TERZA SETTIMANA QUARESIMA 2017

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1 LUNEDI 20 MARZO 2017 TERZA SETTIMANA QUARESIMA 2017 Lettura del Vangelo secondo Matteo 2, In quel tempo. Morto Erode, ecco, un angelo del Signore apparve in sogno a Giuseppe in Egitto e gli disse: «Àlzati, prendi con te il bambino e sua madre e va nella terra d Israele; sono morti infatti quelli che cercavano di uccidere il bambino». Egli si alzò, prese il bambino e sua madre ed entrò nella terra d Israele. Ma, quando venne a sapere che nella Giudea regnava Archelao al posto di suo padre Erode, ebbe paura di andarvi. Avvertito poi in sogno, si ritirò nella regione della Galilea e andò ad abitare in una città chiamata Nàzaret, perché si compisse ciò che era stato detto per mezzo dei profeti: «Sarà chiamato Nazareno». Quante volte iniziamo un esperienza importante nella nostra vita senza essere a conoscenza della destinazione o della motivazione profonda che la genera. In questi cammini dove gli estremi non sono definiti, spesso l'unica risposta è proseguire il viaggio per riuscire a maturare le convinzioni che ci hanno portato ad affrontarlo. Allo stesso modo Giuseppe ignorava le tappe del suo viaggio, ma era ben conscio del motivo: salvare la propria famiglia e aiutare la profezia del Nazareno ad avverarsi. Spesso i timori che accompagnano un nuovo cammino ci portano a desistere dal farlo, ma come Giuseppe una buona dose di coraggio e fede puo' essere la scintilla per il primo passo e scoprire lungo il cammino che stiamo servendo il Signore. Non dobbiamo avere paura di fermarci perché ignoriamo se la nostra opera di evangelizzazione sarà efficace, piuttosto dovremmo spaventarci se non riusciamo ad obbedire ad un comando del Signore. Siamo capaci di affidarci a Dio senza mettere in discussione cio' che ci viene chiesto, ma solo perché ci affidiamo? Quanto coraggio abbiamo di fare il primo passo di un viaggio per salvare la nostra fede con gli amici, la famiglia, la comunità? Tu sei fedele, Signore, alle tue promesse. Donaci la forza di scoprire la tua parola in ogni giorno del nostro viaggio verso te.

2 MARTEDI 21 MARZO 2017 Lettura del Vangelo secondo Matteo 6, In quel tempo. Il Signore Gesù diceva ai suoi discepoli: «Quando digiunate, non diventate malinconici come gli ipocriti, che assumono un aria disfatta per far vedere agli altri che digiunano. In verità io vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa. Invece, quando tu digiuni, profùmati la testa e làvati il volto, perché la gente non veda che tu digiuni, ma solo il Padre tuo, che è nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà». A prima vista sembra quasi che Gesu chieda a chi lo ascolta di mettere una maschera per nascondersi per non far vedere che si sta digiunando. In realtà sta chiedendo di dare nuovo valore al digiuno, diverso da ciò che rappresentava fino a quel momento. Digiuno è non cedere alle tentazioni, compresa quella di voler apparire migliore degli altri. È riconoscere che senza Dio non sono nulla, ho bisogno di Lui, non delle cose materiali, per dare senso alla mia vita. Dio mi ama e io mi fido (ho fede) del suo dono di Amore. Che motivo dunque avrei per diventare triste e malinconico? Piuttosto il contrario. La consapevolezza di essere amato mi spinge a farmi bello per Lui, libero e gioioso. Il digiuno è una scelta personale e intima. Noi non siamo autorizzati a sapere i comportamenti di chi ci sta attorno, solo il Padre vede nel segreto, non come un controllore severo che vede solo i nostri limiti e i nostri peccati. 1- Cosa è per me il digiuno? Perché lo faccio? Come lo faccio? 2- Mi impegno a farmi bello, perché mi sento amato nel profondo? O rimango indifferente? Donaci, Signore, l umiltà del cuore, che io mi senta avvolto dal tuo Amore di Padre. La consapevolezza di essere importante per te mi dia gioia e la voglia di farmi bello per te.

3 MERCOLEDI 22 MARZO 2017 Lettura del Vangelo secondo Matteo 6, In quel tempo. Il Signore Gesù diceva ai suoi discepoli: «Non accumulate per voi tesori sulla terra, dove tarma e ruggine consumano e dove ladri scassìnano e rubano; accumulate invece per voi tesori in cielo, dove né tarma né ruggine consumano e dove ladri non scassìnano e non rubano. Perché, dov è il tuo tesoro, là sarà anche il tuo cuore. La lampada del corpo è l occhio; perciò, se il tuo occhio è semplice, tutto il tuo corpo sarà luminoso; ma se il tuo occhio è cattivo, tutto il tuo corpo sarà tenebroso. Se dunque la luce che è in te è tenebra, quanto grande sarà la tenebra! Nessuno può servire due padroni, perché o odierà l uno e amerà l altro, oppure si affezionerà all uno e disprezzerà l altro. Non potete servire Dio e la ricchezza». Tutti desideriamo essere ricchi. Con i soldi si cerca la sicurezza contro i pericoli e gli imprevisti. Si accumula e si cerca di risparmiare e poi dobbiamo stare attenti che qualcuno non rubi le nostre ricchezze. L uso delle cose è buono finchè non diventa ostacolo per seguire Gesu e amare i fratelli. L uomo diventa ciò che ama. Se ama le cose diventa come le cose, se ama Dio diventa come Dio. Nessuno ci può rubare Dio, anzi ci viene voglia di condividerlo. Le nostre attenzioni diventano libere, non perdiamo nulla a mostrare questa nostra ricchezza agli altri, non dobbiamo nasconderla nè proteggerla. L occhio buono e semplice accoglie la luce di Gesu. L occhio cattivo la rifiuta. Dall occhio, come una lampada, la luce illumina tutto il nostro essere. Sta a noi scegliere se accogliere e amare Dio o i soldi. Dio ci ha creati liberi di amare ciò/chi si vuole. E amarlo ci rende liberi. La sensazione che ne scaturisce è quella di riuscire a respirare a pieni polmoni e guardare in alto, con gioia. Siamo amati. Siamo liberi. Cosa vogliamo di più? 1. Con che luce guardo la mia vita e ciò che mi accade? 2. Sono libero di amare? 3. Sono consapevole che divento ciò che amo? Bene per me è la legge della tua bocca, o Signore, più di mille pezzi d oro e d argento. (Salmo 118)

4 GIOVEDI 23 MARZO 2017 Lettura del Vangelo secondo Matteo 6, In quel tempo. Il Signore Gesù diceva ai suoi discepoli: «Io vi dico: non preoccupatevi per la vostra vita, di quello che mangerete o berrete, né per il vostro corpo, di quello che indosserete; la vita non vale forse più del cibo e il corpo più del vestito? Guardate gli uccelli del cielo: non séminano e non mietono, né raccolgono nei granai; eppure il Padre vostro celeste li nutre. Non valete forse più di loro? E chi di voi, per quanto si preoccupi, può allungare anche di poco la propria vita? E per il vestito, perché vi preoccupate? Osservate come crescono i gigli del campo: non faticano e non filano. Eppure io vi dico che neanche Salomone, con tutta la sua gloria, vestiva come uno di loro. Ora, se Dio veste così l erba del campo, che oggi c è e domani si getta nel forno, non farà molto di più per voi, gente di poca fede? Non preoccupatevi dunque dicendo: Che cosa mangeremo? Che cosa berremo? Che cosa indosseremo?. Di tutte queste cose vanno in cerca i pagani. Il Padre vostro celeste, infatti, sa che ne avete bisogno. Cercate invece, anzitutto, il regno di Dio e la sua giustizia, e tutte queste cose vi saranno date in aggiunta. Non preoccupatevi dunque del domani, perché il domani si preoccuperà di se stesso. A ciascun giorno basta la sua pena». Ci capita spesso di non vivere a pieno la giornata con la nostra famiglia: moglie, marito e figli, perchè ci preoccupiamo o assilliamo di cosa accadrà domani: cosa devo fare domani?come mi vesto? dove vado? saro' all'altezza? Cosa mangero'? E succede cosi' che ci perdiamo gli istanti della giornata che ancora deve finire. rischiamo di concentrare la nostra vita su quello che non abbiamo e rincorrere sempre piu' desideri futili o irrisori. Quello che ogni istante ci viene donato dal Signore è il presente per amare le persone che ci circondano e riconoscere nella relazione il tesoro che spesso non vediamo e che ci sfugge. Quante volte ci fermiamo ad ascoltare le persone della nostra famiglia cercando di capire il valore della relazione che ci lega? Ci chiediamo mai se mille domande sul domani possono mettere fuori fuoco la nostra relazione con le persone che ci stanno vicino? : Aiutaci a scoprire il valore di quello che abbiamo, allontana il desiderio del superfluo. Facci scoprire nelle persone che amiamo il significato delle tue parole

5 SABATO 25 MARZO 2017 Vangelo Lc 1,26b-38 In quel tempo. L angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nàzaret, a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, di nome Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. Entrando da lei, disse: «Rallégrati, piena di grazia: il Signore è con te». A queste parole ella fu molto turbata e si domandava che senso avesse un saluto come questo. L angelo le disse: «Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ed ecco, concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e verrà chiamato Figlio dell Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine». Allora Maria disse all angelo: «Come avverrà questo, poiché non conosco uomo?». Le rispose l angelo: «Lo Spirito Santo scenderà su di te e la potenza dell Altissimo ti coprirà con la sua ombra. Perciò colui che nascerà sarà santo e sarà chiamato Figlio di Dio. Ed ecco, Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia ha concepito anch essa un figlio e questo è il sesto mese per lei, che era detta sterile: nulla è impossibile a Dio». Allora Maria disse: «Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola». E l angelo si allontanò da lei. L angelo appare a Maria nella sua quotidianità. Spesso ci chiediamo dove trovare Dio, lo cerchiamo nei santuari, negli eremi, in luoghi privilegiati. Ma non siamo capaci di riconoscere la sua presenza a casa nostra, nella nostra vita normale. Maria si domanda il senso delle parole dell angelo, rimane realista, non si vanta di tale saluto. Grazie alla sua conoscenza delle Scritture, accetta affinché si compiano, coglie l importanza del disegno che Dio ha su di lei. Il suo sì è quello di una umile serva che decide di mettere la sua vita e quanto ha di più intimo, il suo grembo, a servizio del Signore. Può capitare che la paura di buttarci verso ciò che non conosciamo e perdere le sicurezze che abbiamo ci allontani dalla proposta del Signore per noi. Oppure non ci sentiamo all altezza di quello che il Signore ci chiede e ci tiriamo indietro. Così però non ci fidiamo di Lui e non crediamo che Nulla è impossibile a Dio.

6 1- Mi accorgo che Dio è presente nella mia quotidianità? 2- Come riesco ad ascoltare il Signore che mi parla? Ho paura di quello che mi può chiedere? 3- Quando capisco il suo disegno su di me, mi inorgoglisco e me ne vanto? L'anima mia magnifica il Signore e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore, perché ha guardato l'umiltà della sua serva. D'ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata. Grandi cose ha fatto in me l'onnipotente e santo é il suo nome.