Provvedimento n. 701 del 22/12/2008 IL DIRIGENTE DEL SETTORE AMBIENTE E SUOLO

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1 Provincia di Ravenna settore ambiente e suolo Piazza dei Caduti per la Libertà, 2 / 4 Provvedimento n. 701 del 22/12/2008 Oggetto: D.LGS 59/05 - L.R. 21/04 DITTA HERA S.P.A. AUTORIZZAZIONE INTEGRATA AMBIENTALE PER L IMPIANTO DI RECUPERO ENERGETICO DA CDR (PUNTO 5.2 ALL. I D.LGS. N. 59/05) E CONNESSO IMPIANTO DI PRODUZIONE CDR SITI IN COMUNE DI RAVENNA, S.S. 309 ROMEA KM 2,6 PRESSO COMPARTO POLIFUNZIONALE DI TRATTAMENTO/SMALTIMENTO RIFIUTI HERA-SOTRIS-ECOLOGIA AMBIENTE MODIFICA NON SOSTANZIALE AIA - IL DIRIGENTE DEL SETTORE AMBIENTE E SUOLO PREMESSO che con proprio provvedimento n. 692 del 24/10/2007 è stata rilasciata l'autorizzazione Integrata Ambientale (AIA), ai sensi dell art 10 della L.R. n. 21/04, al sig. Dradi Claudio in qualità di gestore dell Impianto di Recupero Energetico (IRE) da CdR e connesso impianto di trattamento di rifiuti solidi urbani e rifiuti speciali non pericolosi assimilabili per la produzione di CdR e combustibile non convenzionale da rifiuti della Ditta HERA S.p.A., avente sede legale in Comune di Bologna, Viale Carlo Berti Pichat, n. 2/4 e impianti in Comune di Ravenna, S.S. 309 Romea km 2,6 - presso Comparto polifunzionale di trattamento/smaltimento rifiuti HERA-SOTRIS-ECOLOGIA AMBIENTE, per la prosecuzione dell attività di cui al punto 5.2 dell Allegato I del D.Lgs. n. 59/05 ( Impianti di incenerimento di rifiuti urbani quali definiti nella direttiva 89/369/CEE del Consiglio dell 8 giugno 1989, concernente la prevenzione dell inquinamento atmosferico provocato dai nuovi impianti di incenerimento dei rifiuti urbani, e nella direttiva 89/429/CEE del Consiglio del 21 giugno 1989, concernente la riduzione dell inquinamento atmosferico provocato dagli impianti di incenerimento dei rifiuti urbani, con capacità superiore a 3 tonnellate all ora ) e per la prosecuzione delle altre attività di gestione di rifiuti solidi urbani, speciali pericolosi e non pericolosi svolte nel medesimo sito dall azienda (R5, R13, D15) che per tipologia e quantità gestite non ricadono nelle fattispecie di cui all Allegato I del D.Lgs. n. 59/05, ma sono comunque attività funzionalmente e tecnicamente connesse con l attività soggetta ad AIA; VISTA la documentazione presentata a questa Provincia in data 01/09/2008 (PG 74052/2008 del 01/09/2008) dalla Ditta HERA S.p.A., ai sensi dell'art. 10, comma 1) del D.Lgs n. 59/05, intesa a comunicare aggiornamenti e interventi di modifica non sostanziali del complesso IPPC in oggetto che non riguardano direttamente l attività soggetta ad AIA ma le attività connesse e nel complesso non comportano variazioni dell attuale potenzialità di trattamento degli impianti; PRESO ATTO che le modifiche e/o aggiornamenti comunicati riguardano: - L attivazione di una terza linea di triturazione e vagliatura di rifiuti urbani e speciali non pericolosi indifferenziati a servizio dell impianto di produzione CdR, da affiancare alle attuali 2 linee di trattamento e produzione CdR, al fine di garantire un adeguato pretrattamento, fatte salve situazioni di emergenza, di tutti i rifiuti urbani raccolti nel territorio ravennate e conferiti al Comparto anche nei periodi di produzione superiore all attuale capacità di effettivo assorbimento da parte dell impianto per la produzione di CdR (circa tonnellate/anno) e contribuire contestualmente alla riduzione dei conferimenti di rifiuti urbani tal quali in discarica. Con tale modifica, nella configurazione futura l impianto di produzione di CdR potrà così trattare un quantitativo massimo annuo di rifiuti urbani e speciali non pericolosi pari alla potenzialità massima dell impianto attualmente autorizzata ( tonnellate/anno). - L attivazione di una linea di biostabilizzazione del primo sovvallo umido proveniente dall impianto di produzione CdR, costituito dalla frazione organica dei rifiuti ottenuta da vagliatura con maglie di dimensioni inferiori o uguali a 50 mm (CER ), attualmente destinato a smaltimento in discarica; il trattamento biologico, tramite biossidazione accelerata (R3), del sovvallo umido proveniente dall impianto di produzione di CdR è integrativa dell attività di produzione CdR ed è finalizzata all ottenimento di biostabilizzato (CER ) da recuperare in conformità alla DGR n. 1996/06 come materiale di ingegneria per la copertura giornaliera dei rifiuti in discarica. - La revisione del Regolamento Fognario che disciplina la gestione delle acque reflue industriali e meteoriche, relative al Comparto HERA/SOTRIS/Ecologia Ambiente di trattamento/smaltimento rifiuti sito a Ravenna al km 2,6 della S.S. 309 Romea (Comparto km 2,6) e al Comparto di trattamento rifiuti HERA/Ecologia Ambiente sito a Ravenna al km 3,8 della S.S. 309 Romea (Comparto km 3,8), convogliate all Impianto di Trattamento Acque di Scarico (TAS) gestito dalla società Ecologia Ambiente 1

2 s.r.l. all interno del Centro Ecologico Baiona sito a Ravenna in Via Baiona, n, 182, a seguito del subentro a HERA S.p.A. da parte della stessa Ecologia Ambiente s.r.l. nella gestione degli impianti ora costituenti il Centro Ecologico Romea compresi all interno dei Comparti km 2,6 e km 3,8 che ha ridefinito, rispetto alla precedente revisione del Regolamento Fognario, i limiti di batteria di alcuni degli impianti coinvolti e quindi i confini delle responsabilità delle società firmatarie. - La revisione degli scenari di attuazione delle opere di regimazione idraulica e alla gestione delle acque meteoriche e di dilavamento dei Comparti km 2,6 e km 3,8 (comprese le acque meteoriche e di dilavamento, le acque reflue di processo e le acque da trattamento fumi provenienti dagli impianti CdR- IRE oggetto della presente AIA), a seguito dell acquisizione da parte di Ecologia Ambiente s.r.l. degli impianti ora costituenti il Centro Ecologico Romea, senza comportare alcuna variazione della tempistica finale di realizzazione del riassetto della rete fognaria che rimane pertanto fissata al 31/12/2010; DATO ATTO che entrambe le modifiche prospettate per l impianto di produzione di CdR (terza linea di triturazione dei rifiuti indifferenziati e linea di biostabilizzazione del sovvallo umido) si configurano come interventi di miglioramento gestionale e prestazionale dell impianto già previsti alla Sezione D dell Allegato all AIA attuale di cui al sopracitato provvedimento n. 692 del 24/10/2007. La biostabilizzazione del sovvallo umido consente infatti di recuperare un flusso rilevante di scarto attualmente destinato a smaltimento in discarica e la terza linea di triturazione e vagliatura consente di trattare, fatte salve situazioni di emergenza, tutti i rifiuti urbani raccolti nel bacino ravennate e conferiti al Comparto che, attualmente, nei periodi di esubero rispetto alla potenzialità effettiva dell impianto vengono destinati tal quali a discarica per la quota non assorbita per la produzione di CdR; PRESO ATTO che la complessità delle apparecchiature da installare, oltre le inevitabili interferenze con le linee esistenti che devono necessariamente garantire il loro normale funzionamento durante la fase di cantiere, hanno determinato la ridefinizione della tempistica di attivazione della terza linea di triturazione e vagliatura di rifiuti indifferenziati a servizio dell impianto di produzione di CdR, con il conseguente procrastinarsi al 30/06/2009 del termine per il completamento di tale intervento di miglioramento prospettato dalla Ditta rispetto a quanto indicato nella Sezione D dell Allegato all AIA attuale di cui al sopracitato provvedimento n. 692 del 24/10/2007; PRESO ATTO che con le modifiche comunicate la Ditta prospetta pertanto lo svolgimento con continuità dell attività di trattamento biologico, tramite biossidazione accelerata (R3), del sovvallo umido (CER ) proveniente dall impianto di produzione di CdR, già intrapresa dal dicembre 2007 in via sperimentale utilizzando una tecnica (biotunnel in sito) che consente di realizzare il processo di biostabilizzazione del sovvallo umido senza la necessità di trasportare lo stesso presso impianti esterni. Sulla base dell esito positivo della prova sperimentale condotta per la durata di 4 mesi e per un quantitativo massimo di sovvallo trattato pari a tonnellate, nel rispetto di quanto previsto nell AIA attuale di cui al sopracitato provvedimento n. 692 del 24/10/2007, la Ditta ha provveduto alla progettazione di una linea di biostabilizzazione del sovvallo umido basata sulla stessa tecnologia testata durante la sperimentazione stessa per l ottenimento di biostabilizzato (CER ) come materiale di ingegneria per la copertura giornaliera dei rifiuti in discarica; PRESO ATTO che il progetto definitivo della nuova linea di biostabilizzazione, con una potenzialità massima annua di tonnellate/anno di rifiuti prodotti in proprio trattabili, prevede l installazione di 7 biotunnel in parallelo nel piazzale limitrofo al fabbricato dell impianto di produzione CdR, oltre la predisposizione di un area delimitata su 2 lati da barriere mobili (tipo new jersey), di estensione pari a circa 200 m 2 e capacità massima pari a 540 m 3 (pari alla quantità di sovvallo umido necessaria per il caricamento di 2 biotunnel), finalizzata all accumulo del sovvallo umido per cui si tenderà all avvio immediato alla linea di biostabilizzazione non appena raggiunto il quantitativo necessario al caricamento di un biotunnel (270 m 3 ); non è prevista la predisposizione di alcuna area per lo stoccaggio del biostabilizzato in quanto direttamente avviato a recupero in discarica come materiale per la copertura giornaliera dei rifiuti, contestualmente all apertura dei biotunnel; PRESO ATTO altresì che nel piazzale sito a fianco del locale di produzione CdR è prevista la riorganizzazione, senza mutarne la capacità massima istantanea di stoccaggio, dell attuale area preposta allo stoccaggio di CdR e rifiuti speciali non pericolosi assimilabili, sia prodotti in proprio che conferiti in conto terzi, da avviare a termovalorizzazione nell Impianto di Recupero Energetico IRE con la predisposizione di un area attrezzata con barriere mobili (tipo new jersey) su 3 lati, avente estensione pari a circa 290 m 2 e capacità pari a 650 m 3 ; 2

3 DATO ATTO che in data 24/07/2008 la Ditta ha provveduto a presentare la DIA al Comune di Ravenna Area Pianificazione Territoriale - Servizio Gestione, Controllo Edilizio e Sportello Unico per l edilizia, al fine di acquisire il titolo edilizio necessario per la realizzazione delle opere civili relative alla terza linea di triturazione e vagliatura a servizio dell impianto di produzione CdR; la nuova linea di biostabilizzazione del sovvallo umido proveniente dall impianto di produzione CdR non necessita di opere murarie fisse; PRESO ATTO delle risultanze dello studio presentato dalla Ditta in ottemperanza all AIA, in data 30/06/2008 (PG 61273/2008 del 04/07/2008), sull applicabilità all Impianto di Recupero Energetico (IRE) della tecnica di abbattimento delle emissioni in atmosfera di NOx con sistema di riduzione catalitica selettiva (SCR), in cui è stata valutata la fattibilità tecnica-economica anche attraverso un analisi costi/benefici con riguardo particolare all impatto sugli standard di qualità dell aria secondo quanto indicato nella Linea Guida MTD di cui al DM 29 gennaio 2007 per gli impianti di incenerimento; ACQUISITO il parere favorevole espresso dal Servizio ARPA territorialmente competente (PG 70435/2008 del 11/08/2008) in ordine all intervento di adeguamento, individuato dalla Ditta con lo studio sopracitato, per la riduzione delle emissioni in atmosfera di NOx provenienti dall IRE (i cui livelli di emissione attualmente garantiti sono prossimi ai valori limite autorizzati), con cui si prende altresì atto che la prospettata soluzione impiantistica relativa all ottimizzazione dell esistente sistema SNCR, consentendo una significativa riduzione rispetto agli attuali flussi emissivi di NOx, determina pertanto modifiche all attuale quadro delle emissioni in atmosfera; VISTO il Decreto Legislativo 3 aprile 2006, n. 152 e s.m.i. recante Norme in materia ambientale ; RICHIAMATO in particolare l art. 210, comma 2) del D.Lgs. n. 152/2006 per cui resta ferma l applicazione della normativa nazionale di attuazione della direttiva 96/61/CE relativa alla prevenzione e riduzione integrate dell inquinamento per gli impianti rientranti nel campo di applicazione della medesima, con particolare riferimento al decreto legislativo 18 febbraio 2005, n. 59; VISTA la Legge Regionale n. 3 del 21 aprile 1999 Riforma del sistema regionale e locale e s.m.i. recante disposizioni in materia di riparto delle funzioni e disciplina di settore, con particolare riguardo alla gestione di rifiuti (sezione V); RICHIAMATO in particolare l art. 131, comma 1 e 2, della L.R. n. 3/99 in cui si stabilisce che alle Province competono le funzioni amministrative relative all approvazione dei progetti e l autorizzazione alla realizzazione degli impianti di smaltimento e recupero dei rifiuti nonché all esercizio delle attività di smaltimento e recupero dei rifiuti; VISTA la Legge Regionale n. 5/2006 e s.m.i. recante disposizioni in materia ambientale, per cui le funzioni in materia ambientale conferite alle Province e ai Comuni dalla legislazione regionale vigente alla data di entrata in vigore del D.Lgs. n. 152/2006 sono confermate in capo ai medesimi Enti e con effetti dalla data di entrata in vigore dello stesso decreto legislativo; VISTA la Deliberazione di Giunta Regionale n del 29/12/2006 con cui viene regolamentato l utilizzo del biostabilizzato ottenuto dalla stabilizzazione aerobica delle matrici organiche di rifiuti; RICHIAMATA la Deliberazione di Giunta Regionale n del 13/10/2003 in materia di direttive per la determinazione e la prestazione delle garanzie finanziarie per il rilascio delle autorizzazioni all esercizio di operazioni di smaltimento e recupero rifiuti; CONSIDERATO che tutte le attività di smaltimento e recupero rifiuti autorizzate ai sensi dell art. 210 del D.Lgs. n. 152/06 devono adeguare, ovvero prestare, garanzia finanziaria secondo le modalità indicate nella sopracitata DGR n. 1991/03; DATO ATTO che i dati rilevabili nella documentazione agli atti per la determinazione della suddette garanzie finanziarie risultano i seguenti: Attività di gestione dell impianto di termoutilizzazione (caldaia a letto fluido) di CdR e combustibile non convenzionale da rifiuti (R1) e per la connessa attività di stoccaggio provvisorio (D15) di rifiuti speciali pericolosi prodotti in proprio (polverini di caldaia e trattamento fumi) R1 (CdR + RSA): ton/anno * 10,00 /ton = ,00 R1 (ROT pericolosi) 500 ton/anno * 20,00 /ton = ,00 D15 pericolosi: 200 ton * 250,00 /ton = ,00 3

4 Importo totale garanzia finanziaria: ,00 (-50%) ,00 Attività di gestione dell impianto di trattamento di rifiuti solidi urbani e rifiuti speciali non pericolosi assimilabili per la produzione di CdR e combustibile non convenzionale da rifiuti (R5) e connesse attività di messa in riserva (R13) di CdR e rifiuti speciali non pericolosi assimilabili, sia prodotti in proprio che conferiti in conto terzi, e attività di trattamento biologico, tramite biostabilizzazione accelerata (R3), di rifiuti speciali non pericolosi prodotti in proprio (sovvallo umido proveniente dall impianto di produzione CdR) per la produzione di biostabilizzato da utilizzare come copertura giornaliera dei rifiuti in discarica R5 (RSU + RSA non pericolosi): ton/anno * 12,00 /ton = ,00 R13 (CdR + RSA non pericolosi) ton * 140,00 /ton = ,00 R3 (rifiuti non pericolosi): ton/anno * 12,00 /ton = ,00 Importo totale garanzia finanziaria: ,00 (-50%) ,00 nella considerazione che per il complesso impiantistico di Ravenna S.S. Romea km 2,6 (tra cui rientrano gli impianti oggetto della presente AIA) la Divisione Ambiente HERA S.p.A. ha ottenuto in data 16/05/2008 registrazione ai sensi del Regolamento (CE) n. 761/2001 EMAS, per cui ai sensi dell art. 210, comma 3, lettera h) del D.Lgs. n. 152/06, è ridotto del 50% l ammontare delle garanzie finanziarie da prestare per lo svolgimento delle suddette attività di gestione rifiuti nel complesso IPPC sito in Comune di Ravenna - S.S. 309 Romea km 2,6 - presso il Comparto polifunzionale di trattamento/smaltimento rifiuti Hera/Sotris/Ecologia Ambiente; RICHIAMATO il Decreto Legislativo 18 Febbraio 2005, n. 59 Attuazione integrale della direttiva 96/61/CE relativa alla prevenzione e riduzione integrate dell inquinamento ; RICHIAMATI in particolare l art. 2 Definizioni e l art. 10 Modifica degli impianti o variazione del gestore del D.Lgs. n. 59/05; VISTA la Legge Regionale n. 21 del 11 ottobre 2004 che attribuisce alle Province le funzioni amministrative derivanti dalla disciplina della prevenzione e riduzione integrate dell inquinamento; RICHIAMATO in particolare l art. 11 della L.R. 21/04 Rinnovo e riesame della autorizzazione integrata ambientale e modifica degli impianti ; VISTA la nota circolare della Regione Emilia-Romagna PG/2008/ del 01/08/2008 contenente indicazioni per la gestione delle Autorizzazioni Integrate Ambientali rilasciate ai sensi del D.Lgs n. 59/05 e della Legge Regionale n. 21 del 11 Ottobre 2004, con particolare riguardo all individuazione delle modifiche sostanziali ai sensi del D.Lgs. n. 59/05; DATO ATTO che le modifiche sopracitate sono da considerare come modifica non sostanziale; RITENUTO pertanto, al fine di prendere atto delle modifiche proposte, di procedere all aggiornamento e modifica delle condizioni e prescrizioni contenute nell AIA rilasciata alla Ditta HERA S.p.A. per la prosecuzione e lo svolgimento nell Impianto di Recupero Energetico (IRE) da CdR e connesso impianto di trattamento rifiuti solidi urbani e rifiuti speciali non pericolosi assimilabili per la produzione di CdR e combustibile non convenzionale da rifiuti - in Comune di Ravenna, S.S. 309 Romea km 2,6 - dell attività di cui al punto 5.2 dell Allegato I del D.Lgs. n. 59/05 e delle altre attività di gestione rifiuti solidi urbani, speciali pericolosi e non pericolosi svolte nel medesimo sito dall azienda (R5, R13, D15) che per tipologia e quantità gestite non ricadono nelle fattispecie di cui all Allegato I del D.Lgs. n. 59/05, ma sono comunque attività funzionalmente e tecnicamente connesse con l attività soggetta ad AIA; contestualmente la Ditta HERA S.p.A. viene autorizzata allo svolgimento, nel piazzale adiacente al locale di produzione CdR (quale attività integrativa della stesso impianto di produzione CdR), dell attività di trattamento biologico, tramite biossidazione accelerata (R3) in biotunnel, di rifiuti speciali non pericolosi prodotti in proprio (sovvallo umido proveniente dall impianto di produzione di CdR) per l ottenimento di biostabilizzato da utilizzare come materiale di ingegneria per la copertura giornaliera dei rifiuti in discarica in conformità alla DGR n. 1996/06; CONSIDERATO che per il rilascio dell AIA di cui al sopracitato provvedimento n. 692 del 24/10/2007 è stato assunto a riferimento, da parte della Provincia, un fac-simile standard di AIA speditiva per i settori industriali e rifiuti, in cui vengono ripresi e fatti propri condizioni, prescrizioni e limiti contenuti nelle precedenti autorizzazioni settoriali; VALUTATA pertanto l occasione di esplicitare, oltre ai contenuti del Piano di Monitoraggio, le condizioni, i valori limite di emissione e le prescrizioni gestionali che il gestore deve rispettare per l esercizio degli impianti, già contenute nelle precedenti autorizzazioni settoriali e formalmente sostituite dall AIA speditiva ; 4

5 DATO ATTO che la Ditta, in ottemperanza all AIA, ha presentato a questa Provincia in data 28/12/2007 (PG 94374/2007 del 31/12/2007) il Manuale aggiornato ai sensi del D.Lgs. n. 133/05 per la gestione del Sistema di Monitoraggio in Continuo delle Emissioni installato sul camino E1 dell Impianto di Recupero Energetico (IRE); VISTA la relazione annuale presentata dal gestore, ai sensi dell art. 7, comma 6) del D.Lgs. n. 59/05, a questa Provincia in data 30/04/2008 (PG 46694/2008 del 08/05/2008), contenente la descrizione delle attività di monitoraggio effettuate nel corso dell anno 2007 e dei relativi risultati con una verifica di conformità rispetto ai limiti e alle prescrizioni contenuti nell AIA; in proposito, si prende altresì atto che in ottemperanza al Piano di Adeguamento degli impianti stabilito nella Sezione D dell Allegato al provvedimento di AIA soprarichiamato, la Ditta ha provveduto alla realizzazione del sistema di portoni a ghigliottina a chiusura/apertura automatica della fossa di stoccaggio rifiuti conferiti all impianto di produzione CdR; VISTA altresì la relazione annuale presentata dal gestore, ai sensi dell art. 15, comma 3) del D.Lgs. n. 133/05, a questa Provincia in data 12/06/2008 (PG 56700/2008 del 17/06/2008), relativa al funzionamento e alla sorveglianza dell Impianto di Recupero Energetico da CdR; VISTO il Decreto Ministeriale 24 aprile 2008 Modalità, anche contabili, e tariffe da applicare in relazione alle istruttorie e ai controlli previsti dal decreto legislativo 18 febbraio 2005, n. 59, recante attuazione integrale della direttiva 96/61/CE sulla prevenzione e riduzione integrate dell inquinamento pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 22 settembre 2008; RICHIAMATO in particolare l art. 2, comma 5 del DM 24 aprile 2008 per cui la tariffa dell istruttoria necessaria all aggiornamento, ai sensi dell art. 10, comma 1) del D.Lgs. n. 59/05, dell AIA già rilasciata nel caso di modifica non sostanziale è determinata in conformità all Allegato III dello stesso decreto; VISTA la Deliberazione di Giunta Regionale n del 17/11/2008 Prevenzione e riduzione integrate dell inquinamento (IPPC) Recepimento del tariffario nazionale da applicare in relazione alle istruttorie ed ai controlli previsti dal D.Lgs. n. 59/2005 recante integrazioni e adeguamenti ai sensi e per gli effetti di cui all art. 9 del DM 24 aprile 2008; Si informa che ai sensi dell art. 13 del D.Lgs. n. 196/03 il titolare dei dati personali è la Provincia di Ravenna, con sede in Piazza dei Caduti, n. 2/4 e che il Responsabile del trattamento dei medesimi dati è il Dirigente del Settore Ambiente e Suolo Dott. Stenio Naldi. VISTO l art. 107, comma 5, del Decreto Legislativo 18 Agosto 2000, n. 267; VISTO l'art. 4, comma 8, del regolamento di attribuzioni di competenze al Presidente della Provincia, alla Giunta Provinciale, ai Dirigenti e al Segretario Generale che stabilisce che:..."ai dirigenti competono, in generale, nell'esercizio delle attribuzioni di competenza: il rilascio, la sospensione, la revoca, la riforma, le modifiche delle licenze, delle autorizzazioni e delle concessioni previste dalle leggi statali, regionali, dallo statuto e dai regolamenti"; SU proposta del Responsabile del procedimento: DISPONE 1. Di considerare le modifiche proposte così come descritte nelle premesse come MODIFICA NON SOSTANZIALE dell AIA. 2. Di aggiornare l AIA rilasciata, ai sensi dell art. 10 della L.R. n. 21/2004, al sig. Dradi Claudio in qualità di gestore dell Impianto di Recupero Energetico (IRE) da CdR e connesso impianto di trattamento di rifiuti solidi urbani e rifiuti speciali non pericolosi assimilabili per la produzione di CdR e combustibile non convenzionale da rifiuti della Ditta HERA S.p.A., avente sede legale in Comune di Bologna, Viale Carlo Berti Pichat, n. 2/4 e impianti in Comune di Ravenna, S.S. 309 Romea km 2,6 - presso Comparto polifunzionale di trattamento/smaltimento rifiuti HERA-SOTRIS-ECOLOGIA AMBIENTE, per la prosecuzione e lo svolgimento dell attività esistente di cui al punto 5.2 dell Allegato I del D.Lgs. n. 59/05 e delle altre attività esistenti di gestione di rifiuti solidi urbani, speciali pericolosi e non pericolosi svolte nel medesimo sito dall azienda (R5, R13, D15) che per tipologia e quantità gestite non ricadono nelle fattispecie di cui all Allegato I del D.Lgs. n. 59/05, ma sono comunque attività funzionalmente e tecnicamente connesse con l attività soggetta ad AIA, sostituendo tutte le condizioni e prescrizioni impartite con proprio provvedimento n. 692 del 24/10/2007 nell Allegato Condizioni dell AIA con l allegato al presente provvedimento. 5

6 Con la presente AIA viene altresì autorizzato lo svolgimento nel piazzale adiacente all impianto di produzione CdR dell attività di trattamento biologico, tramite biossidazione accelerata (R3) in biotunnel, di rifiuti speciali non pericolosi prodotti in proprio (sovvallo umido proveniente dall impianto di produzione di CdR) per l ottenimento di biostabilizzato da utilizzare come materiale di ingegneria per la copertura giornaliera dei rifiuti in discarica in conformità alla DGR n. 1996/06; 3. Di subordinare la validità dell AIA con le relative condizioni e prescrizioni di cui all allegato, parte integrante del presente provvedimento, al rispetto delle seguenti condizioni e prescrizioni: 3.a) Il presente provvedimento sostituisce la precedente Autorizzazione Integrata Ambientale di cui al proprio provvedimento n. 692 del 24/10/2007 e le seguenti autorizzazioni settoriali già di titolarità della Ditta: - Autorizzazione alla gestione dell impianto di termoutilizzazione (caldaia a letto fluido) di CdR e combustibile non convenzionale da rifiuti (R1) rilasciata, ai sensi del D.Lgs. n. 22/97 e s.m.i., dalla Provincia di Ravenna con provvedimento del Dirigente del Settore Ambiente e Suolo n. 43 del 31/01/2001 così come modificato con i successivi provvedimenti n. 177 del 19/04/2001 e n. 239 del 20/05/2002; tale autorizzazione, rilasciata alla Ditta AREA S.p.A. Azienda Ravennate Energia Ambiente di Ravenna e successivamente volturata a favore della Ditta HERA S.p.A. con provvedimento del Dirigente del Settore Ambiente e Suolo n. 751 del 12/12/2002, è stata prorogata fino al rilascio dell AIA con provvedimenti n. 48 del 18/01/2006 e n. 510 del 28/08/2006; - Autorizzazione alla gestione dell impianto di trattamento di rifiuti solidi urbani e rifiuti speciali non pericolosi assimilabili per la produzione di CdR e combustibile non convenzionale da rifiuti (R5) rilasciata, ai sensi del D.Lgs. n. 22/97 e s.m.i., dalla Provincia di Ravenna con provvedimento del Dirigente del Settore Ambiente e Suolo n. 435 del 29/07/2004; - Autorizzazione alle emissioni in atmosfera provenienti dall impianto di termovalorizzazione IRE e connesso impianto di produzione di CdR e combustibile non convenzionale da rifiuti rilasciata, ai sensi del DPR. n. 203/88, dalla Provincia di Ravenna con provvedimento del Dirigente del Settore Ambiente e Suolo n. 62 del 08/02/2005; La presente AIA comprende altresì: - Autorizzazione all esercizio dell attività di messa in riserva (R13) di CdR e rifiuti speciali non pericolosi assimilabili, sia prodotti in proprio che conferiti in conto terzi, nel piazzale adiacente al locale di produzione CdR per sottoporli a recupero energetico quali combustibili nell impianto di termovalorizzazione IRE; - Autorizzazione all esercizio dell attività di stoccaggio provvisorio (D15) di rifiuti speciali pericolosi (polverini di caldaia e trattamento fumi) prodotti in proprio e destinati a smaltimento presso impianti esterni; - Autorizzazione all esercizio dell attività di trattamento biologico, tramite biossidazione accelerata (R3), di rifiuti speciali non pericolosi prodotti in proprio (sovvallo umido proveniente dall impianto di produzione di CdR) in biotunnel posti nel piazzale adiacente al locale di produzione CdR, per l ottenimento di biostabilizzato da utilizzare come materiale di ingegneria per la copertura giornaliera dei rifiuti in discarica in conformità alla DGR n. 1996/06; - Autorizzazione allo scarico di acque meteoriche e di dilavamento in corpo idrico superficiale (Scolo Tomba) tramite il punto di scarico denominato SG (per quanto di competenza di HERA S.p.A.); - Autorizzazione allo scarico di acque reflue industriali contenenti sostanze pericolose, derivanti dal complesso impiantistico CdR-IRE (lavaggio piazzali, spurghi caldaia, acque di raffreddamento, ecc.) di HERA S.p.A. sito nel Comparto S.S. 309 Romea km 2,6, tramite tubazione diretta (linea S3 scarico parziale S1-3/c) all impianto centralizzato di trattamento TAS linea TAPO di Ecologia Ambiente s.r.l. nel Centro Ecologico Baiona, in Comune di Ravenna, Via Baiona, n. 182; 3.b) Gli impianti dovranno essere condotti con le modalità tecniche, prescrizioni e condizioni previste nel presente atto in continuità con le autorizzazioni settoriali di cui al precedente punto, oltre gli adeguamenti richiesti nella Sezione D dell Allegato al presente provvedimento che devono essere realizzati secondo le modalità e le date ivi indicate; 3.c) Il gestore deve comunicare a questa Provincia la data di messa in esercizio delle opere e/o adeguamenti previsti al precedente punto e la data di messa in esercizio della terza linea di 6

7 triturazione e vagliatura di rifiuti indifferenziati a servizio dell impianto di produzione CdR e della nuova linea di biostabilizzazione del sovvallo umido proveniente dall impianto di produzione CdR; 3.d) Il presente provvedimento è comunque soggetto a riesame nei casi di seguito indicati: - qualora si verifichi una delle condizioni previste dall articolo 9, comma 4 del D.Lgs. n. 59/05; - qualora si verifichino modifiche sostanziali sull assetto dell impianto rispetto alle condizioni indicate nella domanda per l impianto esistente; - sulla base del quadro informativo ottenuto a seguito dell esame dei dati del piano di monitoraggio e controllo; 3.e) Nel caso in cui intervengano variazioni nella titolarità della gestione dell impianto, il vecchio gestore e il nuovo gestore ne danno comunicazione entro 30 giorni alla Provincia di Ravenna anche nelle forme dell autocertificazione; 3.f) In caso di modifica degli impianti il gestore comunica alla Provincia di Ravenna, all ARPA e al Comune di competenza le modifiche progettate dell'impianto. Tali modifiche saranno valutate ai sensi dell art. 10 del D.Lgs. n. 59/05; 3.g) Con riferimento alle attività di gestione rifiuti pericolosi e non pericolosi, il gestore è tenuto entro 90 giorni dalla data del presente provvedimento, pena la revoca dell autorizzazione in caso di mancato adempimento, ad adeguare, tramite appendice, le garanzie finanziarie attualmente in essere di seguito elencate, facendo riferimento alla presente AIA e così rideterminate: Polizza fidejussoria n. 96/ del 03/05/2004 e relative appendici emessa da Unipol Assicurazioni Attività di gestione dell impianto di termoutilizzazione (caldaia a letto fluido) di CdR e combustibile non convenzionale da rifiuti (R1) e per la connessa attività di stoccaggio provvisorio (D15) di rifiuti speciali pericolosi prodotti in proprio (polverini di caldaia e trattamento fumi) R1 (CdR + RSA): ton/anno * 10,00 /ton = ,00 R1 (ROT pericolosi) 500 ton/anno * 20,00 /ton = ,00 D15 pericolosi: 200 ton * 250,00 /ton = ,00 Importo totale garanzia finanziaria: ,00 (-50%) ,00 Polizza fidejussoria n. 96/ del 05/05/2004 e relative appendici emessa da Unipol Assicurazioni Attività di gestione dell impianto di trattamento di rifiuti solidi urbani e rifiuti speciali non pericolosi assimilabili per la produzione di CdR e combustibile non convenzionale da rifiuti (R5) e connesse attività di messa in riserva (R13) di CdR e rifiuti speciali non pericolosi assimilabili, sia prodotti in proprio che conferiti in conto terzi, e attività di trattamento biologico, tramite biostabilizzazione accelerata (R3), di rifiuti speciali non pericolosi prodotti in proprio (sovvallo umido proveniente dall impianto di produzione CdR) per la produzione di biostabilizzato da utilizzare come copertura giornaliera dei rifiuti in discarica R5 (RSU + RSA non pericolosi): ton/anno * 12,00 /ton = ,00 R13 (CdR + RSA non pericolosi) ton * 140,00 /ton = ,00 R3 (rifiuti non pericolosi): ton/anno * 12,00 /ton = ,00 Importo totale garanzia finanziaria: ,00 (-50%) ,00 nella considerazione che per il complesso impiantistico di Ravenna S.S. Romea km 2,6 (tra cui rientrano gli impianti oggetto della presente AIA) la Divisione Ambiente HERA S.p.A. ha ottenuto in data 16/05/2008 registrazione ai sensi del Regolamento (CE) n. 761/2001 EMAS, per cui ai sensi dell art. 210, comma 3, lettera h) del D.Lgs. n. 152/06, è ridotto del 50% l ammontare delle garanzie finanziarie da prestare per lo svolgimento delle suddette attività di gestione rifiuti nel complesso IPPC sito in Comune di Ravenna - S.S. 309 Romea km 2,6 - presso il Comparto polifunzionale di trattamento/smaltimento rifiuti Hera/Sotris/Ecologia Ambiente. Le garanzie finanziarie devono avere durata pari a quella della presente AIA, maggiorata di 2 anni. Fino alla scadenza del termine sopraindicato di 90 giorni, le attività di gestione rifiuti autorizzate nel complesso impiantistico in oggetto possono essere svolte alle condizioni indicate nella presente AIA. 7

8 3.h) Il gestore è tenuto a presentare CONGUAGLIO alle spese istruttorie per il rilascio dell AIA, come previsto dalla Delibera di Giunta Regionale n del 17/11/2008 Prevenzione e riduzione integrate dell inquinamento (IPPC) Recepimento del tariffario nazionale da applicare in relazione alle istruttorie ed ai controlli previsti dal D.Lgs. n. 59/ Di mantenere inalterata la scadenza dell AIA indicata al 24/10/2013 nel provvedimento n. 692 del 24/10/2007, nella considerazione che la registrazione ai sensi del Regolamento (CE) n. 761/2001 EMAS ottenuta dalla Divisione Ambiente HERA S.p.A. per il complesso impiantistico di Ravenna S.S. Romea km 2,6 (tra cui rientrano gli impianti in oggetto) è successiva all AIA rilasciata con provvedimento n. 692 del 24/10/2007 pertanto, ai sensi dell art. 9, comma 2) del D.Lgs. n. 59/05, il rinnovo della presente AIA è effettuato ogni 8 (otto) anni a partire dal primo successivo rinnovo. Per il rinnovo della presente autorizzazione, almeno sei mesi prima della scadenza, il gestore deve inviare a questa Provincia una domanda, corredata da una relazione contenente un aggiornamento delle informazioni di cui all'articolo 5, comma 1 del D.Lgs. n. 59/05. Fino alla pronuncia dell'autorità competente in merito al rinnovo, il gestore continua l'attività sulla base della precedente AIA. Il monitoraggio e il controllo delle condizioni dell AIA sono esercitate dalla Provincia di Ravenna ai sensi dell art. 11 del D.Lgs. n. 59/05, avvalendosi del supporto tecnico, scientifico e analitico di ARPA, al fine di verificare la conformità dell impianto alle condizioni contenute nel provvedimento di autorizzazione. La Provincia, ove rilevi situazioni di non conformità alle condizioni contenute nel provvedimento di autorizzazione, procederà secondo quanto stabilito nell atto stesso o nelle disposizioni previste dalla vigente normativa nazionale e regionale. IL DIRIGENTE DEL SETTORE AMBIENTE E SUOLO (Dott. Stenio Naldi) 8

9 ALLEGATO A) SEZIONE INFORMATIVA Il complesso impiantistico oggetto della presente AIA è costituito da impianti funzionalmente e tecnicamente connessi tra loro, ubicati all interno del comparto polifunzionale di trattamento/smaltimento rifiuti HERA/SOTRIS/ECOLOGIA AMBIENTE sito in Comune di Ravenna sulla S.S. 309 Romea al km 2,6; si tratta di un Impianto di Recupero Energetico (IRE) da CdR e connesso impianto di produzione CdR. Oltre l attività di termovalorizzazione di CdR e combustibile non convenzionale da rifiuti (R1) che si configura come attività IPPC di cui al punto 5.2 dell Allegato I del D.Lgs. n. 59/05, si individuano altre attività di gestione rifiuti solidi urbani, speciali pericolosi e non pericolosi svolte nello stesso complesso impiantistico (R3, R5, R15, D15) che per tipologia e quantità gestite non ricadono però nelle fattispecie di cui all Allegato I del D.Lgs. n. 59/05, ma sono comunque attività funzionalmente e tecnicamente connesse con l attività soggetta ad AIA. Nel medesimo sito (denominato convenzionalmente Comparto km 2,6 ) sono gestite altre attività IPPC e attività connesse e/o ausiliarie ed in particolare, oltre alle attività oggetto della presente AIA, sono svolte altre attività IPPC oggetto di proprie autorizzazioni AIA (impianto di Trattamento Chimico Fisico + impianto di trattamento fanghi DISIDRAT km 2,6 del Centro Ecologico Romea di Ecologia Ambiente s.r.l., discarica rifiuti non pericolosi di HERA S.p.A., discarica per rifiuti pericolosi di HERA S.p.A., discariche rifiuti pericolosi di SOTRIS S.p.A., centro di stoccaggio provvisorio e pretrattamento rifiuti urbani e speciali di SOTRIS S.p.A.). A1) INFORMAZIONI SUGLI IMPIANTI Gli impianti oggetto della presente AIA, per cui si assumono le informazioni descrittive degli impianti esistenti riportate nella domanda di AIA presentata, sono strettamente integrati e connessi e sono costituita da: Una sezione di produzione CdR (ovvero frazione secca combustibile) da rifiuti solidi urbani e rifiuti speciali non pericolosi assimilabili attualmente articolata su 2 linee di lavorazione mediante fasi successive di triturazione, vagliatura e separazione meccanica e fisica. Connessa con la produzione di combustibili è poi presente una sezione di messa in riserva del prodotto ottenuto ovvero di analogo prodotto eventualmente proveniente da terzi. Una sezione di termovalorizzazione (caldaia a letto fluido denominata IRE) con recupero energetico del combustibile CdR (ovvero frazione secca combustibile) prodotto, di norma, nell impianto descritto al punto precedente. Direttamente connessa con il termovalorizzatore IRE è poi presente una struttura di stoccaggio provvisorio (silo) delle ceneri e polveri di combustione prodotti in proprio. Al fine di garantire un adeguato pretrattamento, fatte salve situazioni di emergenza, di tutti i rifiuti urbani raccolti nel territorio ravennate e conferiti al Comparto anche nei periodi di produzione superiore all attuale capacità di effettivo assorbimento da parte dell impianto per la produzione di CdR (circa tonnellate/anno), contribuendo contestualmente alla riduzione dei conferimenti di rifiuti urbani tal quali in discarica, è prevista l installazione di una terza linea di triturazione e vagliatura di rifiuti indifferenziati a servizio dell impianto di produzione CdR. La terza linea, costituita sostanzialmente da un mulino trituratore e da un vaglio primario, verrà affiancata alle attuali 2 linee di produzione CdR, lavorando in parallelo alle stesse. L attivazione a regime della terza linea è prevista entro il 30/06/2009. Con tale modifica, nella configurazione futura (secondo lo schema di seguito riportato) l impianto di produzione di CdR potrà così trattare un quantitativo massimo annuo di rifiuti urbani e speciali non pericolosi pari alla potenzialità massima dell impianto già autorizzata ( tonnellate/anno). 9

10 (nuova) (nuova) Quale ulteriore intervento di miglioramento ambientale dell impianto di produzione CdR, è prevista altresì la realizzazione di una nuova linea di biostabilizzazione del sovvallo umido (costituito dalla frazione organica dei rifiuti ottenuta da vagliatura con maglie di dimensioni inferiori o uguali a 50 mm) attualmente destinato a smaltimento in discarica. Nel dicembre 2007 è stata avviata una prova sperimentale finalizzata al trattamento biologico, tramite biossidazione accelerata, del sovvallo umido proveniente dall impianto di produzione di CdR per l ottenimento di biostabilizzato da utilizzare, in conformità alla DGR n. 1996/06, come materiale di ingegneria per la copertura giornaliera dei rifiuti in discarica. 10

11 Considerato l esito positivo di tale prova sperimentale, la Ditta ha provveduto pertanto alla progettazione e installazione di una linea di biostabilizzazione del sovvallo umido basata sulla stessa tecnologia testata durante la sperimentazione (biotunnel in sito), che consente di realizzare il processo di biostabilizzazione del sovvallo umido senza la necessità di trasportare lo stesso presso impianti esterni, e prospetta lo svolgimento con continuità di tale attività già intrapresa in via sperimentale. La biostabilizzazione aerobica della frazione organica realizzata all interno del biotunnel avviene attraverso una fase iniziale di preparazione del biotunnel (cosiddetta fase meccanica ) in cui il sovvallo viene introdotto in un contenitore tubolare in polietilene tramite un apposita macchina insaccatrice, seguita da una fase biologica di biossidazione accelerata del materiale realizzata collegando dei ventilatori ai condotti di aerazione posati all interno del biotunnel che consentono il ricircolo dell aria. Il sistema individuato, essendo principalmente costituito da una piastra tecnologica e da una macchina insaccatrice, non necessita di opere murarie fisse. Il progetto definitivo della nuova linea di biostabilizzazione, con una potenzialità massima annua di tonnellate/anno di rifiuti prodotti in proprio trattabili, prevede l installazione di 7 biotunnel in parallelo nel piazzale limitrofo al fabbricato dell impianto di produzione CdR, oltre la predisposizione di un area delimitata su 2 lati da barriere mobili (tipo new jersey), di estensione pari a circa 200 m 2 e capacità massima pari a 540 m 3, finalizzata all accumulo del sovvallo umido. La quantità massima di materiale stoccabile in tale area consente il riempimento di 2 biotunnel (2 x 270 m 3 = 540 m 3 ), tuttavia si tenderà all avvio immediato del sovvallo umido alla linea di biostabilizzazione non appena raggiunto il quantitativo necessario al caricamento di un biotunnel. Non è prevista invece la predisposizione di alcuna area per lo stoccaggio del biostabilizzato in quanto direttamente avviato a recupero in discarica come materiale per la copertura giornaliera dei rifiuti, contestualmente all apertura dei biotunnel. Con la realizzazione della nuova linea di biostabilizzazione del sovvallo umido, nello stesso piazzale sito a fianco del locale di produzione CdR è prevista altresì la riorganizzazione, senza mutarne la capacità massima di stoccaggio, dell attuale area preposta allo stoccaggio di CdR e rifiuti speciali non pericolosi assimilabili, sia prodotti in proprio che conferiti in conto terzi, da avviare a termovalorizzazione nell Impianto di Recupero Energetico IRE con la predisposizione di un area attrezzata con barriere mobili (tipo new jersey) su 3 lati, avente estensione pari a circa 290 m 2 e capacità pari a 650 m 3. Il completamento della installazione e l avvio dell attività sono previste entro il 31/12/2008. Si prende atto infine del progetto relativo alle opere di regimazione idraulica e le modalità di gestione delle acque meteoriche e di dilavamento interessante l intero Comparto km 2,6 in cui sono localizzati gli impianti oggetto della presente AIA. A2) AUTORIZZAZIONI COMPRESE E SOSTITUITE Elenco autorizzazioni settoriali già di titolarità della Ditta sostituite: - Autorizzazione alla gestione dell impianto di termoutilizzazione (caldaia a letto fluido) di CdR e combustibile non convenzionale da rifiuti (R1) rilasciata, ai sensi del D.Lgs. n. 22/97 e s.m.i., dalla Provincia di Ravenna con provvedimento del Dirigente del Settore Ambiente e Suolo n. 43 del 31/01/2001 così come modificato con i successivi provvedimenti n. 177 del 19/04/2001 e n. 239 del 20/05/2002; tale autorizzazione, rilasciata alla Ditta AREA S.p.A. Azienda Ravennate Energia Ambiente di Ravenna e successivamente volturata a favore della Ditta HERA S.p.A. con provvedimento del Dirigente del Settore Ambiente e Suolo n. 751 del 12/12/2002, è stata prorogata fino al rilascio dell AIA con provvedimenti n. 48 del 18/01/2006 e n. 510 del 28/08/2006; - Autorizzazione alla gestione dell impianto di trattamento di rifiuti solidi urbani e rifiuti speciali non pericolosi assimilabili per la produzione di CdR e combustibile non convenzionale da rifiuti (R5) rilasciata, ai sensi del D.Lgs. n. 22/97 e s.m.i., dalla Provincia di Ravenna con provvedimento del Dirigente del Settore Ambiente e Suolo n. 435 del 29/07/2004; - Autorizzazione alle emissioni in atmosfera provenienti dall impianto di termovalorizzazione IRE e connesso impianto di produzione di CdR e combustibile non convenzionale da rifiuti rilasciata, ai sensi del DPR. n. 203/88, dalla Provincia di Ravenna con provvedimento del Dirigente del Settore Ambiente e Suolo n. 62 del 08/02/2005. La presente AIA comprende altresì: - Autorizzazione all esercizio dell attività di messa in riserva (R13) di CdR e rifiuti speciali non pericolosi assimilabili, sia prodotti in proprio che conferiti in conto terzi, nel piazzale adiacente al locale di produzione CdR per sottoporli a recupero energetico quali combustibili nell impianto di termovalorizzazione IRE; - Autorizzazione all esercizio dell attività di stoccaggio provvisorio (D15) di rifiuti speciali pericolosi (polverini di caldaia e trattamento fumi) prodotti in proprio e destinati a smaltimento presso impianti esterni; 11

12 - Autorizzazione all esercizio dell attività di trattamento biologico, tramite biossidazione accelerata (R3), di rifiuti speciali non pericolosi prodotti in proprio (sovvallo umido proveniente dall impianto di produzione di CdR) in biotunnel posti nel piazzale adiacente al locale di produzione CdR, per l ottenimento di biostabilizzato da utilizzare come materiale di ingegneria per la copertura giornaliera dei rifiuti in discarica in conformità alla DGR n. 1996/06; - Autorizzazione allo scarico di acque meteoriche e di dilavamento in corpo idrico superficiale (Scolo Tomba) tramite il punto di scarico denominato SG (per quanto di competenza di HERA S.p.A.); - Autorizzazione allo scarico di acque reflue industriali contenenti sostanze pericolose, derivanti dal complesso impiantistico CdR-IRE di HERA S.p.A. sito nel Comparto S.S. 309 Romea km 2,6, tramite tubazione diretta (linea S3 scarico parziale S1-3/c) all impianto centralizzato di trattamento TAS linea TAPO di Ecologia Ambiente s.r.l. nel Centro Ecologico Baiona, in Comune di Ravenna, Via Baiona, n Per quanto riguarda la regolamentazione degli scarichi provenienti dal complesso impiantistico CdR-IRE oggetto della presente AIA, si fa riferimento al progetto delle opere di regimazione idraulica e alle modalità di gestione delle acque meteoriche e di dilavamento relativo all intero Comparto km 2,6, oltre al sistema di collegamento realizzato sempre tramite tubazione tra il Comparto km 2,6 e l impianto di Trattamento Acque di Scarico (TAS) di Ecologia Ambiente s.r.l. nel Centro Ecologico Baiona sito a Ravenna in Via Baiona, n Le modalità di gestione e la regolamentazione degli scarichi con le relative condizioni e prescrizioni impartite con la presente AIA riguardano sia il periodo transitorio fino alla realizzazione della vasca di prima pioggia denominata G1, sia successivamente al completamento degli interventi di regimazione idraulica per l intero Comparto come indicato al successivo punto E4) del presente provvedimento. B) SEZIONE FINANZIARIA La Ditta ha provveduto al versamento dell anticipo delle spese istruttorie per il rilascio dell Autorizzazione Integrata Ambientale per complessivi 2.650,00 conformemente a quanto previsto dall Allegato I alla DGR n. 667/05, con versamento di 2.170,00 in data 20/12/2005 successivamente integrato con versamento di 480,00 in data 18/10/2007 a seguito di un errore riscontrato nel versamento effettuato contestualmente alla presentazione della domanda AIA. Eventuale CONGUAGLIO alle spese istruttorie per il rilascio dell AIA sarà versato ai sensi della Delibera di Giunta Regionale n del 17/11/2008 Prevenzione e riduzione integrate dell inquinamento (IPPC) Recepimento del tariffario nazionale da applicare in relazione alle istruttorie ed ai controlli previsti dal D.Lgs. n. 59/2005. La Ditta ha provveduto altresì al versamento in data 18/12/2008 per un importo pari a 2.000,00 delle spese istruttorie previste nel caso di modifica non sostanziale per l aggiornamento dell AIA già rilasciata, come stabilito dalla DGR n. 1913/2008. C) SEZIONE DI VALUTAZIONE INTEGRATA AMBIENTALE DEGLI IMPIANTI Si dà atto che alla luce del quadro informativo attualmente disponibile, quadro che dovrà essere integrato e migliorato utilizzando i dati che deriveranno dal piano di monitoraggio e controllo, e delle valutazioni effettuate rispetto alle precedenti autorizzazioni settoriali, l attuale assetto degli impianti risponde ai principi della normativa IPPC (art. 3 del D.Lgs. n. 59/05), tenendo conto in particolare delle Linee Guida di settore di cui all allegato al DM 29 gennaio 2007 oltre al D.Lgs. n. 133/05 in materia di incenerimento rifiuti. La nuova linea di biostabilizzazione del sovvallo umido risulta altresì conforme a quanto stabilito dalla DGR n. 1996/06 in materia di regolamentazione dell utilizzo del biostabilizzato ottenuto dalla stabilizzazione aerobica delle matrici organiche da rifiuti. D) SEZIONE DI VALUTAZIONE DEL PIANO DI ADEGUAMENTO DEGLI IMPIANTI E PROPOSTE VOLONTARIE AVANZATE DAL GESTORE PER IL MIGLIORAMENTO AMBIENTALE Con riferimento alla valutazione delle prestazioni ambientali degli impianti di cui al precedente punto C), dall individuazione delle Migliori Tecniche Disponibili (MTD) applicabili agli impianti e dal confronto con l azienda stessa, si ritiene di richiedere alcune azioni di adeguamento e/o di miglioramento come di seguito indicato, con particolare riguardo alle emissioni in atmosfera di NOx provenienti dall Impianto di Recupero Energetico IRE per cui i limiti attualmente garantiti sono prossimi al valore autorizzato; ciò in considerazione delle criticità evidenziate per il territorio ravennate dal PRQA per il parametro NOx e le relative azioni necessarie. Si ritiene in proposito che la tecnologia adottata possa essere ulteriormente ottimizzata per conseguire livelli emissivi complessivamente inferiori. Interventi di Adeguamento Realizzazione delle opere di regimazione idraulica previste nell ambito del progetto riguardante le modalità di gestione delle acque meteoriche di dilavamento interessante l intero Comparto km 2,6, la cui realizzazione avverrà nell arco del triennio mediante l attuazione di 4 fasi successive 12

13 (cosiddetti scenari ), che consentiranno con particolare riguardo agli impianti oggetto della presente AIA, l adeguamento alle previsioni della DGR n. 286/05 dei sistemi di gestione delle acque di prima pioggia e di lavaggio da aree esterne di pertinenza degli stessi. A tale proposito, entro il 31/12/2008 dovrà essere realizzata la vasca di prima pioggia denominata G1 asservita alle aree di pertinenza dell Impianto di Recupero Energetico da CdR e connesso impianto di produzione di CdR, oltre a parte della viabilità principale del Comparto km 2,6 (asse di collegamento Nord-Sud). La tempistica indicata relativa alle opere di regimazione delle acque meteoriche di dilavamento ha carattere indicativo e potrà essere modificata in funzione dell iter autorizzativo a cui le opere stesse devono essere sottoposte (permesso di costruire, dichiarazione di inizio attività, ecc.), ferma restando la data ultima del 31/12/2010 entro la quale devono essere realizzate tutte le opere previste nel comparto. Ottimizzazione dell esistente tecnica di abbattimento delle emissioni di NOx con sistema di riduzione non catalitica selettiva (SNCR) adottata nell Impianto di Recupero Energetico (IRE), per cui si indica nel 31/03/2009 il termine ultimo entro il quale dovrà essere realizzato tale intervento di adeguamento per la riduzione degli attuali flussi emissivi di NOx, dando poi riscontro con un adeguata relazione tecnica da presentare alla Provincia di Ravenna e all ARPA territorialmente competente, comprensiva di dati di autocontrollo. Interventi di Miglioramento Attivazione, entro il 31/12/2008, di una linea di biostabilizzazione del primo sovvallo umido proveniente dall impianto di produzione CdR, attualmente destinato a discarica. Attivazione, entro il 30/06/2009, di una terza linea di triturazione dei rifiuti indifferenziati (urbani e speciali non pericolosi) da affiancare alla 2 linee esistenti dell impianto di produzione di CdR, al fine di garantire un adeguato pretrattamento di tutti i rifiuti urbani raccolti nel territorio ravennate, anche nei periodi di produzione superiore alla capacità di effettivo assorbimento da parte dell impianto per la produzione di CdR, e contribuire contestualmente alla riduzione dei conferimenti di rifiuti urbani tal quali in discarica. E) SEZIONE EMISSIONI (CONDIZIONI DI ESERCIZIO DEGLI IMPIANTI) E1) CONDIZIONI GENERALI PER L ESERCIZIO DEGLI IMPIANTI Oltre alle prescrizioni indicate al precedente punto D), per l esercizio degli impianti oggetto della presente AIA il gestore deve rispettare le condizioni, i valori limite di emissione e le prescrizioni gestionali di seguito indicate, in continuità con le autorizzazioni settoriali di cui al precedente punto A2) formalmente sostituite dalla presente AIA. E2) GESTIONE RIFIUTI E2.1) Gestione rifiuti Impianto di produzione CdR L attività di gestione dell impianto di trattamento di rifiuti solidi urbani e rifiuti speciali non pericolosi assimilabili per la produzione di CdR e combustibile non convenzionale da rifiuti (R5) e connesse attività di messa in riserva (R13) di CdR e rifiuti speciali non pericolosi assimilabili, sia prodotti in proprio che conferiti in conto terzi, e attività di trattamento biologico, tramite biostabilizzazione accelerata (R3), di rifiuti speciali non pericolosi prodotti in proprio (sovvallo umido proveniente dall impianto di produzione CdR) per la produzione di biostabilizzato da utilizzare come copertura giornaliera dei rifiuti in discarica devono essere svolte nel rispetto delle condizioni e prescrizioni di seguito indicate: a) L impianto è attualmente costituito da due linee parallele con fasi successive di trattamento e selezione meccanica per la separazione della frazione secca combustibile dei rifiuti urbani e speciali non pericolosi assimilabili, compreso l addensamento del CdR in fluff ottenuto, secondo lo schema di seguito riportato; è in corso di realizzazione una terza linea di triturazione e vagliatura primaria da affiancare alle due linee di lavorazione esistenti. I rifiuti da sottoporre a trattamento sono conferiti in una fossa di stoccaggio, racchiusa in un edificio completamente chiuso per evitare la fuoriuscita di cattivi odori e polveri; all estremità della fossa sono presenti due zone di appoggio temporaneo dei rifiuti ingombranti. È altresì attrezzata un apposita struttura di stoccaggio dei sovvalli che residuano dal processo di trattamento e che sono destinati a smaltimento in discarica, oltre una struttura di stoccaggio RSA che all occorrenza può essere utilizzata per lo stoccaggio del sovvallo ferroso ai fini del successivo invio a recupero esterno. Con l attivazione della linea di biostabilizzazione di cui al successivo punto f), il sovvallo umido viene sottoposto a recupero direttamente nel piazzale limitrofo al fabbricato dell impianto di produzione CdR, mediante trattamento biologico in biotunnel, per l ottenimento di biostabilizzato da utilizzare come materiale di ingegneria per la copertura giornaliera dei rifiuti in discarica. 13

14 Il deposito temporaneo delle scorie in container nel suddetto piazzale viene pertanto delocalizzato all interno dell edificio di pertinenza dell impianto IRE. La marcia dell impianto è finalizzata alla selezione meccanica di rifiuti solidi per la produzione di CdR ovvero di una frazione secca da destinare a recupero come combustibile non convenzionale nella adiacente caldaia a letto fluido gestita dalla stessa Società (Impianto di Recupero Energetico IRE). b) Nell impianto sono ammessi i rifiuti urbani e speciali non pericolosi elencati nella TABELLA 1 allegata al presente provvedimento. c) La potenzialità dell impianto è fissata in ton/anno di rifiuti trattati equivalenti a circa 50 ton/h di RSU e RSA in ingresso. Per la cessione ad altri impianti, il materiale prodotto può essere eventualmente imballato per mezzo di una macchina apposita e le balle possono essere stoccate nelle aree attrezzate attigua all impianto. 14

15 d) Il combustibile prodotto deve essere utilizzato nell adiacente Impianto di Recupero Energetico (caldaia a letto fluido) ovvero può essere ceduto, per il riutilizzo a impianti autorizzati al trattamento di rifiuti o al recupero di combustibili non convenzionali. In quest ultimo caso il CdR deve sempre possedere le caratteristiche di cui al DM 05/02/1998 come modificato con DM n. 186/06. Le caratteristiche qualitative del prodotto alimentato alla caldaia a letto fluido dell IRE sono determinate dai parametri di funzionalità della caldaia stessa e dai vincoli fissati per le emissioni in atmosfera di cui al punto E3) della presente AIA. Sul combustibile prodotto devono essere effettuate periodiche verifiche qualitative a cadenza almeno mensile nel caso di riutilizzo nella caldaia a letto fluido ovvero controlli specifici nel caso di cessione ad altri impianti. Le verifiche qualitative sul combustibile devono essere effettuate con analisi a cadenza mensile su campioni compositi costruiti tramite prelievi giornalieri dal silo di accumulo a valle del processo di produzione. Le metodologie di riferimento sono quelle indicate nella norma UNI e) Nel piazzale attiguo all impianto di produzione CdR, in zona servita da rete fognaria nera, è autorizzata l attività di messa in riserva (R13) di CdR e rifiuti speciali non pericolosi assimilabili, sia prodotti in proprio che conferiti in conto terzi, per le seguenti tipologie di rifiuti da destinare all Impianto di Recupero Energetico IRE: Codice CER Descrizione dei rifiuti CdR Combustibile da Rifiuti ovvero frazione secca combustibile Imballaggi in plastica Rifiuti plastici Tali rifiuti possono essere stoccati fino ad una quantità massima istantanea di tonnellate, per un periodo non superiore a 30 giorni dal conferimento. Lo stoccaggio ha carattere di temporaneità ed è correlato alle fermate dell impianto di produzione CdR in modo da garantire sufficienti riserve di prodotto da poter alimentare con continuità l Impianto di Recupero Energetico IRE. I cumuli di rifiuti devono essere perimetrati da idonei pannelli di contenimento e, se necessario, coperti con idonei sistemi che impediscono la dispersione eolica e la diffusione di cattivi odori. f) Nel piazzale attiguo al locale di produzione di CDR, in zona servita da rete fognaria nera, viene altresì autorizzata l attività di trattamento biologico, tramite biostabilizzazione accelerata (R3), di rifiuti speciali non pericolosi prodotti in proprio costituiti esclusivamente dal sovvallo umido (CER ) proveniente dall impianto di produzione CdR. L attività consiste nella biossidazione accelerata, realizzata all interno di biotunnel (n. 7 biotunnel in parallelo), per la produzione di materiale da utilizzare come copertura giornaliera dei rifiuti in discarica in conformità alla DGR n. 1996/06. Il quantitativo massimo di sovvallo umido proveniente dall impianto di produzione CdR trattabile è fissato in tonnellate/anno. Lo stoccaggio del sovvallo umido da destinare a trattamento è realizzato nello stesso piazzale in apposita area delimitata su 2 lati da barriere mobili (tipo new jersey), di estensione pari a circa 200 m 2 e capacità massima pari a 540 m 3, finalizzata all accumulo del sovvallo umido; la quantità massima di materiale stoccabile in tale area consente il riempimento di 2 biotunnel (2 x 270 m 3 = 540 m 3 ), tuttavia si tenderà all avvio immediato del sovvallo umido alla linea di biostabilizzazione non appena raggiunto il quantitativo necessario al caricamento di un biotunnel. Non è prevista la predisposizione di alcuna area per lo stoccaggio del biostabilizzato in quanto direttamente avviato a recupero in discarica come materiale per la copertura giornaliera dei rifiuti, contestualmente all apertura dei biotunnel. g) Il biostabilizzato (CER ) ottenuto dal trattamento di cui al precedente punto f) viene destinato a recupero per la copertura giornaliera di discariche ai sensi della DGR n. 1996/06 ovvero qualora non conforme, smaltito in discarica per rifiuti non pericolosi. Ai fini dell utilizzo come copertura giornaliera dei rifiuti in discarica, il processo di biostabilizzazione deve rispettare le condizioni minime previste nell Allegato A della DGR n. 1996/06 per la produzione di materiale con le caratteristiche ivi specificate. Il processo di produzione deve essere condotto in modo tale da assicurare: - il controllo delle caratteristiche chimico-fisiche delle matrici organiche di partenza; - il controllo della temperatura di processo; - un apporto di ossigeno sufficiente a mantenere le condizioni aerobiche della massa in tutte le fasi. Il processo di stabilizzazione (biossidazione e maturazione) deve altresì avere durata pari ad almeno 21 giorni. La temperatura dei rifiuti nella fase accelerata deve essere mantenuta per almeno 3 giorni oltre i 55 C. 15

16 Il biostabilizzato deve possedere idonee caratteristiche di granulometria e di stabilità (Indice di Respirazione Dinamico, umidità). A tale riguardo devono essere effettuati periodici controlli, secondo quanto previsto al successivo punto F) Sezione Piano di Monitoraggio degli impianti, parte integrante della presente AIA. h) L impianto deve essere gestito con le procedure e modalità indicate nel Manuale Operativo predisposto dalla Ditta che viene integralmente assunto come riferimento vincolante. Il Manuale in uso, da tenere a disposizione quale parte integrante della presente Autorizzazione Integrata Ambientale, deve essere aggiornato in caso di modifiche significative al sistema di gestione e trasmesso alla Provincia di Ravenna e all ARPA territorialmente competente. A tal proposito, entro 60 giorni dalla data del presente provvedimento il Manuale attualmente disponibile deve essere aggiornato, con riferimento particolare alla nuova linea di biostabilizzazione del sovvallo umido che viene, di fatto, ricompresa nell impianto di produzione CdR. i) Presso l impianto deve essere tenuto un registro di carico/scarico in cui annotare i movimenti dei rifiuti in ingresso, del combustibile e del biostabilizzato prodotti, oltre eventuali rifiuti speciali prodotti nell esercizio delle attività autorizzate. Per i rifiuti indicati con il codice CER XXYY99 nei formulari e nel registro deve comunque essere riportata la descrizione qualitativa dei rifiuti stessi. j) È fatto salvo il rispetto delle normative in materia di sicurezza degli impianti, antincendio e igiene degli ambienti di lavoro, oltre quanto regolamentato con la presente AIA in materia di emissioni in atmosfera e scarichi idrici; in tal senso per le emissioni in atmosfera e gli scarichi idrici derivanti dall impianto di produzione CdR sono fatte le prescrizioni e i vincoli fissati si successivi punti E3) ed E4) del presente provvedimento. E2.2) Gestione rifiuti Impianto di Recupero Energetico IRE L attività di gestione dell impianto di termovalorizzazione (caldaia a letto fluido) di CdR e combustibile non convenzionale da rifiuti (R1) e connessa attività di stoccaggio provvisorio (D15) di rifiuti speciali pericolosi prodotti in proprio (polverini di caldaia e trattamento fumi) devono essere svolte nel rispetto delle condizioni e prescrizioni di seguito indicate: a) L impianto nel suo complesso è sommariamente schematizzabile nelle sezioni di seguito elencate: - sezione di pretrattamento RSA e alimentazione combustibili solidi da RSU e RSA; - sezione alimentazione ROT; - sezione di termovalorizzazione (forno a letto fluido e caldaia di recupero); - sezione di recupero energetico (turboalternatore per la produzione di energia elettrica); - sezione depurazione fumi; - sezioni ausiliarie. 16

17 L impianto è complementare (oltre che fisicamente adiacente e direttamente collegato) con l impianto di trattamento RSU e RSA (gestito dalla stessa Società) per la produzione di CdR e combustibile non convenzionale da rifiuti di cui al precedente punto E2.1) da cui si alimenta il forno a letto fluido. I due impianti sono fisicamente collegati da nastro trasportatore che alimenta il combustibile al termovalorizzatore da un silo di accumulo a valle del processo di produzione ovvero direttamente dalla linea di produzione del combustibile stesso. b) Le tipologie di rifiuti e combustibili ammessi all impianto sono costituite da: I. CdR con caratteristiche conformi al DM 05/02/1998 come modificato con DM n. 186/06 derivante dall impianto di produzione gestito dalla stessa Società ovvero eventualmente da altri impianti esterni autorizzati II. Combustile non convenzionale (CdR non conforme alle specifiche del DM 05/02/1998 come modificato con DM n. 186/06) derivato dal trattamento di RSU e RSA nell impianto adiacente gestito dalla stessa Società III. Rifiuti speciali non pericolosi assimilabili ai rifiuti urbani (RSA) che vengono pretrattati IV. Rifiuti sanitari a rischio infettivo (ROT) I rifiuti sopraelencati possono essere alimentati all impianto singolarmente (ad esclusione dei rifiuti sanitari) e/o in miscela. I codici CER relativi alle tipologie dei rifiuti alimentati sono elencati nella TABELLA 2 allegata al presente provvedimento. c) Nel caso in cui non siano rispettate le condizioni fissate dal DM 05/02/1998 come modificato con DM n. 186/06 per il CdR, le caratteristiche qualitative del combustibile non convenzionale alimentato di cui al precedente punto b.ii) sono determinate dai parametri di funzionalità della caldaia e dai vincoli fissati per le emissioni in atmosfera di cui al punto E3) della presente AIA. A tale proposito si deve provvedere con periodiche verifiche analitiche con cadenza almeno mensile su campioni compositi costruiti tramite prelievi giornalieri dal silo di accumulo a valle del processo di produzione del combustibile non convenzionale. Le metodologie di riferimento sono quelle indicate nella norma UNI d) Le quantità massime di rifiuti da trattare sono fissate, rispettivamente, in tonnellate/anno complessive di CdR a specifica e CdR fuori specifica, tonnellate/anno di RSA e 500 tonnellate/anno di ROT, per un totale pari a tonnellate/anno. e) I rifiuti sanitari a rischio infettivo (ROT) in quantità fino a 10 tonnellate devono essere stoccati in modo separato rispetto agli altri combustibili e devono essere limitate le possibilità di contatto con gli operatori addetti. Lo stoccaggio è limitato al tempo necessario per garantire una alimentazione equilibrata con gli altri rifiuti e può essere protratto fino ad un massimo di 30 giorni in occasione di fermate ordinarie e straordinarie del forno. f) A servizio dell impianto è autorizzata l attività di stoccaggio provvisorio (D15) di rifiuti speciali pericolosi prodotti in proprio (polverini di caldaia e trattamento fumi) per le seguenti tipologie di rifiuti: Codice CER Descrizione dei rifiuti Polverini di caldaia e trattamento rifiuti I rifiuti di che trattasi possono essere stoccati, in apposito silo dedicato, fino ad una quantità massima istantanea di 200 tonnellate, per un tempo massimo di stoccaggio di 15 giorni per essere destinati a smaltimento presso impianti esterni. g) L impianto viene gestito con le procedure e modalità indicate nel Manuale Operativo predisposto dalla Ditta e i sistemi di controllo del processo vengono mantenuti in condizioni di efficienza. Nello stesso Manuale, che viene integralmente assunto come riferimento vincolante, sono altresì definite le procedure di controllo dei flussi provenienti dal processo oltre i monitoraggi ambientali e le procedure per la gestione delle anomalie e le emergenze. Il Manuale in uso, da tenere a disposizione quale parte integrante della presente Autorizzazione Integrata Ambientale, deve essere aggiornato in caso di modifiche significative al sistema di gestione e trasmesso alla Provincia di Ravenna e all ARPA territorialmente competente. h) Le ceneri e le polveri che residuano dalla fase di termodistruzione e di depurazione dei fumi nonché le acque reflue dal lavaggio dei fumi devono essere raccolte e smaltite presso impianti autorizzati. Le acque reflue dal lavaggio dei fumi, in particolare, vengono di norma destinate a smaltimento come rifiuto nell adiacente impianto di Trattamento Chimico-Fisico (TCF) gestito da Ecologia Ambiente nello stesso Comparto km 2,6. 17

18 Al fine di ridurre i consumi idrici, le acque reflue di lavaggio fumi ed, eventualmente, le acque di processo provenienti dall IRE (lavaggio piazzali, spurghi caldaia, acque di raffreddamento, ecc.) possono essere avviate ad un sedimentatore statico per la separazione di una frazione fangosa pompabile (inviata a trattamento presso l impianto TCF) dal surnatante che viene così ricircolato nella torre di lavaggio. Si deve provvedere in ogni caso a periodiche e sistematiche campagne di controllo analitico sia dei residui solidi (polveri e ceneri) sia di quelli liquidi per caratterizzarli ai fini dello smaltimento più idoneo. A tal proposito, deve essere rispettato quanto previsto al successivo punto F) Sezione Piano di Monitoraggio degli impianti, parte integrante della presente AIA. i) Presso l impianto deve essere tenuto un registro di carico/scarico in cui annotare i movimenti di tutti i rifiuti e combustibili in ingresso nonché dei residui in uscita. Per l alimentazione del combustibile dall impianto di produzione adiacente si deve provvedere tramite idonei sistemi di misurazione del flusso. Per i rifiuti indicati con il codice CER XXYY99 nei formulari e nel registro deve comunque essere riportata la descrizione qualitativa dei rifiuti stessi. j) Per quanto riguarda l attività di termovalorizzazione (caldaia a letto fluido) di CdR e combustibile non convenzionale da rifiuti (R1) la Ditta è tenuta al rispetto delle condizioni e prescrizioni indicate dal D.Lgs. n. 133/05 per la fattispecie dell incenerimento. In particolare, sul camino denominato E1 a cui afferiscono i fumi dell IRE è installato un Sistema di Monitoraggio in Continuo delle Emissioni (SMCE) in grado di monitorare i seguenti inquinanti: CO, CO 2, HCl, HF, NOx, NH 3, SOx, COT, Polveri, oltre i seguenti parametri fisici dei fumi: portata, temperatura, pressione, umidità, tenore di ossigeno. Tale SMCE viene gestito in conformità a quanto previsto dal D.Lgs. n. 133/05 e dal D.Lgs. n. 152/06; i dati rilevati sono tenuti a disposizione degli organi di controllo e vengono trasmessi per via telematica a scopo conoscitivo alla Sezione Provinciale ARPA. I fumi emessi dal camino E1 vengono monitorati anche attraverso campionamenti manuali soprattutto per gli inquinanti non sottoposti a monitoraggio in continuo, secondo quanto stabilito nel Piano di Monitoraggio, parte integrante della presente AIA. k) È fatto salvo il rispetto delle normative in materia di sicurezza degli impianti, antincendio e igiene degli ambienti di lavoro, oltre quanto regolamentato con la presente AIA in materia di emissioni in atmosfera e scarichi idrici; in tal senso per le emissioni in atmosfera e gli scarichi idrici derivanti dall Impianto di Recupero Energetico sono fatte le prescrizioni e i vincoli fissati si successivi punti E3) ed E4) del presente provvedimento. E3) EMISSIONI IN ATMOSFERA Dall impianto di produzione CdR deriva un unica emissione in atmosfera convogliata (E3) riconducibile all aria di aspirazione ambientale e di processo, dotata di idoneo sistema di depolverazione. Per quanto riguarda l Impianto di Recupero Energetico (IRE), oltre ai fumi di combustione opportunamente depurati (E1) e all aspirazione ambientale dei locali in cui si svolgono le operazioni di stoccaggio e dosaggio combustibili utilizzati (E2), nell impianto si individuano le seguenti emissioni in atmosfera convogliate riconducibili agli sfiati dei sili/serbatoi preposti allo stoccaggio di: - carbonato di calcio (E4) iniettato all interno della camera di combustione principalmente al fine di favorire la cattura di parte degli SOx; - sabbia (E5) utilizzata per realizzare il letto fluido; - calce idrata e carbone attivo (E6) utilizzati come reagenti nel sistema di abbattimento a secco dei fumi di combustione; - polverini (E7) rimossi dalla caldaia e dall economizzatore ovvero captati dal multiciclone e dal filtro a maniche; - olio lubrificante per la turbina (E8). I valori limite di emissione e le prescrizioni che la Ditta è tenuta a rispettare sono individuati sulla base di: criteri per l autorizzazione e il controllo delle emissioni inquinanti in atmosfera approvati dal CRIAER; Migliori Tecniche Disponibili (MTD) individuate sulla base dei criteri citati al precedente punto C) della presente AIA; specifiche tecniche indicate dalla Ditta in merito ai processi e all efficienza dei sistemi di abbattimento. Limiti emissioni I limiti risultano i seguenti, in condizione di normale funzionamento così come definito nel D.Lgs. n. 152/06 (art. 268 definizioni bb), cc), dd), ee)): il numero delle ore in cui l impianto è in funzione, con l esclusione dei periodi di avviamento e di arresto e dei periodi di guasto, salvo diversamente stabilito dalle normative adottate ai sensi dell art. 271, comma 3, o della autorizzazione (art. 271, comma 14 e art. 273, comma 8 del D.Lgs. n. 152/06). 18

19 Punto di emissione E1 IMPIANTO RECUPERO ENERGETICO Caldaia a letto fluido A tale punto di emissione afferiscono i fumi di combustione della caldaia a letto fluido in cui si effettua la termovalorizzazione dei rifiuti, opportunamente depurati (sistema DeNOx SNCR, multiciclone, reattore a secco, torre di lavaggio ad umido) e riscaldati. Tale attività di recupero energetico (R1) ricade nelle fattispecie delle attività di incenerimento regolamentate dal D.Lgs. n. 133/05; in tal senso la Ditta ha provveduto a trasmettere a questa Provincia una relazione tecnica sulla conformità dell impianto ai requisiti stabiliti dal D.Lgs. n. 133/05 oltre alla documentazione progettuale relativa ad alcuni interventi di adeguamento. Si dà inoltre atto che, anche a seguito di verifica disposta da questa Provincia in collaborazione con ARPA, l attività di incenerimento risulta adeguata e conforme ai requisiti fissati dal D.Lgs. n. 133/05. Portata massima [Nm 3 /h] Altezza minima [m] 60 Temperatura minima [ C] 100 Durata [h/d] 24 Concentrazione massima ammessa inquinanti Valore medio giornaliero Valore medio semiorario Valore medio orario Valore medio su 8 ore Polveri totali [mg/nm 3 ] HCl [mg/nm 3 ] HF [mg/nm 3 ] 1 4 NOx (espressi come NO 2 ) [mg/nm 3 ] 150 (*) 300 (*) SOx (espressi come SO 2 ) [mg/nm 3 ] COT [mg/nm 3 ] CO [mg/nm 3 ] IPA [mg/nm 3 ] 0,01 PCDD+PCDF (espresse come TCCD equivalenti) [ng/nm 3 ] 0,1 Metalli totali [mg/nm 3 ] (Sb+As+ Pb+Cr+Co+Cu+Mn+Ni+V+Sn) 0,5 Cd+Tl [mg/nm 3 ] 0,05 Hg [mg/nm 3 ] 0,05 PCB+PCT+PCN [mg/nm 3 ] 0,1 (*) Fino al 31/03/2009 ovvero, se antecedente, fino alla realizzazione dell intervento di adeguamento previsto alla Sezione D) della presente AIA, i valori limite da rispettare per le emissioni di NOx corrispondono a quelli indicati al paragrafo A) dell Allegato 1 al D.Lgs. n. 133/05 per gli impianti di incenerimento, attualmente concessi. Fino al termine sopraindicato, per il parametro NOx sono pertanto mantenuti i limiti di 200 mg/nm 3 come valore medio giornaliero e di 400 mg/nm 3 come valore medio semiorario. I limiti sopraindicati sono riferiti ad un tenore di ossigeno nell effluente gassoso secco pari all 11% in volume e normalizzati a 273 K, 101,3 kpa, gas secco. Il minimo tecnico, così come definito dal D.Lgs. n. 152/06, della caldaia a letto fluido è da considerarsi come soglia sulla produzione di vapore pari a 24 t/h con alimentazione di CdR e sulla temperatura della camera di combustione pari a 850 C; sono pertanto considerate ore di normale funzionamento dell impianto quelle corrispondenti al superamento di tale soglia. Punto di emissione E2 IMPIANTO RECUPERO ENERGETICO Stoccaggio e movimentazione combustibili (Filtro a tessuto) Portata massima [Nm 3 /h] Altezza minima [m] 33 Temperatura [ C] ambiente Durata [h/d] 21 Concentrazione massima ammessa inquinanti [mg/nm 3 ] Polveri totali 20 Punto di emissione E3 IMPIANTO PRODUZIONE CDR Aspirazione polveri (Filtro a tessuto) Portata massima [Nm 3 /h] Altezza minima [m] 30 Temperatura [ C] ambiente Durata [h/d] 24 Concentrazione massima ammessa inquinanti [mg/nm 3 ] Polveri totali 20 19

20 I valori limite in concentrazione sopraindicati per i punti di emissione E2 e E3 sono da intendersi come medi orari. Per gli sfiati provenienti dai sili/serbatoi di pertinenza dell Impianto di Recupero Energetico (IRE) di seguito elencati non si indicano limiti specifici, ma si prende atto delle caratteristiche delle relative emissioni in atmosfera e/o della tecnologia di abbattimento installata: Punto di emissione E4: Silo S-205 per carbonato di calcio (filtro a tessuto) Punto di emissione E5: Silo S-202 per sabbia (filtro a tessuto) Punto di emissione E6: Silo S-302 per calce idrata e/o sorbalite (filtro a tessuto) Punto di emissione E7: Silo S-206 per ceneri leggere/polveri di combustione (filtro a tessuto) Punto di emissione E8: Serbatoio per olio turbina Prescrizioni 1. Deve essere rispettato quanto previsto al punto F) Piano di Monitoraggio degli impianti, parte integrante della presente autorizzazione. 2. La data, l orario, il risultato delle misure di autocontrollo, le caratteristiche di funzionamento esistenti nel corso dei prelievi dovranno essere annotati su un apposito registro con pagine numerate e bollate dal Servizio Territoriale di ARPA Distretto Ravenna-Faenza e firmato dal responsabile dell impianto, a disposizione degli organi di controllo competenti. 3. Sul punto di emissione E1 è installato un Sistema di Monitoraggio in Continuo delle Emissioni (SMCE) in grado di monitorare i seguenti inquinanti: CO, CO 2, HCl, HF, NOx, NH 3, SOx, COT, Polveri, oltre i seguenti parametri fisici dei fumi: portata, temperatura, pressione, umidità, tenore di ossigeno; per tali parametri monitorati in continuo, la Ditta è tenuta a mantenere a disposizione degli organi di controllo i tracciati dei dati rilevati e registrati. Tale SMCE deve altresì garantire la trasmissione dei dati validati ad ARPA. 4. Sullo stesso registro di cui al precedente punto 2) la Ditta è tenuta altresì ad annotare le manutenzioni effettuate sui sistemi di abbattimento installati. 5. Ai fini dell attività di incenerimento, per la caldaia a letto fluido è in ogni caso fatto salvo quanto previsto dal D.Lgs. n. 133/ Per la verifica del rispetto dei valori limite di emissione sopraindicati, dovranno essere utilizzati i metodi di prelievo e analisi e le strategie di campionamento adottati dall UNI così come modificati con Decreto del 25/08/2000 ed integrati da norme tecniche di successiva emanazione. 7. Per l effettuazione delle verifiche è necessario che i condotti di adduzione e scarico degli impianti di abbattimento siano dotati di prese di misura posizionate e dimensionate in accordo con quanto specificatamente indicato nella norma tecnica UNI Per nessun motivo, in caso di superamento dei valori limite di emissione, nella caldaia dove si svolge l attività di incenerimento può continuarsi a bruciare rifiuti per più di 4 ore consecutive; inoltre, la durata cumulativa del funzionamento in tali condizioni in un anno deve essere inferiore a 60 ore. 9. In caso di emissioni in atmosfera accidentali non prevedibili dovrà essere data comunicazione a mezzo fax nel più breve tempo possibile alla Provincia di Ravenna e all ARPA territorialmente competente. E4) SCARICHI IDRICI Per quanto riguarda la regolamentazione degli scarichi idrici derivanti dagli impianti oggetto della presente AIA si fa pertanto riferimento al progetto delle opere di regimazione idraulica e alle modalità di gestione delle acque meteoriche e di dilavamento relativo all intero Comparto km 2,6, oltre al sistema di collegamento realizzato sempre tramite tubazione tra il Comparto km 2,6 e l impianto di Trattamento Acque di Scarico (TAS) di Ecologia Ambiente s.r.l. nel Centro Ecologico Baiona sito in Via Baiona, n Le acque reflue industriali unitamente ad acque meteoriche e di dilavamento del Comparto polifunzionale di trattamento e smaltimento rifiuti HERA/SOTRIS/Ecologia Ambiente sito a Ravenna al km 2,6 della S.S. 309 Romea (e del Comparto di trattamento rifiuti HERA/Ecologia Ambiente, sito a Ravenna al km 3,8 della S.S. 309 Romea, denominato Comparto km 3,8) sono raccolte da una rete fognaria complessa e possono essere convogliate a trattamento nell impianto TAS mediante 3 condotte interrate di proprietà di Ecologia Ambiente s.r.l. Tale sistema fognario si compone di reti per la raccolta delle acque di processo organiche e acque inorganiche; in particolare: Le acque di processo organiche sono raccolte e convogliate tramite condotta dedicata (linea S3) alla sezione TAPO (Trattamento Acque di Processo Organiche) dell'impianto TAS per il trattamento chimicofisico-biologico prima dello scarico in acque superficiali. 20

21 Le acque inorganiche, che comprendono sostanzialmente le acque meteoriche e di dilavamento corpo discariche presenti all interno dei Comparti km 2,6 e km 3,8, sono raccolte e convogliate tramite condotta dedicata (linea S4) alla sezione TAPI (Trattamento Acque di Processo Inorganiche) dell'impianto TAS per il trattamento chimico-fisico prima dello scarico in acque superficiali. La terza condotta di collegamento tra il Comparto km 2,6 e l Impianto TAS (linea S2) risulta connessa all interno del Centro Ecologico Baiona sia alla linea dedicata alle acque organiche (TAPO) che a quella dedicata alle acque inorganiche (TAPI); pertanto tale condotta è utilizzata, in base alle esigenze contingenti dei Comparti km 2,6 e km 3,8, per l invio del flusso acque di processo organiche (S2/A) e del flusso acque inorganiche (S2/B). Il Comparto km 2,6 risulta, inoltre, connesso mediante ulteriore condotta (linea S1) al Depuratore di Ravenna Città sito in Comune di Ravenna, via Romea Nord, n. 156/E e gestito da HERA S.p.A. Comparto S.S. Romea km 3,8 Via Romea Nord, n. 156/E Discarica esaurita HERA Impianti CTIDA e DISIDRAT Ecologia Ambiente S1 Depuratore di Ravenna Città HERA Comparto S.S. Romea km 2,6 Rifiuti esterni conto terzi Impianto TCF Ecologia Ambiente Vasca VP S3 (org) Via Baiona, n. 182 Centro Ecologico Baiona S4 (inorg) S2 (org/inorg) Impianto TAS Ecologia Ambiente Impianti HERA Impianti SOTRIS Impianto DISIDRAT Ecologia Ambiente Il sistema fognario interno al Comparto km 2,6, atto a raccogliere i diversi flussi sopra descritti, viene realizzato nell arco del triennio mediante l attuazione di 4 fasi successive (cosiddetti scenari ), che si susseguono a seguito della realizzazione degli interventi in progetto relativi alle opere di regimazione idraulica e le modalità di gestione delle acque meteoriche e di dilavamento interessante entrambi i Comparti (km 2,6 e km 3,8), così schematicamente riassumibili: SCENARIO 0: rappresenta l assetto del sistema fognario attuale e fino al 31/12/2008, nel quale le acque meteoriche di dilavamento non conformi ai requisiti di scarico in acque superficiali e le acque di processo dei Comparti km 2,6 e km 3,8 sono inviate a trattamento presso l impianto TCF e da questo sono convogliate all impianto TAS sezione TAPO come flusso interno (linea S3 o S2 in caso di necessità) o, in alternativa, al Depuratore di città (linea S1). In questo Scenario nessuna corrente di competenza HERA S.p.A. o SOTRIS S.p.A. è convogliata direttamente all impianto TAS di Ecologia Ambiente s.r.l. Tutte le correnti non avviate a scarico in acque superficiali sono infatti convogliate all impianto TCF come correnti di rifiuti e, solo dopo trattamento in detto impianto, all impianto TAS. SCENARIO 1: rappresenta l assetto del sistema fognario dal 01/01/2009 al 31/12/2009, nel quale è prevista, oltre a quanto descritto per lo Scenario 0, l attivazione del flusso HERA S.p.A. di acque meteoriche di dilavamento del Comparto km 3,8 verso l impianto TAS sezione TAPI (linea S4 o, in caso di necessità, S2). SCENARIO 2: rappresenta l assetto del sistema fognario dal 01/01/2010 al 31/12/2010, nel quale sono previste, oltre a quanto descritto per lo Scenario 1, l attivazione del flusso organico HERA S.p.A. di percolato dal Comparto km 3,8 e l attivazione del flusso HERA S.p.A. di acque organiche dall impianto CDR/IRE nel Comparto km 2,6 verso l impianto TAS sezione TAPO, entrambi mediante la vasca VP e la linea S3 (ovvero verso il Depuratore di Ravenna Città mediante la vasca VP e la linea S1). SCENARIO 3: rappresenta l assetto del sistema fognario a partire dal 01/01/2011, nel quale sono previste, oltre a quanto descritto per lo Scenario 2, l attivazione del flusso acque di processo inorganiche proveniente dagli impianti HERA S.p.A. del Comparto km 2,6 (linea S4 o, in caso di necessità, S2) e l attivazione del flusso acque inorganiche dagli impianti SOTRIS S.p.A. (linea S2). 21

22 Per la gestione dei flussi dal Comparto km 2,6 e dal Comparto km 3,8 verso l impianto TAS di Ecologia Ambiente nel Centro Ecologico Baiona è stato definito un apposito Regolamento Fognario sottoscritto da HERA S.p.A., SOTRIS S.p.A. e Ecologia Ambiente s.r.l.; tale Regolamento Fognario si riferisce all assetto del sistema fognario descritto nei diversi Scenari fino al raggiungimento dell assetto definitivo previsto dal 01/01/2011 (Scenario 3), in considerazione dei tempi previsti per la realizzazione delle opere di regimazione delle acque meteoriche di dilavamento interessante entrambi i Comparti, nonché la progressiva dismissione delle attività di trattamento rifiuti svolte da Ecologia Ambiente presso il Comparto km 3,8 con delocalizzazione all interno del Comparto km 2,6 e l insediamento di nuove attività di trattamento rifiuti all interno dello stesso Comparto km 2,6 (5 e 6 settore della discarica HERA per rifiuti non pericolosi). La tempistica sopraindicata, relativa alle opere di regimazione delle acque meteoriche di dilavamento ha carattere indicativo e potrà essere modificata in funzione dell iter autorizzativo a cui le opere stesse devono essere sottoposte (permesso di costruire, dichiarazione di inizio attività, ecc.), ferma restando la data ultima del 31/12/2010 entro la quale devono essere realizzate tutte le opere. Le condizioni definite con il Regolamento fognario per la gestione delle acque reflue industriali e meteoriche, relative al comparto polifunzionale di trattamento rifiuti Hera-Sotris-Ecologia Ambiente di Ravenna, convogliate all Impianto di Trattamento Acque di Scarico (TAS) gestito da Ecologia Ambiente con i relativi allegati, sottoscritto da tutte le società interessate, vengono acquisite come parte integrante della presente AIA. Copia originale del Regolamento vigente è depositata presso la Provincia di Ravenna e il Servizio Territoriale ARPA di Ravenna. Tale Regolamento viene periodicamente sottoposto a revisioni e/o modifiche che devono essere comunicate alla Provincia di Ravenna e al Servizio ARPA sopracitato. Al riguardo, si specifica che il Regolamento Fognario sopracitato non disciplina la gestione delle correnti in ingresso all impianto TCF (tra cui le acque da trattamento fumi dell IRE, le acque meteoriche di dilavamento captate nelle zone di lavorazione degli impianti CdR-IRE e altri flussi di reflui provenienti dagli impianti oggetto della presente AIA come di seguito specificato) per le quali Ecologia Ambiente adotta le procedure di omologa e accettazione rifiuti speciali estese a tutti i propri impianti. Con riferimento agli scenari allegati al sopracitato Regolamento Fognario, in cui sono schematizzati i flussi di reflui gestiti e i relativi punti di controllo ufficiali, di seguito si riportano le condizioni, le modalità e i valori limite dei diversi scarichi idrici regolamentati con la presente AIA che interessano il punto terminale di scarico in acque superficiali (Scolo Tomba) denominato SG (scarico parziale SG/a) e lo scarico tramite tubazione diretta (linea S3) all impianto TAS linea TAPO del Centro Ecologico Baiona (scarico parziale S1-3/c). La seguente tabella di sintesi riporta i riferimenti (in termini di limiti da rispettare) per ogni scarico idrico di responsabilità HERA S.p.A. derivante dagli impianti CdR/IRE. Scarico finale punto SG linea S3 linea S1 Scarico parziale flusso SG/a flusso S1-3/c Pozzetto di controllo PG1 HE02 Tipo/Destinazione Limiti Scenario scarico in acque superficiali (Scolo Tomba) scarico parziale di sostanze pericolose verso Impianto TAS - sezione TAPO - (Centro Ecologico Baiona) scarico in pubblica fognatura (Depuratore di Città) - in caso di necessità - Tab. 3 - All. 5 - Parte III D.Lgs. n. 152/06 (scarico in acque superficiali) Regolamento Fognario omologa Acque di processo organiche HERA S.p.A. Acque di processo impianto IRE S.S. 309 Romea km 2,6 EVENTUALMENTE DA AUTORIZZARE protocollo interno di autodisciplina da definire Le planimetrie del sistema fognario del Comparto km 2,6 con indicati, per ciascuno dei successivi scenari, gli scarichi e i punti di campionamento e controllo di pertinenza dell Impianto di Recupero Energetico da CdR e connesso impianto di produzione CdR gestiti da HERA S.p.A. nello stesso Comparto km 2,6 costituiscono parte integrante della presente AIA e vengono allegate. Tali planimetrie vanno rese disponibili agli agenti accertatori in caso di eventuale controllo

23 E4.1) Scarichi idrici Impianto di Recupero Energetico da CdR e connesso impianto di produzione CdR (Comparto km 2,6) Le acque meteoriche di dilavamento captate nelle zone di lavorazione degli impianti CdR-IRE sono considerate acque di processo e pertanto vengono avviate, tramite fognatura nera dedicata, a trattamento nell adiacente impianto TCF gestito da Ecologia Ambiente nello stesso Comparto km 2,6; parimenti le acque reflue dal lavaggio dei fumi dell IRE vengono destinate a smaltimento come rifiuto nello stesso impianto TCF. Allo stato attuale (SCENARIO 0 fino al 31/12/2008) gli impianti oggetto della presente AIA non presentano scarichi idrici sia per le acque di processo, sia per le acque meteoriche e/o dilavamento. Infatti le acque di processo provenienti dall IRE (lavaggio piazzali, spurghi caldaia, acque di raffreddamento) sono avviate a trattamento, tramite condotta dedicata, all adiacente impianto TCF di Ecologia Ambiente e si configurano pertanto come rifiuto; le acque meteoriche di dilavamento del settore Sud del Comparto km 2,6 dove insistono viabilità, piazzali e aree verdi annessi agli impianti CdR-IRE in oggetto, oltre che all impianto TCF e all impianto DISIDRAT km 2,6 (facenti parte del Centro Ecologico Romea gestito da Ecologia Ambiente s.r.l.), sono convogliate verso l esistente punto di scarico SG presente sullo Scolo Tomba che, relativamente allo Scenario 0, è di competenza della Società Ecologia Ambiente s.r.l. facendosi carico delle modalità di gestione dello stesso di seguito riportate per completezza. Sul tratto finale della condotta, le acque meteoriche di dilavamento transitano in una vasca di intercettazione della capacità di 75 m 3 che funge anche da accumulo e sedimentazione, accessoriata con elettrovalvola normalmente aperta; l elettrovalvola è comandata dall Ufficio Pesa e può essere chiusa in caso di sversamenti accidentali e/o anomalie. Prima dello scarico SG è collocato un pozzetto dotato di paratoia con apertura a compasso che viene mantenuta normalmente chiusa; il sistema fognario a monte della paratoia è in grado di trattenere circa 700 m 3 di acque di dilavamento. Eventi meteorici che producono quantità di acque di dilavamento superiori alla sopracitata capacità di invaso determinano lo sfioro e lo scarico nello Scolo Tomba attraverso il punto di scarico denominato SG. In uscita dallo sfioro è posizionato un pozzetto di accumulo e campionamento denominato PSG. La presenza di acqua nel pozzetto indica che lo sfioro si è attivato, in questo caso si deve provvedere con il campionamento e l'analisi, per monitorare la qualità delle acque scaricate. Al termine del campionamento il pozzetto viene svuotato, riattivando la sua funzione di monitoraggio. Il volume di acque di dilavamento trattenuto viene destinato a trattamento all impianto TCF; su tali acque, avviate a trattamento tramite autobotte, sono previsti controlli analitici per l accettazione dei rifiuti in ingresso all impianto TCF. Lo SCENARIO 1 (dal 01/01/2009 al 31/12/2009), che non prevede modifiche nelle modalità di gestione delle acque di processo provenienti dall IRE (lavaggio piazzali, spurghi caldaia, acque di raffreddamento) che pertanto continueranno ad essere gestite come nello stato attuale, è conseguente alla realizzazione della vasca di prima pioggia G1 di capacità pari a 170 m 3 (entro 31/12/2008) a servizio degli impianti IRE-CdR oggetto della presente AIA. Per effetto di tale opera, allo scarico finale SG nello Scolo Tomba saranno convogliati, oltre lo scarico parziale SG/b di competenza Ecologia Ambiente s.r.l. (acque meteoriche di dilavamento della viabilità, piazzali e aree verdi annessi all impianto TCF e all impianto DISIDRAT km 2,6), lo scarico parziale SG/a di competenza HERA S.p.A. costituito dalle acque meteoriche di seconda pioggia provenienti dalle aree, gestite in regime di prima pioggia, appartenenti agli impianti IRE-CdR e di parte della viabilità principale del Comparto km 2,6 (asse di collegamento Nord-Sud); le acque di prima pioggia opportunamente raccolte nella vasca G1 saranno invece avviate a trattamento presso l adiacente impianto TCF di Ecologia Ambiente. A seguito dell attivazione a regime della vasca di prima pioggia G1, dovranno essere condotte dalla Ditta HERA S.p.A. sul punto di scarico SG/a (attraverso il pozzetto di campionamento PG1), ovvero sulle acque di cosiddetta seconda pioggia, specifiche campagne di campionamenti e analisi, al fine di confermare se il dilavamento delle aree si esaurisce con le sole acque di prima pioggia. La campagna analitica è finalizzata alla caratterizzazione delle cosiddette acque di seconda pioggia, con particolare riguardo alla definizione di conformità dello scarico in acque superficiali ai valori limite di emissione di cui alla Tabella 3 (scarico in acque superficiali) dell Allegato 5 alla Parte III del D.Lgs. n. 152/06. I campionamenti di cui sopra dovranno essere eseguiti, per almeno 5 eventi meteorici, eseguendo diversi campionamenti in tempi diversi nel punto ufficiale di prelevamento, in relazione ad un singolo evento meteorico (es. dopo 15 minuti e dopo 30 minuti dall attivazione dello scarico in acque superficiali). I parametri da ricercare sono di seguito indicati: Arsenico, Azoto ammoniacale, Azoto nitrico, Bario, BOD, Cloruri, COD, Cobalto, Fosforo totale, Mercurio, Idrocarburi totali, Rame, Selenio, Solfati, SST, Tensioattivi totali, TOC, Vanadio e Zinco; al riguardo, si riportano i limiti di rilevabilità dei metodi analitici per le sostanze pericolose sopracitate: 23

24 Sostanza pericolosa Limite di rilevabilità [mg/l] Arsenico 0,01 Mercurio 0,0005 (*) Selenio 0,005 Rame 0,01 Zinco 0,02 Idrocarburi totali 0,05 (*) Non è possibile garantire sempre il raggiungimento del limite di rilevabilità del mercurio in quanto possono essere presenti interferenze che la matrice del campione produce in sede di analisi condotta con metodo ICP; tali interferenze sono dovute ai metalli (sodio, calcio) legati con gli anioni presenti e che inducono una automatica diluizione del campione in fase di misura con conseguente elevazione del limite di sensibilità. I risultati dello studio devono essere presentati alla Provincia di Ravenna e all ARPA territorialmente competente al fine di individuare eventuali ulteriori interventi da assumere. Lo SCENARIO 2 (dal 01/01/2010 al 31/12/2010) è conseguente alla realizzazione della vasca di pretrattamento e rilancio VP (entro 31/12/2009) di capacità pari a 600 m 3, presso l impianto TCF di Ecologia Ambiente; non sono previste modifiche nelle modalità di gestione delle acque meteoriche provenienti dal dilavamento della aree, gestite in regime di prima pioggia, appartenenti agli impianti CdR-IRE e di parte della viabilità principale del Comparto km 2,6, che pertanto continueranno ad essere gestite come indicato nel precedente Scenario 1. Per effetto di tale opera, le acque di processo provenienti dall IRE (lavaggio piazzali, spurghi caldaia, acque di raffreddamento, ecc.) non saranno più avviate a trattamento come rifiuto nell Impianto TCF gestito da Ecologia Ambiente nello stesso Comparto km 2,6, bensì destinato allo scarico (scarico parziale S1-3/c), previo passaggio nella vasca VP, verso l impianto TAS sezione TAPO gestito da Ecologia Ambiente nel Centro Ecologico Baiona sito in Via Baiona, n. 182 (attraverso la linea S3) ovvero presso il Depuratore di Ravenna Città gestito da HERA S.p.A., tramite la società operativa territoriale HERA Ravenna S.r.l., nel sito di Via Romea Nord n. 156/E (attraverso la linea S1). In tale scenario, è prevista (oltre a quanto descritto in precedenza per il flusso di competenza HERA S.p.A.), l attivazione del flusso organico HERA S.p.A. di percolato dal Comparto km 3,8 verso l impianto TAS sezione TAPO ovvero verso il Depuratore di Ravenna Città (anch esso mediante la vasca VP e la linea S3 ovvero la linea S1); tali flussi di acque reflue industriali (acque di processo provenienti dall IRE e percolato della discarica HERA esaurita nel Comparto km 3,8), ai sensi di quanto previsto all art. 108 del D.Lgs. n. 152/2006 e s.m.i. e della DGR n. 1053/2003, sono entrambi riconducibili alla fattispecie di scarico parziale di sostanze pericolose da sottoporre a regolamentazione ai limiti di batteria (piè d impianto) nei rispettivi punti di consegna al trattamento nell impianto centralizzato di depurazione (impianto TAS nel Centro Ecologico Baiona di Ecologia Ambiente ovvero Depuratore di Ravenna Città di HERA S.p.A.). Nella presente AIA viene regolamentato il convogliamento (nel punto di controllo HE02) delle acque di processo organiche provenienti dall impianto IRE (lavaggio piazzali, spurghi caldaia, acque di raffreddamento, ecc.), previo passaggio nella vasca VP, tramite tubazione diretta all impianto TAS sezione TAPO (linea S3) ovvero al Depuratore di Ravenna Città (linea S1) e, in tal senso, per lo scarico parziale di sostanze pericolose denominato S1-3/c sono fatte salve le prescrizioni e vincoli di seguito fissati. La regolamentazione dello scarico parziale di sostanze pericolose denominato S1-3/b di competenza HERA S.p.A. e costituito dal percolato della discarica esaurita nel Comparto km 3,8, previo passaggio nella vasca VP, è invece oggetto di altra autorizzazione AIA. Il sistema di rilancio a servizio della vasca VP consentirà inoltre di avviare a trattamento, attraverso la linea di scarico S3 (scarico parziale S3/e), presso l impianto TAS sezione TAPO anche un flusso di acque meteoriche di dilavamento delle aree di pertinenza degli impianti gestiti dalla stessa Ecologia Ambiente nel Comparto km 3,8, prevedendo nel corrispondente punto di controllo la conformità alla specifica interna di accettazione. Con la realizzazione della vasca VP, le acque di processo provenienti dall IRE (lavaggio piazzali, spurghi caldaia, acque di raffreddamento, ecc.) non saranno più avviate a trattamento nell impianto TCF del Centro Ecologico Romea, bensì destinate allo scarico (mediante la linea S3 e previo passaggio nella vasca VP) all impianto centralizzato di depurazione di Ecologia Ambiente nel Centro Ecologico Baiona; con tale flusso di acque reflue industriali (scarico parziale S1-3/c) viene autorizzato lo scarico di sostanze pericolose, tramite tubazione diretta (linea S3), all impianto TAS sezione TAPO di Ecologia Ambiente s.r.l. nel Centro Ecologico Baiona nel rispetto delle seguenti condizioni e prescrizioni: Lo scarico delle acque reflue industriali costituite dalle acque di processo provenienti dall IRE (lavaggio piazzali, spurghi caldaia, acque di raffreddamento, ecc.), nel punto ufficiale di prelevamento denominato HE02 con prelievo sulla linea S3, dovrà rispettare i valori limite di emissione per le sostanze pericolose previsti nell omologa di accettazione del flusso stabilita da HERA S.p.A. con Ecologia Ambiente s.r.l. di seguito indicata. 24

25 Lo scarico nel punto di consegna sopracitato verso l impianto di trattamento centralizzato della Società Ecologia Ambiente s.r.l. è qualificato come scarico parziale di sostanze pericolose ai sensi dell art. 108 del D.Lgs. n. 152/2006 e della DGR n. 1053/2003. L elenco delle sostanze pericolose individuate nella Tabella 5 dell Allegato 5 alla Parte III del D.Lgs. n. 152/2006 e presenti nello scarico in concentrazioni superiori ai limiti di rilevabilità delle metodiche di rilevamento è indicato nella tabella di seguito riportata, con i relativi limiti di rilevabilità da assumere. Sostanza pericolosa Limite di rilevabilità [mg/l] Cadmio 0,005 Cromo totale 0,005 Mercurio 0,001 Nichel 0,005 Piombo 0,005 Rame 0,005 Selenio 0,001 Zinco 0,005 Idrocarburi totali 0,1 Fenoli totali 0,5 Qualora dagli esiti degli autocontrolli analitici ovvero dai controlli ARPA emerga la presenza di altre sostanze pericolose ovvero alcune non siano più rilevate, si dovrà provvedere all aggiornamento della predetta tabella, fermo restando quanto previsto al successivo punto relativamente ai limiti massimi ammissibili. L omologa Acque di processo organiche HERA S.p.A. Acque di processo impianto IRE S.S. 309 Romea km 2,6 - Ravenna con i limiti massimi di accettazione delle acque reflue industriali provenienti dall Impianto di Recupero Energetico da CdR presso il Comparto km 2,6 è parte integrante della presente AIA, esclusivamente per i valori limite delle sostanze pericolose, e viene allegata. In caso di modifiche, la nuova scheda di omologa dovrà essere trasmessa alla Provincia di Ravenna e all ARPA territorialmente competente. Ai fini della verifica del rispetto dei limiti indicati, le determinazioni analitiche sono, di norma, riferiti ad un campione medio prelevato nell arco di 3 ore. Sulla linea di scarico delle acque di processo organiche dell IRE, prima della loro immissione nella vasca VP, deve essere installato un misuratore di portata e un campionatore automatico (HE02). Ecologia Ambiente, a sua volta, entro i limiti di batteria del proprio impianto nel Centro Ecologico Baiona effettua la misura di portata e il prelievo mediante campionatore automatico. Il punto ufficiale di prelievo ai fini del controllo va mantenuto costantemente accessibile, a disposizione degli organi di vigilanza. Su di esso va garantita una periodica attività di manutenzione e sorveglianza per mantenere una costante efficienza del sistema. Devono essere assicurati gli autocontrolli sui campioni di acque reflue industriali prelevate nel punto ufficiale HE02 con modalità e frequenze previste dal Piano di controllo contenute nel Regolamento Fognario, sottoscritto da tutte le società interessate e acquisito come parte integrante della presente AIA. Qualora dagli esiti degli autocontrolli analitici sia accertata la costante presenza in concentrazioni elevate, anche se dentro i limiti di omologa, di sostanze pericolose, si fa riserva di rivalutare i limiti massimi di accettabilità di cui alla sopracitata omologa. Ogni eventuale variazione strutturale che modifichi permanentemente il regime o la qualità degli scarichi, va comunicata alla Provincia di Ravenna e all ARPA territorialmente competente. Nel caso si verifichino imprevisti tecnici che modificano provvisoriamente il regime o la qualità degli scarichi, ne va data immediata comunicazione alla Provincia di Ravenna e all ARPA territorialmente competente. Nel Regolamento Fognario sono definite le procedure con cui vengono gestite le verifiche periodiche sui limiti stabiliti nelle omologhe e le eventuali relative non conformità, oltre la gestione di eventi anomali e di emergenza comprensivo anche dei sistemi di allarme sulle condotte, al fine di individuare eventuali perdite. Sempre previo passaggio nella vasca VP, è altresì prevista l eventuale possibilità di avviare le acque di processo dell IRE a trattamento (mediante la linea S1) presso il Depuratore di Ravenna Città da considerarsi parte terminale di pubblica fognatura; tale scarico di acque reflue industriali contenenti sostanze pericolose provenienti dall Impianto di Recupero Energetico da CdR presso il Comparto km 2,6 e recapitanti in rete fognaria pubblica collegato al Depuratore di Ravenna Città potrà essere attivato solo a seguito di specifica autorizzazione da parte dall Autorità Competente, oltre alla definizione di specifico protocollo di autodisciplina per lo scarico in oggetto. 25

26 Lo SCENARIO 3 (a partire dal 01/01/2011) rappresenta la configurazione finale del sistema fognario che non prevede ulteriori modifiche riguardanti gli impianti oggetto della presente AIA rispetto alla situazione del precedente Scenario 2. E5) CONSUMI IDRICI Il gestore, attraverso gli strumenti gestionali in suo possesso, deve utilizzare in modo ottimale la risorsa idrica, con particolare riguardo alle MTD; a tal riguardo, si evidenzia che per il processo di produzione CdR non sono utilizzate risorse idriche. Il gestore è tenuto ad effettuare gli autocontrolli dei propri prelievi idrici secondo quanto stabilito nel Piano di Monitoraggio: questo tipo di dati relativi ai consumi idrici saranno inseriti nel rapporto annuale come indicato nella Sezione F) - Piano di Monitoraggio degli impianti, parte integrante della presente autorizzazione. E6) EMISSIONI SONORE L Impianto di Recupero Energetico da CdR e connesso impianto di produzione CdR sono ubicati all interno del comparto polifunzionale di trattamento/smaltimento rifiuti HERA/SOTRIS/ECOLOGIA AMBIENTE sito in Comune di Ravenna sulla S.S. 309 Romea al km 2,6. In applicazione ai criteri del DPCM 01/03/1191, il Comune di Ravenna ha provveduto ad attribuire a tale area la classe acustica V, con limiti di immissione sonora di 70 dba nel periodo diurno e 60 dba nel periodo notturno; il Comparto confina con un area ascrivibile alla classe acustica IV e pertanto limiti di immissione sonora di 65 dba nel periodo diurno e 55 dba nel periodo notturno. Da un punto di vista acustico, il recettore più vicino (Classe IV) è collocato nel lato Sud/Est del Comparto alla distanza di 300 m, in prossimità della S.S. 309 Romea; si tratta di un azienda agricola che include l abitazione dell operatore agricolo. Dalle indagini svolte non si evidenziano problematiche sotto l aspetto dell inquinamento acustico prodotto connesso all esercizio degli impianti in oggetto. E7) CONSUMI ENERGETICI Il gestore, attraverso gli strumenti gestionali in suo possesso, deve utilizzare in modo ottimale l energia, con particolare riguardo alle MTD. Il gestore è tenuto ad effettuare gli autocontrolli dei propri consumi di energia elettrica, secondo quanto stabilito nel Piano di Monitoraggio: questo tipo di dati saranno inseriti nel rapporto annuale come indicato nella Sezione F) - Piano di Monitoraggio degli impianti, parte integrante della presente autorizzazione. E8) DISMISSIONE E RIPRISTINO DEL SITO L impianto di produzione di CDR è stato realizzato negli anni 90 ed è entrato a regime nel Nell anno precedente la Provincia di Ravenna ha approvato il progetto definitivo di realizzazione dell adiacente termovalorizzatore. I lavori di costruzione, avviati nello stesso anno, sono stati ultimati nei primi mesi del 2000, tuttavia, già a partire dal 1999, l Impianto di Recupero Energetico IRE da CdR è stato dotato di autorizzazione provvisoria per l iter di collaudo; l entrata a regime risale al 31/01/2001. Nella considerazione che al tempo di un eventuale futuro intervento di ripristino ambientale dell area, gli impianti e le strutture potrebbero aver subito modifiche e integrazioni oggi non prevedibili, in risposta ad esigenze funzionali e a vincoli normativi futuri, non appare pertanto realistico delineare oggi un piano di ripristino e reinserimento del sito. All atto della cessazione dell attività, il sito su cui insistono gli impianti dovrà essere ripristinato ai sensi della normativa vigente in materia di bonifiche e ripristino ambientale, tenendo conto delle potenziali fonti permanenti di inquinamento del suolo e del sottosuolo ovvero degli eventi accidentali che si siano manifestati durante l esercizio. In ogni caso il gestore dovrà provvedere a: lasciare il sito in sicurezza; svuotare vasche, serbatoi, contenitori, reti di raccolta acque reflue (canalette, fognature) provvedendo ad un corretto recupero ovvero smaltimento del contenuto; rimuovere tutti i rifiuti provvedendo ad un corretto recupero ovvero smaltimento degli stessi. Prima di effettuare le operazioni di ripristino del sito, la Ditta dovrà comunicare a questa Provincia un cronoprogramma di dismissione approfondito, relazionando sugli interventi previsti. E9) ASPETTI GESTIONALI GENERALI Per tutti gli aspetti non esplicitamente indicati nella presente sezione E), l Impianto di Recupero Energetico IRE deve essere in ogni caso gestito in conformità alle prescrizioni di cui al D.Lgs. n. 133/05 e per le procedure gestionali si fa riferimento ai Manuali Operativi predisposti nell ambito del Sistema di Gestione Ambientale ISO implementati in ottemperanza al decreto sopracitato e conformi alle MTD di settore di cui al DM 29 gennaio Si prende infine atto del Manuale aggiornato ai sensi del D.Lgs. n. 133/05 per la gestione del Sistema di Monitoraggio in Continuo delle Emissioni installato sul camino E1 a cui afferiscono le emissioni in atmosfera dell attività di incenerimento rifiuti svolta nell Impianto di Recupero Energetico (IRE), presentato dalla Ditta a questa Provincia in data 28/12/

27 F) SEZIONE PIANO DI MONITORAGGIO DEGLI IMPIANTI E1) Finalità del monitoraggio Il monitoraggio è mirato principalmente a: verifica del rispetto dei valori di emissione previsti dalla normativa ambientale vigente; raccolta dati per la conoscenza del consumo di risorse e degli impatti ambientali dell azienda inserita nel contesto territoriale in cui opera; all implementazione del Sistema di Gestione Integrato (SGI) con procedure del Sistema di Gestione Ambientale (SGA) per rispondere alle esigenze di controllo e conoscenza degli impatti. E2) Tipologia del monitoraggio È stata svolta un analisi dell impianto finalizzata alla stima dei livelli di rischio potenziale di inquinamento dell ambiente. In base alle risultanze di tale analisi si è definito il Piano di Monitoraggio aziendale che individua: i parametri significativi dell attività dell azienda caratterizzanti le emissioni in atmosfera; i parametri di riferimento per il controllo dei combustibili e dei rifiuti in ingresso; i parametri di riferimento per il controllo dei consumi idrici ed energetici, oltre le materie prime; le frequenze dei monitoraggi; i metodi di campionamento e analisi, nonché i riferimenti per la stima dell incertezza del dato; i monitoraggi in condizioni eccezionali prevedibili; le comunicazioni degli esiti dei controlli e dei monitoraggi all Autorità competente. La documentazione presentata costituente il Piano di Monitoraggio è vincolante al fine della presentazione dei dati relativi alle attività, di seguito indicate per le singole matrici, monitorate. Qualsiasi variazione in relazione alle metodiche analitiche, strumentazione, modalità di rilevazione, ecc. dovranno essere tempestivamente comunicate all Autorità competente e ad ARPA: tale comunicazione costituisce modifica del Piano di Monitoraggio. Tutte le verifiche analitiche e gestionali svolte in difformità a quanto previsto dalla presente AIA verranno considerate non accettabili e dovranno essere ripresentate nel rispetto di quanto sopra indicato. E3) Prescrizioni Generali Il gestore dovrà attuare il presente Piano di Monitoraggio rispettando frequenza, tipologia e modalità dei diversi parametri da controllare. Il gestore è tenuto a mantenere in efficienza i sistemi di misura relativi al presente Piano di Monitoraggio, provvedendo periodicamente alla loro manutenzione e alla loro riparazione nel più breve tempo possibile. ARPA effettuerà i controlli programmati dell impianto rispettando quanto previsto al successivo punto G) - Piano di Controllo, parte integrante della presente AIA. ARPA può effettuare il controllo programmato in contemporanea agli autocontrolli del gestore. Come previsto dall art. 7, comma 6) del D.Lgs. n. 59/05, dovrà altresì essere redatta annualmente una relazione descrittiva delle attività di monitoraggio, effettuate ai sensi di quanto previsto nel Piano di Monitoraggio aziendale, e dei relativi risultati con una verifica di conformità rispetto ai limiti e alle prescrizioni contenuti nella presente autorizzazione. Tale relazione dovrà essere inviata entro il 30 aprile dell anno successivo al presente provvedimento alla Provincia di Ravenna, all ARPA territorialmente competente e al Comune di riferimento. Una volta disponibili saranno forniti al gestore i modelli standard per il reporting dei dati. Fino a quel tempo i dati del monitoraggio vengono forniti sulla base di formati standard eventualmente già in uso ovvero su modelli predisposti dal gestore stesso. La Ditta è altresì tenuta a presentare entro il 30 giugno di ogni anno alla Provincia di Ravenna e all ARPA la Relazione Annuale di cui all art. 15, comma 3) del D.Lgs. n. 133/05 l Impianto di Recupero Energetico IRE; tale relazione relativa al funzionamento e alla sorveglianza dell impianto di incenerimento rifiuti può essere ricompresa nella sopracitata relazione annuale descrittiva delle attività di monitoraggio di cui art. 7, comma 6) del D.Lgs. n. 59/05. SISTEMA DI GESTIONE AMBIENTALE IN NORMALI CONDIZIONI DI ESERCIZIO E IN CONDIZIONI ECCEZIONALI PREVEDIBILI Gli impianti devono essere eserciti secondo le procedure previste dal SGA aziendale opportunamente modificate, ove necessario, da quanto stabilito nel presente provvedimento. 27

28 Risulta implementata apposita procedura del SGA aziendale che definisce le modalità di gestione e controllo del processo svolto nell Impianto di Recupero Energetico (IRE) da CdR; dovrà pertanto essere fornita continuità al monitoraggio e alla registrazione dei parametri di processo ritenuti critici di seguito indicati, che consentono il controllo indiretto della prestazione complessiva dell IRE; tutte le registrazioni e i consuntivi annuali devono essere resi disponibili alle autorità di controllo. Aspetto ambientale Processo di termovalorizzazione CdR Alimentazione rifiuti Termodistruzione rifiuti Depurazione fumi incenerimento rifiuti Recupero energetico Oggetto Frequenza Parametro/Metodo del controllo controllo Pesatura rifiuti Bilancia su nastro CdR in continuo Potere calorifico rifiuti alimentati Merceologiche semestrale Blocco alimentazione rifiuti SMCE ogni evento Temperatura in continuo camera di combustione Combustione rifiuti Differenza pressione (letto fluido) ogni 2 h letto fluido Altezza letto fluido ogni 2 h Temperatura gas in ingresso ogni 2 h filtro a maniche Depolverazione Temperatura gas (filtro a maniche) in uscita ogni 2 h filtro a maniche Differenza di pressione filtro a maniche in continuo Portata fumi SMCE in continuo Portata vapore in uscita corpo bollitore ogni 2 h Generatore vapore Temperatura vapore in uscita surriscaldatori in continuo Pressione vapore in uscita surriscaldatori ogni 2 h Livello acqua nel corpo cilindrico in continuo Livello acqua nel degasatore in continuo Degasatore Temperatura acqua nel degasatore in continuo Pressione vapore nel degasatore in continuo Temperatura vapore In uscita turbina ogni 2 h Turbina a vapore Temperatura acqua pozzo caldo in continuo Livello acqua pozzo caldo in continuo Dovrà altresì essere garantito il corretto funzionamento dei sistemi analitici e strumentali di cui dispongono gli impianti, con particolare riguardo agli strumenti di controllo dei parametri di processo, che segnalando andamenti anomali concorrono a prevenire possibili situazioni di emergenza ambientale. Nel caso in cui si verifichino delle particolari circostanze quali superamento dei VLE (valori limite emissioni), emissioni non controllate da punti di emissione non regolati dall AIA, malfunzionamenti e fuori uso dei sistemi di controllo e monitoraggio, incidenti, occorrerà avvertire la Provincia di Ravenna, l AUSL, l ARPA territorialmente competente e il Comune di riferimento nel più breve tempo possibile anche rivolgendosi ai servizi di pubblica emergenza e per le vie brevi con contatto telefonico diretto. MATRICE ARIA EMISSIONI IN ATMOSFERA CONVOGLIATE Tenendo in considerazione quanto indicato al precedente punto E3) Emissioni in atmosfera, il Piano di Monitoraggio aziendale prevede le attività di monitoraggio alle emissioni in atmosfera di seguito indicate, vista l attività di termovalorizzazione di CdR e connessa attività di produzione di CdR. Impianto di produzione CdR Dall impianto di produzione CdR deriva un unica emissione in atmosfera convogliata (E3) riconducibile all aria di aspirazione ambientale e di processo, opportunamente depolverata mediante filtro a tessuto. 28

29 Per il punto di emissione denominato E3 deve essere effettuato almeno un autocontrollo semestrale per il parametro autorizzato. Il limite indicato per il parametro Polveri totali è da considerarsi come valore medio orario. Impianto di Recupero Energetico IRE da CdR Oltre ai fumi di combustione opportunamente depurati (E1) e all aspirazione ambientale dei locali in cui si svolgono le operazioni di stoccaggio e dosaggio combustibili utilizzati (E2), nell IRE si individuano le seguenti emissioni in atmosfera convogliate riconducibili agli sfiati dei sili/serbatoi preposti allo stoccaggio di: - carbonato di calcio (E4) iniettato all interno della camera di combustione principalmente al fine di favorire la cattura di parte degli SOx; - sabbia (E5) utilizzata per realizzare il letto fluido; - calce idrata e carbone attivo (E6) utilizzati come reagenti nel sistema di abbattimento a secco dei fumi di combustione; - polverini (E7) rimossi dalla caldaia e dall economizzatore ovvero captati dal multiciclone e dal filtro a maniche; - olio lubrificante per la turbina (E8). Sul punto di emissione denominato E1 è installato un Sistema di Monitoraggio in Continuo delle Emissioni (SMCE) in grado di monitorare i seguenti inquinanti: CO, CO 2, HCl, HF, NOx, NH 3, SOx, COT, Polveri, oltre i seguenti parametri fisici dei fumi: portata, temperatura, pressione, umidità, tenore di ossigeno; per tali parametri monitorati in continuo, la Ditta è tenuta a mantenere a disposizione degli organi di controllo i tracciati dei dati rilevati e registrati. Tale SMCE deve altresì garantire la trasmissione dei dati validati ad ARPA. Per i parametri monitorati in continuo, gli autocontrolli potranno essere sostituiti dai dati rilevati e registrati; per i restanti parametri autorizzati (metalli, IPA, diossine, PCB+PCT+PCN), deve essere effettuato almeno un autocontrollo quadrimestrale mediante misure discontinue. La Ditta effettua comunque almeno un autocontrollo annuale per tutti i parametri autorizzati. Il Sistema di Monitoraggio in Continuo delle Emissioni installato sul camino E1 è costituito da un sistema di analisi principale e da un sistema analisi alternativo, da utilizzare con funzione di SMCE in caso di fuori servizio del sistema principale con gli stessi range di misura e prestazioni; in condizioni di normale funzionamento, il sistema principale analizza il gas dal condotto del camino attraverso la linea di campionamento, mentre il sistema alternativo è funzionante ma aspira aria ambiente. Gli strumenti di rilevazione degli analizzatori devono essere conformi a quanto previsto nel Paragrafo 3 dell Allegato VI alla Parte V del D.Lgs. n. 152/06. I valori degli intervalli di confidenza di ciascun risultato delle misurazioni effettuate non possono eccedere le seguenti percentuali dei valori limite di emissione riferiti alla media giornaliera: - Polveri totali 30% - Carbonio Organico Totale 30% - Acido cloridrico 40% - Acido fluoridrico 40% - Ossidi di azoto espressi come NO 2 20% - Ossidi di zolfo (espressi come SO 2 ) 20% - Monossido di carbonio 10% L intervallo di confidenza deve essere calcolato secondo quanto descritto nella norma UNI EN ISO oppure nella norma UNI EN I sistemi di misurazione in continuo alle emissioni devono essere sottoposti con regolarità a manutenzione, verifiche, test di funzionalità, calibrazione e taratura secondo quanto indicato nell Allegato VI alla Parte V del D.Lgs. n. 152/06. Le procedure seguite dall azienda devono essere tenute a disposizione dell Autorità competente e di ARPA e devono comprendere almeno: - verifiche periodiche e automatiche di autodiagnosi del sistema; - calcolo dell intervallo di confidenza delle misurazioni, determinato con riferimento a concentrazioni pari ai valori medi giornalieri; - verifiche periodiche di calibrazione (zero e span con gas certificati) degli analizzatori; - verifiche previste dalla norma UNI EN sulla assicurazione di qualità dei sistemi automatici di misura (corretta installazione, test di sorveglianza annuale, ecc.); - una relazione da inoltrare all Autorità Competente e ad ARPA contenente i resoconti delle attività di taratura dei sistemi di misura in continuo alle emissioni, comprensivo del calcolo dello IAR e degli intervalli di confidenza, al termine delle suddette operazioni. Per il sistema analisi alternativo è prevista l inibizione dell intervallo di confidenza. L applicazione delle due diverse procedure in merito alla sottrazione dell intervallo di confidenza per i due sistemi di analisi installati (principale e alternativo) presenti in impianto, determina differenti modalità di verifica in campo dei due sistemi. 29

30 I valori medi giornalieri sono determinati in base ai valori medi semiorari convalidati. Per ottenere un valore medio giornaliero valido non possono essere scartati più di 5 valori medi su 30 minuti in un giorno qualsiasi a causa di disfunzioni o per ragioni di manutenzione del sistema di misurazione in continuo. Non più di 10 valori medi giornalieri all anno possono essere scartati a causa di disfunzioni o per ragioni di manutenzione del sistema di misurazione in continuo. Le dieci giornate sono da intendersi per ciascun parametro sottoposto a monitoraggio in continuo e comunque al netto delle giornate previste per le attività di calibrazione e verifica in campo del sistema di controllo. A tal proposito, il gestore ha assunto che le operazioni di calibrazione/taratura tali da non comportare interventi riparativi/sostituitivi di parte e/o tutta la strumentazione non siano da considerarsi operazioni manutentive come definito dal D.Lgs. n. 133/05; di conseguenza l eventuale valore medio giornaliero invalidato a causa dell indisponibilità di più di 5 valori medi su 30 minuti non viene considerato nel computo annuale del numero di valori medi giornalieri invalidi. Se in un anno più di 10 valori medi giornalieri non sono considerati validi, l Autorità competente per il controllo si riserva di prescrivere l adozione di adeguati provvedimenti per migliorare l affidabilità del sistema di misurazione in continuo. Relativamente a malfunzionamenti degli analizzatori del SMCE, nel caso di fuori servizio del sistema di analisi principale si provvede alla commutazione manuale al sistema di analisi alternativo; la commutazione dell acquisizione al sistema alternativo è effettuata anche nel caso in cui sia necessario eseguire interventi specifici al sistema principale (taratura, manutenzione, calibrazione, ecc.). Nel caso in cui, a causa di problemi ad entrambi i sistemi di misurazione (principale e alternativo), manchino misure in continuo dei parametri fisici dei fumi (portata, pressione, temperatura e tenore di ossigeno) dovrà essere effettuata 1 misura discontinua di tali parametri con cadenza almeno giornaliera in sostituzione di quelle continue. Nel caso in cui, a causa di problemi ad entrambi i sistemi di misurazione (principale e alternativo), manchino misure di uno o più inquinanti, dovranno essere attuate le seguenti misurazioni: - 1 misura discontinua dei parametri HCl, HF, CO, NOx, SOx, COT almeno ogni 4 giorni, in sostituzione di quelle continue; - 1 misura discontinua del parametro Polveri almeno ogni 3 giorni, in sostituzione di quelle continue; oltre ad attuare le seguenti precauzioni operative: - relativamente ai parametri HCl e HF, inserire dosaggio soda nel circuito di sottoraffreddamento della torre lavaggio fumi e incrementare del 20% il dosaggio di sorbalite nel filtro a maniche; - relativamente al parametro CO, effettuare ispezione visiva nella zona letto fluido per verificare che non via sia combustione in difetto di O 2 (fiamma molto gialla); - relativamente al parametro NOx, verificare il corretto funzionamento del sistema DeNOx SNCR; - relativamente al parametro SOx, verificare il corretto funzionamento del sistema di dosaggio carbonato di calcio (dolomia) in camera di combustione; - relativamente al parametro COT, incrementare del 20% il dosaggio di sorbalite nel filtro a maniche ed effettuare ispezione visiva nella zona letto fluido per verificare che non via sia combustione in difetto di O 2 (fiamma molto gialla); - relativamente al parametro Polveri, eseguire cicli supplementari di pulizia delle maniche filtranti con verifica in campo del corretto funzionamento di tutto il sistema di filtrazione/evacuaizone ceneri leggere. Al fine di ridurre al minimo i periodi di mancanza dati, la Ditta deve provvedere ad effettuare quanto di seguito indicato: - in caso di malfunzionamento degli analizzatori HCl, HF, CO, NOx, SOx, COT, Polveri deve essere eseguita la misura indiretta di ciascun parametro per estrapolazione dei valori medi giornalieri dei 7 giorni precedenti; - in caso di malfunzionamento dell analizzatore O 2, deve essere eseguita la misura indiretta di tale parametro per estrapolazione del tenore di ossigeno misurato in caldaia. I dati stimati/calcolati/misurati con le forme alternative di controllo vengono considerati validi a tutti gli effetti per il raggiungimento degli obiettivi di disponibilità di dati previsto dal D.Lgs. n. 133/05. I dati ottenuti con misure discontinue concorrono altresì ai fini della verifica dei valori limite di emissione, come previsto dal D.Lgs. n. 152/06. Tali dati stimati/calcolati/misurati sono inseriti all interno del software di gestione del SMCE, garantendo comunque la rintracciabilità dell operazione di inserimento manuale. Il periodo durante il quale si eseguono le sopracitate forme alternative di controllo non viene pertanto considerato nel computo annuale del numero di valori medi giornalieri invalidi. 30

31 Se il gestore prevede che le misure in continuo di uno o più inquinanti non possano essere effettuate o registrate per periodi superiori a 48 ore continuative è tenuto ad informare tempestivamente, a mezzo fax, la Provincia di Ravenna e l ARPA territorialmente competente. La valutazione dei risultati delle misurazioni continue e periodiche (discontinue) sul punto di emissione E1 deve essere eseguita secondo le seguenti indicazioni. I valori limite si applicano durante il periodo di effettivo funzionamento dell impianto, esclusi i periodi di avvio e arresto, purché senza incenerimento rifiuti. I periodi successivi al blocco dell alimentazione dei rifiuti, dovuto a malfunzionamento o guasti o fermate programmate, rientrano nei periodi di applicazione dei limiti di emissione fino ad esaurimento dei rifiuti nel forno. I valori limite di emissione, relativamente alle misurazioni in continuo, si intendono rispettati se sono verificate le seguenti condizioni, riferite ai valori medi elaborati come prescritto: - valori medi giornalieri di Polveri, NOx, SOx, COT, HCl, HF: nessuno dei valori medi supera il rispettivo limite di emissione; - valore medio giornaliero di CO: nessuno dei valori medi supera il limite di emissione oppure, in caso di non totale rispetto, almeno il 97% delle medie giornaliere nel corso dell anno non supera il valore limite di emissione; - valori medi semiorari di Polveri, NOx, SOx, COT, HCl, HF: nessuno dei valori medi su 30 minuti supera il rispettivo limite di emissione semiorario oppure, in caso di non totale rispetto, almeno il 97% dei valori medi semiorari nel corso dell anno non supera i valori medi fissati come media giornaliera; - valore medio semiorario di CO: nessuno dei valori medi su 30 minuti supera il rispettivo limite di emissione semiorario oppure, in caso di non totale rispetto, almeno il 95% dei valori medi su 10 minuti nel corso della giornata (ore 00:00 24:00) non supera il valore di 150 mg/nm 3. Portata volumetrica della emissione: nessun valore medio giornaliero deve superare il valore limite. La valutazione deve essere eseguita previa sottrazione dell incertezza della misurazione. Il limite fissato per la temperatura minima al camino si intende rispettato se la media giornaliera risulta uguale o superiore al limite minimo. La valutazione deve essere eseguita previa sottrazione dell incertezza della misurazione. I valori limite di emissione relativamente alle misurazioni discontinue di Metalli, Cd+Tl, Hg, IPA, PCDD/PCDF, PCB+PCT+PCN si intendono rispettati se nessuno dei valori medi rilevati durante il periodo di campionamento, di durata pari almeno al minimo prescritto, supera il rispettivo limite di emissione. I risultati delle misurazioni discontinue devono essere riportati su rapporti di prova che devono indicare: il periodo di campionamento e la durata, il risultato della misurazione (normalizzato e direttamente confrontabile con i limiti di emissione), l unità di misura, l indicazione del metodo utilizzato e l incertezza del risultato corrispondente ad un livello di probabilità del 95% quando disponibile. Nel caso in cui il risultato della misurazione sia ottenuto come somma di singoli composti, alcuni o tutti dei quali a concentrazione inferiore al limite di rilevabilità, nel calcolo della sommatoria tali composti devono essere considerati pari alla concentrazione corrispondente a 1/2 del limite di rilevabilità stesso (rapporto ISTISAN 04/15). Relativamente agli aspetti tecnico-gestionali inerenti l attività di incenerimento nell IRE devono essere rispettate le seguenti prescrizioni e condizioni: La caldaia deve essere dotata di un sistema automatico che impedisca l'alimentazione dei rifiuti nei seguenti casi: - all'avviamento, finché non sia raggiunta la temperatura minima di 850 C; - qualora la temperatura nella camera di combustione scenda al di sotto di 850 C; - qualora 2 misure continue semiorarie consecutive degli inquinanti Polveri, NOx, SOx, COT, CO, HCl, HF negli effluenti indichino il superamento di uno qualsiasi dei valori limite di emissione; - qualora si verificasse una anomalia o un guasto dei previsti sistemi di depurazione dei fumi. Deve essere misurata e registrata in continuo la temperatura dei gas vicino alla parete interna o in altro punto rappresentativo della camera di combustione. Nelle fasi di avviamento e arresto dell impianto devono essere garantiti l innalzamento e il mantenimento della temperatura minima dei gas di combustione durante tali operazioni e fintantoché vi siano rifiuti nella camera di combustione. Devono essere adottate tutte le precauzioni necessarie riguardo la ricezione dei rifiuti per evitare o limitare per quanto praticabile gli effetti negativi sull ambiente. 31

32 A tal proposito è prevista apposita istruzione operativa inerente le modalità di ricezione e di controllo dei rifiuti in ingresso da avviare a termovalorizzazione nell IRE; nell ambito del SGA adottato è prevista altresì apposita procedura operativa per la gestione dei rifiuti prodotti. Si prende atto del Manuale implementato e aggiornato ai sensi del D.Lgs. n. 133/05 per la gestione del Sistema di Monitoraggio in Continuo delle Emissioni installato sul camino E1, a cui afferiscono le emissioni in atmosfera derivanti dall attività di incenerimento rifiuti svolta nell Impianto di Recupero Energetico (IRE) da CdR, presentato dalla Ditta a questa Provincia in data 28/12/2007; si prende atto altresì delle modalità di trasmissione dei dati di autocontrollo al sistema di acquisizione di ARPA secondo lo specifico protocollo condiviso con la stessa. Tale Manuale viene acquisito come parte integrante della presente AIA; eventuali revisioni e/o modifiche dovranno essere comunicate alla Provincia di Ravenna e all ARPA territorialmente competente. Per il punto di emissione denominato E2 deve essere effettuato almeno un autocontrollo semestrale per il parametro autorizzato. Tale emissione è dotata di un filtro a tessuto per il contenimento delle emissioni polverulente. A tale riguardo, gli autocontrolli possono essere sostituiti dall installazione sul filtro di pressostato differenziale atto alla verifica del buon funzionamento del filtro medesimo. I dati registrati sul pressostato dovranno essere annotati dalla Ditta sull apposito registro, a disposizione degli organi competenti. La Ditta è tenuta ad annotare sull apposito registro le manutenzioni effettuate sui sistemi di abbattimento (filtri a maniche) installati sui sili. Le metodiche analitiche di riferimento per le misure discontinue sopraindicate sono le seguenti: Parametro Metodo Polveri o materiale particellare UNI EN Metalli UNI EN ISTISAN 88/19 UNICHIM 723 Mercurio UNI EN PCDD+PCDF UNI EN 1948 IPA PCB+PCT+PCN ISTISAN 88/19 UNICHIM 825 ISTISAN 97/35 UNI EN 1948 Per la verifica dei parametri fisici e precisamente per portata, velocità, temperatura si fa riferimento alla norma UNI con le relative incertezze. Modalità operative Per la verifica dei limiti dovranno essere utilizzati dei format specifici di ritorno delle informazioni, oltre ai risultati degli autocontrolli; in particolare possono essere considerate ottimali le informazioni previste ed indicate dal Rapporto ISTISAN 91/41, punto 7 ovvero: ditta, impianto, fase di processo, condizioni di marcia e caratteristiche dell emissione; data del controllo; area della sezione di campionamento, temperatura, umidità e velocità dell effluente; portata volumetrica e percentuale di ossigeno; metodo di campionamento ed analisi, durata del campionamento; risultati della misura: sostanza determinata, concentrazione e unità di misura; condizioni di normalizzazione dei risultati della misura. Tali informazioni possono essere anche riportate in documenti quali verbali di prelievo, schede di misura e campionamento alle emissioni, ecc. che vengono allegati ai rapporti di prova o ai rapporti tecnici. I risultati dei controlli e la relativa relazione tecnica, previsti dal Piano di autocontrollo, devono essere tenuti a disposizione degli enti di controllo. Tale relazione tecnica dovrà contenere le valutazioni in merito al rispetto o meno dei valori limite autorizzati. Verifica di conformità e rispetto dei limiti Per ogni misura di inquinante e/o parametro di riferimento effettuata alle emissioni in atmosfera sia in maniera continua che periodica, deve essere reso noto dal laboratorio/sistema di misura l incertezza della misura con un coefficiente di copertura almeno pari a 2 volte la deviazione standard (P95%) del metodo utilizzato. Per la verifica delle caratteristiche delle emissioni autorizzate possono essere utilizzati: metodi UNI/Unichim/UNI EN metodi normati metodi ufficiali (nazionali o internazionali) o pubblicati su autorevoli riviste scientifiche I metodi utilizzati alternativi e/o complementari ai metodi ufficiali devono avere un limite di rilevabilità complessivo che non ecceda il 10% del valore limite stabilito. In casi particolari l utilizzo di metodi con prestazioni superiori al 10% del limite deve essere preventivamente concordato con la Provincia e ARPA. Qualora non fosse indicata l incertezza della misura eseguita si prenderà in considerazione il valore assoluto della misura per il confronto con il limite stabilito. 32

33 I rapporti di prova relativi agli autocontrolli devono riportare, insieme al valore del parametro analitico, il metodo utilizzato e la relativa incertezza estesa (P95%) conformi, devono riportare altre all esito analitico, anche le condizioni di assetto dell impianto durante l esecuzione del rilievo, se pertinenti. Per quanto concerne i metodi presentati dal laboratorio di riferimento nel Piano di Monitoraggio, si ribadisce che al momento della presentazione dei rapporti di prova, relativi a quanto previsto nel Piano stesso, dovrà essere data evidenza dell incertezza estesa associata al dato analitico. Si rammenta altresì che l incertezza estesa deve essere compatibile con i coefficienti di variazione (Cv) di ripetibilità indicati nei Metodi ufficiali. Accessibilità dei punti di prelievo e loro caratteristiche I camini in cui si devono eseguire i controlli manuali e/o automatici devono essere dotati di prese di misura posizionate in accordo a quanto specificato nei metodi di riferimento e dimensionate in accordo a quanto indicato dall ARPA. Per quanto riguarda l accessibilità, per l esecuzione dei controlli alle emissioni autorizzate, l azienda è tenuta a renderle accessibili e campionabili secondo quanto previsto dalle norme tecniche (UNI 10169, ecc.) e dalle normative vigenti sulla sicurezza. Per quanto riguarda i lavori da eseguire per svolgere i controlli alle emissioni in atmosfera, la loro numerazione (in modo indelebile), il corretto posizionamento e dimensionamento delle prese di misura, nonché l accesso alle stesse in condizioni di sicurezza, tali compiti possono essere verificati e prescritti da ARPA, che ne può fissare i termini temporali per la loro realizzazione. Nel caso tali prescrizioni non venissero realizzate nei tempi richiesti, le emissioni saranno considerate non campionabili. EMISSIONI IN ATMOSFERA IN CONDIZIONI ECCEZIONALI PREVEDIBILI Eventuali emissioni in atmosfera in condizioni eccezionali prevedibili sono ascrivibili all Impianto di Recupero Energetico da CdR, con particolare riguardo alle fasi di avviamento e di arresto del processo di incenerimento rifiuti. Durante la fase di avvio della caldaia a letto fluido si registra, per le prime 24 ore, una criticità parametro CO legata ai tempi di riscaldamento necessari affinché tutta la camera refrattaria raggiunga l opportuna temperatura di esercizio; per la fase di arresto non si segnalano invece criticità. Per garantire l innalzamento e il mantenimento della temperatura minima di 850 C durante le fasi di avviamento/arresto e fintantoché vi siano rifiuti nella camera di combustione, l IRE è dotato di bruciatori ausiliari alimentati a metano; tali bruciatori intervengono automaticamente qualora la temperatura dei gas di combustione, dopo l ultima immissione di aria, scenda al di sotto della temperatura minima di 850 C. Il Sistema di Monitoraggio in Continuo delle Emissioni installato sul camino E1 a cui afferiscono i fumi dell IRE è dotato di sistema automatico di allarme, impostato imponendo per ciascun parametro monitorato in continuo un valore di allerta mediamente fissato all 80% del valore limite. Nel caso di malfunzionamenti o guasti dei sistemi di depurazione dei fumi derivanti dall attività di incenerimento rifiuti nell IRE dovrà esserne data comunicazione nel più breve tempo possibile alla Provincia di Ravenna e all ARPA territorialmente competente. In tal caso il gestore è tenuto altresì a ridurre o arrestare l attività appena possibile, finché sia ristabilito il normale funzionamento; non appena ripristinata la completa funzionalità dell impianto dovrà esserne data comunicazione nel più breve tempo possibile alla Provincia di Ravenna e all ARPA territorialmente competente. MATRICE ACQUA SCARICHI IDRICI Tenendo in considerazione quanto indicato al precedente punto E4) Scarichi idrici, allo stato attuale (SCENARIO 0 fino al 31/12/2008) agli impianti oggetto della presente AIA non sono ascrivibili scarichi idrici sia per le acque di processo, sia per le acque meteoriche e/o dilavamento. In proposito si evidenzia che, oltre le acque meteoriche di dilavamento captate nelle zone di lavorazione degli impianti CdR-IRE, le acque reflue dal lavaggio dei fumi dell IRE vengono destinate a smaltimento come rifiuto nell adiacente impianto TCF gestito da Ecologia Ambiente nello stesso Comparto km 2,6. Con la realizzazione (entro 31/12/2008) della vasca di prima pioggia G1 di capacità pari a 170 m 3, sarà destinato allo scarico in corpo idrico superficiale (Scolo Tomba), attraverso l esistente punto di scarico SG presente sullo Scolo stesso, lo scarico parziale SG/a di competenza HERA S.p.A. costituito dalle acque meteoriche di seconda pioggia provenienti dalle aree, gestite in regime di prima pioggia, appartenenti agli impianti IRE-CdR e di parte della viabilità principale del Comparto km 2,6 (asse di collegamento Nord-Sud). A seguito dell attivazione a regime della vasca di prima pioggia G1, dovranno essere condotte dalla Ditta HERA S.p.A. sul punto di scarico SG/a (attraverso il pozzetto di campionamento PG1), ovvero sulle acque di cosiddetta seconda pioggia, specifiche campagne di campionamenti e analisi, al fine di confermare se il dilavamento delle aree si esaurisce con le sole acque di prima pioggia. La campagna analitica è finalizzata alla caratterizzazione delle cosiddette acque di seconda pioggia, con particolare 33

34 riguardo alla definizione di conformità dello scarico in acque superficiali ai valori limite di emissione di cui alla Tabella 3 (scarico in acque superficiali) dell Allegato 5 alla Parte III del D.Lgs. n. 152/06. I campionamenti di cui sopra dovranno essere eseguiti, per almeno 5 eventi meteorici, eseguendo diversi campionamenti in tempi diversi nel punto ufficiale di prelevamento, in relazione ad un singolo evento meteorico (es. dopo 15 minuti e dopo 30 minuti dall attivazione dello scarico in acque superficiali). I parametri da ricercare sono di seguito indicati: Arsenico, Azoto ammoniacale, Azoto nitrico, Bario, BOD, Cloruri, COD, Cobalto, Fosforo totale, Mercurio, Idrocarburi totali, Rame, Selenio, Solfati, SST, Tensioattivi totali, TOC, Vanadio e Zinco; al riguardo, si riportano i limiti di rilevabilità dei metodi analitici per le sostanze pericolose sopracitate: Sostanza pericolosa Limite di rilevabilità [mg/l] Arsenico 0,01 Mercurio 0,0005 (*) Selenio 0,005 Rame 0,01 Zinco 0,02 Idrocarburi totali 0,05 (*) Non è possibile garantire sempre il raggiungimento del limite di rilevabilità del mercurio in quanto possono essere presenti interferenze che la matrice del campione produce in sede di analisi condotta con metodo ICP; tali interferenze sono dovute ai metalli (sodio, calcio) legati con gli anioni presenti e che inducono una automatica diluizione del campione in fase di misura con conseguente elevazione del limite di sensibilità. I risultati dello studio devono essere presentati alla Provincia di Ravenna e all ARPA territorialmente competente al fine di individuare eventuali ulteriori interventi da assumere. Con la realizzazione della vasca di pretrattamento e rilancio VP (entro 31/12/2009) di capacità pari a 600 m 3, presso l impianto TCF di Ecologia Ambiente, le acque di processo provenienti dall IRE (lavaggio piazzali, spurghi caldaia, acque di raffreddamento, ecc.) non saranno più avviate a trattamento come rifiuto nell Impianto TCF gestito da Ecologia Ambiente nello stesso Comparto km 2,6, bensì destinate allo scarico tramite tubazione diretta (scarico parziale S1-3/c), previo passaggio nella vasca VP, verso l impianto TAS sezione TAPO gestito da Ecologia Ambiente nel Centro Ecologico Baiona sito in Via Baiona, n. 182 (attraverso la linea S3) ovvero presso il Depuratore di Ravenna Città gestito da HERA S.p.A., tramite la società operativa territoriale HERA Ravenna S.r.l., nel sito di Via Romea Nord n. 156/E (attraverso la linea S1). A seguito dell attivazione del flusso di scarico delle acque di processo provenienti dall IRE (lavaggio piazzali, spurghi caldaia, acque di raffreddamento, ecc.) contenente sostanze pericolose (scarico parziale S1-3/c), tramite tubazione diretta (linea S3), all impianto TAS sezione TAPO di Ecologia Ambiente s.r.l. nel Centro Ecologico Baiona, devono essere assicurati gli autocontrolli sui campioni di acque reflue industriali prelevate nel punto ufficiale HE02 con modalità e frequenze previste dal Piano di controllo contenute nel Regolamento Fognario, sottoscritto da tutte le società interessate e acquisito come parte integrante della presente AIA, e in particolare: 34

35 HE02 Parametro S.S. TKN NO - 2 come N NO - 3 come N COD ph Fosforo totale Ferro Cloruri Tensioattivi totali Arsenico Cadmio Cromo totale Cromo VI Mercurio Nichel Piombo Rame Selenio Zinco Idrocarburi totali Fenoli totali Solventi organici aromatici Solventi organici azotati Solventi clorurati Pesticidi fosforati Frequenza semestrale semestrale semestrale semestrale semestrale semestrale semestrale semestrale semestrale semestrale trimestrale trimestrale trimestrale trimestrale trimestrale trimestrale trimestrale trimestrale trimestrale trimestrale trimestrale trimestrale trimestrale trimestrale trimestrale trimestrale Tali rilievi devono essere registrati e posti a disposizione delle autorità di controllo. Per la verifica dei parametri sopraindicati si fa riferimento ai metodi analitici e relativi limiti di rilevabilità previsti dal sopracitato Piano di Controllo contenuto nel Regolamento Fognario e precisamente: Parametro Metodo Limite di rilevabilità [mg/l] S.S. Standard Methods, ed 21th 2540 d 5 TKN APAT CNR IRSA 5030 Man NO - 2 come N Standard Methods, ed 21th 4500 NO 2 - B 0,01 NO - 3 come N APAT CNR IRSA 4020 Man ,2 COD ISO 15705: ph Standard Methods, ed 21th 4500-H+ - Fosforo totale Standard Methods, ed 21th 4500-P A,B,E 0,5 Ferro APAT CNR IRSA Man ,005 Cloruri APAT CNR IRSA 4020 Man ,5 Tensioattivi totali APAT CNR IRSA 4020 Man ,01 Arsenico M10P ,001 Cadmio APAT CNR IRSA Man ,005 Cromo totale APAT CNR IRSA Man ,005 Cromo VI APAT CNR IRSA 3150 C Man ,1 Mercurio M10P ,001 Nichel APAT CNR IRSA Man ,005 Piombo APAT CNR IRSA Man ,005 Rame APAT CNR IRSA Man ,005 Selenio M10P ,001 Zinco APAT CNR IRSA Man ,005 Idrocarburi totali Standard Methods, ed 21th 5520 B,F 0,1 Fenoli totali APAT CNR IRSA 5070 A2 Man ,5 Solventi organici aromatici M10R ,1 Solventi organici azotati APAT CNR IRSA 5150 Man ,1 Solventi clorurati M10R ,6 Pesticidi fosforati APAT CNR IRSA 5060 Man ,005 Sulla linea di scarico delle acque di processo dell IRE, prima della loro immissione nella vasca VP, deve essere installato un misuratore di portata e un campionatore automatico (HE02). Ecologia Ambiente, a sua volta, entro i limiti di batteria del proprio impianto nel Centro Ecologico Baiona effettua la misura di portata e il prelievo mediante campionatore automatico. 35

36 Ai fini della verifica del rispetto dei limiti indicati, le determinazioni analitiche sono, di norma, riferiti ad un campione medio prelevato nell arco di 3 ore. Il punto ufficiale di prelievo ai fini del controllo va mantenuto costantemente accessibile, a disposizione degli organi di vigilanza. Su di esso va garantita una periodica attività di manutenzione e sorveglianza per mantenere una costante efficienza del sistema. Nel caso si verifichino imprevisti tecnici che modificano provvisoriamente il regime o la qualità degli scarichi, ne va data immediata comunicazione alla Provincia di Ravenna e all ARPA territorialmente competente. Nel Regolamento Fognario sono definite le procedure con cui vengono gestite le verifiche periodiche sui limiti stabiliti nelle omologhe e le eventuali relative non conformità, oltre la gestione di eventi anomali e di emergenza comprensivo anche dei sistemi di allarme sulle condotte, al fine di individuare eventuali perdite. Modalità operative I campionamenti degli scarichi idrici dovranno essere effettuati nel punto ufficiale di prelevamento PG1 e HE02 indicati nelle planimetrie del sistema fognario del Comparto km 2,6 di cui al precedente punto E4) acquisite come parte integrante della presente AIA, con le modalità e le frequenze sopraindicate. Metodiche, verifica di conformità e rispetto dei limiti Per ogni misura di inquinante e/o parametro di riferimento effettuata allo scarico, sia in maniera continua che periodica, deve essere reso noto dal laboratorio/sistema di misura l incertezza della misura con un coefficiente di copertura almeno pari a 2 volte la deviazione standard (P95%) del metodo utilizzato. Per la verifica delle caratteristiche delle emissioni autorizzate possono essere utilizzati: Metodi normati quali: - Metodiche previste nel Decreto 31 gennaio 2005 Emanazione di line Guida per l individuazione e l utilizzazione delle migliori tecniche disponibili, per le attività elencate nell allegato I del Decreto legislativo n. 59/05 - Manuale n 29/2003 APAT/IRSA-CNR Metodi normati emessi da Enti di normazione - UNI/Unichim/UNI EN - ISO - ISS (Istituto Superiore Sanità) - Standard Methods for the examination of water and wastewater (APHA-AWWA-WPCF) I metodi utilizzati alternativi e/o complementari ai metodi ufficiali devono avere un limite di rilevabilità complessivo che non ecceda il 10% del valore limite stabilito. I casi particolari con l utilizzo di metodi con prestazioni superiori al 10% del limite devono essere preventivamente concordati con la Provincia e ARPA. Qualora non fosse indicata l incertezza della misura eseguita si prenderà in considerazione il valore assoluto della misura per il confronto con il limite stabilito. I rapporti di prova relativi agli autocontrolli devono riportare insieme al valore del parametro analitico il metodo utilizzato e la relativa incertezza (P95%) conformi devono riportare oltre all esito analitico anche le condizioni di assetto dell impianto durante l esecuzione del rilievo se pertinenti. Per quanto concerne i metodi presentati nel Piano di Monitoraggio, si ribadisce che al momento della presentazione dei rapporti di prova relativi a quanto previsto nel Piano stesso, dovrà essere data evidenza dell incertezza estesa associata al dato analitico. Si rammenta altresì che l incertezza estesa deve essere compatibile con i coefficienti di variazione (Cv) di ripetibilità indicati nei Metodi ufficiali. Accessibilità dei punti di prelievo e loro caratteristiche Il punto di prelievo deve essere posizionato e manutentato in modo da garantire l accessibilità in ogni momento e da permettere il campionamento in sicurezza nel rispetto della normativa vigente in materia. Inoltre l azienda dovrà assicurare la presenza di idonei strumenti per l apertura (chiavi, paranchi, ecc) del pozzetto d ispezione onde consentire il prelievo dei reflui. Il pozzetto di campionamento, parimenti agli altri manufatti quali tubazioni, sistemi di depurazione e trattamento, pozzetti di raccordo ecc, dovranno sempre essere mantenuti in perfetta efficienza e liberi da sedimenti, al fine di permettere il regolare deflusso dei reflui e la loro depurazione. CONSUMI IDRICI I consumi idrici dell Impianto di Recupero Energetico IRE e connesso impianto di produzione di CdR sono ascrivibili esclusivamente all attività di termovalorizzazione svolta nell IRE; il processo produttivo di CdR non necessita di risorse idriche. L approvvigionamento idrico dell IRE è garantito da: - acquedotto industriale per le acque industriali di processo e raffreddamento; - acquedotto civile per l acqua potabile ad usi domestici. 36

37 Per registrare gli apporti idrici da ciascuna delle due fonti di approvvigionamento sono presenti misuratori di portata. Le responsabilità e le modalità per il controllo dei consumi idrici sono definite in apposita procedura facente parte del Sistema di Gestione Ambientale adottato dall azienda. Il controllo dei consumi idrici da parte della Ditta viene verificato giornalmente con la lettura dei contatori installati e la registrazione dei dati in file di gestione aziendali. Tutte le registrazioni e i consuntivi annuali devono essere resi disponibili alle autorità di controllo. MATRICE SUOLO E SOTTOSUOLO Potenziali impatti su suolo e sottosuolo connessi all esercizio degli impianti in oggetto, da ritenersi non significativi nelle normali condizioni operative e comunque ridotti a livelli trascurabili anche in situazioni accidentali alla luce dei sistemi di contenimento adottati, sono riconducibili sostanzialmente ad eventuali rilasci accidentali e sversamenti dai serbatoi preposti allo stoccaggio dei reagenti e dei residui solidi dell Impianto di Recupero Energetico da CdR.; per garantire un corretto e sicuro funzionamento dell impianto i dosaggi dei reagenti contenuti nei serbatoi avvengono in automatico. La minimizzazione dei potenziali impatti ambientali riconducibili alla gestione delle aree di stoccaggio è attuata mediante la verifica, con frequenza giornaliera, dell integrità di tutte le strutture di contenimento, comprese le aree preposte allo stoccaggio di CdR; contestualmente sono altresì effettuati, con cadenza settimanale, i controlli dei livelli dei reagenti e dei prodotti stoccati. In particolare, per le aree di stoccaggio il Piano di Monitoraggio aziendale prevede il monitoraggio e la registrazione delle attività di verifica e controllo di seguito indicate; tutte le registrazioni devono essere rese disponibili alle autorità di controllo. Aree di stoccaggio Aspetto ambientale Serbatoi/sili di stoccaggio (CdR, ceneri leggere e sostanze di servizio/ausiliarie) Stoccaggio CdR nel piazzale Oggetto del controllo Controllo integrità serbatoi/sili Verifica livello serbatoi/sili Controllo integrità bacini di contenimento serbatoi Presenza reflui nei bacini di contenimento Controllo integrità vasca di raccolta acqua industriale Verifica chiusura e tenuta silos di stoccaggio CdR Verifica chiusura e tenuta silos di stoccaggio ceneri Modalità di controllo Prova di tenuta e/o controllo visivo Frequenza controllo giornaliera settimanale giornaliera giornaliera giornaliera giornaliera giornaliera Verifica copertura Controllo visivo giornaliera Al riguardo, si rileva infine che lo stato delle acque di falda (superficiali) attorno al Comparto km 2,6 viene comunque monitorato tramite il controllo delle acque prelevate dai pozzi piezometrici della rete di monitoraggio di Comparto, con l obiettivo di rilevare tempestivamente eventuali situazioni di inquinamento delle acque sotterranee sicuramente riconducibili agli impianti di discarica presenti nello stesso Comparto km 2,6; l ubicazione di tali pozzi è evidenziata nella planimetria di seguito riportata (I1 e I2 sono punti di controllo acque superficiali Scolo Tomba e Scolo Cerba). 37

38 16 Piezometri da realizzare Piezometri esistenti Relativamente al monitoraggio della acque sotterranee, HERA svolge le attività di campionamento e analisi per l intero Comparto, in tal modo risulta essere il gestore unitario dei dati relativi all acquifero freatico per l intero Comparto. MATRICE RUMORE Nel caso di installazione di nuove significative sorgenti di rumore dovrà essere effettuata un indagine previsionale di impatto acustico ai sensi della DGR n. 673/04; tale relazione dovrà essere inviata alla Provincia di Ravenna, all ARPA territorialmente competente e al Comune di competenza. MATRICE RIFIUTI I rifiuti prodotti dall attività di termovalorizzazione di CdR e combustibile non convenzionale da rifiuti (R1) nell Impianto di Recupero Energetico IRE e connessa attività di trattamento di rifiuti solidi urbani e rifiuti speciali non pericolosi assimilabili svolta nell adiacente impianto per la produzione di CdR e combustibile non convenzionale (R5), compresa l attività di trattamento biologico, tramite biostabilizzazione accelerata (R3), di rifiuti speciali non pericolosi prodotti in proprio costituiti dal sovvallo umido proveniente dallo stesso impianto per la produzione di biostabilizzato da utilizzare come copertura giornaliera dei rifiuti in discarica, devono essere gestiti in conformità a quanto previsto nelle procedure gestionali individuate dalle Migliori Tecniche Disponibili (MTD). La loro classificazione e la loro gestione deve avvenire secondo i criteri del D.Lgs. n. 152/06 e s.m.i., anche attraverso l utilizzo di determinazioni di carattere analitico. Per quanto riguarda l attività di recupero energetico (R1) è fatto salvo altresì quanto previsto dal D.Lgs. n. 133/05 per la fattispecie dell incenerimento. 38

39 In particolare, per i seguenti rifiuti prodotti in modo continuativo dalle attività svolte nel complesso impiantistico oggetto della presente AIA: Acque reflue dal lavaggio dei fumi dell IRE (CER *) destinate a smaltimento esterno (tramite condotta dedicata) presso l adiacente impianto TCF gestito da Ecologia Ambiente s.r.l. nello stesso Comparto km 2,6; Acque meteoriche di dilavamento captate nelle zone di lavorazione degli impianti CdR-IRE (CER *) destinate a smaltimento esterno (tramite condotta dedicata) presso l adiacente impianto TCF gestito da Ecologia Ambiente s.r.l. nello stesso Comparto km 2,6; Acque reflue di processo (lavaggio piazzali, spurghi caldaia, acque di raffreddamento, ecc.) provenienti dall IRE (CER *) destinate a smaltimento esterno (tramite condotta dedicata) presso l adiacente impianto TCF gestito da Ecologia Ambiente s.r.l. nello stesso Comparto km 2,6 fino alla realizzazione presso l impianto TCF della vasca di pretrattamento e rilancio denominata VP (entro 31/12/2009) che consentirà di destinare tali reflui allo scarico tramite tubazione diretta verso l impianto centralizzato di depurazione TAS gestito dalla Ecologia Ambiente s.r.l. nel Centro Ecologico Baiona; Fanghi prodotti dalla pulizia dei pozzetti e delle vasche di raccolta acque reflue (CER *) destinati a smaltimento esterno; Scorie pesanti e sabbie da termodistruzione nell IRE (CER ) destinate a smaltimento esterno (discarica); Ceneri leggere da depurazione fumi dell IRE (CER *) destinate a smaltimento esterno (discarica); la Ditta è tenuta ad effettuare periodiche verifiche prevedendo, in relazione alla loro destinazione, analisi di classificazione/caratterizzazione ed eventuale valutazione di ammissibilità per il conferimento in discarica, con frequenza almeno annuale, ad esclusione delle scorie/ceneri e delle acque reflue dal lavaggio dei fumi prodotte dall attività di incenerimento nell Impianto di Recupero Energetico IRE da effettuare con cadenza almeno semestrale. Le quantità effettivamente prodotte vengono rilevate dalla Ditta mediante apposite registrazioni. Tutte le registrazioni e consuntivi annuali devono essere resi disponibili alle autorità di controllo. La gestione dei rifiuti in ingresso è regolamentata internamente da apposita procedura del SGA aziendale che descrive le modalità di ricezione e accettazione dei rifiuti; risultano altresì implementate apposite istruzioni operative che nello specifico descrivono e regolamentano, oltre le modalità di ricezione, le attività di monitoraggio e controllo previste sui rifiuti in ingresso all impianto di produzione CdR di seguito indicate: Aspetto ambientale Rifiuti in ingresso all impianto di produzione CdR Oggetto del controllo Controllo visivo carico conferito RSA Analisi merceologica rifiuti indifferenziati conferiti (su campione prelevato da fossa) Parametri - Principali frazioni merceologiche costituenti il campione Analisi elementare delle principali frazioni merceologiche Percentuale di biomasse neutre in termini di CO 2 (*) Massa volumica Umidità a 105 C Potere calorifico inferiore Percentuale in peso di inerti Residuo a 600 C Punto di fusione delle ceneri Frequenza del controllo ogni conferimento di RSA semestrale Taratura unità di pesatura automezzi - annuale Controllo documentazione rifiuti conferiti - ogni conferimento (formulario, bolle, autorizzazioni) Registrazione rifiuti conferiti peso, data, ora ogni conferimento Quantità rifiuti conferiti peso mensile Funzionamento impianto di aspirazione fossa durata annuale ricezioni rifiuti (*) Frazione di biomassa neutra cui assegnare fattore di emissione pari a 0 conformemente alla decisione 2004/130/CE 39

40 Il CdR e il combustibile non convenzionale prodotti dall attività di trattamento di rifiuti solidi urbani e rifiuti speciali non pericolosi assimilabili svolta nel sito vengono, di norma, destinati a termovalorizzazione nell adiacente Impianto di Recupero Energetico (IRE); nel caso in cui non siano rispettate le condizioni fissate dal DM 05/02/1998 come modificato con DM n. 186/06 per il CdR, le caratteristiche qualitative del combustibile non convenzionale sono determinate dai parametri di funzionalità della caldaia a letto fluido e dai vincoli fissati per le emissioni in atmosfera. Per la caratterizzazione del CdR e combustibile non convenzionale in ingresso all IRE sono previste periodiche verifiche analitiche, oltre la quantificazione con frequenza annuale dei volumi prodotti. In particolare, l analisi di caratterizzazione del CdR e del combustibile non convenzionale prevede con frequenza settimanale la determinazione, su campioni compositi costruiti tramite prelievi giornalieri dal silo di accumulo a valle del processo di produzione, dei seguenti parametri: colore, odore, residuo a 105 C, umidità in massa, densità, potere calorifico inferiore minimo sul tal quale; mensilmente si procede altresì ad un analisi completa di tutti i parametri di seguito indicati, comprensiva di quelli previsti dall Allegato 2, Suballegato 1 al DM 05/02/1998 come modificato con DM n. 186/06. Aspetto ambientale CdR e combustibile non convenzionale in ingresso all IRE Oggetto del controllo Qualità CdR e combustibile non convenzionale per termovalorizzazione Parametri Umidità in massa [% tal quale] Potere Calorifico Inferiore minimo sul tal quale [kj/kg s.s.] Densità [g/ml] Contenuto di ceneri sul secco in massa [% s.s.] As sul secco in massa [mg/kg s.s.] Cd sul secco in massa [mg/kg s.s.] Hg sul secco in massa [mg/kg s.s.] Cl totale in massa [% s.s.] Cr sul secco in massa [mg/kg s.s.] Cromo esavalente in massa [mg/kg] Cu sul secco in massa [mg/kg s.s.] Cu (composti solubili) sul secco in massa [mg/kg s.s.] Mn sul secco in massa [mg/kg s.s.] Ni sul secco in massa [mg/kg s.s.] Pb (volatile) sul secco in massa [mg/kg s.s.] S in massa [% s.s.] Cd+Hg sul secco in massa [mg/kg s.s.] Aspetto esteriore Residuo a 105 C [%] Temperatura rammollimento ceneri [ C] Frequenza del controllo Mensile Per i campionamenti e le metodiche analitiche relative alla caratterizzazione del CdR ovvero combustibile non convenzionale in ingresso all IRE si fa riferimento alla norma UNI Relativamente all attività di trattamento di rifiuti solidi urbani e rifiuti speciali non pericolosi assimilabili svolta nell impianto per la produzione di CdR e combustibile non convenzionale (R5), il Piano di Monitoraggio aziendale prevede le seguenti attività di monitoraggio e controllo dei sovvalli separati dalla frazione combustibile del rifiuto: Aspetto ambientale Sovvalli da impianto di produzione CdR Oggetto del controllo Primo sovvallo (sovvallo umido CER ) Parametri Granulometria [%] Massa volumica [ton/m 3 ] Umidità 105 C [%] Potere calorifico inferiore [kj/kg] Contenuto inerti in massa [%] Piombo in massa [mg/kg] Cromo in massa [mg/kg] Rame in massa [mg/kg] Manganese in massa [mg/kg] Nichel in massa [mg/kg] Arsenico in massa [mg/kg] Cadmio in massa [mg/kg] Mercurio in massa [mg/kg] Residuo 600 C [%] Azoto totale in massa [% s.s.] Fosforo totale sul secco in massa [mg/kg s.s.] Potassio in massa [mg/kg] Frequenza del controllo semestrale 40

41 Aspetto ambientale Sovvalli da impianto di produzione CdR Oggetto del controllo Secondo sovvallo (sovvallo secco CER ) Terzo sovvallo (sovvallo ferroso CER ) Parametri Analisi merceologica [%] (plastica, cellulosici, materiale organico, inerti, metalli) Umidità 105 C [%] Potere calorifico inferiore [kj/kg] Contenuto inerti in massa [%] Residuo 600 C [%] Punto di fusione delle ceneri [ C] Piombo in massa [mg/kg] Cromo in massa [mg/kg] Rame in massa [mg/kg] Manganese in massa [mg/kg] Nichel in massa [mg/kg] Arsenico in massa [mg/kg] Cadmio in massa [mg/kg] Mercurio in massa [mg/kg] Analisi merceologica [%] (plastica, contenitori in plastica, cellulosici, cartoni, poliaccoppiati, materiale organico, inerti, metalli, lattine in alluminio, barattoli in ferro, sottovaglio, resti, umidità 105 C) Frequenza del controllo semestrale semestrale Parimenti al sovvallo secco e al sovvallo ferroso, il sovvallo umido proveniente dall impianto di produzione CdR (CER ) viene attualmente destinato a smaltimento in discarica. Con l attivazione della linea di biostabilizzazione, il sovvallo umido costituito dalla frazione organica dei rifiuti ottenuta da vagliatura con maglie di dimensioni inferiori o uguali a 50 mm è sottoposto a trattamento biologico, tramite biossidazione accelerata (R3), all interno di biotunnel posti nel piazzale attiguo allo stesso locale di produzione di CDR; il trattamento biologico in biotunnel del sovvallo umido proveniente dall impianto di produzione CdR è finalizzato all ottenimento di biostabilizzato (CER ) da destinare a recupero come materiale di ingegneria per la copertura giornaliera dei rifiuti in discarica. A tal fine, il biostabilizzato deve essere prodotto e caratterizzato con le modalità previste dalla direttiva regionale di cui alla Delibera di Giunta Regionale n. 1996/06. In proposito, il Piano di Monitoraggio aziendale prevede le seguenti attività di sorveglianza e controllo relativamente al processo di biostabilizzazione del sovvallo umido in biotunnel: Aspetto ambientale Oggetto del controllo Parametri Frequenza del controllo 1 fase mensile (1 anno) Biostabilizzazione sovvallo umido Biostabilizzato prodotto Processo di biostabilizzazione Indice di Respirazione Dinamico (IRD) Umidità Granulometria Temperatura ( C) Umidità (%) Portata di aria (Nm 3 /h) Ossigeno (%) Consumo energetico (kwh) 2 fase (anni successivi) trimestrale trimestrale In continuo e in ogni biotunnel Ai fini del monitoraggio dell indice di respirazione dinamico (IRD) e dell umidità del biostabilizzato prodotto, la frequenza del controllo di tali parametri deve essere mensile come previsto nel Piano di Monitoraggio aziendale per la 1 a fase di attività della linea di biostabilizzazione. Tali modalità di monitoraggio consentiranno di analizzare, con una certa significatività, se e come variano le caratteristiche del biostabilizzato al variare delle condizioni atmosferiche esterne e/o delle caratteristiche merceologiche dei rifiuti in ingresso all impianto di produzione CDR e quindi del sovvallo umido destinato a biostabilizzazione; durante tale fase verrà inoltre studiata la correlazione tra consumo di ossigeno della biomassa (rilevato in continuo) e IRD. Terminata la 1 fase di acquisizione dati (durata stimata circa 1 anno), la frequenza del monitoraggio dell IRD e dell umidità del biostabilizzato prodotto potrà essere trimestrale, conformemente a quanto previsto nel punto 3) dell allegato A alla DGR n. 1996/2006. Con la medesima frequenza (trimestrale) dovrà altresì essere effettuato il controllo della granulometria; tale periodicità proposta dalla Ditta è da ritenersi adeguata al monitoraggio e controllo del biostabilizzato prodotto nella considerazione che il sovvallo umido viene prodotto da vagliatura dei rifiuti con maglie inferiori ai 50 mm. 41

42 Verifica di conformità e rispetto dei limiti Per ogni misura di inquinante e/o parametro di riferimento effettuata sui rifiuti sia in maniera continua che periodica deve essere reso noto dal laboratorio/sistema di misura l incertezza della misura con un coefficiente di copertura almeno pari a 2 volte la deviazione standard (P95%) del metodo utilizzato. MATRICE ENERGIA L impianto di termovalorizzazione IRE attua il recupero del calore contenuto nei fumi derivanti dal processo di incenerimento del CdR e combustibile non convenzionale da rifiuti prodotto nell adiacente impianto, per la produzione di energia elettrica. I fumi, a valle della camera di combustione (caldaia a letto fluido), vengono convogliati in una caldaia di recupero, con potenza termica nominale pari a 28 MWt, per la produzione di vapore sfruttando l energia termica dei fumi stessi; il vapore così prodotto alimenta un gruppo turboalternatore in grado di erogare una potenza elettrica nominale pari a 6,25 MWe. L energia elettrica prodotta a 6 kv è innalzata a 15 kv (MT) e immessa direttamente nella Rete Nazionale. Il controllo di tutti gli aspetti energetici (produzione/consumi) viene verificato giornalmente mediante lettura dei contatori installati con registrazione dei dati in files di gestione aziendali che vanno a formare dei mensili archiviati in rete; in essi sono riportate la produzione di energia elettrica esportata in rete, di contro i consumi di energia elettrica importata dalla rete ripartiti per ciascun impianto; con la medesima modalità e frequenza è verificato altresì, mediante lettura fiscale, il consumo di metano utilizzato nell IRE come combustibile ausiliario e di supporto per le fasi di avviamento/fermata ovvero controllo del processo di combustione nella caldaia a letto fluido. Per il processo produttivo di CdR non sono utilizzati combustibili di nessuna natura. Le responsabilità e le modalità per il controllo dei consumi di energia elettrica e di combustibile sono definite in apposita procedura facente parte del Sistema di Gestione Ambientale adottato dall azienda. Tutte le registrazioni e i consuntivi annuali devono essere resi disponibili alle autorità di controllo. CONSUMI MATERIE PRIME E DI SERVIZIO/AUSILIARIE Per il processo produttivo di CdR non vengono utilizzate materie prime e di servizio/ausiliarie; le responsabilità e le modalità per il controllo dei consumi di materie prime e di servizio/ausiliarie dell Impianto di Recupero Energetico IRE sono definite in apposita procedura facente parte del Sistema di Gestione Ambientale adottato dall azienda. La Ditta dovrà registrare con la frequenza prevista dal sistema di gestione interno (almeno settimanale) e tenere a disposizione delle autorità di controllo tutte le registrazioni e i consuntivi annuali. INDICATORI DI PERFORMANCE AMBIENTALE Per quanto attiene agli indicatori di prestazione ambientale del complesso impiantistico in oggetto, si prende atto della proposta formulata dalla Ditta in merito ad alcuni indicatori che a partire dai dati noti di produzione (CdR prodotto e incenerito), consumo di materie prime ovvero risorse idriche, produzione di rifiuti ed emissioni in atmosfera rendono conto delle prestazioni ambientali del complesso impiantistico e possono pertanto essere utilizzati come indicatori indiretti di impatto ambientale. Indice specifico di consumo materie prime [tonnellate materia prima consumata/tonnellate CdR incenerito] Indice specifico di consumo risorse idriche [tonnellate acqua industriale consumata/tonnellate CdR incenerito] Indice specifico di produzione rifiuti da incenerimento (Scorie pesanti/sabbie e Ceneri leggere) [tonnellate rifiuti da incenerimento prodotti/tonnellate CdR incenerito] Fattore di emissione specifico di NOx (espressi come NO 2 ) [tonnellate NOx emesse/tonnellate CdR incenerito] Fattore di emissione specifico di HCl [tonnellate HCl emesse/tonnellate CdR incenerito] Fattore di emissione specifico di Polveri [tonnellate Polveri emesse/tonnellate CdR incenerito] La Ditta deve registrare con cadenza almeno mensile i valori degli indicatori di performance ambientale sopraindicati; tutte le registrazioni e i consuntivi annuali devono essere resi disponibili alle autorità di controllo. Si rammenta che gli indicatori di performance ambientale devono essere: - semplici; - desumibili da dati di processo diretti monitorati, registrati e verificabili dall Autorità competente; - definiti da algoritmi di calcolo noti. 42

43 COMUNICAZIONI Ad eccezione degli scarichi delle acque reflue destinate al depuratore centralizzato del Centro Ecologico Baiona per cui devono essere seguite le procedure indicate nel Regolamento fognario per la gestione delle acque reflue industriali e meteoriche, relative al comparto polifunzionale di trattamento rifiuti Hera- Sotris-Ecologia Ambiente di Ravenna, convogliate all Impianto di Trattamento Acque di Scarico (TAS) gestito da Ecologia Ambiente di cui al punto E4) Scarichi idrici della presente AIA, qualora nel corso delle verifiche e autocontrolli svolti dalla Ditta sia rilevato il superamento certo (P95%) di un limite stabilito dalla presente autorizzazione deve essere data comunicazione, nel più breve tempo possibile dalla disponibilità del dato, alla Provincia di Ravenna e all ARPA territorialmente competente. Insieme con la comunicazione ovvero a seguire nel minimo tempo tecnico dovranno altresì essere documentate con breve relazione scritta da inviare alla Provincia e all ARPA le cause di tale superamento e le azioni correttive poste in essere per rientrare nei limiti previsti dall autorizzazione. Per i casi gestiti in conformità alle procedure del sopracitato Regolamento Fognario deve essere tenuta a disposizione degli organi di controllo tutta la documentazione relativa alle azioni di verifica e correttive intraprese. In caso di emissioni accidentali in aria, acque e suolo non prevedibili e con potenziali impatti sull ambiente dovrà essere data comunicazione a mezzo fax nel più breve tempo possibile alla Provincia di Ravenna e all ARPA territorialmente competente. G) SEZIONE PIANO DI CONTROLLO - ORGANO DI VIGILANZA (ARPA) Per quanto riguarda i controlli di competenza dell Organo di Vigilanza, si rileva che per la sorveglianza e il controllo dei potenziali impatti connessi all esercizio degli impianti oggetto della presente AIA, così come tutti gli altri insediati all interno del Comparto km 2,6, è attivo (a seguito delle prescrizioni contenute nel decreto di VIA n del 10/02/1992 ottenuto per la costruzione e la gestione degli impianti di tale comparto polifunzionale di trattamento/smaltimento rifiuti) un apposito programma la cui esecuzione è affidata, tramite convenzione onerosa, ad ARPA. Tale Piano di Monitoraggio e Sorveglianza Ambientale di Comparto è frutto di una specifica convenzione (attivata nel 1996) tra le aziende coinsediate nel Comparto km 2,6, sulle quali ricade l onere economico del Piano stesso, ed ARPA che effettua i controlli e consiste nel monitorare, mediante opportune campagne di analisi, gli impatti ambientali causati dagli impianti del Comparto km 2,6 su acqua di falda superficiale e profonda, aria, indicatori ecologici di bioaccumulo. Il Piano di Monitoraggio e Sorveglianza Ambientale del Comparto Hera/Sotris/Ecologia Ambiente è reso operativo mediante periodici campionamenti e successive analisi ovvero durante specifiche campagne di prova in funzione della componente oggetto di studio: in corrispondenza di un opportuna rete di piezometri e di un pozzo di profondità per le acque ovvero utilizzando adeguati strumenti di controllo all interno e in prossimità del Comparto per quanto riguarda la deposizione di particolato atmosferico, la ricerca di sostanze organiche volatili e l individuazione di alcuni traccianti di sostanze odorigene per l aria; ad acqua e aria si affianca lo studio relativo agli indicatori ecologici vegetali e animali, quali grano e pesche fra i prodotti agricoli ovvero latte e miele fra i prodotti di origine animale. In particolare sono previste le seguenti attività di controllo: Aspetto Ambientale Oggetto del controllo Frequenza Aria: deposizione atmosferica secca (wet and dry) Pb, Cd, Ni, Cr, Cu, As, PCB/PCT, PCDD Semestrale Aria: Particolato atmosferico sospeso (PM 10 ) Quantità PM 10, Cd, Cr, Pb, Ni, Cu, As, PCB, PCT nel PM 10, PCDD Semestrale Aria: Sostanze organiche volatili (SOV) H 2 S, BTEX, azoto ammoniacale, mercaptani, ammine Semestrale alifatiche e/o aromatiche Aria: inquinamento microbiologico Carica batterica, miceti, test di mutagenicità Semestrale (2 test di mutagenicità/anno) Aria: monitoraggio fibre amianto aerodisperse Fibre di amianto Semestrale Aria: monitoraggio aerosol c/o impianto chimico fisico Hg Semestrale Matrici Animali e vegetali: Indicatori di bioaccumulo Pb, Cd, Ni, Cr, Cu, As, Hg, PCB (latte) Annuale Falda profonda (falda freatica): analisi acque profonde ph, ossidabilità, NH 4, cloruri, fenoli, NO 3 -, Ptot, Zn Biennale Falda superficiale: analisi pozzi piezometrici n. 4, 5 e 7 Pb, Cd, Ni, Cr, Cu, As, Hg, PCB, PCT, pesticidi organo clorurati, pesticidi organo fosforati, solventi (FID), fenoli Semestrale 43

44 I dati analitici derivanti dai campionamenti e le relative valutazioni sono inseriti da ARPA nella Relazione annuale sull attività di monitoraggio, inviata al gestore. Il Piano di Monitoraggio e Sorveglianza Ambientale del Comparto Hera/Sotris/Ecologia Ambiente è da considerarsi uno strumento utilizzabile per valutare una tendenza, a partire dal primo insieme di dati che può rappresentare l anno zero, da confrontare con l evolversi negli anni successivi. Oltre ai sopracitati controlli che coinvolgono l insieme delle attività svolte nel sito e gli impatti complessivi degli impianti presenti nel Comparto km 2,6, nello specifico il Piano di Controllo di competenza di ARPA, per l Impianto di Recupero Energetico IRE e connesso impianto di produzione CdR prevede: SMALTIMENTO RIFIUTI Verifica Ispettiva con periodicità ANNUALE per il controllo dell applicazione di quanto previsto dal Piano di Monitoraggio e dell avvenuta applicazione del Piano di Adeguamento/Miglioramento Verifica Ispettiva con periodicità almeno BIENNALE per controllo dei registri di carico/scarico rifiuti Verifica ANNUALE degli indicatori di prestazione ambientale dell impianto SCARICHI IDRICI Verifica Ispettiva con periodicità almeno ANNUALE per il controllo delle modalità con cui viene effettuato lo scarico, anche ricorrendo eventualmente ad un prelievo Verifica Ispettiva con periodicità almeno BIENNALE delle analisi effettuate sulle acque reflue EMISSIONI IN ATMOSFERA Verifica Ispettiva con periodicità ANNUALE per il controllo del registro degli autocontrolli delle emissioni in atmosfera con eventuale prelievo di campioni ai camini Verifica Ispettiva con periodicità TRIENNALE per il controllo della documentazione attestante gli interventi di controllo e manutenzione degli impianti di abbattimento Verifica delle operazioni aziendali di calibrazione in campo di taratura del Sistema di Monitoraggio in Continuo delle Emissioni installato sul punto di emissione E1 (rif. Manuale di gestione SMCE) EMISSIONI SONORE Verifica Ispettiva ad hoc nel caso di modifica sostanziale dell impatto acustico derivante dall insediamento di nuove significative fonti di emissione sonora La periodicità riportata è da ritenersi indicativa e comunque da valutarsi anche in base alle risultanze contenute nei report periodici che la Ditta è tenuta a fornire, come da prescrizioni e da Piano di Monitoraggio, alla Provincia e all ARPA. Le spese occorrenti per le attività di controllo programmato da parte dell Organo di Vigilanza (ARPA) previste nel Piano di Controllo dell impianto, oltre alla verifica del Piano di Adeguamento, sono a carico del gestore e saranno determinate secondo quanto previsto nel Piano stesso. Il corrispettivo economico relativo al Piano di Controllo verrà valutato in base alle tariffe fissate a livello regionale per questa attività con DGR n del 17/11/

45 TABELLA 1 ELENCO RIFIUTI AMMESSI ALL IMPIANTO DI PRODUZIONE CDR CER Descrizione rifiuti plastici (ad esclusione degli imballaggi) rifiuti della silvicoltura scarti inutilizzabili per il consumo o la trasformazione rifiuti non specificati altrimenti scarti inutilizzabili per il consumo o la trasformazione rifiuti non specificati altrimenti scarti di corteccia e sughero segatura, trucioli, residui di taglio, legno, pannelli di truciolare e piallacci diversi da quelli di cui alla voce rifiuti non specificati altrimenti scarti di corteccia e legno fanghi di recupero dei bagni di macerazione (green liquor) scarti della separazione meccanica nella produzione di polpa da rifiuti di carta e cartone scarti della selezione di carta e cartone destinati ad essere riciclati scarti di fibre e fanghi contenenti fibre, riempitivi e prodotti di rivestimento generati dai processi di separazione meccanica rifiuti non specificati altrimenti cuoio conciato (scarti, cascami, ritagli, polveri di lucidatura) contenenti cromo rifiuti delle operazioni di confezionamento e finitura rifiuti da materiali compositi (fibre impregnate, elastomeri, plastomeri) materiale organico proveniente da prodotti naturali (ad es. grasso, cera) rifiuti da operazioni di finitura, diversi da quelli di cui alla voce rifiuti da fibre tessili grezze rifiuti da fibre tessili lavorate rifiuti non specificati altrimenti rifiuti plastici rifiuti contenenti silicone diversi da quelli di cui alla voce rifiuti non specificati altrimenti carta e pellicole per fotografia, contenenti argento o composti dell'argento carta e pellicole per fotografia, non contenenti argento o composti dell'argento macchine fotografiche monouso senza batterie macchine fotografiche monouso diverse da quelle di cui alla voce rifiuti non specificati altrimenti limatura e trucioli di materiali plastici imballaggi in carta e cartone imballaggi in plastica imballaggi in legno imballaggi in materiali compositi imballaggi in materiali misti imballaggi in materia tessile assorbenti, materiali filtranti, stracci e indumenti protettivi, diversi da quelli di cui alla voce pneumatici fuori uso metalli non ferrosi plastica componenti non specificati altrimenti apparecchiature fuori uso, diverse da quelle di cui alle voci da a componenti rimossi da apparecchiature fuori uso, diversi da quelli di cui alla voce legno plastica cavi, diversi da quelli di cui alla voce materiali isolanti diversi da quelli di cui alle voci e rifiuti misti dell'attività di costruzione e demolizione, diversi da quelli di cui alle voci , e rifiuti della pirolisi, diversi da quelli di cui alla voce miscugli di rifiuti composti esclusivamente da rifiuti non pericolosi rifiuti combustibili, diversi da quelli di cui alle voci e rifiuti non specificati altrimenti parte di rifiuti urbani e simili non compostata parte di rifiuti animali e vegetali non compostata compost fuori specifica rifiuti non specificati altrimenti vaglio fluff - frazione leggera e polveri, diversi da quelli di cui alla voce altre frazioni, diverse da quelle di cui alla voce carta e cartone plastica e gomma 45

46 TABELLA 1 ELENCO RIFIUTI AMMESSI ALL IMPIANTO DI PRODUZIONE CDR CER Descrizione legno diverso da quello di cui alla voce prodotti tessili rifiuti combustibili (CDR: combustibile derivato da rifiuti) altri rifiuti (compresi materiali misti) prodotti dal trattamento meccanico dei rifiuti, diversi da quelli di cui alla voce carta e cartone rifiuti biodegradabili di cucine e mense abbigliamento prodotti tessili apparecchiature elettriche ed elettroniche fuori uso, diverse da quelle di cui alle voci , e plastica altre frazioni non specificate altrimenti rifiuti biodegradabili altri rifiuti non biodegradabili rifiuti urbani non differenziati rifiuti dei mercati residui della pulizia stradale rifiuti ingombranti rifiuti urbani non specificati altrimenti 46

47 TABELLA 2 ELENCO RIFIUTI AMMESSI ALL IMPIANTO DI RECUPERO ENERGETICO (IRE) CER Descrizione rifiuti plastici (ad esclusione degli imballaggi) rifiuti della silvicoltura scarti inutilizzabili per il consumo o la trasformazione rifiuti non specificati altrimenti scarti inutilizzabili per il consumo o la trasformazione rifiuti non specificati altrimenti scarti di corteccia e sughero segatura, trucioli, residui di taglio, legno, pannelli di truciolare e piallacci diversi da quelli di cui alla voce rifiuti non specificati altrimenti scarti di corteccia e legno fanghi di recupero dei bagni di macerazione (green liquor) scarti della separazione meccanica nella produzione di polpa da rifiuti di carta e cartone scarti della selezione di carta e cartone destinati ad essere riciclati scarti di fibre e fanghi contenenti fibre, riempitivi e prodotti di rivestimento generati dai processi di separazione meccanica rifiuti non specificati altrimenti cuoio conciato (scarti, cascami, ritagli, polveri di lucidatura) contenenti cromo rifiuti delle operazioni di confezionamento e finitura rifiuti da materiali compositi (fibre impregnate, elastomeri, plastomeri) materiale organico proveniente da prodotti naturali (ad es. grasso, cera) rifiuti da operazioni di finitura, diversi da quelli di cui alla voce rifiuti da fibre tessili grezze rifiuti da fibre tessili lavorate rifiuti non specificati altrimenti rifiuti plastici rifiuti contenenti silicone diversi da quelli di cui alla voce rifiuti non specificati altrimenti carta e pellicole per fotografia, contenenti argento o composti dell'argento carta e pellicole per fotografia, non contenenti argento o composti dell'argento macchine fotografiche monouso senza batterie rifiuti non specificati altrimenti limatura e trucioli di materiali plastici imballaggi in carta e cartone imballaggi in plastica imballaggi in legno imballaggi in materiali compositi imballaggi in materiali misti imballaggi in materia tessile assorbenti, materiali filtranti, stracci e indumenti protettivi, diversi da quelli di cui alla voce pneumatici fuori uso metalli non ferrosi plastica componenti non specificati altrimenti apparecchiature fuori uso, diverse da quelle di cui alle voci da a componenti rimossi da apparecchiature fuori uso, diversi da quelli di cui alla voce legno plastica cavi, diversi da quelli di cui alla voce materiali isolanti diversi da quelli di cui alle voci e rifiuti misti dell'attività di costruzione e demolizione, diversi da quelli di cui alle voci , e oggetti da taglio (eccetto ) parti anatomiche ed organi incluse le sacche per il plasma e le riserve di sangue (tranne ) * rifiuti che devono essere raccolti e smaltiti applicando precauzioni particolari per evitare infezioni rifiuti che non devono essere raccolti e smaltiti applicando precauzioni particolari per evitare infezioni (es. bende, ingessature, lenzuola, indumenti monouso, assorbenti igienici) * sostanze chimiche pericolose o contenenti sostanze pericolose sostanze chimiche diverse da quelle di cui alla voce * medicinali citotossici e citostatici medicinali diversi da quelli di cui alla voce oggetti da taglio (eccetto ) * rifiuti che devono essere raccolti e smaltiti applicando precauzioni particolari per evitare infezioni rifiuti che non devono essere raccolti e smaltiti applicando precauzioni particolari per evitare infezioni * sostanze chimiche pericolose o contenenti sostanze pericolose sostanze chimiche diverse da quelle di cui alla voce

48 TABELLA 2 ELENCO RIFIUTI AMMESSI ALL IMPIANTO DI RECUPERO ENERGETICO (IRE) CER Descrizione * medicinali citotossici e citostatici medicinali diversi da quelli di cui alla voce rifiuti della pirolisi, diversi da quelli di cui alla voce miscugli di rifiuti composti esclusivamente da rifiuti non pericolosi rifiuti combustibili, diversi da quelli di cui alle voci e rifiuti non specificati altrimenti parte di rifiuti urbani e simili non compostata parte di rifiuti animali e vegetali non compostata compost fuori specifica rifiuti non specificati altrimenti vaglio fluff - frazione leggera e polveri, diversi da quelli di cui alla voce altre frazioni, diverse da quelle di cui alla voce carta e cartone plastica e gomma legno diverso da quello di cui alla voce prodotti tessili rifiuti combustibili (CDR: combustibile derivato da rifiuti) altri rifiuti (compresi materiali misti) prodotti dal trattamento meccanico dei rifiuti, diversi da quelli di cui alla voce carta e cartone rifiuti biodegradabili di cucine e mense abbigliamento prodotti tessili * medicinali citotossici e citostatici plastica altre frazioni non specificate altrimenti rifiuti biodegradabili altri rifiuti non biodegradabili rifiuti urbani non differenziati rifiuti dei mercati residui della pulizia stradale rifiuti ingombranti rifiuti urbani non specificati altrimenti 48

49 49 SCHEDA DI OMOLOGA ACQUE DI PROCESSO ORGANICHE HERA S.p.A. Acque di processo impianto IRE S.S. 309 Romea km 2,6 - Ravenna

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