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1 Traduzioni in italiano 1 Rivista di Architettura Inserto ampliato in italiano Coperture Traduzione: Rossella Mombelli, George Frazzica arch.mombelli@libero.it, gfrazzica@alice.it Pagina 1150 Copertura e spazio Christian Schittich Quando nel 1955 Le Corbusier completa la famosa cappella di Notre Dame du Haut, a Ronchamp in Lorena, riesce con il proprio progetto a far arrabbiare in egual misura il mondo degli specialisti e il grande pubblico. Colui che fino a quel momento è passato alla storia come fautore e massimo protagonista dell estetica della macchina rigidamente ortogonale concepisce improvvisamente una scultura originale, espressivamente plastica e dotata di uno spazio interno apparentemente mistico e introverso. Sia esternamente che internamente la scultura è condizionata dalla presenza di un imponente e pesante copertura: il tetto che, secondo l aneddoto alimentato dall architetto stesso, trae ispirazione dalla corazza di un crostaceo rinvenuto casualmente sulla spiaggia (Fig. 1, 2). In quel periodo, nel momento di massima fioritura del Movimento Moderno, la scelta della forma corretta da assegnare al tetto è intrisa ancora di significato ideologico; chi vuole apparire progressista propende solitamente per la versione orizzontale. Tuttavia colui che fino a Ronchamp appartiene alla schiera dei massimi sostenitori della copertura piana e la fa diventare possibilmente nella sua versione praticabile uno degli elementi fondamentali dei cinque punti per una nuova architettura, stupisce tutti con una forma modellata plasticamente che ostenta un marcato rapporto con il paesaggio. Anche se Le Corbusier non è più fedele ai propri principi, è tuttavia capace di farlo in modo formalmente logico: con il proprio gesto sottolinea enfaticamente l immagine scultorea ricercata verso l esterno, mentre rafforza, all interno, il carattere cavernoso della cappella grazie all uso di una copertura voltata verso il basso, pesante e incombente. La forma esterna dell eccentrica copertura continua dunque anche all interno. Il fatto che un tetto dalla forma particolare risulti leggibile anche da dentro, ovvero che trovi una corrispondenza nella forma dello spazio che ricopre, è senza dubbio un fattore che denota grande qualità architettonica. In fondo, è da tempo immemorabile che le coperture rappresentative vengono scelte anche perché sono lo strumento espressivo che determina l immagine della casa: non sempre tuttavia, lo spazio sottostante corrisponde al tetto che lo ripara. Oggi la controversia del Movimento Moderno sulla forma del tetto è ormai superata ed è consentito l utilizzo di qualsiasi forma immaginabile. Inoltre, con l aiuto del calcolatore si possono progettare, calcolare e costruire forme di ogni tipo fino alle più originali. Tuttavia è lecito chiedersi se le possibilità tecniche, ormai quasi illimitate, siano in grado di generare effettivamente uno spazio di pari qualità. Di seguito vogliamo affrontare in profondità il tema della relazione tra la forma del tetto e lo spazio architettonico. Evoluzione del tetto e dello spazio nella storia Nelle culture primordiali la casa è formata quasi esclusivamente dalla copertura e non esiste alcuna differenziazione tra lo spazio del tetto e quello abitabile. Lo si può verificare ancora oggi, ovunque nel mondo, nelle dimore tradizionali delle aree più isolate, come la Jurta dell Asia Centrale che ha una storia millenaria. Anche più tardi, quando le case diventano sempre più grandi e ricevono una suddivisione interna, lo spazio del sottotetto rimane nella maggior parte dei casi aperto. In molte zone la familiarità con il tetto a vista fa sì che si attribuiscano significati simbolici e persino mitologici alla struttura che lo sostiene: è così che in aree tra le più disparate si alimentano quelle credenze che vogliono il tetto tra i luoghi preferiti di demoni e spiriti domestici. Nelle case coloniche giapponesi (Minka) di alcune aree si usa integrare almeno una trave particolarmente ricurva nella struttura di sostegno a vista della copertura, per motivi simbolici ma anche estetici (Fig. 4). Mentre nelle abitazioni di molte regioni il tetto rimane visibile ancora relativamente a lungo, in ampie parti d Europa, a partire dal Medioevo, si tende a separarlo dallo spazio abitativo per motivi legati al riscaldamento dell ambiente. La sua funzione viene così ridotta a quella di schermo protettivo e di volume di compensazione termica: il sottotetto diventa sempre più magazzino o deposito. La situazione si modifica solo a partire dall inizio dell età moderna con la comparsa di mansarde urbane che, soprattutto nel XIX secolo, tendono ad affermarsi quando il costante aumento del prezzo dei terreni edificabili delle metropoli in rapida crescita conduce alla sostituzione del sensato spazio di compensazione termica con il sottotetto abitabile. Il fatto che il tetto sia la conclusione di un edificio alto o sia una parte fondamentale del corpo di fabbrica rappresenta una differenza importante per la nostra riflessione. Nessuno si aspetta uno spazio abitabile da una copertura che coroni un condominio di quattro o cinque piani e tantomeno che questa abbia anche una corrispondenza con la forma esterna del fabbricato stesso. Il discorso cambia invece radicalmente nel caso di un teatro, una chiesa o un museo e, soprattutto, quando si tratta di un piccolo edificio di un solo piano. Anche se sporadicamente, per lo più nell ambito dell architettura di rappresentanza, è possibile individuare nei secoli alcuni esempi di coperture volutamente lasciate a vista. Pure in questo caso la simbologia gioca un ruolo di primo piano, insieme al desiderio di assecondare un ideale estetico particolare o di ottenere uno spazio originale. Il tetto può regalare un effetto di concentrazione dello spazio, una qualità da sempre utilizzata per deputare un luogo all assemblea di persone per scopi religiosi o politici. Un ossatura del tetto a vista può anche servire per ostentare volutamente un effetto di modestia o povertà, come nelle grandi chiese ad aula dell Ordine francescano, prima fra tutte Santa Croce in Firenze. Il contrario di spazi improntati a tanta sobrietà è invece rappresentato da una messa in scena drammatica, come quella che caratterizza ogni architettura barocca o rococò. Ed ecco che nella famosa Wieskirche di Dominikus Zimmermann, nei pressi di Steingaden, in Alta Baviera, il tetto in parte emergente avverte il visitatore della presen

2 2 Traduzioni in italiano za di una casa del Signore di particolare pregio, non lasciando tuttavia intuire dall esterno l esuberante splendore che avvolge l interno. Uno splendore più scena che sostanza completamente disarticolato dalla copertura: la superficie che chiude superiormente lo spazio è formata infatti da un soffitto interamente orizzontale e stondato lungo i bordi, che, appeso alle struttura lignea, crea l illusione di una vera volta celeste con l ausilio di raffinate pitture (Fig. 3). L espediente è piuttosto diffuso nell architettura barocca ed è già presente in epoca precedente anche se con minor intensità. Anche le chiese a volta di fattura gotica sono infatti chiuse da un ripido tetto ammantato di tegole o lastre di pietra che serve soprattutto a garantire la protezione dagli agenti atmosferici. Anche in questo caso l immagine interna trova corrispondenza in quella esterna solo per grandi linee. Più tardi, nel XIX secolo, la concordanza assoluta tra la forma del tetto e lo spazio interno trova finalmente compiutezza soprattutto in grandi opere di ingegneria civile come stazioni, padiglioni industriali, grandi edifici espositivi o serre (Fig. pag. 1049). A volte sarà la sola imponente dimensione a conferire carattere a quelle realizzazioni, con la stessa struttura portante che plasma e articola lo spazio. In molti casi, inoltre, l effetto risulterà rafforzato dall impiego diffuso del vetro che facilita il rapporto visivo diretto tra l interno e l esterno. La cupola a doppio calotta: autorità e armonia Molto spesso si ritiene che la cupola forma particolare di copertura possa essere contemporaneamente un forte segnale verso l esterno e tuttavia un elemento di armonizzazione delle spazio interno: due esigenze apparentemente in contraddizione. Nell ambito di varie culture architettoniche, tra le più differenti, la scommessa è stata vinta utilizzando strutture a doppio guscio, molto spesso con l interposizione di un imponente intercapedine come testimoniano i mausolei e le mosche di Samarcanda. Nel corso del tempo la tendenza si è poi affermata anche in Europa e più tardi nelle Americhe. Mentre nella cupola fiorentina di Brunelleschi la forma delle due calotte tende ancora quasi a coincidere, in altre architetture più recenti il loro tracciato si differenzia enormemente. Il fenomeno è riscontrabile soprattutto a partire dalla fine del XVIII secolo, nel momento in cui, sempre più spesso, la struttura portante della calotta esterna tende ad essere realizzata in metallo, come avviene per la cupola del Campidoglio di Washington, che ricalca esteriormente le forme michelangiolesche di San Pietro, o per l am Steinhof di Otto Wagner a Vienna (1907, Fig. 7). Ben settant anni più tardi sarà Le Corbusier a reinterpretare in modo originale la tradizione costruendo la cupola del parlamento di Chandigarh, nell India settentrionale, a cui egli conferisce la forma di un iperboloide di rotazione ispirato all immagine di una torre di raffreddamento di una centrale elettrica ( , Fig. 8). Con questa cupola priva di volta, che l architetto taglia obliquamente nella parte alta e dota di un apertura d illuminazione dalle forma plastiche, egli ottiene due risultati: sopraeleva la sala plenaria e associa un segno di riconoscimento alla specificità del sito. In questo caso Le Corbusier non realizza solo un aula parlamentare architettonicamente significativa, ma riesce anche a ottenere piena armonia tra la forma esterna e lo spazio racchiuso. L impresa è resa naturalmente possibile anche dal clima e dallo standard costruttivo dell India del tempo poiché lo spessore del calcestruzzo a vista, dipinto con motivi ideati dallo stesso architetto, separa l interno dall esterno senza interposizione di strati isolanti e con la sola applicazione di pannelli acustici nella parte inferiore. Dal guscio geometrico all espressività della forma Nel momento in cui viene costruita Chandigarh la copertura piana fa parte della Weltanschauung di ogni architetto d avanguardia. Tuttavia, anche durante l affermazione del Movimento Moderno nel dopoguerra, il panorama architettonico continua a offrire sporadici casi di coperture inclinate di particolare eleganza anche al di fuori dell ambito residenziale e soprattutto per edifici a destinazione particolare. A questa schiera vanno sicuramente ascritte le coperture autoportanti a guscio ricurvo di cemento armato che sono opera di grandi ingegneri-architetti come Eduardo Torroja, Felix Candela e più tardi anche Heinz Isler. Le campate estremamente leggere nascono dalla giustapposizione di forme radicalmente condizionate dalle leggi della fisica e direttamente dedotte dall andamento dei carichi. Nell era della progettazione e del calcolo computerizzati, le strutture di quel tipo, che normalmente sono anche molto economiche, rappresentano il modo più elegante per coprire grandi superfici senza l uso di sostegni intermedi. In questo modo, come conseguenza dell adozione di materiali e tecniche, i padiglioni cominciano a mostrare una forma determinata geometricamente e percettibile in modo identico sia dall interno sia dall esterno. Un effetto che raggiunge l acme quando le superfici sono libere da qualsiasi strato di protezione fisico-tecnica a causa della semplicità della destinazione d uso e della benevolenza del clima. Una collocazione di riguardo spetta, a questo proposito, all ingegnere-architetto Pier Luigi Nervi che riesce a sviluppare un linguaggio formale compiutamente autonomo. Egli predilige le strutture reticolari nello spazio formate da nervature prefabbricate in calcestruzzo chiuse superiormente da un sottile guscio in getto, assicurando in questo modo all intradosso delle proprie coperture (come nel Palazzetto dello Sport di Roma, 1957, Fig. 9) una struttura inconfondibile e allo stesso tempo di grande effetto. Presto tuttavia, quelle forme nate come geometricamente semplici si evolvono fino a realizzare coperture dal carattere dinamico. Un classico del genere è rappresentato dal Terminal TWA dell Aeroporto J. F. Kennedy di New York, opera di Eero Saarinen (1962, Figg. 13, 14), dove l autore riesce a coniugare le esigenze funzionali di un terminal con una architettura di conio futuristico. Il volume si compone essenzialmente di una copertura curva egualmente percettibile dall interno come dall esterno che sembra sfidare la legge di gravità. La costruzione viene eletta immediatamente a simbolo del volo in un epoca in cui l aviazione commerciale non è ancora diffusa e conosciuta come lo è oggi. Con la sua opera Eero Saarinen realizza uno dei prototipi delle grandi coperture scultoree, con la differenza, rispetto ai tanti esempi attuali, che in quel caso la forma e la funzione sono ancora reciprocamente armonizzate. Corpo di fabbrica e copertura intesi come scultura Con la Filarmonica di Berlino (1963, Figg. 10, 11) Hans Scharoun crea un opera architettonica tra le più sorprendenti: una costruzione che l architetto sviluppa sulla base delle esigenze della sala da concerto e di una propria specifica concezione dello spazio interno. Per la prima volta in assoluto lo spettatore e l orchestra non si fronteggiano. Scharoun, che paragona la propria idea al metodo utilizzato per disporre i vigneti, colloca i musicisti al centro e il pubblico intorno su una serie di terrazzamenti in salita, inoltre subordina la conformazione organica del soffitto alle esigenze dell acustica architettonica. Il soffitto risulta così composto di tre gusci convessi ed evidentemente appesi, che garantiscono la diffusione uniforme del suono. La forma esterna della copertura organica deriva infine dallo stesso principio e l idea di fondo che permea lo spazio interno rimane leggibile all esterno nonostante l intercapedine vuota che separa i due involucri. La Filarmonica di Scharoun influirà in maniera smisurata sull architettura delle sale da concerto di ogni periodo successivo. Anche Jørn Utzon, che progetta quasi contemporaneamente l Opera di Sydney non rimane insensibile al progetto berlinese, tuttavia, nonostante le numerose somiglianze, tra l altro evidenti anche nell uso di un linguaggio organico, l impostazione di Utzon è completamente differente. Mentre Scharoun concepisce il proprio edificio partendo dall interno verso l esterno, Utzon segue il percorso inverso. Egli progetta l Opera di Sydney, destinata a diventare il simbolo di un intero continente, come fosse un opera scultorea autonoma formata dalla sovrapposizione di alcune vele infisse in una lingua di terra in mezzo al mare. Il profilo esterno delle falde non rispecchia realmente il limite volumetrico degli spazi interni ma, se pro

3 Traduzioni in italiano 3 prio vogliamo, è liberamente calcato sui volumi e tuttavia, pur mancando un effettiva relazione tra lo spazio e la skyline esterna, la disposizione delle due sale da concerto rimane inequivocabilmente leggibile. Non è certamente la stessa situazione che riscontriamo nella piccola sala teatrale che Delugan Meissl realizzano a Erl, nei pressi di Kufstein. Con il Passionspielhaus (2012, Fig. 20) gli architetti creano una convincente scultura, dalle forme espressive, direttamente ispirata dal paesaggio montano che circonda il sito e che si pone in netto contrasto con l edificio già esistente. La riuscita dell esperimento trova conferma oltre che nelle forme della sala anche nella tensione architettonica che connota il foyer accessibile al pubblico. Tuttavia la concordanza tra la forma esterna del tetto e la funzione degli spazi che racchiude è completamente scomparsa. Nella punta pronunciata, che sotto alcune angolazioni somiglia all estremità di un razzo, trovano posto solo alcuni ambienti di servizio senza importanza. Il Diktat della forma Sinonimo di scultura architettonica per eccellenza e contemporaneamente prototipo di un estetica lussuosa e sprecona è senz altro il Guggenheim Museum di Frank Gehry a Bilbao ( ). Con la sua immagine spettacolare è diventato immediatamente un attrazione turistica e, di conseguenza, un catalizzatore per l intera regione. Effetto Bilbao è ormai diventata l espressione più adatta per indicare la capacità di un edificio di trasformare positivamente le condizioni date. Gehry è sempre stato un ammiratore dell Opera House di Utzon e senza ombra di dubbio la sua creatura più conosciuta si è ispirata proprio a quella. Tuttavia, mentre Utzon riesce a creare un opera organica, a Bilbao ogni cosa è assoggettata alla dittatura di una forma superiore e l integrazione con le funzioni d uso riesce solo parzialmente. Mentre la brillante scultura argentea riesce ad attrarre completamente l attenzione e, sovrana, si impone sul tessuto urbano originando un vero non-luogo contemporaneamente la struttura assolve alla funzione museale solo ad alcune condizioni. Le sale espositive devono sottomettersi alla logica della confezione, la qualità degli spazi interni è prevalentemente banale e, con le proprie angolature irregolari le sale mal dimensionate sono in parte inadatte alla presentazione di opere d arte. Sotto quest aspetto The Crystal di Daniel Libeskind (2007, Figg. 17, 18), l edificio scelto per ospitare il ROM di Toronto, si presenta in maniera ancor più estrema. Quando, verso l inizio del millennio, i responsabili decisero di affidare la progettazione del necessario ampliamento a Libeskind, la sede leggermente fuori moda del Royal Ontario Museum subiva un drammatico calo di presenze e necessitava immediatamente di un richiamo. L intervento dell architetto ha generato l effetto desiderato e il suo volume cristallino incombe oggi sull animata Blour Street in tutta la sua drammaticità e potenza. Salta agli occhi già in lontananza e dona un accento assolutamente marcato al tessuto urbano circostante spiccatamente eterogeneo. Il volume, che si compone solo di superfici oblique senza una sola parete dritta, è intersecato da nastri di vetro scuro e avvolto in una pelle di alluminio scintillante. Tuttavia l intero allestimento è praticamente impercettibile dall interno e il visitatore, dopo aver attraversato un tubo oscuro con la biglietteria, giunge nel banale foyer che è noiosamente illuminato e offre le spalle alla vecchia struttura esistente. La catastrofe vera e propria si svolge tuttavia nelle sale espositive, soprattutto in quelle di storia naturale, dove gli scheletri di dinosauro, degni di compatimento, lottano contro feritoie luminose impazzite per riuscire a guadagnare l attenzione del pubblico. E molto difficile, nell ambito del medesimo edificio, ottenere un livello di discrepanza maggiore tra interno e esterno, nonostante la presenza del tetto o, per meglio dire della sua forma scultorea, che è ben visibile e presente in più parti dello spazio interno. La forma in questo caso non conduce a una serie di spazi che le corrispondono bensì contende l attenzione ai reperti in esposizione. Inoltre nell ultimo e più buio livello, dove l andamento plastico della copertura sarebbe maggiormente avvertibile, le abbaglianti feritoie luminose dell involucro sono chiuse da tendaggi per motivi legati alla conservazione dei reperti. Tra le costruzioni più spettacolari realizzate in tempi recenti possiamo annoverare anche il BMW-Welt di Monaco di Baviera realizzato nel 2007 (Fig. 19). Anche in questo caso, l autore Wolf Prix, con il proprio studio viennese Coop Himmelb(l)au, viene originariamente classificato insieme a Frank Gehry tra i Decostruttivisti ma, seppur imparentate ideologicamente, le loro opere principali esprimono concezioni assolutamente divergenti a proposito di spazio e forma. Mentre il Guggenheim di Gehry forma un opera scultorea molto forte, che attrae il pubblico esclusivamente grazie alla propria espressività, il volume monumentale del BMW-Welt, esternamente particolareggiato in maniera quasi sterile, non riesce a essere formalmente convincente. D altra parte offre però un impressionante spazio interno, allestito in maniera esaltante e di enormi proporzioni. Un interno scultoreo e dinamico che tuttavia non lascia minimamente intuire la presenza di una copertura piana, diventando così, in certo qual modo, il moderno pendant della Wieskirche; anche se, mentre quest ultima sorge per onorare il Signore, il primo verte completamente sull idolatrazione dell automobile. Che un edificio carico di espressività e progettato per via parametrica possa essere compiutamente usato per ospitare un museo lo dimostra l esperienza di Zaha Hadid Architects con il Riverside Museum di Glasgow (2011, Fig. 22). Rivista di architettura e particolari costruttivi A proposito di DETAIL Ogni numero, con particolare attenzione riservata alla qualità architettonica delle soluzioni costruttive, è dedicato all approfondimento tematico di un argomento tecno logico (p. es. costruzioni in calcestruzzo, strutture di copertura, risanamento e restauro etc.). La presentazione dei progetti più recenti, realizzati in ambito nazionale e internazionale, è accompagnata da una serie di accurate riproduzioni grafiche in scala e di selezionate immagini. Le due edizioni annuali di DETAIL Concept sono dedicate allo studio analitico delle fasi del processo costruttivo, mentre le edizioni speciali di DETAIL Green, anch esse con due uscite all anno, informano su tutti gli aspetti della progettazione e della costruzione sostenibile. Temi delle riviste del Luce + Interni 11 Coperture + DETAIL Green 12 Tema speciale Temi delle riviste del /2 Vetro 3 Concept: Edifici industriali 4 Prefabbricazione + Green 5 Materiale e superficie 6 Architetti ed ingegneri 7/8 Edifici massivi 9 Concept 10 Costruire con l Acciaio 11 Riqualificazione + Green 12 Tema speciale (Sono possibili eventuali modifiche) Abbonamento Abbonamento classico 172, * 12 numeri all anno (compresi i due numeri DETAIL Green). Abbonamento studenti 91, * 12 numeri all anno. 1 (compresi i due numeri DETAIL Green). DETAIL Abbonamento prova 27, Due numeri attuali della rivista DETAIL al prezzo di prova di soli 27, incluse le spese di spedizione + imposta sul valore aggiunto per i non possessori di partita IVA. * Costi di spedizione aggiuntivi (per 12 numeri) 43, Per la consegna nei paesi dell Unione Europea, l Imposta sul Valore Aggiunto per i non possessori di partita IVA è del 7%. 1 Sarà possibile usufruire del prezzo per studenti solo a seguito della consegna di un documento valido attestante l iscrizione. Prezzi luglio 2014 Institut für internationale Architektur- Dokumentation GmbH & Co. KG Hackerbrücke Monaco di Baviera GERMANIA Tel: +49 (0) Fax: +49 (0) mail@detail.de

4 4 Traduzioni in italiano Situato nell area di un vecchio impianto industriale lungo le sponde del Clyde, il volume ondulato della costruzione riprende il motivo dell acqua mentre, contemporaneamente, la risega irregolare della linea di gronda lascia intuire le forme di una fabbrica. L andamento drammatico della copertura abbinato alla presenza di una pianta curvilinea genera all interno la dinamica più adatta ad un museo dei mezzi di trasporto, plasmando inequivocabilmente l ampio spazio indiviso che modifica continuamente la propria immagine in rapporto al punto di vista dello spettatore. La struttura portante condiziona lo spazio Anche nel piccolo impianto natatorio di Duggan Morris, realizzato ad Alfriston nel Regno Unito (vedi Pag. 1180), l effetto volumetrico interno varia in relazione al punto di osservazione e, pure in questo caso, il volume ostenta un evidente relazione con il contesto. Sostanzialmente è formato da una sola copertura regolarmente pieghettata, le cui singole parti si ispirano ai tetti del tessuto urbano circostante. L impressionante copertura dell impianto è avvertita in egual misura dall interno come dall esterno, suscitando tuttavia un effetto completamente differente nell osservatore: dall esterno il volume appare ordinato e articolato in singole parti mentre, dall interno, si offre in tutta la propria drammaticità anche a causa del corrugamento che agisce positivamente sull acustica ambientale. Inoltre, da questo punto di vista, le superfici interne sono articolate sulla base del ritmo della struttura portante lignea. Fino a questo momento le coperture più sensazionali sono quelle dove lo spazio è per l appunto condizionato dalla presenza di una struttura portante. Eletto nel frattempo tra i classici dell architettura, ricordiamo il padiglione giapponese che Shigeru Ban ha realizzato per l Expo di Hannover (2000, Fig. 25), dove lo spazio interno era completamente permeato dalla struttura reticolare formata di tubi di cartone legati insieme. La leggiadria della costruzione sottolineava il carattere effimero di un ambiente ricco di fascino avvolto da un involucro di filigrana, inoltre, per migliorare la percezione della modularità delle sezioni, gli architetti introducevano con eleganza l intensificazione ottica del ritmo della struttura che altrimenti sarebbe apparsa regolare e costante. Anche alcune delle grandi coperture che con le proprie ampie luci sono fortemente condizionate dalla struttura portante sono espressive allo stesso modo. Come nel XIX secolo, oggi le grandi coperture vetrate delle stazioni ferroviarie di molte città sono concepite per rendere esperibile anche lo spazio del tetto, il quale, a sua volta, è scandito da una struttura portante che gli dona spesso maggiore potenza espressiva. E il caso dell imponente Waterloo Station (2012, Fig. 24) di Nicholas Grimshaw, o della stazione di Liegi, opera di Santiago Calatrava. Alla stessa schiera appartiene anche il nuovo Western Concours di Kings Cross Station a Londra, dove l indispensabile contrasto con la parte storica è garantito dall elevazione di una struttura che realizza un volume di grande effetto, indifferente alla rozzezza dei particolari costruttivi e alla presenza di chioschi e negozi allestiti in maniera spiccia. Anche molte delle coperture scultoree plasmate liberamente, oggi così attuali, traggono la propria forza da questo principio nel momento in cui la struttura portante diventa visibile. Anche se è vero che, per fare effetto, una struttura non deve essere per forza latrice di tensione. Ne è la dimostrazione la piccola e completamente prefabbricata struttura che ricopre il foyer del Museum der Bayerische Konige (Museo della Casa reale di Baviera) di Hohenschwangau (2011, Fig. 26), opera di Volker Staab. In questo caso l architetto getta un ponte tra nuovi spazi e costruito esistente attraverso il riserbo della modernità e lo charme dell ispirazione orientale, adottando una maglia reticolare che permea completamente il volume interno. La ripartizione a tre navate del tetto gli permette inoltre di creare un ambiente di altissima e specifica qualità architettonica: sotto la volta a botte centrale si apre un volume che, privo di illuminazione diretta, offre le migliori condizioni per l esposizione degli oggetti, mentre le navate laterali si aprono sul paesaggio esterno assicurando la vista verso i castelli e il lago. Staab Architekten ha progettato anche il Museo d arte di Ahrenshoop (vedi Pag. 1186) che per forma e materiali si inserisce armonicamente nel contesto di un villaggio di pescatori della Germania settentrionale. L effetto è ottenuto grazie alla conformazione particolare dei singoli padiglioni ma anche, e soprattutto, attraverso l involucro omogeneo realizzato in lamiera di ottone che vira dal giallo-oro al marrone a seconda dell incidenza luminosa riecheggiando le tonalità dei tetti in canna circostanti. Alle singole coperture è affidato anche il compito di regolare la luminosità e per questo la sezione dei tetti è disegnata in modo da garantire la diffusione luminosa più adatta per una funzione espositiva. La soluzione evidenzia con chiarezza che la copertura può condizionare in modo determinante la percezione dello spazio anche senza una struttura a vista. Tuttavia l esempio dimostra anche che le soluzioni basate sull avvicendamento di piccole coperture, che coprono un solo ambiente alla volta, sono spesso quelle dove la forma interna e quella esterna sono capaci di armonizzarsi al meglio. Così come le coperture particolarmente grandi caratterizzate dalla presenza di una struttura a vista, mentre tanti degli attuali edifici scultorei rischiano spesso di essere privi di qualità architettonica interna nonostante gli immensi sforzi richiesti dalla costruzione. Quando una copertura di particolar pregio porta con sé una corrispondenza formale tra l interno e l esterno l architettura acquisisce immancabilmente valore aggiunto. 1 1, 2 Notre-Dame-Du-Haut, Ronchamp, Le Corbusier, Wieskirche, Steingaden, Dominikus Zimmermann, Casa giapponese, Nihon-minka-en, Kawasaki 5, 6 Tempio del Cielo, Pechino, Chiesa am Steinhof, Vienna, Otto Wagner, Sede del parlamento, Chandigarh, Le Corbusier, Palazzetto dello Sport, Roma, Pier Luigi Nervi, ,11 Philarmonie, Berlino, Hans Scharoun, L Oceanografic, Valencia, costruzione a posteriori della copertura di Felix Candela, ,14 Terminal TWA, New York, Eero Saarinen, ,16 Sydney Opera House, Sydney, Jorn Utzon, ,18 The Crystal, Toronto, Daniel Libeskind, Museo Guggenheim, Bilbao, Frank Gehry, Passionsspielhaus, Erl, Delugan Meissl, BMW Welt, Monaco di Baviera, Wolf Prix / Coop Himmelb(l)au, ,23 Riverside Museum, Glasgow, Zaha Hadid Architects, King s Cross Station, John McAslan + Partners, Londra, Padiglione giapponese, Expo di Hannover, Shigeru Ban, ,16 Museum der Bayerischen Konige, Hohenschwangau, Staab Architekten, 2011 Pagina 1172 Padiglione al Vieux Port di Marsiglia Foster + Partners, Londra Team di progettazione: Norman Foster, Spencer de Grey, Grant Brooker, Andy Bow, Roger Ridsdill Smith, Jurgen Kuppers, Max Neal, Merino Ranallo, Adeline Morin, Caroline Tarling, Andy Coward Foster+Partners, Londra Ingerop Mediterannee, Marsiglia Il Vieux Port che si innesta in un ampia ed estesa insenatura, è il fulcro storico della città di Marsiglia e per secoli fu uno dei più significativi luoghi di scambio commerciale. Oggi, al Vieux Port sono ormeggiati un numero indefinibile di imbarcazioni e di yacht circondati da edifici residenziali e ristoranti del nucleo storico che per un lungo periodo rimase separato dal bacino portuale. Uno dei progetti sostanziali pensati nell ambito dell iniziativa Marsiglia, Capitale Europea della Cultura 2013, portò l area ad una migliore accessibilità e a riallestire la passeggiata del porto. Dalle planimetrie di Foster & Partner e del paesaggista Michel Desvigne si delinea un ampia piazza pedonale da utilizzare anche per performance ed eventi. Per lasciare libero il molo, le attrezzature tecniche e gli edifici di servizio di dimensioni contenute sono stati collocati direttamente nell acqua.

5 Traduzioni in italiano 5 Anche il traffico automobilistico è stato improntato da un ordinamento completamente nuovo e la strada ripri stinata a due carreggiate. L area della piazza di circa m 2 con diversificazione funzionale appena percettibile è diventata una delle piazze più amate e più visitate della città. Lungo il lato orientale del porto, si eleva una copertura leggera fluttuante sulla piazza. Protegge dal sole e dalla pioggia, si estende a coprire un area di 46x22 m2 e contemporaneamente è stata identificata come un architettura affascinante di nome Folly. Rivestita d acciaio inox a specchio la copertura riflette sull intradosso tutto ciò che accade al di sotto, implementando le atmosfere create dalla luce. La struttura di acciaio è stata dimensionata in modo tale che sia snella, tuttavia resistente al Mistral che soffia con particolare intensità. Gli otto pilastri in acciaio ad un passo di 12 mt l uno dall altro con funzione portante sorreggono un telaio di profili d acciaio cui sono fissate le travi con funzione di struttura nascosta dell elemento di copertura. Ogni pilastro, gracile con le sue dimensioni di 27 cm di diametro contro i 6 metri d altezza, è stato messo in tensione alla base e avvitato al telaio superiore. Per stabilizzare i pilastri, sono stati gettati in opera sino alla cameretta per il canale di scolo. La superficie di copertura di 1012 m2 è composta sia in estradosso che in intradosso di pannelli di acciaio inox con interposta schiuma rigida estrusa. Sulla superficie curva del lato superiore del manto di copertura intercorre il proprio sistema di fissaggio all interno di fughe sigillate con silicone. Gli elementi piani sono fissati in maniera invisibile con l ausilio di viti regolabili attraverso la lamiera superiore del pannello. La superficie che aggetta cinque metri su tutti i lati si assottiglia sino a diventare un esile linea di gronda che dona al padiglione un aspetto etereo. scala 1:7500 Sezioni Vista frontale struttura portante scala 1:400 1 Porto Vecchio 2 Isola pedonale 3 Padiglione Assonometria senza scala Particolare costruttivo fissato Pannello sandwich scala 1:5 1 Linea di gronda in pannello sandwich, 2000/5000 mm, lamiera di acciaio inox, ad elevata riflettività, 1,5 mm, schiuma estruza XPS, lamiera di acciaio inox, ad elevata riflettività, 1,5 mm 2 Manto di copertura pannello snadwich 2000/6000 mm: lamiera di acciaio inox, pallinatura 1,5 mm, schiuma estrusa 20 mm, acciaio inox 1,5 mm 3 Trave in profili di acciaio saldati in corrispondenza di barra d acciaio 180/10 mm, piatto d acciaio 8 mm, UPE, profili ad U ad ali parallele, 180 mm 4 Trave perimetrale in profili d acciaio, UPE, profili ad U ad ali parallele, 120 mm 5 Fissaggio a punti di acciaio 6 Intradosso copertura pannello sandwich 2000/6000 mm; lamiera di acciaio inox, 1,5 mm, schiuma estrusa XPS 40 mm, lamiera di acciaio inox, ad elevata riflettività, 1,5 mm 7 Canale di scolo: copertura canale in lamiera di acciaio traforata 2 mm, impermeabilizzazione del canale in membrana a doppio strato 1 mm, lamiera di acciaio 2 mm 8 Trave principale in profilo di acciaio 360/30 mm 9 Pilastro in tubolare di acciaio inox, Ø 273/25 mm, calcestruzzo 50 mm, canale di scolo 10 Lastra di granito 120 mm, posata su letto di sabbia 40 mm 11 Telaio in profili di acciaio HEB Piastra di base in acciaio 13 Fuga siliconica 14 Fuga innesto sigillante in massa >1 mm Pagina 1176 Casa di vacanza a Lagnö Tham & Videgård Arkitekter, Stockholm Bolle Tham, Martin Videgård Anna Jacobson Sweco AB, Stockholm Mathias Karlsson Le case colorate disperse tra acque, rocce e alberi, sono l elemento che contraddistingue l immagine del paesaggio idilliaco dell Arcipelago stoccolmese di Schären. Sull isola di Lagnö, tra la foresta e il Mar Baltico è stato recentemente inaugurato un luogo di vacanza molto particolare. I cinque tetti a falde di diversa altezza con colmo che si eleva tagliente senza grondaia stagliandosi sullo sfondo naturale ricorda le darsene disposte in linea una accanto all altra. Ordinandosi trasversalmente rispetto al corpo di fabbrica di pianta rettangolare e di forma longitudinale, i tetti articolano il volume residenziale riallacciandosi formalmente e dimensionalmente alle costruzioni tradizionali. Da nord, il complesso si presenta come volume compatto, serrato e scultoreo, interrotto da un elemento trasparente; uno dei tetti a falda è stato infatti realizzato con struttura in ferro e vetro creando una situazione d ingresso di fascino che incorniciata la vista verso il mare. Da qui si può scegliere l accesso allo spazio per gli ospiti separato che assolve anche alla funzione di atelier oppure direttamente alla casa principale. Le stanze che richiedono maggior privacy si collocano lungo la facciata posteriore, opaca e con illuminazione esclusivamente zenitale dalle finestre sul tetto. Gli elementi scorrevoli in essenza di frassino aprono verso un ampio spazio di distensione che è separato dall esterno da porte scorrevoli di vetro. La casa si apre gradualmente verso luce e mare. Non propriamente peculiare per le tradizioni architettoniche locali era il cemento come materiale da costruzione dominante. Gli architetti ritennero che in contrappunto con il legno, il cemento offriva un vantaggio molto pratico di resistenza al clima tenendo basso il livello di manutenzione come desiderava il committente. Con la propria massività e le colorazioni della materia, il cemento creava un nesso con le pietre granitiche. Contrariamente alle pareti, la copertura non è in cemento ma è stata realizzata in struttura d acciaio appoggiata alle pareti in calcestruzzo getto in opera. I nastri di copertura rifiniti in ardesiato conferiscono un armonia di grigi che sottolinea l aspetto monolitico del corpo architettonico. scala 1:1250 Pianta Sezioni scala 1:250 1 Ospiti/Atelier 2 Pergola 3 Ingresso 4 Cucina 5 Camera 6 Soggiorno/pranzo 7 Piscina 8 Soppalco (letto) verticale 1 Guaina bitumonosa impermeabilizzante rivestita con scaglie di ardesia, pannello in fibra minerale 20 mm, lamiera grecata di alluminio 20 mm, isolante in fibra minerale 150 mm/rpofilo di acciaio a Z 150 mm, barriera al vapore a doppia pellicola. lamiera grecata di alluminio isolata 110 mm. travetti inclinati 9 mm, lastra di compensato 12 mm, cartongesso 13 mm 2 Parete in c.a. 180 mm, termoisolante in lana minerale 290 mm, barriera al vapore, lastra di compensato 12 mm, cartongesso 13 mm 3 Porta scorrevole in telaio di legno di frassino con vetrata isolante 4 Pilastro in tubolare di acciaio laccato: Ø 83 mm 5 C.a. lisciato ad elicottero: lucidato e impregnato 90 mm 6 Vetro di sicurezza composto di due pannelli da 6 mm, povero di sostanze ferrose, su tubolare di acciaio di sezione rettangolare 100/60/5,6 mm e 100/50/3 mm laccato 7 Porta in lamiera di acciaio su telaio d acciaio coibentato 60 mm 8 Trave di colmo in tubolare d acciaio, sezione quadrata 200/200/5,5 mm 9 Tubolare d acciaio di sezione rettangolare 100/180/5,5 Pagina 1180 Piscina per una scuola a Beaconsfield Buckinghamshire Duggan Morris Architects, London Mary Duggan, Joe Morris Capo progetto:

6 6 Traduzioni in italiano David Storring Elliot Wood Partnership, Londra La scuola di Alfriston, una scuola secondaria speciale che punta sull educazione sportiva, si trova nella periferia londinese, ai margini di un area residenziale. L edificio scolastico esistente si sviluppa a grappolo lineare con tetti di piccole dimensioni e diversi orientamenti fra la strada e un area verde. A nord, alla preesistente palestra, si addiziona il volume della piscina con una copertura di coronamento alquanto espressiva. Le superfici di basamento e pareti intonacate di colore scuro, insieme al gioco di inclinazioni dei tetti, mettono in armoniosa composizione il complesso sportivo schermando con preesistenze arboree antiche dall indiscrezione dei passanti. Gli architetti vedono nella geometria di linee ed incroci delle falde di tetto l interpretazione contemporanea dei tetti locali. Internamente la forma scultorea genera un panorama di tetti di andamento ondulato. Ha funzione acustica e soddisfa un punto fondamentale del bando di concorso. La cesura creata in vetro sulla copertura ne accentua la peculiarità. Contemporaneamente questa metrica di relazione assicura a bambini e giovani una certa privacy lungo i bordi della piscina. Nella sua complessità, la struttura composta di 26 elementi in legno di sezione triangolare, genera una costruzione piuttosto rigida. Produzione, tempistiche realizzative e trasporto hanno rappresentato una sfida: per una realizzazione precisa della struttura e per garantire superfici di qualità elevata, gli elementi edili sono stati prefabbricati in laboratorio. Soltanto una parte dei frontoni, per le dimensioni, è stato assemblato in loco. La modellazione tridimensionale e la lavorazione con fresa a cinque assi CNC ha assicurato che fosse garantita un elevata perfezione vista la limitata tolleranza dimensionale degli elementi. Ogni snodo è stato verificato con la tecnica di riproduzione modellistica (mock-up). Gli elementi portanti sono stati forniti dotati di protezione stabile agli agenti atmosferici affinché appena dopo il montaggio potesse essere posato il manto di copertura. La superficie interna è stata rivestita in laboratorio. L assemblaggio è durato quattro settiman, e non è stato necessario montare ponteggi. 0 Pianta scala 1:400 1 Edificio (esistente) 2 Natatorium 3 Palestra (esistente) 4 Sala fitness 5 Area tecnica 6 Rampa d accesso 7 Ingresso principale 8 Doccia 9 Spogliatoio/armadietti con serratura 10 Ufficio 11 Deposito/scaffali 12 Piscina 1 Intonaco colorato in pasta 2 Vetrata isolante, incollaggio strutturale su profilo di alluminio 3 Binario per installazione 4 Pilastro in lamellare di legno rivestito 5 Parete: Rivestimento in tavole di legno con applicazione di trattamento termico, 140/18 mm, listelli/controlistelli con trattamento impregnante a pressione, tinteggiato nero, guaina per la facciata a poro aperto, isolante termico 120 mm, barriera al vapore, pannello di lamellare rivestito 21 mm 6 Canale di scolo 7 Pilastro in tubo di acciaio verniciato Ø 140 mm 8 Copertura: Rivestimento in tavole di legno con applicazione di trattamento termico, 140/18 mm, listelli/controlistelli con trattamento impregnante a pressione, con profilo di bloccaggio all aggraffatura verticale del manto, fissato.; manto ad aggraffatura verticale di alluminio, isolante termico 206 mm, barriera al vapore, pannello di lamellare rivestito 21 mm 9 Travi inclinate 70/220 mm 10 Travi in lamellare rivestito 11 Canale orizzontale vetricale Progettazione di uno snodo: affinchè la struttura portante finita sembrasse una struttura omogenea, tutte le parti di congiunzione in lamiera sono state collocate nella parte interna della struttura in modo tale da non essere a vista dopo il montaggio 1 Intonaco colorato in pasta 2 Lamiera triangolare di alluminio verniciata a polvere, traforata, asportabile 3 Lamiera di alluminio verniciata a polvere 4 Vetrata isolante in telaio di alluminio 5 Pavimentazione vinilica antisdrucciolo 3 mm 6 Strisce LED 7 Rivestimento in tavole di legno con trattamento termico 140/18 mm, listelli/controlistelli con trattamento impregnante a pressione, verniciato nero, guaina in facciata a poro aperto, isolente termico 120 mm, barriera al vapore, pannello di lamellare rivestito 21 mm 8 Trave di lamellare rivestito 9 Rivestimento in tavole di legno con trattamento termico 140/18 mm, listelli/controlistelli con trattamento impregnante a pressione, verniciato nero, con profilo di bloccaggio di alluminio fissato su aggraffatura verticale del manto, aggraffatura verticale del manto di alluminio, isolante termico 206 mm, barriera al vapore, pannello di lamellare di acero rivestito 21 mm 10 Travi inclinate rivestite 70/220 mm Pagina 1186 Museo d arte a Ahrenshoop Staab Architekten, Berlino P. Pedersen, A. Hafner (Capo progetto), S. Hehemann, M. Zeeh, D. Angly, M. Ebener, H. Groß, J. Jensen, M. Jochheim, Z. Kaluzna, D. Karg, D. Schendel, T. Steib, F. Weber, S. Zoske, N. Braune (Direzione Lavori) ifb frohloff staffa kühl ecker, Berlino Ahrenshoop, situata nella penisola di Fischland-Darß-Zingst sul Mar Baltico, è rinomata per la colonia di artisti le cui origini rimandano agli anni ottanta del XIX secolo. Dal Moderno ad oggi, molti sono gli artisti che hanno vissuto nell ex villaggio di pescatori e che si sono relazionati direttamente o indirettamente con il paesaggio circostante. Il museo d arte di Ahrenshoop fondato nel 2005 grazie all iniziativa di una Fondazione è dedicato agli artisti qui vissuti e alle loro opere. Con la nuova costruzione, l istituzione ha acquisito nuovi spazi in cui viene presentata in maniera adeguata la copiosa collezione di oltre 500 dipinti, opere di grafica e scultura. Partendo dal radicamento locale degli artisti anche l architettura museale riprende spunti regionali integrandosi con armonia nella struttura frazionata del costruito dell area marginale del villaggio. Come in una piccola località, sorgono cinque edifici bassi raggruppati intorno ad una piazza, sebbene il tetto a quattro spioventi di imponente pendenza ricordi i tetti di paglia costruiti nei dintorni. I volumi isolati che accolgono un unico spazio espositivo sono collegati da un foyer a formare un unico grande complesso di edifici. Anche i materiali fanno riferimento all immagine tradizionale in senso metaforico: ciò che da lontano con una struttura a sviluppo allungato e con una colorazione dorata ossidata potrebbe essere interpretata come riferimento alle canne palustri, da vicino la lamiera piegata in maniera irregolare non solo a rivestire i tetti ma anche le facciate ne è un ulteriore prova. La pelle senza soluzione di continuità viene interrotta con campiture lignee isolate che comprendono anche le finestre. L illuminazione degli spazi espositivi avviene prevalentemente dall alto: i lucernari a cassettone sono l epilogo della copertura che appare tagliuzzata e portano luce diffusa negli interni. L effetto con superfici e muri bianchi e un pavimento in massetto chiaro è quello di uno sfondo che si ritrae lasciando in primo piano le opere degli artisti di Ahrenshoop. scala 1:4000 Sezioni Pianta 1 Ingresso 2 Foyer 3 Biglietteria 4 Esposizione 5 Gabinetto

7 Traduzioni in italiano 7 6 Terrazza 7 Ufficio 8 Area tecnica 9 Deposito 10 WC 1 Lamiera di acciaio zincato atta alla manutenzione ordinaria 2 Vetrata a due camere composta di vetro di sicurezza sottoposto a heat-soaked thermally 8 mm + intercapedine con prismi 20 mm+ vetro di sicurezza sottoposto a heat-soaked thermally 6 mm + intercapedine 16 mm+ stratificato di sicurezza 20 mm, ultima lastra satinata 3 Profilo di acciaio a T, saldato su piatto d acciaio laccato di sezione rettangolare 60/15 mm e 85/15 mm. 4 Protezione con portacavi 5 Lamiera d acciaio laccata 5 mm, piegata 6 Lamiera di ottone a copertina del muretto dell attico, non trattato 0,7 mm piegata 7 Corpo illuminante fluorescente 8 Binario elettrificato 9 Copertura: lamiera di ottone non trattata 0,7 mm, piegata, ventilazione 85 mm/struttura non a vista, lamiera di alluminio piegata: guaina impermeabilizzante, isolante termico in lana minerale 200 mm, c.a. con componenti edili attivi 200 mm, intonaco rustico 15 mm, stabilitura 3 mm 10 Facciata: lamiera di ottone non trattata 0,7 mm, piegata, ventilazione 85 mm/struttura non a vista, lamiera di alluminio piegata, isolante termico in lana minerale 140 mm, parete in c.a. 250 mm, intonaco rustico 15 mm, stabilitura 3 mm 11 Porta con telaio di legno in rovere oliato con vetro a due camere composta di vetro di sicurezza sottoposto a heat-soaked thermally 6 mm+ intercapedine 12 mm+ vetro di sicurezza sottoposto a heat-soaked thermally 6 mm+ intercapedine 12 mm + stratificato di sicurezza 18 mm 12 Calcestruzzo gettato in opera con inerti di cemento bianco 13 Elemento in calcestruzzo 50 mm, materassino drenante 20 mm, isolante termico in EPS 120 mm, guaina impermeabilizzante a due membrane, c.a. 250 mm, 14 Porta con telaio di legno 15 Pavimento: massetto industriale levigato 20 mm, composto di cemento bianco con inerti in pietra naturale, massetto scaldante 68 mm, isolante 32 mm + 50 mm, soletta in c.a. 250 mm 16 Copertura: ghiaia 50 mm, guaina impermeabilizzante a due membrane, isolante termico in pendenza mm, barriera al vapore, soletta in c.a. 250 mm, intonaco rustico 15 mm, stabilitura 3 mm orizzontale 1 Lamiera di ottone non trattato 0,7 mm, piegata, ventilazione 85 mm/struttura non a vista, lamiera di alluminio piegata, isolante termico in lana minerale 140 mm, parete in c.a. 250 mm, intonaco rustico 15 mm, stabilitura 3 mm 2 Plancia in rovere oliato 28/135 mm, ventilazione/ correnti 28 mm, montanti, isolamento termico intermedio lana minerale 140 mm, parete in c.a. 250 mm, intonaco rustico 15 mm, stabilitura 3 mm 3 Porta in telaio di legno in rovere oliato con vetrata a due camere composta di vetro di sicurezza sottoposto a heat-soaked thermally 6 mm + intercapedine 12 mm+ vetro di sicurezza sottoposto a heat-soaked thermally 6 mm+ intercapedine 12 mm+ stratificato di sicurezza 18 mm 4 Porta con telaio di legno 5 Lamiera angolare in ottone non trattato 0,7 nn, più volte piegata Pagina 1191 Appartamenti a terrazze a Brugg Ken Architekten, Zürich Jürg Kaiser, Lorenz Peter, Martin Schwager, Gian Andri Mohr, Friederike Wisler, Charles Wülser Heyer Kaufmann Partner, Baden Sulla china meridionale ai margini della cittadina svizzera di Brugge spicca nel mezzo di un costruito eterogeneo la nuova residenza a terrazze. Un muro perimetrale in calcestruzzo faccia a vista raduna i sedici appartamenti in un unico volume di grande dimensione che si impone rispondendo alla topografia del pendio e piegandosi in maniera irregolare. Le superfici del contesto più prossimo, prato e asfalto, vanno a scontrarsi con l edificio. L asfalto fluisce lungo l angolo sud est sino all atrio d ingresso, da dove un ascensore in pendenza collega gli otto livelli; proprio al di sopra, il solaio del vano ascensore costruito come scala a cascata conduce sino alla terrazza comune con area giochi sulla piattaforma superiore. Insieme, scale e ascensore, costituiscono la spina dorsale dell intero impianto, visibile all esterno come fascia continua in calcestruzzo. Su entrambi i lati della dorsale gli appartamenti sono organizzati parallelamente al pendio, orientandosi lungo l intera larghezza con ampie terrazze. I parapetti in calcestruzzo inclinati e di notevole spessore oltre alle pareti esterne e al centro della struttura proteggono lo spazio privato all aperto sia dalla vista che dal rumore. Ogni appartamento possiede due ingressi, un ampia hall con ascensore nel livello inferiore e un ingresso che porta direttamente dalla scala alla facciata. L intera area soggiorno si sviluppa lungo il fronte della terrazza completamente vetrato, sino al muro esterno. I locali sono divisi tramite pareti leggere. Una fascia con spazi accessori fra l ingresso e il bagno, separa la cantina allocata in corrispondenza del pendio, mentre spazi di deposito e lavanderia non riscaldate sono zona di passaggio. Le piccole finestre del bagno e della cantina traforano secondo un disegno irregolare i muri perimetrali. Simili aperture illuminano e aerano il garage e le scale dal fronte strada oltre alle pareti laterali della dorsale centrale. scala 1:4000 Sezioni Pianta piano quinto Pianta piano primo 1 Ingresso 2 Garage 3 Locale filtro 4 Ingresso appartamento (ascensore inclinato) 5 Ingresso (dalle scale) 6 Cucina 7 Soggiorno/sala da pranzo 8 Camera 9 Terrazza 10 Giardino pensile 11 Depositio (non riscaldato) 12 Lavanderia (non riscaldata) 13 Cantina/locale tecnico 14 Area giochi terrazza comune orizzontale sezione verticale 1 Muro esterno in c.a. faccia a vista (tipologia II), protezione a velatura 250 mm, pannello termoisolante XPS 180 mm,, pannello in fibra di gesso stuccato e tinteggiato 25 mm 2 Parete, costruzione alleggerita 105 mm: lastra di cartongesso 15 mm, lana minerale 50 mm, lastra di cartongesso 15 mm 3 Pilastro in acciaio 140/70 mm 4 Vetrata a doppia camera inserita in telaio di alluminio/legno 5 Copertina in lamiera di alluminio, verniciata a fuoco 6 Parapetto in c.a. a vista (tipologia II), protezione a velatura 7 Pannello cementizio 36 mm, riporto di pietrisco sciolto 40 mm, materassino drenante geosintetico, rivestito da pellicola 10 mm, guaina impermeabilizzante, elastomerica, bituminosa, a due pelli 5+5 mm, isolante termico PUR espanso, rivestita in alluminio 140 mm, barriera al vapore bituminosa elastomerica 5 mm, c.a. in pendenza mm, intonaco bianco 10 mm 8 Intonaco bianco 10 mm, fasce perimetrale in lastra termoisolante, XPS 40 mm (inserite nel rivestimento in tavole) 9 Parquet 10 mm, massetto cementizio con riscaldamento a pavimento 80 mm, PE, materassino anticalpestio/pannello termoisolante, lana di vetro 40 mm, c.a. 260 mm, pannello termoisolante XPS 180 mm, 10 Intonaco bianco 5 mm, intonaco rustico 10 mm, laterizio 200 mm, lastra termoisolante, lana di vetro con rete in fibra di vetro rivestita 160 mm, 11 Canale CNS posato su riporto di frammenti 12 Fioriera Pagina 1196 Centro formazione a Vrchlabí Petr Hájek Architekti, Praga, Jaroslav Hulín, Cornelia Klien, Jan Kolář, Andrea Kubná, Ondřej Lipenský, Helena Línová, Martin Prokš, Martin Stoss, Michal Volf Jan Kolář, Praga Altre informazioni pg Il paesaggio di tetti inverditi nel parco civico di Vrchlabí, di primo acchito non lascia presumere che in questo luogo, sorge un centro di ricerca e uno di formazione disposti su due livelli. Da oltre 50 anni, il parco nelle vicinanze delle montagne, al confine tra Polonia e Cechia, è un Parco Nazionale che con

8 8 Traduzioni in italiano le due nuove strutture acquisisce una piattaforma per i temi ambientali. Obbiettivo del progetto era ottenere un opera ibrida, in parte edificio, in parte paesaggio la cui forma poligonale della copertura ricalcasse la topografia del territorio di mezza montagna. Con l ausilio di un modello 3D, gli architetti sviluppano un complesso di edifici che funge esso stesso da modello astratto. Proprio di fronte al centro amministrativo preesistente si trova l ingresso al nuovo istituto di formazione composto di un auditorio, un laboratorio, una biblioteca, uno spazio espositivo e uno didattico. Una facciata in vetro verso ovest e due tagli nella copertura interrompono la massività del profilo architettonico lasciando penetrare copiosa luce zenitale negli spazi per lo più disposti su due livelli. Le crude e rugose superfici in calcestruzzo dei soffitti rimandano alle immagini di caverne. In contrasto, le pareti sono rivestite sino a soffitto e sono stati realizzati dei mobili su misura in pino silvestre. scala 1:4000 Sezioni Piante 1 Foyer 2 Biblioteca 3 Terrazza 4 Auditorio 5 Cabine interpreti 6 Portiere 7 Garage/Galleria 8 Deposito bicicletta 9 Aula d insegnamento 10 Laboratorio 11 Esposizione 12 Area impianti 13 Tunnel di connessione, amministrazione 1 Materassino vegetativo, Sedum, 15 mm, substrato di copertura i sistema di sicurezza a cassettoni composto di travi e traversine 80 mm, materassino di accumulo 8 mm, materassino protettivo e di separazione 5 mm, impermeabilizzazione, isolante termico 220 mm, barriera al vapore, c.a. 260 mm 2 Canale in lamiera d acciaio 4 mm 3 Facciata in montanti e traversi: vetrata tagliafuoco, vetro di sicurezza 8 mm+ intercapedine 16 mm + stratificato di sicurezza 22 mm con serigrafia a punti, traslucido 4 Graglia del canale di drenaggio 5 Griglia del convettore 6 Pannello in compensato impiallicciato 20 mm, c.a. 90 mm, strato di separazione, materassino anticalpestio 40 mm, isolante termico 80 mm, c.a. 150 mm, strato di ghiaia 500 mm 7 Lastra acrilica su illuminazione a LED 8 Pannello in compensato impiallicciato 30 mm, su struttura non a vista, c.a. 215 mm, impermeabilizzazione, isolante termico 160 mm, elemento in calcestruzzo alleggerito 75 mm Pagina 1200 Forum di un Ginnasio a Adelsheim Ecker Architekten, Heidelberg/ Buchen Dea Ecker, Robert Piotrowski Joachim Schuhmacher, John Ruffolo, Tom Jin, Sophie Hartmann, Peter Borek WSP Deutschland, Monaco Rehle Ingenieure, Stoccarda Altre informazioni pg Le asole circolari ricavate nel soffitto sono elementi caratterizzanti che si leggono per l intera estensione dell intradosso del solaio di calcestruzzo armato sopra il nuovo Forum del Ginnasio Eckenberg ad Adelsheim. Verso strada, il nuovo edificio presenta un aula magna disposta su due livelli. Nella parte posteriore, una galleria con caffetteria e biblioteca ordinata su diversi livelli connette il nuovo con l esistente risalente agli anni sessanta e settanta del XX secolo. Il carico principale della copertura è scaricato su tre pilastri centrali disposti in linea. Il solaio quadrato in calcestruzzo si estende dalle piastre d appoggio dei tre pilastri sino ad una serie di piccoli pilastri collocati in corrispondenza del punto in cui l edificio preesistente si congiunge con il nuovo. Le vetrate e i sistemi di protezione solare sono allocati appena prima dello spigolo in calcestruzzo del solaio e sono delimitati dal cassonetto dell avvolgibile con il lato interno montato verso l esterno. Carico e torsione della piastra solaio in calcestruzzo armato di ampia estensione vengono ridotti con l ausilio di quattro diversi tipi di incavi che vanno a migliorare notevolmente anche l acustica. I lucernari tondi realizzati in due dimensioni e talvolta accessoriati con lampade portano luce all interno dello spazio. Il pattern regolare di cicliche depressioni sull intradosso, continua in prossimità dei pilastri e del perimetro di copertura, laddove la struttura è staticamente sensibile. Per la produzione ci si è serviti di una matrice poliuretanica fissata alla cassaforma. Il calcestruzzo grazie ad una verniciatura essiccata in altoforno ha acquisito una colorazione marmorea. I tre pilastri rastremati sono stati tensionati in corrispondenza della fondazione mentre nella parte interna cava accolgono il drenaggio dei canali di scolo. Le teste dei pilastri in origine erano state progettate per la distribuzione dei carichi dal solaio. Carichi che durante il processo di progettazione sono stati scaricati da un sistema di armatura a punzonamento annegata nel solaio. Gli elementi prefabbicati in calcestruzzo armato a forma d imbuto, non essendo più indispensabili come elementi portanti, sono stati mantenuti come elementi peculiari dello spazio e scandiscono come i capitelli classici il raccordo tra i due elementi principali dell architettura: pilastri e tetto. scala 1:3500 Sezioni Piante 1 Ingresso inferiore 2 Guardaroba 3 Aula 4 Sala polifunzionale 5 SITZKUHLE 6 Passaggio verso l edificio esistente 7 Biblioteca 8 Sala compiti 9 Ingresso superiore 10 Internet 11 Lounge 12 Caffetteria a Apertura sulla copertura Ø 1400 mm con cupola apribile b Apertura sulla copertura Ø 1000 mm con lampada ai vapori metallici c Nicchia cilindrica nel solaio Ø 2000 mm d Nicchia cilindrica nel solaio Ø 1500 mm 1 Ghiaia 100 mm, guaina impermeabilizzante per copertura monostrato, strato di separazione, isolante termico PS schiuma estrusa in pendenza mm (perimetralmente è stata collocata per motivi di sicurezza antincendio lana minerale), guaina bituminosa come barriera al vapore, solaio di c.a verniciato 450 mm 2 Cupola a lucernario relaizzata in PMMA a tre pareti 3 Elemento a corona come basamento isolanto, in fibra in vetroresina a doppio guscio 4 Lampada ai vapori metallici 5 Linea di gronda, cassonetto per avvolgibile per protezione solare 6 Copertina perimetrale in lamiera di alluminio piegata anodizzata 1 mm 7 Vetrata isolante opaca 8 Vetrata isolante 9 Rivestimento in lamiera di alluminio anodizzata piegata 1 mm su struttura non a vista/ventilazione, isolante termico lana minerale 160 mm, c.a. 360 mm 10 Porta scorrevole, vetro isolante in telaio di alluminio Soffitto specchiante 1 Ghiaia 50 mm, guaina impermeabilizzante sintetica monostrato, strato di separazione, isolante termico in schiuma estrusa PS (perimetralmente è stata collocata per motivi di sicurezza antincendio lana minerale) in pendenza mm, guaina bituminosa come barriera al vapore, solaio di c.a verniciato 450 mm 2 Scarico copertura 3 Armatura di acciaio su listelli di connessione in lamiera di acciaio 4 Piastra di ancoraggio testa del pilastro, anello di acciaio Ø 440/30 mm 5 Strato di separazione EPS 10 mm 6 Testa pilastro, elemento prefabbricato in c.a. 7 Malta in colata 8 Pilastro tensionato conico Ø mm 9 Canale di scolo a doppia parete, fonoassorbente in acciaio inox Ø 80 mm 10 Pavimento: terrazzo levigato 20 mm, solaio in c.a. 200 mm con attivazione degli elementi edili ricoperti di ghiaia 200 mm, fondazione puntuale in c.a. Sezioni verticali orizzontale scala 1:10

9 Traduzioni in italiano 9 1 Linea di gronda, cassonetto per avvolgibile per protezione solare, lamiera di alluminio piegata 2 Copertina perimetrale in lamiera di alluminio piegata anodizzata 1 mm 3 Angolare in lamiera di acciaio piegata 350/350/5 mm 4 Angolare in lamiera d acciaio piegata 100/50/3 mm 5 Isolante termico in lana minerale 40 mm 6 Protezione solare in microlamelle di acciaio inox 7 Guida per protezione solare di alluminio lucido 8 Angolare di lamiera di acciaio piegata 100/30/3 mm 9 Testa del pilastro a forma di T in acciaio saldato 10 Pilastro facciata sud in profilo di acciaio saldato conico /80/18 mm 11 Vetrata a selezione solare: float 8 mm+ intercapedine 16 mm+ float 6 mm, struttura infissi in montanti e traversi di alluminio lucidato 12 Lamiera d0acciaio 4 mm 13 Piastra piede pilastro in acciaio 280/180/12 mm 14 Letto di malta 10 mm 15 Rivestimento di lamiera di alluminio anodizzata piegata 1 mm si struttura non a vista/ventilazione, isolante termico in lana minerale 160 mm, c.a. 360 mm 16 Guarnizioni in gomma 8 mm 17 Irrigidimento saldato in corrispondenza della piastra di testata 18 Pilastro facciata est ed ovest in profilo d acciaio saldato:conico /80/12 mm Pagina 1207 Fondazione Pathé a Paris Renzo Piano Building Workshop, Parigi Bernard Plattner, Thorsten Sahlmann Giorgio Bianchi, Alexandre Pachiaudi, Silvia Becchi, Till Kamp, Sophie Moreau, Emanuel Ntourlias VP+Green, Parigi Altre informazioni pg La Fondazione Jerome Seydoux Pathé conserva l archivio di una delle storiche case di produzione francesi dell azienda filmografica. La sede principale della Fondazione si inserisce come nuovo nucleo nell isolato triangolare nel XII Arrondissement. La facciata d ingresso protetta dalla Tutela ai Monumenti e restaurata con estrema cura, cela una hall di accoglienza che apre la prospettiva verso una corte giardino e un corpo principale di forma organica. L organismo si eleva al di sopra di un piano terreno completamente vetrato contando su pochi pilastri. Porta copiosa luce ed aria nella corte giardino e laddove si ergono le case vicine. Accanto alle sale deputate all archiviazione, l edificio dispone di spazi espositivi, sala proiezione per film muto con accompagnamento musicale al pianoforte, senza contare uffici della Fondazione sotto il tetto di vetro di entrambi i livelli. La copertura è composta di tre strati: travi in lamellare curve, la vetrata e lamelle d alluminio esterne a protezione solare traforate. La sezione trasversale delle travi di legno varia in base alla luce, i basamenti in acciaio del pilastro con articolazione assorbono i carichi in corrispondenza di un profilo d acciaio perimetrale. La struttura dell organismo in vetro è composta di tubolari curvati di sezione circolare che contemporaneamente riescono ad irrigidire la struttura. Le lastre di vetro isolante curvate a due assi con procedimento termico possiedono una forma unica e specifica. Il sistema di selezione solare allocato esternamente impedisce oltre al surriscaldamento dello spazio esterno anche un riscaldamento eccessivo delle lastre che potrebbe portare alla rottura delle stesse. Le lamelle di alluminio curvate e traforate sono state montate su una struttura in tubolari di alluminio. La distanza di 70 cm fra lamelle e vetrata consente manutenzione e pulizia. Le lamelle proseguono poi come seconda pelle anche al piano inferiore lungo il muro perimetrale. L sua cupola superiore, che durante il giorno si erge sopra l isolato, di notte illumina sopra i tetti della città. 0 Pianta piano terra Pianta piano interrato Pianta piano quarto 1 Ingresso 2 Reception 3 Portiere 4 Esposizioni temporanee 5 Corte giardino 6 Desposito 7 Sala proiezioni 8 Sala presentazione 9 Esposizioni permanenti 10 Sala macchine 11 Sala relax 12 Magazzino 13 Laboratorio 14 Armadi di archivio 15 Tavoli di lavoro 16 Cucina 17 Sala copie 18 Ufficio 19 Sala riunioni 20 Ufficio di gruppo Le grandi lastre di vetro isolante di 3,2 0,9 metri a causa del surriscaldamento subito durante il processo di curvatura, non sono state temprate. Per questo si è proceduto alla tempra delle lastre esterne stratificate. scala particolareggiata 1 Tubolare di alluminio Ø 76/8 mm 2 Profilo di alluminio a sezione rettangolare 130/10 mm 3 Lamiera di alluminio, traforata 3/250 mm, passo della foratura Ø 6 mm, grado di trasparenza 30, 40 o Impermeabilizzazione EPDM, isolante termico 200 mm, barriera al vapore, c.a. 200 mm 5 Tubolare di acciaio zincato Ø 30/4 mm 6 Grata in acciaio zincato 7 Vetrata isolante curvata su due assi, lastra esterna ; rivestimento a selezione solare metallica, lastra interna, rivestimento bassoemissivo; stratificato di sicurezza 6+6/intercapedine 15 + stratificato di sicurezza Tubolare di acciaio rivestito colorato Ø50/7 mm 9 Distanziatore in acciaio, saldatura meccanica 10 Trave in lamellare ad arco 250 mm 11 Parquet di rovere incollato 30 mm, riscaldamento a pavimento 90 mm, materassino anticalpestio 30 mm, solaio in c.a accoppiato con lamiera grecata 150 mm 12 Trave in profilo di acciaio HEB 300 La trasparenza delle lamelle esterne varia secondo tre stadi da e 30%. Per una produzione razionalizzata delle oltre 7000 lamelle con taglio individuale ebbe un ruolo il modello 3D che ne ha definito la direzione, l allocamento e la geometria 1 Impermeabilizzazione EPDM, isolamento termico 200 mm, barriera al vapore, c.a. 200 mm, intercapedine d aria 465 mm, pannello di particelle impiallacciato in rovere 20 mm 2 Tubolare d acciaio perimetrale Ø 250 mm 3 Lamiera di alluminio curvata traforata 3/250 mm, struttura non a vista in tubolari di alluminio Ø 76/8 mm 4 Vetrata isolante a due strati, curvata, stratificato di sicurezza 6+6/ intercapedine 15+ stratificati di sicurezza 6+6 mm, struttura portante in tubolari di acciaio Ø 50/7 mm, distanziatore in acciaio, lamellare, travi in lamellare 250 mm 5 Tubolare di acciaio zincato Ø 3074 mm 6 Elemento vetrato a motore apribile 7 Sospensione corpo illuminante particolareggiata scala 1:50 particolareggiata 1 Lamiera di alluminio curvata traforata 3/250 mm. La trasparenza delle lamelle esterne varia secondo tre stadi da e 30%. 2 Vetrata isolante curvata su due assi, lastra esterna ; rivestimento a selezione solare metallica, lastra interna, rivestimento bassoemissivo; stratificato di sicurezza 6+6/intercapedine 15 + stratificato di sicurezza 6+6, struttura portante in tubolari di acciaio Ø 50/7 mm, distanziatore in acciaio rivestito 3 Lamellare ad arco 250 mm 4 Canale con griglia di acciaio zincato 5 Elemento di connessione articolato, acciaio saldato a macchina, rivestito 6 Tubolare di acciaio perimetrale 7 Impermeabilizzazione EPDM, isolamento termico 200 mm, barriera al vapore, c.a. 200 mm, intercapedine d aria 465 mm, pannello di particelle impiallacciato in rovere 20 mm 8 Parquet di rovere incollato 30 mm, massetto scaldante 90 mm, materassino fonoassorbente anticalpestio 30 mm, solaio di c.a. accoppiato con lamiera grecata 150 mm 9 Controsoffitto in cartongesso 2 12,5 mm 10 Profilo di alluminio 295/10 mm 11 Vetrata isolante in vetro bianco composto da lastra di sicurezza+intercapedine + doppia lastra di stratificato temperato, sistema in profili di acciaio rivestito Rivista di architettura e particolari costruttivi

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