di Claudio Bertolotti I taliban e l espansione dello Stato Islamico

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1 di Claudio Bertolotti LA COMPETIZIONE JIHADISTA IN AF-PAK: TRA AL-QA IDA E ISIS IN ASIA MERIDIONALE I taliban e l espansione dello Stato Islamico Ci sono alcuni indicatori che suggeriscono un avanzata dello Stato islamico dell'iraq e del Levante (ISIL/ISIS d ora in poi IS, Stato Islamico) in Asia meridionale, in particolare nell area dell Af-Pak tra i gruppi di opposizione armata afghani e pakistani e in India. All interno di tale dinamica espansione dell IS, una parte dei taliban pakistani (Teherik-e-Taliban Pakistan, TTP) pare avviarsi verso l istituzione di quella che sembra essere una libera alleanza di mujaheddin. Il pericolo è concreto. E se è confermato che alcune fazioni dei TTP hanno dichiarato il proprio sostegno all IS al contrario di al-qa ida è altresì vero che lo stesso gruppo in rapporto di collaborazione con al-qa ida ha ribadito la propria fedeltà ai taliban afghani del mullah Omar i quali a loro volta sono legati ad al- Qa ida (Fonte Reuters, 4 ottobre 2014). Un intreccio di interessi, equilibri precari e rapporti di collaborazione e competizione che suggerisce la sussistenza di ragioni di preoccupazione: - in primis perché le dinamiche competitive tra gruppi jihadisti fortemente radicalizzati tendono ad acuire i conflitti portando le parti più moderate ad assumere un ruolo attivo nelle conflittualità locali anche al fine di sopravvivere; - in secondo luogo perché le comunità non rientranti nelle rigide categorie dei gruppi radicali tendono a divenire il bersaglio proprio dei movimenti jihadisti estremisti; con la conseguenza di indurre alla conflittualità anche soggetti (o comunità, gruppi) che non ne avrebbero necessità. In Pakistan si sono verificate spinte divergenti all interno del movimento Tehrik-e-Taliban Pakistan. Cinque comandanti TTP di alto livello hanno dichiarato la loro posizione a favore dell IS, in linea con quanto espresso da Shahidullah Shahid: Saeek Khan, capo del gruppo dell agenzia di Orakzai, Khalid Mansoor, capo della zona di Hangu, Daulat Khan, capo dell agenzia di Kurram, Fateh Gul Zaman, capo dell agenzia di Khyber e Mufti Hasan, capo della zona di Peshawar; per un totale di circa 700/1000 combattenti. Il TTP ha subito numerose defezioni e allontanamenti nell ultimo anno, in seguito alla morte del carismatico leader storico, Hakimullah Mehsud, colpito da un attacco drone statunitense nel novembre del Sono segnali forti di un dinamismo centrifugo che sta caratterizzando il movimento dei taliban pakistani; al contrario i cugini afghani avrebbero trovato un giusto equilibrio. Dinamismo che avrebbe così portato alla nascita di due fronti: uno costituito dai TTP, dai taliban afghani e da Al-Qa ida, l altro formato dal gruppo scissionista dei TTP, dall IS e dall IMU (di cui si parlerà più oltre). Jihad tra marketing e franchising Si impone l efficacia del marketing del jihad nell area dell Af-Pak. Al-Qa ida si sta indebolendo, ha perso quel mordente che l ha caratterizzata negli anni dieci del nuovo millennio; come un marchio in franchising, non è riuscita ad imporsi alle nuove generazioni così come invece sta riuscendo l IS. Al-Qa ida e lo Stato islamico IS/ISIL hanno intensificato l opera di reclutamento all interno del Pakistan e in alcuni paesi del Sud-Est asia- 69

2 tico, con ciò confermando la competizione nell attività di arruolamento di elementi radicali, per lo più giovani. Partiamo dal video di Al-Zawairi. Da un lato, il capo di Al-Qa ida ha annunciato la creazione di una nuova forza islamica chiamata "Qaedat al- Jihad del subcontinente indiano": un messaggio ricco di significati, al di là delle parole (Fonte SITE Intelligence Group). Dall altro, l IS ha lanciato una propria campagna di reclutamento in Pakistan e in Afghanistan, attraverso un opera di propaganda a livello locale e con metodi tradizionali del tipo porta a porta (Fonte Pakistan s Express Tribune). Quello a cui stiamo assistendo è uno sforzo parallelo condotto da due organizzazioni in competizione tra di loro: la prima con una presenza consolidata sul territorio, ma in fase di declino (al-qa ida), l altra in piena fase espansiva, ma con un esperienza limitata in Asia meridionale (IS). Il video di al-zawairi lascia intuire che al- Qa ida si senta minacciata dall emergere di un nuovo e alternativo soggetto jihadista, capace di conquistare i cuori e le menti dei più giovani in Medio Oriente e nel Sud Est asiatico, dove l IS starebbe raccogliendo adesioni. In tale contesto la residualità jihadista di al- Qa ida nell area dell Af-Pak sarebbe minacciata da un competitor esterno che introduce il suo prodotto in un mercato che è alla ricerca di una nuova identità, svincolato da modelli passati, certo di successo, ma un successo spostato indietro nel tempo; e il riferimento fatto da al-zawairi a Osama bin Laden, all interno del video, confermerebbe ancora una volta la necessità di richiamo al modello originale, tradizionale, in contrapposizione a quello nuovo dell IS. Brand al-qa ida e sviluppi regionali Il paragone in termini commerciali descrive in maniera molto semplice lo sviluppo di quello che si delinea sempre più come un rapporto di competizione per il possesso esclusivo del brand jihad ; e l innovazione introdotta con il marchio Qaedat al-jihad del subcontinente indiano si inserirebbe all interno di questo spietato marketing del jihad. E al-zawairi si spinge oltre. Pretendendo il ruolo di leadership dello jihadismo globale e regionale, mobilita tutti i fedeli verso l unità della Ummah, e lo fa attraverso il richiamo (che fu di Osama bin Laden) al Tawhid (monoteismo) e al jihad contro i suoi nemici. Un richiamo a quella necessaria unità dei mujaheddin che deve contrapporsi a "differenze e discordia" tra jihadisti; un implicito riferimento all IS. In particolare, è interessante notare il richiamo che al-zawairi fa, nel suo intervento video, alla necessità di distruggere quei confini artificiali imposti dagli occupanti inglesi che continuano a dividere i musulmani del subcontinente indiano. È questa una risposta al messaggio che l IS sta portando avanti in Medio Oriente, attraverso l abbattimento dei confini che furono imposti nel secolo scorso dall Occidente, quell Occidente che oggi deve essere colpito, battuto. Un richiamo energico, quello di Ayman al-zawairi, che si colloca in un momento difficile per al-qa ida e per la sua leadership poiché da più parti gli stessi appartenenti al movimento e i mujaheddin combattenti su diversi fronti (in particolare quello mediorientale) hanno manifestato i propri dubbi sull efficacia del gruppo dirigente e dello stesso al-zawahiri arrivando a chiederne la rimozione. E ancora una volta, il video-messaggio si inserisce all interno di dinamiche interne al gruppo; un video che mostrerebbe più le debolezze che non i punti di forza di un movimento che è stato di ben più ampia portata. 70

3 IS e l opera di reclutamento in Af-Pak Lo Stato Islamico nel subcontinente indiano è estremamente attivo sul fronte della propaganda. Una capacità che, al contrario, al-qa ida ha progressivamente ridotto. Gli opuscoli propagandistici dell IS, tradotti nelle lingue locali (urdu e pashto) e distribuiti in alcune zone del nord-ovest del Pakistan e nelle province di confine dell Afghanistan, sono finalizzati alla promozione del brand IS/ISIL, dei suoi fini e della visione di un mondo in cui il Califfato islamico (Stato islamico) è soggetto forte e portatore di un messaggio inclusivo. Al contrario, al-qa ida ha forti difficoltà a competere con la macchina propagandistica di IS, e ciò avverrebbe poiché: 1. manca un adeguata capacità comunicativa sul piano virtuale è sufficiente raffrontare il numero di account Twitter di IS rispetto ad al-qa ida, o la presenza sui social media; 2. mancano i risultati sul fronte reale, poiché al-qa ida al contrario di IS che è un proto-stato in grado di autofinanziarsi e amministrare un proprio apparato non ha una presenza sul territorio, non possiede brigate combattenti, manca di contatto con la realtà; 3. non è in grado di opporsi concretamente al governo pakistano. In tale contesto, svantaggioso per al-qa ida, l IS riesce a competere in maniera efficace per una notevole quota di mercato del jihad. Quale brand avrà più successo? - Da un lato l opera di restiling e il difficile rilancio dello storico marchio di al-qa ida. - Dall altro, l irruente comparsa di IS, il nuovo marchio del jihad, capace di colmare rapidamente e con efficacia i vuoti lasciati da un al- Qa ida non in grado di muoversi agevolmente, né capace di utilizzare un linguaggio accattivante. In sintesi, IS guadagna terreno mentre al-qa ida avanza con fatica, tra difficoltà interne e limiti esterni. Ma è bene ricordare che l IS è privo di strutture e di organizzazione nell area dell Af- Pak e dell intero subcontinente indiano; almeno per il momento. IMU: l Islamic movement of Uzbekistan Il Movimento islamico dell Uzbekistan collabora apertamente con al-qa ida, i TTP e i taliban afghani. È probabile che l attuale forza del movimento sia superiore ai mujaheddin dei quali 700 combattenti e 140 istruttori concentrati nel nord dell Afghanistan sebbene siano al momento in atto alcune defezioni a causa dell ambigua strategia che porrebbe come obiettivo principale la lotta all interno dell Asia centrale in alternativa al jihad globale. L'IMU disporrebbe anche di un numero imprecisato di militanti, sostenitori e attivisti in Asia centrale, nel Caucaso, in Iran e in Siria; combattenti dell IMU sarebbero al fianco di al- Qa ida in Iraq e Siria e con un ulteriore gruppo dell'asia centrale (Seyfuddin Uzbek Jamaat). Stando alle dichiarazioni del movimento, circa Il 10% della forza dell IMU in Afghanistan e in Pakistan è rappresentata da organizzazioni alleate quali l Islamic Movement of Turkmenistan (IMT) e il Tajikistan s Islamic Renaissance Party (IRP); quest ultimo partito islamista legale 1. E ancora l East Turkestan Islamic Movement (ETIM). L'IMU ha proprie fonti di finanziamento, che sono separate da quelle dei taliban sebbene godano degli stessi diritti di rappresentanza dei taliban; è dunque probabile una presenza di appartenenti all IMU a livello distrettuale e provinciale e all interno delle commissioni per quanto, dopo la rottura seguita all avvio del dialogo negoziale Taliban-Usa-Governo afghano, l IMU abbia spostato la propria area operativa nel nord dell Afghanistan dove collaborerebbe con i taliban locali. Rimangono comunque separate le due organizzazioni, così 71

4 come lo sono la catena di comando e l attività di finanziamento 2. L IMU, dal 2010, coopererebbe in prevalenza con i gruppi di opposizione armata non-pashtun, anche taliban afghani, così come con i taliban pakistani; ma anche con i gruppi jihadisti regionali e con la stessa al-qa ida. Più in generale, l'imu ha preso parte alle dinamiche insurrezionali dell'asia centrale e del Medio Oriente, tra cui il sostegno all iraniano Jundullah in Baluchistan (movimento sunnita baluchi in lotta contro l'iran), così come ha sostenuto altri piccoli gruppi jihadisti tra i quali l'imt in Turkmenistan, e ancora in Kazakhstan, in Cecenia e collaborato con altri gruppi legati ad al-qa ida in Siria; a ciò si aggiungono non meglio specificate attività di sostegno in "alcuni paesi africani". IMU e Stato Islamico Il 26 settembre 2014, il leader dell IMU Usman Ghazi ha dichiarato il proprio sostegno all IS (Radio Free Europe/Radio Liberty s, Uzbek Service, 4 ottobre 2014). Ciò implica una significativa modifica degli equilibri del movimento e tra i gruppi jihadisti regionali poiché un avvicinamento all IS comporterebbe un allontanamento da al-qa ida. Questo anche sul piano economico-finanziario poiché un cambio di alleanza comporterebbe una riorganizzazione dei finanziamenti verso l IMU, non più da al-qa da bensì dallo Stato Islamico di Abu Bakr al-baghdadi, in grado di registrare entrate giornaliere di 2/4 milioni di dollari (USD). Dunque una partnership con l IS rappresenterebbe per l IMU un vantaggio in termini di sostegno economico da sfruttare in Asia Centrale. Considerazioni, valutazioni, previsioni L ombra dello Stato Islamico muove verso il subcontinente indiano. In un mondo sempre più interconnesso dove le conflittualità locali sono condizionate e influenzate da spinte di natura globale, la violenza radicale che imperversa nel Vicino e Medio Oriente si sta espandendo a macchia d olio; al di là dei risultati militari e delle manifestazioni violente e crudeli, ciò che deve preoccupare è la diffusione dell ideologia, del suo veloce radicamento, del proselitismo di successo che anticipa, sì, l accendersi della violenza, ma che al contempo permane indipendentemente dallo spostamento della linea del fronte di combattimento. E un Afghanistan non stabilizzato è una terra di facile conquista per le ideologie radicali. I taliban di oggi non solo quelli di dieci o quindici anni fa, è vero. Ma potrebbero tornare a esserlo in caso di contatto (reale o virtuale ) con i gruppi radicali e fondamentalisti operativi in Iraq, o in Siria; anche in questo caso un copione già conosciuto 3. Rischio di un fondamentalismo di ritorno a cui il governo afghano deve porre un argine attraverso una soluzione di compromesso che preveda quel necessario power-sharing formale o informale, questo poco importa che conceda l accesso a forme di potere reale anche ai taliban (le cui finalità sono al momento di natura nazionale e non globale) e agli altri importanti gruppi di opposizione armata: questa è una soluzione accettabile, oggi certamente necessaria. 1 A. Giustozzi, End game, The IMU shifts its jihadist strategy, in Jane s Intelligence Review, novembre 2014, pp

5 2 Ibidem. 3 C. Bertolotti, In Afghanistan dopo il Le forze Nato rimangono essenziali, in Affari Internazionali Rivista online di politica, strategia ed economia, 31/10/2014, in 73

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