Presupposti. L integrazione non è l inserimento.

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1 Condivisione, cooperazione e corresponsabilità sono valori essenziali a cui ogni azione educativa e didattica tende a ispirarsi al fine di rendere concretamente attuabili le finalità normative in tema di handicap. In particolare, tutti i soggetti coinvolti nel processo di integrazione, orientano i loro interventi sui bisogni degli studenti secondo le seguenti indicazioni: Presupposti L integrazione non è l inserimento. Il centro dell attività didattica non è il programma ma è lo stesso alunno con le sue caratteristiche, le sue potenzialità che diventa il fine rispetto al quale le conoscenze e le abilità sono il mezzo. Non si enfatizza ciò che l alunno non sa fare ma ciò che sa fare e su questo si costruisce. Insegnante curricolare L insegnante curricolare è l insegnante di tutti gli alunni della classe. Gli interventi didattici debbono coinvolgere l intero corpo docente, e ciò superando la logica, purtroppo diffusa e ricorrente della delega del problema dell integrazione al solo insegnante di sostegno (Nota Ministeriale dell 8 agosto 2002). 1 / 5

2 Insegnante di sostegno L insegnante di sostegno è un insegnante specializzato, previsto dalla Legge 517/77, che viene assegnato, in piena contitolarità con gli altri docenti, alla classe in cui è inserito il soggetto portatore di handicap per attuare "forme di integrazione a favore degli alunni portatori di handicap" e "realizzare interventi individualizzati in relazione alle esigenze dei singoli alunni". L'insegnante di sostegno assume l'impegno di collaborare pienamente con i colleghi nell'impostazione e realizzazione del progetto educativo-didattico riferito all'alunno con handicap, mette a disposizione la propria competenza, correlata alla specializzazione didattica, per predisporre i relativi percorsi e strumenti; assume la corresponsabilità dell'attività educativa e didattica complessiva nella sezione, modulo o classe cui viene assegnata; svolge compiti di collaborazione con le famiglie e le strutture sanitarie del territorio (C.M. 184 del 3/7/91). Il suo compito non è quello di sostituire il docente curricolare nella presentazione di contenuti che, tra l altro non è tenuto a conoscere, oppure di provvedere a recuperi disciplinari. Il docente di sostegno è un mediatore cognitivo-relazionale che, con i docenti curricolari, ricerca e mette in atto le strategie più adatte ad un efficace intervento didattico ed educativo. Il più delle volte, il docente di sostegno ha a disposizione un numero limitato di ore non sufficiente a gestire i bisogni degli studenti; ne consegue che la collaborazione con i docenti curricolari è essenziale e deve essere rivolta alla ricerca di strategie per integrare con la necessaria coerenza pedagogica e didattica il progetto della classe con il Piano educativo individualizzato. Piano educativo individualizzato integrato (PEI) Il Piano educativo individualizzato (indicato in seguito con il termine P.E.I.), è il documento nel quale vengono descritti gli interventi integrati ed equilibrati tra di loro, predisposti per l'alunno in situazione di handicap, in un determinato periodo di tempo, ai fini della realizzazione del diritto all'educazione e all'istruzione, di cui ai primi quattro commi dell'art. 12 della Legge n. 104 del / 5

3 Il P.E.I. tiene presente i progetti didattico-educativi, riabilitativi e di socializzazione individualizzati, nonché le forme di integrazione tra attività scolastiche ed extrascolastiche, di cui alla lettera a), comma 1, dell'art. 13 della Legge n. 104 del Nella definizione del P.E.I., i soggetti di cui al precedente comma 2 (Organi scolastici, ASL, Enti locali), propongono, ciascu no in base alla propria esperienza pedagogica, medico-scientifica e di contatto e sulla base dei dati derivanti dalla diagnosi funzionale e dal profilo dinamico funzionale, gli interventi finalizzati alla piena realizzazione del diritto all'educazione, all'istruzione ed integrazione scolastica dell'alunno in situazione di handicap. Detti interventi propositivi vengono, successivamente, integrati tra di loro, in modo da giungere alla redazione conclusiva di un piano educativo che sia correlato alle disabilità dell'alunno stesso, alle sue conseguenti difficoltà e alle potenzialità dell'alunno comunque disponibili. Il P.E.I., pertanto, non coincide con il solo progetto didattico. Per una corretta formulazione del Piano Educativo Individualizzato è indispensabile una programmazione degli interventi che deve essere il frutto di una collaborazione interdisciplinare in ogni settore: docenti curricolari e specializzati, operatori della ASL e famiglia. La conoscenza puntuale, estesa e approfondita della situazione individuale permetterà di trovare utili indicazioni operative per poter sviluppare le capacità dell'individuo con handicap per raggiungere un suo possibile traguardo (D.P.R. 24/02/1994 e Legge 104/92). Risulta evidente che la diagnosi funzionale e il profilo dinamico funzionale sono documenti di particolare rilevanza il cui contenuto deve essere patrimonio di tutti coloro che sono impegnati nella stesura del PEI e non unicamente dal solo docente di sostegno. Il PEI è redatto all inizio di ogni anno scolastico, verificato ed eventualmente aggiornato in itinere con frequenza possibilmente correlata all ordinaria ripartizione dell anno scolastico o, se possibile, con frequenza trimestrale (entro ottobre-novembre, febbraio-marzo, maggio-giugno) (D.P.R.24/2/94 art.6 comma 1). Valutazione 3 / 5

4 L'art. 16, comma 1 della legge 104 dispone che la valutazione degli alunni in situazione di handicap debba avvenire sulla base del Piano Educativo Individualizzato. La norma precisa che la valutazione è effettuata da tutti gli insegnanti. Ciò mostra come sia fallace la prassi che affida al solo insegnante di sostegno la valutazione dell'alunno che viene poi formalmente fatta propria dagli insegnanti curricolari o, al contrario, che esclude il docente di sostegno dalla valutazione che, in realtà, viene effettuata solo dal docente curricolare. La norma inoltre indica che deve essere evidenziato nel PEI se per talune discipline sono stati adottati particolari criteri didattici, ad esempio, se per alunni con ritardo mentale lieve gli aspetti concettuali sono stati semplificati limitandosi alla descrizione di un fenomeno e/o evento oppure può essere ritenuta sufficiente la capacità dell'alunno di agganciare tale fenomeno e/o evento ad un esperienza concreta, ecc. La norma dispone ancora che occorre indicare quali attività integrative o di sostegno siano state svolte, anche in sostituzione dei contenuti parziali di alcune discipline. Può ad esempio avvenire che un alunno con minorazione motoria o visiva abbia potuto sostituire il disegno con lo studio teorico, o che un alunno audioleso abbia ottenuto di poter sostituire la musica con la storia della musica. Così pure per un alunno con ritardo mentale lieve potrebbe essere stata sostituita l'elaborazione del tema tradizionale con una relazione o con la compilazione di un questionario da completare, ad esempio con le desinenze (se si tratta di una lingua) o con delle cifre o dei valori (nel caso di matematica). In forza dell'art. 16, comma 3 della legge 104, nella scuola secondaria sono ammessi tempi più lunghi per l'effettuazione delle prove scritte e prove equipollenti. Il concetto di prove equipollenti si rinviene nella C.M. 163/83 e nell'art. 6, comma 1 del regolamento dei nuovi esami di Stato, approvato con DPR n. 323/98, che è quindi applicabile a maggior ragione alle prove svolte durante la frequenza. Le prove equipollenti consistono nella sostituzione di elaborati scritti con questionari da completare, nella sostituzione di un colloquio con una prova scritta, nell'uso di strumenti tecnici, nello svolgimento di contenuti culturali diversi da quelli di prove ufficiali, ecc. Tali prove comunque sono diverse nei modi di accertamento, ma non nei risultati. Esse cioè debbono consentire l'accertamento di risultati finali tali da permettere una valutazione legale idonea al rilascio della promozione alla classe successiva o al titolo di studio, diploma di qualifica professionale, licenza di maestro d'arte, diploma conclusivo degli studi superiori. 4 / 5

5 La valutazione può essere per obiettivi minimi o differenziata. Se l'alunno fa un programma differenziato solo per una materia, vuol dire che egli svolge il programma normale o semplificato per tutte le altre discipline. Se così stanno le cose, la sua valutazione deve avvenire secondo la valutazione normale, pertanto in quella materia avrà una votazione negativa. A fine anno, si procederà, come per tutti gli alunni, con votazione a maggioranza del consiglio di classe. Non è possibile cumulare contemporaneamente una valutazione normale per molte discipline e quella differenziata solo per altre. O si adotta l'una o si adotta l'altra ed i docenti in minoranza debbono accettare quel modo di valutazione, ovviamente mantenendo la libertà di dare i voti che, in coscienza, si sentono di dare. 5 / 5

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