Deutsche Bank presenta le opere di Elena Lattanzi, 20 Maggio Omaggio a Monopoli

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1 Deutsche Bank presenta le opere di Elena Lattanzi, 20 Maggio Omaggio a Monopoli

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3 Monopoli è una città sul mare che vive di campagna, una città comunità che abbraccia confini e territori non segnati sulle carte della burocrazia, ma incisi con l olio e lo iodio nelle anime dei suoi abitanti. Loro non abitano, vivono; che è diverso. Loro non pescano, vivono; e non si nutrono, mangiano. Non passeggiano, parlano; e non hanno bisogno di farsi spiegare le strade, perché l istinto li porta dove devono andare, nel momento in cui devono, nel modo in cui vogliono. Elena Lattanzi è una giovane fotografa dall eccezionale piglio creativo e indagatorio; ogni luogo ha una memoria invisibile, e lei la trova senza cercarla, come diceva Picasso, semplicemente parlando con pietre e persone allo stesso modo, come se la materia che compone chi abita quei posti (chi vive quei posti) fosse la madre matrice di tutte le cose, un solo interlocutore. Deutsche Bank è una banca; una struttura famiglia che interagisce coi territori nei quali abita (vive ) e ai quali dedica le attenzioni che solo le grandi competenze sono in grado di riconoscere. La storia di Deutsche è garanzia di protezione e futuro, e in questo caso è anche attenzione alla cultura visiva, quella che crea memoria dalla memoria Deutsche Bank finanzia giovani artisti in grado di lasciare il segno nella storia e di cogliere, allo stesso tempo, l essenza dei luoghi che gli artisti scelgono come interlocutori. Nel caso di Monopoli, Elena Lattanzi ha fotografato e impresso nella sua memoria le

4 anime di quei viaggiatori perenni che sono passati dalla città e non l hanno mai lasciata, sono rimasti invisibili ma non intangibili. Nelle sue foto possiamo vedere la vita degli abitanti e le loro percezioni, possiamo annusare il profumo di volti e bellezze rarissime che solo nelle grandi comunioni si incontrano e si compenetrano, costruendo panorami e angoli di intera profondità, di colorato mistero, di brezza celeste. Nella prima foto vediamo una pianta di ulivo che ci chiama e ci attrae con la passione propria dei monopolitani, il rosso si congiunge ai colori della terra e della natura e crea un battito pulsante e carezzevole di maschia intensità, come se volesse tenerci tra le sue braccia mentre raccoglie il frutto della semina. Le radici, il nocciolo della vita sono nascosti nell uso amorevole che l Uomo fa della Natura; l artista riesce a riconoscere il richiamo e lo regala, ammirata, ai suoi abitanti, coloro che vivono in simbiosi con la madre terra. Un vortice di infinita armonia ci porta verso quel cuore, quasi volesse farci danzare con le sue foglie rigeneratrici e, come Lattanzi stessa dice, chiunque lo guardi viene attratto da quel luogo dove riposa il tempo La seconda foto ci racconta di pensieri altissimi che corrono quando i luoghi di culto sono costruiti da Maestri sapienti e dedicati ad una Madonna come quella della Madia, madre coraggiosa e impavida che sfida le intemperie del mare su una zattera di travi. La Basilica di Maria SS. della Madia incute rispetto e devozione, ma anche ammirazione e fervida anelazione al volo, un volo pacato e sottile, curioso e ossequioso, elegante, raffinato, discreto, candido, plasticamente sicuro di se. I pensieri si fermano, dice Lattanzi, e vanno verso l alto, lì dove ogni uomo dovrebbe tendere, con l aiuto del Cielo. La terza foto è un interpretazione mirabile di un pezzo di storia, ancora una volta; il monumento ai caduti della II guerra mondiale, sguardo fiero come il posto in cui è stato creato, braccio alzato a voler rivendicare il diritto alla vita, alla dignità dell Uomo, alla

5 virtù. A guardarlo dal basso, sembra un padre coraggioso che difende le conquiste dei suoi figli e non intende spargere altro sangue per dimostrare che si può crescere, alzarsi, continuare il cammino; nonostante i sacrifici di ieri e i tempi duri di oggi, domani sarà un bel giorno La quarta foto è la raffigurazione onirica e segmentata di un osmosi tra le varie anime del luogo; Monopoli è territorio magico, non conosce distinzione tra cielo, terra e mare e sente la preziosità di tutte le sue componenti, le raccoglie e le dipinge in un unico quadro, a rappresentare l unione, la visione unica e unicistica della comunità. La bellezza è il collante della città e del suo territorio e in questa foto è impossibile non scorgere la prova di questa sintesi; estetica, libertà e fierezza, antiche e contemporanee. L ultima foto è forse la più rappresentativa del pathos con cui Elena Lattanzi e Monopoli sono nate e cresciute, insieme e distanti. La passione del volto della Madonna della Madia, l espressione di colei che indica la Via, fermate dallo scatto della Lattanzi proprio in una via. Un passaggio quasi segreto, che forse induce a selezionare i passanti; solo coloro che non avranno paura, giungeranno allo stadio successivo, arriveranno al mare e, da lì, andranno dove vorranno, viaggeranno liberi in un elemento che, per definizione, allude al futuro e all autodeterminazione dell Uomo. Come si vede, le foto che Lattanzi e Deutsche Bank regalano alla città, sono un omaggio alla memoria, alla forza, al coraggio, alla lungimiranza e alla consapevolezza del passato e del presente; la coniugazione di queste attitudini naturali crea un archivio di immagini che colgono l essenza e lo spirito di un luogo unico che merita attenzione e cura. Adesso e in futuro. Francesco Cascino - Contemporary Art Consultant -

6 Scatto di Partenza 1 - Elena Lattanzi: LE RADICI, IL NOCCIOLO Stampa lambda e perspex su alluminio (105 cm x 70 cm), anno 2006

7 Scatto di Partenza 2 - Elena Lattanzi: VOLO ALTO Stampa lambda e perspex su alluminio (105 cm x 70 cm), anno 2006

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10 Scatto di Partenza 4 - Elena Lattanzi: IERI, OGGI, DOMANI Stampa lambda e perspex su alluminio (105 cm x 70 cm), anno 2006 Scatto di Partenza 3 (PG ) - Elena Lattanzi: TRA LA TERRA E IL CIELO... E IL MARE... Stampa lambda e perspex su alluminio (120 cm x 60 cm), anno 2006

11 Scatto di Partenza 5 - Elena Lattanzi: COM È PROFONDO IL MAR... Stampa lambda e perspex su alluminio (105 cm x 70 cm), anno 2006

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