PONTE PIETRA E FORO. Verona Romana. Aurora Babbi Matteo Maiore Matilde Ruffoli Alessandro Spiazzi

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1 PONTE PIETRA E FORO Verona Romana Aurora Babbi Matteo Maiore Matilde Ruffoli Alessandro Spiazzi

2 Il ponte Pietra, situato sul fiume Adige, è l'unico ponte rimasto di epoca romana, ed è anche il più antico monumento romano di Verona.

3 STORIA DEL PONTE Il ponte si colloca in un punto che fin dalla Preistoria doveva presentare un guado, punto d'incontro cruciale tra diverse vie di comunicazione a cui si deve la nascita della città di Verona. Un primo ponte in legno venne messo in opera durante la costruzione della via Postumia nel 148 a.c. nello stesso punto in cui era presente il guado, in quanto in quel luogo la corrente arriva con una potenza ridotta (a causa dell'ampio meandro che deve compiere). Questo è anche il motivo per cui il ponte non si trova orientato in asse con i decumani della città, la quale venne ricostruita all'interno dell'ansa dell'adige solo dopo che divenne colonia latina, nell'89 a.c., la stessa data in cui il ponte ligneo venne probabilmente sostituito con uno in pietra.

4 All'epoca dell'impero romano e r a n o s e t t e i p o n t i c h e attraversavano il fiume Adige in vari punti della città, e due lo facevano in prossimità del teatro romano: Ponte Pietra e Ponte Postumio (Ponte Marmoreus e Ponte Postumius). I due ponti erano affiancati, ma il Ponte Postumio fu semidistrutto nel 905 a causa di una piena d e l l ' A d i g e, e c e d e t t e definitivamente all'impeto del fiume nel 1239.

5 La lunga vita di questo monumento fu molto travagliata: In oltre duemila anni di storia: numerose piene devastanti e crolli, a cui seguirono altrettante ricostruzioni, hanno conferito al ponte l'attuale configurazione a schiena d'asino con arcate asimmetriche, assai diversa da quella originaria di epoca romana.

6 Nel 1298, in occasione di un rifacimento medioevale voluto da Alberto I della Scala, il ponte fu dotato di una minacciosa torre difensiva posta alla sua testa, e ornata verso il fiume da un arco in pietra, sormontato dall'emblema degli Scaligeri

7 Nel 1503 venne ristrutturato per essere realizzato completamente in pietra, ma prima della fine dei lavori crollò parzialmente e venne quindi sostituito da una struttura lignea. Nel 1508, però, il Consiglio della città c h i e s e a F r a ' G i o c o n d o d i sovrintendere ai lavori di ricostruzione del ponte romano, fabbrica che divenne operativa solo nel 1520 con la ricostruzione dei tre archi verso città, che il Giocondo provvide di rendere armonici rispetto ai due archi romani superstiti verso campagna. I lavori si conclusero nel 1521, sempre sotto la direzione del frate/architetto.

8 Dopo alcuni secoli di relativa tranquillità, nel 1801 venne demolita la torre che sorgeva verso campagna, e nel giro di pochi anni vennero pure eliminate le numerose casupole sorte lungo tutto lo sviluppo del ponte, in quanto considerate non compatibili dall'amministrazione con la maestosità del monumento romano. Gravissimo danno ebbe però il 25 aprile 1945, quando il ponte venne minato e fatto saltare dai tedeschi in ritirata, esplosione che lasciò integro solamente l'arcata verso città. Il professore Piero Gazzola, soprintendente ai monumenti di Verona, decise, supportato dall'intera opinione pubblica, la ricostruzione del ponte, diretta con la collaborazione tecnica dell'architetto veronese Libero Cecchini, e con il contributo specialistico di storici, archeologi, ingegneri, docenti universitari, e diversi altri esperti e tecnici.

9 Il ponte durante la ricostruzione, conseguente alle devastazioni della seconda guerra mondiale

10 La fase di lettura delle stratificazioni storiche evidenziarono le tre fasi di costruzione: - quella romana: costituita da grandi blocchi di pietra lavorati a grossa sbozzatura; - quella medievale e quella veneziana: costituite a struttura mista di blocchi di pietra e laterizio. Si scelse di ricostruire il ponte dov'era e com'era ('57-'59), riutilizzando il più possibile il materiale originario recuperato dal greto del fiume, anche se non fu possibile un vero e proprio intervento di anastilosi a causa della perdita di numerosi elementi. Il ponte venne quindi ricostruito sulla base di un'ampia documentazione grafica e fotografica, utilizzando i diversi metodi costruttivi adottati nelle varie epoche con i marmi originali e in parte con laterizi e con marmi veronesi provenienti dalla Valpolicella.

11 STRUTTURA Il ponte, lungo 92 metri e largo 7 metri, marciapiedi e parapetti compresi, è costituito da cinque arcate. La spalla e le due arcate verso campagna risalgono all'epoca romana, la spalla destra con la soprastante torre, e l'arco adiacente, sono di epoca scaligera, mentre le due arcate rimanenti con il grande tondo centrale sono del periodo veneziano. La parte romana è costituita da grandi blocchi di pietra provenienti dal territorio di Sant'Ambrogio di Valpolicella, mentre la parte scaligera e veneta è costituita principalmente da cotto, anche se le ghiere degli archi ed il tondo sono irrobustiti da lastroni in pietra della stessa provenienza di quelli romani.

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13 Piazza delle Erbe Piazza delle Erbe è la piazza più antica di Verona, questa sorge sopra l'area del foro romano, che nell'età romana era il centro della vita politica ed economica; con il tempo tutti gli edifici romani hanno lasciato il posto a quelli medievali.

14 Piazza delle Erbe oggi Il lato nord della piazza è occupato dall'antico palazzo del Comune, dalla Torre dei Lamberti, dalla Casa dei Giudici e dalle case dei Mazzanti. Il Iato ovest, quello più piccolo, è chiuso da Palazzo Maffei, che ha le sue fondamenta sull'antico campidoglio romano. Molte abitazioni conservano resti di pitture a fresco. Sorge nel lato sud la Casa dei Mercanti (o Domus Mercatorum), dove oggi ha sede la Banca Popolare di Verona.

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16 Foro in epoca romana Sul Foro gravitavano vari edifici. Sono noti solo quelli posti a occidente della piazza, che non si aprivano direttamente su di essa, ma ne erano separati dai portici, dalle tabernae e da una strada non carrabile. Si tratta della curia, del comitium e della basilica, costruite nella prima metà del I secolo d.c.

17 La Curia La curia, identificata nel 1986, occupava la parte meridionale di un area, delimitata da un'alta recinzione lapidea, scandita da lesene, sopraelevata a nord mediante un riempimento e a sud tramite una serie archi di concamerazioni. Nell'aula soprastante queste ultime si riunivano i magistrati della città, in un'assemblea che corrisponde all'odierno consiglio comunale. Dell'aula rimangono i muri perimetrali e i resti delle banchine laterali e del banco di fondo. Le concamerazioni del podio della curia sono conservate in buona parte, perché sfruttate come cantine nel medioevo e nel rinascimento

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19 Il Comitium e la Basilica Il Comitium, costituito da un'area scoperta per le adunanze del popolo e da un podio dove salivano gli oratori per tenere i loro discorsi e i banditori per leggere i decreti ai cittadini, era situato nei pressi della Curia. Nella Basilica, edificio a pianta rettangolare destinato ad uso civile, si amministrava la giustizia, si tenevano pubbliche riunioni, si svolgevano contrattazioni e scambi.

20 Il Capitolium Gli scavi, condotti dalla sovrintendenza per i beni archeologici del Veneto tra 1983 e 2004, hanno messo in luce un tratto del portico sotterraneo (criptoportico) che su tre lati circondava il Capitolium, il principale tempio cittadino dedicato alle tre divinità Giove, Minerva, Giunone. Edificato nella seconda metà del I sec. a.c. sul lato settentrionale del foro l edificio di ordine tuscanio era caratterizzato da un fronte largo 35 m (con tre file di sei colonne), tre celle e portici ai lati, ed era lungo circa 42 m. Su tre lati correva tutt intorno al tempio un porticato che aveva anche la funzione di archivio. Lungo le pareti erano esposte numerose epigrafi e tavole in bronzo, delle quali si sono ritrovati solo frammenti: si trattava di leggi, decreti, liste di magistrati e imperatori, documenti catastali. Il criptoportico si sviluppava per oltre 200 m quadrati sotto il portico. Diviso in due navate larghe 4,5 m da una spina di archi retti da 78 pilastri in pietra e coperta da volte a botte, era debolmente illuminato da finestre a strombo affacciate sulla terrazza superiore.

21 Il complesso rimase in vita fino al IV secolo, quando, per l affermazione del cristianesimo e per un probabile incendio cadde in abbandono. Dopo circa un secolo Teodorico iniziò la spoliazione dell edificio per recuperare materiali costruttivi. Fino al IX-X secolo l edificio sotterraneo fu usato come discarica per immondizie e macerie. Gli episodi costruttivi maggiori successivi s a r a n n o p o i n e l Tr e c e n t o l edificazione della Loggia delle Sgarzarie e nel Quattrocento del Monte di Pietà. Il Capitolium

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23 Del Capitolium di Verona sono o g g i v i s i b i l i i re s t i d e l l e fondamenta del pronao con i suoi blocchi di pietra calcarea, alcune colonne di ordine tuscanico e un podio in marmo probabilmente di una statua di culto. La profondità è di 9 metri sotto l'attuale piano stradale.

24 Fontana di Madonna Verona Nella piazza nulla degli antichi edifici è più visibile, tranne la fontana, fatta erigere da Cansignorio della Scala nel 1368, che fu ricavata da un grande catino di marmo, proveniente da un grande edificio termale che doveva sorgere nel vicinanze del Duomo, e da una statua che la orna, chiamata "Madonna Verona".

25 Si tratta di un palazzo costruito sul lato ovest di piazza Erbe, oggi è l'evoluzione di un palazzo antecedente che esisteva già dal XV secolo, ma che il nel 1629 Marcantonio Maffei decise di alzare, aggiungendovi anche un terzo piano. Il palazzo Maffei è stato costruito in stile tardorinascimentale, con aggiunta di ricchi motivi decorativi d'intaglio specie al di sopra del cornicione sovrastante il primo piano. Leggermente più in alto del terreno; infatti sotto sono presenti i resti del capitolium romano. Le fondamenta del capitolium romano sono tuttora visibili attraverso il ristorante all'interno. A coronamento della struttura vi è una balaustra con sei statue di divinità: Ercole, Giove, Venere, Mercurio, Apollo e Minerva. Queste divinità sono scolpite nel marmo locale. Palazzo Maffei

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27 La Domus Mercatorum La Domus Mercatorum durante il medioevo ospitò, appunto, la Casa dei Mercanti, la quale rappresentava le arti e le corporazioni, mentre oggi vi ha sede la Banca Popolare di Verona. Nel 1210 fu costruita in legno per ospitare le associazioni mercantili e solamente nel 1301 Alberto I della Scala, poco prima di morire, fece iniziare la sua costruzione in muratura, con l'obiettivo principale di farne il luogo di contrattazione della lana. Nei secoli subì numerose trasformazioni finché, alla fine del XIX secolo, si cercò di ridarle l'aspetto originario: oggi il palazzo si presenta con un portico retto da colonne e pilastri e una facciata con bifore e merlatura.

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