Il parodonto è composto da più tessuti che realizzano l'attacco del dente all'osso proteggendolo l'ambiente dalla placca batterica.

Transcript

1 Il parodonto è composto da più tessuti che realizzano l'attacco del dente all'osso proteggendolo l'ambiente dalla placca batterica. Quando la placca batterica attacca questi tessuti si ha una reazione infiammatoria, prima acuta, che è la gengivite - la gengivite è reversibile, e basta generalmente fare l'igiene orale dal dentista e ricominciare a pulire bene i denti a casa per guarire poi cronica con fasi riacutizzazione e di entità via via più grave che si chiama parodo ntite. La parodontite, una volta chiamata piorrea, è caratterizzata dalla perdita dell'attacco del parodonto al dente, che a seconda del tipo di gengiva può manifestarsi o con recessioni gengivali (il livello osseo scende e di conseguenza le gengive si abbassano) o con tasche parodontali (seguendo la distruzione ossea il solco gengivale, che normalmente circonda il dente ed è profondo al massimo 1-2mm, si trasforma in tasca scendendo in profondità ben oltre il normale). Va specificato che anche se è documentata una predisposizione genetica, la parodontite non è una malattia genetica, ma infettiva: senza placca e tartaro, anche nel soggetto predisposto, non può esserci parodontite! La terapia e la prognosi della malattia parodontale sono direttamente proporzionali allo stato di avanzamento della malattia. Inizialmente è sufficiente l'igiene orale con ultrasuoni con o senza levigatura delle radici, poi quando le tasche superano i 5 mm, occorre fare dei piccoli interventi chirurgici per pulire ed eliminare le tasche, e permettere così al paziente di ricominciare a pulire correttamente la propria dentatura. Nei casi complessi occorre associare alla terapia parodontale chirurgica altre armi, come l'ortodonzia e la protesi, per rimediare ai gravi danni estetici causati dalla malattia e dalle terapie chirurgiche. 1 / 5

2 E' importante sottolineare comunque che oggi la malattia parodontale, che è la causa più comune di perdita dei denti, è una malattia curabile e le terapie hanno come base indispensabile la collaborazione e la disponibilità del paziente a comprendere le tecniche di igiene orale e a metterle in atto con impegno e dedizione. FAQS Come posso fare a prevenire la malattia parodontale? Esiste un tipo di dentifricio o di farmaci che impediscono alla placca batterica di formarsi? Che cos'è il tartaro? E' vero che mi si forma il tartaro perchè ho la salivazione acida? Perchè ricorrere alla chirurgia? Non basta la pulizia con ultrasuoni? La chirurgia parodontale causa danni estetici? 2 / 5

3 Qual è il segno che la malattia è sconfitta? Ogni quanto occorre fare i controlli dopo la fine delle terapie? Quando un dente affetto da parodontite è senza speranza e va estratto? Il segreto è fare una visita dal dentista ogni sei mesi, farsi spiegare come effettuare la pulizia dei propri denti a casa (ogni tipo di dentatura richiede attenzioni particolari), e non trascurare i minimi campanelli d'allarme, tipo le gengive che sanguinano. No, la placca batterica si forma a prescindere perfino del fatto che si mangi o no. I dentifrici possono aiutare ma senza una tecnica di spazzolamento perfetta uno vale l'altro. I farmaci, che certamente non impediscono alla placca di formarsi, poi non sono in grado, tranne in casi particolarissimi e rari, di dare un contributo decisivo alla cura della malattia parodontale. È la placca batterica cristallizzata dai sali provenienti dalle secrezioni salivari. Quando c'è tartaro significa che la placca non è stata rimossa dalla bocca per almeno 3-4 giorni, il tempo che le occorre per cristallizzarsi. Il tartaro diventa una specie di tetto stabile e di habitat comodo per i batteri presenti negli strati profondi e non può essere rimosso a casa. Occorrono gli ultrasuoni del dentista o dell'igienista dentale. 3 / 5

4 No. E' vero che ognuno di noi ha una composizione salivare diversa. Ma è praticamente impossibile che la placca diventi tartaro prima di 48 ore: quindi avere continuamente tartaro in bocca dovrebbe sollecitarci a imparare una tecnica di spazzolamento che impedisca alla placca di rimanere in bocca più di due giorni. Non è così difficile! Anche il più esperto igienista dentale, se la tasca è profonda più di 5 mm, non può mai riuscire a eliminare il 100% del tartaro attaccato alle radici, perciò occorre ricorrere alla chirurgia per decontaminare ed eliminare la tasca, altrimenti sotto una superficie visibile pulita il tartaro in profondità continuerà a provocare distruzione. Dipende se è una chirurgia resettiva o verrà anche rigenerato osso con innesti. Saremo comunque noi a descrivere il risultato finale ed eventualmente a proporre dei passi successivi (innesti di tessuto, ortodonzia, protesi, etc..) per rimediare al danno estetico. Va precisato che il danno estetico non è causato dalla cura, ma dalla malattia. La chirurgia elimina soltanto i tessuti malati. Senza la cura la malattia continuerebbe a distruggere i tessuti profondi, senza magari dare segni esterni fino a quando sarebbe troppo tardi per salvare i denti. Che le gengive non sanguinano, la profondità dei solchi attorno ai denti è stabile, la mobilità dei denti, se c'è, non aumenta tra una visita e l'altra. La parodontite non consente comunque di abbassare la guardia e il paziente parodontale deve presentarsi a visita ogni tre mesi per 4 / 5

5 controllare che la condizione dei tessuti sia buona. Ogni tre, massimo quattro mesi, il paziente parodontale deve sottoporsi a controllo e igiene orale con ultrasuoni. Esistono vari fattori che ci guidano nella scelta se estrarre o salvare un dente parodontale. Dipende dal livello osseo, dalla profondità delle tasche, dalla mobilità del dente, dall'età del paziente, dalle condizioni parodontali degli altri denti (è difficile che sia solo uno il dente in sofferenza parodontale), dalle alternative terapeutiche (tipo la possibilità o meno di fare implantologia). L'implantologia oggi permette di estrarre denti con prognosi incerta, ma ogni caso va valutato singolarmente e discusso col paziente. In ogni caso la cura della malattia parodontale è il primo passo che va affrontato e che viene proposto al paziente. 5 / 5