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1 REGIONE TOSCANA Consiglio Regionale GRUPPO CONSILIARE PARTITO DEMOCRATICO Firenze, 25 settembre 2018 Al Presidente del Consiglio regionale Oggetto: Mozione in merito al sostegno all economia circolare ed alle azioni di promozione del riciclo e del riutilizzo dei materiali, con particolare riferimento al distretto tessile di Prato. IL CONSIGLIO REGIONALE Premesso che: - il distretto Tessile di Prato, che ha visto lo sviluppo dell industria laniera già dal medioevo, rappresenta il primo distretto tessile europeo, in cui, ancora oggi, sono presenti aziende con addetti nel settore del tessile e dell abbigliamento di altissimo livello, nonché un valore dell export pari a quasi 2 miliardi di euro; - il distretto pratese del tessile può vantare la paternità dell economia circolare, iniziata tra il 1830 e il 1840 e, attualmente, risulta ancora la capitale mondiale per la produzione di tessuti cardati, che sono tessuti ecosostenibili in quanto prodotti da fibre riciclate, con prodotti di qualità equivalente a quelli provenienti da materie prime vergini; - la produzione storica pratese dei tessuti lanieri, infatti, è conosciuta per i tessuti ottenuti mediante l intreccio di filati prodotti con il processo di lavorazione delle fibre corte di lana, denominati cardati ; la filatura cardata, che è in grado di utilizzare fibre corte, consente di utilizzare proficuamente la disponibilità di fibre rigenerate, ottenute mediante processi meccanici da semilavorati o scarti di tessuti provenienti da tessuti nuovi (pre-consumo) e usati (post-consumo); - i prodotti realizzati a base di lana riciclata del distretto pratese, sono ad oggi altamente apprezzati in quanto mantengono tutte le proprietà tipiche del materiale e recano il valore aggiunto legato al basso impatto ambientale dei cicli di produzione; Viste:

2 - la direttiva 2008/98/CE del Parlamento Europeo e del Consiglio del 19 novembre 2008 relativa ai rifiuti e che abroga alcune direttive; - le direttive del Parlamento europeo e del Consiglio dell Unione europea Pacchetto economia circolare ed in particolare la direttiva del 30 maggio 2018, n. 2018/851/Ue relativa ai rifiuti, che modifica la citata direttiva 2008/98/CE; Valutato che: - le direttive citate, nell ottica di migliorare la gestione sostenibile dei rifiuti, promuovono i principi dell economia circolare, concentrandosi sul ciclo di vita dei prodotti, in modo da preservare le risorse in maniera efficiente; - il modello dell economia circolare indica infatti, a livello globale, un sistema economico in cui i rifiuti derivanti dalle attività di produzione e consumo vengono reintegrati, dopo un processo di recupero, nel ciclo produttivo, in modo da ridurre l impatto umano sull ambiente e recuperare i residui che hanno un margine di utilità; - i rifiuti, nella predetta ottica, risultano un importante contributo per diminuire la dipendenza da materie prime, attraverso il riutilizzo e riciclaggio dei materiali che abbiano le caratteristiche per l applicazione della qualifica di sottoprodotto; Rilevato che: - nell economia lineare, con una logica di approvvigionamento-produzione-utilizzo-scarto, i materiali si distinguono in materie prime cd. vergini, che sono l unico materiale che può essere trasformato, e rifiuti, che sono la materia non trasformata dal processo produttivo nel prodotto finito e che non può essere utilmente impiegata per la ulteriore produzione; - differentemente, nell economia circolare entrano in gioco le materie prime tessili seconde, scarti di lavorazione che possono essere utilizzati per la realizzazione di prodotti finiti, invece di essere qualificati come tessuti e conferiti in discarica; - nello specifico le materie prime tessili seconde possono essere classificate come 1) sottoprodotti o pre-consumo, ovverosia gli scarti delle lavorazioni di articoli tessili che possono essere utilizzati per la realizzazione di articoli diversi; 2) post-consumo, cioè scarti derivanti da lavorazione dell indumento usato; Richiamata la normativa comunitaria citata che, tra le misure di Prevenzione dei rifiuti, prescrive che gli Stati membri adottino misure volte ad evitare la produzione di rifiuti, sostenendo modelli di produzione e consumo sostenibili e incoraggiando la creazione di sistemi che promuovano l attività di riparazione e riutilizzo di prodotti quali, tra gli altri, i tessili; Richiamato in particolare, l articolo 6 della direttiva n. 2008/98/CE, come modificato dalla direttiva n. 2018/851/Ue, che prevede con riferimento alla cessazione della qualifica di rifiuto che Gli Stati membri adottano misure appropriate per garantire che i rifiuti sottoposti a un'operazione di riciclaggio o di recupero di altro tipo cessino di essere considerati tali se soddisfano le seguenti

3 condizioni: a) la sostanza o l'oggetto è destinata/o a essere utilizzata/o per scopi specifici; b) esiste un mercato o una domanda per tale sostanza od oggetto; c) la sostanza o l oggetto soddisfa i requisiti tecnici per gli scopi specifici e rispetta la normativa e gli standard esistenti applicabili ai prodotti; e d) l utilizzo della sostanza o dell oggetto non porterà a impatti complessivi negativi sull ambiente o sulla salute umana. ; Vista la normativa italiana ed in particolare: - l articolo 184 bis del decreto legislativo n. 152/2006 che definisce la distinzione tra sottoprodotto e rifiuto, dettando le condizioni necessarie per la qualificazione del materiale e l articolo 184 ter che stabilisce le condizioni per la cessazione della qualifica di rifiuto; - il D.M. 13 ottobre 2016, n. 264 (Regolamento recante criteri indicativi per agevolare la dimostrazione della sussistenza dei requisiti per la qualifica dei residui di produzione come sottoprodotti e non come rifiuti) che per assicurare maggiore uniformità nell'interpretazione e nell'applicazione della definizione di rifiuto, [ ] definisce alcune modalità con le quali il detentore può dimostrare che sono soddisfatte le condizioni generali di cui all'articolo 184-bis del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152., aggiungendo tuttavia una serie di adempimenti burocratici, in ordine alla certezza del riutilizzo, che appesantiscono la materia; Riscontrato che: - relativamente alle condizioni indicate dalla normativa per la cessazione della qualifica di rifiuto post consumo, il materiale tessile in oggetto risponde ai requisiti prescritti: 1) con riferimento infatti all utilizzo per scopi specifici, i materiali tessili che nascono dalla dismissione e abbandono di indumenti usati che recuperati da aziende autorizzate al recupero e al trasporto per mezzo di macchinari a secco o ad umido, vengono trasformati in materiale fibroso pronto per essere impiegato in varie tipologie di prodotti; 2) relativamente alla esistenza di un mercato per la specifica sostanza, il materiale in oggetto viene acquistato da diverse aziende e trasformato in materiale fibroso, utilizzato per la produzione di filati o tessuti cardati; 3) il materiale inoltre soddisfa i requisiti tecnici per gli scopi specifici e rispetta la normativa e gli standard esistenti applicabili ai prodotti, come è testimoniato dalla rilevanza internazionale dei laboratori tessili del distretto pratese; 4) con riferimento infine all assenza di impatti negativi sulla salute umana o sull ambiente, come detto, il prodotto risulta sicuro e il riutilizzo del materiale consente un minore utilizzo di Kilowatt di energia, il risparmio di notevoli MC di acqua, ausiliari chimici e coloranti nonché minori immissioni di anidride carbonica e anidride solforosa; - inoltre con riferimento alla pratica della selezione e cernita di questi materiali, sia per il preconsumo che per il post consumo, non risultano esserci malattie professionali associate, trattandosi altresì di attività che vengono svolte da circa 180 anni e si qualificano pertanto quali lavori totalmente sicuri; - per quel che concerne la sicurezza del materiale, i risultati ottenuti dai controlli effettuati dagli organi di controllo istituzionali (ARPAT) e da controlli effettuati privatamente, con la tecnica dei tamponi - tecnica di solito usata per i controlli nei ristoranti -, confermano la totale sicurezza del materiale in oggetto dal punto di vista del rischio chimico e biologico, con assenza di sostanze patogene;

4 Preso atto che: - la Regione Toscana, nel quadro della promozione dell economia circolare, si è mossa nella direzione di individuare e finanziare le proposte progettuali innovative nell ambito delle pratiche di recupero e riutilizzo, a partire dal settore tessile; - la Giunta regionale con decisioni nn. 23 e 30 del giugno 2018, ha stabilito la costituzione di un tavolo regionale, che si occuperà dei principali settori produttivi toscani per i quali esiste ad oggi un problema di chiusura del ciclo di produzione (lapideo con particolare riferimento all'estrazione del marmo, cartario, tessile, cuoio, metallurgico e cantieristica, chimica con riferimento agli scarti della produzione e infine oro) con l obiettivo di favorire il reimpiego degli scarti, condividendo con le imprese e le associazioni di categoria una serie di attività di ricerca e innovazione volte a favorire le migliori forme di riuso, riciclo e recupero; Richiamati: - inoltre il PRS della Regione Toscana, approvato con risoluzione n.47 del 15 marzo 2017 ed in particolare il Progetto Regionale n. 13: Contrasto ai cambiamenti climatici ed economia circolare ; - la legge regionale 7 agosto 2018, n. 48 (Norme in materia di economia circolare. Modifiche alla l.r. 1/2015); - la proposta di legge statutaria n. 9 (Disposizioni in materia di sviluppo sostenibile ed economia circolare. Modifiche agli articoli 3 e 4 dello Statuto) approvata con delibera statutaria del 12 settembre 2018; Considerato che: - l economia circolare consiste in un nuovo modo di gestire il valore, riducendo al minimo la produzione di rifiuti e prolungando il ciclo di vita dei prodotti, dei materiali e delle risorse al fine di mantenere più a lungo possibile in vita i materiali; - secondo le stime statistiche, nel 2050 la popolazione mondiale arriverà ad essere pari a circa 9 miliardi di persone, e conseguentemente le materie prime vergini disponibili non saranno verosimilmente in grado di soddisfare i bisogni di tutti gli esseri umani, a tal fine diventerà essenziale la logica dell economia circolare e il recupero di tutto il materiale possibile; - come evidenziato precedentemente, nel distretto tessile pratese il procedimento di recupero caratteristico dell economia circolare, è messo in atto con lungimiranza già dall ottocento, con ottimi risultati; - in questo contesto di avanguardia è necessario che la normativa e gli adempimenti burocratici conseguenti, risultino adeguati alla dimensione del fenomeno e siano orientati ad uno snellimento degli oneri richiesti;

5 Ritenuto pertanto che sia opportuno cessare la configurazione di rifiuto per quei materiali che abbiano superato l operazione di recupero e che siano pertanto qualificati come materie prime secondarie, mentre quei materiali che nascono da un processo il cui scopo primario non sia la produzione di tale articolo, siano qualificati come sottoprodotti e non come rifiuti, qualora vi sia una terza persona interessata all acquisto del materiale stesso; IMPEGNA LA GIUNTA REGIONALE - ad attivarsi presso la Conferenza Stato Regioni al fine di promuovere, per le ragioni espresse in narrativa, il recepimento pieno della nuova normativa citata in materia di economia circolare, in modo da favorire ed incentivare in maniera particolare il processo di riutilizzo dei materiali tessili, anche mediante il riconoscimento delle materie prime tessili seconde attraverso una regolamentazione omogenea che presti particolare attenzione allo snellimento burocratico ed alla riduzione degli adempimenti; - nelle more del recepimento della normativa da parte del legislatore nazionale, a proseguire nell impegno e nel sostegno ai settori produttivi per incentivare il corretto sviluppo dei cicli produttivi e di assicurare la chiusura del ciclo in termini di trattamento degli scarti di produzione, valutando nello specifico di sperimentare nel distretto tessile di Prato, misure innovative volte a semplificare la qualificazione del sottoprodotto pre-consumo e post-consumo, anche in considerazione della storica esperienza maturata dal distretto pratese. I Consiglieri

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