Dr.ssa Anna Chiara Manetta
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- Marianna Laura Blasi
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1 Dr.ssa Anna Chiara Manetta
2 Sicurezza in laboratorio
3 DEFINIZIONI PERICOLO La proprietà intrinseca di un prodotto chimico di causare effetti nocivi sugli esseri umani e sull ambiente. RISCHIO La probabilità che tali effetti si verifichino nelle condizioni di utilizzazione o esposizione.
4 Attività nel Laboratorio Chimico Impiego di utensili (vetreria, termometri ) Manipolazione di sostanze chimiche Uso di apparecchiatura da laboratorio che eroga energia termica e/o elettrica (becchi Bunsen, piastre riscaldanti, ) Uso di strumentazione scientifica (strumenti per lo studio di reazioni, per l applicazione di tecniche analitiche )
5 RISCHI per la SICUREZZA - di tipo infortunistico - Rischi connessi a: - ferite da taglio - ustioni termiche - utilizzo di apparecchiature elettriche, che lavorano sotto pressione o sottovuoto, centrifughe - manipolazione di sostanze chimiche RISCHI per la SALUTE - di tipo igienico-ambientali - Rischi dovuti a esposizione prolungata ad agenti chimici e/o fisici
6 DISPOSITIVI DI PROTEZIONE COLLETTIVA (DPC) Sistemi che intervengono direttamente sulla fonte inquinante riducendo o eliminando il rischio di esposizione del lavoratore e la contaminazione dell ambiente di lavoro.
7 DPC Essi hanno in comune il principio di funzionamento basato sulla diluizione e rimozione degli agenti nocivi mediante aspirazione forzata. Cappa chimica di aspirazione Armadi ventilati e di sicurezza ignifughi Contenitori per taglienti Presidi di emergenza: lavaocchi doccia di emergenza
8 DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALE (DPI) Indispensabile complemento per utilizzare in sicurezza i DPC in laboratorio, i DPI sono sistemi di sicurezza a norma di legge (marchio CE!!) indossati dal lavoratore per proteggere il corpo, le mani, il volto e le vie respiratorie, come ultima barriera a difesa dell'operatore dai rischi residuali.
9 Il CAMICE è la prima difesa contro schizzi di sostanze chimiche. Deve essere indossato SEMPRE. Affinché sia efficace esso: deve essere SEMPRE abbottonato completamente deve avere gli elastici alle maniche deve arrivare fino al ginocchio
10 DPI La protezione della mani avviene mediante GUANTI idonei al prodotto manipolato (non corrodibili, impermeabili ai fluidi ecc.). Essi possono essere semplici e leggeri per proteggere solo dal contatto..fino ai guanti pesanti rivestiti in PVC, usati per travasare liquidi corrosivi
11 DPI Mezzi di protezione per occhi e volto Occhiali a mascherina forniscono una completa protezione degli occhi, da usare anche sopra gli occhiali da vista
12 DPI Mezzi di protezione delle vie respiratorie Classificazione a seconda dell efficienza filtrante FFP1: protezione da polveri non tossiche e areosol (ideale per l industria alimentare) FFP2: protezione da polveri a medio-bassa tossicità e batteri (ideale per l industria chimica e farmaceutica) FFP3: protezione da polveri tossiche, batteri e virus (ideale per laboratori, industria farmaceutica ed eliminazione rifiuti tossici) In caso di vapori organici è consigliabile l impiego di maschere a filtro o respiratori
13 DPI Mezzi di protezione dell udito TAPPI AURICOLARI di protezione da rumore di non elevata intensità (tappi in silicone, gomma o plastica usa e getta) fino ad arrivare alle CUFFIE ACUSTICHE
14 RISCHI per la SICUREZZA Rischi di lesioni per ferite da taglio Infortunio più frequente nei laboratori. Es.: Vetreria che si rompe per caduta, sollecitazione meccanica o termica Asportazione di rubinetti Assemblaggio di apparecchi a raccordi smerigliati
15 Azioni preventive Non usare vetreria stellata o con spigoli vivi Usare guanti di cuoio o con rete metallica Usare contenitori di plastica per il trasporto di materiale in vetro
16 RISCHI per la SICUREZZA Rischi di lesioni dovute a ustioni termiche Es.: - Vetreria calda e preparazione sol. esotermiche -Utilizzo della fiamma Bunsen (1400 C) - Impiego di piastre riscaldanti (spia) -Lavorazione del vetro (curvatura tubi, bacchette, saldature) - Impiego di ghiaccio secco (-78 C) o azoto liquido (-196 C)
17 Azioni preventive Usare supporti in sughero per vetreria calda Usare vetreria pyrex Usare pinze di sostegno con interno in gomma o sughero Usare guanti di protezione specifici anche per toccare il ghiaccio secco o l azoto (criogenici) Verificare lo stato di riscaldamento della piastra prima di toccarla - SEGNALAZIONE
18 RISCHI per la SICUREZZA Rischi di lesioni dovute all utilizzo di apparecchiature operanti sotto pressione Bombole (rischio esplosione) sempre legate a parete o sotto vuoto Rotavapor (rischio implosione) gabbia di rete metallica o vetreria rivestita
19 RISCHI per la SICUREZZA centrifughe (sistemi di sicurezza per il controllo dell apertura) mulini per macinazione (sistemi di sicurezza per il controllo dell apertura + attività confinata) ancora Sovraffollamento laboratori Ingombro apparecchiature e oggetti in disuso
20 RISCHI per la SICUREZZA e Rischi di lesioni dovute a manipolazione di sostanze chimiche Agenti chimici la SALUTE Tutti gli elementi o composti chimici, sia da soli che nei loro miscugli, allo stato naturale o ottenuti, utilizzati o smaltiti, compreso lo smaltimento come rifiuti, mediante qualsiasi attività lavorativa, siano essi prodotti intenzionalmente o no e siano immessi o no sul mercato (art.222 D.Lgs 81/08).
21 Il rischio dei prodotti chimici Affinché sussista una condizione di rischio, devono essere presenti contemporaneamente sia il pericolo che l'esposizione al pericolo. Dunque, se anche un prodotto chimico è pericoloso, il rischio per la salute o per l'ambiente è estremamente basso se il prodotto chimico è maneggiato in sicurezza e sotto controllo.
22 GRADO DI PERICOLOSITA PITTOGRAMMI SICUREZZA SALUTE AMBIENTE
23 ESPLOSIVI Prodotti che, anche senza l azione dell ossigeno atmosferico, possono provocare una reazione esotermica e che, in determinate condizioni, detonano, deflagrano rapidamente o esplodono in seguito a riscaldamento, urto, attrito. Attenzione ai prodotti perossidabili. Precauzioni: evitare urti, attriti, scintille, calore COMBURENTI Sostanze che, a contatto con altre sostanze, soprattutto se infiammabili, provocano una forte reazione esotermica. Precauzioni: tenere lontano da sostanze combustibili. PERICOLOSI PER L AMBIENTE Sostanze che, se diffuse nell ambiente, possono presentare rischi per l ecosistema.
24 INFIAMMABILI Sostanze con un basso punto di infiammabilità (tra 21 e 55 C). Esse non hanno pittogramma. FACILMENTE INFIAMMABILI sostanze che, a contatto con l'aria, a temperatura ambiente e senza apporto di energia, possono subire innalzamenti termici e infiammarsi; sostanze solide che possono facilmente infiammarsi dopo un breve contatto con una sorgente di accensione; sostanze liquide con punto d'infiammabilità è molto basso (<21 C); sostanze che, a contatto con l'acqua, sprigionano gas infiammabili. (alcoli, acetone ) ESTREMAMENTE INFIAMMABILI Liquidi con punto di infiammabilità estremamente basso (<0 C) e punto di ebollizione 35 C; sostanze gassose infiammabili a contatto con l aria a temperatura e pressione ambiente (etere etilico, pentano..). Conservare lontano da fonti di accensione, calore, fiamme libere, acqua.
25 CORROSIVI Sostanze che, a contatto con i tessuti vivi, possono esercitare su di essi un'azione distruttiva. IRRITANTI Sostanze non corrosive, il cui contatto diretto, prolungato o ripetuto con la pelle o le mucose può provocare una reazione infiammatoria. SENSIBILIZZANTI Sostanze che, per inalazione o assorbimento cutaneo, possono dar luogo ad una reazione di ipersensibilizzazione per cui una successiva esposizione alla sostanza o al preparato produce reazioni avverse caratteristiche. Esse non hanno pittogramma. Evitare il contatto con la pelle, occhi e indumenti, non inalare i vapori.
26 NOCIVI Sostanze che, in caso di inalazione, ingestione o assorbimento cutaneo, possono essere letali oppure provocare lesioni acute o croniche. TOSSICI Sostanze che, in caso di inalazione, ingestione o assorbimento cutaneo, in piccole quantità, possono essere letali oppure provocare lesioni acute o croniche. MOLTO TOSSICI Sostanze che, in caso di inalazione, ingestione o assorbimento cutaneo, in piccolissime quantità, possono essere letali oppure provocare lesioni acute o croniche. Evitare il contatto, inclusa l inalazione di vapori; in caso di malessere, consultare il medico.
27 CANCEROGENI Sostanze in grado di alterare il materiale genetico di una cellula rendendola capace di sviluppare un tumore in seguito ad una esposizione più o meno prolungata nel tempo. Esse non hanno pittogramma. MUTAGENI Sostanze che, per inalazione, ingestione o assorbimento cutaneo, possono produrre difetti genetici ereditari o aumentarne il rischio di insorgenza. Esse non hanno pittogramma. TOSSICI PER IL CICLO RIPRODUTTIVO (teratogeni) Sostanze che, per inalazione, ingestione o assorbimento cutaneo, possono provocare o rendere più frequenti effetti nocivi non ereditari nella prole o danni a carico della funzione o delle capacità riproduttive maschili o femminili. Esse non hanno pittogramma.
28 Frasi di Rischio (R) e Consigli di Prudenza (S) Oltre ai pittogrammi, il tipo di pericolo associato ad un prodotto è descritto dalle frasi R e dalle frasi S. Sono costituite da una serie di numeri e possono essere raggruppati per formare frasi più complesse. Ad ogni numero è associato un tipo di rischio e/o la procedura di sicurezza da attuare per maneggiare un prodotto. Esistono frasi R anche per le sostanze prive di pittogramma. può provocare alterazioni genetiche ereditarie ESEMPIO può causare danni ai polmoni in caso di ingestione facilmente infiammabile Benzene: R45 R46 R48/23/24/25 R65 R36/38 R11 può provocare il cancro Tossico: pericolo di gravi danni alla salute in caso di esposizione prolungata per inalazione, a contatto con la pelle e per ingestione irritante per gli occhi e la pelle
29 Rischio da agenti cancerogeni La valutazione dell esposizione professionale a sostanze cancerogene e mutagene inizia da una corretta identificazione delle sostanze, che sono classificate R45 (può provocare il cancro), R49 (può provocare il cancro per inalazione), R46 (può provocare alterazioni genetiche ereditarie ). Il passo successivo è la sostituzione, ove possibile, dell agente cancerogeno o il contenimento dell esposizione dei lavoratori ai livelli più bassi possibili. Nel caso l esposizione non sia eliminabile, è obbligo del datore di lavoro compilare e trasmettere all organo di vigilanza il Registro degli Esposti a cancerogeni (Capo II del D. Lgs. 81/08).
30 Regolamento CLP Il GHS è un modello messo a punto da un gruppo di esperti ONU, arrivato alla sua quarta edizione, già adottato da molti Stati. Da parte dell UE è stato recepito nel Regolamento N. 1272/2008/CE riguardante la classificazione, l'etichettatura e l'imballaggio delle sostanze e delle miscele che sostituisce le precedenti Direttiva in materia. Tale regolamento viene usualmente indicato con la sigla CLP (Classification, Labeling, Packaging)
31 Con la nuova normativa i pittogrammi sono stati cambiati: alcuni pittogrammi sono rimasti inalterati, altri sono stati aggiunti o eliminati Ciascun pittogramma si applica a più pericoli, combinando: classe di pericolo (natura del pericolo) + categoria di pericolo (gravità del pericolo) Es.: questo pittogramma indica sostanze: - sensibilizzanti - mutagene - cancerogene - tossiche per la riproduzione - tossiche per organi bersaglio - tossiche in caso di aspirazione
32 Frasi H e Frasi P Regolamento (CE) N. 1272/2008: Frasi R Frasi H (Hazard statements, indicazioni di pericolo) Frasi S Frasi P (Precautionary statements, consigli di prudenza) Il concetto di base non cambia: una serie di numeri che fanno riferimento a frasi standardizzate a livello internazionale.
33 LA COMUNICAZIONE DEI RISCHI ETICHETTATURA SCHEDE DI SICUREZZA
34 ETICHETTATURA Tutti i prodotti chimici in laboratorio devono essere adeguatamente etichettati.
35 ETICHETTATURA SOLUZIONI ESTEMPORANEE Si applica a soluzioni estemporanee conservate in contenitori ausiliari utilizzati in laboratorio diversi da quelli con cui i prodotti chimici sono commercializzati: Descrizione prodotto Concentrazione Modalità di conservazione e utilizzo Data di preparazione e scadenza Nome operatore Descrizione prodotto Concentrazione Conservazione Data preparazione Data scadenza Diluizione d uso Frasi di rischio Preparato da
36 SCHEDE DI SICUREZZA (Material Safety Data Sheet, MSDS) molto più dettagliate delle etichette sono una vera e propria guida alla manipolazione sicura da parte di chi utilizza professionalmente un prodotto pericoloso accompagnano obbligatoriamente l immissione sul mercato di sostanze e preparati pericolosi devono essere richieste al produttore o fornitore del prodotto (anche scaricate dal sito della ditta) vanno conservate nel luogo di lavoro rendendone facile e rapida la consultazione periodicamente revisionate per tenere conto delle nuove conoscenze dei rischi connessi
37 SCHEDE DI SICUREZZA (Material Safety Data Sheet, MSDS) redatte in maniera standard: contengono 16 informazioni 1 - Identificazione della sostanza o della miscela e della società/impresa 9 - Proprietà fisiche e chimiche 2 - Identificazione dei pericoli 10 - Stabilità e reattività 3 - Composizione/informazioni sugli ingredienti 11 - Informazioni tossicologiche 4 - Misure di primo soccorso 12 - Informazioni ecologiche 5 - Misure antincendio 13 - Considerazioni sullo smaltimento 6 - Misure in caso di rilascio accidentale 7 - Manipolazione e immagazzinamento 8 - Controllo dell esposizione/protezione individuale 14 - Informazioni sul trasporto 15 - Informazioni sulla regolamentazione 16 - Altre informazioni
38 INCOMPATIBILITA TRA SOSTANZE ACIDI ALCALI INFIAMMABILI COMBURENTI REAZIONE ESOTERMICA REAZIONE ESOTERMICA ACIDI/ALCALI IPOCLORITO INFIAMMABILI TOSSICI GAS CLORO VAPORI TOSSICI SEGUIRE LE INDICAZIONI SULLE MSDS!!!
39 TOSSICITÀ Tutte le sostanze sono veleni e nessuna è innocua solo la dose determina l avvelenamento e la via di esposizione (Paracelso, XVI sec.)
40 Grado di esposizione agli agenti chimici Al fine di tutelare la salute del lavoratore, la Conferenza Americana degli Igienisti Industriali stabilisce i TLV (Threshold Limit Value ovvero Valori Limite di Soglia). I TLV esprimono la soglia oltre la quale esiste un rischio concreto per il lavoratore. Esistono tabelle con i TLV di tutte le sostanze chimcihe. Esistono tre diverse categorie di TLV: TLV-TWA (Time Weighted Average) TLV-STEL (Short Term Exposure Limit) TLV-C (Ceiling) Concentrazione media ponderata consentita per giornata lavorativa di 8 ore e 40 ore settimanali (esposizione cronica). Esposizione media ponderata, per un tempo di 15 min, che non deve mai essere superata nella giornata lavorativa per non incorrere in irritazioni, danni tissutali irreversibili, narcosi e/o perdita di conoscenza. Esso integra il TLV-TWA nel caso in cui la sostanza in esame abbia anche effetti acuti. E la concentrazione che non deve mai essere superata durante l esposizione lavorativa.
41 VIE DI ESPOSIZIONE INALAZIONE SOLIDI: polveri LIQUIDI: nebbie e aereosol GAS: ogni tipo A seguito di incidente che provoca notevole concentrazione ambientale di gas o vapori nel posto di lavoro (es. cappa di aspirazione non funzionante, sostanze incompatibili a contatto, rottura di recipienti contenenti materiale volatile). Le sostanze con l atto respiratorio entrano nell organismo, passando dall apparato respiratorio a quello circolatorio e a tutti gli organi.
42 VIE DI ESPOSIZIONE INGESTIONE SOLIDI: polveri e frammenti LIQUIDI: schizzi e versamenti GAS: non rilevante A seguito, in genere, di un prelievo scorretto, le sostanze presenti come contaminanti di alimenti o di oggetti portati alla bocca, passano nell apparato digerente e, di qui, agli organi.
43 VIE DI ESPOSIZIONE CONTATTO SOLIDI: effetti locali EPIDERMIDE LIQUIDI: effetti locali + assorbimento GAS: non rilevante Contatto accidentale con sostanze chimiche per rottura di contenitori con versamento sulla cute non protetta, viso e occhi; conseguente effetto locale o assorbimento da parte del tessuto adiposo, immissione in circolo e raggiungimento degli organi.
44 EFFETTI RISCONTRATI IRRITAZIONI APPARATO RESPIRATORIO ALLERGIE RESPIRATORIE E CUTANEE IRRITAZIONI PELLE E OCCHI ALTERAZIONI SUL SISTEMA NERVOSO ALTERAZIONI AL FEGATO E ALL APPARATO DIGESTIVO
45 GAS COMPRESSI La colorazione dell ogiva identifica il rischio associato al gas Tossico/corrosivo Infiammabile Ossidante Asfissiante Giallo Rosso Blu chiaro Verde brillante Colorazione ogiva specifica per i gas più comuni Acetilene Ammoniaca Argon Azoto Anidride carbonica Cloro Elio Idrogeno Ossigeno Marrone rossiccio Giallo Verde scuro Nero Grigio Giallo Marrone Rosso Bianco
46 GAS COMPRESSI Scoppio delle bombole Rottura del riduttore di pressione Fughe di gas tossici e/o infiammabili (pericolo anche nel caso di gas inerti) Le bombole devono essere conservate in ambienti ben areati e sempre assicurate alla parete Non stoccare più bombole dello stretto necessario, separando le vuote dalle piene, correttamente identificate con cartelli Non scambiare i riduttori Mantenere il cappellotto di protezione avvitato se la bombola non è in uso Non conservare nello stesso locale bombole di gas incompatibili (es. idrogeno e ossigeno)
47 Comportamenti Indossare i DPI e mantenerli in buono stato Usare indumenti di protezione appropriati Osservare attentamente il divieto di fumo Non conservare, né consumare cibi e bibite Maneggiare vetreria calda con guanti o pinze idonee Non utilizzare vetreria stellata
48 I contenitori devono essere ben etichettati Non toccare nulla con i guanti con cui sono state maneggiate sostanze chimiche Maneggiare le sostanze chimiche sotto cappa di aspirazione Aprire contenitori di solventi sotto cappa, rivolgendo l apertura dalla parte opposta Aspirare sempre le soluzioni con pipette munite di pro-pipette Mantenere pulito e ordinato il piano di lavoro e non lasciare mai senza controllo apparecchi in funzione e reazioni in corso
49 Non annusare sostanze chimiche Riporre opportunamente i prodotti chimici negli armadi di sicurezza E, INOLTRE, Lavare spesso le mani e sempre prima di uscire non tenere nelle tasche oggetti appuntiti, come forbici, spatole, bacchette tenere in laboratorio solo il materiale strettamente necessario non introdurre in laboratorio sostanze e oggetti estranei all attività lavorativa evitare l affollamento nei laboratori così come non bisogna mai lavorare da soli
50 BUON LAVORO!
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