Le funzioni dei Navigli

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1 Le funzioni dei Navigli I Navigli scavati in origine come canali di irrigazione e di difesa, successivamente vennero resi navigabili, diventando presto le vie di trasporto commerciale più importanti della Lombardia. Le loro acque inoltre fornirono energia ai mulini e alle prime industrie. Sulle loro sponde la nobiltà milanese fece costruire eleganti Ville di delizia. L Irrigazione I nostri canali, navigabili ad un tempo ed irrigatori, sono costruiti sopra un principio speciale: non sono una serie di tronchi orizzontali come i canali oltremontani (francesi e tedeschi N.d.R.) di mera navigazione, ma sono e veri fiumi, prima inclinati fortemente, poi progressivamente moderati, per accogliere, di tronco in tronco le diseguali masse d acqua che l irrigazione viene successivamente emungendo. I Navigli, a dispetto del nome, non sono mai stati solo canali navigabili (con l eccezione del Naviglio di Paderno), ma anzi nascono come canali irrigui e solo successivamente, attraverso ampliamenti ed approfondimenti, vengono resi navigabili. L originaria funzione irrigua è sempre rimasta importantissima e per secoli ha convissuto con la navigazione non senza problemi, contendendosi entrambe lo stesso bene: l acqua dei Navigli. Uno dei compiti principali delle varie autorità che si sono succedute al governo dei canali (Magistrati e Guardiani delle acque) è stato quello di assicurare la derivazione dell acqua per l irrigazione delle campagne, non facendo mancare il battente d acqua (la profondità) di almeno 1 metro necessario per la navigazione. Nel corso del secolo scorso, con l abbandono della navigazione, l irrigazione rimane l unica funzione economica dei Navigli e, dunque, la funzione irrigua precede e sopravvive alla funzione commerciale. Ancora oggi infatti l acqua di questi canali rende fertile oltre ettari Per secoli, dunque, fino alla metà del 900, queste antiche vie d acqua furono al centro della vita economica e sociale: barcaioli, campari, portuali, viaggiatori, pescatori, lavandaie lavoravano e si incontravano sulle sue rive. Nei giorni di festa poi i Navigli diventavano meta di svago e divertimento: famiglie a passeggio, bagnanti, canottieri affollavano le rive e i canali. di terreni agricoli del milanese, caratterizzati da colture molto esigenti dal punto di vista idrico quali il mais e il riso. L acqua dei Navigli dunque rende possibile la pratica di una agricoltura intensiva, che rappresenta ancora una voce importante dell economia lombarda. Scrive ancora il Cattaneo a proposito del Naviglio Grande: Il volume delle sue acque è quello di un ragguardevole fiume, poiché all'incile (derivazione) di Tornavento entrano 1234 once. Quattro quinti all'incirca di questa massa (829) vengono ripartiti lungo il corso del Naviglio stesso con 116 bocche irrigatorie. Altre once 109 si rivolgono a formare il Naviglio di Bereguardo, e poi si spargono nell'irrigazione (N.d.R. l oncia magistrale milanese è una misura di portata d acqua corrispondente a 35 litri al secondo) Dunque la gran parte dell acqua del Naviglio Grande (come degli altri Navigli) viene prelevata a fini irrigui dal canale da una serie di bocche laterali (bocche in fregio), regolate da chiuse, ubicate sulle sponde del canale. Il prelievo è quindi progressivo: il Naviglio Grande nasce con una considerevole portata d acqua che, procedendo verso Milano, diminuisce gradualmente a seguito dei prelievi operati dalle bocche di irrigazione che si susseguono lungo il suo percorso. Nel tratto milanese il Naviglio presenta una portata d acqua inferiore ad un quinto di quella iniziale e una larghezza ed una profondità di conseguenza diminuite.

2 Attraverso i Navigli si pratica un irrigazione a scorrimento: nel caso delle marcite l acqua dei canali propriamente viene fatta scorrere sopra i prati, nel caso del mais e del riso viene usata per allagare i campi. Il sistema di irrigazione è di tipo gerarchico: l acqua dei Navigli arriva ai campi attraverso canalizzazioni minori (secondarie, terziarie ) come rogge e fossi derivate dai canali primari che sono, appunto, i Navigli. Figura in basso a destra: carta settecentesca che illustra il sistema di irrigazione derivato dal Naviglio Grande (A) presso la chiesa di San Cristoforo alle porte di Milano. La bocca in fregio (C) da origine ad una derivazione secondaria che alimenta un mulino (F) e da cui si dipartono derivazioni terziarie che irrigano i campi (m).

3 La navigazione I Navigli, concepiti in origine come semplici canali irrigatori, vennero successivamente resi navigabili (prendendo appunto il nome di Navigli) per potere disporre di vie commerciali più agevoli. A questo proposito scriveva nell ottocento lo storico Cesare Cantù: I Milanesi, condotte le acque del Ticino sin presso Milano, si accorsero ben presto che molto maggior utile ne verrebbe alla città, se fosse possibile ridurre il canale o naviglio navigabile. Non si può precisare l anno in cui si diede mano ai relativi lavori, ma si sa che nel 1269 si lavorava all allargamento del Naviglio e che questo, due anni dopo, era reso navigabile. La navigazione, nel corso dei secoli passati, è stata il vero valore aggiunto dei Navigli Lombardi: le vie d acqua, in un epoca in cui i trasporti via terra erano disagevoli, facilitarono i commerci procurando un grande vantaggio economico, come ricorda ancora il Cantù: Farebbe un curioso calcolo chi valutasse il risparmio che la navigazione procura in paragone della via terrestre. Il qual vantaggio annuo, moltiplicato per 700 anni, ci darebbe un idea del gigantesco vantaggio che arrecò al nostro Paese quest opera. La navigazione era semplice, ma ingegnosa: i Navigli erano stati scavati seguendo un particolare percorso che presentasse una pendenza costante, ma non eccessiva in modo da sfruttare la forza della corrente d acqua per la propulsione delle imbarcazioni. Quando poi si doveva risalire la corrente si usava l attiraglio animale: cavalli, buoi e muli percorrevano le strade alzaie che correvano parallele ai Navigli tirando le barche con una cima che legava il gioco degli animali alla prua. Dalla metà del 400, l importante invenzione della conca di navigazione consentì di superare dislivelli più impegnativi sempre sfruttando l energia idraulica dei canali. Usando una terminologia di attualità potremmo dire che la navigazione sui Navigli era ad impatto zero : non comportava emissioni inquinanti ed usava in maniera intelligente e sostenibile le risorse naturali rinnovabili disponibili sul territorio. Il trasporto delle merci La navigazione commerciale sui Navigli Lombardi rappresentò, fino alla costruzione delle ferrovie nella seconda metà dell 800, l unico modo di spostare ingenti quantità di merci pesanti attraverso il territorio. In un epoca in cui i trasporti su terra erano su strade sterrate con carri di legno e trazione animale, la navigazione, sfruttando il principio di Archimede per cui il peso

4 trasportato è sorretto dall acqua che sposta, si avvantaggiava enormemente, vantando capacità di trasporto unitarie fino a cinquanta volte superiori. L esempio più lampante e famoso di quanto detto è rappresentato dalla costruzione del Duomo di Milano: migliaia di tonnellate di marmo viaggiarono,trasportate dai barconi, dalle cave di Candoglia, sul Fiume Toce, fino a Milano attraverso la via d acqua che solcava il Lago Maggiore, il Ticino, il Naviglio Grande, la Darsena e la Cerchia interna. Per avere un idea di cosa e di quanto viaggiava sui Navigli, si può leggere quello che scriveva Carlo Cattaneo, nel 1860, a proposito del Naviglio Grande: Le barche cariche, che percorrono questo canale, si valutarono a 3600 all anno, con un carico complessivo che sorpassa le centomila tonnellate; per due terzi provengono dal Lago Maggiore, recando marmo bianco di Candoglia, granito roseo di Baveno, beole ed altre pietre, calce, carbone, legna, corteccia, formaggi svizzeri e castagne; e vi portano in ricambio vini, sali e grani. L altro terzo si muove fra diversi luoghi sullo stesso canale, recando ciottoli, calce, mattoni, ghiaia, sabbia, argilla, terre nitrose, ghiaccio, vino, frumento, paglia, Il viaggio del marmo di Candoglia fino a Milano lungo la via d acqua che dal Fiume Toce giungeva fino alla Fabbrica del Duomo. fieno, concime, legna e torba. Nella rimonta poche barche hanno carico intero; e ciascuna di esse non fa più di dieci viaggi all anno.. I barconi impiegavano in media tre giorni a percorrere gli oltre cento chilometri del percorso, navigando a remi e a vela sul Lago Maggiore e spinti dalla corrente dal Ticino fino a Milano.

5 Figura sopra: dipinto settecentesco raffigurante il Laghetto di Santo Stefano, termine della via d acqua Candoglia Milano e porto della fabbrica del Duomo. Si notano i barconi carichi di marmo e la gru di legno ( Falcone ) adibita allo scarico dei blocchi dalle imbarcazioni e al carico sui carri, che percorrevano i restanti 300 metri che separavano il Laghetto dal Duomo (visibile sullo sfondo). Lo specchio d acqua venne coperto nel 1857 ed è ricordato dall attuale via Laghetto.

6 Immagine dei primi novecento di un barcone per il trasporto delle merci. Si tratta di un burchiello le cui dimensioni raggiungevano 24m di lunghezza e 5 di larghezza. Aveva un lungo timone (fino 15m) per facilitare le manovre e il fondo piatto per aumentare la capacità (fino a 60t) e ridurre al minimo il pescaggio in modo da non urtare i bassi fondali dei Navigli milanesi.