La nascita e l avvento del fascismo P R O F. S S A R E N A T A F L O R I M O N T E
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- Susanna Palmisano
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1 La nascita e l avvento del fascismo P R O F. S S A R E N A T A F L O R I M O N T E
2 Milano -Marzo 1919 : Benito Mussolini fonda il movimento dei Fasci di combattimento che, due anni dopo, nel 1921, si sarebbe trasformato nel Partito Nazionale Fascista. Le origini Milano. Piazza San Sepolcro. Benito Mussolini distribuisce attestati agli "Arditi di Guerra"
3 Le origini I suoi primi aderenti provenivano dalle organizzazioni di ex combattentisti, spesso disoccupati e profondamente scontenti e da alcuni gruppi sbandati di ex socialisti rivoluzionari.
4 Le origini Molti di essi facevano parte della piccola borghesia e risentivano fortemente dello stato di crisi attraversato da questa classe, schiacciata dalla duplice pressione esercitata, da un lato, dagli interessi economico-politici dell alta borghesia e, dall altro, dalle mire egualitarie del proletariato agricolo ed industriale.
5 Le origini Il programma iniziale (detto di Sansepolcro ) riprendeva elementi importanti della tradizione socialista. Ben presto, tuttavia, l originaria matrice socialisteggiante fu abbandonata ed il fascismo si connotò come un movimento di estrema destra.
6 Le origini Subito, infatti, trovò l adesione dei ceti agrari della valle padana dove, dopo la guerra, molti piccoli proprietari avevano con fatica acquistato degli appezzamenti di terra e guardavano, quindi, con paura e ostilità i braccianti che lottavano per ottenere migliori condizioni di lavoro.
7 La figura di Mussolini Il fondatore, Benito Mussolini, aveva avuto, fino a quel momento una carriera politica molto travagliata.
8 La figura di Mussolini Esponente dell ala più estremista del Partito Socialista, prima della guerra, era diventato direttore dell Avanti, nel 1913, sostenendo posizioni pacifiste.
9 La figura di Mussolini Ma l anno successivo era diventato interventista, abbandonando improvvisamente il giornale e il Partito socialista e fondando un nuovo giornale: Il Popolo d Italia.
10 La figura di Mussolini Dotato di forte intuito, spregiudicato nel cogliere ogni occasione opportuna per soddisfare le sue ambizioni politiche, Mussolini raccolse sempre maggiori consensi, facendo leva sia sulle emozioni e paure di molti italiani, sia sugli interessi economici di una parte della società:
11 La figura di Mussolini Sfruttò i risentimenti e le inquietudini di tanti ex combattenti, spesso ormai privi di un lavoro e, per di più, offesi dalla sinistra che li bollava come militaristi, responsabili o complici delle sofferenze causate dalla guerra
12 La figura di Mussolini Ottenne l appoggio dei nazionalisti e di coloro che sostenevano l idea della vittoria mutilata, i quali sognavano un Italia potente e rispettata all estero e un governo autoritario all interno
13 La figura di Mussolini Trovò il sostegno decisivo della classe dirigente, dei proprietari terrieri e dei piccolo borghesi moderati intimoriti dalla propaganda rivoluzionaria.
14 La figura di Mussolini Nel clima acceso del biennio rosso, ricco anche di intimidazioni da una parte e dall altra, Mussolini fece della violenza e delle aggressioni un uso sistematico e costituì vere e proprie bande di uomini armati.
15 Egli ebbe tuttavia l astuzia di presentare le squadracce dei fascisti come strumento necessario per riportare nel paese l ordine sconvolto dai rossi. Lo squadrismo
16 Lo squadrismo Composto in prevalenza da ex combattenti, il movimento si dotò di strutture organizzative di tipo militare, le squadre d azione, che in breve tempo lo portarono a sostituire le stesse forze di polizia nella repressione degli scioperi e delle organizzazioni del movimento operaio.
17 Lo squadrismo Sostenute da agrari ed industriali, le squadre fasciste intensificarono le spedizioni punitive, le aggressioni e le violenze contro gli avversari nelle città e nelle campagne della Pianura Padana fino a caratterizzare una fase specifica del fascismo nota come fascismo agrario.
18 Lo squadrismo Gli avversari politici più in vista venivano aggrediti con armi da fuoco, oppure bastonati con i manganelli, oppure costretti ad umiliarsi bevendo interi bicchieri di olio di ricino, un fortissimo purgante (il «battesimo fascista»).
19 Lo squadrismo Nella sola pianura padana, nei primi sei mesi del 1921, gli attacchi operati dalle squadre fasciste furono 726.
20 Lo squadrismo OBIETTTIVI ATTACCHI SQUADRE FASCISTE 59 CASE DEL POPOLO 119 CAMERE DEL LAVORO 107 COOPERATIVE 83 LEGHE CONTADINE 141 SEZIONI SOCIALISTE 100CIRCOLI CULTURALI 28 SINDACATI OPERAI 53 CIRCOLI RICREATIVI OPERAI
21 Lo squadrismo Talvolta il popolo seppe resistere con forza e coraggio alle violenze fasciste. Epica fu, ad esempio, la difesa di Parma, assalita da migliaia di fascisti nell agosto La città si armò, alzò le barricate, respingendo per oltre due giorni gli attacchi dei fascisti.
22 Lo squadrismo Le squadre fasciste invocarono allora l intervento dell esercito che, accolto con entusiasmo dalla popolazione, si rifiutò di combattere. Alla fine i fascisti dovettero ritirarsi, mentre il popolo di Parma abbandonava le barricate e riconsegnava ordinatamente la città alle autorità militari e ai carabinieri.
23 Lo squadrismo: strumenti e simboli CAMICIA NERA MANGANELLO
24 Lo squadrismo: strumenti e simboli FASCIO LITTORIO AQUILA IMPERIALE
25 Lo squadrismo: strumenti e simboli SALUTO ROMANO
26 La marcia su Roma I continui richiami di Mussolini ad uno Stato forte e autoritario e la sua pesante polemica contro il Parlamento ebbero successo anche perchè i governi liberali si mostrarono, in genere, poco efficienti e incapaci di fronteggiare la situazione.
27 La marcia su Roma Lo stesso Giolitti, che pure era contrario al fascismo, commise un grave errore di giudizio: dapprima pensò di usarlo come contrappeso contro la forza di sinistra e in un secondo momento di riassorbirlo nelle forze liberali.
28 La marcia su Roma In occasione delle elezioni del 1921 favorì la formazione di liste del blocco nazionale con la partecipazione di liberali, popolari, conservatori, nazionalisti e fascisti.
29 La marcia su Roma La crisi dei partiti di sinistra non fu però sufficiente a assicurare la maggioranza a Giolitti il quale si trovò condizionato dall appoggio determinante dei 35 deputati fascisti. Di fronte al fallimento della sua strategia, fu costretto a dimettersi.
30 La marcia su Roma Da parte sua, Mussolini capì che era arrivato il momento della conquista del potere. Gli ultimi governi liberali furono debolissimi e del tutto incapaci di resistere alle illegalità fasciste, mentre cresceva da parte degli industriali, agrari e piccola borghesia la richiesta di un governo forte.
31 Il 28 ottobre 1922 venne organizzato un colpo di forza contro il governo: la marcia su Roma delle camicie nere inquadrate e armate come un esercito. La marcia su Roma
32 La marcia su Roma Il Presidente del Consiglio, Facta, succeduto a Giolitti, cercò di resistere: preparò un decreto che dichiarava lo stato d assedio e lo portò alla firma del re. Se il re lo avesse firmato le truppe regolari sarebbero intervenute a fronteggiare le colonne fasciste e la marcia su Roma sarebbe fallita.
33 La marcia su Roma Vittorio Emanuele III, invece, cedette alle pressioni degli ambienti militari e nazionalisti, guidati dal maresciallo Armando Diaz, e chiese a Mussolini di formare un nuovo governo.
34 La marcia su Roma Il primo governo Mussolini, appoggiato da liberali, nazionalisti e cattolici, ottenne il voto favorevole del Parlamento, nonostante la forte opposizione di socialisti e comunisti.
35 Le elezioni del 1924 Molti continuavano a credere che fosse possibile trasformare il Partito fascista in un partito democratico e liberale.
36 Le elezioni del 1924 Mussolini lo lasciò credere e si mosse con molta abilità con provvedimenti volti a guadagnarsi i favori dei moderati e degli incerti.
37 Le elezioni del 1924 Nel frattempo la violenza delle squadre fasciste contro l opposizione di sinistra continuava. Nelle elezioni del 1924 Mussolini riuscì a formare una forte coalizione politica, appoggiata da molti liberali e cattolici. La nuova legge elettorale prevedeva un premio di maggioranza al partito che avesse ottenuto il maggior numero di voti.
38 Le elezioni del 1924 Sfruttando il clima di paura, intimidazione e violenza generato dalle squadre d azione, Mussolini, con la sua coalizione ottenne la maggioranza assoluta con 403 deputati contro i 132 deputati delle sinistre.
39 Le elezioni del 1924 La sinistra, tuttavia non si rassegnò e cercò di svolgere il suo ruolo di opposizione con dignità e vigore.
40 Le elezioni del 1924 Un uomo di grande onestà e alto livello morale, Giacomo Matteotti, denunciò in uno storico discorso le violenze e le minacce usate dai fascisti in tutta Italia per falsare il risultato delle elezioni
41 Le elezioni del 1924 Egli venne rapito e barbaramente assassinato da una squadra di fascisti il 19 giugno 1924.
42 La protesta dell Aventino L ondata di protesta e d indignazione che scoppiò nel Paese portò allo scioglimento della coalizione di governo creata da Mussolini.
43 La protesta dell Aventino I deputati dell opposizione, socialisti, repubblicani, comunisti e diversi cattolici e liberali, abbandonarono per protesta il Parlamento, riunendosi altrove: il fatto passò alla storia come secessione aventiniana con riferimento a quanto avevano fatto ai tempi dell antica Roma i plebei per rivendicare i propri diritti nei confronti dei patrizi.
44 La protesta dell Aventino Ma l azione delle opposizioni fu solo una protesta morale, priva di efficacia politica. Le proteste a poco a poco si esaurirono, nonostante fosse emerso che gli autori del delitto erano vicini a Mussolini.
45 La dittatura Il 3 gennaio del 1925 egli dichiarò in Parlamento di assumersi personalmente la responsabilità politica, morale, storica di tutto quanto era avvenuto.
46 La dittatura Rassicurato, dunque, sull impotenza dell opposizione dell impotenza dell opposizione, il fascismo attuò una serie di provvedimenti che comportarono lo smantellamento dello Stato liberale, organizzato intorno alla centralità del Parlamento e alla figura del re come garante della legalità.
47 La dittatura Fra il 1925 e il 1926 si arrivò alla formazione di un regime dittatoriale così caratterizzato:
48 La dittatura Regime dittatoriale Costituzione repubblicana vennero sciolti tutti i partiti, tranne quello fascista che divenne partito unico Art. 49 Tutti i cittadini hanno diritto di associarsi liberamente in partiti per concorrere con metodo democratico a determinare la politica nazionale.
49 La dittatura Regime dittatoriale fu proibito lo sciopero e furono, di fatto, sciolte le organizzazioni sindacali libere, sia dei lavoratori (CGL, sindacati cattolici) che degli imprenditori (Confindustria, Confagricoltura) a favore dei sindacati fascisti Costituzione repubblicana Art. 40 Il diritto di sciopero si esercita nell'ambito delle leggi che lo regolano. Art. 39 L'organizzazione sindacale è libera. Ai sindacati non può essere imposto altro obbligo se non la loro registrazione presso uffici locali o centrali,
50 La dittatura Regime dittatoriale Costituzione repubblicana fu soppressa la libertà di stampa Art. 21 Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione. La stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure
51 La dittatura Regime dittatoriale Costituzione repubblicana e quella di associazione Art. 18 I cittadini hanno diritto di associarsi liberamente, senza autorizzazione, per fini che non sono vietati ai singoli dalla legge penale. Sono proibite le associazioni segrete e quelle che perseguono, anche indirettamente, scopi politici mediante organizzazioni di carattere militare.
52 La dittatura Regime dittatoriale Costituzione repubblicana Incominciarono a prendere forma nuove istituzioni dello stato fascista, come il Ministero della cultura popolare e le Corporazioni dei produttori Parte II ordinamento della repubblica
53 La dittatura Regime dittatoriale Contro gli oppositori politici furono istituite due nuove strutture : la polizia politica, l OVRA, e il Tribunale speciale per la difesa dello Stato, che sottraeva ai tribunali della giustizia ordinaria il potere di giudicare gli antifascisti. Costituzione repubblicana Art. 102 La funzione giurisdizionale è esercitata da magistrati ordinari istituiti e regolati dalle norme sull'ordinamento giudiziario. Non possono essere istituiti giudici straordinari o giudici speciali. Possono soltanto istituirsi presso gli organi giudiziari ordinari sezioni specializzate per determinate materie, anche con la partecipazione di cittadini idonei estranei alla magistratura.
54 La dittatura La trasformazione dello Stato liberale in un regime dittatoriale fu possibile date le caratteristiche della carta costituzionale allora vigente.
55 La dittatura La Costituzione del Regno di Sardegna, concessa da Carlo Alberto il 4 marzo 1848, era stata estesa a tutto il regno d Italia dopo l unificazione e rimase in vigore fino al 1 gennaio 1948 quando venne sostituita dall attuale Costituzione repubblicana.
56 La dittatura Lo Statuto garantiva alcuni principi liberali, ma non riconosceva la sovranità popolare essendo una costituzione concessa dal sovrano, che si dichiarava tale per grazia di Dio.
57 La dittatura Delle due Camere che formavano il Parlamento una era eletta a suffragio molto ristretto (poco più dell 1% dei cittadini avevano diritto al voto), l altra, il Senato era nominata dal re a sua discrezione.
58 La dittatura Il sovrano deteneva ampi poteri: poteva convocare e sciogliere il Parlamento firmava i trattati internazionali senza obbligo di approvazione del Parlamento nominava il Governo che era responsabile solo di fronte a lui
59 La dittatura Lo Statuto era inoltre una Costituzione flessibile: questo vuol dire che non prevedeva, per la sua modificazione, procedure particolari, contrariamente alla nostra che è invece ottriata e necessita di una procedura particolarmente complessa per la sua modificazione (art. 138)
60 La dittatura Inoltre, su molte materie lo Statuto esprimeva o non prevedeva norme precise. o non si Per queste ragioni, fu possibile di muoversi con una certa libertà rispetto alla Costituzione da parte dei governi e dello stesso re, e a Mussolini di instaurare, restando formalmente nei limiti dello Statuto, un regime di tipo dittatoriale.
61 Gli oppositori del regime Con la presa del potere da parte del fascismo vengono sospese progressivamente tutte le libertà politiche e civili. Gli oppositori del fascismo, gli antifascisti, vennero combattuti con la violenza e al di fuori delle regole del diritto, spesso con la complicità delle forze di polizia e degli altri organi dello Stato.
62 Gli oppositori del regime Le loro condizioni di vita divennero sempre più dure Gli intellettuali che scrivevano su riviste, pubblicavano saggi ricevevano minacce, subivano aggressioni, mentre i loro scritti venivano sottoposti alla censura.
63 Gli oppositori del regime Dopo il 1925 numerosi operai, contadini, artigiani, appartenenti ai partiti popolari, furono costretti ad emigrare.
64 Gli oppositori del regime Anche alcuni fra i capi riconosciuti dell opposizione presero la via dell esilio.
65 Gli oppositori del regime Filippo Turati
66 Gli oppositori del regime Pietro Nenni
67 Gli oppositori del regime Lo storico Gaetano Salvemini
68 Gli oppositori del regime don Luigi Sturzo
69 Gli oppositori del regime Altri furono imprigionati o inviati al confino
70 Gli oppositori del regime Antonio Gramsci
71 Gli oppositori del regime Sandro Pertini
72 Gli oppositori del regime Altri, ancora, infine furono uccisi dalle squadre d azione o morirono in conseguenza delle percosse subite.
73 Gli oppositori del regime il sacerdote, don Giovanni Minzoni
74 Gli oppositori del regime i liberali Giovanni Amendola
75 Gli oppositori del regime e Pietro Gobetti
76 Gli oppositori del regime i liberalsocialisti Carlo e Nello Rosselli
77 Gli oppositori del regime Una voce isolata di opposizione rimase, in Italia, Benedetto Croce, filosofo ed esponente del Partito liberale vicino alle posizioni di Giolitti.
78 Gli oppositori del regime La sua fama internazionale e la sua carica di senatore gli consentirono di continuare ad esprimere il suo dissenso nei confronti del fascismo.
79 Gli oppositori del regime Il 1 maggio del 1925 pubblicò su «Il Mondo» un Manifesto degli intellettuali antifascisti, al quale aderirono molti esponenti della cultura italiana.
80 Gli oppositori del regime Negli anni del regime non potè esercitare alcuna attività politica, ma attraverso i suoi scritti continuò ad insegnare e a diffondere i grandi valori della libertà.
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