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1 Sezione:PRIMO PIANO Dir. Resp.:Luciano Fontana Tiratura: Diffusione: Lettori: Edizione del:22/02/19 Estratto da pag.:2 Foglio:1/ Peso:20% Il presente documento e' ad uso esclusivo del committente. Servizi di Media Monitoring

2 Rifiuti, l'appello di Assoambiente: Ama investa sugli impianti Dopo l'azzeramento dei vertici di Ama disposto dalla Sindaca di Roma Viriginia Raggi, Fise Assoambiente continua a puntare il dito contro l'azienda municipalizzata che gestisce i rifiuti della Capitale. Negli ultimi 5 anni si legge nella nota diffusa oggi da Assoambiente l'ama ha realizzato (bilancio) solo 6 dei 78 milioni di euro di investimenti programmati (piano finanziario) per gli impianti di gestione dei rifiuti a Roma. I dati, in particolare, emergono dalla Relazione annuale 2018 sullo stato dei servizi pubblici locali e sull'attività svolta, che è stata pubblicata lo scorso dicembre dall'agenzia per il controllo e la qualità dei servizi pubblici locali di Roma Capitale. Secondo Assoambiente, la gran parte degli impianti attivi nella Capitale è stata realizzata fra il 2002 e il 2008, anno dopo il quale gli interventi si sono limitati alle manutenzioni straordinarie, mentre gli investimenti si sono sostanzialmente fermati e la programmazione non è stata più rispettata. Dal 2016 il blocco è totale. Tale scenario ha gravato enormemente sul sistema di gestione dei rifiuti romano, condizionato dalla totale assenza di pianificazione di impianti, accompagnata dai recenti episodi di cronaca (tra questi, la chiusura dell'impianto di TMB Salario). L'esito, per Assoambiente, è la totale dipendenza da impianti collocati fuori dal territorio comunale e dalla Regione. Oggi quasi l'80% dei rifiuti prodotti a Roma dichiara il Presidente di Fise Assoambiente Chicco Testa viene trasportato fuori dalla Capitale per essere gestito. Dopo dieci anni di mancati investimenti è fondamentale tornare a prevedere e poi realizzare concretamente gli impianti necessari per chiudere il ciclo di gestione dei rifiuti. Senza questo passaggio conclude Testa gli obiettivi dell'economia circolare sono destinati a restare sulla carta, con negative ricadute ambientali ed economiche per i cittadini romani. Riproduzione riservata

3 Economia ecologica Energia Rifiuti e bonifiche Roma non sa come gestire l 80% dei suoi rifiuti: fermi gli investimenti Ama in impianti «Un impiantistica progettata per il modello ideale di economia circolare che non tenga adeguatamente conto dei tempi e delle difficoltà della transizione diventa la causa principale del fallimento dell intero progetto» [21 Febbraio 2019] Dall Agenzia per il controllo e la qualità dei servizi pubblici locali di Roma Capitale, un organismo indipendente istituito al Consiglio comunale romano, arriva una sonora bocciatura sulla gestione dei rifiuti nella Città eterna, determinata in primis da un insufficiente dotazione impiantistica. Dalla Relazione annuale 2018 sullo stato dei servizi pubblici locali e sull attività svolta emerge infatti che negli ultimi 5 anni Ama l azienda al 100% di proprietà comunale, che ha in carico la gestione integrata dei servizi ambientali nella Capitale ha messo a bilancio e dunque realizzato solo 6 dei 78 milioni di euro di investimenti programmati in piano finanziario per gli impianti di gestione dei rifiuti a Roma. Come sintetizzano da Fise Assoambiente (l associazione nazionale delle imprese di igiene urbana, gestione, recupero e riciclo di rifiuti urbani e speciali ed attività di bonifica), gran parte degli impianti attivi nella Capitale è stata realizzata fra il 2002 e il 2008, anno dopo il quale gli interventi si sono limitati alle manutenzioni straordinarie, mentre gli investimenti si sono sostanzialmente fermati e la programmazione non è stata più rispettata. Dal 2016 il blocco è totale, e il contesto cittadino ne risente ormai in modo evidente, come dimostra la cronaca. Pochi giorni fa la sindaca Raggi ha revocato l intero Cda di Ama; a inizio febbraio si è dimessa l assessore all Ambiente della città, Pinuccia Montanari, dopo che la Giunta ha bocciato il bilancio Ama; a dicembre 2018 è andato a fuoco uno dei pochi impianti fino a quel momento rimasti attivi il Tmb Salario, lo stesso impianto da cui tra l altro nel 2017 sono partite circa 51 mila tonnellate di rifiuti urbani indifferenziati romani, andate a smaltimento in Austria a causa di carenza impiantistica locale.

4 «Oggi quasi l 80% dei rifiuti prodotti a Roma viene trasportato fuori dalla Capitale per essere gestito ricorda Chicco Testa, presidente Fise Assoambiente Dopo dieci anni di mancati investimenti è fondamentale tornare a prevedere e poi realizzare concretamente gli impianti necessari per chiudere il ciclo di gestione dei rifiuti. Senza questo passaggio gli obiettivi dell economia circolare sono destinati a restare sulla carta, con negative ricadute ambientali ed economiche per i cittadini romani». Una posizione che l associazione d imprese porta avanti da tempo, e che ora trova riscontri anche nella relazione annuale dell Agenzia per il controllo e la qualità dei servizi pubblici locali di Roma Capitale: «Una raccolta differenziata scarsa in quantità e in qualità argomenta l Agenzia allontana nel tempo la prospettiva dell economia circolare, così che un impiantistica progettata per il modello ideale di economia circolare che non tenga adeguatamente conto dei tempi e delle difficoltà della transizione diventa la causa principale del fallimento dell intero progetto», che appare oggi come un sistema vulnerabile e fragile, totalmente dipendente da impianti collocati fuori dal territorio comunale e dalla Regione.

5 Assoambiente su crisi rifiuti a Roma: AMA torni a investire sugli impianti per fermare il turismo dei rifiuti di redazione - 21 Febbraio :46 Roma Negli ultimi 5 anni l AMA, l azienda attiva nella gestione integrata dei servizi ambientali nella Capitale, ha realizzato (bilancio) solo 6 dei 78 milioni di euro di investimenti programmati (piano finanziario) per gli impianti di gestione dei rifiuti a Roma. I dati impietosi emergono dalla Relazione annuale 2018 sullo stato dei servizi pubblici locali e sull attività svolta a cura dell Agenzia per il controllo e la qualità dei servizi pubblici locali di Roma Capitale. Gran parte degli impianti attivi nella Capitale è stata realizzata fra il 2002 e il 2008, anno dopo il quale gli interventi si sono limitati alle manutenzioni straordinarie, mentre gli investimenti si sono sostanzialmente fermati e la programmazione non è stata più rispettata. Dal 2016 il blocco è totale. La totale assenza di pianificazione di impianti, accompagnata dai recenti episodi di cronaca (tra questi, la chiusura dell impianto di TMB Salario) condanna un sistema vulnerabile e fragile, totalmente dipendente da impianti collocati fuori dal territorio comunale e dalla Regione. La stessa Relazione del Agenzia evidenzia come una raccolta differenziata scarsa in quantità e in qualità allontana nel tempo la prospettiva dell economia circolare, così che un impiantistica progettata per il modello ideale di economia circolare che non tenga adeguatamente conto dei tempi e delle difficoltà della transizione diventa la causa principale del fallimento dell intero progetto. Oggi quasi l 80% dei rifiuti prodotti a Roma, dichiara Chicco Testa Presidente FISE Assoambiente (Associazione delle imprese di igiene urbana, gestione, recupero e riciclo di rifiuti urbani e speciali ed attività di bonifica), viene trasportato fuori dalla Capitale per essere gestito.

6 Dopo dieci anni di mancati investimenti è fondamentale tornare a prevedere e poi realizzare concretamente gli impianti necessari per chiudere il ciclo di gestione dei rifiuti. Senza questo passaggio gli obiettivi dell economia circolare sono destinati a restare sulla carta, con negative ricadute ambientali ed economiche per i cittadini romani.

7 Rifiuti: Situazione critica per gli impianti di gestione dei rifiuti a Roma Nessun investimento e mancanza di programmazione aumentano le criticità di gestione dei rifiuti nella capitale Dalla Relazione annuale 2018 sullo stato dei servizi pubblici locali e sull attività svolta emerge un quadro critico per quanto riguarda gli impianti di gestione dei rifiuti di Roma. L azienda che si occupa della gestione dei servizi ambientali (AMA), nell ultimo quinquennio, ha investito solamente 6 dei 78 milioni di euro di investimenti inseriti nel piano finanziario. Investimenti in impianti programmati e realizzati (Fonte: Elaborazione ASPL su piani finanziari e bilanci AMA) La maggior parte degli impianti attivi a Roma sono stati costruiti tra il 2002 ed il 2008; negli anni a seguire sono stati realizzati solo interventi di manutenzione straordinaria e gli investimenti non sono stati quasi più realizzati. Dal 2016 invece non è stato più realizzato alcun tipo di investimento, rendendo la gestione dei rifiuti della capitale dipendente da impianti situati al di fuori del comune o del Lazio. Chicco Testa, Presidente FISE Assoambiente, a margine della relazione ha specificato che quasi l 80% dei rifiuti prodotti a Roma viene destinato al di fuori del territorio comunale, rendendo quindi necessario un nuovo percorso di programmazione per realizzare gli impianti necessari per chiudere il ciclo di gestione dei rifiuti.

8 Ama, 10 anni di mancati investimenti in impianti rifiuti 21 Febbraio 2019 Negli ultimi 5 anni gli investimenti della public utility del Comune di Roma sugli impianti sono stati praticamente inesistenti: dei 78 mln di programmati solo 6 sono stati poi effettivamente spesi. Dal 2016 l empasse è totale. Assoambiente su crisi rifiuti a Roma: AMA torni a investire sugli impianti per fermare il turismo dei rifiuti. Negli ultimi 5 anni l AMA, l azienda attiva nella gestione integrata dei servizi ambientali nella Capitale, ha realizzato (bilancio) solo 6 dei 78 milioni di euro di investimenti programmati (piano finanziario) per gli impianti di gestione dei rifiuti a Roma. I dati impietosi emergono dalla Relazione annuale 2018 sullo stato dei servizi pubblici locali e sull attività svolta a cura dell Agenzia per il controllo e la qualità dei servizi pubblici locali di Roma Capitale. Gran parte degli impianti attivi nella Capitale è stata realizzata fra il 2002 e il 2008, anno dopo il quale gli interventi si sono limitati alle manutenzioni straordinarie, mentre gli investimenti si sono sostanzialmente fermati e la programmazione non è stata più rispettata. Dal 2016 il blocco è totale. La totale assenza di pianificazione di impianti, accompagnata dai recenti episodi di cronaca (tra questi, la chiusura dell impianto di TMB Salario) condanna un sistema vulnerabile e fragile, totalmente dipendente da impianti collocati fuori dal territorio comunale e dalla Regione.

9 La stessa Relazione dell Agenzia evidenzia come una raccolta differenziata scarsa in quantità e in qualità allontana nel tempo la prospettiva dell economia circolare, così che un impiantistica progettata per il modello ideale di economia circolare che non tenga adeguatamente conto dei tempi e delle difficoltà della transizione diventa la causa principale del fallimento dell intero progetto. Oggi quasi l 80% dei rifiuti prodotti a Roma, dichiara Chicco Testa Presidente FISE Assoambiente (Associazione delle imprese di igiene urbana, gestione, recupero e riciclo di rifiuti urbani e speciali ed attività di bonifica), viene trasportato fuori dalla Capitale per essere gestito. Dopo dieci anni di mancati investimenti è fondamentale tornare a prevedere e poi realizzare concretamente gli impianti necessari per chiudere il ciclo di gestione dei rifiuti. Senza questo passaggio gli obiettivi dell economia circolare sono destinati a restare sulla carta, con negative ricadute ambientali ed economiche per i cittadini romani.

10 ROMA e provincia Crisi rifiuti a Roma, Assoambiente: AMA torni a investire sugli impianti per fermare il turismo dei rifiuti 21 Febbraio 2019 Emanuela Colonnelli NewTuscia ROMA Negli ultimi 5 anni l AMA, l azienda attiva nella gestione integrata dei servizi ambientali nella Capitale, ha realizzato (bilancio) solo 6 dei 78 milioni di euro di investimenti programmati (piano finanziario) per gli impianti di gestione dei rifiuti a Roma. I dati impietosi emergono dalla Relazione annuale 2018 sullo stato dei servizi pubblici locali e sull attività svolta a cura dell Agenzia per il controllo e la qualità dei servizi pubblici locali di Roma Capitale. Gran parte degli impianti attivi nella Capitale è stata realizzata fra il 2002 e il 2008, anno dopo il quale gli interventi si sono limitati alle manutenzioni straordinarie, mentre gli investimenti si sono sostanzialmente fermati e la programmazione non è stata più rispettata. Dal 2016 il blocco è totale. La totale assenza di pianificazione di impianti, accompagnata dai recenti episodi di cronaca (tra questi, la chiusura dell impianto di TMB Salario) condanna un sistema vulnerabile e fragile, totalmente dipendente da impianti collocati fuori dal territorio comunale e dalla Regione. La stessa Relazione del Agenzia evidenzia come una raccolta differenziata scarsa in quantità e in qualità allontana nel tempo la prospettiva dell economia circolare, così che un impiantistica progettata per il modello ideale di economia circolare che non tenga adeguatamente conto dei tempi e delle difficoltà della transizione diventa la causa principale del fallimento dell intero progetto. Oggi quasi l 80% dei rifiuti prodotti a Roma, dichiara Chicco Testa Presidente FISE Assoambiente (Associazione delle imprese di igiene urbana, gestione, recupero e riciclo di rifiuti urbani e speciali ed attività di bonifica), viene trasportato fuori dalla Capitale per essere gestito. Dopo dieci anni di mancati investimenti è fondamentale tornare a prevedere e poi realizzare concretamente gli impianti necessari per chiudere il ciclo di gestione dei rifiuti. Senza questo passaggio gli obiettivi dell economia circolare sono destinati a restare sulla carta, con negative ricadute ambientali ed economiche per i cittadini romani.

11 ASSOAMBIENTE SU CRISI RIFIUTI A ROMA: AMA TORNI A INVESTIRE SUGLI IMPIANTI PER FERMARE IL TURISMO DEI RIFIUTI editor: M.C.G. Negli ultimi 5 anni l AMA, l azienda attiva nella gestione integrata dei servizi ambientali nella Capitale, ha realizzato (bilancio) solo 6 dei 78 milioni di euro di investimenti programmati (piano finanziario) per gli impianti di gestione dei rifiuti a Roma. I dati impietosi emergono dalla Relazione annuale 2018 sullo stato dei servizi pubblici locali e sull attività svolta a cura dell Agenzia per il controllo e la qualità dei servizi pubblici locali di Roma Capitale. Gran parte degli impianti attivi nella Capitale è stata realizzata fra il 2002 e il 2008, anno dopo il quale gli interventi si sono limitati alle manutenzioni straordinarie, mentre gli investimenti si sono sostanzialmente fermati e la programmazione non è stata più rispettata. Dal 2016 il blocco è totale. La totale assenza di pianificazione di impianti, accompagnata dai recenti episodi di cronaca (tra questi, la chiusura dell impianto di TMB Salario) condanna un sistema vulnerabile e fragile, totalmente dipendente da impianti collocati fuori dal territorio comunale e dalla Regione. La stessa Relazione del Agenzia evidenzia come una raccolta differenziata scarsa in quantità e in qualità allontana nel tempo la prospettiva dell economia circolare, così che un impiantistica progettata per il modello ideale di economia circolare che non tenga adeguatamente conto dei tempi e delle difficoltà della transizione diventa la causa principale del fallimento dell intero progetto. Oggi quasi l 80% dei rifiuti prodotti a Roma, dichiara Chicco Testa Presidente FISE Assoambiente (Associazione delle imprese di igiene urbana, gestione, recupero e riciclo di rifiuti urbani e speciali ed attività di bonifica), viene trasportato fuori dalla Capitale per essere gestito. Dopo dieci anni di mancati investimenti è fondamentale tornare a prevedere e poi realizzare concretamente gli impianti necessari per chiudere il ciclo di gestione dei rifiuti. Senza questo passaggio gli obiettivi dell economia circolare sono destinati a restare sulla carta, con negative ricadute ambientali ed economiche per i cittadini romani.

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