RELAZIONE ARCHEOLOGICA

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3 AR/ S ARC HEOSISTEMI Società Cooperativa RELAZIONE ARCHEOLOGICA

4 Indice Metodologia Operativa...3 Ambiti Territoriali...3 Indagine bibliografica e d archivio...4 Schede di sito...5 Analisi dell ambiente antropico antico...6 Criteri di individuazione del livello di rischio archeologico...10 Individuazione del rischio archeologico...12 Bibliografia...13 Allegati

5 Metodologia Operativa Il presente studio riguarda la valutazione del rischio archeologico relativamente al progetto esecutivo della Tangenziale di Novellara in Provincia di Reggio Emilia. L articolazione dello studio, che rispecchia la sequenza delle attività operative svolte, può essere così schematizzata: Ricerca bibliografica e d archivio, che consiste nel reperimento dei rinvenimenti archeologici editi nella letteratura specializzata, negli archivi di musei e di soprintendenze. Analisi dell ambiente antropico, secondo le caratteristiche topografiche e culturali del popolamento antico. Posizionamento e schedatura dei siti archeologici noti da letteratura e dati archivistici. Individuazione del rischio archeologico, relativamente al territorio preso in esame, ai siti individuati e alle caratteristiche note dell opera in progetto. Ambiti Territoriali Il tracciato stradale in progetto si situa nell attuale provincia di Reggio Emilia, ed attraversa il territorio nord del comune di Novellara, un area ubicata nella bassa pianura alluvionale. Le dimensioni della finestra di studio sono state dettate dalla necessità di redigere un quadro esaustivo delle presenze accertate su via bibliografica ed archivistica, per una fascia territoriale più ampia di quella definita e ridotta del progetto. È così possibile delineare meglio un quadro dello sviluppo culturale dell area, permettendo di stabilire la sensibilità in termini di rischio archeologico per tutto il comparto territoriale in esame. 3

6 Indagine bibliografica e d archivio La ricerca è stata realizzata a Bologna, presso l archivio della Soprintendenza per i beni Archeologici dell Emilia Romagna. L approfondimento bibliografico è stato compiuto sulla letteratura specializzata di carattere archeologico, per la quale si rimanda al paragrafo Bibliografia alla fine del testo. I siti sono stati cartografati con simbologie e colori differenti secondo le epoche (età del Bronzo, età romana, età rinascimentale, età moderna). Si veda al riguardo la legenda nella Tavola allegata. Gli esiti dell indagine archivistica e bibliografica sono confluiti in schede normalizzate in un database. Per la descrizione e le particolarità dei singoli campi, vedasi qui di seguito. NUMERO PROGRESSIVO: Corrisponde a quello indicante il punto sulla Carta dei Siti Archeologici. DATI AMMINISTRATIVI E LOCALIZZAZIONE GEOGRAFICA PROVINCIA: COMUNE: LOCALITÀ: Denominazione della località in cui è situato il sito; può coincidere con una frazione. Nei siti urbani, la voce è modificata con la specifica via/piazza. VINCOLI ESISTENTI: Indica se il sito è sottoposto a vincoli archeologici ex Lg. 1089/39 o T.U. 480/99. DATI CARTOGRAFICI: riferimento topografico alla CTR o all IGM o ai Mappali. DATI IDENTIFICATIVI TIPOLOGIA DEL RITROVAMENTO: Indicazione della categoria tipologica alla quale appartiene l'oggetto della scheda (es. necropoli, abitato, tomba isolata, materiale sporadico). DESCRIZIONE: Si riporta a testo libero e in forma sintetica la descrizione dell'oggetto in esame. CRONOLOGIA: Indicazione del periodo (es.: età del Ferro, età romana). Ove noto, si fornisce una datazione puntuale. GRADO DI UBICABILITÀ: Indica il grado di affidabilità nel posizionamento del sito (incerto - approssimativo - certo). Quando possibile, si è riportato il Mappale di riferimento. ANNO DI RINVENIMENTO: Si riporta l anno o gli anni in cui il sito è stato scoperto o scavato o pubblicato. MODALITÀ DI RINVENIMENTO: Si indicano le motivazioni o le circostanze che hanno costituito la causa del recupero (es. rinvenimento fortuito, lavori agricoli, scavo archeologico). BIBLIOGRAFIA: Indicazione, in ordine cronologico, dei testi relativi all'oggetto della scheda, secondo le abbreviazioni in uso nelle pubblicazioni scientifiche di ambito archeologico. 4

7 Schede di sito 1 DATI AMMINISTRATIVI E LOCALIZZAZIONE GEOGRAFICA Provincia REGGIO EMILIA Dati cartografici: Comune Novellara Località Molino di Sotto Vincoli esistenti: DATI IDENTIFICATIVI Tipologia Necropoli area produttiva Descrizione a) Nel luglio 2002 sono state realizzate alcune trincee di verifica archeologica nel terreno di proprietà Gandini. L area aveva restituito in passato durante le arature abbondanti frammenti laterizi. Le indagini hanno permesso di individuare resti di una fornace di epoca romana ed una numerosa necropoli di epoca medievale. b) Nel 2006 nell area posta fra le precedenti indagini e via Fratelli Manfredi sono state seguite ulteriori sei trincee di verifica archeologica. Queste indagini hanno posto in evidenza una sporadica frequentazione antropica dell area, riconducibile a fosse di scarico e canali agricoli (vedi allegato). Cronologia Epoca romana epoca medievale Anno di rinvenimento Modalità di rinvenimento Indagini dirette Grado di ubicabilità Certo Bibliografia inedito 5

8 Analisi dell ambiente antropico antico Rispetto ad altre padane, la pianura reggiana settentrionale non ha conosciuto un esplorazione sistematica ed uno studio organico della sua frequentazione in epoca antica. La segnalazione delle numerose tracce della rete viaria attribuita al Municipium di Regium Lepidi e le analisi condotte risultano, infatti, ancora parziali rispetto alla migliore conoscenza delle zone prossime alla via Emilia, soprattutto nel tratto Reggio Emilia - Sant Ilario, e non si possiedono informazioni sufficienti in relazione al popolamento rurale antico. Ciò è in gran parte dovuto a due differenti motivazioni. Da un canto i depositi alluvionali di epoca recente, (post classica) in particolare nell area più settentrionale e orientale della provincia di Reggio Emilia hanno frequentemente sigillato i depositi archeologici in profondità. Come ad esempio il recente caso dell edificio rustico di epoca romana rinvenuto nel comune di Correggio in loc. S. Prospero, che è sepolto da una spessa coltre alluvionale. Inoltre, laddove si sono svolte ricerche territoriali programmate (come ad esempio il Progetto Campagne Medievali dell Università degli Studi di Bologna, sede di Ravenna nel vicino comune di Bagnolo in Piano) si nota un incremento delle conoscenze finora inaspettato. La mancanza quindi, di ricerche di superficie ha fortemente condizionato lo stato delle nostre conoscenze e pertanto il vuoto insediativo che emerge dal presente studio non è affatto significativo. Il territorio esaminato è caratterizzato da una rete idrografica in continua evoluzione, che ha originato una morfologia caratterizzata da valli e dossi, questi ultimi nel lungo periodo si sono dimostrati gli assi privilegiati del popolamento antico. 6

9 La porzione di media e bassa pianura esaminata è attraversata del torrente Rodano e Cavo Bondeno, di cui restano visibili i paleoalvei. L idrografia ha determinato storicamente la completa sconnessione della maglia centuriale, a causa delle divagazioni tardo - medievali e rinascimentali del sistema Crostoso - Tresinaro. L area su cui sorge l abitato attuale di Novellara si colloca al colmo di un dosso sedimentario che per sua natura ha funzionato come catalizzatore del popolamento antico. La presenza di dossi e paleoalvei in tutto il territorio di Novellara è indice dunque della presenza di antropizzazione, anche se la zona è da ritenersi caratterizzata da una certa instabilità idrografica. Nel corso dell età del bronzo e del ferro, la bassa pianura mostra una precoce occupazione lungo le conoidi di Poviglio e Castelnovo, con una distribuzione del popolamento principalmente attratto lungo la direttrice dei principali fiumi come Enza, Crostolo e Secchia. Nel territorio n esame non si conoscono attestazioni riferibili a questo periodo. Il popolamento della bassa pianura in età romana sembra impiantarsi tra II e I sec. a. C., con nuovi insediamenti sorti nel I - II sec. d.c. che portano ad un raddoppio delle presenze. La fase tardo - imperiale, benché demograficamente contratta, è presente in molti insediamenti, che non sono abbandonati fino alla netta cesura di VII secolo d.c. Il paesaggio di età romana è solo parzialmente compromesso dalle divagazioni degli alvei tardoantichi e medievali, da successivi sistemi di sfruttamento del suolo e/o di incolto. È probabile che nella bassa gli appoderamenti fossero disposti per comparti più stretti rispetto alla pianura meridionale, appoggiati alla rete idrografica e alternati a spazi incolti, secondo un economia di tipo misto che favoriva lo sfruttamento del bosco e della palude. 7

10 La persistenza archeologica delle aree rurali è caratterizzata da insediamenti sparsi (poche villae e molti edifici rustici), dediti a diverse attività: coltura di cereali, lino, legumi; allevamento di ovini e suini; sfruttamento di boschi e paludi; produzioni di laterizi e di fittili. Nel territorio di Novellara è noto per ora l edificio rustico di via Levata, che ha restituito i due ritratti femminili in pietra di epoca imperiale. Mentre la probabile fornace identificata in loc. Molino di Sotto nel 2002 (SCHEDA 1) fa pensare ad un area legata alla produzione di laterizi. Per quanto riguarda la viabilità, la povertà delle persistenze centuriali in questo settore della pianura reggiana possiede verosimilmente una giustificazione di carattere storico. Con la crisi demografica ed economica del tardo impero romano e con il conseguente abbandono delle opere di bonifica la pianura a nord di Reggio tornò ad essere occupata da una vasta zona paludosa; lo attestano i documenti d archivio medievali, sia la toponomastica attuale con i vari S. Tommaso della Fossa, S. Michele della Fossa, S. Maria della Fossa. Per quanto concerne il tardoantico e il medioevo, va detto che un erroneo modello interpretativo, secondo cui nei secoli bui del Medioevo l alluvionamento avrebbe obliterato le persistenze antiche, ha di fatto impedito estese ricerche di superficie. Ciò ha determinato una sostanziale assenza d attestazioni altomedievali nella bassa pianura. Recenti indagini nella zona del Molino di Sotto hanno, permesso di identificare una necropoli pluristratificata di epoca medievale (SCHEDA 1). Le fonti storiche parlano della fondazione della Chiesa di S. Antonio Abate al Molino di Sotto e la collocano cronologicamente all XI secolo d.c.; a questo momento potrebbero dunque essere datate le sepolture in nuda fossa identificate nella indagini. Altre strutture, sempre sepolcrali, più recenti come un ossario e tombe a cassa laterizia rinvenute nelle suddette indagini potrebbero essere poste in relazione con rifacimenti e allargamenti subiti dal complesso conventuale a partire dal XV secolo. 8

11 Le prime testimonianze scritte che attestano la presenza a Novellara di un cappella poi pieve risalgono al IX secolo d.c. Nell XI secolo il centro urbano venne fortificato. La vitalità che si riconosce per questo territorio in epoca medievale si spiega con la vicinanza al percorso fluviale del Po e al passaggio della via che da Bagnolo attraverso Novellara e Reggiolo conduce a Mantova. La funzione strategica dell area è intravista prima dal comune di Reggio Emilia 1 e quindi dai Gonzaga che all inizio del XIV secolo d.c. estendono il dominio su questi territori. 1 La disputa del Comune di Reggio con la famiglia di Malapresa da Gesso per il controllo di questi importanti territori è esemplare al riguardo e testimonia l interesse e l espansione del Comune cittadino nel distretto inferiore già a partire dal XII secolo d.c: 9

12 Criteri di individuazione del livello di rischio archeologico Ai fini della valutazione del rischio di un determinato territorio è di grande utilità il grado di conoscenza del tessuto insediativo antico, intendendo con questo un complesso ecosistema che si sviluppa nelle varie epoche preistoriche e storiche composto da reti viarie, empori commerciali, centri religiosi, impianti produttivi, centri minori, tutti inseriti in un contesto geomorfologico di riferimento. I fattori di valutazione per la definizione del rischio archeologico si possono riassumere in analisi dei siti noti e della loro distribuzione spazio-temporale, riconoscimento di eventuali persistenze abitative, grado di ricostruzione dell ambiente antico. Tutto questo processo deriva dalle capacità del ricercatore di riunire e valutare le notizie, dal livello di precisione delle informazioni raccolte e dalla quantità delle stesse. Per certe aree si potrà avere una gran quantità di rinvenimenti che possono farci propendere per interpretare quel territorio come fortemente antropizzato, ma anche come un area più studiata o tutelata. L assenza d informazioni, nella ricerca archeologica, infatti, non può essere sempre considerata anche assenza insediativa. Altro aspetto che sarà valutato è il contesto geomorfologico e toponomastico locale. Occorre inoltre tenere presente l attuale utilizzo del territorio, l eventuale presenza di nuclei storici, o la presenza massiccia di aree edificate. E evidente che aree ad alta densità abitativa moderna possono rappresentare un minor rischio archeologico rispetto a quelle con bassa densità. Infatti, una maggiore urbanizzazione è indice di un degrado più rilevante degli insediamenti antichi, sia in termini di livelli di conservazione del giacimento sia in termini di potenzialità distruttiva espressa. In questa fase dello studio di valutazione archeologica, conta capire per grandi categorie e per tratti omogenei, il tipo di potenziale rischio espresso da un determinato territorio. I fattori che possono costituire fonte di rischio sono costituiti senza dubbio dalla presenza di interferenze dirette da sito bibliografico e/o traccia viabilistica, dalla distanza fra queste 10

13 emergenze e l opera in progetto, nonché dal numero di tali presenze in un tratto di territorio limitrofo all opera in progetto. Anche la presenza di aree vincolate - sia interferenti, sia nell ambito del territorio circostante - rappresentano indicatori del fattore di rischio. Sono inoltre da considerare in questo livello di rischio anche rapporti di relazione e correlazione fra le varie qualificazioni dei siti individuati. Appare evidente, infatti, che l informazione della presenza di una necropoli o tomba isolata presso un importante relitto viabilistico nei pressi del tracciato progettato, possa far supporre la presenza nelle immediate vicinanze di un area abitativa riferibile all insediamento stesso. Diversi livelli di rischio sono generati inoltre dalle tipologie di opera in progetto. La valutazione delle relazioni tra il tracciato stradale e il rischio archeologico è fattibile soltanto in fase di progetto definitivo o esecutivo, avendo a disposizione la puntuale caratterizzazione del progetto stesso. Il grado di rischio è pertanto definito su tre differenti livelli: BASSO - aree con scarsa presenza di rinvenimenti archeologici, assenza di toponimi significativi, con situazione paleoambientale difficile, aree ad alta densità abitativa moderna. MEDIO - aree con scarsità di rinvenimenti archeologici, ma che hanno goduto di una condizione paleoambientale e geomorfologica favorevole all insediamento antico, presenza di toponimi significativi, magari in zone a bassa densità abitativa moderna. ALTO - aree con numerose presenze attestate di siti archeologici, incluse in un contesto paleoambientale favorevole all insediamento antico con presenza di toponimi significativi e relitti significativi di persistenze viarie. 11

14 Individuazione del rischio archeologico L opera in progetto si snoda in una porzione di pianura compresa fra i dossi dei meandri meridionali dei paleoalvei di Po e le ampie zone paludose e vallive della pianura reggiana orientale (bonificate in maniera massiccia solo a partire dal XVI secolo). L area è attraversata dal dosso della zona di Bondeno, quest ultimo ha divagato più volte ed è migrato verso settentrione. Oltre a questo, diversi dossi minori caratterizzano questa porzione della pianura reggiana orientale. Le aree vallive ampie e lasciate a pascolo hanno ricevuto apporti sedimentari anche recenti che hanno in parte schermato i siti archeologici più antichi. Nella zona in studio i resti del reticolo centuriale di epoca romana che testimoniano la divisione del territorio di epoca romana sono piuttosto scarsi, mentre i reperti archeologici di questo periodo si rinvengono in affioramento solo nelle aree di dosso. Infatti, le evidenze archeologiche emerse in loc. Molino di Sotto si situano ai margini del dosso di Novellara. In questa zona si situa il 2 lotto della Tangenziale in progetto. La zona ha un rischio archeologico più evidente, che si può definire medio. Mentre il 3 lotto in progetto si situa in un area al di fuori del dosso su cui sorge l abitato di Novellara e le sue pertinenze, ed è priva di attestazioni archeologiche. Il rischio archeologico in questa zona è basso. 12

15 Bibliografia M. Degani, Foglio 74 IGM Edizione archeologica della carta d Italia, Firenze Pier Luigi Dall'aglio, Proposte per una datazione di due paleo-alvei del Po nel Reggiano, in Deputazione di Storia patria per le Antiche province modenesi serie XI,- II, Modena, 1980, p Pier Luigi Dall'Aglio, Persistenze della divisione agraria romana nella pianura reggiana, in Deputazione di Storia patria per le Antiche province modenesi serie XI,- III, Modena, 1981, p S. Gelichi, L. Malnati, J. Ortalli, L Emilia Centro occidentale tra la tarda età imperiale e l alto medioevo, in Società romana e impero tardoantico III. Le merci gli insediamenti Roma Bari 1986, pp E. Lippolis A. Pomicetti, Novellara (RE), ritrovamenti di ritratti romani, in Archeologia dell Emilia Romagna,1997 I/1, pp R. Scarani Repertorio di scavi e scoperte dell Emilia e Romagna in Preistoria dell Emilia e Romagna, Bologna O. Siliprandi, Scavi archeologici avvenuti nella Provincia di Reggio Emilia nell ultimo cinquantennio ( ), Reggio Emilia

16 Allegato A Posizionamento delle trincee dell'indagine del 2002 e del

17 Allegato B Documentazione fotografica indagine 2006 Documentazione fotografica dell'indagine archeolociga condotta dalla Ditta AR/S Archeosistemi di Reggio Emilia, nell aprile L'indagine ha comportato l'apertura di sei trincee esplorative a Novellara (RE), a nord di Via Fratelli Manfredi, in corrispondenza di un tratto della tangenziale in progetto. Foto 1. Panoramica durante l'apertura delle trincee. 15

18 Foto 2. Panoramica dell'area indagata vista da sud. 16

19 Foto 3. Panoramica dell'area indagata vista da nord. 17

20 Foto 4. Panoramica di Trincea 1 vista da nord. 18

21 Foto 5. Trincea 1 Parete est 19

22 Foto 6. Trincea 2 parete nord. 20

23 Foto 7. Trincea 3 parete est. 21

24 Foto 8. Trincea 3 parete ovest. 22

25 Foto 9. Allargamento Trincea 3, strutture 1 e 2. 23

26 Foto 10. Allargamento Trincea 3, sezione 4. 24

27 Foto 11. Trincea 4 parete nord-est/sud-ovest. 25

28 Foto 12. Trincea 5 parete nord. 26

29 Foto 13. Trincea 6 panoramica. 27

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