Proprio riferendomi a quest ultima sollecitazione, io sono separata, quindi al centro non posso mettere la vita di coppia.

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1 Io non sono un esperta dello sviluppo di questa fascia di età, dell adolescenza, della pre-adolescenza. Io sono un ostetrica ed il mio cammino professionale ha avuto a che fare con una grande attrattiva che mi ha preso nell adolescenza. Il mio intervento parte da un esperienza che mi ha preso nell adolescenza, sono stata attratta non dai bambini che nascono, ma dal rapporto unitivo che genera. Noi pensiamo all adolescenza come ad un momento di crisi da parte dei ragazzi, ma sostanzialmente nella storia naturale della crescita c è l infanzia e l età adulta, poi di mezzo c è questo tempo che qualcuno ha voluto chiamare adolescenza, ma che in realtà è un tempo in cui i ragazzi maturano dal punto di vista corporeo e vengono ad essere maggiormente definiti da questa differenza sessuale, che non voglio definire diversità, ma che spesso viene confusa con la diversità. E una differenza sessuale che costituisce così nel profondo tanto da essere in modo identico persona, cioè entrambe persone, ma con una differenza costitutiva, cioè un modo diverso di essere persone, dove sostanzialmente l uno è l attrattiva dell altro. Io fin dai 9 anni dicevo: io voglio fare l ostetrica, anche se non sapevo neanche bene cosa fosse l ostetrica, anzi dicevo la levatrice perché a quel tempo si usava questo termine. Ero attratta da questa unione di un uomo e di una donna, da questa unità duale uomo - donna che genera, che arriva a generare. Ero molto affascinata dal corpo maschile e femminile, ero attratta dal fatto che ci potesse essere un unione che generava e che addirittura veniva rappresentata, prima ancora che dalla nascita del bambino, con un corpo che si trasformava in modo così prepotente, che si imponeva alla mia vista (la gravidanza). Perché vi dico questo? Perché il mio punto di attenzione fin da piccola è stata la generazione e desideravo conoscere e comprendere di cosa si trattava. Questo aspetto della corporalità mi ha sempre affascinato: ero così affascinata dal corpo, dalle trasformazioni del mio corpo che volevo saperne di più e quindi andavo a documentarmi dove era possibile. Ricordo che le mie domande erano rivolte principalmente a mia madre, che non sapeva bene cosa rispondermi, ma che cercava di spiegarmi cosa volesse dire diventare donna. Perché dico questo? Perché seguendo, custodendo, prendendomi cura di questo aspetto della generazione (il percorso nascita), mi sono resa conto, accompagnando l umano in questa esperienza, che donne adulte non conoscevano il loro corpo. Nel corso degli anni dell esercizio della mia professione incontravo donne più grandi o donne molte giovani che procreavano. Mi sono resa conto che era necessaria un educazione non solo sull aspetto procreativo, ma un educazione alla conoscenza di sé, del proprio corpo, e cos ì mi sono avvicinata a quelle fasce d età giovanili per poter appunto parlarne con loro. Ho così incontrato giovani donne - io preferisco chiamarle giovani donne, non adolescenti - di 14, 15, 16, 17 anni che non avevano avuto una educazione su chi erano, cosa erano. Il corpo era ormai diventato solo corpo, cioè era qualcosa che non era più animato, non c era più l io nel corpo. Il corpo è il luogo dove abita l io, è lo strumento attraverso cui mi metto in relazione con l altro e con quello che c è. Il corpo è lo strumento della conoscenza dell io. Col tempo vi è stata sempre più una oggettivizzazione del corpo, che prende la connotazione di oggetto, per cui è importante solo l apparire. Ma - mi dicevo - come mai si è persa la dimensione del corpo e anima, che cambia, che reagisce, che soffre, che gioisce? Tutto ciò che ha a che fare con l esistenza, l esistenziale, non c è più. Il corpo diventa qualcosa da usare dentro un esperienza di bisogno, di piacere. La traiettoria oggi è ridotta a: mancanza - bisogno - piacere. E lo stesso meccanismo della fame: ho una mancanza di cibo, quindi un bisogno, ho fame, mangio e provo piacere. Il corpo diventa quindi lo strumento attraverso cui soddisfare un bisogno. Ciò che sollecita il desiderio di conoscenza è un altra traiettoria che è quella della domanda di senso, questo fa scaturire un desiderio ed il passaggio successivo è quello di godere quando questo desiderio si

2 compie. Traiettoria: domanda - desiderio - gaudio La prima traiettoria è quella di qualcuno che guarda solo a sé, la seconda è quella del desiderio che apre all altro. Incontrando queste giovani ragazze, partendo dal semplice come siamo fatte, scoprivano delle cose che non avevano mai immaginato. Perché questo accade? Perché è necessaria la presenza di adulti che accettano di fare un cammino con i ragazzi accompagnandoli nel fare una scoperta non scontata, permettendo loro di conoscere la realtà e di diventare grandi; sono necessari adulti che conoscano la potenza del cuore e il significato del corpo. Un rapporto educativo ha bisogno di quella vicinanza che è propria dell amore. Un rapporto educativo è un incontro tra due libertà. Sempre di più mi sono accorta che la fascia più ricettiva e interessante è la fascia dai 10 ai 13 anni, quella in cui avvengono i cambiamenti maggiori. Ma dentro questo cambiamento, mi son sempre domandata, cosa cercano questi ragazzi? Un essere protagonisti, una ricerca dell altro, un desiderio e quindi l affettività deve essere già conosciuta da questi ragazzi, è impossibile, dicevo, che non abbiano conosciuto l affezione su di sé, perché nella storia umana di un uomo l io continuamente si compie nel tu. La cosa è così evidente in ogni tappa dell esperienza umana. Il primo scambio di sguardo tra un neonato e sua madre è un affettività. Ma noi crediamo che il bambino non lo riconosca. Un affettività, parte sempre dentro un offerta da parte di un altro. Una cosa che mi stupiva sempre tantissimo e che ho scoperto con l esercizio della mia professione è che il momento dell allattamento, che noi pensiamo sempre nasca dalla fame del bambino, dal bisogno di cibo, non parte così. Il bambino quando nasce non ha fame, prima che abbia fame passano ore. Cosa accade quindi? La presenza del bambino stimola la madre all offerta del seno e l esperienza del bambino è quella di una corrispondenza totalizzante. Il bambino vive un esperienza di bene ricevuto così totalizzante che scatta il desiderio che riaccada. Questa è un esperienza che è tipica dell amore e infatti solo dopo ore, quando il bambino vive l esperienza della fame, si avvicina al seno già con una conoscenza: si avvicina, percepisce, riconosce qualcosa di già conosciuta e poi accade qualcosa di nuovo, dal seno fluisce un nutrimento a misura di quel bambino. Nell umano non possiamo mai scindere la traiettoria del bisogno da quella del desiderio. Il bambino fin da piccolo riconosce il bene, riconosce una affettività che è offerta in un rapporto di reciprocità. L essere genitore è la cosa più ardua, si tratta di accompagnare nella crescita prima un bambino/a, poi un piccolo uomo, una piccola donna che si avvicinano alla vita e devono essere stimati per i loro tentativi di diventare uomini e donne. Spesso l adolescenza mette in crisi i genitori, che incontrano qualcuno che inizia a scegliere, ad esercitare una libertà che lo porta a scegliere il bene che più gli corrisponde. Poi è chiaro che lui ha vissuto dentro una famiglia ed ha guardato i propri genitori ed ha imparato da loro a riconoscere il bene. I figli ci guardano continuamente ed imparano, osservando questo rapporto uomo - donna. Cosa vuol dire questo? Che, certo, noi vediamo una ragazzina che dall oggi al domani si trucca, si mette un abito un po aderente e genitori la guardano e si domandano cosa è successo?. I genitori non si domandano cosa sta accadendo si preoccupano del fatto che esca così. Oppure il ragazzino che in inverno gira con la maglietta a maniche corte. Sono dei tentativi di essere protagonisti. Non ci fermiamo a domandarci cosa sta accadendo, ma li giudichiamo e arriviamo a dire non ci siamo, sei fuori. Scoprono dentro la crescita le modificazioni corporee e attraverso queste la differenza sessuale dell altro.

3 La differenza sessuale non è costitutiva dell io, ma si manifesta anche attraverso lo scoprire che l altro ad un certo punto mi suscita un attrattiva ed io desidero piacere, desidero essere riconosciuta e viceversa. Il mondo che incontrano oggi è difficile e, quando noi li guardiamo solo in negativo, ci dimentichiamo che sicuramente gli anni che hanno passato con noi, il loro guardarci, ha costruito una capacità di scelta, di scegliere cos è il bene. E allora iniziamo a mettere i paletti; non che non servano i paletti, ma se servono a non fare esercitare la loro libertà, allora poi saltano e non servono a molto. Bisogna che ci avviciniamo con più stima e fiducia ai nostri ragazzi, che sono cresciuti dentro un approccio educativo. Se non sono cresciuti con un approccio educativo che teneva conto anche della loro libertà allora sì ci dobbiamo preoccupare, perché a quel punto la libertà per loro sarà fare semplicemente quello che voglio e non essere in grado di riconoscere e scegliere il bene che mi corrisponde. L uomo è rapporto, cresce dentro a dei rapporti che spesso sono inevitabili: non ci siamo scelti i genitori, i fratelli, le maestre, gli incontri fatti. Ad un certo punto però il ragazzo sceglie con chi stare e questo ha proprio a che fare con l affettività. L affettività è l animo umano provocato da qualcosa, da qualcuno al quale desidero aderire. E un processo di adesione. Tu con chi stai, con chi scegli di stare? Chi ti attrae? La natura stessa aiuta questo processo di adesione attraverso l attrattiva che è lo strumento per cui l uomo tende a desiderare, a comprendere, partecipare, essere con e per. Un attrattiva molto particolare è quella dell innamoramento, che non ha nulla a che vedere con il mi piace, non mi piace, ma accade in modo improvviso e che sconvolge. L innamoramento è una tappa dell esistenza umana dove l io intuisce che forse è possibile un unione, intuisce che con l altro c è qualcosa che li può unire. Noi però abbiamo paura dei ragazzi che si innamorano. Uno di fronte ad un ragazzo innamorato dovrebbe dire ma davvero? Davvero ti è capitata sta cosa? Ti interessa? Sii leale con te stesso e con il tuo desiderio e verifica di cosa si tratta. Mentre noi iniziamo a dirgli sei piccola, sei piccolo, ma cosa è sta storia E una tappa dei nostri figli che ci fa paura. Quando uno è innamorato si prende cura di sé, allora certi gesti, come il pettinarsi, lavarsi, mettersi in tiro... ci sembrano delle banalità, ma sono cose che anche noi abbiamo fatto. La cosa più importante è che siano leali con il loro desiderio che non è mi piace, non mi piace. Dobbiamo starci a questa cosa, per spiegare a loro e a noi stessi cos è il desiderio. Perché il desiderio ci spalanca e crea uno spazio all altro che ci mette nelle condizioni di accogliere l altro con i suoi limiti. All inizio dell altro non conosciamo nulla, ma c è un attrattiva che uno si porta dietro nel tempo. Alcuni innamoramenti poi decadono, piuttosto che certe storie di amicizia iniziano e li accompagnano per tutta l esistenza. Quello che oggi spaventa sono i legami, costruire un legame, che è quello che la mentalità dominate tende a distruggere. Un legame sembra essere qualcosa di pesante. A volte anche noi non ci fidiamo di loro e pensiamo che i nostri ragazzi non abbiamo la capacità di costruire e di giudicare quello che accade. Io ricevo spesso confidenze dai ragazzi, questo è legato al fatto che li prendo sul serio, ma dico quello che penso. Questo non vuol dire che bisogna fargli fare quello che vogliono, io pongo un giudizio, poi sei tu che scegli. Noi li vediamo e abbiamo paura, si perderanno, come se la garanzia del loro compiersi fossimo noi. Noi li accompagniamo, in realtà la garanzia che loro si compiano è che sono creature fatte da qualcuno che li ama più di noi. Dio non ci ha creato per trasformarci, Dio ci ha creato per amarci. E che cos è l amore? Lo impariamo cammin facendo ancora oggi a 40, 50, 60 anni.

4 Quello che noi desideriamo per i nostri figli, quello che desiderano anche loro, è che siano felici e la felicità ha a che fare con l andare nella profondità dell esperienza. Cioè ha a che fare con la traiettoria: domanda - desiderio - gaudio. E un esperienza che una volta che hai fatto sai che è possibile rifare. Questo aspetto del corpo secondo me è importantissimo, invece di dire ho un corpo si dovrebbe dire sono un corpo, ciò che tocca il corpo tocca anche l anima. Il corpo è il luogo della scoperta dell io, condizione per la relazione e la libertà ed è la strada attraverso cui l io si educa lentamente ad essere per l altro. Mi è capitato proprio oggi, con un ragazzino di 12 anni, che ha problemi con l affettività (in affido) non voleva fare i compiti era seduto ad un tavolo solo e arrabbiato. Mi sono avvicinata a guardare il suo lavoro e gli ho messo una mano sulla spalla. Per noi questo gesto è normale all interno di un affettività. Io ho sentito il suo corpo sussultare. Si è girato e mi ha guardato come per dire ma cosa è questa cosa?. Il corpo è molto più delle parole. La mia gestualità manifestava un affezione che era sincera, ma non sapevo che era così potente dentro la storia dell altro. Finirei con questa affermazione, che è forte, ma che noi non possiamo non trasmettere ai nostri figli, cioè che il corpo è il sacramento di tutta la persona ed è la possibilità di diventare adulti. E una missione ardua essere genitori. Sicuramente in questo bisogna farsi aiutare dentro una comunità, come per esempio certe scelte che voi avete già fatto per i vostri figli, come venire in questa scuola, dove il valore della persona e dell altro, l incontro con l altro viene ad essere giudicato. Quello che uno ha messo dentro al figlio rimane anche se un bel giorno, esercitando male la sua libertà, il figlio abbandona la nostra direzione. Quello che è stato dato rimane e poi ritorna. Noi ci preoccupiamo, ma non conosciamo più questa questione della differenza sessuale che ha a che fare con l identità della persona e con il modo in cui il mio sguardo si sposta nell altro e l altro si sposta dentro di me. Altro aspetto tralasciato è la differenza delle generazioni. La differenza delle generazioni è quello che uno trasmette di generazione in generazione, quell aspetto così importante che ho ricevuto dai miei nonni e genitori che è quella traditio per cui vale la pena vivere e la vita è bellissima. Noi non osiamo più dire ai nostri figli che è bellissimo amare, avere dei figli è come se avessimo quasi paura della bellezza e allora ci riduciamo all etica, al comportamento. Noi sbagliamo, ma è attraverso la presenza del figlio che imparo ad essere genitore. I nostri figli perdonano i nostri sbagli. E proprio attraverso il perdono che un uomo e una donna possono pensare di stare insieme ed il perdono non lo abbiamo imparato attraverso un criterio etico ma ne abbiamo fatto esperienza continuamente proprio rispetto alla nostra fragilità di fronte a Colui che più di tutti ci ama perché ci ha fatto. Quindi, abbiamo più stima dei nostri figli, cerchiamo di capire cosa vogliono dire con certi comportamenti, non giudichiamoli subito. Dare stima vuol dire essere certi che il cammino che abbiamo fatto fino a qui è per portarli dentro ad un educazione e non solo per trasmettergli la vita. La vita non è semplicemente procreazione, ma è contemporaneamente educazione. E questa è la trasmissione tra le generazioni e se non c è educazione, se non c è trasmissione tra le generazioni, la vita non è compiuta. Domande Noi che lavoriamo con i ragazzi di 11, 12, 13 anni vediamo che un esigenza fortissima è quella dell amicizia, che non è più solo il giocare e stare bene insieme, ma è anche confidenza, dialogo, apertura. Mi sembra una cosa molto positiva, però vedo anche la fragilità di questa amicizia.

5 Oggi siamo amici per la pelle, ma domani trovo un altra amica e non ti guardo più. Oppure vedo che ragazzi che vorrebbero essere amici di qualcuno, ma l altro si nega e, quindi, questi ragazzi si sentono un po esclusi dall altro e ci soffrono. Perché è così difficile essere amici? Perché all amicizia si accompagna anche sofferenza a volte? Cosa sta sotto a queste dinamiche strane? L amicizia parte sempre da un attrattiva, bisogna capire la natura di questa attrattiva. Se l amicizia chiude e non apre è qualcosa di riduttivo, è quella condizione di possesso reciproco che non ha niente a che vedere con l amicizia vera. L amicizia vera allarga. Questo non esclude che ci possa essere un amica o un amico del cuore, perché ci possono essere delle sensibilità che si ritrovano, ma quando chiude è pericoloso. Spesso diventa un ricatto. Tu devi essere come desidero io. Quindi c è tutto un tentativo di seguire l altro, ma non c è l io di uno dei due, c è uno che esercita un potere sull altro. Lo stesso vale per i gruppi di amici, che a volte sono dei gruppi chiusi. Oppure c è il desiderio di entrare in un gruppo, che non è l amicizia, ma il desiderio di appartenenza al gruppo. Io sarei molto semplice se non ti vogliono, guarda altrove, cos è tutta questa fatica? Un legame continuo e sincero in cui c è una lealtà e sincerità tra i due è qualcosa da custodire nel tempo. La fedeltà al legame determina l amicizia, certe amicizie vanno avanti negli anni, anche dentro a delle ferite, ma la fedeltà ad un rapporto avuto poi ritrova invece conferma nel tempo. Secondo me è importante l aspetto che all interno della famiglia il figlio non è il centro, il figlio è un ospite, che ad un certo punto se ne va. Il centro della famiglia è il rapporto uomo - donna. In caso contrario il figlio vive nella condizione che deve sempre piacere e non deludere mai i propri genitori, ed è una faticaccia. Perché deve essere sempre al massimo. C è il figlio ideale e se al centro c è lui e non il rapporto, spesso questi figli arrancano per piacere ai genitori, sia dal punto di vista scolastico che delle prestazioni, c è la performance del figlio e questo è molto pericolo. Proprio riferendomi a quest ultima sollecitazione, io sono separata, quindi al centro non posso mettere la vita di coppia. No, non è vero, al centro c è sempre il rapporto, il dialogo dei genitori, anche se il padre o la madre non c è. Non è vera questa affermazione. In che senso? Se il figlio vede che i genitori dialogano. Ma se questo non avviene? E una ferita per il figlio, ma questo non lo schiaccerà. C è comunque il rapporto madre - figlio o padre - figlio che è per sempre, che va oltre il rapporto tra i genitori. Anche se un figlio non ha un esperienza di padre vicino troverà altri padri, perché l atteggiamento materno, paterno, non è qualcosa che ha a che fare semplicemente con la generazione, ma anche con uomini e donne che hanno questo atteggiamento nel rapporto con gli altri.

6 Spesso i ragazzi hanno il desiderio di apparire e cercano di assomigliare a qualcuno, hanno come punti di riferimento dei modelli che sono coloro che appaiono di più, che sono più forti, più belli, più prepotenti e che sono per loro attraenti. Come aiutarli a vivere con più decisione la propria libertà? Prima di preoccuparmi di cosa fare mi vien da chiedermi di cosa si tratta. Perché si comporta così? Non è una questione di moda, quando uno vuol farsi notare è come se si imponesse come presenza, anche in modo forte. Cosa c è dietro a questa cosa? Penso che un comportamento ha sempre dietro un perché. Prima di preoccuparmi devo chiedermi cosa vuol dire e posso chiederlo al ragazzo. Dentro un rapporto di stima reciproca si può osare anche domandare. C è un tempo in cui si desidera essere protagonisti. Se pensiamo a facebook, a tutte le foto che si fanno, c è il desiderio di apparire, di esserci, di essere protagonisti, ma nello stesso tempo loro sanno bene che i contatti non sono gli amici. Capire cos è questo desiderio di essere protagonisti, che potrebbe avere anche una connotazione positiva. Farsi notare è il desiderio di esserci, bisogna capire perché è così. L altro è mistero ai nostri occhi che però si fa conoscere nel tempo. Non posso guardare l altro come un problema. I ragazzi non sono un problema, hanno una vita: vanno a scuola, tornano a casa, hanno lavorato, tornano stanchi e arrivano e buttano la borsa per terra e noi metti a posto la borsa e loro sì dopo. Come possono raccontare di sé? Se vedono che i genitori si raccontano, allora desiderano intervenire e si raccontano, ma se a tavola è come è andata oggi? - bene - non è successo niente? - niente - uno è lì che si sta accostando al cibo e la verifica? cosa hai preso? come è andata? e gli altri?. E uno stress, ma voi vi immedesimate? Io mi immedesimo Se invece uno chiede cosa ti è accaduto oggi? Pensa, a me è accaduto questo e a te, non è accaduto niente oggi?. Se parto a raccontare io, probabilmente il figlio racconterà qualcosa, se vedo adulti che raccontano ma se vedo gli adulti che mi fanno l esame appena vengo a casa e la verifica e la verifica I ragazzi non vanno controllati, dobbiamo vigilare con pazienza e attendiamo, sbagliando anche. L importante è che loro siano leali con il loro desiderio, con se stessi. Se una ragazza arriva che vuole truccarsi, o mettersi le scarpe col tacco, allora io posso apprezzare il tentativo che voglia essere una giovane donna e dirle no, no, così non va, vieni con me... e le faccio vedere come ci si trucca con un gusto estetico. Non è che dobbiamo dire no, è presto. Il fatto che voglia essere bella non è una brutta cosa, è il truccarsi in modo brutto che non va bene. Dobbiamo educarli alla bellezza. Non è che dobbiamo tarpare i tentativi di questi piccoli uomini e piccole donne. Un ragazzo che ci dice io esco. Invece di dire ma dove vai così, dire stai bene, sei bello, vai. Le figlie, i primi uomini che desiderano sono i padri, allora ogni tanto dite come sei bella!, onorate le vostre figlie. Sul fatto del trucco, la maglietta... io ho una figlia e secondo me c è un percorso e noi genitori in alcuni casi dobbiamo mettere dei paletti come il trucco, le compagnie. Se mia figlia arriva a casa e mi dice da domani mi trucco non è che le dico si, va bene, perché vuoi essere bella. Non dice domani mi trucco, arriva truccata, è diverso. Ad un certo punto decide che si trucca.

7 Se però io a 11 anni non ritengo che mia figlia sia adatta, pronta, a truccarsi Glielo vieti e poi lei si trucca appena esce. No, non lo vieto, però magari ne parliamo, ne discutiamo insieme perché ti vuoi truccare? Vestire in un determinato modo? Io non sono qui a dire quello che dovete fare, dico che il bene i nostri figli se lo scelgono, poi devono verificare se è il bene. Tu puoi correggere, che vuol dire reggere insieme, ma non è mai un imposizione. Quando incominciano a crescere, e la tappa del corpo è molto importante, la maturazione del corpo è molto importante nella crescita, perché ci sono ragazzine che crescono con la maturazione del corpo a 11 anni, chi a 15, chi a 13, chi a 14, ma ci sono anche genitori che tendono a tenere i bambini piccoli, che trattengono la crescita. Dipende, secondo me il corpo è qualcosa cosa che dentro alla sviluppo porta ad una crescita anche di comportamenti. Poi io non discuto, i paletti possono avere un approccio educativo, però se vengono messi per rassicurare i genitori Mi ricordo ancora che una volta una mia sorella, che amava il trucco, era a tavola truccata (si era dimenticata di struccarsi). Noi eravamo 6 figli, quindi una tavola numerosa. Mio padre la vede e le dice vai a lavarti la faccia e lei no, non me la lavo e mio padre vai a lavarti la faccia e lei è andata. Poi, appena uscito mio padre, lei si è truccata di nuovo. Questo per dire che uno sceglie. Non è che si può lasciar fare, bisogna sapere che scelgono, esercitano la loro libertà e devono imparare a scegliere, anche sbagliando. Il paletto quindi sicuramente serve, non è che metto in discussione il paletto, ma se il paletto serve per addomesticare il figlio, allora non va bene. Io ho una piccola donna di quasi 10 anni ed è sempre arrabbiata, molto pessimista. Ora io mi devo comportare come con i bambini piccoli quando fanno i capricci, che si dice tu li devi lasciar stare, prima o poi smettono o devo seguirla con infinita pazienza, le devo andare dietro? E molto difficile, è una situazione molto particolare per lei e quindi non so No, non lo so, non posso dare una risposta, non sono un esperta, però mi vien da dire che i capricci esistono quando si inizia a chiamarli così. La domanda è ma cosa mi sta chiedendo?. Il bambino si pone e se non lo capisci si impone e noi questo lo definiamo capriccio. A volte non si riesce a capire che cosa chiedono, ma attraverso la vicinanza è più facile che domandino. Con la vicinanza tutto cambia. Io le starei vicino, domandandosi che cosa sta chiedendo. I nostri bambini alla medie non sono più bambini, stanno crescendo. L uomo cresce e man mano che cresce ha bisogni e desideri, hanno una vita, con tutto ciò che comporta, ma tutto è per un di più. Anche questo momento difficile per sua figlia è per un di più, ma stiamo vigili, disposti ad accogliere tutto. Fra gli adolescenti avvengono anche giochi di simpatie, antipatie, odi. Quali sono i meccanismi che spingono ad avere simpatia per uno, antipatia per un altro oppure l odio, l amore etc etc C è anche questo aspetto che poi se non fosse incanalato può generare anche quei famosi conflitti veri e propri.

8 C è quello che c è tra gli adulti. Ci sono le stesse fragilità che troviamo nel mondo degli adulti. Non è possibile incanalare un io, deve scoprire, essere leale nella ricerca di cos è il suo bene. Certi atteggiamenti feriscono l altro e te, ma poi è possibile ricominciare quando uno dà un giudizio. Solo il perdono, la misericordia fa ripartire, riconoscere che è un atto che non è a misura dell altro e di te, mi dispiace, chiedo perdono e il perdono dell altro ti fa rimuovere. Le simpatie, le antipatie fanno parte dell umano. Nel mondo degli adulti si assiste a violenze che sono veramente qualcosa di terribile. Queste nascono, hanno un seme nell adolescenza o no? O si generano per molti altri motivi dopo l adolescenza? Quando noi abbiamo un atteggiamento semplicemente legato all istinto, a qualsiasi età, siamo violenti. E un fatto di educazione, di guidare l istinto allo scopo. Se l istinto rimane puro istinto, allora il male c è. L adulto che fa violenze inaudite ha una storia di vita senza bene ricevuto. Eppure per natura sin da piccoli, semplicemente perché qualcuno ci veste, ci nutre, ci lava, ci tocca, riceviamo un bene, un beneficio, ma per l umano questo non basta. L umano ha il desiderio dell infinito e non può darselo da sé, quindi è sempre dentro una ricerca, quindi ci sono delle situazioni di dolore grandissimo che possono provocare certe violenze, oppure siamo semplicemente di fronte ad una disumanità, non c è più l umano. Io vi ringrazio, perché è sempre una grande occasione. Accetto sempre queste sfide perché mi riportano alla verità di me, continuamente e quindi vi ringrazio di questo invito. Sbagliando si impara, l importante è che partiamo dalla presenza e non da quello che vogliamo che loro diventino. La felicità non gliela possiamo dare noi, ma possiamo accompagnarli alla felicità.

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