Realizzazione dell Azione A.1 del Progetto Life + 08NAT/IT/ Gypsum Monitoraggio ex ante
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1 Realizzazione dell Azione A.1 del Progetto Life + 08NAT/IT/ Gypsum Monitoraggio ex ante ed ex post degli habitat di superficie oggetto d intervento per la parte relativa al monitoraggio ex post della Relazione Divulgativa a cura di Giovanna Pezzi e Andrea Velli con la collaborazione di Carlo Ferrari Università di Bologna Dipartimento di Scienze Biologiche, Geologiche e Ambientali (BiGeA) Bologna, 30 giugno 1
2 La degli affioramenti gessosi I Siti della Rete Natura 2000 "Gessi di Monte Rocca, Monte Rocca e Tizzano", "Gessi Bolognesi, Calanchi dell Abbadessa", "Vena del Gesso Romagnola" e "Onferno" hanno lo scopo prioritario di tutelare il complesso di ambienti legati alla morfologia e alle forme di erosione degli affioramenti rocciosi gessosi del Messiniano. Questi habitat sono vere isole ecologiche in un contesto ambientale e geografico dominato da altri tipi di formazioni geologiche. Le condizioni microclimatiche favoriscono in queste isole la presenza di specie vegetali legate a bioclimi mediterranei, molte delle quali trovano qui il limite settentrionale della loro distribuzione in Italia (Rhamnus alaternus, Pistacia terebinthus, Juniperus oxycedrus, ad esempio). La limitata estensione di tali affioramenti nell ambito di questa parte dell'appennino fa sì che le specie favorite dalla insularità mediterranea siano localmente rare. Inoltre l elevata varietà delle geomorfologie producono molte e differenti nicchie ecologiche per le piante. L ombreggiatura delle rocce o la loro collocazione in ambiti di forre, doline e rupi d accesso ad inghiottitoi, favoriscono microclimi adatti a piante di habitat non aridi, che s insediano prevalentemente nelle fessure delle rocce (casmofite). Tra queste, sono particolarmente significative, felci come Phyllitis scolopendrium, Cystopteris fragilis, Asplenium trichomanes, Polypodium cambricum, Ceterach officinarum. Sugli affioramenti assolati la è costituita dall'aggregazione spaziale di specie del genere Sedum (S. album, S. hispanicum, S. rupestre, S. acre, S. sexangulare ecc.) e specie di prateria xerica. Numerose sono le specie di interesse biogeografico o citate nel Manuale di Interpretazione degli Habitat (sia Europeo che Nazionale): Thymus striatus, Bombycilaena erecta, Cerastium pumilum e C. brachypetalum, Hornungia petraea, Catapodium rigidum, Petrorhagia prolifera, Minuartia hybrida, Trifolium scabrum, Erophila verna, Melica ciliata. I diversi rapporti 2
3 quantitativi tra le specie suggeriscono l esistenza di differenti opportunità ecologiche, date dalla micro-topografia e dalla collocazione geografica dell Appennino settentrionale. In questi tipi di, la componente crittogamica (muschi e licheni) riveste un interesse chiave. I muschi, in particolare, costituiscono un substrato idoneo per la fissazione di altre piante, oltre che di alcuni licheni, e per l evoluzione del suolo. Le vegetazioni degli affioramenti gessosi sono riconducibili agli habitat 6110* Formazioni erbose rupicole calcicole o basofile dell'alysso-sedion albi e 8210 Pareti rocciose calcaree con casmofitica (Direttiva Habitat 92/43/EEC) e sono caratterizzate in genere da una buona stabilità nel tempo. Tuttavia i processi pedogenetici, i fattori microtopografici (microfessurazioni, convessità, concavità), la percentuale di substrato affiorante, dimensione, distribuzione e orientamento dei cristalli di gesso, nonché le eventuali dissoluzioni dei cristalli, l'ingresso di propaguli da fitocenosi adiacenti, i processi diacronici ai margini degli affioramenti possono innescare processi evolutivi che portano le vegetazioni degli habitat target verso altre tipologie, costituendo una minaccia per la loro conservazione. Relativamente all'habitat 6110* tale fenomeno è amplificato in condizioni di scarsa esposizione agli agenti atmosferici o a scarsa insolazione dovuta spesso alla chiusura del bosco intorno all affioramento. Nello stato di conservazione degli habitat può giocare un ruolo chiave la fruizione antropica (ad esempio, escursionismo e mountain biking). L habitat 6110*, ad esempio, pur presentando buone capacità di resistenza e resilienza al calpestio occasionale, può subire importanti modificazioni in termini sia di riduzione della copertura che di alterazioni floristico-strutturali in aree caratterizzate da elevata frequentazione e/o stazionamento. Gli interventi di riqualificazione (C3), di controllo e contenimento della ombreggiante" (C4) e la realizzazione di recinzioni e segnaletica a tutela di habitat vulnerabili" 3
4 (C5) costituiscono azioni utili a miglioramento dello stato di conservazione degli habitat 6110* e 8210 sottoposti a determinate minacce e pressioni. Gli interventi e il monitoraggio In aree bersaglio dei Siti "Gessi di Monte Rocca, Monte Rocca e Tizzano", "Gessi Bolognesi, Calanchi dell Abbadessa", "Vena del Gesso Romagnola" e "Onferno" sono stati eseguiti interventi (C3, C4, C5) ad opera dell' dell'ente di Gestione per i Parchi e la Biodiversità Emilia Orientale. Nello specifico gli interventi hanno riguardato in particolare controllo e contenimento della ombreggiante. Il monitoraggio ex-post ha mostrato che taglio selettivo e la rimozione degli alberi e/o arbusti e rampicanti infestanti o ombreggianti, ha portato in genere a discreti risultati con una ripresa a nuclei della riferibile agli habitat oggetto di monitoraggio o perlomeno si alcune specie (Sedum album e Polypodium cambricum). La minaccia più immediata (subito dopo l'intervento) è risultata essere determinata dalla diffusione di arbusti rampicanti (Hedera helix e Clematis vitalba, ad esempio), che possono compromettere i siti in un arco di tempo assai breve. Inoltre, dato che l accumulo gravitazionale di detriti, lettiera, suolo e propaguli (semi, frutti, tuberi, rizomi, stoloni) è la prima causa di ingresso di specie (legnose, prative, nitrofilo-ruderali), gli interventi eseguiti alla base dei versanti hanno mostrato risultati meno soddisfacenti. Appare necessario che vengano previste azioni di gestione manutentiva degli interventi (rimozione/contenimento/controllo delle specie infestanti; sfalcio della erbacea) di carattere periodico e con una frequenza diversificata in base alla stazione e alla stagione. Nel caso degli arbusti rampicanti, la rimozione di tali specie non deve limitarsi all immediato intorno dell affioramento ma dovrebbe essere estesa ad una zona di buffer (5-10 m) e non limitarsi ad interventi una tantum. Nelle stazioni dove maggiore è la pressione di tali specie, è necessario 4
5 valutare la scelta di altri siti su cui concentrare gli sforzi di conservazione. Dopo i primi interventi di controllo della invadente gli sforzi manutentivi dovrebbero ridursi notevolmente data la stabilità della degli habitat target. Inoltre un eccessiva intensità degli interventi ripetuti nel tempo rischiano di danneggiare le parti già stabili dell habitat per l inevitabile impatto che si genera durante le operazioni di cantiere. Infine, le azioni dovrebbero essere programmate tenendo conto del ciclo vegetativo e riproduttivo delle specie caratteristiche degli habitat target (Sedum spp., Saxifraga tridactylites, Arenaria spp., Cerastium spp., ecc.). Nel periodico monitoraggio degli interventi, si suggerisce di porre particolare attenzione, oltre alla componente vascolare, alle variazioni quali-quantitative delle copertura crittogamica (muschi e licheni). La componente crittogamica ha un ruolo cruciale sia come indicatore dello stato di conservazione e di stabilità delle comunità vegetali degli habitat 6110* e 8210 che come facilitatore nei processi di colonizzazione della roccia nuda da parte delle specie vascolari. Infine, nella scelta delle zone in cui investire ulteriori risorse in termini di interventi dovrebbe essere data precedenza ad aree con superfici superiori ai 100 m 2 dove sono stati osservati peraltro gli esiti migliori. Le superfici con pendenza medio-elevata hanno mostrato risultati più soddisfacenti sia su versanti esposti a sud e ad est, caratterizzati da una espansione delle specie del genere Sedum (S. album, S. hispanicum, S. rupestre, S. acre, S. sexangulare ecc.), che su quelli ad esposizione settentrionale con l aumento in copertura delle pteridofite (Polypodium cambricum, ad esempio). Inoltre i siti a topografia convessa appaiono promettenti in termini di risultati attesi in quanto offrono minori opportunità di accumulo di suolo garantendo una maggiore stabilità dell'habitat 6110* nel tempo. 5
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