L ESILIO E IL RITORNO MEMORIA INCONTRI

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1 L ESILIO E IL RITORNO MEMORIA INCONTRI Così dice il Signore: Non temere, perché io ti ho riscattato, ti ho chiamato per nome: tu mi appartieni. Se dovrai attraversare le acque, sarò con te, i fiumi non ti sommergeranno; se dovrai passare in mezzo al fuoco, non ti scotterai, la fiamma non ti potrà bruciare, poiché io sono il Signore, tuo Dio, il Santo d'israele, il tuo salvatore. Io dò l'egitto come prezzo per il tuo riscatto. Perché tu sei prezioso ai miei occhi, perché sei degno di stima e io ti amo. Non temere, perché io sono con te. Is 43,1-5 CAMMINO BIBLICO ANNO 2012/2013

2 Perché una memoria Nella Bibbia la memoria è importante: Ricordati di tutto il cammino che il Signore, tuo Dio, ti ha fatto percorrere in questi quarant'anni nel deserto Dt 8,2. Ricordati che non sei tu che porti la radice, ma è la radice che porta te Rm 11,18. Anche nella nostra vita la memoria è fondamentale! Noi siamo anche memoria di chi ci ha preceduto; raccontando la nostra vita e la nostra esperienza riconosciamo le tracce che abbiamo lasciato dietro di noi e indichiamo il cammino a chi ci vuol bene e ci vorrà seguire. La memoria dei nostri incontri è per noi molto importante perché, rileggendola, riviviamo i bei momenti trascorsi insieme riuscendo a rivedere i volti di ciascuna: gli interventi fatti, le parole dette, le emozioni raccontate, i segreti svelati. Allora la Parola diventa carne, si fa vita, diventa lampada ai nostri passi, luce al nostro cammino! Per tutti può essere una testimonianza di vita e un invito a lasciarsi prendere e trasformare da un cammino insieme fatto di ascolto, condivisione, amicizia e amore! Tutto possiamo in Colui che ci dà la forza (Fil 4,13). 2

3 Messaggio di Tenerezza Questa notte ho fatto un sogno, ho sognato che ho camminato sulla sabbia accompagnato dal Signore, e sullo schermo della notte erano proiettati tutti i giorni della mia vita. Ho guardato indietro e ho visto che ad ogni giorno della mia vita, proiettati nel film, apparivano orme sulla sabbia: una mia e una del Signore. Così sono andato avanti, finché tutti i miei giorni si esaurirono. Allora mi fermai guardando indietro, notando che in certi posti c era solo un orma Questi posti coincidevano con i giorni più difficili della mia vita; i giorni di maggior angustia, di maggior paura e di maggior dolore Ho domandato allora: Signore, Tu mi avevi detto che saresti stato con me in tutti i giorni della vita, ed io ho accettato di vivere con te, ma perché mi hai lasciato solo proprio nei momenti peggiori della mia vita?. Ed il Signore rispose: Figlio mio, Io ti amo e ti dissi che sarei stato con te durante tutta il cammino e che non ti avrei lasciato solo neppure per un attimo, e non ti ho lasciato I giorni in cui tu hai visto un orma sulla sabbia sono stati i giorni in cui ti ho portato in braccio 3

4 MEMORIA del primo incontro: 27 settembre 2012 con don Antonio Niada Introduzione all Esilio Preghiera: salmo 137 (136) Iniziamo accogliendoci con il segno della croce e con le parole del card. Carlo Maria Martini: È stata la Parola per prima a rompere il silenzio, a dire il nostro nome, a dare un progetto alla nostra vita. È in questa parola che il nascere e il morire, l amare e il donarsi, il lavoro e la società hanno un senso ultimo e una speranza. (da: In principio la Parola ) Don Antonio riallacciandosi alle parole di C. M. Martini sottolinea che è la Parola che rompe il silenzio, è una Parola performativa cioè fa quanto dice, accade quello che promette. Introduzione al salmo 137 Il salmo 137, non è contemporaneo ai fatti che racconta, è posteriore al 538 a.c., fa memoria e rilegge l esperienza dell esilio. Chi scrive è già ritornato in Giuda, ma è stato testimone oculare della deportazione. Come genere letterario è una lamentazione. La lamentazione non è mai solo disperazione, troviamo sofferenza interiore, dubbi, perplessità, domande, ricerca di un senso, tutto sembra arrivare al limite senza superarlo, perché la speranza è già data: è un compimento che è avvenuto o che avverrà quando solo Dio sa. L esperienza dell esilio può essere anche la nostra esperienza, la Storia ci porta ad essere esiliati, siamo tutti un po esuli, com è scritto nella Lettera agli Ebrei noi non abbiamo una patria. Spiegazione del salmo 137 vv.1-3: i primi tre versetti contengono un amore struggente per Gerusalemme, città della pace, dove il mistero ha lasciato un segno vero del suo passato. vv. 4-6: il salmista ha un grande amore per la città di Sion, anche in esilio non è possibile dimenticarsi di Gerusalemme. Nella Bibbia l uomo deve poter compiere l azione, proferire parola, esercitare il 4

5 culto, per questo le auto-maledizioni vengono mandate alla mano destra, la sua paralisi provoca l incapacità di compiere ogni azione; alla lingua, che è l organo della comunicazione, attaccandosi al palato, non solo non può comunicare ma non può lodare e ringraziare il Signore; alla memoria, l incapacità di ricordare, cioè lasciare cadere il ricordo di Dio e della sua Alleanza. vv 7-9: maledizioni per i persecutori, questi versetti esprimono la grande sofferenza vissuta dagli esiliati. L autore ispirato è uno strumento di Dio, egli sa riconoscere nella storia la presenza di YHWH. Accoglie il criterio storico e lo fa diventare manifestazione di Dio, la realtà non è negata, non viene nascosto il peccato del popolo, né la sua difficoltà ad essere fedele all alleanza. Introduzione all esilio Evento storico Il fenomeno dell esilio era comune nell Oriente antico: la deportazione delle classi dominanti dal punto di vista economico, politico e spirituale, era una misura preventiva contro eventuali insurrezioni del paese dominato. Già nel 734 alcune città del regno del Nord ne fecero la dura esperienza (cfr 2 Re 15,29), nel 721, dopo un assedio durato tre anni, la capitale Samaria venne occupata e gli Israeliti furono deportati in Assiria. Nel territorio attorno a Samaria si stabilì gente di Babilonia e di città assire. Queste colonizzazioni, mescolandosi con gli Israeliti rimasti sul posto, diedero origine ai Samaritani (2 Re 17,24ss). Dei deportati del regno del Nord non si sa più nulla. Le deportazioni che più hanno inciso nella storia del popolo dell alleanza, sono quelle fatte da Nabucodonosor, a conclusione delle sue campagne di invasione, negli anni 597, 587 e 582 (cfr 2 Re 24,14; 25,11; Ger. 52,28ss). L esperienza più forte è la presa di Gerusalemme, seguita dall incendio della reggia, del tempio di YHWH e della città. La rovina di Gerusalemme e la distruzione del Santuario, hanno una risonanza tremenda sulla coscienza religiosa del popolo di Giuda. La dimora di YHWH è distrutta; le realtà che avevano trasmesso il piano salvifico non esistono più: né terra, né promessa, né dinastia regale, né popolo. 5

6 L esilio e il ritorno: La prima grande deportazione del popolo d Israele avviene nell VIII in Assiria, e coincide con la caduta del regno del Nord. L impero Assiro riduce a vassalli i territori conquistati, sottoponendoli a pesanti tributi. Per il regno del Sud, la deportazione in Babilonia inizia nell anno 597 a.c. con l assedio di Gerusalemme che dura dieci anni (cfr 2Re 25,1-7), in quell anno vengono deportati i notabili, i colti, i sacerdoti e la casta del potere politico, sociale e civile; nel 587 a.c., con la distruzione della città e del tempio, viene deportato anche il popolo per avere più forza lavoro, come purtroppo era consuetudine in quei tempi (cfr 2Re 25); la terza deportazione avviene nel 582 a.c. e i babilonesi uniscono il territorio di Giuda alla provincia di Samaria (cfr. 52,28 ss). La deportazione è stata una prova sconvolgente per gli ebrei di quel tempo poiché, per quattro secoli, la loro realtà, la loro vita, si è identificata con il tempio; con la sua distruzione, il disegno di Dio sembra sconvolto, cade l ideale in cui hanno creduto a lungo. Il popolo in esilio si poneva molte domande: dov è il nostro Dio? il nostro Dio è ancora il nostro Dio? è ancora un Dio che salva? che cosa vuole il Signore da noi? perché Dio si irrita, ci castiga? Queste domande e altre ancora hanno prodotto molte considerazioni che il popolo ha elaborato anche con l aiuto dei profeti. Don Antonio le ha sintetizzate per noi in cinque punti fondamentali: 1. Riconoscimento da parte di Israele del suo peccato La deportazione è il castigo di Dio per il peccato di idolatria. Israele adora altri idoli, dimentica YHWH e il suo progetto, non è fedele all alleanza, commettendo il peccato di idolatria rifiuta Dio. 2. Dio manifesta al suo popolo il suo amore geloso Israele è il popolo eletto: il popolo eletto deve testimoniare l unicità di questa elezione, dicendo a tutto il mondo che c è un unico Dio che fa parte della storia ed è un Dio pietoso, misericordioso, lento all ira e grande nell amore. Diventando idolatra, Israele cerca ciò che non è Dio, va contro il suo progetto. Dio è geloso del suo popolo e non può sopportare che Israele, cercando solo ciò che produce morte, lo rinneghi. 6

7 3. Un aiuto alla conversione, un richiamo forte da parte di Dio al suo popolo perché si riconverta all alleanza L esilio è anche una prova di purificazione che produce germogli nuovi: Toglierò da voi il cuore di pietra e vi darò un cuore di carne (cfr Ez 36,26). Il popolo vive sulla sua pelle cosa significhi aver abbandonato YHWH. L uomo, quando cerca la sicurezza nei calcoli umani (guerre per conquiste, oppressioni, idolatria), si allontana da Dio; questa scelta produce solo disordine, dolore e morte; la risposta di Dio, attraverso i profeti, è una Parola che invita alla conversione, al pentimento e alla purificazione. 4. Una richiesta di perdono = conversione Non c è più il tempio né la monarchia, sembra tutto perduto senza rimedio; ma anche nei momenti più bui, all uomo che riconosce il suo peccato, Dio rivela sempre la sua misericordia e la sua fedeltà: Dio ha generato il suo popolo e non può dimenticarlo. Infatti egli non rigetta per sempre il suo popolo ma suscita la speranza attraverso la parola dei profeti C è una speranza per la tua discendenza: i tuoi figli ritorneranno entro i loro confini (Ger 31,17). Anche quando Dio sembra molto lontano, che non ascolti, che dorma (come Gesù sulla barca in Mt 8,23-27), c è sempre qualcuno che fa rinascere la speranza, Dio non distrugge, non porta la morte ma la vita. 5. La manifestazione del grande amore di YHWH per il suo popolo che non vuole distruggere ma riconquistarlo con amore L esperienza dell esilio è essenziale per fare un esame radicale di fronte a Dio, costringe il popolo a ritornare a Lui, con la consapevolezza dell appartenenza. Il ritorno dall esilio esprime il pentimento o il ritorno interiore del popolo a Dio e il ritorno di Dio al suo popolo, naturalmente anche il ritorno materiale dei profughi alla loro terra. Don Antonio ci suggerisce di ringraziare Dio anche per i nostri momenti di sofferenza: luogo della purificazione e del ritorno, della certezza dell amore di Dio. Concludiamo con la preghiera del Padre Nostro. 7

8 MEMORIA del secondo incontro: 4 ottobre 2012 San Francesco Accoglienza Preghiera: salmo 80 (79) Iniziamo il nostro incontro con il canto di San Francesco Laudato sii. Abbiamo pregato poi il salmo 80 (79) ripetendo i versetti che più ci hanno colpito, come facciamo abitualmente. In questo incontro abbiamo cercato di fare memoria dei personaggi biblici che ci hanno maggiormente interessato lo scorso anno e ri-cor-dare quello che ci è rimasto nel cuore ed è stato importante per noi nella vita di tutti i giorni. Ripensando all incontro con don Antonio sull Esilio Nell Antico Testamento, Israele stabilisce un alleanza con Dio e promette di essergli sempre fedele, riconoscendo la sua grandezza; ma per diversi motivi, che possono cambiare a seconda del contesto storico in cui avvengono, il popolo rompe l alleanza e commette ciò che è male ai suoi occhi, poi si pente, chiede aiuto a Dio che, per la sua misericordia e fedeltà, sempre lo riaccoglie. Tutto questo ci fa capire che da sempre la fragilità dell uomo lo porta a cadere ma poi a risollevarsi. Anche noi oggi, come Gesù ci ha insegnato, non dobbiamo scoraggiarci per le cadute, ma trovare sempre la forza di rialzarci e guardare con fiducia e speranza al nostro Dio che sempre ci perdona e ci accoglie. La Parola di Dio è antica e sempre nuova, sempre attuale: oggi ci può dire ancora qualcosa. A volte si ha difficoltà ad accettare l affermazione che ogni tanto viene fatta sul valore della sofferenza, considerandola come un dono. Si è detto che l esilio per il popolo è una prova di purificazione che produce germogli nuovi. Quando si vive una grande sofferenza, un forte dolore, nella fede in Dio si può trovare conforto e sostegno, a volte è proprio la sofferenza che ci riavvicina a Dio: è Lui che ci guarisce. Nel dolore però è anche possibile perdere le fede. Il dolore innocente non si riesce ad accettare, come ad esempio la sofferenza nei bambini, perché questo accade? Il dolore innocente è 8

9 un mistero! Spesso non riusciamo ad accettare chi considera la sofferenza una benedizione. Gli ebrei in esilio erano arrivati al limite della sopportazione, non avevano più niente a cui aggrapparsi e, in quel periodo di disperazione, erano riusciti a risollevarsi facendo memoria del passato. Partendo dalla creazione, ricordando Abramo e Mosè, ritrovarono la speranza e la certezza che il loro Dio non avrebbe mai potuto dimenticare per sempre il suo popolo. Anche a noi spesso accade così, facendo memoria dei periodi di grande sofferenza, riconosciamo che proprio in quei momenti Dio era presente e ci sosteneva con la Sua Parola o attraverso la presenza di amici che ci aiutavano a ritrovare fiducia e speranza. Quando tutto ci va bene ci sentiamo autosufficienti. Il libro di Giobbe pone molti interrogativi sulla sofferenza. I tre amici lo accusano di non essere stato un uomo giusto e di avere peccato contro Dio, meritando così il suo castigo. Sappiamo che non è così. Non ci sono risposte precise in questo libro sul dolore e sulla sofferenza, Giobbe continua ad avere fede e riconosce l onnipotenza e la grandezza di Dio: Comprendo che puoi tutto e che nessuna cosa è impossibile per te (Gb 42,2) e alla fine viene ricompensato. La risposta alla sofferenza innocente può essere Gesù stesso che ha accettato di morire sulla croce. Figure bibliche che più ci hanno colpito Anna, la mamma di Samuele, delusa dal marito, derisa dal sacerdote Eli, è stata poi ripagata dalla sua sofferenza con il dono di un figlio. La storia di Anna mi ha permesso di fare alcune riflessioni: nei momenti di grande dolore, d incomprensione, di scoraggiamento, di angoscia, l unico posto per sentirmi rinfrancata e confortata è andare dal Signore, in preghiera. Dio permette certe circostanze nella vita (che non sempre si comprendono) tuttavia quando viene implorato con tutta la forza d animo, il Signore non può rimanere indifferente. Il profeta Elia che nel suo silenzio e nella sua disperazione ha ritrovato Dio. Elia conosce Dio nella voce del silenzio. Dio non parla nei segni della potenza e della grandezza del mondo. Ascoltare il silenzio per riflettere su tante cose: sul bene, sul male; nel silenzio non c è solo ascolto ma anche ricordo. Ascolta e ricorda! 9

10 Io mi sono riproposta di stare almeno cinque minuti al giorno in silenzio per ascoltare la voce di Dio. Un altro personaggio biblico importante è stata la profetessa Culda (2Re 22,1-20) che nessuna di noi conosceva. Tramite l aiuto di questa donna, il re Giosia ha scoperto il contenuto del Libro della Legge è ha dato inizio ad un importante riforma. Debora è stata una figura significativa, l abbiamo apprezzata per il suo coraggio e la sua determinazione. Nel cammino fatto finora, il periodo che mi è sembrato più interessante nella storia del popolo d Israele, è quello dei giudici, dall organizzazione tribale alla monarchia, periodo di transizione. Anche in quel tempo però, come già detto all inizio, si ripetono sempre le stesse situazioni: il popolo pecca, si allontana dal Signore, si pente, chiede aiuto e il Signore lo perdona. Oggi succede la stessa cosa, l uomo non cambia mai! Non consideriamo il progetto di Dio ma il progetto personale: l immagine, il successo, l arricchimento, la carriera. Perché c è questa mancanza? La fede è sempre più debole. Noi viviamo una vita tutta materiale, diamo importanza all avere e non all essere. Il potere allontana dalla fede. Alla fine dell incontro abbiamo pregato insieme la bellissima esortazione che ci ha mandato don Felice Tenero Non portare con te, composta dalla sua comunità per il trasferimento del Vescovo Non portare con te Non portare con te solamente la parola, affilata come una spada pronta per il combattimento; porta con te, nella voce e nel canto, la melodia del sogno e della speranza. Non portare con te solo occhi critici, capaci di denudare l ingiustizia e l oppressione; porta con te anche uno sguardo dolce e pieno di tenerezza, capace di perdono e misericordia. Non portare con te solamente mani ferme e forti, per poter rimuovere barriere e ostacoli; porta pure con te, sulla punta di dita sensibili, il balsamo che cura le ferite del corpo e dell anima. Non portare solamente la Buona Notizia del Vangelo, come un tesoro di pietre preziose; porta con te anche l arte, la grazia e la magia di trasmetterla ad altre culture e popoli diversi. 10

11 MEMORIA del terzo incontro: 18 ottobre 2012 Il re, il popolo, il profeta Accoglienza Preghiera: Sof 3,9-20 Testi di Studio Is 7,1-17 e Is 9,1-6 Dopo un accoglienza reciproca, ricordando in modo particolare le nostre amiche assenti, abbiamo pregato Sof 3,9-20. Sofonia ha profetato sotto il regno di Giosia ( a.c.) prima della riforma, quando il re era ancora un bambino, circa ottant anni dopo il regno di Acaz. Sofonia denuncia il comportamento iniquo, menzognero, idolatra degli abitanti di Gerusalemme, ma annuncia che dalla morte rinascerà la vita: il Signore ha revocato la tua condanna, ha disperso il tuo nemico, tu non vedrai più la sventura perché il Signore tuo Dio in mezzo a te è un salvatore potente, per te esulterà di gioia (Sof 3,15-17). Il profeta annuncia l'intervento di Dio che trasformerà completamente le cose e rivelerà il suo amore e la sua bontà al resto d'israele. Nel libro di Sofonia la parola Anawîm = Poveri di YHWH acquista un significato profondo: sono i poveri, gli oppressi, coloro che cercano la volontà di Dio e desiderano realizzare il suo progetto (cfr Sof 2,3 e 3,12) reclamando la giustizia per i deboli, i piccoli, gli indigenti. La tenacia di questi poveri di YHWH sarà descritta da Isaia nei quattro canti del Servo (cfr Is 42,1-9; 49,1-6, 50,4-9, 52,13-53,12). Sarà il resto, il filo rosso della profezia che ci condurrà fino a Gesù. Introduzione La Bibbia è nata proprio dalla preoccupazione che il popolo non deve dimenticare il passato e perdere la sua identità. Il popolo non deve perdere la memoria (anche per una persona perdere la memoria è una delle cose più gravi). In ogni nuovo periodo della storia, soprattutto nei periodi di infedeltà e di crisi, l'esperienza dell Esodo e dei giudici riaffiora nella memoria dei profeti e diventa un criterio per denunciare gli errori dei re e per aiutare il popolo a fare una revisione del suo cammino. Il passato viene riletto per aiutare il popolo a vedere nell oggi la presenza nascosta del Dio liberatore Voi saprete che Io Sono il Signore (cfr Ez. 14,8; 32,15; Is.45,3). 11

12 Colpisce l'aspetto di questo piccolo popolo che nella sua debolezza ha resistito nella storia ed è ancora presente oggi, mentre degli altri grandi imperi si parla solo come passato. Cenni sul profeta Isaia Isaia è il profeta più conosciuto e ricordato. E nato a Gerusalemme intorno al 760 a.c. ed è probabilmente di nobili origini. Questo profeta, fermo e coraggioso, è un personaggio di grande fascino per l attrattiva che esercita la sua figura di uomo d azione, per la vastità della sua cultura e per la forza del suo insegnamento. La profezia del Primo Isaia si attua dal 740 al 701 a.c., sotto la dominazione di due re: Acaz ( a.c.) ed Ezechia, figlio di Acaz ( a.c.). Altro profeta del regno del Sud, contemporaneo di Isaia, è Michea. Primo Isaia o Proto Isaia (cap. 1-39) genere letterario poetico Nei primi cinque capitoli, questo testo accusa severamente il popolo corrotto, ipocrita e infedele e annuncia le sventure che si abbatteranno su Giuda e Gerusalemme. All interno dei successivi capitoli (6,1-12,6) c è una sezione chiamata Il libro dell Emmanuele. Negli oracoli relativi alla guerra siro-efraeimita, Isaia manifesta la speranza nella fragilità di un bambino, contrapponendosi ad Acaz che mette la sua fiducia nella forza militare e impone al popolo pesanti tributi. La nascita di un bambino non significa solo la continuità della discendenza ma può essere intesa anche come riporre la fiducia nei piccoli. Contesto storico in cui opera il profeta Isaia Nella prima metà dell VIII sec. a.c. ( ) il regno d Israele raggiunge il massimo del suo potere mentre l Assiria vive un periodo di momentanea debolezza, permettendo la nascita di piccole nazioni. Dopo la morte di Geroboamo II e di suo figlio Zaccaria, la dinastia di Ieu finisce ne743 a.c. (cfr 2Re14, e 2Re15, 8-12). Nel 738 a.c., il re assiro, Tiglat Pileser III, ha già raggiunto le montagne del Libano, facendone una nuova provincia assira. Da questo momento in poi, molti tentativi furono fatti fra i vari re per formare delle coalizioni anti assire, ma con scarso successo. Rezin re di Aram e Pekach re di Israele-Efraim, chiedono ad Acaz re di Giuda, di fare un alleanza con loro, ma Acaz non accetta; non essendo vassallo dell Assiria, come il regno del Nord, non ha alcun interesse ad inserirsi in un alleanza il cui successo non è sicuro (2Cr 28; 2Re 16ss). Acaz, nonostante l invito di Isaia alla calma e alla 12

13 riflessione, si allea con l Assiria contro i due re nemici Rezin e Pekach che, sorpresi alle spalle, vengono sconfitti (guerra siro-efraimita a.c). Israele perde tutta la Galilea e la sua classe dirigente viene deportata in Assiria. Pekach viene ucciso. Cade anche Damasco nel 732 a.c. Anche Rezin viene ucciso e il suo territorio trasformato in una provincia assira. Il regno di Giuda si ritrova ora, esso stesso, vassallo dell Assiria. Siamo vicini alla fine del regno del nord (cfr Is 7,1-17). Is 7, 1-17 Acaz, considerato uno dei peggiori re di Giuda per la sua idolatria, è paragonato al re d Israele Acab, che sposò la regina Gezabele e sfidò il profeta Elia (cfr 1Re 18 ss). Acaz, per propiziarsi le benevolenze degli dei, arriva ad immolare i suoi figli alla divinità, bruciandoli. Questo atteggiamento del re, che rispecchiava l uso dei popoli di quel tempo, ci ha molto scosso e ci siamo chieste: oggi questo potrebbe ancora accadere? Riflettendo bene, abbiamo riscontrato che possiamo avere atteggiamenti di grande egoismo o possesso verso i nostri figli o le persone deboli, tanto da arrivare a sacrificarli per i nostri progetti personali. L incontro tra Acaz e Isaia avviene in un luogo di acque e quindi di fecondità e di vita. Isaia ha con sé il figlio Seariasùb che significa portatore di speranza. La parola che pronuncia Isaia non è più soltanto per Acaz ma è per tutto il popolo. Il segno che il re Acaz ha rifiutato di chiedere a Dio, gli è stato dato: è l annuncio della nascita di un figlio, il cui nome Emmanuele che significa Dio con noi, rivela che Dio vuole proteggere e benedire Giuda. ISAIA 9, 1-6 Questo testo ridà speranza e fiducia al popolo che non vede futuro. La speranza è racchiusa in un bambino che porterà la pace. Il popolo che camminava nelle tenebre vide una grande luce : camminare nelle tenebre non significa soltanto essere al buio, senza speranza, ma tenere una condotta di vita immorale. Sul popolo lontano da Dio, viene la luce portata da un bambino, che genera vita, pace, diritto e giustizia. 13

14 MEMORIA del quarto incontro: 25 ottobre 2012 Caduta di Samaria ed esilio a Ninive capitale dell Assiria. Con Tea Frigerio Suora missionaria di Maria - Saveriana Ascoltatemi, voi che siete in cerca di giustizia, voi che cercate il Signore; guardate alla roccia da cui siete stati tagliati, alla cava da cui siete stati estratti. Guardate ad Abramo vostro padre, a Sara che vi ha partorito; Is 51,1-2a Premessa Tea Frigerio è missionaria in Brasile dal Tea ha iniziato il nostro incontro, commentando il testo di Isaia 51. Le prime due righe dei versetti citati sopra, sono un parallelismo, due pensieri che esprimono la stessa realtà: Voi che cercate la giustizia e Voi che cercate il Signore, cercare la giustizia e cercare il Signore affermano la stessa cosa. Anche Gesù usa parallelismi: a un dottore della legge dice Amerai il Signore Dio tuo e il prossimo tuo come te stesso (cfr Mt 22,37-39), e nel discorso della montagna: Cercate prima il regno di Dio e la sua giustizia (cfr Mt 6,33), con definizioni diverse queste citazioni esprimono lo stesso concetto. Isaia forse sta parlando a persone sfiduciate, senza speranza, e ricorda loro che sono state estratte dalla roccia, da un materiale resistente, non friabile; è bella l immagine di Abramo rappresentata dalla roccia così resistente e del grembo di Sara, colei che genera, paragonata alla cava. Abramo e Sara, pur avendo vissuto molte difficoltà le hanno sempre superate. Infatti Isaia ribadisce: Guardate ad Abramo vostro padre e a Sara che vi ha partorito e ricorda loro che appartengono a quella stirpe, perciò non possono lasciarsi vincere dalle difficoltà e dallo scoraggiamento. Interventi del gruppo sui versetti d Isaia Ritornare alle origini per continuare il cammino. La nostra difficoltà spesso è quella di ricordare, di fare memoria del passato. La roccia dà un senso di forza che serve nella nostra vita per superare ogni ostacolo. 14

15 La cava nella roccia che è il ventre di Sara, ci dà un senso di protezione. E strano che il secondo versetto d Isaia nomini anche Sara, di solito si parla di Abramo, Isacco e Giacobbe. Tea ci dice che Isaia è un profeta speciale, ha un attenzione particolare alle voci femminili, a differenza di Ezechiele che non parla mai delle donne o ne parla male. Simboli Prima di introdurre il tema, Tea ci spiega i simboli che ci accompagnano in questo incontro: al centro del tavolo c è la bandiera dei popoli indigeni del Sud America che si chiama WIPALA fatta dai sette colori dell arcobaleno. L arcobaleno rappresenta l armonia tra cielo e terra, Dio e la terra devono essere in armonia. Fiori colorati portati da Belem, fatti a mano da una donna che li vende per sopravvivere; rappresentano la speranza in tempo di crisi, sono i fiori della speranza. Contenitore del cero, piatto fatto di foglie proveniente dall India, lo usano per mangiare e poi lo riempiono di fiori e lo abbandonano sulla corrente del fiume. Tema dell incontro: Caduta di Samaria ed esilio a Ninive capitale dell Assiria. Perché si parla così poco dell esilio di Ninive e moltissimo di quello di Babilonia? Noi non abbiamo saputo dare una risposta, abbiamo solo ricordato che la città di Ninive è descritta nel libro di Giona come una delle città più corrotte. Tea E molto conosciuto l esilio in Babilonia perché gli scritti arrivati a noi sono stati redatti da autori del sud, ricordiamo che in Giuda c era Gerusalemme con il tempio e la reggia. Il sud ha sempre visto il nord con occhio negativo; dopo la distruzione di Samaria, conquistata dall Assiria, sembra che tutto sia finito, che il nord sia sparito, ecco perché l esilio di Ninive è quasi sconosciuto! Tea ci dice che dobbiamo innanzitutto allargare il concetto di esilio e liberarci da una visione biblica che riduce l esilio a quello di Babilonia, dobbiamo avere un orizzonte più ampio. Oltre a quello per conquista, come nel caso di Ninive e Babilonia, ci sono altri tipi di esilio e di esiliati: 15

16 I perseguitati, costretti a fuggire, come Geroboamo che ha dovuto scappare in Egitto perché Salomone voleva ucciderlo. Altri, come Geremia, contrari alla monarchia e perseguitati, hanno dovuto andare in esilio. Gli emigrati come Amos, pastore e agricoltore del sud, ha dovuto emigrare al nord per trovare lavoro. Anche nel libro di Rut si legge che Elimèlech, con la moglie Noemi e i due figli, per una grave carestia, hanno dovuto trasferirsi a Moab per non morire di fame. Gli esiliati politici: tante persone, durante la dittatura, sono scappate per evitare le persecuzioni e tante altre sono state cacciate da chi era al potere. Gli indigenti che lasciano spontaneamente la propria terra perché non hanno niente e vanno in cerca di una situazione migliore. I rifugiati: quando un paese è colpito da una guerra (come oggi in Siria), la popolazione spesso fugge in un territorio più sicuro. Sarà avvenuto così anche nel regno del Nord che è stato sotto assedio per molto tempo, tanti abitanti si saranno rifugiati al sud. Sono tutti esilii, gente che, per motivi diversi, è costretta a vivere fuori dalla propria terra. Quando avviene l esilio in Babilonia che inizia nel 597 a.c. e termina nel 538 a.c., c è già molta gente esiliata di entrambi i regni, lontana dalla propria patria, che resterà in giro per il mondo allora conosciuto. Insieme leggiamo il testo di 2Re 17,24-41 Origine dei Samaritani Dopo la caduta di Samaria (721 a.c.) il re d Assiria fa deportare tutti gli Israeliti a Ninive e, per non lasciare la terra incolta, manda a Samaria altri popoli conquistati. Gente di Babilonia, Cuta, Avva, Amat e Sefaruaim. Sono popoli idolatri, non conoscono il Dio d Israele, ciascuno adora le proprie divinità. Il re Assiro manda dei sacerdoti israeliti, per far conoscere YHWH, però questi popoli, pur venerando il Signore, continuano a servire i loro dei. Gli Israeliti presenti in quel territorio, sono infedeli non rispettano più le leggi e l alleanza con il loro Dio. Gesù, quando dice alla Samaritana: Hai detto bene non ho marito ; infatti hai avuto cinque mariti e quello che hai ora non è tuo marito (Gv 4,17-18) intende richiamare la situazione dei popoli idolatri della Samaria. Ricordiamo che il Regno del Nord è stato deportato, non è sparito! Quando l Assiria è al potere, conquista Babilonia, in seguito Babilonia 16

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