Parte 1. Rischi meccanici e attrezzature, Rischi elettrici generali, Cadute dall alto, Esplosione
|
|
- Fausto Pepe
- 8 anni fa
- Visualizzazioni
Transcript
1 Parte 1 Rischi meccanici e attrezzature, Rischi elettrici generali, Cadute dall alto, Esplosione 1
2 Normativa Definizioni «atmosfera esplosiva» una miscela con l aria, a condizioni atmosferiche, di sostanze infiammabili allo stato di gas, vapori, nebbie o polveri in cui, dopo accensione, la combustione si propaga nell insieme della miscela incombusta Per condizioni atmosferiche si intendono condizioni nelle quali la concentrazione di O 2 nell atmosfera è circa il 21% e che includono variazioni di pressione e temperatura al di sopra e al di sotto dei livelli di riferimento, denominate condizioni atmosferiche normali 2
3 Normativa Il titolo XI non si applica: alle aree utilizzate direttamente per le cure mediche dei pazienti; all uso di apparecchi a gas di cui al DPR 15/11/96, n. 661; alla produzione, alla manipolazione, all uso, allo stoccaggio ed al trasporto di esplosivi o di sostanze chimicamente instabili; alle industrie estrattive a cui si applica il D.Lgs. 25/11/96, n. 624; all impiego di mezzi di trasporto terrestre, marittimo, fluviale e aereo per i quali si applicano le pertinenti disposizioni di accordi internazionali. 3
4 Normativa Gli obblighi fondamentali del datore di lavoro sono: evitare l accensione di atmosfere esplosive; attenuare gli effetti di un esplosione; valutare i rischi di esplosione; adeguata strutturazione degli ambienti e lavorazioni; adozione di misure di controllo; coordinamento con soggetti esterni; adottare misure specifiche. Si tratta di obblighi variegati che impongono un sistema di gestione delle specifiche misure per questo rischio 4
5 Sostanze esplosive Possono dare luogo ad atmosfere esplosive tutte le sostanze infiammabili Le polveri (di natura organica e inorganica purché combustibili) possono dare luogo ad atmosfere esplosive sostanze organiche naturali (farina, zucchero, prodotti alimentari, ecc.) sostanze organiche sintetiche (plastiche, pigmenti, pesticidi, prodotti chimici, ecc.) prodotti farmaceutici (acido acetilsalicilico, paracetamolo, vitamina C, stearato di calcio) derivati del carbone metalli ossidabili (alluminio, magnesio, zinco, ferro, ecc.) Le polveri combustibili con granulometria inferiore a 500 m sono da considerarsi pericolose 5
6 Sorgenti e occasioni di innesco Sono sorgenti di innesco: Fiamme Materiali incandescenti Superfici calde Saldatura e taglio Frizione e impatto Scintille elettriche Compressione adiabatica Autoaccensione Sostanze piroforiche Elettricità statica 6
7 Valutazione dei rischi La valutazione deve tenere conto di: probabilità e durata della presenza di atmosfere esplosive probabilità che le fonti di accensione, comprese le scariche elettrostatiche, siano presenti e divengano attive ed efficaci caratteristiche dell impianto, sostanze utilizzate, processi e loro possibili interazioni entità degli effetti prevedibili. Devono essere inseriti nella valutazione i luoghi che sono o possono essere in collegamento, tramite aperture, con quelli in cui possono formarsi atmosfere esplosive. La valutazione si effettua con riferimento a specifiche norme tecniche 7
8 Fasi della valutazione del rischio Classificazione delle aree Valutazione dei rischi di esplosione Analisi di dettaglio del rischio con algoritmi Eliminazione o riduzione del rischio mediante misure specifiche di prevenzione e protezione Messa a norma delle attrezzature da utilizzare nelle aree in cui possono formarsi atmosfere esplosive 8
9 Valutazione del rischio Classificazione delle zone Dati sulle zone Probabilità della presenza di atmosfere esplosive Durata della presenza di atmosfere esplosive Informazioni sulle fonti di accensione Dati attività Modalità di lavorazione Tipo di impianti Sostanze utilizzate Livello di informazione e formazione Entità degli effetti prevedibili 9
10 Classificazione aree - Infiammabili Zona 0 Area in cui è presente in permanenza o per lunghi periodi o frequentemente un atmosfera esplosiva consistente in una miscela di aria e di sostanze infiammabili sotto forma di gas, vapore o nebbia Zona 1 Area in cui la formazione di un atmosfera esplosiva, consistente in una miscela di aria e di sostanze infiammabili sotto forma di gas, vapori o nebbia, è probabile che avvenga occasionalmente durante le normali attività Zona 2 Area in cui durante le normali attività non è probabile la formazione di un atmosfera esplosiva consistente in una miscela di aria e di sostanze infiammabili sotto forma di gas, vapore o nebbia o, qualora si verifichi, sia unicamente di breve durata 10
11 Classificazione aree - Polveri Zona 20 Area in cui è presente in permanenza o per lunghi periodi o frequentemente un atmosfera esplosiva sotto forma di nube di polvere combustibile nell aria. Zona 21 Area in cui la formazione di un atmosfera esplosiva sotto forma di nube di polvere combustibile nell aria, è probabile che avvenga occasionalmente durante le normali attività Zona 22 Area in cui durante le normali attività non è probabile la formazione di un atmosfera esplosiva sotto forma di nube di polvere combustibile o, qualora si verifichi, sia unicamente di breve durata 11
12 Prescrizioni minime Provvedimenti organizzativi. Formazione professionale dei lavoratori Istruzioni scritte e autorizzazione al lavoro il lavoro nelle aree a rischio si effettua secondo le istruzioni scritte Le autorizzazioni al lavoro sono rilasciate prima dell inizio dei lavori da una persona abilitata a farlo. sistema di autorizzazioni al lavoro per le attività pericolose e per le attività che possono diventare pericolose quando interferiscono con altre operazioni di lavoro. 12
13 Prescrizioni minime Misure di protezione contro le esplosioni. Fughe e emissioni di gas, vapori, nebbie o polveri combustibili devono essere opportunamente deviate o, se ciò non è realizzabile, contenuti in modo sicuro, o resi adeguatamente sicuri con altri metodi appropriati. Qualora l atmosfera esplosiva contenga più tipi di gas, vapori, nebbie o polveri infiammabili o combustibili, le misure di protezione devono essere programmate per il massimo pericolo possibile. 13
14 Prescrizioni minime Misure di protezione contro le esplosioni. Prevenzione dei rischi di accensione si tiene conto anche delle scariche elettrostatiche che provengono dai lavoratori o dall ambiente di lavoro. I lavoratori sono dotati di adeguati indumenti di lavoro fabbricati con materiali che non producono scariche elettrostatiche. 14
15 Prescrizioni minime Misure di protezione contro le esplosioni. Impianti, attrezzature, sistemi di protezione e tutti i loro dispositivi di collegamento sono posti in servizio soltanto se si stato verificato che possono essere utilizzati senza rischio in un atmosfera esplosiva. 15
16 Prescrizioni minime Misure di protezione contro le esplosioni. La struttura del luogo di lavoro deve essere stata progettata, costruita, montata, installata, tenuta in efficienza e utilizzata in modo tale che riduca al minimo i rischi di esplosione controlli o riduca al minimo la propagazione all interno del luogo di lavoro e dell attrezzatura. Per detti luoghi di lavoro si adottano le misure necessarie per ridurre al minimo gli effetti sanitari di una esplosione sui lavoratori Se necessario, i lavoratori sono avvertiti con dispositivi ottici e acustici e allontanati prima che le condizioni per un esplosione siano raggiunte. 16
17 Parte 2 Rischi chimici, Nebbie, oli, fumi, polveri, Etichettatura, Rischi biologici, Rumore, Vibrazioni, Radiazioni, Microclima e illuminazione, Videoterminali 17
18 Agenti chimici e igiene del lavoro Campo di applicazione della normativa protezione dei lavoratori contro i rischi per la salute e la sicurezza che derivano, o possono derivare, dagli effetti di agenti chimici presenti sul luogo di lavoro o come risultato di ogni attività lavorativa che comporti la presenza di agenti chimici. 18
19 Definizioni AGENTI CHIMICI: tutti gli elementi o composti chimici, sia da soli sia nei loro miscugli, prodotti intenzionalmente o no e immessi o no sul mercato AGENTI CHIMICI PERICOLOSI SOSTANZE PERICOLOSE D.Lgs. 52/97 PREPARATI PERICOLOSI D.Lgs. 95/2003 Agenti chimici che (non classificati come pericolosi) possono comportare un rischio per la sicurezza e la salute dei lavoratori a causa di loro proprietà chimico-fisiche, chimiche o tossicologiche e del modo in cui sono utilizzati o presenti sul luogo di lavoro, compresi gli agenti chimici cui è stato assegnato un valore limite di esposizione professionale 19
20 Definizioni PERICOLO proprietà intrinseca di un agente chimico di poter produrre effetti nocivi RISCHIO probabilità che si raggiunga il potenziale nocivo nelle condizioni di utilizzazione o esposizione 20
21 Definizioni Valore limite di esposizione professionale limite della concentrazione media ponderata nel tempo di un agente chimico nell aria all interno della zona di respirazione di un lavoratore in relazione ad un determinato periodo di riferimento Indagini ambientali Valore limite biologico limite della concentrazione del relativo agente, di un suo metabolita, o di un indicatore di effetto, nell appropriato mezzo biologico Analisi cliniche 21
22 Valutazione del rischio Datore di lavoro Valuta i rischi prendendo in considerazione Adotta misure di prevenzione e protezione sulla base dei risultati e utilizza l agente chimico proprietà pericolose degli agenti chimici; informazioni sulla salute e sicurezza contenute nelle Schede di Sicurezza; livello, tipo e durata dell esposizione; circostanze in cui viene svolto il lavoro in presenza degli agenti chimici, compresa la manutenzione e la pulizia; valori limite di esposizione professionale o i valori limite biologici; effetti delle misure preventive e protettive adottate; conclusione tratte da eventuali azioni di sorveglianza sanitaria (se disponibili). 22
23 Valutazione del rischio Il datore di lavoro valuta il rischio Possibili risultati Rischio basso per la sicurezza Rischio non basso per la sicurezza Rischio irrilevante per la salute Rischio non irrilevante per la salute In questa azienda il rischio è classificato come 23
24 Valutazione del rischio Rischio basso per la sicurezza Rischio non basso per la sicurezza Rischio irrilevante per la salute Rischio non irrilevante per la salute progettazione e organizzazione dei sistemi di lavorazione fornitura di attrezzature idonee per il lavoro specifico procedure di manutenzione adeguate riduzione al minimo degli esposti riduzione al minimo della durata e dell intensità dell esposizione misure igieniche adeguate riduzione al minimo della quantità di agenti presenti sul luogo di lavoro metodi di lavoro appropriati. 24
25 Valutazione del rischio Rischio basso per la sicurezza Rischio non basso per la sicurezza Rischio irrilevante per la salute Rischio non irrilevante per la salute Sostituzione degli Agenti chimici o dei processi progettazione di appropriati processi lavorativi e controlli tecnici; Appropriate misure organizzative e di protezione collettive; misure di protezione individuali; sorveglianza sanitaria dei lavoratori a norma degli articoli 229 e 230 Misurazione degli agenti chimici (all. XLI) Misure in caso di incidenti o di emergenze (art. 226) Informazione e formazione (art. 227) Sorveglianza sanitaria (art. 229) Cartelle sanitarie e di rischio (art. 230) 25
26 Valutazione del rischio - Sicurezza Si può escludere la presenza di concentrazioni pericolose di sostanze infiammabili, esplosive, facilmente infiammabili, comburenti, fiamme libere o fonti di accensione, e il luogo è classificato a basso rischio di incendio? No Rischio non basso (Misure generali) Sì Rischio basso Applicare le misure specifiche Le misure generali vanno applicate in ogni caso 26
27 Valutazione del rischio - Salute La natura delle sostanze, usi ecc. ecc. esclude la necessità di un ulteriore valutazione? No Uso di algoritmi, misurazioni ecc. Rischio non irrilevante (Misure generali) Sì Rischio irrilevante Applicare le misure specifiche Le misure generali vanno applicate in ogni caso 27
28 Valutazione del rischio - Algoritmi Uso e affidabilità degli algoritmi. R = P x M (o Frequenza x Magnitudo. o Pericolo x Esposizione) Scala dei valori per P e M modulati su diversi parametri. Frasi di rischio; Tipo di esposizione; Durata dell esposizione; Misure di prevenzione; ecc. A ogni fattore è associato un parametro e l elaborazione conduce a un indice numerico di rischio 28
29 Valutazione del rischio - Misure Uso e affidabilità delle misure ambientali. Devono essere rappresentative dell esposizione Si effettuano con riferimento a metodiche standardizzate; Confronto con limiti e TLV; Fare ricorso a personale qualificato; Considerare tutte le possibili vie di esposizione (inalatoria, cutanea ); Considerare le interazioni tra agenti diversi. Le misure ambientali non sostituiscono la valutazione del rischio ma la integrano 29
30 TLV: dove si trovano In allegato al DLgs 81/08 c è un elenco di valori limite di esposizione per diversi agenti chimici Altre fonti: prima tra tutte i TLV della ACGIH (American Conference of Govermental Industrial Hygienists) tradotti in Italia ogni anno da AIDII (associazione italiana degli igienisti industriali) I limiti e i TLV seguono il progresso tecnico ed è quindi necessario verificarne gli aggiornamenti a ogni indagine 30
31 Parte 2 Rischi chimici, Nebbie, oli, fumi, polveri, Etichettatura, Rischi biologici, Rumore, Vibrazioni, Radiazioni, Microclima e illuminazione, Videoterminali 31
32 CLASSIFICAZIONE CHIMICO-FISICA Stato Tipologia Origine Aerosol Polveri Fumi Combustione Condensazione Inquinanti Nebbie Acquose Oleose Aeriformi Gas Vapori 32
33 Definizione generale di polvere e aerosol Polvere materiale allo stato solido derivante da processi di frantumazione, naturale o artificiale. In funzione delle caratteristiche di dimensioni, forma e densità del materiale che l ha originata, ha capacità di aerodispersione più o meno lunga e maggiore o minore possibilità di allontanamento dalla zona di origine. Aerosol miscela di due fasi di cui una disperdente gassosa e l altra dispersa, solida o liquida in forma di particella. In Igiene Industriale e in Medicina del Lavoro: fase solida = polvere o altre particelle, fase gassosa = aria ambiente o atmosferica 33
34 Origine di polvere, nebbie, fumi e gas Polvere materiale allo stato solido derivante da processi di lavorazione meccanica quali la frantumazione, segagione, macinazione ecc. Nebbie materiale allo stato solido derivante da processi di lavorazione meccanica quali la frantumazione, segagione, macinazione ecc. Fumi particelle derivanti dalla reazione e condensazione di vapori saturi (fumi di saldatura, stampaggio, estrusione calda ecc.) Gas e vapori Prodotti utilizzati nel ciclo produttivo o generati per passaggi di stato, perdite dagli impianti, reazioni ecc. 34
35 Liquidi Livelli di disponibilità Paraffina: T eb = 300 C Benzene: T eb = 80 C 35
36 Polveri Livelli di disponibilità Basso Medio Polveri grossolane. Pellet e similari, solidi non friabili, bassa evidenza di polverosità osservata durante l uso. Per esempio: pellets di PVC cere e paraffine. Polveri generate da solidi granulari o cristallini. Durante l impiego la polverosità e visibile, ma la polvere si deposita rapidamente. Dopo l uso la polvere è visibile sulle superfici. Per esempio: sapone in polvere, zucchero granulare Alto Polvere fine e leggera. Durante l impiego si può vedere formarsi una nuvola di polvere che rimane aerosospesa per diversi minuti. Per esempio: cemento, biossido di titanio, toner di fotocopiatrice, dosaggi in farmaceutiche ecc. 36
37 Classificazione delle polveri Polveri Inalabili Particelle aventi diametro aerodinamico inferiore a 100 µm, sono tutte quelle che entrano nell apparato respiratorio Polveri Toraciche Particelle aventi diametro aerodinamico inferiore 10 µm, sono tutte quelle che raggiungono i bronchi Polveri Respirabili Particelle aventi diametro aerodinamico medio pari a 4 µm che hanno la capacità di raggiungere gli alveoli polmonari Polveri Ultra fini Particelle aventi diametro aerodinamico 1µm raggiungono la zona di scambio gassoso 37
38 Polveri e processi industriali Industria mineraria: polveri minerali, polveri inerti, trattamento materie prime e residui Cementifici: polveri minerali, materie prime e prodotto finito Metallurgia e metalmeccanica: polveri minerali, fumi di saldatura, fumi di fusione, verniciature, oli minerali ecc. Industria del legno: dalle materie prime alle lavorazioni finali, verniciatura e trattamento Agricoltura: polveri minerali, sementi, mangimi Chimica: inerti, additivi, fumi, oli minerali Farmaceutica: materie prime, prodotti finiti 38
39 Differenza tra polveri e fibre Immagine acquisita in Microscopia Ottica in Contrasto di Fase a 500 ingrandimenti D = 1 mm L = 60 mm L/d = 60 D = 12 mm L = 28 mm L/d = 2.3 D = 4 mm L = 50 mm L/d = 25 In igiene industriale si definisce FIBRA qualsiasi particella allungata il cui rapporto di allungamento (rapporto Lunghezza / Diametro) sia superiore a 3 Fibra: L/D>3 Le fibre hanno comportamenti aerodinamici e caratteristiche che le differenziano dalle altre particelle 39
40 Interazione tra agenti chimici e uomo Le possibili via di accesso degli agenti chimici sono: L inalazione con la respirazione; L ingestione con l alimentazione e la deglutizione; L assorbimento tramite la cute. Poche vie di accesso ma meccanismi diversi 40
41 Tossicologia tipi di tossicità Intossicazione acuta È caratterizzata da un esposizione di breve durata e da un assorbimento rapido della sostanza; La dose può essere unica o assunta in più riprese ma in un arco di tempo non superiore alle 24 ore Intossicazione sub-acuta È caratterizzata da un esposizione frequente o ripetuta nel corso di un periodo di più giorni o settimane a dosi non capaci di generare un intossicazione acuta Intossicazione cronica È caratterizzata da esposizioni ripetute nel corso di un lungo periodo. Si distinguono due meccanismi lesivi: La sostanza si accumula nell organismo, dato che la quantità eliminata è inferiore a quella assorbita L intossicazione può comparire per accumulo degli effetti che vengono prodotti da esposizioni ripetute nel tempo, senza che il tossico si accumuli nell organismo 41
42 Parte 2 Rischi chimici, Nebbie, oli, fumi, polveri, Etichettatura, Rischi biologici, Rumore, Vibrazioni, Radiazioni, Microclima e illuminazione, Videoterminali 42
43 XXXXXXXXXX Nella nostra azienda sono presenti Le XXXXXXX sono I XXXXXXXXXX sono Le XXXXXXXXXXX sono La XXXXXXXXXXX si applica a _ 43
44 Classificazione degli agenti chimici Le sostanze pericolose si classificano attualmente secondo il D.Lgs. 52/1997, secondo definizioni ben precise che rispondono a test standardizzati. Analogamente i preparati si classificano con il D.Lgs. 65/2003. Dal 2007 è in vigore il sistema REACH. Il produttore che immette la sostanza sul mercato deve effettuare i test e assegnare la classificazione. In questo momento per i prodotti chimici è in vigore una doppia classificazione in via transitoria verso il REACH 44
45 Vecchia classificazione agenti chimici pericolosi Secondo il vecchio schema (ancora applicabile) sostanze e preparati si classificano in Esplosivi Comburenti Estremamente infiammabili Facilmente infiammabili Infiammabili Corrosivi Irritanti Molto tossici Tossici Nocivi Sensibilizzanti Cancerogeni Mutageni Tossici per il ciclo riproduttivo Pericolosi per l ambiente 45
46 Le frasi di rischio Le frasi di rischio sono giudizi standardizzati su fattori di rischio associabili a una sostanza o un preparato Frasi R Frasi S Frasi H Frasi P Frasi di rischio R Consigli di prudenza S Hazard statement sostituiscono le frasi R (Reach) Precautionary statement sostituiscono le frasi S (Reach) 46
47 Vecchia classificazione - Esplosivi Le sostanze e i preparati solidi, liquidi, pastosi o gelatinosi che, anche senza l azione dell ossigeno atmosferico, possono provocare una reazione esotermica con rapida formazione di gas e che, in determinate condizioni di prova, detonano, deflagrano rapidamente o esplodono. Perossidi, gelatine ecc, stoccaggio, manipolazione, piani di emergenza R2 R3 Rischio di esplosione per urto, sfregamento, fuoco o altre sorgenti d'ignizione. Elevato rischio di esplosione per urto, sfregamento, fuoco o altre sorgenti d'ignizione. E 47
48 Vecchia classificazione - Comburenti Le sostanze ed i preparati che a un contatto con altre sostanze, soprattutto se infiammabili, provocano una forte reazione esotermica. Attenzione a Frasi S, stoccaggio e piani di emergenza R7 R8 R9 Può provocare un incendio. Può provocare l'accensione di materie combustibili. Esplosivo in miscela con materie combustibili. O 48
49 Vecchia classificazione - Estremamente infiammabili Le sostanze e preparati liquidi che hanno un punto di infiammabilità inferiore a 0 C e un punto di ebollizione (o, nel caso di un intervallo di ebollizione, il punto iniziale di ebollizione) inferiore od uguale a 35 C. Le sostanze e preparati gassosi che a temperatura ed a pressione ambiente si infiammano a contatto con l'aria Antincendio, sostanze volatili! R12 Estremamente infiammabile F+ 49
50 Vecchia classificazione - Facilmente infiammabili Le sostanze e i preparati che, a contatto con l aria, a temperatura ambiente e senza apporto di energia, possono subire innalzamenti termici e da ultimo infiammarsi. Le sostanze e i preparati solidi che possono facilmente infiammarsi dopo un breve contatto con una sorgente di accensione e che continuano a bruciare o a consumarsi anche dopo il distacco della sorgente di accensione. Le sostanze e i preparati liquidi il cui punto di infiammabilità è compreso tra 0 e 21 C. Le sostanze e i preparati che, a contatto con l acqua o l aria umida, sprigionano gas estremamente infiammabili in quantità pericolose. Antincendio, sostanze volatili! R11 R15 R17 Facilmente infiammabile A contatto con l'acqua libera gas estremamente infiammabili Spontaneamente infiammabile all'aria F+ 50
51 Vecchia classificazione - Infiammabili Le sostanze e preparati liquidi il cui punto di infiammabilità è uguale o superiore a 21 C e minore o uguale a 55 C. Antincendio, non tutte le sostanze sono ugualmente pericolose R10 Infiammabile F 51
52 Vecchia classificazione - Corrosivi Le sostanze e i preparati che, a contatto con i tessuti vivi, possono esercitare su di essa un azione distruttiva. Aumentano l assorbimento cutaneo di altri agenti. R34 Provoca ustioni (3 minuti 4h) R35 Provoca gravi ustioni (< 3 minuti). C 52
53 Vecchia classificazione - Irritanti Le sostanze e i preparati non corrosivi, il cui contatto diretto, prolungato o ripetuto con la pelle e le mucose può provocare una reazione infiammatoria. Possono aumentare l assorbimento cutaneo di altri agenti. Ipersensibilità individuale. R38 R36 R41 R37 Irritante per la pelle Irritante per gli occhi Rischio di gravi lesioni oculari Irritante per le vie respiratorie Xi 53
54 Vecchia classificazione - Nocivi Le sostanze e i preparati che, in caso di inalazione, ingestione o assorbimento cutaneo possono essere letali oppure provocare lesioni acute o croniche Effetti a breve e lungo termine. Verificare il tipo di esposizione e gli organi bersaglio R22 R21 R65 R48 Tossico per ingestione Tossico a contatto con la pelle Può causare danni polmonari se ingerito Pericolo di gravi danni per la salute in caso di esposizione prolungata Xn 54
55 Vecchia classificazione - Sensibilizzanti Le sostanze e i preparati che, per inalazione o assorbimento cutaneo, possono dar luogo ad una reazione di ipersensibilizzazione per cui una successiva esposizione alla sostanza o al preparato produce reazioni avverse caratteristiche Attenzione alle dermatiti comprese tra le malattie del D.M. 13/4/94 R42 R43 Può provocare sensibilizzazione per inalazione Può provocare sensibilizzazione per contatto con la pelle Xi-Xn 55
56 Vecchia classificazione - Tossici Le sostanze e i preparati che, in caso di inalazione, ingestione o assorbimento cutaneo, in piccole quantità, possono essere letali oppure provocare lesioni acute o croniche Effetti a breve e lungo termine. Verificare il tipo di esposizione R25 R24 R23 R39 R48 Tossico per ingestione Tossico a contatto con la pelle Tossico per inalazione Pericolo di effetti irreversibili molto gravi Pericolo di gravi danni per la salute in caso di esposizione prolungata 56 T
57 Vecchia classificazione - Molto tossici Le sostanze e i preparati che, in caso di inalazione, ingestione o assorbimento cutaneo, in piccolissime quantità, possono essere letali oppure provocare lesioni acute o croniche. Effetti a breve e lungo termine. Verificare il tipo di esposizione R28 Molto tossico per ingestione R27 Molto tossico a contatto con la pelle T+ R26 Molto tossico per inalazione R39 Pericolo di effetti irreversibili molto gravi 57
58 Vecchia classificazione - Tossici per il ciclo riproduttivo Le sostanze e i preparati che, in caso di inalazione, ingestione o assorbimento cutaneo possono provocare effetti nocivi non ereditari nella prole o danni a carico della funzione o delle capacità riproduttive Divisi in 3 categorie Verificare l interazione con altre sostanze e gli effetti sinergici R60 R61 R62 R63 Può ridurre la fertilità Può danneggiare i bambini non ancora nati T+ Possibile rischio di ridotta fertilità Possibile rischio di danni ai bambini non ancora nati 58
59 Vecchia classificazione - Mutageni Le sostanze e i preparati che, per inalazione, ingestione o assorbimento cutaneo, possono produrre difetti genetici ereditari o aumentarne la frequenza. Divisi in 3 categorie Verificare l interazione con altre sostanze e gli effetti sinergici R46 R68 Può ridurre la fertilità Possibilità di effetti irreversibili T+ 59
60 Vecchia classificazione - Cancerogeni Le sostanze e i preparati che, per inalazione, ingestione o assorbimento cutaneo, possono provocare il cancro o aumentarne la frequenza. Divisi in 3 categorie Applicazione del titolo IX, capo II con adempimenti specifici. Quando possibile verificare i metaboliti. Cercare ulteriori informazioni R45 R49 R40 Può provocare il cancro Può provocare il cancro per inalazione Possibilità di effetti cancerogeni - Prove insufficienti T+ 60
61 Vecchia classificazione - Pericolosi per l ambiente Le sostanze e i preparati che, qualora si diffondano nell ambiente, presentano o possono presentare rischi immediati o differiti per una o più delle componenti ambientali. Diverse frasi R non comprese nella valutazione dei rischi chimici N 61
62 Classificazione REACH e CLP Regolamento R.E.A.CH. Regolamento del Consiglio e del Parlamento Europeo n. 1907/2006 del R.E.A.CH.: Registration, Evaluation, Authorization and Restriction of Chemicals regolamenta le sostanze chimiche manipolate e vendute in Europa è volto a migliorare la protezione della salute umana e dell'ambiente mantenendo la competitività e rafforzando lo spirito di innovazione dell'industria chimica europea Il Regolamento C.L.P. Classification, Labelling and Packaging Regolamento del Consiglio e del Parlamento Europeo n. 1272/2008 del È entrato in vigore il 20/1/2009 Sostanze pericolose (1 dicembre 2010) Miscele pericolose (1 giugno 2015) 62
63 Cosa cambia con il CLP Frasi R Frasi H Frasi S Frasi P Cambiano i simboli di pericolo sulle etichette Cambiano alcune classi di pericolosità e ne sono state aggiunte di nuove 63
64 Pericoli fisici 64
65 Pericoli fisici 65
66 Pericoli per la salute 66
67 Pericoli per la salute 67
68 Pericoli per la salute 68
69 Adozione delle schede di sicurezza Inizio degli anni 80: schede tecniche generiche e disomogenee; Anni 90: schede tecniche con schemi unificati a livello europeo; Anni 90: etichettatura di sostanze e prodotti armonizzata a livello europeo; Dal 2007: sistema REACH. 69
70 I 16 punti delle schede di sicurezza 1. Identificazione del preparato e della società che lo produce 2. Composizione - Informazioni sugli ingredienti 3. Identificazione dei pericoli 4. Misure di primo soccorso 5. Misure antincendio 6. Misure in caso di fuoriuscita accidentale 7. Manipolazione e stoccaggio 8. Controllo dell esposizione - Equipaggiamento per la protezione individuale 9. Proprietà fisiche e chimiche 10. Stabilità e reattività 11. Informazioni tossicologiche 12. Informazioni ecologiche 13. Considerazioni sullo smaltimento 14. Informazioni sul trasporto 15. Informazioni sulla regolamentazione 16. Altre informazioni 70
71 Uso corretto delle schede di sicurezza Come usare le SDS procedura acquisti o comunque richiederla sempre nella prima fornitura (esigere gli aggiornamenti) stesura della VDR stesura di procedure per lo stoccaggio e manipolazione del prodotto formazione/informazione renderle disponibili ai lavoratori che utilizzano i prodotti chimici tenere in considerazione gli effetti delle sostanze nella stesura dei piani di emergenza 71
72 Parte 2 Rischi chimici, Nebbie, oli, fumi, polveri, Etichettatura, Rischi biologici, Rumore, Vibrazioni, Radiazioni, Microclima e illuminazione, Videoterminali 72
73 Titolo X del D.Lgs. 81/08 Capo I Art. 266 Campo di applicazione Tutte le attività lavorative in cui vi è rischio di esposizione ad agenti biologici Sono comprese sia le attività con uso deliberato che quelle in cui c è una esposizione potenziale o occasionale 73
74 Definizioni D.Lgs. 81/08 Agente biologico qualsiasi microrganismo, anche se geneticamente modificato coltura cellulare o endoparassita umano che potrebbe provocare infezioni, allergie o intossicazioni Microrganismo qualsiasi entità microbiologica, cellulare o meno, in grado di riprodursi o trasferire materiale genetico Coltura cellulare il risultato della crescita in vitro di cellule derivate da organismi pluricellulari 74
75 Per fare chiarezza Rientrano nella definizione di agente biologico: Virus, Batteri, Funghi, Protozoi, Elminti. Non sono compresi (ma sono rischi da valutare): metaboliti o derivati dei microrganismi (tossine) prodotti cellulari di origine vegetale o animale zanzare, mosche, api, ecc. topi, cani ecc. 75
76 Quando c è il rischio? La mera constatazione della presenza dell agente biologico non è sufficiente per valutare il rischio. Si può parlare di rischio biologico ogni volta che esista la concreta possibilità che gli agenti, venuti a contatto con l uomo, provochino un infezione, allergia o intossicazione. Attenzione alla distinzione tra rischio e pericolo 76
77 Rischio biologico: un P x G particolare Il criterio probabilità per gravità applicato al rischio biologico è molto peculiare. La PROBABILITÀ che si verifichi l evento (allergia infezione intossicazione) dipende dall insieme delle caratteristiche: dell agente biologico dell uomo dell ambiente di esposizione Si tratta di un rischio molto particolare perché P e G non sono facilmente classificabili 77
78 Rischio biologico: un P x G particolare Il criterio probabilità per gravità applicato al rischio biologico è molto peculiare. La GRAVITÀ correlata all evento (allergia infezione intossicazione) dipende: Dalle caratteristiche dell agente biologico Dalle caratteristiche dell uomo Dall ambiente Si tratta di un rischio molto particolare perché P e G non sono facilmente classificabili 78 78
79 Alcuni virus patogeni per l uomo Virus delle epatiti (A, B, C ed altre) Virus Epstein-Barr (mononucleosi) Herpesvirus varicella-zoster (varicella) Herpesvirus zoster di tipo I (virus labiale e fuoco di S. Antonio) Virus influenzali e parainfluenzali Rhinovirus (raffreddore) Virus del morbillo Virus degli orecchioni Virus HIV (AIDS) Virus della rabbia 79 79
80 Alcuni batteri patogeni per l uomo Bacillus anthracis Bordetella pertussis Clostridium botulinum Clostridium tetani Haemophilus influenzae Klebsiella pneunomiae Legionella pneumophila Leptospira interrogans Mycobacterium tubercolosis Salmonella typhi Salmonella spp. Vibrio colerae 80 Carbonchio Pertosse Botulismo Tetano Meningite, influenza Polmonite Malattia del legionario Leptospirosi Tubercolosi Tifo Salmonellosi Colera
81 Altri agenti biologici Peli di animali; Residui di acari; Frammenti di insetti; Escrementi di insetti; Muffe; Lieviti, Tossine possono determinare fenomeni allergici o intossicazioni nei lavoratori e nei soggetti predisposti. Sono agenti biologici al di fuori del titolo X ma devono comunque essere inseriti nella valutazione dei rischi 81
82 CLASSIFICAZIONE Gli agenti biologici sono classificati in 4 gruppi, in base alle caratteristiche di pericolosità: infettività: capacità di penetrare e moltiplicarsi in un ospite patogenicità: capacità di indurre patologia in seguito a infezione trasmissibilità: capacità di propagarsi nella comunità per trasmissione da soggetti malati a soggetti sani neutralizzabilità: disponibilità di efficaci misure profilattiche 82
83 Classi di pericolosità Gruppo 1 Gruppo 2 Gruppo 3 Gruppo 4 Infettività/ patogenicità Poche probabilità di causare malattie in soggetti umani Può causare malattie in soggetti umani; rischio per lavoratori Può causare malattie gravi in soggetti umani; serio rischio per lavoratori Può causare malattie gravi in soggetti umani, serio rischio per lavoratori Trasmissibilità - Poche probabilità di propagarsi nella comunità Può propagarsi nella comunità Elevato rischio di propagarsi nella comunità Neutralizzabilità - Sono di norma disponibili efficaci misure profilattiche e terapeutiche Sono di norma disponibili efficaci misure profilattiche e terapeutiche Non sono di norma disponibili efficaci misure profilattiche o terapeutiche 83
84 VALUTAZIONE DEL RISCHIO BIOLOGICO Identificazione delle fonti di pericolo Identificazione e quantificazione dei soggetti esposti Misura dell entità dell esposizione Misura della gravità del danno Stima quantitativa o qualitativa dell entità del rischio Definizione della soglia di accettabilità Individuazione delle misure di riduzione del rischio Programmazione delle misure di riduzione 84
85 Misure di riduzione del rischio negli ambienti chiusi Spazi di lavoro sufficientemente ampi Efficace aerazione nei luoghi di lavoro chiusi Sistemi di condizionamento sottoposti a regolare manutenzione e pulizia Microclima confortevole (T, UR, ricambi d aria adeguati) Servizi igienici adeguati Mezzi per raccolta, immagazzinamento, smaltimento dei rifiuti in sicurezza Sono tutte misure che vanno a ridurre la probabilità di esposizione 85
86 Sistemi di controllo dei microrganismi Sanificare Attuare un processo finalizzato a rendere sani dal punto di vista igienico l ambiente e le attrezzature. Disinfettare Mettere in atto il controllo dei microrganismi patogeni su un certo ambiente utilizzando agenti chimici Sterilizzare Mettere in atto un processo finalizzato a uccidere tutti i microorganismi in condizioni di T e P prestabiliti 86
Leggere attentamente l etichetta e la Scheda di 2Sicurezza (SDS)
Leggere attentamente l etichetta e la Scheda di 2Sicurezza (SDS) Come si legge un etichetta L etichetta di un agrofarmaco deriva dalla valutazione di numerosi studi effettuati sul prodotto inerenti aspetti
DettagliLA SICUREZZA E LA SALUTE SUL LAVORO cominciamo a SCUOLA
LA SICUREZZA E LA SALUTE SUL LAVORO cominciamo a SCUOLA Nebbie, Oli, Fumi, Vapori, Polveri Etichettatura protocollo d intesa 5 febbraio 2015 ASL Brescia ASL Vallecamonica Sebino - Direzione Territoriale
DettagliL evoluzione dei modelli di valutazione del rischio da agenti chimici pericolosi in ambito nazionale in conformità ai Regolamenti REACH e CLP.
COORDINAMENTO INTERREGIONALE DELLA PREVENZIONE IN SANITA L evoluzione dei modelli di valutazione del rischio da agenti chimici pericolosi in ambito nazionale in conformità ai Regolamenti REACH e CLP. Celsino
DettagliAPPLICABILE DAL 1 GIUGNO 2015
CLASSIFICAZIONE E CARATTERISTICHE DEI RIFIUTI A PARTIRE DAL 1 GIUGNO 2015 Guida alla classificazione dei rifiuti Se un rifiuto è classificato con codice CER pericoloso assoluto, esso è pericoloso senza
DettagliLegenda relativa alle frasi di Rischio e ai Simboli presenti su etichette e schede di sicurezza
Legenda relativa alle frasi di Rischio e ai Simboli presenti su etichette e schede di sicurezza Normativa di riferimento: Classificazione, imballaggio ed etichettatura di sostanze pericolose - Ministero
DettagliEsposizione ad agenti biologici
Esposizione ad agenti biologici Il Titolo X corrisponde al Titolo VIII del D.Lgs. 626/94 di attuazione della direttiva 90/679/CEE, relativa alla protezione di lavoratori contro i rischi derivanti dall
DettagliIL RISCHIO CHIMICO, CANCEROGENO, MUTAGENO
Via Cassala 88 Brescia Tel. 030.47488 info@cbf.191.it Decreto Legislativo 9 aprile 2008, n. 81 e successive modifiche e integrazioni IL RISCHIO CHIMICO, CANCEROGENO, MUTAGENO CHE COS E IL RISCHIO CHIMICO?
DettagliETICHETTATURA DELLE SOSTANZE PERICOLOSE "Frasi di Rischio" ( R ) e "Consigli di Prudenza" ( S )
ETICHETTATURA DELLE SOSTANZE PERICOLOSE "Frasi di Rischio" ( R ) e "Consigli di Prudenza" ( S ) La Legge 29 Maggio 1974, N 0 256 obbliga tutti i fabbricanti di prodotti aventi determinate caratteristiche
DettagliVendita di prodotti chimici Sistema di classificazione e etichettatura GHS
Vendita di prodotti chimici Sistema di classificazione e etichettatura GHS Ripercussione del sistema GHS sulle farmacie mercoledì 17 settembre 2014 Bellinzona Fabrizio Guidotti Repubblica e Cantone Ticino
DettagliNome commerciale: PROMASPRAY P300 Data di pubblicazione 10/11/2010 La presente versione annulla sostituisce le precedenti
1. Identificazione del prodotto e della Società Nome del prodotto: PROMASPRAY P300 Impiego previsto: PROMASPRAY P300 è un intonaco applicato a spruzzo, adatto per la protezione passiva al fuoco di strutture
DettagliRISCHIO CHIMICO NELLE ATTIVITA DI PULIZIA
RISCHIO CHIMICO NELLE ATTIVITA DI PULIZIA Unità didattica 3 CORSO DI FORMAZIONE SPECIFICA DEI LAVORATORI RISCHIO CHIMICO IL RISCHIO ESISTE LADDOVE CI SIA UNA ESPOSIZIONE AD UN QUALUNQUE AGENTE CHIMICO.
DettagliElementi dell etichetta del regolamento CLP
Elementi dell etichetta del regolamento CLP Il regolamento CLP (Classification, Labelling and Packaging of substances and mixtures) introduce nuovi simboli, indicazione e nuove regole di classificazione
DettagliAggiornamento delle etichette e delle schede di sicurezza per i produttori di sostanze e a cascata per tutti gli utilizzatori a valle.
Aggiornamento delle etichette e delle schede di sicurezza per i produttori di sostanze e a cascata per tutti gli utilizzatori a valle. Salve,Dottore/ssa il mese di dicembre vede l entrata in vigore del
DettagliSIMBOLI CONSIGLI DI PRUDENZA S1 - S2 - S3 - S13 - S20 - S27 - S28 - S35 TOSSICO S36 - S37 - S38 - S39 - S46 - S53
CONSIGLI DI PRUDENZA S1 - S2 - S3 - S13 - S20 - S27 - S28 - S35 TOSSICO S36 - S37 - S38 - S39 - S46 - S53 CONSERVARE SOTTO CHIAVE - FUORI DALLA PORTATA DEI BAMBINI - LONTANO DA LOCALI ABITAZIONE - LONTANO
DettagliIl rischio cancerogeno e mutageno
Il rischio cancerogeno e mutageno Le sostanze cancerogene Un cancerogeno è un agente capace di provocare l insorgenza del cancro o di aumentarne la frequenza in una popolazione esposta. Il cancro è caratterizzato
DettagliD. Lgs. 81/08 TITOLO IX - SOSTANZE PERICOLOSE Capo I Protezione da agenti chimici
D. Lgs. 81/08 TITOLO IX - SOSTANZE PERICOLOSE Capo I Protezione da agenti chimici Claudio Arcari Piacenza,15 Febbraio 2001 Decreto Legislativo 9 aprile 2008, n. 81 Titolo I Titolo II Titolo III Titolo
DettagliELENCO DELLE FRASI DI RISCHIO R E DEI CONSIGLI DI PRUDENZA S E DELLE LORO RELATIVE COMBINAZIONI ELENCO DELLE FRASI DI RISCHIO R
Le sigle R e S sempre presenti sulle etichette dei prodotti chimici utilizzati in laboratorio rappresentano rispettivamente una definizione dei rischi specifici connessi con l impiego della sostanza chimica
DettagliIl nuovo testo unico sulla prevenzione aggiornato al D.Lgs 106/2009: indicazioni per i dirigenti. Albano Laziale, 13/15 Aprile 2010
Il nuovo testo unico sulla prevenzione aggiornato al D.Lgs 106/2009: indicazioni per i dirigenti Albano Laziale, 13/15 Aprile 2010 Agenti Chimici Pericolosi Dr. Sandro Sanna Dirigente Medico SPRESAL ASL
DettagliIL RISCHIO BIOLOGICO
LA SICUREZZA E LA SALUTE SUL LAVORO cominciamo a SCUOLA IL RISCHIO BIOLOGICO protocollo d intesa 5 febbraio 2015 ASL Brescia ASL Vallecamonica Sebino - Direzione Territoriale del Lavoro Ufficio Scolastico
DettagliAGENTI CHIMICI PERICOLOSI
RISCHIO CHIMICO Il RISCHIO CHIMICO in ambiente di lavoro è riconducibile all insieme dei rischi per la Sicurezza e per la Salute, connessi con la presenza, nell ambito dello svolgimento delle lavorazioni,
Dettagli17 FORUM MEDICINA VEGETALE Implicazioni tecniche del nuovo quadro normativo europeo nella produzione integrata
17 FORUM MEDICINA VEGEALE Implicazioni tecniche del nuovo quadro normativo europeo nella produzione integrata 17 FORUM MEDICINA VEGEALE Implicazioni tecniche del nuovo quadro normativo europeo nella produzione
DettagliEtichettatura delle sostanze chimiche e miscele
Etichettatura delle sostanze chimiche e miscele Il regolamento CLP introduce le modalità di Comunicazione dei pericoli per mezzo dell etichettatura che assieme alla Scheda di dati di sicurezza, così come
Dettagli1) l introduzione del concetto stesso di
Con l introduzione del D.Lgv. 626/94 (oggi D.Lgs.81/08 e s.m.i.) gli elementi innovativi sono molteplici. Quelli che interessano il rischio biologico sono: 1) l introduzione del concetto stesso di rischio,
DettagliNEWSLETTER SICUREZZA E AMBIENTE GIUGNO 2015
NEWSLETTER SICUREZZA E AMBIENTE GIUGNO 2015 LA FORMAZIONE NEI LUOGHI DI LAVORO PRESSO LA VOSTRA CITTÀ L Biella, alla luce dei recenti cambiamenti che hanno coinvolto la formazione in materia di salute
DettagliSCHEDA DI SICUREZZA RAME OSSIDO ROSSO M-0701 Pag. 1/5
RAME OSSIDO ROSSO M-0701 Pag. 1/5 1 Nome e/o marchio Azienda produttrice data compilazione :16.02.1998 SOSTANZA Data di revisione : 09.02.1998 Utilizzazione: RAME OSSIDO! mat.prima! solvente ROSSO! prod.intermedio!
DettagliISTITUTO ATERNO-MANTHONE'
ISTITUTO ATERNO-MANTHONE' INTRODUZIONE Il termine sicurezza nella comune accezione indica una caratteristica di ciò che non presenta pericoli o ne è ben difeso. Sicurezza è una caratteristica anche delle
DettagliR E A C H C L P T. U.
R E A C H C L P T. U. DECRETO LEG/VO 81/08 -TITOLO IX CAPO I PROTEZIONE DA AGENTI CHIMICI CAPO II PROTEZIONE DA AGENTI CANCEROGENI E MUTAGENI : LE IMPLICAZIONI DEL REACH E DEL CLP NELL AMBITO DELLA NORMATIVA
DettagliPiano formativo AVT/129/11II Formare per crescere finanziato da. Presentazione. Avviso 5/2011 II scadenza
Piano formativo AVT/129/11II Formare per crescere finanziato da Presentazione Avviso 5/2011 II scadenza Corso di formazione per ADDETTI ALLA PREVENZIONE INCENDI, LOTTA ANTINCENDIO E GESTIONE DELLE EMERGENZE
DettagliLA PREVENZIONE DEL RISCHIO BIOLOGICO
LA PREVENZIONE DEL RISCHIO BIOLOGICO Campo di applicazione Tutte le attività lavorative in cui vi è rischio di esposizione ad agenti biologici Definizioni Agente Biologico (a.b.) Qualsiasi microorganismo
Dettagli1. Prodotto / preparazione e dati del produttore
1. Prodotto / preparazione e dati del produttore Identificazione del prodotto: Nome commerciale : Produttore : Isel - Automation Tel.: 0049-6672-898-0 Am Leibolzgraben 16 Fax.: 0049-6672-898-888 36132
DettagliSCHEDA DI SICUREZZA 1 IDENTIFICAZIONE DEL PREPARATO E DELLA SOCIETA PRODUTTRICE
AF SCHEDA DI SICUREZZA Preparato da: s.r.l. Data revisione: 03 giugno 2008 Numero revisione: 01 Revisione precedente: 03 settembre 2003 Stato del documento: Definitivo 1 IDENTIFICAZIONE DEL PREPARATO E
DettagliTABELLA DI COMPARAZIONE CRITERI CLASSIFICAZIONE RIFIUTI PERICOLOSI
TABELLA DI COMPARAZIONE CRITERI CLASSIFICAZIONE RIFIUTI SI DESCRIZIONE LIMITI CE DESCRIZIONE LIMITI CE 1 Esplosivo sostanze e preparati che possono esplodere per effetto della fiamma o che sono sensibili
DettagliDecreto Legislativo 09 Aprile 2008, n.81
Corso di Gestione del Cantiere e della sicurezza sui luoghi di lavoro. Classe IIIª B as 2012/2013 Decreto Legislativo 09 Aprile 2008, n.81 20/02/2013 1 Decreto Legislativo 09 Aprile 2008, n.81 Documento
DettagliGLI ASPETTI SANITARI DEL RISCHIO CHIMICO E BIOLOGICO BENEVENTO 30 NOVEMBRE 2010 DOTT. FRANCO PALLOTTA
GLI ASPETTI SANITARI DEL RISCHIO CHIMICO E BIOLOGICO BENEVENTO 30 NOVEMBRE 2010 DOTT. FRANCO PALLOTTA Titolo IX Sostanze Pericolose Capo I Protezione da Agenti Chimici Il rischio infortuni è da ricondurre
DettagliLa corretta adozione delle misure di prevenzione e protezione collettiva e individuale
La corretta adozione delle misure di prevenzione e protezione collettiva e individuale Dr. Celsino Govoni Servizio Sanità Pubblica Assessorato Politiche per la Salute Regione Emilia-Romagna (c.govoni@ausl.mo.it)
DettagliCIMSA SUD CHIMICA INDUSTRIALE MERIDIONALE SRL SCHEDA DI SICUREZZA PROCESS OIL Conforme al regolamento CE n 1907/2006 del 18.12.
1. IDENTIFICAZIONE DELLA SOSTANZA/MISCELA E DELL IMPRESA 1.1 Identificazione della sostanza o preparato -Tipologia Reach : Miscela -Nome commerciale : PROCESS OIL 32-46-68 1.2 Utilizzo : Olio per usi generali
DettagliREACH CLP. Scheda di sicurezza. Reg. 1907/06/CE Registration Evaluation Authorization CHemicals. Reg. 1272/08/CE Classification Labelling Packaging
Antonella De Pasquale, Ispettore REACH - CLP Capannori, 21 marzo 2013 CLP REACH Reg. 1272/08/CE Classification Labelling Packaging Reg. 1907/06/CE Registration Evaluation Authorization CHemicals Scheda
DettagliLA VALUTAZIONE DEI RISCHI
LA VALUTAZIONE DEI RISCHI Dott. Sergio Biagini Tecnico della Prevenzione IL D.LGS. 81/08 (come già previsto dal D.Lgs.. 626/94) INDICA IL PERCORSO DA COMPIERE PER INNALZARE IL LIVELLO DI SICUREZZA E QUALITA
DettagliSCHEDA DI SICUREZZA CLEM CANDEGGINA
Pagina: 1/5 1- INDIVIDUAZIONE DEL PRODOTTO MARCHIO PRODUTTORE/FORNITORE CLEM DETERGENTI S.R.L. INDIRIZZO Via Corcioni, 7 Ottaviano (NA) TEL./FAX 081/8279995 E-mail clem.detergenti@virgilio.it CENTRI ANTIVELENO:
DettagliSCHEDA INFORMATIVA IN MATERIA DI SICUREZZA
SCHEDA INFORMATIVA IN MATERIA DI SICUREZZA (In accordo alla direttiva 91/155/CE e s.m.i.) P016 Intonaco Cementizio Fibrorinforzato 1/8 1. Identificazione del preparato e del produttore 1.1 Identificazione
DettagliCorso per RSPP/ASPP modulo B5-68 ore. Corso per RSPP/ASPP modulo B5-68 ore
Corso per RSPP/ASPP modulo B5-68 ore Titolo Destinatari Obiettivi e Finalità Normativa di riferimento Requisiti di ammissione Durata e modalità Corso per RSPP/ASPP modulo B5-68 ore Il modulo B5 è il corso
DettagliLa valutazione del rischio chimico
La valutazione del rischio chimico Introduzione Per sua stessa definizione, l agente chimico è una sostanza o un preparato di natura chimica. L agente chimico può presentarsi sotto forma di gas, vapore,
DettagliEsplosioni di polveri: prevenzione
Esplosioni di polveri: prevenzione ing. Nicola Mazzei Stazione sperimentale per i Combustibili Divisione di Innovhub-Stazioni Sperimentali Industria Tel: 02-51604.256 Fax: 02-514286 Corso CINEAS: La ricerca
DettagliSostanze chimiche pericolose: classificazione ed etichettatura
Eva Pietrantonio Fulvio D Orsi Sostanze chimiche pericolose: classificazione ed etichettatura Come cambia la regolamentazione delle sostanze pericolose dalla direttiva 67/548/CEE al Regolamento 1907/2006
DettagliIMPIANTI ELETTRICI & Valutazione del RISCHIO ELETTRICO. Il RISCHIO ELETTRICO. Dal punto di consegna... D.Lgs 81 R.el. - Pagani 1
IMPIANTI ELETTRICI & Valutazione del RISCHIO ELETTRICO Dal punto di consegna... 2 Il RISCHIO ELETTRICO è da intendersi come il rischio di infortunio CAUSATO da un impianto elettrico Il danno conseguente
DettagliEF BIO 70. Composizione del materiale Ingredienti Composizione (% w/w)
1 1. Identificazione chimica del prodotto Nome del prodotto Codice del prodotto Utilizzo del prodotto Compostabile e biodegradabile Filler Master Batch EF BIO 70 Polimeri di materiale compostabile e biodegradabile
DettagliSegnaletica rischio chimico
Segnaletica rischio chimico Introduzione: La manipolazione delle sostanze chimiche, presuppone pericoli che in alcuni casi possono essere anche gravi; ogni sostanza chimica, ha un diverso rischio proveniente
Dettagli[Tab.1 Elenco settori a maggiore rischio esplosiosione]
PERICOLO ESPLOSIONE: IL GIUSTO APPROCCIO PER NON CORRERE RISCHI LA VALUTAZIONE DEL RISCHIO ESPLOSIONE Due direttive europee, la 94/9/CE (ATEX 100a) e la 99/92/CE (ATEX 137), hanno modificato radicalmente
Dettagli1. Prodotto / preparazione e dati del produttore
1. Prodotto / preparazione e dati del produttore Identificazione del prodotto: Nome commerciale : Produttore : Isel - Automation Tel.: 0049-6672-898-0 Am Leibolzgraben 16 Fax.: 0049-6672-898-888 36132
DettagliAntincendio. Corso per Volontari Operativi Generici di Protezione Civile
Antincendio Corso per Volontari Operativi Generici di Protezione Civile realizzato secondo gli Standard Regionali in materia di Formazione per la Protezione Civile D.G.R. 4036/2007 - Scuola Superiore di
DettagliCorso Operatore C.R.I. nel Settore Emergenza Antincendio e sostanze pericolose
Corso Operatore C.R.I. nel Settore Emergenza Antincendio e sostanze pericolose Sicurezza Antincendio La combustione è la reazione chimica tra due sostanze diverse: il COMBUSTIBILE (materiale capace di
DettagliCorso per l uso sostenibile dei prodotti fitosanitari Regolamento CPL UTILIZZATORI PROFESSIONALI RIVENDITORI
Corso per l uso sostenibile dei prodotti fitosanitari Regolamento CPL UTILIZZATORI PROFESSIONALI RIVENDITORI Cos è il regolamento CLP e perché è stato definito? Sistema mondiale armonizzato di classificazione
Dettagli3ULQFLSLGHOODFRPEXVWLRQH,FRPEXVWLELOL
,FRPEXVWLELOL I FRPEXVWLELOL sono sostanze capaci di bruciare, cioè in grado di dar luogo alla reazione chimica sopra descritta. Possono essere:,frpexvwlelol Solidi: ad esempio legno, carbone, carta, tessuto,
DettagliAgenti biologici Agenti chimici Sorveglianza sanitaria. Dott.ssa Claudia Berti New Servit S.r.l.
Agenti biologici Agenti chimici Sorveglianza sanitaria Dott.ssa Claudia Berti New Servit S.r.l. Rischio da agenti biologici Normativa Titolo X del D. Lgs. 81 del 9 aprile 2008 Agente biologico definizione:
DettagliSino ad oggi occorreva basarsi sulle frasi di rischio R desumibili dalle SDS (Schede di sicurezza) a corredo delle sostanze pericolose.
Franco CIOCE Esperto Qualificato di Radioprotezione - II grado n 1275 dell elenco nazionale Consulente ADR/RID/ADN Trasporto Merci pericolose Tecnico Competente in Acustica Ambientale Membership of Via
DettagliScheda Dati di Sicurezza Coadiuvante per capelli
Scheda Dati di Sicurezza Coadiuvante per capelli 1. Identificazione della sostanza o della miscela e della società/impresa 1.1. Identificatore del prodotto Denominazione COADIUVANTE CADUTA CAPELLI 1.2.
DettagliPIANO DI INFORMAZIONE E FORMAZIONE D.Lgs. 81/08, Artt. 36, 37
PIANO DI INFORMAZIONE E FORMAZIONE D.Lgs. 81/08, Artt. 36, 37 ALLEGATO REV DATA 19..26 IV INDICE PIANO DI INFORMAZIONE E FORMAZIONE 1 INTRODUZIONE... 3 2 CLASSIFICAZIONE AZIENDA... 3 3 LUOGO DI SVOLGIMENTO
DettagliIDENTIFICAZIONE DEL PREPARATO E DELLA SOCIETA
SCHEDA DI SICUREZZA Decorrenza validità: Gennaio 2012 Ed. 0 Rev. 1 1) IDENTIFICAZIONE DEL PREPARATO E DELLA SOCIETA 1.1 NOME COMMERCIALE IDENTIFICAZIONE DELLA SOSTANZA/PREPARATO ROSSO TIPO VERONA 1.2 CARATTERISTICHE
DettagliAllegato I. Parte A Obiettivi formativi
Allegato I Parte A Obiettivi formativi Tenuto conto dei contenuti formativi riportati nell Allegato I del decreto legislativo n. 150/2012, si riportano di seguito i contenuti comuni degli specifici corsi
Dettaglirifiuto da catalogare
rifiuto da catalogare rifiuto da catalogare famiglia da 01 a 12 o da 17 a 20? rifiuto da catalogare famiglia da 01 a 12 o da 17 a 20? rifiuto da catalogare famiglia da 01 a 12 o da 17 a 20? (esclusi XX
DettagliSCHEDA DATI DI SICUREZZA
pagina 1/5 Beauty ortho B Data di stampa: 5 ottobre 2015 1. Identificazione della sostanza/miscela e della società/impresa 1.1 Identificatore del prodotto Nome commerciale: Beauty Ortho B 1.2 Utilizzi
DettagliOPERARE IN SICUREZZA NELLA DISINFESTAZIONE
OPERARE IN SICUREZZA NELLA DISINFESTAZIONE Rodolfo Veronesi Centro Agricoltura Ambiente G.Nicoli Argomenti Il concetto di pericolo,di rischioe di danno I fattori di rischio Prevenzione e protezione Il
DettagliAggiornamenti nella valutazione e nella gestione del rischio chimico negli ambienti di lavoro
EUGENIO MELANI Aggiornamenti nella valutazione e nella gestione del rischio chimico negli ambienti di lavoro 26/02/13 1 ORDINE DEI CHIMICI DI BRESCIA - 26 FEBBRAIO 2013 D. Lgs. n. 52/1997 (dir.67/548/cee)
DettagliSCHEDA DI SICUREZZA. Foglio dei dati per la sicurezza (conforme alle direttive 91/155 CEE 1/4) Versione Aprile 2013 stampato il 20-Aprile 2013
ROOF/METAL SCHEDA DI SICUREZZA Foglio dei dati per la sicurezza (conforme alle direttive 91/155 CEE 1/4) Versione Aprile 2013 stampato il 20-Aprile 2013 1.Denominazione delle sostanze/del preparato e dell
DettagliRegolamento CLP e la Scheda di Dati di Sicurezza
Dipinto inizio 900 artista sconosciuto Regolamento CLP e la Scheda di Dati di Sicurezza Seminario regionale Firenze venerdì 9 novembre 2012 1 NORMATIVA SPECIFICA D.Lgs.194/95 che recepiva la direttiva
Dettagli* RISCHIO CHIMICO alcune definizioni
* * RISCHIO CHIMICO alcune definizioni Ai sensi dell art. 222 del D.Lgs. 81/08 e smi si intendono per agenti chimici: tutti gli elementi o composti chimici, sia da soli sia nei loro miscugli, allo stato
DettagliB2-2. Gestione delle sostanze pericolose a scuola. CORSO DI FORMAZIONE RESPONSABILI E ADDETTI SPP EX D.Lgs. 195/03. MODULO B Unità didattica
SiRVeSS Sistema di Riferimento Veneto per la Sicurezza nelle Scuole Gestione delle sostanze pericolose a scuola MODULO B Unità didattica B2-2 CORSO DI FORMAZIONE RESPONSABILI E ADDETTI SPP EX D.Lgs. 195/03
DettagliUNIVERSITA DEGLI STUDI DI VERONA
UNIVERSITA DEGLI STUDI DI VERONA SERVIZIO PREVENZIONE PROTEZIONE Direttore Dr. Claudio Soave Strada Le Grazie, 8-37134 Verona - Tel. 045 8027627-0458027627 - Fax 045 8027626 e-mail: servizio. prevenzioneprotezione@univr.it
DettagliINFORMAZIONE AI LAVORATORI/ UTENTI DEL COLLEGIO. PROCEDURE DI SICUREZZA: RISCHIO CHIMICO dovuto all uso di stampanti e toner
PROCEDURE DI SICUREZZA: RISCHIO CHIMICO dovuto all uso di stampanti e toner Procedure di sicurezza: RISCHIO CHIMICO DOVUTO ALL USO DI STAMPANTI E TONER Autore: IEC S.r.l. Revisione: settembre 2014 INDICE
DettagliCLASSIFICAZIONE DI CANCEROGENICITÀ
Sistema di Riferimento Veneto per la Sicurezza nelle Scuole Rischio cancerogeno MODULO A Unità didattica A5.5 CORSO DI FORMAZIONE RESPONSABILI E ADDETTI SPP EX D.Lgs. 195/03 CLASSIFICAZIONE DI CANCEROGENICITÀ
Dettagli3. Identificazione e classificazione dei rifiuti
Revisione 0 Pagina 1 di 7 3. 3.1 Aspetti generali Con il termine di rifiuti, in base al D.lgs del 05/02/1997 n 22 (Decreto Ronchi), si intende qualsiasi sostanza od oggetto di cui il detentore necessiti
DettagliAgenti chimici: il regolamento CLP
Informazioni sulla tutela della salute e della sicurezza dei lavoratori Gennaio 2013 Pillole di sicurezza A cura del RSPP e dell Unità Organizzativa a Supporto del Servizio di Prevenzione e Protezione
DettagliNORMATIVA. TITOLO IX Dlgs 81/08 - SOSTANZE PERICOLOSE. Art. 221 CAMPO DI APPLICAZIONE. Art. 222 Definizioni
NORMATIVA TITOLO IX Dlgs 81/08 - SOSTANZE PERICOLOSE CAMPO DI APPLICAZIONE Tutte le attività lavorative (compreso immagazzinamento, trasporto, trattamento rifiuti) Tutti gli agenti chimici pericolosi:
DettagliPagina: 1/5 Scheda di sicurezza ai sensi della direttiva comunitaria 91/155/EWG. 1. Identificazione della sostanza/preparato e della società/impresa
Pagina: 1/5 1. Identificazione della sostanza/preparato e della società/impresa Dati del prodotto Denominazione commerciale:pmfresh Utilizzazione della Sostanza / del Preparato : Sostanza per la pulizia
DettagliSCHEDA DATI DI SICUREZZA
Pagina: 1 Data di compilazione: 24/04/2012 N revisione: 1 SEZIONE 1: Identificazione della sostanza o della miscela e della società/impresa 1.1. Identificatore del prodotto Nome del prodotto: Codice di
DettagliLa Normativa di Sicurezza nelle Università- PREVENZIONE DAGLI AGENTI CHIMICI
La Normativa di Sicurezza nelle Università- PREVENZIONE DAGLI AGENTI CHIMICI A cura Dell ing. Sabina Spagnolo E dell Ufficio Sicurezza e Qualità del Dipartimento di Ingegneria dell Innovazione Coordinatore
DettagliSCHEDA DI DATI DI SICUREZZA
SCHEDA DI DATI DI SICUREZZA 1. IDENTIFICAZIONE DELLA SOSTANZA/DEL PREPARATO E DELLA SOCIETÀ/DELL'IMPRESA NOME DEL PRODOTTO: PRODOTTONUMERO : 4322362 GENESCAN - 120 LIZ SIZE STANDARD FORNITORE: APPLIED
DettagliDOCUMENTO DI VALUTAZIONE DEI RISCHI
DOCUMENTO DI VALUTAZIONE DEI RISCHI Il Decreto Legislativo 81/2008 (noto anche come Testo Unico della Sicurezza del Lavoro ) ha maggiormente sottolineato rispetto al vecchio D.Lgs. 626/94 l importanza
DettagliLUIGI DAL TROZZO 1- IDENTIFICAZIONE DEL PREPARATO E DELLA SOCIETA. 1.2 Usi pertinenti identificati della sostanza o miscela e usi consigliati
LUIGI DAL TROZZO 1- IDENTIFICAZIONE DEL PREPARATO E DELLA SOCIETA 1.1 Denominazione commerciale 1.2 Usi pertinenti identificati della sostanza o miscela e usi consigliati Descrizione/utilizzo: 1.3 Informazioni
DettagliAGENTI FISICI TITOLO VIII - AGENTI FISICI CAPO I - DISPOSIZIONI GENERALI. 14.42.17 Ing. P. Pierannunzi - Medicina del lavoro 1/16
TITOLO VIII - AGENTI FISICI CAPO I - DISPOSIZIONI GENERALI 14.42.17 Ing. P. Pierannunzi - Medicina del lavoro 1/16 Articolo 180 - Definizioni e campo di applicazione 1. Ai fini del presente decreto legislativo
DettagliTITOLO III USO DELLE ATTREZZATURE DI LAVORO E DEI DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALE N 3 CAPI - N 19 articoli (da art. 69 a art.
TITOLO III USO DELLE ATTREZZATURE DI LAVORO E DEI DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALE N 3 CAPI - N 19 articoli (da art. 69 a art. 87) CAPO III IMPIANTI E APPARECCHIATURE ELETTRICHE N 8 articoli (da art.
DettagliASPP Modulo A6 RISCHI SPECIFICI : RISCHI DA AGENTI FISICI
REGIONE BASILICATA ASM AZIENDA SANITARIA LOCALE DI MATERA AMBITO TERRITORIALE DI MONTALBANO JONICO DIPARTIMENTO DI PREVENZIONE DELLA SALUTE UMANA U.O. DI PREVENZIONE, PROTEZIONE ED IMPIANTISTICA NEI LUOGHI
DettagliCATALOGO TEMATICA SICUREZZA SUL LUOGO DI LAVORO CATALOGO OFFERTA FORMATIVA TEMATICA SICUREZZA SUL LUOGO DI LAVORO
CATALOGO OFFERTA FORMATIVA TEMATICA SICUREZZA SUL LUOGO DI LAVORO LA FORMAZIONE DEI LAVORATORI E DEI PREPOSTI SECONDO L ACCORDO STATO REGIONI 21.12.2011 FORMAZIONE GENERALE Lavoratori definiti secondo
DettagliIl Rischio Biologico Relatore Dr. Mattia Gargano Cosa è il Rischio Biologico? E la possibilità di contrarre durante l espletamento della propria attività lavorativa: INFEZIONI (penetrazione e la moltiplicazione
DettagliIgiene e Sicurezza del Lavoro
Quadro normativo Igiene e Sicurezza del Lavoro La verifica della compliance normativa ai sensi del Testo Unico della Sicurezza Il D.Lgs. 81/08, noto come Testo Unico della Sicurezza sul lavoro, ha sostituito
DettagliCosa è la valutazione dei rischi
1 Principali obiettivi formativi Cos è la la valutazione dei rischi Chi deve fare la la valutazione Documento della valutazione Criteri per la la valutazione Cosa è la valutazione dei rischi Secondo il
DettagliScheda di sicurezza. secondo la Direttiva (EU) No 1907/2006 FINOCERA. Data di stampa : 04.02.200 30995 / 30995P / 30995T
Pagina 1 di 5 1. Identificazione della sostanza/preparato e della società/dell'impresa Identificazione della sostanza o preparato Articolo numero Identificazione della società/impresa 30995 / 30995P /
Dettagli«IBC: la dissipazione delle cariche elettrostatiche»
6 Workshop della Logistica Chimica: "Uno strumento di supporto alle Imprese per la scelta più idonea delle unità di confezionamento". «IBC: la dissipazione delle cariche elettrostatiche» Massimo Vitali
DettagliSCHEDA DI SICUREZZA (91/155 CEE - 2001/58/CE) Decreto 7 settembre 2002 Ministero della Salute 2001/58/CE SABBIA SILICEA
SCHEDA DI SICUREZZA (91/155 CEE - 2001/58/CE) Decreto 7 settembre 2002 Ministero della Salute 2001/58/CE SABBIA SILICEA 1 IDENTIFICAZIONE DEL PRODOTTO 1.1. Identificazione della sostanza o preparato. Sabbia
DettagliSCHEDA DATI DI SICUREZZA
1- INDIVIDUAZIONE DEL PRODOTTO MARCHIO POLICAR PRODUTTORE/FORNITORE MAFO S.R.L. INDIRIZZO Via A. Laterizio, 73-80035 NOLA (NA) TEL./FAX 081/8037226 E-mail: info@mafo.it PER INFORMAZIONI RIVOLGERSI A 081/8037226
DettagliT.d.P. Fabozzi Marco ASS 4 "Medio Friuli"
ANTINCENDIO Cos è il fuoco? Cosa si può fare in caso di incendio? Come ci si deve comportare in caso di incendio? Cosa ci serve per fare il fuoco?? COMBUSTIBILE: carta, legno, vari gas, benzina, olii,
DettagliI Codici CER e le nuove caratteristiche di pericolo dei rifiuti pericolosi ANDREA GIACOMINELLI
1 I Codici CER e le nuove caratteristiche di pericolo dei rifiuti pericolosi ANDREA GIACOMINELLI I Codici CER e le nuove caratteristiche di pericolo dei rifiuti pericolosi Il 1 giugno entreranno in vigore
DettagliLa formazione degli addetti alle attività che comportano esposizione ad amianto
La formazione degli addetti alle attività che comportano esposizione ad amianto 1 Riferimenti normativi Decreto Legislativo 19 settembre 1994 n. 626 capo VI Decreto Ministeriale 16 gennaio 1997 Decreto
DettagliSCHEDA DI SICUREZZA DEI GRANULI DI GUSCI DI NOCE
8 revisione del 20/10/2014 SCHEDA DI SICUREZZA DEI GRANULI DI GUSCI DI NOCE 1. IDENTIFICAZIONE DEL PRODOTTO 1.1. Nome commerciale: Granuli di noce. 1.2. Nome del prodotto: Granuli di gusci di noce. 1.3.
DettagliPREVENZIONE INCENDI. Celsino Govoni
PREVENZIONE INCENDI Celsino Govoni Che cos è un ESPLOSIONE? Cosa c era dentro a quell ambulatorio? Cosa è rimasto di quel centro medico posto in quel paesino!! La causa, a volte, è di piccole dimensioni
DettagliIL RISCHIO DI ESPLOSIONE
IL RISCHIO DI ESPLOSIONE DIRETTIVE ATEX Dott. Carmineraffaele ROSELLI Dott. Nicola Carriero U.O. Medicina del Lavoro P. P. I. L. L. ASP - Potenza - Cosa si intende per atmosfera esplosiva? E una miscela
DettagliNORME DI PRONTO INTERVENTO IN CASO DI INCENDIO DPR 577/82
ALLEGATO 5 PIANO DI SICUREZZA E COORDINAMENTO ART. 91 DEL D.LGS. 81/08 ISTITUTO ZOOPROFILATTICO SPERIMENTALE DELLA LOMBARDIA E DELL EMILIA ROMAGNA Via Bianchi n. 7/9 BRESCIA TERZO LOTTO APPALTO RIMOZIONE
DettagliGUIDA ALL INSTALLAZIONE DI UN SISTEMA FISSO AUTOMATICO DI RIVELAZIONE E ALLARME D INCENDIO
GUIDA ALL INSTALLAZIONE DI UN SISTEMA FISSO AUTOMATICO DI RIVELAZIONE E ALLARME D INCENDIO La presente guida mette in risalto solo alcuni punti salienti estrapolati dalla specifica norma UNI 9795 con l
DettagliScheda dati sicurezza - UE Pagina 1 / 5
Scheda dati sicurezza - UE Pagina 1 / 5 L Articolo No.: TW 1000 Data: 21.11.05 Revisione: 10.02.06 1 Identificazione della sostanza / preparato e della casa produttrice 1.1 Nome di vendita del prodotto:
Dettagli! Classificazione delle proprietà pericolose! Schede dei dati di sicurezza! Immagazzinamento! Smaltimento
Legislazione in materia di protezione dell ambiente, della salute e dei lavoratori Corso di aggiornamento per responsabili di laboratorio di scienze Aprile 2014 Bellinzona Argomenti! Classificazione delle
Dettagli