4.2 LE ACQUE SOTTERRANEE

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1 4.2 LE ACQUE SOTTERRANEE Il D.Lgs. 152/99, corretto ed integrato dal D.Lgs. 258/2000, contiene, all Allegato 1, le indicazioni relative al monitoraggio ed alla classificazione delle acque in funzione degli obiettivi di qualità ambientale I corpi idrici sotterranei significativi Può risultare utile in questa sede riprendere la definizione del D.Lgs. 152/99, relativamente ai corpi idrici significativi: Sono significativi gli accumuli d acqua contenuti nel sottosuolo permeanti la matrice rocciosa, posti al di sotto del livello di saturazione permanente. Fra essi ricadono le falde freatiche e quelle profonde (in pressione o no) contenute in formazioni permeabili, e, in via subordinata, i corpi d acqua intrappolati entro formazioni permeabili con bassa o nulla velocità di flusso. Le manifestazioni sorgentizie, concentrate o diffuse (anche subacquee) si considerano appartenenti a tale gruppo di acque in quanto affioramenti della circolazione idrica sotterranea. Non sono significativi gli orizzonti saturi di modesta estensione e continuità all interno o sulla superficie di una litozona poco permeabile e di scarsa importanza idrogeologica e irrilevante significato ecologico.. Nel contesto ambientale dell Emilia-Romagna, tutta la pianura contiene corpi idrici sotterranei significativi e, in quanto tali, da monitorare. La tabella 4.42 riporta l elenco dei corpi idrici significativi per Piacenza, definiti come complessi idrogeologici in base agli approfondimenti relativi al modello concettuale dell acquifero regionale; nella figura 4.31 viene rappresentata la relativa distribuzione in pianta a livello regionale; il dettaglio provinciale è riportato nella successiva figura 4.32, comprensiva della distribuzione dei pozzi della rete di monitoraggio. Sulla base delle caratteristiche geologiche, idrochimiche ed idrodinamiche che descrivono i complessi idrogeologici è possibile attribuire ad alcuni di questi una valenza primaria e ad altri una valenza secondaria: si parlerà quindi di corpi idrici significativi prioritari e corpi idrici significativi di interesse. I corpi idrici significativi prioritari ai fini del monitoraggio ambientale sono: conoidi alluvionali appenniniche (suddivisibili in conoidi maggiori, intermedie e minori) e pedemontane. I corpi idrici significativi di interesse sono rappresentati da: depositi di piana alluvionale padana, riferibili al fiume Po; depositi di piana alluvionale appenninica (non presenti nella provincia di Piacenza). Tabella Elenco dei corpi idrici sotterranei significativi nel territorio piacentino CONOIDI ALLUVIONALI APPENNINICHE CONOIDI MAGGIORI CONOIDI INTERMEDIE CONOIDI MINORI CONOIDI PEDEMONTANE Trebbia Tidone-Luretta Chiavenna Cartografate ma non distinte Nure Arda singolarmente PIANURA ALLUVIONALE PADANA Nella precedente definizione dei corpi idrici significativi non sono ricomprese le falde freatiche della medio-bassa pianura non collegate ai gruppi acquiferi sottostanti. La Provincia può verificare la significatività di questi acquiferi freatici, sulla base di alcuni elementi tra cui il possibile utilizzo agricolo, le possibili interazioni con altre componenti ambientali (acque superficiali, emergenze delle falde, alimentazione di zone umide) e la loro presenza in aree soggette ad elevata pressione antropica. 213

2 Figura 4.31 Distribuzione dei corpi idrici sotterranei significativi a livello regionale N PC PR FE RE MO BO RA F. Po Idrografia principale Confine regionale Confini provinciali Depositi sabbiosi costieri Conoidi maggiori Conoidi intermedie Conoidi minori Pianura alluvionale appenninica Pianura alluvionale padana Conoidi pedemontane FO RN 214

3 Figura 4.32 Distribuzione dei corpi idrici sotterranei significativi a livello provinciale. R. BARDONEZZA T. TIDONE Confine provinciale Rete idrografica Limite acquifero di pianura R. LURETTA pozzi rete Distribuzione dei complessi idrogeologici (elab. Arpa-IA e RER-Servizio Geologico) conoidi maggiori conoidi intermedie conoidi minori pianura alluvionale padana conoidi pedemontane T. LOGGIA F. TREBBIA T. NURE T. RIGLIO T. CHERO T. ARDA T. CHIAVENNA T. ONGINA N F. PO Scala 1:

4 4.2.2 La rete regionale di monitoraggio delle acque sotterranee La classificazione dello stato ambientale delle acque sotterranee della Regione Emilia-Romagna viene realizzata a partire dai dati quali-quantitativi appartenenti alla rete regionale di monitoraggio, revisionata/ottimizzata nel 2002 nell ambito del progetto SINA Analisi e progettazione delle reti di monitoraggio ambientale su base regionale e sub-regionale. Proposta di revisione della rete di monitoraggio delle acque sotterranee (ARPA Emilia-Romagna, Regione Emilia-Romagna 2002); negli anni successivi alcuni pozzi della rete sono stati sostituiti per motivi di inaccessibilità, dismissione, cambio gestore/proprietario, problemi tecnici o di altra natura. Per la classificazione qualitativa si utilizzano le medie dei valori misurati nelle due campagne annuali sui punti di campionamento, mentre per la classificazione quantitativa si fa riferimento alla intera serie storica dei dati piezometrici. L anno di riferimento per la prima classificazione è il 2002, primo anno di campionamento sulla nuova rete. Nelle successive tabelle si riporta una breve descrizione della rete regionale esistente sul territorio piacentino al 2005, attraverso una sintesi del numero di punti di misura suddiviso per tipo di misurazione e tipo di controllo, a livello provinciale e suddivisi per corpi idrici significativi (tabelle 4.43 e 4.44) ed un anagrafica essenziale dei pozzi monitorati (tabella 4.45). Tabella Suddivisione dei punti di monitoraggio sul territorio piacentino Piezometria TIPOLOGIA DI MISURA EFFETTUATA Piezometria e Chimismo Chimismo Totale stazioni di misura TIPO DI CONTROLLO Qualità Quantità Tabella Distribuzione dei punti di misura in riferimento ai corpi idrici significativi Totale punti di misura rete qualità rete quantità Conoidi maggiori (principali) Trebbia - Nure Conoidi intermedie Tidone-Luretta Arda Conoidi Minori Chiavenna Conoidi pedemontane Pianura alluvionale padana Totale La figura 4.33 riporta la distribuzione spaziale sul territorio provinciale delle stazioni di misura suddivise per tipologia di misura (solo piezometria, solo chimismo o entrambe le misure), corredata dalla distribuzione spaziale in pianta delle diverse tipologie dei corpi idrici sotterranei significativi. 216

5 Tabella 4.45 Pozzi rete di monitoraggio 2005 provincia di Piacenza: breve anagrafica Pozzi Comune Località pozzo X_utm Y_utm Uso Tipo misura Stratigrafia Acquifero captato Unità Idrogeologica Complesso Idrogeologico PC01-00 ROTTOFRENO SANTIMENTO civile P+C SI A Trebbia Nure Conoidi maggiori PC02-00 ROTTOFRENO CAMPO SPORTIVO civile P+C NO A Tidone Luretta Conoidi intermedie PC03-02 GRAGNANO TREBBIENSE CAMPREMOLDO SOPRA irriguo P+C NO A Tidone Luretta Conoidi intermedie PC04-01 PIACENZA VALLERA civile P+C SI A+B Trebbia Nure Conoidi maggiori PC05-02 PIACENZA LA VERZA civile P SI B Trebbia Nure Conoidi maggiori PC07-00 GRAGNANO TREBBIENSE GRAGNANO T civile P+C SI A Tidone Luretta Conoidi intermedie PC08-01 SARMATO SARMATO industriale P+C SI A+B Tidone Luretta Conoidi intermedie PC09-01 CAORSO CAORSO civile P+C SI A Piana alluvionale padana Piana alluvionale padana PC10-01 MONTICELLI D'ONGINA QUATTRO CASE civile P+C SI A Piana alluvionale padana Piana alluvionale padana PC11-02 CASTELVETRO P.NO SAN GIULIANO civile P+C SI A Piana alluvionale padana Piana alluvionale padana PC12-01 VILLANOVA SULL'ARDA VILLANOVA civile P+C SI A Piana alluvionale padana Piana alluvionale padana PC13-00 CORTEMAGGIORE CHIAVENNA LANDI civile P+C SI A Piana alluvionale padana Piana alluvionale padana PC14-01 CORTEMAGGIORE CORTEMAGGIORE civile C SI A Piana alluvionale padana Piana alluvionale padana PC15-01 GOSSOLENGO CAMPO SPORTIVO civile P+C SI A Trebbia Nure Conoidi maggiori PC17-00 SAN GIORGIO P.NO S. GIORGIO P civile P+C SI A Trebbia Nure Conoidi maggiori PC19-00 CADEO ROVELETO civile P+C SI A Arda Conoidi intermedie PC20-00 FIORENZUOLA D'ARDA BARABASCA civile P+C SI A Arda Conoidi intermedie PC21-03 BESENZONE SCUOLE ELEMENTARI civile P+C SI A Piana alluvionale padana Piana alluvionale padana PC23-02 PONTENURE SCUOLE MEDIE civile P+C SI A Trebbia Nure Conoidi maggiori PC23-05 PONTENURE VALCONASSO industriale P+C SI A Trebbia Nure Conoidi maggiori PC23-06 PONTENURE VALCONASSO civile P+C SI A Trebbia Nure Conoidi maggiori PC24-00 CADEO FONTANAFREDDA industriale P+C NO A Arda Conoidi intermedie PC26-02 CARPANETO CIRIANO civile P+C SI A+B Chiavenna Conoidi minori PC27-02 FIORENZUOLA D'ARDA CERE' irriguo/civile P+C SI A+B Arda Conoidi intermedie PC28-00* ALSENO CHIARAVALLE d. COLOMBA civile P+C NO A Arda Conoidi intermedie PC30-03 SAN GIORGIO P.NO VIUSTINO civile P+C SI Non noto Trebbia Nure Conoidi pedemontane PC33-01 ALSENO GORRA civile P+C SI A Arda Conoidi intermedie PC34-00* ALSENO LUSURASCO civile P+C SI A+B Arda Conoidi intermedie PC36-00 GRAGNANO TREBBIENSE CASALIGGIO industriale P+C SI B Trebbia Nure Conoidi maggiori PC41-01 CASTEL S. GIOVANNI NIZZOLI civile P+C SI A Tidone Luretta Conoidi intermedie PC43-00 CASTEL S. GIOVANNI CA' MERLINO-GANAGHELLO zootecnico C SI A Tidone Luretta Conoidi intermedie PC45-01 SAN PIETRO IN CERRO SCUOLE ELEMENTARI civile P+C NO A Piana alluvionale padana Piana alluvionale padana PC48-00 ROTTOFRENO SAN NICOLO' civile P+C NO A Trebbia Nure Conoidi maggiori PC55-01 PODENZANO TURRO irriguo P NO A+B+C Trebbia Nure Conoidi maggiori PC56-00 PIACENZA GALLEANA civile P+C SI A Trebbia Nure Conoidi maggiori PC56-01 PIACENZA BARRIERA TORINO civile P+C SI A Trebbia Nure Conoidi maggiori PC56-06 PIACENZA FARNESIANA civile P+C SI A+B Trebbia Nure Conoidi maggiori PC56-07 PIACENZA CAORSANA civile P+C SI A Trebbia Nure Conoidi maggiori PC56-08 PIACENZA BESURICA civile P+C SI A Trebbia Nure Conoidi maggiori PC56-09 PIACENZA BORGHETTO civile P+C SI A Piana alluvionale padana Piana alluvionale padana PC56-10 PIACENZA MORTIZZA (SCUOLA) civile P+C SI A Piana alluvionale padana Piana alluvionale padana PC56-11 PIACENZA GERBIDO (SCUOLA) civile P+C SI A Piana alluvionale padana Piana alluvionale padana 217

6 Pozzi Comune Località pozzo X_utm Y_utm Uso Tipo misura Stratigrafia Acquifero captato Unità Idrogeologica Complesso Idrogeologico PC63-01 PIACENZA RONCAGLIA civile P+C SI A Piana alluvionale padana Piana alluvionale padana PC64-00 PIACENZA PONTE SUL NURE civile P+C SI B Trebbia Nure Conoidi maggiori PC69-00 PIACENZA VEGGIOLETTA civile P+C SI A Trebbia Nure Conoidi maggiori PC72-00* SAN GIORGIO P.NO GALUSANO SOPRA civile P+C SI A+B Trebbia Nure Conoidi maggiori PC75-00 RIVERGARO COLONESE civile C SI C Trebbia Nure Conoidi pedemontane PC77-00* GAZZOLA RIVALTA civile P+C SI A Trebbia Nure Conoidi maggiori PC80-00 MONTICELLI D'ONGINA BERTOLINO civile P+C NO A Piana alluvionale padana Piana alluvionale padana PC81-00 PODENZANO CASONI DI GARIGA civile P+C SI A Trebbia Nure Conoidi maggiori PC82-00 BORGONOVO V. TIDONE BRENO civile P+C SI A Tidone Luretta Conoidi intermedie PC83-00 BORGONOVO V. TIDONE SCUOLE ELEMENTARI civile P+C SI A+C Tidone Luretta Conoidi intermedie PC85-00 AGAZZANO SABBIONI civile C NO A Tidone Luretta Conoidi intermedie PC86-00 BORGONOVO V. TIDONE MOTTAZIANA civile C NO A Tidone Luretta Conoidi intermedie PC87-01 GAZZOLA LA NEGRA civile P+C NO A+B Trebbia Nure Conoidi maggiori PC88-00 SARMATO MOLZA civile P+C NO A Piana alluvionale padana Piana alluvionale padana PC89-00 PONTE DELL'OLIO RIVA civile C NO A Trebbia Nure Conoidi maggiori PC90-00 PIANELLO ISOLA civile P+C NO A Tidone Luretta Conoidi intermedie PC91-01 VIGOLZONE BEL SORRISO civile P+C SI C Trebbia Nure Conoidi pedemontane PC93-00 CARPANETO TRAVAZZANO irriguo C SI C Chiavenna Conoidi minori PC94-01 RIVERGARO FONTANAMORE industriale P+C NO A+B Trebbia Nure Conoidi maggiori PC95-00 PODENZANO CAPOLUOGO industriale P+C SI A Trebbia Nure Conoidi maggiori PC96-00 PODENZANO SAN POLO industriale P+C SI B Trebbia Nure Conoidi maggiori PC97-00 GOSSOLENGO SETTIMA civile P+C SI C Trebbia Nure Conoidi maggiori * in corsivo i pozzi non campionati durante le campagne di misura 2005, causa inaccessibilità 218

7 Figura La rete regionale di monitoraggio delle acque sotterranee in provincia di Piacenza, situazione al 2005 R. BARDONEZZA T. TIDONE R. LURETTA Confine provinciale Rete idrografica Limite acquifero di pianura Tipologia pozzi rete 2005 solo piezometria solo chimismo piezometria + chimismo Distribuzione dei complessi idrogeologici (elab. Arpa-IA e RER-Servizio Geologico) conoidi maggiori conoidi intermedie conoidi minori pianura alluvionale padana conoidi pedemontane T. LOGGIA F. TREBBIA T. NURE T. RIGLIO T. CHERO T. ARDA T. CHIAVENNA T. ONGINA N F. PO Scala 1:

8 Le informazioni su localizzazione, stratigrafia e altezza filtri, ove esistenti e note, hanno consentito di effettuare l attribuzione dei punti di misura ai singoli Gruppi Acquiferi A, B e C individuati all interno del lavoro Riserve Idriche Sotterranee della Regione Emilia-Romagna e lo schema che ne deriva è riportato nella tabella Tabella Punti di monitoraggio e gruppi acquiferi captati Gruppo acquifero Solo chimismo Solo piezometria Piezometria e chimismo Totale A A+B A+B+C A+C B B+C C non attribuibili Totale La classificazione quali-quantitativa delle acque sotterranee La classificazione quantitativa Il D.Lgs. 152/99 riporta le indicazioni di principio secondo le quali la classificazione quantitativa deve essere basata sulle alterazioni misurate o previste delle condizioni di equilibrio idrogeologico. In tabella 4.47 sono riportate le 4 classi che definiscono lo stato quantitativo. Dalle definizioni risulta evidente l importanza che riveste, per il mantenimento delle condizioni di sostenibilità nell utilizzo della risorsa sul lungo periodo, la conoscenza dei termini che concorrono alla definizione del bilancio idrogeologico dell acquifero, comprendendo tra questi quello dovuto agli emungimenti e quello rappresentativo dell impatto antropico, nonché la conoscenza delle caratteristiche intrinseche e di potenzialità dell acquifero. Tabella 4.47 Definizione dello stato quantitativo delle acque sotterranee (Allegato 1, D.Lgs. 152/99) L impatto antropico è nullo o trascurabile con condizioni di equilibrio idrogeologico. Le CLASSE A estrazioni di acqua o alterazioni della velocità naturale di ravvenamento sono sostenibili sul lungo periodo. L impatto antropico è ridotto, vi sono moderate condizioni di disequilibrio del bilancio idrico, CLASSE B senza che tuttavia ciò produca una condizione di sovrasfruttamento, consentendo un uso della risorsa e sostenibile sul lungo periodo. Impatto antropico significativo con notevole incidenza dell uso sulla disponibilità della risorsa CLASSE C evidenziata da rilevanti modificazioni agli indicatori generali sopraesposti. CLASSE D Impatto antropico nullo o trascurabile, ma con presenza di complessi idrogeologici con intrinseche caratteristiche di scarsa potenzialità idrica. Un corpo idrico sotterraneo è in condizioni di equilibrio idrogeologico quando lo sfruttamento che su di esso insiste è inferiore alle proprie capacità di ricarica. Ai fini della classificazione quantitativa, i fattori da considerare sono sia quelli che ne descrivono le caratteristiche intrinseche (tipologia di acquifero, spessore utile, permeabilità e coefficiente di immagazzinamento) che quelli rappresentativi del livello di sfruttamento (prelievi, trend piezometrico). I primi rappresentano l acquifero in termini di potenzialità, idrodinamica, modalità e possibilità di ricarica; i prelievi sono descrittivi dell impatto antropico sulla risorsa ed il trend della piezometria individua indirettamente il rapporto ricarica/prelievi. 220

9 Per la classificazione quantitativa sulla base delle quattro classi riportate in tabella 4.47 viene fatto riferimento alle serie storiche di dati piezometrici relative alla rete regionale di monitoraggio delle acque sotterranee, che insiste sul territorio regionale dal Lo Stato Quantitativo delle Acque Sotterranee è stato calcolato a livello regionale con i dati 2005 solo per i pozzi che avevano una serie storica significativa. Essendo la classificazione quantitativa (classi A, B, C) un dato elaborato arealmente, è disponibile la classificazione dell'intero territorio di pianura regionale con una definizione di 1 Kmq. Ciò vuole dire che per ogni Kmq è disponibile un valore al 2005 della classificazione quantitativa: si può così estrapolare il valore di SQuAS di un punto classificato per attribuire lo stato quantitativo anche ai pozzi non classificati con proprie misure. Nelle figure 4.34 e 4.35 viene riportata in pianta la classificazione quantitativa dei corpi idrici sotterranei significativi, rispettivamente a scala provinciale e con dettaglio sulla pianura. Nelle figure 4.36 e 4.37 sono invece mostrate le percentuali di pozzi ricadenti nelle diverse classi quantitative suddivise per tipologia di complesso idrogeologico e per corpo idrico. La classe quantitativa prevalente sul territorio provinciale risulta essere la B (49.1, pari a 28 pozzi), seguita dalla classe C (33.3, pari a 19 pozzi) ed infine dalla classe A (17.5, pari a 10 pozzi). La Classe C quantitativa risulta principalmente concentrata all interno delle conoidi alluvionali appenniniche maggiori, con oltre il 63; la percentuale scende al 26.3 nelle conoidi intermedie e minori ed al 10.5 nelle conoidi pedemontane, mentre nessuno dei pozzi della piana alluvionale padana è attribuito alla classe C. La distribuzione dei pozzi in Classe B quantitativa risulta più concentrata nella piana alluvionale padana (39.3) e nelle conoidi maggiori (35.7); i pozzi B del territorio di conoide intermedia e minore rappresentano il 21.4, mentre quelli di conoide pedemontana rappresentano il 3.6. La maggior presenza di pozzi in Classe A quantitativa, pari al 60, si riscontra tra quelli appartenenti alle conoidi intermedie e minori. Le porzioni di territorio con pozzi in classe C e B sono quelle che concorrono alla formazione dei volumi di deficit idrico, quasi interamente localizzato all interno delle conoidi alluvionali appenniniche. Nelle figure 4.38 e 4.39 vengono rappresentati i deficit/surplus idrici per le conoidi alluvionali appenniniche di interesse (dati PTA regionale, 2002). 221

10 222 Figura La classificazione quantitativa delle acque sotterranee al 2005 (SQuAS). T. NURE T. RIGLIO T. AVETO T. CHERO T. ONGINA T. CHIAVENNA T. LOGGIA R. LURETTA R. BARDONEZZA T. ARDA T. TIDONE F. TREBBIA F. PO conoidi maggiori conoidi intermedie conoidi minori pianura alluvionale padana conoidi pedemontane Confine provinciale Rete idrografica pozzi classe A Classificazione quantitativa (SQUAS) 2005 classe B classe C Distribuzione dei complessi idrogeologici (elab. Arpa-IA e RER-Servizio Geologico) Scala 1: N

11 223 Figura La classificazione quantitativa delle acque sotterranee (SQuAS) al 2005 dettaglio acquifero di pianura T. NURE T. RIGLIO T. CHERO T. ONGINA T. CHIAVENNA T. LOGGIA R. LURETTA R. BARDONEZZA T. ARDA T. TIDONE F. TREBBIA F. PO N Scala 1: conoidi maggiori conoidi intermedie conoidi minori pianura alluvionale padana conoidi pedemontane Confine provinciale Rete idrografica pozzi classe A Classificazione quantitativa (SQUAS) 2005 classe B classe C Distribuzione dei complessi idrogeologici (elab. Arpa-IA e RER-Servizio Geologico)

12 Figura Classificazione quantitativa dei corpi idrici significativi, al 2005: percentuali di pozzi ricadenti nelle diverse classi, per tipo di complesso idrogeologico Conoidi maggiori Conoidi intermedie e minori Conoidi pedemontane Piana alluvionale padana Totale Provincia C B A Figura Classificazione quantitativa dei corpi idrici significativi, al 2005: percentuali di pozzi ricadenti nelle diverse classi, per corpo idrico Trebbia Nure Tidone- Luretta Arda Chiavenna Piana alluv. padana C B A

13 Figura Deficit e surplus idrico: dalla conoide del Torrente Tidone alla conoide del Fiume Enza (dati PTA regionale 2002) 2.0 DEFICIT SURPLUS Deficit/Surplus Idrico (milioni di m 3 /y) Tidone Trebbia-Nure Arda Taro Parma-Baganza Enza SURPLUS DEFICIT Conoidi principali ed intermedie Figura Deficit e surplus idrico: conoidi minori e conoidi pedemontane (dati PTA regionale 2002) Deficit/Surplus Idrico (milioni di m 3 /y) Chiavenna Stirone Crostolo- Tresinaro DEFICIT Tiepido SURPLUS Ghironda- Aposa Quaderna Sellustra Pedemontane SURPLUS DEFICIT Conoidi minori e pedemontane Analizzando la distribuzione percentuale delle classi quantitative B e C all interno dei corpi idrici, si evidenziano stati di criticità diffusi su tutto il territorio provinciale con valori percentuali non inferiori al 60 (Arda) e punte superiori al 90 (Trebbia: 93.8; Nure: 90.9). La situazione apparentemente positiva del Chiavenna non si può considerare significativa per l esiguità del numero di pozzi (2) La classificazione qualitativa Il D.Lgs. 152/99 definisce cinque classi qualitative, riportate in Tabella 4.48 insieme alla loro descrizione. Per l attribuzione della classe si fa riferimento ai valori di concentrazione dei sette parametri chimici di base, riportati in Tabella 4.49 (Allegato 1 D.Lgs. 152/99); la classificazione è determinata dal valore peggiore di concentrazione riscontrato nelle analisi dei diversi parametri di base. La classificazione individuata a partire dai parametri di base deve essere corretta in relazione ai valori di concentrazione rilevati nel monitoraggio dei parametri addizionali, il cui elenco e relativi valori di 225

14 soglia sono riportati in Tabella 4.50 (Allegato 1 del D.Lgs. 152/99). In particolare il superamento della soglia riportata per ogni singolo inquinante (inorganico od organico), determina il passaggio alla Classe 4 a meno che non sia accertata, per i soli inorganici, l origine naturale che determina il passaggio in Classe 0. Tabella Definizione dello stato chimico delle acque sotterranee CLASSE 1 CLASSE 2 CLASSE 3 CLASSE 4 CLASSE 0 Impatto antropico nullo o trascurabile con pregiate caratteristiche idrochimiche Impatto antropico ridotto e sostenibile sul lungo periodo e con buone caratteristiche idrochimiche Impatto antropico significativo e con caratteristiche idrochimiche generalmente buone, ma con alcuni segnali di compromissione Impatto antropico rilevante con caratteristiche idrochimiche scadenti Impatto antropico nullo o trascurabile ma con particolari facies idrochimiche naturali in concentrazioni al di sopra del valore della Classe 3 Tabella Determinazione della classificazione qualitativa in base al valore dei parametri di base Parametro Unità di misura Classe 1 Classe 2 Classe 3 Classe 4 Classe 0 Conducibilità elettrica (20 C) μs/cm >2500 >2500 Cloruri mg/l >250 >250 Manganese μg/l >50 >50 Ferro μg/l >200 >200 Nitrati mg/l di NO > 50 Solfati mg/l di SO >250 >250 Ione ammonio mg/l di NH 4 0,05 0,5 0,5 >0,5 >0,5 226

15 Tabella Elenco dei parametri addizionali per la classificazione qualitativa (tab. 21, All. 1, D.Lgs. 152/99) Inquinanti inorganici μg/l Inquinanti organici μg/l Alluminio 200 Composti alifatici alogenati totali 10 Antimonio 5 di cui: Argento 10-1,2-dicloroetano 3 Arsenico 10 Pesticidi totali 0,5 Bario 2000 di cui: Berillio 4 - aldrin 0,03 Boro dieldrin 0,03 Cadmio 5 - eptacloro 0,03 Cianuri 50 - eptacloro epossido 0,03 Cromo tot. 50 Altri pesticidi individuali 0,1 Cromo VI 5 Acrilamide 0,1 Ferro 200 Benzene 1 Fluoruri 1500 Cloruro di vinile 0,5 Mercurio 1 IPA totali 0,1 Nichel 20 Benzo (a) pirene 0,01 Nitriti 500 Piombo 10 Rame 1000 Selenio 10 Zinco 3000 Il monitoraggio qualitativo è stato condotto secondo la D.G.R. 2135/2004, che prevede l integrazione dei parametri addizionali sopra riportati con sostanze pericolose individuate a livello comunitario e a livello provinciale. La classificazione qualitativa è stata effettuata sui risultati delle campagne 2005, relativi a 57 dei 62 pozzi della rete di monitoraggio (64 totali) aventi screening qualitativo: i 5 pozzi mancanti sono risutlati non accessibili/disponibili per le misure in entrambe le campagne. La classificazione qualitativa dei corpi idrici sotterranei (SCAS) è riportata nella rappresentazione cartografica di Figura 4.40, illustrata in dettaglio per le conoidi maggiori, intermedie e minori nella Figura 4.41 per complesso idrogeologico e per corpo idrico nella Fig

16 Figura La classificazione qualitativa delle acque sotterranee al 2005 (SCAS). T. TIDONE R. BARDONEZZA T. TIDONE U R. LORA - CAROGNA U F. TREBBIA U U U U U U U U U U U U U U U U U U U U U U U U U U U U U U U U U U U U U U U UU U U U U U U U U U U U U U U R. CORNAIOLA R. LURETTA T. LOGGIA R. DEL VESCOVO COLAT. DIVERSIVO OVEST T. RIGLIO T. CHERO T. CHIAVENNA T. ONGINA F. PO N Scala 1: T. AVETO T. NURE T. ARDA Confine provinciale Rete idrografica Classificazione qualitativa (SCAS) 2005 U classe 0 U classe 1 U classe 2 U classe 3 U classe 4 Distribuzione dei complessi idrogeologici (elab. Arpa-IA e RER-Servizio Geologico) conoidi maggiori conoidi intermedie conoidi minori pianura alluvionale padana conoidi pedemontane 228

17 Figura Classificazione qualitativa dei corpi idrici significativi, al 2005: percentuali di pozzi ricadenti nelle diverse classi, per tipo di complesso idrogeologico Conoidi maggiori Conoidi intermedie Conoidi minori Conoidi pedemontane Piana alluv. padana TOTALE PROV Figura Classificazione qualitativa dei corpi idrici significativi, al 2005: percentuali di pozzi ricadenti nelle diverse classi, per corpo idrico Tidone Luretta Trebbia Nure Chiavenna Arda Piana alluv. padana TOTALE PROV Dai dati di cui sopra si evince che: la classe 1 (stato elevato) non è presente su tutto il territorio provinciale; 229

18 la classe più rappresentata in tutti i complessi idrogeologici è la classe 3 (stato sufficiente, pari al 38.6 sul totale provinciale), subito seguita dalla classe 2 (stato buono, pari al 36.8); la classe 4 (stato scadente) ammonta al 5.3, mentre la classe 0 (stato naturale/particolare) ammonta al 19.3; la classe 2 (stato buono) risulta presente, all interno dei diversi complessi idrogeologici, con valori percentuali compresi tra il 23.1 (piana alluvionale padana) e il 50 (Chiavenna); l unica differenza fra la classe 2 e la classe 3 è il contenuto di nitrati, rispettivamente 25 e 50 mg/l; il complesso del Chiavenna mostra la maggior percentuale di corpi idrici significativi in Classe 0 (50, 1 pozzo su 2); le conoidi maggiori e intermedie presentano una percentuale di pozzi in Classe 0 contenuta; i pozzi in Classe 4 ( impatto antropico rilevante, caratteristiche chimiche scadenti ) si riscontrano nelle conoidi occidentali ed orientali, a seguito della presenza di composti azotati (Tidone-Luretta, Nure, Arda); si ricorda che per come è costruito lo strumento di classificazione del decreto, la Classe 4 determina uno stato ambientale scadente, inammissibile per gli obiettivi di qualità al 2016; i pozzi in Classe 3 sono ben rappresentati nei sistemi idrogeologici ampi e con processi di contaminazione progressiva, con ampi volumi idrici in gioco, quali ad esempio le conoidi del Trebbia e del Nure. Passando ai depositi di piana alluvionale padana, la classificazione perde la capacità di leggere i fenomeni evolutivi, in quanto le soglie di legge per la definizione delle Classi 1-4 sono ben più basse della contaminazione naturale presente. Ciò non toglie che occorra segnalare alcuni elementi di interesse: vi sono alcune condizioni particolari di potenziale redox tali da classificare le acque come appartenenti alla Classe 2: ciò avviene in particolare in prossimità delle conoidi in alcune aree prossime al Po, dove i nitrati sono assenti e le condizioni favorevoli a manganese, ferro e ammoniaca non sono ancora marcate; il decreto specifica infine che in tali sistemi idrogeologici a prevalente stato ambientale particolare il Piano di Tutela delle Acque non deve mettere in atto alcuna azione particolare ma presidiare il non peggioramento delle acque stesse. A livello generale va comunque precisato che la penuria idrica degli anni recenti potrà rendere in futuro più interessante tale risorsa, almeno per utilizzi diversi dall uso civile. Nelle successive figure (da Fig a Fig. 4.47) sono rappresentati i trend dell indice SCAS (Stato Chimico Acque Sotterranee, come tendenza della qualità) per corpo idrico significativo, nel periodo (prima della classificazione) e per ogni anno dal 2002 al 2005: a parte la conoide del Chiavenna, che avendo solo 2 pozzi rappresentati, mostra andamenti poco significativi, in tutte le altre conoidi si assiste nel tempo ad un peggioramento della qualità, più o meno marcato (Tidone-Luretta e Arda); come si vedrà poi, i nitrati sono fondamentalmente il parametro che determina lo scadimento della qualità. Nella Piana Alluvionale Padana le trasformazioni sono praticamente nulle, a dimostrazione della scarsa circolazione idrica, accompagnata da scarso ricambio, caratteristica di questo acquifero. 230

19 Figura 4.43 Trend dello SCAS (tendenza della qualità) per conoide Tidone Luretta, dal biennio al biennio (prima della classificazione); successivamente per ogni anno dal 2002 al unità idrogeologica : conoide Tidone Luretta Figura 4.44 Trend dello SCAS (tendenza della qualità) per conoide Trebbia Nure. unità idrogeologica : conoide Trebbia Nure

20 Figura 4.45 Trend dello SCAS (tendenza della qualità) per conoide Chiavenna. unità idrogeologica : conoide Chiavenna Figura 4.46 Trend dello SCAS (tendenza della qualità) per conoide Arda. unità idrogeologica : conoide Arda

21 Figura 4.47 Trend dello SCAS (tendenza della qualità) per Piana Alluvionale Padana. unità idrogeologica : Piana alluvionale padana Lo stato ambientale Lo stato ambientale delle acque sotterranee è definito dalle cinque classi riportate in Tabella 4.51; esse vengono determinate attraverso la sovrapposizione, guidata in base ai contenuti della Tabella 4.52, delle cinque classi di qualità riportate in Tabella 4.48 con le quattro classi di quantità riportate in tabella In Tabella 4.52 si nota l incidenza della Classe qualitativa 0 sullo stato ambientale, poiché origina lo stato naturale particolare indipendentemente dalle condizioni di sfruttamento quantitativo. Inoltre la differenziazione tra le Classi 2 e 3, basata sul solo valore di concentrazione dei nitrati, determina, nel caso di non eccessivo sfruttamento della risorsa (classi quantitative A e B), il passaggio tra lo stato di buono e quello di sufficiente. Vengono di seguito sinteticamente riportati i risultati che ne sono derivati unitamente alla loro lettura legata all analisi della presenza delle diverse classi qualitative all interno dei corpi idrici. Tabella Definizione dello stato ambientale delle acque sotterranee ELEVATO BUONO SUFFICIENTE SCADENTE NATURALE PARTICOLARE Impatto antropico nullo o trascurabile sulla qualità e quantità della risorsa, con l eccezione di quanto previsto nello stato naturale particolare Impatto antropico ridotto sulla qualità e/o quantità della risorsa Impatto antropico ridotto sulla quantità, con effetti significativi sulla qualità tali da richiedere azioni mirate ad evitarne il peggioramento Impatto antropico rilevante sulla qualità e/o quantità della risorsa con necessità di specifiche azioni di risanamento Caratteristiche qualitative e/o quantitative che pur non presentando un significativo impatto antropico, presentano limitazioni d uso della risorsa per la presenza naturale di particolari specie chimiche o per il basso potenziale quantitativo 233

22 Tabella 4.52 Stato ambientale (quali-quantitativo) dei corpi idrici sotterranei Stato elevato Stato buono Stato sufficiente Stato scadente Stato particolare 1 A 1 B 3 A 1 C 0 A 2 A 3 B 2 C 0 B 2 B 3 C 0 C 4 C 0 D 4 A 1 D 4 B 2 D 3 D 4 D La tabella 4.53 riporta lo Stato Ambientale (SAAS) dei pozzi risultati accessibil/idisponibili durante le campagne 2005 (57 sui 64 totale della rete): la figura 4.48 ne rappresenta la distribuzione cartografica sul territorio piacentino, mentre la figura 4.49 ne riporta la ripartizione percentuale per complesso idrogeologico e per corpo idrico. In questo caso, seguendo anche il dettato normativo, che richiede di definire lo stato dei corpi idrici, è stata utilizzata una rappresentazione ad istogramma ove viene indicato il numero di stazioni in stato buono, sufficiente, scadente o particolare, rispetto al totale delle stazioni di misura disponibili. 234

23 Tabella 4.53 Stato Ambientale Acque Sotterranee (SAAS), classificazione Codice XUTM YUTM SCAS 2005 SQUAS 2005 SAAS 2005 Unità Idrogeologica Complesso idrogeologico PC B Sufficiente Trebbia Nure conoidi maggiori PC B Sufficiente Tidone Luretta conoidi intermedie PC C Scadente Tidone Luretta conoidi intermedie PC A Buono Trebbia Nure conoidi maggiori PC C Scadente Trebbia Nure conoidi maggiori PC B Scadente Tidone Luretta conoidi intermedie PC B Particolare Piana Alluv. Padana piana alluv. padana PC B Particolare Piana Alluv. Padana piana alluv. padana PC B Particolare Piana Alluv. Padana piana alluv. padana PC B Particolare Piana Alluv. Padana piana alluv. padana PC B Particolare Piana Alluv. Padana piana alluv. padana PC C Scadente Trebbia Nure conoidi maggiori PC A Buono Trebbia Nure conoidi maggiori PC B Buono Arda conoidi intermedie PC B Buono Arda conoidi intermedie PC B Particolare Piana Alluv. Padana piana alluv. padana PC B Sufficiente Trebbia Nure conoidi maggiori PC B Sufficiente Trebbia Nure conoidi maggiori PC B Sufficiente Trebbia Nure conoidi maggiori PC A Particolare Arda conoidi intermedie PC A Buono Chiavenna conoidi minori PC A Buono Arda conoidi intermedie PC B Sufficiente Trebbia Nure conoidi pedemontane PC C Scadente Arda conoidi intermedie PC C Scadente Trebbia Nure conoidi maggiori PC C Scadente Tidone Luretta conoidi intermedie PC C Scadente Tidone Luretta conoidi intermedie PC A Particolare Piana Alluv. Padana piana alluv. padana PC B Buono Trebbia Nure conoidi maggiori PC C Scadente Trebbia Nure conoidi maggiori PC B Sufficiente Trebbia Nure conoidi maggiori PC B Sufficiente Trebbia Nure conoidi maggiori PC B Sufficiente Trebbia Nure conoidi maggiori PC C Scadente Trebbia Nure conoidi maggiori PC B Buono Piana Alluv. Padana piana alluv. padana PC B Buono Piana Alluv. Padana piana alluv. padana PC B Sufficiente Piana Alluv. Padana piana alluv. padana PC B Buono Piana Alluv. Padana piana alluv. padana PC B Buono Trebbia Nure conoidi maggiori PC C Scadente Trebbia Nure conoidi maggiori PC C Scadente Trebbia Nure conoidi pedemontane PC A Particolare Piana Alluv. Padana piana alluv. padana PC C Scadente Trebbia Nure conoidi maggiori PC B Buono Tidone Luretta conoidi intermedie PC A Sufficiente Tidone Luretta conoidi intermedie PC C Scadente Tidone Luretta conoidi intermedie 235

24 Figura La classificazione quali-quantitativa (SAAS, stato ambientale) delle acque sotterranee al R. BARDONEZZA T. TIDONE S S S S S S S S S S S S S S S S S S S S S S S S S S S S S S S S S S S S S S S S S SS S S S S S S S S S S S S S S R. LURETTA T. LOGGIA F. TREBBIA T. NURE T. RIGLIO T. CHERO T. CHIAVENNA T. ONGINA F. PO N Scala 1: T. AVETO T. ARDA Confine provinciale Rete idrografica Classificazione stato ambientale (SAAS) 2005 U Particolare U Elevato U Buono U Sufficiente U Scadente Distribuzione dei complessi idrogeologici (elab. Arpa-IA e RER-Servizio Geologico) conoidi maggiori conoidi intermedie conoidi minori pianura alluvionale padana conoidi pedemontane 236

25 Figura Attribuzione dello stato ambientale (SAAS 2005) ai diversi corpi idrici la prevalenza dello Stato Particolare è molto marcata nell area di bassa pianura Tidone Luretta Trebbia Nure Chiavenna Arda Piana alluv. padana Particolare Elevato Buono Sufficiente Scadente Per una più rapida comprensione delle cause che determinano lo Stato Ambientale (SAAS) delle acque sotterranee, nella tabella seguente vengono sinteticamente riportate le indicazioni sui parametri quali (SCAS) e/o quantitativi (SQUAS) che lo hanno generato. In particolare la causale di tipo qualitativo viene precisata con l indicazione del parametro di base od addizionale che determina la Classe chimica 3 o 4. Nella Tabella 4.54 vengono riportati i soli pozzi con stato ambientale scadente o sufficiente e sui quali andranno indirizzate le azioni di risanamento Tabella Classificazione quali quantitativa delle acque sotterranee e specificazione delle cause che hanno determinato lo stato ambientale scadente o sufficiente Codice SCAS 2005 SQUAS 2005 SAAS 2005 Unità Idrogeologica CAUSE PC B Sufficiente Trebbia Nure SCAS (NO3) PC B Sufficiente Tidone Luretta SCAS (NO3) PC C Scadente Tidone Luretta SCAS (NO3)+SQUAS PC C Scadente Trebbia Nure SQUAS PC B Scadente Tidone Luretta SCAS (NO3) PC C Scadente Trebbia Nure SCAS (NO3)+SQUAS PC B Sufficiente Trebbia Nure SCAS (NO3) PC B Sufficiente Trebbia Nure SCAS (NO3) PC B Sufficiente Trebbia Nure SCAS (Fe; NO3) PC B Sufficiente Trebbia Nure SCAS (NO3) PC C Scadente Arda SCAS (NO3)+SQUAS PC C Scadente Trebbia Nure SCAS (NO3)+SQUAS PC C Scadente Tidone Luretta SQUAS PC C Scadente Tidone Luretta SCAS (NO3)+SQUAS PC C Scadente Trebbia Nure SCAS (NO3)+SQUAS PC B Sufficiente Trebbia Nure SCAS (NO3) PC B Sufficiente Trebbia Nure SCAS (NO3) PC B Sufficiente Trebbia Nure SCAS (NO3) PC C Scadente Trebbia Nure SCAS (NO3)+SQUAS PC B Sufficiente Piana Alluv. Padana SCAS (NO3) PC C Scadente Trebbia Nure SCAS (NO3)+SQUAS PC C Scadente Trebbia Nure SQUAS PC C Scadente Trebbia Nure SCAS (NO3)+SQUAS PC A Sufficiente Tidone Luretta SCAS (NO3) 237

26 Codice SCAS 2005 SQUAS 2005 SAAS 2005 Unità Idrogeologica CAUSE PC C Scadente Tidone Luretta SCAS (NO3)+SQUAS PC C Scadente Trebbia Nure SQUAS PC B Sufficiente Piana Alluv. Padana SCAS (NO3) PC C Scadente Trebbia Nure SQUAS PC A Sufficiente Tidone Luretta SCAS (NO3) PC C Scadente Trebbia Nure SQUAS PC C Scadente Trebbia Nure SCAS (NO3)+SQUAS PC C Scadente Trebbia Nure SQUAS NO3: nitrati, Fe: ferro Premesso che i corpi idrici sotterranei significativi devono raggiungere l obiettivo di sufficiente (classe 3) al 2008 e di buono al 31/12/2015, si possono evidenziare le seguenti criticità, alcune delle quali sono evidenziate nelle figure successive: attualmente 19 pozzi su 62 risultano scadenti, in classe 4, in particolare: - 11 pozzi per lo stato qualitativo (nitrati) e per lo stato quantitativo; - 7 pozzi a causa dello stato quantitativo; - 1 pozzo per lo stato qualitativo (nitrati); 13 pozzi scadenti ricadono nella conoide Trebbia-Nure (68), con criticità essenzialmente di tipo quantitativo, localizzati in zona apicale di conoide e lungo la Via Emilia, presso i centri abitati di Piacenza, Podenzano (Casoni di Gariga), Pontenure; un unico pozzo è scadente per il contenuto di nitrati (S. Polo-Crocetta), in sinistra-nure; 5 pozzi scadenti ricadono nella conoide Tidone-Luretta, 3 per nitrati e stato quantitativo, 1 per i nitrati (Sarmato), 1 per lo stato quantitativo (C.S.Giovanni); 1 pozzo scadente per i nitrati è presente nella conoide dell Arda (Alseno); le conoidi critiche sono Trebbia-Nure per lo stato quantitativo e Tidone-Luretta per entrambe le cause; la Piana Alluvionale Padana, caratterizzata dalla presenza di pozzi in stato particolare, dove la presenza di sostanze indesiderate è naturale e non antropica, non mostra particolari problemi di tipo quantitativo. Tra le sostanze pericolose che concorrono a determinare l indice SAAS vengono monitorati anche i prodotti fitosanitari (pesticidi), con un limite complessivo di 0.5 μg/l ed i composti alifatici alogenati (alometani), con un limite di 10 μg/l come sommatoria. I pesticidi vengono utilizzati diffusamente su tutto il territorio provinciale, in particolare nella zona di pianura a coltivazione intensiva; tuttavia non si sono rilevate concentrazioni >0.1μg/l per nessuno dei principi attivi (o loro metaboliti) ricercati, né >0.5μg/l come sommatoria; tracce si rilevano prevalentemente nelle conoidi Tidone-Luretta e Trebbia-Nure, dove sono riportati anche i pozzi in cui sono stati rilevati gli erbicidi (triazinici: Atrazina, Terbutilazina, Desetil-terbutilazina), Metolachlor e Oxadiazon. Il pozzo PC4101/Nizzoli di C.S.Giovanni è l unico che risulta contaminato in entrambe le campagne di monitoraggio (primavera e autunno) negli ultimi due anni. Con il termine generico di alometani si intendono i prodotti della reazione fra sostanze organiche presenti nelle acque (precursori organici, a volte anche naturali) e disinfettanti a base di cloro, utilizzati per la potabilizzazione delle acque da destinare al consumo umano; anche solventi clorurati come la trielina, il percloroetilene e il tetracloruro di carbonio rientrano in questa categoria di sostanze e provengono da usi diversi (tintorie, industrie). A differenza dei pesticidi, gli alometani si trovano distribuiti in tutte le conoidi ed in molti dei pozzi monitorati; è da sottolineare che, essendo vietata la clorazione nel pozzo, non si dovrebbero trovare alometani, ma i pozzi contaminati sono tutti ad uso acquedottistico, tranne uno, PC9600/S. Polo di Podenzano, ad uso industriale, a dimostrazione che la fonte di inquinamento è da ricondurre al 238

27 trattamento di disinfezione. Tuttavia le concentrazioni rilevate non superano complessivamente il valore di 10 μg/l come sommatoria dei singoli principi attivi. La presenza quindi di queste sostanze pericolose non modifica la qualità espressa dall indice SAAS per l anno

28 4.3 AREE A SPECIFICA TUTELA In riferimento al problema ambientale relativo alla genesi, trasformazione e migrazione dei nitrati dal suolo alle acque superficiali e sotterranee, la Regione Emilia-Romagna ha espresso l intenzione di integrare l'attuale rete di monitoraggio delle acque sotterranee con una rete specifica per i nitrati finalizzata a migliorare l identificazione dei trend evolutivi di tale inquinante. Obiettivo della rete è valutare l'efficacia dei programmi di azione adottati per la tutela delle acque di falda all'interno delle zone dichiarate vulnerabili da nitrati di origine agricola ai sensi dell art. 19 del D.Lgs. 152/99. Al fine di valutare la dinamica degli apporti e le risposte del sistema, è attualmente in corso di esecuzione un Progetto per il controllo ed il contenimento dei nitrati nelle aree vulnerabili della Regione Emilia Romagna che dispone il quadro delle conoscenze articolato e dedicato al rilievo dei nitrati nel complesso acquifero dell Emilia-Romagna Progetto Rete Nitrati Gli obiettivi che ci si propone di raggiungere, con la realizzazione di una rete di controllo, sono: la raccolta sperimentale di una serie di informazioni sulla mobilità dei nitrati, anche con l attivazione e l implementazione di modelli; la valutazione dell efficacia dei programmi di azione adottati o da adottare da parte della Regione e degli Enti locali per contenere il fenomeno dei nitrati nelle acque sotterranee e tutelare le risorse idriche. Il progetto si articola in due fasi. Nella prima fase sarà definita una rete di pozzi atti al controllo delle acque sotterranee, interessate dalla presenza di elevate concentrazioni di nitrati, con raccolta ed elaborazione di una serie di informazioni sulle caratteristiche delle acque e del suolo delle aree indagate. In particolare si procederà allo sviluppo delle seguenti attività: Identificazione delle aree di rischio ambientale; Esecuzione di un indagine conoscitiva finalizzata alla raccolta e sistematizzazione di tutte le informazioni disponibili, sia a livello regionale che provinciale; Selezione di aree sperimentali di studio a media e piccola scala; Analisi e valutazione dei dati raccolti. Nella seconda fase saranno individuati e/o implementati gli strumenti necessari per l analisi dell evoluzione dell inquinamento con valutazione dell efficacia dei provvedimenti adottati. In particolare si procederà alla: ricostruzione dei meccanismi di generazione, trasformazione e migrazione dei nitrati dal suolo alle acque superficiali e sotterranee; costituzione di una base dati; implementazione dei modelli di flusso e trasporto dei nitrati con analisi e valutazione dei risultati; definizione della struttura di una rete finale, ottimale al controllo del fenomeno nitrati Progetto AQUANET Sul problema dei nitrati in sede provinciale gli enti competenti hanno dato seguito agli studi ed ai controlli specifici effettuati già a partire dal 1999 con l adesione al progetto Interreg III B Medocc Analisi degli effetti dell inquinamento diffuso sulle acque destinate all uso potabile: definizione di piani di prevenzione Progetto locale NITRATI, realizzato fra il 2002 e il 2004 e conclusosi nel novembre 2004 con la pubblicazione del report finale; capofila del progetto: la Provincia di Piacenza; partners locali: Arpa Sezione di Piacenza, Università Cattolica del Sacro Cuore-Dipartimento di Scienze Agrarie e Ambientali, TESA s.p.a. (ente gestore acquedotto), Azienda Unità Sanitaria Locale di Piacenza, Azienda Agricola Sperimentale Vittorio Tadini, Associazioni agricole locali. Il progetto, articolato in 10 fasi: conoscenza dello stato di inquinamento; costituzione della rete di monitoraggio; monitoraggio specifico; 240

29 utilizzo dell idrologia isotopica; creazione data base dedicato; predisposizione modelli matematici di diffusione e previsione inquinamento (IPNOA, CRITERIA); individuazione cause inquinamento; stima dei carichi inquinanti azotati; piano d azione; report finale ha considerato come fonti di inquinamento principali: apporti atmosferici (trascurabili, <5 del totale); scarichi da acque reflue (fonti puntuali); apporti di origine agro-zootecnica, stoccaggio e spandimento sul suolo di liquami e fanghi (fonti diffuse). Sono stati analizzati in dettaglio soprattutto scarichi e apporti da agricoltura e zootecnia; nel caso degli scarichi, é stata indagata un area particolarmente critica, appartenente ad una delle aree-problema individuate nel territorio provinciale (le 4 aree individuate già nel 1997 si trovano localizzate ancora oggi a ovest del Torrente Tidone, con epicentro Sarmato; nella cintura intorno a Piacenza, che progressivamente nel tempo si congiunge con l area della conoide distale del Nure, con epicentro Pontenure; nella zona apicale della conoide dell Arda, con epicentro Alseno, figura 4.4). Figura 4.4 Distribuzione 2005 dei nitrati (mg/l) nell acquifero di pianura. Nell area ubicata nel bacino del T. Nure in Comune di Pontenure era stata rilevata la concentrazione più alta di nitrati mai riscontrata in provincia di Piacenza (>100 mg/l); il pozzo incriminato, purtroppo, non ha potuto essere seguito nella sua evoluzione nel tempo, e così anche i pozzi sostituti che man mano dovevano rimpiazzare quello mancante, rappresentativi della zona da indagare. Destino questo comune a molti dei pozzi della rete, perché quando un pozzo comincia ad avere problemi, generalmente viene escluso dalla rete di approvvigionamento (se potabile); se privato, ad usi diversi dal potabile, non viene più messo a disposizione per timore di eventuali ritorsioni negative nei confronti dei proprietari; è superfluo sottolineare che Arpa non esercita nessun tipo di controllo fiscale in questo senso, ma questo sembra non rassicurare i proprietari di pozzi privati; è ovvio che per lo 241

30 studio in questione la perdita di pozzi contaminati costituisce un grosso limite alla conoscenza del fenomeno di inquinamento, perché impedisce di seguire la sua evoluzione naturale. La zona in destra-nure tuttavia non presentava problemi di scarichi civili o produttivi. Sono state analizzate quindi le sorgenti diffuse ed i loro impatti, utilizzando l idrologia isotopica, i modelli previsionali (IPNOA e CRITERIA), ed altri studi condotti in situazioni ambientali analoghe (Mantovi & al., Geofluid 2000). I risultati ottenuti permettono di affermare che: in condizioni meteorologiche di particolare siccità i nitrati percolano al massimo per 1 metro nel sottosuolo e lì si concentrano e rimangono localizzati, scarsamente asportati dalle colture; in condizioni meteorologiche di piovosità i nitrati percolano maggiormente e si disperdono nel terreno (fenomeni rappresentati dal modello CRITERIA-mappe di drenaggio, ruscellamento, lisciviazione di azoto ammoniacale, nitrico e totale); nella zona nord-orientale della provincia la scarsa presenza di nitrati risulta imputabile non solo alla natura riducente dei suoi suoli, ma anche ai bassi valori di drenaggio che la caratterizzano; la Vulnerabilità della provincia potrebbe essere riconsiderata, valutando la particolare natura chimico-fisica dei suoli della sua porzione più nord-orientale; tale area, chimicamente riducente e per questo priva della forma ossidata dell azoto, risulta complementare alla distribuzione dei nitrati; un progetto specifico (vedi par ) per determinare il rapporto isotopico dell N nell ammoniaca é stato realizzato proprio in questa zona grazie all idrologia isotopica, che può discriminare fra ammoniaca di origine animale e ammoniaca di origine geologica; la corretta gestione agronomica dei reflui zootecnici risulta determinante per l impatto sull ambiente idrico superficiale e sotterraneo, riconoscendo ai reflui valore di risorsa, e non solo di rifiuto. La gestione dei liquami da spandimento é in effetti uno dei problemi che, nel corso dello svolgimento del progetto, é stato evidenziato come particolarmente significativo e impattante per i suoi effetti sull ambiente; in questa ottica, la Provincia di Piacenza-Servizio Agricoltura ha realizzato la cartografia provinciale a scala 1:25.000, di riferimento per lo spandimento dei liquami sul suolo, nell ambito della zonizzazione del territorio in aree idonee e non-idonee, sulla base della vulnerabilità degli acquiferi; lo strumento predisposto, di consultazione immediata per chi deve redigere la domande di autorizzazione, individua facilmente le zone di divieto esistenti sul territorio, zone in cui: lo spandimento é vietato; lo spandimento é ammesso fino a 170 kg/ha/anno (zone vulnerabili); lo spandimento é ammesso fino a 340 kg/ha/anno (zone non vulnerabili); lo spandimento é soggetto a prescrizioni. La carta consiste di 25 tavole a scala 1:25.000, su base topografica della Carta Tecnica Regionale; é disponibile in formato digitale e scaricabile in formato pdf dal sito della Provincia Progetto Ammoniaca Il Progetto AQUANET aveva evidenziato la necessità di indagare la distribuzione dei nitrati nella zona nord-orientale della provincia, dove non si riscontrano forme azotate ossidate (NO3), ma ridotte (NH4, figura 4.5). In questa zona, nonostante l uso del territorio a zootecnia intensiva e quindi a rischio di contaminazione da nitrati, tale inquinante veniva sempre rinvenuto sotto il limite di rilevabilità strumentale. Frequenti sversamenti abusivi di liquame zootecnico nelle acque superficiali di questa parte di territorio (Cavo Fontana, Torrente Arda, Canale Allacciante Acque Alte) avevano inoltre preoccupato ulteriormente la popolazione e le Amministrazioni ed indotto la Provincia ad avviare uno studio di approfondimento sullo stato di effettiva compromissione dell acquifero sotterraneo. 242

31 Figura 4.5 Distribuzione 2005 dell ammoniaca (mg/l) nell acquifero di pianura. Lo studio è stato condotto su pozzi (potabili, irrigui, industriali, zootecnici, minerari-stoccaggio gas), liquami, acque superficiali, piogge, piezometri, analizzati per la ricerca degli isotopi dell azoto ammoniacale, indici dell origine organica/inorganica dell ammoniaca presente nell acquifero sotterraneo. I risultati ottenuti permettono di affermare che: sembra non esservi contaminazione di acque sotterranee dovuta a distribuzione di liquami in superficie; sono tuttavia stati rinvenuti nitrati in concentrazione elevata (>70 mg/l) nella prima falda; l ammoniaca presente nelle acque della zona studiata proviene dalla trasformazione dell azoto normalmente presente nei suoli nelle sue diverse forme (ammoniaca naturale); la presenza di fratture nella struttura anticlinalica sottostante l area potrebbe aver favorito la naturale fuoriuscita di fluidi contenenti ammoniaca dai sedimenti pliocenici. 243

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