ECC.MO TRIBUNALE AMMINISTRATIVO REGIONALE DELLA LIGURIA

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Feliciano Costantino
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1 ECC.MO TRIBUNALE AMMINISTRATIVO REGIONALE DELLA LIGURIA RICORSO Del Signor.. nato a. il, residente in, Cod. Fisc.:.., elettivamente domiciliato in.. Via, presso lo studio dell Avv.., che lo rappresenta e lo difende, giusta mandato a margine del presente atto, contro la Presidenza del Consiglio dei Ministri, in persona del Presidente in carica, il Ministero della Difesa, in persona del Ministro in carica, per l annullamento, previa sospensione del decreto del Direttore Generale della Presidenza del Consiglio dei Ministri Ministero della Solidarietà Sociale Ufficio Nazionale per il Servizio Civile, avente ad oggetto revoca dell accoglimento dell istanza di rinuncia allo status di obiettore di coscienza, nonché per l annullamento, previa sospensione di ogni atto preparatorio, presupposto, inerente, conseguente e/o comunque connesso. PREMESSE IN FATTO (Descrizione dei fatti di causa: caso di revoca della revoca dello status di obiettore di coscienza) Il menzionato provvedimento è illegittimo, ingiusto e dannoso, sicché il Signor.. è costretto a rivolgersi all'ecc.mo Tribunale per ottenerne il riparatorio annullamento, previa sospensione cautelare, per i seguenti motivi in linea di DIRITTO 1) Violazione dell art. 1 della Legge 8 luglio 1998, n. 230 in relazione alla violazione dei principi generali in materia di acquisizione di status e di tutela dell affidamento. Eccesso di potere per contraddittorietà ed illogicità manifesta. 1

2 2) Violazione e falsa applicazione degli artt. 7 e 8 della Legge 7 agosto 1990, n Violazione dei principi in materia di giusto procedimento. Eccesso di potere per difetto di istruttoria e di motivazione e per illogicità manifesta. 3) Violazione dell'art. 3 della Legge 7 agosto 1990 n Eccesso di potere per difetto ed erroneità di motivazione e per contraddittorietà ed illogicità manifeste. Violazione dei principi generali in materia di obiezione di coscienza. Perplessità. 4) Violazione dell art. 1 della Legge 8 luglio 1998, n. 230 in relazione alla violazione dei principi generali in materia di revoca degli atti amministrativi. Eccesso di potere per difetto del presupposto e per contraddittorietà ed illogicità manifeste. 5) Violazione dell art. 1 della Legge 8 luglio 1998, n. 230, in relazione alla violazione degli artt. 2, 3, 21 e 97 della Costituzione ed alla violazione degli artt. 9 e 10 della Convenzione Europea dei Diritti dell Uomo. Eccesso di potere per difetto assoluto del presupposto e per contraddittorietà ed illogicità manifeste. Ingiustizia grave e manifesta. 6) In subordine: illegittimità derivata dalla illegittimità costituzionale dell art. 1 della Legge 8 luglio 1998, n. 230 per violazione degli artt. 2, 3 e 21 Cost. L interpretazione corretta dell art. 1 della Legge n. 230/1998 comporta la chiara possibilità di addivenire alla revoca dello status di obbiettore di coscienza. Tuttavia, nella denegata ipotesi in cui la citata disposizione fosse interpretata nel senso preclusivo di tale revoca, essa sarebbe in contrasto con l art 2 della Costituzione che garantisce i diritti inviolabili dell uomo, con l art. 3, che afferma il principio di uguaglianza nella sua massima estensione, e con l art 21, che riconosce il diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto ed ogni altro mezzo di diffusione. Pertanto, ove l Ecc.mo Tribunale ravvisasse il requisito della rilevanza nel caso in 2

3 esame, si propone, ai sensi dell art. 1 della Legge Cost. 9 febbraio 1948, n. 1, e dell art. 23 della Legge 11 marzo 1953, n. 87, questione di legittimità costituzionale della norma legislativa suindicata e si chiede che l Ecc.mo Tribunale voglia sospendere il giudizio e rimettere gli atti alla Corte Costituzionale, previa sospensione degli atti impugnati. 7) In via di ulteriore subordine: illegittimità derivata dalla illegittimità costituzionale derivata dell art. 15 in relazione alla violazione degli artt. 3, 4, 35 e 51 della Costituzione. L art. 15, commi 6 e 7, della Legge 8 luglio 1998, n. 230 fornisce una lunga elencazione di preclusioni di carattere illimitato nel tempo a carico dei soggetti ammessi a prestare il servizio civile, sia sotto il profilo personale (divieto di detenere armi), sia sotto il profilo lavorativo (divieto di assumere ruoli imprenditoriali o direttivi nella fabbricazione e commercializzazione, anche a mezzo di rappresentanti, di armi, munizioni e materiali esplodenti divieto di partecipazione a concorsi per l arruolamento nelle Forze Armate, Arma dei Carabinieri, Corpo della Guardia di Finanza, Polizia di Stato, Polizia Penitenziaria e Corpo Forestale dello Stato per qualsiasi impiego che comporti l uso delle armi). Tale ingiusta discriminazione ai danni di chi abbia richiesto il riconoscimento dello status di obiettore di coscienza, si riflette enormemente sulle future possibilità lavorative di coloro i quali, come l odierno ricorrente, abbiano mutato il loro originario convincimento, a fronte delle sopravvenute esperienze maturate nel periodo intercorso dall espletamento del servizio civile sostitutivo di cui alla Legge 230/98, nonché della precedente Legge 15 dicembre 1972 n Ciò comporta, infatti, una illegittima discriminazione tra chi, nella vigenza della precedente disciplina, è stato costretto a richiedere il predetto provvedimento dichiarativo, e chi, nella vigenza dell attuale quadro normativo, a seguito dell intervenuta abolizione del servizio militare obbligatorio per effetto della Legge 23 agosto 2004 n. 226, pur essendo ugualmente contrario all uso delle armi non ha più il dovere di dichiararlo e, pertanto, non si vede sottoporre alle restrittive 3

4 conseguenze di cui all art. 15 della obsoleta Legge 230/98 oramai svuotata di ogni significato dalla nuova normativa di riferimento. Le illegittime preclusioni di cui al citato articolo 15, commi 6 e 7, legge 230/98, pertanto, sono in palese contrasto con i principi di cui ai rubricati articoli 3, 4, 35 e 51 della Costituzione, poiché comportano una illegittima ed illimitata discriminazione dei soggetti dichiarati obiettori di coscienza e del loro diritto al lavoro e all accesso ai pubblici uffici. Si sottolinea altresì che il Capo di Gabinetto del Ministero delle Pari Opportunità, con nota prot. n. 189/2005/Gab/pc, ha riconosciuto che la suddetta norma non è chiarissima; infatti, l elencazione degli impegni sottoposti ad inibizione non è tassativa e quindi suscettibile di diverse interpretazioni, soprattutto per quel che riguarda i corpi delle polizie locali Ad alimentare i dubbi e incertezze contribuiscono inoltre i Regolamenti della Polizia Municipale di importanti comuni che, in alcuni casi richiamano la legge, (es.: Comune di Venezia) ed in altri casi tacciono sulla questione. Pertanto, in via di ulteriore subordine, ove l Ecc.mo Tribunale ravvisasse il requisito della rilevanza nel caso in esame, si propone, ai sensi dell art. 1 della Legge Cost. 9 febbraio 1948, n. 1, e dell art. 23 della Legge 11 marzo 1953, n. 87, questione di legittimità costituzionale della normativa legislativa suindicata e si chiede che l Ecc.mo Tribunale voglia sospendere il giudizio e rimettere gli atti alla Corte Costituzionale, previa sospensione degli atti impugnati. ISTANZA DI SOSPENSIONE ISTANZA DI RISARCIMENTO DEI DANNI P.Q.M Si chiede l annullamento dell atto impugnato, in epigrafe indicato, previa sospensione 4

5 dell esecuzione, con la vittoria delle spese, competenze ed onorari di giudizio. Con riserva di proporre motivi aggiunti. Si dichiara che la presente controversia verte in materia di servizio civile ed è pertanto esente dal contributo unificato ai sensi di legge. (data e firma) (Segue relazione di notifica) 5

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