Progetto Pelobates nel Parco Naturale della Valle del Ticino Piemonte LIFE00 NAT/IT/ MONITORAGGIO ANFIBI

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1 Progetto Pelobates nel Parco Naturale della Valle del MONITORAGGIO ANFIBI responsabili scientifici Prof.ssa Cristina Giacoma Dr. Luca Tontini Università degli Studi di Torino

2 MONITORAGGIO ANFIBI Nell ambito di questo progetto LIFE il dipartimento di Biologia Animale e dell Uomo ha avuto come obiettivo quello di effettuare un monitoraggio sulla popolazione di Pelobates fuscus insubricus presente. Gli obiettivi della nostra azione si sono articolano su 5 punti: a) attività di censimento per la descrizione della popolazione di Pelobates fuscus insubricus nel territorio del sito Picchetta-Zaboina ; b) raccolta dati sulle caratteristiche delle aree di maggior interesse per le specie ed in particolare per le attività riproduttive; c) monitoraggio con metodiche internazionali standard adatte per stimare numericamente la popolazione riproduttiva e per ottenere stime realistiche delle potenzialità riproduttive; d) valutazione dell entità di prelievo larvale sostenibile per i programmi di traslocazioni verso il breeding-center di Bellinzago Novarese e di reintroduzione in altre località del Parco; e) esposizione di indicazioni relative alla gestione del sito in funzione delle indicazioni ecologiche emerse dal monitoraggio. In base a quanto sperimentato nella stagione 2002, primo anno di monitoraggio, nel 2003 sono aumentati sia lo sforzo di cattura, in termini di tempo, personale impiegato e quantità di barriere e trappole disposte lungo i bacini su cui è stato condotto il monitoraggio, sia i bacini stessi. Il percorso lungo il quale si è effettuato il monitoraggio si sviluppa attraverso i due siti riproduttivi storici della zona ed è costituito da due anelli che sono stati percorsi, uno a piedi ed uno in auto, in modo sistematico in tutte le uscite serali; detto percorso era a sua volta suddiviso in 14 settori numerati (cartina 1), in modo che le catture degli animali potessero essere assegnate in modo inequivocabile ad una precisa zona. I percorsi si sviluppavano attraverso le risaie per una lunghezza di circa 11 Km di cui 3.6 percorsi a piedi ed i restanti in auto. Per ciò che riguarda la zona monitorata ha subito qualche variazione rispetto alla stagione 2002: - alle risaie si è aggiunto un nuovo stagno (settore 11 della cartina 1), - la zona provvista di barriere anti-attraversamento che nel 2002 si estendevano per una lunghezza di circa una cinquantina di metri interamente dislocati lungo il margine della risaia aeronautica, nel 2003 è stata incrementata: sono stati aggiunti nuovi tratti presso la risaia Fincato e lo Stagno Nuovo (cartina 2), per una lunghezza totale di circa 170 metri; le trappole a caduta sono state disposte lungo le barriere a distanza di circa una decina di metri l una dall altra, - infine lungo il settore 7 è stato realizzato un nuovo bacino idrico. 2

3 Il protocollo d azione è rimasto invariato rispetto all anno precedente, pertanto la perlustrazione notturna prevedeva che all inizio del giro venisse azzerato il termometro per rilevare le temperature massima e minima della serata. Veniva rilevata anche l umidità dell aria e le condizioni meteorologiche della serata; questi dati erano raccolti sempre nel medesimo punto presso la sede del parco (Cascina Picchetta) il tutto quindi annotato sull apposita scheda. Veniva quindi effettuato il percorso per individuare gli animali in movimento. Quando si trovava l animale si annotava sulla scheda il luogo di rinvenimento, specie, sesso e presenza di uova mature. Nel caso di Pelobates abbiamo effettuato tre misurazioni: temperatura del corpo, lunghezza, peso e temperatura ambiente. Sono stati rilevati i parametri ambientali, e si è fotografato l animale dorsalmente. Per rilevare la temperatura cloacale si è utilizzato un termometro digitale dotato di una sonda morbida molto sottile da inserire nella cloaca dell animale. La misurazione della lunghezza muso-cloaca era effettuata con un calibro digitale al 1/100 di mm. Il peso era misurato con bilancia digitale Tanita con sensibilità 1/10 di grammo. Infine si scattava una fotografia digitale del dorso dell animale (fotocamera digitale Nikon coolpix 995) per il riconoscimento, nel caso di una seconda cattura, in quanto il pattern di chiazze dorsali è unico per ciascun animale e non varia nel tempo sia durante la stagione sia con l invecchiamento del soggetto. La foto veniva quindi attaccata alla scheda dell animale. Misurazioni ambientali: Oltre ai parametri riguardanti l animale veniva misurata la temperatura dell aria (a 3 cm dalla superficie del terreno), della superficie del suolo (inserendo la sonda nel terreno) o dell acqua (se l animale veniva pescato ). L animale era quindi rilasciato nel punto di ritrovo. Globalmente nel 2003 sono state effettuate 43 uscite notturne nel periodo che è andato dal 13 marzo al 30 maggio. Dato l esiguo numero di catture nel 2002, si è preferito anticipare l inizio del monitoraggio rispetto a quanto avvenuto nell anno precedente per evitare il rischio di perdere animali in uscita anticipata. Nel corso dei due anni di monitoraggio sono stati catturati 13 esemplari di Pelobate, di cui 7 maschi e 6 femmine, la lunghezza media è stata, per i maschi di mm, mentre per le femmine di mm; il peso medio dei maschi è di 9.03 g, mentre quello delle femmine è di g. In tabella 1 sono riassunti i dati di cattura, sesso e morfometrici, degli esemplari catturati. 3

4 Tabella 1: data di cattura, sesso, lunghezza (mm) e peso (g) degli esemplari di pelobate catturati nei due anni di monitoraggio Il dettaglio delle catture totali giornaliere del 2003 per il pelobate e per gli altri anfibi trovati è riportato in Tabella 2. 4

5 Tabella 2: Frequenze totali degli individui catturati giornalmente per ciascuna specie durante il

6 Nel grafico 1 sono invece riportate le catture di Pelobates: i settori in cui sono stati catturati esemplari di Pelobates fuscus insubricus hanno la caratteristica di trovarsi a stretto contatto con corpi idrici, ma soprattutto includono tutti i settori in cui erano state collocate trappole; sono inoltre stati rinvenuti due animali nei settori 7 e 8, settori in cui le trappole non erano presenti. Il maggior numero di catture è avvenuto proprio dove sono stati collocati i gruppi di trappole a livello dei settori 5, 10 e 11. Grafico 1: numero totale delle catture di P. fuscus insubricus per settore effettuate durante il Sebbene le catture nel secondo anno di monitoraggio siano sensibilmente aumentate, il numero non consente comunque un analisi statistica dei dati utile a valutare se rispetto al 2002 ci siano stati dei miglioramenti; abbiamo quindi utilizzato i dati di cattura relativi anche alle altre specie, facendo l assunto che gli interventi promossi e realizzati dal Parco abbiano una ricaduta non solo sul pelobate fosco, ma su tutti gli anfibi. È stato invece fatto un confronto tra i settori interessati dagli interventi di realizzazione dei nuovi bacini idrici: il settore 7 che include la risaia denominata Nembrini affittata dal Parco (Azione B2); e la zona 11 dello Stagno Nuovo (Laghetto Pelobate), oggetto dei lavori di impermeabilizzazione del fondo; poiché nel 2002 questo non era interessato dal monitoraggio, per effettuare il confronto tra anni sono state considerate le catture effettuate nei settori circostanti l area dello Stagno Nuovo, in particolare sono state sommate le catture effettuate nei settori 8, 12, 13 durante il 2002 e confrontate con il totale equivalente ottenuto durante il monitoraggio del

7 Confrontando le catture medie giornaliere del 2002 riportate nel grafico 2 con i dati relativi al 2003 riportati in grafico 3 emerge che nel settore 11 che include lo stagno appena realizzato si ha un numero estremamente elevato di catture. Particolarmente importante è il fatto che in corrispondenza dei nuovi siti (settore 7 e 11) siano state rinvenute due femmine di Pelobates fuscus insubricus pronte a deporre. Nei settori 7 e 12 (aree immediatamente circostanti i bacini di nuova formazione) è stato riscontrato un aumento nel numero di catture del complesso delle rane verdi. Nel settore 13 si verifica un aumento di catture di Bufo bufo. Il confronto tra anni di questi settori è rappresentato nei grafici 2 e 3 seguenti: Grafico 2: numero medio di catture giornaliere totali nei settori 7, 8, 12 e 13 effettuate nel Bufo bufo Bufo viridis Hyla int. Rana verde catture settore Grafico 3: numero medio di catture giornaliere effettuate nei settori corrispondenti ed adiacenti ai corpi idrici di nuova creazione nel

8 Se poi si confronta l aumento % di catture osservato nel 2003 nei settori interessati dagli interventi (7, 8,12 e 13) con quello verificatosi nel settore 5 (aeronautica) non oggetto di intervento e con il decremento % registrato nei settori non adiacenti a corpi idrici, si vede come gli animali si siano concentrati nei pressi delle aree disponibili, in particolare nei dintorni delle nuove zone umide (grafico 4). Grafico 4: Aumento percentuale della media giornaliera di cattura nel 2003 rispetto al Per ciò che riguarda la pratica colturale della asciutta, secondo la quale la risaia va incontro ad uno svuotamento che può durare anche una settimana e che dovrebbe essere utile ad eliminare le erbe infestanti, nel 2003 non si è osservato il ricorso a questa pratica a carico delle risaie interessate dal monitoraggio. Da questi risultati sembra quindi che la strada intrapresa della costruzione di nuovi siti e gestione diretta da parte del Parco abbia dato risultati positivi già a partire dalla prima stagione riproduttiva. Questi risultati dovranno necessariamente essere valutati poi in una scala temporale più lunga. Nonostante siano state ritrovate sia femmine con uova pronte a deporre, sia maschi in avvicinamento ai siti riproduttivi (risaie Fincato e Aeronautica), non è stato possibile rinvenire le larve nelle risaie medesime, probabilmente a causa dell esiguo numero delle stesse su una così vasta superficie. 8

9 La stagione riproduttiva 2003 è stata caratterizzata da temperature significativamente maggiori che nella stagione 2002 (grafico 5); mentre per l umidità, sebbene nel 2002 abbia avuto valori medi più elevati, questa differenza non è risultata statisticamente significativa. Grafico 5: Andamento delle temperature nei due anni di monitoraggio. Considerazioni finali del monitoraggio anfibi: a) è stata accertata una residua presenza di Pelobates fuscus insubricus nel territorio del sito Picchetta-Zaboina con uno basso numero di esemplari (12 nel 2003); si tratta comunque di un numero rilevante rispetto al totale di catture verificatesi nelle altre popolazioni monitorate quest anno in Italia settentrionale, b) sono state identificate le aree di maggiore interesse per il pelobate all interno del Parco: si tratta di almeno 5 aree umide: - Risaia Fincato, - Risaia Aeronautica, - Risaia Nembrini, - Stagno Nuovo (Laghetto Pelobate) - Stagno Bosco Vedro; tutte sono situate nelle immediate vicinanze di zone a copertura boschiva. La presenza è stata confermata oltre che nei due siti storici (Fincato e Aeronautica), in prossimità dei siti realizzati nell ambito del progetto: la risaia Nembrini e lo Stagno di nuova realizzazione. 9

10 E stato inoltre identificato un altro sito le cui caratteristiche ecologiche lo rendono potenzialmente idoneo alla colonizzazione da parte di Pelobate fuscus insubricus: lo Stagno Bosco Vedro, c) attraverso il monitoraggio si è riscontrato un basso numero di adulti: circa 5 catture per sito nei siti storici di riproduzione. Purtroppo lo scarso numero di esemplari ritrovati non è imputabile ad un insufficiente sforzo di monitoraggio in quanto è stata effettuata anche la ricattura di un esemplare nel sito risaia Aeronautica. Questo fatto indica una buona efficienza del piano di monitoraggio. Le particolari condizioni climatiche degli ultimi due anni (basse temperature nel 2002 e bassa piovosità nel 2003) possono aver contribuito a ridurre il numero degli animali in movimento; questo fenomeno sembra essere peraltro abbastanza generalizzato in tutta l area padana e non caratteristico dell area del Parco del Ticino, d) data la scarsa numerosità di adulti e di conseguenza di ovature, non sembrano esserci le condizioni per un prelievo di girini o uova, si può eventualmente pensare ad una parziale traslocazione delle stesse nelle risaie e stagni di proprietà o gestione del parco, e) di particolare interesse sembra essere l utilizzo da parte di alcune femmine di pelobate dei nuovi siti già nel primo anno dalla loro realizzazione, queste femmine, sessualmente mature ed ancora provviste di uova, potrebbero avere utilizzato i nuovi bacini come sito riproduttivo sebbene non siano state trovate larve di pelobate; a questo proposito c è da aggiungere che l assenza di queste ultime potrebbe essere dovuto, nel caso dello Stagno Nuovo, ad una difficile localizzazione delle stesse, poiché la profondità dello stagno è, nella vasca di preriscaldamento, superiore ai due metri. L azione più importante risulta dunque essere la realizzazione e la gestione, compatibile con il ciclo biologico di Pelobates fuscus (ad es. eliminazione delle asciutte), di alcuni siti per creare le condizioni affinché si formino nuclei riproduttivi numericamente sufficienti. 10

11 Cartina 1: suddivisione del territorio in 14 settori. 11

12 Cartina 2: zone provviste di barriere e trappole pit-fall. 12

13 MONITORAGGIO ANFIBI 2004 Nella stagione riproduttiva 2004 si è continuato il lavoro iniziato nell ambito del progetto e conclusosi con la fine del progetto in cui il dipartimento di Biologia Animale e dell Uomo aveva avuto come obiettivo quello di effettuare un monitoraggio sulla popolazione di Pelobates fuscus insubricus presente. Nel primo anno di questa seconda fase, di continuazione di quelle che sono state le azioni intraprese durante il LIFE, gli obiettivi sono stati: verificare che i primi risultati positivi, ottenuti nel 2003 attraverso le azioni effettuate nei tre anni di progetto, si mantenessero anche a progetto concluso; cercare di valutare, attraverso il censimento degli animali, se la popolazione sia stabile o meno. Come negli anni precedenti il monitoraggio è stato svolto lungo i percorsi già individuati n base a quanto sperimentato nelle stagioni 2002 e 2003, in termini di tempo, personale impiegato e quantità di barriere e trappole disposte lungo i bacini. Globalmente nel 2004 sono state effettuate 30 uscite notturne nel periodo che è andato dal 2 aprile al 31 maggio. In tabella 1 sono riassunti i dati di cattura, sesso e morfometrici, degli adulti catturati. Tabella 1: data di cattura, sesso, lunghezza (mm) e peso (g) degli esemplari di pelobate catturati nei due anni di monitoraggio. Oltre alle uscite notturne, sono state effettuate altrettante uscite diurne alle ricerca di ovature e di girini. 13

14 Durante le uscite sono state perlustrati i siti di deposizione storici (risaia Fincato e Aeronautica) e quelli di recente costruzione (Stagno nuovo e risaia Nembrini), non sono state ritrovate ovature, ma sia nella risaia Fincato che nei due bacini nuovi sono state rinvenute numerose larve di pelobate fosco insubrico. Per ciò che riguarda la risaia Fincato, data la gestione privata della medesima, si è preferito traslocare una quota di girini da questo bacino a quelli direttamente gestiti dall Ente Parco. Precisamente sono stati traslocati oltre duecento girini, in avanzato stadio di sviluppo, nel sito Laghetto Pelobate. Considerazioni finali sulla stagione di monitoraggio 2004: f) è stata accertata la presenza di Pelobates fuscus insubricus nel territorio del sito Picchetta-Zaboina, g) la presenza è stata confermata oltre che nei due siti storici (Fincato e Aeronautica) anche in prossimità dei siti nuovi realizzati nell ambito del progetto: la risaia Nembrini e lo Stagno Pelobate, h) di particolare interesse sembra essere il fatto che nei nuovi siti, già utilizzati nella stagione 2003 come sito riproduttivo, si sia riconfermata non solo la presenza e la deposizione, ma anche l avvenuta schiusa delle uova deposte, segno quindi che i siti sono idonei ad ospitare la riproduzione degli adulti di Pelobates fuscus insubricus. i) alla luce di quanto sopra espresso, un azione importante sembra essere l allestimento di un maggior numero di siti riproduttivi direttamente gestiti dall Ente Parco. Questo avrebbe come effetto immediato quello di fornire agli animali dispersi sul territorio più opportunità di trovare un posto in cui riprodursi; inoltre in seconda battuta, servirebbe a diminuire i rischi di sopravvivenza della popolazione nel caso in cui per un qualche motivo in un sito succedesse qualcosa che infici la stagione riproduttiva. 14

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