INTRODUZIONE ALLA SARDEGNA 3 Ritratto della Sardegna 15 Note storiche

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1 SARDEGNA

2 INTRODUZIONE ALLA SARDEGNA 3 Ritratto della Sardegna 15 Note storiche LA SARDEGNA ZONA PER ZONA 23 Cagliari e il Sud 45 La Costa orientale 59 Il Centro e la Barbagia 83 La Costa occidentale 117 Il Nord e la Costa Smeralda Testi e disegni tratti da LE GUIDE MONDADORI SARDEGNA Milano, 2003

3 INTRODUZIONE ALLA SARDEGNA Ritratto della Sardegna

4 4 INTRODUZIONE ALLA SARDEGNA

5 RITRATTO DI SARDEGNA 5 Ritratto della Sardegna Tra le tante sensazioni che si provano quando si sbarca in Sardegna per la prima volta, forse quella che colpisce di più è dovuta all unicità di quest isola. Lontana, in mezzo al mare, la Sardegna è stata per millenni ai margini della storia e dei commerci del Mediterraneo: un mondo a parte, splendido e peculiare. Poi, di colpo, il XX secolo è piombato sull isola, con il sogno dell industria, gli equivoci e a volte gli scempi provocati dal turismo, un afflusso di visitatori estivi in crescita inarrestabile. Ma confondere l anima sarda con il bianco candido delle spiagge e il blu profondo del mare è un errore. Certo, le coste sono splendide, anche se a tratti l edilizia sfrenata le ha rovinate. Ma è soprattutto l interno dell isola, stranamente selvaggio e impervio pur essendo privo di grandi montagne, a meritare una conoscenza più approfondita. L ambiente naturale è ricchissimo, fatto di luoghi completamente diversi (si alternano suoli calcarei, granitici, alluvionali), di panorami che mutano dall orizzontale al verticale in pochi chilometri. La presenza dell uomo nell interno ha origini millenarie: le vestigia delle antiche civiltà dei re pastori costellano l isola, a riprova del fatto che i Sardi, da sempre, hanno preferito guardare verso l interno della propria isola invece che scrutare i lontani orizzonti marini. CENTRO DEL MEDITERRANEO Dal mare, come dice un proverbio sardo, venivano ladri e predoni: furat chie venit da-e su mare. Sulle coste sbarcarono infatti, nei secoli, i Punici, i Romani, i Genovesi in perenne lotta con i Pisani e con gli Arabi, gli Spagnoli e, infine, i Piemontesi di casa Savoia. Tutti hanno lasciato le tracce architettoniche e culturali che fanno la ricchezza della Sardegna d arte: chiese e ipogei, statue e affreschi che oggi rappresentano una delle grandi attrattive dell isola-crocevia. Ma nessuno, mai, riuscì a mutare profondamente l anima della Sardegna, fatta di pastorizia, di pietre e di foreste dove il leccio e la sughera contendono il passo al cinghiale. Società, lingua e cultura Nell interno il ciclo dell agricoltura e i tempi della pastorizia scandiscono il ritmo delle stagioni. Le antiche tradizioni in cui si fondono la religiosità cattolica e le reminiscenze

6 6 INTRODUZIONE ALLA SARDEGNA delle altre precedenti religioni si manifestano in una serie di feste e celebrazioni che si basano spesso sul rapporto strettissimo dell uomo con la natura. Nell interno dell isola si parlano una serie di dialetti fortemente differenziati, e la lingua dei sardi deve molto al latino antico. Sopravvivono però influenze genovesi, spagnole e toscane, che fanno del sardo un vero e proprio mosaico composto da tante tessere quanti furono gli antichi conquistatori dell isola. Le feste, i matrimoni, la vita di tutti i giorni, soprattutto nell interno, sono accompagnati da una musica molto particolare. Definita da studiosi e musicisti come Peter Gabriel, che ha voluto il canto dei Tenores de Bitti nella sua collana di musica etnica unica in Europa, la musica tradizionale sarda attraversa oggi un momento di particolare sviluppo. Ricchissimo di voci e di strumenti, il panorama musicale dell isola ruota attorno al suono delle launeddas e alle quattro voci che compongono il Canto a tenores, che si può ascoltare durante le feste (soprattutto nelle aree centrali dell isola), e di cui è oramai reperibile un ampia discografia. LO SVILUPPO ECONOMICO Tra passato e modernità, la vicenda economica della Sardegna è stata complessa e ricca di contraddizioni. In principio furono l agricoltura e la pastorizia a reggere il peso principale dello sviluppo. Poi, dopo l Unità d Italia, geologi e ingegneri diedero il via allo sviluppo minerario di molte zone, tra cui il Sulcis, ricche di carbone e di metalli. Fondamentalmente povera, l industria mineraria isolana entrò in crisi soprattutto nel secondo dopoguerra, e oggi sembra destinata a una fine dolorosa. Lo sviluppo industriale, consistito nell apertura di alcuni poli di notevole importanza, non ha dato i risultati sperati e ha influito negativamente sull ambiente sardo. Ma, nello stesso momento, la comparsa dei potenti insetticidi degli anni Cinquanta ha ottenuto un risultato eclatante. In pochi anni le coste evitate da sempre perché poco salubri e popolate da zanzare portatrici di malaria sono divenute accessibili pur rimanendo selvagge e incontaminate. LA SARDEGNA OGGI: IL TURISMO Nato a piccoli passi, poi trasformatosi in una corsa senza limiti, lo sviluppo turistico dell isola ha avuto molti difetti, ma anche alcuni pregi. Ha fatto conoscere l isola nel mondo, ha aperto le porte della Sardegna verso l esterno, ha fatto parlare di ambiente e ha valorizzato la cultura e la storia. Dopo l abbuffata di cemento degli scorsi decenni sono nati o stanno per vedere la luce riserve naturali, parchi marini e un grande parco nazionale, il Gennargentu. Per chi ha conosciuto la wilderness del Golfo di Orosei e si è reso conto che in Sardegna ci sono ancora alcuni degli angoli naturali più selvaggi d Europa la via da intraprendere pare oramai chiara: coniuga-

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8 8 INTRODUZIONE ALLA SARDEGNA re turismo e ambiente, uscire dal circolo vizioso delle case necessarie a ospitare un numero di turisti estivi sempre più alto, favorire l interesse per le zone dell interno. Dopo il momento d oro del mare, l intera isola merita ora di essere scoperta e valorizzata. Un viaggio in Sardegna è un occasione per incontrare gente forse chiusa a un primo contatto, poi sempre più aperta, ospitale e affascinante; per conoscere una gastronomia ricca e varia; per scegliere tra i cento prodotti di un artigianato in grande rinascita; infine per scivolare dolcemente, tra una tappa e l altra del proprio itinerario, all interno di un paesaggio destinato a rimanere per sempre negli occhi e nel cuore. Il paesaggio marino Il mare della Sardegna, secondo le analisi chimiche effettuate da ambientalisti e ASL, è tra i più puliti d Italia. Le acque sarde sono discretamente ricche di fauna, i fondali sono in genere ben conservati e meta di subacquei e naturalisti. Le vertiginose scogliere a picco sul mare ospitano decine di specie di uccelli nidificanti e di rapaci. Nel Golfo di Orosei, dopo anni di ricerche, è stata nuovamente avvistata l agile foca monaca, il favoloso bue marino che, un tempo ampiamente diffuso, aveva dato nome a grotte e insenature. Nei mari di nord-ovest e nell area delle Bocche di Bonifacio per la quale da anni si parla della istituzione di una riserva marina internazionale è frequente l incontro con i delfini e con gli altri grandi mammiferi marini. LE COSTE DELLA SARDEGNA Le acque cristalline del Mar Mediterraneo lambiscono i 1849 km di costa che si rompono in una quantità impressionante di scogli e isolette (per la precisione 462). Piccole calette s alternano a scogliere levigate dal vento e dalle onde; spiagge di sabbia corallina dove il mare assume tutte le tonalità del verde e del blu lasciano il posto a dune di sabbia dorata su cui fioriscono il giglio selvatico e il cisto. Le aree più attrezzate, oltre alla celeberrima Costa Smeralda, sono la costa a sud di Olbia e quella all estremità sud-orientale, intorno a Villasimius. Solo alcuni tratti sono rimasti selvaggi: la costa Orientale, tra Orosei e Arbatax, e quella sudoccidentale, tra Baia Chia e Oristano (grazie alle servitù militari e alle concessioni minerarie).

9 RITRATTO DI SARDEGNA 9 Le dieci migliori spiagge della Sardegna LA PIÙ CITTADINA. Il Poetto, la spiaggia di Cagliari, è la più grande e vivace dell isola. Un tempo era molto famosa per i colorati casoni. LA PIÙ NASCOSTA Cala Domestica, protetta da una torre saracena, è invisibile dal mare, tanto che durante la Seconda guerra mondiale fu una base militare dei tedeschi. LE DUNE PIÙ ALTE. Sono quelle di Piscinas, 9 km di dune che arrivano fino a 50 m di altezza (le più alte d Europa) coperte di macchia mediterranea. LA PIÙ CARAIBICA Is Arutas, minuscoli chicchi di riso di quarzo su un mare verde smeraldo. Mancano solo le palme per l effetto tropicale. IL MARE PIÙ PULITO Bosa Marina, dal tipico aspetto un po retrò, è stata premiata in passato come una delle spiagge più pulite d Italia. IL MIGLIOR WINDSURF A Porto Pollo, Porto Puddu in sardo, c è un insenatura alla foce del fiume Liscia, con vento sempre fresco e teso. LA PIÙ ROSATA La spiaggia dell isola di Budelli, formata da pezzi di conchiglia, coralli e microrganismi marini ha incredibili riflessi rosa. LA PIÙ GIOVANE La Cinta, lunga 1 km, tra mare e laguna, amata dagli under 20. Ideale per windsurf e intense abbronzature. LA PIÙ SOLITARIA Berchida, con spiaggia candida e rocce rosse; si raggiunge al termine di una lunga strada bianca attraverso la macchia. LA PIÙ INACCESSIBILE Cala Luna, ci si arriva solo in barca o a piedi. Ricca di colori: acque turchesi, spiaggia candida, laguna blu, oleandri rosa, lentisco e mirto verdi.

10 10 INTRODUZIONE ALLA SARDEGNA Flora e fauna della Sardegna Dalle rocce del Gennargentu alle pianure del Campidano, dalle colline della Nurra alle rocce erose dal vento della Gallura, l isola offre grande varietà di ambienti naturali e di presenze vegetali. Il leccio domina la foresta, la sughera è sfruttata da secoli soprattutto nel nord, lentisco, cisto, mirto e corbezzolo profumano la macchia. Anche dopo decenni di sfruttamento la fauna è ricca e interessante. La macchia mediterranea e le foreste ospitano cervi e cinghiali. Sulle rocce assolate si muovono gli agili mufloni, nell area protetta di Monte Arcosu sopravvive una piccola popolazione di rari cervi sardi e all Asinara un branco di asinelli selvatici. Nella spettacolare cornice della Giara di Gesturi i cavallini allo stato brado pascolano e galoppano ancora in libertà. Sull isola sono presenti varie specie di rettili, ma è assente la vipera. LA MACCHIA MEDITERRANEA È un manto verde e fitto, spesso impenetrabile, che ricopre le regioni costiere e le montagne. Fiorisce in primavera e riposa in estate per riprendere a vivere in autunno. Per questo motivo, anche in inverno l isola è verdissima e colorata di bacche vivaci. Negli ultimi anni le aree di macchia mediterranea sono andate aumentando perché, dopo un incendio, le piante della macchia crescono più velocemente di quelle della foresta. Il nuraghe Con la loro forma a tronco di cono, 7000 nuraghi costituiscono parte integrante del paesaggio sardo. Simbolo della civiltà fiorita tra il 1800 e il 500 a.c. (anche se sacche di resistenza continuarono a esistere dopo la conquista romana), sono situati in posizione strategica per scopi difensivi. All inizio erano costituiti da una sola torre di grossi blocchi di pietra sovrapposti a secco. Con il tempo, ad essa si aggiunsero altre torri collegate da una cinta muraria fino a formare strutture imponenti come il nuraghe Losa di Abbasanta (OR), il Santu Antine di Torralba (SS), su Nuraxi di Barumini (CA) e il nuraghe Orrubiu a Orroli (NU). La loro funzione era quella di case-fortezza ai cui piedi si stendevano villaggi di capanne circolari, circondate da un muro di difesa. Oltre all architettura, la civiltà nuragica ha lasciato più di 500 bronzetti, ritrovati nelle tombe e presso i pozzi sacri.

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12 12 INTRODUZIONE ALLA SARDEGNA IL CULTO DEI MORTI Per seppellire i morti il popolo dei nuraghi costruì le imponenti Tombe di Giganti. Si tratta di costruzioni formate da un lungo corridoio coperto con grandi massi. Una stele monolitica di forma ovale, con apertura alla base inferiore, forma il fronte della tomba, che continua su entrambi i lati con due filari di pietre disposte ad arco. La stele centrale, centinata, poteva essere alta anche oltre tre metri. La pianta riproduce la linea delle corna del Dio Toro. Spesso l area della tomba è circondata da lunghe file di menhir antropomorfi. La musica e il ballo La musica della sardegna è una delle più antiche del Mediterraneo: lo testimonia il bronzetto nuragico dell VIII-VII secolo a.c. di Ittiri, conservato al Museo archeologico di Cagliari, che raffigura un suonatore di launeddas, strumento polifonico a tre canne tipico dell isola, utiizzato ancora oggi in processioni e balli. Difficile da suonare richiede una tecnica di respirazione circolare è formato da tre canne di diversa lunghezza: su tumbu (la più lunga), sa mancosa e sa mancosedda. Senza accompagnamento è invece il canto a Tenores, una polifonica a quattro voci maschili: sa boghe (voce solista, dirige il canto); sa contra e su basso (voci d accompagnamento, scandiscono le sillabe con suono gutturale), sa mesa boghe (mezza voce, ha il compito di amalgamare il coro). Il ballo è momento integrante di feste religiose e sagre legate all agricoltura e alla pastorizia. A testa alta, con il corpo rigido, i ballerini si muovono a piccoli passi tenendo immobile il corpo. IL MUSEO DELLA MUSICA A Tadasuni, un piccolo paese sulle rive del lago Omodeo, si nasconde un vero gioiello: il Museo degli strumenti della musica popolare della Sardegna, che raccoglie più di trecento strumenti musicali. Il merito è di Don Giovanni Dore, parroco del paese, che da anni setaccia l isola alla ricerca di strumenti. I più numerosi sono i caratteristici strumenti sardi, a fiato o ad aria, che vanno dallo zufolo alle launeddas, costruiti in genere in canna palustre.

13 RITRATTO DI SARDEGNA 13 Sono conservati anche numerosi tamburi, realizzati con membrane di pelle di cane, d asino o di capra. Il trimpanu veniva utilizzato per spaventare i cavalli e disarcionare i carabinieri. Non manca naturalmente anche l organetto, introdotto in Sardegna intorno alla metà dell Ottocento e costituito da cassa del canto, mantice e cassa dei bassi.

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17 NOTE STORICHE 17 Note storiche Antiche, molto antiche sono le origini della civiltà della Sardegna. I primi uomini la raggiunsero attraversando un ponte di terre emerse probabilmente fra 450 e anni fa, poi una serie di culture diverse dominò l isola fino all avvento della civiltà nuragica dei re pastori, che ha lasciato eccezionali testimonianze. Arabi si disputarono a lungo i favorevoli approdi sardi, fino a che le repubbliche marinare di Pisa e di Genova fecero la loro comparsa sugli agitati mari della Sardegna. A questo periodo risale la fioritura dello stile romanico sardo, poi tramutato, dopo la conquista aragonese, in gotico. Dopo 400 anni di dominio spagnolo, la Sardegna venne assegnata all Austria che la cederà, nel 1718, alla casa Savoia. Il regno di Sardegna sopravviverà fino all Unità italiana. Dopo un lento sviluppo economico, Tra i circa nuraghi costruiti in terra sarda, alcuni sono giunti fino a noi in ottime condizioni, come i complessi di Barumini e di Santu Antine e il nuraghe Losa. I Fenici raggiunsero la Sardegna anni prima di Cristo e si stabilirono sulle coste (Tharros, Nora, Bithia e Cagliari) e i Romani, al termine delle guerre puniche, si insediarono sull isola. Il controllo romano durò 700 anni e lasciò una serie di testimonianze importanti, ma alla caduta dell Impero l isola divenne nuovamente terra di conquista. Vandali, Bizantini, solo al termine della Seconda guerra mondiale verranno bonificate le paludi e gli stagni costieri: questo segnerà l inizio del turismo e della storia della Sardegna di oggi. La preistoria Anche se il ritrovamento di alcuni utensili litici a Perfugas attesta la presenza dell uomo sin dal Paleolitico (150 mila anni fa), è solo intorno al 9000 a.c. che la Sardegna inizia a essere popolata da popolazioni provenienti dall Asia Minore, dalle coste africane, dalla Penisola iberica e dalla Liguria. La ricchezza dei prodotti della terra e le miniere di ossidiana di Monte Arci assicurarono contatti e sviluppo. Intorno al 3000 a.c. i Sardi

18 18 INTRODUZIONE ALLA SARDEGNA erano divisi in tribù, vivevano in villaggi di capanne dal tetto di paglia e seppellivano i morti nelle domus de janas. Intorno al 1800 a.c. si verifica il passaggio da una società agricola a una pastorale e guerriera: la civiltà nuragica. Le capanne vengono costruite a ridosso della struttura difensiva del nuraghe. Al primo periodo ( a. C.) risalgono le Tombe di Giganti, per il culto dei morti. Fenici, Cartaginesi e Romani Intorno al 1000 a.c. i Fenici iniziarono a sfruttare i ripari delle coste sarde. Con l ntensificarsi degli scambi commerciali, circa 200 anni dopo, fondarono le città di Nora, Sulcis, Tharros, Olbia e, più tardi, quelle di Bithia e Karalis, attuale Cagliari. I buoni rapporti con i capi tribù durarono poco. I popoli nuragici, dopo un periodo di pace, attaccarono le colonie fenicie che, nel 509 a.c., chiesero aiuto a Cartagine. Nel 238 a.c. i Cartaginesi, sconfitti nella prima guerra punica, cedettero la Sardegna ai Romani, che ne fecero una loro provincia. Per oltre un secolo le popolazioni locali opposero una strenua resistenza, che si concluse solo nel 215 a.c. con la battaglia di Cornus (p 129). Ma i Romani non sottomisero mai l intera isola: nell interno la resistenza dei popoli nuragici continuò a lungo. Grazie ai Romani, tuttavia, l isola ebbe una sua rete viaria, templi, terme, acquedotti e anfiteatri. Il Medioevo dai Vandali agli Aragonesi Anno domini 456: i Vandali occupano la Sardegna. Pochi anni dopo l isola, occupata da Bisanzio, diviene una delle sette province africane dell Impero romano d Oriente. Nel vuoto di potere che segue, accentuato dalle invasioni arabe, nascono quattro principati autonomi: i giudicati di Torres, di Gallura, d Arborea e di

19 NOTE STORICHE 19 Cagliari. Intorno al 1000 Pisani e Genovesi, dopo aspre battaglie contro gli Arabi, occupano porzioni dell isola. Dopo un lungo periodo di contatti con l Aragona, nel 1295 papa Bonifacio VIII firma la bolla che nomina Giacomo II d Aragona Re di Corsica e Sardegna. Il 12 giugno del 1323 l infante Alfonso sbarca con il suo esercito in Sardegna. La dominazione spagnola Non è facile la conquista spagnola della Sardegna: i giudici d Arborea intraprendono una lunga guerra contro gli invasori, Alghero si ribella varie volte e la corona è costretta a dar vita, nel 1355, alle costituzioni, sorta di parlamento in cui sono rappresentate le sei maggiori città dell isola. Il potere passa definitivamente nelle mani degli Aragonesi solo nel 1409 quando, dopo la sanguinosa battaglia di Sanluri, il giudicato di Arborea viene cancellato e sostituito dal marchesato di Oristano. Con le nozze tra Ferdinando d Aragona e Isabella di Castiglia ha inizio, nel 1479, il periodo spagnolo dell isola. Nascono le università sarde (1562 Sassari, 1620 Cagliari) e la peste si abbatte a varie riprese sulla Sardegna. Nel 1714 l isola, in seguito al trattato di Utrecht, viene ceduta all Austria che, con il trattato di Londra, la lascerà a Vittorio Amedeo II di Savoia. Il Regno di Sardegna ( ) Tra i primi atti del governo sabaudo c è un piano per la rinascita delle università sarde. A causa di una profonda crisi economica e sociale, nell isola si diffonde il banditismo. Dopo la Rivoluzione del 1789 falliscono gli attacchi all isola da parte della Francia rivoluzionaria, ma nel 1795 la

20 20 INTRODUZIONE ALLA SARDEGNA Sardegna viene percorsa da fermenti: a Cagliari scoppia la sarda rivoluzione poi, nel 1799, la famiglia regnante si rifugia in Sardegna dopo l invasione francese della Savoia. A Cagliari e a Sassari, una grande folla chiede ai Savoia la fusione perfetta con il regno. Nel 1849 Garibaldi approda a Caprera e acquista una parte dell isola. Dodici anni dopo la Sardegna entra a far parte del Regno d Italia. La Sardegna dell Unità ( ) L industrializzazione della Sardegna avanza: nel 1871 entra in funzione il primo tronco della ferrovia sarda e ferve il lavoro nelle miniere del Sulcis e dell Iglesiente. Nascono i primi quotidiani, e a fine secolo Nuoro diviene la culla di un movimento culturale che darà i suoi frutti con Grazia Deledda. Nella Prima guerra mondiale, l eroismo della Brigata Sassari diviene il simbolo della rinascita sarda che, nel 1921, porterà alla nascita del Partito Sardo d Azione. Fra le due guerre si sviluppa l industria mineraria, nasce Carbonia (1938), e viene portato avanti un complesso piano di bonifica e di realizzazione di invasi artificiali importanti, come il lago Omodeo, creato da una diga sul fiume Tirso. Durante il conflitto le città costiere sono devastate dai bombardamenti. Il 31 gennaio del 1948 l Assemblea Costituente approva lo Statuto della Regione Autonoma della Sardegna. La Sardegna oggi Se la Sardegna odierna ha una data di nascita, probabilmente è il 12 aprile 1946, quando fu fondato l Ente Regionale per la Lotta Antianofelica, che porterà, nel 1950, alla bonifica delle paludi costiere. Le coste, rifuggite per millenni, divengono accessibili, e nasce la Sardegna del mare: la Costa Smeralda, invenzione dell Aga Khan degli Ismailiti, diviene un nome famoso in tutto il mondo. Nel frattempo, la vita dei sardi cambia, diminuiscono pastori ed agricoltori, si sviluppano l industria e il terziario causando però danni ingenti all ambiente naturale. Oggi la Sardegna è a un bivio. Da un lato, il proseguimento dello sviluppo senza freni, dall altro, una nuova, costante attenzione alla vera ricchezza dell isola: la natura incontaminata e la diversità degli ambienti.

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22 22 LA SARDEGNA ZONA PER ZONA Note

23 LA SARDEGNA ZONA PER ZONA Cagliari e il Sud

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25 CAGLIARI E IL SUD 25 Cagliari e il Sud Dune costiere alte fino a 50 metri, stagni salmastri dove nidificano colonie di fenicotteri rosa, foreste di macchia mediterranea in cui sopravvivono gli ultimi esemplari di cervo sardo. Ma in questa zona dell isola ci sono anche i più interessanti siti archeologici della regione, come quelli di Nora e Barumini. granaio dell isola, anche se oggi al lavoro dei campi si unisce quello delle fabbriche, che sono concentrate principalmente nell area di Cagliari. Il capoluogo della regione deve la sua origine sempre ai navigatori fenici. Ma l impronta più indelebile in questa città l hanno lasciata i dominatori aragonesi che hanno costruito il quartiere fortificato in cima alla rupe, tuttora chiamato Castello. CAGLIARI Per non parlare dell archeologia industriale dell area mineraria dell Iglesiente che dopo anni di crisi dovrebbe essere riconvertita al turismo. Nel Sulcis e nell Iglesiente le bellezze naturali si sposano sapientemente con gli edifici minerari del secolo scorso, simili a castelletti gotici ora invasi dalla macchia mediterranea. La storia mineraria della regione è antica e risale a 7000 anni fa, quando l isola era abitata da un popolo che aveva scoperto come estrarre e fondere rame e argento. Poi arrivarono i Fenici che trasportarono in tutto il Mediterraneo le ricchezze del sottosuolo sardo. Nel Medioevo furono i Pisani a dare nuova linfa alle miniere d argento, mentre il fascismo puntò tutto sul carbone, in nome dell autonomia energetica. Poco distanti dalla costa, San Pietro e Sant Antioco, isole non solo in senso geografico. I centri di Calasetta e Carloforte sono abitati dai discendenti di quei pescatori liguri che furono costretti a lasciare l Africa del Nord dove erano tenuti in ostaggio dai corsari barbareschi e che, della lontana Liguria, hanno mantenuto parlata, tradizioni culinarie e architettura delle case. Alle spalle delle montagne del Sud si apre la pianura del Campidano bordata da siepi di fichi d India e da filari di eucalipti. Questa zona da sempre è stata il Capoluogo della regione e importante porto al centro del Golfo degli Angeli, Cagliari si è sviluppata ai piedi della collina di Castello, il quartiere pisano-aragonese. Furono i Fenici, nell VIII-VI secolo a.c., a scegliere la riva orientale della laguna di Santa Gilla come approdo per rifornire le navi nelle rotte tra Libano e Penisola iberica. Kàralis, che significa città rocciosa, diventò presto uno dei centri commerciali più importanti del Mediterraneo. A dare a Cagliari l aspetto attuale furono i Pisani, che risiedevano in Castello. Ai Sardi, cui era consentito l ingresso solo durante il giorno, erano riservati i borghi murati di Stampace e Villanova, oggi quartieri centrali. Nel 1862 le fortificazioni vennero abbattute. La città moderna, circondata su tre lati dal mare e dagli stagni, si è espansa solo verso nord. VISITANDO CAGLIARI Via Roma è il primo impatto con la Sardegna per chi arriva dal mare. Il viale corre parallelo alla banchina del porto, con palazzi signorili costruiti

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27 CAGLIARI E IL SUD 27 nel secolo scorso e lunghi portici d impronta sabauda. Durante il giorno il viavai è continuo davanti ai negozi o nei caffè dove la gente sosta per chiacchiere rilassate. Alle spalle i vicoli di Marina, il vecchio quartiere abitato un tempo da mercanti e pescatori, con trattorie tradizionali, botteghe artigianali e negozi d antiquariato. Ma anche vicoli fatiscenti e osterie da angiporto. Largo Carlo Felice è un ampio viale alberato, realizzato nella seconda metà del secolo scorso, che prende il nome dal re di Sardegna, immortalato da una statua. All angolo con via Roma sorge il Palazzo Comunale, una costruzione di inizio secolo in stile neogotico, con bifore e torrette. È stato ricostruito dopo l ultima guerra. Nelle sale di rappresentanza si trovano dipinti di Giovanni Marghinotti e Filippo Figari. Nella sala della Giunta interessante il Trittico dei Consiglieri. Si può visitare rivolgendosi al custode. BASTIONI DI SAINT REMY Costruiti alla fine dell 800 sui bastioni spagnoli della Zecca e dello Sperone, si raggiungono da piazza Costituzione con una scala a tenaglia che porta alla Terrazza Umberto I. La vista spazia dai quartieri lungo il mare fino agli stagni e alla Sella del Diavolo; in lontananza le cime dei Sette Fratelli e di Monte Arcosu. Tutte le domeniche mattina la spianata si riempie dei banchetti di un colorato mercatino delle pulci. Al piano intermedio la passeggiata coperta utilizzata per mostre e manifestazioni. ANFITEATRO ROMANO Viale Fra Ignazio. # estate 9-13, ; inverno La più importante testimonianza della Cagliari romana risale al II secolo d.c. L anfiteatro è stato interamente scavato nella roccia, alla maniera dei teatri greci. Era utilizzato come circo per le belve feroci e per le naumachie (gli spettacoli che riproducevano le battaglie navali, in voga nell antica Roma). Un sistema di canalizzazioni permetteva di riempire la fossa di acqua. Durante il Medioevo crollarono le parti in muratura e le gradinate vennero utilizzate come cava di pietra per la costruzione di Castello. Sono arrivati fino a oggi la cavea, la fossa per le belve, i sottopassaggi, i sotterranei e le gradinate. ORTO BOTANICO Viale Fra Ignazio # , apr-ott. pomeriggio nov-mar. & 7 Si estende alle spalle dell Ospedale su una superficie di circa 5 ettari. Fondato nel 1865, raccoglie oltre 500 specie di piante tropicali provenienti da America, Africa, Asia, Oceania e le più caratteristiche piante mediterranee. L area è piena di piccole cavità come la Grotta Gennari che nel secolo scorso fu attrezzata per la coltivazione delle felci grazie alla temperatura e all umidità presenti al suo interno. L Orto

28 28 LA SARDEGNA ZONA PER ZONA Botanico conserva anche alcune testimonianze di epoca punicoromana: cisterne e gallerie realizzate per rendere più flessibile il sistema di approvvigionamento idrico, che possono essere visitate. Come la galleria romana o la cisterna a forma di damigiana. CATTEDRALE Piazza Palazzo. # lun-ven; , sab, dom e fest. Museo Capitolare Visita su appuntamento. Dedicata a Santa Maria, venne costruita dai Pisani tra il XII e il XIII secolo e trasformata nel corso dei secoli. Nel 1930 la facciata fu rifatta nel tentativo di ridare alla chiesa l originale stile romanico toscano, perduto durante una ristrutturazione nel XVII secolo. L interno, a tre navate, conserva il pulpito che Mastro Guglielmo scolpì fra il 1159 e il 1162 per la cattedrale di Pisa e che la città toscana donò a Cagliari. Sotto l altare maggiore è scavata una cripta con le tombe di principi di Casa Savoia. Nell Aula Capitolare è conservata una raccolta di dipinti con un Cristo Flagellato attribuito a Guido Reni. Il Museo Capitolare conserva le più importanti opere del Tesoro della Cattedrale composto da anfore, calici, piatti cesellati. Al centro una grande Croce in argento dorato. IL QUARTIERE CASTELLO La parte più antica della città, fu costruito in gran parte da Pisani e Aragonesi sulla sommità del colle. Protetto da mura, racchiudeva i palazzi della aristocrazia e la Cattedrale. Col tempo ha perso la sua funzione di centro di potere e i palazzi nobiliari hanno subito un progressivoi degrado. Il quartiere ha un andamento a fuso, con tre strade parallele che lo attraversano da sud-est a nord-ovest. Al centro piazza Palazzo su cui affacciano la Cattedrale, il Palazzo Arcivescovile, l ex Palazzo di Città e l ex Palazzo Reale, sede della Prefettura. A fianco della Cattedrale, la Chiesa della Speranza, cappella della famiglia Aymerich. STAGNI Attorno a Cagliari si sviluppa una rete di stagni e paludi che ospita una ricca fauna. Sul lato occidentale del Golfo degli Angeli si incontra lo stagno di Santa Gilla, con le antiche saline di Macchiareddu. A oriente della città, in piena periferia, lo stagno di Molentargius è un ottimo rifugio per gli uccelli migratori: il naturalista Helmar Schenk vi ha osservato 170 specie, numero pari a un terzo dell intera avifauna europea. Poco oltre, lungo la costa, si trovano gli specchi d acqua di Simbirizzi e di Quartu. Dopo anni di degrado, oggi le zone umide che circondano Cagliari sono diventate aree protette. Attive in passato, le saline lavorano adesso solo nella zona di Santa Gilla; tra agosto e marzo i fenicotteri rosa che planano sulle acque attirano decine di naturalisti. Dal 1993 i fenicotteri hanno anche iniziato a nidificare sugli argini del Molentargius. LA VITA NEGLI STAGNI Studiata da decenni, l area degli stagni è ufficialmente protetta dal Grande interesse viene, a partire dal 1993, grazie alla nidificazione dei fenicotteri rosa. Oltre ai fenicotteri (il cui numero supera in alcune stagioni le unità), si possono osservare il cavaliere d Italia, l avocetta, la pernice

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30 30 LA SARDEGNA ZONA PER ZONA di mare, il cormorano e l alzavola. Sulle acque di Macchiareddu, invece, germani, folaghe e codoni. UTA sormontata da un piccolo campanile a vela. Di grande interesse le figure alla base degli archetti: teste umane, cervi, vitelli, disegni geometrici. Per Santa Lucia è meta di una processione di carri (traccas). Dintorni: il paese-museo di San Sperate famoso per i murales di vari autori e per le sculture di Pinuccio Sciola. Posta tra il campidano e le montagne del Sulcis, Uta è un fiorente centro agricolo. Ai margini dell abitato sorge la chiesa di Santa Maria, costruita nel 1140 dai Vittorini di Marsiglia. La facciata, in pietra chiara con qualche concio di colore più scuro, è decorata con cornici ad archetti pensili e SANLURI Importante paese ai bordi del Campidano, si è sviluppato intorno al Castello di Eleonora d Arborea. L edificio, costruito nel XIV secolo, passò di mano diverse volte prima di entrare in possesso degli Aragona. Oggi è proprietà dei conti Villasanta che lo hanno restaurato ospitando un Museo del Risorgimento. La struttura

31 CAGLIARI E IL SUD 31 è massiccia, a base quadrata, con quattro torri angolari. All interno sono conservati pregevoli mobili, dal letto cinquecentesco a sculture d epoca come San Michele nell atrio. Al piano superiore il Museo della Ceroplastica con miniature del Cinquecento. Su un dosso sorge il Convento dei Cappuccini. All interno vi è un Museo Storico Etnografico con una raccolta di oggetti di lavoro, paramenti sacri e reperti archeologici. SERRI Centro agricolo-pastorale, sorge sul bordo di un tavolato roccioso, che domina le colline della Trexenta. Proprio sulla punta del promontorio, il Santuario nuragico di Santa Vittoria, una delle rovine più affascinanti dell isola. Nella zona archeologica sono stati portati alla luce i bronzetti votivi (esposti al Museo Archeologico di Cagliari). Dall ingresso si raggiunge il grande Recinto delle feste, un remoto predecessore dei santuari campestri (cumbessias o muristeni), presente nelle principali chiese di campagna della Sardegna per offrire ospitalità ai novenanti. A pianta ellittica, è formato da un ampia corte centrale su cui si affacciano vani porticati destinati ad accogliere i pellegrini convenuti al tempio del dio delle acque. Sul promontorio, il Pozzo a Tempio, in

32 32 LA SARDEGNA ZONA PER ZONA ottimo stato di conservazione, è formato da una scala di 13 gradini in basalto, di sorprendente regolarità. SÀRDARA Ai margini del Campidano, Sàrdara è un borgo che ha avuto una storia movimentata, vista la sua posizione al confine tra il Giudicato di Arborea e quello di Cagliari. Dell epoca medievale rimangono i ruderi del Castello di Monreale, in cima a un dosso che domina la pianura. Il paese ha una pianta irregolare, dovuta alle successive fasi di espansione, ma conserva grandi case in pietra con portale ad arco nella zona intorno alla chiesa romanico-gotica di San Gregorio, dalla facciata alta e stretta, con un bel rosone scolpito. Nella parte alta, posto a pochi vicoli di distanza dalla cinquecentesca parrocchiale della Beata Vergine Assunta sorge il Tempio nuragico a pozzo di Sant Anastasia. Risale al IX-X secolo a.c. ed è formato da blocchi di basalto e calcare non squadrati. Una sorgente di acque curative che sgorga vicino gli valse nell antichità il nome di Fontana dei dolori : un canaletto in pietra portava al tempio l acqua della sorgente sacra. Nei locali del vecchio municipio, infine, il Museo Archeologico Villa Abbas espone una serie di oggetti provenienti dall area di Sant Anastasia, da tombe nuragiche, fenicie e romane della zona. Interessanti anche le mostre di reperti medioevali. Dintorni: a 2 km i resti del complesso termale romano Aquae Neapolitanae. Sono visibili una vasca quadrata, le fondamenta degli edifici vicini e la chiesetta gotica di Santa Maria is Acquas. VILLANOVAFORRU Centro agricolo ai piedi della Marmilla, ha la topografia tipica del Seicento, quando venne fondato sotto gli Spagnoli. La struttura delle abitazioni ha conservato i tratti tradizionali e nel palazzetto del Monte Granatico (una specie di banca del grano) è allestito un piccolo ma curato Museo Archeologico. Da vedere, al secondo piano, gli oggetti votivi dedicati al culto di Demetra e Core (epoca punico-romana). Sulla stessa piazza, in due tradizionali abitazioni ristrutturate dal Comune, si organizzano mostre temporanee. Nei dintorni, ben segnalato sulla strada verso Collinas, il complesso nuragico di Genna Maria. Il nuraghe, riportato alla luce solo nel 1977 e ancora oggetto di scavo, sorge in posizione dominante sulla cima di una collina. A pianta trilobata, ha un torrione centrale, circondato da tre grandi torri unite tra loro da spesse mura che racchiudono all interno un cortile con pozzo a thòlos. All esterno dell area del villaggio corre un altra cinta di mura con sei torri angolari. GÙSPINI Centro del Campidano, nel cuore della regione mineraria, ha una bella chiesa del XV secolo, San Nicola di Mira, che ne costituisce il fulcro. Il borgo è

33 CAGLIARI E IL SUD 33 interessante perché nei suoi pressi si trova la miniera di Montevecchio, negli anni 50 una delle più grandi d Europa. Nonostante il progressivo abbandono, il villaggio minerario è da visitare per vedere l architettura delle case, il palazzo della direzione, la chiesa, le case dei dirigenti, la scuola, l ospedale. In estate vengono organizzate visite guidate alla miniera, alla palazzina della direzione e alla mostra sulla vita dei minatori. Vicino a Montevecchio si staglia il massiccio di Monte Arcuentu con resti di un antico castello. Per la festa di Santa Maria si svolgono una processione di cavalli bardati e un concorso ippico. ARBUS Piacevole paese dalle case in granito posto alle pendici del Monte Linas. È famoso per la lavorazione dei coltelli, a lama ricurva, arrasoias, che vengono prodotti da artigiani locali. Nei dintorni il borgo minerario abbandonato di Ingurtosu, costruito dalla società francese Pertusola, ex proprietaria delle miniere. Le case, la chiesa e la palazzina della direzione sono circondate dal verde della macchia mediterranea e della pineta. Una strada sterrata scende tra miniere, edifici abbandonati e gigantesche discariche fino a Narcauli con le rovine della caveria costruita nel primo dopoguerra. Un tempo un trenino decauville portava il materiale estratto fino al mare dove veniva caricato sulle navi. Alcuni tratti delle vecchie rotaie con i carrelli si possono vedere sulla spiaggia di Piscinas nei pressi dell albergo Le Dune, ricavato da un vecchio edificio minerario. Alle spalle una catena di bianche dune, formate dal vento, ma ricoperte dal verde della macchia mediterranea. La spiaggia si estende per 9 km verso sud fino a Capo Pecora, mentre a nord lascia posto a una costa rocciosa che prende il nome di Costa Verde. FLUMINIMAGGIORE Nella valle del rio Mannu, Fluminimaggiore è una borgata agricola che risale al Settecento. Nei dintorni, a 9 km sulla statale per

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36 36 LA SARDEGNA ZONA PER ZONA Iglesias, un cartello turistico ben visibile porta alle rovine del Tempio romano di Antas. Dedicato al Sardus Pater, considerato dai Romani dio e progenitore del popolo sardo, venne scoperto nel secolo scorso, ma gli scavi iniziarono solo nel Il tempio fu costruito nel III secolo d.c. sul luogo di un preesistente tempio punico. Anche se della struttura restano solo sei colonne, il luogo è pieno di fascino per la posizione isolata nella macchia mediterranea. La strada che si dirige verso il mare tocca la bella spiaggia di Portixeddu, protetta da dune ricoperte da una pineta, e sale poi verso Capo Pecora, da dove si gode un ampio panorama della costa. occasione dei primi moti operai. Nei dintorni si trova la costa più selvaggia dell isola. Alta e dirupata, a sud si apre sulla baia di Cala Domestica, una delle più belle della Sardegna, ben protetta in fondo a un fiordo roccioso sorvegliato da una torre spagnola. Sulla piccola spiaggia un tempo venivano imbarcati i minerali estratti a Montecani, sopra Masua. La costa fino a Capo Pecora è bassa e sabbiosa, protetta da alte dune. IGLESIAS BUGGERRU Ex villaggio minerario che si concentra sul fondo di una valletta affacciata sul mare, si è da poco riconvertito al turismo con l apertura di un comodo porto turistico (l unico tra Carloforte e Oristano). Fondato nel secolo scorso in una zona ricca di giacimenti, divenne in pochi anni un fiorente borgo minerario, centro direzionale della francese Société Anonyme des Mines des Malfidano. Nel paese, circondato oggi da cumuli di detriti, c erano allora la corrente elettrica, un ospedale, scuole, librerie, una società di Mutuo Soccorso e un piccolo teatro dove si esibivano cantanti d opera lirica. Nella parte bassa del paese sono esposte le sculture che Pinuccio Sciola ha dedicato ai minatori morti nel 1904, in Iglesias, Villa di Chiesa, venne fondata nel XIII secolo dal conte Ugolino della Gherardesca, quando i Pisani riattivarono le miniere abbandonate al tempo dei Romani. La produzione di argento era allora molto alta, e la città aveva il diritto di coniare le sue monete. A metà del secolo scorso Iglesias attraversò un altro periodo di splendore grazie alla Miniera Monteponi. Oggi le discariche di detriti e i ruderi degli edifici minerari in gran parte abbandonati circondano un centro storico ben conservato, con la centrale via Matteotti, pedonale, che porta verso piazza del Municipio, una delle più belle dell isola. Su di essa si affacciano il Vescovado, il Palazzo del Comune e la Cattedrale di Santa Chiara. Terminata alla fine del XVII secolo, ha una bella facciata romanicogotica con un rosone fiancheggiato da due finestre chiuse e una serie di archetti. Intorno si dipartono le vie tortuose con palazzetti a due piani dai

37 CAGLIARI E IL SUD 37 balconi di ferro battuto. Si arriva così a San Francesco, costruita a varie riprese tra il 300 e il 500, a navata unica con cappelle nobiliari laterali. Da Piazza Sella, una passeggiata di mezz ora conduce alle mura pisane e al Castello di Salvaterra, in cima alla collina. Dintorni: in località Case Marganai si trova il Giardino Botanico Linasia, novemila metri quadrati dove ammirare tutti gli esemplari della macchia mediterranea. Il Museo Casa Natura custodisce reperti naturali e dell attività mineraria. Per scoprire le vestigia del passato minerario sono organizzate visite guidate da cooperative turistiche in collaborazione con l Associazione Minatori. Tra le più interessanti la via dell argento lungo un percorso che dalle miniere di San Giovanni conduce al villaggio abbandonato di Seddas Moddizzis. Lungo il tragitto s incontra il pozzo Santa Barbara che con le sue mura merlate sembra un castello medievale. In alternativa la visita all insediamento minerario di Monteponi, dall elegante palazzina di Bellavista alla struttura slanciata del pozzo Sella. MINIERA MONTEPONI La costa che dalla spiaggia di Fontanamare porta a Masua è selvaggia e molto panoramica grazie ai faraglioni di Masua e al Pan di Zucchero, uno scoglio bianco che raggiunge l altezza di 132 m. A completare il quadro le rovine di archeologia industriale intorno a Nebida, piccolo centro minerario con i suggestivi resti della Caveria La Marmora, in bilico tra terra e mare, che può essere raggiunta con una panoramica passeggiata. Oltre Nebida si giunge a Masua, con una spiaggia dominata dalla falesia calcarea di Monte Nai.

38 38 LA SARDEGNA ZONA PER ZONA CARBONIA Al centro della regione carbonifera del Sulcis, Carbonia è una città recente: i lavori, durati due anni, iniziarono nel Dell epoca è rimasto l impianto urbanistico-architettonico fascista con strade ampie e regolari che convergono verso la centrale piazza Roma, con il Municipio, la Torre civica e la Chiesa parrocchiale di San Ponziano con un campanile in trachite, copia della cattedrale di Aquileia. L ex residenza del direttore delle miniere, Villa Sulcis, è stata trasformata in Museo archeologico dove ammirare gioielli, ceramiche e bronzetti provenienti da domus de janas e dagli scavi archeologici di Monte Sirai. Fossili, minerali rari e la ricostruzione di una grotta naturale sono invece i pezzi forti del Museo di Paleontologia e Speleologia Martel. Nei dintorni di Carbonia una strada ben segnalata porta alla collina sulla cui cima si estende il complesso archeologico di Monte Sirai. La visita vale anche solo per il panorama che spazia fino alle isole di Sant Antioco e di San Pietro. Interessanti le rovine, ancora oggetto di scavi. L acropoli fortificata di Monte Sirai venne costruita dai Fenici nel IV secolo a.c. come difesa di Sulki (l odierna Sant Antioco). La cinta muraria, spessa fino a 4 m, proteggeva l acropoli e gli alloggi della guarnigione. Lo sviluppo urbanistico segue le asperità del terreno con tre vie parallele che dividono cinque isolati. Interessante l area della necropoli: quella fenicia presenta tombe a fossa mentre quella punica è formata da una dozzina di tombe a ipogeo. CALASETTA Secondo centro dell isola di Sant Antioco e porto d imbarco per Carloforte, Calasetta è stata progettata nel 1769 da un ingegnere militare piemontese per accogliere i pescatori liguri che arrivavano da Tabarka. Le strade regolari con case a due piani portano alla piazza principale e alla Chiesa Parrocchiale dai campanili arabeggianti. La strada che si dirige a sud lungo la panoramica costa occidentale alterna scogliere a calette e spiagge. SANT ANTIOCO Sant antioco è il centro principale dell isola omonima collegata alla terraferma da un istmo artificiale; sin dall epoca romana esisteva un ponte ad arcate di cui rimangono solo pochi resti. Fondata dai Fenici nell VIII secolo a.c. con il nome di Sulki, fu una delle città più importanti del Mediter-

39 CAGLIARI E IL SUD 39 raneo, dal cui porto transitavano i minerali, oro compreso, estratti nell Iglesiente. Per questo Tolomeo la chiamò insula plumbaria, l isola del piombo. Al tempo della II guerra punica, il porto fu usato come base dalla flotta cartaginese. L alleanza le costò in seguito la punizione da parte dei vincitori Romani. Questo non fermò la sua espansione che continuò fino alla fine dell Impero. Nel Medioevo le continue scorrerie dei pirati portarono a un progressivo abbandono. L abitato si estende dal mare alla collina, con case dai balconcini in ferro battuto. In cima al paese, su un altura rocciosa, il Castello Sabaudo in trachite rossa e l Acropoli della città punica. Su una roccia trachitica che domina il mare c è il Tophet, il santuario-necropoli dove venivano deposte le ceneri dei bambini nati morti o defunti poco dopo la nascita. In zona l area della Necropoli punica, una quarantina di tombe ipogee, utilizzate per deposizioni di gruppi familiari e successivamente dai Romani per la deposizione di urne in pietra o piombo contenenti le ceneri dei defunti. Le tombe occupano tutta la parte alta dell abitato, trasformate nell epoca cristiana in catacombe paleocristiane. Sotto la chiesa di Sant Antioco, costruita nel VI secolo con pianta a croce greca e cupola centrale ma modificata intorno al 1000, si aprono le catacombe dove la tradizione vuole fosse sepolto il santo patrono dell isola proveniente dalla Mauritania (in periodo romano l area del Maghreb). Se ne può visitare solo una parte aperta sotto il transetto destro. I vani sono alti meno di due metri e in alcuni punti affrescati. Nella vicina Via Regina Margherita, nella palazzina del Monte Granatico è stato aperto l Antiquarium Civico in attesa che vengano ultimati i restauri del Museo Archeologico ai piedi del Tophet. All interno ceramiche, gioielli e oggetti fenici e romani. Interessante anche la raccolta del Museo Etnografico, aperto nel luglio 1996, grazie a donazioni e a prestiti privati, in un vecchio impianto di vinificazione. Nella grande stanza sono presentati tutti gli attrezzi da cucina, quelli per fare il formaggio e quelli per coltivare la vigna. Nella sezione tessitura sono esposti fusi e telai per la lavorazione della lana e del bisso, il filato impalpabile che si ricava dalla Pinna nobilis, la nacchera, il più grande bivalve del Mediterraneo. Nel portico esterno sono esposti gli strumenti per la vinificazione e l allevamento. A fine giugno, per la festa di San Pietro, patrono dei pescatori, si svolge una suggestiva Processione a Mare. TRATALÌAS Piccolo centro del Sulcis, fino al 1413 fu sede vescovile, come testimonia la cattedrale di Santa Maria, in stile romanico pisano. Consacrata nel 1213, presenta una facciata divisa orizzontalmente da una cornice ad archetti pensili, sormontata da un rosone. Curioso il timpano da cui sporge l ultimo tratto della scala d accesso al tetto. Anche i fianchi e l abside sono percorsi da lesene ad archetti. All interno le tre navate sono divise da grossi pilastri a sezione ottagonale. Un retablo datato 1596 è dedicato a San Giovanni Battista e a San Giovanni Evangelista, con al centro la Vergine e il Bambino.

40 40 LA SARDEGNA ZONA PER ZONA

41 CAGLIARI E IL SUD 41 SANTADI Costruita su diversi piani sulle sponde del rio Mannu, Santadi conserva esempi di architettura tradizionale in trachite e scisto. Oggetti da lavoro e arredi della casa sono raccolti nel Museo Etnografico Sa Domu Antigua, che ha all interno un punto di vendita di prodotti artigianali del Sulcis. Nella prima quindicina di agosto vi si svolge il matrimonio mauritano o maureddino, la cui tradizione sembra risalga addirittura ad alcune popolazioni nordafricane trasferitesi nel Sulcis in epoca romana. L area intorno a Santadi era abitata in epoca nuragica come testimoniano le ceramiche e gli oggetti in oro, rame e bronzo (come una barchetta votiva e un tripode in stile cipriota) ritrovati nella grotta Pirostu e conservati al museo archeologico di Cagliari. Vicino a Santadi è stata scoperta la fortezza fenicio-punica di Pani Loriga, su un piccolo tavoliere a sud-ovest. Interessante la grotta Is Zuddas, ricca di aragoniti, stalagmiti e stalattiti, che si può visitare con le guide della cooperativa Monte Meana. Nei dintorni, in territorio di Villaperuccio, la necropoli ipogeica di Monte Essu. Alcune domus de janas conservano sulle pareti le tracce dell originale rivestimento in giallo e rosso. Altre erano destinate a luogo di culto, come la grotta-tempio (la prima dopo la salita) con un ingresso di 2 m per 2, un atrio e una grande camera sepolcrale. BAIA CHIA Località della costa meridionale, è famosa per il suo sistema di dune che si stende fino a Capo Spartivento e che dovrebbe diventare il cuore di una riserva naturale della Regione. Alle spalle delle spiagge di sabbia candida si alza un cordone di dune alte fino a 24 m, su cui vivono contorti ginepri secolari, e uno stagno che d inverno ospita garzette, aironi cinerini, svassi e altri migratori acquatici. Il paesino di Chia, una frazione di Domus De Maria, è formato da poche case, immerse nel verde di grandi piante di fichi, e da un paio di alberghi per le vacanze. La baia dall acqua cristallina è chiusa da un promontorio dominato da una torre spagnola e da scogli rossi ricoperti dalla bassa macchia mediterranea. Ai piedi della torre si possono visitare i pochi resti del centro fenicio-punico di Bithia, menzionato da Tolomeo ma che non raggiunse mai l importanza di Nora e Tharros. Della città, non ancora completamente portata alla luce e sommersa per secoli dal mare, sono rimaste alcune tombe fenicie, puniche e romane accanto alle rovine di un tempio dedicato probabilmente al dio Bes. Dintorni: il litorale fino a Capo Spartivento è tutto un susseguirsi di magnifiche baie, dune e pinete raggiungibili a piedi o lungo una strada sterrata. PULA - NORA Centro agricolo di origine recente, è famoso per i resort turistici di Santa Margherita, per il campo di golf e per le rovine di Nora, la città più antica della Sardegna. L area archeologica si stende ai piedi di Capo di Pula, un promontorio ammantato di macchia mediterranea con una torre eretta nel XVI secolo dagli Spagnoli per difendersi dai corsari. Fondata dai Fenici tra il IX e l VIII secolo a.c., Nora divenne sotto Cartagine il centro più importante dell isola. La sua supremazia continuò con Roma tanto che nel 238 fu scelta come capitale della provincia sarda romana. Nel Medioevo venne abbandonata perché esposta alle continue incursioni dei pirati arabi.

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