PIANO DI PROTEZIONE CIVILE Comune di Ciampino Febbraio 2003

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1 INDICE 1. INTRODUZIONE STRUTTURA CENTRO OPERATIVO COMUNALE AZIONI IN EMERGENZA Zone d intervento di Protezione Civile Zone d intervento per i rischi individuati Zone d intervento per l assistenza alle persone Disabili Aree di Emergenza Aree di Attesa della popolazione Aree di Ricovero della popolazione Aree di Ammassamento soccorritori e risorse ATTIVAZIONE IN EMERGENZA RISPOSTA PROGRAMMATA IN CASO DI RISCHIO IN CASO DI RISCHIO SISMICO IN CASO DI RISCHIO IDROGEOLOGICO IN CASO DI RISCHIO INCENDI BOSCHIVI IN CASO DI RISCHIO INDUSTRIALE IN CASO DI RISCHIO INCENDI URBANI IN CASO DI INCIDENTE AEREO ED INCIDENTE FERROVIARIO IN CASO DI ESALAZIONE GAS NATURALI ALLEGATI MATERIALE IN DOTAZIONE APPENDICI: Norme e Procedure per Stato di Emergenza e di Incidente riguardanti gli Aeromobili Civili Misure di Sicurezza e protezione per rischi connessi alla presenza di esercizio ferroviario... 79! 1

2 1. INTRODUZIONE Il modello d intervento rappresenta il cuore del Piano di Protezione Civile. Si tratta di uno strumento che organizza la risposta alla situazione di calamità. Partendo da una conoscenza dei rischi presenti sul territorio e degli ipotetici scenari che possono manifestarsi su di esso, è possibile costruire una metodologia di risposta che permetta il raggiungimento dei seguenti fini: salvaguardia della popolazione in caso di calamità; suo allontanamento dalle aree a rischio; verifica della situazione post-calamità; ripristino della situazione pre-calamità Le misure di salvaguardia della popolazione per gli eventi prevedibili sono finalizzate all allontanamento della popolazione dalla zona di pericolo; particolare riguardo deve essere dato alle persone con ridotta autonomia (anziani, disabili, bambini) per le quali deve essere organizzato un sistema di sostegno che miri al loro raggiungimento e trasferimento alle aree di ricovero. Nel caso specifico delle persone anziane e/o non autonome, nel Piano sono state messe a punto alcune metodologie che permettono la loro rapida individuazione sul territorio; tali informazioni sono contenute nel Database gestionale del Piano che, se attentamente aggiornato, permetterà, in caso di necessità, di indirizzare particolari squadre di soccorso pre-organizzate nelle zone colpite da calamità, con la specifica funzione di trasferire le persone non autosufficienti direttamente alle zone di ricovero. Il ripristino della situazione ordinaria comporta la risoluzione delle interruzioni di servizi di base. Questo intervento di protezione civile deve essere effettuato nel periodo immediatamente precedente al manifestarsi dell evento, in caso di evento prevedibile, attuando piani di messa in sicurezza dei mezzi di produzione e dei relativi prodotti stoccati. Qualora l evento abbia provocato danni si dovrà provvedere al ripristino dell attività produttiva e commerciale attuando interventi mirati per raggiungere tale obiettivo nel più breve tempo possibile. Durante il periodo della prima emergenza si dovranno già prevedere interventi per la riattivazione dei trasporti pubblici e privati, il trasporto delle materie prime e di quelle strategiche,! 2

3 l ottimizzazione dei flussi di traffico lungo le vie di fuga e l accesso dei mezzi di soccorso nell area colpita. La riattivazione delle telecomunicazioni dovrà essere immediatamente garantita per gli uffici pubblici e per i Centri Operativi dislocati nell area colpita attraverso l impiego necessario di ogni mezzo o sistema di telecomunicazioni. La messa in sicurezza delle reti erogatrici dei servizi essenziali dovrà essere assicurata, al verificarsi dell'evento, mediante l utilizzo di personale addetto secondo specifici piani particolareggiati elaborati da ciascun ente competente. La verifica ed il ripristino della funzionalità delle reti dovrà prevedere l impiego degli addetti agli impianti di erogazione ed alle linee e/o utenze in modo comunque coordinato, prevedendo per tale settore una specifica funzione di supporto, al fine di garantire le massime condizioni di sicurezza. Nel confermare che il preminente scopo del piano di emergenza è quello di mettere in salvo la popolazione e garantire con ogni mezzo il mantenimento del livello di vita civile, messo in crisi da una situazione di grandi disagi fisici e psicologici, è comunque da considerare fondamentale la salvaguardia dei beni culturali ubicati nelle zone a rischio. Si dovranno perciò organizzare specifici interventi per il censimento e la tutela dei beni culturali, predisponendo specifiche squadre di tecnici per la messa in sicurezza di reperti, o altri beni artistici, in aree sicure. Per quanto riguarda i rischi che insistono sul territorio, in generale questi possono essere distinti in prevedibili, quando una corretta conoscenza del territorio, un sistema di monitoraggio ed un analisi delle informazioni, permette di prevedere l instaurarsi di condizioni di rischio (ad esempio i rischi Incendi e Idrogeologico), e non prevedibili, quando non sono presenti metodi di previsione (vedi il rischio sismico). Per i rischi prevedibili è possibile costruire un sistema di risposta modulato in relazione ad indicatori che permettano di stimare la possibilità che si verifichi l evento. E possibile, per questo tipo di rischi, costruire un sistema di allerta. Il Dipartimento di Protezione Civile ha predisposto una metodologia di allerta organizzata in tre livelli: attenzione; preallarme; allarme:! 3

4 A ciascun livello di allerta corrisponde in emergenza una fase operativa (fase di attenzione, preallarme e allarme), che rappresenta l'insieme delle azioni svolte dalle singole Componenti e Strutture Operative di Protezione Civile durante un determinato momento dell'emergenza e che viene attivata dall'autorità Comunale di Protezione Civile. Sarà quindi prioritario, da parte del Sindaco, tramite il proprio Centro Operativo (composto dai responsabili delle Funzioni di Supporto) organizzare la prima risposta operativa di protezione civile, mantenendo un costante collegamento con tutti gli enti preposti al monitoraggio per l'evento atteso sul proprio territorio. Con questo collegamento il Sindaco potrà predisporre in tempo reale tutte le attivazioni operative comunali in base al livello di allerta dato per l evento, prima che quest'ultimo si manifesti.! 4

5 1. STRUTTURA CENTRO OPERATIVO COMUNALE Al successo di un operazione di protezione civile concorrono le seguenti condizioni: direzione unitaria: si esplica attraverso il coordinamento di un sistema complesso e non in una visione settoriale dell intervento. A tal fine è stata prevista l istituzione di un centro operativo comunale da convocare secondo le modalità di seguito riportate. comunicazione: il costante scambio di informazioni fra il sistema centrale e periferico è fondamentale per il coordinamento di attività in caso di emergenza. A tale proposito sono state messe a punto dal Dipartimento della protezione Civile delle schede riassuntive contenenti i dati salienti da comunicare ai centri di comando superiore (COM, CCS, CESI) qualora l emergenza ne richiedesse l attivazione. risorse: la conoscenza prioritaria delle risorse disponibili ne permette, in caso di emergenza, un utilizzo razionale e tempestivo. In quest ottica, è di fondamentale importanza l aggiornamento continuo delle informazioni sulle risorse realmente disponibili e della reperibilità degli uomini e dei mezzi adatti all intervento ed a questo proposito è stato ideato un semplice programma di gestione di tali informazioni, allegato al Piano (Data Base). Il Sindaco, per assicurare nell'ambito del proprio territorio comunale la direzione ed il coordinamento dei servizi di soccorso e di assistenza alla popolazione, si serve del Centro Operativo Comunale (C.O.C.). Tale Centro dovrà essere ubicato in strutture antisismiche, realizzate secondo le normative vigenti, ed in aree di facile accesso e non vulnerabili a qualsiasi tipo di rischio. Nell'ambito dell'attività svolta dal C.O.C. si distinguono una "area strategica", nella quale afferiscono i soggetti preposti a prendere decisioni, ed una "sala operativa". Quest'ultima è strutturata in funzioni di supporto che costituiscono l'organizzazione delle risposte operative, descritte nei lineamenti, distinte per settori di attività e d intervento. Per ogni funzione di supporto si individua un responsabile che, in situazione ordinaria, provvede all'aggiornamento dei dati e delle procedure mentre, in emergenza, coordina gli interventi dalla Sala Operativa relativamente al! 5

6 proprio settore. Per garantire l'efficienza del C.O.C. la sede dovrebbe essere strutturata in modo da prevedere almeno: una sala per le riunioni; una sala per le Funzioni di Supporto; una sala per il Volontariato; una sala per le Telecomunicazioni. L organizzazione del C.O.C. prevede, secondo le direttive del Metodo Augustus (DPC informa n ), nove funzioni di supporto, di seguito elencate. Il Sindaco, in relazione all evento, attiverà le funzioni di supporto ritenute necessarie per la completa gestione dell emergenza. Ciascuna funzione coordinerà, relativamente al proprio settore di competenza, tutti i soggetti individuati nella parte precedente del Piano che saranno impegnati nelle azioni volte al raggiungimento degli obiettivi definiti dai lineamenti della pianificazione. In tempo di pace il sindaco, o chi da lui delegato, provvede ad organizzare un sistema di comando e controllo attraverso tale sala operativa comunale di protezione civile, localizzata in una zona del territorio comunale a basso rischio e facilmente raggiungibile da parte dei responsabili delle funzioni di supporto. S i s t e m a informativo Sala Situazione con le nove funzioni Sistema cartografico Sistema di comunicazione Figura 2.1 Schema della struttura indicativa di un Centro Operativo Comunale! 6

7 Tale spazio dovrà essere dotato, come minimo, del seguente materiale: Generatore elettrico; postazione PC completa con connessione internet; telefono-fax; sistema radio. Nel caso specifico il C.O.C è stato localizzato in una zona idonea al controllo del territorio comunale maggiormente interessato da rischi. La struttura del C.O.C si configura secondo nove funzioni di supporto attribuite a dei responsabili scelti nell ambito della struttura comunale. Ciascun responsabile si troverà, ove necessario, a capo di tecnici che lo supporteranno nello svolgimento della sua mansione. Vengono di seguito riportate le nove funzioni ed i compiti attribuiti a ciascun responsabile: TECNICO SCIENTIFICA PIANIFICAZIONE La funzione tecnica e di pianificazione interessa tutti gli enti che svolgono attività di ricerca scientifica sul territorio. Il referente prescelto già in fase di pianificazione, dovrà mantenere e coordinare tutti i rapporti tra le varie componenti scientifiche e tecniche, cui è richiesta un analisi conoscitiva del fenomeno ed un'interpretazione dei dati relativi alle reti di monitoraggio. SANITÀ, ASSISTENZA SOCIALE E VETERINARIA La funzione sanità, assistenza sociale e veterinaria pianifica e gestisce tutte le problematiche relative agli esperti socio-sanitari dell'emergenza. Il referente, che potrà essere un rappresentante del Servizio Sanitario Locale, avrà il compito di coordinare le attività svolte dai responsabili della Sanità locale e delle Organizzazioni di Volontariato che operano nel settore sanitario. VOLONTARIATO La funzione volontariato consiste nel fornire uomini, mezzi e materiali a supporto delle operazioni di soccorso ed assistenza coordinata dalle altre funzioni. Il responsabile di tale funzione potrà essere individuato tra i componenti delle Organizzazioni di Volontariato più rappresentative sul territorio. Egli provvederà, in tempo di pace, ad organizzare esercitazioni congiunte con le altre! 7

8 forze preposte all emergenza al fine di verificare le capacità organizzative ed operative delle Organizzazioni. MATERIALI E MEZZI La funzione di supporto in questione è essenziale e primaria per fronteggiare ogni tipo d emergenza. Deve effettuare il censimento di materiali disponibili presso enti locali, volontariato, ecc. in modo da avere un quadro sempre aggiornato della situazione, deve inoltre approntare una valutazione dei mezzi di trasporto e dei tempi d arrivo del materiale in caso di emergenza. Nel caso in cui la richiesta di materiali e/o mezzi non possa essere fronteggiata dal Comune, provvederà ad informarne il Sindaco che rivolgerà la richiesta al Prefetto competente. Responsabile di tale funzione potrà essere un dipendente del Comune con mansioni amministrative o tecniche. SERVIZI ESSENZIALI E ATTIVITÀ SCOLASTICA Il responsabile della funzione deve aggiornare la situazione su efficienza delle linee e/o delle utenze e gli interventi sulla rete, oltre a monitorare le condizioni e l'efficienza di evacuazione dagli edifici scolastici. Ha inoltre il compito di coordinare i rappresentanti di tutti i servizi essenziali erogati sul territorio comunale, cui è richiesto di provvedere ad immediati interventi sulla rete per garantirne l'efficienza anche in situazioni d emergenza. CENSIMENTO DANNI A PERSONE E COSE Il responsabile deve innanzi tutto valutare la situazione determinatasi a seguito dell emergenza e comunicarla al Sindaco. Deve inoltre occuparsi del censimento dei danni su persone, edifici pubblici e privati, industrie, servizi essenziali, attività produttive, opere culturali e storiche, infrastrutture pubbliche, agricoltura e zootecnia. Per svolgere questa funzione, il responsabile si avvarrà di funzionari tecnici comunali e di squadre miste di tecnici che dovranno valutare in tempi brevi la stabilità delle opere. E altresì ipotizzabile l impiego di squadre miste di tecnici dei vari Enti per le verifiche speditive di stabilità che dovranno essere effettuate in tempi necessariamente ristretti.! 8

9 L'attività di censimento dei danni a persone e cose riveste particolare importanza al fine di fotografare la situazione determinatasi a seguito dell evento calamitoso e per stabilire gli interventi d emergenza. STRUTTURE OPERATIVE LOCALI, VIABILITÀ Il responsabile della funzione strutture operative locali, viabilità dovrà coordinare tutte le strutture operative locali, comprese quelle istituzionalmente preposte alla viabilità, regolando i trasporti, gli afflussi dei soccorsi e del traffico cittadino all esterno delle zone a rischio secondo quanto previsto dal proprio piano particolareggiato. TELECOMUNICAZIONI Deve predisporre, di concerto con i responsabili territoriali dei vari mezzi di comunicazione (radio, televisione, telefonia fissa e mobili), sul territorio una rete di telecomunicazione non vulnerabile e mantenerla costantemente in efficienza. La riattivazione delle telecomunicazioni dovrà essere immediatamente garantita per gli uffici pubblici e per i centri operativi dislocati nell area colpita attraverso l impiego necessario di ogni mezzo o sistema TLC. Sembra opportuno dotare, almeno, il comando di ogni struttura operativa di un apparato radio collegato al C.O.C. Si dovrà mantenere la funzionalità delle reti radio delle varie strutture operative per garantire i collegamenti fra i vari centri operativi e al tempo stesso per diramare comunicati, allarmi, ecc. Il responsabile della funzione telecomunicazioni dovrà coordinare le attività svolte dalle società di telecomunicazione presenti sul territorio e dalle organizzazioni di volontariato dei radioamatori, che hanno il compito di organizzare una rete di telecomunicazioni alternativa. ASSISTENZA ALLA POPOLAZIONE Per fronteggiare le esigenze della popolazione dovrà presiedere questa funzione un funzionario dell Ente amministrativo locale in possesso di conoscenza e competenza in merito al patrimonio abitativo, alla ricettività delle strutture turistiche (alberghi, campeggi, ecc.) ed alla ricerca di aree pubbliche e private da utilizzare come aree di attesa e di ricovero della popolazione.! 9

10 Il funzionario dovrà predisporre un quadro delle disponibilità di alloggiamento e dialogare con le autorità preposte all emanazione degli atti necessari per la messa a disposizione degli immobili o delle aree. Al responsabile è associato, in caso di sua non reperibilità, uno o più sostituti. In caso d emergenza il Sindaco provvederà ad allertare i responsabili delle funzioni di supporto, e in caso di non reperibilità, i sostituti.! 10

11 2. AZIONI IN EMERGENZA Rappresentano le immediate predisposizioni che devono essere attivate dal Sindaco in situazioni d emergenza. Le azioni di protezione civile vanno organizzate ed articolate in fasi operative successive, corrispondenti ai livelli di allerta individuati nella parte iniziale del Piano. Il Sindaco dovrà indicare, per ciascuna fase, quali sono i propri compiti e quali sono le Funzioni di Supporto da attivare. Andranno inoltre specificate, per ciascuna fase: quali sono le Componenti e le Strutture Operative di Protezione Civile che intervengono e da quali funzioni di supporto sono coordinate; quali azioni principali svolgono le Componenti e le Strutture Operative; quali sono le procedure operative per l attuazione del modello d intervento. In particolare il modello d intervento dovrà prevedere tra le prime procedure operative: l'immediata reperibilità dei funzionari del C.O.C.; l'intensificazione dell'attività di monitoraggio con l'eventuale istituzione di uno stato di presidio h 24; il controllo del territorio e la delimitazione delle aree a rischio, con la predisposizione dei cancelli stradali (servizio di vigilanza); l'allertamento della popolazione; il presidio delle aree/strutture di attesa per la popolazione da parte di volontari e personale del Comune (servizio di salvaguardia); l'allestimento delle aree/strutture di emergenza per la popolazione. Qui di seguito vengono descritte le azioni da compiere quando arriva una segnalazione di emergenza. Nello schema allegato ( Attivazioni in emergenza ) viene descritta la stessa procedura attraverso una rappresentazione grafica. Arrivo della segnalazione. La prima cosa da fare quando arriva una segnalazione è verificare la fonte della segnalazione (Verifica della fonte della segnalazione). In seguito si procede con le seguenti azioni: Diramazione messaggio di preallarme Diramazione messaggio di allarme ed attivazione della Sala Operativa Comunale Gestione degli interventi ed attivazione delle 9 funzioni! 11

12 Fine emergenza Il Sindaco o suo delegato venuto a conoscenza del possibile insorgere di una situazione di pericolo o di emergenza, procede nelle operazioni secondo quanto qui di seguito riportato: le segnalazioni di possibili pericoli o di eventi calamitosi possono pervenire da fonti diverse, la cui attendibilità deve sempre essere verificata dall operatore che riceve la segnalazione stessa. Le possibili fonti sono: - Enti istituzionali - Enti pubblici e privati - Media - Singoli cittadini L operatore ricevente, denominato OPERATORE ATTIVANTE, compirà alcune operazioni preliminari di seguito riportate e trasmetterà successivamente al Sindaco o suo delegato l eventuale prosieguo delle stesse. L operatore dovrà prestare particolare attenzione ai dati di riconoscimento di chi segnala l evento, indicando con chiarezza la località, l ora, la data, la tipologia dell evento calamitoso e gli eventuali danni subiti da persone, gruppi o beni coinvolti, nonché riportando ogni e qualsiasi altra indicazione ricevuta (vedi All. A). Al fine di mantenere una costante ed aggiornata documentazione sull evento in corso, l operatore: archivia copia del modulo di registrazione della segnalazione in un diario eventi ; dà inizio alla compilazione del rapporto di emergenza, trasmettendo successivamente l incombenza al Sindaco o suo delegato L operatore, in via precauzionale, dirama a tutto il personale operante nella Struttura Comunale di Protezione Civile, ed in particolare al Sindaco o suo delegato, il messaggio di STATO DI PREALLARME (vedi All. B), comunicando i dati in suo possesso fino a quel momento. L operatore, ricevuta la segnalazione, potrebbe trovarsi nella necessità di inviare immediatamente un messaggio di ALLARME.! 12

13 In questo caso l operatore seguirà la procedura successivamente indicata al punto INVIO MESSAGGIO DI ALLARME E DI ATTIVAZIONE DELLA STRUTTURA COMUNALE DI PROTEZIONE CIVILE. VERIFICA TECNICA L operatore accerta che l evento segnalato si sia realmente verificato. Se la segnalazione non proviene da fonte conosciuta, l operatore, in relazione alla tipologia e alla gravità dell evento, contatta i seguenti Organismi competenti: Vigili del Fuoco (115) Corpo Forestale dello Stato (1515) Carabinieri (112) Polizia (113) Servizio Sanitario (118) Comune di. Prefettura di Volontariato (Tel. ) Aeroporto Civile Aeroporto Militare FFSS Nel caso venga riscontrata l INFONDATEZZA dell informazione, l operatore concluderà la procedura registrando nel RAPPORTO D EMERGENZA l insussistenza dell evento, archiviando successivamente detto rapporto. Se la verifica si rivela POSITIVA, l operatore procede alla fase di ATTIVAZIONE DELLA STRUTTURA COMUNALE DI PROTEZIONE CIVILE. L operatore proseguirà comunque nell accertamento dell entità dell evento segnalato, al fine di acquisire sempre maggiori dati in merito, contattando i seguenti ORGANISMI COMPETENTI:! 13

14 Vigili del Fuoco Corpo Forestale dello Stato Carabinieri Polizia Servizio Sanitario Comune di. Prefettura di ASL Genio Civile Altri in relazione all evento segnalato (Volontariato, Aeroporto Civile, Aeroporto Militare, FFSS, ecc.). INVIO MESSAGGIO DI STATO DI ALLARME E ATTIVAZIONE DELLA STRUTTURA COMUNALE DI PROTEZIONE CIVILE: Il Sindaco o suo delegato, sulla base delle informazioni acquisite dall operatore e valutata la gravità della situazione, dirama il messaggio di ALLARME a tutta la struttura comunale di protezione civile, ATTIVANDO CONTESTUALMENTE LA SALA OPERATIVA COMUNALE DI PROTEZIONE CIVILE. Lo stato di allarme e l avvenuta attivazione della Sala Operativa devono essere comunicati per iscritto al Prefetto competente per territorio, al Presidente della Giunta Regionale, e al Dipartimento della Protezione Civile motivando e descrivendo la gravità degli eventi e le forze prioritariamente attivate (vedi All. C). ATTIVAZIONE 9 FUNZIONI DI SUPPORTO In caso d emergenza il Sindaco o suo delegato attua schematicamente i sottoelencati provvedimenti con particolare riferimento a: TIPO DI RISCHIO CONDIZIONI LOCALI Si collega con la Prefettura competente.! 14

15 Attiva la struttura comunale di protezione civile, le forze dell ordine, le strutture sanitarie, i vigili del fuoco ecc. in ambito locali. Dispone per una sistematica rilevazione della situazione (danni alle persone, danni materiali), impegnando la struttura comunale di protezione civile. Coordina i primi interventi sulla base della rilevazione della situazione, interessando le forze dell ordine, i vigili del fuoco, gli organi sanitari, il gruppo di protezione civile ecc. Coordina il personale delle forze dell ordine o/e dei Volontari sugli itinerari di afflusso/ deflusso per dirigere il traffico e per indicare eventuali percorsi alternativi. Attiva una specifica funzione denominata REPORT STAMPA che consenta di raccogliere e gestire tutte le informazioni e le comunicazioni da e per i media (stampa, televisioni ecc.). GESTIONE DELLO STATO DI EMERGENZA Coordinamento degli interventi della Sala Operativa Comunale Il coordinamento degli interventi d emergenza dalla sala operativa comunale dovrà assicurare prioritariamente l attivazione delle 9 funzioni di supporto. La notizia dell avvenuta attivazione della sala operativa comunale di protezione civile, dovrà essere inoltrata ai destinatari attraverso il modulo All. D. Tutti gli organi coinvolti in emergenza dovranno essere informati e mantenersi in contatto stretto tra loro, al fine di poter meglio effettuare le attività di loro competenza. FINE EMERGENZA Il Sindaco, o suo delegato, verificato che non sussistono più le condizioni che hanno indotto l attivazione dell emergenza e la conseguente apertura della sala operativa comunale di protezione civile e che le condizioni sono tali da prevedere un ritorno alla normalità, comunica a tutte le componenti attivate la CESSAZIONE DELL EMERGENZA, dando altresì la comunicazione! 15

16 della CHIUSURA DELLA SALA OPERATIVA COMUNALE DI PROTEZIONE CIVILE e del conseguente ritorno alla normalità.! 16

17 2.1. Zone d intervento di Protezione Civile ZONE D INTERVENTO PER I RISCHI INDIVIDUATI Per il Comune di Ciampino si sono individuate differenti zone di intervento nell ambito di ciascun rischio e tali zone sono state individuate e cartografate tramite dei colori differenti, di modo che fosse possibile indicare per ciascuna di esse specifici Cancelli, Vie di Fuga e Aree di accoglienza. Vista l impossibilità di individuare delle zone d intervento omogenee per i differenti rischi che insistono sul territorio, si è ritenuto opportuno approntare delle differenti Carte del Modello di intervento per ciascun Rischio esaminato. Per l elenco e la localizzazione delle zone d intervento di Protezione Civile si rimanda al Capitolo 3.4 Risposta programmata in caso di rischio, in cui sono descritte Rischio per Rischio. Ciascuna zona presenta una o più aree di attesa in cui la popolazione dovrà recarsi in caso di emergenza. Nel caso di rischi prevedibili, qualora si entri in fase d allarme, sarà necessario comunicarlo rapidamente alla popolazione, in modo che questa possa rapidamente raggiungere le rispettive aree d attesa. Nel caso di calamità imprevedibili, tali aree devono rappresentare il punto di raccolta della popolazione immediatamente dopo l emergenza ZONE D INTERVENTO PER L ASSISTENZA ALLE PERSONE DISABILI Riguardo alle persone non autosufficienti, nel database gestionale è stato predisposto un sistema di ricerca che permette di conoscere, in tempo reale, la loro localizzazione. Nel database, ogni individuo non autosufficiente è associato ad un codice numerico, per mantenere la privacy, in conformità alle disposizioni della legge 675/96. Tale sistema necessita, ovviamente, di un continuo aggiornamento. Al fine di organizzare un adeguato piano di soccorso alle persone disabili, il territorio comunale è stato suddiviso in zone d intervento, verso le quali dislocare le forze disponibili in caso di! 17

18 emergenza (Figura ). Sono state individuate 7 zone di intervento, valide per ogni tipologia di rischio presente sul territorio, dislocate come segue: Zona 1: Tra il confine comunale, Viale J.F. Kennedy e la linea F.S. Roma-Cassino. Zona 2: Tra il confine comunale, Viale J.F. Kennedy, Via Folgarella e la Stazione FS. Zona 3: Tra il confine comunale (in corrispondenza dell Aeroporto), Via Folgarella, Via Montegrappa e Via Dalmazia. Zona 4: Tra il confine comunale (in corrispondenza dell Aeroporto), Via Montegrappa e Via Dalmazia, Viale di Marino e Via dei Laghi. Zona 5: Tra Viale di Marino, Via dei Laghi e la linea FS Roma-Albano. Zona 6: Tra il confine comunale, Via dei Laghi e la linea FS Roma-Albano. Zona 7: Tra il confine comunale, la linea FS Roma-Albano e la linea FS Roma-Cassino. In tempo di pace sarà necessario organizzare le forze d intervento in gruppi, ad ognuno dei quali sarà attribuita una determinata zona affinché, in caso di emergenza, ogni gruppo sappia esattamente dove dirigersi e quali vie percorrere per assistere adeguatamente le persone non autosufficienti ad esso assegnate Aree di Emergenza Sono aree destinate, in caso d emergenza, ad uso di protezione civile. In particolare le aree di attesa sono luoghi di accoglienza per la popolazione, subito dopo il verificarsi dell'evento calamitoso. Le aree di ammassamento dei soccorritori e delle risorse rappresentano i centri di raccolta di uomini e mezzi per il soccorso della popolazione. Le aree di ricovero della popolazione sono i luoghi in cui saranno installati i primi insediamenti abitativi, o le strutture in cui alloggiare la popolazione colpita AREE DI ATTESA DELLA POPOLAZIONE! 18

19 Le Aree di Attesa sono luoghi di prima accoglienza per la popolazione; si possono utilizzare strutture coperte (scuole, palestre, sale riunioni, ecc.), ritenute idonee e non soggette a rischio (frane, crolli, allagamenti, ecc.), raggiungibili attraverso un percorso sicuro segnalato sulla cartografia. Il numero delle aree da scegliere è funzione della capacità ricettiva degli spazi disponibili e del numero degli abitanti a rischio. In tali aree la popolazione riceverà le prime informazioni sull'evento e i primi generi di conforto, in attesa di essere sistemata presso le aree di ricovero. Le Aree di Attesa della popolazione saranno utilizzate per un periodo di tempo compreso tra poche ore e qualche giorno. Per l elenco si rimanda al Capitolo: Risposta programmata in caso di rischio AREE DI RICOVERO DELLA POPOLAZIONE Al momento del verificarsi di un evento calamitoso uno degli aspetti fondamentali da affrontare, oltre naturalmente al primo soccorso ed agli aspetti sanitari di emergenza, riguarda l assistenza alla popolazione intesa come allestimento di strutture in grado di assicurare un ricovero per coloro che hanno dovuto abbandonare la propria abitazione. È quindi importante recuperare, in sede di pianificazione territoriale a livello comunale, gli spazi urbani necessari ad assicurare le operazioni di soccorso e di assistenza rispetto agli eventi. L utilizzo del sistema delle tendopoli per i senza tetto non si colloca al primo posto nella scala delle soluzioni confortevoli, ma la sua scelta viene imposta dai tempi stessi di un emergenza come la migliore e più veloce risposta possibile. Le aree in esame possono suddividersi in tre categorie: - Aree adibite ad altre funzioni, già fornite in tutto o in parte, delle infrastrutture primarie; - Aree potenzialmente utilizzabili individuate successivamente ad un evento calamitoso; - Aree da individuare, preventivamente, in sede di pianificazione di emergenza. Nel primo caso devono ricondursi tutte quelle aree comunemente fornite di servizi, come zone sportive e spazi fieristici. In questa categoria una rilevante importanza è da attribuirsi a tutte quelle superfici dedicate al calcio, in considerazione sia della loro diffusa distribuzione sul territorio, sia perché rispondenti a criteri di rapida utilizzazione, in quanto caratterizzate da: - dimensioni sufficientemente ampie e misure certe;! 19

20 - esistenza di opere di drenaggio; - allacci con la rete elettrica, idrica e fognaria; - impianto di illuminazione notturna; - esistenza di vie d accesso; - presenza di aree adiacenti, quali parcheggi, idonee all eventuale ampliamento della tendopoli o per essere adibite ad altre attività dell organizzazione dei soccorsi. Le Aree di Ricovero della popolazione corrispondono a strutture (ostelli, alberghi, abitazioni private, ecc.) o luoghi in cui saranno allestiti moduli abitativi in grado di assicurare un ricovero alla popolazione colpita. Le Aree di Ricovero della popolazione saranno utilizzate per un periodo di tempo compreso tra poche settimane e qualche anno. Per il Comune di Ciampino sono state individuate le seguenti Aree di ricovero, dove potrebbero essere allestiti i moduli abitativi: Campo Sportivo, di proprietà comunale, sito in Via Cagliari. Parco Aldo Moro, di proprietà comunale, ubicato in Via Mura dei Francesi. Area di proprietà privata, prevista in Variante di P.R.G, come Area da utilizzare per interventi di protezione civile, localizzata lungo Via del Sassone. Come ulteriori strutture di ricovero si segnalano gli ostelli e gli alberghi presenti sul territorio comunale, per il cui elenco si rimanda al DATA BASE allegato al piano AREE DI AMMASSAMENTO SOCCORRITORI E RISORSE Le Aree di Ammassamento dei soccorritori e delle risorse devono essere necessariamente individuate dai Sindaci i cui Comuni sono sedi di C.O.M. Da tali aree partono i soccorsi per i Comuni afferenti al C.O.M.; a ragion veduta, nell'ambito della pianificazione provinciale di emergenza, si potranno individuare aree di ammassamento anche in Comuni lontani o difficilmente raggiungibili. A livello regionale la Protezione Civile ha istituito i Centri Operativi Intercomunali (C.O.I.) a cui si fa riferimento nel presente piano.! 20

21 In particolare il comune di Ciampino rientra nel C.O.I di Marino; è quindi prevedibile la collocazione della futura area nell ambito di tale C.O.I.. Tuttavia, non avendo ancora provveduto il C.O.I alla stesura del piano intercomunale, in via temporanea si segnala, all interno del territorio comunale, un area idonea all accoglienza di materiali e mezzi di soccorso. Tale area è stata collocata nella zona del Cimitero, viste le caratteristiche morfologiche e le ampie dimensioni, che permettono l alloggiamento dei mezzi di soccorso. Per l atterraggio elicotteri si ipotizza l utilizzo di uno spazio adeguato all interno dell Aeroporto, previa autorizzazione dello stesso. Un altra area che può essere adibita allo stesso uso è stata localizzata in corrispondenza del piazzale adiacente al cimitero.! 21

22 3. ATTIVAZIONE IN EMERGENZA Il Sindaco è Autorità comunale di protezione civile (art. 15, comma 3, L. 225/92). Al verificarsi dell emergenza assume la direzione ed il coordinamento dei servizi di soccorso in ambito comunale e ne dà comunicazione al Presidente della Giunta Regionale, al Prefetto e al Presidente della Provincia. Egli dovrà: - convocare con urgenza il proprio Centro Operativo (composto dai responsabili delle funzioni di supporto comunale) per organizzare la prima risposta operativa di protezione civile, mantenendo un costante collegamento con tutti gli enti preposti al monitoraggio del territorio. Il COC prenderà posizione nei locali di una struttura preventivamente individuata in un area non a rischio, che nel caso specifico del Comune di Ciampino corrisponde all edificio comunale sito in Viale del Lavoro, 71. Il COC risulterà quindi organizzato secondo lo schema seguente: sindaco FUNZIONI DI SUPPORTO 1. TECNICO SCIENTIFICA PIANIFICAZIONE 2. SANITA, ASSISTE NZA SOCIALE E VETERINARIA 3. VOLONTARIATO 4. MATERIALI E MEZZI 5. SERVIZI ESSENZIALI E ATTIVITA SCOLASTICA 6. CENSIMENTO DANNI A PERSONE E COSE 7. STRUTTURE OPERATIVE LOCALI, VIABILITA 8. TELECOMUNICAZIONI 9. ASSISTENZA ALLA POPOLAZIONE Responsabili dei servizi e funzioni comunali, squadre dei servizi tecnici e personale comunale d i s u p p o r t o a i responsabili delle funzioni.! 22

23 - dare urgente comunicazione dell avvenuto al Presidente della Giunta Regionale, al Prefetto e al Presidente della Provincia, con i quali si manterrà costantemente in contatto per aggiornarli sull evolvere dell emergenza. Supportato dai responsabili delle 9 funzioni, dopo aver da essi recepito il quadro della situazione provocato dall emergenza, deve verificare la capacità del sistema comunale di affrontare l emergenza. Si ricorda a tale proposito la distinzione degli eventi di Protezione Civile operata nel Metodo Augustus: Evento di livello a gestibile a livello comunale Evento di livello b gestibile a livello provinciale Evento di livello c gestibile a livello nazionale nel caso in cui l emergenza sia gestibile a livello comunale (evento di tipo a) il Sindaco dovrà predisporre una delimitazione delle aree colpite dall emergenza mediante l istituzione di posti di blocco, denominati cancelli, sulle reti di viabilità; essi hanno lo scopo di regolamentare la circolazione in entrata ed uscita dall area di rischio. - predisporre il supporto assistenziale e informativo nelle aree di raccolta della popolazione opportunamente istituite in aree non soggette a rischio. Il Sindaco deve provvedere ad informare la popolazione sulla situazione in atto, sulle modalità di comportamento e sui sistemi di allarme utilizzati in caso di emergenza previsionale.! 23

24 3.4. RISPOSTA PROGRAMMATA IN CASO DI RISCHIO In riferimento a quanto esposto nel paragrafo precedente, si riportano di seguito gli elementi necessari all organizzazione della risposta di emergenza per ciascun rischio: IN CASO DI RISCHIO SISMICO Per quanto riguarda il modello d intervento da attuare in caso di sisma, esso si è basato essenzialmente sulle valutazioni relative a quella porzione di territorio che risulta, per l evento considerato, ad alto rischio, come riportato nella Relazione Generale. Tali zone, cartografate nella Carta del Rischio Sismico (Tav. 23), nel presente modello vengono accorpate in macrozone chiamate Zone d Intervento di Protezione Civile, ognuna caratterizzata da un colore diverso, al fine di individuare e differenziare le varie procedure di intervento sul territorio. Quindi zona per zona sono stati localizzati i cancelli, le aree di attesa e le vie di fuga per la popolazione, secondo lo schema di seguito riportato: ZONA DI INTERVENTO ROSSA Essa è localizzata ad est dello sfioccamento delle linee ferroviarie in prossimità della Stazione principale, e si estende in parte lungo la linea Roma-Cassino, tra Via di Morena e Via Fratelli Wright, ed in parte tra la linea Roma-Cassino e la linea Roma-Frascati, ad Ovest del Fosso Patatone. Per tale zona si individuano: I cancelli stradali Essi saranno presidiati da rappresentanti della Polizia Municipale, Carabinieri e da Volontari della Protezione Civile (almeno n. 2 per posto di blocco); essi saranno ubicati nei seguenti luoghi: Incrocio tra Via di Morena e Via Gonzaga. Incrocio tra Via di Morena e Via Lucrezia Romana. Incrocio tra Via di Morena e Via Dante Alighieri.! 24

25 Incrocio tra Via Fratelli Wright e Via C. Lindberg. Sottopassaggio ferroviario tra Via Fratelli Wright e Via Morosina. Lungo Via Marcandreola all incrocio con Via A. Rosmini. Le vie di fuga principali individuate sono: Via A. Locatelli. Via L. Bleriot. Via Fratelli Wright. Via Morosina. Via Romana Vecchia Le aree di attesa della popolazione, in ognuna delle quali saranno costituiti dei punti d informazione alla popolazione, gestiti dai Volontari della Protezione Civile, sono le seguenti: Largo E. Fermi. Slargo in corrispondenza dell incrocio tra Via Morosina e Via Frascati. ZONA DI INTERVENTO BLU Essa ricade, in parte, tra Via Principessa Pignatelli, Via Due Giugno e Via Gorizia, in parte è compresa tra Via San Francesco d Assisi, Via Quattro Novembre e Via Francesco Baracca, e per una terza parte si localizza tra Via Mura dei Francesi, Via Genova, Via Bruxelles e la linea ferroviaria Roma-Velletri. Per tale zona si individuano: I cancelli stradali Essi saranno presidiati da rappresentanti della Polizia Municipale, Carabinieri e da Volontari della Protezione Civile (almeno n. 2 per posto di blocco); essi saranno ubicati nei seguenti luoghi: Piazza Leonardo Da Vinci. Incrocio tra Via di Gonzaga e Via di Morena. Incrocio tra Via dei Laghi e Via Napoli. Incrocio tra Via dei Laghi e Via Fontana dei Monaci.! 25

26 Incrocio tra Via Mura dei Francesi e Via Bologna. Le vie di fuga principali individuate sono: Via Principessa Pignatelli. Viale di Marino. Viale Roma. Via Quattro Novembre. Via Mura dei Francesi. Via Londra. Via Palermo. Le aree di attesa della popolazione, in ognuna delle quali saranno costituiti dei punti d informazione alla popolazione, gestiti dai Volontari della Protezione Civile, sono le seguenti: Piazza della Pace. Parco Aldo Moro. ZONA DI INTERVENTO VERDE Essa è ubicata a cavallo della linea ferroviaria Roma-Albano, tra Via Mura dei Francesi, Via Bologna, ad Ovest del Fosso Patatone. Per tale zona si individuano: I cancelli stradali Essi saranno presidiati da rappresentanti della Polizia Municipale, Carabinieri e da Volontari della Protezione Civile (almeno n. 2 per posto di blocco); essi saranno ubicati nei seguenti luoghi: Incrocio tra Via dei Laghi e Via Mura dei Francesi. Incrocio tra Via Mura dei Francesi e Via Bologna. Sottopassaggio ferroviario tra Via dell Acqua Cetosa e Via dei Laghi. Incrocio tra Via dell Acqua Acetosa e Via Romana Vecchia. Le vie di fuga principali individuate sono:! 26

27 Via Ancona. Via Cangitano. Via Bologna. Via dell Acqua Acetosa. Le aree di attesa della popolazione, in ognuna delle quali saranno costituiti dei punti d informazione alla popolazione, gestiti dai Volontari della Protezione Civile, sono le seguenti: Lungo Via Mura dei Francesi. Lungo Via dell Acqua Acetosa. ZONA DI INTERVENTO AZZURRA Essa è ubicata tra Via del Sassone e Via dell Ospedaletto, a Sud della zona del Cimitero. Per tale zona si individuano: I cancelli stradali Essi saranno presidiati da rappresentanti della Polizia Municipale, Carabinieri e da Volontari della Protezione Civile (almeno n. 2 per posto di blocco); essi saranno ubicati nei seguenti luoghi: Incrocio tra Via dei Laghi e Via del Sassone. Incrocio tra Via dell Ospedaletto e Via Asti. Lungo Via dell Ospedaletto, in corrispondenza del limite comunale. Lungo Via del Sassone, in corrispondenza del limite comunale. Le vie di fuga principali individuate sono: Via del Sassone. Via Asti. Via Alessandria. Via Novara. Viale di Ciampino. Via del Pescheto.! 27

28 Le aree di attesa della popolazione, in ognuna delle quali saranno costituiti dei punti d informazione alla popolazione, gestiti dai Volontari della Protezione Civile, sono le seguenti: Area a verde pubblico lungo Via dell Ospedaletto. Per quanto riguarda l individuazione di Aree di Ricovero per la popolazione, Aree di Ammassamento Soccorritori, e Aree di Atterraggio Elicotteri, esse non vengono distinte per Zona di Intervento, in quanto saranno utilizzate a prescindere dalla localizzazione delle suddette zone. Per la loro individuazione e descrizione si rimanda ai paragrafi e IN CASO DI RISCHIO IDROGEOLOGICO La zona del territorio comunale, ritenuta a maggior rischio è situata lungo Via Bianchi Bandinelli poi Viale J.F.Kennedy, da Via Carnevale fino all incrocio con Via Brodolini e lungo Via Brodolini stessa e Via Reverberi, considerando altresì il sottopassaggio ferroviario di Via S. Pertini lungo la linea ferroviaria Roma-Ciampino. Infatti in questa zona si sono verificati la maggior parte degli allagamenti che hanno richiesto l intervento delle squadre dei Vigili del Fuoco. Per tutte le altre zone, non si prevedono danni rilevanti tali da rendere necessario approntare uno strumento quale il modello d intervento; riguardo agli effetti attesi e alle disposizioni necessarie in queste zone si rimanda dunque alla Relazione Generale. Anche per tale rischio quindi il modello d intervento segnala una zona d intervento di protezione civile individuata, come per il rischio sismico, da un determinato colore (in questo caso il Giallo), con lo scopo principale di non ingenerare confusione tra la popolazione, che in tempo di pace sarà accuratamente informata sulla sua ubicazione ed estensione. ZONA DI INTERVENTO GIALLA! 28

29 Essa è localizzata lungo Via Bandinelli poi Viale J.F.Kennedy, da Via Carnevale fino all incrocio con Via Brodolini e lungo Via Brodolini stessa e Via Reverberi, considerando altresì il sottopassaggio ferroviario di Via S. Pertini lungo la linea ferroviaria Roma-Ciampino. Per tale zona si individuano: I cancelli stradali Essi saranno presidiati da rappresentanti della Polizia Municipale, Carabinieri e da Volontari della Protezione Civile (almeno n. 2 per posto di blocco); essi saranno ubicati nei seguenti luoghi: Incrocio tra Via Bianchi Bandinelli e Via Carnevale Incrocio tra Via Reverberi e Via Lucrezia Romana. Incrocio tra Viale Kennedy e Via A. Grandi. Incrocio tra Via C. P. Biroli e Via S. Pertini. Lungo Via di Ciampino all altezza del limite comunale. Lungo Via Folgarella all altezza di Via G. Verdi. Le vie di fuga principali individuate sono: Via Bianchi Bandinelli-Viale Kennedy. Via Reverberi. Via Brodolini. Via S. Pertini. Via di Ciampino-Via Folgarella L area di attesa della popolazione, in cui saranno costituiti dei punti d informazione alla popolazione, gestiti dai Volontari della Protezione Civile, è stata individuata lungo Viale J.F. Kennedy tra Via S. Pertini e Via Mascagni. Per quanto riguarda l individuazione di Aree di Ricovero per la popolazione, Aree di Ammassamento Soccorritori, e Aree di Atterraggio Elicotteri, esse non vengono distinte per! 29

30 Zona di Intervento, in quanto saranno utilizzate a prescindere dalla localizzazione delle suddette zone. Per la loro individuazione e descrizione si rimanda ai paragrafi e IN CASO DI RISCHIO INCENDI BOSCHIVI Per quanto riguarda il modello d intervento da attuare in caso di incendi boschivi, che sul territorio comunale riguardano particolarmente la vegetazione delle aree incolte e del bordo stradale, esso è stato elaborato essenzialmente sulle valutazioni relative a quelle porzioni di territorio che risultano, per l evento considerato, a rischio alto e molto alto, come riportato nella Relazione Generale. Tali zone, cartografate nella Carta del Rischio Incendi boschivi (Tav. 25), nel presente modello vengono accorpate in macrozone chiamate Zone d Intervento di Protezione Civile, ognuna caratterizzata da un colore diverso, al fine di individuare e differenziare le varie procedure di intervento sul territorio. Quindi zona per zona sono stati localizzati i cancelli, le aree di attesa e le vie di fuga per la popolazione (con indicazioni relative ai sensi di marcia per i veicoli), secondo lo schema di seguito riportato: ZONA DI INTERVENTO ROSSA Essa è localizzata nella porzione nord-occidentale del territorio comunale, e si estende lungo importanti infrastrutture viarie urbane quali Viale J.F. Kennedy, Via Lucrezia Romana e Via Pirzio Biroli. Per tale zona si individuano: I cancelli stradali! 30

31 Essi saranno presidiati da rappresentanti della Polizia Municipale, Carabinieri e da Volontari della Protezione Civile (almeno n. 2 per posto di blocco); essi saranno ubicati nei seguenti luoghi: Incrocio tra Via di Morena e Via Lucrezia Romana. Via Lucrezia Romana (Confine comunale). Incrocio tra Via di Morena e Viale J.F. Kennedy. Incrocio tra Viale J.F. Kennedy e Via E. Mattei. Incrocio tra Via J.F. Kennedy e Via S. Pertini. Incrocio tra Via J.F. Kennedy e Via Giordano. Incrocio tra Via J.F. Kennedy e Via Spontini. Incrocio tra Via Pirzio Biroli e Via S. Pertini. Incrocio tra Via Pirzio Biroli e Via G. Verdi. Incrocio tra Via Pirzio Biroli e Via Cherubini. Lungo tra Via Donizetti e Via S. Pertini. Le vie di fuga principali individuate sono: Via Lucrezia Romana. Viale J.F. Kennedy. Via Pizio Biroli. Via G. Puccini. Via Toscanini. Via Cherubini. Via Spuntini. Le aree di attesa della popolazione, in ognuna delle quali saranno costituiti dei punti d informazione alla popolazione, gestiti dai Volontari della Protezione Civile, sono le seguenti: Tra Via di Morena e Via San Paolo della Croce. Via Pirzio Biroli tra Via S. Pertini e Via G. Verdi. Lungo Viale J. F. Kennedy, tra Via L. Einaudi e Via E. Mattei. Lungo Via A. Segni.! 31

32 ZONA DI INTERVENTO AZZURRA Essa ricade nel nucleo centrale dell abitato di Ciampino, tra l Aeroporto, la Stazione Ferroviaria, Via Monte Grappa e Via Italia. Per tale zona si individuano: I cancelli stradali Essi saranno presidiati da rappresentanti della Polizia Municipale, Carabinieri e da Volontari della Protezione Civile (almeno n. 2 per posto di blocco); essi saranno ubicati nei seguenti luoghi: Piazza della Pace - Via Monte Grappa. Piazza della Pace - Via IV Novembre. Piazza della Pace - Viale Roma. Piazza della Pace - Via Baracca. Incrocio tra Via Monte Grappa e Viale del Lavoro. Incrocio tra Via Italia e Piazza della Repubblica. Incrocio tra Via Folgarella e Via D acquisto. Le vie di fuga principali individuate sono: Via Monte Grappa. Viale Roma. Via Quattro Novembre. Via Baracca. Via S. Francesco d Assisi. Via Togliatti. Le aree di attesa della popolazione, in ognuna delle quali saranno costituiti dei punti d informazione alla popolazione, gestiti dai Volontari della Protezione Civile, sono le seguenti: Piazza della Pace. ZONA DI INTERVENTO ARANCIONE! 32

33 Essa è ubicata nell ambito urbano compreso tra le linee ferroviarie Roma Albano e Roma Velletri. Per tale zona si individuano: I cancelli stradali Essi saranno presidiati da rappresentanti della Polizia Municipale, Carabinieri e da Volontari della Protezione Civile (almeno n. 2 per posto di blocco); essi saranno ubicati nei seguenti luoghi: Incrocio tra Via Mura dei Francesi e Via Tommaseo. Incrocio tra Via Mura dei Francesi e Via Palermo. Incrocio tra Via Milano e Via Olearo. Incrocio tra Via Mura dei Francesi e Via Venezia. Incrocio tra Via Venezia e Via Edo. Incrocio tra Via Firenze e Via Venezia. Incrocio tra Via Genova e Via Lussemburgo. Incroci tra Via Genova e Via Bruxelles. Incrocio tra Via Genova e Via Napoli Le vie di fuga principali individuate sono: Via Mura dei Francesi. Via Londra. Via Firenze. Via Atene. Via Genova. Via Lisbona. Via Palermo. Via Milano. Via Parigi. Via Lussemburgo.! 33

34 Le aree di attesa della popolazione, in ognuna delle quali saranno costituiti dei punti d informazione alla popolazione, gestiti dai Volontari della Protezione Civile, sono le seguenti: Lungo Via Mura dei Francesi e Via P.P. Pasolini. Slargo tra Via Lisbona e Via Atene. L.go Europa Unita. Slargo all incrocio tra Via Napoli e Via Genova. Slargo dopo l incrocio tra Via Firenze e Via Venezia. ZONA DI INTERVENTO ROSA Essa interessa l urbanizzato adiacente a Via Romana Vecchia e Via Marcandreola. Per tale zona si individuano: I cancelli stradali Essi saranno presidiati da rappresentanti della Polizia Municipale, Carabinieri e da Volontari della Protezione Civile (almeno n. 2 per posto di blocco); essi saranno ubicati nei seguenti luoghi: Incrocio tra Via Marcandreola e Via dell Acqua Acetosa. Incrocio tra Via Romana Vecchia e Via dell Acqua Acetosa. Via Marcandreola altezza ferrovia Roma-Frascati. Via Romana Vecchia altezza sottopassaggio ferrovia Roma-Frascati. Le vie di fuga principali individuate sono: Via Marcandreola. Via Romana Vecchia. Via dell Acqua Acetosa. Le aree di attesa della popolazione, in ognuna delle quali saranno costituiti dei punti d informazione alla popolazione, gestiti dai Volontari della Protezione Civile, sono le seguenti: Lungo Via A. Mauro. Lungo Via Morosina.! 34

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