L inclusione nella scuola italiana
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1 Istituto Statale d Istruzione Superiore L. Bianciardi Formazione Neoassunti 2015 Laboratorio 1 L inclusione nella scuola italiana Sara Guerrini Grosseto 1
2 Indice Il processo di inclusione nella scuola italiana: cenni storici... 3 La legislazione in materia di inclusione scolastica. Riferimenti normativi... 3 Bibliografia... 5 Riferimenti normativi... 5
3 Il processo di inclusione nella scuola italiana: cenni storici Il processo di inclusione degli alunni disabili nella scuola italiana è un percorso iniziato circa quarant anni fa e non ancora concluso. Tale esperienza prese avvio nei primi anni 70 come conseguenza della profonda contestazione rivolta agli istituti e alle strutture emarginanti dove, fino a quel momento, venivano assistiti ed educati i disabili: molte delle scuole speciali esistenti vennero chiuse e i bambini che le frequentavano furono inseriti nelle classi della scuola comune. Queste prime esperienze, seppur importanti, avvennero in modo scoordinato e senza alcuna progettazione specifica: l enfasi era posta sulla possibilità, per il bambino disabile, di stare con gli altri e di partecipare ad ogni attività ed esperienza della scuola, indipendentemente dal raggiungimento di obiettivi significativi in termini di apprendimento. Nonostante i limiti di queste prime sperimentazioni, la presenza di alunni disabili costrinse gradualmente la scuola a porsi il problema di come gestire la diversità all interno della classe. Nei decenni successivi si determinò una consistente evoluzione culturale e concettuale rispetto al tema della disabilità, accompagnata da un parallelo progresso in termini legislativi: venne superato l approccio dell uguaglianza, per cui il bambino disabile doveva essere il più possibile come gli altri, per assumere l approccio della diversità come risorsa individuale, per cui ciascun alunno è diverso da tutti gli altri per elementi di storia e di identità, per stili di apprendimento e per capacità comunicative e cognitive. Il termine integrazione ha così sostituito quello di inserimento nell ambito scolastico, sociale e legislativo, segnando il passaggio dalla realtà del bambino disabile inserito nella scuola, ma sostanzialmente isolato ed evitato, alla fase in cui ci si impegna attivamente perché egli sia pienamente integrato nel gruppo dei suoi coetanei, della scuola, del territorio. Se nel 2009 il legislatore parlava ancora di integrazione (cfr. le Linee Guida per l integrazione scolastica degli alunni con disabilità, 2009), al momento attuale il nostro sistema educativo ha per obiettivo l inclusione, che deve intendersi come un estensione concettuale dell integrazione stessa. L inclusione comprende non solo l alunno disabile, ma tutti gli studenti con le loro singolarità e complessità. Una breve panoramica sulla normativa vigente in materia, mostrerà come le legiferazioni più recenti siano animate dalla volontà di rendere la scuola italiana sempre più inclusiva. La legislazione in materia di inclusione scolastica. Riferimenti normativi. Il diritto allo studio, già sancito dalla nostra Costituzione (art. 3), oggi è assicurato ai disabili dalla L. 517/77 e soprattutto dalla L. 104/92, che ad oggi resta il riferimento normativo fondamentale in materia di disabilità. I primi 4 comma ben riassumono l intento della L. 104/92: - nel comma 1 viene garantito l'inserimento negli asili nido; - nel comma 2 viene ribadito il diritto all'inserimento nelle sezioni di scuola : materna, nelle classi comuni di ogni ordine e grado e nelle istituzioni universitarie;
4 - nel comma 3 si fissa chiaramente l'obiettivo che si propone di raggiungere l'integrazione scolastica :"...lo sviluppo delle potenzialità della persona handicappata nell'apprendimento, nella comunicazione, nelle relazioni e nella socializzazione...". - nel comma 4 si stabilisce il diritto all'educazione e all'istruzione per tutti i disabili prescindendo dalle difficoltà di apprendimento e da tutte le altre eventuali difficoltà derivanti dalla disabilità. I criteri di valutazione indicati dalla L. 104/92 art. 16, sono innovativi. Detti criteri valgono per tutti gli ordini scolastici e gradi di scuola e si basano sulla valutazione impostata secondo il piano educativo individualizzato, piano che può prevedere anche modifiche parziali dei contenuti dei programmi di alcune materie, (comma 1 art. 16 L.104/92). Ai fini della valutazione, nell'ambito della scuola d'obbligo, si deve, comunque, tener conto dei progressi realizzati e riferiti ai livelli di partenza e tenuto conto delle capacità effettive degli alunni con handicap ( vedere art. 16 comma 2 L. 104/92). Nelle scuole superiori l'art.16 punto 3 recita : "...per gli alunni disabili sono consentite prove equipollenti e tempi più lunghi per l'effettuazione delle prove scritte o grafiche e la presenza di assistenti per l'autonomia e la comunicazione...". Infine: gli alunni disabili possono sostenere le prove di esame o la valutazione con l'utilizzo degli ausili loro necessari (comma 4); in caso di esame universitario, le disposizioni del comma 4 vanno concordate con il docente della materia e, occorrendo, con il consiglio di facoltà. Anche nella Legge 517/1977 si afferma che l integrazione degli alunni disabili deve avvenire nell ambito di un organizzazione educativa e didattica individualizzata. Le specifiche indicazioni sull individualizzazione dell insegnamento contenute nei Programmi del 1979, del 1985 e del 1992 relativamente all integrazione degli alunni disabili ribadiscono questa esigenza. Ma l equivoco di fondo che si è creato è che l individualizzazione dell insegnamento riguardi solo gli alunni disabili. È vero che i processi di apprendimento e formazione degli alunni disabili si possono realizzare solo attraverso percorsi individualizzati o personalizzati (PEI o PEP) ma occorre evidenziare che il grande salto di qualità che la scuola deve realizzare consiste nella realizzazione di un organizzazione educativa e didattica che sia differenziata, individualizzata, personalizzata per tutti gli alunni, e non soltanto per determinate categorie, quali gli alunni disabili. Questo è essenziale non solo perché l accoglienza degli alunni disabili non sia diversa da quella degli altri alunni e perciò discriminante ed emarginante, ma anche e soprattutto perché tutti gli alunni hanno bisogno di percorsi didattici personalizzati. Era questo il significato del primo comma degli articoli 2 e 7 della Legge 517/1977 e dell art.14 della Legge 104/1992, nei quali si prevedeva un organizzazione didattica individualizzata per tutti gli alunni, nell ambito della quale si attuava l integrazione degli alunni disabili. La legislazione in merito ad alunni con problematiche speciali, si è arricchita con la L. 170/2010, che tutela il diritto allo studio e all inclusione scolastica degli studenti affetti da Disturbi Specifici di Apprendimento. Nel decreto attuativo 5669/2011 si specificano gli strumenti compensativi e
5 dispensativi che il Consiglio di classe potrà adoperare per garantire il successo didattico degli studenti con DSA. Per ribadire la fondamentale importanza di una didattica personalizzata e inclusiva, infine, il 27 dicembre 2012 è stata emanata la Direttiva ministeriale in merito a Strumenti di intervento per alunni con Bisogni Educativi Speciali e organizzazione territoriale per l inclusione scolastica. In essa si precisa che l area dello svantaggio scolastico è molto più ampia di quella riferibile esplicitamente alla presenza di deficit. In ogni classe ci sono alunni che presentano una richiesta di speciale attenzione per una varietà di ragioni: svantaggio sociale e culturale, disturbi specifici di apprendimento e/o disturbi evolutivi specifici, difficoltà derivanti dalla non conoscenza della cultura e della lingua italiana perché appartenenti a culture diverse. L utilizzo dell acronimo BES sta quindi ad indicare una vasta area di alunni per i quali il principio della personalizzazione dell insegnamento, sancito dalla Legge 53/2003, va applicato con particolari accentuazioni in quanto a peculiarità, intensività e durata delle modificazioni. Fermo restando che, nella scuola dell autonomia, ciascuno studente ha diritto ad una personalizzazione della didattica. Bibliografia -Cornoldi C., Zaccaria S. ( 2011), In classe ho un bambino che L insegnante di fronte ai Disturbi Specifici dell Apprendimento, Giunti Scuola, Firenze; -Contadin C., L integrazione scolastica degli alunni disabili, in Psicologia e scuola, Settembre-Ottobre 2010 n. 11, Giunti Scuola Edizioni, Firenze. Riferimenti normativi Legge 4 agosto 1977, n. 517; Legge 5 febbraio 1992, n. 104; Linee Guida per l integrazione scolastica degli alunni con disabilità, 2009 Legge 28 marzo 2003, n. 53 Legge 8 ottobre 2010, n. 170 Direttiva ministeriale, Strumenti di intervento per alunni con Bisogni Educativi Speciali e organizzazione territoriale per l inclusione scolastica, 27 dicembre 2012
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