RISOLUZIONE. I sottoscritti Consiglieri regionali,

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1 RISOLUZIONE I sottoscritti Consiglieri regionali, Considerato La gravissima crisi del settore edile che sta duramente colpendo la nostra Regione, nonostante dai dati rilevati nel primo semestre 2012 emerga che il settore edile in Liguria presenta il record nazionale per tasso positivo di imprese di costruzione del +0,97%, mentre a livello nazionale si registra una flessione della produzione dell 1,36%. A imprimere la spinta a tutto il comparto edile regionale sono le imprese artigiane (oltre 23mila quelle registrate, su un totale di operanti nelle costruzioni in generale), che incidono sul tasso di crescita dell edilizia ligure con un +1,96% nell'ultimo anno. Tuttavia, a conferma della gravità della crisi, da cui la Liguria non è affatto esente, nonostante i numeri apparentemente positivi, si rileva la pesante flessione, tra le peggiori a livello nazionale, degli occupati nell edilizia a cavallo tra il 2011 e il 2012, che è stata di -12,3%, con un emorragia di oltre 26mila posti di lavoro dipendente, e di -10,7% degli indipendenti pari a oltre 21mila lavoratori autonomi. Pertanto, l'anomalo aumento, rispetto al trend nazionale, delle nuove imprese di costruzione sembra derivare da una scelta, sempre più spesso obbligata, che molti ex dipendenti fanno, o spontaneamente o perché sollecitati dagli ex datori di lavoro, di aprire la partita IVA, con conseguente progressiva destrutturazione, frammentazione e dequalificazione delle imprese operanti nel settore delle costruzioni. La situazione di crisi del settore edile, che contribuisce ad accrescere il reale pericolo di infiltrazioni della criminalità organizzata nell'economia, come i fatti di cronaca, anche recenti, della nostra regione hanno tristemente denunciato. La necessità che, ai fini di una concreta regolamentazione del settore, venga definita in tempi brevi la normativa che regola l accesso alla professione nel settore dell edilizia ad oggi in itinere in sede parlamentare. L adozione di una legge nazionale di settore potrà essere un efficace strumento sia per la qualificazione professionale degli operatori del settore che per assicurare il rispetto della sicurezza e della legalità nel comparto e contribuire ad arginare il proliferare di situazioni irregolari. La difficoltà di accedere al credito, avvertita in generale dalle imprese, e, nel caso specifico, da quelle operanti nel settore delle costruzioni, penalizza l operatività delle imprese serie, che operano nel rispetto della legalità e in osservanza della normativa a tutela del lavoro e della sicurezza. Il mancato rispetto dei tempi di pagamento da parte delle P.A. pregiudica l attività e la tenuta sul mercato delle imprese in questione, privilegiando indirettamente le imprese dotate di crediti e liquidità anche anomale. La necessità di porre in essere efficaci politiche di contrasto da parte delle istituzioni alla criminalità organizzata, sia per sostenere lo svolgimento delle attività delle imprese, che

2 per contribuire a rafforzare le condizioni di sicurezza e di legalità dei lavoratori, a supporto del sistema delle imprese "virtuose" operanti sul territorio ligure. Il sistema, attualmente prevalente, per l'aggiudicazione degli appalti al "massimo ribasso", senza regolamentazione alcuna, non è più sufficiente a garantire le condizioni dei diritti dei lavoratori interessati ai cantieri né tanto meno le imprese organizzate, soprattutto le imprese locali. In tale situazione, la concorrenza sleale espressa nelle gare con i ribassi "anomali" fa aggiudicare appalti ad imprese spregiudicate, con il pericolo di aggiudicazione anche ad imprese vicine alla malavita organizzata, o addirittura alle organizzazioni mafiose direttamente, che intravedono in questo settore occasioni di pulizia del denaro sporco o motivo di forte lucro, anche a danno dei lavoratori ivi impiegati. Le numerose iniziative poste in essere negli ultimi anni tra le Prefetture liguri, in primis la Prefettura di Genova, e gli Enti Locali, le Organizzazioni Sindacali e le Associazioni Datoriali, che hanno portato alla sottoscrizioni di Protocolli e/o Accordi a tutela della legalità, in generale, o specificamente dedicati al settore degli appalti, sulla scorta di quanto disposto con la direttiva del Ministero dell'interno del 23 giugno 2010, indirizzata alle Prefetture e contenente "linee guida" in materia di controlli sulle infiltrazioni della criminalità organizzata nel settore degli appalti. Tra i protocolli sottoscritti, si ricordano: il Protocollo di legalità tra Prefettura di Genova e Comune di Genova, del 22 settembre 2010, l'accordo per la tutela della legalità nel settore degli appalti e concessioni di lavori per il rispetto della qualità ed economicità dei lavori tra il Comune di Genova, le OO.SS. e le Associazioni Datoriali industriali e artigiane Assedil Liguria e CNA Costruzioni Genova e Anaepa-Confartigianato Genova del 29 luglio 2011, il Protocollo di legalità tra la Prefettura di Genova e Confindustria Genova del 28 novembre 2011, l'accordo sulla legalità tra la Prefettura di Genova e Comune di Genova del 17 gennaio 2012, I Protocolli/Accordi di legalità si prefiggono l'obiettivo, tra gli altri, di individuare percorsi che privilegino "l'impiego di procedure di gara e criteri di affidamento che, in relazione all'oggetto e al valore dell'appalto e della concessione dei lavori, meglio riescano a garantire e a soddisfare i principi di trasparenza, parità di trattamento, proporzionalità, non discriminazione, economicità, efficacia, tempestività, congruità delle offerte, i criteri di qualità e la sicurezza dei lavoratori, in coerenza con i principi desumibili dal codice dei contratti" (vd. Accordo Comune Genova 2010 cit.). Ciò al fine di individuare regole e sistemi che diano garanzie maggiori di legalità trasparenza alle imprese e lavoratori e che siano determinanti per ostacolare il proliferare del lavoro nero e dei fenomeni di illegalità diffusi. I Protocolli/Accordi di legalità prevedono, per lo più, un meccanismo di adesione da parte delle imprese aderenti alle associazioni datoriali firmatarie, al fine di implementare e diffondere la cultura della legalità e della sicurezza del lavoro. Appare pertanto necessario incentivare le imprese industriali e artigiane operanti nel settore delle costruzioni ad aderire ai detti Protocolli/Accordi di legalità, o ad altri da stipulare, mediante concreti sistemi premiali, che portino a una effettiva differenziazione e "scrematura" tra le imprese operanti nella legalità e rispettose della sicurezza rispetto a quelle che operano ai limiti della legalità, eludendo norme di legge e diritti dei lavoratori. Tra gli elementi che possono essere valutati positivamente nell'elaborazione dei sistemi premiali

3 di cui sopra, si evidenzia il rispetto in materia di responsabilità sociale delle imprese, garanzia di un effettivo impegno a tutela della sicurezza e dei lavoratori. Stante l'imminente avvio delle grandi opere che dovrebbero interessare l'area genovese/ligure, nonché degli interventi nelle macro aree private di interesse pubblico, si ravvisa la necessità di addivenire ad un forte impegno politico, proprio per arginare fenomeni degenerativi nel settore delle costruzioni, e rafforzando e incentivando la legalità e la trasparenza del sistema degli appalti. Tali situazioni dovrebbero essere, inoltre, l occasione per un effettiva applicazione di quanto disposto in via di principio dall articolo 6 della legge regionale 7 febbraio 2012, n. 1, Norme per sostenere lo sviluppo delle micro, piccole e medie imprese liguri, in materia di Trasparenza delle informazioni e partecipazione agli appalti pubblici, che al comma 3, dispone che Nella realizzazione delle grandi opere o infrastrutture, nonché delle connesse opere integrative o compensative, la Regione, nel rispetto della normativa statale in materia di appalti pubblici, si adopera per individuare forme di coinvolgimento delle imprese aventi sede nei territori nei quali sono localizzati gli interventi, con particolare attenzione alle MPMI, anche in forma aggregata, e, altresì, per favorire, nel rispetto di quanto previsto dall articolo 29 del decreto legislativo 12 aprile 2006, n. 163 (Codice dei contratti pubblici relativi a lavori, servizi e forniture in attuazione delle direttive 2004/17/CE e 2004/18/CE) e successive modificazioni ed integrazioni, la suddivisione degli appalti in lotti o lavorazioni, evidenziando la possibilità del ricorso al subappalto, ove lo stesso risulti conveniente per l'economicità dei lavori, ferma restando l'inderogabilità delle norme relative ai minimi salariali e alle condizioni di sicurezza sui luoghi di lavoro nonché delle disposizioni in materia di contrasto al fenomeno mafioso. È evidente che il ricorso a imprese radicate a livello locale e che operano nel rispetto della legalità può essere un ulteriore strumento per arginare il fenomeno della infiltrazione di imprese anomale. Appare, altresì, importante, giungere all'eventuale predisposizione da parte dell Ente Regione di linee guida, nel rispetto della normativa vigente in materia, per la predisposizione dei bandi di gara, che siano di aiuto agli enti locali, soprattutto se di piccole dimensioni, come ulteriore strumento per incentivare l attività delle imprese operanti nella legalità. Tra gli interventi a tutela della regolarità degli appalti, si evidenzia la necessità della diffusione a livello regionale del Prezzario Regionale, nonché alla sua effettiva applicazione in sede di appalti da parte delle Amministrazioni e degli Enti Locali, anche mediante l adozione dei provvedimenti normativi o regolamentari ritenuti più opportuni, allo scopo di garantire una maggiore qualità e sicurezza dell operato delle imprese e dei lavoratori. Sarebbe, comunque, opportuno riconsiderare, per la sopravvivenza e il rilancio del comparto delle costruzioni, la modifica delle leggi regionali vigenti in materia di appalti, migliorativa delle vigenti disposizioni, che tenga conto delle rinnovate richieste di legalità e trasparenza che emergono dalla società civile e che ponga regole certe per la sicurezza del lavoro, la catena degli appalti e sub-appalti, e che regolamenti l attuale stato di concorrenza sleale tra imprese e anche per vigilare affinché non vengano aggirate le procedure legali per bandire le pubbliche gare, posto che, come detto, il sistema vigente, caratterizzato dal massimo del ribasso senza regolamentazione alcuna, non è sufficiente infatti né a garantire le condizioni dei diritti dei lavoratori interessati ai cantieri, né tanto meno le imprese organizzate, in particolare le imprese locali.

4 IMPEGNANO IL PRESIDENTE DELLA GIUNTA E GLI ASSESSORI COMPETENTI attivarsi concretamente nelle sedi competenti affinché sia approvata dal Parlamento, entro la corrente legislatura, la normativa che regola l accesso alla professione nel settore dell edilizia, prevedendo tra i requisiti necessari la moralità individuale, l'idoneità professionale e la capacità organizzativa; predisporre, di concerto con i soggetti interessati, concrete ed efficaci misure che garantiscano e/o agevolino l accesso al credito alle imprese operanti nel settore delle costruzioni; adottare ogni azione utile al fine di superare le eventuali difficoltà burocratiche al fine di agevolare i pagamenti economici alle imprese edili, nel rispetto dei limiti di tempo previsti per legge. predisporre eventuali linee guida, nel rispetto della normativa vigente, per la predisposizione dei bandi di gara, a ulteriore tutela dell operato delle imprese che agiscono nella legalità; contribuire all'emanazione di specifiche linee-guida in ordine alla gestione delle procedure di affidamento degli appalti, per disincentivare il ricorso al massimo ribasso e promuovere l'emanazione di bandi di gara coerenti al principio della prevalenza dell'offerta tecnica su quella economica, attraverso un sistematico metodo di monitoraggio; elaborare politiche di indirizzo e coordinamento, di concerto con le Istituzioni e Associazioni interessate, atte a diffondere la sottoscrizione di Protocolli/Accordi di Legalità da parte delle imprese industriali e artigiane operanti nel settore edile; predisporre, di concerto con le Associazioni interessate, un marchio di qualità, atto a certificare la professionalità delle imprese aderenti, sia dal punti di vista della formazione professionale, che per quanto riguarda l osservanza delle norme in materia di legalità e sicurezza sul lavoro, nonché di rispetto in materia di responsabilità sociale; predisporre un portale/pagina web, a regia regionale, di concerto con le Istituzioni e le Associazioni interessate, ove pubblicare la white list delle imprese industriali e artigiane che hanno aderito ai Protocolli di Legalità, al fine di una pronta e trasparente informazione; identificare sistemi premianti, che incentivino le imprese industriali e artigiane operanti nel settore edile, e che, unitamente a concreti impegni sul mantenimento dei livelli occupazionali e sulla salvaguardia dell'occupazione locale, applicano e rispettano le normative vigenti in materia di sicurezza, tutela del lavoro e legalità, e le certificano mediante l'adesione ai detti Protocolli/Accordi di legalità nonché al marchio di qualità di cui sopra, attraverso l'introduzione di un sistema di valutazione/attribuzione di punteggio in sede di bandi di gara di appalto; applicare concretamente, nel caso della prossima realizzazione delle grandi opere o infrastrutture, nonché delle connesse opere integrative o compensative, quanto disposto dall articolo 6, comma 3, l.r. 1/2012, in materia di suddivisione degli appalti in lotti e suddivisioni, con preferibile impiego delle imprese locali che operano nel rispetto della legalità; controllare e verifica l'utilizzo corretto del prezziario regionale, predisponendo eventuali azioni di favore per le stazioni appaltanti pubbliche che lo impiegano;

5 prevedere la modifica delle leggi regionali vigenti in materia di appalti (vedi predisposizione bando-tipo), migliorativa delle vigenti disposizioni, che tenga conto delle rinnovate richieste di legalità e trasparenza che emergono dalla società civile e che ponga regole certe per la sicurezza del lavoro, la catena degli appalti e sub-appalti, e che regolamenti l attuale stato di concorrenza sleale tra imprese, di concerto con le associazioni sindacali e datoriali di categoria; prevedere in materia di appalti privati, linee di intervento che tengano conto delle richieste di legalità e trasparenza, di lotta al lavoro sommerso e alla concorrenza sleale, come previsto per l'edilizia pubblica.

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