Colori spiaccicati a terra come se fossero esplosi

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1 ARTISTA ALLO SPECCHIO LO SCULTORE DELLA LUCE ACCENDE LE VIE DELLE CITTA di FABIO CARISIO TUTTO PER COLPA DEL ROCK Colori spiaccicati a terra come se fossero esplosi dal tubetto, strisce di plastica divenute tutt uno con il pavimento, corpi di ballerini e pin-up appesi in un variopinto guardaroba di impressioni artistiche pronte a farsi emozioni. Un vecchio punch-ball ed una panca multifunzione tradiscono l identità di un atelier che assomiglia più all offi cina del meccanico sotto casa, ma le tele e i divani zebrati mi rammentano che sono nel covo di un artista. Mentre lo aspetto girovago per gli spazi enormi di questo capannone industriale e mi vergogno persino un po nello scoprire la prima traccia intima dell animo del padrone di casa: quella chitarra e gli altri strumenti musicali circondati dagli omaggi pittorici degli amici Jovanotti, Andy dei Bluvertigo e altri. «Qualcuno dovrebbe fargli capire che deve continuare in quello che è diventato il suo cammino e lasciar perdere sogni di gloria di rock. Ma forse è meglio lasciarlo dentro a questa grande illusione che lo spinge a fare opere che hanno le luci e i colori del rock» è la frase di Red Ronnie che mi tornerà alla mente dopo l intervista. Tutto per colpa del rock, direbbe forse Edoardo Bennato... Ma in verità non è certo più il suono che traccia la china della crescente dimensione artistica di Marco Lodola bensì la luce. «Matisse voleva dipingere direttamente dal colore, io desidero scolpire con la luce» nell identico parossismo espressivo s incarna tutto il sogno di un artista che vuole «ridisegnare l universo urbano, come quello dei futuristi, ma anche cosmico...». Un utopia iconopoietica, forse, una velleità che odora di onnipotenza, MARCO LODOLA M. LODOLA - Elvis (2007, perspex e neon cm 77 x 56 x 12). certo, ma pure un ambizione che, sinuosa e efficace come le sue ultime sculture di fi li luminosi, s insinua nel vacuo mondo dell arte contemporanea: il gioco di Lodolandia è contagioso e ne sa qualcosa il massimo critico d arte italiano Vittorio Sgarbi che - in veste di assessore alla Cultura di Milano - non ha saputo resistere alle corrusca tentazione di illuminare l estate meneghina con le opere dell artista lungo un percorso che va da via Dante a San Babila, passando per via dei Mercanti e corso Vittorio Emanuele. Lo stesso capiterà, fi no a settembre, tra Cesena e Cesenatico e ancora a Genova dove l artista pavese esporrà le sue sculture luminescenti. «Le opere di Lodola si potrebbero vedere muovendosi in un automobile lungo un tratto urbano, fuori dai fi nestrini, oppure lungo il percorso di una metropolitana: c è da stare certi che qualcosa di loro rimarrebbe certamente nei nostri occhi e nella nostra mente. Di quanti altri artisti si potrebbe dire altrettanto?» aveva scritto prima di dar vita a questo percorso espositivo milanese all aperto lo stesso Sgarbi. 25

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3 ARTISTA ALLO SPECCHIO MARCO LODOLA LO SCULTORE DELLA LUCE ACCENDE... SEGUE DA PAGINA 25 LA GRANDEZZA DEL LODOLISMO Non ha resistito nemmeno Renzo Arbore alla «grandezza di Lodola e del suo lodolismo, partendo da un concetto basilare e fondamentale nella pittura, nella scultura e nelle arti fi gurative in genere: Anche l occhio vuole la sua parte. Lo so, può sembrare banale, ma appunto perciò valorizza la complessità, la raffi natezza, l etica, l estetica e perfino l aritmetica delle sculture del Grande Pavese. Lodola con le sue sculture meravigliose cala il secchio dei ricordi con la fune della cultura nel pozzo della fantasia. Qualche volta si sporge di più. Qualche volta di meno ma nel pozzo non ci cade mai. Ma come fa a non prosciugarlo lui che vi attinge così tanto copiosamente?». Una domanda cui risponde la formazione dell artista, dagli studi liceali all Accademia, dall interesse per affreschi ed incausto alle prime imitazioni pittoriche di Renoir e Pissarro, prima dell infatuazione per i Fauves e la forza cromatica di Henry Matisse, fino al primo angelo sagomato in vetro del Prima della plastica e dei giochi di luce con cui Lodola ha voluto «accendere le cose», un percorso artistico, dunque, tutt altro che improvvisato, come rimarca ancora Sgarbi: «Dietro le sue sagome di plexiglass, dietro le sue luci al neon, dietro le sue campiture cromatiche, c è una precisa storia dell arte che è stata conosciuta, meditata criticamente, rielaborata: il Futurismo, il colorismo ritmico di Delaunay, la Pop Art, per dire solo di ciò che sembrerebbe più evidente. Il neon aveva avuto Dan Flavin e il concettualismo di Mario Merz, il suo impiego artistico più rilevante - evidenzia il critico - Ma in fondo, a ben vedere, anche Lodola possiede una sua cifra non certo concettuale, ma almeno minimalista, un minimalismo della figura che è comunque esente dagli intellettualismi o dagli slanci mistici di Flavin e compagni. In quanto al colore, alla sua organizzazione in stesure distinte, planari ed uniformi, vivacissime, il riferimento immediato è al Futurismo non tanto dei maestri fondatori, quanto di chi con il linguaggio dei maestri è diventato il grande compositore nei mobili, nei tessuti, in tutto ciò che poteva essere decorazione: Fortunato Depero». M. LODOLA - sopra: Toto, logo realizzato nel 2005 per la trasmissione Speciale per voi... di Renzo Arbore. - nella pagina accanto: Ballerina (2006, perspex e neon, cm 290 x 110 x 40, esposta in piazza del Duomo a Pietrasanta dal dicembre 2006 al febbraio 2007). - in basso Marco Lodola al lavoro nell atelier 27

4 SCHEDA BIOGRAFICA DI MARCO LODOLA Marco Lodola è nato a Dorno (Pavia). Frequenta l Accademia di Belle Arti di Firenze e di Milano, e conclude gli studi discutendo una tesi sui Fauves, che con Matisse saranno un punto di riferimento per il suo lavoro, come anche Fortunato Depero ed il Beato Angelico. Agli inizi degli anni 80 intorno alla Galleria di Luciano Inga Pin, a Milano, ha fondato con un gruppo di artisti il movimento del Nuovo Futurismo, di cui il critico Renato Barilli è stato il principale teorico. Dal 1983 ha esposto in grandi città italiane ed europee quali Roma, Milano, Firenze, Bologna, Lione, Vienna, Madrid, Barcellona, Parigi e Amsterdam. Ha partecipato ad esposizioni e a progetti per importanti industrie quali Swatch, Coca Cola, Vini Ferrari, Harley Davidson, Ducati, Illy (collana di tazzine d autore), Dash, Valentino, Coveri, Fabbri e Lauretana. Nel 1994 è stato invitato ad esporre dal governo della Repubblica Popolare Cinese nei locali degli ex archivi della città imperiale di Pechino. Nel 1996 ha iniziato a lavorare negli Stati Uniti a Boca Raton, Miami e a New York. Ha partecipato alla XII Quadriennale di Roma e alla VI Biennale della Scultura di Montecarlo. Diverse le sue collaborazioni con scrittori contemporanei tra cui Aldo Busi, Claudio Apone, Marco Lodoli, Giuseppe Pulina, Tiziano Scarpa e Giuseppe Cederna, e con musicisti: gli 883 di Max Pezzali, Timoria, Jovanotti, Andy (Bluvertigo) e Syria. Nell estate del 98, su incarico della Saatchi & Saatchi, ha eseguito i disegni per le affiches di Piazza del Popolo a Roma, per l opera lirica Tosca di Puccini. Nel 2000 Lodola, da sempre legato al tema della danza, è stato incaricato dal Teatro Massimo di Palermo di realizzare Gli avidi lumi, quattro totem luminosi alti sei metri, raffiguranti episodi significativi delle nove opere in cartellone. Per l occasione è stato realizzato un video-documentario di Sergio Pappalettera. Le sculture rimarranno collocate nelle maggiori piazze cittadine, come è già avvenuto a Montecarlo, Riccione, Faenza, Bologna, Paestum e al Castello Visconteo di Pavia, San Paolo di Brasile e Cagliari. È stato autore delle opere assegnate ai vincitori dell edizione 2001 del Premio Letterario Nonino. Nel 2001 è stato incaricato di curare l immagine del Carnevale di Venezia. Per l occasione la Fondazione Bevilacqua La Masa ha organizzato la mostra Futurismi a Venezia con opere sue e di Fortunato De- MARCO LODOLA - sopra l artista all interno del suo studio. - in basso l opera realizzata per la Fabbri. - nella pagina accanto Corpo Elettrico (2006, perspex e neon cm 290x110x 25). pero. Nel giugno 2002 ha creato la scultura luminosa A tutta birra dedicata alla figura dell imprenditore Venceslao Menazzi Moretti, che è stata collocata nel nuovo parco cittadino di Udine, là dove sorgeva il primo stabilimento della famosa birra. Nel 2003 realizza la luminosa Venerea nell ambito della mostra Venere svelata di Umberto Eco tenutasi al Palazzo delle Belle Arti di Bruxelles, per cui ha curato anche l installazione della facciata esterna e la mostra Controluce a Palazzo del Turismo di Riccione che nel 2004 è stata trasferita a San Paolo del Brasile (Museo Brasileiro da Escultura Marilisa Rathsam), Rio de Janeiro (Museo de Arte Moderna), Città del Messico (Polyforum Siqueiros), e al Museo Regional de Guadalajara. Nel 2005 ha realizzato un manifesto per le Olimpiadi invernali di Torino, una collezione di mobili per Mirabili, la maglia rosa per l 88 Giro d Italia, il logo per la trasmissione Speciale per voi di Renzo Arbore, nonché la nuova immagine di Roxy bar per Red Ronnie. Nel 2006 è stata collocata un altra scultura luminosa all aeroporto internazionale di Città del Messico, e per Natale una scultura in Piazza di Spagna (Roma). Ha realizzato anche l immagine del centenario del movimento pacifista di Gandhi. Nel 2007 realizza il logo per i 50 anni dell ARCI e l immagine del 70 Maggio Fiorentino. Hanno scritto di lui tra gli altri: Vergine, Bossaglia, Caramel, Mascherpa, Seveso, Somaini, Quintavalle, Accame, Pontiggia, Carli, Sala, Calabrese, Dentice, Restany, Coen, Bonito Oliva, Strano, Fiz, Crispolti, Cherubini, Vescovo, Mammi, Hunter, Dorfles, Sgarbi, Daverio, Riva, Deho, Beatrice. 28

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6 ARTISTA ALLO SPECCHIO MARCO LODOLA LO SCULTORE DELLA LUCE ACCENDE... SEGUE DA PAGINA 27 NELL ATELIER DA... ELETTRICISTA Il lavoro di Lodola che oggi opera in uno studio «più simile al laboratorio di un elettricista che all atelier di un artista» ammette lui stesso, comincia dalle strutture in plastica notate vicino ai cassonetti, dalle lettere e i disegni delle vecchie insegne, secondo una caccia assemblante che rievoca un poco gli escamotages rotelliani. Ma presto la sagoma diventa light-box: «Le sculture di notte hanno bisogno di luce ed io ho voluto crearne di autosufficienti, con la caratteristica di essere immagini secondo un ìmpronta assolutamente figurativa. L ultima scoperta sono stati i passaggi di fili luminosi nei ritagli di plexiglas». Dopo la scocca intagliata a parete coperta di pellicole adesive illuminate che ha reso celebri le sue Vespe, le Pin Up anche in pose osè, gli Elvis ma anche tanti lavori per marchi industriali come Fabbri, Dash e Coca- Cola, ecco la luce, in una spirale di filari colorati, impadronirsi della scena in Ballerine e Corpi elettrici simili a culturisti che rievocano il mitico discobolo o le leggendarie danzatrici di Edgar Degas. Così Lodola ci ripropone «i miti dell inconscio collettivo nell era mass-mediatica, la musica, il cinema, senza idealizzarli, ma anzi trattandoli in modo divertito e divertente, come un gioco nota ancora Sgarbi - Alla fine quello che conta è il piacere dell effetto, l immediatezza della comunicazione, il gusto di un immagine, di uno stile, di un oggetto subito riconoscibili nelle loro componenti fondamentali, come una sigla, un icona, un logo, senza altre inutili complicazioni». C è più originalità o bellezza nelle tue opere? Ho chiesto all artista mirando dritto al cuore della sua creatività. «Accanto alla ricerca della bellezza c è una connotazione che è motivo di successo. Cito la frase di un critico non mi piacciono le tue sculture ma non le confondo con le altre. L arte non è mai elitaria ma si confronta col riconoscimento popolare, come una canzone o una musica che arriva alle orecchie di tutti» risponde Lodola, che ora disegna solo su carta (a pennarello) la traccia che il suo staff tecnico realizza. Proprio sulla scia di questa convinzione il maestro va al di là di personali, gallerie e musei per «comunicare dove la gente c è». Dove chi guarda le sue opere può leggervi semplice piacere, bellezza o profondità e signi- 30 M. LODOLA - sopra: Carta da gioco (un altra opera in perspex e neon in cui si richiamano i tre elementi ricorrenti della pin up, della carta e della vespa). - nella pagina accanto Madonna (2006, perspex, lamiera e neon, cm 140 x 45, esposta nella Chiesa di Sant Agostino a Pietrasanta nel Natale 2006). ficati. Come dinnanzi quell imponente cavallo che mi mostra prima che sia esposto a Milano. «E Pegaso» esclamo. «Sì, ma può essere ciò che chiunque desidera... anche un cavallo da circo» replica ammettendo con disincanto «amo le opere su commissione e lo spirito di chi compra perché risolleva quello di chi fa. Quando la mia poesia esce dalla porta è prodotto e segue le regole del mercato». Si spiega quindi perché la sua arte è così versatile sia per le scenografie degli 883 che per la piazza del Duomo e la Chiesa di Sant Agostino di Pietrasanta dove partendo da una Luce Mistica (titolo di un opera) ha fatto risplendere Adorazioni e Madonne policromatiche fino alla Deposizione in perspex e neon ed al veemente Drago Marino che rievoca San Giorgio, in barba alle asettiche analisi di famosi critici che sentenziano «la plastica cancella ogni profondità psicologica e le opere dell artista diventano la celebrazione della superficie». Quando la poesia di Lodola esce dalla porta... s illumina d immenso, incarna emozioni di luce, pulsioni d arte capaci di avvincere anche lo sguardo più distratto dall indifferenza e la frenesia moderna, legando l anima di chi sa ancora sognare l incanto della vita che si fa gioco. E viceversa. Fabio Carisio

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