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1 Anno III - Numero Giovedì 17 luglio 2014 Direttore: Francesco Storace Roma, via Giovanni Paisiello n. 40 Lavoro In sei anni persi un milione di posti Sarra a pag. 3 La storia Natalia, eroina e non per caso Accame a pag. 4 Il caso Banca d'italia, furto da tre milioni Capasso a pag. 8 LA VICENDA MOGHERINI RISCHIA DI DARE IL VIA AL RITORNO DELL EX PREMIER ARRENDIAMOCI, SIAMO CIRCONDATI Ora vogliono pure Enrico Letta commissario dell Ue di Robert Vignola Sembra arrivato il momento di calare le carte per Matteo Renzi. Che al tavolo verde attraverso il quale, tra bluff e rilanci, interpreta la politica rischia di ritrovarsi di fronte una sua vecchia conoscenza: Enrico Letta. Catapultato dalle primarie del Pd a Palazzo Chigi senza passare dal via, l ormai ex sindaco di Firenze ne prese il posto non prima di tranquillizzare il pisano con il famoso stai sereno. Ne venne fuori un passaggio di consegne gelido, con il figlioccio di Andreatta che si defilò dalla vita pubblica, rimanendo sostanzialmente in silenzio per sei lunghi mesi. Mentre l altro straparlava. Per carità, gli italiani non sentono la mancanza di Letta, nonostante la loro luna di miele con Renzi sembra a metà strada dal trasformarsi in luna di fiele. Ma in Europa non vogliono dimenticarsi di lui. E vogliono farne, ligio com è stato agli ordini impartiti da Bruxelles, addirittura il nuovo commissario dell Ue. Ora, è evidente che ci si trova davanti ad una possibilità ancora remota. I tempi già normalmente elefantiaci dell Europa, quando si tratta di far nomine e distribuire incarichi, diventano biblici. E anche se uno come Herman Van Rompuy fa circolare il nome dell ex premier italiano, non è detto che resista per mesi. Però secondo alcuni maliziosissimi analisti siamo davanti ad un trabocchetto degno della sottile perfidia di cui sarebbero dotati i benemeriti eurocrati: e cioè rovesciare tutto il tavolo su cui Renzi ha fatto planare la candidatura di Federica Mogherini ad Alto Rappresentante per le politiche estere dell Ue e far spuntare da sotto uno che, c è da giurarselo, se l è legata al dito. E al quale per giunta il Rottamatore (di Letta e pochi altri) non può dir di no. Fantapolitica? Vedremo. Certamente sono affari che riguardano da vicino il presidente del consiglio dei ministri, al quale i giorni di questa capricciosa estate paiono voler servire l amaro calice del redde rationem. Hai voglia di far mettere su copertine patinate il ministro Boschi: le riforme che dovevano essere approvate entro Pasqua giacciono al Senato tramortite da bordate di emendamenti, con i dissidenti del Pd che affilano le armi per scompaginare il Patto del Nazareno. I dati economici non trasmettono neanche la più misera idea di ripresa, quelli sulla povertà anzi esplodono. Ora anche in Europa sembrano voler dire a Renzi: grazie del 40,8%, ma quali siano gli italiani buoni siamo noi a deciderlo. Parla con Letta, ti aiuta lui Ah, già! Gli italiani. L ultima ruota del carro, quella da prendere a calci quando non si va avanti, come se fosse colpa sua. Tanto che, ora che stanno imparando quanto il primo somigli al secondo, rischiano di ritrovarsi un fiorentino in casa e un pisano all uscio. Pronti a farsene di tutti i colori. Sai, in Europa, i sorrisini. LA BOCCASSINI POCO COLLABORATIVA CON LA DDA : ATTI TRASMESSI AL PG DI CASSAZIONE E AL MINISTERO DI GIUSTIZIA L antipatia per l antimafia costa cara a Ilda di Bruno Rossi Tempi duri per Ilda Boccassini. Proprio nelle ore in cui rischia di veder duramente ridimensionata, se non annullata, la sentenza Ruby con la quale ha potuto frustare (nel vivo) Berlusconi, nei suoi confronti è partita una reprimenda planata dritta dritta sul tavolo di Corte Suprema e Guardasigilli. Tutta colpa di quelli che, nell istruttoria avviata, sono stati definiti rapporti critici tra la Direzione distrettuale antimafia di Milano e la Procura nazionale antimafia. Una scarsa collaborazione che, a detta dei magistrati che hanno guardato le carte, si è accentuata proprio da quando la Dda milanese è guidata dal procuratore aggiunto Ilda Boccassini. Per questo il Consiglio superiore della magistratura ha deciso di trasmettere gli atti sul caso ai titolari dell'azione disciplinare, il Pg della Cassazione e il ministro della Giustizia. Il plenum, dopo una lunga discussione, nel corso della quale sono stati presentati e discussi molti emendamenti ai testi, ha votato due delibere delle commissioni che hanno condotto l'istruttoria sul caso: quella della prima commissione, presentata dal togato di Unicost Mariano Sciacca, e una delle due presentate dalla settima commissione, quella del togato di Area Vittorio Borraccetti, che ha prevalso per un solo voto sull'altra del consigliere di magistratura indipendente Antonello Racanelli. La trasmissione degli atti ai titolari dell'azione disciplinare è stata prevista, a seguito di un emendamento di Riccardo Fuzio di Unicost, accolto in entrambe le delibere, con l'esclusione della questione del mancato inserimento delle informazioni da parte della Dda guidata dalla Boccassini nella banca dati della Dna. I GRILLINI DEL LAZIO CI RIPROVANO ANCORA La Sanità a cinque balle Nemmeno la sinistra crede alla loro propaganda sul deficit sanitario Ballisti. I cinque stelle del Lazio continuano a sparare a casaccio sbagliando spesso mira. Ieri ci hanno riprovato puntando di nuovo contro la mia amministrazione quasi quindici anni fa! ripetendo la bufala del debito sanitario. E stato facile rispondere e quel che e significativo e stato che la loro proposta di procedere con urgenza all istituzione di una pomposa commissione d inchiesta per accertare le cause del deficit laziale ha trovato anche il no della maggioranza di Zingaretti. Perche il debito nel Lazio c era prima e c era dopo. I grillini, invece, vogliono sparare e dimenticano che la commissione che vigila sui conti della regione il Comitato regionale di controllo contabile e presieduta da una di loro, la consigliera Valentina Corrado, e l anno scorso, nella discussione sul bilancio, ha messo nero su bianco come stanno le cose: il buco e esploso con l amministrazione Marrazzo. Eppure, hanno pensato di poter di nuovo incantare con parole fasulle. Non ci sono riusciti. Da questa parte il centrodestra li ha spiazzati votando si alla loro proposta di inchiesta, dimostrando nei fatti di non avere paura di nulla. Dall altra, Pd e centrosinistra hanno bocciato il loro documento dimostrando che non c e bisogno di fare ancora propaganda: il problema e il futuro, non il passato. Anche perche si può raccontare sicuramente di tutto, ma bisognerebbe poi ammettere di scrivere bugie sui documenti ufficiali: è appunto quel documento sul bilancio approvato a dicembre 2013, scaturito dalla Commissione Corrado, che fa risalire l espansione del deficit sanitario all anno È l assessore Sartore nel bilancio per il 2014 che afferma quando si è verificato il deficit strutturale maggiore di questa Regione. E io aggiungo che bisogna verificare tutto, non fermiamoci al 2000, perché quando arrivai alla guida della regione dovetti recarmi dal Governo Amato a chiedere di ripianare 5 miliardi di euro della precedente Amministrazione. Di piu ; nella relazione alla loro proposta, i grillini hanno scomodato dati sull amministrazione Polverini, citando come fonte il Piano sanitario regionale degli anni approvato dalla Giunta del Lazio in conformità con gli obiettivi di risanamento messi a punto dall ex Commissario straordinario alla salute Enrico Bondi. Sulla mia amministrazione si scrive: la fonte è la Repubblica. Possiamo far ricorso a fonti un po più istituzionali? Sulla rete ci sono fonti ufficiali che dicono esattamente il contrario rispetto alle fonti giornalistiche. Io pretendo che si possa dire ai cittadini la verità. Altrimenti, diventa semplicemente un affare mediatico. Io voglio poter dire ai cittadini, ad esempio, anche attraverso quella che vorrebbero chiamare Commissione d inchiesta, quanto è costato aprire l ospedale Sant Andrea e quanto sarebbe costato tenerlo chiuso. Voglio dire ai cittadini quanto è costato poter acquisire dallo Stato, facendo risparmiare nell acquisto 5 miliardi delle vecchie lire, il Regina Elena per i malati di tumore che prima andavano a Milano e adesso si curano a Roma. Voglio poter raccontare quanto è costato rimettere a posto il CPO di Ostia, che poi è stato distrutto. Voglio che i cittadini possano sapere quanto è costato aprire il Policlinico di Tor Vergata e quanto danno procurava la sua chiusura. È evidente che se vuoi offrire servizi di salute ai cittadini li realizzi solo con carta filigranata. Non c è un altro sistema. Siccome nessuno ha una stamperia di banconote false è bene affrontare questi temi sapendo di che cosa si sta parlando. Anche perche arriva la risposta fiera e forte da parte di chi ha lavorato con coscienza per tentare di restituire ai cittadini il diritto alla salute, garantito dall articolo 32 della Costituzione. Francesco Storace

2 2 Attualità DOMANI LA SENTENZA D APPELLO E TRAVAGLIO METTE LE MANI AVANTI: PENA A 7 ANNI TROPPO ALTA Caso Ruby, anche Il Fatto è revisionista Il nodo fondamentale: Berlusconi non ha costretto, ma sollecitato il rilascio di Karima, con cui non ha avuto alcun rapporto sessuale. Non c è uno straccio di prova che può affermare il contrario di Federico Colosimo Si avvicina il giorno della verità per Silvio Berlusconi. Domani la corte d appello di Milano esprimerà il suo verdetto sul caso Ruby. La sensazione è che la sentenza di primo grado, verrà quantomeno rivista. Il Cav va assolto dall accusa di concussione perché il fatto non costituisce reato e da quella di prostituzione minorile perché non c è alcuna prova di rapporti sessuali con Karima El Marough. Difficile pensare che il leader di Forza Italia possa essere prosciolto da tutti gli addebiti mossi nei suoi confronti. Ma la pena a 7 anni di carcere è senza ombra di dubbio un assurdità che potrebbe consistere in un chiaro accanimento nei confronti dell ex Premier da parte dei giudici del Tribunale di Milano. Perfino il Fatto Quotidiano di Antonio Padellaro e Marco manetta Travaglio lo ha ammesso: Per una volta si legge i legali del Caimano non hanno tutti i torti. La condanna di primo grado non sta in piedi e punisce troppo severamente l imputato, assegnando alla Questura di Milano la patente immeritata di vittima. Se la pena fosse ridotta non sarebbe uno scandalo. Pensavamo si trattasse di uno scherzo. Abbiamo letto e riletto l articolo a firma di Marco Lillo. Cambiato occhiali, scattato una foto per celebrare e ricordarci magari fra qualche anno di un vero e proprio avvenimento. E siamo arrivati anche a una conclusione. Che l iniziativa del giornale rosso per eccellenza, altra non è stata che una strategia. Perché è evidente a tutti che quella sentenza pronunciata dal giudice di prime cure non può stare in piedi fino al terzo e definitivo grado di giudizio. E una mossa pensata e ragionata, quella di Travaglio. Che così potrà dire: Lo avevamo detto. E magari salire per un attimo sul carro dei vincitori e annegare solo in parte il dispiacere che potrebbe ricevere domani sera o chissà, nel 2015 dalla Cassazione. Il ragionamento sensato che propone il Fatto, non fa una piega. Secondo il Tribunale, infatti, Berlusconi avrebbe posto in essere una concussione per costrizione contro Piero Ostuni, il capo di gabinetto della Questura, raggiunto in piena notte dall allora presidente del Consiglio che gli chiedeva e non ordinava - di consegnare Ruby a Nicole Minetti. Ammesso e non concesso che ci sia stata una costrizione da parte del Caimano, dopo la riforma Severino del 2012, il minimo della pena è di 6 anni. Mentre la vecchia concussione (compresa quella per induzione) prevedeva condanne dai 4 ai 12. Ma la nuova induzione indebita, introdotta sempre dal governo Monti, va dai 3 agli 8. Per evitare il mezzo colpo di spugna scrive il giornalista il tribunale ha ricondotto la telefonata di Berlusconi alla costrizione e gli ha affibbiato 4 anni più 2 per l aggravante. Al contrario di quanto fatto per il Pd Penati. Ma il punto fondamentale resta uno soltanto: ammesso ma assolutamente non concesso che l uomo di Arcore abbia sollecitato il rilascio di Ruby, la questura avrebbe senza ombra di dubbio potuto rifiutarsi, richiamando il Cav e spiegargli che Karima El Marough non era la nipote di Mubarak. E invece questo non è stato fatto e forse, neanche pensato. Il secondo punto, che la Corte d Appello non può certamente ignorare, è che non c è uno straccio di prova su quei presunti rapporti sessuali tra Berlusconi e la giovane ragazza marocchina. E visto che quella della giustizia italiana si professa come una macchina credibile, Berlusconi non può e non deve essere condannato per un teorema che neanche un gigante come Pasolini, nel suo film del 1968, è riuscito a sostenere con questa forza. Perché tra finzione e realtà - fino a prova contraria - c è ancora differenza. FRENATA NELLA TRATTATIVA TRA LA COMPAGNA NAZIONALE E ETIHAD. LUPI: ENTRO LUGLIO CHIUDIAMO Alitalia: l accordo c è, la Cgil no Vento di bufera su Alitalia. Mentre la trattativa tra la compagnia aerea italiana e i sindacati sull ingresso del socio estero Ethiad si è interrotta bruscamente, il ministro dei trasporti Lupi sfoggia un cauto ottimismo. A entrare a gamba tesa è il leader della Cgil, Susanna Camusso e il segretario generale della Filt, Franco Nasso, che hanno formalizzato in una lettera inviata al ministro delle Infrastrutture Maurizio Lupi e al ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, il no all intesa sugli esuberi Alitalia raggiunta tra azienda e Cisl, Uil, Ugl e associazioni professionali. Confermiamo la non sottoscrizione dell intesa così come si è determinata il 12 luglio 2014 si legge nella lettera resta incomprensibile la posizione dell azienda Cai che ha respinto qualsiasi mediazione utile ad evitare la messa in mobilità e i licenziamenti, rifiutando la proposta, ritenuta percorribile anche dal ministero del Lavoro, di utilizzo della Cigs per accompagnare lo sviluppo del piano industriale.. A smorzare il pessimismo delle sigle sindacali sono le parole del ceo della compagnia di Abu Dhabi James Hogan e del ministro dei trasporti Maurizio Lupi, che si sono incontrati ieri al Ministero di Porta Pia. Alitalia ed Etihad sono vicine a finalizzare una transazione finanziaria, ma la trattativa è ancora in corso ha spiegato Hogan, presentando il nuovo volo Roma-Abu Dhadi della compagnia del golfo Puntiamo a chiudere la trattativa entro fine mese e firmare l accordo. Dobbiamo ridurre il numero dei dipendenti, abbiamo un nostro piano, ma in futuro ci saranno nuove opportunità di lavoro. Non posso essere responsabile per il passato. Hogan ha confermato inoltre che sono stati concordati i termini con cui Etihad compra il 49% di Alitalia. Alitalia deve essere rivitalizzata con nuovi prodotti e servizi ha spiegato ancora l ad Può diventare una delle migliori compagnie al mondo. Le sigle che hanno firmato l accordo rappresentano la maggioranza dei lavoratori ha ribadito Lupi l accordo resta valido e si va avanti. È evidente che per qualsiasi progetto servono sacrifici. O si sceglie il baratro o lo sviluppo. Ci sono gli ammortizzatori sociali, a questo punto c è l accordo quadro aziendale. Non si possono mettere i paletti per farlo fallire. Sulla questione è intervenuto anche ministro del Lavoro Giuliano Poletti: Abbiamo fatto tutto ciò che si può fare per ridurre al minimo gli elementi di problematicità che sul piano dell'occupazione si stavano presentando ha detto pensiamo che sia il massimo del risultato possibile. Barbara Fruch L IRONIA CORRE SU TWITTER E INVESTE L EX SINDACO Un ministro all Uefa : nuova gaffe di Alemanno La Mogherini all Uefa? E perché non Platini all Ue? La Rete è perfida, soprattutto quando si tratta di social network. E non ha perdonato una banale svista di Gianni Alemanno, che ha voluto, nella mattinata di ieri, commentare su twitter la vicenda Mogherini. In Europa siamo nei guai e Renzi pensa solo a mandare inutile Mogherini all inutile incarico di ministro degli esteri della Uefa. Apriti cielo! Anche perché, se Alemanno ha eliminato il vecchio cinguettio sostituendolo con uno corretto in poco più di un baleno, è bastato perché arrivassero risposte dal velenoso sarcasmo. Non solo: gli utenti hanno fatto a gara a chi facesse prima lo screenshot, la fotografia della schermata che attesta, anche in caso di errata corrige, lo sbaglio. E una nuova ondata di ilarità virale si è abbattuta sull ex sindaco di Roma. Che già era uscito tutt altro che indenne dalla svista dell Abruzzo scritto con due b sui manifesti elettorali. Evidentemente, per il povero Gianni, non è l anno giusto: e anche i followers lo bersagliano #senzatregua DALL ASSEMBLEA CAPITOLINA L APPELLO DI ROSSIN (FORZA ITALIA) Intervenire prima che Storace vada in carcere per vilipendio Il dibattito sull abrogazione del reato di vilipendio continua a restare vivo e a rappresentare un vento fresco nell odore di chiuso delle stanze dove la politica nazionale sta discutendo di riforme. Ma Dario Rossin, consigliere comunale di Forza Italia a Roma, punta in particolare l attenzione su un aspetto di questa vicenda: quello giudiziario, che potrebbe presto vedere Francesco Storace dover rispondere penalmente della trasgressione a un codice penale considerato dai più come quanto meno anacronistico. Desidero esprimere il mio stupore e la mia amarezza per la vicenda giudiziaria che investe il segretario de La Destra, Francesco Storace, e che rischia di precipitare in queste settimane. Faccio riferimento alla possibilità, attualmente purtroppo molto prossima, che Storace possa essere condannato per il reato di vilipendio al presidente della Repubblica. Paradossale è che Giorgio Napolitano abbia già espresso di voler soprassedere sulla questione, essendosi espresso in maniera chiara e inequivocabile in tal senso, mentre il reato attribuito a Storace rimane tutt'ora in piedi. Rossin continua ricordando che il segretario de La Destra rischia il carcere e ha già detto coraggiosamente che non si tirerà indietro davanti a questa eventualità, ma in una nazione moderna è inaccettabile la prigione per reati di opinione mentre ad esempio resta impunito chi brucia la bandiera. Auspico che si possa trovare rapidamente una soluzione a questa vicenda e che l'ordinamento giuridico possa essere riformato con interventi tesi a modernizzare taluni provvedimenti altrimenti anacronistici. B.R. Via Giovanni Paisiello n Roma Tel Fax redazione@ilgiornaleditalia.org Direttore responsabile Francesco Storace Amministratore Roberto Buonasorte Direttore Generale Niccolò Accame Capo Redattore Igor Traboni Progetto grafico Raffaele Di Cintio Società editrice Amici del Giornale d Italia Sito web Per la pubblicità Responsabile Marketing Daniele Belli tel mail: daniele.belli@hotmail.it Autorizzazione del Tribunale di Roma n 286 del

3 3 Attualità NESSUN MIGLIORAMENTO SUL FRONTE DELL OCCUPAZIONE Sorpresa: è sparito un milione di posti Nel quadro agghiacciante dell economia italiana, quasi tredici milioni di persone hanno un rapporto di lavoro instabile. E un dato gela tutti: Pil fermo nel 2014 di Giuseppe Sarra e rigore dell Europa di Angela Merkel hanno quasi distrutto L austerità il tessuto economico e sociale degli Stati membri. Tra i più colpiti certamente l Italia, costretta mensilmente rapporto dopo rapporto - a leccarsi le ferite. Mentre i governi tecnici che si sono succeduti in questi ultimi anni sbandieravano il calo dello spread, il tasso della disoccupazione continuava ad aumentare. E di molto. Un dramma sociale che non ha precedenti. Basti pensare che in questi ultimi sei anni di crisi economica ben un milione di lavoratori ha perso il posto lavoro, oltre alle 420mila unità di autonomi. Nel 2013 invece, come ricordato ieri dal rapporto No Pil? No Jobs della Uil - una persona su tre in età lavorativa ha conosciuto forme di sofferenza e insicurezza occupazione, che ha colpito quasi 13 milioni di donne e uomini (+42,6% sul 2008) che hanno un lavoro instabile, che hanno subito una riduzione di orario o lo hanno perso. Nello specifico, nel 2013, 4,2 milioni di persone hanno vissuto l esperienza degli ammortizzatori sociali (cassa integrazione, mobilità, ASPI e mini ASPI), con un aumento del 57% rispetto al 2008 (1,5 milioni di persone in più); 3,1 milioni di persone sono alla ricerca attiva di un posto di lavoro, in aumento dell 83,8% rispetto al 2008 (1,4 milioni di persone in più); 1,8 milioni sono le persone che, rassegnate, un lavoro neanche lo cercano. Sono nove, invece, le regioni con un indice di disagio al di sopra della media nazionale: alle otto regioni del Mezzogiorno si aggiunge anche le Marche. Stesso trend per le province, quasi tutte collocate nel Sud con l eccezione di dieci province collocate nel Centro Nord, tra cui Rimini, Latina e Ascoli Piceno. Al primo posto troviamo Vibo Valentia, seguita da Crotone, Benevento, Foggia e Napoli. Nessuna inversione di rotta neanche con l avvento del governo di Matteo Renzi. A freddare l ottimismo del premier ci ha pensato il Ref che sempre ieri ha stimato una crescita zero nel 2014 per l industria del Bel Paese. Si tratta di stabilire - spiega il Ref, importante istituto di ricerca - in che misura la ripresa italiana sinora non sia ripartita per un semplice ritardo dell attività economica rispetto agli indicatori quantitativi, oppure se la fase di stagnazione tenderà ancora a protrarsi. L immediato sicuramente non sarà roseo: nella seconda ipotesi, infatti, anche lo scenario 2015 verrebbe rivisto al ribasso nei prossimi mesi e l intero biennio si ritroverebbe a cumulare un ampio gap di crescita rispetto allo scenario che aveva fatto da sfondo alla programmazione della nostra politica di bilanci. GLI UTENTI PRESTINO ATTENZIONE ALLA RETE FISSA Agcom, via al cambio di tariffari: l annuncio del presidente Caldani Dopo tanto vociferare sembra che la decisione finale sia arrivata: i prezzi dei servizi di accesso alla rete fissa verranno modificati per i prossimi anni. Ad annunciarlo il presidente dell Autorità per le comunicazioni, Angelo Marcello Cardani, nella sua relazione annuale al Parlamento. L Autorità ha detto si appresta ad approvare il provvedimenti finale relativo al nuovo ciclo di analisi dei mercati dei servizi di accesso alla rete fissa, che dovrà poi essere sottoposto a una consultazione comunitaria. La decisione per ora riguarderà solo un lasso di tempo che va dal 2014 al 2016, anche se a quanto si apprende non è esclusa l ipotesi di estendere di un anno il periodo, al Si tratta ha detto Cardani di un istruttoria rilevante, che ha particolarmente impegnato le strutture dell Autorità e gli stakeholder per la complessità delle tematiche trattate e che ha richiesto due consultazioni e numerose interlocuzioni con i soggetti interessati, intrecciandosi con la visione di più lungo termine dell indagine conoscitiva sui mercati d accesso che l autorità ha avviato con l Antitrust. Negli ultimi tempi in Italia, in virtù dell innovazione tecnologica e della liberalizzazione del mercato si è avviata una consistente e progressiva riduzione dei prezzi nel settore delle telecomunicazioni: L indice dei prezzi al consumo- ha evidenziato il presidente dell Autorità per le comunicazioni- è sceso del 44% negli ultimi 15 anni. E indubbio ha aggiunto l effetto continuo esercitato dal processo di liberalizzazione regolamentata, di matrice comunitaria, che ha interessato il continente a partire dall inizio degli anni Novanta. Dal confronto con il resto d Europa l Italia trae un sospiro di sollievo: Dal 2007 l indice dei prezzi al consumo delle telecomunicazioni in Italia si attesta su una dinamica analoga alla Germania e inferiore rispetto a Francia, Spagna e soprattutto Regno Unito. Il tutto con un occhio sempre vigile sul disegno di legge su internet a due velocità approvato dalla FCC americana, ovvero la Federal Communications Commission che in pratica classificherà gli utenti in serie A e B. Un web a due velocità distinte e separate. Grazie a tali norme un provider sarà in grado di offrire ad una determinata azienda un collegamento di qualità superiore e maggiore banda in base al pagamento effettuato. Una clausola che andrà a discriminare anche gli utenti che per avere un servizio soddisfacente dovranno aprire metter mano al portafogli, dimostrando che la democrazia della Rete è oggi una grande bufala. F.Ce. La crisi è talmente forte che in Italia è diventato un diritto anche non pagare l affitto. È quanto previsto dal decreto legge 102/13 del ministero delle Infrastrutture e Trasporti sulla "morosità incolpevole", entrato in vigore dal 14 luglio scorso, quando è stato pubblicato nella Gazzetta Ufficiale. Si tratta di una norma che prevede che gli inquilini, se in possesso di determinati requisiti, potranno accedere ad un fondo contributivo in grado di sanare questo ritardo nei pagamenti. La "morosità incolpevole" recita l'articolo 2 del decreto è quella situazione di sopravvenuta impossibilità a provvedere GLI EFFETTI DELLA CRISI Emergenza casa, arriva la morosità incolpevole al pagamento del canone locativo in ragione della perdita o consistente riduzione della capacità reddituale del nucleo familiare. Vi è tutto un universo di categorie che sono in qualche misura citate nel documento, dalla perdita di lavoro per licenziamento, passando per situazioni di consistente riduzione dell'orario di lavoro o cassa integrazione fino ad arrivare alla malattia grave, infortunio o decesso di un componente del nucleo familiare che abbia comportato o la riduzione del reddito complessivo della famiglia per fronteggiare rilevanti spese mediche e assistenziali. V.B. RAFFICA DI NOMINE A BRUXELLES Commissari, in Europa si spartiscono le poltrone Con 421 voti a favore, 170 contrari, e 32 astenuti, sono state approvate ieri dal Parlamento le candidature dei quattro commissari europei designati per sostituire coloro che sono stati eletti deputati. E c è anche un italiano: Ferdinando Nelli Feroci per l industria e l imprenditoria. Quanto agli altri tre, si tratta di Jyrki Katainen per gli affari economici e monetari e l euro, Martine Reicherts per la giustizia, i diritti fondamentali e la cittadinanza, e Jacek Dominik per programmazione finanziaria e di bilancio. I quattro ricopriranno la carica fino al termine del mandato della Commissione attuale, che scade il 31 ottobre Il via libera definitivo del Consiglio per far sì che i candidati inizino il loro mandato è atteso a breve. V.B.

4 4 LA STORIA DELLA DONNA CHE HA PERSO LA VITA PER SALVARE DUE BAMBINI DAL MARE IN TEMPESTA Focus Quando il coraggio e l eroismo sono nel dna Natalia Maovaz, il garbo timido di un cerbiatto e il cuore coraggioso da leonessa di Nicolò Accame Èstato bello stare vicino a Natalia. Soprattutto per noi che siamo stati la sua famiglia. È stato così bello e pieno di ricordi che rischia di passare in secondo piano quanto sia stata breve la sua vita. Natalia era speciale. Creativa e spiritosa come suo padre Sigfrido. Dalla mamma Francesca, invece, aveva ereditato una cultura aperta, progressista e la passione per i viaggi. Natalia era una restauratrice. Sapeva disegnare, cucire, ricamare. Amava fare i dolci, essere mamma e buona amica. Organizzare un picnic, giocare con i bambini, stare allegra con poco. Natalia era elegante e generosa. Aveva il garbo timido di un cerbiatto e il cuore coraggioso di una leonessa. Così, quando il destino le ha chiesto di mettere in gioco la sua vita per la vita di un altro, non ci ha pensato su un istante. E si è gettata tra le onde della Maddalena per salvare chi era in pericolo. Andrea è stato il compagno della vita. Il marito. Il papà dei piccoli Carlo e Anita. Il complice di tante storie, piccole e grandi, banali e speciali al tempo stesso. Come quando, qualche anno fa, decisero assieme di aiutare una giovane mamma che avevano conosciuto a scuola. Vennero a sapere, infatti, che questa ragazza straniera, con la sua bambina, subiva prepotenze e cattiverie da parte del padrone di casa. Anche in quell occasione Natalia e Andrea si comportarono come sulla spiaggia della Maddalena: non tentennarono, non fecero calcoli. In quattro e quattr otto andarono a prendere e portar via mamma e figlia. Le fecero le valigie. Le aprirono con il sorriso la porte di casa loro: Saremo un po più stretti - dissero - ma anche un po più felici. D altra parte, a ben pensarci, l altruismo e il coraggio Natalia li aveva nel sangue, nel dna, essendo la nipote di due nonni-eroi a dir poco straordinari: il nonno Mario Maovaz - impavido triestino - che sacrificò la vita nel 1945,morendo torturato e fucilato. E il nonno Carlo Delcroix, che perse le mani e gli occhi, appena ventenne, mentre stava combattendo contro gli austriaci nella Prima guerra mondiale. Proprio a casa del nonno Carlo, a Roma, noi di famiglia ci incontravamo tutte le domeniche. Era tanto tempo fa, oltre trent anni, ma quelle giornate le ricordiamo come fosse ieri. Il pranzo della domenica era un rituale, allegro, affettuoso, gaudente, che si ripeteva ogni settimana. I Maovaz arrivavano a casa dei nonni facendo una piccola passeggiata. Partivano da casa loro, a piazza Campo Marzio, attraversavano il ponte davanti al Palazzaccio ed in pochi minuti erano a destinazione, a piazza Adriana. I due fratelli Natalia e Marco, sempre insieme, camminavano davanti, i genitori pochi passi dietro. Non passavano inosservati, tutti e quattro belli. Tutti e quattro altissimi. Dai nonni si cucinava toscano e si beveva chianti, perché i Delcroix sono sempre stati orgogliosi delle loro origini fiorentine. A capotavola si sedeva il nonno Carlo con a fianco la sua ombra amorevole, la nonna Rina. Poi, a fianco, i grandi. Ovvero Sigfrido e Francesca, Antonello e Pina, Giano e Rita. Carlo Delcroix, eroe di guerra e nonno di Natalia Maovaz (a destra) Lo scorso 9 luglio la tragedia a La Maddalena Lo scorso 9 luglio il cuore di Natalia Maovaz si è fermato per sempre nelle acque di Baia Trinita, nella costa nord occidentale dell Arcipelago della Maddalena, in Sardegna. Tra le onde di un mare che non fa sconti. Non ci ha pensato due volte, la mamma coraggio, a tuffarsi in acqua quando s è resa conto che il figlio e un altro bambino, sconosciuto, erano in pericolo. Due, tre, poi quattro bracciate con il marito a fianco prima di ritrovarsi in un vortice tremendo, senza via d uscita. Ha perso la vita per non toglierla alla persona che amava di più, il suo bambino. In quel tremendo pomeriggio, purtroppo, la sorte aveva scelto la sua vittima. Quando anche il defibrillatore del 118 non ne ha voluto sapere di battere forte sul suo petto, s è capito che ormai A seguire i bambini, i cugini, come ci chiamavamo tra noi: Barbara, Elena, Natalia, Zizzi, Virginia, Marco, Carlo e Nicolò. I grandi parlavano di politica, di storia, di arte. Era un gruppo fuori dalla norma, fatto di scrittori, di artisti, di intellettuali. Noi bambini, invece, pensavamo solo a scherzare, a giocare, a divorare le torte di Ruschena e le meringhe di Bosello. Ci godevamo la nostra spensieratezza. Sono stati anni bellissimi. Un lungo periodo felice. Vissuto in una famiglia unica e sempre unita. Con il passare degli anni sono andati via i nonni, lo zio Sigfrido, lo zio Giano e lo zio Antonello, bello ed elegante fino all ultimo. Ma nel non c era più niente da fare. Natalia se n è andata, ma solo dopo aver salvato la vita dei suoi cari. L ennesimo gesto d altruismo che ha rispecchiato tutta la sua esistenza. L ultimo, ma sicuramente il più importante di tutti. Federico Colosimo frattempo sono arrivati ben dodici bambini, che sono il nostro futuro e la nostra gioia. Tra funerali e battesimi non abbiamo mai perso la voglia di stare insieme. L ultima volta che ci siamo riuniti era gennaio. Il giorno della Befana, a Roma, a lungotevere dei Mellini. La zia Rita aveva preparato una tavola bellissima. La casa era piena di ragazzini, grandi, piccoli e neonati. Invece di fare il pranzo abbiamo scelto di festeggiare con una merenda serale. La cucina toscana ha lasciato un po di spazio a quella ligure: pizza con le olive taggiasche e pasta al pesto. D altra parte lungotevere dei Mellini è la base degli Accame, i loanesi. Accanto al chianti c era anche qualche bottiglia di pigato rivierasco. Siamo stati insieme. Ci siamo divertiti. I più grandi in salotto, i bambini a far chiasso nelle stanze da letto. Come tanti anni prima. Come sempre. Pensare alla prossima volta ci riesce a tutti molto, molto difficile. È inutile negarlo. Ciao Natalia. Dirti addio ci lascia una sensazione di enorme tristezza. Fredda e profonda come il mare della Maddalena.

5 5 Storia ALLORA ED ORA LA COSCIENZA MI HA SORRETTO E MI SORREGGE PERCHÉ HO OPERATO SOLO AL SERVIZIO E PER IL BENE DELL ITALIA Gioacchino Solinas, sulla strada dell onore I suoi granatieri sono l unico fronte a Porta San Paolo contro i tedeschi. Ma poi aderirà alla Rsi di Emma Moriconi che per il senso del dovere dimostrato, il caso dei granatieri merita di essere ricordato perché essi erano agli ordini del Oltre generale Solinas di cui erano noti i sentimenti fascisti e che, ciò nonostante, fu tra i generali uno di quelli che nei giorni immediatamente successivi all armistizio si comportarono meglio : sono parole di Renzo De Felice che così ricorda il generale Gioacchino Solinas in Mussolini l alleato. Solinas era stato il Comandante della 21esima Divisione fanteria Granatieri di Sardegna e tra l 8 e il 10 settembre 1943 aveva combattuto a Roma contro i tedeschi, durante la resistenza di Porta San Paolo. E aveva combattuto pressoché da solo, con i suoi granatieri, perché dalle ore 22,10 dell 8 settembre i soldati erano andati allo sbando, nell assenza totale di guida e di ordini dopo la fuga del re e di Badoglio. Aveva combattuto contro i tedeschi, dunque, Solinas. Lo aveva fatto per ragioni di scelta militare più che ideologica o politica. Ma poi aveva scelto Salò, una scelta non so dire se giusta o sbagliata: lo dirà la storia. Se sbagliata, ho pagato. Ma allora ed ora la coscienza mi ha sorretto e mi sorregge perché ho operato solo al servizio e per il bene dell Italia. Un personaggio, dunque, scomodo per entrambe le parti: per i fascisti, per aver combattuto contro l alleato tedesco all indomani dell armistizio. Ma, soprattutto, per i partigiani. Per due motivi: prima di tutto perché Solinas ruba la scena ai partigiani nella lotta senza quartiere contro il nazismo. Perché a Porta San Paolo, l 8 settembre di partigiani ce ne erano ben pochi. C erano in compenso i dodicimila granatieri di Solinas, oltre ai Lancieri di Montebello, al V battaglione Genio guastatori, a un battaglione di carabinieri e pochi altri. Anche se la copiosa letteratura partigianesca postbellica è infarcita di eroi combattenti alla maniera di Sandro Pertini e Luigi Longo. E poi perché trovatosi di fronte ad un bivio aveva scelto di seguire la strada dell onore, quella che conduceva verso il lago di Garda. Per decenni, così, di Solinas si è persa la memoria, finché un giovane ricercatore, Daniele Sanna, ne ha tirato fuori la storia in un volume: Da Porta San Paolo a Salò. Gioacchino Solinas comandante antitedesco, edizioni AM&D di Cagliari. Sanna ricostruisce la vicenda di Solinas recuperandone la memoria anche attraverso le scartoffie di un altro generale, Antonio Tedde di Torralba, che dopo il settembre del 43 aveva invece scelto di aderire alla protesta partigiana e che è il personaggio chiave di un altro lavoro di Sanna, Un ufficiale scomodo dall armistizio alla guerra di Liberazione. Del resto Solinas, aderendo alla Rsi, aveva seguito la strada già tracciata in gioventù: Sciarpa Littorio, squadrista, fascista convinto, così lo definisce Paolo Monelli nel volume Roma Ma prima ancora era stato decorato due volte al valore militare con la medaglia d argento, dunque era prima di tutto un soldato. E infatti Secondo me dice il generale Antonino Torre, direttore del Museo storico dei granatieri di piazza Santa Croce in Gerusalemme la sua non fu una scelta ideologica. Solinas era un militare valorosissimo, la sua carriera parla chiaro. Egli rispettò le consegne e lo fece con decisione, coraggio e decoro. Gli altri no. A Salò, Solinas è comandante del Centro Costituzione Grandi Unità a Vercelli. Poi comandante della regione militare Lombardia. Dei giorni che vanno dall 8 al 10 settembre 1943 Solinas lasciò uno scritto, una sorta di diario che ha costituito una delle fonti a cui Sanna ha potuto attingere per la redazione del suo volume. Ma Torre aggiunge: Oltretutto, a guerra finita, dovette subire le critiche di chi era scappato e il tentativo da parte dei civili e di altri militari di appropriarsi il merito della difesa di Roma. Si, perché dopo il suo arresto ad opera dei partigiani delle Brigate Matteotti, l 11 luglio 1945 Solinas fu condannato dalla Corte straordinaria d Assise di Milano a 20 anni di carcere per aver aderito alla Rsi e accettato il comando regionale della Lombardia, ma anche per aver costituito un tribunale militare speciale. La Corte di Assise di Roma lo scagionò da ogni colpa, riconoscendogli il grande senso del dovere nella difesa di Roma e rendendo giustizia ad un uomo che poté dire che nel periodo del suo comando si erano registrati 30 mila esoneri, il rimpatrio di 6500 internati in Svizzera e la copertura di 3500 disertori. Da me disse ancora non è mai stato ordinato nessun arresto, nessuna convocazione di Tribunale straordinario, nessun rastrellamento di partigiani. Solinas morì all età di 94 anni, nel emoriconi@ilgiornaleditalia.org

6 6 Esteri RIPRENDONO SENZA SOSTA I RAID ISRAELIANI Gaza: più di 200 palestinesi uccisi In nove giorni altri attacchi dell'esercito di Tel Aviv sulla Striscia. Intanto Hamas rilancia sulla pace e propone una tregua di dieci anni Non c è speranza per una tregua duratura sulla Strscia di Gaza. Così in nove giorni i raid dell aviazione israeliana hanno ucciso 205 palestinesi. Questo è quanto riferisce il portavoce del ministero della Sanità di Gaza, Ashraf al-qedra. È il più alto numero di vittime negli ultimi cinque anni di ostilità tra lo Stato ebraico e i palestinesi: 24 donne e 39 tra bambini e adolescenti fino a 16 anni, mentre i feriti sono più di La prima vittima registrata anche tra gli israeliani dall inizio dell operazione Confine protettivo : si tratta di un uomo di 38 anni colpito da schegge di mortaio di una granata al valico di Erez, al confine tra Israele e la Striscia. L esercito israeliano ha chiesto agli abitanti del nord della striscia di lasciare le proprie case per la loro sicurezza : tra i bersagli ci sarebbero gruppi di militanti ritenuti responsabili del lancio di razzi e case di militanti e leader di Hamas. In nove giorni da Gaza sono stati sparati razzi verso Israele: 985 di questi hanno raggiunto il territorio israeliano, 225 sono stati intercettati dalle batterie di difesa, gli altri sono caduti in zone aperte. Sul fronte diplomatico Hamas e la Jihad Islamica hanno respinto la tregua proposta dall Egitto: dal fallimento dell iniziativa egiziana, secondo la Dpa, Hamas e la Jihad Islamica hanno lanciato 142 razzi contro Israele, dove hanno continuato a suonare le sirene di allarme per gli attacchi missilistici. Per quanto riguarda l Italia il ministro degli Esteri, Federica Mogherini, sta cercando di dare un aiuto per arrivare a un cessate il fuoco tra Hamas e Israele in qualità di ministro di un paese importante in seno all Ue e a livello mondiale, ha spiegato il ministro degli Esteri palestinese, Riad al- Malki, che incontrerà la Mogherini oggi a Ramallah. Secondo il il quotidiano israeliano Maariv, Hamas è interessata a concordare un tregua di dieci anni: sarebbero già state formulate in merito dieci richieste precise. Le richieste di Hamas, sempre secondo Maariv, sono le seguenti: dalla riapertura del valico di Rafah (da cui si accede al Sinai egiziano) alla riabilitazione dell aeroporto internazionale di Dahanyeh (in disuso da molti anni) e quindi del porto marino. Inoltre i pescatori di Gaza dovranno avere la possibilità di spingersi fino a 10 miglia marine dalla costa, mentre agli agricoltori dovranno poter lavorare i campi fino a ridosso dei reticolati di confine con Israele. Infine Hamas esige che agli abitanti di Gaza abbiano il permesso di transito per recarsi in preghiera alla moschea di al-aqsa a Gerusalemme. Quello che viene richiesto subito a Israele secondo quanto ha appreso Maariv è di liberare le centinaia di palestinesi arrestati in Cisgiordania nelle settimane passate; sul piano politicoinvece dovrà impegnarsi a non ostacolare nuove elezioni politiche nei Territori e dovrà far retrocedere i propri mezzi blindati che circondano al momento la striscia di Gaza. Francesca Ceccarelli LA MINACCIA DI JEAN-CLAUDE JUNCKER Ora l Europa teme una doccia scozzese Segnali di nervosismo in vista del voto per l indipendenza del 18 settembre Mamma li Pitti! Ricordando l antica e fiera popolazione del nord della Gran Bretagna, quella che si pitturava il viso e il petto prima di combattere i Romani sul Vallo di Adriano, in Europa devono probabilmente avere un fremito. E così, mentre nel silenzio generale siamo ormai a due mesi dalla fatidica data del referendum per l indipendenza della Scozia (18 settembre) cominciano a planare sui giornali, tanto per avvertire l opinione pubblica, le minacce della centrale burocratica continentale. Il neo presidente dell Unione Europea Jean-Claude Juncker ha infatti già annunciato battaglia: Se la Scozia voterà l indipendenza, sarà esclusa da subito dall Unione Europea. E non basterà chiedere di ritornare ad essere membri con una semplice lettera: sarà fuori per almeno 5 anni. All Italia, che dall Ue (che si tratta di Berlusconi o di Renzi, di Monti o di Letta) ha ricevuto solo sorrisini e pedate, forse piacerebbe avere invece proprio tale opportunità. E chissà che, dopo cinque anni di libertà dell euro, magari anche nonostante le contromisure di punizione che gli eurocrati sicuramente faranno planare, l economia nazionale non si sia ripresa a tal punto da far sentire ampie pernacchie dal versante meridionale delle Alpi. Certamente, questo resta solo un sogno. Ma tanti italiani, che si destano dalla sbornia di ce lo chiede l Europa, hanno scoperto che il Paese è stato commissariato, come dimostrano i tre governi consecutivi non eletti dal popolo che si sono succeduti (peggiorando puntualmente deficit pubblico e stato generale della nazione). E altrettanti cominciano a riscoprire che senza sovranità nazionale non può esserci democrazia. A costoro non resterà che guardare con attenzione a cosa succederà nella terra delle Highlands. R.V. DIETRO IL FERMENTO DELLE ULTIME ORE GRANDI MANOVRE GEOPOLITICHE TELEGUIDATE DAGLI USA Se i baltici tramano contro l asse Italia-Russia di Giuliano Castellino Ennesima riprova: l'italia e l'europa sono una nazione ed un continente senza sovranità. Ultima conferma è il "caso Mogherini", non voluta da molti paesi dell'est Europa come ministro degli Esteri in questo semestre italiano. Le colpe? La visita di Federica Mogherini al Cremlino, anche a nome della presidenza italiana della Ue, dal ministro degli Esteri Sergei Lavrov; e le dichiarazioni esultanti subito dopo di Mosca: «Il gasdotto South Stream si farà». In due anni, passando dal fondo del Mar Nero a Vienna, con il pieno appoggio politico del governo italiano e con quello tecnico dell Eni, come una spina dorsale per tutta l'eurussia, il South Stream fornirà gas a tutte le nazioni europee. L'accordo tra il nostro Ministro e la Russia è stato confermato anche se l Ue aveva bloccato in Bulgaria il capolavoro di Vladimir Putin, considerato uno stratagemma per affamare l Ucraina e per controllare metà dell Europa. Anche se l Ue aveva discusso sanzioni contro gli interessi economici oltre che diplomatici di Mosca. Ma gli "anti-italiani" dimenticano che l'accordo sul gasdotto l'hanno confermato, violando le sanzioni, Germania, Francia e tutti i paesi dell'ex Jugoslavia. Il gruppo di nazioni dell Est Europa ha concordato di opporsi alla candidatura di Federica Mogherini è guidato dalla Polonia, molto vicina agli Usa di Barack Obama e avviata ormai a diventare una potenza economica, e composto dai Paesi baltici, cioè Lituania, Estonia e Lettonia. Tutti ex sudditi dell Urss, oltre che protagonisti di "rivolte" (tutte pilotate come quella di Kiev) indipendentiste contro Mosca, e due fra loro - Estonia e Lettonia - popolati da forti minoranze russe che hanno dato segni di inquietudine sulla scia dei loro «compatrioti» in Crimea o in Ucraina Orientale. In ognuno di questi Paesi, il ricordo dell Urss e oggi la presenza della Russia che sgomita non suscitano generalmente grandi entusiasmi. Mentre l Ue, e più ancora la Nato, sono viste come scudo protettivo, politico, economico e militare. Ecco perché l appoggio offerto a Putin sul tema South Stream dal nostro ministro Mogherini, e dal primo ministro Matteo Renzi, nel quadro della presidenza italiana della Ue, ha suscitato preoccupazione e malumore. Né è piaciuto l annuncio di quel vertice autunnale, a Milano, dove Putin dovrebbe ovviamente comparire come interlocutore protagonista: nei giorni in cui l Ucraina formalmente alleata dell Ue, e messa a dieta del gas russo, comincerà ad affrontare i freddi dell inverno. E a fare i conti con il FMI e l'austerità. Vecchi timori e recenti suscettibilità convergono in questo groviglio diplomatico. Per non parlare degli interessi economici: South Stream, ricordiamolo è un'opera Gazprom, nasce con la collaborazione dell italiana Eni, della francese Edf, e della tedesca Wintershall. È atteso naturalmente da molti Paesi, come arteria di energia. Ma secondo la Troika il suo obiettivo potrebbe anche essere, oggi, quello di isolare l Ucraina e di rendere energeticamente indipendente e sovrana l'europa, inaccettabile per gli occupanti che vogliono imporre il Ttip e vorrebbero costruire un gasdotto che attraversi tutto l'oceano Atlantico, per tenere "sotto botta" il Vecchio Continente. E non è un caso che gli Stati Uniti, oltre a "fomentare" lo sgambetto alla Mogherini, sono tornati a pressare l Unione europea per sanzioni più dure contro la Russia. In un incontro avvenuto nei giorni scorsi alla Casa bianca, i funzionari dell amministrazione Usa hanno chiesto agli ambasciatori europei di adottare misure più severe per fermare quella che Washington definisce la politica di destabilizzazione del presidente russo Vladimir Putin in Ucraina. L'amministrazione di Barack Obama ha fatto presente di essere pronta ad agire in modo unilaterale se i leader europei si rifiuteranno di imporre sanzioni che potrebbero danneggiare le loro economie. Washington sarebbe pronta ad annunciare nuove misure già questa settimana. In poche parole: o si fa come dice lo Zio Tom o lo "Sceriffo mondialista" agirà da solo. Non solo contro la Russia, ma pure contro l'europa, gli europei ed i loro interessi. Gli Usa hanno tolto la maschera: Georgia o Ucraina poco importa, quello che vogliono è "costruire" una nuova "cortina di ferro", isolare Mosca, far saltare il South Stream e un giorno realizzare i veri "U.S.A.", united states atlantic. Chissà se un giorno la Mogherini verrà ricordata come la Craxi del terzo millennio.

7 7 Da Roma e dal Lazio IL DELEGATO ALLO SVILUPPO ECONOMICO E ALLE ATTIVITÀ PRODUTTIVE RICHIAMATO DA MAGGIORANZA E OPPOSIZIONE Guido Fabiani faccia il suo mestiere Fresco di nomina alla cabina di regia nel settore spaziale, l assessore regionale alla corte di Zingaretti ha contestato i tempi troppo lunghi della Pisana di Giuseppe Sarra Pochi auguri di buon lavoro, molte invece le critiche che gli sono piovute addosso. Sicuramente l assessore regionale allo Sviluppo economico e alle Attività produttive, Guido Fabiani, la giornata di ieri la immaginava diversa. Fresco di nomina come rappresentante delle Regioni alla cabina di regia nel settore spaziale, intervenendo all Assemblea annuale della Piccola Industria di Unindustria, Fabiani si è reso autore di una pesante gaffe, che, oltre agli attacchi dell opposizione consiliare, gli è costato il richiamo del presidente della Pisana Daniele Leodori. Mentre l attività dell Aula è concentrata sulla discussione del collegato alla legge finanziaria, Fabiani ha criticato i tempi troppo lunghi per l approvazione dei provvedimenti. Un osservazione che l attento vicepresidente del Consiglio regionale e capogruppo de La Destra, Francesco Storace, non ha digerito. Da accusato, visto il suo ruolo principale nell azione dell opposizione alla Pisana, ad accusatore: Fabiani dovrebbe sapere che il consiglio non è il passacarte della giunta, ha esordito Storace, invitando poi il collega Leonori a richiamarlo ad una forma di elementare rispetto. La tiritera delle lungaggini legislative non funziona: basta presentare testi di legge fatti bene e si approvano, ha ricordato ancora Storace che poi si è chiesto: Se invece si deposita un collegato alla finanziaria di 50 leggi che cosa si pretende?. E rincara: Attendiamo un gesto di chiarimento serio per non rendere vano l operato di Fabiani. Certe dichiarazioni istigano l ostruzionismo, ha premuto ancora l ex governatore del Lazio. Poco dopo arriva anche il richiamo congiunto dei capigruppo di Forza Italia, Luca Gramazio, e di Nuovo centrodestra, Pietro Di Paolo. Ci ha messo qualche ora, forse su invito del presidente della Regione, invece l assessore a scusarsi con il Consiglio regionale. Nel mio intervento ha spiegato, in una nota, Fabiani - non ho inteso manifestare alcuna mancanza di rispetto per il lavoro e l'impegno, né del Consiglio Regionale nel suo insieme, né delle forze di opposizione in particolare. Augurandosi però del giusto equilibrio tra i diritti dell opposizione e quelli della maggioranza, assicurando tempi che consentano di accrescere la produttività della Giunta e del Consiglio, nel pieno rispetto delle loro prerogative e della loro autonomia, il tutto nell'esclusivo interesse dei cittadini. Immediata la replica di Storace. La toppa di Fabiani è peggio del buco: non spetta ad un assessore tecnico di preoccuparsi del regolamento, dei diritti dell opposizione e di quelli della maggioranza, dei tempi e della produttività del consiglio regionale, ha ricordato. Chiaro il monito: Ciascuno faccia il suo mestiere. In serata arriva anche il tardivo richiamo del presidente dell Assemblea regionale Leodori all assessore Fabiani: Il confronto, a volte lo scontro, così come il reciproco scambio di idee, di posizioni culturali e politiche tra maggioranza e opposizioni non possono e non potranno mai rappresentare una perdita di tempo, ma un arricchimento per la democrazia e le sue dinamiche ha detto - che vanno rispettate da tutti, in particolare da chi ha responsabilità di governo. Così come è un arricchimento per i provvedimenti e le misure, spesso delicate, che incidono sulla vita dei nostri cittadini, delle nostre comunità, che vengono discusse ha sottolineato - nelle commissioni e quindi in Aula. Allarme sicurezza a Roma e nel Lazio. Le indagini delle forze di polizia hanno fatto emergere una rete di specialisti, molti dei quali originari di Paesi dell Est, che durante i periodi di ferie mettono a segno colpi nelle abitazioni. Il sistema più diffuso fra i topi d appartamento resta comunque quello di far saltare il cilindro europeo della porta di casa, anche se blindata. Il proprietario si accorge quindi del servizio solo quando rientra in casa. Tra i primi posti esaminati dai ladri sono comunque gli armadi, i cassetti, i vestiti, l interno dei vasi, i quadri, i letti. Ma entriamo nel dettaglio del rapporto. Una forte impennata, rispetto agli anni passati, si è registrata in particolare nella capitale e nel suo hinterland. Ben nel 2013, facendo segnare un più 3,3% rispetto ai del 2012 e ai del Il dato, spalmato sui tre anni presi in considerazione, mostra un incremento del 7,9%. A darne notizia è stata l Adnkronos, citando fonti qualificate. Stesso trend per le restanti province del Lazio. Nel 2013 i furti nelle abitazioni sono stati , con un +1,8% rispetto ai del 2012 e ai del 2011; con una variazione che si aggira di +7,7%. Un inversione di rotta positiva c è stata, invece, per quanto riguarda i ladri individuati dalle forze dell ordine: a Roma e provincia sono stati identificati 476 rapinatori relativamente ai 456 del 2012 e ai 394 del Stesso andamento nelle altre zone della regione: le persone denunciate l anno scorso sono state 1.319, segnando così un +3,4% nei confronti dei e dei 959 malviventi di due e tre anni fa. Una variazione, nel confronto fra i dati , che ha raggiunto un +37,5%. Tra i tanti consigli più diffusi, ad esempio, quello TOPI D APPARTAMENTO IN AZIONE Aumentano i furti a Roma e nel Lazio Una notevole percentuale dei ladri proviene dall Est Europa di scambiarsi i numeri di telefono con i vicini, per poterli contattare in caso di prima necessità. Se invece abitate soli, non fatelo sapere a tutti, mettendo nome e cognome sulla targhetta del citofono o registrando un messaggio al singolare in segreteria telefonica. Mentre se si ha bisogno della duplicazione di una chiave, meglio provvedere personalmente o incaricare una persona di fiducia. Si consiglia anche di non inserire al portachiavi targhette con nome ed indirizzo oppure, in caso di breve assenza o se siete soli in casa, lasciare accesa una luce, la tv o la radio, in modo da mostrare all esterno che la casa è abitata. Possono tornare utili, inoltre, dispositivi a timer, programmabili per l accensione e lo spegnimento a tempi stabiliti, oppure farsi svuotare la cassetta postale da persone di fiducia, in modo che non si accumulino carte che diano l impressione visiva che nessuno è presente in casa. Giovanni Battista Scali, dirigente dell Ufficio prevenzione generale e soccorso pubblico della Questura di Roma, suggerisce di istallare l allarme collegato al 113: E gratuito spiega - purché risponda a requisiti tecnici indicati sul sito della Polizia. Non vi sono costi per il collegamento con la Sala operativa della Polizia. Un attenzione particolare va rivolta agli anziani, ai quali il primo consiglio fa notare Scali - è evitare di aprire la porta agli sconosciuti. Diffidare da chi bussa alla porta spacciandosi per tecnici o personale di agenzie di servizi, perché questi appuntamenti sono concordati. G.S I CARABINIERI SONO SULLE TRACCE DEGLI ALTRI DUE MALVIVENTI Picchiano e rapinano due anziani, arrestato un parente Grazie ad una telecamera di videosorveglianza di un bar adiacente al palazzo delle vittime, i carabinieri del Nucleo investigativo di Roma sono riusciti a pizzicare il palo, individuando così uno dei tre rapinatori. A finire in manette è stato un uomo di 36 anni, G.M. cl con precedenti, residente a Guidonia Montecelio. E ritenuto responsabile, in concorso con ignoti, di una rapina con sequestro di persona commessa venerdì scorso ai danni di una coppia di pensionati, lui 85enne e la moglie 67enne, residenti a Roma in via del Fontanile Arenato. I complici del 36enne, a volto scoperto e armati di pistola, hanno prima aggredito nel garage condominiale l uomo, poi lo hanno legato e imbavagliato per sottrargli le chiavi di casa e fare irruzione nell appartamento della vittima, ove erano presenti la moglie e la domestica. A questo punto i rapinatori, a cui si era aggiunto un terzo individuo travisato da un cappuccio, hanno iniziato a malmenare la signora per indurla ad aprire una cassaforte presente in casa. La donna, nonostante le violenze, non ha ceduto alla richiesta. I ladri così, utilizzando attrezzi da lavoro trovati in casa, l hanno smurata e aperta. I malviventi sono scappati quindi con un bottino del valore di circa 100 mila euro. Successivamente la donna è stata trasportata e ricoverata in ospedale per le lesioni riportate durante la rapina per poi essere dimessa dopo alcuni giorni. Le immeditate indagini dai militari hanno consentito di individuare il cosiddetto palo, il quale prima di entrare travisato nella casa dei due anziani coniugi aveva a lungo sostato in strada. Non solo: il 36enne è poi risultato essere un parente dei due coniugi. In passato, stando agli accertamenti svolti dai carabinieri, G.M. aveva avuto un contrasto con la coppia, che lo aveva denunciato per una vicenda di famiglia, e aveva minacciato i coniugi di ritorsioni consistenti nel mandare qualcuno a rapinarli.

8 8 Dall Italia MODENA - LA DENUNCIA DELLA GUARDIA DI FINANZA PER PECULATO, SOTTRAEVA DENARO ALL ERARIO ABUSANDO DELLA SUO RUOLO IN TESORERIA Dipendente Bankitalia ruba 3 milioni di euro Un sistema truffaldino durato quasi 10 anni, bonifici a creditori fantasma, ma a incassare era il funzionario di Chantal Capasso Dopo una lunga attività d indagine la guardia di finanza di Modena ha fermato l attività fraudolenta, durata per quasi un decennio, di un funzionario della tesoreria della Banca d Italia, in servizio presso la sede di Modena e poi in quella di Bologna. Il dipendente facendo ricorso a specifiche competenze e nell'esercizio delle proprie funzioni, si è appropriato indebitamente di fondi pubblici per un valore di oltre 3,27 milioni di euro. Il reato che si contesta al funzionario è peculato. Le indagini sono partite in seguito ad una segnalazione di un operazione sospetta che proveniva dal sistema finanziario e da un contestuale esposto presentato dalla stessa Banca d'italia alla competente autorità giudiziaria, circa il presunto illecito comportamento assunto da un dipendente. In seguito alle indagini si è provveduto a bloccare l'operatività dei conti correnti intestati all'indagato, al fine di impedirne l'ulteriore disponibilità delle somme di denaro accreditate. Il dipendente abusando del suo ruolo presso la tesoreria Provinciale di Stato, quale detentore delle deleghe e abilitazioni ad operare, disponeva direttamente dei fondi pubblici. Esperto delle norme di contabilità di Stato aveva architettato un abile sistema: emetteva dei falsi ordini di bonifico, cosiddetti Sop-speciali ordini di pagamento, che risultavano fittiziamente emessi dai locali uffici dell'agenzia delle entrate e altrettanto fittiziamente muniti del visto di esecutività della Ragioneria territoriale dello Stato, questo secondo quanto riportato da Adnkronos. Gli ordini di pagamento fantasma contenevano diverse causali, quali ad esempio per l esecuzione di sentenza definitiva commissione tributaria di Bologna o Modena, rimborsi vari e pagamento liti. Mentre i beneficiari erano realmente esistenti, società con sede nella provincia di Modena o Bologna, ma inconsapevoli di avere dei crediti nei confronti dell Erario, tra l altro mai rivendicati. Il sistema fraudolento dell indagato consisteva nell inserire i titoli con beneficiari inventati, dopo aver ricevuto il benestare per l operazione dal proprio superiore, provvedeva prontamente a sostituire l iban di accredito con il suo; il gioco era fatto e le somme passavano direttamente nel suo conto corrente. Tutto questo è successo dal 2002 al 2014, individuate 20 operazioni. Una per ogni anno circa. Iniziando dal 2002 con piccole somme, circa una decina di migliaia di euro si è poi passati negli anni, in una sorta di avida escalation, a svariate centinaia di migliaia di euro l'una, fino a raggiungere i euro. L'ultima posta in essere a febbraio di quest'anno per circa 336 mila euro. Appropriatosi delle somme distratte, queste venivano, poi, prelevate in contanti o distribuite a mezzo assegni o bonifici a favore dei familiari dell'indagato (moglie e due figli) e di soggetti terzi, per i vari pagamenti. Mentre il reato contestato per il funzionario è quello di peculato, i familiari sono indagati per riciclaggio. Alla conclusione delle indagini sono state sequestrate somme di denaro per oltre euro, orologi di valore, tre autovetture e una quota di un immobile del valore di circa euro, nonché sotto sequestro gli emolumenti-pensione nella misura consentita dai limiti di legge, fino a concorrenza del prodotto del reato contestato. Il funzionario ha ammesso le proprie responsabilità ed è stato destituito dal servizio. Tutte le investigazioni, coordinate dalla Procura di Modena, sono state effettuate in stretta e costante collaborazione con i vertici della Banca d'italia sede di Bologna. UNA BADANTE A PALERMO Seppellisce anziano per riscuotere la pensione Aveva trovato Antonio Cutrò morto e ha occultato il cadavere. Dopo due anni confessa APalermo è stato recuperato nelle campagne di Corleone dalla polizia scientifica, il corpo di un uomo avvolto in un sacco nero della spazzatura. Dovrebbe essere il cadavere di Antonio Cutrò, un pensionato di 87 anni seppellito due anni fa dalla sua badante, Maria Antonietta Di Mattia, 50 anni. La donna, che accudiva da molti anni l'anziano nella propria abitazione, avrebbe occultato il cadavere per continuare a riscuotere la pensione. Non poco sorpresi dalla notizia gli abitanti del paese, che conoscevano quell uomo chiamato affettuosamente zio Cicco. Antonino Cutrò viveva da ormai vent anni a Corleone dopo essersi trasferito da Bivona, nell Agrigentino. Poi aveva conosciuto Maria Antonietta Di Mattia, che si occupa in paese di diversi anziani. Le condizioni in cui la donna vive sono definite dagli investigatori molto disagiate. Dopo qualche anno dall incontro con la badante l anziano si era trasferito nella sua casa popolare. Dai racconti agli investigatori, la badante nel novembre del 2012 avrebbe trovato morto l uomo dopo essere tornata a casa. Dopo avere tenuto il corpo in casa per dieci giorni avrebbe deciso di seppellirlo in un suo appezzamento di terreno in Piano Di Corte per continuare a incassare la sua pensione. È stata la stessa donna a confessare tutto, dopo essersi consultata con il suo legale, l'avvocato Antonio Di Lorenzo. «E' venuta nel mio studio - spiega l'avvocato - Mi ha detto che voleva farla finita, voleva suicidarsi, non ce la faceva più a sopportare quella situazione. Dopo averla rasserenata ho chiamato la polizia. Adesso aspettiamo che la scientifica trovi il cadavere».la donna, che non è ancora in stato di fermo, ha indicato anche il luogo dove avrebbe seppellito il corpo del pensionato, nei pressi di una piccola costruzione di sua proprietà. C.C. TRAGEDIA A TORINO - FIGLIO IN PREDA AD UN RAPTUS ACCOLTELLA LA DONNA Uccide la madre, credendosi Satana A scoprire il corpo l altro figlio, Arrestato dai carabinieri il romeno di 29 anni, incensurato: ultimamente era depresso perché senza lavoro Uccide la madre a coltellate perché si crede Satana. Questa vicenda terribile è accaduta ieri mattina a Torino, subito dopo le 8, in un appartamento al terzo piano di via Belfiore 19, quartiere della nuova movida, San Salvario. La vittima è una donna di origine romena 51enne si chiama Maria Ferencz; mentre l assassino è il figlio Alexandru Adrianu Ferencz, 29 anni. A chiamare invano i soccorsi, è stato il fratello dell'omicida. Dalle prime informazioni sembra che l'aggressore, soffra di disturbi psichiatrici. Il corpo è stato scoperto, attorno alle 11, da un altro figlio. Quella stessa mattina il fratello del matricida, Sergiu Ioan Ferencz, 25 anni, si era preoccupato, perchè non riusciva ad avere notizie della madre. Così si è recato di persona a casa, in via Belfiore e, quando era ancora sul pianerottolo, ha visto la donna riversa a terra, in casa, in una pozza di sangue. Il fratello aveva ancora il coltello in mano e gridava frasi sconnesse, tra cui "E' stato Dio ad avermi mandato". Il ragazzo è fuggito, temendo di essere accoltellato a sua volta dal fratello. E' sceso quindi in strada e ha chiesto aiuto ai carabinieri, che erano già stati allertati. Sono intervenuti poi i militari del nucleo investigativo, coordinati dal pm Marina Nuccio, che una volta saliti al terzo piano, hanno intimato all'omicida di buttare il coltello a terra. L'uomo è stato quindi ammanettato e soccorso. Si carca di capire i motivi che hanno spinto il giovane a uccidere la madre, a cui era - secondo le testimonianze molto legato. Era disoccupato da alcuni mesi e ultimamente appariva cambiato, più cupo e depresso. È una famiglia di Testimoni di Geova, ben inseriti nel quartiere. Mai un problema, nessun contatto con la malavita della zona. Alexandru, incensurato, non aveva mai dato segni evidenti di squilibrio. I vicini di casa, ieri mattina hanno sentito urla e rumori da quell alloggio al terzo piano ma nessuno poteva ipotizzare il delitto. Padre e fratello sono stati accompagnati nella caserma di San Salvario, per un primo interrogatorio. Un testimone che lavora nel locale di fronte alla palazzina ha raccontato: "Ho sentito delle grida e ho visto un ragazzo scendere di corsa per strada e fermare una macchina dei carabinieri. Era agitatissimo, non riusciva neanche a spiegarsi". C.C.

9 9 Dall Italia VILLA SANT ANGELO (L AQUILA): LA RICOSTRUZIONE POST-SISMA È BLOCCATA PER MANCANZA DI FONDI Sciopero della fame contro l indifferenza del governo Il sindaco Biondi: Lotto per la mia gente. Nei momenti difficili servono esempi e io non intendo sottrarmi di Cristina Di Giorgi AVilla Sant'Angelo, un paesino della provincia aquilana, ricordano bene il terremoto del 6 aprile La gente di quel borgo abruzzese uno dei più colpiti dal sisma difficilmente potrà dimenticare quei terribili giorni, vissuti in un misto di stupore, terrore e disperazione. Momenti condivisi con gli abitanti delle località vicine, con i soccorritori e con gli amministratori, quelli bravi, quelli che vivono il loro incarico come una missione al servizio dei cittadini. Tra loro c'è sicuramente Pierluigi Biondi (nella foto), il sindaco appunto di Villa Sant'Angelo, che già nelle prime ore successive al terremoto era in strada, a rimboccarsi le maniche per aiutare i suoi concittadini. E che oggi, a distanza di cinque anni, rinnova il suo impegno con un'azione di protesta tanto clamorosa quanto disperata: uno sciopero della fame, che ha annunciato di voler portare avanti finché il governo non darà risposte concrete per la ricostruzione. A spiegare i motivi che lo hanno spinto ad un gesto così eclatante, è lo stesso Biondi, che ha scritto una lettera aperta indirizzata al premier Renzi, al sottosegretario al ministero dell'economia e finanze Legnini e ad altre autorità amministrative coinvolte. Quando un sindaco decide, dopo un doloroso confronto interiore, di arrivare a scrivere quello che state per leggere significa che sono ormai esauriti gli strumenti istituzionali per difendere la sopravvivenza e il futuro della comunità locale amministrata. Comincia così il Sindaco. E aggiunge che nei cinque anni e più che ci separano dal terremoto del 6 aprile 2009 abbiamo cercato di alimentare la speranza, attraverso l'esempio di un lavoro instancabile di confronto, talvolta di scontro, di impegno e passione, fino quasi allo sfinimento. Esempi positivi di dedizione che fanno da contraltare a quello scenario di malaffare che le inchieste giudiziarie sembrano delineare e contro cui dobbiamo combattere con la logica del fare. Prima che le forze si esauriscano del tutto è, tuttavia, necessario un nuovo scatto d'orgoglio, un sussulto di dignità per scuotere le coscienze di chi ha il potere di dare risposte a un territorio martoriato. Un territorio, come quello da lui amministrato, secondo soltanto all'aquila quanto a vittime e distruzione. Un territorio abitato da gente che ha affrontato le conseguenze del terremoto con dignità e tenacia, e ha affidato allo Stato il proprio destino, consapevole che una Nazione degna di questo nome non avrebbe dimenticato il dramma subito. Ed invece è accaduto proprio questo. La ricostruzione, allo stato attuale, più che un diritto quale dovrebbe essere sembra un sogno quasi irrealizzabile, in quanto mortificato dall'assenza di politiche lungimiranti e concrete. E a dimostrarlo ci sono i numeri. L'amministrazione locale di Villa Sant'Angelo ha esaurito i fondi: le casse comunali hanno finanziato, da sole, progetti per quasi sei milioni di euro ed altri cantieri sono stati aperti con il contributo dell'ufficio della ricostruzione. C'è però ancora tantissimo da fare, ma senza altri contributi non sarà possibile proseguire. In questo quadro scrive ancora Pierluigi Biondi - ci si dice di andare avanti, di continuare a firmare i decreti di contributo, non rendendosi conto che siamo ormai relegati al ruolo di giocatori d'azzardo, che puntano al tavolo verde più di quanto hanno in tasca, in spregio alle più elementari norme della contabilità pubblica. Un ruolo che finora abbiamo recitato con grande spirito di servizio che, però, non può essere più assecondato senza un minimo di regole certe e di segnali di incoraggiamento da parte del governo. Segnali che, da due anni a questa parte, sono del tutto assenti. Il destino dell'aquila e degli altri 56 comuni danneggiati dal sisma sembra relegato ai margini degli interessi nazionali dice amaramente il primo cittadino di Villa Sant'Angelo, sottolineando che l'esecutivo Renzi non ha mai apertamente considerato la ricostruzione una priorità. Il cratere aquilano non può essere considerato un malato senza speranze per cui l'unica soluzione è una morte inesorabile e piena di sofferenze aggiunge Biondi. Che conclude la sua lettera con una considerazione drammatica: Se la prospettiva del mio popolo è questa, sento il dovere di reagire e di lottare. In maniera civile ma ferma. Pertanto vi annuncio che da questa mattina ho avviato uno sciopero della fame che terminerà solo quando arriveranno le risposte che questa terra reclama. Nei momenti difficili servono gesti forti: arriva un punto in cui le parole non bastano più e servono esempi. Questo è uno di quelli e io non intendo sottrarmi. Parole pesantissime. Che dimostrano quanto, nell'italia di oggi, la Politica sia purtroppo divenuta patrimonio di pochi. CASO STAMINA - ACCUSATI DI ASSOCIAZIONE A DELINQUERE E TRUFFA Torino, chiesto rinvio a giudizio per Vannoni Con l ideatore della discussa terapia indagate altre dodici persone. Intanto la famiglia di un bambino di 7 anni che non è stato sottoposto ai trattamenti denuncia gli Spedali Civili Rinvio a giudizio per Davide Vannoni e altre dodici persone. È questa richiesta della Procura di Torino nell ambito del caso Stamina, fra le accuse i pubblici ministeri parlano di associazione a delinquere e truffa. L udienza preliminare si aprirà il 4 novembre. Con l ideatore della discussa terapia, rischia il processo, tra gli altri, anche Marino Andolina, vicepresidente di Stamina Foundation, Gianfranco Merizzi, presidente dell associazione farmaceutica Medestea, la biologa Erica Molino e di Carlo Tomino, componente dell Aifa, l Agenzia italiana per il farmaco. Le posizioni degli altri sette indagati (uno è deceduto), tra i quali i biologi russi e ucraini Klimenko Vyacheslav e Olena Scheghelska fatti arrivare da Vannoni a Torino per lavorare al metodo Stamina, sono state stralciate ed è possibile che vengano risolte con una proposta di archiviazione. Sono 35mila pagine di fascicolo in mano al pm Raffaele Guariniello, titolare dell inchiesta che oltre all associazione a delinquere e alla truffa contesta a Vannoni l esercizio abusivo della professione medica, la diffamazione e la sostituzione di persona e, a vario titolo contesta agli altri indagati la somministrazione di farmaci diversi da quelli dichiarati e il commercio di prodotti medicinali imperfetti, nonché l abuso d ufficio da parte dei medici di Brescia. Non mi aspettavo nulla di diverso ha commentato Vannoni Guariniello indaga da sei anni e nessuno si attendeva che archiviasse. Questo ci darà l opportunità di difenderci in aula, esponendo le nostre ragioni. Porteremo le nostre carte e lui avrà le sue. L inchiesta, che si è conclusa nell aprile scorso, si riferisce alla contestata terapia promossa da Vannoni, che utilizza senza un protocollo scientifico validante le cellule staminali. Il metodo Stamina è stato somministrato a pazienti affetti da malattie neurologiche degenerative, in particolare negli Spedali Riuniti di Brescia dove la terapia ad uso compassionevole è stata permessa fino allo scorso 2 aprile,quando i medici hanno deciso di interrompere fino a data da definirsi. Nell atto conclusivo delle indagini si sottolineava che Vannoni e gli altri avrebbero operato sui 101 pazienti identificati (e sui 37 donatori) senza eseguire o far eseguire i test necessari prima dell impiego del prodotto sull uomo, così indebitamente trasformato in cavia, e in assenza di qualsivoglia pubblicazione scientifica atta a identificare le caratteristiche del cosiddetto metodo Stamina e a renderlo consolidato e riconoscibile. Mentre il Processo a Torino continua la famiglia di un bimbo, Daniele Tortorelli, affetto dalla malattia di Niemann Pick di tipo A, ha sporto denuncia contro il rappresentante e il responsabile sanitario degli Spedali Civili di Brescia per la mancata esecuzione del decreto con il quale, il 29 aprile, il Tribunale di Matera aveva ordinato l immediata prosecuzione dei trattamenti con Stamina. È giusto che chi sbaglia paghi nei confronti del nostro bimbo, perché da quando non ha più le infusioni sta peggiorando spiega il nonno del piccolo Ci siamo proposti di costituirci parte civile nell eventuale procedimento penale contro il legale rappresentante degli Spedali Civili di Brescia. L ospedale ha di sua volontà fatto in modo che il bambino non potesse avere più le infusioni, per almeno fermare la malattia che lo sta portando al peggioramento quotidiano. Una questione dibattuta insomma quella del metodo stamina che continua a passare dalle aule dei tribunali agli ospedali. Carlotta Bravo

10 10 Dall Italia PADOVA - ECCO COSA SI NASCONDE DIETRO IL CONTANTE ELETTRONICO Carte di credito clonate: presa banda di nigeriani L organizzazione, con basi in Inghilterra e negli Stati Uniti, operava in diverse regioni italiane di Barbara Fruch Contante elettronico sicuro? Non si direbbe analizzando quanto accaduto a Padova dove una banda di nigeriani (gli stessi poveri immigrati che sbarcano sulle carrette del mare) clonava e utilizzava carte di credito italiane. E per farlo aveva istituito una rete criminale che intercettava dagli Stati Uniti e dalla Gran Bretagna i dati delle stesse, riproducendole nel nostro Paese. Nell operazione Chicago è stata la Polizia di Padova, sotto la direzione del Servizio centrale operativo e dell Interpol, ad individuare i soggetti che gestivano a livello internazionale la captazione dei dati delle carte di credito, la loro clonazione ed il loro utilizzo, localizzati per l appunto in Gran Bretagna e Stati Uniti. Il gruppo poteva contare poi su un numero indeterminato di soggetti stanziali in Italia, che provvedevano poi al materiale utilizzo delle carte clonate. Le cellule operative sono state individuate nel Padovano, in Campania, in Emilia Romagna, nel Lazio e in Piemonte. Particolarmente sfruttate erano le biglietterie self-service delle Ferrovie dello Stato, che avevano formalmente denunciato alla Polizia una preoccupante recrudescenza di tale fenomeno. Le indagini sono infatti partire da Milano, dove i biglietti del treno esibiti da due africani residenti a Padova risultavano acquistati in modo del tutto sospetto. Da qui gli approfondimenti che hanno rivelato tra l altro che alla stazione di Padova c era una percentuale di clonazione di carte di credito usate per l acquisto dei biglietti del 6% (contro la media italiana dell 1%, che di certo non è poco). Otto i cittadini arrestati in flagranza di reato durante le indagini. Dovranno ora rispondere non solo di clonazione e utilizzo delle carte ma anche di ricettazione dei beni provento di reato. Un operazione che inevitabilmente non può non fare emergere le problematiche della monete elettronica che viene spacciata per sicura dai governi che la vogliono imporre a tutti i costi. Ovviamente non è così, e i fatti lo dimostrano. Pur con tutti i difetti il contante perlomeno è una garanzia di libertà, mentre con l utilizzo imposto della moneta elettronica si sarebbe, tra l altro, del tutto schiavi del sistema bancario. Come scritto dal docente di economia aziendale Massimo Costa in un articolo del 2011 subito dopo i limiti all uso del contante imposti dal governo Monti : con la scomparsa delle banconote, e con esse del rischio di corsa agli sportelli, la passività dei conti correnti, nelle banche, andrebbe di fatto a patrimonio netto. In pratica non potrebbero più fallire e sarebbero investite della prerogativa pubblica di emettere moneta, in cambio di interesse naturalmente, e - per questa via - di chiedere un tributo a tutta l Europa che, però, a differenza degli altri, andrebbe a finire in tasche private. Chi ci guadagnerebbe da tutta questa situazione, sarebbero ovviamente le grandi banche private. I soldi degli italiani, insomma, non sarebbero più i loro. C è poi un altro problema non indifferente: con il contante elettronico ogni italiano diventa un libro aperto per coloro che sono in possesso di questi dati: quante volte si fa benzina, quanto si guadagna, che acquisti si fanno, dove, con quale periodicità. Una mole di informazioni elettroniche accessibili a, solo per citarne alcuni, banche, multinazionali, fisco, polizia. Un sistema che fa comodo per controllate (la famigerata lotta all evasione è solo un aspetto sommerso) ma anche per manipolare (si pensi alle indagini di mercato sui consumi). In questo quando non è difficile capire come mai è scattato l obbligo per imprese, lavoratori autonomi, professionisti di dotarsi di Pos e permettere così ai clienti e cittadini di pagare cifre al di sopra di 30 euro sempre con moneta elettronica. Il tutto perché? Perché il contante elettronico è più sicuro. Certo, quanto accaduto a Padova lo conferma. Non si ferma l ondata di sbarchi. Immigrati disperati pronti a pagare migliaia di euro a organizzazioni criminali pur di lasciare le coste dell Africa e arrivare nel Vecchio Continente. Qualcuno ce la fa, altri, purtroppo no. Ma le tragedie che si sono susseguite in questi mesi, con corpi lasciati annegare in balia delle onde, pare non siano servite a spezzare un sistema malato. E malato non è solo il sistema ma anche coloro che arrivano, anche ieri tra i arrivati (798 uomini, 84 donne e 141 minori) in mattina al porto di Reggio Calabria a bordo della nave militare San Giorgio si sono registrati dieci malati di scabbia, oltre a un morto. Secondo quanto appreso, l uomo è stato ripescato già cadavere in mare. Tra gli stranieri inoltre un neonato di 20 giorni che è stato portato in ospedale per precauzione. In ospedale anche tre ustionati e una donna L EMERGENZA CONTINUA Ancora sbarchi sulle coste Tra gli immigrati un morto e dieci malati di scabbia incinta al quarto mese il cui marito è disperso in una delle traversate. Profughi a cui ora si deve dare assistenza: circa 400 di loro saranno ospitati presso le due strutture messe a disposizione dal comune di Reggio Calabria, che assicura anche la somministrazione dei pasti e garantisce le misure di prima assistenza, con la collaborazione delle associazioni di volontariato del territorio. I restanti saranno trasferiti in strutture, anche fuori regione. Il tutto, ovviamente, a spese degli italiani. Sbarchi anche nel porto di Trapani, dove altri immigrati a bordo della nave Etna sono stati salvati nei giorni scorsi. Un flusso che è difficile da interrompere anche se in questi mesi sono stati individuati diversi bracci operativi delle organizzazioni criminali. Sono stati fermati ieri quattro presunti scafisti che farebbero parte delle unità con a bordo complessivamente 470 stranieri soccorse in mare nel canale di Sicilia dalla nave militare Fenice sbarcata martedì a Pozzallo, nel ragusano. Sono due tunisini, un eritreo e un somalo, fermati da tre gruppi di lavoro della polizia giudiziaria che li accusa di essere partiti tutti insieme dalla stessa spiaggia per viaggi promossi dalla stessa organizzazione criminale. B.F. e dormono per strada, Mangiano fanno i bisogni dove capita, creano degrado ed insicurezza. Non si può vivere sotto assedio. Se la città non è in grado di risolvere il problema, siamo nei guai dice Paolo Uguccioni, portavoce del comitato Venezia-Buenos Aires. Una situazione grave quindi, per la quale l'amministrazione Pisapia, che evidentemente ha altre priorità, non è stata fino ad ora in grado di trovare adeguate soluzioni. Commercianti e residenti della zona avevano richiesto, a più riprese e in varie sedi istituzionali, per esempio l'istituzione di un presidio fisso di polizia in loco, che identificasse i numerosi extracomunitari che stazionano nel quartiere e aiutasse a gestire l'emergenza. Visto però che non c'è stata risposta (sono infatti stati presi solo pochi ed insufficienti provvedimenti), chi vive e lavora nella zona ha deciso di organizzarsi per conto proprio. A partire da questa sera infatti, squadre composte da MILANO - CITTADINI SI ORGANIZZANO DA SOLI Ronde contro il degrado Commercianti e residenti: Non ne possiamo più di vivere continuamente sotto assedio otto persone ciascuna pattuglieranno la zona, per combattere il degrado e segnalare alle istituzioni reati ed illeciti. I volontari, che indosseranno pettorine con ben visibile un numero di telefono a cui rivolgersi, saranno presenti sul territorio sia di notte (dalle 20 alle 6), sia di giorno, in funzione anticontraffazione. La loro funzione sarà di controllo del vicinato come ha spiegato Luca Longo, presidente dell'assocom: Ovviamente ha aggiunto - per ogni evenienza saranno contattate le forze dell'ordine. Alle superficiali e scontate accuse di razzismo, che Longo afferma provenienti soprattutto da Sel, i promotori dell'iniziativa rispondono affermando di puntare soltanto a ridare sicurezza ai cittadini. Non siamo assolutamente contro i profughi. E a conferma di questo, l'annuncio che tra i partecipanti al pattugliamento ci saranno anche degli stranieri. Dal canto suo il Comune critica l'iniziativa, chiedendo ai cittadini di non intralciare il lavoro delle forze dell'ordine e dell'amministrazione, già impegnate nella gestione dell'emergenza. Peccato che di questi presunti sforzi chi vive e lavora a Porta Venezia e dintorni non se n'è accorto. E nemmeno i profughi che vi stazionano creando tanto disagio. Cristina Di Giorgi

11 11 Cultura DA DIABOLIK A DAREDEVIL, TUTTE LE SERIE CHE NELLA PROSSIMA STAGIONE PASSERANNO DALLE TAVOLE AL GRANDE SCHERMO Tv e fumetti: i dieci imperdibili Anche i fan italiani in impaziente attesa. Potranno seguirli su varie reti pubbliche e private di Francesca Ceccarelli Un legame inscindibile quello tra fumetti e serie tv: un continuo flusso dalle tavole di disegno al piccolo schermo e viceversa. Così accade che nella prossima stagione si vedranno molti eroi in azione anche in televisione. Ecco le dieci serie da non perdere. CONSTANTINE Ha un passato tormentato, un cancro che combatte a colpi di sigarette e un talento nel cacciare demoni. Il suo nome è John Constantine, mago all occorrenza, gran conoscitore dell occulto in Hellblazer, fumetto lanciato con grandissimo successo da Vertigo in America. Dopo un passaggio cinematografico più che dimenticabile con protagonista Keanu Reeves, l iconico personaggio arriva in tv su NBC. A dargli il volto sarà Matt Ryan, mentre alla scrittura ci saranno David Goyer e Daniel Cerone. DIABOLIK Ė il 1962 quando Angela e Luciana Giussani danno vita al ladro più Dopo aver suscitato l entusiasmo del pubblico televisvo con "The View", programma a conduzione solo femminile della ABC, la Marvel ha presentato una grande novità nell universo dei fumetti della casa a stelle e strisce. Si tratta della prima donna interprete di Thor nella nuova serie a fumetti dedicata al personaggio. Scritta da Jason Aaron e disegnata da Russell Dauterman, sarà pubblicata a partire dal prossimo mese di ottobre. Non sarà più il classico eroe maschile la persona capace di impugnare l iconico martello Mjöllnir. Un nuovo eroe femminile emergerà meritando il nome di Thor. Lo dice la Marvel Comics in un comunicato, che diffonde anche la prima immagine della nuova eroina, che trovate qui sotto. L iscrizione sul martello di Thor dice chiunque impugnerà questo martello, se ne sarà degno, riceverà il potere di Thor. Ebbene, è ora di aggiornare quell iscrizione, ha aggiunto il direttore della Marvel Wil Moss. affascinante e enigmatico che il fumetto italiano abbia mai avuto. A più di cinquant anni dalla sua comparsa Diabolik diventa il protagonista di un ambiziosa produzione Sky che vedremo nei prossimi mesi. La scenografia sarà curata dal premio Oscar Dante Ferretti. Gli episodi in programma saranno dieci. ANNUNCIO CHOC DELLA MARVEL Thor diventa donna Il nuovo Thor continua l orgogliosa tradizione Marvel di personaggi femminili forti come Capitan Marvel, Tempesta, Vedova Nera e altri. Questo nuovo Thor non è un sostituto femminile temporaneo, ma ora è DAREDEVIL Il film del 2003 con protagonisti Ben Affleck e Jennifer Garner non aveva reso giustizia a uno dei personaggi simbolo dei fumetti Marvel. A rimettere in sesto la situazione ci penserà Netflix che lancerà nel 2015 una serie sul supereroe cieco con altre straordinarie abilità come il Senso Radar. Grande cast messo a l unico e solo Thor e ne sarà degno. Una dichiarazione interessante che sottolinea come non si tratterà di una Lady Thor, ma di Thor, una nuova versione priva di legami di genere. Negli anni passati, i vari gradini della liberazione femminile, avevano portato a She Hulk, alla Valchiria o a diverse versioni femminili dell'eroe. In questo caso invece il passo è oltre: la donna è l'eroe direttamente, perché l'uomo (Thor) non è più degno di esserlo. Di Thor originario rimane il nome e un megamartello da combattimento. Una manovra di marketing che crea scalpore e gossip tra i fan abituati alla mascolinità dell eroe patinato. Se negli anni 70 c erano le versioni femminili degli eroi o le loro fidanzate che si ribellavano e ritenevano di doversi liberare (erano sotto un incantesimo ovviamente...). Oggi il salto è ulteriore: non sono fidanzate ma non sono neanche versioni femminili dell'eroe. Il colpaccio della Marvel è assicurato. F.Ce. disposizione dal colosso dello streaming americano: insieme a Charlie Cox, che darà il volto a Daredevil, ci saranno Rosario Dawson, Vincent D Onofrio ed Elder Henson. GOTHAM La città di Batman è al centro di questa serie, già annunciata come il vero crack della prossima stagione, sviluppata per FOX da Bruno Heller (Roma, The Mentalist). Il protagonista non sarà l uomo pipistrello, bensì un giovane commissario Gordon che avrà il volto di Ben McKenzie, notevolmente cresciuto dopo The O.C.. In Italia sarà trasmessa sui canali Mediaset in assoluta contemporanea. RONIN Non ci sono ancora moltissimi dettagli a riguardo, ma il fatto che SyFy produrrà una serie sull iconico protagonista ideato da Frank Miller nel 1983 ha fatto già crescere l hype di un grandissimo numero di appassionati. Al centro della storia c è Ronin, un samurai del XIII secolo che arriva nella New York del XXI secolo per vendicare la morte del suo maestro. Rispetto al fumetto la serie avrà una sostanziale differenze: il protagonista giunge in America tramite la reincarnazione in Billy, un uomo vittima di esperimenti medici. AGENTE CARTER Apparsa per la prima volta nel 1966 nel numero 77 di Captain America, Peggy Carter è una tiratrice scelta dell esercito americano. Durante la Seconda Guerra Mondiale è spedita in Francia dove conosce il supereroe a stelle e strisce, con cui ha una breve relazione amorosa. Tornata in America, dopo essersi liberata traumaticamente da un rapimento nazista, inizia a collaborare con lo SHIELD, la task force già al centro di Agents of S.H.I.E.L.D., la serie ABC che in Italia vediamo sui canali FOX. Il canale di casa Disney ha deciso di puntare sull agente Carter per una miniserie in otto puntate che sarà ambientata nel A darle il volto sarà Hayley Atwell, attrice già apprezzata nei due film su Captain America. IZOMBIE Sarà Rob Thomas, l ideatore di Veronica Mars, a portare in televisione questo originale e decisamente atipico graphic novel firmato da Chris Roberson e Michael Allred. La serie ruoterà attorno a un medico legale che diventa una zombie. Nonostante ciò conserva ancora un lato umano, mantenuto però dai banchetti a base di carne umana. Sovrastata dai sensi di colpa per la sua natura, la dottoressa inizia a collaborare con un detective per risolvere alcuni casi d omicidio. THE FLASH Il 7 ottobre per moltissimi fan è un giorno già segnato sul calendario da un bel po : debutta in America su TheCw la serie con protagonista il supereroe più veloce al mondo, qui interpretato da Grant Gustin, volto noto agli spettatori di Glee e Le puntate, che in Italia vedremo su Mediaset Premium, seguiranno le vicende di Barry Allen, straordinario studente di chimica che, per un incidente in laboratorio, si trasforma in uomo dalla velocità sovrumana. JESSICA JONES Sarà Netflix a dare vigore a questa tormentata supereroina nata nel 2001 dalle matite di Brian Michael Bendis e Michael Gaydos. Compagna di classe di Peter Parker, alias l Uomo Ragno, Jessica Jones acquisisce superpoteri dopo un incidente stradale con un camion dell esercito americano contenente materiale radioattivo. Per lei iniziano diverse avventure in cui sono coinvolti tra gli altri anche gli agenti dello SHIELD, l uomo Porpora, Nick Fury e il Gufo. Della scrittura della serie si occuperà Melissa Rosenberg, già sceneggiatrice della saga di Twilight e Dexter. PREACHER Genesis, figlio dell incontro non autorizzato fra un angelo e un demone, si impossessa dell anima di Jesse Custer, un predicatore texano dotato di una lingua sferzante e di un portafoglio quasi sempre vuoto. Turbato ma allo stesso tempo affascinato dal fastidioso inquilino, l uomo intraprende un viaggio negli Stati Uniti per trovare Dio con la compagnia di una bellissima pistolera e di un vampiro alcolizzato. Il fumetto, scritto da Garth Ennis, ha ricevuto numerosi apprezzamenti ed è divenuto in poco tempo un autentico cult, capace di generare dibattito anche al di là dei frequentatori delle fumetterie. AMC, il canale di Breaking Bad e The Walking Dead, ha deciso di sviluppare una serie sul personaggio trovando nel poliedrico Seth Rogen il suo produttore e sceneggiatore.

12 12 Sport UFFICIALE, CONTRATTO BIENNALE PER IL TECNICO TOSCANO, CHE IERI È STATO PRESENTATO ALLA STAMPA E HA DIRETTO IL SUO PRIMO ALLENAMENTO Alla Juve scontenti e Allegri L ex Milan: Sono qui per vincere, nessun problema con Pirlo. Ma la realtà dice ben altra cosa e sul faro del centrocampo della Nazionale sono piombati Real Madrid, Chelsea e Galatasaray di Federico Colosimo Massimiliano Allegri è il nuovo allenatore della Juventus. L ex Milan ha firmato un contratto biennale (a 2 milioni più bonus) e prenderà il posto di Antonio Conte. Massimiliano Allegri è il nuovo allenatore della Juventus. L ex Milan ha firmato un contratto biennale (a 2 milioni più bonus) e prenderà il posto di Antonio Conte. Una trattativa lampo, conclusasi in pochi minuti dopo un incontro fiume col direttore generale Giuseppe Marotta. Il tecnico toscano ha portato con sé a Torino quasi tutto il suo staff. Il fedelissimo Marco Landucci sarà il suo vice. Sono emozionato - le prime parole del trainer durante la presentazione ufficiale vogliamo vincere nel presente e nel futuro. Capisco lo scetticismo, ma conquisterò tutti con lavoro, rispetto e risultati. L allenatore ha poi diretto il suo primo allenamento, con tanto di breve discorso alla squadra. I dirigenti della Vecchia Signora non hanno perso tempo dopo le dimissioni choc ma nell aria da tempo dell ormai ex condottiero. E hanno chiuso la partita Allegri senza indugiare, arrivando a un accordo che già martedì sera sembrava scontato. Visto che Mancini lo ha confermato lui stesso non è mai stato contattato. Ma quello commesso dalla nuova triade (Agnelli, Marotta e Paratici) è un errore che rischia di compromettere anni di eccezionale lavoro. E di pesare sull economia di una stagione che nei piani bianconeri doveva essere quella della campagna europea, oltre che dell ennesima conferma tricolore. Un autogol che peserà anche nel bilancio di una società non proprio florida. Il titolo ieri è crollato in Borsa perdendo il 2%. Dopo 3 anni di successi in campo nazionale e un dominio pressoché incontrastato, Conte ha preso la decisione più sofferta della sua giovane ma già importante carriera da allenatore. Non è questione di appagamento o sazietà. Dopo il triplete di scudetti, il tecnico pugliese avrebbe voluto che la famosa asticella si alzasse definitivamente. Per poter puntare finalmente alla Champions League. Obiettivi che il trainer probabilmente non era convinto di centrare con la rosa a disposizione. C erano infatti grandi differenze tra la Juve del futuro sognata dall ex mister e quella immaginata dalla società. E un Conte quindi in totale disaccordo con le mosse programmate dai vertici. Con Vidal sempre più verso il Manchester United e Pogba che il prossimo anno finirà quasi certamente alla corte del ricchissimo Psg. E ancora: il mancato acquisto di Sanchez (passato dal Barcellona all Arsenal) e infine quello di Iturbe (finito alla Roma). E la scelta della Vecchia Signora di puntare tutto su Allegri, rischia di provocare un vero e proprio terremoto. I tifosi si sentono traditi e puntano il dito conto il nuovo allenatore: Non lo vogliamo. In tutto questo caos, lo spogliatoio dalla parte di Conte rischia di spaccarsi. Ma il nodo principale è rappresentato da Pirlo, il giocatore chiave della rinascita bianconera. Alla domanda più attesa, durante la prima conferenza stampa, il nuovo tecnico ha negato l innegabile: Con Andrea non c è alcun problema. Sarei un matto ha tagliato corto a metterlo in discussione. Tant è, quella tra Allegri e il faro del centrocampo della Nazionale è la storia di un rapporto impossibile e soprattutto, irricucibile. Di un tradimento imperdonabile per il regista di Flero, che s è sentito umiliato, scaricato dal Milan e dal suo ex tecnico, che lo ha costretto a cambiare aria. E che adesso potrebbe il condizionale è d obbligo trovarsi nuovamente a lavorare con lui. La ferità è difficilmente rimarginabile e lo stesso tecnico toscano oltre il danno la beffa non ha mai gradito il modo in cui Pirlo ha rinfacciato davanti al mondo le sue ragioni. Sembra uno scherzo del destino e invece è la realtà. Ora per il jolly bianconero, fresco di rinnovo del contratto, si aprono le porte di una incredibile (ma neanche poi tanto) cessione. Sullo sfondo il Real Madrid dell allenatore che lo ha fatto diventare grande, Ancelotti, il Chelsea di Mourinho (che sogna il colpaccio) e il Galatasaray di Prandelli. Allegri ha una vera e propria patata bollente tra le mani. Di non facile risoluzione. In tutto questo scenario, la Federazione Italiana ha davanti a sé un opportunità che non può lasciarsi sfuggire. La nuova Figc ha bisogno di puntare su una figura forte per rialzarsi dopo il vergognoso Mondiale brasiliano. Nessuno meglio di Conte, tecnico carismatico che ha stregato anche gli scettici. Per la panchina Azzurra è lui il condottiero ideale.

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