PIANO DI MONITORAGGIO
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1 Provincia di Ancona PIANO FAUNISTICO-VENATORIO PIANO DI MONITORAGGIO INTEGRAZIONI VAS (D.Lgs 152/06 e ss.mm.ii.)
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3 PREMESSA Il presente documento dettaglia il piano di monitoraggio (di cui all art. 18 DLgs. 152/2006 e ss.mm.ii.), inerente il Piano Faunistico Venatorio della Provincia di Ancona, per cui la Provincia di Ancona - Settore Affari Istituzionali e Generali Area Polizia Provinciale, Flora e Fauna, ha richiesto, in qualità di autorità procedente, con nota prot del 08/06/2011, l avvio della procedura di Valutazione Ambientale Strategica (V.A.S. - D.Lgs 152/06 e ss.mm.ii.) all autorità competente, l Area Procedure Autorizzazioni Ambientali e Valutazioni Ambientali del Dipartimento III Governo del Territorio. Il percorso delle procedura di VAS si è concluso con l espressione del parere motivato (ai sensi dell art. 15 DLgs 152/06 e ss.mm.ii.) del 26 luglio 2012 (prot ). In tale parere l autorità competente ha richiesto di dettagliare in maniera più approfondita il piano di monitoraggio, già elaborato nell ambito della VAS. Si procede pertanto a specificare, nella presente relazione, la tipologia di monitoraggio per ciascun indicatore, l indicazione dei target da raggiungere per gli indicatori individuati durante l attuazione del piano stesso, i soggetti responsabili del monitoraggio nonché le azioni da intraprendere nel caso si intenda rimodulare il piano. 3
4 IL PIANO DI MONITORAGGIO Il monitoraggio è il processo attraverso il quale si verifica in che modo il piano interagisce con il contesto, valutando le modificazioni positive o negative (effetti) che derivano dall attuazione del piano stesso. Il monitoraggio permette di seguire il processo di attuazione del Piano in modo da verificare se il suo andamento segua le linee del Piano stesso o se ne discosti. Attraverso i parametri individuati deve essere possibile assicurare il controllo su eventuali impatti significativi sull'ambiente e verificare il raggiungimento degli obiettivi di sostenibilità prefissati, così da individuare tempestivamente eventuali effetti negativi imprevisti ed intervenire in modo appropriato e in tempi congrui al fine di mitigarli o eliminarli. Fase centrale è la scelta di idonei indicatori. Per quanto riguarda il PFV in oggetto, si specificano le seguenti caratteristiche: ESECUTORE e Fauna PERIODICITÀ MONITORAGGIO Annuale, entro il 31 marzo di ogni anno. REPORT DI MONITORAGGIO Entro il 30 maggio di ogni anno la Provincia provvede a rendere pubbliche, nel proprio sito, le informazioni di sintesi raccolte e la valutazione dello stato di attuazione del PFV. PERIODICITÀ E MODALITÀ DI TRASMISSIONE ALL AUTORIÀ COMPETENTE PER LA VAS (DIPARTIMENTO III GOVERNO DEL TERRITORIO - AREA PROCEDURE AUTORIZZAZIONI AMBIENTALI E VALUTAZIONI AMBIENTALI) Annuale, entro il 30 maggio di ogni anno, tramite relazione di sintesi. Di seguito si riportano gli indicatori per l attuazione del monitoraggio, i target da raggiungere, le azioni e gli obiettivi del PFV correlate e le azioni da intraprendere nel caso si intenda rimodulare il piano, nonché le modalità di esecuzione, individuate in coerenza anche con quanto previsto dai CIFPV. Il monitoraggio per la VAS può avvenire, difatti, contestualmente al monitoraggio dello stato di attuazione del PFV, utilizzando metodologie e schede già predisposte dai CIPFV. 4
5 TEMA MACROBIETTIVI OBIETTIVI SPECIFICI AZIONE DEL PFV CORRELATA INDICATORI TARGET TIPOLOGIA DI MONITORAGGIO ESECUTORE AZIONI DA INTRAPRENDERE PER LA A) EVITARE E/O RIDURRE CONFLITTI FRA ASPETTI DI GESTIONE FAUNISTICO- VENATORIA E ASPETTI SOCIALI ED. A) EVITARE E/O RIDURRE CONFLITTI FRA ASPETTI DI GESTIONE FAUNISTICO- VENATORIA E ASPETTI SOCIALI ED. A) EVITARE E/O RIDURRE CONFLITTI FRA ASPETTI DI GESTIONE FAUNISTICO- VENATORIA E ASPETTI SOCIALI ED. C) RISPETTARE LE ATTIVITÀ E TRADIZIONI CULTURALI CORRELATE ALL ATTIVITÀ VENATORIA C) RISPETTARE LE ATTIVITÀ E TRADIZIONI CULTURALI CORRELATE ALL ATTIVITÀ VENATORIA OB. A.2 PREVENIRE CONFLITTI DI TIPO SANITARIO, SOCIALE ED ECONOMICO NEI CONFRONTI DELLA POPOLAZIONE UMANA. OB. A.1 EVITARE E/O RIDURRE I CONFLITTI CON ATTIVITÀ UMANE E PRODUTTIVE, CON PARTICOLARE RIGUARDO AI SETTORI AGRICOLO E ZOOTECNICO, DELLA PESCA, DELLA FORESTAZIONE, DEL TURISMO NATURALISTICO. OB. C.1PIANIFICAZIONE E REGOLAMENTAZIONE DELL ATTIVITÀ VENATORIA IN EQUILIBRIO TRA ESIGENZE DI TIPO SOCIALE E CONSERVAZIONE DELLE VALENZE FAUNISTICHE. OB. C.1PIANIFICAZIONE E REGOLAMENTAZIONE DELL ATTIVITÀ VENATORIA IN EQUILIBRIO TRA ESIGENZE DI TIPO SOCIALE E CONSERVAZIONE VALENZE FAUNISTICHE. DELLE AZ. 18. INDICAZIONI PER LA RIDUZIONE DEL RISCHIO DI INCIDENTI STRADALI CON LA FAUNA AZ. 10. CRITERI PER INDIVIDUAZIONE DI FONDI CHIUSI E SOTTRATTI ALLA GESTIONE PROGRAMMATA DELLA CACCIA AZ. 12. ZONAZIONE TERRITORIALE PER LA GESTIONE E IL PRELIEVO DEL CINGHIALE AZ. 16. CONTROLLO DELLE SPECIE PROBLEMATICHE AZ. 23. COINVOLGIMENTO STEAKHOLDES IN FASE DI DEFINIZIONE DEL PFV E NELLA SUA ATTUAZIONE AZ. 24. INFORMAZIONE E DIVULGAZIONE DEL PFV AZ. 16. CONTROLLO DELLE SPECIE PROBLEMATICHE AZ. 14 INDIRIZZI DI GESTIONE FAUNISTICA PER GLI AMBITI TERRITORIALI DI CACCIA AZ. 4. PIANIFICAZIONE E INDIRIZZI GESTIONALI DELLE OASI DI PROTEZIONE FAUNISTICA AZ. 5. PIANIFICAZIONE E INDIRIZZI GESTIONALI DELLE ZRC AZ. 6. PIANIFICAZIONE E INDIRIZZI GESTIONALI DEI CPPS AZ. 7. PIANIFICAZIONE E INDIRIZZI GESTIONALI DELLE DI ZAC AZ. 8. PIANIFICAZIONE E INDIRIZZI GESTIONALI DI AFV, AATV AZ. 9. PIANIFICAZIONE E INDIRIZZI GESTIONALI DELLE AREE DI RISPETTO - Numero incidenti stradali/comune/anno; - % per specie coinvolta; - Entità danno richiesto /anno/comune - Rapporto tra entità danno richiesto e risarcito /anno - numero individui oggetto di controllo per specie e istituto - N. Cacciatori Iscritti con opzione b, Iscritti con opzione c, Totale iscritti residenti, Iscritti da fuori ambito provinciale, Iscritti da fuori ambito regionale per ATC; - N. totale cacciatori iscritti/squadre di caccia al cinghiale; - N. di cacciatori abilitati al prelievo del cinghiale in Contenimento n. incidenti stradali/comune/anno, non superando la media degli incidenti dei due anni analizzati nel PFV (80 sinistri/anno) Monitoraggio Entità danno richiesto /anno/comune. Raggiungimento densità ottimali (ind./km2) delle specie che primariamente determinano danni alle colture Contenimento dell impatto predatorio di Corvidi e volpe sulla fauna stanziale Rispettare l indicazione dei CIPFV, che su base regionale stabiliscono l Indice di Densità Venatoria (IDV) pari a ha 10 per cacciatore di territorio effettivo ove può essere esercitato il prelievo. Archiviazione dei dati riguardo i sinistri stradali con la fauna in apposito database (località e comune, data e ora, specie coinvolta, eventuale presenza di presidi preventivi, etc). Archiviazione dei dati in merito ai danni in agricoltura in apposito database (comune, istituto in cui si è verificato il danno, tipologia colturale oggetto del danneggiamento, specie di fauna selvatica a cui è ascrivibile il danneggiamento, importo richiesto dal danneggiato, Importo liquidato dall Amministrazione. database (comune, modalità tecnica con cui è stato effettuato il controllo, istituto di gestione in cui sono stati realizzati gli interventi). Monitoraggio della popolazione venatoria per stagione venatoria (n. cacciatori/opzione scelta, n. totale dei cacciatori iscritti nelle varie squadre di caccia al cinghiale, n. di cacciatori abilitati al prelievo del cinghiale in squadra nell anno, n. totale ammessi e n. di nuove abilitazioni al prelievo in caccia di selezione nell anno). e Fauna RIMODULAZIONE DEL PIANO Attuazione opere di prevenzione sulla base dei fattori di rischio rilevati, con adozione di interventi di prevenzione quali il posizionamento dell apposita segnaletica stradale, la limitazione degli spostamenti della fauna attraverso apposite barriere, il posizionamento di dissuasori visivi (catarifrangenti) che limitano l attraversamento delle strade da parte degli Ungulati. N.B. durante l iter di approvazione del PFV di AN, la gestione degli Ungulati, in seguito al Regolamento n. 3/2012 e ss.mm.ii., è stata trasferita agli AATTCC. Pertanto eventuali problematiche su queste specie, primariamente coinvolte nei danneggiamenti alle colture, dovranno coinvolgere gli AATTCC provinciali. In fase di redazione del piano, sono state apportate modifiche anche alla LR 7/95 che, col testo novellato, conferisce agli AATTCC la competenza in merito al risarcimento dei danni non solo nel Territorio di Caccia Programmata, ma anche nelle ZZRRCC. Eventuale rimodulazione dei parametri per i piani di intervento (a seguito della valutazione quantitativa della consistenza della/e specie bersaglio). Eventuale ridefinizione dei parametri soglia, sia in rapporto ai danni che le specie determinano, che rispetto alle densità delle stesse, superati i quali è possibile adottare misure di controllo numerico. Rimodulazione delle azioni correlate.
6 TEMA MACROBIETTIVI OBIETTIVI SPECIFICI AZIONE DEL PFV CORRELATA INDICATORI TARGET TIPOLOGIA DI MONITORAGGIO ESECUTORE AZIONI DA INTRAPRENDERE PER LA D) MANTENERE IL GIUSTO EQUILIBRIO FRA ATTIVITÀ VENATORIA E RISORSE FAUNISTICHE D) MANTENERE IL GIUSTO EQUILIBRIO FRA ATTIVITÀ VENATORIA E RISORSE FAUNISTICHE OB. D.5 VIGILANZA E CONTROLLO SULLE OPERAZIONI GESTIONALI OB. D.1CONSEGUIMENTO DELLA DENSITÀ OTTIMALE DELLE POPOLAZIONI DI SPECIE SOGGETTE A PRELIEVO VENATORIO E LA SUA CONSERVAZIONE TRAMITE LA REGOLAMENTAZIONE PRELIEVO STESSO. DEL OB. D.3 INCREMENTO DELLE CONOSCENZE IN MERITO ALLO STATUS DELLE POPOLAZIONI FAUNISTICHE. AZ. 10. CRITERI PER INDIVIDUAZIONE DI FONDI CHIUSI E SOTTRATTI ALLA GESTIONE PROGRAMMATA DELLA CACCIA AZ. 11. PIANIFICAZIONE APPOSTAMENTI FISSI AZ. 12. ZONAZIONE TERRITORIALE PER LA GESTIONE E IL PRELIEVO DEL CINGHIALE AZ. 13. PIANIFICAZIONE DEL TERRITORIO DI GESTIONE PROGRAMMATA DELLA CACCIA AZ. 14 INDIRIZZI DI GESTIONE FAUNISTICA PER GLI AMBITI TERRITORIALI DI CACCIA AZ. 22. MONITORAGGIO DELLO STATO DI ATTUAZIONE DEL PFV AZ. 15. REGOLAMENTAZIONE RIPOPOLAMENTI A SCOPO VENATORIO AZ. 22. MONITORAGGIO DELLO STATO DI ATTUAZIONE DEL PFV squadra nell anno; - N. totale ammessi al prelievo in caccia di selezione nell anno; - N. di nuove abilitazioni al prelievo in caccia di selezione nell anno. - Densità appostamenti fissi (n. app./1000 ha) per ATC - Sup. AATV/ sup. tot.spfv - Sup. AFV/sup. tot. SPFV - Sup. ZAC per tipologia/sup. tot. SPFV - Sup. Aree di rispetto/ sup. tot. SPFV - Sup. fondi chiusi art. 21 LR 7/95/ sup. tot. SPFV - Stima Densità (ind./km2) specie faunistiche da dati censimenti (cinghiale, fagiano, lepre, volpe e Corvidi) in ZRC, Centri Pubblici di Produzione della Fauna selvatica - N. catture lepre e fagiano in ZRC, Centri Pubblici di Produzione della Fauna selvatica per ATC;. - Ripopolamenti: n. individui liberati per ATC, per istituto e provenienza Rispettare il parametro stabilito dal PFV per i DTO in cui la densità di appostamenti fissi deve essere inferiore a n. 6 appostamenti/ha Attuazione della pianificazione prevista nel rispetto dei parametri e delle indicazioni del PFV. Conoscenza dello status delle popolazioni di specie soggette a prelievo venatorio Conseguimento di densità ottimali (ind./km2) delle popolazioni di specie soggette a prelievo venatorio database (N. appostamenti fissi con richiami vivi, N. appostamenti fissi senza richiami vivi, N. appostamenti fissi per colombacci, N. appostamenti fissi per acquatici con richiami vivi, N. appostamenti fissi per acquatici senza richiami vivi). Verifica dello stato di attuazione della pianificazione del PFV con archiviazione dei dati in apposito database (Tipologia di istituto, comune, data di istituzione e di scadenza, superficie complessiva (ha) e SPFV (ha). database riguardo: - censimenti specie oggetto di censimento, comune o zona di più comuni in cui è stato realizzato il censimento, periodo di realizzazione, istituto di gestione in cui sono stati realizzati i censimenti (TGPC, CPPS, ZRC, ZAF, Oasi di protezione faunistica), tecnica con cui è stato effettuato il censimento, superficie (m2) complessiva a cui si riferisce il censimento, densità (n individui/m2) della specie sul territorio oggetto di censimento; - catture specie oggetto di cattura, comune/area in cui è stato realizzata la cattura, periodo di realizzazione, istituto di gestione in cui sono stati realizzati i censimenti (TGPC, CPPS, ZRC, ZAF, Oasi di protezione faunistica), modalità tecnica con cui è stato effettuata la cattura, RIMODULAZIONE DEL PIANO Rimodulazione delle azioni correlate Verifica delle motivazioni della non completa attuazione del PFV. Eventuale rimodulazione delle azioni di cattura e ripopolamento (modalità/entità/località di rilascio/cattura). 6
7 TEMA MACROBIETTIVI OBIETTIVI SPECIFICI AZIONE DEL PFV CORRELATA INDICATORI TARGET TIPOLOGIA DI MONITORAGGIO ESECUTORE AZIONI DA INTRAPRENDERE PER LA F) MANTENIMENTO DELLE RISORSE AMBIENTALI E DEGLI HABITAT D) MANTENERE IL GIUSTO EQUILIBRIO FRA ATTIVITÀ VENATORIA E RISORSE FAUNISTICHE Ob. f.1 MANTENIMENTO E RIQUALIFICAZIONE DEGLI HABITAT NATURALI E SEMINATURALI AL FINE DI FAVORIRE IL NATURALE INCREMENTO DELLA FAUNA SELVATICA, CON PARTICOLARE ATTENZIONE AI SITI NATURA 2000 E AGLI OBIETTIVI DI CONSERVAZIONE DEGLI STESSI. Ob. d.3 INCREMENTO DELLE CONOSCENZE IN MERITO ALLO STATUS DELLE POPOLAZIONI FAUNISTICHE. AZ. 17. DEFINIZIONE DI CRITERI ED INCENTIVI PER IL MIGLIORAMENTO AZ. 22. MONITORAGGIO DELLO STATO DI ATTUAZIONE DEL PFV - Interventi di miglioramento ambientale per la fauna selvatica realizzati: tipologia, superficie, importi impegnati per ATC. - Presenza e Densità specie faunistiche Implementare gli habitat funzionali per la riproduzione della fauna selvatica. Incremento delle informazioni in merito allo status delle popolazioni faunistiche numero di individui catturati. - ripopolamenti comuni interessati all attività, specie interessata, n. individui liberati nell anno in ogni ambito comunale, provenienza (allevamento cattura estera cattura locale), periodo di liberazione, istituto di gestione in cui sono stati liberati gli animali (TGPC, CPuRS ZRC ZAF Oasi di protezione faunistica), modalità di liberazione. database: comune dove è stato attuato l intervento, Tipologia intervento (colture e perdere, mantenimento stoppie, mantenimento incolto, semina su sodo, ritardo sfalcio, creazione punti d acqua, ecc.), istituto di gestione in cui sono stati effettuati gli interventi (Territorio a Gestione Programmata della Caccia, CPPS, ZRC, ZAF, Oasi di protezione faunistica), superficie complessiva (ha) per comune, interessata agli interventi, costo degli interventi. database riguardo eventuali Studi/ricerche (anno o intervallo di tempo in cui è stato svolto lo studio, tipologia dello studio e/o ricerca, territorio interessato, istituto di gestione o altro territorio in cui è stato svolto lo studio); RIMODULAZIONE DEL PIANO Rimodulazione di criteri e incentivi per l attuazione di interventi di miglioramento ambientale Incentivazione di studi in merito alle specie di interesse conservazionistico, in particolare per specie o per ambiti territoriali con maggiori carenze conoscitive. 7
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