VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA

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1 Provincia di Ancona PIANO FAUNISTICO-VENATORIO VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA DICHIARAZIONE DI SINTESI (D.Lgs 152/06 e ss.mm.ii., DGR 1819/2010)

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3 INDICE PREMESSA integrazione nel piano delle considerazioni ambientali integrazione nel piano dei pareri espressi e dei risultati delle consultazioni Indicazioni emerse in fase di scoping (art.13, commi 1 e 2, del D.Lgs 152/06 e ss.mm.ii) Indicazioni emerse in fase di consultazione (art.14 del D.Lgs 152/06 e ss.mm.ii) Indicazioni emerse in merito alla Valutazione di incidenza (art. 5 DPR 357/97) Osservazioni in merito al Piano motivazioni delle scelte

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5 PREMESSA Il presente documento si riferisce al Piano Faunistico Venatorio della Provincia di Ancona, per cui la Provincia di Ancona - Settore Affari Istituzionali e Generali Area Polizia Provinciale, Flora e Fauna, ha richiesto, in qualità di Autorità Procedente (AP), con nota prot del 08/06/2011, l avvio della procedura di Valutazione Ambientale Strategica (V.A.S. - D.Lgs 152/06 e ss.mm.ii.) all Autorità Competente (AC), l Area Procedure Autorizzazioni Ambientali e Valutazioni Ambientali del Dipartimento III Governo del Territorio. Il percorso delle procedura di VAS si è concluso il 26 luglio 2012 (prot ) con l espressione del parere motivato (ai sensi dell art. 15 DLgs 152/06 e ss.mm.ii.) da parte dell autorità competente. Come previsto dalle Le linee guida regionali per la VAS (D.G.R. 1813/2010, par ), si provvede a redigere la dichiarazione di sintesi, che deve illustrare in che modo le considerazioni ambientali sono state integrate nel piano e come si è tenuto conto del rapporto ambientale, dei pareri espressi e dei risultati delle consultazioni, nonché le ragioni per le quali è stato scelto il piano o il programma adottato, anche rispetto alle alternative possibili che erano state individuate. La dichiarazione di sintesi deve essere redatta sulla base dell esito dell istruttoria e del parere motivato espresso. 5

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7 1. INTEGRAZIONE NEL PIANO DELLE CONSIDERAZIONI AMBIENTALI La redazione stessa del piano nasce dalla valutazione di considerazioni ambientali, che ne hanno guidato l iter di formazione. Pertanto le considerazioni ambientali sono già insite nel piano stesso. Il Rapporto Ambientale, e la Relazione per la Valutazione di incidenza (VI) ad esso allegato, costituisce, di fatto, parte integrante del PFV, e la loro composizione e redazione è andata di pari passo. In particolare, le scelte sin dall inizio sono state tarate su: Analisi della pianificazione territoriale a fini faunistici al momento zero ed esperienze pregresse di gestione faunistico venatoria della Provincia di Ancona ( par. 2 PFV). Considerazione delle valenze e delle tutele territoriali, con particolare attenzione ai siti Natura 2000 ( par. 4.2 PFV) e alle aree protette ( par e PFV). Acquisizione delle valutazioni risultanti dalla Valutazione di Incidenza, che sono state fatte proprie dal piano come prescrizioni ( par. 4.2 PFV). Considerazione delle analisi della REM (reti ecologiche, vulnerabilità, criticità, etc.) con particolare riferimento alla Carta della Naturalità ( par. 3.2 PFV), presa come riferimento anche per alcune scelte decisionali in merito agli istituti ( par , PFV). Redazione delle carte delle vocazioni faunistiche (lepre, fagiano) ( par. 3.1 PFV). Considerazione delle questioni ambientali e sociali ( par. 2 PFV) nelle scelte di piano sia pianificatorie che di indirizzo gestionale ( par. 4 PFV). Individuazione di azioni di risposta già insite nel piano, al fine di ridurre l impatto potenziale all origine (vedi sotto). Individuazione del piano di monitoraggio dello stato di attuazione del PFV (par. 5.6 PFV). Di seguito (tab. 1) si riportano le azioni di piano, ove si mostra come alcune azioni hanno un impatto positivo, e come per azioni con interazione negativa con le componenti ambientali si sia ricercata un azione di risposta che fosse mitigativa rispetto all impatto potenziale che si poteva ingenerare. Nella Tab. 2 si dettagliano meglio le azioni di risposta inserite nel piano. Tab.1: pressioni ambientali, risposte e azioni mitigative. STATO: RISPOSTE COMPONENTI AMBIENTALI INTERAZIONE POSITIVA INTERAZIONE NEGATIVA PRESSIONI: AZ. 4. PIANIFICAZIONE E INDIRIZZI GESTIONALI DELLE OASI DI PROTEZIONE FAUNISTICA SOCIO- ECONOMICI Contribuisce allo Ob. c. Rispettare le attività e tradizioni culturali correlate all attività venatoria 7

8 STATO: RISPOSTE COMPONENTI AMBIENTALI INTERAZIONE POSITIVA INTERAZIONE NEGATIVA PAESAGGIO RETI ECOLOGICHE E Protezione aree chiave per la REM + Protezione aree destinate al rifugio, alla riproduzione ed alla sosta della fauna selvatica + PRESSIONI: AZ. 5. PIANIFICAZIONE E INDIRIZZI GESTIONALI DELLE ZRC SOCIO- ECONOMICI Contribuisce allo Ob. c. Rispettare le attività e tradizioni culturali correlate all attività venatoria Conflitto attività agricole -/REV P/INDIR Informazione e coinvolgimento pubblico e steakholdes in fase di definizione del PFV e nella sua attuazione Az. 23, 24. Az. 17. Definizione di criteri ed incentivi per il miglioramento ambientale Riproduzione e tutela della fauna selvatica allo stato naturale, in aree appositamente individuate, per il suo irradiamento nelle zone circostanti e la cattura della medesima per la traslocazione in territori a bassa densità di popolazione. PRESSIONI: AZ. 6. PIANIFICAZIONE E INDIRIZZI GESTIONALI DEI CPPS SOCIO- ECONOMICI Contribuisce allo Ob. c. Rispettare le attività e tradizioni culturali correlate all attività venatoria Conflitto attività agricole -/REV P/INDIR Informazione e coinvolgimento pubblico e steakholdes in fase di definizione del PFV e nella sua attuazione Az. 23, 24. Az. 17. Definizione di criteri ed incentivi per il miglioramento ambientale Riproduzione di fauna selvatica allo stato naturale, al fine della ricostituzione del patrimonio faunistico autoctono, da utilizzare per le azioni di ripopolamento del territorio provinciale in aree destinate. PRESSIONI: AZ. 7. PIANIFICAZIONE E INDIRIZZI GESTIONALI DELLE ZAC 8

9 STATO: RISPOSTE COMPONENTI AMBIENTALI INTERAZIONE POSITIVA INTERAZIONE NEGATIVA SOCIO- ECONOMICI Contribuisce allo Ob. c. Rispettare le attività e tradizioni culturali correlate all attività venatoria Conflitto attività agricole -/REV P/INDIR Contrasti sociali con mondo animalista/ambientalista -/REV P/DIR Informazione e coinvolgimento pubblico e steakholdes in fase di definizione del PFV e nella sua attuazione Az. 23, 24. Az. 17. Definizione di criteri ed incentivi per il miglioramento ambientale Disturbo fauna -/REV P/DIR Pianificazione e gestione territoriale attenta alle sensibilità e criticità ambientali AZ. 1, 2, 3, 13, 14, 20. PRESSIONI: AZ. 8. PIANIFICAZIONE E INDIRIZZI GESTIONALI DI AFV, AATV SOCIO- ECONOMICI Contribuisce allo Ob. c. Rispettare le attività e tradizioni culturali correlate all attività venatoria Conflitto attività agricole (AFV) -/REV P/INDIR Contrasti sociali con mondo animalista/ambientalista -/REV P/DIR Az. 23. Coinvolgimento steakholdes in fase di definizione del PFV e nella sua attuazione Az. 17. Definizione di criteri ed incentivi per il miglioramento ambientale Favorita riproduzione allo stato naturale della fauna (AFV) Disturbo fauna -/REV P/DIR Pianificazione e gestione territoriale attenta alle sensibilità e criticità ambientali AZ. 1, 2, 3, 13, 14, 20. PRESSIONI: AZ. 9. PIANIFICAZIONE E INDIRIZZI GESTIONALI DELLE AREE DI RISPETTO SOCIO- ECONOMICI Contribuisce allo Ob. c. Rispettare le attività e tradizioni culturali correlate all attività venatoria Conflitto attività agricole -/REV P/INDIR Informazione e coinvolgimento pubblico e steakholdes in fase di definizione del PFV e nella sua attuazione Az. 23, 24. Az. 17. Definizione di criteri ed incentivi per il miglioramento ambientale Incremento allo stato naturale della fauna selvatica stanziale. PRESSIONI: AZ. 10. CRITERI PER INDIVIDUAZIONE DI FONDI CHIUSI E SOTTRATTI ALLA GESTIONE PROGRAMMATA DELLA CACCIA SOCIO- ECONOMICI Contribuisce allo Ob. c. Rispettare le attività e tradizioni culturali correlate all attività venatoria 9

10 STATO: RISPOSTE COMPONENTI AMBIENTALI INTERAZIONE POSITIVA INTERAZIONE NEGATIVA Mitigazione/eliminazione conflitti con altre attività antropiche (tecniche di coltivazione sperimentali, tecniche di coltivazione biodinamiche, attività di ricerca in campo agronomico e forestale, svolgono attività turistiche quali agriturismo e bad and breakfast, o didatticoeducative quali fattorie didattiche) + PRESSIONI: AZ. 11. PIANIFICAZIONE APPOSTAMENTI FISSI SOCIO- ECONOMICI Contribuisce allo Ob. c. Rispettare le attività e tradizioni culturali correlate all attività venatoria Contrasti sociali con mondo animalista/ambientalista -/REV P/DIR Informazione e coinvolgimento pubblico e steakholdes in fase di definizione del PFV e nella sua attuazione Az. 23, 24. Disturbo fauna -/REV P/DIR Pianificazione e gestione territoriale attenta alle sensibilità e criticità ambientali AZ. 1, 2, 3, 13, 14, 20. VEGETAZIONE ED HABITAT Modifica di ambiente naturale -/REV PP/DIR Pianificazione e gestione territoriale attenta alle sensibilità e criticità ambientali AZ. 3, 13, 14, 20. PRESSIONI: AZ. 12. ZONAZIONE TERRITORIALE PER LA GESTIONE E IL PRELIEVO DEL CINGHIALE SOCIO- ECONOMICI Contribuisce allo Ob. c. Rispettare le attività e tradizioni culturali correlate all attività venatoria Mitigazione conflitti con altre attività antropiche (agricoltura) Contrasti sociali con mondo animalista/ambientalista -/REV P/DIR Informazione e coinvolgimento pubblico e steakholdes in fase di definizione del PFV e nella sua attuazione Az. 23, 24. +/REV P/INDIR Disturbo fauna -/REV P/DIR Pianificazione e gestione territoriale attenta alle sensibilità e criticità ambientali AZ. 1, 2, 3, 13, 14, 20. VEGETAZIONE ED HABITAT Prevenire/mitigare danni alla vegetazione naturale 10

11 STATO: RISPOSTE COMPONENTI AMBIENTALI INTERAZIONE POSITIVA INTERAZIONE NEGATIVA PRESSIONI: AZ. 13. PIANIFICAZIONE DEL TERRITORIO DI GESTIONE PROGRAMMATA DELLA CACCIA SOCIO- ECONOMICI Contribuisce allo Ob. c. Rispettare le attività e tradizioni culturali correlate all attività venatoria Ottimizzazione delle strategie per minimizzare i contrasti sociali e con altre attività antropiche PAESAGGIO RETI ECOLOGICHE E Ottimizzazione gestione degli habitat Gestione della risorsa faunistica finalizzata alla conservazione della stessa PRESSIONI: AZ. 14. INDIRIZZI DI GESTIONE FAUNISTICA PER GLI AMBITI TERRITORIALI DI CACCIA SOCIO- ECONOMICI Contribuisce allo Ob. c. Rispettare le attività e tradizioni culturali correlate all attività venatoria Ottimizzazione delle strategie per minimizzare i contrasti sociali e con altre attività antropiche PAESAGGIO RETI ECOLOGICHE E Ottimizzazione gestione degli habitat Gestione della risorsa faunistica finalizzata alla conservazione della stessa PRESSIONI: AZ. 15. REGOLAMENTAZIONE RIPOPOLAMENTI A SCOPO VENATORIO SOCIO- ECONOMICI Contribuisce allo Ob. c. Rispettare le attività e tradizioni culturali correlate all attività venatoria Contrasti sociali con mondo animalista/ambientalista -/REV P/DIR Informazione e coinvolgimento pubblico e steakholdes in fase di definizione del PFV e nella sua attuazione Az. 23, 24. Mantenimento densità ottimale di specie di interesse venatorio Rischio inquinamento genetico popolazioni faunistiche di specie di interesse venatorio Indicazioni in merito a cattura e allevamenti di origine degli individui 11

12 STATO: RISPOSTE COMPONENTI AMBIENTALI INTERAZIONE POSITIVA INTERAZIONE NEGATIVA --/IRREV MP/DIR liberati Az. 14 PRESSIONI: AZ. 24. INFORMAZIONE E DIVULGAZIONE DEL PFV SOCIO- ECONOMICI Corretta informazione della popolazione, con particolare attenzione steakholdes, per stimolare il fattivo coinvolgimento e la mitigazione degli attriti sociali. + Tab.2: azioni di risposta del piano. STATO: COMPONENTI AMBIENTALI INTERAZIONE POSITIVA INTERAZIONE NEGATIVA RISPOSTA: AZ. 1. REDAZIONE CARTA DELLE VOCAZIONI FAUNISTICHE (LEPRE, FAGIANO) SOCIO-ECONOMICI PAESAGGIO E RETI ECOLOGICHE Contribuisce allo Ob. c. Rispettare le attività e tradizioni culturali correlate all attività venatoria Contribuisce ad una corretta pianificazione territoriale Contribuisce ad una adeguata gestione che tiene conto della vocazionalità della specie RISPOSTA: AZ. 2. REDAZIONE DELLA CARTA DEL VALORE NATURALISTICO SOCIO-ECONOMICI PAESAGGIO E RETI ECOLOGICHE Contribuisce allo Ob. c. Rispettare le attività e tradizioni culturali correlate all attività venatoria Contribuisce a corretta pianificazione territoriale Contribuisce ad una adeguata gestione che tiene conto della vocazionalità della specie RISPOSTA: AZ. 3. INDIRIZZI GESTIONALI DEI TERRITORI LIMITROFI ALLE AREE PROTETTE AI SENSI DELLA LL. 394/91 SOCIO-ECONOMICI Contribuisce allo Ob. g3: Coordinamento tra politiche di gestione di Parchi e Riserve e siti Natura

13 STATO: COMPONENTI AMBIENTALI PAESAGGIO E RETI ECOLOGICHE INTERAZIONE POSITIVA Contribuisce a corretta pianificazione territoriale Ottimizzazione gestione e studio della componente faunistica tramite coordinamento con aree protette INTERAZIONE NEGATIVA RISPOSTA: AZ. 16. CONTROLLO DELLE SPECIE PROBLEMATICHE SOCIO-ECONOMICI Contribuisce allo Ob. c. Rispettare le attività e tradizioni culturali correlate all attività venatoria Mitigazione conflitti con altre attività antropiche (agricoltura) +/REV P/INDIR Tutela sanitaria, tutela del patrimonio storicoartistico, delle produzioni zoo-agro-forestali ed ittiche +/REV P/INDIR Tutela specie di interesse venatorio Disturbo fauna di interesse conservazionistico +/- /REV P/DIR VEGETAZIONE HABITAT ED Prevenzione/mitigazione danni alla vegetazione naturale RISPOSTA: AZ. 17. DEFINIZIONE DI CRITERI ED INCENTIVI PER IL MIGLIORAMENTO AMBIENTALE SOCIO-ECONOMICI PAESAGGIO E RETI ECOLOGICHE Mitigazione conflitti con altre attività antropiche (agricoltura) + Fattivo coinvolgimento nella gestione degli habitat per la fauna degli agricoltori + Miglioramento habitat (ambienti forestali, agrari zone umide, zone montane) con interventi diretti e limitazione di pratiche dannose alla fauna selvatica. + Migliore tutela della fauna e incremento della riproduzione di fauna + RISPOSTA: AZ. 18. INDICAZIONI PER LA RIDUZIONE DEL RISCHIO DI INCIDENTI STRADALI CON LA SOCIO-ECONOMICI Riduzione del rischio di incidenti stradali con la fauna 13

14 STATO: COMPONENTI AMBIENTALI INTERAZIONE POSITIVA + INTERAZIONE NEGATIVA RISPOSTA: AZ. 19. DEFINIZIONE DI UN PROTOCOLLO IN CASO DI ZOONOSI O PER AZIONI DI SORVEGLIANZA SANITARIA SOCIO-ECONOMICI Prevenzione/mitigazione rischio sanitario nei confronti della popolazione e delle attività zootecniche Prevenzione/mitigazione rischio sanitario nei confronti delle popolazioni faunistiche RISPOSTA: AZ. 20. NORME DI TUTELA DELLE ZONE DELLA RETE NATURA 2000 SOCIO-ECONOMICI PAESAGGIO E RETI ECOLOGICHE Contribuisce allo Ob. g3: Coordinamento tra politiche di gestione di Parchi e Riserve e siti Natura Tutela delle valenze paesaggistiche delle aree rete Natura Tutela delle specie faunistiche che contribuiscono agli obiettivi di conservazione delle aree rete Natura VEGETAZIONE HABITAT ED Tutela della vegetazione e degli habitat che contribuiscono agli obiettivi di conservazione delle aree rete Natura RISPOSTA: AZ. 21. INDICAZIONI IN MERITO AL PERSONALE ADDETTO ALLA VIGILANZA E ALLE OPERAZIONI GESTIONALI. SOCIO-ECONOMICI Contribuisce allo Ob. c. Rispettare le attività e tradizioni culturali correlate all attività venatoria Coinvolgimento diretto operatori coinvolti nella gestione faunistico venatoria Maggior controllo sulle operazioni previste RISPOSTA: AZ. 22. MONITORAGGIO DELLO STATO DI ATTUAZIONE DEL PFV SOCIO-ECONOMICI Contribuisce allo Ob. c. Rispettare le attività e tradizioni culturali correlate all attività venatoria 14

15 STATO: COMPONENTI AMBIENTALI INTERAZIONE POSITIVA Informazione al pubblico dello stato di attuazione del piano Verifica in itinere dell attuazione e dell efficacia delle azioni di piano INTERAZIONE NEGATIVA RISPOSTA: AZ. 23. COINVOLGIMENTO STEAKHOLDES IN FASE DI DEFINIZIONE DEL PFV E NELLA SUA ATTUAZIONE SOCIO-ECONOMICI Informazione e coinvolgimento, responsabilizzazione degli steakholdes in fase di definizione del PFV e nella sua attuazione + Mitigazione possibili contrasti sociali + Legenda INTENSITÀ SIMBOLOGIA MOLTO POSITIVO ++ POSITIVO + INCERTO +/- NEGATIVO - MOLTO NEGATIVO -- REVERSIBILITÀ REVERSIBILE UN EFFETTO CHE SCOMPARE QUANDO TERMINA L AZIONE O IN UN TEMPO FINITO DALL INTERRUZIONE DELL AZIONE IRREVERSIBILE UN EFFETTO IN SEGUITO AL QUALE È NECESSARIO INTERVENIRE PER RIPRISTINARE LE CONDIZIONI INIZIALI O È IMPOSSIBILE RIPRISTINARE LE CONDIZIONI INIZIALI PROBABILITÀ POCO PROBABILE UN EFFETTO EPISODICO E/O UN EFFETTO IL CUI VERIFICARSI NON È CERTO. PROBABILE UN EFFETTO CHE AVVIENE CON MODERATA FREQUENZA (MA NON EPISODICO) E/O CHE HA UNA BUONA POSSIBILITÀ DI VERIFICARSI. MOLTO PROBABILE UN EFFETTO CHE AVVIENE CON ELEVATA FREQUENZA E/O CON POSSIBILITÀ VICINE ALLA CERTEZZA DIRETTO/INDIRETO DIRETTO UN EFFETTO CHE SI VERIFICA COME CONSEGUENZA DELL AZIONE. INDIRETTO UN EFFETTO CHE SI VERIFICA A CAUSA DI UNO O PIÙ EFFETTI PROVOCATI DALL AZIONE. SIMBOLOGIA REV IRREV SIMBOLOGIA PP P MP SIMBOLOGIA DIR INDIR 15

16 2. INTEGRAZIONE NEL PIANO DEI PARERI ESPRESSI E DEI RISULTATI DELLE CONSULTAZIONI Di seguito si riporta, schematicamente, come si è tenuto conto dei pareri espressi e dei risultati delle consultazioni espressi durante l iter di approvazione del piano. 2.1 Indicazioni emerse in fase di scoping (art.13, commi 1 e 2, del D.Lgs 152/06 e ss.mm.ii) Durante la fase di scoping sono emerse le seguenti osservazioni, recepite nel Rapporto Ambientale (RA) e nel piano. Tab. 3: sintesi delle indicazioni degli SCA emerse in fase di scoping e riferimento all approfondimento relativo nel PFV e nel RA. SCA, INDICAZIONE/PARERE 1. Provincia di Macerata - Settore XII Ambiente Nella nota si richiede che vengano valutati eventuali impatti significativi sull ambiente, come specificato alla lettera f) dell All. VI del DLgs 152/06. Si richiede inoltre di: - voler prevedere che ci sia un corridoio o una zona di rispetto qualora, nel territorio a confine tra le due province, si trovino una ZAC, in particolar modo di tipo B, ed una Zona di Ripopolamento e Cattura, in modo tale che non si verifichino delle interferenze o disturbo alla fauna selvatica delle ZZRRCC. - disporre che comunque qualora vengano rilasciate autorizzazioni per appostamenti fissi ubicati in prossimità del confine con la provincia di Macerata se ne dia comunicazione alla medesima al fine di rispettare le dovute distanze dovute per legge. 2. Regione Marche Servizio Territorio Ambiente ed Energia Si fa presente che è stato completato il lavoro sulla Rete Ecologica Marche (REM), non ancora adottato con specifico atto e si fa presente come possano essere considerati, in particolare, gli obiettivi e le misure di gestione per i Sistemi Ambientali contenuti nel quadro propositivo. 3. ARPAM Dipartimento provinciale di Ancona Non si hanno osservazioni, riguardo quanto esposto nel RIFERIMENTO NEL RA/PFV Le indicazioni, che si ritengono opportune, sono state recepite nel piano. Gli eventuali impatti significativi sull ambiente, come specificato alla lettera f) dell All. VI del DLgs 152/06, sono analizzati nel RA e nella VI. La REM è stata ampiamente presa a riferimento per l analisi della situazione territoriale e per le elaborazioni cartografiche. La Carta della Naturalità è stata presa come modello base per l analisi della valenza territoriale. Nel RP si è spiegato come tali temi ambientali non sono pertinenti con il campo di azione del 16

17 RP, in merito alle matrici: Aria, Acque, Rifiuti/suolo e rumore. PFV Il DLgs 152/06 e ss.mm.ii. stabilisce che il RA fornisca informazioni in merito a qualsiasi problema ambientale esistente pertinente al piano o al programma (ex all. VI, lettera b), agli obiettivi di protezione ambientale pertinenti al piano o al programma Si ritiene che gli effetti del piano possano far sentire la loro influenza sui temi ambientali individuati come pertinenti, ovvero Popolazione ed aspetti socio-economici, Biodiversità (Paesaggio e reti ecologiche, Fauna, Vegetazione e habitat). Data la tipologia di Piano non si intravedono interferenze o impatti con altre componenti. 2.2 Indicazioni emerse in fase di consultazione (art.14 del D.Lgs 152/06 e ss.mm.ii) In aggiunta ai pareri raccolti nella fase preliminare (scoping), sono pervenuti all AC a all AP altri contributi tecnici redatti in seguito all esame del RA e della VI. In seguito all esame delle osservazioni, AC e AP, dopo confronto avvenuto in data 16/04/2012, hanno convenuto che, tra tutte le osservazioni presentate, solo la seguente entri nel merito dei contenuti del RA, proposta da WWF Riserva di Ripa Bianca: Tab. 4: osservazioni emerse in fase di consultazione (ritenuta pertinente al RA). OSSERVAZIONE/PARERE 1. WWF Riserva di Ripa Bianca Nella nota ci si esprime in merito alla VI: - a) si propone la sostituzione dell indicazione Autorizzazione di appostamenti fissi di altra tipologia solo previa valutazione di incidenza positiva con l indicazione divieto di autorizzazione di appostamenti fissi in ZPS che possono essere interessate da flussi di migrazione (s. valichi montani) e/o presentano avifauna di interesse conservazionistico, stanziale e/o svernante nell area SIC/ZPS IT Fiume Esino in località Ripa Bianca. RIFERIMENTO EVENTUALE ACCOGLIMENTO NEL PFV L AC, come riportato nel documento istruttorio del parere motivato, ritiene che questa non sia accogliibile in quanto le misure di conservazione e salvaguardia di cui all art. 24, comma3, lettera a) della LR 6/2007,quali quelle riportate nell osservazione de qua, possono essere adottate dall Ente gestore esclusivamente nel rispetto delle previsioni di cui ai commi 4 e ss. del citato art. 24, che prevedono specifiche modalità di evidenza pubblica e garanzia dei principi di trasparenza e partecipazione nel procedimento. D altra parte, a giudizio di questa autorità, la previsione, contenuta nella proposta di piano, di sottoposizione delle singole istanze di 17

18 appostamento fisso a preventiva valutazione di incidenza, è di per sé idonea a garantire adeguata tutela dell area SIC/ZPS. - b) Istituire sulla porzione di SIC/ZPS IT Fiume Esino in località Ripa Bianca, non compresa nella Riserva, circa 31 ha di Oasi di protezione della fauna (avanzo di 1714 ha per le aree protette). Il PFV ha ritenuto di non accogliere la proposta in quanto considerato che le aree indicate sono in continuità ecologica con il territorio della Riserva, come peraltro individuate nel SIC/ZPS in questione, per un efficace azione gestionale finalizzata ad una migliore strategia di conservazione sembra opportuno che tali aree debbano essere inserite nell ambito del territorio della Riserva stessa. A ciò si aggiunga che il WWF in fase di redazione di PFV aveva presentato una proposta di Oasi, ricadente nel territorio dei laghetti dell ex impianto SADAM, che è stata completamente accolta nel PFV. ( par. 2.6 All. A - PFV). 2.3 Indicazioni emerse in merito alla Valutazione di incidenza (art. 5 DPR 357/97) Le linee guida regionali per la VAS (D.G.R. 1813/2010) prevedono (Par. 4.2) per i piani o i programmi soggetti a valutazione ambientale strategica, la valutazione di incidenza, ai sensi dell art. 5 del D.P.R. 8 settembre 1997, n. 357 è compresa nell ambito della VAS. [ ]. Il rapporto ambientale contiene gli elementi di cui all allegato G del DPR 357/1997. Pertanto gli enti gestori dei siti Natura 2000, coinvolti sin dall inizio del procedimento di VAS in qualità di SCA, sono tenuti ad esprimersi in merito allo studio di incidenza all interno del procedimento di VAS. A tal proposito sono pervenute alla Provincia di Ancona le seguenti osservazioni: Tab. 5: osservazione emerse in merito alla VI. OSSERVAZIONE/PARERE WWF Riserva di Ripa Bianca VEDI SOPRA RIFERIMENTO EVENTUALE ACCOGLIMENTO NEL PFV VEDI SOPRA Parco Naturale del Conero Si propone una regolamentazione nella realizzazione dei guazzi da parte dei cacciatori, nelle zone limitrofe al Parco poiché utilizzati dagli anfibi di interesse conservazionistico per la riproduzione. Il PFV attiene alla protezione della fauna omeoterma, per cui la componente anfibia non rientra nell ambito di azione del PFV. Per quanto concerne la vigilanza all interno 18

19 Auspicano, inoltre, la prosecuzione dell attività di vigilanza sul territori del parco per prevenire attività di bracconaggio, ancora presente. Comunità Montana del Catria e del Nerone Ambito 2/B Si propone che sia la Comunità Montana dell Esino Frasassi a valutare l incidenza del PFV sulla componente ambientale dell area SIC Monti Catria e Acuto e ZPS Monti Catria, Acuto e Monti della Strega Provincia di Ancona Dip. III Governo e territorio. Servizio I Urbanistica U.O. Pareri geomorfologici ed idrogeologici. Si richiede di integrare, sullo studio di incidenza, l impatto del Piano faunistico nei siti IT Selva di Castelfidardo e la ZPS IT Fiume Esino in località Ripa Bianca, secondo le aree risultanti dalla nuova delimitazione in attesa di approvazione formale da parte del Ministero dell ambiente (DGR 1421/2010). Comunità Montana dell Esino Frasassi. Settore Parco Si dà parere favorevole alla Valutazione di incidenza con le seguenti prescrizioni: - Gli interventi di controllo numerico al cinghiale nei siti Natura 2000 della Comunità Montana, esterni al Parco, vengano eseguiti solo attraverso la tecnica della girata e all aspetto tramite carabina. - Nei siti Natura 2000 della Comunità Montana, esterni al Parco, sono vietate le cacce collettive al cinghiale nella seconda metà del mese di gennaio e la caccia da altane e appostamenti fissi ad una distanza inferiore a 500 m dai siti di nidificazione dei rapaci rupicoli da gennaio a luglio. - È vietato l utilizzo di munizionamento a pallini in piombo in tutte le aree SIC e ZPS della Comunità Montana. - Il divieto di autorizzazione di appostamenti fissi all interno dei siti Natura 2000 della Comunità Montana esterni al Parco in corrispondenza dei valichi montani interessati da flussi migratori di specie di interesse conservazionistico ed in corrispondenza di aree floristiche protette. - Nelle aree Natura 2000 della Comunità Montana esterne al Parco sono vietate le immissioni faunistiche a scopo venatorio. dell area protetta, questa è di competenza del Parco stesso. --- È stato redatto apposito documento integrativo, inviato all AC dall AP in data 18 aprile Si prende atto del parere espresso e le prescrizioni vengono recepite dal PFV, che le riporta in allegato al proprio testo. 19

20 2.4 Osservazioni in merito al Piano In riferimento alle osservazioni al Piano Faunistico Venatorio della Provincia di Ancona , si riporta per sintesi: Indicazione del Soggetto mittente, con data e protocollo della Provincia ; Allegato della missiva in cui, per ogni punto o aspetto pregnante, viene sottolineata l osservazione a cui viene ascritto un numero progressivo (in rosso) e oggetto della stessa sulla base del quale viene formulato parere; In riferimento all osservazione il parere contempla tre tipologie di proposta: - Osservazione accolta, in quanto ritenuta pertinente ed opportuna; - Osservazione parzialmente accolta, con motivazione riferita agli aspetti rigettati; - Osservazione non accolta, con motivazione di merito. Riserva Naturale Regionale Ripa Bianca di Jesi, 23 marzo 2012 Allegato A n. 1 Divieto di autorizzazione di appostamento fisso nell area SIC/ZPS IT Si ritiene di non accogliere provvisoriamente l osservazione, in quanto nello studio di incidenza sono state già riportate le motivazioni finalizzate alla prescrizione prevista, ma di rimettere la decisione, circa il vincolo proposto, all autorità competente della procedura di Valutazione di Incidenza. n. 2 Istituzione di Oasi sulla porzione di SIC/ZPS IT non compresa all interno della Riserva. Si ritiene di non accogliere la proposta in quanto considerato che le aree indicate sono in continuità ecologica con il territorio della Riserva, come peraltro individuate nel SIC/ZPS in questione, per un efficace azione gestionale finalizzata ad una migliore strategia di conservazione sembra opportuno che tali aree debbano essere inserite nell ambito del territorio della Riserva stessa. A ciò si aggiunga che il WWF in fase di redazione di PFV aveva presentato una proposta di Oasi, ricadente nel territorio dei laghetti dell ex impianto SADAM, che è stata completamente accolta nel PFV. 20

21 FIdC Sezione Comunale di Jesi, Sig. Ornello Radini 20 marzo 2012, prot. n Allegato B n. 1 Principi di pianificazione territoriale a fini faunistici Pur non entrando nel dettaglio delle considerazioni espresse dal mittente circa l obbligo o meno di dovere rispettare le indicazione regionali nel PFV, si evidenzia quanto riportato all art. 2, comma 3 della L.R. 7/95: La pianificazione faunistico-venatoria è effettuata dalle Province nei piani provinciali di cui all articolo 5, adottati sulla base dei criteri ed indirizzi di cui all articolo 4. L art. 4 riporta al comma 1: I criteri e gli indirizzi regionali per la stesura dei piani provinciali di cui all articolo 5 sono adottati dal Consiglio regionale ed al comma 2: Con l atto di cui al comma 1 sono stabiliti: alla lett. c): i criteri per la pianificazione territoriale e gli indirizzi gestionali degli istituti faunistici a livello regionale e provinciale. E quindi evidente che i Criteri ed Indirizzi per la pianificazione faunistico-venatoria (approvati dalla Regione Marche con D.A. n. 5/2010) rappresentano il punto di riferimento per la determinazione della pianificazione territoriale a fini faunistici a livello provinciale. n. 2 Comprensori omogenei La L. 157/92 riporta all art. 10, comma 7 che.. le province predispongono, articolandoli per comprensori omogenei, piani faunistico-venatori. Tuttavia nella norma non viene definito cosa sia un comprensorio omogeneo, rimanendo tale definizione tanto generica quanto riconducibile a legittime contrapposte interpretazioni. Infatti i comprensori omogenei potrebbero essere identificati: negli ATC, come peraltro indicato all art. 14 comma 1 della L. 157/92, ove dovrebbe realizzarsi una gestione omogenea della fauna; in ambienti aventi caratteristiche naturali omologhe, ma anche in questo caso è omogeneo un territorio che si contraddistingue per prevalenti caratteristiche di analoghe tipologie di uso del suolo (es. boschi o coltivi o prati, etc.) così come lo è quello in cui le stesse diverse caratteristiche sono percentualmente rappresentate; in zone con una pianificazione territoriale a fini faunistici a livello sub-provinciale; etc. Ciò premesso, nella redazione del PFV si scelto di individuare comprensori omogenei rispetto alle diverse finalità di tutela e di gestione della fauna e del prelievo venatorio. Infatti, ad esempio: per la localizzazione delle ZZ.RR.CC. sono state fornite indicazioni sula base delle carte di vocazionalità del Fagiano e della Lepre; la Carta della naturalità individua comprensori omogenei funzionali per pianificare la localizzazione degli istituti privatistici; la superficie minima garantita di caccia programmata vede individuati come comprensori omogenee gli AA.TT.CC; per la gestione del cinghiale, erano state individuate 3 zone sulla base di caratteristiche omogenei delle tipologie di uso del suolo) 21

22 attraverso i Distretti Territoriali viene pianificata la distribuzione omogenea degli appostamenti fissi di caccia nonché individuate aree con finalità gestionali omologhe derivanti da ambiti territoriali che accomunano cacciatori con cultura e modalità di esercizio venatorio affini. Certo è che l esempio riportato dal mittente per contestare i comprensori omogenei del PFV, peraltro erroneamente individuati nei Distretti Territoriali, non può essere presa in considerazione in quanto basata sul presupposto del prelievo venatorio in tali Distretti. Si evidenzia infatti che la pianificazione faunistica in base all art. 10 comma 1 della L. 157/92 è. finalizzata, per quanto attiene alle specie carnivore, alla conservazione delle effettive capacità riproduttive e al contenimento naturale di altre specie e, per quanto riguarda le altre specie, al conseguimento della densità ottimale. Mentre la regolamentazione del prelievo venatorio può avvenire sulla base dell intero A.T.C. e non attraverso delle sottozone dello stesso. n. 3 Miglioramenti ambientali tesi a favorire la riproduzione naturale di fauna selvatica In primo luogo vengono contestati gli scarsi riferimenti contenuti nel PFV in merito, in sintesi, alla gestione ambientale ed alle relative tecniche di miglioramento ambientale. Si evidenzia che oltre ai diversi riferimenti riportati in vari paragrafi del PFV, vi è l intero capitolo 4.5 dedicato al tema con circa n. 7 pagine. Inoltre indicazioni per la gestione degli ambienti sono dettagliati nei singoli Piani di gestione di ciascuna Oasi di protezione, mentre le modalità di gestione degli ambienti delle ZRC non sono state definite per ciascuna di esse in quanto sono state fornite indicazioni generali che dovranno essere applicate nella stesura degli specifici Piani che dovranno essere elaborati dagli A.T.C., come prevede la L.R. 7/95 all art. 9 comma 4. Il mittente contesta ancora che il PFV non è collegato con altri Piani, quali il Piano di Sviluppo Rurale e il Piano delle Aree Protette. Si cita peraltro che in altre regioni l individuazione delle ZRC è definita dal Piano di Sviluppo Rurale. Citazione questa che non risponde al vero e che comunque sarebbe illegittima sotto il profilo normativo. Va considerato che la redazione ed approvazione dei Piani citati (PSR e PTrAp)sono redatti ed approvati dalla Regione. E pertanto ovvio che la Provincia non possa realizzare il proprio PFV integrato con i predetti piani. n. 4 Computo e ripartizione in percentuali di utilizzazione del territorio Il mittente dichiara di non aver noto.. quali metodi siano stati seguiti per effettuare il calcolo delle superfici ed anche su quali materiali (carte risalenti a quale anno) : Quindi evidenzia e critica la discrepanza tra i dati territoriali del PFV e quello attuale. Ciò denota evidentemente che il mittente non ha letto quanto riportato nel PFV a proposito della pianificazione territoriale descritta al 3, dove è indicato che la pianificazione è definita secondo quanto stabilito dai CIPFV , ovvero: utilizzando la specifica cartografica informatizzata; adottando il sistema di calcolo per definire la SPFV; operando nell ambito delle superfici assegnate alla Provincia di Ancona per ogni tipologia di Istituto... Pertanto tutti gli esempi riportati dal mittente non sono supportati da alcun elemento di fondatezza e quindi non sono degni di considerazione. Altro aspetto criticato dal mittente è riferito al territorio di Caccia programmata che in linea teorica misura ha a fronte di un territorio utile di caccia riportato nei CIPFV (il cui calcolo era comunque basato su dato del 2009) di ha Quindi considera tale differenza di dati come un errore. 22

23 E palese che il mittente non distingue tra territorio soggetto a pianificazione a fini faunistici e venatori e territorio effettivamente cacciabile, da cui derivano ovviamente due misurazioni senza alcun errore di calcolo. n. 5 Analisi dello stato di fatto Viene contestata la mancanza di valutazioni circa il paragrafo del PFV riferito all analisi dello stato di fatto, circostanza anche in questo caso non rispondente al vero in quanto sono riportate specifiche valutazioni critiche. Inoltre comunque i parametri analitici descritti nel PFV sono a disposizione di quanti vogliano disporre di supporti conoscitivi per adottare nuove e più adeguate forme di gestione faunistico-venatoria. n. 6 Carta delle vocazioni faunistiche Come descritto nel PFV le carte hanno un valore indicativo, che sommato ad altri parametri hanno determinato, nel rispetto normativo, l individuazione delle ZRC o di altri istituti faunistici. n. 7 Oasi di protezione Da dati bibliografici risulta che a tutt oggi le vasche di decantazione dell ex SADAM sono utilizzate da numerose specie di Limicoli e pertanto sussistono le motivazioni per l istituzione dell Oasi. Rispetto all Oasi del Monte Strega si evidenzia che la revoca di tale istituto, a norma di legge, può essere determinata solo a seguito di censimenti e parere dell ISPRA. Pertanto il mittente può chiedere che venga attuata tale procedura, in mancanza della quale non è possibile revocare l istituto. n. 8 Prescrizioni Per quanto attiene alle prescrizioni, considerato che sono state individuate a garanzia della tutela dei siti della Rete Natura 2000 e quindi ricomprese nella procedura di Valutazione di Incidenza, si rimette il parere al soggetto competente in materia. n. 9 Considerazioni finali In ultima analisi, si ritiene che le considerazioni e osservazioni del mittente non siano suffragate da alcun e ancorché adeguato supporto tecnico-normativo e pertanto non si ravvisa alcuna esigenza di procedere alle modifiche indicate. ATC AN 1 27 febbraio 2012 integrata con nota del 1 marzo Allegato C n. 1 Restituzione ZRC Triponzio Non è possibile prevedere la restituzione della ZRC al territorio di caccia programmata al novembre 2013, in quanto il termine istitutivo è previsto con quello di vigenza del PFV Pertanto la proroga al 2013 comporterebbe una nuova istituzione con termine di 5 anni. Quindi si accoglie parzialmente la proposta di restituzione della ZRC in questione ma con data contestuale all approvazione del nuovo PFV. L ATC, di concerto con la Provincia, potrà stabilire le modalità di restituzione alla caccia della ZRC al fine di salvaguardare le popolazioni di fauna stanziale ivi presenti. Viene quindi prevista la modifica del 3.12 e del 5 dell allegato A al PFV n. 2 Costituzione ZZ.RR.CC S. Bonaventura, La Torre, S. Gregorio, Grancetta, Coste. 23

24 La proposta viene accolta parzialmente, ovvero viene prevista l istituzione delle ZZ.RR.CC proposte ma nei tempi che si determineranno rispetto alle procedure amministrative a seguito dell approvazione del PFV. Viene quindi prevista la modifica del 3 e del 5 dell allegato A al PFV n. 3 ZRC Montale La proposta viene accolta parzialmente, ovvero verrà mantenuta la ZRC Montale sino alla sua naturale scadenza (28/11/2012). Quindi, dopo la restituzione delle porzioni indicate dall ATC secondo le modalità che verranno stabilite, verrà prevista nel PFV la nuova perimetrazione coincidente con la configurazione definitiva richiesta. Viene quindi prevista la modifica del 3 e del 5 dell allegato A al PFV n. 4 Aree di rispetto La proposta non viene accolta in quanto, nei termini di legge, non è necessario che le aree di rispetto vengano previste nel PFV poiché è prerogativa dell ATC istituirle. n. 5 Superficie Aree di rispetto La proposta viene accolta, con modifica prevista al n. 6 Limiti superfici ZRC Si ritiene di non poter accogliere la proposta in quanto i CIPFV prevedono che il limite minimo delle ZRC possa essere fissato in ha Ma soprattutto il limite indicato determinerebbe l esigenza di escludere dal PFV la proposta di 2 ZRC indicate dall ATC AN2 senza che lo stesso sia stato messo a conoscenza di tale limite in fase di redazione del Piano. n. 7 Distretti Territoriali Omogenei La proposta non viene accolta in quanto, come previsto nel PFV, i DTO hanno una funzionalità anche in rapporto degli appostamenti fissi di caccia. La modifica dei confini necessiterebbe quindi di rivisitare le densità degli appostamenti presenti e quindi i parametri dell apposito regolamento provinciale. n. 8 Istituzione nuove ZRC La proposta non viene accolta in quanto la L.R. 7/95, all art. 9 comma 2 definisce le modalità di istituzione delle ZRC e non viene previsto un parere vincolante dell ATC. n. 9 Gestione ZRC La proposta viene accolta, ovvero verrà specificato che la densità obiettivo dovrà essere garantita dal soggetto gestore, utilizzando all esigenza per quanto riguarda la lepre, soggetti di cattura provenienti da altre ZRC, mentre per il fagiano soggetti di cattura provenienti da altre ZRC, quando possibile in base allo specifico piano di gestione, oppure soggetti giovani acquistati a cura del gestore. Viene prevista integrazione del n. 10 Restituzione ZRC al TGPC La considerazione è fondata e quindi la proposta viene accolta stabilendo tuttavia che il parametro possa essere variabile tra 5 e 7 individui, stabilito comunque nell ambito del piano di gestione di ciascuna ZRC. Viene prevista modifica del n. 11 Gestione Istituti Privatistici La proposta viene accolta. Viene pertanto prevista modifica del n. 12 Gestione aree di Rispetto La proposta viene accolta con modifica del

25 ATC AN 2 3 aprile 2012 Allegato D n. 1 Annullamento proposta ampliamento ZRC Vallone La proposta viene accolta n. 2 Ampliamento ZRC Monte Camillone La proposta viene accolta. Viene quindi prevista la modifica del 3.5 e del 5 dell allegato A al PFV. Inoltre per effetto del presente ampliamento e delle modifiche proposte ed accolte apportate alla pianificazione delle ZZ.RR.CC. dall ATC AN1 si rende necessario incrementare la destinazione del territorio soggetto a pianificazione per tali istituti al Nota del Gruppo Consiliare FI-PDL 21 febbraio 2012 Come già ampliamente discusso durante la Commissione Consiliare del 22 febbraio scorso, i presupposti della nota in questione non sono fondati su quanto previsto dalla normativa vigente. Infatti viene sostanzialmente contestato, anche attraverso numerosi esempi, che nella pianificazione territoriale del PFV siano stati conteggiati i territori preclusi alla caccia per effetto dei limiti di sicurezza (distanza da strade, immobili, luoghi di lavoro, etc.). E infatti corretto conteggiare la superficie preclusa alla caccia nell ambito della pianificazione territoriale, poiché: come riporta l art. 10, comma 1 della L. 157/92, la pianificazione deve considerare tutto il territorio agro-silvo-pastorale e viene realizzata a fini faunistici: Tutto il territorio agro-silvo-pastorale nazionale è soggetto a pianificazione faunistico venatoria finalizzata, per quanto attiene alle specie carnivore, alla conservazione delle effettive capacità riproduttive e al contenimento naturale di altre specie e, per quanto riguarda le altre specie, al conseguimento della densità ottimale e alla sua conservazione mediante la riqualificazione delle risorse ambientali e la regolamentazione del prelievo venatorio. Il predetto concetto è ribadito, con chiarezza, all art. 3 comma 1 della L.R. 7/95: Il territorio agro-silvopastorale soggetto a pianificazione faunistico-venatoria è quello che ricomprende ambienti naturali e seminaturali, ovvero quello escluso dalla presenza di qualsiasi infrastruttura di origine antropica, in cui possa essere esercitata un'effettiva attività di tutela e gestione della fauna. E chiaro quindi che oggetto di pianificazione non debba essere il territorio cacciabile. Le modalità di pianificazione territoriale sono definite all art. 4 comma 2 lett. c) della L. R. 7/95, in cui è riportato a proposito dei contenuti dei Criteri ed Indirizzi per la pianificazione faunistico-venatoria: i criteri per la pianificazione territoriale e gli indirizzi gestionali degli istituti faunistici a livello regionale e Provinciale. E evidente che il PFV provinciale debba attenersi alle indicazioni regionali. 25

26 Sulla base di quanto previsto dalla norma precedentemente citata, i Criteri ed Indirizzi per la Pianificazione Faunistico-Venatoria , riportano al 4 le indicazioni per la pianificazione territoriale, ed in particolare: al 4.1, viene data indicazione circa la cartografia di supporto che deve essere impiegata per realizzare la pianificazione: Tale carta, che viene riportata su supporto magnetico in allegato 1 (1.A) al presente CIPFV, deve considerarsi la base cartografica funzionale per qualsiasi atto pianificatorio e per le misurazioni che vengono operate nell ambito di applicazione della L.R. 7/95 da qualsiasi soggetto implicato nella gestione faunistico-venatoria al 4.2.2, si definisce la modalità di calcolo della superficie soggetta a pianificazione:.. si individua il territorio regionale soggetto a pianificazione faunistico-venatoria come quello che esclude le strutture di origine antropica, quali centri abitati e stabili di qualsiasi natura, strade e relative infrastrutture, oltre alla superficie ricompresa nel buffer di m. 20 dalle case isolate e quella a margine di m. 25 per lato di autostrade e ferrovie. Si deve intendere pertanto che qualsiasi misurazione di superficie territoriale effettuata a fini di attuazione del presente CIPFV e per quanto attinente alla L.R. 7/95 deve essere realizzata computando la SPFV come sopra indicato. Infine al 4.3 è definita la pianificazione a livello provinciale con attribuzione del superfici minime e massime per ogni tipologia di istituto a cui ovviamente ci si è attenute nella redazione del PFV: Pertanto le superfici attribuite in tab. 8) per ciascuna provincia, rispetto alle diverse tipologie di istituto, rappresentano il quadro di pianificazione territoriale faunistico-venatorio a cui le Province devono attenersi nell ambito della pianificazione di propria competenza. A ciò si aggiunga infine che la Regione, in base all art. 3 comma 4 della L.R. 7/95, esprime parere sul PFV provinciali con.. osservazioni vincolanti E infine superfluo citare la giurisprudenza in materia che suffraga quanto sopra evidenziato e comunque illustrato verbalmente durante l incontro con la Commissione Consiliare. Pertanto in ultima analisi è evidente che a dispetto di quanto riportato nella nota in questione ove si legge il territorio viene ripartito dal il tecnico faunistico senza tenere conto delle leggi e dei regolamenti. si è operato pedissequamente nelle more della normativa vigente mentre i suggerimenti non tengono conto della legge e dei Criteri ed Indirizzi regionali. Rispetto a quanto esposto i suggerimenti riportati nella nota non possono pertanto essere accolti. Note tecniche ed adeguamenti alla normativa A seguito di attenta analisi dei paragrafi riportanti i dati pregressi ascrivibili alla gestione faunistica, si ritiene opportuno apportare integrazioni e puntualizzazioni per disporre di un quadro più completo delle informazioni disponibili. Inoltre, con le modifiche apportate alla L.R. 7/95 con e L.R. n.7/2012 nonché per effetto del R.R. 3/2012 si determina l esigenza di attualizzare il PFV rispetto al nuovo quadro normativo. Pertanto di seguito si riportano le modifiche e gli adeguamenti apportati: 26

27 1) Al sono stati riportati gli interventi di miglioramento ambientale in favore della fauna. L analisi dei dati non aveva discriminato gli interventi realizzati dalla Provincia con le risorse derivanti dall art. 20 della L.R. 7/95. Quindi l intero paragrafo viene sostituito con i dati aggiornati. 2) Il viene integrato con le informazioni derivanti da uno specifico progetto di prevenzione degli incidenti stradali causati dalla fauna selvatica realizzato dalla Provincia di Ancona e con ulteriori dati raccolti. 3) In base a quanto previsto all art. 4 comma 1 del R.R. 3/2012, il 3.5 viene modificato epurando la pianificazione territoriale ai fini della gestione degli Ungulati ed aggiornando il testo. 4) Il , per effetto della modifica apportata all art. 33 della L.R. 7/95 con l art. 15 della L.R. 7/2012, viene integrato allo scopo, inoltre vengono modificati i e ) Il viene modificato in base a quanto previsto dal R.R, 3/2012 ed in particolare agli artt. 2 e

28 3. MOTIVAZIONI DELLE SCELTE La pianificazione territoriale provinciale ha dovuto tenere primariamente conto dalle indicazioni dei CIPFV, da cui non può prescindere, e sulla base delle quali sono state individuate, sulla superficie soggetta alla pianificazione faunistico-venatoria (SPFV), le superfici assegnate alle diverse tipologie di istituto, riportate nella seguente tabella. Tab. 6: superfici assegnate alle diverse tipologie di istituto ( ) dai CIPFV. SUPERFICI ASSEGNATE DAI CIPFV Istituti Ha % Totale SPFV della Provincia di Ancona ,00 Territorio di caccia programmata sup. min. garantita ,54 Tot. per Istituti sup. max teorica ,46 Aree Protette sup. max ,83 Aree Protette sup. min ,82 AFV e AATV sup. max ,34 ZAC max ,52 CPPS max ,76 Di seguito si riportano le motivazioni che hanno guidato alla definizione della pianificazione territoriale, pur restando nei limiti imposti dalle normative e dai CIPFV. LE AREE PROTETTE In base all art. 3, comma 1 lett. a) della L.R. 7/95, come modificata dalla L.R. 15/2011, gli istituti protetti comprendono: I parchi e le riserve naturali ai sensi della L. 394/91; La pianificazione di questa tipologia di aree protette non viene adottata attraverso il PFV. Pertanto si prende atto che attualmente una porzione del territorio è occupato da tali istituti. Le Oasi di protezione faunistica Le Oasi esistenti mantengono dei valori naturalistici tali da non poter ipotizzare la revoca delle stesse. Il PFV non rileva nel territorio provinciale ulteriori aree con particolari emergenze faunistiche, che possono far presupporre di vincolare ulteriori zone, fatta eccezione per una piccola porzione di zona umida ove si segnala la presenza di avifauna nidificante nel comune di Jesi. Pertanto, si è destinata alle Oasi una superficie massima di ha Caratteristiche 28

29 La scelta della nuova Oasi è stata effettuata considerando che deve avere dimensioni tali da garantire la tutela delle popolazioni animali che utilizzano l area, almeno per la funzione ecologica che la zona deve assicurare. I confini sono stati scelti in modo da coincidere di preferenza con strade o comunque limiti naturali facilmente identificabili. Le Zone di Ripopolamento e Cattura Dall analisi della situazione pregressa è emerso che la superficie destinata alle ZRC nel passato quinquennio ha soddisfatto sufficientemente le esigenze di produttività di fauna per le finalità di ripopolamento del territorio di caccia programmata, e si è ritenuto pertanto che possa essere garantita una superficie analoga per l istituzione delle nuove ZRC. Pertanto per le ZRC si destina un massimo di ha di SPFV. Rispetto alla carte delle vocazioni faunistiche, le ZRC devono insistere, anche parzialmente, in quadranti di valore medio o buono o alto. Caratteristiche Le ZRC devono essere finalizzate alla riproduzione di fagiano e lepre. Pertanto nel caso in cui si intenda realizzare ZRC finalizzate al ripopolamento di Starna o di altre specie, deve essere redatto apposito piano gestionale che deve essere approvato dalla Giunta provinciale. Devono avere dimensioni minime di ha 300 di SPFV. Anche in questo caso la scelta dei confini è stata effettuata in modo che, di preferenza, coincidano con strade o comunque con limiti naturali facilmente identificabili e in modo che, rispetto alla carte delle vocazioni faunistiche, le ZRC insistano, anche parzialmente, in quadranti di valore medio o buono o alto. Centri Pubblici e Privati di riproduzione della fauna allo stato naturale la cui superficie complessiva non può occupare più del 2% del territorio precluso alla caccia; La SPFV che viene destinata a tali istituti è finalizzata a garantire la possibilità di mantenere quelli esistenti ed inoltre per ricomprendere le Zone Ambientamento Fauna, che devono essere trasformate in Centri Pubblici di Riproduzione della Fauna (in seguito denominati CPuRF), visto che nel passato quinquennio hanno assicurato una soddisfacente produzione di fauna ed inoltre sono state realizzate infrastrutture stabili per l ambientamento della fauna, con significativi investimenti. I Centri Pubblici e Privati di produzione della fauna possono occupare un massimo di ha 3.000, ripartiti in ha nel territorio dell ATC AN1 ed ha nel territorio dell ATC AN2. Caratteristiche I CPuRF sono state definiti in modo da avere dimensioni minime di ha 100 e massime di ha 500. Le ZAF esistenti che gli ATC intendono confermare senza modificazione di confini, e che vengono pertanto trasformate in CPuRF, possono in deroga avere superficie inferiore a ha 100. ZONE DI ADDESTRAMENTO CANI (ZAC) PERMANENTI Considerata la pianificazione preesistente e le esigenze tecniche di allenare ed addestrare i cani, per ogni tipologia di ZAC sono state destinate le seguenti relative SPFV: ZAC di tipo B: ha ZAC di tipo C: ha 395 ZAC di tipo D: ha 5 ZAC di tipo E: ha 200 Totale ZAC: ha

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