE DELLE INTERFERENZE CON LE COMPONENTI BIOTICHE Habitat Fase di esecuzione: Non si rileva nessuna interferenza sugli Habitat. Fase di esercizio: Le opere previste nell ambito non generano interferenze con gli Habitat. Misure di mitigazione: Nessuna. Specie animali Fase di esecuzione: Gli interventi previsti nell ambito non sono passibili di incidenze negative sulle specie animali presenti. Fase di esercizio: Relativamente all impatto sulle specie animali, la fruizione delle opere realizzate non presenta incidenze negative sulle specie animali. Misure di mitigazione: Nessuna. Specie vegetali Fase di esecuzione: La realizzazione degli interventi previsti nell ambito non ha interferenze con specie vegetali. Fase di esercizio: La fase di esercizio non è passibile di incidenze negative sulle specie vegetali. Misure di mitigazione: Nessuna DESCRIZIONE DELLE INTERFERENZE CON LE CONNESSIONI ECOLOGICHE Una parte dell ambito ricade all interno di una core areas della Rete Ecologica Comunale, ma è possibile affermare che le tipologie di azioni previste in questo ambito non sono passibili di interferenze negative sulle connessioni ecologiche. Azione PIU_4: Versante costiero della Tragara VALUTAZIONE DEL GRADO DI INCIDENZA Componenti biotiche Habitat Specie animali Specie vegetali Componenti abiotiche Suolo Acqua Atmosfera Paesaggio Rifiuti Connessioni ecologiche 263

265 1 riqualificazione, restituzione, recupero e ricostituzione degli equilibri ambientali alterati 2 rifunzionalizzazione, ristrutturazione edilizia ed urbanistica, anche con la realizzazione di nuovi manufatti, migliorando la qualità dei servizi relativamente agli insediamenti esistenti 3 mitigazione degli impatti negativi paesistici ed ambientali degli sviluppi urbanistici pregressi ed in atto 4 contenimento degli sviluppi infrastrutturali, in particolare viabilistici recupero dei caratteri territorio rurale ed aperto, dei percorsi e dei beni di interesse paesaggistico e naturalistico 5 realizzazione di un parcheggio pubblico di dimensione minima pari ad almeno Mq 1.100,00 F F NP NP NP NP NP NP NP NP NP NP NP NP NP NP NP NP Tipologia di azioni e/o opere PIU_5: Marcaneto, Barbarola e Palazzone DESCRIZIONE DELL INTERVENTO ll programma è finalizzato alla tutela dei residuali valori paesaggistici ed ambientali dell area, al recupero dei valori compromessi e degradati, mediante azioni di rispristino, ed alla riqualificazione e valorizzazione degli insediamenti legittimamente esistenti, in un ottica unitaria e sistemica che persegue criteri di effettiva sostenibilità economica ed ambientale. Le azioni previste nell ambito, che dovranno precisare gli interventi per il perseguimento degli obiettivi enunciati attraverso analisi di supporto e determinazioni tecniche che ne consentano la valutazione sia in termini di fattibilità tecnico economica sia in termini di ricadute e sostenibilità ambientale; sono le seguenti: 1. la tutela e la riqualificazione paesaggistica ed ambientale; 2. la riqualificazione delle strutture insediative esistenti, anche e soprattutto mediante la promozione di interventi sistemici di ristrutturazione edilizia ed urbanistica, la realizzazione delle indispensabili opere di urbanizzazione primaria e secondaria, la promozione di iniziative per la diversificazione funzionale degli insediamenti; 3. la valorizzazione/promozione, nel rispetto del principio di sostenibilità, delle attrezzature e dei manufatti esistenti, con riferimento ai quali il PUA definirà le modalità per ammettere calibrati interventi di completamento ed adeguamento della capacità ricettiva e dei servizi annessi e di supporto al turismo; 4. nuovi insediamenti ricettivi (esclusivamente di tipo alberghiero) e di servizi al turismo (ristorazione, commercio, strutture ricreative) nelle aree compatibili da un punto di vista ambientale, idrogeologico e paesaggistico. Dimensioni e/o ambito di riferimento L ambito ha una superficie complessiva di Mq a ,00, inseriti nel perimetro della Zona di Protezione Speciale IT Costa tra Marina di Camerota e Policastro Bussentino. Complementarietà con altri piani/progetti Nessuna. Uso delle risorse naturali Non è prevedibile, per le tipologie di azioni previste,l utilizzo di risorse naturali da prelevare in loco. Nella fase di esercizio, non è prevedibile l utilizzo di risorse naturali. 264

266 Produzione di rifiuti Gli interventi previsti nell ambito comporteranno, in particolare nel corso della realizzazione delle azioni 2, 3 e 4, la produzione di rifiuti del tipo scarti edili, imputabili alle varie fasi di cantiere per la realizzazione degli interventi e materiali detritici, terrosi, proveniente dai movimenti terra che saranno necessari; mentre la prima tipologia dovrà essere smaltita presso discariche autorizzate, il materiale detritico potrà essere riutilizzato nell ambito, nelle operazioni di riqualificazione paesaggistica e ambientale di cui alla azione 1. Inquinamento e disturbi ambientali In concomitanza delle fasi di cantiere con la movimentazione di mezzi di cantiere, di macchine operatrici, di detriti, e di rifiuti da trasferire in discarica i lavori causeranno rumori, vibrazioni ed emissione di polveri nell area d intervento, che potranno essere avvertiti anche nel limitrofo tessuto residenziale. Il Pua potrà analizzare la sostenibilità ambientale delle azioni passibili di produrre incidenze significative, soprattutto in considerazione della notevole superficie dell ambito. Rischio di incidenti per quanto riguarda le sostanze e le tecnologie utilizzate Il rischio di incidenti è quello ordinariamente correlato alle fasi di cantierizzazione delle opere. DESCRIZIONE DELLE INTERFERENZE CON LE COMPONENTI ABIOTICHE Suolo Fase di esecuzione: Le azioni previste nell ambito potrebbero interferire con l attuale assetto idrogeologico delle aree interessate e quindi al fine di minimizzare gli impatti sul sistema suolo sarà necessario predisporre indagini geologiche specifiche e studi di dettaglio, specie per quanto concerne le condizioni reali di pericolosità pregresse ed indotte. Nell ambito di intervento, infatti, alcune aree ricadono in zone classificate dal vigente Psai a pericolo da frana moderato (P1), medio (P2) e molto elevato elevato (P4), a pericolo d ambito da frana moderato (Pa1), medio (Pa2) ed elevato (Pa3), a rischio da frana moderato (R1), medio (R2) e elevato (R3), con limitati e puntuali casi di rischio molto elevato (R4). Le potenziali interferenze relative al consumo della risorsa suolo, in conseguenza dell azione n. 4, potranno essere dettagliate nello studio di sostenibilità ambientale del Pua, che dovrà verificare che le aree destinate a nuovi insediamenti ricettivi e di servizi al turismo siano compatibili con gli obiettivi di conservazione e tutela ambientale. Fase di esercizio: Ad interventi completati, le opere previste nell attuazione di questo comparto, se se realizzate nel rispetto delle eventuali prescrizioni geologiche e della verificata sostenibilità ambientale, non interferiscono negativamente con il sistema suolo. Misure di mitigazione: Nessuna. Acqua Fase di esecuzione: Non sono prevedibili interferenze con i corpi idrici superficiali e sotterranei nell esecuzione degli intervento. Durante le fasi di lavorazione per il conseguimento degli obiettivi delle azioni 2, 3 e 4, si potrebbe presentare il rischio di sversamenti di sostanze inquinanti (percolati derivanti dalle attività di cantiere) passibili di interferire con i corpi idrici superficiali e sotterranei. Fase di esercizio: Gli interventi non sono passibili di incidenza sulla componente idrica superficiale e sotterranea. Misure di mitigazione: Dovranno essere presi tutti gli accorgimenti finalizzati ad evitare gli sversamenti al suolo di percolati, in special modo nelle fasi di cantierizzazione finalizzate alla ristrutturazione edilizia ed urbanistica. Inoltre, sarà necessario prevedere adeguate misure volte alla regimentazione delle acque meteoriche in eccesso e allacci alla rete fognante, esistente e/o di nuova realizzazione, per gli insediamenti ricettivi di tipo alberghiero e di servizi al turismo (ristorazione, commercio, strutture ricreative) di nuova realizzazione. Atmosfera Fase di esecuzione: L esecuzione delle opere, in relazione alla superficie interessata dall ambito, potrebbe produrre interferenze negative sull atmosfera, dovute alle emissioni di polveri e gas di scarico diretta conseguenza dell apertura dei cantieri e della esecuzione degli interventi. Fase di esercizio: Non sono prevedibili interferenze negative con l atmosfera in fase di esercizio; gli edifici e gli impianti interessati dagli interventi di ristrutturazione, adeguamento, riqualificazione, ampliamento e, soprattutto, quelli di nuova costruzione, dovranno essere realizzati in modo da soddisfare elevati standards prestazionali e richiedere bassi consumi energetici. Gli impianti e le attrezzature dovranno essere realizzati 265

267 perseguendo, quanto più possibile, l obiettivo dell autosufficienza energetica, ricorrendo anche all impiego di fonti energetiche rinnovabili. Misure di mitigazione: Le misure di mitigazione suggerite consistono in piccoli accorgimenti volti a limitare le emissioni in atmosfera di polveri e gas di scarico. Per quanto attiene alle polveri, le imprese operanti dovranno provvedere alla bagnatura superficiale delle aree oggetto di lavorazione, rappresentate dai cantieri vero e propri, soprattutto in coincidenza dei periodi caldi e secchi in cui anche l azione del vento potrebbe intervenire in maniera sinergica ad aumentare l emissioni polverulente; nella esecuzione delle opere, soprattutto quelle di nuova realizzazione, è necessario evitare l apertura di nuove strade e/o piste di cantiere, sfruttando la viabilità esistente. Per quanto riguarda i mezzi meccanici, dovranno essere dotati di sistemi di abbattimento delle emissioni, in linea con la più recente normativa comunitaria. Inoltre, è bene valutare la tempistica relativa all attuazione dei sei interventi, con una valutazione approfondita degli effetti cumulativi e sinergici che potrebbero verificarsi in corso di realizzazione. Paesaggio Fase di esecuzione: Gli interventi, in fase di esecuzione, potrebbero genere interferenze con la componente paesaggistica, producendo una temporanea modifica delle visuali privilegiate ad opera dell apertura dei cantieri. Fase di esercizio: Successivamente alla realizzazione degli interventi previsti nell ambito è prevedibile un incidenza positiva, conseguente alla valorizzazione paesaggistica dell intero ambito. Misure di mitigazione: Al fine di non alterare i caratteri percettivi del paesaggio, la realizzazione di nuovi insediamenti ricettivi e di servizi al turismo dovrà essere mitigata da opportuni interventi paesaggistici, quali nuovi impianti di alberi ed arbusti autoctoni, con effetti schermanti; inoltre, dovrà essere opportunamente valutata la possibilità di inserimento dei nuovi manufatti in aree dove si rileva la presenza di spazi naturali importanti, quali lembi boscati o macchie di vegetazione sclerofilla, al fine di suggerire idonee misure di compensazione. Rifiuti Fase di esecuzione: In fase di esecuzione è prevedibile la produzione di rifiuti dovuti alle varie operazione di cantiere ed ai materiali utilizzati, rifiuti che saranno opportunamente smaltiti presso discariche autorizzate, non producendo incidenze negative. Fase di esercizio: L aumento del carico antropico sarà imputabile alla realizzazione di nuove volumetrie alberghiere e di servizio al turismo (ristorazione, commercio, strutture ricreative), per cui è prevedibile un conseguente aumento della quantità di rifiuti prodotti, di tipo RSU che, differenziati secondo le modalità in uso nel Comune, potranno essere smaltiti senza creare interferenze negative sull ambiente circostante. La produzione di rifiuti nella fase di esercizio, quindi, non è passibile di interferire negativamente con il sistema ambientale. Misure di mitigazione: Nessuna. DESCRIZIONE DELLE INTERFERENZE CON LE COMPONENTI BIOTICHE Habitat Fase di esecuzione: Gli interventi previsti nell ambito sono passibili di produrre effetti negativi conseguenti alla sottrazione di habitat per la flora e per la fauna. Fase di esercizio: Le realizzazione degli interventi previsti nell ambito può generare interferenze negative con gli Habitat, in particolar modo l azione n. 4. Misure di mitigazione: Si dovranno prevedere impianti di idonee aree verdi di compensazione con l utilizzo di specie vegetali autoctone o dell areale ecologico ed eventuali misure finalizzate ad evitare frammentazione ed isolamento degli spazi naturali presenti nell ambito; si dovranno prescrivere, inoltre, modalità di delimitazione delle proprietà compatibili con il libero movimento della fauna terricola. Specie animali Fase di esecuzione: Gli interventi previsti nell ambito sono passibili di incidenze negative sulle specie animali presenti; la realizzazione delle nuove strutture potrebbe generare interferenze negative, soprattutto nelle fasi di cantiere, a causa della sottrazione di habitat di specie e della rumorosità indotta dalle varie fasi di lavorazione, altro potenziale fattore di disturbo per la fauna e l avifauna. Fase di esercizio: Relativamente all impatto sulle specie animali, la fruizione delle opere realizzate potrebbe avere incidenze negative sulle specie animali. Misure di mitigazione: Nella realizzazione delle opere previste nell ambito, sono da evitare: soppressione di aree boscate e vegetazione spontanea afferente alla macchia mediterranea evoluta ed in evoluzione, anche al fine di preservare habitat di specie (soprattutto in relazione all erpetofauna potenzialmente presente) o, ove necessario, prevedere opportune misure compensative; evitare quelle tipologie di recinzione che sono di ostacolo al libero passaggio della fauna; è necessario, inoltre, predisporre impianti di illuminazione, sia pubblica che privata, tali da arrecare il minore disturbo alle specie notturne. 266

268 Specie vegetali Fase di esecuzione: La realizzazione degli interventi previsti nell ambito potrebbe generare interferenze negative con le specie vegetali, dovute a sottrazione diretta di vegetazione, a sottrazione indiretta imputabile al passaggio di mezzi pesanti durante le varie fasi di cantiere e all alterazione della composizione e struttura delle comunità vegetali, in particolare in prossimità degli ambiti a maggior naturalità. Fase di esercizio: La fase di esercizio, e quindi la fruizione dell area, non interferisce negativamente con le specie vegetali. Misure di mitigazione: Al fine di minimizzare gli impatti sulla vegetazione è necessario prevedere che i cantieri non vengano installati su superfici permeabili, o comunque dove risultano presenti comunità floristiche indisturbate; bisogna evitare la realizzazione di nuove piste di cantiere che potrebbero essere causa di sottrazione e/o frammentazione di comunità vegetali. Inoltre, sarà necessario prevedere nuovi impianti vegetazionali da effettuare con specie caratteristiche della flora autoctona, che dovranno assumere la forma di interventi compensativi. DESCRIZIONE DELLE INTERFERENZE CON LE CONNESSIONI ECOLOGICHE L ambito ricade in area limitrofa alla core area della Rete Ecologica Comunale, ma è possibile affermare che le tipologie di azioni previste in questo ambito non sono passibili di interferenze negative sulle connessioni ecologiche. Azione 1 La tutela e la riqualificazione paesaggistica ed ambientale 2 Riqualificazione delle strutture insediative esistenti, anche e soprattutto mediante la promozione di interventi sistemici di ristrutturazione edilizia ed urbanistica, la realizzazione delle indispensabili opere di urbanizzazione primaria e secondaria, la promozione di iniziative per la diversificazione funzionale degli insediamenti 3 Valorizzazione/promozione, nel rispetto del principio di sostenibilità, delle attrezzature e dei manufatti esistenti, con riferimento ai quali il PUA definirà le modalità per ammettere calibrati interventi di completamento ed adeguamento della capacità ricettiva e dei servizi annessi e di supporto al turismo 4 Realizzazione di nuovi insediamenti ricettivi (esclusivamente di tipo alberghiero) e di servizi al turismo (ristorazione, commercio, strutture ricreative) nelle aree compatibili da un punto di vista ambientale, idrogeologico e paesaggistico PIU_5: Marcaneto, Barbarola e Palazzone VALUTAZIONE DEL GRADO DI INCIDENZA Componenti biotiche Habitat Specie animali Specie vegetali Componenti abiotiche Suolo Acqua Atmosfera Paesaggio Rifiuti Connessioni ecologiche F F NP NP NP NP NP NP NP PP PP NP 267

269 10. Sintesi non tecnica delle informazioni di cui ai capitoli precedenti Lo scopo della sintesi non tecnica è di rendere accessibili e facilmente comprensibili le questioni chiave e le conclusioni del rapporto ambientale, sia al grande pubblico, che ai responsabili delle decisioni. A tal fine la sintesi del presente Rapporto Ambientale è stata predisposta come documento separato rispetto al documento di valutazione generale (di cui tuttavia costituisce parte integrante e sostanziale), per garantirne la maggiore diffusione possibile, e ne è stato curato il linguaggio, affinché i suoi contenuti possano risultare efficacemente divulgabili. 268

270 ALLEGATI Allegato n.1 Allegato n.2 Allegato n.3 Allegato n.4 Allegato n.5 Allegato n.6 Allegato n.7 Quadro sinottico indicatori APAT Quadro sinottico indicatori ARPAC Piano di monitaraggio del vigente Ptcp Elenco dei soggetti competenti in materia ambientale Elenco dei soggetti costituenti il pubblico ed il pubblico interessato Quadro normativo di riferimento Le schede della componente operativa del Puc 269

271 Allegato n.1 - Quadro sinottico indicatori APAT Premessa: il Sistema Informativo Ambientale Nazionale (SINA) e gli indicatori selezionati La predisposizione di una base informativa di supporto, che descriva non solo lo stato dell ambiente ma anche le modificazioni in esso indotte dai meccanismi di interazione con il sistema economico e con le attività umane in genere, rappresenta un elemento fondamentale per ogni strategia orientata verso lo sviluppo sostenibile. Particolare rilevanza assume, pertanto, una visione integrata che consenta di mettere in evidenza le relazioni esistenti tra i fattori di Pressione (le attività antropiche e le modifiche che inducono sull ambiente), lo Stato (i dati derivanti dal monitoraggio e dai controlli) e le Risposte (le norme di legge, le politiche ambientali, le attività di pianificazione, etc), secondo il modello DPSIR. 52 E su tali considerazioni che si basa il Sistema Informativo Nazionale Ambientale (SINA): una architettura di rete con l obiettivo di consentire la razionalizzazione e il coordinamento delle iniziative di monitoraggio e di gestione delle informazioni di interesse ambientale e, quindi, di creare le condizioni affinché le conoscenze, che vengono da fonti molto differenziate, possano armonizzarsi e integrarsi a tutti i livelli territoriali, dal regionale al comunitario. Il Sistema Informativo Nazionale Ambientale è strutturato come un Sistema Nazionale Conoscitivo e dei Controlli in campo ambientale, dove l integrazione tra il sistema informativo e il sistema dei controlli e l inserimento nel sistema conoscitivo comunitario costituiscono l aspetto più rilevante ed innovativo. I meccanismi di integrazione su cui si sviluppa il sistema informativo sono dunque i seguenti: integrazione territoriale delle conoscenze ambientali a tutti i livelli, dal regionale al comunitario: una delle principali finalità del sistema agenziale è creare le condizioni affinché le conoscenze ambientali sviluppate da soggetti diversi possano essere aggregate definendo una visione omogenea e rappresentativa. Ciò comporta la definizione di un sistema di regole generali e la realizzazione di uno spazio fisico comune di conoscenza e comunicazione. A tale scopo sono state scelte tre principali linee di azione per costruire tale spazio comune: sviluppo di standard conoscitivi, identificazione di architetture standard di sistemi di gestione dell informazione, interconnessione fisica dei diversi poli della rete delle conoscenze ambientali; integrazione tra il sistema informativo ambientale ed il sistema dei controlli: le attività di monitoraggio e controllo ambientale hanno evidenziato negli ultimi anni alcune principali criticità quali: elevato livello di casualità, non elevato livello qualitativo e di standardizzazione, limitata significatività in termini conoscitivi. Ciò ha indotto il sistema agenziale a rivedere il rapporto tra il sistema di controllo e quello informativo, trasformando un percorso lineare - dove il sistema dei controlli rappresenta un atto isolato e terminale di un processo - in un percorso circolare nel quale i controlli costituiscono una delle principali fonti di alimentazione del sistema informativo che, a sua volta, rappresenta il presupposto indispensabile per pianificare efficacemente le attività di controllo; integrazione tra il sistema europeo EIOnet e il sistema nazionale: la struttura complessiva del sistema informativo nazionale è stato disegnata assumendo come riferimento il sistema conoscitivo europeo. Tale scelta permette di cogliere alcune opportunità: sfruttare appieno le esperienze e le competenze organizzative maturate in sede europea e favorire la partecipazione del nostro Paese alle attività comunitarie. Ai fini del nostro lavoro è, ovviamente necessario precisare che molto spesso la scala di riferimento offerta dall Annuario Apat non si presta a decrivere fenomeni di livello comunale, pertanto si è inteso riferirsi a tali indicatori principalmente per valutare la possibilità di riproporli e ri-costruirli su base comunale. Per ciascun indicatore sono presenti: la denominazione, la posizione nello schema DPSIR, 53 la finalità, la qualità dell'informazione, il livello di copertura spaziale e temporale, l'icona di Chernoff corrispondente allo stato e trend. Elementi per la definizione da parte dell APAT della qualità dell informazione sono stati: rilevanza: aderenza dell indicatore rispetto alla domanda di informazione relativa alle problematiche ambientali. accuratezza: è data da elementi quali comparabilità dei dati, affidabilità delle fonti dei dati, copertura dell indicatore, validazione dei dati. comparabilità nel tempo: completezza della serie nel tempo, consistenza della metodologia nel tempo. 52 L'Agenzia Europea dell'ambiente nel 1995 ha rielaborato il vecchio modello PSR, creando il modello Determinanti- Pressioni- Stato- Impatti-Risorse (DPSIR), che identifica e tiene conto di quei fattori legati alle attività umane, poco controllabili e difficilmente quantificabili, (trend economici, culturali, settori produttivi) e che incidono indirettamente ma in modo rilevante, nel determinare le condizioni ambientali. 53 Il DPSIR, sviluppato dall'agenzia Europea dell'ambiente a partire da un precedente schema (PSR) messo a punto dall'ocse (Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico), è stato adottato da APAT per la costruzione del Sistema conoscitivo ambientale. Lo stato, ovvero l insieme delle qualità fisiche, chimiche e biologiche delle risorse ambientali (aria, acque, suoli, ecc.) è alterato dalle pressioni, costituite da tutto ciò che tende a degradare la situazione ambientale (emissioni atmosferiche, produzione di rifiuti, scarichi industriali, ecc.) per lo più originate da attività (determinanti) umane (industria, agricoltura, trasporti, ecc. ), ma anche naturali. Questa alterazione provoca effetti (impatti) sulla salute degli uomini e degli animali, sugli ecosistemi, danni economici, ecc. Per far fronte agli impatti, sono elaborate le risposte, vale a dire contromisure (come leggi, piani di intervento, prescrizioni, ecc.) al fine di agire sulle altre categorie citate. 270

272 comparabilità nello spazio: numero di regioni rappresentate, uso da parte di queste di metodologie uguali o simili, affidabilità all interno della regione stessa. A ciascuna componente (rilevanza, accuratezza, comparabilità nel tempo e comparabilità nello spazio) viene assegnato un punteggio da 1 a 3 (1 = nessun problema, 3 = massime riserve). Il risultato derivato dalla somma con uguali pesi dei punteggi attribuiti a rilevanza, accuratezza, comparabilità nel tempo e nello spazio definisce la qualità dell informazione secondo la scala di valori definiti nella tabella seguente: Definizione della qualità dell informazione Punteggio Qualità dell informazione Somma valori ALTA Da 4 a 6 MEDIA Da 7 a 9 BASSA Da 10 a 12 Per quanto concerne l'assegnazione dello Stato e trend, si è proceduto distinguendo due casi: a) possibilità di riferirsi a obiettivi oggettivi fissati da norme e programmi, quali ad esempio le emissioni di gas serra, la percentuale di raccolta differenziata di rifiuti o la produzione pro-capite di rifiuti; b) assenza di detti riferimenti. Nel caso a) valgono le seguenti regole di assegnazione: il trend dell indicatore mostra che ragionevolmente gli obiettivi saranno conseguiti il trend dell indicatore è nella direzione dell obiettivo ma non sufficiente a farlo conseguire nei tempi fissati tutti gli altri casi Nel caso b) viene espresso un giudizio basato sull'esperienza personale, sulla conoscenza del fenomeno in oggetto attraverso la consultazione della letteratura o di esperti della materia. LEGENDA INDICATORI ISPRA: Modello DPSIR: Determinanti (D): le attività antropiche che generano fattori di pressione. A ciascuna attività può essere associato un certo numero di interazioni dirette con l'ambiente naturale. Ad esempio la determinante che genera il traffico è la domanda di mobilità di persone e merci. Pressioni (P): le emissione di inquinanti o la sottrazione di risorse (es. traffico) Stato (S): lo stato di qualità delle diverse componenti ambientali che si modifica - a tutti i livelli, da quello microscopico a quello planetario - in seguito alle sollecitazioni umane (es. concentrazioni di inquinanti in aria) Impatti (I): generalmente negativi, in conseguenza del modificarsi dello stato della natura che coincide, in genere, con un suo allontanarsi dalle condizioni inizialmente esistenti. (es. il mancato rispetto di un limite di protezione della salute causa un aumento di malattie respiratorie) Risposte (R): le azioni che vengono intraprese per contrastare gli effetti generati dai determinanti, in modo da limitare la generazione delle pressioni; ma anche interventi di bonifica per situazioni ambientalmente insostenibili, così come misure di mitigazione degli impatti esistenti. Possono essere azioni a breve termine (ad esempio targhe alterne come intervento di emergenza per contrastare un episodio acuto), oppure a medio/lungo termine (ricerca delle cause più profonde, risalendo fino alle pressioni e ai fattori che le generano). Qualità dell'informazione: Punteggio Qualità dell informazione Somma valori ALTA Da 4 a 6 MEDIA Da 7 a 9 BASSA Da 10 a 12 Copertura Spaziale: indica il livello di copertura geografica dei dati per popolare l'indicatore. I : Nazionale, laddove i dati sono aggregati e rappresentativi del solo livello nazionale; R x/20 : Regionale, laddove i dati rendono possibile una rappresentazione dell'informazione a livello regionale e sono disponibili dati per x regioni; P y/103 : Provinciale, laddove i dati rendono possibile una rappresentazione dell'informazione a livello provinciale e sono disponibili dati per y province; C z/8100 : Comunali laddove i dati rendono possibile una rappresentazione dell'informazione a livello comunale e sono disponibili dati per z comuni. Copertura Temporale: indica il periodo di riferimento della serie storica disponibile e/o dei dati riportati nella tabella. Stato e Trend: il trend dell indicatore mostra che ragionevolmente gli obiettivi saranno conseguiti il trend dell indicatore è nella direzione dell obiettivo ma non sufficiente a farlo conseguire nei tempi fissati tutti gli altri casi 271

273 Contaminazione del suolo Qualità dei suoli Ambiente e salute Popolazione e salute umana Tema SINAnet Nome Indicatore DPSIR Finalità Qualità Informaz. Tasso di incidentalità stradale S Soddisfare la crescente domanda di informazioni in tema di incidentalità stradale, fenomeno che coinvolge aspetti economici e socio-democulturali. Gli incidenti stradali, ogni anno, sottopongono la nostra società a ingenti costi sociali e umani. A livello europeo la stima del solo costo sociale è del 2% del PIL dell'ue. Pertanto Il monitoraggio del fenomeno supporta il pianificatore nelle scelte e interventi da attuare sul territorio nell'ottica di una sua gestione integrata. Infortuni da incidenti stradali I Monitorare il grado di sicurezza stradale e la sua evoluzione, fornendo in tal modo informazioni oggettive sull'entità dell'impatto diretto sulla salute e programmare di conseguenza le azioni da intraprendere sul territorio che integrino aspetti di natura ambientale, economica e sociale. Mortalità da incidenti stradali I Supportare le valutazioni dell'efficacia delle politiche di sicurezza promosse negli ultimi anni fornendo a pianificatori e studiosi informazioni utili circa le scelte e le azioni future da intraprendere nel campo della programmazione e gestione del territorio e delle infrastrutture, della sicurezza dei veicoli, dell'efficienza delle strutture sanitarie, della normativa in materia di sicurezza e della gestione del traffico. Affollamento D Valutare il grado di affollamento delle abitazioni, indice di una condizione che può influire sullo stato di salute e benessere degli occupanti. Copertura S T I, R I, R I, R I, R 1991, 2001 Stato e Trend Suolo Tema SINAnet Nome Indicatore DPSIR Finalità Qualità Informaz. Contenuto in metalli pesanti totali nei suoli agrari Bilancio di nutrienti nel suolo (Input/Output di nutrienti) Rischio di compattazione del suolo in relazione al numero e potenza delle trattrici Allevamenti ed effluenti zootecnici Aree usate per l'agricoltura intensiva Utilizzo di fanghi di depurazione in aree agricole S S P Descrivere il contenuto di metalli pesanti presenti nei suoli agrari per caratteristiche naturali e cause antropiche. Definire la situazione di deficit o di surplus di elementi nutritivi per unità di superficie coltivata. Stimare il rischio di compattamento del suolo, derivante dal ripetuto passaggio di macchine operatrici sul suolo agrario. P Quantificare la produzione di azoto (N) negli effluenti zootecnici sulla base della consistenza del patrimonio zootecnico. P Quantificare la SAU in modo intensivo, in quanto a essa sono riconducibili, in genere, maggiori rischi di inquinamento, degradazione del suolo e perdita di biodiversità. P Valutare l'apporto di elementi nutritivi e di metalli pesanti derivante dall'utilizzo di fanghi di depurazione in agricoltura. Copertura S T R 11/ Stato e Trend R 1994, 1998, 2000, 2002 I, R 1967, 1992, 1995, 2000 R 1994, 1998, 2000, 2002 R R

274 Inquinamento delle risorse idriche Risorse idriche e usi sostenibili Qualità dei corpi idrici Uso del territorio Potenziale utilizzo della risorsa idrica sotterranea P/S Monitorare e controllare l'utilizzo della risorsa idrica sotterranea su aree sempre più vaste del territorio nazionale e acquisire dati con un dettaglio continuamente crescente. Uso del suolo S Descrivere la tipologia e l'estensione delle principali attività antropiche presenti sul territorio, consentendo di rilevare i cambiamenti nell'uso del suolo in agricoltura e nelle aree urbane e l'evoluzione nella copertura delle terre dei sistemi seminaturali. Urbanizzazione e P Rappresentare l'estensione del territorio infrastrutture urbanizzato e di quello occupato da infrastrutture, forme principali di perdita irreversibile di suolo. Impermeabilizzazione del P Definire il grado di suolo impermeabilizzazione dei suoli, legato all'urbanizzazione, a scala nazionale. I, R I, R I, R I, R Acqua Tema SINAnet Nome Indicatore DPSIR Finalità Qualità Informaz. Macrodescrittori (75 percentile) Livello di Inquinamento da Macrodescrittori (LIM) S S Caratterizzare la qualità chimica e microbiologica dei corsi d'acqua. Valutare e classificare il livello di inquinamento chimico e microbiologico dei corsi d'acqua. Indice Biotico Esteso (IBE) S Valutare e classificare la qualità biologica dei corsi d'acqua. Stato Ecologico dei Corsi d'acqua (SECA) Stato Chimico delle Acque Sotterranee (SCAS) Prelievo di acqua per uso potabile S Valutare e classificare la qualità ecologica dei corsi d'acqua. S Definire il grado di qualità chimica dovuto a cause naturali e antropiche. P Misurare l'impatto quantitativo derivante dalla captazione delle acque. Copertura S T R 17/ R 18/ R 17/ R 17/ R 10/ Portate S Determinazione dei deflussi. Bacini idrografici nazionali 4/11 Stato e Trend - R 10/ Temperatura dell'aria S Valutazione andamento climatico. R Precipitazioni S Determinazione afflussi meteorici. R Medie dei nutrienti in chiusura di bacino P Informazioni utili per la caratterizzazione dei corsi d'acqua e loro apporto inquinante. Carico organico potenziale P Valutare la pressione esercitata sulla qualità della risorsa idrica dai carichi inquinanti che teoricamente giungono a essa. Depuratori: conformità del sistema di fognatura delle acque reflue urbane Depuratori: conformità dei sistemi di depurazione delle acque reflue urbane Programmi misure corpi idrici ad uso potabile R R R Valutare la conformità dei sistemi fognari ai requisiti richiesti dagli art.3 e 4 della Direttiva 91/271/CEE, recepita in Italia dal D.Lgs. 152/99 e s.m.i. Valutare la conformità dei sistemi di depurazione ai requisiti richiesti dagli art.3 e 4 della Direttiva 91/271/CEE, recepita in Italia dal D.Lgs. 152/99 e s.m.i. Verificare l'efficacia dei programmi di miglioramento per l'utilizzo di acque superficiali ad uso potabile. B R 1990, 1996, R 18/ R 2005 R 16/ Bacini idrografici: 12 bacini e 5 laghi 273

275 Zone Umide Zone Protette Biodiversità: tendenze e cambiamenti Qualità dell aria Emissioni Atmosfera e Cambiamenti Climatici Tema SINAnet Nome Indicatore DPSIR Finalità Qualità Informaz. Inventari locali (regionali e/o provinciali) di emissione in atmosfera (presenza di inventari e distribuzione territoriale) R Verificare presso gli enti locali (regioni e/o province) la disponibilità degli inventari locali di emissioni in atmosfera (inventari compilati o in fase di compilazione). S Copertura T I 2003 Stato e Trend Piani di risanamento regionali della qualità dell'aria R Fornire un'analisi delle misure intraprese dalle regione e province autonome per il rispetto dei limiti previsti dalla normativa per gli inquinanti atmosferici I, R 2001, 2002, 2003 Biodiversità e Aree Naturali Protette Tema SINAnet Nome Indicatore DPSIR Finalità Qualità Informaz. S Copertura T Stato e Trend Principali tipi di habitat presenti nelle aree protette Principali tipi di habitat presenti nei Siti d'importanza Comunitaria approvati e proposti (SIC/pSIC) Stato di conservazione dei SIC/pSIC Zone di Protezione Speciale (ZPS) Siti d'importanza Comunitaria approvati e proposti (SIC/pSIC) Pressione da infrastrutture di comunicazione in aree protette Zone umide di importanza internazionale Pressione antropica in zone umide di importanza internazionale S/R Stimare la distribuzione delle principali tipologie di habitat presenti all'interno delle aree protette e valutare indirettamente l'efficacia delle azioni di tutela intraprese per la conservazione della biodiversità a livello di habitat. S/R Porre in evidenza, per ogni regione, le diverse tipologie di habitat presenti sulla superficie regionale dei SIC/pSIC, per valutarne la rappresentatività ai fini della loro conservazione. S Stimare il grado di conservazione degli habitat naturali e seminaturali della Direttiva Habitat esistenti all'interno dei SIC/pSIC italiani. R Valutare la percentuale di territorio nazionale e regionale coperto da Zone di Protezione Speciale (ZPS), anche in rapporto alla suddivisione per zone biogeografiche. R Valutare la percentuale di territorio nazionale e regionale coperto da Siti di Importanza Comunitaria approvati e proposti (SIC/pSIC), anche in rapporto alla suddivisione per zone biogeografiche. P Valutare l'entità dello sviluppo della rete principale di comunicazione presente all'interno delle aree protette, quale indicatore di pressione antropica. S/R Valutare la copertura delle aree umide di importanza internazionale rispetto al territorio nazionale e definirne la tipologia di habitat. P Valutare l'entità delle pressioni potenzialmente interferenti con lo stato di conservazione delle zone umide di importanza internazionale. I 2003 I, R 2006 I, R 2006 I, R 2006 I, R 2006 I, R 2005 I, R I, R

276 Gestione dei rifiuti Produzione dei rifiuti Paesaggi o Foreste Superficie forestale: stato e variazioni S Rappresentare la situazione e l'andamento della copertura forestale nel tempo in funzione di tipologia, distribuzione territoriale e forma di governo. Entità degli incendi boschivi I Rappresentare il complesso fenomeno degli incendi boschivi evidenziando le caratteristiche degli eventi e il loro andamento nel tempo. Carbonio fissato dalle foreste italiane S Fornire una stima della capacità di fissazione di anidride carbonica da parte delle foreste italiane e del loro ruolo nella mitigazione dei cambiamenti climatici. Ambiti paesaggistici tutelati R Fornire l'estensione dei provvedimenti di vincolo su beni, valori ambientali d'insieme e bellezze paesistiche, con l'indicazione delle superfici regionali vincolate dal D.Lgs. 42/2004. I, R I, R I I, R, P 2005 Rifiuti Tema SINAnet Nome Indicatore DPSIR Finalità Qualità Informaz. Produzione di rifiuti totale e per unità di PIL P Misurare la quantità totale di rifiuti generati e la correlazione tra produzione dei rifiuti e sviluppo economico. Produzione di rifiuti urbani P Misurare la quantità totale di rifiuti generati. Produzione di rifiuti speciali P Misurare la quantità totale di rifiuti generati. Quantità di apparecchi contenenti PCB Quantità di rifiuti urbani raccolti in modo differenziato Quantità di rifiuti avviati al compostaggio e trattamento meccanico-biologico Quantità di rifiuti speciali recuperati Quantità di rifiuti smaltiti in discarica, totale e per tipologia di rifiuti P Misurare la quantità di apparecchi contenenti PCB. R Verificare il raggiungimento degli obiettivi di raccolta differenziata fissati dall'art.24 del D.Lgs. 22/97. P/R Verificare l'efficacia delle politiche di incentivazione del recupero di materia dai rifiuti. P/R Verificare l'efficacia delle politiche di gestione dei rifiuti con particolare riferimento all'incentivazione del recupero e riutilizzo dei rifiuti, sia di materia, sia di energia. P/R Verificare i progressi nell'avvicinamento all'obiettivo di riduzione dell'utilizzo della discarica come metodo di smaltimento dei rifiuti, così come previsto dal D.Lgs. 22/97, fornendo un'indicazione sull'efficacia delle politiche di gestione dei rifiuti. Numero di discariche P Conoscere il numero di discariche presenti sul territorio nazionale. Quantità di rifiuti inceneriti, totale e per tipologia di rifiuti Numero di impianti di incenerimento P/R Valutare le quantità di rifiuti che vengono smaltiti in impianti di incenerimento. P Verificare la disponibilità di impianti di termovalorizzazione a livello nazionale e regionale. Copertura S I, R I, R I, R 2003 I, R I, R I I, R I, R I, R I, R I, R T Stato e Trend 275

277 Rumore Radiazioni luminose Radiazioni non ionizzanti Campi elettromagnetici Radiazioni ionizzanti Ambiente Urbano Tema SINAnet Nome Indicatore DPSIR Finalità Qualità Informaz. Concentrazione di attività di radon indoor Stato di attuazione delle reti di sorveglianza sulla radioattività ambientale Densità impianti e siti per radiotelecomunicazione e potenza complessiva sul territorio nazionale Sviluppo in chilometri delle linee elettriche, suddivise per tensione, e numero di stazioni di trasformazione e cabine primarie in rapporto alla superficie territoriale Superamenti dei valori di riferimento normativo per campi elettromagnetici generati da impianti per radio-telecomunicazione, azioni di risanamento Superamenti dei limiti per i campi elettrici e magnetici prodotti da elettrodotti, azioni di risanamento Numero di pareri preventivi e di interventi di controllo su sorgenti di campi RF Numero di pareri preventivi e di interventi di controllo su sorgenti di campi ELF Osservatorio regionale normativa Brillanza relativa del cielo notturno S R D/P D/P S/R S/R R R R S Monitorare una delle principali fonti di esposizione alla radioattività per la popolazione. Valutare lo stato di attuazione dell'attività di sorveglianza sulla radioattività ambientale in Italia, relativamente alle reti esistenti, in conformità con programmi di assicurazione di qualità nazionali e internazionali. Quantificare le principali fonti di pressione sul territorio per quanto riguarda i campi RF. Quantificare le principali fonti di pressione sul territorio per quanto riguarda i campi ELF. Quantificare le situazioni di non conformità per le sorgenti di radiofrequenza (RTV e SRB) presenti sul territorio, rilevate dall'attività di controllo eseguita dalle ARPA/APPA, e lo stato dei risanamenti. Quantificare le situazioni di non conformità per le sorgenti ELF sul territorio e le azioni di risanamento. Quantificare la risposta alla domanda della normativa per quanto riguarda l'attività di controllo e vigilanza sugli impianti a RF (impianti radiotelevisivi, stazioni radio base per la telefonia mobile). Quantificare la risposta alla domanda della normativa per quanto riguarda l'attività di controllo e vigilanza sugli impianti ELF (linee elettriche, cabine di trasformazione). Valutare la risposta normativa alla problematica riguardante le sorgenti di radiazioni non ionizzanti anche in riferimento al recepimento della Legge Quadro 36/01. Monitorare la brillanza del cielo notturno al fine di valutare gli effetti sugli ecosistemi dell'inquinamento luminoso. Copertura S T Stato e Trend I, R I, R R 11/20, R 2003 I, R R 13/20 R 12/ R R 14/ R 13/ R I 1971, Percentuale della popolazione che vive dove la Via Lattea non è più visibile I Valutazione del degrado della visibilità del cielo notturno. I, P 1998 Traffico stradale P Valutare l'entità del traffico stradale, in quanto una delle principali sorgenti di inquinamento acustico. Popolazione esposta al rumore Sorgenti controllate e percentuale di queste per cui si è riscontrato almeno un superamento dei limiti S Valutare la percentuale di popolazione esposta a livelli superiori a soglie prefissate. S Valutare in termini qualitativi e quantitativi l'inquinamento acustico. I, R C 48/ R 19/

278 Rischio geologico-idraulico Rischio tettonico Stato di attuazione dei piani di classificazione acustica comunale Stato di attuazione delle relazioni sullo stato acustico comunale Stato di approvazione dei piani comunali di risanamento acustico Osservatorio normativa regionale R R R R Valutare lo stato di attuazione della normativa nazionale sul rumore con riferimento all'attività delle Amministrazioni Comunali in materia di prevenzione e protezione dal rumore ambientale. Valutare lo stato di attuazione della normativa nazionale sul rumore, con riferimento all'attività delle Amministrazioni in materia di predisposizione della documentazione sullo stato acustico comunale. Valutare lo stato di attuazione della normativa nazionale sul rumore con riferimento all'attività delle Amministrazioni in materia di pianificazione e programmazione delle opere di risanamento. Valutare la risposta normativa delle regioni alla problematica riguardante l'inquinamento acustico, con riferimento all'attuazione della Legge Quadro 447/95. R19/20 C 7692/ R 19/ R19/20 C 7628/ R 2003 Rischio naturale Tema SINAnet Nome Indicatore DPSIR Finalità Qualità Informaz. S Copertura T Stato e Trend Fagliazione (Faglie capaci) superficiale S Individuare le aree a più elevata pericolosità sismica, offrendo pertanto elementi conoscitivi essenziali per la pianificazione territoriale. Eventi sismici S Definire la sismicità nel territorio italiano in termini di magnitudo massima attesa, tempi di ritorno, effetti locali, informazioni utili per una corretta pianificazione territoriale. Classificazione sismica R Fornire un quadro aggiornato sulla suddivisione del territorio italiano in zone caratterizzate da differente pericolosità sismica, alle quali corrispondono adeguate norme antisismiche relative alla costruzione di edifici e altre opere pubbliche. Eventi alluvionali I/P Fornire, nell'ambito dei dissesti idrogeologici a scala nazionale, un archivio aggiornato del numero di eventi alluvionali, determinati principalmente da fenomeni meteorici intensi. Stato di attuazione dei Piani Stralcio per l'assetto Idrogeologico Progetto IFFI: Inventario dei Fenomeni Franosi d'italia Comuni interessati da subsidenza R S S Verificare la presenza di Piani stralcio per l'assetto Idrogeologico (PAI) per l'individuazione delle aree a rischio idrogeologico e la perimetrazione delle aree da sottoporre a misure di salvaguardia. Fornire un quadro completo e omogeneo della distribuzione dei fenomeni franosi sul territorio nazionale. Fornire un quadro generale del fenomeno della subsidenza e del suo impatto sul territorio nazionale. I I R 2005 I I Bacini R 19/20 P96/103 C 643/8101 Luglio

279 Allegato n.2 - Quadro sinottico indicatori ARPAC Premessa Gli indicatori ambientali individuati per le singole tematiche oggetto dell RSA campano rappresentano gli strumenti necessari per una comunicazione essenziale, comprensibile e sintetica sia dello stato dell ambiente sia dell efficacia delle strategie di governo del territorio messe in atto in regione. L ISPRA ha elaborato un primo set SINAnet di 225 indicatori prioritari, estratti da un nucleo iniziale di circa 550 suggeriti dall EEA, idonei a rappresentare determinati fattori o matrici ambientale e a garantire una buona copertura spaziale e temporale. Sulla base di questo core-set, sono stati scelti, per la RSA Campania, quegli indicatori che maggiormente rappresentano la realtà del territorio regionale che rispondono ai requisiti di seguito indicati: validità scientifica sulla base di dati documentati e validati; semplicità di lettura ed interpretazione; rappresentatività rispetto alle tendenze evolutive; tempestività dell informazione rispetto a fenomeni potenzialmente irreversibili; facilità di reperibilità a costi ragionevoli; facilità di aggiornamento. Sulla base di questi criteri, l Arpa Campania ha individuato e popolato circa 175 indicatori relativi al territorio regionale. Per la redazione della RSA, sono stati estrapolati soltanto alcuni indicatori fondamentali funzionali alla descrizione delle specifiche tematiche. Per ciascun indicatore sono stati riportati: la categoria di appartenenza all interno del modello DPSIR; l obiettivo di qualità ambientale; lo stato; il trend in relazione all obiettivo. Lo sviluppo sociale e culturale ha portato in primo piano gli aspetti legati alla qualità della vita e dell ambiente. E sembrato quindi giusto assegnare ad ogni indicatore un obiettivo di qualità ambientale che è stato individuato, dove previsto, in riferimento alle normative comunitarie e nazionali. Nel caso di obiettivi non specificamente previsti da normative, viene proposto, se possibile, un obiettivo derivante da valutazioni relative alle aspettative di miglioramento della qualità ambientale delle risorse naturali per la tutela della salute e della qualità della vita. Lo stato è la fotografia della situazione attuale ed è così sinteticamente descritto: buono indifferente critico Per ciascun indicatore è riportato, infine, il trend evolutivo, rappresentato con frecce in relazione all obiettivo previsto: in miglioramento (avvicinamento agli obiettivi) indifferente ( stazionario rispetto agli obiettivi) in peggioramento (allontanamento dagli obiettivi) Anche in questo caso occorrerà individuare, tra quelli di seguito proposti, gli indicatori più opportuni a decrivere fenomeni di livello comunale, e soprattutto quelli che è possibile riproporre e ricostruire alla scala di dettaglio necessaria. 278

280 Suolo Andamento economico Andamento demografico Popolazione e salute umana Tema Nome Indicatore DPSIR Definizione oppure Target/obiettivo di qualità ambientale Popolazione residente Numero delle persone aventi la propria dimora abituale in un determinato ambito territoriale (Comune, Provincia, Regione). Densità Rapporto tra il numero delle persone residenti e la superficie del territorio di interesse. Saldo migratorio Differenza tra le iscrizioni anagrafiche per immigrazione e le cancellazioni per emigrazione. Saldo naturale Differenza tra il numero delle nascite e il numero dei decessi. Indice di dipendenza Rapporto percentuale fra la popolazione appartenente a classi d età tra 0 e 14 anni e 65 anni ed oltre e la classe comprendente popolazione tra 15 e 64 anni. Indice di vecchiaia Rapporto percentuale tra la popolazione con 65 anni e oltre e la popolazione con meno di 14 anni. PIL Flusso di nuovi beni e servizi prodotti in un anno o in un trimestre dato dalla somma della spesa in beni e servizi delle famiglie, delle imprese e del settore pubblico. Valore aggiunto Differenza, calcolata ai prezzi di base o di mercato, tra il valore della produzione di beni e servizi ed il valore dei beni e servizi intermedi consumati (materie prime e ausiliarie impiegate e servizi forniti da altre unità produttive). Unità di lavoro Numero di ore annue impiegate in percentuale nella produzione di beni e servizi rientranti nelle stime del PIL. Importazioni Valore dei beni e servizi acquisiti all esterno, introdotti nel territorio di riferimento. Esportazioni Valore dei beni e servizi trasferiti di beni e di servizi da operatori residenti a operatori non residenti. Investimenti Flusso annuale di nuovo capitale che si aggiunge allo stock di capitale già esistente. Occupati Numero di persone di 15 anni e più che soddisfano almeno uno dei seguenti requisiti: 1) avere un'attività lavorativa, anche se nel periodo di riferimento non ha effettuato ore di lavoro; 2) aver effettuato una o più ore di lavoro retribuite nel periodo di riferimento indipendentemente dalla condizione dichiarata; 3) aver effettuato una o più ore di lavoro non retribuite presso un'impresa familiare. Unità in cerca di occupazione Numero di persone di 15 anni e più non occupate, ovvero: a) disoccupati in senso stretto; b) persone in cerca di prima occupazione; c) altre persone che cercano lavoro. Forze di lavoro Somma del numero di persone occupate e delle unità in cerca di occupazione. Tasso di attività Rapporto percentuale tra le persone appartenenti alle forze di lavoro e la popolazione di 15 anni e più. Tasso di occupazione Rapporto percentuale tra le persone occupate e le forze di lavoro. Tasso di disoccupazione Rapporto percentuale tra le persone in cerca di occupazione e le forze di lavoro. Stato Trend Suolo Tema Nome Indicatore DPSIR Definizione oppure Target/obiettivo di qualità ambientale Uso del suolo D Non esistono obiettivi specifici nelle norme internazionali e nazionali. Gli ultimi due programmi di azione europei in campo ambientale (5EAP e 6EAP) e l Agenda 21 pongono, come obiettivi generali, l uso sostenibile del territorio, la protezione della natura e della biodiversità. Vendita di fertilizzanti minerali P L agricoltura costituisce uno dei settori chiave su cui (N,P,K) impostare azioni volte alla riduzione degli apporti di sostanze inquinanti, in linea con gli obiettivi di tutela delle acque previsti dal nuovo Piano Nazionale per lo Sviluppo Sostenibile in Italia. Le singole regioni hanno il compito di fissare un target specifico per il proprio territorio sulla base dei seguenti obiettivi: - riduzione dei consumi di fertilizzanti in valore assoluto (t/anno); target -10% entro il 2015; - riduzione dei consumi di fertilizzanti per unità di terreno concimabile (t/ha/anno); target-10% entro il Stato Trend 279

281 Acque superficiali e sotterranee Vendita di fitofarmaci (erbicidi, fungicidi, insetticidi) Allevamenti ed effluenti zootecnici Rischio di compattazione del suolo in relazione al numero e potenza delle trattrici Superficie percorsa da incendi P P P I L agricoltura costituisce uno dei settori chiave su cui impostare azioni volte alla riduzione degli apporti di sostanze inquinanti, in linea con gli obiettivi di tutela delle acque previsti dal nuovo Piano Nazionale per lo Sviluppo Sostenibile in Italia. Le singole regioni hanno il compito di fissare un target specifico per il proprio territorio sulla base dei seguenti obiettivi: - riduzione dei consumi di fitofarmaci in valore assoluto (t/anno); target -10% entro il 2015; - riduzione dei consumi di fitofarmaci per unità di terreno concimabile (t/ha/anno); target-10% entro il Occorre relazionare ed equilibrare il numero di capi allevati con il territorio disponibile per gli spandimenti. Non esistono obiettivi specifici nelle norme internazionali e nazionali. Gli ultimi due programmi di azione europei in campo ambientale (5EAP e 6EAP) e l Agenda 21 pongono, come obiettivi generali, l uso sostenibile del territorio, la protezione della natura e della biodiversità. La degradazione fisica è indicata tra i problemi del suolo anche dalla CE-COM (2002) 179. Non sono presenti riferimenti normativi relativi a questo indicatore; l obiettivo ultimo è costituito dalla prevenzione degli incendi. Numero incendi I Non sono presenti riferimenti normativi relativi a questo indicatore; l obiettivo ultimo è costituito dalla prevenzione degli incendi. Acqua Tema Nome Indicatore DPSIR Definizione oppure Target/obiettivo di qualità ambientale Volumi di risorsa idrica P Equilibrio del bilancio idrico e risparmio idrico idropotabile immessi in rete, erogati e fatturati per ATO Prelievo per determinante e per P Equilibrio del bilancio idrico e risparmio idrico fonte superficiale e sotterranea per ATO Carichi organici potenziali per P Bilancio depurativo determinante Stato Ambientale dei Corsi d'acqua (SACA) Stato Ambientale delle Acque Sotterranee (SAAS) Numero di stazioni per il monitoraggio chimicofisico, biologico (I.B.E.) ed idrometrografiche attive Numero di stazioni chimicofisiche per il monitoraggio delle acque sotterranee attive S Stato "SUFFICIENTE" entro il 31/12/2008 Stato "BUONO" entro il 31/12/2016 Mantenimento, ove già esistente, dello stato "ELEVATO" entro il 31/12/2016 S Stato "SUFFICIENTE" entro il 31/12/2008 Stato "BUONO" entro il 31/12/2016 Mantenimento, ove già esistente, dello stato "ELEVATO" entro il 31/12/2016 R Numero minimo di stazioni come da Tabella 6 All.1 D.Lgs. 152/99 R Individuazione acquiferi principali e monitoraggio quantitativo (frequenza mensile) e qualitativo (frequenza semestrale) Stato Trend 280

282 Natura e biodiversità Cambiamenti climatici Aria Atmosfera e Cambiamenti Climatici Tema Nome Indicatore DPSIR Definizione oppure Target/obiettivo di qualità ambientale Numero di superamenti del limiti normativi per il biossido di zolfo (SO2) Numero di superamenti del limiti normativi per il biossido di azoto (NO2) Numero di superamenti del limiti normativi per il monossido di carbonio (CO) S S S Stato Trend Rientrare nei limiti previsti dal nuovo DM Ambiente 60/2002 Rientrare nei limiti previsti dal nuovo DM Ambiente 60/2002 Rientrare nei limiti previsti dal nuovo DM Ambiente 60/2002 Numero di superamenti del limiti normativi per le polveri sospese totali (PTS) S Sostituire la misura di PTS con quella del PM10 in tutta la rete, come da DM Ambiente 60/2002 Numero di superamenti del limiti normativi per l'ozono troposferico (O3) S Rientrare nei limiti previsti dal DPCM 28/03/83 e dal DM 15/04/94 Effetti dell'inquinamento sulla composizione floristica: accumulo di metalli nelle foglie I Completare il monitoraggio chimico con le informazioni derivanti dal monitoraggio biologico Il monitoraggio dell'aria: n. di centraline fisse R Completare la rete di monitoraggio campana entro il 2006 e gestirla in maniera integrata Emissioni di CO2 P Riduzione entro il dell'8% rispetto al livello del 1990 (protocollo di Kyoto) Emissioni di CH4 P Riduzione entro il dell'8% rispetto al livello del 1990 (protocollo di Kyoto) Emissioni di N2O P Riduzione entro il dell'8% rispetto al livello del 1990 (protocollo di Kyoto) Temperatura media dell'aria S Non definito, è auspicabile che il trend crescente si interrompa, le stime devono essere basate su medie mobili pluriennali Eventi pluviometrici intensi S Non definito, è auspicabile che il trend crescente si interrompa, le stime devono essere basate sull'analisi statistica dei valori estremi Risparmio energetico con riduzione delle emissioni di gas serra R Non definito, è auspicabile che il trend sia crescente, le stime devono essere basate sull'analisi di dati affidabili Biodiversità e Aree Naturali Protette Tema Nome Indicatore DPSIR Definizione oppure Target/obiettivo di qualità ambientale N aree protette per tipologia (parchi, riserve, oasi, ecc ) Superficie aree protette/ superficie regionale N habitat individuati in attuazione della direttiva Habitat ed Uccelli (SIC, ZPS) R R R Garantire e promuovere, in forma coordinata la conservazione e la valorizzazione del patrimonio naturale del paese attraverso l istituzione di aree naturali protette. Garantire e promuovere, in forma coordinata, la conservazione e la valorizzazione del patrimonio naturale del paese attraverso l istituzione di aree naturali protette. Stato Trend Assicurare il ripristino o il mantenimento degli habitat naturali e delle specie di interesse comunitario. 281

283 Inquinamento elettromagnetico Inquinamento acustico Il ciclo dei rifiuti speciali Il ciclo dei rifiuti urbani Paesaggio Paesaggio e Beni Culturali Tema Nome Indicatore DPSIR Definizione oppure Target/obiettivo di qualità ambientale Superficie vincolata ai sensi dell art. 139 del D.Lgs. 490 del 1999 / superficie totale regionale Superficie vincolata ai sensi dell 146 del D. Lgs 490del 1999 / superficie totale Regionale R R Stato Trend Tutelare le aree che hanno cospicui caratteri di bellezza naturale Tutelare aree che hanno cospicui caratteri di bellezza naturale in ragione del loro interesse paesaggistico Rifiuti Tema Nome Indicatore DPSIR Definizione oppure Target/obiettivo di qualità ambientale Produzione totale e pro capite D, P Riduzione della produzione di RU di RU Raccolta Differenziata S, R Aumento della percentuale di RD: 25% entro il 2/2001 e 35% da 2003 Singolo materiale S, R Aumento del recupero delle frazioni riciclabili di RU Quantità di RU smaltiti in discarica Produzione totale e pro capite dei RS Produzione di RS non pericolosi P Riduzione della quantità di RU smaltiti in discarica D, P Riduzione della produzione di RS D, P Riduzione della produzione di RS non pericolosi Produzione di RS pericolosi D, P Riduzione della produzione di RS pericolosi Quantità di RS avviata al recupero Quantità di RS smaltita in discarica R P Aumento della quantità di RS recuperata Riduzione della quantità di RS smaltita in discarica Stato Trend Ambiente Urbano Tema Nome Indicatore DPSIR Definizione oppure Target/obiettivo di qualità ambientale Numero di richieste di intervento P Valutazione delle zone più disturbate per inquinamento acustico Numero interventi di controllo S, R Valutazione delle sorgenti più disturbanti Percentuale di superamenti dei limiti normativi Aree critiche per l'inquinamento elettromagnetico in Campania N. di superamenti dei limiti di legge per i campi RF N. di superamenti dei limiti di legge per i campi ELF S S S S Stato Trend Valutazione della popolazione esposta a limiti oltre la norma Completare il censimento degli impianti esistenti e la definizione delle aree a rischio Integrare i controlli con un monitoraggio delle aree sensibili Integrare i controlli con un monitoraggio delle aree sensibili 282

284 Dissesto idrogeologico Rischio sismico Rischio naturale Tema Nome Indicatore DPSIR Definizione oppure Target/obiettivo di qualità ambientale Numero dei principali eventi sismici in Campania Numero di edifici strategici vulnerabili per il rischio sismico Azioni di prevenzione per la riduzione del rischio sismico Superfici a rischio idrogeologico a scala di bacino idrografico (dato aggregato per Provincia) Distribuzione areale dei principali fenomeni di dissesto idrogeologico ed idraulico sul territorio regionale Numero di interventi programmati e finanziati per la riduzione del rischio idrogeologico e stato di avanzamento dei lavori S S R S S R Stato Trend Evidenziare la distribuzione epicentrale dei maggiori terremoti che hanno interessato la Regione Campania nell ultimo secolo. Ridurre il rischio sismico con priorità per gli edifici strategici (ospedali, scuole, caserme e prefetture) attraverso l'adeguamento alle norme antisismiche (D.L. n. 323/95) Promuovere efficaci politiche di difesa dal rischio sismico e di protezione civile attraverso specifiche azioni di riduzione del rischio. Adottare i Piani di Assetto Idrogeologico (PAI) ed applicare idonee misure di salvaguardia volte a perseguire azioni di difesa del suolo e di riduzione dell esposizione al rischio(art. 1, c. 1 D.L. 180/98) Individuare le aree che presentino il maggior grado di vulnerabilità e di pericolosità, al fine di evitare un incremento delle situazioni di rischio Programmare interventi organici di protezione e riassetto del territorio, per la riduzione del rischio idrogeologico nelle aree dove la maggiore vulnerabilità è legata al pericolo per le persone, le cose ed il patrimonio ambientale (art. 1, c.2 D.L.180/98) 283

285 Allegato n.3 Piano di monitoraggio del vigente Ptcp Misure previste in merito al monitoraggio Il sistema di monitoraggio messo a punto per il PTCP ha lo scopo di verificare le modalità e il livello di attuazione del piano, di valutare gli effetti delle linee d azione e di fornire indicazioni in termini di riorientamento del piano stesso. L ambito di indagine del monitoraggio comprende necessariamente: - il processo di piano, ovvero le modalità e gli strumenti attraverso cui il piano è posto in essere; - il contesto, ovvero l evoluzione delle variabili esogene, non legate alle decisioni di piano e su cui è basato lo scenario di riferimento; - gli effetti di piano, ovvero gli impatti derivanti dalle decisioni di piano, il grado di raggiungimento degli obiettivi in termini assoluti (efficacia) e di risorse impiegate (efficienza). In coerenza con quanto detto la progettazione del sistema di monitoraggio, in fase di elaborazione del piano, ha richiesto l organizzazione logica di una serie di attività: l identificazione dell ambito di indagine del monitoraggio (se è più utile monitorare l evoluzione delle singole componenti ambientali prese in considerazione, oppure la loro evoluzione in relazione ad ognuno dei sistemi strutturanti il Ptcp); la definizione degli indicatori da utilizzare; l organizzazione di modalità e tempi per la raccolta e per l elaborazione delle informazioni necessarie al loro calcolo, a partire dal SIT provinciale e da altre banche dati (regionali e nazionali); la definizione del sistema di retroazione (feedback), ovvero dei meccanismi in base ai quali ridefinire, se e quando necessario, obiettivi, linee d azione e politiche di attuazione del piano. In corso di attuazione del Ptcp, il monitoraggio si aprirà con una fase di diagnosi, finalizzata a comprendere le cause dell eventuale mancato raggiungimento degli obiettivi, dovute ad esempio a: errori o perdita di validità delle ipotesi assunte sulle variabili da cui dipende lo scenario di riferimento; conflitti o comportamenti non previsti da parte dei soggetti coinvolti nel processo; politiche di attuazione e gestione del Ptcp differenti rispetto a quelle preventivate; effetti imprevisti derivanti dall attuazione del Piano; effetti previsti ma con andamento diverso da quello effettivamente verificatosi. La diagnosi sarà dunque volta a ricercare il legame tra le cause e gli effetti dovuti alle decisioni di piano. A tal proposito, gli effetti possono essere presentati attraverso indicatori di pressione o di processo, anziché di stato, se il tempo di risposta di questi ultimi è tale da non riflettere in tempo utile i cambiamenti connessi alle azioni di piano. L interpretazione dei risultati del monitoraggio e l elaborazione di indicazioni per il ri-orientamento del Piano saranno inoltre argomento delle relazioni periodiche di monitoraggio (a scadenza biennale), che costituiranno la base per la terapia, ovvero per la verifica del raggiungimento degli obiettivi di piano e di sostenibilità prefissati, così da individuare tempestivamente gli impatti negativi imprevisti e adottare le opportune misure correttive. Gli indicatori Gli indicatori sono gli strumenti necessari per una comunicazione essenziale, comprensibile e sintetica sia dello stato dell ambiente, sia dell efficacia delle strategie di governo del territorio. Essi devono rispondere ad alcuni requisiti chiave che ne consentono essenzialmente la validità scientifica ed una relativa facilità di reperimento; in particolare devono: - essere rappresentativi della componenti ambientali e dei determinanti economici che si intende misurare ; - essere semplici e di agevole interpretazione; - indicare le tendenze nel tempo; - fornire un indicazione precoce sulle tendenze irreversibili; - essere basati su dati facilmente disponibili o disponibili a costi ragionevoli; - essere basati su dati adeguatamente documentanti e di qualità certa; - poter essere aggiornati periodicamente. Dal punto di vista dell efficacia nella descrizione del fenomeno o della tematica che si vuole rappresentare sinteticamente, gli indicatori non hanno alcun valore se gli obiettivi di qualità e sostenibilità ambientale non sono esplicitati mediante un valore soglia, un target o un valore di riferimento con cui confrontare l indicatore stesso, per valutare l allontanamento, l avvicinamento ed il trend rispetto agli obiettivi individuati. 284

286 Per il Piano di Monitaggio del PTC di Salerno sono stati presi in considerazione e costruiti differenti tipologie di indicatori. Si è fatto anche riferimento ad indicatori già inseriti in sistemi informativi esistenti, al fine di evitare la duplicazione di attività di analisi e valutazione (in coerenza con quanto stabilito dalla Direttiva comunitaria e dal D.Lgs. n.152/2006). Il sistema di monitoraggio, così come realizzato, si presta non solo a monitorare nel tempo l attuazione del Ptcp (ed i connessi impatti), ma rappresenta una vera a propria banca dati ambientale dell intero territorio provinciale, georeferenziata e costantemente aggiornabile, utile quale piattaforma conoscitiva per tutte le future iniziative pianificatorie e programmatorie dell Ente. In particolare, è utile qui evidenziare anche altri aspetti rilevanti del lavoro fatto: - - si è cercato di privilegiare la banca dati informativa del SIT dell Uffiico di Piano dell Ente, in ragione del rilevante patrimonio informativo accumulato dall ufficio a partire dal 1999, ed a garanziare della reale aggiornabilità dei dati stessi; - per quanto possibile, l elaborazione del dato privilegia la scala comunale, tanto per fornire informazioni di maggior dettaglio, quanto per costituire la base di partenza per le valutazioni ambientali ed i relativi sistemi di monitoraggio messi a punto dai singoli Comuni Linee guida per per la redazione del Preliminare di Piano contenente indicazioni per l elaborazione del Documento di Scoping elaborate dal Servizio Pianificazione Territoriale e Cartografico della Provincia di Salerno, pagg

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